della macchina
continua
per carte patinate
Scuola Interregionale
di tecnologia
per tecnici Cartari
FIG. 1
2.1 PROBLEMATICHE
Supponiamo di prendere un nastro e di montarlo su due cilindri rotanti con
una posizione prefissata. Il nastro in questa configurazione sarà impossibile da
controllare, da tenere in tensione e perfettamente parallelo alla direzione di
marcia. Quindi le problematiche sono molte. Mi sono spesso chiesto, perché il
nastro dovesse essere così lungo e non si potesse accorciare sensibilmente
soprattutto per ridurre i costi d’acquisto. La risposta può essere ovvia ma
comunque va fatta una precisazione.
1. Molla ad aria
2. Molla
3. Braccio oscillante
4. Perno
5. Feltro
6. Cilindro
FIG.2
FIG. 3
FIG. 4
1. Cilindri guidatori
2. Cilindro castigatore
3. Paletta tastatrice
4. Feltro
FIG. 5
FIG. 6
Per ogni zona di una macchina continua, ci sono sistemi diversi che
tengono in tensione il nastro, quello sopra descritto è utilizzato per tendere un
feltro. Nel caso delle tele di formazione il sistema è leggermente diverso in
FIG. 7
Per quanto riguarda il sistema Swiss Wire esso è simile all’altro ma sotto
il comparatore vi è un supporto rettangolare con delle rotelline che gli
permettono di poter essere appoggiato per qualche secondo sul nastro. La prova è
molto più precisa rispetto all’altro sistema e anche più ripetibile. Anche in questo
caso la lettura effettuata verrà riportata su un grafico da cui si ricava la tensione.
Il grafico che segue rappresenta la tensione di un feltro umido di 1000
g/m². Per gli altri tipi di feltri o tele, ci saranno grafici diversi. Comunque sia poi,
l’esperienza dei cartai ha portato ad una conoscenza delle varie misurazioni e
quindi delle tensioni senza dover ricorrere all’uso del grafico. Inoltre, non è detto
Il grafico che segue rappresenta la lettura reale del tensiometro Swiss Wire, esso
ha gli assi opposti rispetto al precedente ed inoltre la tensione è misurata in
Newton/cm.
FIG. 8
Fig. 9
Lo stenditore viene montato con la parte concava rivolta verso l’arrivo del
feltro e la parte convessa verso il lato di uscita del feltro. In questo modo il feltro
viene necessariamente steso trasversalmente alla macchina .
Un cilindro stenditore può anche non essere bombato o concavo ma
semplicemente spiralato. Questo cilindro ha un mantello con una spirale incisa
sopra che parte dal centro e si svolge verso i bordi del cilindro. Questo effetto
disegnato sul cilindro stende il nastro. Questo tipo di cilindro però non è
utilizzato sui feltri umidi della zona presse ma in seccheria o nelle patinatrici
fuori linea per stendere la carta.
5.2 FUNZIONAMENTO
La posizione della curvatura viene determinata ruotando l’asse e
bloccando il cilindro nelle staffe di montaggio. Una eccessiva angolazione può
provocare un esagerato allargamento del feltro o uno stiramento al centro
macchina del feltro. Raggiungendo il suo punto di massimo stendimento
all’altezza del cilindro stenditore, il feltro tende a restringersi appena passato
1. Cilindro di introduzione
2. Bordo
3. Centro
4. Piano della curva
5. Cilindro di uscita
Fig. 10
- CANTILEVER
- TAVOLA AD ESTRAZIONE
- A GIUNZIONE
6.1.1 SMONTAGGIO
Lo smontaggio viene effettuato semplicemente tagliando la tela
trasversalmente e da sotto viene sfilata a poco a poco e quindi gettata.
Solitamente viene prelevato un campione (senso trasversale) da analizzare per
avere uno storico del funzionamento e poter studiare le variazioni di
comportamento durante gli anni.
