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Capitolo 7

I sistemi di misurazione a costi diretti e


variabili e le condizioni di rischio operativo

Arcari, Programmazione
Anna Maria Arcari - Programmazione e controllo controllo 3e, McGraw-Hill
4e - © 2023 eMcGraw-Hill Education Education (Italy) S.r.l. 2019
1
I sistemi di misurazione a costi diretti e variabili e le condizioni di
rischio operativo

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
1. riconoscere le specificità della metodologia del direct
costing, semplice ed evoluto, e del variable costing
in contrapposizione al full costing;
2. calcolare il margine di contribuzione di primo e di
secondo livello e comprendere il valore informativo;
3. definire e quantificare il concetto di rischio operativo;
4. analizzare le relazioni costi-volumi-risultati e
applicare i principali algoritmi di valutazione delle
condizioni di rischio operativo: il punto di pareggio o
break even point (BEP), il margine di sicurezza
(MGS), il grado di leva operativa (GLO).

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Gli oggetti di rilevazione aziendale
Attività Processo
Prodotto
Gruppo prodotti

Commessa
Cliente
Mercato
Centro di responsabilità
Funzione

Reparto

Stabilimento

ASA
Azienda
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Programmazione e controllo - Anna Maria Arcari
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1.a. La configurazione a “direct costing”

SCHEDA DI COSTO UNITARIO DI


PRODOTTO
Configurazione a direct costing

MATERIE PRIME XX
MANODOPERA XX
ALTRI COSTI DIRETTI XX
TOTALE COSTI DIRETTI XXXXXX
Si tratta di costi riferiti all’unità di prodotto mediante procedimento
diretto, vale a dire valorizzando i consumi

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1.a. La configurazione a “direct costing”

➢ Nel caso in cui l’oggetto di calcolo non sia l’unità di prodotto, bensì
un determinato volume di produzione ottenuto in un certo reparto o
periodo di tempo, il direct costing impone di considerare anche i
costi dei fattori produttivi di tipo strutturale utilizzati in via esclusiva
per la produzione in questione (di costi di organico, quote di
ammortamento, spese di manutenzione e funzionamento di impianti,
costi di strutture e spazi).
➢ Si tratta di costi fissi”specifici” e, in quanto tale, riferibili nella loro
totalità, e con metodo diretto, alla produzione in oggetto.
➢ In una configurazione di direct cost, i costi fissi specifici non vanno
mai riferiti all’unità di prodotto, in quanto questo passaggio
imporrebbe il ricorso al metodo indiretto di calcolo del costo, in
contraddizione con la definizione data di costo specifico.

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1.a. La configurazione a “direct costing” evoluto

SCHEDA DI COSTO “TOTALE” DI


PRODOTTO
Configurazione a direct costing “evoluto”

MATERIE PRIME XX
MANODOPERA XX
ALTRI COSTI DIRETTI XX
=COSTO DIRETTO UNITARIO XXXXXX
xVolumi di produzione
= COSTO DIRETTO TOTALE XXXXXXX
DI 1° LIVELLO
COSTI FISSI SPECIFICI TOTALI
=COSTO DIRETTO DI 2° LIVELLO XXXXXXX
I costi fissi specifici sono quelli totali

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1.a. Le configurazioni a “direct costing”: semplice ed evoluto

Direct costing“semplice” Direct costing “evoluto”


Costo di Direct costing
Costo di prodotto Direct costing
prodotto evoluto
semplice
Materie prime 10
Materie prime 10
Manodopera 15
Manodopera 15 Altri costi diretti 5
Altri costi diretti 5 Costo DIRETTO 20
unitario di
Costo DIRETTO 20
prodotto
unitario di
prodotto Volumi di 100
produzione
Volumi di produzione 100
COSTO DIRETTO 2.000
TOT. 1° livello
COSTO DIRETTO 2.000
TOTALE
Costi fissi specifici 300
totali
COSTO DIRETTO 2.300
TOT. 2° livello

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1.b. La configurazione a “variable costing”

SCHEDA DI COSTO UNITARIO DI PRODOTTO


Configurazione a variable costing

MATERIE PRIME XX
MANODOPERA XX
ALTRI COSTI DIRETTI (VARIABILI) XX
COSTI INDIRETTI VARIABILI XX
TOTALE COSTI VARIABILI XXXXXXXX
Si tratta di costi il cui consumo varia al variare dei volumi prodotti a
prescindere dalla relazione, diretta o indiretta, col prodotto.

