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Marco Genovese
TITOLO
INTRODUZIONE ....................................................................................................................... 4
2
3.3.3 Svantaggi del differenziale “Ferguson” ............................................................................. 40
3.4 IL DIFFERENZIALE “TORSEN”................................................................................................................. 41
3.4.1 Struttura del differenziale “Torsen” .................................................................................. 42
3.4.2 Funzionamento del differenziale “Torsen” ........................................................................ 43
3.4.2.1 Relazione tra le coppie ................................................................................................................44
3.4.2.1 Relazione tra le velocità di rotazione ..........................................................................................45
3.4.3 Limiti del differenziale “Torsen” ........................................................................................ 46
BIBLIOGRAFIA....................................................................................................................... 48
SITOGRAFIA ........................................................................................................................... 48
3
INTRODUZIONE
4
Nel Capitolo 1 verranno introdotte a livello teorico le nozioni
fondamentali della trasmissione del moto tramite ruote dentate; si parlerà
dunque di ingranaggi, rapporto di trasmissione, rotismi.
Successivamente, nel Capitolo 2 verrà presentato (anche tramite dei
brevi cenni storici) e analizzato il differenziale automobilistico
“tradizionale” (differenziale “open”).
Facendo riferimento al problema per cui si è resa necessaria l’
invenzione del differenziale, se ne analizzeranno la struttura, i principi di
funzionamento e il comportamento durante la marcia dell’autoveicolo (nei
casi di rettilineo e di curva); verranno infine esposti gli svantaggi di questa
tipologia di differenziale.
Nel Capitolo 3 si introdurranno i differenziali autobloccanti, installati
maggiormente negli autoveicoli ad alte prestazioni per far fronte alle
problematiche presenti nei differenziali tradizionali.
Per ogni diversa tipologia di differenziale autobloccante si entrerà
nello specifico, evidenziandone funzionamento, applicazioni e limiti.
5
1 CENNI SULLA TRASMISSIONE DEL MOTO MEDIANTE
RUOTE DENTATE
6
La trasmissione del moto avviene tramite l’ingranamento di denti a
profilo coniugato attraverso cui viene trasmessa la coppia nominale da un
albero all’altro.
Nelle applicazioni tecniche l'uso della trasmissione del moto mediante
ruote dentate risulta particolarmente vantaggioso, e a volte indispensabile,
quando:
7
1.1.1 Gli ingranaggi
L’accoppiam
L’accoppiamento tra due o più ruote dentate (che
che possono essere di
uguale o diversa dimensione
dimensione) è detto ingranaggio.
Gli ingranaggi sono utilizzati per trasmettere un momento meccanico
da un oggetto a un altro.
La ruota dentata che imprime il moto, trascinando dietro
dietr di sé l’altra, è
detta motrice (o pignone); la ruota che viene trascinata, subendo l’azione
dell’altra, è detta condotta.
Di seguito le principali tipologi
tipologie di ingranaggi:
8
1.1.2 Il rapporto di trasmissione
ѡ
, (1.1)
ѡ
9
Viceversa, se il movimento è trasmesso dalla ruota più grande a quella
più piccola, allora si aumenta la velocità di rotazione.
10
1.2 I rotismi
11
1.2.2 I rotismi epicicloidali
Viene detto epicicloidale un rotismo in cui alcuni degli assi delle ruote
componenti sono mobili.
In un rotismo epicicloidale semplice si distinguono:
- due ruote dentate principali, dette solari, che non ingranano tra loro
e che ruotano attorno a due assi fissi e coincidenti;
- una o più ruote dentate, dette satelliti, che ingranano con le due
ruote solari;
- un elemento rigido, detto portatreno, che ruota attorno ad un asse
fisso coincidente con quello delle solari, e che porta gli assi delle
ruote satelliti.
12
- realizzazione di rapporti di trasmissione molto piccoli con un basso
numero di denti;
- la realizzazione di rotismi a due gradi di libertà.
ѡ
(1.5)
ѡ
13
1.2.2.2 Dinamica dei rotismi differenziali
14
2 IL DIFFERENZIALE AUTOMOBILISTICO
15
2.2 Cenni storici
La genesi del differenziale è alquanto variopinta; secondo una
leggenda l’imperatore cinese Huang Di nel 2634 a.C. utilizzò un carro con
una specie di dispositivo differenziale collegato alle ruote che faceva sì che
una statua puntasse sempre nella stessa direzione indipendentemente dalle
curve che percorreva il carro.
Nel II secolo a.C. la macchina di Anticitera usufruiva di un sistema di
ingranaggi per calcolare la differenza tra due rotazioni in ingresso: una
relativa al sole e l’altra alla posizione della luna nello zodiaco, fornendo in
uscita indicazioni sulle fasi lunari.