Fig. 11
FIG. 12
A questo punto si inizia a far scorrere la tela sulla tavola piana, dal lato
comando verso il lato trasmissione. Questo è il momento più critico in quanto
deve esserci un perfetto sincronismo fra tutti gli operatori che devono fare
attenzione agli spigoli sporgenti per non rovinare la tela e cercare di infilarla il
più parallela possibile al proprio asse di rotazione. La tela dovrebbe scivolare
sulla tavola piana e sui rulli sottostanti senza ingombri, uno sforzo eccessivo è
segno di una manovra scorretta. Per aiutare il movimento di inserimento,
vengono utilizzate delle pinze di legno che vengono strette sui bordi della tela
specialmente nella zona del cilindro di traino dove vi è solitamente il pulper
sottomacchina. Una volta infilata completamente la tela, si ricompone la tavola
piana, vengono inseriti i sostegni, vengono riportati in posizione di
funzionamento tutti i cilindri e vengono ricollegati tutti gli organi di movimento,
i fili di alimentazione e lubrificazione presenti.
6.2.1 SMONTAGGIO
Lo smontaggio di un feltro viene effettuato come la tela, semplicemente si
taglia trasversalmente nella posizione più comoda per estrarlo. Nel caso di un
feltro superiore, esso si taglia e poi viene agganciato con un carroponte e
trascinato fuori dalla zona presse sopra la macchina e quindi fatto appoggiare in
terra.
6.2.3 MONTAGGIO
Il feltro superiore, a questo punto, viene alzato e la sua lunghezza sarà il
più possibile uguale (leggermente maggiore) alla distanza fra il cilindro tenditore
(il più alto) e la pressa (punto più basso). A questo punto si inserisce seguendo il
giro nastro. Bisogna fare molta attenzione agli impedimenti meccanici che
possono rovinare la copertura del feltro, al movimento del carroponte soprattutto
per il personale che sta sopra la zona presse ed inoltre bisogna prestare cura alle
aperture per il passaggio del feltro che possono causare la caduta dell’operatore.
Una volta inserito il feltro, si deve riportare in posizione il cilindro tenditore
sempre utilizzando il carroponte. Vengono bloccati tutti i supporti e rimessi i
blocchi. A questo punto si toglie la catena di sicurezza e si può procedere con la
messa in marcia.
Fig. Tipo A
Fig. Tipo B
Fig. Tipo C
- Tipo D : Giunzione molto fine ottenuta ritessendo filo per filo per formare gli
occhielli di passaggio del cavetto di giunzione, il tutto incorporato nello
spessore del tessuto.
Fig. Tipo D
Tutti i nastri utilizzati in cartiera hanno una certa usura dovuta a diversi
fattori nelle varie zone della macchina continua. Anche i difetti si possono
presentare in punti diversi e con diverse caratteristiche. L’usura può avvenire sui
bordi e questo avviene soprattutto per feltri umidi e tele essiccatrici. Può
verificarsi la formazione di fori o strappi, ed infine c’è l’usura della superficie dei
nastri che può avvenire in ogni punto della macchina.
SALDATURA
La saldatura è effettuata con una saldatrice speciale che al posto del
saldatore vero e proprio è composta da un pezzo di metallo a forma di V lungo
circa 10-12 cm. che è collegata alla macchina saldatrice alle estremità. Dando
corrente all’apparecchio, questa striscia a forma di V, diventa incandescente. A
questo punto viene messa a contatto con il bordo del nastro che è in movimento.
Questa operazione serve per tagliare-saldare tutti i fili che per usura fuoriescono
dalla struttura originale e deve essere eseguita con una certa cura che non
pregiudichi ancor di più la buona andatura del nastro.
RAFFILAZIONE
La raffilazione viene eseguita quando il bordo del nastro è talmente
rovinato che la paletta del castigatore non lavora più come dovrebbe. Questa è un
operazione alquanto rischiosa e deve essere svolta da personale esperto e sotto la
supervisione di un assistente di fabbricazione. Gli operatori interessati inoltre
devono essere dotati di guanti e visiera protettiva.
