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Indice

5 Basi della teoria di Fourier 2


5.1 Funzioni periodiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
5.2 Polinomi trigonometrici e serie trigonometriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
5.2.1 Convergenza di una serie trigonometrica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
5.2.2 Serie derivata di una serie trigonometrica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
5.3 Serie di Fourier associata ad una funzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
5.4 Coefficienti di Fourier di funzioni pari o dispari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
5.5 Coefficienti di Fourier per funzioni di periodo qualsiasi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
5.6 Convergenza puntuale della serie di Fourier . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
5.7 Derivabilità termine a termine di una serie di Fourier . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49
5.8 Sviluppo in serie di seni o in serie di coseni. Prolungamenti pari o dispari. . . . . . . . . . . . . . . . . . 62
5.8.1 Prolungamento periodico pari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63
5.8.2 Prolungamento periodico dispari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64
5.9 Forma esponenziale complessa delle serie di Fourier . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68

1
Capitolo 5

Basi della teoria di Fourier


5.1 Funzioni periodiche

Una funzione si dice periodica di periodo T se ripete periodicamente su tutto il


proprio dominio il comportamento che presenta su un certo intervallo I (di lunghezza T )

f (x) = f (x + T ), per ogni x ∈ I con x + T ∈ I.

Esempio 1.

• Le funzioni sin x, cos x sono funzioni periodiche di T = 2π infatti:


2
sin(x) = sin(x + 2π) e cos(x) = cos(x + 2π);

• Le funzioni cos 3x, sin 2x sono funzioni periodiche rispettivamente di T = 3 e T = π,
infatti:
  

cos(3x) = cos 3 x + π = cos(3x + 2π);
3

sin(2x) = sin(2(x + π)) = sin(2x + 2π).


Osservazione 2. In generale, sin nx e cos nx sono funzioni periodiche di T = ,
   n

n ∈ N e n 6= 0: cos(nx) = cos n x + π = cos(nx + 2π) e sin(nx) =
n


sin n x + n π = sin(nx + 2π).

(a) cos x (periodo T = 2π) (b) cos 3x (periodo T = 3
)

Figura 5.1: Si noti come cambia il grafico a seconda del periodo della funzione

Osservazione 3. Una combinazione lineare di funzioni di questo tipo, ad esempio


1
2 sin x + sin 3x − 4 cos 7x
2
è ancora (almeno) 2π-periodica.
Figura 5.2: La combinazione lineare 2 sin x + 21 sin 3x − 4 cos 7x è ancora una funzione di periodo T = 2π

Le funzioni goniometriche non sono le uniche funzioni periodiche, ad esempio la fun-


zione il cui grafico è
Nessuno penserebbe che essa è la sovrapposizione di funzioni sin nx e cos nx.
Vedremo che le funzioni 2π-periodiche possono essere rappresentate mediante una somma,
eventualmente infinita, di multipli di funzioni periodiche elementari come

cos x, sin x, cos 2x, sin 2x . . . cos nx, sin nx . . .


più la funzione costante 1.
5.2 Polinomi trigonometrici e serie trigonometriche

Definizione 5.2.1. Si dice polinomio trigonometrico di ordine n una funzione


del tipo:
n
X
Pn(x) = a0 + (ak cos kx + bk sin kx), con ak , bk ∈ R.
k=1

Esempio 4.

P3(x) = 5 + sin x + 2 sin 2x − 7 cos 3x

qui n = 3, a0 = 5, a1 = a2 = b3 = 0, b1 = 1, b2 = 2, a3 = −7.

Osservazione 5. I polinomi trigonometrici Pn(x) sono funzioni

• derivabili infinite volte;

• periodici di periodo T = 2π (o suoi sottomultipli, a seconda dei valori di ak e bk )


Definizione 5.2.2. Si dice serie trigonometrica una serie del tipo:
+∞
X
a0 + (ak cos kx + bk sin kx), con ak , bk ∈ R.
k=1

Osservazione 6.

• Non è detto che una serie trigonometrica converga;

• se converge, non è detto che la funzione somma abbia proprietà “buone” come ad es.
l’infinita derivabilità

Certamente, però, se converge, la somma di una serie trigonometrica è una


funzione periodica di periodo 2π.
5.2.1 Convergenza di una serie trigonometrica

Data la serie trigonometrica


+∞
X
a0 + (ak cos kx + bk sin kx), con ak , bk ∈ R. (5.1)
k=1

se le successioni (an) e (bn)


• NON convergono a zero ⇒ la serie (5.1) NON converge;
• convergono a zero rapidamente in modo che +∞
P P+∞
|a
k=1 k | e k=1 |bk | convergono ⇒ la
serie (5.1) converge totalmente in R e la sua somma è una funzione continua,
infatti:
|ak cos kx + bk sin kx| ≤ |ak | + |bk |;
|{z}
| cos x|≤1, | sin x|≤1

