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COSTRUZIONE DI MACCHINE
ANNO ACCADEMICO 2021/2022
Presse meccaniche, nelle quali il movimento della slitta è ottenuto con cinematismi biella-
manovella o vite-madrevite;
Presse oleodinamiche, nelle quali il movimento è ottenuto con un fluido (olio idraulico) in
pressione.
Il fine della seguente trattazione è il dimensionamento e l’analisi accurata del sistema di controllo di
una pressa meccanica ad eccentrico.
.
FUNZIONAMENTO CINEMATISMO ECCENTRICO
La corsa della slitta è regolabile attraverso due corpi eccentrici. La corsa può essere variata
cambiando la posizione reciproca di questi due elementi che diventano solidali grazie una dentiera a
dentatura interna che ingrana con la dentatura esterna del secondo eccentrico. La dentiera ruota
solidale al primo eccentrico grazie a 8 spine cilindriche che la collegano alla sua ruota. Queste sono
montate in essa con interferenza mentre dall’altro lato permettono alla dentiera di traslare
assialmente sulle stesse spine per far sì che le dentature di cui sopra non siano più in presa. Si
riportano una sezione longitudinale il cui piano di sezione passa per l’asse dell’albero lento e la
configurazione stabile dei componenti che interessano la regolazione, ovvero durante il
funzionamento della macchina.
In fig. 3 sono riportati i componenti che interessano la regolazione della corsa, in particolare nella
loro configurazione stabile, ovvero durante il funzionamento della macchina.
Fig. 3
1. Primo eccentrico
2. Secondo eccentrico
3. Dentatura esterna secondo eccentrico
4. Dentiera
5. Spina
6. Flangia
7. Vite
8. Biella
9. Bronzina biella
Quando è necessario variare la corsa della slitta, viene rimosso il carter di protezione presente
intorno alla dentiera, che la blocca assialmente; questa viene fatta scorrere sulle spine e in seguito
ad una rotazione relativa col primo eccentrico viene reinserita nella nuova posizione. La regolazione
è discreta e dipende dal numero di denti cui sono costituite le dentature del secondo eccentrico e
della dentiera. Tutti i denti di questi ultimi sono sempre in presa.
Fig. 4
Il gruppo eccentrico è calettato, grazie ad una linguetta, sull’albero lento, il quale prende il moto
dall’albero veloce attraverso una coppia di ruote a dentatura bielicoidale. Questa particolare
dentatura permette non solo un carico maggiore ma elimina anche il problema delle spinte assiali
dovute a denti elicoidali, poiché in questo caso le due spinte assiali che si generano si elidono a
vicenda.
Fig. 5
Il pignone è montato sull’albero veloce con linguetta, mentre la ruota lenta è realizzata di pezzo sul
primo eccentrico.
Il moto all’albero veloce arriva grazie ad un sistema puleggia-pignone a sua volta messo in moto da
un motore elettrico. Il motore, da solo, non riuscirebbe ad erogare una potenza necessaria alle
lavorazioni, per questo sull’albero veloce è calettato il sistema freno-frizione e volano, connesso
mediante cinghie al motore stesso. Il compito del volano è quello di accumulare sufficiente energia
durante la rotazione folle attorno all’albero, ovvero durante la risalita della biella, e rilasciarla
all’atto della lavorazione per deformazione, in genera durante un angolo percorso dalla biella di
circa 30°. La frizione invece rende solidali volano e albero veloce, mettendo in funzione il
meccanismo, collegato con perni e spine al volano stesso.
Il moto necessario ad azionare la pressa eccentrica è preso da un motore elettrico, il quale fornisce
una coppia costante ad un numero di giri fissato.
𝑔𝑖𝑟𝑖 𝑟𝑎𝑑
𝜔𝑚 = 1400 = 146,6 ;
𝑚𝑖𝑛 𝑠𝑒𝑐
Essendo la puleggia condotta calettata sull’albero veloce avremo che le due velocità angolari
oincideranno:
La trasmissione del moto al cinematismo della pressa avviene grazie a due ruote a denti elicoidali
calettate sull’albero veloce e sull’albero lento.
Quest’ultimo per necessità ha una velocità angolare fissata dipendente direttamente dal numero di
colpi al minuto che la pressa è in grado di portare.
Siccome ogni colpo equivale ad un giro dell’albero lento avremo che:
𝑐𝑜𝑙𝑝𝑖 𝑟𝑎𝑑
𝜔𝑎𝑙𝑏,2 = 35 = 35 𝑟𝑝𝑚 = 3.7
𝑚𝑖𝑛 𝑠𝑒𝑐
Di conseguenza dovremo definire un rapporto di trasmissione tale che le ruote sui due alberi
possano ingranare:
𝜔𝑎𝑙𝑏,1 𝑟𝑎𝑙𝑏,2 𝑍2
𝜀𝑅 = = = = 4.5
𝜔𝑎𝑙𝑏,2 𝑟𝑎𝑙𝑏,1 𝑍1
CINEMATISMO BIELLA
Si procede all’analisi statica del cinematismo della biella, trascurando gli effetti dinamici, dato il
ridotto numero di colpi al minuto.
Fig. 8
𝑐𝑠 = 250 𝑚𝑚
si ricava 𝑒𝑐 , lunghezza dell’eccentrico:
𝑐𝑠 250
𝑒𝑐 = = = 125 𝑚𝑚
2 2
Si riportano i dati di progetto, mediante i quali calcolare 𝑥𝑐 , distanza cui si trova la slitta rispetto
all’asse di rotazione dell’eccentrico
Tramite il teorema di Carnot si calcola l’angolo 𝛼, angolo formato dalla biella con l’asse lungo il
quale scorre la slitta
𝑒𝑐 2 = 𝑥𝑐 2 + 𝑙𝑏 2 − 2𝑥𝑐 𝑙𝑏 cos(𝛼)
𝑥𝑐 2+ 𝑙𝑏 2−𝑒𝑐 2 1518.652 + 14002 −1252
𝛼 = cos −1 ( )=cos −1 ( ) = 1.5457°
2𝑥𝑐 𝑙𝑏 2∗1518.65∗1400
Fig. 9
𝐹𝑑 = 1750 𝑘𝑁
Dove:
𝑒𝑐 𝑠𝑒𝑛(𝛽 ) = 𝑙𝑏 𝑠𝑒𝑛(𝛼 )
𝑥𝑐 = 𝑒𝑐 𝑐𝑜𝑠(𝛽 ) + 𝑙 𝑏 𝑐𝑜𝑠(𝛼 )
𝑥𝑐 = 𝑒𝑐 𝑐𝑜𝑠(𝛽 ) + 𝑙 𝑏
Da cui si ricava:
𝑥𝑐 − 𝑙 𝑏
𝛽 = cos −1
𝑒𝑐
Si valutino le azioni agenti sul manovellismo, ossia il momento torcente, la forza 𝐹𝑑 e le forze
d’inerzia. Analizzando il problema staticamente, si trascurano le ultime.
𝑀𝑡𝑏 𝜕𝛽 = 𝐹𝑑 𝜕𝑥𝑐
Avendo vincoli scleronomi, ne consegue che:
𝑑𝛽 𝛿𝛽
=
𝑑𝑥𝑐 𝛿𝑥𝑐
Si ricava 𝛿𝛼:
𝑑𝛽
𝛿𝛽 = 𝛿𝑥𝑐
𝑑𝑥𝑐
Si ottiene:
𝑀𝑡𝑏 1
𝐹𝑑 𝜕𝑥𝑐 = − ∗ 𝜕𝑥𝑐
𝑒𝑐 2
𝑥𝑐 − 𝑙 𝑏
√1 − (
𝑒𝑐 )
Il segno meno sta a rappresentare il verso opposto della forza 𝐹𝑑 rispetto al verso ipotizzato.
Ricordando la:
𝑥𝑐 = 𝑒𝑐 + 𝑙𝑏 − ℎ
Si ottiene:
𝑀𝑡𝑏 1
𝐹𝑑 = ∗
𝑒𝑐 2
√1 − (𝑒𝑐 − ℎ)
𝑒 𝑐
Attraverso questa equazione è possibile diagrammare la capacità della pressa in funzione di ℎ che
rappresenta la distanza dal PMI. Tale equazione è un’iperbole e viene troncata con un tratto di retta
che va da ℎ = 0 𝑚𝑚 a ℎ = 6.35 𝑚𝑚, poiché in questo intervallo si ha la massima forza imprimibile
dalla pressa che corrisponde proprio alla capacità di 1750 𝑘𝑁.
In fig. 10 è riportato il grafico della capacità della pressa:
Fig. 10
RUOTA LENTA
Si procede al dimensionamento della ruota bi-elicoidale calettata sull’albero lento che ha il compito
di ricevere il moto dal pignone veloce e traferirlo alla biella attraverso l’albero stesso.
Dimensionamento
La particolare configurazione di questa ruota garantisce l’assenza di spinte assiali e quindi permette
di evitare l’utilizzo di cuscinetti assiali, montando così dei cuscinetti a strisciamento.
In corrispondenza del piano di simmetria della ruota, ortogonale al suo asse, è presente una gola di
scarico che permette la fuoriuscita dell’utensile in seguito alla realizzazione delle due dentature
elicoidali speculari.
Si riporta di seguito una vista tridimensionale della ruota.
Fig. 11
Si procede al calcolo del numero di denti, a partire dal numero di denti minimo del pignone veloce:
𝑧𝑙 = 𝑅 ∙ 𝑧𝑣 = 4.5 ∙ 19 = 86
Si calcola, ora, un modulo di tentativo partendo dalla seguente relazione:
3 𝑀𝑡𝑏
𝑚𝑡 = 𝑘 √
𝜆𝜎 (1)
Mentre 𝑘 è u parametro (tabellato) che varia in funzione del numero di denti e del fattore di Lewis:
Fig. 12
Il materiale scelto per la ruota lenta è un acciaio C45 bonificato la cui 𝜎𝑅 = 700 𝑀𝑃𝑎.
In fase di dimensionamento si pone nella (1) 𝜎 = 𝜎𝑚𝑎𝑥 , così da ricavare un modulo teorico, che
dovrà, in seguito, essere validato attraverso una verifica ad usura del dente. Dalla letteratura, la
1 1
𝜎𝑚𝑎𝑥 varia tra 3 ÷ 5 𝜎𝑅 .
1
Ipotizzando un 𝜆 = 10 e una 𝜎𝑚𝑎𝑥 = 4 𝜎𝑅 = 175 𝑀𝑃𝑎 si procede al calcolo del modulo, con
𝑘 = 0,376:
3 𝑀𝑡𝑏 3 69 ∙ 106
𝑚𝑡 = 𝑘 √ = 0,376 √ = 12,8 𝑚𝑚
𝜆𝜎 10 ∙ 175
Per costruire degli ingranaggi secondo norma UNI, si deve scegliere un modulo unificato, riportato
in tabella:
Fig. 13
𝑑𝑝𝑙 = 𝑧𝑙 ∙ 𝑚 = 1032 𝑚𝑚
𝑏 = 𝜆𝑚 = 120 𝑚𝑚 (3)
Verifica ad usura
Il modulo precedentemente calcolato va validato, effettuando una verifica ad usura del dente. In tale
verifica saranno considerati gli effetti dinamici, attraverso una maggiorazione del carico con la
velocità, a parità di 𝜎𝑎𝑚𝑚 .