Il modo di operare è il seguente: si traccia una linea sul bordo del nastro per
avere un riferimento visivo dove eseguire il taglio e per realizzare un lavoro
Fig. 14
A: Uscita a spillo per i refili con pressione di 15 bar e diametro di 0.4 mm;
B: Abbatti refili a ventaglio da 2 - 6 bar con diametro 2 - 6 mm posizionati 3 per
lato di macchina;
C: Abbatti foglio a ventaglio da 2 - 6 bar con diametro 2 - 6 mm posizionati su
tutto il formato della macchina;
D: Inondanti del NIP a ventaglio da 6 bar con un angolazione di 15° che evitano
l’acquaplanning;
E: Lavaggio ad alta pressione (25 bar) che sono del tipo oscillante a spillo con
diamentro di 1 mm, posizionati sotto la tela e contro il senso di marcia per
aumentare la potenza del lavaggio;
F: Spruzzi di lubrificazione a ventaglio con pressione di 3 - 6 bar;
G: Lavaggio parete Cassa d’afflusso con uscita a ventaglio e pressione di 6 bar;
H: Lavaggio con soda durante una fermata (max 10%)
Per quanto riguarda le tele essiccatrici, durante il moto non vengono mai
pulite e non ci sono sistemi di condizionamento per effettuare la pulizia. Nel
passaggio alle tele essiccatrici per batterie UNO-RUN, però, si è dovuto cercare
di realizzare questo sistema in quanto la carta è sempre a contatto con la tela e il
sistema di aspirazione delle casse provoca un certo inquinamento della tela
stessa. Per questo è stato realizzato un sistema costituito da una testina rotante
circolare con due fori da cui esce acqua a 200 bar. Il movimento di questa testina
è trasversale e il filo a spillo di acqua che ne esce permette di effettuare la pulizia
della tela e di non perdere CFM durante l’utilizzo.
Dopo aver riflettuto sul lavoro da me svolto, mi sono reso conto che, non
essendo essa incentrata su prove pratiche o studi particolari, non ci sono da trarre
conclusioni precise.
Spero di essere stato chiaro nella mia esposizione e di aver analizzato tutti
gli aspetti che concernono l’argomento del mio lavoro.
Vorrei ringraziare tutto lo staff dirigenziale di Garda Cartiere che mi ha dato
l’opportunità di potermi specializzare e completare professionalmente e
comunque ampliare le mie conoscenze in un campo in cui, sinceramente, mi
sentivo inadeguato.
Vorrei, inoltre, ringraziare tutte le persone che hanno creduto in questo progetto
(il corso di tecnologia cartaria) dando la possibilità a molti giovani di crescere sia
professionalmente che caratterialmente.
Un ultimo ringraziamento doveroso, all’Istituto Salesiano San Zeno e a tutto il
personale che si è dimostrato sempre all’altezza in ogni situazione.
MATERIALI
Per la realizzazione del nastro sono utilizzati dei monofilamenti in
poliestere o in poliammide. Il poliestere ha caratteristiche specifiche quali la
bassa assorbenza d’acqua, il basso allungamento, la stabilità elevata, la resistenza
all’abrasione. Il poliammide invece ha altre caratteristiche quali la bassa
assorbenza d’acqua, un allungamento fino al 10%, la resistenza all’abrasione
elevata, la maggior resistenza alla trazione e quindi più consumo di energia, è
attaccabile dagli acidi (max 5%), è resistente alla compressione (compresi gli
spruzzi ad alta pressione). La dimensione dei fili come già detto sta diminuendo e
ora si può comprendere fra 0,11 mm e 0,4 mm, fino ad un massimo di 0,5 mm
Questo vale per tutti i tipi di nastri, con aumento di spessore del filo per le teli
essiccatrici.
