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Dialoghi e scritti
per Anna Maria Babbi
a cura di
Giovanni Borriero, Roberta Capelli,
Chiara Concina, Massimo Salgaro,
Tobia Zanon
Edizioni Fiorini
Verona
Stampato con il contributo del Dipartimento di Filologia, Letteratura
e Linguistica dell’Università degli Studi di Verona
ISBN 978-88-96419-85-4
1
La terminologia convenzionale bédieriana si rifà essenzialmente alla discussione
di J. Frappier, Structure et sens du Tristan: version commune, version courtoise,
«Cahiers de Civilisation Médiévale», 6, 1963, pp. 255-280 e 441-454, che arric-
chiva il dibattito avviato da Pierre Le Gentil e da Pierre Jonin: per una messa a
punto della bibliografia tristaniana, rimando al fondamentale Tristan et Iseult. Les
premières versions européennes, a cura di Ch. Marchello-Nizia et al., Paris, Galli-
mard, 1995.
2
Del quale disponiamo di una nuova edizione, con preziosa traduzione in ita-
liano, di G. Paradisi, Béroul. Tristano e Isotta, Alessandria, Edizioni dell’Orso,
2013 (da cui provengono le citazioni).
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3
Cfr. H. Newstead, The Tryst beneath the Tree: An Episode in the Tristan Legend,
«Romance Philology», 9, 1955, pp. 269-284.
4
Per quanto riguarda la collocazione dell’episodio dell’appuntamento spiato
nelle versioni tedesche, oltre a J. Bédier, Le Roman de Tristan par Thomas, Paris,
Didot, 1902-1905, I, cap. XXI, si rimanda a D. Buschinger, Le Tristrant d’Eilhart
von Oberg, Paris-Lille, Service de reproduction des thèses, Université de Lille III,
1974, t. I, pp. 236-267; Ead., Le rendez-vous épié dans le verger dans les romans de
Tristan de Béroul, d’Eilhart von Oberg et de Gottfried von Straßburg, ou la mise en
scène de l’amour, in Remembrances et resveries. Hommage à Jean Batany, a cura di
H. Legros et al., Orléans, Paradigme, 2006, pp. 21-27. D. Buschinger, Tristan alle-
mand, Paris, Champion, 2013 (su cui si veda però la recensione di G. Brunetti in
«Francofonia», 67, 2014, pp. 180-185). Si dedica anche agli adattamenti moderni
dell’episodio A. Corbellari, Le rendez vous épié de Tistan et Iseut, in Die Sprachen
der Liebe / Langages de l’amour, Bern, P. Lang, 2000, pp. 219-232.
Il rendez-vous épié di Béroul 77
dio del pino presenta quello altrettanto famoso del ‘fior di fa-
rina’, il nano astrologo Frocin non ha certo un ruolo seconda-
rio, e la sua funzione di spalla del sovrano potrà dirsi conclusa
solo quando gli amanti avranno iniziato la loro vita nella fore-
sta, in corrispondenza della quale un suo clamoroso e definitivo
passo falso, la rivelazione delle orecchie di cavallo di Marco, ne
causerà la morte violenta per opera dello stesso re.5 La figura
della spia è del resto essenziale nella narrazione di Béroul, e la
troviamo ripresa e duplicata sia nel comportamento dei felloni,
sia in quello dei vari delatori.6 In ciò che ci resta del romanzo di
Thomas, ad esempio l’episodio di Isotta dalle Bianche Mani
che ascolta da dietro una parete l’ambasciata tra Tristano a
Kaerdino è condotto in modo ‘tragico’, rimarcando in primo
luogo la verità di ciò che i due personaggi si stanno dicendo, la
casualità dell’ascolto e l’uso che una donna, furente per aver
scoperto la vera origine di tanta indifferenza del marito, arriva a
fare dell’informazione che ha ascoltato. Com’è noto, è ancora
l’appuntamento spiato dall’alto dell’albero che diviene anche
emblematico dell’ambigua dinamica all’interno del triangolo
costituito da marito, amante e moglie, e che l’iconografia trista-
niana medievale, attraverso soprattutto avori, intarsi, tessuti, ha
assimilato anche a schemi biblici (il serpente celato nell’albero
del Male).7 Superfluo sarebbe poi rimarcare l’impatto novelli-
5
Cfr. G. Milin, Le roi Marc aux oreilles de cheval, Genève, Droz, 1991; A. Marti-
neau, Le nain et le chevalier: Essai sur les nains français du moyen âge, Paris, Pres-
ses de l’Université de Paris-Sorbonne, 2003.
