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con microinfusore
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Indice
Aspetti pratici :
Glossario Pag. 27
Allegati
Cosa è la terapia con microinfusore di insulina?
La terapia insulinica sottocutanea continua con microinfusore (in sigla CSII, “Continuous
Subcutaneous Insulin Infusion”) è il gold standard della terapia insulinica intensiva, sia in
combinazione con il solo monitoraggio puntiforme della glicemia capillare che associato a un
sistema di monitoraggio in continuo del glucosio (sensore in real-time o sensore intermittente).
Rispetto alla terapia insulinica multiiniettiva, la modalità di somministrazione insulinica con pompa
sottocutanea mima più fedelmente la fisiologica secrezione insulinica pancreatica e permette
aggiustamenti più accurati della dose insulinica.
- Intermittenza, mediante “boli“: dose si insulina che viene erogata dal paziente o prima del
pasto (in base a carboidrati assunti e alla glicemie pre-prandiale) o per correggere delle
iperglicemie. Il quantitativo di insulina da erogare mediante “bolo” può essere “suggerito”
dal microinfusore grazie alla funzione di “calcolatore/suggeritore di bolo”(vedi pag. 5).
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I microinfusori offrono diverse tipologie di erogazione del bolo:
2)Bolo ad onda quadra: l’insulina viene erogata in maniera uniforme nel corso di un periodo di
tempo determinato dal paziente (tra 30 minuti a 8 ore).
Questo bolo può essere utile in caso di rallentamento della digestione e pasto ad alto contenuto di
cibi grassi o proteine.
3)Bolo ad onda doppia eroga una combinazione composta da un bolo normale immediato e un
bolo ad onda quadra successivo. Questo bolo può essere utile per gestione di alimenti complessi
(con carboidrati, grassi e proteine) e caratterizzati da un doppio picco iperglicemico, come la pizza.
NB: I sistemi ibridi hanno solo il bolo normale; non possono essere usati boli onda doppia o quadra
NB: I sistemi ibridi possono erogare boli automatici (indipendenti dal paziente) di insulina in caso
di iperglicemie
I microinfusori sono
dotati di
funzione
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“calcolatore/suggeritore di bolo” (che in alcuni modelli di microinfusori è chiamato bolo Wizard).
Questa funzione aiuta il paziente nella valutazione del quantitativo d’insulina da erogare a fronte
di un pasto e/o di un glicemia alta. Il paziente deve inserire il valore della glicemia e la quantità di
carboidrati (CHO) assunti. Il Suggeritore di bolo calcola automaticamente il bolo di insulina
necessario riferendosi a una serie di parametri pre-inseriti:
I miei appunti
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Come è formato il microinfusore?
1. Dispositivi patchpump e micropump, che non hanno catetere. Sono strumenti di piccole
dimensioni, composti da solo pochi elementi: la pompa insulinica vera e propria (vedi fig 1)
e un dispositivo esterno per il comando da remoto (b), grande poco meno di un cellulare.
La patch pump e la micropump aderiscono perfettamente alla cute mediante una piccola
ago cannula che si inserisce direttamente sulla cute; vanno sostituite ogni massimo 3
giorni. Il telecomando esterno (chiamato PDM per il modello patch pump) consente di
controllare e gestire il microinfusore (erogazione dei boli…).
Fig. 1 Esempio di patch pump (1) e micropump (2) in commercio e loro componenti
(b)telecomando
1
1 2
(b)PDM 2
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Punti di forza: dimensioni ridotte, senza catetere, semplici, vestibilità,
impermeabilità di alcuni modelli.
Punti di debolezza: attualmente non possibile integrazione con sistemi
real-time per la glicemia per automatismi (sistema integrato o ibrido),
possibilità di distacco della pompa dalla cute, contenuto ridotto di
insulina nel serbatoio (massimo 200UI), materiale di scarto, poco
precisi nell’erogazione dell’insulina.