• convergono a zero lentamente e sono positive, monotone decrescenti ⇒ la serie (5.1)


converge in tutti i punti tranne al più nei punti x = 2hπ, h ∈ Z (Criterio di
Dirichelet) ma non è detto che la somma sia continua.
5.2.2 Serie derivata di una serie trigonometrica
P+∞
Data la serie trigonometrica a0 + k=1 (ak cos kx + bk sin kx), con ak , bk ∈ R, la serie
derivata è
+∞
X
(−kak sin kx + kbk cos kx), con ak , bk ∈ R. (5.2)
k=1
Questa è ancora una serie trigonometrica i cui coefficienti convergono ancora più difficilmente a ze-
ro, essendo più grandi in modulo. La (5.2) convergerà, ad esempio, se anche +∞
P P+∞
k=1 |ka k | e k=1 |kbk |

convergono.
+∞
X +∞
X
Osservazione 7. Se a0 + (ak cos kx + bk sin kx) converge 6⇒ (−kak sin kx +
k=1 k=1
kbk cos kx) converge.
Quindi:
+∞
X +∞
X
se a0 + (ak cos kx + bk sin kx) converge 6⇒ a0 + (ak cos kx + bk sin kx) derivabile
k=1 k=1
termine a termine.
Quindi
+∞
X
a0 + (ak cos kx + bk sin kx) può rappresentare funzioni:
k=1

• infinitamente derivabili oppure

• solo continue e non derivabili o addirittura

• funzioni discontinue!
Osservando i grafici delle somme parziali di serie con varia convergenza possiamo ar-
guire che più lenta è la convergenza e più è difficile che la serie delle derivate converga,
perché il grafico si fa sempre più tremolante:

+∞ +∞
X sin kx 1 X sin kx 1
(a) somme parziali di , bk = 3 per n = 3 e (b) somme parziali di , bk = per n = 3 e
k=1
k3 k k=1
k k
n = 7 (convergenza rapida) n = 7 (convergenza lenta)

n
X sin kx
In (a) il grafico delle somme parziali sn(x) = per n = 7 è molto liscio e quasi
k3
k=1
+∞
X sin kx
non si distingue da quello che si ottiene per n = 3. Sia la serie che la serie
k3
k=1
+∞ +∞
X cos kx X sin kx
delle sue derivate convergono totalmente e la serie si può derivare
k2 k3
k=1 k=1
termine a termine.

n
X sin kx
In (b) il grafico delle somme parziali sn(x) = per n = 7 è molto diverso da
k
k=1  
1
quello che si ottiene per n = 3. La successione (bk ) = converge a zero lentamente
k
e poiché è positiva e decrescente, per il Criterio di Dirichelet possiamo concludere che
+∞
X sin kx 1
la serie , bk = MA NON totalmente quindi la somma della serie potrebbe
k k
k=1
+∞
X
essere discontinua (vedremo che lo è!) e la serie delle derivate − cos kx non converge
k=1
(essendo la successione (an) = (−1) 6→ 0)
5.3 Serie di Fourier associata ad una funzione

Vogliamo vedere sotto quali condizioni una funzione si può sviluppare in serie trigonome-
trica.
Osserviamo che

• Se a0 + +∞
P
k=1 (ak cos kx + bk sin kx) converge ⇒ la sua somma g(x) è 2π-periodica,

quindi svilupperemo in serie trigonometrica funzioni definite su tutto R e 2π-periodiche.

• Le funzioni 2π-periodiche sono individuate dai loro valori in qualunque intervallo lungo
quanto il periodo, cioè 2π,

Se, dunque assegniamo una funzione “base” f (x) definita ad esempio su l’intervallo [0, 2π[,
possiamo costruire una funzione f ](x) che sia 2π-periodica definendola uguale ad f (x)
sugli intervalli del tipo [2hπ, 2(h + 1)π[, h 6= 0, h ∈ Z.

Esempio 8.
Figura 5.4: In rosso la funzione “base” f (x) = x per x ∈ [0, 2π[.

Osservazione 9. Anche se f è continua, f ] PUÒ NON essere continua nei punti x =


2hπ, con h ∈ Z.

Nell’Esempio 8 anche se f è continua, la f ] è discontinua nei punti x = 2hπ, con h ∈ Z,


ciò dipende dal fatto che f (0) = 0 6= 2π = f (2π), cioè f non soddisfa la cosiddetta
condizione di raccordo.
Vedremo

• sotto quali condizioni f : R → R 2π-periodica si può scrivere come una serie


trigonometrica

• come si determinano i coefficienti ak e bk .


C([0, 2π]) è uno spazio vettoriale con prodotto scalare (cfr. pag. 7 Cap.2):
Z 2π
hf, gi = f (x)g(x)dx, f, g ∈ C([0, 2π]).
0

Due funzioni sono ortogonali se il loro prodotto scalare è nullo.

C([0, 2π]) è anche uno spazio normato:


s
Z 2π
kf k = f 2(x)dx, f ∈ C([0, 2π]).
0

Consideriamo adesso il sottospazio Vn ⊂ C([0, 2π]) di tutti e soli polinomi trigonometrici


di grado minore o uguale a n
Le funzioni 1, sin kx e cos kx per k ∈ {1, 2, ...} costituiscono una base ortogonale per
Vn :

