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PROF.

AMILCARE PUVIANI
deli' Univel'sit di Perugia
TEORIA
DELl.A
ILLUSIONE FINANZIARIA
11 yulgo ne ya sempre preso oon quello
ohe pare.. . e 1Iel mono non se non
vlllgo, e gli pochi han 1000 quando gli
altri non hanno dove appoggiarsi.
MAcHlAvEr.LI, Il pt"incipe, oap. XIII.
Fra le istruzioni; ohc un tedesoo dava
Il Cado IV vi era questll: Quando l'Im-
peratore entrer in unl\ oitt, faooia gri-
dm'e: ViYIl l'ol1ore, viva la santa liber-
t, IllUOillllO le gabelle o i dazi j eoco 11.
grazia di Cosllro, ohe oon paco e giustizi"
abbatte ogni tirannide. Queste parole
aocendo\'a1l1l0 i OIlOri dei cittadini e il
pupolo adorer. il suo nomc.
OIlJRARIO, Econumilt del medio evo,
I, p,205.
E se pure PIl darsi una regola gene-
rllle, da modificarsi nei oasi particolari Il
seoonda dello circostanzo, sar. quella che
rende i pesi, qunto pi possibilo, in-
sensibili ed occulti, siech i sudditi pa-
ghino volontariamente, senza la necessit
di venire alln coazione forzosI!..
DE LUCA, Il principe cristiano p"a-
tico, Roma, 1680, p. 244.
1903
REMO SANDRON - EDITORE
Libraio della R. Casa
MILANO-P ALERMO-N APOLI
OPERE DELLO STESSO AU'rORE
Il Sistema Economie') Borghese I. rapporto alla civilt. Zanichelli. Bologna.
Questioni Preliminari ad uno studio clell' Imposta nei ./l'a7Jbricati. Archivio
Giuridioo . Fava. e Garagnaui. Bologna.
Il Contenu/o deU
I
Imposta su; FablJricltti. Santu(\ci, Perugia.
Il Prodotto Ricostituente 11 e Il' Indlls/Ija dei Fa7Jbriclcti. Arohivio Giuridioo
Fo.va (\ Garagnl1ni. Bologna.
Teoria de li' Illusione Finanziaria. Sandion. Palelmo.
OPUSOOLI
Moventi c Fenomeni Economici in una casa di forza, Riforma Sooiale.,
faso. XII, allno Il, volume IV.
Il Problemct Edonistico nella Scienza delle Finanze. Riforma I!ooio.le!>,
faso. V, a.nno III, volume VI.
Sulle Idee Finanzial'ie di Adct1no Smith. Riforma Sooiale . fasc.I, anno V,
Tolnme VIII.
OsscI'vazioni In/lla Spinta Oontt'i[Jtltivlt delle Tasse: Giorna.lo degli Eoono-
misti 1>, Volume XV, Agosto.
SuUa Ragione dell' ImpORta. Giornale degli Economisti., Volume XXII,
Gennaio.
eco., eoc.
Propriet letteraria dell' Editore
REMO SANDRON
TiP. fRATELLI VENA, PALEftMQ,
AL LETTORE
Circa la prima met di questo laroro apparve
nel 1&97, in parte (capi I- VI) negli Annali della Fa-
colt Giuridica dell' Universit di Perugia ed in pa'rte
(cap. VII) nel Giornale degli Economisti. Essa qui
riappare, ma considerevolmente accresciuta e cor-
retta.
La seconda 'met circa di questo volume viene
ora alla luce per la prima volta. Non di meno essa
era giti stata se'ritta quattro anni or sono. L'opera
adunque, nella sua interezza, a1Jrebbe potuto essere
pubblicata da molto tempo, se cir'C(lStanze estranee
. alla m.ia volont non vi si fossero opposte.
Esse hanno avuto per effetto anche di disamo-
rarmi di ricerche, che un d m'interessarono e di
distogliermi dal proposito altra volta espr'esso nella
Riforma Sociale (llproblema edonistico nella scienza
delle finanze) di scrivere due monografie, l'una sul-
. i .
-l'Illusione Politica e l'altra sui Mali di coazione e
6
beni di corruzione. Quest'ultno argomnto ho fugace ..
mente esposto nelle sue linee pii;, generali nel cap. XII,
69 di questo volume. Non ho saputo indurmi a fare
altrettanto, cpme logicamente avrei dpvuto, dell'altro
tema, la teoria dell' Illusione Politica; qui le mie
ricerche erano state pi numel'ose e mi mancato
l'animo di "accoglierle e forse di sciuparle in poche
pagine.
. . .. . . .
-
/ .
CAPO I.
Dell'illusione politica in gene1
1
ale.
1.
Illusione politica, sua natura e sue divisioni.
Per illusione s'intende una rappresentazione erronea
nella nostra mente di fenomeni per forza di circostanze
della pi varia natUl'a. Queste forze, conducenti il. tali
risultati, . considerate nella loro attivit, connessione e
continuit, costituiscono il processo attivo dell'illusione.
In quanto l'illusione sia ottenuta da queste forze in modo
indiretto, , mascherato, pu essere detta sugge-
stione (da Chi subisce l'illusione, il suo sog-
getto paziente, chiamasi illuso.
Di tutte le illusioni, in cui possiamo cadere, una spe-
cie particolare assai comprensiva quella delle illusioni
politiche, la quale in ampio senso comprende i giudizi
politici erronei delle masse sociali. Questa specie di il-
lusioni include yarie soltospecie: noi ci limitiamo a ri-
cordare qui . l'illusione pOlitica in stretto senso e l'iliu-
8
sione finanzia1'ia. La pl'ima si riferisce alle fallacie delle
masse intorno ai fini dello Stato e agli effetti della sua
attivit; la seconda si riferisce agli erl'ori su certi mezzi,
e 110n su tutti, che l'ente politico adopera per raggilln-
gere i suoi scopi e pi precisamente sulle entrate e sulle
spese pubbliche. L'illusione finanziaria racchiude adun-
que una categoria di errori che tende ad alterare il co-
. sto dello stato, ed un' altra che tende ad alterarne l'u-
tilit. Gli errori studiati dalla teoria dell' illusione nelle
spese pubbliche nOll rappresentano tutti quanti gli er-
rOl'i, che tendono ad alterare l'utilit dello Stato nella
nostra mente, ma soltanto che si riferiscono a
certe modalit dell'impiego del danaro pubblico, mentre
gli alt1'i er1'ol'i, che si riferiscono alle conseguenze del-
l'attivit politica o ai fini dello Stato o che sono a que-
sti pi intimamente cOlluessi, sono chia1'iti dalla teoria
dell' illusione politica in sh'etto senso. ID pa1'i modo, gli
errori studiati dalla teoria dell' illusione nelle entrate
pubbliche non costituiscono tutte le fallacie possibili in-'-
tOl'110 al costo dell' elite politico, ma solo quelle che si
rifer'iscollO al costo pl'odotto dalla imposizione, e non
gi quelle che hallllo rigua1'do ad altre specie di pene
inflitte dallo Stato: sel'vizio militare, servizio di giurato,
l'estl'izioni imposte dalle leggi alla libert ed alla pro-
pl'iet, persecuzioni a certe classi, ecc.
Adunque possiamo dire che per illusione finanzia,.ria
s'intende una l'appresentazione e1'ronea delle ricchezze
pagate o da pagal'si a titolo d'imposta o di ce1'te moda ..
lit del 101'0 "impiego,
'l'ali el'1'ori, che possono essere considerati l'ispetto
alla condizione (modo di essere presente, passato o
futul'o) delle entrate e delle spese pubbliche ed hanno
quindi pel' questo l'iguardo una importanza speculativa
o teoretica, assumono una specialissima importanza pra,
tica in quanto per essl:'consideratirispetto ad uno stato
ideale della finanza, tenda a modificarsi il valore, che il
suddito, il cittadino, il-contl'ibuente attribuiscono allo
Stato, e la loro condotta I giudizi nelle spese
9
coll' ocultare certi impieghi di danal'o, col
metterne in evidenza altri, riescono ordinariamente ad
esagerare il valore dello Stato, ma talvolta anche a sce-
marlo oltre i giusti limiti. Anche i giudizi er['onei sulla
imposizione possono accrescere eccessivamente,!' entit
di. o attenuarla, il quale ultimo caso avviene as-
sai pi di frequente. Pel' modo che le nostre
sovratutto avere per materia errori sulle spese
e sulle enti'ate pubbliche aventi pel' risultato di scemare
il costo e di accrescere l'utilit dell'ente politico, ap-
punto perch tali furono quasi' sempre gli effetti dell'il-
lusione finanzial'ia. Non trascureremo tuttavia di studiare
quei momenti eccezionali in cui l'illusione finanziaria
si risolve in una occultazione di servizi pubblici vera-
mente resi e in una esagerazione del peso e dei difetti
delie imposte (capo XV).
L'illusione nella sua tendenza a modificare il giudi-;-
zio valutativo dello stato e pi particolarmente nei suoi
sul benessere dell'illuso piacevole ed ottimistica
O dolorosa e pessimistica. Illusione piacevo'.e si ha quando
essa, col rappresentare maggiore del vero la somma dei
vantaggi ottenuti od attendibili dagli ' enti politici e mi-
nore del vero la somma delle prestazioni da 101'0 chie-
ste, ha pel' effetto di aumentare la nostl'a felicit o di
scemare le nostre pene. In quanto poi con ci la nostra
concezione degli enti politici ,e della vita sia spinta verso
un sistema al'monico e benefico, l'illusione potremo dire
ottimistica. Quando poi false appal'enze inducano masse
di contribuenti a l'i tenere maggiori del vero i loro sa-
crifizi contributivi e a. stimare meno del giusto o del
tutto nocivi i servizi pubblici ottenuti o attendibili, po-
tr parlarsi d'illusioni dolol'osee pessimistiche.
Passando dall'aspetto materiale dell' illusione finan-
zial'ia al suo aspetto (ormale, ci limitiamo a distinguerla
in positiva e negativa. La prima consiste in un
cose che non sussistono. Tutte le volte che l' Hlusione
dipende da un vedel'e ci che non (illusione positiva),
potr essere designata colla voce evocazione, che signi-
lO
fica un h'arre fuori, un trar l'e innanzi a s come esi-
stenti cose o pel'sone non esistenti (evocare spiriti, de-
funti ecc.). DiI'emo adunque che t'illusione finanziaria.
positiva consiste in una evocazione dicel'te imposte o
della loro forza aftlittiva o in una..e/;ocazione di spese o
utilit di certi servizi pubblici. In altri casi l'illusione
dipende iII vece da un non vedere, da un non sentire
l'imposta t'ealmente pagata o pagabile o spese fatte o da.
farsi o servizi pubblici realmente ettenuti od attendibili.
Qui abbiamo l'illusione negativa, che si J'isolve in un oc-
cultamento pi 'o meno esteso dell' imposta o della sua.
forza afflittiva, di certe spese o della utilit di certi ser-
vizi p\lbblici. Nondimeno fr'a queste due specie d'illusione,
la positiva e la negativa, non esiste una separazione as-
soluta. Infatti l'illusione positiva o evocazione d'imposte,
di spese o disel'vizi pubblici suppone bens un vedere
ci che non , mt\ sUIJpone ancora un non vedel'e ci
che , un occultamento di ci che , sicch sotto un certo
aspetto ogni specie d'illusione positiva anche negativa
(illusione di correlazione).
2.
Spinta e cont1"ospinta contributiva,.
Ohiamel'emo (}oi spinta conl"'ibutiva la forza morale
impellente al pagamento dell' imposta. Essa dipende da.
un giudizio speciale di ciascun contribuente, p,el' cui egli
trova 6he la pena del tt'ibuto compensata da un van-
taggio maggiore. Questa eccedenza di piacere sulla pena
pu essere maggiol'e o minol'e; essa misura il grado dp.lla
spinta contl'ibutiva. Quando la pena temuta maggiore
del piacere atteso, si ha Ulla fot'za contl'astante il paga-
mento del tl'ibuto, che si pu chiamare controspi'J'ita con-
tributiva. Anch' essa pu essere pi o meno gt'ande s-
condo l'estenzioue dell' eccedenza del dolore e cio pu
avere anch'essa gradi divet'si,
Le ilIlJsioni ottimistiche tendono ad . ingrandil'e la
11
spinta contributiva come se fossero reali e non imma-
ginarie diminuzioni di pena. Le illusioni pessimistiche
tendono ad ingl'andire la controspinta conh'ibuti va come
se tossero reali aumenti di pena temuta o reali dimi-
nuzioni tli utilit spel'ata.
3.
Gli enetti delf illusione finanziaria sono rappresenta-
bili con espressioni grafiche. Punto d' indifferenza,.
Linea
Gli effetti dell'illusione finanzia,'ia ottimistica e pes-
simistica sulle disposizioni d'animo ,e sulla condotta del
cittadino e del contl'ibuente verso lo stato sono suscet-
tibili di ,'app,'esentazioni grafiche. Con esse si vede a
colpo d'occhio come il contribuente pl'enda posti diversi
nello spazio secuudu il w'aJu della spinta e contl'ospinta
contl'ibutim e secondo che queste 'siano inHuenzate pi
o meno qa:lla illusione.
Cominciamo dall'ammettere che un contl'ibuente noti
con esattezza una certa parte di sel'vizi che lo Stato gli
rende, e dei sacrifici che gli impone. Quei sel'vigi avrann'o
pel' lui un gl'ado di utilit di una certa importanza, po-
niamo di 100. Egualmente dicasi d911e pene sotfel'te da
quel contribuente. Queste gli recheI'auno un dolol'e di
una certa entit, che noi possiamo supp0l're del pa-
ri= 100. '
- In questa condizione di cose il cittadino si t,'over
in ' uno stato d'animo n favorevole n allo
Stato, e che possiamo chiamare il punto d'indiffer'enza,
Sulla OY, indicante tutte le utilit di qualsiasi specie,
vere o immaginal'ie, atteQdibili dallo Stato, si prenda una
porzione OA = 100 di utilit vel'e, e sulla OX, indicante
tutti i sacrifizi, veri o immaginari, cagionati dallo Stato,
si prenda la porzione OB = 100 di pene vere. Dopo ci
tiriamo dal punto B la retta CB parallela alla AO e dal
12
punto A la AO parallela ad . OB e tiriamo la diago-
nale 00.
y
C
AIOO
75
--
50
25
O
50 75 100 B X
Il cittadino, che si , h'ovi in C, avr da un lato 100
di utilit, essendo CB = AO; e 100 di pella, essendo AC
= OH; quindi esso si tl'ovel' in una condizione di indif....;
fel'enZl:\ l'ispetto allo Stat.