2. Dispositivi tradizionali con agocanula e set infusionale. Sono formati da: a) microinfusore
di insulina b) serbatoio di insulina : cartuccia in materiale plastico che contiene l'insulina e
viene alloggiata all'interno del microinfusore. Il serbatoio può contenere fino a 300 unità di
insulina e viene caricato ogni due o tre giorni in corrispondenza del cambio del set di
infusione tramite una semplice procedura di riempimento. In alcuni microinfusori le
cartucce sono pre-riempite. c) set di infusione che comprende un tubicino sottile che
collega il serbatoio al sito di infusione sul proprio corpo. La cannula viene posizionata nel
sottocute tramite un piccolo ago introduttore che viene rimosso dopo l'inserzione. Il set di
infusione viene sostituito ogni due o tre giorni, o secondo le indicazioni del medico d)
telecomando esterno previsto solo per alcuni dispositivi; la maggior parte dei dispositivi ha
i comandi direttamente sul display (touch screan o con tasti)
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Punti di forza: integrazione con sistemi real time per la glicemia per
automatismi (sistema SAP o ibrido), serbatoio di diversa capienza (fino
a 300UI), minor materiale di scarto
Punti di debolezza: presenza del catetere, maggior ingombro, alcuni
dispositivi richiedono accesso in ospedale per ritiro cartucce pre-
riempite, alcuni dispositivi non posseggono device esterno.
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Esistono infusori direttamente applicati alla cute (patch pump)
e altri tradizionali con agocanula, catetere e set infusionale
Entrambi i modelli presentano punti di forza e debolezza, che
devono essere condivisi con il paziente nel momento della
scelta dello strumento.
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Come è cambiata la terapia con microinfusore nel tempo?
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riduce gli allarmi di ipoglicemia rispetto alla precedente funzione LGS e rappresenta un’opzione
più sicura e discreta per il paziente.
Analoga funzione della PLGS, è quella offerta dalla tecnologia Basal-IQ, che si ritrova in un altro
microinfusore con sistema SAP. La tecnologia Basal-IQ, sospende l’erogazione di insulina basale
qualora nei successivi 30 minuti sia prevista una discesa al di sotto degli 80mg/dl. L’erogazione
riprende non appena il sensore in real time avrà una lettura di glicemie in rialzo: grazie a questo
viene evitato il cosiddetto “rimbalzo”, e la glicemia viene mantenuta stabile.
Questa tecnologia ovviamente sospende solo l’insulina basale: qualora dovessimo avere ancora
dell’insulina ancora attiva (esempio da un bolo precedente), è necessario agire con l’assunzione di
carboidrati per evitare l’ipoglicemia.
I sistema SAP dotati delle funzioni LGS e PLGS e Basal IQ, non sono tuttavia in grado di controllare
l’iperglicemia, che, invece, può essere efficacemente controllata dai sistemi ibridi o pancreas
artificiale ibrido.
Sistemi ibridi
Il pancreas artificiale (PA) ibrido o sistema ibrido è in grado di controllare in modo automatico la
somministrazione di insulina basale. Al momento del pasto necessita dell’intervento del paziente
che deve inserire nel sistema informazioni sull’apporto in carboidrati del pasto e confermare le
unità di bolo di insulina calcolate dal sistema.
Il PA ibrido può essere “uni-ormonale”, se utilizza e regola l’infusione della sola insulina, oppure
“bi-ormonale” se infonde sia insulina sia glucagone.
Ad oggi in Italia vengono utilizzati sistemi uni-ormonali (insulina).
Questi sistemi sono formati da :
- un sensore per il monitoraggio in continuo della glicemia real time
- un microinfusore
- un algoritmo di controllo che chiude l’anello di regolazione mediante comunicazione via
Bluetooth. Questo algoritmo di controllo può essere di due tipologie: rispondere in tempo
reale alle variazioni dei livelli di glucosio del sensore (questo algoritmo è chiamato algoritmo di
controllo proporzionale integrale derivativo, in sigla PID) o predire il suo andamento nei
successivi 30 minuti (chiamato algoritmo di controllo predittivo, in sigla MPC). In questo modo
l’erogazione dell’insulina basale avviene in maniera variabile ed automatica per controllare sia
iperglicemie che ipoglicemie.
