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IL PECULATO
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I delitti di peculato (CASO A: il segretario del CNEN impiega i fondi dellente per fini estranei
a quelli dellente; CASO B: un messo comunale usa momentaneamente 15mln, ricevuti nella sua
qualit a titolo di pagamento dellIva, e li restituisce subito dopo alle amministrazioni destinatarie;
CASO C: un ufficiale giudiziario omette di versare le somme riscosse dai privati a titolo dimposta
di bollo; CASO D: il curatore di un fallimento si appropria di somme di denaro incassate
nellesercizio delle sue funzioni e non depositate ai sensi della legge fallimentare).
Rispetto al bene protetto la dottrina dominante ritiene che il peculato sia un esempio
di reato plurioffensivo in quanto lede non solo il regolare funzionamento della P.A.
ma anche e soprattutto gli interessi patrimoniali di questultima.
La dottrina minoritaria ,invece, ritiene che il peculato non sia un reato plurioffensivo
poich linteresse tutelato esclusivamente quello concernente il buon andamento
della P.A. Anche la giurisprudenza ha fatto leva sulla plurioffensivit del reato di
peculato: ci vuol dire che anche laddove non vi sia un danno patrimoniale,il reato
sussiste comunque perch viene leso il buon andamento(leso perch il pubblico
funzionario, disponendo arbitrariamente della cosa, compie unattivit contraria alle
finalit dellente di appartenenza) della pubblica amministrazione.(Sentenza Corte di
Cassazione 20326 del 2008). Ma la natura plurioffensiva del reato non stata sempre
univocamente seguita, c stata una giurisprudenza minoritaria che invece ha
disatteso tale natura presupponendo che comunque le condotte di peculato devono
sempre ledere un valore economicamente valutabile.
IL PECULATO un reato proprio non esclusivo (in quanto per essere realizzato c
bisogno della qualifica di P.U. o dellincaricato di pubblico servizio ma qualora si
verifichi senza tale qualifica soggettiva diventa reato comune di appropriazione
indebita).
LA CONDOTTA INCRIMINATA
La condotta incriminata lappropriazione del denaro o di altra cosa mobile altrui.
Lappropriazione eravvisabile nel comportamento di chi fa propria una cosa altrui,
comportandosi uti dominus (come se fosse proprietario) nei suoi confronti;
necessario che lagente operi lINTERVERSIO POSSESSIONIS(interversione del
possesso) interrompendo la relazione funzionale che esiste tra il bene e il legittimo
proprietario. Ci che importa sono i due momenti fondamentali:
1)lespropriazione del bene dal legittimo proprietario;
2)limpropriazione da parte dellagente(creazione della signoria di fatto tra il soggetto
attivo del peculato e la cosa stessa);
Alcuni giuristi hanno erroneamente affermato che le condotte di distrazione realizzate
a profitto proprio (es. il medico ospedaliero che utilizza le attrezzature del proprio
reparto per pazienti privati, dai quali percepisce un compenso) devono essere
equiparate a quelle di appropriazione ai sensi dell art. 314cp in quanto evidenziano
lo stesso disvalore penale. Tale tesi,per, non accolta in quanto significherebbe non
rispettare quanto espresso dalla riforma del1990 ossia di espungere le condotte di
distrazione dallart.314cp e di farle confluire nellart.323cp(abuso di ufficio).
PECULATO DUSO
E caratterizzato dal dolo specifico, e si configura quando il soggetto agisce con
lunico fine di fare un uso momentaneo della cosa.
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Secondo lart. 314 2 CoSi applica la pena della reclusione da 6 mesi a 3 anni
quando il colpevole ha agito al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa, e
questa, dopo luso momentaneo, stata immediatamente restituita.
Si tratta di unipotesi molto vicina al furto duso, anche se la ratio diversa, infatti
mentre nel caso del furto possibile che limpossessamento della cosa sia soltanto
momentaneo, nel caso del peculato la condotta di appropriazione richiede la volont
di acquisizione definitiva della cosa, diretta a privare per sempre la vittima del suo
rapporto con la cosa. Dunque pi che di appropriazione dovrebbe parlarsi di
distrazione e di conseguenza il peculato duso dovrebbe essere abrogato per confluire
nella fattispecie del nuovo delitto di abuso dufficio.