Più recentemente, nel 1810 l’inventore di un sistema a quattro ruote
sterzanti, Rudolph Ackermann, fu erroneamente indicato come l’inventore
del differenziale.
Soltanto 17 anni dopo l’orologiaio francese Onésiphore Pecqueur
brevettò il moderno differenziale per l’uso in un veicolo a vapore e, nel
1832, l’inglese Richard Roberts brevetta l’ingranaggio di compensazione:
un sistema differenziale per locomotive stradali.
James Starley nel 1876 concretizzò un differenziale basato su catene
da usare sulle biciclette, che successivamente venne implementato da Carl
Benz sulle sue automobili; infine nel 1897 David Shearer realizzò il primo
uso del differenziale su un veicolo australiano.
16
2.3 Il differenziale “open”
La tipologia di differenziale “open” (aperto) è quella concettualmente
e meccanicamente
mente più semplice e più diffusa sulle auto comuni (intendendo
quelle non a trazione integrale e non ad alte prestazioni).
Il differenzial
differenziale “open” è formato da una scatola che funge da
portatreno e porta in rotazione, intorno all’asse principale del rotismo, gli
alberi folli dei satelliti; questi ingranano con due solari che ruotano sempre
intorno all’asse principale e sono calettati sui due semiassi delle ruote
motrici.
17
2.3.2 Funzionamento del differenziale “open”
(Fig.2.3 Rotismo
tismo differenziale reso ordinario)
ordinario
18
2.3.2.1 Marcia in rettilineo
Nella marcia in re
rettilineo le due ruote motrici (con uguale aderenza),
devono avere la stessa veloci
velocità
tà angolare: la scatola del differenziale ruota
alla stessa velocità dei due solari; di seguito la trattazione di ciò che accade.
Passando dal cambio, il movimento giunge al pignone e da questo alla
corona, che inizia a ruotare.
All'interno della corona, vi è la scatola del differenziale, anch'essa
messa in rotazione con la corona, in quanto solidale a quest'ultima;
que i due
satelliti, calettati in folle su due perni nella parte interna della scatola e in
posizione perfettamente ortogonale rispetto al senso di
d rotazione della
corona, iniziano a ruotare, appunto, come satelliti, intorno ai planetari.
Dato che la dentatura conica dei satelliti è accoppiata all'omologa dei
planetari, il movimento rotatorio dei satelliti deve essere accoppiato da
un'ulteriore rotazione,
zione, in fase parallela, dei planetari.
In questo modo il gruppo "satelliti
"satelliti-planetari"
planetari" si blocca rigidamente (il
satellite è fermo rispetto al planetario, ma ruota nel complesso della scatola
del differenziale, messa in rotazione dalla coppia pignone-corona),
pignone
permettendo una uguale ripartizione della coppia motrice a entrambe le
ruote.
Il suddetto comportamento del meccanismo è detto arpionismo; in
sintesi i satelliti restano a contatto con i solari sempre per mezzo degli
stessi denti chee funzionano da chi
chiavette fisse
19
2.3.2.2 Marcia in curva
Per quanto riguarda gli assi delle due ruote motrici di destra e di
sinistra si deve verificare, in ipotesi di puro rotolamento la relazione:
'+ Ω • Rs - '. % • . (2.5)
20
Indicando con r il raggio di rotolamento dello pneumatico si può
scrivere:
/0 /2
%+ - Ωd (2.6)
1 1
21
2.3.3 Analisi dinam
dinamica
22
2.3.4 Problemi del differenziale “open”
23
Situazione analoga a quella appena descritta si può trovare anche in
curva, quando per via del trasferimento dei pesi la ruota esterna ha più grip
di quella interna.
Il problema principale dei differenziali di tipo open è tutto qui: la
motricità; ed è proprio questo problema che ha fatto si che la quasi totalità
delle macchine più potenti abbiano dei differenziali più complessi.
24
3 I DIFFERENZIALI AUTOBLOCCANTI
25
Grazie a questo sistema la ruota con aderenza maggiore riceve dal
differenziale una coppia motrice maggiore rispetto alla ruota con minore
aderenza che solitamente in questa condizione inizia a girare più
velocemente; è in base alla tipologia di questo sistema che vengono
classificati i vari differenziali autobloccanti.
26
3.1 Principi di funzionamento
(Fig.