𝐴 = 𝐹𝑡 + 𝐶𝑒𝑏 (6)
Fig. 14
La verifica ad usura consiste nell’accertarsi che la 𝜎𝑚𝑎𝑥 riportata nell’equazione che segue, si
mantenga minore di una 𝜎𝑎𝑚𝑚 che in genere, dalla letteratura, varia tra (0,20 ÷ 0,25 𝐻𝐵), dove 𝐻𝐵
è la durezza Brinell del meno duro dei materiali di ruota e pignone.
1
𝐹𝑡 𝐸 1+𝑅 15354 22433,84 1 + 4,5
𝜎𝑚𝑎𝑥 = 0,59√ = 0,59√ = 129 𝑀𝑃𝑎
𝑏 𝑠𝑖𝑛(2∅𝑛 ) 𝑑𝑝𝑝 120 𝑠𝑖𝑛(2 ∙ 20) 243
2 2
NB: per avere una 𝜎𝑚𝑎𝑥 in 𝑀𝑃𝑎, le grandezze vanno espresse con le seguenti unità di misura:
𝐹𝑡 = 15354 𝑘𝑔𝑓
𝑏 = 120 𝑚𝑚
𝑘𝑔𝑓
𝐸 = 220 𝐺𝑃𝑎 = 22433,84 𝑚𝑚 2
𝑑𝑝𝑝 = 243 𝑚𝑚
Dimensionamento
Un pignone (o rocchetto) è una ruota dentata o un ingranaggio più piccolo in un sistema corona-
pignone, i cui denti sono progettati per agganciare una catena di trasmissione, una cinghia, un altro
elemento perforato profilato o un altro ingranaggio.
Fig. 15
Possono essere utilizzati per trasmettere moto rotatorio o per trasmettere moto lineare a un nastro o
a macchine utensili. Si riporta di seguito una vista tridimensionale del pignone bielicoidale:
Dato che il pignone ingrana con la ruota eccentrica, esso dovrà avere parametri prossimi a quelli
della ruota eccentrica. I parametri noti sono:
Il numero di denti del pignone è molto importante, dato che, nel caso questo sia collegato all’uscita
del cambio la velocità è direttamente proporzionale al numero di denti. Nel caso invece questo sia
collegato alla ruota, la sua influenza è completamente differente, dato che in questo caso la velocità
aumenta con il diminuire del numero dei denti, risultando avere un collegamento inversamente
proporzionale; quindi, se adoperiamo un pignone con la metà dei denti, si avrà il doppio della
velocità.
𝜎𝑅 = 800 𝑀𝑃𝑎
E un modulo di Young E pari a:
𝐸 = 220 𝐺𝑃𝑎
Verifica ad usura
In maniera maniera del tutto simile a quanto fatto per la ruota lenta, la verifica ad usura consiste
nell’accertarsi che la 𝜎𝑚𝑎𝑥 , si mantenga minore di una 𝜎𝑎𝑚𝑚 che in genere, dalla letteratura, varia
tra (0,20 ÷ 0,25 𝐻𝐵), dove 𝐻𝐵 è la durezza Brinell del meno duro dei materiali di ruota e pignone:
1
𝐹𝑡 𝐸 1+𝑅 15354 22433,84 1 + 4,5
𝜎𝑚𝑎𝑥 = 0,59√ = 0,59√ = 129 𝑀𝑃𝑎
𝑏 𝑠𝑖𝑛(2∅𝑛 ) 𝑑𝑝𝑝 120 𝑠𝑖𝑛(2 ∙ 20) 229
2 2
NB: per avere una 𝜎𝑚𝑎𝑥 in 𝑀𝑃𝑎, le grandezze vanno espresse con le seguenti unità di misura:
𝐹𝑡 = 15354 𝑘𝑔𝑓
𝑏 = 120 𝑚𝑚
𝑘𝑔𝑓
𝐸 = 220 𝐺𝑃𝑎 = 22433,84 𝑚𝑚 2
𝑑𝑝𝑝 = 229 𝑚𝑚
Fig. 16
VOLANO
Si procede al dimensionamento del volano. Il volano è posizionato sull’albero veloce, insieme alla
frizione e al freno. Esso è collegato mediante cinghie al motore elettrico e gira folle grazie a dei
cuscinetti posizionati sull’albero veloce, diventando solidale ad esso solo grazie all’innesto della
frizione. La funzione di un volano in una pressa meccanica è principalmente quella di accumulare
energia durante la rotazione e di rilasciare tale energia nella fase di stampaggio. Poiché l’energia
che possiede un volano dipende dalla sua inerzia e dal quadrato della sua velocità di rotazione, per
utilizzare un volano non troppo ingombrante e pesante, esso viene fatto ruotare su un albero più
veloce rispetto all’albero dell’eccentrico, riuscendo quindi a garantire l’energia necessaria
nonostante un minor ingombro. La frizione, invece, che ha il compito di rendere solidale il volano
all’albero veloce e quindi mettere in movimento tutta la catena cinematica, è calettata anch’essa
sull’albero veloce, ed è collegata al volando mediante perni e spine, e il suo innesto avviene ad aria
compressa.
Come detto, il volano ha il compito fondamentale di fornire alla pressa l’energia meccanica
necessaria per lo stampaggio, immagazzinando energia cinetica fornitagli dal motore e rilasciandola
nella fase di stampaggio. Tale energia deve essere pari al lavoro compiuto dalla pressa in fase di
stampaggio. Il volano, quando la frizione è disinnestata, gira folle rispetto all’albero (albero più
veloce rispetto all’albero dell’eccentrico) su cui è calettato mediante dei cuscinetti volventi e viene
messo in rotazione da cinghie azionate dal motore elettrico. Quando la frizione viene innestata il
volando diventa solidale all’albero veloce mettendo in moto tutto il cinematismo e quindi la slitta.
Il lavoro eseguito dalla pressa, 𝐿𝑝 (lavoro nominale), è dato dal prodotto della forza nominale della
pressa Fn per l’altezza di lavoro ℎ𝑛 .
Quindi, noti questi due valori:
𝐹𝑛 = 1750 𝑘𝑁
ℎ𝑛 = 6,35 𝑚𝑚 = 0,00635 𝑚
Si ha:
L’energia rilasciata dal volano è pari alla variazione di energia cinetica quando passa da una
velocità angolare 𝜔1 , quando inizia lo stampaggio, ad una velocità angolare 𝜔2 , alla fine dello
stampaggio:
1
𝐸𝑣 = 𝐼𝑣 (𝜔1 2 − 𝜔2 2 )
2
1
𝐿𝑝 = 𝐹𝑛 ∙ ℎ𝑛 = 𝐸𝑣 = 𝐼𝑣 (𝜔1 2 − 𝜔2 2 )
2
Detto ciò, si può calcolare la potenza erogata dal motore, tramite la seguente relazione:
𝐸𝑣
𝑃𝑚 =
𝜂𝑡 ∗
Dove:
Dove:
Quindi:
1 360 − 𝛼 1 360 − 1,54
𝑡∗ = 1 − 60 = 1 − 60 = 0.707 𝑠𝑒𝑐
𝑛𝑐𝑜𝑙𝑝𝑖 360 35 360
Da cui:
𝐸𝑣 11.12
𝑃𝑚 = ∗
= = 17.56 𝑘𝑊
𝜂𝑡 0,895 ∙ 0,707
E sapendo che il motore gira ad una velocità di 1400 𝑔𝑖𝑟𝑖/𝑚𝑖𝑛, è nota anche la velocità angolare
motrice:
2𝜋𝑛𝑚 2𝜋 ∙ 1400
𝜔𝑚 = = = 146.6 𝑟𝑎𝑑/𝑠𝑒𝑐
60 60
Da cui è possibile ricavare la coppia motrice, pari a:
𝑃𝑚 17,56
𝐶𝑚 = = = 0.1198 𝑘𝑁𝑚 = 119.8 𝑁𝑚
𝜔𝑚 146,61
Ed essendo:
𝑍𝑝 1
𝑅= = (𝑟𝑎𝑝𝑝𝑜𝑟𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑠𝑚𝑖𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑖𝑔𝑛𝑜𝑛𝑒 𝑣𝑒𝑙𝑜𝑐𝑒 − 𝑟𝑢𝑜𝑡𝑎 𝑙𝑒𝑛𝑡𝑎)
𝑍𝑙 4.5
Stabilendo che il volano abbia la geometria di un disco forato al centro (corona circolare) di
spessore costante, si ha:
1
𝐼𝑣 = 𝜋𝜌ℎ(𝑟𝑒 4 − 𝑟𝑖 4 )
2
Con:
Si fissano il raggio interno in relazione al diametro dell’albero veloce e quindi al diamtreo esterno
dei cuscinetti attraverso i quali poggia su esso, che in prima approssiamzione ipotizziamo avere un
diametro esterno di 220 mm che corrisponde a quello di un cuscinetto montabile su un albero di
diametro 140 mm. Si ipotizzi, inoltre, un raggio esterno fissato, congruo con quella che è la
trasmissione a cinghie. Da questi due valori fissati si ha:
𝑟𝑒 = 0.720 𝑚
𝑟𝑖 = 0.090 𝑚
E si sceglie come materiale un acciaio Fe490 fucinato, la cui densità è:
𝛾
𝜌= = 7800 𝐾𝑔/𝑚3
𝑔
Quindi si ricava:
2𝐼𝑣 2 ∙ 539
ℎ= 4 4
)= = 0.164 𝑚
𝜋𝜌(𝑟𝑒 − 𝑟𝑖 ) 𝜋 ∙ 7800 ∙ (0.7204 − 0.0904 )
valore che si maggiora, circa del 20%, per ottenere un’energia rilasciata dal volano maggiore:
ℎ′ = 0.200 𝑚
infatti per tale valore di h’ si ha:
1 1
𝐼𝑣 ′ = 𝜋𝜌ℎ′ (𝑟𝑒 4 − 𝑟𝑖 4 ) = 𝜋 ∙ 7800 ∙ 0.200 ∙ (0.7204 − 0.0904 ) ≅ 590 𝐾𝑔 𝑚2
2 2
1 ′ 1
𝐸𝑣 ′ = 𝐼𝑣 (𝜔1 2 − 𝜔2 2 ) = ∙ 588.3 ∙ (16.52 − 15.22 ) = 12122 𝐽 = 12.2 𝑘𝐽
2 2
𝐸𝑣 ′ > 𝐿𝑝
Avendo maggiorato h, l’energia che può rilasciare il volano 𝐸𝑣 ′ è maggiore del lavoro nominale,
così facendo si avrà un extra quantità di energia disponibile di circa il 10% rispetto al lavoro
nominale della pressa.
Potenza motore
Dall’energia maggiorata del volano è possibile ricavare la potenza corretta minima che deve avere il
motore:
𝐸𝑣 12.12
𝑃𝑚 ′ = = = 19.2 𝑘𝑊
𝜂𝑡 ∗ 0.9 ∙ 0.707
Nel calcolo di tale potenza, però, non si sono tenuti in considerazione i rendimenti delle
trasmissioni, non considerando, quindi, il rendimento della trasmissione a cinghia e il rendimento
della trasmissione con le ruote dentate elicoidali, così come non si è tenuto conto delle perdite che si
hanno nei cuscinetti, in particolare in quelli a strisciamento.