La sentenza n. 21165/2009 della Cassazione VI sezione ha come oggetto il caso
di un dipendente pubblico che utilizza impropriamente il telefono dufficio a scopi
privati(telefonate anche estere);tale sentenza importante perch inizialmente si
pensava si trattasse di peculato duso in quanto luso del telefono era momentaneo e
poi era restituito invece la Cassazione con tale sentenza ha affermato che si trattasse
di Peculato comune perch solo il telefono poteva essere restituito in quanto oggetto
materiale ma non le energie e gli impulsi elettronici occorrenti per le conversazioni
perch erano state dissipate e quindi non pi restituibili.
PECULATO MEDIANTE PROFITTO DELLERRORE ALTRUI
(CASO: un cancellerie si appropria del denaro che un condannato versa a lui per errore, anzich
allufficio del registro, a titolo di pena pecuniaria e spese di giustizia).
ABUSO D UFFICIO
A norma dellart. 323cp: Salvo che il fatto non costituisca un pi grave reato, il P.U
o lIncaricato di un pubblico servizio, che nello svolgimento delle funzioni o del
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DOPPIA INGIUSTIZIA
La c.d. "doppia ingiustizia", un requisito richiesto dal reato di abuso di ufficio
ossia ingiusta deve essere la condotta, e quindi deve esserci violazione di leggi,
regolamenti, ecc. (prima ingiustizia) ma ingiusto deve essere anche il vantaggio o il
danno patrimoniale provocato dallabuso(seconda ingiustizia) .
Quindi, per parlare di doppia ingiustizia occorre una duplice valutazione:
1)stabilire se lingiustizia di tale vantaggio derivi dalla illegittimit del mezzo
utilizzato;
2) stabilire lesistenza della illegittimit della condotta.
Sentenza Cassazione penale sez VI 24ottobre 2002 n.40148 (sentenza GENNARI):
Tale sentenza prende in esame i rapporti tra peculato e abuso dufficio e il transito di
alcune forme di peculato per distrazione nellart323. Infatti distingue quali tipi di
distrazione restano come condotte che integrano il peculato e quali invece
confluiscono nellart323 sullabuso dufficio. Con la riforma del 90, il legislatore
stabilisce che solo la condotta appropriativa integra il reato di peculato e elimina la
condotta distrattiva facendola confluire nellart323 in quanto in questa sussiste il dolo
specifico. A riguardo, il prof. Pagliaro per chiarire il confine tra peculato e abuso
dufficio fa uninterpretazione sistematica dellart314, leggendolo alla stregua
dellart646 sullappropriazione indebita. Infatti L'eliminazione della parola
"distrazione" dall'art. 314 c.p., operata dalla l. 86/90, non ha determinato puramente e
semplicemente il transito di tutte le condotte distrattive effettuate dal pubblico
ufficiale (o incaricato di pubblico servizio) nell'area di rilevanza penale dell'abuso
d'ufficio. Qualora, infatti, mediante distrazione del denaro o della cosa mobile altrui
tali risorse vengano sottratte da una destinazione pubblica ed indirizzate al
soddisfacimento di interessi privati, viene comunque integrato il delitto di peculato.
La condotta distrattiva, invece, pu rilevare come abuso d'ufficio nei casi in cui la
destinazione del bene, mantenga la propria natura pubblica e non vada a favorire
interessi estranei alla P.A.
che rileva che si debba trattare di un atto improcrastinabile che dolosamente il P.U.
omette o rifiuta di compiere e non il requisito della previa richiesta.
Lavverbio INDEBITAMENTE pu essere considerato secondo due accezioni:
1) antigiuridicit espressa:essendo indebit ci che compiuto senza giusta causa
inteso come antigiuridicit espressa in quanto funge da richiamo al giudice ad avere
una particolare attenzione nel controllare se esistono cause di giustificazione. Ma in
tal caso diventa un elemento inutile.