Se invece di 100 di utilit e 100 di pena si avesse
75 di utilit e 75 di pena, il punto C cadrebbe sulla dia-
gonale OC un po' pi in basso, e p'ecisamente nel punto
in cui si illcontrerebbel'o la retta elevata perpendicolar..:.
mente sulla OX dal numero 75 e la retta elevata per-
pendicolarmente sulla OY dal numero 75. Se invece di 75
di utilit e 75 di pena, il cittadino ne avesse 50 o 25 o 10
o 5 il punto c: cadl'ebbe sempre pi in basso lungo la dia-
gonale OC, la quale, rappresentando cos la condizione
di chi attenda dallo Stato pelle ed utilit eguali, si po-
tr chiamare linea d'indifferenza.
4.
Gli effetti dell ' illusione ottimistic.a e peSSimistica
espr'essi graficamente,
A questo punto uoi ci troviamo in grado di esprimere
13
graficamente in modo assai semplice gli effetti dell'illu-
sione sulla condotta del contl'ibuellte verso lo stato.
Nel caso in cui il peso delle Imposte vel'amentepa-
gate da un contribuente C' gli appaia minore del vero,
cio nel caso in cui, a mo' d'esempio, la O B venga ad
accorciarsi della met. chiaro che il contribuente Or
non verr a trovarsi sul punto di indifferenza C, ma in
un punto tanto lontano da C e tanto pi vicino ad A,
-quanto pi sia grande la parte di O B, che si nasconde
.al conb'ibuente C'.
Lo stesso deve dirsi dell'illusione che consiste nel-
l'esagerare la utilit dei sel'vigi pu bblici o nel travisarne
gli effetti dannosi in effetti utili. Si supponga un contri-
buente C', il quale, pure avendo una esatta conoscenza
delle sue imposte uguali a 100 di penosit, consideri il
valore dei servigi pubblici uguali a 200, mentl'e questo
sia per un citt'adino disilluso uguale a 100.
Anche qui C' non potr cadere sulla linea d'indiffe-
renza O C o sul prolungamento di questa, poich ci sup-
porrebbe che C' sentisse il peso 100 delle imposte pal'i
a 200 ossia che egli considet'asse anche la O B raddop-
piata (figura 1"). Ma quest'ultima circostanza essendo e-
sclusaper la ipotesi in esame, C' non potr tt'ovarsi sul
prolungamento della O C, ma si trover spinto tanto di.;..
stante da C verso il vertice della O A raddoppiata, quanto
il vantaggio derivante dalla liberazione delle pene, che
lo avrebbero spinto allo stato d'indifferenza.
. Fin qui abbiamo espressi graficamente gli effetti del-
l'illusione ottimistica. Con pari facilit potrebbero essere
indicati gli effetti dell'illusiond pessimistica, sia che si
ferisca alle tlntrateo alle spese pubbliche.
Il contribuente C', che stimi esattamente i servigi
pubblici, ma esageri la pena dei sacrifici inftittigli dallo
Stato; o veda nettamente questi, ma supponga minori
del vero quelli. verr a trovarsi sulla C B (o sulle
elevate sul prolungamento della O B)
tanto pi distante da C e tanto pi verso B, quanto
14
maggio.re pet' lui il valo.re negativo. sul valo.re positivo.
dello. Stato. (1).
II massimo. risultato. dell'illusio.ne pessimistica si o.t-
tiene quando. l'illuso. ad un tempo. do.minato. da false
immagini, che attenuano. i set'vigi pubblici D privati o.t-
tenuti Dd attendibili dallo. Stato. e che esagerano. i sacl'i- '
fici che questo. infligge. D'altro. canto. e pet' co.nverso, il
massimo. l'sultato. dell'illusio.ne o.ttimistica si o.ttiene, quan
do. l'illuso. suppo.o.e di; .ser.vigiche no.ll o.ttiene
e di sOPPo.rtare s,acl'ifici infel'io.ri al vero.. La co.esistenza
di illu'5io.ni o.ttirn'sticlle e pessimistiche tende a neutra-
lizzare gli effetti di esse.
Anche qui si po.trebbe l'iCOl'rere a rappresentazio.ni
gt'afiche. No.i pret'et'iamo. passare a co.se pi impor,tallt.
5.
Come i cittadini e i contribuenti prendano un posto
speciale nello Stato Il seconda dei loro calcoli edo-
nistici.
Dopo. ci facile immaginare tutti i cittadini di un
dato. paese distl'ibuiti su di una certa superficie a di-
stanze maggio.ri D mino.ri dal punto. d'indifferenza verso.
lo. Stato., seco.ndo. che traggo.no. da questo. una utilitd
D una penosit differenziale maggio.re D
mino.re.
Alla linea d'indifferenza no.i po.ssiamo. attribuire un
lato. destro. ed uno. sinistlo.: Se tale distinzio.ne no.i fac-
oiamo. dal punto. di vista di chi o.sservi la linea d'illdif-
(1) Tutto ci fu dimGstrato in modo esteso e con vari dia-
grammi nella prima. edizione fIi questo capo comparso negli
Annali della Facolt Giuridica nell'Universit di Prugia.Qui
per a.bbiamo C1'eduto di procedere pi speditamente su queste
generalit.
15
fel'enza dall'alto in basso, potremo, per IEl cose esposte,
concludere che l'illusione ottimistica tende a spingere il
cittadino o il contribuente alla destra, l'illusione pessi-
mistica alla sinistra.
y
massima
Spinta
8
~
00
~ .
c
8 X
~ - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ~ ~ - -
Sulla desh'a pel'tanto noi possiamo figurarci di vedel'e
raccolte le masse di pei'soue che, tutto sommato, secondo
j loro relativi calcoli, trovano pi utile aderir'e all'or-
dine politico e tributario costituito. Sulla sioistl'a ven-
gono invece a riunirsi coloro, che in definitiva trovano
lo Stato pi nocivo che utile. Da un Iato e dall' altro
quelle due moltitudini non sono raccolte casualmente in
un punto piuttosto che in un altro , n si trovano uniti
alla rinfu sa i mem bl'i di uno stesso gruppo. Ma ognuno
viene a prendere un posto speciale, quale gli assegnato
dalla distl'ibuzione degli oneri e degli utili pubblici (la
quale distribuzione a sua volta non arbitral'ia) e dal
suo modo di apprezzarli, il quale dipende,oltrech dalla
sua intelligenza e dalla sua coltura speciale economica
e politica, ed oltrech dalla mutevole complessit e va-
riet degli artifici, che tendono ad offuscare la giusta
visione dell'utilit e del costo dello Stato, dipende, dico.
nache dalla sua sensibilit individuale e dalle modifica-
16
zioni, che questa riceve a seconda della sua diversa ric";'
chezza, del grado sociale, ecc.
Quanto pi le forze piacevoli o penose agiscono e:-
scI usi vamente e quanto pi l'azione di esse intensa.
tanto pi i cittadini vengono a collocarsi accanto ai punti
estremi Y e X; quanto pi quelle forze agiscono con-
giuntamente e tendono ad equilibrarsi, tanto pi i citta-
dini si avvicinano al punto d'indiffel'enza O. Oos accant()
al ' punto Y verl'anno a pOI'si il princi pe, la famiglia reale.
i cortigiani, i gl'andi, e in generale tutti coloro, ai quali
lo Stato dispensa i maggiori bonefizi (esenzioni dal ser-
vizio militare, sinecure onorifiche, lucrose, ecc.) di con-
tro a un minimo di oneri; mentre intorno al punto X
gravitano coloro, che si son sentiti impotenti a SOPPOI'-
tal'e le condizioni imposte dall'ordine costituito ed hanno-
preferito affI'ontare la rivolta e i suoi pericoli, l'esilio.
l'emigl'azione. Nei punti intermedi fl'a 1- e C- si dispon-
gono le falangi, che accettano in definitiva l'ol'dinamento-
politico in vigore, ma che, non paghi di certe pal'ti pi
o meno larghe di questo, propugnano, coi mezzi consen-
titi dalla legalit, pacifiche riforme; invece uei punti in-
termedi fl'a X e O si trovano colol'o, che, respingend
in definitiva lo statu qua, si accontentano tuttavia di certi
istituti vigenti.
Le quali disposizioni d'animo verso , lo Stato volendo-
Iloiconsideral'e pi particolarmente nel rispetto tribu-
tario, tr'overemo il nucleo dei conservatori raccolto in-
torno a Y composto di coloro, che accettano e difendoll(}
il sistema tributario vigente come l'ottimo o il migliore
in quel dato momento storico e si oppongono alle ri-
fOI'me da altri vagheggiate; cos come appunto facevano
anCOl':l due o tre lustri prima della Rivoluzione francese
i Parlamenti, l'alto Clero e la Nobilt; e troveremo il nu":'
cleo raccolto intorno al punto X composto di quelli, che
respingono come ''ttivo l'intel'o sistema delle imposte
in tutte le sue parti e si rifiutano di piegarsi ad esso.
Anche questo ultimo nucleo pu divenire numerosissimo,
siccome avvenne appunto in Francia sotto Enrico III e
17
pi tardi dUl'ailte il ministero di Richelieu, e-da ultimo
alla vigilia della Rivoluzione francese, quando ibaillages
con vel'O 'plebiscito nei loro cahiers, condannavano tutte
quante le membra dell'antico sistema tributario e quando,
durante tutta la Rivoluzione, le imposte __ per la
parte divennero d'impossibile percezione.
- Negli :spazi interm'edi fl'a Y e C incontriamo quei con-
tribuenti che, pur accettando in definitiva l'ol'dinamento
dei tributi in vigore, ne combattono alcuni, che consi-
del'ano come cattivi, mentre negli spazi fra X e C ac-
-ceder chi, pur rifiutandosi di pagare certi tributi esi-
stenti e sfidando per riguardo ad essi i pericoli della ri-
bellione, acconsente poi a sottostare ad altre imposte fOI'-
_ manti pal'te del sistema tributario legale.
In questa sede si -dOVl'ebbel'o collocarE; quei famosi
croquants, che nel 1593 si rifiutavano di. pagare la ta-
glia, raccogliendosi in torme armate di trenta o qua-
ranta mila uomini chiedenti al , Re diminuzioni
taglia e degli uffici di finanza. Col prendevano posto da
noi coloro, che insorsel'o e tumultuarono nell'atto in cui
l'imposta del macinato veniva instaUl'ata, e pi di recente
coloro, che corsel'O alle armi ed al saccheggio in Sicilia
e nella Penisola, l'ifiutandosi di pagal'e ce l'ti dazi co-
munali.
Cos adunque ogni cittadino, ogni contribuente, dai
,risultati definitivi di certe valutazioni, condotto a pren-
del'e un certo posto; cos tutta la popolazione di uno
Stato si distribuisce in un cel'to ordine.
Tuttavia questo non resta fisso, immanente. Le di-
sposizioni d'animo dei cittadini rispetto allo Stato, dei
contl'ibuenti l'ispetto alle imposte, 30no in un continuo
movimento. Vi un mutamento continuo di posti. Ma
qui anCOI'a tutto procede secondo certe norme e con or-
dine, Ol'a pi lentamente, ora pi rapidamente, ora pel'
movimenti di grandi masse, ora per movimenti alla spic-
ciolata: e ristretti, secondo che le cause determinanti la
sopl'affazione del dolore sul piacere o del piacel'e sul do-
18
101'e .agiscono con intensit e su supel'ficie maggiol'e o
mino.ce.
Noi ci add()utrel'emo nei -successivi capitoli in questo
complesso .a.'gomento. Qui ci arl'estiamo un momento pel'
notare ima gene l'aie tendenza dei cittadini e dei c n t d ~ ,
buenti a !'Ipostal'si da destra verso sinistl'a. Questo grande
movimento dete.l'minato anzitutto dal fatto che.Io stato
non mantiene appieno le pl'omesse . esplicitamente date o
eccitate indirettamente coll'equivoco nell'ora suprema a
tutti colo l'O che ne promossero l'avvento. In secondo
luogo, la esplicazione dell'attivit della classe economica
al potere lascia dietro di s uno st.'ascico di soccom-
benti, di vittime, cos sul terreno economico che sul po-
litico. Questi malcontenti aumentano, aumentano sem-
pre pi, llecessa.'iamente, per il fatto che ogni costi-
tuzione economica, nel suo sviluppo, determina le cause
della sua dissoluzione e trasfol'mazione. Questo lavorio
detritico pu essere rallentato nella sua discesa, momen-
taneamente sospeso; non gi definitivamente al'restato.
Allorch esso ha raggiunto una certa importanza, lo stato.
apparendo antiedonistico alla pi gran. parte dei suoi
membri, Boggiace ad una crisi decisiva, fondamentale,
colla quale ricondotto un denso rippolamento di tutti
i posti ve.'so destl'a.
6.
Come sul pos.topreso dai cittadini e coni1'ibuenii
nello stato influisca l'illusione.
.-
Tutto ci interessa il nostro tema, perocch l'illusione
abbia appunto un' influenza degna di considerazione sul
posto, che ciascun cittadino e contribuente prende verso
lo stato e sul grado di celerit o di lentezza del movi-
mento discendente, che abbiamo segnalato ( 5).
'l'aie movimento non si compie gi senza l'esistenze,
ma infl'enato Qa mezzi pacifici e violenti. Fra i pacifici,
ordinariamente preferiti ai violenti, hanno il primo posto
19
riforme accolte dallo stato e che valgono, non vi ha
dubbio, a quietare certi malcontenti. Sarebbe tuttavia un
grave errore attribuire alle riforme accolte ed accoglibili
dallo Stato una importanza decisiva. Il bisogno di rifor-
me, come si visto, tend ad ampliarsi ed elevarsi per
guisa da implicare da ultimo la l'ovina dello Stato e della
classe economica, da cui l'etto, che provoca quelle
riforme col suo stesso sviluppo. Le forze che plasmano e
dirigono lo Stato, in vista della loro stessa conservazione
devono quindi reagire quanto pi sia )01'0 possibile contro
le tendenze riformiste. Le riforme non sono introdotte
che timidamente, lentamente e in quella misura, che sem-
bra coinvolgere il vantaggio pi immediato ed urgente
della. classe dominante, vantaggio che quasi sempre coin-
cide con una utilit prossima o remota, accOl'data altres
a qualcuua delle classi in contesa costituito.
Le riforme consentite, fhich lo Stato ha forza sufficiente
per consel'varsi, divent.ano sempre meno atte ad acqtiie- '
tare i malcontenti e costituiscono un pericolo sempre pi
gl'ave per chi le consente.
