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All’inizio, Amalfi faceva parte del Ducato bizantino di Napoli. Quando i Longobardi estesero il proprio dominio nell’Italia meridionale, gli
amalfitani si opposero coraggiosamente e dopo molti anni di lotte ed assedi, nell’ 839, riuscirono a rendere indipendente la città che ben
presto diventò una repubblica con a capo un comes eletto dal popolo.
Dal 950 in poi, Amalfi conobbe un periodo di grande splendore. I suoi commercianti crearono basi commerciali in Terra Santa, in Egitto, a
Tunisi, a Tripoli, ad Alessandria, a S. Giovanni d’ Acri e a Costantinopoli. Le sue navi si spinsero anche oltre il Bosforo ed infatti, nel Mar
Nero, nelle vicinanze di Sebastopoli, esistono ancora oggi i resti di un antico Porto Malfitan. Pertanto, all’inizio dell’anno Mille, Amalfi era
diventato il più grande emporio commerciale del Tirreno. Si devono agli Amalfitani l’invenzione della bussola e la redazione della Tavole
Amalfitane, cioè di un codice di diritto commerciale marittimo che in seguito servì come base per tutti i codici marittimi del Medioevo.
Queste Città erano ben note per
avere delle caratteristiche che le
Inizialmente Genova era governata dai marchesi Obertenghi ma alla fine diventò uno
rendevano delle vere e proprie città-
stato autonomo. Il primo Doge (capo del governo) fu Simon Boccanegra (1339), anche se stato:
la Campagna (l’associazione di mercanti e navigatori) ebbe un ruolo importante nel -Moneta
-Governo repubblicano con consoli
governo. Genova era in conflitto con Venezia che in un primo momento venne sconfitta -Partecipavano alle crociate e alle
nella battaglia di Curzula (1298). Nel 1380 ebbe invece la meglio, sconfiggendo i iniziative volte contro la pirateria
genovesi a Chioggia.
Intorno al IX secolo d. C. Pisa iniziò a costruirsi uno Stato indipendente. Questa repubblica aveva una posizione geografica strategica,
sia dal punto di vista commerciale che di difesa: grazie alla presenza dell’Arno reso navigabile dalle navi affilate di cui disponevano, il
fiume rappresentava anche un’efficiente arma a difesa della città. I pisani crearono una raccolta di leggi che prende il nome di
“Statuto”, scritta dai consoli che comandavano la repubblica. I consoli venivano eletti direttamente dal popolo tra quelli appartenenti
alle sette arti (carpentieri, lavoratori della lana e delle vele, cotone, seta, orafi, fabbri, beccai – cioè - macellai, speziali – ovvero i
farmacisti). Pisa combatté contro i Saraceni anche con l’aiuto di Genova riuscendo a cacciarli dalla Sardegna, Corsica, Sicilia - dove
requisiranno i marmi pagani nel 1054 – dall’Africa e dalle isole Baleari. Nei vari contrasti tra repubbliche, alla fine Pisa venne sconfitta
dai genovesi nella battaglia navale della Meloria (1284).