2) antigiuridicit speciale(illiceit speciale): (ossia il comportamento del soggetto
attivo deve essere contrario sia a norme incriminatrici sia a specifiche disposizioni di
carattere extra penale che attraverso quel requisito di antigiuridicit vengono
richiamate.).Quindi contrario a quelle norme che vanno a disciplinare i doveri del
P.U.;questultimo disattende le disposizioni della norma extrapenale.
B) Omissione di atti di ufficio. Questo 2 Co si applica quando non sussistono le
ragioni menzionate al 1 Co ; rispetto a questa ipotesi di omissione di atti dufficio
linteresse prevalente sempre quello del buon andamento della P.A. ma diventa
rilevante anche linteresse del soggetto privato il quale affinch lomissione venga
punita deve effettuare una richiesta in forma scritta, che funziona come una messa in
mora nei confronti del P.U. o dellincaricato di pubblico servizio;dal momento in cui
questa richiesta viene effettuata,nelle modalit descritte dallarticolo 328cp, inizia a
decorrere un termine di 30 giorni entro il quale il P.U. deve compiere latto; scaduto
tale termine questultimo, per evitare la responsabilit penale, pu rispondere per
esporre le ragioni del ritardo. Linteresse tutelato specifico,in quanto linteresse
del privato ad ottenere in maniera tempestiva un atto della P.A. e non linteresse ad
una generica funzione di controllo.
N.B. Nella formulazione del 1930 questa ipotesi non era contemplata pertanto al
cittadino non veniva data questa possibilit.
Se mi rivolgo alla P.A. per ottenere semplici informazioni non si pu punire il P.U.
nonostante ci sia una richiesta in quanto il privato deve effettuare una richiesta x
ottenere un atto rispetto al quale ha un interesse.
Questa norma impone al P.U. un obbligo di agire entro 30gg per gli d anche la
possibilit di esporre le ragioni del ritardo qualora non avesse compilato latto
dufficio infatti, dopo la richiesta del privato,scaduti i 30gg il P.U. non detto che
debba rispondere di omissione in quanto pu rispondere proprio per esporre le ragioni
del suo ritardo. Abbiamo un doppio obbligo a carico del P.U. in quanto si chiede la
compilazione dellatto o comunque,per il principio di trasparenza,di addurre
motivazioni veritiere: se al trentunesimo giorno non avr compiuto il suo dovere
dovr rispondere dinanzi al giudice penale adducendo motivi veritieri e non
pretestuosi,ossia motivi riscontrabili che il giudice pu,non entrando nel
merito,verificare.
??? che cosa succede nel caso in cui al silenzio della P.A. la disciplina amministrativa
attribuisce un termine diverso dai 30gg?????
LA CORRUZIONE
La corruzione non ha subito modifiche di rilievo con la riforma del 1990; infatti tale
riforma ha solo ampliato la portata dei soggetti che possono essere accusati di
corruzione. Si tratta di un reato proprio a concorso necessario (deve essere
necessariamente realizzato da due o pi soggetti) che risponde allo schema
contrattuale (libero incontro delle volont), al contrario della concussione
caratterizzata da uno schema estorsivo in quanto vi costrizione. Infatti, quando vi
parit tra le parti parliamo di corruzione; quando invece lintraneus in una
condizione di superiorit, rispetto allextraneus, parliamo di concussione.
La corruzione consiste in un accordo criminoso (pactum sceleris) tra corrotto e
corruttore, diretto a danneggiare terzi e che ha ad oggetto il mercimonio dellattivit
funzionale della P.A. Essendo la corruzione un accordo vantaggioso per entrambe le
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CORRUZIONE PROPRIA
(CASO A: 3 fratelli candidati al concorso di notaio, contattano un sorvegliante, invitandolo ad
essere pi tollerante; il sorvegliante fa intendere che dietro compenso potr dare un maggiore aiuto;
CASO B: il ministro della difesa Tanassi nel 1970 accetta la promessa di contributi di denaro a
favore di partiti politici da parte di rappresentanti della societ Lockheed, per far vendere allItalia
14 aerei Hercules C130 avvalendosi della propria attivit ed esercitando pressioni sugli organi
competenti).
