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I reati contro la Pubblica Amministrazione
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I REATI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
1 Cos’è il diritto penale?
Il diritto penale è il ramo del diritto pubblico che si occupa di garantire la pacifica convivenza tra
le persone: a tale scopo, l’ordinamento pone dei limiti ai comportamenti degli individui e ne
garantisce il rispetto attraverso la previsione di una sanzione.
Il diritto penale, dunque, racchiude l’insieme delle norme che disciplinano i fatti costituenti
reato, cioè quegli eventi derivanti da comportamenti degli individui, che devono essere oggetto di
prevenzione e repressione perché costituiscono un rischio per la società. Tuttavia, attraverso la
norma penale non vengono tutelati tutti i beni giuridici, ma solo quei beni cui la collettività riconosce
particolare valore. Ad esempio, sono beni giuridici protetti la vita, la salute, il buon andamento della
P.A.
I reati contro la pubblica amministrazione, in particolare, sono costituiti da tutti quei fatti che
impediscono, ostacolano o turbano il regolare svolgimento dell’attività amministrativa, legislativa e
giudiziaria dello Stato, nonché dell’attività amministrativa degli enti pubblici. In particolare, tali reati
pregiudicano il buon andamento e l’imparzialità della P.A., cioè i criteri fondamentali cui
l’amministrazione deve uniformarsi.
Le norme sui reati contro la P.A. sono contenute nel Codice penale, che disciplina sia i delitti
contro la pubblica amministrazione (Libro II, Titolo II, Capi I e II), sia le contravvenzioni (Libro
III).
È necessario a questo punto spiegare cos’è un reato.
Il diritto penale, come anticipato, si occupa dei reati. Il reato è un fatto umano cui la legge connette
una sanzione penale. Nell’ambito del diritto penale, una prima fondamentale distinzione è quella
relativa ai reati che, in base alla sanzione, vengono distinti tra:
− delitti, la cui pena è la reclusione o la multa;
− contravvenzioni, la cui pena è l’arresto o l’ammenda.
Tale distinzione è fondamentale anche per lo studio dei reati contro la P.A. poiché il Codice
prevede espressamente sia delitti (esempio, peculato, concussione), sia contravvenzioni (esempio,
inosservanza dei provvedimenti dell’autorità).
Nell’ambito dei reati contro la P.A., viene in rilievo la distinzione tra reato proprio e reato comune.
Per comprenderne la differenza è necessario osservare che il reato vede coinvolti almeno due soggetti:
− il soggetto attivo, cioè colui il quale realizza un fatto penalmente illecito;
− il soggetto passivo, ossia il soggetto titolare dell’interesse tutelato dall’ordinamento (ad
esempio, il soggetto passivo nel reato di omicidio è l’assassinato).
Ancora, in relazione al soggetto attivo, il reato può essere:
− proprio, quando può essere commesso solo da chi riveste una particolare qualifica o posizione
(ad esempio, il pubblico ufficiale o il beneficiario di particolari finanziamenti);
− comune, quando può essere commesso da chiunque.
La suddetta distinzione assume una particolare rilevanza perché spesso i reati contro la P.A.
richiedono una specifica qualifica del soggetto attivo, che deve essere un soggetto con mansioni di
pubblico interesse (pubblico ufficiale, incaricato di pubblico servizio o persana esercente un servizio
di pubblica necessità) o un soggetto comunque qualificato (ad esempio, il beneficiario di particolari
finanziamenti).
Affinchè il soggetto attivo possa essere sottoposto alla sanzione prevista dall’ordinamento, è
necessario che egli abbia commesso il reato con coscienza e volontà: l’ordinamento richiede
l’elemento soggettivo della colpevolezza.
Il normale criterio di imputazione soggettiva è il dolo, cioè la volontà di porre in essere un
determinato risultato (ad esempio, sparare volendo cagionare la morte di un altro soggetto).
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Altri criteri di imputazione sono la colpa, che si ha quando l’evento è previsto ma non voluto, e la
preterintenzione, che si verifica quando dall’azione o omissione deriva un evento dannoso più grave
di quello voluto (ad esempio, quando da un’aggressione deriva la morte del soggetto che, però, non
era voluta dal soggetto attivo).
Infine, quanto al bene giuridico protetto, ossia l’oggetto del reato, possiamo distinguere tra:
− reati mono-offensivi
− reati plurioffensivi.
Infatti, il bene giuridico può essere sia materiale (ad esempio, il patrimonio) sia immateriale (ad
esempio, il buon andamento della P.A.). Bisogna tenere ben presente che ogni reato può offendere un
solo bene giuridico (ad esempio, l’omicidio offende solo la vita) o più beni giuridici
contemporaneamente (ad esempio, la rapina offende sia il patrimonio che la libertà personale): nel
primo caso il reato sarà mono-offensivo; nel secondo caso, invece, il reato sarà plurioffensivo.
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