Questi sistemi, oltre ad avere una regolazione autonoma della infusione basale, prevedono anche
la presenza di boli correttivi automatici svincolati dal paziente per correzione di iperglicemie.
Il sistema ibrido che usa l’algoritmo MPC, ha la possibilità di impostare target glicemici stringenti
(100-110-120 mg/dl) e differenziati in caso di attività fisica (150 mg/dl). Tale tecnologia è chiamata
SmartGuard o modalità automatica del microinfusore.
L’altro sistema ibrido oggi disponibile utilizza la tecnologia chiamata Control-IQ, ovvero una
tecnologia che modifica la somministrazione di insulina basale con l’obiettivo di mantenere la
glicemia entro determinati range glicemici, differenti per fasce orarie e di attività (diurna, notturna
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ed attività fisica). Per far questo, tale tecnologia aumenta/riduce l’erogazione dell’insulina basale
fino ad un massimo di 4 volte il valore di partenza (con sospensione se raggiunto un livello di
ipoglicemia o erogazione di un bolo automatico se superati determinati livelli di iperglicemia).
Al paziente resta l’importante compito di inserire correttamente i carboidrati assunti al momento
del pasto rispondere alle richieste dello strumento.
Esiste oggi un fenomeno sempre più diffuso costituito da “Sistemi a circuito chiuso fai-da-te” o
sistema di pancreas artificiale fai-da-te (DIYAPS).
Questi sistemi sono nati dall’esigenza dei pazienti che non trovavano nei sistemi in commercio
la possibilità di gestire in maniera personalizzata le proprie glicemie.
Questi sistemi vengono ideati e utilizzati da pazienti molto tecnologici che hanno sviluppato e
applicano sistemi a circuito chiuso ad accesso aperto (ad es. Il sistema Open Artificial Pancreas
[OpenAPS], Loop e AndroidAPS).
Dobbiamo tuttavia conoscere la loro esistenza in quanto potrebbero avere una sempre più
capillare diffusione del prossimi anni.
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Il mondo dei microinfusori è in continua e rapida evoluzione.
Ad oggi distinguiamo microinfusori tradizionali con o meno
associato un sensore (continuo o intermittenza), sistemi con
microinfusore e sensore integrati (sistemi SAP) e sistemi ibridi o ad
ansa chiusa.
Le tecnologie LGS, PLGS e Basal-IQ consentono nei sistemi SAP la
regolazione dell’insulina basale per il controllo delle ipoglicemie.
Nei sistemi ibridi, l’algoritmo e le tecnologia SmartGuard e
Control-IQ consentono il controllo sia delle iperglicemie che delle
ipoglicemie.
Sebbene non prescrivibili e non soggetti ad nessuna
regolamentazione, dobbiamo conoscere l’esistenza del fenomeno
dei “sistemi a circuito chiuso fai da te”.
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Vantaggi e svantaggi della terapia con microinfusore
Gli studi randomizzati disponibili sono concordi nell’affermare che l’utilizzo di microinfusore più
sensore (Sensor Augmented Pump, SAP) rispetto al solo microinfusore riduce il tempo trascorso in
ipoglicemia e aumenta quello trascorso in euglicemia, con riduzione della variabilità glicemica.
Questi vantaggi sono ulteriormente potenziati se si utilizza una terapia con sistema ibrido.
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La terapia con CSII presenta numerosi vantaggi, soprattutto se
integrata con sistema di monitoraggio in continuo della glicemie e
utilizzo di algoritmi (sistemi ibridi).
Questa terapia richiede tuttavia corretta gestione e impegno da
parte del paziente; è’ fondamentale una condivisione e un “patto
di cura” prima dell’avvio della terapia con CSII.
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Quali sono le indicazioni all’utilizzo del CSII?