Teorema 10. Le funzioni trigonometriche sin kx e cos kx per k ∈ {0, 1, 2, ...} soddisfano
le seguenti relazioni integrali:
Z 2π Z 2π
a) (sin kx)2dx = (cos kx)2dx = π per ogni k 6= 0
0 0 √
(da cui k sin kxk = k cos kxk = π, per ogni k 6= 0)
Z 2π Z 2π
b) sin kx sin hx dx = cos kx cos hx dx = 0 per ogni k 6= h
0 0
(da cui hsin kx, sin hxi = 0 e hcos kx, cos hxi = 0, per ogni k 6= h: le funzioni sin kx
e sin hx sono ortogonali per k 6= h e anche cos kx e cos hx sono ortogonali per k 6= h)
Z 2π
c) sin kx cos hx dx = 0 per ogni h, k ∈ N
0
(da cui hsin kx, cos hxi = 0, per ogni h, k ∈ N: le funzioni sin kx e cos hx sono
SEMPRE ortogonali)
Riassumendo:
Il prodotto di due funzioni qualsiasi e diverse tra quelle dell’insieme {sin kx, cos hx}h,k∈N
è nullo su un intervallo che è lungo quanto il periodo (T = 2π), invece il quadrato ! di
T
sin kx e di cos hx ha integrale uguale alla metà della lunghezza del periodo = π ad
2
eccezione di 1, (cioè cos 0x = 1, cioè h = 0) che q
ha integrale uguale al periodo (T = 2π),
√ R 2π
quindi la norma di 1 in questo spazio è 2π = 0 1dx.
Una base ortonormale per Vn si ottiene dividendo le funzioni 1, sin kx e cos kx per la loro
norma:
1 sin kx cos hx
√ , √ , √ , h, k ∈ {1, 2, ..}
2π π π
(in questo modo essi sono a due a due ortogonali e di norma 1) quindi:
ogni polinomio trigonometrico è una combinazione lineare delle 2n + 1 funzioni
1 sin kx cos hx
√ , √ , √ , h, k ∈ {1, 2, ..}.
2π π π
Si può dimostrare che il polinomio trigonometrico di grado minore o uguale a n che
meglio approssima una funzione f ∈ C([0, 2π]), cioè che rende minimo lo scarto quadratico medio
R 1/2

kf − pk = 0
2
|f (x) − p(x)| dx è
n
1 X
sn(x) = a0 + (ak cos kx + bk sin kx)
2
k=1

con
Z 2π
1
a0 = f (x) dx (5.3)
π 0

Z 2π
1
ak = f (x) cos kx dx, per ogni k ∈ {1, 2, ..., n} (5.4)
π 0

Z 2π
1
bk = f (x) sin kx dx, per ogni k ∈ {1, 2, ..., n} (5.5)
π 0

Si ottengono gli stessi coefficienti se integriamo lungo una qualunque altro inter-
vallo di lunghezza uguale al periodo T = 2π.
Per n → +∞ il polinomio sn(x) tende alla serie trigonometrica
+∞
1 X
a0 + (ak cos kx + bk sin kx)
2
k=1

detta serie di Fourier associata alla funzione f e i suoi coefficienti a0, ak , bk , con
k ∈ {1, 2, ...} calcolati mediante le equazioni (5.3), (5.4) e (5.5) sono detti coefficienti
di Fourier di f e scriveremo:
+∞
1 X
f (x) ∼ a0 + (ak cos kx + bk sin kx)
2
k=1

per indicare che la serie a secondo membro è la serie di Fourier associata a f . Si osservi
che il polinomio trigonometrico sn(x) è il termine generale della successione delle somme
parziali della serie di Fourier associata ad f .

sn(x), al crescere di n, approssima sempre meglio la funzione f .


Ma possiamo dire che questa approssimazione migliora sempre fino a poter dire che la
serie di Fourier associata ad essa rappresenta f ? Possiamo dire che ksn − f k −→ 0 ?
n→+∞
La risposta è sı̀ sotto poche condizioni.
Teorema 11. Sia f una funzione di periodo 2π e sia f 2 integrabile in [0, 2π]. Allora:
n
1 X
• sn(x) = a0 + (ak cos kx + bk sin kx) è il polinomio trigonometrico tra tutti i
2
k=1
polinomi trigonometrici p(x) di grado minore o uguale a n che rende minimo lo scarto
quadratico medio
Z 2π 1/2
En = kf − pk = |f (x) − p(x)|2dx con a0, ak , bk i coefficienti di Fourier di
0
f,

• vale l’ uguaglianza di Parseval


Z 2π  2 Xn 
a
kf k2 = f 2(x) dx = π 0 + (a2k + b2k ) (5.6)
0 2
k=1

(in particolare la serie a secondo membro è convergente!)

• lo scarto quadratico medio minimo tende a zero, cioè


Z 2π
kf − snk2 = [f (x) − sn(x)]2 dx −→ 0 (5.7)
0 n→+∞
ovvero la successione (sn) tende a f in media quadratica.
Dunque se f è una funzione di periodo 2π con f 2 integrabile in [0, 2π], la funzione f è
sviluppabile in media quadratica e quindi f si può ottenere come somma della sua serie
di Fourier, con questa convergenza.

TUTTAVIA CIÒ NON VUOL DIRE che valga la convergenza puntuale, cioè che per
ogni x0 nel dominio di f il valore f (x0) sia uguale alla somma della serie numerica
1
P+∞
2 a0 + k=1 (ak cos kx0 + bk sin kx0 ), in generale, infatti,

+∞
1 X
f (x0) 6= a0 + (ak cos kx0 + bk sin kx0).
2
k=1

Vedremo più avanti che ciò si può affermare se valgono ipotesi aggiuntive.