Si procederà, quindi, a maggiorate ulteriormente, questa potenza e scegliere da catalogo un motore
con:
𝑃𝑚 = 22 𝑘𝑊
Questo aumento di potenza, tenendo conto delle varie perdite, non influisce significativamente sui
dimensionamenti e sulle verifiche effettuate finora.
Conoscendo la densità del materiale utilizzato è possibile calcolare il peso del volano:
Fig. 17
I motori di classe D presentano un’elevata coppia di spunto e un alto scorrimento. Altre caratteristiche
sono:
Per le cave di rotore si prediligono sezioni piccole che aumentano la resistenza di rotore, così da avere
elevata coppia di avviamento, bassa corrente di avviamento, elevato scorrimento, basso rendimento
a carico nominale.
Invece, per il calcolo delle tensioni agenti sul volano, si utilizzano le formule per il calcolo dei
dischi rotanti, riconducendo il particolare che si sta analizzando ad un disco di spessore costante con
tensione radiale ai due bordi nulla.
3+𝜈 𝛽2 𝛾
𝜎𝑟 = (1 + 𝛽 2 − 2 − 𝜌2 ) 𝑟𝑒 2 𝜔2
8 𝜌 𝑔
Essendo:
3+𝜈 𝛽2
𝐾1 = (1 + 𝛽 2 − 2 − 𝜌2 )
8 𝜌
3+𝜈 𝛽 2 1 + 3𝜈 2 𝛾 2 2
𝜎𝑡 = (1 + 𝛽 2 − 2 − 𝜌 ) 𝑟𝑒 𝜔
8 𝜌 3+𝜈 𝑔
Con:
3+𝜈 𝛽 2 1 + 3𝜈 2
𝐾2 = (1 + 𝛽 2 − 2 − 𝜌 )
8 𝜌 3+𝜈
Quindi:
𝜎𝑟 = 𝐾1 ∙ 𝜎0
𝜎𝑡 = 𝐾2 ∙ 𝜎0
𝜈 = 0,3
𝑟𝑖
𝛽 = 𝑟𝑒
𝑟
𝜌 = 𝑟𝑒
Dalla figura si osserva che 𝐾2 , e quindi la tensioni tangenziale 𝜎𝑡 , cresce dal bordo esterno al bordo
interno ed è massima al bordo interno. 𝐾1 , e quindi la tensione radiale 𝜎𝑟 , invece, è nulla sia al
bordo esterno che al bordo interno e presenta un massimo per 𝜌 = √𝛽, cioè per un raggio
𝑟 = √𝑟𝑖 ∙ 𝑟𝑒. Si andrà quindi a valutare le tensioni al raggio interno e al raggio 𝑟 = √𝑟𝑖 ∙ 𝑟𝑒.
Si calcolano:
𝑟𝑖 0,090
𝛽= = = 0,125
𝑟𝑒 0,720
𝛾 2 2
𝜎0 = 𝑟𝑒 𝜔1 = 7800 ∙ 0,7202 ∙ 16,52 ≅ 1100848,32 𝑁/𝑚2 ≈ 1,101 𝑁/𝑚𝑚2
𝑔
𝜎𝑒𝑞 = √𝜎𝑟 2 + 𝜎𝑡 2 − 𝜎𝑟 ∙ 𝜎𝑡
𝜌=𝛽
Essendo la tensione radiale nulla, 𝐾1 è nullo e quindi si ha solo la tensione tangenziale, che è pari
alla tensione equivalente, e si ha:
3+𝜈 1+3𝜈 3+0,3 1+3∙0,3
𝐾2 (𝛽 ) = (2 + 𝛽 2 − 𝛽2) = (2 + 0,1252 − 0,1252 ) = 0,828
8 3+𝜈 8 3+0,3
I punti da verificare sono dunque quelli del raggio interno, avendo un valore della tensione
equivalente maggiore rispetto a quella che si ha in corrrispondenza di √𝛽.
Per il materiale utilizzato, che è un acciaio Fe490 fucinato, la tensione di snervamento è pari a:
Si sceglie di sostenere il volano con due cuscinetti a rulli orientabili che devono resistere ad un
carico radiale pari a:
𝑃𝑣 ∙ 9.81
𝐹𝑅 = = 11.6 𝑘𝑁
2
Il cuscinetti scelto, dal manuale SKF hanno designazione 24024-2CS5/VT143 e ha un diametro
esterno pari al diametro interno ipotizzato in precedenza, ovvero presenta le seguenti caratteristiche:
𝐷 = 180 𝑚𝑚
𝑑 = 120 𝑚𝑚
𝐵 = 60 𝑚𝑚
𝐶 = 457 𝑘𝑁
Si ipotizzi che il carico assiale dovuto alla forza di innesto della frizione sia la decima parte di
quello radiale:
𝐹𝐴
𝐶𝐴 (𝑐𝑎𝑟𝑖𝑐𝑜 𝑎𝑠𝑠𝑖𝑎𝑙𝑒) = = 1.16 𝑘𝑁
2
Il rapporto:
𝐹𝐴
= 0.1
𝐹𝑅
risulta essere inferiore del valore 𝑒 = 0.28, il carico 𝑃 equivalente risulta essere uguale a:
𝑃 = 0.67𝐹𝑅 + 𝑌2 𝐹𝐴 = 12 𝑘𝑁
𝐶 𝑛
𝐿10 = ( ) = 185 ∙ 109 𝑐𝑖𝑐𝑙𝑖
𝑃
106
𝐿10ℎ = 𝐿 = 19 ∙ 106 ℎ
60𝑛0 10
Sul volano è realizzato uno spallamento per i due cuscinetti.
TRASMISSIONE A CINGHIE
Per trasferire il moto dal motore elettrico al volano sull’albero veloce, si utilizza una trasmissione
mediante cinghia e pulegge.
Il calcolo della trasmissione consiste nel determinare il tipo e il numero di cinghie necessarie a
trasmettere la potenza e i diametri delle due pulegge.
Partiamo dai seguenti dati di progetto, tra cui si trova anche un interasse di massima che viene
imposto per esigenze costruttive:
Dimensionamento
𝑃𝑐 = 𝑃 × 𝐹𝑠
Fig. 19
Siccome la pressa rientra nella categoria macchine utensili, che prevediamo lavori in media tra
le 8 e le 16 ore al giorno e vista l’alta coppia di spunto del motore elettrico scelto (3 colonne di
destra) si prende:
𝐹𝑠 = 1,3
Quindi si ha:
𝑃𝑐 = 𝑃 × 𝐹𝑠 = 22 × 1,4 = 28.6 𝑘𝑊
2. Scelta della sezione
Si può, ora, scegliere la sezione della nostra cinghia in base alla 𝑃𝑐 e a 𝑛 dal grafico sottostante:
Fig. 20
Avendo scelto una sezione di tipo B avremo come diametri delle pulegge motrici consigliati
quelli evidenziati in tabella:
Fig. 21
Perciò si prende un diametro della puleggia motrice in modo da rispettare l’ipotesi fatta nel
paragrafo precedente sul raggio esterno del volano e quindi sul diametro della puleggia mossa:
𝑑1 = 160𝑚𝑚
𝑑2 = 1440 𝑚𝑚
4. Potenza nominale trasmissibile
Il calcolo della potenza nominale trasmissibile da una cinghia si effettua su una trasmissione
equivalente con rapporto di trasmissione i = 1 con lo stesso interasse, che provoca sulla cinghia
gli stessi effetti di fatica della trasmissione in esame.
𝑑𝑒 = 𝑑1 ∙ 𝐹𝑏
dove è 𝑑1 il diametro della puleggia minore e 𝐹𝑏 un coefficiente dipendente dal rapporto di
trasmissione scelto dalla seguente tabella:
Fig. 22
𝐿 = 5675 𝑚𝑚
Ricalcoliamo l’interasse effettivo:
𝐼𝑒 = 1440 𝑚𝑚
𝑃𝑒 = 𝑃𝑁 ∙ 𝐹𝛼 ∙ 𝐹𝑒
dove 𝐹𝛼 è un coefficiente che tiene conto dell’arco di contatto tra cinghia e puleggia minore
e Fe è un coefficiente dipendente dalla lunghezza effettiva della cinghia, riportati nelle figg.
24 e 25.
Fig. 24
Fig. 25
Quindi si ha:
𝐹𝛼 = 0,86
𝐹𝑒 = 1,2
Di conseguenza:
𝑃𝑒 = 𝑃𝑁 ∙ 𝐹𝛼 ∙ 𝐹𝑒 = 4.3 𝑘𝑊
Fig. 26
Indicando con 𝑀𝑚 il momento torcente sulla puleggia motrice, si ricava la forza periferica:
2 𝑀𝑚 2 𝑃𝑚
𝐹= = = 𝑇1 − 𝑇2 = 1.9 𝑘𝑁
𝑑1 𝑑1 𝜔𝑚
Dove 𝑇1 è la tensione sul ramo conduttore, ergo la maggiore, mentre 𝑇2 è la tensione sul ramo
condotto.
𝑒 𝑓 𝛼1
𝑇1 = 𝐹 = 3.4 𝑘𝑁
𝑒 𝑓 𝛼1 − 1
1
𝑇2 = 𝐹 = 1.5 𝑘𝑁
𝑒 𝑓 𝛼1 − 1
ALBERO VELOCE
Dimensionamento statico
𝜎𝑅 = 850 𝑀𝑃𝑎
𝜎𝑌 = 580 𝑀𝑃𝑎
𝜎𝑙𝑓 ∗ = 410 𝑀𝑃𝑎
Fig. 27
Definiamo la lunghezza dello sbalzo, quindi, come:
𝑠
𝑙𝑠 = + ∆ ≈ 250 𝑚𝑚
2
La quota aggiuntiva di ∆ viene presa in considerazione per esigenze di spazio legate alla
disposizione dei cuscinetti e dei relativi bulloni dell’albero lento, il tutto finalizzato a non far mai
toccare il volano alla cassa esterna della macchina.
L’albero presenta delle variazioni di diametro, in quanto i cuscinetti volenti richiedono la presenza
di spallamenti e gole per anelli elastici. Nell’ambito di un dimensionamento statico è lecito
trascurare gli effetti d’intaglio quando si ha a che fare con un materiale duttile. Saranno poi presi in
considerazione nell’ambito della verifica a fatica.
Imponendo gli equilibri alle traslazioni e alle rotazioni si ricavano i valori delle reazioni che
esplicano i cuscinetti. Non conoscendo la forza assiale che la frizione scarica sull’albero, il suo
valore rimarrà simbolicamente uguale a 𝐹𝑎 e si ipotizza che entrambi i cuscinetti prendano in uguale
misura parte di tale forza. Il diagramma relativo agli sforzi normali è riportato per completezza ma
la forza 𝐹𝑎 è verosimilmente trascurabile rispetto alle forze taglianti.