Un'altra forza pacifica agisce accanto alle rifoI'IDe e
nello stesso senso, contro la tendenza degli animi all'al-'
lontanamento dallo Stato e. dal sistema tributario. Questa
sconda forza consiste nei beni speciali accordati dallo
Stato agli individui, ai gl'uppi pi forti, pi
temibili ( 69). Questo mezzo per un certo tempo molto
pi economico e meno dannoso delle riforme. Ma anche
esso diventa di pi in pi onerOSO e insop-
portabile, quando lo Stato e le fOl'ze economiche che lo
muovono sono giunti a un certo grado di debolezza e di
esaurimento.
Infine un terzo mezzo pacifico di l'esistenza al mal-
contento si riscontra nelle illusioni ottimistiche circa
le entrate e le spese pubblich. Esse giovano ad occul-
tal'e una parte notevole dei s.acrificLcontributivi dei cit-
tadini e a far credere che molti istituti e forme d'atti-
vit pubbliche inutili o nocive siano vantaggiose e ad
esagerare il valore delle . riforme dallo' Stato introdotte.
20
Cosicch si pu ritenere che in virt dell'illusione otti-
mistica lo stato acquisti una maggio l'e stabilit.
Ma quando s'avvicina il momento, in cui la classe
economica avente il potere politico e le forme politiche
allestite per la sua difesa si dissolvono, allora l'illusione
muta atteggiamento e scopo. Essa non vale pi come
freno nella discesa degli animi, ma si trasforma in una.
nuova spinta, in un movente di quella discesa. La punta
delle critiche, che s'innalzano da ogni parte del terri-
torio contl'O gl'istituti politici e tributari, il sentirsi riu-
niti in grandi masse formanti una forza irresistibile,
mentre rendono il dolo l'e, gi altra volta sopportato, in
tollerabile, promuovono, organizzano una gl'ande eccita-
zione negli animi, una gl'ande esagerazione in senso p e s ~
simistico per l'ispetto a tutto ci che . fo.rma . parte del
sistema politico; ora in discredito. Si trova tutto cattivo.
tutto dannoso. Un' illusione pessimistica avvolge tutto
quanto l'edificio politico e tributario morituro e ne af-
fretta .la caduta.
Gli ci che ~ i ebbe alla vigilia della Rivoluzione
francese, come l;1ttestano quasi unanimemente i cahiers
dei tre Ordini domandanti che il voto di una costitu-
zione preceda qualsivoglia altra deliberazione e condan-
nanti tutte quante le vecchie imposte senza alcuna di-
stinzione (l).
In pari tempo per a questo indirizzo dell' opinione
pubblica se ne intreccia un altro di esagerata fiducia per
l'ordine di cose atteso. la nuova illusione ottimistica
con tutte le sue aspettative, in gran parte caduche, che
si accompagna al sOl'gere di ogni stato (2).
(1) GOMEL, Histoire de r Assemble costituente. Se ne
veggano i primi tre capi.
(2) Gli uomini mutano yolentieri signore, .credendo mi.;.
gliolaro ..... di che :)'ingannano, perch veggono poi per espe-
rienza: aver peggiorato. E non ti puoi mantenere amici quelli
che vi ti hanno messo (al governo) per non li poter soddisfare
in quel modo che si erano presupposti. MACHIAVELLI,[l
principe, cap. III.
21
Sarebbe el'rore nondimeno il credere che in questa
dissoluzione di vecchie credenze e in questa composi-
zione di nuove tutto quanto l'antico tessuto delle illusioni
politiche e tl'ibutarie fosse lacerato, distrutto e rifatto
ex novo. Certe parti della antica opera rimangono in-
tatte. Anzi qui vi un fondo stagnante di credenze er-
ronee, di pregiudizi, di superstizioni, che non com-
mosso neanche dalle pi gra,ndi burrasche politiche. Esso
resta a presidio di tutte le forme politiche. D'altro canto
un certo numero delle antiche illusioni ottimistiche, con-
dannate nel momento della illusione pessimistica, ben
pl'esto rimesso in onore. Quanto vi ha nell'antico or-
dine di cose, che possa servire al nuovo, dalle forze di
difesa di questo rievocato e redento ; cos riappare
buono ed utile sotto nuovi aspetti ci, che sotto altri
parve cattivo e nocivo.
Per quanto adunque in ogni tempo si agiti in cia-
scuno un contrasto di illusioni ottimistiche e pessimisti-
che, i cui effetti finali riescono soltanto in parte a neu-
tralizzarsi e che ad ogni modo male si riesce ad ap-
prezzare, nondimeno volta a volta, seC'ondo circo-
stanze, grandi correnti di ottimismo politico e finanziario
invadono le. masse e sopravanzano a gran pezza la forza
delle concezioni pessimistiche e viceversa.
Una gl'ande fantasmagoria si dispiega sui giudizi delle
moltitudini in una nebbia a strati ora pi leggeri, Ol'a
pi densi, qua rosei, l caliginosi. Cos nel campo poli-
tico in genere, come nel finanziario in ispecie, si
tra uno strano giuoco di luci e di ombre, che nascon-
dono la. verit. Non si vede pi d che e si vede ci
che non ; vane parvenze prendono corpo e cose vere
prendono l'aspetto di ombre e scompaiono.
CAPO II.
L'illusione finanzia t'io.
7.
Specie fondamentali di illusioni nelle spese pubbliche.
I giudizi erl'onei, che costituiscono l'illusione finan-
ziaria, sono numerosissimi ed assai vari. Ebbene, hanno
delle relazioni fra loro? Si unifol'mano a certi principi?
Per quanto a prima vista. si presentino sotto le ditfel'enze
pi varie, alla rinfusa e come estl'anei a qualunque norma
e disciplina, riesce ,dopo una attenta osservazione, di
scoprire' alcuni principi fondamentali, a cui tutti quanti
si collegano o da cui dipendono.
Limitandoci qui a discorr'el'e di quelle illusioni nella
spesa, le quali hanno per effetto o di scemare il costo
dei servizi pubblici o di aumentarne l'utilit (illusione
ottimistica), noi li distinguiamo nel modo seguente:
a) Ignoranza della uscita di certe somme di danar'o
dalle casse pubbliche; .
b) Ignoranza del vero impiego della spesa. Ci av-
viene, p. es., se non si sappia che una parte dell'entrata
fu o sar impiegata a comperare giornali favorevoli al
Ministero, ad acquistargli voti in epoche di elezioni ', a
mantenere spie, ecc. Questa illl1;sione pu accompagnarsi
colla erronea convinzione (illusione di correlazione) che
23
sieno rimasti in cassa residui di danaro, che sono usciti
(lett. a); oppure colla erronea che le pub-
bliche entrate sieno state usate pel' comperare sel'vigi
pubblici morali o armi, navi, ecc. e che in questi
ghi sia stato assorbito anche il danaro, che fu speso in
impieghi sconosciuti;
c) Ignoranza nella quantit della spesa. Qui laqua-.
lit dell' impiego Ilota, ma pu supporsi il suo prezz.o
inferiore al vero; nel qual caso, data la conoscenza del-
l'ammontare delle entrate pubbliche, pu sorgere l' illu-
sione, di cui alla lett. a (l)j
d) Ignoraqza nella durata della spesa. La spesa viene
supp'osta temporanea ed invece permanente o viene
supposta pi breve di quello che vel'amente sar;
e) Ignoranza del momento in cui la spesa com-
piu!a. Spesso si fa credere che in seguito soltanto, se.,.
condo fu ordinato dalla legge del bilancio, sar fatta una
spesa, che invece gi stata compiuta o almeno iniziata;
f) Ignoranza dello scopo che lo Stato si propone di
l'aggiungere coUa spesa. Non bisogna confondere l', im-
piego o motivo della spesa (Iett. b) col suo scopo. Il mo-
tivo o l'impiego della spesa si riferiscono al suo modo di
esplicazione, ai mezzi necessari perch essa raggiun,ga il
suo fine; quest'ultimo invece si riferisce sempre sod-
disfazione di un bisogno umano. Si ha illusione nell'im-
piego o nel motivo della spesa se si ignori in genere l'ac-
quisto di corazzate o in ispecie di ceeti tipi di corazzate;
si ha invece illusione nel fine della spesa se s'ignori che
la esistenza del nostro naviglio o di certe sue unit vale
o valse in una data oontingenza ad impedire l'attacco
delle nostre coste da parte di una potenza vicina. Come
sappiamo gi, l'illusione nei fin della spsacostituisce
l'illusione politica in stretto sellSO, mentre l'illusione
nell' impiego rientra nell' illusione finanziaria;
(1) In quanto il prezzo della. spesa. si supponga superiore al
vai'o, si ha un caso d'illusione pessimistica, !mIla quale qui non
cade Il discorso,
24 .
g) Ignoranza degli effetti immediati o mediati della
spesa. Tali effetti econon;lici, morali, politici, ecc., pos-
sono derivare cos ;dall' impieg della spesa come dalio
scopo di questa. Illusione sugli effetti dell'im-
piego si ha, p. es., quando si supponga a torto che la
costl'uzione di una ferro\'ia da pal'te dello stato sia pel'
esseee fargamente produttiva; illusione mediata si aVl'ebbe
invece quando si ignorasse che quella fel'l'ovia fosse per
avere per conseguenza di sottl'at'l'e il capitale necessario
a certe industrie esistenti o di attenual'e il salario dei
lavol'atol'i, l'uoi colla riduzione del capitale salal'i, vuoi
con un'imposta sui consumi, uecessaria per pagare gli in-
teressi del prestito, che siasi dovuto conti'ael'e. Si avrebbe
poi illusione sugli effetti immediati dello scopo della spesa
allorch si supponesse che un certo tronco fel'roviario
fosse statocostl'uito. per soddisfare alle esigenze del tl'af-
fico nazional od internazionale, mentre invece si ebbe
di mira semplicemente di dal'e 'soddisfazione a smodate
pl'etese locali o al desidel'io di un gruppo di capitalisti
d'impiegare i loro capitali inattivi in Ulla impresa ga-
rantita dallo Stato.; si aVl'ebbe poi illusione negli effetti
mediati dello scopo -l'aggiunto dalla spesa, quando si di-
sconosceS3e l'indebolimento dello spirito unital'io . na
zionale, risultante dalle sollecitudini del govel'no ad ac-
contentare i bisogni meno necessari della viabilit di cel'te
pl'ovince con sacrificio di altre meno favol'ito.
Si comprende come il dominare col pensiel'o la sel'ie
degli effetti derivanti dalle spese si faccia tanto pi dif-
ficile, quanto pi quella sel'ie si pl'olullghi e si discosti
11elle sue esplicazioni dalla causa prima. 'l'OI'na a pro-
posito qui una ossel'vazione, che fal'emo pi tat'di in ri-
gual'do agli effetti mediati delle- entrate pubbliche; cio
che essi si sottraggono quasi intel'amente, non pure alla.
mente delle moltitudini ignoranti, ma alle investigazioni
delle persone pi colte ed acute. Il che fa che un giu-
dizio pienamente illuminato ed approfonditoslil vero va
lore dello. Stato sia forse i1'raggiungibile dalla intelligenza
umana; sebbene possa parlarsi l'agionevolmente di certi
25
ceti, peiquali le tenebre sieno' meno fitte che per altri.
specialmente se si abbia riguardo agli effetti pi pros-
simi della spesa;
h) Ignoranza sulle cause delle spese.
Ma vi il un altro genere d'illusione ottimistica nelle
spese pubbliche, la quale pure merita un cenno e che con-
siste, non' gi in un nascondimento di IIna spesa veramente
'compiuta, ma nell'apparenza di una spesa che non
eseguita. Tale fenomeno spesso promosso"dall'uomo po-
litico' e mira ad' .accl"escere nella" mente dei cittadini ' la
somma delle utilit pubbliche, di cui !lono indizio le spese
-compiute. L'illusione, ddla quale qui si pal'la, di quelle
che chiamammo positive, pel'ch consiste in un vedere ci
che non ; consiste cio, non gi in una attenuazione o
elisione di spesa, ma piuttosto in una sua ostentazione od
evocazione (1), Questa illusione anch'essa pu cader'e evi-
dentemente sulla qualit, sulla quantit;, sul momento
della sua esecuzione, sulla sua durata, sul suo scopo, sui
'Suoi effetti ecc.
Le vaI'ie specie d'illusione finanziaria nelle spese
pubbliche, che abbiamo qui accennate, sono state ottenute
dalla pl'atia con UH,a grande ricchezza di modi, i quali,
tuttavia costituiscono lIna parte soltanto dei modi, con
cui furono ottenute le illusioni nelle entrate pubbliche,
a mo' d'esempio, l'obbligo del segreto noi tesorieri,
il bilancio al netto, l'approvazione delle spese per grandi
sezioni, il nascondimento di esse nel pl'eventivo e la 101'0
introduzione nel' consuntiVo' o nel bilancio straordinario
o in casse speciali slegate ed indipendenti dal bilau-
(l) A -1 uesto proposito possono essere ricordate opportuna-
mente le seguenti parole di Adamo Smith: Iln ministro
glioso d'una corte fastosa si compiacel'. spesso di fal'e eseguire
un'opera d'clat e di magnificenza, come una. 'strada, ehe tutti
i momenti. sugli occhi di quell'alta pobilt.,' di cui gli elogi ,lu-
singano la sua vanit. e contribuiscono di pi a sostenere il
suo credito alla corte, SMITH, Rich. d. Nat. II, p. 382, Ed, Guil-
liLumin.