Corollario 12 (Corollario di Riemann-Lebesgue).


Z 2π Z 2π
f (x) sin kx dx −→ 0, e f (x) cos kx dx −→ 0;
0 k→+∞ 0 k→+∞
quindi i coefficienti ak e bk tendono a zero.
Esempio 13. Sia A > 0. Consideriamo l’ onda quadra ottenuta prolungando
periodicamente la funzione

A per 0 < x < π


f (x) =

 −A per −π < x < 0

Figura 5.5: Grafico dell’onda quadra con A = 3


Calcoliamo i coefficienti di Fourier della serie associata al prolungamento periodico di f ,
poiché la funzione è dispari integriamo sull’intervallo [−π, π] perché ciò ci agevolerà nei calcoli:
Z π
1
a0 = A sgn(x) dx = 0, l’integrale di una funzione dispari su un dominio simmetrico rispetto all’origine è nullo
π −π | {z }
dispari

Z π
1
ak = A sgn(x) cos kx dx = 0, l’integrale di una funzione dispari su un dominio simmetrico rispetto all’origine è nullo
π −π | {z }
dispari · pari=dispari

Z π Z π
1 2
bk = A sgn(x) sin kx dx = A sin kx dx, l’integrale di una funzione pari su un dominio simmetrico rispet
π −π | {z } π 0
dispari · dispari=pari
all’origine è uguale al doppio di quello su metà intervallo

per ogni k ∈ {1, 2, ..., n}. Proseguendo il calcolo dei coefficienti


Z π " #π (
2A 2A cos kx 2A  k
 0 se k è pari (k = 2n
bk = sin kx dx = − = 1 − (−1) = 4A
π 0 π k kπ (2n+1)π se k è dispari (k =
0
Pertanto:
+∞
X 4A
f (x) ∼ sin((2n + 1)x)
n=0
(2n + 1)π
Si osservi:

Figura 5.6

in verde il grafico dell’onda quadra,


in rosa il grafico della somma parziale per n = 2 s2(x) della serie di Fourier associata all’onda
quadra e

in blu il grafico della somma parziale per n = 6 s6(x) della serie di Fourier associata all’onda
quadra
ingrandendo: osserviamo come vicino x = 0 la differenza tra i vaolri della f (x) (in verde)

Figura 5.7

e quelli di s6(x) (in blu) è grande in modulo, quindi anche lo scarto quadratico E6(x) lo
sarà. Tale differenza (e anche lo scarto quadratico) si riduce allontanandosi dall’origine e
avvicinandosi a x = π2 .
5.4 Coefficienti di Fourier di funzioni pari o dispari

Sia f (x) una funzione 2π-periodica. A seconda che la funzione sia pari o dispari le formule
(5.3), (5.4) e (5.5) e il calcolo dei coefficienti di Fourier è più facile.

Se f (x) è pari la serie di Fourier è di soli coseni

Z π
2
ak = f (x) cos kx dx, per ogni k ∈ {0, 1, 2, ..., n} (5.8)
π 0

bk = 0 per ogni k ∈ {1, 2, ..., n} (5.9)


Se f (x) è dispari la serie di Fourier è di soli seni

ak = 0 per ogni k ∈ {0, 1, 2, ..., n} (5.10)

Z π
2
bk = f (x) sin kx dx, per ogni k ∈ {1, 2, ..., n} (5.11)
π 0
5.5 Coefficienti di Fourier per funzioni di periodo qualsiasi

Sia adesso f una funzione definita su tutto R, periodica di periodo T (non necessariamente
2π). Essa può essere vista come un prolungamento periodico di una funzione definita
sull’intervallo [0, T [ di lunghezza T , appunto.
Esempio 14. Consideriamo la funzione mantissa f ](x) = x − bxc
dove con bxc indichiamo la parte intera di x: b3, 17c = 3, b53, 64c = 53

Essa può esser vista come il prolungamento periodico della funzione f (x) = x per x ∈
[0, 1[:
Se vogliamo scrivere la serie di Fourier associata a f mediante funzioni seno e coseno
periodiche di T dovremo usare:
  
2πkx 2πkx
sin e cos , con k ∈ {1, 2, ...}.
T T
Naturalmente il Teorema 10 diventa:
2πkx 2πkx
 
Teorema 15. Le funzioni trigonometriche sin T e cos T per k ∈ {0, 1, 2, ...} soddisfano le seguenti relazioni
integrali:
Z T   Z T       r
2πkx 2πkx T sin 2πkx = cos 2πkx = T ,
cos2

a) sin dx = dx = per ogni k 6= 0 ⇒
0 T 0 T 2 T T 2
per ogni k 6= 0
Z T     Z T    
2πkx 2πhx 2πkx 2πhx
b) sin sin dx = cos cos dx = 0 per ogni k 6= h
0 T T 0 T T
Z T    
2πkx 2πhx
c) sin cos dx = 0 per ogni h, k ∈ N
0 T T

Riassumendo:
2πkx
, cos 2πhx
 
Il prodotto di due funzioni qualsiasi e diverse tra quelle dell’insieme {sin T T }h,k∈N
2πkx