6
B. N. Sargent-Baur, Accidental Symmetry: The First and Last Episodes of Béroul’s
Roman de Tristan, «Neophilologus», LXXVIII/3, 2004, pp. 335-351.
7
Si vedano ad esempio le immagini raccolte da J. Walwrth, Tristan in Medieval
Art, in Tristan and Isolde. A Casebook, edited and with an introduction by J.
Tasker Grimbert, New York and London, Garland, 1995, pp. 255-299, oltre al-
l’ormai classico R. S. Loomis - L. Hibbard Loomis, Arthurian Legends in Medieval
Art, London-New York, Oxford University Press-Modern Language Association
of America, 1938 (in part. pp. 50-69). Si ricordi che una delle più antiche testimo-
nianze di Eilhart, il frammento attualmente conservato presso la Bibl. Jagellonska
di Cracovia, databile alla fine del sec. XII, riporta proprio questa scena (vv. 2809-
3005 e 3404-3601 del testo di Eilhart: cfr. N. Ott - H. Lengenfelder, Eilhart von
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in Béroul […] diversamente dal romanzo tedesco, gli episodi non ap-
paiono facilmente identificabili poiché la transizioni che li circoscrivono e
li contestualizzano nel récit non sono sempre chiare.9
10
Cfr. ancora Paradisi, La costruzione del racconto, cit., pp. 44-46 e bibliografa ci-
tata (linea Varvaro, Ménard, Bromiley, Saly, Illingworth, Maddox, Formisano);
meno soddisfacente invece appare una serie di interventi che ha voluto sminuire la
tecnica compositiva dell’autore, per rilevarne piuttosto una paratassi episodica e la
mancanza d una vera conjointure strutturante (linea Vinaver, Le Gentil, Buschin-
ger, Kelly).
11
Mi riferisco a J. Maurice, L’épisode du «rendez-vous épié», modèle matriciel du
Tristan de Béroul, in Regards croisés sur le Tristan de Béroul, Actes de la journée
d’études du 12 décembre 2011, études réunies par C. Croizy-Naquet et A. Pau-
pert, 2012, Revue de l’UFR Lettres, Arts, Cinéma de l’Université Paris Diderot-
Paris 7, pp. 91-99; dello stesso autore si veda anche Le rendez-vous épié dans le Tri-
stan de Béroul: le théâtre des paroles à double entente, «Cahier des Annales de Nor-
mandie», 26, 1995 (Mélanges René Lepelley), pp. 439-447.
12
N. Koble, Comment finir Béroul? L’arc et le saut: anticipation et vitesses du récit
dans le Roman de Tristan, in Regards croisés, cit., pp. 101-117. L’intervento di
riferimento è il noto A. Adams - T. D. Hemming, La Fin du Tristan de Béroul, «Le
Moyen Age», 79, 1973, pp. 446-98.
13
D. Maddox, L’auto-réécriture béroulienne et ses fonctions, «Medioevo Ro-
manzo», XXV, 2001, n. 2 (Le Roman de Tristan. Le maschere di Béroul, Atti del Se-
minario di Verona, 14-15 maggio 2001), pp. 181-190.
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14
F. Bar, Le premier serment ambigu d’Iseut dans le poème de Béroul, «Bulletin Bi-
bliographique de la Société Internationale Arthurienne», XXIX, 1977, pp. 181-184.
Cfr. anche E. H. Ruck, An Index of Themes and Motifs in 12th-Century French
Il rendez-vous épié di Béroul 81
17
Illuminante al riguardo F. Mora, Marc en Assuérus, Iseut en Esther? Les possi-
bles enjeux d’une réminiscence biblique dans le Tristan de Béroul, in Remembrances
et Resveries. Mélanges Jean Batany, dirigé par H. Legros, et al., Orléans, Para-
digme, 2006, pp. 41-51.
18
Cfr. A. Bisanti, Effetti scenici nel Pamphilus e nel Babio, in «Medieval Sophia.