Le principali indicazioni cliniche all’utilizzo dei sistemi con CSII sono:
- mancato raggiungimento del target glicemico per quel paziente con la terapia multiiniettiva
ottimizzata;
- ipoglicemia problematica e/o perdita della sensibilità all’ipoglicemia;
- stile di vita e richieste del paziente;
- elevata instabilità glicemica;
- programmazione di gravidanza e gravidanza;
- bassi fabbisogni insulinici;
- elevata insulino-resistenza;
- fenomeno “alba” (costituito da un rialzo delle glicemie nelle prime ore dell’alba per effetto
ormonale, con conseguenti iperglicemie al risveglio).
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Diverse sono le possibili indicazioni all’avvio di terapia con
microinfusore di insulina
La terapia con CSII può essere valutata anche in situazioni
particolari e ben selezionate nel paziente tipo 2
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Quale strumento scegliere?
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Nella scelta della tipologia di microinfusore vanno considerati
aspetti clinici, caratteristiche del paziente, caratteristiche dello
strumento e costi
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Aspetti pratici:
Il set infusivo (per microinfusori con agocanula) o il dispositivo patch possono essere posizionati a
livello del sottocute di addome, braccia, cosce e glutei, in maniera analoga alle sedi di iniezione
della terapia insulinica con penna. Bisogna evitare di inserire il set di infusione:
In caso di sistemi con aggiunta o integrazione di un sensore per il monitoraggio in continuo della
glicemia potranno essere posizionati su avambracci, addome, glutei…
Il set di infusione si cambia ogni 3 giorni massimo Questo perché l’insulina all’interno della
cartuccia di plastica si degrada, ma soprattutto perché è necessario evitare le infezioni che
possono insorgere a causa dell’uso prolungato di uno stesso sito.
Per i microinfusori patch-pump il cambio è di tutta pompa ogni 3 giorni massimo. Questo
comporta sicuramente un maggior materiale di scarto e consumo.
Il distacco del microinfusore per un periodo superiore alla 2-3 ore, vista la
mancanza di una sottostante copertura di insulina basale, esporrebbe il paziente
a rischio di iperglicemie e chetoacidosi.
In situazioni particolari (vacanza, per periodi estivi, eventi particolari) il paziente potrebbe voler
tornare transitoriamente alla terapia multiiniettiva. Questo è possibile, stabilendo con il medico
modalità e tempistiche del passaggio.
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Cosa deve sempre un paziente che porta il microinfusore?
Kit di sicurezza
Nei pazienti in terapia con microinfusore di insulina, non deve mai mancare:
1) penne d’insulina (sia analogo rapido che lento) ben conservate e non scadute
2) aghi per penna di insulina integri e non scaduti
3) strisce per la determinazione della chetonemia a livello capillare ben conservate e non
scadute (con relativo strumento per la corretta misurazione) da utilizzare in caso di
iperglicemia persistente e/o malattie intercorrenti
4) strisce e glucometro per la misurazione della glicemia
5) glucagone spray nasale in caso di ipoglicemie gravi con perdita di coscienza
6) un set completo per infusione (o un patch-pump nuova) ed una penna di insulina rapida
quando passo molte ore fuori da casa
7) sensore per il monitoraggio in continuo della glicemia se microinfuore associato/integrato
con sensore
Tutto quanto elencato nei punti 1,2,3,4,5 se si va in vacanza o si trascorrono più giorni fuori casa.
Il numero delle pompe/set e degli eventuali sensori (punto 6 e 7) dovrà essere valutato in base ai
giorni di soggiorno (utile portare sempre materiale di scorta).
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Possibili problematiche in pazienti con microinfusore
1) Iperglicemie e chetoacidosi
2) Ipoglicemie
3) Problemi di infezione/lipodistrofia/atrofie nel sito di inserzione
del set
4) Problematiche tecniche (guasto o rottura micro)
Iperglicemie e Chetoacidosi
Davanti a una telefonata per “iperglicemie” severe e persistenti bisogna sempre raccogliere le
seguente informazioni: tipo di microinfusore che il paziente utilizza, sintomatologia clinica e da
quando questa è presente, valori della glicemia e della chetonemia (trend nel tempo), eventuali
provvedimenti già adottati e risultato.