26
cio ecc. Ora, dovendo noi pi innanzi esaminare atten-
tamente e diffusamente tutti questi modi di occultazione
in riguardo alle entrate pubbliche, di essi dit'emo allora.
anche per ci che abbiano riferimento alle spesepub-
bliche, evitando cos inutili l'ipetizioni. '
Ma quanto ai modi d'impiego .leldenaro
generanti illusioni, la maggio,l' pal'te non sono opera ' del
ma del politico. Ovisono
del pubblico pet' ottenel'e che la persona del PI'in-
cipe appaia alle moltitudini piella di maest, degna di
ammirazione; altl'j modi coi quali la Magistratura du-
rante l'esel'cizio delle sue funzioni si pl'esenti con solen-
dignit e come ispirata ai supremi principii dell' e-
tica; altl'i modi coi quali si esagera al volgo la potenza
militare dello stato, si eccitano nelle milizie gli istinti
<!rudeli, il ' disprezzo per il razionalislllo, e si promuove
nell' esercito uno spil'ito di COI'pO, onde si distaccano i
suoi intel'essi da quelli della nazione; altt'i modi, coi quali
si favorisce lo sviluppo di una scienza timida, reticente,
sofistica, falsa, in alla !ibel'a ricel'ca obbiettiva
t
e metodi coi quali si soppl'ime la indipendenza degli in-
segnanti ufficiali, ecc. ecc. Tutti quesli modi di impie-c
go deldanal'o pubblico non sono una elaborazionedeJ
finanziere, COn1unque possano avel'e una espressione quan-
titativa ilei bilancio, della quale deve pI'endm'e nota il
finallziel'e; ma essi, come quelli che si riferiscono inti-
mamente agli scopi dello Stato e che sono elabol'ati dai
supI'emi capi di questo, sembl'ano dovei' essere matel'ia.
piuttosto della teoria dell' illusione politica in stretto
senso, che della teoria dell' illusione finanziaria e parti-
colarmente di quella sulle spese pubbliche. la
teol'ia dell' illusione nelle spse' pubblicheh'atti dei mezzi
coi quali si esagera l'utilit dello Stato, essa non abbrac-
cia tutti i mezzi usati ed usabili a' questo scopo, ma solo
UIla parte. Il ch- del resto noi abbiamo gi 08se,rvato
al Oapo 1, 1.
27
8.
Specie fondamentali d'illusione nelle. entt'ate pubbliche.
a) La pl'ima forma di illusione ilei costo contributivo-
consiste nella ignoranza della qualit delle entrate pub.
bliche. Tutte le specie di entrate pubbliche possono pi:.
o meno venire nascoste al e cio tanto le en-
trate ordin{\rie (redditi demaniali, tasse, imposte), quanto-
le entrate straordinarie (vendite palesi ed occulte di beni'
demaniali, alterazioni della moneta, prestiti pubblici, tl'af""'
fico di uffizi);
b) L' pu s1.fHa quantit delle
stazioni del contI'ibuente o complessivamente delle en-
trate pubbliche;
c) L'illusione pu consistere anche nella ignoranza
della dW'ala delle prestazioni contl'ibutive, in quanto si
. supponga che queste saranno chieste pel' un tempo mi-
nore (1) del tempo in cui saranno effettivamente pre-
levate.
In questi tre casi ogni ricchezza nascosta viene a.
costituire la soppressione di uno stimolo doloroso e' ad
attenuare quella pena complessiva, che l'imposizione, ve-
duta nella sua pienezza, avrebbe pI'odotto. Tutti questi
giudizi suppongono un discostamento pi o meno
grande da una condiiioIie ideale, nella quale il cittadino.
avesse un' esatta conoscenza ciel vel'O ammontal'e delle
proprie e delle altrui contl'ibuzioni.
Ma si pu avel'e un' esatta conoscenza dell' ammon-
tare delle imposte pagate, della quantit. di moneta tolta.
da q uesttl, e nondimeno cadere in falsi apprezzamenti in-
torno ai sacl'ifizii, che da esse deriveranno . .
Questi imperfetti apprezzamenti del costo, indipen
(1) Tl'ascuriamo- per brevit le illusioni 'lessi mistiche sullQ'
eritratepubbliche, quali ad esompio quelle consistnti nel cre-
dereche ' un'imposta dovr. esserepagatlli i.l una misura o per'
un tempo maggiore dtill vero ecc.
28
-denti da una esatta conoscenza dell'a.mmontare dell' im-
posta. si distinguono in due gruppi (d, e):
d) Si ha un inesatto apprezzamento del costo o
sacrificio di una data imposta perci che si tenga conto
soltanto degli effetti penosi pi prossimi di essa e non
d'altri effetti penosi, che seguono talol'a a gl'ande distanza
il sacl'ificio contributivo e che sono di questo necessaria
accessione. Cos si pu ignorare che da certi eccessi fi-
scali deriver la l'ovina di questa o di quell!1 industria,
l'emigrazione di ' Qna porzione del capitale nazionale, la
di un cel'to numero di lavoratori, una de-
pressione del loro salal'io, la loro cattiva alimentazi<,ne,
un incl'udimento di cel'te 101'0 malattie, un aumento della
loro mortalit, una spinta alla loro sl'egolatezza, un im-
pulso all'aumento della popolazione proletaria, al cl'imine,
alla prostituzione. Si pu ignol'al'e che certi eccessi di
imposta saI'annocondizione per impegnarsi in.una gual'ra,
per ispiegare un'aziQne COl'I'uttrice sul paese in un mo-
mento elettorale, per assicl1I'are alcuni vantaggi ad una
classe a danno di un'altI'a, e via dicendo.
Questa ignoranza deglt effetti penosi remoti dell' im-
posta, fino a un cel'to punto almeno, comune a tutti.
Neanche lo siliI'ito pi penetrante saprebbe misural'e con
esattezza tutti quanti gli effetti penosi remoti derivanti da
questa o da quella imposta. Ma anche una mediocre co-
noscenza di quei mali lal'gamente impedita per ci che
essi si sviluppino in un tempo spe'!so lontano dall' istante
in cui l'imposta fu pagata, e sembrano collegarsi pi dav-
vicino ed esclusivamonte a fatti pi prossimi, di natura
divel'sa dai fatti finanzial'i. Con ci si fa palese che un
esatto giudizio della intel'a penosit delle contl'ibuzioni
-diventa qualche cosa d'immaginabile soltanto nella spe- .
culazione astratta, dove uno si pu figurare il contri-
buente ideale, per[(}jto. Questa specie d'illusione pertanto,
fino a 'un certo punto, costituisce la condizione comune.
Nondimeno pu dirsi che certi contribuenti o certe classi.
di contribuenti in qualche parte si sottraggano ad essa
e prevedano od abbiano il presentimento di mali, che
29
vel'l'anno ad aggiungel'si alle pene contributive imme-
diate dell' imposta. J".Jaquale osservazione ha valol'e spe-
cialmente in riguardo a quei momenti stol'ici, iu cui cia-
scuna imposta aveva una speciale e ben designata desti-
nazione. Quindi lecito anche' in questa sede parlare di
contribuenti . illusi e disill usi.
Ma per rispetto a questi el'rori facile fin d'ol'a os-
serval'e che essi tendono a dunirsi ed a confondersi con
quelli relativi all'altro insieme di giudizi politici, che tiene
conto di penosit inflitte dallo Stato, diverse dalle peno-
sit contributive, pel'secuzioni politiche di certe classi,
servizio militare ecc. ( l), che sono estranee alla pre-
sente ricerca;
e) Il secondo gruppo di illusioni, consistenti in un
inesatto apprezzamento del costo o del sacrificio recato
dalla imposizione ed indipendenti da una esatta cono-
scenza dell'ammontare di essa, si appoggia ad un calcolo
inesatto degli effetti penosi immediati del tributo. Su
.questo argomento mestieri fino d'ora insistel'e al-
quanto.
9.
Illusioni pet' occultamento degli effetti penosi immediati
dell'imposta. Modi coi quali l'occultamento ottenuto:
l. - Coll' avvicinamento delle pene inflitte dall'imposta
a certi momenti di intenso benessere del contribuente.
Assai di frequente l'illusione per occultamento degli
effetti penosi immediati il risultato di un avvicina-
mento dell' imposta ad istanti, nei quali nell'animo del
contribuente certi piaceri raggiungono un alto grado
d'intensit. Un aumento di benessere, specialmente se
Improvviso, agisce come un improvviso arricchimento di
beni, anche quando non dipenda da d. Esso produce
d'ordinario un deprezzamento pi o meno grande del va-
lore subbiettivo delle singole unit delle nostre ricchezze.
Ma questo stesso fatto provoca una spinta dispendiati'va
t
una maggiore propensione a spendere. Un evento piace-
30
'Vole spesse v9lte tale solo perch permette certi con-
sumi; ed altre volte si collega ad altri consumi, sebbene
abbia un valore in s.
Ma questi stessi eventi piacevoli, che in genere re n-
d)llo meno penose le spese fattespontaneamente,ren-
dolio anche meno penosi cel'ti dispendi cattivi, certe
perdite indipendenti dalla nostra volont. cos che le
imposte perdono pi o meno della loro affiittivit quando
sono avvicinate a certi piaceri del contribuente. In tal
caso essi agiscono pi direttamente come 'attenuazione
del costo cont,'ibutivo e danno luogo a giudizi valutativi,
che rientrano nelle illusioni sulle entrate pubbliche. Al-
tI'a volta poi questi eventi sono legati per fili pi o meno
deboli a servigi pubblici e ne aumentano assai il villore.
I giudizi che noi facciamo ileI costo contributivo,
sotto il fascino di eventi piacevoli indipendenti da servizI
pubblici, son.o fallaci, illusori, percM noi giudichiamo il
grado del nostro sacrificio in momenti di epcezionale be-
nessere, di eocezionale forza morale, di febbre psicolo-
gica. Non qui che noi dobbiamo fermarci a vedere la
vera estensione di questa specie d'illusione, quali eventi
di natura economica ed estra-economica valgano a de-
. tel'minal'la (capi VI, VIl). Certo e per che tutti gli uo-
rnini possono essere vittime di tali illusioni. Vi una
legge, a cui tutti sono soggetti, per la quale un dolore
in date condizioni si attenua in vicinanza di un piacere.'
Basta che l'al'te finanzial'ia se ne valga perch l'illusione
si ingeneri. Il che mostra che questa fallacia pu dive-
nire generale tutte le volte che lo stato sappia volerlo . .
Niuno da essa sfugge nell'atto del pagamento del tributo,
mentre invece una parte pi o meno grande di contri- ,
buenti pu sfuggil'e alle illusionI dipendelltida un occul-
tamento di . parte della ricchezza requisita e alle illusioni
.dipendenti da occultamento degli effetti mediati dell'im.,..
posta.
31
10.
Illusione per occultamento degli effetti penosi immediati
dell' imposta. Modi coi quali l'occultamento ottenuto:
2. - Golr avvicinam{!nto .delle pene infiitle da una im-
posta a pene infiitte da aUre imposte b da eventi pe-
. nasi eslra-finanziari.
L'apprezzamento imperfetto degli effetti penosI Im-
mediati dell' imposta altJ'e volte stato ottenu' o merc
lo stabilimento delle pene contributive in tali relazioni
[1'(1, loro. da renderne talune o inavvertibili o meno av-
vertibili, cos da minorare la pena complessiva. Qui l'at-
tenuazione della pena non risulta da una certa distribu-
zione delle pene dell' imposta accanto a certe cose utili
o fatti piacevoli, ma da una certa distribuzione delle
pene fra loro.
Anche qui ci tl'oviamo di fronte ad un gl'ande prin-
cipio, da cui regolata la nostra sensibilit e su cui si
lal'gamente appoggi ata la pratica finanziaria. Il prin-
cipio questo: che ordinariamente cel'ti fatti recanti pena
assai della. 101'0 intensit quando sono avvici-
nati ad altri fatti recanti una pena molto maggiore. Ohi
avvertito della l'ottura del suo ombrello o della per-
dita del suo bastone nel momento in cui vede ardel'e la
sua casa, non sentir, all'annunzio dei primi accidenti, la
pena che ne avrebbe, se l'incendio non avvenisse. Quando
loi ci troviamo in certe condizioni di benessere o al-
meno non distUl'bati da alcuna afflizione, prestiamo or-
dinariamente tutta la nostraattenzione al pi lieve evento
doloroso, che ci occona, e con ci ci rappresentiamo la
sensazione penosa in tutta la sua ampiezza. Quando in;.. .
vece noi siamo sotto forti dolori, ci sembrano futilit
certi altri dolori, che in altri momenti considereremmo
quasi
S'intende bene che questo principio non ha un va-
lore assolut9. In certi casi il sopravvenire di un dolore
anche minimo accanto ad uno grande pu spingere il pa
32
ziente allo spasimo e alle ,'isoluzioni pi disperate. Ci<>
ha importanza per la dissoluzione del sistema delle illu-
sioni.
Ma qui noi ci arrestiamo a quel primo e generale
processo, che niuno certo vorr contestal',e e pel quale
ordinariamente certe pene, messe in relazione con certe
altre, perdono d'impol'tanza. Onde avvenuto che molte
pene che cat'te imposte avrebbero arrecate quando queste
fossero state stabilite isolatamente, distintamente, abbiano.
avuto mitigazione.
Ma a questo l'unto si deve aggiungere che le atte-
delle, pene immediate di certi tributi possono
,derivare dalla in cUi questi sieno posti con'
altre pene di carattere estra-tributario. Infatti l'attenua-
zione di certe pene prodotte dalle imposte non dipende
solo dall'essere esse collegate ad altre pene prodotte da
,imposte ol'iginarie o principali, ma dall'essere cel'le pene
d'imposta, grandi o piccole, collegate con afflizioni o preoc-
,cupazioni di carattel'e pr,ivato o pubblico del contribuerite.
-Cos chi afflitto dalla pet'dita di un caro pat'ente sar
poco disposto ad avvertire ce t'te scroccherie del sagre-
stano, del campanal'o. Anche il sopragiungere di sven
ture pubbliche, il minacciare di pericoli nazionali e per-
fino l' esagerazione o addirittura l'invenzione di quelle
o di questi, danno luogo ad attenuazioni degli effetti pe-
nosi immediati di imposte, opportunamente collegate a
quegli eventi.
In tutti questi casi il giudizio sulla penosit
posta modificato da una specie di oppressione, di este-
, nuazione dolorosa, o anche di eccitamento, che l'appre-
senta un distacco 'pi o meno grande dalle condizioni
normali. Di questa specie d'illusiop.e il legislatore ha sa-
puto valersi per rispetto a tutti quanti , i contribuenti,
quando collegava certe imposte a certe altl'e o ad eventi
penosi estl'a-tributari di carattere privato; e per rispetto.
a certi gruppi di contribuenti, quando collegava soltanto.
certe ' impOste ad immaginari pericoli pubblici.
33
Il.