Lart. 319cp stabilisce che Il pubblico ufficiale che, per omettere o ritardare
(antecedente), o per aver omesso o ritardato (susseguente) un atto del suo ufficio, o
per compiere (antecedente) o aver compiuto (susseguente) un atto contrario ai doveri
dufficio, riceve per s o terzi, denaro o altra utilit, o ne accetta la promessa,
punito con la reclusione da 2 a 5 anni.
Nella corruzione propria, a differenza di quella impropria, oggetto dellaccordo
criminoso il ritardo o lomissione da parte del funzionario di un atto del suo ufficio
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Si nota per che lart. 318cp, menziona espressamente il termine della retribuzione a
connotare il pactum sceleris, che si realizza tra i due soggetti della corruzione; si
richiede, di conseguenza, un rapporto di proporzione tra le due prestazioni, basato su
criteri oggettivi e soggettivi, mentre il reato si esclude nei casi di c.d. munuscula (cio
di effettuazione della prestazione per ragioni di cortesia o amicizia).
Si ricorda, infine, che la retribuzione deve avere a contenuto denaro o altra utilit per
s o per un terzo e concernere un atto dellufficio.
Il dolo consiste nella coscienza e volont di ricevere o di accettare la promessa di una
retribuzione o di dare o promettere la retribuzione per comprare latto dufficio.
CORRUZIONE IMPROPRIA SUSSEGUENTE
prevista dallart.318cp2co Se il p.u. riceve la retribuzione per un atto dufficio da
lui gi compiuto punito con la reclusione fino ad 1 anno . Tale reato pu essere
commesso anche dallincaricato di un pubblico servizio in qualit di pubblico
impiegato. Tale forma di corruzione si distingue da quella antecedente perch,
essendo stato latto dufficio gi compiuto regolarmente senza alcuna interferenza
esterna del corruttore, la condotta criminosa limitata alla ricezione di denaro o altra
utilit (con lesclusione quindi dellaccettazione della promessa). Il legislatore, in tale
ipotesi, punisce soltanto il corrotto e non il corruttore per una scelta di politica
criminale (essendo il diritto penale un diritto frammentario, si puniscono solo quei
comportamenti di particolare gravit): infatti, la condotta del corruttore non vista in
modo cos grave da richiederne la sanzione penale, mentre la condotta del corrotto
vista come un pericolo per i principi di buon andamento e limparzialit della p.a.
Il dolo richiede la consapevolezza di ricevere denaro o altra utilit come retribuzione
per latto compiuto.
Art. 319cpter: Se i fatti indicati negli articoli 318 cp e 319cp sono commessi per
favorire o danneggiare una parte in un processo civile, penale o amministrativo, si
applica la pena della reclusione da 3 a 8 anni. Se dal fatto deriva l'ingiusta
condanna di taluno alla reclusione non superiore a 5anni, la pena della reclusione
da 4 a 12 anni; se deriva l'ingiusta condanna alla reclusione superiore a 5anni o
all'ergastolo, la pena della reclusione da 6 a 20 anni.
Il delitto di corruzione in atti giudiziari con la riforma del90 stato espunto
dallart.319cp ed diventata una fattispecie autonoma formando oggetto
dellart.319cp ter: la sentenza Mills delle Sezioni Unite ha risolto il problema
interpretativo riguardante la configurabilit della corruzione in atti giudiziari
susseguente e la riconducibilit di tale corruzione nellart. 319cp ter e non nellart.
319cp. Il legislatore ha ritenuto di prevederla come fattispecie autonoma per evitare il
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inoltre interdetto per 5 anni dall'esercizio dei pubblici uffici e condannato a risarcire
250.000 euro alla presidenza del consiglio, costituita parte civile. A met novembre
2009 vengono pubblicate le motivazioni della condanna: corruzione in atti giudiziari
"susseguente", desumibile dagli elementi certi evidenzianti la promessa di un
compenso posta in essere in epoca successiva rispetto alle testimonianze di MILLS. Il
25 febbraio 2010 la Corte di cassazione ha annullato per intervenuta prescrizione del
reato la sentenza di condanna; nella stessa sentenza, la Corte riconosce che il reato
stato commesso e che Silvio Berlusconi ha corrotto David Mills. Dopo oltre 13 anni
la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado per prescrizione. Il
problema sorge rispetto alla configurabilit della corruzione susseguente nellart.