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1.b. La configurazione a “variable costing”

È possibile configurare differenti livelli di costo variabile:


▪ il costo variabile di trasformazione, che include i costi di
manodopera diretta e i costi indiretti variabili di produzione;
▪ il costo variabile industriale che considera, in aggiunta al costo
variabili di trasformazione, i costi delle materie prime e dei
componenti;
▪ il costo variabile aziendale, che comprende tutti i costi variabili
aziendali, con l’inclusione di quelli commerciali o di altra natura,
oltre a quelli industriali.

La configurazione di costo variabile è alla base del sistema di misurazione


dei costi denominato variable costing.
Nel linguaggio aziendale è spesso utilizzata l’espressione impropria direct costing
facendo venir meno la distinzione concettuale tra le due configurazioni di costo e le
connesse metodologie.

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ESERCIZIO 7.1 NUOVA TESSITURA srl (1-4)
Configurazione di costo di prodotto a “direct costing”
“variable costing” e correlata struttura di conto
economico
La divisione Tessuti speciali dell’azienda produce un prodotto
ignifugo.

Vendite tessuto ignifugo 16.000 mt a 50 euro al mt.

La Direzione vuole calcolare:


1 Costo diretto unitario di prodotto
2 Costo variabile di fabbricazione
del prodotto
3 Costo variabile aziendale di
prodotto
4 Conto economico divisionale a
direct costing
5 Conto economico divisionale a
variable costing

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ESERCIZIO 7.1 NUOVA TESSITURA srl (2-4)

▪Quesito 1.
▪CALCOLO DEL COSTO DIRETTO UNITARIO DI PRODOTTO (al metro)
▪materiali diretti 18,00
▪manodopera
▪diretta 7,00
▪materiali di consumo 3,50

▪totale costo unitario diretto 28,50

▪Quesito 2.
▪CALCOLO DEL COSTO VARIABILE UNITARIO DI FABBR. (al metro)
▪ materiali diretti 18,00
▪manodopera
▪diretta 7,00
▪materiali di consumo 3,50
▪energia elettrica 2,50

▪totale costo unit. var.fabbric. 31,00

▪Quesito 3.
▪CALCOLO DEL COSTO VARIABILE UNITARIO AZIENDALE (al metro)
▪materiali diretti 18,00 cd
▪manodopera
▪diretta 7,00 cd
▪materiali di consumo 3,50 cd
▪energia elettrica 2,50 cv

▪provvigioni 0,50 cv
▪costi trasporto 0,50 cv

▪totale costo unit.


Anna var.aziendale
Maria 32,00
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ESERCIZIO 7.1 NUOVA TESSITURA srl (3-4)

▪Quesito 4
▪CONTO ECONOMICO A DIRECT COSTING

▪RICAVI TOTALI 800.000,00


▪prezzi unitari 50,00 X volumi 16.000

▪C.DIR. TOT. 456.000,00


▪Costi diretti unitari 28,5 X volumi 16.000

▪MARGINE DI CONTRIBUZIONE 344.000,00

▪Costi variabili unitari 3,50 X volumi 16.000 56.000,00

▪C.F. produz. 160.000,00


▪C.F. com. / amm. 110.000,00

▪TOTALE COSTI INDIRETTI 326.000,00

▪RISULTATO OPERATIVO DIVISIONALE 18.000,00

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ESERCIZIO 7.1 NUOVA TESSITURA srl (4-4)