Per il feltro inoltre si utilizza un altro tipo di filato detto cardato. Il nome
deriva dalla macchina che lo produce. In effetti, la cardatrice, è un macchinario
che tramite un precisissimo impianto dosatore, alimenta una serie di sistemi (di
apertura, stiratura, pettinatura) che rompono piccoli ammassi di fibre (più o meno
aggrovigliate), trasformandoli in fili sottilissimi. Per aumentare il carico di
rottura e diminuire il valore di allungamento, essi vengono attorcigliati ad alta
velocità formando il filo cardato. La cardatrice è utilizzata anche per formare il
COSTRUZIONE
Per la costruzione o tessitura vengono utilizzati dei telai molto speciali,
per prima cosa hanno una larghezza variabile fra i 3 e i 9 metri, svolgono il
lavoro a bassa velocità e soprattutto devono mantenere una tensione costante
durante tutto il processo di tessitura. Essa consiste nell’intreccio ad angolo retto
di due sistemi di fili: i fili di ordito e i fili di trama. I fili di ordito sono sistemati
parallelamente l’un l’altro sul subbio, montato dietro il telaio; questi sono quindi
passati attraverso i licci e il pettine per essere interconnessi con le trame.
Il movimento verticale dei licci forma uno spazio triangolare aperto
davanti al pettine. I filati di trama avvolti su una spoletta vengono inseriti tramite
una navetta attraverso questo spazio nel sistema degli orditi creando l’intreccio.
A questo punto il pettine comprime verso la tela già formata il nostro intreccio
compattando tutta la struttura. In base al tipo di intreccio che si vuole ottenere, ci
saranno più licci che si alterneranno nel loro movimento verticale.
Possiamo dividere i telai in due tipi, quelli che creano nastri ad anello e
quelli che creano nastri da giuntare.
Come descritto nella relazione, le tele di formazione sono esclusivamente
ad anello, i feltri umidi sono ad anello ma ultimamente sono stati su macchine di
bassa velocità e poca pressione nelle zone presse danno gli stessi risultati di
quelli ad anello ed inoltre fanno risparmiare molto tempo in fase di sostituzione.
Per le tele essiccatrici invece si è passati da quelle ad anello, ormai in disuso, a
quelle a giunzione.
Un’altra fase di lavorazione che riguarda esclusivamente il feltro umido è
l’agatura. Il feltro infatti è composto da due strati diversi fra loro, il primo è il
tessuto di base realizzato con il telaio, mentre il secondo è il velo, o (batt).
Il velo, formato da fibre cardate, è deposto sul tessuto di base prima del
passaggio in macchina agatrice. Il numero di veli può variare e l’applicazione
Come già accennato, negli ultimi anni è stata sviluppata una vasta gamma
di tele sintetiche per la fabbricazione della carta.
E’ stata una necessità per soddisfare le esigenze della macchina da carta la quale
ha avuto notevoli sviluppi ed oggi esistono diverse configurazioni della zona di
formazione. Pertanto è necessario che la tela sia progettata in modo appropriato
per la macchina sulla quale la stessa sarà usata.
TRASMISSIONE E TRASPORTO
La tela deve trasmettere la potenza applicata dai motori per farla marciare
oltre a sopportare la tensione applicata senza la quale la stessa slitterebbe anziché
girare. Dopo ogni rullo comandato la tensione della tela diminuisce fino a
raggiungere il valore minimo dopo l’ultimo cilindro comandato. Al contrario
Fig. 16
In questo caso il cartaio vorrebbe una tela con filati molto grossi che abbia queste
caratteristiche.
FILTRO
Possiamo affermare che questa caratteristica è la più importante per una
tela di formazione e per i fini del foglio.
Infatti la proprietà di filtro determina il rendimento della macchina continua, ed
influenza il drenaggio sulla tavola piana avendo effetto su :
- qualità del foglio (formazione, marcatura)
- ritenzione dei fini
- diluizione e raffinazione dell’impasto
- carico di assorbimento della sezione umida
- consistenza del foglio al cilindro aspirante
In questo caso il cartaio vorrebbe una tela con fili molto fini che trattengono le
fibre e che non marchi il foglio.
TIPI DI TELE
Sul mercato esistono una vasta gamma di tele di formazione, e ora
illustrerò le più comuni.