319ter infatti se si fosse applicata la norma comune (art318e319) sulla corruzione il
reato in Cassazione sarebbe stato prescritto in quanto la corruzione in atti giudiziari
prevede una pena fino a 8 anni mentre quella comune prevede una pena fino a 5 anni.
Quindi sia applicando la vecchia sia la nuova disciplina della prescrizione la
corruzione in atti giudiziari pi durevole(8 anni +1/4 =10 anni) mentre per la
corruzione comune 6 anni+1/4=7anni e 1/2. La corte di cassazione si pone il
problema di quale indirizzo scegliere: se si applica lindirizzo comune il reato non
ancora prescritto poich si applica lart.319 ter e la prescrizione pi lunga, se invece
applichiamo lindirizzo della sentenza Battistella i termini di prescrizione sarebbero
gi diminuiti; la decisione rimessa alle Sezioni Unite.
Le sez. unite in questa sentenza hanno stabilito che lart.319 ter comprende in s sia
le ipotesi di corruzione antecedente sia quelle di corruzione susseguente; la
dottrina, invece, ha notato che lart.319ter non poteva applicarsi alla corruzione
susseguente in quanto tale art. fa riferimento allipotesi per favorire o danneggiare
e non a quella per aver favorito o danneggiato. Nel 2006 la sentenza Battistella
ribalta lindirizzo prevalente e ritiene non ipotizzabile la corruzione in atti giudiziari
susseguente poich si rinvia alle norme generiche degli art.318e319cp. in quanto la
corruzione in atti giudiziari si qualifica per la sua valenza finalistica verso un risultato
e quindi non compatibile con una situazione di interesse gi soddisfatto come quello
della corruzione susseguente. La sentenza Battistella diceva che se avessimo
applicato lart.319ter cp come se dicesse per aver favorito o aver danneggiato
faremmo una forzatura interpretativa in malam partem in quanto attribuiremmo una
valenza anche causale oltre che finale allespressione per favorire o danneggiare e
ci porterebbe ad un contrasto con il principio di tassativit. Nella corruzione in atti
giudiziari sono equiparate le condotte di corruzione propria e impropria antecedente e
se si ritenesse compresa anche la corruzione susseguente, secondo la sentenza
Battistella, avremmo una disparit di trattamento in quanto nella corruzione
impropria susseguente si punisce solo il corrotto (in tal caso Mills) e non il corruttore
(Mr. B), mentre nella corruzione antecedente sia il corrotto che il corruttore.
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(CASO: per ottenere un parere favorevole alla concessione di una licenza commerciale, Tizio
promette ad un componente della commissione comunale il versamento di una somma di denaro a
favore di un partito politico da indicare).
Art.322cp: chiunque offre o promette denaro od altra utilit non dovuti ad un p.u. o
ad un incaricato di un pubblico servizio che riveste la qualit di pubblico impiegato,
per indurlo a compiere un atto del suo ufficio, soggiace, qualora lofferta o la
promessa non sia accettata, alla pena stabilita nel 1 Co dellart.318cp, ridotta di
un terzo.
Il sistema dei reati di corruzione completato dalla istigazione alla corruzione che
rappresenta una forma anticipata di corruzione. La riforma del 90 ha introdotto due
ulteriori commi in cui configurata listigazione alla corruzione realizzata dal P.U. e
dallincaricato di pubblico servizio con i quali il legislatore ha voluto eliminare ogni
incertezza relativa alla punibilit a titolo di tentativo del soggetto pubblico, che
prende iniziative volte a richiedere al privato un corrispettivo indebito in cambio
delladempimento di atti conformi o contrari ai doveri dufficio.