▪Quesito 5
▪CONTO ECONOMICO A VARIABLE COSTING

▪RICAVI TOTAL I 800.000,00


▪prezzi unitari 50,00 X volumi 16.000

▪C.DIR. TOT. 456.000,00


▪Costi diretti Unitari 28,5 X volumi 16.000

▪C.VAR. TOT. 56.000,00


▪Costi var.iabili Unitari 3,50 X volumi 16.000

▪MARGINE DI CONTRIBUZIONE 288.000,00

▪C.F. produz. 160.000,00


▪C.F. com. / amm. 110.000,00

▪TOTALE COSTI FISS I 270.000,00

▪RISULTATO OPERATIVO DIVISIONALE 18.000,00

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2.a. Le diverse configurazioni di margine di
contribuzione (valide nel direct e nel variable costing)

Margine di Margine di Margine di


contribuzione unitario contribuzione contribuzione
“industriale” unitario unitario “aziendale”
(o di fabbricazione) “commerciale”

Prezzo unitario
Prezzo unitario
meno CV unitari ind.li
meno Costi u. di MOD Prezzo unitario
meno CV unitari comm.li
meno CIV unitari di trasf. meno CV u. comm.li
meno CV unitari az.
= Margine di = Margine di contrib.
contribuzione unitario = Margine di
unitario commerciale
di trasformazione contribuzione unitario
aziendale
meno Costi unitari MP
= Margine di
contribuzione unitario
ind.le o di fabbr.ne
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2.a. Le diverse configurazioni di margine di contribuzione (valide
nel direct e nel variable costing)

Margine di contribuzione Margine di Margine di contribuzione


unitario “industriale” contribuzione unitario unitario “aziendale”
(o di fabbricazione) “commerciale”

Prezzo unitario
Prezzo unitario
meno CV unitari ind.li
meno Costi u. di MOD Prezzo unitario
meno CV unitari comm.li
meno CIV unitari di trasf. meno CV u. comm.li
meno CV unitari az.
= Margine di = Margine di contrib.
contribuzione unitario di = Margine di
unitario commerciale
trasformazione contribuzione unitario
aziendale
meno Costi unitari MP
= Margine di
contribuzione unitario
ind.le o di fabbr.ne

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2.b. Il differente significato del margine di contribuzione “unitario,
totale e percentuale”

Il Margine di Il Margine di Il Margine di


contribuzione contribuzione “totale” contribuzione
“unitario” è riferito ad un dato volume “percentuale”
è dato dal prezzo unitario del di produzione. Esso è di 1° è dato dal rapporto tra il
prodotto al netto dei costi livello, se include solo i costi margine totale (o unitario) e
variabili unitari. Esso misura, variabili totali, di 2° livello se il valore del fatturato totale
in valore assoluto, la include anche i costi fissi (o prezzo unitario di
capacità del singolo specifici. prodotto) . Esso rappresenta
prodotto di contribuire Questo valore assume una misura di redditività
alla copertura dei costi significato in situazioni parziale di prodotto che
fissi aziendali. E’ caratterizzate da una può essere utile per
particolarmente utile per capacità produttiva interpretare l’economia di
valutare,in ottica comparata, scarsa un’impresa e individuare le
la convenienza economica di principali determinanti della
diversi prodotti sua redditività operativa.

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2.c. Struttura di Conto economico aziendale a CdV e a M.d.G.
(margine di contribuzione)

Dal Conto economico .…al Conto economico


aziendale a costo del aziendale a margine di
venduto…. contribuzione
Ricavi di vendita Ricavi di vendita
- Costo del venduto - Costi variabili aziendali
= Margine industriale = Margine di contribuzione
aziendale
- Costi operativi gestione - Costi fissi aziendali
caratteristica
= Margine operativo lordo = Margine operativo lordo
- Oneri finanziari - Oneri finanziari
= Reddito operativo = Reddito operativo
+/- oneri extra-gestione +/- oneri extra-gestione
caratteristica caratteristica
= Risultato netto = Risultato netto

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3. L’apprezzamento delle condizioni di rischio operativo

DEFINIZIONE
Il rischio operativo è il rischio che l’impresa corre di generare
delle perdite, a livello di reddito operativo, per effetto di
variazioni nei livelli di attività connessi alla gestione caratteristica