Le forze che si scambiano le ruote, calcolate nei paragrafi precedenti, sono rispettivamente uguali a:
𝐹𝑡 = 133.7 𝑘𝑁
𝐹𝑟 = 56.2 𝑘𝑁
I tiri delle cinghie, calcolate nel paragrafo 2 sono di seguito riportati:
𝑇1 = 3.4 𝑘𝑁
𝑇2 = 1.5 𝑘𝑁
E quindi le forze riportate in fig. sono calcolabili come:
𝑅𝐶𝑥 = 108 𝑘𝑁
𝑅𝐶𝑦 = 43.4 𝑘𝑁
Il momento torcente cui è sottoposto l’albero è ricavabile dal momento trasmesso dalla biella così
come dalle forze che si scambiano le ruote:
𝑀𝑡𝑏 𝑑𝑝𝑝
𝑀𝑡 = 𝑀𝑚 = 𝑀𝑢 = = 𝐹𝑡 = 15.3 𝑘𝑁𝑚
𝜀𝑅 2
Si tracciano i diagrammi nei due piani:
Fig. 28
La sezione più sollecitata risulta essere quella in corrispondenza del pignone (B).
Infatti, si può subito osservare, che in corrispondenza degli spallamenti dei cuscinetti si hanno delle
tensioni, che seppur amplificate con i rispettivi coefficienti di intaglio, la loro tensione equivalente
non supererebbe la tensione ammissibile. Tale ipotesi sarà verificata in seguito.
𝑀𝑓 = √𝑀𝑥 2 + 𝑀𝑦 2 = 35 𝑘𝑁𝑚
𝑇 = √𝑇𝑥 2 + 𝑇𝑦 2 = 116 𝑘𝑁
Trascurando, quindi, il taglio, le sollecitazioni massime, da flessione e torsione sono
rispettivamente:
32𝑀𝑓
𝜎𝑓 =
𝜋𝑑 3
16𝑀𝑡
𝜏𝑡𝑜𝑟𝑠 =
𝜋𝑑 3
4𝑇
𝜏𝑇 =
3𝜋𝑑 2
E la sollecitazione equivalente:
𝜎𝑌
𝜎𝑒𝑞 (𝐵) = √𝜎 2 + 3𝜏 2 ≤ 𝜎𝑎𝑚𝑚 = = 145 𝑀𝑃𝑎
𝜂𝑠
Da cui si ricava un primo diametro pari a:
𝑑 = 140 𝑚𝑚
Si impone, quindi, un diametro per l’albero veloce di 152 mm, congruo con la scelta di cuscinetti
con diametro interno di 130 mm e diametro di spallamento uguale proprio a 152 mm.
Tornendo l’albero in corrispondenza dei cuscinetti, riducendone il diametro fino a 130 mm, seppur
amplificando le sollecitazioni con i rispettivi coefficienti di intaglio, la tensione equivalente
risultante rimane inferiore a quella ammissibile.
𝐾𝑡𝑇 𝐶 = 1.6
𝐾𝑡𝐹 𝐶 = 3
Per quanto riguarda i coefficienti di intaglio a flessione e torsione per la cava di linguetta, questi
sono uguali a:
𝐾𝑡𝑇 𝐵 = 2.6
𝐾𝑡𝐹 𝐵 = 2.1
Nell’ambito dell’analisi statica l’intaglio non gioca un ruolo decisivo quando trattiamo con dei
materiali duttili, è, invece, considerevole il suo effetto negli sforzi affaticanti. Saranno quindi trattati
in seguito.
Per non compromettere ulteriormente la resistenza dell’albero con la realizzazione di gole per anelli
elastici, seguendo il manuale, si procede al totale bloccaggio assiale dei cuscinetti con delle ghiere
filettate.
Le stesse verifiche ad intaglio sono state effettuate sugli spallamenti per il cuscinetto del volano.
Verifica a fatica
Le sollecitazioni in fig. 26, infatti, sono le sollecitazioni massime cui è sottoposto l’albero quando il
piede di biella si trova a 6.35 𝑚𝑚 dal PMI. Queste sollecitazioni, però, sono variabili e pulsanti
dallo zero con una frequenza pari al numero di colpi/min della pressa. Per questo motivo l’albero è
sottoposto all’azione di carichi affaticanti a flessione e a torsione.
Si individuano quindi le componenti di flessione e torsione medie e alternate nella sezione A, che a
causa degli effetti di intaglio, potrebbe essere la più sollecitata:
32𝑀𝑎
𝜎𝑎 = = 16 𝑀𝑃𝑎
𝜋𝑑 3
16𝑇𝑎
𝜏𝑎 = = 17 𝑀𝑃𝑎
𝜋𝑑 3
32𝑀𝑚
𝜎𝑚 = = 8 𝑀𝑃𝑎
𝜋𝑑 3
16𝑇𝑚
𝜏𝑚 = = 8.5 𝑀𝑃𝑎
𝜋𝑑 3
2 2 2 (7)
𝜎𝑎 𝜎𝑚 𝜏𝑎 𝜏𝑚 1
( + ) +( + ) =( )
𝜎𝑌 𝜎𝑙𝑓 𝜏𝑌 𝜏𝑙𝑓 𝜂𝑓
Si può imporre, con ottima approssimazione che i valori di 𝜏𝑅 , 𝜏𝑌 e 𝜏𝑙𝑓 ∗ , dal criterio della massima
energia di deformazione siano rispettivamente uguali a:
1
𝜏𝑅 = 𝜎𝑅 = 462 𝑀𝑃𝑎
√3
1
𝜏𝑌 = 𝜎𝑌 = 318 𝑀𝑃𝑎
√3
1
𝜏𝑙𝑓 ∗ = 𝜎𝑙𝑓 ∗ = 225 𝑀𝑃𝑎
√3
Dove 𝜎𝑙𝑓 deriva da opportune correzioni applicate al limite a fatica tabellato 𝜎𝑙𝑓 ∗ .
Il valore di 𝜏𝑙𝑓 deriva invece da opportune correzioni applicate al limite a fatica di cui sopra 𝜏𝑙𝑓 ∗
𝐶𝐿 (𝑡𝑖𝑝𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑐𝑎𝑟𝑖𝑐𝑜)
𝐶𝐿 = 1 (𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑙𝑡𝑒𝑟𝑛𝑎𝑡𝑎)
𝐶𝐷 (𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑝𝑒𝑧𝑧𝑜)
𝐶𝑆 (finitura superficiale)
𝐴 = 1.58
Realizzando un albero tornito {
𝑥 = −0.085
𝐶𝑇 (𝑡𝑒𝑚𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎 )
𝐶𝑇 = 1 (𝑇 < 450°)
𝐶𝑅 (𝑎𝑓𝑓𝑖𝑑𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡à 𝑟𝑜𝑡𝑡𝑢𝑟𝑎)
𝐶𝑅 = 1
E quindi:
𝐾𝑓 = 𝜂𝑓 (𝐾𝑡 − 1) + 1
La sensibilità all’intaglio 𝜂𝑓 si può ricavare con il metodo di Peterson:
1 1
𝜂𝑓 = 𝑎= = 0.96
1 + 𝑟 1 + 0.12
3
Dove il parametro 𝑎 = 0.12 tabellato e 𝑟 = 3, raggio di raccordo spallamento tabellato.
I coefficienti di intaglio teorici sono stati calcolati prima.
Si può, quindi, ricavare:
Il valore sopra calcolato è molto vicino al coefficiente di intaglio statico, questo perché
l’acciaio C55, in seguito al processo di bonifica, presenta un’elevata durezza superficiale che
aumenta la sensibilità all’intaglio del materiale.
Si tracciano, poi, i due diagrammi di Haigh attraverso i quali scalare ulteriormente 𝜎𝑙𝑓 e 𝜏𝑙𝑓 .
𝜏𝑎 = 𝐾𝑓𝑇 𝜏𝑚
1 1
{ 𝑎 𝜏𝑚
𝜏 ⇒ 𝜏𝑙𝑓 = 𝜏𝑎 = = = 122 𝑀𝑃𝑎
+ =1 1 1 1 1
𝜏𝑙𝑓 𝜏𝑅 +
𝜏𝑙𝑓 𝐾𝑓𝑇 𝜏 +
𝑅
148 1.5 ∙ 462
A questo punto è possibile, dal criterio di Gough-Pollard ricavare il valore del coefficiente di
sicurezza a fatica e verificare che questo sia maggiore dell’unità. Da (7) si ha:
𝜂𝑓 = 5
Non essendo detto che la sezione più sollecitata sia quella in corrispondenza dell’intaglio dovuto
allo spallamento del cuscinetto in A, si verifica a fatica, anche la sezione in B, che presenta le
massime sollecitazioni statiche e l’intaglio dovuto alla presenza della cava per linguetta. Si
riportano i valori corretti da utilizzare in Gough-Pollard. Il punto di funzionamento viene
amplificato aumentando con i rispettivi coefficienti d’intaglio solo le componenti alternate.
𝜎𝑎 = 102 𝑀𝑃𝑎 𝜏𝑚 = 6.5 𝑀𝑃𝑎
𝜏𝑎 = 29 𝑀𝑃𝑎 𝜎𝑙𝑓 = 232 𝑀𝑃𝑎
𝜎𝑚 = 25.5 𝑀𝑃𝑎 𝜏𝑙𝑓 = 132 𝑀𝑃𝑎
Ricalcolando un coefficiente di sicurezza a fatica di:
𝜂𝑓 = 3
Un’ulteriore verifica sull’albero deve essere fatta sulla freccia massima di deformazione in
corrispondenza delle ruote e sulle rotazioni massime in corrispondenza dei cuscinetti.
Questo perché, oltre certi valori della freccia l’albero raggiunge delle deformazioni così elevate da
compromettere la trasmissione a causa del disallineamento dei denti e relativi problemi di
ingranamento.
Allo stesso modo, se le rotazioni dell’albero in corrispondenza dei cuscinetti sono troppo elevate il
cuscinetto stesso ne risente, e viene compromesso il suo funzionamento con forte diminuzione della
vita utile.
Per le frecce massime, si hanno dei valori limite, in funzione dell’applicazione, che imporremo uguale
a:
𝑙 (8)
𝑓𝑚𝑎𝑥 ≤ = 0.39 𝑚𝑚
3500
Per le rotazioni e per cuscinetti a rulli il valore massimo non deve superare il limite di:
1 (9)
𝜑𝑚𝑎𝑥 = = 0.002 𝑟𝑎𝑑
500
Dall’equazione della linea elastica, si possono ricavare il valore massimo delle rotazioni in
corrispondenza degli appoggi e della freccia in corrispondenza della ruota.
Si utilizzano gli schemi notevoli per la linea elastica secondo il modello di Timoshenko, in particolare
lo schema di trave appoggiata appoggiata in corrispondenza dei cuscinetti.