Ricordati di indagare:
- Se presente eventuale sintomatologia clinica indicativa per infezione in
corso (febbre o altro) o possibile chetosi (nausea, vomito, cefalea, alito
25 chetonico, malessere).
- Da quanto tempo sono presenti le iperglicemie e i sintomi. Maggiore è
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il tempo in cui il paziente è in 2021-Versione 1
iperglicemie, maggiore è il rischio di
sviluppare chetoacidosi.
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MA I CHETONI COSA SONO E PERCHE’ SONO PERICOLOSI?
I chetoni sono un sottoprodotto del metabolismo dei grassi. Per ricavare energia dai carboidrati
contenuti negli alimenti, l’organismo ha bisogno dell’insulina. Quando la quantità di insulina è
insufficiente, l’organismo comincia a metabolizzare i grassi e a produrre chetoni.
I chetoni possono essere molto pericolosi in presenza di glicemia elevata. Se i livelli di glucosio e di
chetoni nel sangue continuano ad aumentare, le condizioni fisiche possono peggiorare in maniera
grave e molto rapidamente. Il corpo comincia a disidratarsi e va incontro a uno stato acidotico:
con la perdita di liquidi e sali minerali, il pH si abbassa con un conseguente accumulo di acidi,
chiamati appunto chetoni, e l’insorgenza di una condizione nota come chetoacidosi diabetica.
Un livello di chetoni >1.5 mmol/L richiede intervento medico immediato e accesso in PS.
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L’iperglicemia nel paziente con microinfusore richiede un rapido
intervento per evitare il rischio di chetoacidosi, complicanza acuta
associata al diabete tipo 1.
Se presenti iperglicemie severe e persistenti bisogna sempre
raccogliere le seguente informazioni: tipo di microinfusore che il
paziente utilizza, sintomatologia clinica e da quando questa è
presente, valori della glicemia e della chetonemia (trend nel
tempo), eventuali provvedimenti già adottati e risultato.
Tutti i pazienti con iperglicemie persistente devono misurare la
chetonemia nel sangue.
Il digiuno prolungato può peggiorare la chetonemia.
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Ipoglicemia
- Valutazione delle cause che hanno determinato ipoglicemie (errato conteggio dei
carboidrati? Errata impostazione del bolo manuale? Non utilizzo del calcolatore di bolo?
Aumentata attività fisica? Assunzione di alcolici?) ed eventuale variazione di parametri
quali flussi basali, rapporti I/CHO, obiettivi glicemici e fattore di correzione.
Se presenti segni di infezione locale (rossore, calore, dolore) consigliare localmente una pomata
antibiotica e eventualmente associare terapia antibiotica per via orale.
Verificare attentamente il sito di inserimento dell’ago cannula, eseguire una corretta rotazione
delle sedi. Eventualmente cambiare tipologia di ago o di insertore usato.
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Problematiche tecniche
Invitare il paziente a contattare il numero verde del Servizio Assistenza per sostituzione dello
strumento (generalmente inviato entro le 24-72 ore).
Il paziente, in attesa di nuovo strumento, dovrà proseguire la terapia insulinica con penne secondo
schema terapeutico basal bolus (o multiiniettivo) che trova nell’ultimo referto ambulatoriale.
PS Ricordarsi sempre di aggiornare terapia e dosaggi insulinici nei pazienti con microinfusori
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Glossario
OBIETTIVO GLICEMICO : è il range, concordato fra medico e paziente, entro il quale devono
mantenersi i valori glicemici per avere un buon controllo della malattia. Esso deve essere
personalizzato e varia a seconda dei diversi momenti della giornata (prima dei pasti, dopo i pasti,
prima di coricarsi, per attività fisica..)
TIME IN RANGE (TIR): tempo trascorso con glicemie comprese fra 70-180 mg/dl. Il TIR deve essere
adatattato a seconda del paziente che abbiamo d fronte (per gravide obiettivi più stringenti; meno
per paziente fragile). Generalmente viene considerato adeguato un TIR > 70%
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Il mio glossario
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