è nullo su un intervallo che è lungo quanto il periodo T , invece il quadrato di sin T e
!
2πhx
 T
di cos T ha integrale uguale alla metà della lunghezza del periodo ad eccezione
2
di 1, (cioè cos 0x = 1, cioè h =q0) che ha integrale uguale al periodo T , quindi la norma
√ RT
di 1 in questo spazio è T = 0 1dx.
Le formule (5.3), (5.4) e (5.5) diventano:

2 T
Z
a0 = f (x) dx (5.12)
T 0

Z T  
2 2πkx
ak = f (x) cos dx, per ogni k ∈ {1, 2, ..., n} (5.13)
T 0 T

Z T  
2 2πkx
bk = f (x) sin dx, per ogni k ∈ {1, 2, ..., n} (5.14)
T 0 T
e si ha:
+∞    
a0 X 2πkx 2πkx
f (x) ∼ + ak cos + bk sin
2 T T
k=1
la serie di Fourier associata alla funzione f contiene solo funzioni periodiche di periodo
T.
Esempio 16. Calcoliamo i coefficienti di Fourier della funzione mantissa dell’Esempio
14.
Ricordiamo che sull’intervallo [0, 1[ la funzione vale f (x) = x. Allora i coefficienti di
Fourier su [0, 1[ sono:
Z 1 Z 1 h i1
a0 = 2 f (x) dx = 2 x dx = x2 = 1
0 0 0

Z 1 Z 1  1
cos (2πkx)
ak = 2 f (x) cos (2πkx) dx = 2 x cos (2πkx) dx = · · · = 2 = 0, per ogn
0 0 2kπ 0

( 1)
Z 1 Z 1  
1 sin(2πkx)
bk = 2 f (x) sin (2πkx) dx = 2 x sin(2πkx) dx = · · · = 2 − +
0 0 2kπ (2kπ)2 0
e si ha che la serie di Fourier associata alla funzione f (x) = x su [0, 1[ è:
+∞
1 1 X sin(2πkx)
f (x) ∼ − .
2 π k
k=1
Figura 5.8

Nella Figura 5.8 si vede in nero il grafico della funzione mantissa e in rosso la somma
parziale per n = 6 s6(x) della serie di Fourier ad essa associata: lo scarto quadratico tra
f (x) e s6(x) è piccolo (e sappiamo che tende a zero per n → +∞, Teorema 11).
5.6 Convergenza puntuale della serie di Fourier

A pagina 27 avevamo osservato che affinché per ogni x0 nel dominio di f il valore f (x0) sia
1
P+∞
uguale alla somma della serie numerica 2 a0 + k=1(ak cos kx0 + bk sin kx0) è necessario
aggiungere delle condizioni aggiuntive.
Definizione 5.6.1. Una funzione f : [a, b] → R è detta monotòna a tratti se
l’intervallo [a, b] si può decomporre in un numero finito di intervalli su ciascuno dei quali
la funzione è crescente o decrescente.

Figura 5.9: Anche se la funzione non è monotona su tutto [−1, +1] lo è sugli intervalli [−1, 0] e su [0, +1]

Naturalmente, se f è monotona su [0, T ] ⇒ f è monotona a tratti su [0, T ].


Teorema 17 (di convergenza puntuale della serie di Fourier). Sia f : [0, T ] →
R limitata in [0, T ] e monotona a tratti, dunque in particolare,

1. f è integrabile (e quindi i coefficienti di Fourier ak e bk sono ben definiti)



2. esistono lim f (x) = f (x+
0 ) per x0 ∈ [0, T [ e lim f (x) = f (x0 ) per x0 ∈]0, T ].
x→x+
0 x→x−
0

Allora, la serie di Fourier associata a f converge in ogni x0 ∈]0, T [ alla semisomma dei
limiti destro e sinistro in x0:
+∞ −
1 X f (x+
0 ) + f (x 0)
a0 + (ak cos kx0 + bk sin kx0) =
2 2
k=1

e in x0 = 0 e in x0 = T converge a
+∞
1 X f (0+) + f (T −)
a0 + (ak cos kx0 + bk sin kx0) = .
2 2
k=1

In particolare, in ogni punto x0 ∈]0, T [ in cui f è continua la serie di Fourier associata a


f converge a f (x):
+∞
1 X
a0 + (ak cos kx0 + bk sin kx0) = f (x0)
2
k=1

e in x0 = 0 e in x0 = T ciò è vero solo se vale la condizione di raccordo f (0) = f (T ).


Esempio 18.
Sia f (x) = ex su [0, 2π].
La funzione è limitata, monotona e continua su [0, 2π].
Per il Teorema 17 la serie di Fourier associata a f (x) = ex

• converge puntualmente per ogni x0 ∈]0, 2π[ a f (x0) = ex0 ;

• Poiché non vale la condizione di raccordo (f (0) = e0 = 1 6= e2π = f (2π)) nei punti
x0 = 0 e x0 = T la serie di Fourier associata a f (x) = ex converge alla semisomma
f (0) + f (2π) 1 + e2π
=
2 2
Calcoliamo i coefficienti di Fourier della serie associata a f :
1 2π x 1  x2π e2π − 1
Z
a0 = e dx = e 0 =
π 0 π π