TELE MONOSTRATO
Sono prodotte con una serie di fili in direzione macchina ed una serie di
fili in senso trasversale. I tipi di tessitura usati sono il quadruplo ed il quintuplo
crociato. Tempo fa era apparsa sul mercato anche una tela decuplo crociato,
attualmente in disuso visti gli esiti negativi. Il numero dei fili varia in direzione
macchina da 20 a 40 fili/cm con diametri che variano da 0.30 mm a 0.15 mm
Nel senso trasversale si va dai 14 ai 35 fili/cm con diametro che varia da 0.45
mm a 0.18 mm I vantaggi di queste tele sono l’alta capacità drenante (con un
angolazione di 90°) e la facilità di pulizia, mentre gli svantaggi sono la stabilità
limitata e la possibilità di marcature.
TELE DOPPIOSTRATO
Sono costruite con una serie di fili longitudinali ed una doppia serie di fili
trasversali. Sono tessute con salti da 7 o da 8 e combinazioni da 7 + 14 o 8 + 16
licci. Il numero di fili in direzione macchina varia da 35 a 70 fili/cm con
diametro da 0.30 mm a 0.15 mm In senso trasversale il numero di fili varia da 25
a 55 fili/cm ed il loro diametro varia da 0.30 mm a 0.15 mm per il lato carta e da
0.45 mm a 0.20 mm per il lato macchina. I vantaggi che queste tele offrono sono
la minor marcatura, una ritenzione maggiore (l’angolazione di drenaggio è
32/34°) ed una buona stabilità, mentre gli svantaggi sono la difficoltà nella
pulizia e a volte difficoltà nella conduzione. Una tela simile a questa è la
cosiddetta doppio strato e mezzo che ha il doppio dei fili in senso trasversale sul
lato carta. Questi fili sono più sottili e aumentano il supporto delle fibre e
riducono il problema delle marcature.
TELE TRIPLOSTRATO
Sono di fatto due tele monostrato legate tra loro con un filo molto piccolo.
Teoricamente doveva essere la tela ideale in quanto viene costruita con una tela
monostrato composta da un alto numero di fili di piccolo diametro sul lato carta,
ed un’altra tela monostrato con pochi fili di diametro molto grosso sulla parte a
contatto con la macchina. In pratica l’applicazione sulla macchina continua ha
dimostrato che era impossibile usare tele con una struttura così sbilanciata in
quanto le diverse velocità periferiche delle tele componenti causavano la rottura
del filo di legatura con il conseguente scollamento delle stesse. Oggi le tele triplo
strato in uso hanno circa lo stesso numero di fili sia sul lato carta che sul lato
macchina. La tela lato carta è tessuta in raso da 1 e quella lato macchina
generalmente è un quintuplo crociato. I vantaggi sono l’alto indice di supporto
della fibra, la bassissima marcatura, una buona ritenzione e una buona capacità
drenante (angolazioni a 90° e a 32/34°). Per contro l’unica difficoltà è la pulizia
avendo uno spessore elevato.
Per svolgere queste “operazioni”, il feltro deve avere delle proprietà meccaniche,
fisiche e chimiche molto particolari che elencherò qui di seguito:
- resistenza meccanica alle varie pressioni utilizzate nella sezione presse che
possono variare dai 30 kN/m ai 1000 kN/m;
- stabilità dimensionale sia in senso longitudinale (minor allungamento
possibile), sia in senso trasversale;
- permeabilità costante durante tutto l’arco di impiego;
- resistenza alla compattazione conseguente alla deformazione plastica delle
fibre;
- resistenza all’abrasione;
- resistenza all’attacco chimico e batterico;
- resistenza ai surriscaldamenti;
- caratteristiche ottimali di superficie.
Nel campo degli arredi per macchine da carta anche la sezione essiccante
ha senza dubbio subito l’evoluzione tecnologica riscontrata sia negli elementi di
vestizione per tavola piana che per la parte umida.
Negli ultimi anni la progettazione della tela essiccatrice o feltro
essiccatore è stata completamente rivoluzionata dall’aprirsi sul mercato di una
più ampia possibilità di scelta di tele per le singole batterie.