Fig. 29
𝑓𝐵,𝑥𝑧 = 0.35 𝑚𝑚
I valori sopra riportati della freccia, sono stati calcolati nel piano 𝑥𝑧, discorso analogo si fa nel piano
𝑧𝑦, ottenendo un valore della freccia di:
𝑓𝐵,𝑧𝑦 = 0.14 𝑚𝑚
𝜑𝐵 = 0.0009 𝑟𝑎𝑑
𝜑𝐶 = 0.0017 𝑟𝑎𝑑
Riprendendo le (8) e (9), si verifica che:
𝑓 < 𝑓𝑚𝑎𝑥
𝜑𝐵 < 𝜑𝑚𝑎𝑥
𝜑𝐶 < 𝜑𝑚𝑎𝑥
Dal manuale SKF si prende in considerazione un cuscinetto a rulli cilindrici a doppia corona di
designazione 22226 E, che presenta le seguenti caratteristiche:
𝐷 = 230 𝑚𝑚
𝑑 = 130 𝑚𝑚
𝐵 = 64 𝑚𝑚
𝐶 = 758 𝑘𝑁
Si procede, quindi, al calcolo della durata base in cicli e in ore di funzionamento:
𝐶 𝑛 (10)
𝐿10 =( )
𝑃
106 (11)
𝐿10ℎ = 𝐿
60𝑛0 10
Il carico 𝑃 deve essere calcolato in funzione dei carichi massimi radiale e assiale agenti sui
cuscinetti. Il più sollecitato risulta essere quello in C:
Si segue la stessa ipotesi fatta sul carico assiale nel paragrafo relativo al volano, ovvero si ipotizzi
che il carico assiale dovuto alla forza di innesto della frizione sia la decima parte di quello radiale:
𝐹𝐴
𝐶𝐴 (𝑐𝑎𝑟𝑖𝑐𝑜 𝑎𝑠𝑠𝑖𝑎𝑙𝑒) = = 11.6 𝑘𝑁
2
Il rapporto:
𝐹𝐴
= 0.1
𝐹𝑅
risulta essere inferiore del valore 𝑒 = 0.27, il carico 𝑃 equivalente risulta essere uguale a:
𝑃 = 0.67𝐹𝑅 + 𝑌2 𝐹𝐴 = 121 𝑘𝑁
𝐶 𝑛
𝐿10 = ( ) = 453 ∙ 106 𝑐𝑖𝑐𝑙𝑖
𝑃
106
𝐿10ℎ = 𝐿 = 76157 ℎ
60𝑛0 10
Supporti cuscinetti volventi
I cuscinetti appena scelti vengono opportunamente calettati con interferenza all’interno di opportuni
supporti che a loro volta sono imbullonati alla cassa della macchina.
Questi supporti sono in sostanza delle boccole flangiate all’interno delle quali si alloggia la ralla
esterna del cuscinetto. Si riporta una vista in sezione dei suddetti supporti.
Fig. 30
Le quote da assegnare a tali supporti sono facilmente ricavabili dagli ingombri dell’albero e dei
cuscinetti, la loro larghezza viene fissata anche in funzione di esigenze costruttive.
𝑑1 = 280 𝑚𝑚
𝑑2 = 230 𝑚𝑚 = 𝑑𝑖𝑎𝑚𝑒𝑡𝑟𝑜 𝑒𝑠𝑡𝑒𝑟𝑛𝑜 𝑐𝑢𝑠𝑐𝑖𝑛𝑒𝑡𝑡𝑜
𝑑3 = 180 𝑚𝑚 > 152 𝑚𝑚 = 𝑑𝑖𝑎𝑚𝑒𝑡𝑟𝑜 𝑎𝑙𝑏𝑒𝑟𝑜 𝑣𝑒𝑙𝑜𝑐𝑒
𝑑4 = 370 𝑚𝑚
𝑠1 = 64 𝑚𝑚 = 𝑙𝑎𝑟𝑔ℎ𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑐𝑢𝑠𝑐𝑖𝑛𝑒𝑡𝑡𝑜
𝑠2 = 114 𝑚𝑚
Il supporto viene imbullonato alla lamiera della cassa esterna attraverso 4 bulloni M20.
Linguetta albero veloce - pignone
Il pignone veloce è collegato all’albero veloce mediante l’utilizzo di una linguetta. Per
dimensionare tale linguetta di procede alla sua schematizzazione e all’individuazione delle
sollecitazioni agenti su essa. Le linguette sono realizzate in acciaio C45 con le seguenti
caratteristiche:
𝜎𝑅 = 700 𝑀𝑃𝑎
𝜎𝑌 = 460 𝑀𝑃𝑎
Fig. 31
Fig. 31
Dove 𝑇 è la forza tagliante che deriva dalla coppia che la linguetta trasferisce al pignone:
𝑀𝑡 15.3
𝑇= = = 201.3 𝑘𝑁
𝑅 0.076
𝐷
Dove 𝑅 = = 76 𝑚𝑚 è il raggio dell’albero veloce.
2
La lunghezza dell’albero viene ipotizzata essere pari a 1400 mm, questo valore deriva da esigenze
costruttive.
Dimensionamento statico
La forza tagliante massima cui è soggetto l’albero è la forza nominale della pressa trasmessa dalla
biella durante la lavorazione, questa è schematizzabile come un carico distribuito in quanto
attraverso gli eccentrici si ripartisce su buona parte della lunghezza dell’albero stesso.
La forza tagliante tangenziale che si scambiano i denti delle ruote elicoidali si scarica sul perno,
risulta però essere molto più piccola della forza nominale della pressa, inoltre è lecito ipotizzare un
verso di rotazione del gruppo eccentrico tale per cui la forza scambiata tra i denti abbia sempre un
verso opposto alla forza che la biella scarica sull’albero lento, così da diminuire gli sforzi da taglio.
Trascurando, perciò, tale forza, si può procedere al dimensionamento con un margine di sicurezza
aggiuntivo.
È lecito, inoltre trascurare la forza radiale delle ruote, in quanto questa risulta essere di due ordini di
grandezza inferiore rispetto alla forza nominale della pressa e la sua azione non è combinata ad altre
forzanti.
𝑡𝑎𝑛∅𝑛 tan(20°)
𝐹𝑟 = 𝐹𝑡 = 133.7 = 56.2 𝑘𝑁 ≪ 𝐹𝑛 = 1750 𝑘𝑁
𝑐𝑜𝑠𝜓 cos(30°)
Il momento flettente generato della forza trasmessa dalle ruote è del tutto trascurabile poiché le due
componenti di 𝐹, 𝐹𝑟 e 𝐹𝑡 , si scaricano molto vicino al cuscinetto.
L’albero, inoltre, trasferisce un momento torcente, che entra dalla ruota del primo eccentrico ed
esce in corrispondenza della biella attraverso il secondo eccentrico, tale momento è quello scaricato
dalla biella e pari a 𝑀𝑡𝑏 = 69 𝑘𝑁𝑚.
Ipotizzando che la biella sia disposta nella mezzeria dell’asse tra i due cuscinetti, si riportano lo
schema di calcolo che sarà adoperato.
Fig. 32
Dove:
La forcella è la struttura portante, costituita dai cuscinetti a strisciamento montati sulla lamiera che
costituisce la struttura esterna della pressa, mentre la trave è la biella.
Il caso in esame ricade nel caso di accoppiamento mobile della forcella e accoppiamento fisso della
trave.
Si riportano i diagrammi di taglio, momento flettente e momento torcente:
Fig. 33
Applicando il criterio di Von-Mises possiamo calcolare una tensione equivalente nei punti B e C:
8𝐹𝑛 𝑡 2 8 𝐹𝑛 2 𝜎𝑌
𝜎𝑒𝑞 (𝐵) = √𝜎 2 + 3𝜏 2 = √( 3
) + 3 ( 2
) ≤ 𝜎𝑎𝑚𝑚 = (12)
𝜋𝑑 3 𝜋𝑑 𝜂𝑠
16𝑀𝑡𝑏 2 16𝑀𝑡𝑏 𝜎𝑌
𝜎𝑒𝑞 (𝐶) = √𝜎 2 + 3𝜏 2 = √3 ( ) = √3 ≤ 𝜎𝑎𝑚𝑚 = (13)
𝜋𝑑 3 𝜋𝑑 3 𝜂𝑠
Il coefficiente di intaglio sarà considerato solo per la torsione, in quanto la cava di linguetta che
genera una concentrazione degli sforzi si trova nella mezzeria dell’albero (sezione C), sezione in cui
gli sforzi da flessione sono nulli ed inoltre sarà considerato soltanto nella verifica a fatica, in quanto
per materiali duttili, l’intaglio non influisce significativamente sulle sollecitazioni statiche.
Il suddetto coefficiente è ricavabile dal “Peterson Stress Concentration Factor”
Fig. 34
𝜎𝑅 = 850 𝑀𝑃𝑎
𝜎𝑌 = 580 𝑀𝑃𝑎
𝜎𝑙𝑓 ∗ = 410 𝑀𝑃𝑎
Si sceglie un coefficiente di sicurezza statico pari a 𝜂𝑠 = 3.8, da cui 𝜎𝑎𝑚𝑚 = 153 𝑀𝑃𝑎
Come dimensionamento di massina, inoltre, si ipotizzi una lunghezza dei cuscinetti a strisciamento
pari a 𝑡 = 140 𝑚𝑚.
Sostituendo i valori di 𝐹𝑛 , 𝑡, 𝑀𝑡𝑏 e 𝜎𝑎𝑚𝑚 nelle (12) e (13), si possono ricavare i diametri minimi
dell’albero lento nelle sezioni B e C:
𝑑 (𝐵) ≅ 171 𝑚𝑚
𝑑 (𝐶) ≅ 158 𝑚𝑚
La sezione più sollecitata risulta, quindi, essere la sezione B. Si prende, quindi, in considerazione,
un diametro 𝑑 = 180 𝑚𝑚.
Si può da subito notare che le tensioni tangenziali da taglio sono trascurabili rispetto alla flessione e
alla torsione:
Verifica a fatica
Le sollecitazioni in fig. sono le sollecitazioni massime cui è sottoposto l’albero quando il piede di
biella si trova a 6.35 𝑚𝑚 dal PMI. Queste sollecitazioni, però, sono variabili e pulsanti dallo zero
con una frequenza pari al numero di colpi/min della pressa. Per questo motivo l’albero è sottoposto
all’azione di carichi affaticanti a flessione e a torsione.
Si individuano quindi:
𝐹𝑛 ∙𝑡
𝑀𝑎 (𝑐𝑜𝑚𝑝𝑜𝑛𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑙𝑡𝑒𝑟𝑛𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 ) = 𝑀𝐵 = = 30.6 𝑘𝑁𝑚
4
𝑀𝐵⁄
𝑀𝑚 (𝑐𝑜𝑚𝑝𝑜𝑛𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 ) = 2 = 15.3 𝑘𝑁𝑚
𝑇𝑎 (𝑐𝑜𝑚𝑝𝑜𝑛𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑙𝑡𝑒𝑟𝑛𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑡𝑜𝑟𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 ) = 34.5 𝑘𝑁𝑚
𝑇𝑚 (𝑐𝑜𝑚𝑝𝑜𝑛𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑡𝑜𝑟𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒) = 17.3 𝑘𝑁𝑚
I carichi affaticanti a flessione e a torsione non sono combinati, si procede, quindi, ad effettuare due
distinte verifiche a fatica rispettivamente nei punti B e C.
32𝑀𝑎
𝜎𝑎 = ≤ 𝜎𝑙𝑓 (14)
𝜋𝑑 3
16𝑇𝑎 𝜎𝑙𝑓
𝜏𝑎 = 3
≤ 𝜏𝑙𝑓 = (15)
{ 𝜋𝑑 √3
Queste sollecitazioni alternate devono essere confrontate con il limite a fatica del materiale scelto.
Il limite 𝜎𝑙𝑓 ∗ di fatica tabellato è calcolato con prove di flessione alternata simmetrica (𝜎𝑚 = 0) su
provini normati in laboratorio. È necessario, quindi, adattare tale limite al caso in questione.