CONDIZIONI DI APPREZZAMENTO
Per apprezzare le condizioni di rischio operativo cui un’azienda si
espone in presenza di variazioni nei livelli di attività è importante
conoscere le relazioni che si instaurano tra i costi, i ricavi, i
volumi e i risultati economici

ALGORITMI DI VALUTAZIONE
I più noti algoritmi di valutazione del rischio operativo sono la break
even analysis, il margine di sicurezza, la leva operativa

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4.a.1 La Break Even Analysis (BEA): definizione

▪ Il punto di pareggio (BEP= Break Even Point) rappresenta il


livello di attività in corrispondenza del quale i costi totali
aziendali coincidono con i ricavi totali di vendita.
▪ Il livello di attività, nel punto di pareggio, può essere espresso in
quantità (volumi di produzione/vendita) o in valore (ricavi di
vendita).
▪ Per determinare il punto di pareggio occorre mettere in
relazione tra loro i costi, i ricavi, i volumi di attività e i
risultati economici che ne scaturiscono.

L’analisi del punto di pareggio è altrimenti nota con il termine di


analisi costi-volumi-risultati.

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4.a.2 La BEA: le relazioni

RISULTATO ECONOMICO = RICAVI TOTALI - COSTI TOTALI


Limitando la valutazione economica ai soli dati della gestione caratteristica (G.C.) la medesima equazione può essere scritta
come segue [1] :

RISULTATO OPERATIVO = RICAVI TOTALI G.C. - COSTI TOTALI G.C.


Poiché nel punto di pareggio il risultato economico è nullo, in quanto i ricavi totali coincidono con i costi totali, l’equazione per
la determinazione dello stesso assumerà la seguente forma:

RICAVI TOTALI G.C. = COSTI TOTALI G.C vale a dire:


(prezzo unitario di vendita x quantità di vendita) = [(costi variabili unitari x quantità di produzione) - COSTI
FISSI TOTALI)], o più sinteticamente:

(pu x Q) = [(cvu x Q) + CFT]

Nell’analisi costi-volumi-risultati si ipotizza, per semplicità di calcolo, che i volumi di produzione coincidano con quelli di
vendita[2]. Ne consegue che, il punto di pareggio, espresso in quantità, sarà determinato dalla seguente relazione:
CFT
Break Even Point (Q)= (1)
( pu- cvu)

[1] Nell’analisi del punto di pareggio il concetto di risultato economico si identifica con quello di risultato operativo che scaturisce dalla
differenza tra ricavi e costi della gestione caratteristica. Il suo impiego, infatti, è specificatamente rivolto ad analizzare le condizioni di
rischio operativo tralasciando valutazioni in ordine alle altre gestioni (finanziaria, patrimoniale, straordinaria, fiscale, ecc…)
[2] Una delle ipotesi semplificatrici dell’analisi consiste, infatti, nel considerare l’assenza di variazioni nei livelli delle rimanenze, ciò che porta a
far coincidere le quantità che si producono con quelle che si vendono.

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4.a.3 La BEA: la formula per la determinazione della quantità di
pareggio

Ricavi totali = Costi Totali

Qp x Pr = Qp x CvU + CFT

Qp x (Pr - Cvu) = CFT

Qp = CFT / (Pr - Cvu)

Qp = CFT / mdc

Qp = euro 200.000.00 / euro(7,00-3,00)


Qp = 50.000 pz.

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4.a.4 La BEA: la formula per la determinazione del fatturato di
pareggio

Ricavi totali = Costi Totali

Qp = CFT / (Pr - Cvu)

Qp X Pr = CFT / [(Pr - Cvu)/ Pr]

Fatt. bep = CFT / (mdc/ Pr)

Qp = euro 200.000 / euro [ (7,00-3,00)/ 7,00]

Fatt. bep= euro 350.000

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4.a.5 La BEA: il grafico

• Costi Ricavi totali


• Ricavi area di profitto

Costi totali
CT=RT
€ 350.000

Dati:
Costi fissi = € 200.000,00
Costo variabile u. = € 3,00
CFT ,00 Prezzo vendita u.= € 7,00
€ 200.000 area di perdita
Volume
di pareggio