Riguardo alla condotta incriminata, si distinguono: a)le ipotesi di istigazione alla
corruzione attiva, ove il soggetto attivo il privato che offre o promette denaro o
altra utilit non dovuta per indurre il P.U. a compiere, omettere o ritardare un atto
conforme o contrario ai doveri dufficio; b)i casi di istigazione alla corruzione
passiva ove il soggetto attivo il P.U. che sollecita il privato ad una promessa o
dazione di denaro o altra utilit per le medesime finalit.
Sia lofferta che la promessa devono presentare i caratteri della idoneit e della
seriet, accertati attraverso lesame delle circostanze del caso concreto.
Si ricorda che sebbene non previsto dal codice Rocco possibile configurare un
autonomo reato di istigazione alla corruzione in atti giudiziari.
Riguardo allelemento soggettivo, lo scopo perseguito dal privato di indurre il
soggetto pubblico a compiere un atto conforme o contrario ai doveri di ufficio, si
atteggia a dolo specifico.
N.B.Art.322cp.bis: Le disposizioni degli artt.314cp e 316cp (peculato), da art.317cp a
320cp (concussione, corruzione), art.322cp.3e4 Co (istigazione alla corruzione) si
applicano anche con riguardo ai membri degli organi ed ai funzionari delle CE e di
Stati esteri.
LATTO DISCREZIONALE NEL REATO DI CORRUZIONE
Alla P.A. riconosciuto un ambito di discrezionalit, infatti quando la norma, dopo
aver determinato l'interesse pubblico che si intende perseguire con l'atto
amministrativo, lascia all'amministrazione un margine di manovra, vuoi rispetto ai
modi, o ai tempi, ai mezzi o ai contenuti, allora siamo di fronte ad un atto
discrezionale della pubblica amministrazione ma questa discrezionalit deve essere
esercitata in modo conforme ai principi di imparzialit e buon andamento e nel
rispetto del bilanciamento di interessi. Quando questi principi non sono rispettati e
questa discrezionalit finalizzata a favorire qualcuno allora si parla di corruzione
propria. Pertanto si ha corruzione propria tutte le volte in cui la discrezionalit viene
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LA CONCUSSIONE
(CASO A: un collocatore comunale si rifiuta di avviare al lavoro un operaio se non dietro il
pagamento di una somma di denaro; CASO B: il proprietario di un albergo denuncia ai carabinieri
di aver ricevuto richiesta di versamento di una somma di denaro da parte di un brigadiere della
guardia di finanza impegnato in una verifica fiscale nei suoi confronti e di aver simulato di accettare
col proposito di denunciare i fatti).
Nella concussione il P.U. non abusa dellufficio ma dei suoi poteri o delle sue qualit
nei confronti di un altro soggetto(prima della riforma del90 si parlava di funzioni e
qualit e non di poteri). La concussione caratterizzata da uno schema estorsivo in
quanto vi costrizione, al contrario della corruzione che,invece, che risponde allo
schema contrattuale (libero incontro delle volont. Se parliamo di concussione
parliamo di un abuso delle qualit e dei poteri e quindi colui che abusa non si mette
su un piano di parit rispetto al suo interlocutore (che quindi in situazione di
minorit) come invece avviene nella corruzione dove c un patto paritario.
La condotta incriminata d luogo a due forme alternative di concussione:
a)Concussione per costrizione: il P.U. deve costringere il soggetto passivo.
Costringere vuol dire esercitare con violenza o minaccia una pressione su una
persona, in modo da alterare il processo formativo della sua volont cio obbligare
altri a tenere un comportamento che altrimenti non sarebbe tenuto. La minaccia deve
essere seria ed idonea ad esercitare una ingiustificata pressione sul soggetto.
b)Concussione per induzione (o implicita): indurre significa spingere ad un certo
comportamento, condizionare altri in modo determinante verso una scelta . La
induzione pu essere compiuta , ad esempio , quando il pubblico ufficiale, abusando
delle sue qualit o delle sue funzioni , provochi nel privato un errore, in base al quale
il privato crede di dovere alla pubblica amministrazione il denaro o laltra utilit.