Illusioni pel' occultamento degli effelti pe'YI:.0si immediati
dell'imposta - Modi coi quali l'occultamento ot-
tenuto:
3.
o
-Collo sminuzzamento dell'imposta in modo, che que-
sta si lt'as(ormi in una, sl'riedi stimoli non ecci-
tanti sensazioni penose o eccitanti una se,'ie di
sazioni penose decrescenti,
Un'altra fallacia nei giudizi valulativi dell'Onere im-
o mediato dell'imposta si verifica collo sminuzzamento del
tributo a tale, che questo non sia pi bastevole a trasfor-
marsi in uno stimolo penoso, Non si tratta pi di una
illusione dipendente da una unione di un tributo ad un
altro; ma da un inverso di divisione, di sminuz-
zamento di masse contributive,
Vi sono stimoli i quali non riescono a pI'odurre una
sensazione penosa o che quando l'aggiungono una. certa
entit; al di sotto di un certo limite, quando pure siano
avvertiti, ci lasciano nell' indifferenza o quasi. Come io
posso vedel'e un gl'anello di polvere, un insetto sulla mia
senza sentil'ne il peso, posso avel'e piena conoscenza
dell'imposta di un centesimo, di due o tre centesimi, di
un soldo, pagabili a quando a quando, senza risentirne
il peso, senza provarne molestia, Baster adunque che una
erta somma d'imposte, la quale pagata in una volta sola
recherebbe dolore, sia divisa in un conveniente numero
di quote distribuite nel tempo, pet'ch' essa non ecciti al-
cuna pressione e l'esistenza. 1\'Ia questa stessa dissocia-
,zione dell'imposta in altrettante quote eguali, divIse nel
tempo. regolarmente, consente al finanziere di avvantag-
giarsi o di un'altra inettitudine del nostl'o sistema ner\"oso,
diversa da quella ora accennata.
Il nostro sistema nervoso incapace di riprodurl'e
sensazioni sempre proporzionali agli stimoli, Ad una serie
34
di stimoli estel'ui qualitativamente equantitativamente
eguali e posti a certe distanze fra 101'0, non corl'ispon-
dono sensazioni eguali, ma d'intensit decrescente.
Le sensazioni penosesprodotte su di chi s sente in-
giuriato le pl'ime volte da una data pel'sona verranno
poi attenundosi poco a poco se quest' ultima peraeveri
lungamente Ilei suoi mali trattamenti. La vergogna del
questuante, che si vede negata l'elemosina, viene decre-
scendo grado grado; da ultimo egli stender sfrontato
la mano. Ebbene anche la pena, che un contl'ibuente provi
le prime volte che egli sia chiamato a pagare quote d'im-
poste di 100 lire ciascuna" avr un massimo d'intensit,
destinato a decrescel'e col 80pravvenil'e di nuove quote
d'imposta sempre eguali negli anni successivi; e ci in-
dipendentemente dalla facolt che egli riesca, presto o
tardi, a ripel'cuotere l'imposta su altri (I indipendente-
mente da un aumento delle sue sostanze. Questa inettitu-
dine della sensibilit a commisurarsi esattamente agli
stessi stimoli d luogo ad assopimenti di pena cOllb'ibu
tiva, degni di nota cos nelle imposte elevate, come nelle
tasse; menb'e l'altra nostra inettitudine a commoverei
dolorosamente per minimi stimoli agisce pi specialmente
come mezzo di a.ttutimento di dolore' per le minime im-
poste.
Per siffatti limiti e condizioni naturali nel funziona-
mento del sistema' ne1'V080, coll'imposta frammentaria si
determinano mancanze e smorzamenti di dolore contl'i-
butivo, che costituiscono una parte speciale d'illusione.
Noi possiamo dunque concludel'e che le specie fon-
damentali di illusione sulle entrate pubbliche attenuano
il costo contributivo merc:
a) Un nascondimento di ricchezza l'equisita, ossia di
lIna certa quantit di stimoli penosi;
b) Un nascondimento degli effetti penosi mediati del-
l'imposta, i qualip'er eccedo 110 i limiti della nostra ri
cerca;
c) Un nascondimento degli effetti. penosi immediati
dell'imposta ed ottenibile mel'c:
35
L Un avvicinamento del tributo a certe pene del con-
tribuente;
II. Un avvicinamento del tributo a certi eventi pia-
cevoli pel
III. Lo sminuzzamento dell'imposta in modo che q'le
sta si trasformi in una serie di stimoli non eccitanti
sazioni penose eccitanti una serie di sensazioni penose
decrescenti. ' '
Ed ora dobbiamo chiedel'ci: Quali sono i fatti e gli
istituti che hanno valso ad ingenerare tali specie di il-
lusioni' Quali istituti finanziari e quali contabili hanno
saputo nascondere a'gli occhi del contribuente una parte
delle spese pubbliche e delle imposte che egli pagava
(capi III, IV, V)? Quali imposte sono riuscite ad avvi-
cinare la pena da loro inflitta ' al momento di un im-
pllovviso benessere o di gravi pene o pl'eoccupazioni
del contribuente (capi VI, VII, VIII e IX)? Quali appli-
cazioni trov il principio della dissociazione della ric-
chezza requisita (capo X)?
AI1,orch tutte queste ricerche saranno state compiute,
noi ci appresteremo ad un'altra serie interessante d'in-
vestigazioni, la quale concerne l'illusione per rispetto alla
persona del contribuente. Con ci s( passer dallo stu-
dio della illusione in s, nella sua nCltura, nelle sue
forme, allo studio della persona su cui cade e della per-
sona che la concepisce. L'esame della persona su cui cade
l'illusione, disvela tutta una rete intricata di er1'ori, che
la teoria della traslazione dei tl'ibuti illumina. L'essenza
dell'illusiono sulla persona del contl'ibuente risiede sem-
pre in un nascondimento di esso, sia che ci avvenga
in modo assoluto o in modo relativo.
Il primo caso si ha quando scompaia dal tutto il sog-
getto paziente di un tributo; il secondo si ha quando un
falso contribuente prende il posto di un vero. Fin qui si
tra.tta di persone giudicate erl'oneamente, di persone che
sono materie di un giudizio (cap. XI).
Invece la ricerca del soggetto atti vo del giudizio er-
roneo ci conduce alla conoscenza delle persone, delle
36
classi sociali, che concepiscono l'illusione; ossia alla di-
stribuzione di questa nel consorzio civile (capo XII) .
. Dopo ci noi cercheremo finalmente di conoscere
quali vicende e trasformazioni abbia subito e venga su-:
bendo nel tempo l'illusione finapziaria (Capo XIIl) e quali
siano le cause prime di questo interessante fenomen() .
(Capo XIV).
OAPO IlI.
Occultamento di masse di ricchezza requisita
in relazione alle singole fonti di questa.
12.
Dell'illusione per occultazione di ricchezze requisite
in generale.
L'illusione di cui dobbiamo qui trattare, consiste in
un errore sulla qualit e quantit delle . contribuzioni,
che effettivamente i contribuenti sO'Pportano al presente
o dovranno sopportare in un periodO' avvenire. Tale er..,.
l'ore pu manifestarsi cos nel credere maggiore, come
nel credere minore del vero quella . quantit.
Il primo di questi casi si manifesta d'ordinario con
proporZioniristl'ette, di raro, e non acquista grande im-
portnza che in 'ceI'ti ' momenti storici, nei quali il popolo
' invaso dall'insofferenza, dallo spirito della rivolta, e nei
quali si sciolgono moltt !tiodi della vasta . rete dell' illu-
$lone finanziaria.
Il secondo di questi casi; 'che :consiste nella falsa idea
del .con tribuente di pagare O' di ' dover pagare meno del
:vero, ha una importanza ' mas'shna
i
:nella stO'ria, nella teo-
ria e nell'arte finanziaria; di esso 'cioccuperemo O'ra.
In forza di tale errore il cittadino ' sfugge a quell'e
.pena differendale fra la penal'ale e quella virtuale, 'che
' l'ebbe quando conoscesse per intel'o la somma
\ prestazioni pubbliche. I fatti e gli istituti, coi
)perarono gli occultamenti di masse di ricchezza
requisita, fm'ono:
1. Percezione di entl'ate demaniali,
2. Pignol'azioni dei demani,
3. Vendita demani,
4. Inclusione delle tasse e delle imposte nei prezzi
dei prodotti,
5. Alterazione della moneta,
6. Prestiti pubblici,
7. Traffico di uffici pubblici,
8. False promesse di attenuazione o abolizione d'im...,.
poste.
13.
Occultamento di ricchezza requisita nei redditi e nelle
alienazioni dei beni demania,li.
I demani, cos coi loro redditi, come colle loro alie-
nazioni, hanliO in maggiol'e o minore misura, a seconda
di numerose ciI'costanze, nascosta ai contI'ibuenti una
parte delle l'icchezze impiegate al soddisfacimento dei
bisogni collettivi. Il popolo si trova assai pi
staccllto da quei beni che non dai beni dei quali ha .la
diretta propriet individuale, e si abitua a considel'are il
costo dei servigi pubblici come formato solo dagli e1e.;..
menti tolti alla fortria, che provvede ai suoi bisogni pri-
va ti. Esso dimentica quell'altro elemento costo doi
servigi pubblici, che il demanio.
Quanto pi si fa strada la convinzione che i beni del
demanio appartengano . legittimamente al principe, la sen-
sazione di una pena qualsiasi e la coscienza di unacon-
tribuzione pl'ivata in dipendenza dall'impiego di quei beni
si spegne nel contribuente. Questi a poco a poco si abi-
tua a considerare come imposta ci, che immediatamente
cede del suo patl'imonio privato; non vede e non sente
di pagare una pal'te dei servigi pubblici cOn ci ,che ha
39
nei beni demaniali. Da questo punto di vista, gli atti del
pI'inci'pe compiuti in passato nel senso di far' prevalere
il pI'incipio, sempre contestato del resto, che i beni de-
manialigli appartenessero, ebbero per risultato di atte-
nual'e le sensazioni penose contribuenti. Cos l'essere
stati i ' beni demaniali prevalentemente allibiti alle spese
pubbliche pi intimamente connesse alla dignit del So-
vrano, ' ai bisogni della sua fami,glia e della corte ; l'es-
sere stati amlninistl'atr e dispensati, almeno in un certo
momento storico (1), dal principe senza l'approvazione
delle deputazioni c tenuti e conteggiati in uoa cassa di-
stinta da quella delle imposte, dovette condurre molti
nella convinzi,one che il principe a vesso veramente la
pl'opriet dei beni demaniali e per a cI'edel'e falsamente
di ricevere ceI'ti sel'vigi pubblici gl'atuitamente e che il
costo della cosa pubblica fosse mellO oneroso del vero.
Ma anche dopo che la teoria della sovranit popolal'e
prevale, le illusioni ottimistiche eccitate dal demanio non
sono intel'amente ,bandite.' Resta un buon Jlumero di cit-
tadini, che ignorano interamente ,di essel'e proprietari,
oltl'ecb dei loro beni privati, di una cel'ta quantit di
altri beni amministJ'ati dallo Stato e destinati esclusiva-
mente a fornl'e rendite pubbliche. Molti proprietal'i,
molti capitalisti, molti professionisti probabilmente non
hanno mai pensato di possedel'e certe terl'e, certi boschi,
certi vigne li, cel,t case, certe industrie, di cui i redditi
sono intel'amente destinati a coprit'e le spese pubbliche.
Meno poi i modern i pI'oletal'i della campagna e della citt
suppongono di pagal'e certe imposte in qualit di com-
PI'opI'ietal'i di tel'l'a, di fel'l'ovie o di una banca di Stato.
Altl'i poi dei contribuenti degli Stati moderni, pure co-
noscendo vagamente l'esistenza dei beni ne
suppongono il valore capitale o il reddito inferiore al
VOI'O. In tale condizione d'animo il cittadino non fa
calcolo alcuno o fa calcolo incompleto di una parte dei
beni, che consacr'a allo Stato.
(I) In un primo periodo non fu cos.
40
Ma quand'anche il contl'ibuente sappia di essere un
comproprietario di beni. demaniali e ne cOQosca il pre,-
ciso amnioltare, ' tl'att9 a stimare i st;loi sacrifici fatti
per tal ' modo all cosa ' pubblica assai imperfettamente e
al disotto del loro giusto valore. Ciascuno prova un do-
lore molto minore nel edere allo Stato beni, che pos-
siede in COlli une con tutti gli altl'i e da. cui in certa
guisa gi staccato, che nel cedel'e beni esclusivamente
suOi ai .quaUsi sente con mille vincoli legato. Niuno
considel'a cume ,propri ill particolare i beni , demaniali,
che tutti ,gli ,altl'i possiedono egualmente e i cui redditi
gli giungono sO,lo indirettamente e in misura indetel'mi-
nabile sotto forma di sel'vizi pubblici. In rispetto ai quali
beni nqn .quei rapporti.,di disponibilit, di
continuato di, contatto, che rendono s cal'a la
J.)I'opriet. Si finisce insomma col considerare pi o meno
i beni demaniali ,come appartenenti ad un altro, a un
teI'ZO, divel'so da noi,e coll'.addossal'e ai redditi di que-
sto terzo una pal'te delle spese pubbliche, che noi dob-
biamo pagar'e. La natura impel'fetta di una propriet, che
pel' la mllggior pal'tenonsi mai vista, di cui i l'ed-
4lHi matel'iali non si sono mai toccati, e che stata sem-
pre destinata a scopi estl'anei alle nostre speciali vedute,
ai nostri piactll'i e ,dolol'i pi intimi e privati, ci distoglie
un accurato esame ,circa di utilit pub-
bliche o private, ricaval'si da..i redditi o
dalla vendita di quei beni. Per loch i beni demaniali,
anche oggid, mentre la 101'0 propl'iet notoriamente
tribuita al popolo, servono, specialmente l dove forni-
scono ancora centinaia eceutinaia di milioni al bilancio,
ad attenuare una parte , cospicua del peso delle contri-
buzioni civiche.
hanno poi nascosta, ai. contribuenti anche una
parte dei loro sacrifizi in quanto l'amministrazione go-
divenisse piu spiccatamente inferiore alla pri-
, vata nel" condul'l'e impl'eseeconomiche. Il contt'ibuente,
che in tali momenti consider'a i sacrifizi . fatti dalla so-
ciet sulla base degli effettivi redditi demaniali,
41
dall'amminiskazione govel'nativa, cade in un errore. Per
conoscel'e il v:ero costo dei servigi pubblici si dovrebbe
fare il conto dei redditi potenziali, che l'amministrazione
privata avrebbe ricavato dai benidemtmiali (l). Il di meno,'
che fu ottenuto dall'amministrazione pubblica, va calco-
Jato, come :spesa sociale da aggiungere ai redditi dema:"
lliali effettivi e alle altre contribuzioni (2).