1 e2π − 1
Z
1 x
ak = e cos kx dx = · · · = 2
, per ogni k ∈ {1, 2, ..., n}
π 0 π 1+k


k 1 − e2π
Z
1 x
bk = e sin kx dx = · · · = , per ogni k ∈ {1, 2, ..., n}
π 0 π 1 + k2
per cui la serie di Fourier associata a f (x) = ex è
+∞
e2π − 1 X 1 e2π − 1 k 1 − e2π
+ cos kx + sin kx. (5.15)
2π π 1 + k2 π 1 + k2
k=1
Per ciò che abbiamo già detto, ad esempio, in x = 1 ∈]0, 2π[
+∞
1 e2π − 1 X 1 e2π − 1 k 1 − e2π
e=e = + 2
cos k + 2
sin k
2π π 1+k π 1+k
k=1

e in x = 0 la serie non converge puntualemnte, ma congerge alla semisomma di f (0) e


f (2π)
+∞
1 + e2π e2π − 1 X 1 e2π − 1
= + 2
.
2 2π π 1+k
k=1
5.7 Derivabilità termine a termine di una serie di Fourier

Anche se la serie di Fourier associata a f converge puntualmente a f non è detto che


però essa si possa derivare termine a termine.
Abbiamo già visto una condizione per i coefficienti della serie (cfr. pag ):
+∞
X +∞
X
se |kak | e |kbk | convergono ⇒ la serie di Fourier associata a f e la serie derivata conve
k=1 k=1

quindi la serie di Fourier associata a f si può derivare termine a termine. Questa condi-
zione è sui coefficienti di Fourier; esistono condizioni sulla f affinché la sua serie di Fourier
si possa derivare termine a termine.
Definizione 5.7.1. Una funzione f : [a, b[→ R è detta continua a tratti in [a, b[ se
è continua in [a, b[ tranne che in un numero finito di punti x1, x2, . . . xN nei quali esistono
finiti il limite destro e sinistro:

lim f (x) = f (x+
i ) e lim f (x) = f (x i )
x→x+
i x→x−
i

Figura 5.10: La funzione non è continua nel punto x = 0 in cui, però, esistono finiti i limiti destro e sinistro
Definizione 5.7.2. Una funzione f : [a, b[] → R è detta regolare a tratti in [a, b[
se è derivabile in [a, b[ tranne che nei punti x1, x2, . . . xN in cui non è continua e anche in
un altro numero finito di punti z1, z2, ..., zM e se la derivata f 0 è continua (dove esiste) e
limitata.

Figura 5.11: La funzione non è continua in x = 0 (e quindi neanche derivabile) e non è derivabile in x = 2, da dx la
derivata non è limitata

Naturalmente, le funzioni di classe C 2([0, T ]) sono regolari a tratti!


Teorema 19 (di derivazione termine a termine delle serie di Fourier). Sia
f : [0, T ] → R di classe C 1([0, T ]) con f 0 regolare a tratti e tale che f (0) = f (T )
(condizione di raccordo). Allora, la serie di Fourier associata a f si può derivare termine
a termine in ogni intervallo [a, b] ⊂]0, T [.
Se poi anche f 0(0) = f 0(T ) la serie di Fourier associata a f si può derivare termine a
termine in tutto [0, T ].

Osservazione 20. In particolare, se f ∈ C 2([0, T ]) e f (0) = f (T ) allora la serie di


Fourier associata a f si può derivare termine a termine in ogni intervallo [a, b] ⊂]0, T [.

Osservazione 21. big Senza la condizione di raccordo su f NON si può derivare termine
a termine:
affinchè la serie associata a f
+∞
1 X
a0 + (ak cos kx + bk sin kx)
2
k=1
sia derivabile a termine, i coefficienti della serie delle derivate devono valere
2kπ 2kπ
a0k = bk e b0k =− ak .
T T
Calcoliamo adesso tali coefficienti in modo diretto:
Z T    
0 2 0 2kπ 2   2kπ
ak = f (x) cos x dx = · · · = f (T ) − f (0) + bk , per ogni k ∈ {1, 2,
T 0 T T T

Z T  
2 2kπ 2kπ
b0k = 0
f (x) sin x dx = · · · = − ak , per ogni k ∈ {1, 2, ..., n}
T 0 T T
pertanto SOLO SE vale la condizione di raccordo f (0) = f (T ) la serie di Fourier di f 0
+∞    
X 2kπ 2kπ
a0k cos x + b0k sin x
T T
k=1
coincide con la derivata termine a termine della serie di Fourier di f :
+∞    
X 2kπ 2kπ 2kπ 2kπ
bk cos x − ak sin x .
T T T T
k=1
Esempio 22. Riprendiamo dall’Esempio 18, la serie (5.15)
+∞
e2π − 1 X 1 e2π − 1 k 1 − e2π
+ 2
cos kx + 2
sin kx
2π π 1+k π 1+k
k=1

associata alla funzione f (x) = ex su [0, 2π] NON PUÒ essere derivata termine a termine
infatti non vale la condizione di raccordo f (0) = 1 6= e2π = f (2π).
Figura 5.12: In verde il grafico di ex , in rosso il grafico di s5 (x) e in grigio la retta x = 2π. Si osservi la diversa scala
sugli assi.