(Fig.3.3 Posizione del differenziale in un autoveicolo)
autoveicolo
27
3.1.1 Cinematica e dinam
dinamica
ica per i differenziali autobloccanti
7 71 73 (3.1)
28
Per determinare in che rapporto Cp si distribuisce tra le due ruote è
necessario avere informazioni sulle condizioni di aderenza al suolo:
maggiore sarà il grip e maggiore sarà la coppia trasmessa all’albero che
aziona tale ruota.
Infatti, la relazione (3.2) non specifica la percentuale di coppia per
asse condotto; ciò vuol dire che un asse può ricevere dallo 0% al 100% di
coppia disponibile.
29
3.1.2 Confronto tra differenziale autobloccante meccanico ed elettronico
30
3.1.3 Limiti generali dei differenziali autobloccanti
Per ciò che concerne gli effetti pratici, gli assi condotti di un
differenziale autobloccante devono essere in grado di sostenere (per quanto
visto prima) una coppia motrice doppia rispetto a quella che sarebbe
applicata da un differenziale “open”.
Per questo motivo nel caso in cui si adotti su un veicolo un
differenziale “autobloccante bisognerà necessariamente utilizzare degli assi
condotti rinforzati.
Si deve inoltre sottolineare che il bloccaggio manuale di questo
differenziale va utilizzato unicamente nei casi di scarsissima aderenza al
suolo, pena un’eccessiva sollecitazione degli organi di trasmissione e
un’usura irregolare negli pneumatici.
31
3.2 Il differenziale “clutch
“clutch-type”
renziale “clutch
Il differenziale “clutch-type” è il componente meccanico più adatto
all’utilizzo racing e nei track day, in quanto è estremamente versatile come
taratura
ura personalizzabile in tiro e rilascio; inoltre è compatto e consente
trasferimenti di coppia molto elevati, oltre ad essere estremamente reattivo
e rapido nella sua azione
azione.
32
3.2.1 Struttura del differenziale “clutch
“clutch-type”
33
3.2.2 Funzionamento del differenziale “clutch-type”
34
3.2.3 Applicazione al racing su ghiaccio
In particolare
particolare, ecco cosa accade nella
la situazione di una ruota motrice
sul ghiaccio e l'altra co
con buona trazione: con questo
uesto differenziale,
differenziale anche se
la ruota sul ghiaccio non può trasmettere molta coppia al terreno, l'altra
ruota riceve comunque la coppia necessaria a muoversi.
La coppia ricevuta dalla ruota che non è sul ghiaccio è uguale alla
quantità di coppia che è nec
necessaria
essaria per vincere sulle frizioni.
frizion
Il risultato è che si riesce ad andare avanti
avanti,, anche se non viene
sfruttata la piena potenza della vettura.
35
3.2.4 Limiti del differenziale “clutch-type”
36
3.3 Il differenziale “Ferguson”
Il differenzia
differenziale
le “Ferguson” è un particolare tipo di differenziale, che
viene definito “a giunto viscoso”.
Questo dispositivo, che si trova spesso in veicoli a quattro ruote
motrici come differenziale centrale, permette di co
collegare
llegare due alberi
lasciandoli liberi di ave
avere piccoli slittamenti relativi, cosicchè possano
ruotare a velocità leggermente differenti.
37
3.3.1 Caratteristiche del giunto viscoso
38
3.3.2 Struttura e funzionamento del differenziale “Ferguson”
39
3.3.3 Svantaggi del differenziale “Ferguson”
40
3.4 Il differenziale “TorSen”
41
3.4.1 Struttura del differenziale “TorSen”
42
3.4.2 Funzionamento del differenziale “TorSen”
@A
%:;<55=>>?< (3.3)
@A &
43
3.4.2.1 Relazione tra le coppie
44
3.4.2.2 Relazione tra le velocità di rotazione
45
3.4.3 Limiti del differenziale “TorSen”
46
CONCLUSIONI
47
BIBLIOGRAFIA
SITOGRAFIA
[1] https://web.archive.org/web/20141026101751/http://www.fiat.it/i
t/fiatpedia/glossario/differenziale
[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Differenziale_(meccanica)
[3] https://it.motor1.com/news/186694/tra-ruota-e-motore/
[4] http://flyingpigpedia.wikifoundry.com/page/Differenziale
[5] http://www.ingegnerando.it/technology/differenziali/torsen.html
[6] https://www.autotecnica.org/differenziali-autobloccanti-
facciamo-chiarezza/
[7] https://it.motor1.com/news/221627/differenziale-autobloccante-
come-funziona/
[8] https://www.newsauto.it/guide/il-differenziale-autobloccante-
ferguson-giunto-viscoso-2019-183761/
[9] https://www.newsauto.it/guide/differenziale-autobloccante-2019-
183709/
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