Ma come si detto,' i demani hanno servito ad oc-
cultal'e una parte delle entrate pubbliche, non solo col
conco l'SO dei loro l'edditI, bens anche colle 'loro alie-
nazioni,Una dellel'agionianzi della diminuzione dei de-
mani rp.rali lungo il COI'SO degli ultimi secoli si deve
teovare nella loro eccellenza, dal punto di vista dell'illu-
sione, a Pl'OVVBdel'e ai bisogni straorditri in confl'onto
agli altl'i mez,zi fiuanzial'i disponibili. Le nuove imposte
.() l'inasprimelltodelle antiche e i prestiti pubblici turba:-
"ano assai pi l'opinione comune, urtavano assai pi bru-
scamente e direttamente l'interesse dei contribuenti, di
quello che una serie ,di vendite di demani. Le imposte
ed i prestiti implicavano una confessione da pal'te del-
l'autorit pubblioa delle cattive candizioJ1i delTa finanza,
eccitavano discussioni sull'impiego fatto delle somme gi
versate all'eral'io, su quanto abbisognava vel'amente, su-
gli interessi dei pl'estiti, ecc. Una successione di aliena-
zioni di demanio concedeva di provvedel'e a bisogni straor-
dina1'i senza dir nulla, senza dichial'al'e nulla, senza chieder
(1) In ce l'ti momenti storici o spcialmente a certe persone
il ,Ianno sociale derivante dalla mal a, amministrazione del de-
manio il assai visibile. Vedi, risposta data dagli
Stati Genera.Li neI' 1584 sotto Enrico IlI ' alla prima delle que-
stioni tlscali loro proposte dal governo, in CLAMAGERAN, Hisloire
de l'imp6t en France, II, 253.
(2) Se speciali ragioni d'indole , politica" sociale 'o anche
strettmente economica abbiano consigliato 'lo stato alla con-
'servaziolle di ' quei beni demaniali. esse dovranno essere te-
nute in conto dal punto di vista dell'utilit. dei , servigi pub-
bHci, ma rester sempro iL"dovere di calcolare dalla pa.rte del
costo di questo lo scapito. di cui si parla nel testo.
42
nulla, rimandando all'avvenil'e le augustie ed i malcon-
tenti. il fatto aveva importanza solo per un certo numer()
di pel'sone ricche, pet' gli acquirenti interessati a secon-
dare quelle opel'azioni.
SovI'atutto valsel'o ad occultare le entrate pubbliche
straordinarie le vendite occulte, maschel'ate di demanio.
Il che si ottenne colle pignorazioni di demanio, in forza
delle qnali il pI'incipe cedeva ai suoi sovventori, in cor.,..
respettivo a certe somme di ,ttanat'o, pat'te ei beni pub-
blici con diritto di riscatto. Questecessiolli, con cal'at-
tere transitorio, lasciavano sussisteI'e la speranza che i
beni pignol'ati sal'ebbero stati riscattati dal pI'incipe. Tale
spel'anza, che si fondava sulla natura giuridica del con-
tr.atto, comunque spesso delusa, o i deboli vincoli ,coi
quali la propriet demaniale era legata agli affetti del
popolo, rendevano poco avvel'tibili lJ.uelle alienazioni e
poco penose.
Adunque, dal punto di vista degli inteI'essi ristl'etti
del go\ernaute. la vendita palese ed ' occulta dei demani
costitu lo spediente principe, il pi ecnomico, q u ~ l l ( )
che meglio d'ogni altro proCUl'ava cel'te somme col mi-
nimo sforzo ed allarme deicontribuellti. vero che con
ci si rinunziava a ralel'si in futuro dei l'edditi dema-
niali, cOl'rispondenti al capitale venduto, che purA costi-
tuiscono un eccellente mezzo d'illusione : ma il presente
pel' l'uomo politico vale assai pi del futuro ( 19).
Ai nostl'i giol'ni 1'lnghiltel'Ia., la FI'allcia e l'Italia son
rimaste quasi sprovviste di demani agricoli e per si
sono spogliate di un mezzo d'illusione finanziari:.!, di cui
invece dispongono ancol'a largamente i paesi tedeschi e
la Russia. Ma un demanio di un immenso valore, un de-
manio industriale sorge e si allarga anche l, dove si'
anil ulla il demanio agricolo. I conh'ibuenti italiani, per-
esempio, sono propl'ietari di una buoua parte delle linee
t'et'l'oviarie, i cui pl'oventi servono a t'al' fronte ai 'biso-
gni pubblici. L'antico anestetico, di che i chil'uI'gidella
finanza si valsero per attutire il doore dei pazienti, potr
rendere ancora utili servigio
43
14.
OccuUamento di ricchezza requisita nel prezzo
dei prodotti.
Un QccultamentQ di richezza requisita QttenutQ anche
allQrch certe parti del o del patrimonio effetti-
. vamente assorbite dalle contribuzioni assumono la falsa
apparenza d'impieghi per la soddisfazione dei bisogni
. privati. Qui nQn gi un QccultamentQ dipendente da un
pel'del'e quasi la CQnQscenza delle propl'ie ricchezze; ma
un occultamento. dipendente da . un' erl'onea conoscenza
del modo d'impiego delle medesime. Il contl'ibueut.e . .co-
nQsce benissimo. le diminuziQni che subisce il suo red-
dito o il suo patrimQnio; ma egli le stacca el'l'Oneamente
dalla massa delle CQntribuziQni del paese e le riattacca
ipvece al costo delle sue soddisfazioni private. Il feno-
meno avviene tutte le volte che il cittadino paga a sua.
. insaputa nel prezzo dei prodotti acquistati cer'te con-
tribuzioni.
L'QccultamentQ della massa di ricchezza l'equisita da
una imposta pu essere totale o parziale,
L'occultamento totale si avvel'a allol'ch il compl'a-
tore (cQnsumatol'e Q produttQre) nel prezzo. di acquisto
di cel'ti beni paga imposte incluse in esso e delle quali
. !gno1'a del tutto l'esistenza.
L'Qccultamento pal'ziale si avver'a quando il CQmpl'a-
tQre acquista certi articoli, sapendo bens che il pl'ezzo
loro. stato aumentato. dall'imposta, ma essendo pel'suas(}
che l'ammQntal'e di questa sia inferiol' al vero.
Il pl'ezzo del belle eco.no.micQ pu essel'e poi elevato
direttament dallo stato pel' rispetto a pl'Qdotti sui quali
estenda il suo. monopolio, e pu essere elevato da sforzi
privati, che riescono. ad includere nel delle merci
dazi dognali, dazi interni, imposte di- pl'oduziQue Q im-
poste sugli affari' o impQste dirette. Qui i privati agiscon(}
SQtto la spinta di impulsi egoistici, i quali tuttavia trQvano.
44
la loro condizione di esplicazione e sviluppo in 'un sistema
tributal'io, che si' appoggia a certi tributi e si fraziona in
guisa da con 3entire le )'ipercussioni. In la con-
dizione prima di questa specie d'illusione data dai sistemi
tributal'i a base d'imposte multiple, sia che si tratti di
al'ticoli di produzione govel'nativa monopolizzata, sia di
articoli di pl'oduzione libera ( 75).
Ma ' l'occultamonto dll' imposta ne,l prezzo dei pro-
dotti ottiene il suo pieno effetto pel concorso di altre
dI'costanze, le auali hanno pel' risultato di
tutto ci che l'ende visibile l'imposta nel momento in cui
essa definitivamente pllgata dal contribuente, Cos av-
viene che, da "un lato. e di lontano funzionano
colla maggiore evidenza i congegni finanziari, di cui i
remoti risultati saranno le elevazioni dei prezzi nei pro-
dotti, d'altl'o lato, ' nel momento in cui il contribuente
definitivo,' sborsa il tributo, niente lo avverte del suo S3_
,crifizio. Questo non gli preannunziato da visite di
.agenti, da periti; non gli designato da alcoolmett'i, da
saccarometri, da pesatori, da contatori ecc., n da schede
. individuali o da pubbliche tabelle. Al momento in cui il
contribuente paga l'imposta, niuno gliela chiede, ngliela
pl'ecisa. Chi sopport.a l'imposta non cono-
sciuto dal fisco, n il fisco conosce lui. L'imposta pel'-
.cetta da lontano, in modo invisibile per rispetto a colui"
.che la sopporta. InsQmma si ha tutto d'chepu
.ad impl'imere nello spirito una intima 'colleganza fra la
imposta ed i pl'oduttori ed a lasciare persasi che questi
.soggiacciono a quella; e vi tutto Ci che pu l'iuscire
ad impl'imere la convinzione nel consumatore di essere
lontano da qualsiasi assalto del fisco (capo XII).
L'illusione si fa maggiore, pi complta, quan.to pi
.chi anticipa. per..la prima voltarimposta estraneo nei
suoi rapporti e lontano nello spazio a chi la sopporter
quanto pi si interpC!ngono tempo, eventi
e persone fra il' contribuente di diritto e il contribuente
-9i fatto. Il , consurqatore, che acquista un oggett da chi
.pe ,paga direttamente il dazio d"infroduiio'ne', versa in
45
tali circostanze, da dovei' avvertire assai probabilmente
l'elevazione del pl'ezzo pI'odotto dall' imposta. Uno degli
argomenti, . su cui probabilmente insister il venditore
. per ottenere il pl'ezzo desiderato, sar quello delle im-
poste da lui anticipate e delle molestie per ci subite.
Allorch la merce passa per molti rivenditori, l'iesce assai
pi malagevole all'ultimo acquirente l'endersi chiaro cont(}
dell' imposta, che ha gi in tante transazioni aderito al
prezzo del prodotto; la stratificazione tributaria si soli-
. di fica , diventa un tutto compatto co( valor venale dell(}
articolo. Di guisa che l, dove l'imposta, per i successivi
arrotondamenti subiti e per gli interessi delle sue anti-
cipazioni, diventa proporzionalmente pi gravosa, l ap-
punto essa meglio si dissimula.
. . Ci spiega, pel' esempio, come abbia potuto tornare
utile in cel'ti momenti l'abolire .1' imposta sul macinato.
elevando in pari 'tempo il dazio di confine all' introdu-
zione dei cereali. L'imposta potr ben diveniI'e pi spo- .
gliatrice : ma probabile che la massa dei contribuenti.
non tUl'bata da ci che lontano e non si vede, plauda
per ci che ~ vicino e si vede; Le cose qui dette bastano
a chiarire come l'illusione per 'occultamento nel prezz(}
debba acquistare tanto maggiore impotanza quanto pi
. leoperazioni tecniche dei singoli pI'odotti aumentano, il
' periodo produttivo si prolimghi e si estenda il mercat(}
edivarchi il confine nazionale.
In periodi di stasi o regl'esso economico e di ma-
lessere generale sorgono limiti al diffondersi di questa
specie di illusione, per causa della debole domanda dei
prodotti, che restringe la possibilit di produzioni in
grande, di applicazioni di congegni nuovi e potenti, di
estendimenti della divisione del layoro. In tali momenti
la compeiletl'azioIie dell' imposta Ilei prezzo dei prodotti
si deve accompagnare necessal'iamente ad una elevazione
del loro valol'e, contro cui l'industria reagisce solo par-
zialmente CQn larghi tentativi di peggioramento della
qualil delle merci. Resta per in ogni caso come ne-
cessaria condizione al sorgere di questa specie d' illu-
46
sione l'esistenza di sistemi tributari molto complessi e
frazionati.
Ben s'intende che gli spedienti fiscali, coi quali si al-
lontana ed occulta l'imposta, non fUt:ono immaginati ed
attuati pI'oprio e soltanto per conseguire quei risultati '
ingannatori. certo, per esempio, che le. imposte difab
bricazione e sulla circolazione in buona parte furono de-
terminate dall'impossibilit o dalle difficolt di afferrare
coll'imposta i prodotti all' atto del consumo (1). Nondi-
meno questi fatti,' quale ne fosse il pensiero e la frza
pratica predeterminante, agirono come circostanze le
pi favorevoli all'occultamento nel pT'ezzo.
Fra le circostanze, che concorrono a questQ ri!ml-
tato, va posta anche quella, per cui la compenetrazione
dell'imposta nel prezzo della merce non si accompagna
sempre e necessa'riame.nte ad una elevazione di esso.
Quella compenetrazione pu compiersi anche quando il
prezzo del prodotto resti immutato e anzi anche quando
diminuisca; e ci nei casi nei quali . il costo di produzione
della ricchezza colpita dall'imposta si sia attenuato tanto,
quanto lo ha elevato l'imposta o pi di quanto non lo abbia
elevato l'imposta. Tali attenuazioni nel costo di produzione
sono dall' industria ottenute o con perfezionamenti tec-
nici o con sostituzione di certe materie ad altre o con
alterazione della qualit del prodotto. In un periodo . di
progresso industriale, quale si riscontra nel nostro se-
colo, i perfezionamenti tecnici e anche parzialmente le
sostituzioni di certe materie ad altre hanno potentemente
sel'vito senza alcun dubbio ad occultare ai contribuenti la '
massa e la forza afflittiva di un grande numero d'imposte.
(l) Noi vedremo pCl' pi avanti (capo VI) come altri mo-
tivi abbiano certamente concorso, oltre a questi, allo sviluppo
delle . imposte in disCOl'SO.
47
, 15.
Occultamento di l'icchezza requisita colle
della moneta.
Come le vendite palesi ,ed , occulte dei demani, anche
le alterazioni della moneta servirono a procurare ri-
sorse straol'dinarie all'erario. E anch'esse, le alterazioni
della moneta, valsero a dissimulare talvolta ai contri-
buenti una pal'te delle entrate pubbliche; il che accadde
prt:)priamente quando quelle operazioni si compivano
Clandestinamente: Sotto questo aspetto le altel'azioni della
moneta offronl) un interessante al'gomento alla teoria
fiIiaziaria.