Fig. 35
Per prima cosa bisogna considerare che la 𝜎𝑚 ≠ 0, per cui si ricava la nuova 𝜎𝑙𝑓 dal diagramma di
Haigh, intercettandolo con la retta 𝜎𝑎 = 𝜎𝑚 (𝑅 = 1) nel punto L, in quanto le componenti a flessione
media e alternata aumentano con proporzionalità 1:1.
Dopo aver verificato che la retta di carico interseca la curva limite di Goodman si può ricavare il
limite di fatica dall’intersezione delle due rette:
𝜎𝑎 = 𝜎𝑚
𝜎𝑙𝑓 ∗ 410
{ 𝜎𝑙𝑓 ∗ ⇒ 𝜎𝑙𝑓 = ∗ = = 277 𝑀𝑃𝑎
𝜎𝑎 = 𝜎𝑙𝑓 ∗ − 𝜎 𝜎𝑙𝑓 410
𝜎𝑅 𝑚 1+ 𝜎 1 +
850
𝑅
Solitamente, per materiali duttili, il coefficiente di intaglio influenza soltanto l’ampiezza della
sollecitazione, a vantaggio della sicurezza amplifichiamo sia il valore ampiezza che il valore medio.
Il limite di fatica reale è influenzato, poi, da più fattori quantificabili attraverso vari coefficienti:
𝐶𝐿 𝐶𝐷 𝐶𝑆 𝐶𝑇 𝐶𝑅
𝜎𝑙𝑓 = 𝜎𝑙𝑓
𝐾𝑓 (16)
𝐶𝐿 (𝑡𝑖𝑝𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑐𝑎𝑟𝑖𝑐𝑜)
𝐶𝐿 = 1 (𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑙𝑡𝑒𝑟𝑛𝑎𝑡𝑎)
𝐶𝐷 (𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑝𝑒𝑧𝑧𝑜)
𝐶𝑆 (finitura superficiale)
𝐴 = 1.58
Realizzando un albero rettificato {
𝑥 = −0.085
𝐶𝑇 (𝑡𝑒𝑚𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎 )
𝐶𝑇 = 1 (𝑇 < 450°)
𝐶𝑅 (𝑎𝑓𝑓𝑖𝑑𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡à 𝑟𝑜𝑡𝑡𝑢𝑟𝑎)
𝐶𝑅 = 1
E quindi:
𝐾𝑓 = 𝜂𝑓 (𝐾𝑡 − 1) + 1
Il valore sopra calcolato è molto vicino al coefficiente di intaglio statico, questo perché
l’acciaio C60, in seguito al processo di bonifica, presenta un’elevata durezza superficiale che
aumenta la sensibilità all’intaglio del materiale.
Si ricavano i limiti a fatica corretti con cui confrontare le sollecitazioni alternate a flessione e torsione:
𝜎𝑙𝑓 0.71 ∙ 0.90
𝜏𝑙𝑓 = = 277 ≅ 40 𝑀𝑃𝑎
√3𝐾𝑓𝑇 √3 ∙ 2.57
(𝐵)
32𝑀𝑎 32 ∙ 30.6 ∙ 106
𝜎𝑎 = = = 54 𝑀𝑃𝑎 ≤ 𝜎𝑙𝑓 = 177 𝑀𝑃𝑎
𝜋𝑑 3 𝜋 ∙ 1803
16𝑇𝑎 16 ∙ 34.5 ∙ 106
𝜏𝑎 (𝐶) = = = 36 𝑀𝑃𝑎 ≤ 𝜏𝑙𝑓 = 40 𝑀𝑃𝑎
𝜋𝑑 3 𝜋 ∙ 1803
La verifica a fatica sull’albero a torsione è verificata con un coefficiente di sicurezza a fatica molto
basso, si procede quindi ad aumentare il diametro fino a 200 mm.
Si ricalcolano le sollecitazioni:
(𝐶)
16𝑇𝑎 16 ∙ 34.5 ∙ 106
𝜏𝑎 = = = 23 𝑀𝑃𝑎 < 𝜏𝑙𝑓 = 40 𝑀𝑃𝑎
𝜋𝑑 3 𝜋 ∙ 2003
Si possono, quindi, ricavare, i rispettivi coefficienti di sicurezza fatica per flessione e torsione:
𝜎𝑙𝑓 177
𝜂𝑓𝐹 = (𝐵)
= = 4.4
𝜎𝑎 40
𝜏𝑙𝑓 40
𝜂𝑓𝑇 = (𝐶)
= = 1.7
𝜏𝑎 23
Verifica alle frecce e alle rotazioni
Un’ulteriore verifica sull’albero deve essere fatta sulla freccia massima di deformazione in
corrispondenza delle ruote e sulle rotazioni massime in corrispondenza dei cuscinetti.
Questo perché, oltre certi valori della freccia l’albero raggiunge delle deformazioni così elevate da
compromettere la trasmissione a causa del disallineamento dei denti e relativi problemi di
ingranamento.
Allo stesso modo, se le rotazioni dell’albero in corrispondenza dei cuscinetti sono troppo elevate il
cuscinetto stesso ne risente, e viene compromesso il suo funzionamento, anche a causa del fatto che
il gioco radiale con l’albero andrebbe a diminuire in determinati punti causando una diminuzione del
film d’olio che si interpone tra il cuscinetto e l’albero stesso.
Non siamo interessati ai valori della freccia massima poiché in corrispondenza delle ruote dentate
non vi è alcuna deformazione flessionale secondo lo schema considerato. Questa risulta essere
un’approssimazione molto vicina alla realtà, in quanto l’albero lento non si inflette, grazie alla
presenza del gruppo eccentrico che conferisce una grande resistenza flessionale.
Per le rotazioni e per cuscinetti corti il valore massimo non deve superare il limite di:
1 (17)
𝜑≤ = 0.002 𝑟𝑎𝑑
500
Come riportato sopra, si ricade nel caso di configurazione mobile della forcella e configurazione
fissa della trave.
Lo schema di trave può essere ricondotto a quello di due tratti di travi incastrate alle estremità.
Dall’equazione della linea elastica, si possono ricavare il valore massimo delle rotazioni in
corrispondenza degli incastri.
Si utilizzano gli schemi notevoli per la linea elastica secondo il modello di Timoshenko, in particolare
lo schema di trave a mensola.
Fig. 36
𝑞𝑡 3 12500 ∙ 1403
𝜑𝐵 = 𝜑𝐷 = − = = 2.2 ∙ 10−4 𝑟𝑎𝑑
6𝐸𝐼 6 ∙ 200 ∙ 103 ∙ 1.15 ∙ 108
Dove:
Si verifica che:
𝜑𝐵 = 𝜑𝐷 = 2.2 ∙ 10−4 𝑟𝑎𝑑 ≤ 0.002 𝑟𝑎𝑑
Essendo cuscinetti a strisciamento, al loro interno sarà presente un film di lubrificante per
minimizzare gli attriti, di conseguenza sarà necessario adottare degli accoppiamenti che
impediscano all’olio di fuoriuscire.
Come visto nel dimensionamento dell’albero, possiamo schematizzarlo come un perno, avente
come carico la forza (𝐹𝑛 ), distribuita per la lunghezza del cuscinetto della biella e come vincoli i
cuscinetti a strisciamento.
Fig. 37
Per dimensionare correttamente il cuscinetto, partiamo da quella che sarà la una sua dimensione
fondamentale, ovvero il diametro interno:
𝐷𝑖𝑛𝑡 = 200 𝑚𝑚
Tale diametro è necessariamente fissato, in quanto è il diametro dell’albero che sarà posizionato al
suo interno.
Per definire la lunghezza del cuscinetto 𝑡, dobbiamo rifarci alla tabella in fig. 35, la quale specifica
dei range di variabilità di valori di riferimento per tipo di macchina su cui dovrà essere montato
l’accoppiamento.
Fig. 38
Siccome nella suddetta tabella non è presente la categoria di macchina utensile da noi scelta,
dobbiamo necessariamente rifarci a quello che più si avvicina, ovvero perni di manovella e di biella
per aeromobili.
Andando ad analizzare il rapporto tra la lunghezza del cuscinetto e il diametro interno ’avremo che:
𝐿
= 0,6 ÷ 1,5
𝐷𝑖𝑛𝑡
Si sceglie, quindi, una bronzina flangiata PBMF 200220120 M1G1 in bronzo massiccio dal
manuale SKF che presenta le seguenti caratteristiche:
Fig. 39
Questo valore deve essere minore del valore della pressione specifica riportata nella tabella in
fig.38, per valori più attendibili, ci si rifà ai valori di pressioni ammissibile di SKF in fig. 39, che
per bronzi massicci arrivano fino a 48 𝑀𝑃𝑎
Per quanto riguarda la verifica termica del cuscinetto, deve essere che il calore generato dal moto
relativo, pari a Q = 𝑃𝑚 𝜐 , con 𝜐 velocità periferica del perno, sia minore del valore nella tabella in
fig. (35).
Avremo che la velocità periferica del perno sarà:
𝐷𝑖𝑛𝑡 𝑚𝑚 𝑚
𝜐 = 𝜔𝑎𝑙𝑏,𝑙𝑒𝑛𝑡𝑜 ∙ = 16.3 ∙ 100 𝑚𝑚 = 1630 = 1.6
2 𝑠 𝑠
𝑀𝑊
Q’ = 𝑃𝑚 𝜐 = 31.2 ∙ 1.6 = 50
𝑚2
Si può, quindi, verificare che il calore specifico generato viene smaltito, essendo questo inferiore al
valore tabellato:
𝑀𝑊 𝑀𝑊
𝑄 = 90 > 𝑄′ = 50
𝑚2 𝑚2
La casa madre indica un accoppiamento consigliato e8 che corrisponde, per il diametro dell’albero
in questione, ad un range di tolleranza di:
100𝜇𝑚 ≤ 𝐶 ≤ 172𝜇𝑚
Fig. 40
Le quote da assegnare a tali supporti sono facilmente ricavabili dagli ingombri dell’albero e dei
cuscinetti, la loro larghezza viene fissata anche in funzione di esigenze costruttive.
𝑑1 = 255 𝑚𝑚
𝑑2 = 220 𝑚𝑚 = 𝑑𝑖𝑎𝑚𝑒𝑡𝑟𝑜 𝑒𝑠𝑡𝑒𝑟𝑛𝑜 𝑏𝑟𝑜𝑛𝑧𝑖𝑛𝑎
𝑑3 = 340 𝑚𝑚
𝑑4 = 5 𝑚𝑚
𝑠1 = 110 𝑚𝑚 = 𝑙𝑎𝑟𝑔ℎ𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑏𝑟𝑜𝑛𝑧𝑖𝑛𝑎 − 𝑠𝑝𝑒𝑠𝑠𝑜𝑟𝑒 𝑓𝑙𝑎𝑛𝑔𝑖𝑎 𝑏𝑟𝑜𝑛𝑧𝑖𝑛𝑎
𝑠2 = 10 𝑚𝑚
Il supporto viene imbullonato alla lamiera della cassa esterna attraverso 4 bulloni M20.
GRUPPO ECCENTRICO
Dimensioni eccentrici
I diametri di questi ultimi sono strettamente legati al diametro dell’albero lento e alle rispettive
eccentricità che sono dati di progetto.
Fig. 41
In particolare, si vede che il raggio del primo eccentrico deve essere maggiore della somma del
raggio dell’albero lento e il valore della sua eccentricità.