Sia la costrizione sia linduzione devono essere realizzate con abuso della qualit o
dei poteri di P.U. o Incaricato di un pubblico servizio.
Nello schema della concussione, il soggetto concusso il privato, mentre il soggetto
passivo in senso proprio (e cio il titolare del bene protetto) la P.A.
La condotta del soggetto concusso(privato), consiste in una dazione (la quale implica
il passaggio di un bene dalla sfera di disponibilit di un soggetto a quella di un altro)
o in una promessa (cio la manifestazione di un impegno, fatta in qualsiasi modo,
anche non scritta ma comunque credibile, ad effettuare in futuro la prestazione).
Oggetto della dazione o della promessa il denaro o altra utilit.
Infine la dazione o promessa deve essere indebita, cio non dovuta per legge o
consuetudine, o quando sia dovuta al P.U. come privato. Anche nella concussione si
individua un dolo generico, quindi lagente deve essere consapevole sia della
abusivit della sua condotta che del carattere indebito della prestazione.
La concussione si consuma nel momento nel luogo in cui avvenuta la dazione o si
fatta la promessa.
Si configura il tentativo quando il P.U. compie atti idonei e diretti in modo non
equivoco a costringere o ad indurre taluno a dare o a promettere ma effettivamente
non seguano la dazione o la promessa, anche se la vittima non sia stata posta in una
condizione di soggezione psicologica (vedi CASO B).
Il legislatore del 1930 ha previsto un reato di concussione tributaria della reato di
truffa,art.640cp (quando c induzione) e del reato di estorsione,art.629cp(quando c
costrizione) e per questo nellart.317cp non ha specificato la induzione in errore o di
costrizione con violenza o minaccia. Oggi la concussione per costrizione pi
comprensibile rispetto a quella per induzione, che,invece, considerata come lAraba
Fenice.
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SENTENZA 20195 DEL 2009 VI SEZ. PENALE = queste sentenze sono canovacci
gi ripetuti; secondo il prof. De Vita questa sentenza ha dei problemi. Nella massima
distingue la truffa dalla concussione. Dei dipendenti di un ufficio doganale avevano
indotto il titolare di una ditta individuale al versamento di una somma per l'acquisto
di uno spazio pubblicitario all'interno di una pubblicazione destinata a beneficio di
un'associazione culturale rivelatasi inesistente; limprenditore si convince non perch
interessato allo spazio pubblicitario ma perch crede di essere difronte a degli
ispettori e quindi lo fa per non avere problemi con lufficio doganale. Questi
dipendenti sono stati condannati per truffa aggravata dalla cassazione mentre il
giudice di I grado aveva ricondotto levento nellambito della concussione: ci
avviene perch non si hanno chiari gli elementi della concussione ossia:
CONCUSSIONE=ABUSO=PREVARICAZIONE(diretta conseguenza dellabuso)=METUS
PUBLICI POTESTATIS.
Questo uno schema unico per tutti i tipi di concussione senza differenziare la
concussione per induzione da quella per costrizione. Riguardo alla sentenza 20195 l
vera causa determinante la prestazione patrimoniale, sulla base della ricostruzione
fatta dal giudice di I grado siamo in presenza di una minaccia per fondata su una
millanteria in quanto i dipendenti non avevano la qualifica che dicevano di avere. Vi
stato abuso di qualit perch i dipendenti hanno potuto fingere in quanto dipendenti
di quellufficio pertanto aveva ragione proprio il giudice di I grado.
SENTENZA 28736 DEL 2008.
Nella massima di tale sentenza vi confusione in quanto non chiaro se parliamo di
concussione per induzione o per costrizione in quanto pur parlando di concussione
per induzione si parla di costrizione e prevaricazione. In giurisprudenza vi
confusione rispetto alla concussione per induzione; si denota chiaramente che nel
diritto vigente la concussione per induzione non esiste e viene riportata o nel
paradigma della truffa o in quello della concussione per costrizione. Di fatto non
esiste poich linduzione un modo subdolo di costringere pertanto pu essere
costruita solo come induzione in errore in quanto ogni volta che parliamo di
prevaricazione siamo nellambito della costrizione.
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