L'illusione prodotta dalle alterazioni clandestine della
moneta si avvicina assai a quella prodotta dall'inclusione
dell'imposta nel pl'ezzo dei prodotti, di cui abbiamo Ol'a
discorso ( 14). 111 ambo i casi infatti il cittadino paga
R sua insaputa un' imposta i in ambo i casi questa si
nasconde nel prezzo. Ma tuttavia fra quelle due specie
d'illusioni intercedono differenze notevoli; perch nelle
occultaziolli d'imposta nel prezzo dei ' prodotti compel'ati
[l'a privati, la quota che i cittadini incons,ciamente ce-
dono come imposta creduta da essi in tutto o in parte
destinata a soddisfazione di bisogni privati; l'illusione e
l'el'rore cadono non gi sull' esistenza o inesistenza di
una parte del loro avere, ma su una destinazione che
essa riceve, piuttostoch un'altrai mentre invece l'illu-
sione dipendente clandestina delle
si sull' erronea persuasione di venire in possesso
di uIa certa parte di metallo e di valore, di cui vera-
m,ente non si viene in possesso; si fonda, cio, su una
questione di esistenza o di inesistenza di una parte del-
l'avel'e privato e gi su una questione circa la de-
stinazione che questo ri<Jeva. Inoltre, mentre l'illusione
dipendente dall'occultamento dell' imposta nel prezzo o-
pera d'ordinario sui compratri, l'illusione dipendente
dalle alterazioni clandestine della moneta d'ordinario 0-
48
perava sui venditori. EI'a,noinfatti i creditol'i
che ricevevano gl' interessi l' ammol'tamento' dei loro
capitali; gli appaltatori, che ricevevano il pl'ezzo dolle
loro fOl'niture; i funzionarpubblici chel'icevevallo lo
stipendio per le loro prestazioni d'opera; e cioaltret-
tanti venditori, che colla altel'azione clandestina della
moneta pagavano un' imposta nascosta nel pl'ezzo rice- .
vuto, E quando in seguit.o quelle divenendo
compratori, cedevano in cambio delle cose acquistate la
moneta alterata, l' .imposta e('a una volta ancol'a trasfe-
rita su venditori. Infine nella prima di queste due specie
d'illusione si occulta una imposta stabilita nelle forme
legali, che genericamente conosciuta o che almeno
tutti hanno l'obbligo di conoscere; mentre nella seconda
la sottrazione dell' avet'e privato mancava di .un . titolo
giuridico e non poteva presumorsi conosciuta.
Anche nelle occultazioni di l'icchezza requisita, ope-
rate . coi redditi o colle alienazioni demaniali ( 13), il
contribuente d'ordinario concorre al pubblico fabbisogno
con certi suoi beni presenti a sua insaputa, come nel caso
d'illusione provocata da alterazioni clandestine della mo-
neta; tuttavia l, perch si compia, non con-
dizione necessal'ia che il cittadino ignori l' et'listenza ed
il concorso di certi l'edditi o beni alle casse dello Stato!
ma solo che egli consideri tali redditi o beni come non
propri; mentl'e qui, pel'ch l'inganno si compia, condi-
zione essenziale che il contribuente ignori resistenza
di tali introiti finanziari, sicch l'ignoranza pi piena
e, direi, di doppio grado, consistendo essa, non solo nella -
supposizione di non pagare del proprio certe prestazioni.
ma anche nella supposizione che queste non siano chieste
e non formino un cespite di entrate pubbliche, Inoltre l
l'illusione si risolve in un credere di non avere alcuna
compartecipazione in certi beni requisiti e cio in un
credet'e di avere-meno di ci, che si ha o di non avere
cose, che si avevano; qui in un crederl3 . di riavere o di
avere pi di quanto effettivamente si ricevesse; nel cre-
dere di avere cose che non si avevano.
49
L'efficacia occultatl'ice delle altrazioni clandestine
della moneta ha dei limiti, che diventano grado grado
pi resistenti. Il detepioramento occulto delle specie me
talliche viene ben pl'esto a notizia del pubblico e da
quel momento si inizia un'elevazione del prezzo di tutte
le cose e quindi anche ' del metallo p\'ezioso, di cui do-
vranno provvedel'si le zeqche, le . qusli vedono pe\'ci
ristretti i loro lucl'i successivi. Ma ci eccita nuove al-
terazioni delle monete, le quali nella loro successione
lo sforzo dello stato a mantenere una fonte
d' enh'ata, che tende ad esau\'irsi e ad essere eliminata
da.lle elevazioni del prezzo del metallo, in correlazione al
deprezzamento della ' moneta.
Nondimeno, malgrado l'appal'enza del continuo au-
mento che pl'esentano i benefizi dello stato, questi ven-
gono ad un certo punto a restringersi progressivamente
il che attenua la ragione prima di quelle malsane ope-
razioni (1). D'altra par'te, i successivi invilimenti delle '
monete eccitano mali economici, che si acutizzano rapi-
damente e determinano malumori e tumulti. Ad un certo
punto quelle pratiche finanziarie divengono cos poco
rimunel'atrici e talmente pericolose, che sarebbe assurdo
persistervi (2).
(1) I guadagni provenienti dalle mutazioni delle monete co-
stituiscono, scriveva gi ORESME, la principale et finalle cause
pour hL quelle le prince veut avoir 11\ puissance de muer la
monnaie. ORESME, Trait des mormaies. Ed. WOlowsky, eh. 15.
(2) ORESME terminava il suo celebre trattato con questa
osservazione: Quiconques voudraient, par aucune manire,
attrai re et induire les seigneurs (Ies rois) de France ce r-
tyrannique, certes ils exposeroient le royaume en grand
dcriement et houte et pI'pareroient sa fin .. et pOUI' cesi la
royalle sequelle de France dlinque e sa premire vertu, sans
nulle doutte elle perdra son royaume et sera. translate en au-
tre main (eh. 26). ORESME conosceva bene le sedizioni provo-
dalle alterazioni della moneta sotto Filippo il Bello e sotto
il Delfino nel 1537. .
50
D'altronde gl'ado grado, col consolidarsi del potere
del Principe, collo estf?ndersi della propriet individuale
e coll' accrescersi della sicUl'ezza pubblica, diventa pi
facile il ricorso alle alienazioni demaniali e si costitui-
scono condizioni pi adatte all' uso e all' abuso del cre-
dito pubblico (l). Questi due mezzi, di una grande effi-
cacia, anche perch riescono ad occultare una parte co-o
spicua della ricchezza requisita, tendono a limitare d'as-
sai, se non a proscl'ivere, la pratica delle altE-!l'azioni della
moneta.
16.
Occultamento di perdite di pat,>imonto in dipendenza
dalle imposte e dai prestiti.
Un' alti'a fOI'ma d'illusione, che deve essere esami-
.nata in questo capitolo, quella, colla quale si nascon-
dono a ceri e masse di contribuenti requisizioni di una
certa parM del loro patrimonio mediante imposte ap-
parentemente inficienti soltq,nio il reddito e aventi una
durala lunga o indefinita.
noto come una imposta sul reddito, fissa, immuta-
bile, tenda a risolversi in una diminuzione del valore
della fonte colpita, in misura eguale alla capitalizzazione
dell'imposta. Il principio vale tanto se l'imposta cada su
beni immobili, come su mobili. In sostanza un contri-
buente, condannato a pagare ogni anno immutabilmente
mille lir'e d'imposta, pu considerarsi come spogliato di
una parte di patrimonio pari a lire ventimila, posto che
il saggio dell'interesse sia del cinque per cento. Il c o n ~
tribuente potrebbe liberarsi dal suo onere tributario con
un conti'atto di cessione di una somma capitale corri-
spondente. Tale l'operazione che PITT propose ai contl'i-
(1) Limite, che-incontrava l'uso dei prestiti pubblici, quando
in Francia si ric orse alle pi gravi alterazioni della moneta,
vedi in WUITRY, Etudes sur le rgime financtm- de la Fran-
ce, I, 180; II, 211.
51
buenti della land-tax. Conservando la pl'opriet di quelle
ventimila lire, il contribuente, insieme a qualchevantag-
gio, ha l'obbligo di doverle amminisb'are a beneficio dello
Stato; e questi, da parte sua, viene ad aumentare il suo
patrimonio di quel valore, della cui amministrazione
scia le molestie al contl'ibuente.
bens vero che non poche circostanze concorrono
a diminuire d'assai la perdita di valor capitale, che cia-
scun contribuente dOVl'ebbe sopportare, quando egli la
calcolasse capitalizzando al saggio corrente la somma
d'imposta, ch' egli paga ordinariamente.
Gi una parte di questo valor capitale, sottratto dalle
imposte,and a carico dei proprietari di quelle
fonti di reddito, che possiede l'attuale contribuente, in
quanto i compratori ['iuscissero ad acquistarle sulla base
di un prodotto defalcato di tutte o di parte delle impo-
ste esistenti allora.
Un'altl'a parte di quel valol'e capitale, che dovrebbe
essere strappata all' attuale contl'ibuellte dalla somma
d'imposta ch'egli paga, potr invece essere da lui conser-
vata col favore di molti eventi, alcuni dei quali presen-
teranno un alto grado di probabilit.
Egli potr combattere la discesa del valor capitale
di quei beni con miglioramenti tecnici, colla sua speciale
abilit; e potr essere aiutato dalla congiuntura, da pro-
sciugamenti, da canali o da strade nuove, da aumenti
della popolazione; e ancora da sgravi d'imposta, da oc-
cultazioni di una parte dei suoi redditi futuri ecc. Al-
cuna di queste circostanze, se anco non agisca su di lui,
potr influire sull' animo del compratore delle sue fonti
di reddito.
Ma i appunto induce a concludel'e che nelle cir-
costanze ol'dinarie, entro limiti vari, i successivi pro-
prietari delleval'ie fonti produttive soggiacciono a de-
curtazioni di patl'imonio tutti quanti; e ancora a chiarire
come una parte di tali svalutazioni di patrimoni privati
per tl'etto dell' imposta si occulti por periodi di tempo
o meno lunghi ai contribuenti, i quali sperano spesso
52
vanamente di avere il favore delle circostanze, che con-
trastanoil depI'ezzamento delle loro fortune.
Finch resta la spel'anza di potei' ostare all' invili-
mento dei beni minacciati dall'imposta, questo non cal-
colato come definitivo. Il recente aumento d'imposta, a
cui il contribuente stato assoggettato, si risolve in
sulle prime per lui in un fatto nuovo, a cui non an-
cora abituato e che pu essere computato per qualche
tempo insieme a quelle minute eventualit, che danno un
certo grado di oscillazione ad ogni reddito e dalle quali
prescinde il calcolo del valor capitale, che si asside su
di un prodotto netto medio ..
" ben vero che l'imposta ,recente costituisce un ele-
mento fisso, certo, durevole, e che come tale tende ad
assumere una importanza propria nel calcolo del valor
capitale. Ma di ci il contribuente acquister coscienza
solo pi tardi, quando l'imposta mostrer il suo ca l'attere
permanente, quando le aspettative del contl'ibuente per
un qualsiasi guadagno di congiuntura o sulla sua stessa
operosit saranno svanite. Prima che il contribuente
giunga a quest' ultima conclusione d'ordinario COI're un
certo periodo di tempo, ed intanto egli continua ad am-
ministrare i suoi fondi, ad esserne il proprietario rico-
nosciuto. Nessun cambiamento avviene nella consistenza
fisica delle sue fonti d'entrata, nessuna diminuzione della
loro potenza produttiva. bens vero che un nuovo pro-
prietal'io gli si posto d'accanto; ma questi non Una
persona fisica, non varca i confini delle sue propriet,
non le amministra, non d ordini e non si vee. Nessun
cambiamento tranne una piccola diminuzione di reddito.
E questa si sveler sotto le forme di una forte somma
di capitale perduto solo pi tardi, dopo un periodo d'il-
lusioni pi o meno lungo e che su certe masse di con-
tribuenti non dilegua mai.
Questo stesso fllomenosi vel'ifica con proporzioni
pi vaste in occasione della stipulazione di un prestito
pubblico. L'interesse, che quinc' innanzi i contribuenti
dovranno pagare, si risolve in una diniinuzione del va-
58
delle loro fonti pI'oduttive. Da questo punto
di vista pienament,e esatta la teoria, la quale dichiara
che i debiti contratti da uno stato si pagano colie ric-
chezze presenti, non colle futul'e; e che indifferente pel
contribuente, tanto il fargli pagare una imposta di cento
lire in una sola volta, quanto il fargli pagare cinque lire
ogni anno.
Ma questa teol'ia giusta soltanto in una ipotesi ge-
nerica e dal punto di vista dell'economia nazionale.
Ma pel' la maggior parte dei contribuenti non in-
differente il pagal'e la somma necessaria a cel'ti bisogni
straordinari dello stato in una sola volta o il pagal'ne
semplicemente gl'interessi.
Perch cos (osse, bisognerebbe supporre che si a-
vesse perfetta identit fra due sacl'ifizi pecuniari, che si
risolvono nominalmente nella stessa somma, ma dei quali
l'uno pl'esente e sicuro, l'altro, in cel'ta parte almeno,
remoto ed incerto. Il pagare cento lire una volta tanto
costituisce un fatto definitivo, cel'to, immediato, il'revo-
cabile, di cui le conseguenze peseranno pel' sempre sulla
economia del contribuente. Il corrispondere invece sol-
tanto cinque d'interesse all'anno pu, in date eve-
nienze, risolversi realmente pel contribuente in un minor
sacrifizio; cos, per esenipio, nella eventualit, che pure
in certi momenti ha potuto essere apprezzata, di un fal-
limento dello stato o in quella in cui il contl'ibuente emigri
poco dopo che fu contratto il pl'estito. D'altro canto, il
pagamento dell'intera somma in una sola volta, per chi ,non
abbia disponibile il capitale ed costretto a contrarl'e un
prestito, talol'a assai pi oneroso che il pagare cinque
lire l'anno. Mentre a questo pagamento il contribuente
pu provvedere con qualche sacrifizio, che rimarr igno-
rato; per procurarsi in vece col prestito la somma neces-
saria dovr esporre la sua situazione economica, confes-
sare le sue sh'ettezze, pel'dere la sua piena indipendenza,
il che non solo pu essere altamente penoso a una per-
sona delicata od orgogliosa, ma pu essere addirittura
rovinoso per chi gi si trovi in una posizione dissestata:
54
A costui sar sommamente utile di disporre del suo pa_
trimonio.
Inoltre per un certo -numero di persone d'et gi
matura o senile e che non abbiano eredi a cui pensare
potrebbe convenire assai pi di pagare cinque lire allo
stato ogni anno che non cento lire in una sola volta, pe-
rocch esse troverebbero probabilmente un miglior im-
piego di quelle cento lire prestandole a capitale perduto
per un'annualit da corrispondere ad essi fino alla loro
morte, maggiore di cinque lire annue. per vero, se si
trova chi si obbligherebbe di dar loro ed ai loro eredi
a perpetuit lil'e cinque in cambio del capitale di lire
cento, che essi cedono, ci significa che limitando l'ob-
bligo del cessionario a un piccolo numero di anni, quale
orrisponde alla vita pl'obabile di quei contribuenti, essi
potrebberu ottenere un'annualit ben maggiore del cinque
per cento.
Ancora va soggiunto che buon numero di contri-
buenti, quelli sovratutto in cattive condizioni economiche;
troverebbe la somma da pagarsi allo stato in una volta
sola a condizioni pi onerose che non siano le condizioni
del prestito contratto dallo stato stesso.