Allo stesso modo il raggio del secondo eccentrico dovrà essere maggiore della somma del raggio
del primo eccentrico e il valore della sua eccentricità.
𝑒2 = 75 𝑚𝑚
𝑒1 = 50 𝑚𝑚
Da queste considerazioni:
𝑑1 > 2(𝑟 + 𝑒1 )
𝑑2 > 2(𝑟1 + 𝑒2 )
Essendo:
𝑑1 = 400 𝑚𝑚
𝑑2 = 545 𝑚𝑚
Le lunghezze degli eccentrici derivano da considerazioni costruttive. In particolare, la lunghezza del
primo eccentrico deve sicuramente essere minore della distanza tra i due cuscinetti a strisciamento
dell’albero lento, e deve essere tale da garantire che l’albero lento (per rispettare la
schematizzazione di perno-forcella) non lavori a flessione.
La lunghezza del secondo eccentrico, allo stesso modo, deve essere tale da non fuoriuscire dal
primo eccentrico e allo stesso tempo di garantire lo spazio necessario alla regolazione dal lato della
ruota lenta.
𝑙1 = 680 𝑚𝑚
𝑙2 = 450 𝑚𝑚
Regolazione corsa
La regolazione della corsa della pressa avviene tramite la regolazione del secondo eccentrico, come
spiegato nell’introduzione.
Quest’ultimo, infatti, presenta una ruota a denti dritti sulla quale viene innestata una dentiera che
presenta lo stesso numero di denti.
La regolazione, quindi, è discreta e si possono calcolare tutte le corse possibili in funzione
dell’angolo di rotazione reciproca tra i due eccentrici, dipendente chiaramente dal numero di denti
con cui si costruisce la ruota. Anche se non necessario, si sceglie comunque una ruota normata,
quindi con profilo ad evolvente e modulo normato.
Al secondo eccentrico è solidale un disco, visualizzabile in fig. il cui diametro sarà pari al dimetro
esterno della dentiera, in modo da permettere il posizionamento della flangia per rendere solidali
ruota e dentiera. Questa deve avere un diametro almeno pari al diametro della circonferenza su cui
sono posizionate le 8 spine.
Fig. 42
Si procede, quindi, prima al dimensionamento della ruota, poi della dentiera ed infine si sceglie il
diametro del disco che dovrà essere solidale al secondo eccentrico.
Il diametro primitivo della ruota a denti dritti non può essere inferiore al diametro esterno del
secondo eccentrico, si opta, quindi, per un diametro pari a:
𝑑𝑝 = 640 𝑚𝑚
𝑧 = 80
La regolazione, come detto prima, avviene per delta angolari cui corrispondono degli aumenti o
delle diminuzioni della corsa utile.
Fig. 43
In fig. 43 è possibile vedere come varia l’eccentricità totale al variare dell’angolo 𝑛∆𝜃.
𝑠 = 2𝑒
Dove:
𝜃 = 𝑛∆𝜃
Con:
0≤𝑛≤𝑧
Si riporta la tabella che permette di visualizzare come variano l’eccentricità e la corsa in funzione
dell’angolo relativo tra i due eccentrici.
Angolo [°] Eccentricità [mm] Corsa [mm] Angolo [°] Eccentricità [mm] Corsa [mm]
0 125 250 90 90,1 180,3
4,5 124,9 249,8 94,5 86,8 173,6
9 124,6 249,3 99 83,4 166,8
13,5 124,2 248,3 103,5 79,8 159,7
18 123,5 247,0 108 76,2 152,4
22,5 122,7 245,4 112,5 72,5 145,0
27 121,7 243,4 117 68,7 137,4
31,5 120,5 241,0 121,5 64,9 129,7
36 119,1 238,3 126 61,0 121,9
40,5 117,6 235,2 130,5 57,0 114,1
45 115,9 231,8 135 53,1 106,2
49,5 114,0 228,0 139,5 49,2 98,4
54 112,0 223,9 144 45,4 90,7
58,5 109,7 219,5 148,5 41,6 83,2
63 107,4 214,8 153 38,0 76,0
67,5 104,9 209,7 157,5 34,6 69,2
72 102,2 204,4 162 31,5 63,0
76,5 99,4 198,8 166,5 28,8 57,7
81 96,4 192,9 171 26,8 53,6
85,5 93,3 186,7 175,5 25,5 50,9
90 90,1 180,3 180 25,0 50,0
Fig. 44
Dentiera
A questo punto è possibile definire le dimensioni della dentiera. Questa dovrà avere lo stesso
modulo, lo stesso numero di denti e quindi lo stesso diametro primitivo della ruota di cui sopra.
Il diametro esterno della ruota è ipotizzato congruo alle esigenze costruttive e allo stesso tempo
deve garantire uno spessore della dentiera tale da permetterne la resistenza. Si prende, quindi, un
diametro esterno della dentiera pari a:
𝑑𝑒 = 880 𝑚𝑚
Si riportano delle viste 3D della ruota del secondo eccentrico e della dentiera:
Fig. 45
Lo stesso diametro 𝑑𝑒 , quindi, dovrà avere il disco solidale al secondo eccentrico per permettere
l’allineamento e la concentricità con la dentiera per poi inserire la flangia. Questo presenta, inoltre
dei fori filettati che saranno descritti in seguito, per permettere l’avvitamento della flangia.
I denti di ruota e dentiera, così come il loro modulo, non deve essere verificato come solitamente si
fa sulle ruote dentate, in quanti queste sono utilizzate meramente per la regolazione e tutti i denti
sono sempre in presa.
Flangia
La flangia ha il compito di bloccare assialmente la dentiera sulla ruota una volta che i denti entrano
in presa.
Una sezione della flangia e la sua vista frontale sono riportare nella fig. di seguito:
Fig. 46
Il diametro intermedio che si vede in figura deve coincidere con il diametro esterno della dentiera,
quello più interno invece è inferiore ma non deve comunque essere minore del diametro della
circonferenza su cui sono disposte le spine e deve garantire la presenta di uno scalino che possa far
andare in battuta la flangia sulla dentiera stessa.
Per quanto riguarda il diametro più esterno, questo deve garantire uno spessore minimo della
flangia per conferirle una resistenza adeguata. I diametri elencati sono di seguito riportati:
𝑑1 = 840 𝑚𝑚
𝑑2 = 880 𝑚𝑚
𝑑3 = 940 𝑚𝑚
Per quanto riguarda gli spessori, questi sono definiti in fig.
La flangia presenta, inoltre, 4 aperture circonferenziali disposte lungo degli angoli di 50° che
alleggeriscono la struttura.
Sono presenti, inoltre, 4 fori ∅25 che consentono l’inserimento e il successivo avvitamento nel
secondo eccentrico di 4 viti M24 che hanno il compito di bloccare definitivamente assialmente e
circonferenzialmente la flangia stessa.
Si deduce quindi che il secondo eccentrico, come visualizzabile in fig., presenta 4 fori M24 ciechi,
equidistanziati sulla circonferenza esterna del disco ad esso solidale, che permettono l’inserimento
delle suddette viti.
Fig. 47
Spine
𝜎𝑅 = 700 𝑀𝑃𝑎;
𝜎𝑠𝑛 = 490 𝑀𝑃𝑎;
Generalmente le spine sono sollecitate solamente a taglio dato che gli effetti del momento flettente
sono trascurabili. Perciò, nel caso di stato di tensione puramente tangenziale, secondo Von Mises, si
ha che:
1
𝜏𝑅 = 𝜎𝑅 = 404 𝑀𝑃𝑎
√3
Definita la tensione tangenziale di rottura, si può procedere ad effettuare una verifica a fatica della
spina, considerando un ciclo pulsante dalla zero, quindi:
1
𝜏𝑚𝑒𝑑 = 𝜏𝑚𝑎𝑥
2
Si procede al calcolo del limite di fatica dell’acciaio per 106 cicli:
𝜏𝑙𝑖𝑚𝐹 = ∅ ∙ 𝜏𝑅 , 𝑐𝑜𝑛 ∅ = 0,5 𝑠𝑒 𝜏𝑅 < 808 𝑀𝑃𝑎
𝜏𝑙𝑖𝑚𝐹 = 0,5 ∙ 𝜏𝑅 = 202 𝑀𝑃𝑎
Ora applichiamo dei coefficienti correttivi per migliorare la vita a fatica:
𝜏𝑙𝑖𝑚𝐹 ′ = 𝜏𝑙𝑖𝑚𝐹 ∙ 𝐶𝐿 ∙ 𝐶𝐷 ∙ 𝐶𝑆 ∙ 𝐶𝑇 ∙ 𝐶𝑅
Dove:
𝐶𝐿 (𝑐𝑎𝑟𝑖𝑐𝑜) = 1.00
𝐶𝐷 (𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖 ) = 1,189 ∙ 𝑑 −0,097 = 0.8135 𝑖𝑝𝑜𝑡𝑖𝑧𝑧𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑑 = 50 𝑚𝑚
𝐶𝑆 (𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑠𝑢𝑝𝑒𝑟𝑓𝑖𝑐𝑖𝑎𝑙𝑒 ) = 𝐴 ∙ 𝜏𝑅 −𝑥 = 0.722 𝑐𝑜𝑛 𝐴 = 4,503 𝑥 = −0.265
𝐶𝑇 (𝑡𝑒𝑚𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎 ) = 1.00
𝐶𝑅 (𝑎𝑓𝑓𝑖𝑑𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡à) = 0.897 𝑖𝑝𝑜𝑡𝑖𝑧𝑧𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑅 = 0.90
Quindi:
𝜏𝑙𝑖𝑚𝐹 ′ = 𝜏𝑙𝑖𝑚𝐹 ∙ 𝐶𝐿 ∙ 𝐶𝐷 ∙ 𝐶𝑆 ∙ 𝐶𝑇 ∙ 𝐶𝑅 = 202 ∙ 0.897 ∙ 0.722 ∙ 0.8135 = 106 𝑀𝑃𝑎
Come dimostrato da Haigh la resistenza a fatica è funzione dell’ampiezza del carico e della tensione
media, ed il diagramma di Haigh ci permette di determinare se il materiale resiste o meno a fatica
per un dato numero di cicli. Si verifica che la retta di carico interseca la retta di Goodman e si ha:
𝜏𝑎 ′ 𝜏𝑚 1 1
+ = 1 ⇒ 𝜏𝑎 ′ = = = 92 𝑀𝑃𝑎
𝜏𝑙𝑖𝑚𝐹 ′ 𝜏𝑅 1 1 1 1
𝜏𝑙𝑖𝑚𝐹 ′ + 𝜏𝑅 106 + 700
Quindi:
𝑀𝑡 69000
𝐹𝑡 = = = 23000 𝑁 = 23 𝑘𝑁
𝑅 ∙ 𝑛 0.375 ∙ 8
Tali calcoli ci permettono di definire l’area trasversale della spina:
2 ∙ 𝐹𝑡 2 ∙ 23000
𝐴= = = 512 𝑚𝑚2
3 ∙ 𝜏𝑎 3 ∙ 30
E quindi il diametro della spina è:
4∙𝐴 4 ∙ 512
𝑑=√ =√ = 26 𝑚𝑚
𝜋 𝜋
Si determina, per sicurezza, anche la flessione nella spina, con distribuzione lineare delle tensioni
nella sezione di incastro con valore massimo della tensione espresso da:
32 𝐹𝑡 ∙ 𝑙𝑒 32 23000 ∙ 0.140
𝜎= ∙ 3 = ∙ = 1.87 𝑀𝑃𝑎
𝜋 𝑑 𝜋 0.0263
Per motivi di sicurezza, e considerando la seppur minima influenza della flessione, si maggiora il
diametro della spina di circa il 15 %:
𝑑 ′ = 𝑑 ∙ 1.15 = 30 𝑚𝑚
Importantissimo è l’accoppiamento delle spine con ruota del primo eccentrico e secondo eccentrico.