Il grafico mostra come la massima differenza tra i grafici di f (x) = ex e la somma parziale s5 (x) della serie di Fourier

associata a f si ha agli estremi dell’intervallo [0, 2π]. Ciò è dovuto proprio al fatto che la funzione f (x) non soddisfa la

condizione di raccordo f (0) = f (2π), mentre la sua serie di Fourier sı̀.

La serie di Fourier non può convergere totalmente altrimenti rappresenterebbe una fun-
zione continua su R, mentre il prolungamento periodico f ] della funzione base f (x) = ex
su [0, 2π[ è discontinua in tutti i punti del tipo x = 2kπ, k ∈ Z.
Esempio 23. Riprendiamo gli Esempi 14 e 16. Il prolungamento periodico f ](x) =
x − bxc a tutto R della funzione f (x) = x, x ∈ [0, 1[. La funzione f è limitata in [0, 1],
monotona a tratti e continua. Per il Teorema 17, la serie di Fourier associata a f converge
puntualmente in tutti i punti di x0 ∈]0, 1[ a:
+∞
1 1 X sin(2πkx0)
f (x0) = −
2 π k
k=1

e invece sia in x0 = 0 sia in x0 = T converge alla semisomma dei valori nei due punti:
f (0)+f (T )
2 = 12 .
Come si vede, già la somma parziale s6(x) della serie di Fourier associata a f ] è molto
vicina ai valori di f ] in ]0, 1[ e se ne discosta agli estemi dell’intervallo [0, 1] dove invece
1
converge alla media 2 dei valori di f nei due estremi. Il Teorema 19 non vale e la serie di
Fourier di f ] non è derivabile termine a termine perché non vale la condizione di raccordo,
infatti f (0) = 0 6= 1 = f (1).
1
Figura 5.13: In rosso il grafico di s6 (x) e in nero f ] e in viola la retta y = 2

Esempio 24 (di funzione periodica puntualmente convergente in un intervallo lungo un


periodo).
Consideriamo il prolungamento periodico f ] a tutto R della funzione f (x) = x2 definita
su [−π, pi]. Sappiamo che f ∈ C 2([−π, pi]) quindi, in particolare è limitata, monotona
a tratti e inoltre soddisfa la condizione di raccordo: f (−π) = f (π) = π 2, dunque, per il
teorema di convergenza puntuale (Teorema 17) la serie di Fourier associata a f converge a
f (x) in tutto l’intervallo [−π, pi] a f . Calcoliamo i suoi coefficienti di Fourier, ricordando
che f è pari avremo una serie di soli coseni, dunque già sappiamo che bk = 0 per ogni
k ∈ {1, 2, ...}; calcoliamo gli altri coefficienti come a pag. 34 :
2 π 2 2 h x3 iπ 2π 2
Z
a0 = x dx = =
π 0 π 3 0 3
e, integrando per parti, per ogni k ∈ {1, 2, ..., n} si ha:
Z π (  π )
2 2 2 −2π cos(kx) 2 sin kx 4 k 4
ak = x cos kx dx = · · · = − + = 2 cos(kπ) = (−1) 2 .
π 0 πk k k k 0 k k

La serie di Fourier associata a f ] è


+∞
π2 X k 4
+ (−1) 2 cos kx, per ognix ∈ [−π, π]
3 k
k=1
e dunque
+∞
2 π2 X k 4
x = + (−1) 2 cos kx, per ogni x ∈ [−π, π]. (5.16)
3 k
k=1
Per il Teorema 19, la serie di Fourier è derivabile termine a termine in ogni intervallo

(a) In rosso f ] , in verde la somma parziale s5 (x) (b) Particolare: in verde s5 (x) e in blu s6 (x)

Figura 5.14: Si noti come la massima imprecisione di ha agli estremi dell’intervallo ] − π, π[.

chiuso [a, b] ⊂] − π, π[ e NON in tutto [−π, π] perché non vale la condizione di raccordo
per la derivata prima f 0(x) = 2x: f 0(−π) = −2π 6= 2π = f 0(π) per cui la serie di Fourier
associata a f non può derivarsi termine a termine nei punti x = ±π.

Dalla (24) possiamo ricavare la somma di serie numeriche particolari:


+∞ +∞
π2 X k 4
X (−1)k π2
per x = 0: 0= + (−1) 2 ⇒ =−
3 k k2 12
k=1 k=1
+∞ +∞
π2 X k 4
X 1 π2
per x = π: 0= + (−1) 2 (−1)k ⇒ =− (serie armonica
3 k k2 6
k=1 k=1
con α = 2)

Derivando termine a termine la serie (24) per ogni x ∈] − π, π[ si ha:


+∞
X 4
2x = (−1)k 2
(−k sin kx)
k
k=1

da cui
+∞
X 1
x = −2 (−1)k sin kx
k
k=1
otteniamo cosı̀ lo sviluppo in serie di Fourier della funzione g(x) = x in ] − π, π[. Come si
intuisce dal grafico, la serie di Fourier di h(x) = 2x non converge alla serie delle derivate
nei punti x = ±π.
Figura 5.15: In rosso il grafico di f 0 (x) = 2x e in blu la somma parziale s6 (x) della serie derivata termine a termine

5.8 Sviluppo in serie di seni o in serie di coseni. Prolungamenti pari o


dispari.