Studi e Ricerche sui Saperi Medievali, e-review semestrale dell’Officina di Studi
Medievali», 6, luglio-dicembre 2009, pp. 5-18. I riscontri elegiaci nel romanzo ar-
turiano sono stati prevalentemente rintracciati in Chrétien, in polemica con l’idea
dell’amore tristaniano espresso da Thomas: cfr. ad esempio V. Bertolucci Pizzo-
russo, Di nuovo su «Cligès» e «Tristan», «Studi francesi», 18, 1962, pp. 401-413.
19
Per i testi, la definizione e la collocazione storica, la discussione circa le trasfor-
mazioni rispetto ai testi plautini, delle quali è impossibile qui rendere conto in det-
taglio, si rimanda essenzialmente a: Commedie latine del XII e del XIII secolo, a cura
di F. Bertini, Genova, Istituto di filologia classica e medievale, 1976-1998, 6 voll.,
e F. Bertini, La commedia elegiaca, in Lo spazio letterario del Medioevo. 1. Il me-
dioevo latino, a cura di G. Cavallo, C. Leonardi, E. Menestò, I. La produzione del
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21
R. M. Thomson, British Library Royal 15 C. XI: A Manuscript of Plautus’ Plays
from Salisbury Cathedral (c. 1100), «Scriptorium», 40, 1986, pp. 82-87; Id., Where
were the Latin Cassics in Twelfth-Century England?, «English Manuscript Stud-
ies», 7, 195, pp. 25-40. Sulla ricezione medievale di Plauto e Terenzio, cfr. Hand-
buch der lateinischen Literatur der Antike, herausgegeben von R. Herzog und P.
Lebrecht Schmidt, München, C. H. Beck, 1989: Die archaische Literatur von den
Anfängen bis Sullas Tod: die vorliterarische Periode un die Zeit von 240 bis 78 v.
Chr., herausgegeben von W. Suerbaum et al., 1997, a.v.
22
G. Cohen, La “comédie” latine en France au XIIe siècle, Paris, Les Belles Let-
tresm 1931, I, p. 107ss; R. Woolf, The English Mystery Plays, London, Routledge &
Kegan Paul, cap. II (Twelfth-Century Knowledge of Plays and Acting); K. Bate,
Language for School and Court: Comedy in Geta, Alda and Babio, in L’Eredità clas-
sica nel Medioevo: il linguaggio comico, Atti del III convegno di Studio, Viterbo,
26-28 maggio 1978, Viterbo, Anesotti, 1978, pp. 143-156; A. Bisanti, L’Alda di
Guglielmo di Blois: storia degli studi e proposte interpretative, Palermo, Officina di
studi medievali, 1990, in part. pp. 7-8; E. D’Angelo, Guglielmo di Blois: una messa
a punto bio-bibliografica, «Annali. Università degli Studi Suor Orsola Benincasa»,
2007-2008, pp. 95-106; sulla collocazione stilistica della commedia mediolatina,
cfr. M. Molina Sánchez, La Aulularia de Vital de Blois a la luz de la teoria poética de
los siglos XII y XIII, «Revista de Filologia Románica», III, 1985, pp. 275-287.
23
L. Kendrick, Medieval Vernacular Versions of Ancient Comedy: Geoffrey Chau-
cer, Eustache Deschamps, Vitalis of Blois and Plautus’ Amphitryon, in Ancient Co-
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27
C. W. Marshall, “Quis hic loquitur?”: Plautine Delivery Comedy and the Double
Aside, «Syllecta Classica», 10, 1999, pp. 105-129. Diverso è il caso, frequentissimo
e anzi sistematicamente ricorrente, dell’origliamento puro e semplice, sul quale si
può vedere l’esaustiva rassegna di R. Ramazzotti, Scene di origliamento in Plauto.
L’autore e i suoi personaggi. Gli spettatori, «Annali della Facoltà di Lettere e Filo-
sofia. Università degli Studi di Macerata», 34, 2001, pp. 155-193.
28
Faccio costante riferimento a Monda, Lo sguardo nascosto, cit., pp. 249ss.,
anche per le citazioni dai testi e i relativi approfondimenti bibliografici.
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29
A. K. Bate, Linguaggio per scuola e corte, cit., p. 168; J. M. Ziolkowski, The Hu-
mour of Logic and the Logic of Humour in the Twelfth-Century Renaissance, «Jour-
nal of Medieval Latin», 3, 1993, pp. 1-26.