50.000 Volume di vendita


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4.a.6 La BEA in situazioni multiprodotto: un esempio

PRODOTTI VOLUMI DI MIX% SUI PREZZO DI FATTURATO MIX % SUI COSTO COSTI
VENDITA VOLUMI VENDITA TOTALE VALORI VARIABILE FISSI
DI TOTALI
FATT.TO

(X) 100.000 PZ. 28,6% € 7,00 € 700.000 32,6% € 3,00 €


200.000,00

(Y) 160.000 PZ. 45,7% € 6,50 € 1.040.000 48,5% € 4,00

(Z) 90.000 25,7% € 4,50 € 405.000 18,9% € 3,00


PZ.

350.000 PZ. 100% € 2.145.000 100%

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4.a.6 (continua) La BEA in situazioni multiprodotto: un esempio

1.a. Break Even Point (Qmp) calcolato sul mix dei volumi [1] (1.bis)

= € 200.000,00
[(€ 7,00-€ 3,00)X 28,6%] + [(€ 6,50-€ 4,00)X 45,7%] + [(€ 4,50-€ 3,00) X 25,7%]

= € 200.000,00 / 1,144 + 1,142 + 0, 385 = 200.000,00 / 2,286 = 77.490 pezzi di cui:

-il 28,6% , pari a 22.162, del prodotto (X);


-il 45,7% , pari a 35.413, del prodotto (Y);
-il 25,7%% , pari a 19.915, del prodotto (Z);

[1] applicando la (2) è possibile esprimere il punto di break even in termini di fatturato

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4.a.6 (continua) La BEA in situazioni multiprodotto: un esempio

1.b. Break Even Point (Qmp) calcolato sul mix dei ricavi [1] (2.bis)

€ 200.000,00
=
[(€ 7,00-€ 3,00)/ € 7,00X 32,6%] + [(€ 6,50-€ 4,00)/ € 6,50 X 48,5%] + [(€ 4,50-€ 3,00)/ € 4,50X 18,9%]

= € 200.000,00/ 0,18 + 0,18+ 0,0 6 = € 200.000,00/ 0,42 = € 476.190,00 fatturato medio


ponderato di break even. di cui :
-il 32,6% , pari € 155.238,00 del prodotto (X);
-il 48,5% , pari a € 230.952,00 del prodotto (Y);
-il 18,9% , pari a € 90.000,00, del prodotto (Z);

[1] applicando la (2) è possibile esprimere il punto di break even in termini di fatturato

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4.a.7 La BEA e il reddito “operativo” obiettivo

ROobj = Ricavi totali - Costi Totali

ROobj = Q x Pr - (Q x CVu + CFT)

ROobj = Q x (Pr - CVu) - CFT

ROobj = Q x mdc - CFT

Risultato Operativotg = Margine di contribuzione - Costi Fissi


avendo un R.O obiettivo = 800 euro

CFT +ROobj € 200.000 + € 40.000


Qobj = = = 60.000 Pz.
mdc 4

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4.a.8 La BEA e il reddito “netto” obiettivo

RNobj = ROobj - ROobj x alq Quando l’obiettivo di redditività è


espresso in termini di risultato netto
(RN obj) occorre conoscere
l’aliquota di imposizione fiscale
RNobj = ROobjx (1- alq) (nell’esempio il 40%) per determinare
il punto di pareggio
RNobj
ROobj =
(1- alq)

quindi
RNobj € 36.000
CFT + 200.000 +
CFT +ROobj (1- alq) (1-0,4)
Qtg = Qtg = = = 65.000
mdc mdc €4

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4.a.9 La BEA e il reddito “operativo” obiettivo:
il grafico
Risultato Operativo
ROobj = Q x mdc - CFT
€ 40.000 =(Q x € 4)- € 200.00 =
Q= 60.000 pz.