Sia f (x) definita su un intervallo [0, T ]. Possiamo definire un prolungamento di f (x) a


[−T, T ] e poi a tutto R in diversi modi. Vedremo:

• prolungamento periodico pari

• prolungamento periodico dispari.


5.8.1 Prolungamento periodico pari

Consideriamo

 f (x)

 se x ∈ [0, T ]
fe(x) = riflessione pari della funzione f

 f (−x) se x ∈ [−T, 0]

Essa può essere prolungata su tutto R come funzione 2T -periodica. La funzione che si
ottiene è anch’essa pari e, similmente a pag. 34, i suoi coefficienti sono:
Z T ! Z T  
1 kπ 2 kπ
ak = fe(x) cos x dx = f (x) cos x dx, ∀k ∈ {0, 1, 2, ..., n
T
|{z} −T T
|{z} T 0 T
metà periodo di fe 2kπ
2T
!
Z T
1 kπ
bk = fe(x) sin x dx = 0 per ogni k ∈ {1, 2, ..., n}(integrando dispari su un intervallo simmetrico
T −T T
Il prolungamento pari fe di f è una funzione continua in x = 0 e soddisfa sempre la
condizione di raccordo fe(−T ) = fe(T ), proprio perché è pari. Se la serie di Fourier
associata a fe converge a fe, essa è una serie di soli coseni, che, in [0, T ] rappresenta in
particolare f .
Questo è un metodo per sviluppare una funzione definita in un intervallo qualsiasi in serie
di soli coseni anziché serie di serie di seni e coseni.

5.8.2 Prolungamento periodico dispari

Consideriamo

 f (x)

 se x ∈ [0, T ]
f ](x) = riflessione pari della funzione f

 −f (−x) se x ∈ [−T, 0]

Essa può essere prolungata su tutto R come funzione 2T -periodica. La funzione che si
ottiene è anch’essa dispari e, similmente a pag. 34, i suoi coefficienti sono:
Z T  
1 ] kπ
ak = f (x) cos x dx = 0 per ogni k ∈ {0, 1, 2, ..., n} (5.17)
T −T T

Z T   Z T  
1 ] kπ 2 kπ
bk = f (x) sin x dx = f (x) sin x dx, per ogni k ∈ {1, 2, ..., n}
T −T T T 0 T
(5.18)

Il prolungamento dispari f ] di f è una funzione continua in x = 0 SOLO SE f (x) = 0 e


soddisfa la condizione di raccordo solo se f (T ) = 0. Se la serie di Fourier associata a f ]
converge a f ], essa è una serie di soli seni, che, in [0, T ] rappresenta in particolare f .
Questo è un metodo per sviluppare una funzione definita in un intervallo qualsiasi in serie
di soli seni anziché serie di serie di seni e coseni.
Esempio 25. Nell’Esercizio 18 abbiamo già visto come si sviluppa ex su [0, 2π] in serie
di seni e coseni (cfr. (5.15)).
Qui vogliamo svilupparla su [0, 2π] in seni di soli seni.

• operiamo una riflessione dispari di ex in [−2π, 2π]

• prolunghiamo per periodicità ottenendo f ]. Calcoliamo i coefficienti di Fourier asso-


ciati a f ].

ak = 0 per ogni k ∈ {0, 1, 2, ..., n} (5.19)

!
2π 2π
2k 1 − e2π (−1)k
Z   Z  
2 x kπ 1 x k
bk = e sin x dx = e sin x dx = · · · = 2
, per o
2π 0 2π π 0 2 π 4+k
(5.20)
da cui: !
+∞ 2π k
 
x
X 2k 1 − e (−1) k
e ∼ sin x
π 4 + k2 2
k=1

Esercizio 26. Sviluppare f (x) = ex su [0, 2π] in seni di soli coseni.


5.9 Forma esponenziale complessa delle serie di Fourier

Si dice serie di Fourier nel campo complesso una serie del tipo:
+∞
X
cneinx con cn ∈ C e einx = cos nx + i sin nx.
n=−∞
P+∞ P0 P+∞
Se la serie n=−∞ |cn |
è convergente (cioè se n=−∞ |cn| e n=0 |cn| sono convergenti
P+∞
entrambe) allora la serie n=−∞ cneinx converge assolutamente.

Se f (x) è la sua somma 2π-periodica, si ha:


+∞
X
f (x) = cneinx (5.21)
n=−∞
Moltiplicando ambo i membri della (5.21) per e−imx e integrando su [−π, π] si ottiene:
Z π Z π +∞
X Z π +∞
X
f (x)e−imx dx = cneinx e−imx dx = cn einx e−imx dx = 2πcn
−π −π n=−∞ −π n=−∞

(solo uno dei prodotti non è nullo: per m = n) da cui


Z π
1
cn = f (x)e−inx dx.
2π −π

+∞ +∞
X
inx 1 X
La scrittura di f (x) = cne anziché f (x) = a0 + (ak cos kx + bk sin kx) è
n=−∞
2
k=1
più compatta e si può passare dalla forma trigonometrica all’esponenziale e viceversa
mediante le formule:
a0 1 1
c0 = , cn = (an − ibn), c−n = (an + ibn), con n ≥ 1
2 2 2
e
a0 = 2c0, an = cn + c−n, bn = i(cn − c−n), con n ≥ 1.

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