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Valutazione della validità dei criteri di stabilità per un tornado 45’ dopo operazioni di ‘refitting’
circa l’aggiunta di un gruppo propulsivo a idrogeno al fine di ottenere una propulsione ibrida
elettrica-diesel
INDICE
1. Prefazione (2 pag)
2. STABILITA’
2.1 Introduzione
Si definisce:
BARICENTRO, il punto di applicazione della forza risultante costituita
dai vari pesi che compongono la nave e il carico.
Per capire in quale delle tre differenti condizioni di equlibrio ci troviamo, vanno
valutate le posizioni del centro di spinta, del baricentro e del metacentro. dell’unità.
La posizione del centro di spinta dipende dalla forma della carena ;, la posizione del
baricentro, invece, dipende dalla disposizione dei pesi a bordo ed è sempre diversa a
seconda delle condizioni del momento ; il Metacentro, infine, è tanto più in alto
quanto più è largo lo scafo. A nave dritta tutti i punti principali si trovano sulla stessa
verticale, ed anche il dislocamento e la spinta di Archimede si trovano lungo la stessa
verticale quindi, non esiste coppia di forze, o meglio, la coppia di forze formata dal
dislocamento e dalla spinta, ha momento nullo perché nullo è il braccio. In quel caso,
avremo una condizione di equilibrio stabile. La posizione del metacentro è
indispensabile ai fini della valutazione della qualità della stabilità. In particolare,
avremo:
STABILITA’ DI FORMA
Esempio monoscafo
Esempio multiscafo
STABILITA’ DI PESO
STABILITA’ TRASVERSALE
con Δ= dislocamento
GM= altezza metacentrica
Φ= angolo di inclinazione trasversale
MR = Δ ⋅GZ
essendo Z il piede della perpendicolare condotta dal baricentro alla retta d’azione
della spinta. Il momento MR si chiama momento raddrizzante. Essendo la condizione
iniziale una condizione di equilibrio stabile, esisterà un intorno di essa all’interno del
quale il momento MR è effettivamente raddrizzante. In questo caso il suo braccio GZ
, detto braccio di stabilità statica, è positivo.
L’ampiezza dell’intervallo di stabilità positiva (cioè l’intervallo all’interno del quale
è GZ(φ ) > 0 ) agli angoli finiti gioca evidentemente un ruolo determinante ai fini
della sicurezza della nave dal capovolgimento, come vedremo più avanti parlando
della normativa.
Con riferimento alla figura di sopra, si può scomporre il braccio di stabilità in due
aliquote:
1. Braccio di stabilità di forma KR
2. Braccio di stabilità di peso KG sinΦ
Di conseguenza, avremo:
GZ = KR − KG⋅ sinφ