Si ritiene quindi utile introdurre un discorso sulla vestizione della seccheria e
sulla sua funzione in macchina.
Le tele essiccatrici sono tessuti che corredano le batterie essiccatrici ed
hanno il compito di contribuire all’asciugamento del foglio mantenendolo il più
possibile aderente alla superficie dei cilindri riscaldati per sfruttare al massimo il
rendimento termico. L’acqua contenuta nel foglio viene evaporata ed attraversa
più o meno velocemente il tessuto essiccatore, a seconda che questo sia più o
meno compatto. Il feltro essiccatore viene prodotto in due esecuzioni di base:
tubolare o aperto cioè con giunzione.
L’aumento di produttività delle macchine e la necessità di sostituire
velocemente gli arredi senza dover smontare parte degli elementi di guida,
(operazione necessaria per le tubolari) ha portato a favorire il ricorso alla tela con
giunzione che consente il montaggio in macchina di un tessuto aperto con la
possibilità poi di chiuderlo ad anello tramite l’inserimento nel sistema di
aggancio di un cavo di plastica.
L’esigenza di ricercare un più preciso equilibrio tra la traspirazione e la
struttura del tessuto sta trasformando le tecniche di fabbricazione degli arredi per
la seccheria :
- l’aumento di velocità, implicando un più completo sfruttamento del
potenziale essiccante delle batterie richiede tessuti più aperti e più traspiranti,
ma nel contempo aumentando l’evaporazione, si esalta il fenomeno
dell’idrolisi e quindi il danneggiamento della tela;
- un intreccio più aperto e quindi uno spessore più ridotto del tessuto devono
corrispondere ad un prodotto molto più stabile durante la marcia della
macchina;
Tutti questi fattori ed altri ancora, studiati nel corso degli anni e
perfezionati con l’esperienza, hanno portato ad uno studio molto complesso sulla
natura delle fibre e dei filati sintetici, sul loro comportamento nei riguardi della
resistenza all’idrolisi e al calore e alle forze meccaniche durante il moto. Per
completezza il discorso apriamo una parentesi sul concetto di idrolisi: l’idrolisi
non è altro che la reazione chimica fra un composto organico e l’acqua: per
meglio chiarire il concetto diciamo che la molecola di acqua tende a frazionare
un composto organico. Tale fenomeno necessita, come tutte le reazioni chimiche,
di un apporto di energia (catalizzatore) per vincere l’inerzia della molecola
organica e per renderla attaccabile: l’energia in questo caso è il calore.
Possiamo dire quindi che, il vapore che si libera dal foglio durante
l’asciugamento, va ad aggredire le macromolecole di polimero costituenti la fibra
tessile, riportandola in parte alla situazione di monomero.
Particolare attenzione poi è stata posta sullo studio e la progettazione
dell’intreccio e del disegno del tessuto. Alcune tele essiccatrici vengono finite
con un velo di carda che da una finitura superficiale più morbida e comprimibile
per diminuire le problematiche di marcatura. Solitamente questo tipo di tela è
utilizzato su macchine che producono carta di alte grammature che sono più
soggette a questo fenomeno.
Un particolare tipo di tela essiccatrice molto diverso dagli altri è quello a
spirale ed è un tessuto formato da una serie di spirali di monofilo ad
avvolgimento destro o sinistro agganciate l’una all’altra tramite un monofilo
trasversale. I vantaggi di queste tele sono: elevata permeabilità, assoluta stabilità
dimensionale (ottima conduzione in macchina), elevata superficie di contatto,
una facilità di montaggio e assenza della zona di giunzione.
Le tele essiccatrici non sono tutte uguali e sono realizzate con diversi
valori di permeabilità espressa in CFM (piede cubo di aria x piede quadro di
superficie al minuto) e trovano una propria corrispondenza per ciascuna
posizione della seccheria.
È quindi chiaro il concetto che la prima scelta deve essere operata in base
al grado di traspirazione o di permeabilità della tela in funzione della velocità