Nello specifico, le spine risultano essere accoppiate nella ruota lenta con interferenza stretta, mentre
con gioco nella dentiera, il quale permette lo scorrimento assiale della stessa sulle spine, per
garantire la regolazione degli eccentrici e quindi della corsa.
Esistono degli accoppiamenti consigliati e tabellati, che hanno la finalità di salvaguardare
l’economicità delle lavorazioni, e sono gli accoppiamenti che vengono utilizzati di più in ambito
meccanico.
Per gli accoppiamenti spina – ruota – dentiera si sceglie un sistema albero base con una tolleranza
sull’albero h6, che corrisponde a degli scostamenti:
𝑒𝑠 = 0 𝜇𝑚
𝑒𝑖 = −𝐼𝑇 = −13 𝜇𝑚
Per i fori sulla ruota del primo eccentrico, dove si necessita di stretta interferenza, realizzata con
calettamento forzato a freddo, e per i fori sulla dentiera, dove si necessita un accoppiamento libero
di scorrimento, si prendono in considerazione, rispettivamente, delle tolleranze P6 e G6, cui
corrispondono i seguenti scostamenti:
𝑒𝑠 (𝑓𝑜𝑟𝑖 𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖𝑒𝑟𝑎) = 20 𝜇𝑚
𝑒𝑖 (𝑓𝑜𝑟𝑖 𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖𝑒𝑟𝑎) = 𝐼𝑇 = 7 𝜇𝑚
Le seguenti tolleranze sono riportate sulle tavole.
Linguetta albero lento – primo eccentrico
Il gruppo eccentrico è collegato all’albero lento mediante l’utilizzo di una linguetta. Per
dimensionare tale linguetta di procede alla sua schematizzazione e all’individuazione delle
sollecitazioni agenti su essa. Le linguette sono realizzate in acciaio C45 con le seguenti
caratteristiche:
𝜎𝑅 = 700 𝑀𝑃𝑎
𝜎𝑌 = 460 𝑀𝑃𝑎
Fig. 48
Fig. 49
Dove 𝑇 è la forza tagliante che deriva dalla coppia che la linguetta trasferisce all’eccentrico:
𝑀𝑡 69
𝑇= = = 627.3 𝑘𝑁
𝑅 0.110
𝐷
Dove 𝑅 = = 110 𝑚𝑚 è il raggio dell’albero lento.
2
T T
A B
8
40 14 17 15
R R
P P
127 272
1300
11
C
800 630,50
N 1 N
127
9
6
10
M M
21
3460
2
12
3
L 18 L
4
13
60 16 20
2160
K K
19
J 522 522 J
H H
1575
2150,50 SEZIONE B-B SEZIONE A-A
Albero veloce Albero lento
A B
G G
70
F F
Num. Num. parte Descrizione Quantità
articolo
1 Albero veloce 1
222
Linguetta DIN 6885 A
2 40 x 22 x 110 Linguetta pignone veloce 1
3 Pignone veloce 1
Cuscinetto volvente
4 SKF 22226 E Cuscinetto albero veloce 2
E 5 Cuscinetto volvente
Cuscinetto volano 2 E
SKF 24024-2CS5-VT143
6 Volano 1
7 Supporto cuscinetto 2
albero veloce DATI TECNICI
8 Lamiera 1
Capacità pressa 1750 kN
Corsa slitta 250 mm
9 Supporto bronzina 2
Regolazione slitta 150 mm
Bronzina SKF PBMF
10 200220120 M1G1 Bronzina albero lento 2 Corse al minuto 35
D 11 Albero lento 1
Giri motore 1400 rpm D
Linguetta DIN 6885 A Potenza motore 22 kW
12 50 x 28 x 280 Linguetta eccentrico - albero lento 1
13 Primo eccentrico 1
14 Spina D30 8
15 Dentiera 1
16 Secondo 1
eccentrico
17 Flangia 1
C C
18 Bronzina biella 1
19 Biella 1
20 Vite UNI EN 14399 M24 Viti flangia 4
x 3 x 40 - 8.8
B B
70
DETTAGLIO C TOLLERANZE:
LINEARE:
SCALA 1 : 5 ANGOLARE:
24 23 22 21 20 19 18 17 16 15 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1
12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1
H H
200
F F
Sfacciatura
+0,30
E A X
45
° 183 0 E
3
1.2
R25
-0,032
50 -0,106
D D
A SEZIONE A-A
280,10
280,00
1400 ±0,10
C C
B B
DISEG.
Capitani Gianmarco
A
VERIF.
Bevilacqua Giuseppe A
APPR.
De Maio Giulia
FABB.
Amabile Angelo
Albero lento
Qual. MATERIALE:
N. DISEGNO
A2
12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1
12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1
H 1056 H
primitivo 1032
C
60 60
G G
483 ±0,10
+0,30
F F
213,40 0
0
Eccentricità 50
50 -0,062
E E
400
200
D D
680 ±0,20
C C
SEZIONE C-C
+0,018
n°8 fori 30 - 0,031 PASSANTE 15 ±0,20
C
Dentatura:
B B
• Dp = 1032 mm
• m = 12 mm
• z = 86
SE NON SPECIFICATO: FINITURA: INTERRUZIONE
NON SCALARE DISEGNO REVISIONE
QUOTE IN MILLIMETRI BORDI NETTI
FINITURA SUPERFICIE:
• Fascia = 135 mm
TOLLERANZE:
LINEARE:
ANGOLARE:
Capitani Gianmarco
FIRMA DATA TITOLO:
Bevilacqua Giuseppe
A A
VERIF.
12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1
12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1
H H
880,00
879,80
-0,20
630 -0,40
A 510
G G
50 ±0,10
50 ±0,10
0.
F 400 F
8
To
rn
Tornitura
itu
0.8
ra
1° Eccentricità 50
primitivo 640
E E
+0,10
400 - 0,05
Tornitura
0.8
2° Eccentricità 75
D D
10
C C
25 ±0,10
n° 4 fori M24 0 60
A
SEZIONE A-A
B
Dentatura: B
• Denti dritti
• Dp = 640 mm SE NON SPECIFICATO: FINITURA: INTERRUZIONE
• m = 8 mm
NON SCALARE DISEGNO REVISIONE
QUOTE IN MILLIMETRI BORDI NETTI
FINITURA SUPERFICIE:
TOLLERANZE:
• z = 80
LINEARE:
ANGOLARE:
• Fascia = 50 mm
NOME FIRMA DATA TITOLO:
12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1
16 15 14 13 12 11 A 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1
M M
L L
K K
J J
H H
G G
750 ±0,05
F F
E E
D D
C C
Dentatura:
• Denti dritti
• Dp = 640 mm 60 ±0,10
• m = 8 mm
B • z = 80 B
+0,020
• Fascia = 50 mm n° 8 fori 30 - 0,007 PASSANTE SE NON SPECIFICATO: FINITURA: INTERRUZIONE
SEZIONE A-A QUOTE IN MILLIMETRI
FINITURA SUPERFICIE:
BORDI NETTI
NON SCALARE DISEGNO REVISIONE
TOLLERANZE:
LINEARE:
ANGOLARE:
16 15 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1
4 3 2 1
940 ±0,20
F F
880,10
880,00
840 ±0,20
Forgiatura a caldo 120 ±0,15
1.6
E E
25
D D
25
20°
C C
n° 4 fori
°
50
25
20°
C 70 ±0,15 C
10
SEZIONE C-C
B B
SE NON SPECIFICATO: FINITURA: INTERRUZIONE
NON SCALARE DISEGNO REVISIONE
QUOTE IN MILLIMETRI BORDI NETTI
FINITURA SUPERFICIE:
TOLLERANZE:
LINEARE:
ANGOLARE:
4 3 2 1
12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1
H H
F F
+0,30
139 0
3X
45
B ° SEZIONE B-B
E E
130 ±0,10
152 ±0,10
R20
120 ±0,10
130
D D
110 ±0,10
1600 ±0,20
C C
B B
ANGOLARE:
DISEG.
Capitani Gianmarco
A
VERIF.
Bevilacqua Giuseppe A
De Maio Giulia
APPR.
Amabile Angelo
FABB.
Albero veloce
Qual. MATERIALE:
N. DISEGNO
A2
12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1
8 7 6 5 4 3 2 1
F F
135
253
0
40 -0,062 60 60
B
E E
D D
110
+0,30
primitivo 229
161,40 0
152
C C
B B
Dentatura: B SEZIONE B-B
SE NON SPECIFICATO: FINITURA: INTERRUZIONE
NON SCALARE DISEGNO REVISIONE
• Bielicoidale
QUOTE IN MILLIMETRI BORDI NETTI
FINITURA SUPERFICIE:
TOLLERANZE:
• Dp = 1032 mm
LINEARE:
ANGOLARE:
• m = 12 mm DISEG.
NOME FIRMA DATA TITOLO:
8 7 6 5 4 3 2 1
12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1
A
-0,10
H 158 -0,30 H
G G
40°
F F
17
11
E E
15
8
D D
DETTAGLIO A
SCALA 2 : 1
C C
Sezione cinghia tipo B
B B
1440 ±0,30
SEZIONE A-A
SE NON SPECIFICATO: FINITURA: INTERRUZIONE
NON SCALARE DISEGNO REVISIONE
QUOTE IN MILLIMETRI BORDI NETTI
FINITURA SUPERFICIE:
TOLLERANZE:
LINEARE:
ANGOLARE:
A NOME FIRMA DATA TITOLO:
Amabile Angelo
DISEG.
Capitani Gianmarco
VERIF.
A APPR. A
FABB.
De Maio Giulia
Qual. Bevilacqua Giuseppe MATERIALE:
Volano
N. DISEGNO
A2
12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1
4 3 2 1
0
F 220 -0,03 F
E E
B B
D D
n°4 fori 20 PASSANTE
255
30
5
110 ±0,10
C C
10
340
SEZIONE B-B
B B
SE NON SPECIFICATO: FINITURA: INTERRUZIONE
NON SCALARE DISEGNO REVISIONE
QUOTE IN MILLIMETRI BORDI NETTI
FINITURA SUPERFICIE:
TOLLERANZE:
LINEARE:
ANGOLARE:
4 3 2 1
4 3 2 1
280
F F
180
A A
D D
0
230 -0,03
32
114 ±0,10
64
C C
160
370
SEZIONE A-A
B B
SE NON SPECIFICATO: FINITURA: INTERRUZIONE
NON SCALARE DISEGNO REVISIONE
QUOTE IN MILLIMETRI BORDI NETTI
FINITURA SUPERFICIE:
TOLLERANZE:
LINEARE:
ANGOLARE:
4 3 2 1