RO obj
€ 40.000
area di profitto
50.000

area di perdita 60.000 Volume di vendita


“Obiettivo”

Volume di pareggio
-CFT
-€ 200.000

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4.a.10 Break even analysis e what if analysis

La Print srl è specializzata nella produzione di macchine


fotocopiatrici multifunzione ad elevata prestazione. I dati di
produzione e vendita relativi al mese di gennaio dell’anno
20XX sono i seguenti (€/000) :

- VOLUMI DI PRODUZIONE/VENDITA: 20 unità


- PREZZO UNITARIO VARIABILE: €15,00
- COSTI VARIABILI UNITARI: € 13,00
- COSTI FISSI SPECIFICI TOTALI MENSILI DI PRODUZIONE: € 30,00

QUESITO 1
Si determini il punto di pareggio in quantità e valore

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4.a.10 Break even analysis e what if analysis

Qp = CFT / (Pr - Cvu)


30,00/2= n°15

Fatt. bep = CFT / (mdc/ Pr)

30,00/(2,00/15,00)= € 225,00

QUESITO 2
Se a parità di struttura di costo e di prezzi unitari di vendita, nel
mese di gennaio gli imprenditori si dessero per questo particolare
prodotto di raggiungere un obiettivo economico di € 12, quale
sarebbe il nuovo volume di pareggio?

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4.a.10 Break even analysis e what if analysis

Nuova quantità obiettivo

Qobj = CFT +ROobj


mdc

€ 30,00 + € 12,00 / 2 = n° 21

QUESITO 3
Se, oltre a fissare un obiettivo di reddito pari a € 12 (€/000) gli
imprenditori decidessero di produrre solo 20 macchine, a
quanto dovrebbero ammontare rispettivamente:
1. Il prezzo unitario di vendita?
2. Il margine di contribuzione unitario?
3. I costi fissi totali?
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4.a.10 Break even analysis e what if analysis

QUESITO 3.1
Pu.obj= cvu + (CFT + ROobj) /Q
Pu.obj = € 13,00 + (€ 30,00 + € 12,00)/20
Pu.obj = € 15,10

QUESITO 3.2
Mdc.Obj = (CFT + ROobj) /Q
Mdc.Obj = (€ 30,00 + € 12,00) /20
Mdc.Obj = € 2,10

QUESITO 3.3
CF.Obj = (Mdc x Q) - ROobj
CF.Obj = (€ 2,00 x 20) - € 12,00
CF.Obj = € 28,00

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4.b.1 Il margine di sicurezza: definizione

La distanza che separa un determinato livello di attività


(effettivo o previsto, espresso in quantità o valore)
e il punto di break even è chiamata
margine di sicurezza.
Tale distanza, espressa in termini relativi, misura la variazione
percentuale che i livelli di attività di un’impresa possono
subire prima che la stessa maturi delle perdite.

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4.b.2 Il margine di sicurezza: rappresentazione grafica

• Costi Ricavi totali


• Ricavi
area di profitto

Costi totali

MGsicurezza
=
(Qeff.- Qb.e.p.) / Qeff.x100
area di perdita
quantità (100.000-50.000)/100.000x100=
di pareggio
50%

Vbep. Veff. Volume


50.000 100.000 di vendita

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4.c.1 La leva operativa: definizione

L’effetto di leva operativa è la variazione percentuale che subisce il


reddito operativo, in un intervallo di tempo definito, come
conseguenza di una variazione percentuale nei volumi o nei valori di
vendita, riferiti al medesimo periodo. Esso è rappresentato dalla
seguente relazione:

Ro/Ro

Q/Q

La leva operativa è, dunque, un moltiplicatore che determina la


sensibilità del reddito operativo (Ro) alle variazioni delle quantità
vendute (Q).
Il grado di leva operativa in un punto è calcolato partendo dalla
precedente relazione così come segue.

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4.c.2 La leva operativa: la formula

Q x mdc

RO/RO (Q x mdc) - CF
Leva operativa = L = =
Q/Q Q
Q
Semplificando il rapporto del denominatore con il numeratore si ottiene:
mcd/ mcd- CF relazione che moltiplicata per Q consente di determinare
il grado di leva operativa in un punto (es. 100.000 pz):
mdc x Q 400.000 400.000
GdL = = = = 2
(mdc x Q) - CF (400.000- 200.000
200.000)

Grado di leva
operativa

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