Ma a prescindere da tutte queste censiderazioni,. le
quali mostrano come dal punto di vista dei contribuenti
debitori il pl'estito sia veramente prefel'ibile all'imposta,
si deve tener conto anche di un'altra considerazione, la
quale concorre allo stesso risultato, pUl'e avendo un va-
lore del tutto illusorio. Dato, il grado di coltura e di av-
vedutezza ordinaria dei contribuenti, la maggior parte
di eSili non vede la intima colleganza t'l'a il pagamento
fatto ogni degli interessi di quella somma e la cor-
rispondente diminuzione di valor capitale dei loro patri-
moni. La maggior _ parte persuasa che il carico del
nuovo prestito ai futuri e che questo sia
uno spediente meno gravoso della. imposta pagata una.
volta sola. Percb la si accorgesse della svaluta-
zione del patrimonio pl'esente, occrrerebbel'o anche qui
l' evidenza della persona fisica del nuovo proprietario,
55
l'intromissione di terzi nell'arilministl'azione d ~ i beni sva-
lutati, ecc. Questa mancanza di. evidenza fisica del dailllo
derivante dal prestito deve essere tenuta in conto nei
gudizi compal'ativi fl'a il prestito e l'imposta straordi-
. naria. Pi ancora , che su quei giusti calcoli, su cui fanno
assegnamento certi gruppi di contribuenti, sui calcoli
.erronei,sulla illusione delle masse, che si tl'ova la ra-
gione determinante l'uomo politico a preferiI'e il prestito
a:11'imposta straordinaria.
Questa preferenza diventa decisiva quando si osservi
.che i prestiti pubblici o ffI'o no il modo di nascondere, non
solo la svalutazione delle fOl'tune private, derivante dalla
durata indefinita degli interessi da pagal'si, ma . di nascon-
dere inoltre la massa complessiva di capitale a essi as-
sorbita, e in pari tempo il vero saggio dei loro interessi.
Di che appunto ragiona il seguente pal'agrafo.
17.
Occultamento dell' ammontare d ~ i prestiti pubblici
e dei lo 1'0 interessi.
Un altro spediente, anch'esso determinante un occul-
tamento di una pal'te della ricchezza ,l'equisibile al con-
tl'ibuente, consiste nel dichiarm'e gli interessi dei debiti
pbblici inferiori al vero. Ognuno sa che il sistema usato
genel'almente in passato, d'indicare !'interesse in corri-
spondenza al capitale veramente l'icevuto dagli stati (pl'e-
stiti cos detti ad alto interesse), caduto quasi in disuso
nella pratica, specialmente dopo la guerl'a d'America e
le op'erazioni di C1'edito di William Pitt. Il sistema, che
ha acquistato sempre maggior favoee, , quello, che
indica l'interesse in cOI'rispondenza ad un capitale nomi-
nale maggiore di quello realmente ricevuto dallo stato
(prestiti cos detti a basso interesse). La pratica pI'imi-
tiva, incompal'abilmete pi in armonia coll'interesse ge-
nerale, perch non indebita, lo stato di somme maggiori
delle ricevute e perch non ostacola la conversione e la
56
estinzione del debito, ha dovuto.cedere il campo di fronte
al sistema pi recente. Il prestito ad alto interesse, 01-
trech osteggiato dai banchieri, alle cui combinazioni
senza dubbio molto pi vantaggioso il sistema pi recente,
doveva apparl'e come un cattivo e3pediente dal punto
di vista, non dir politico, ma della scaltrezza politica,
per quel suo imprudente svelare il vero alto interesse,
cui lo Stato prendeva a prestito; un interesse non di rado
condannato dalla legge stessa. E bens vero che il pre
stito a basso interesse pi pl'egiudizievole allo Stato e
anche al suo credito; e che, se da un lato eccita
una illusione ottimistica occultando una pal'le dell' inte-
resse, dall'altl'o lato deve pl'odurl'e invece un' impres-
sione molto penosa coll'aumenlal'e la somma del capitale,
per la quale lo Stato si obbliga (l). Ma qui va tosto sog-
giunto che l'ade ha tt'ovato. numel'osi artifici,
coi quali si. non pUl'e alle moltitudini dell'intima
popolazione, gibuene alle per30ne pi colte, la somma
(1) Un'altra falsa spesa che ha avuto da molti ilanci in
qua una pressione fortemente dannosa. sulla nostra
sebbllne non figuri che in modo latente nei bilanci dello stato,
quella della maggior cifra d'interessi del debito pubblico che
paghiamo in seguito al sistema difettoso delle nostre emissioni
di ' rendita. L'elTore, Eebbene in proporzione minore per le mu-
tate condilioni del mercato monetal'o, fu per ripetuto n ncora
e pi volto in anni a noi pi vicini. Per non pagai e npp:lren-
temente dei tassi del 7, 8, 9 per cento, che per si pagavano
di fatto emettendo la rendita Il; prezzi bassissimi, persino al 52
per cento, si rendeva lo Stato debitore verso i portntori di un
catJitale molto maggiore di quello, che effettivamente da essi
riceveva. La possibilit di un rimborso alla pari evidentemente
non influiva fatto dell'interesse, perch si capiva che l'eve-
nienza era t.roppo lontana ... Si deve calcolare a Ilon meno di
un miliardo e mezzo quello, che si sarebbe potuto risparmiare
in capitalo in tal modo dal 1862 al 18700 ad altre parecl!hie
centinaia di milioni dopo il settanta.. CASARETTO, Le conse-
guenze di trent' anni di errori finanziari (Riforma socia.le, 15
dicembre .1898, p. 1136).
57
complessiva del debito pubblico; il che si ottiene inispecie '
col frazionarlo e moltiplical'lO in tanti debiti speciali, col
differenziarli nei 101'0 nomi, nelle loro. forme, nelle con-
dizioni ed epoche di estin7Jione, nel saggio degli intel'essi,
col cl'earne di' nuovi ed estinguerne di vecchi, col pre".
senta l'ne tal uni come alimentati ed ammortizzabili merc
dei redditi derivanti dalle opel'e per cui furono contratti,
mentt'e la diffet'enza passi va fOl'nita dalle imposte, collo
allllidal'li nelle pi disparate parti del bilancio e via di
cendo (Capo IV) (1). Per taii modi si ottiene questo
stupefacente effetto di , nascorldel'e l'alto saggio degli in-
teressi, indicandolo in corl'ispondenza ad un capitale no-
minale maggiore del ricevuto; e . in pari tempo di fare
scomparl'e cospicue masse di quest'ultimo dall'ol'izzonte
finanzial'io.
L'.ammontat'e del debito perde importanza nella co-
scienza popolare, anche in forza dell' erl'onea opinione,
ma assai diffusa, pei' la quale si giudica che solo l'inte-
resse del debito ricada sulle genel'azioni presenti. Infine
quaO,to millol'e l'ammontare dell'interesse, tanto
pi lo Stato sar considerato un abile amrninistl'atol'e del
daoul'o pubblico e forte contro il pal'assitisrno bancario I
E dOpo ci, chi non vede come il pl'ostito . pubblico
infligga genel'almente una pena molto minore dell'imposta
(l) Il nostro debito va ingolfandosi in una confusiore
semp.'e pi inestl"cabile. PUI' tl'OppO, specialmente nell' ultimo
decennio, allo scopo di nasconere i bbit,j, ne abbiamo tal-
mente moltiplicate le forme ed i titoli, che oramai non .vi pHl
mente umana che vi si possa raccapezzare . MAGGlORINO }'ER'
RARIS. Finanza ed Economia nazionale, p. 306, nella Nuova
Antologia, 16 gennaio 1892. L'autore propugna lo. concentra-
zione delle emissioni in un solo cd unico titolo. Ci sarclJbe
un Vtl'O progresso verso la chiarezza e la semplicit del bi-
lancio . Rt'sta. l.er a sapero ancora se tale progresso costi-
tuisca una lecessaria e prossima esigenza della politica e delle
profone ,.forzo la determinano. Su questo punto
si vegga il capo seguente e il capo XIV.
58
straordinaria, e pel'ch la politica finanziaria ,abbia pre-
ferito il primoaUa seconda? Lo studio dell'illusione fi-
nanziaria contribuisce a -dat'e la spiegazione causale di
un tale fatto.
18.
Occultamento di ricchezza requisita mediante
la tlendita di uffci pubblici.
Pel'connessione di materia deve essere qui ricordata
la vecchia pratica del traffco delle car'iche pubblich,
cui si ricorre in momenti storici in modo larghis,
simo (1). Con quella pratica si c'onsegitivano le forme
d'illusione segnalate nei due paragrafi precedenti.
Infatti la creazione e la vendita di cal'iche pubbliche
furono spesso una forma speciale di prestito. Lo stato s
procacciava entrate straordinarie cedendo uffici pl'odut
tivi, nei quali i prestatori trovavano l'interesse e l'am-
mortamento dei loro capitali. In parte l'intel'esse e l'am-
mortamento dei capitali era ottenuto anche colla esen-
zione dalle imposte. Infatti anche questa concessione e-
quivaleva alricupel'o di una parte del capitale sborsato (2).
(1) L'EsTOILE ci ha conservato la lista degli ufdJi venali nel-
l'anno 15f!6; questa lista contiene centoventillove categorie .... Oli '
uffici venali avevano invaso, non solo la magistratura, l'ammi-
nistrazione e la polizia, ma ancora il commercio e l'industria.
CLAMAGERAN,- Histoil'e deZ'imp6t en France, II p. 24:-3. Nel
1614 l'insieme delle cariche della magistratura e della finanza
secondo FORBONNAIS, era stimato 200 milioni.
(2) La cI'eazione e vendita delle cariche pubbliche occasio-
la convinzione che' lo Stato rendesse certi srvizi,
che prima llonaveva resi o li pelfezionas::!e. In quanto ci fosse
in parte illusorio, la creazione e vendita di cariche pubbliche
diventava un mezzo d'Hlusione di utilita. pubbliche.
Sempre dal punto di vista dei cl'editori pubblici, si conse-
guiva ancora un'altra specie d'illusione, che consisteva in quel
pi levato valore subbiettivo, che avevano i vantaggi procu-
59
. Quanto allo Stato, esso non perdeva d'ordinario le con-
tribuzioni, ch avrebbe dovuto pagare il nuovo ttolare :
queste infatti non davano luogo ad uno sgravio del con-
tingente d'imposta delle comunit, ma venivano ripartit
nella distt'ibuiione del contingente ft'a i l'estanti contri-
buenti (1) .. Lo Stato quindi incassava anche qui una en-
trata straorinat'ia, gli interessi della quale ricadevano
sui contribuenti sotto la forma di un aumento d'imposta.
In ogni caso adunque il traffico delle cariche pubbliche
si risolveva in una serie di prestiti pubblici, i quali de-
Jerminavano uno svalutamento pi o meno dei
patrimoni privati.
Solo che questa forma di prestito aveva un aspetto assai
'meno allarmante. Lo Stato, per tI'ovar danaro, qui non
aveva bisogno di dfchiarare 'al pubblico che aveva esaurite
tutte le sue risorse, che si trovava di fronte al disavanzo,
che gli abbisognava una grossa somma. Anche il saggio
dell'interesse, che lo Stato avrebbe dovuto pagare, non el'a
strombazzato, discusso; ma restava nel mistero. Solo pi
tardi e poco alla volta, e sempre imperfettamente, i cittadini
vedevano gli ffetti della vendita delle cariche pubbliche;
si rendevano conto delle svalutazioni; che cadevano SUi
rati dalla compra delle cariche pubbliche n(li primi momenti del
' loro acquisto. Tali vantaggi erano in parte di carattere specu
lativo (impiego protlcuo di ca.pitale), in parte ancora di carattere
estra-economico (dignit, onori derivanti dall' uflicio pubblico).
Si veda il Capo VII.
La vera forza. d'illusione della vendita degli urtici pubblici
appare nella sua pienezza solo quando si guardi dal doppio punto
di vista dei debitori e dei creditori pubblici. Allora si comprende
ancora tutta la. veI"it della osservazione del CLAMAGERAN, che
afferma la vendita ' degli uftlci pubblici esSere stata la forma.
pi attraente di prestiti pubblici.
. (I) La Camera della Sommaria ai 5 novembre 1569 dispose
che le !lomuni non dovessero pagare pei cittadini francati da
tributi; ma tale decisione non venne mai eseguita. BIANCHINl,
delle Finanze, II, p. 437-38.
60
loro beni e degli alti interessi delle somme prese a pre_
stito dallo stato.
Queste forme lal'vate di prestiti erano tuttavia di li
mitata applicazione. Esse furono usate, . non gi in sosti-
tuzione delle forme pi sincel'e di prestito, ma per otte-
nel'e quanto con queste non fosse prudente chiedere.
Merc di esse era concessn di rappresentare il disavanzo
con dimensioni pi l'istrette ed attenuare parte delle som-
me che si dovevano prendere a pI'estito.
Il ricorso a queste fOl'me larvate di prestito fu d'al-
tronde reclamato dall!l scal'sa efficacia occultatrice, che
ebbero le forme palesi di prestito, prevalse nei se-
coli scorsi. Infatti, come noto, queste ultime dovettero
appoggiarsi su garanzie reaUe d'ol'dinario ad un periodo
breve di ammortamento. Ci condusse le pI'incipali fonti
di entl'ata nelle mani dei creditori pubblici, i quali si slan-
ciarono furiosamente sui contribuenti con vessazioni tanto
pi sfl'enate, quanto piN breve el'a il periodo pel' l'am-
mortamento, piu difficile la condizione finanzial'ia dello
stato, maggiore la 101'0 libel't d'azione e qunto pi il
popolo immiseriva. Ma con ci appunto il pI'estito sve-
lava il suo carattel'e sfl'uttatol'e, la sua inettitudine a na-
scondel'e i mali che recava; onde il tJ'atIico delle cat'iche
pubbliche colla sua etIicacia sitllulatrice diventava di pi
in pi l'elemento integrato re delle operazioni di credito
ed lln congegno ol'ganico del sistema tributal'io (1).
Senonch anche questo spediente, che per un certo tem':'
po pl'est mano alle simulazioni operate dai prestiti pub-
blici e le pel,rezion, poco a poco doveva perdel'e ogni
valore dal punto di vista dell'illusione e divenire anzi la
(I) Cos sotto gli Angioini, come sotto Carlo V e suoi suc-
cessori, si ricorse alla. vendita. di uftlci pubblici solo in momenti
difficilissimi e qllangQ il CI'edito era quasi esausto. BIANCHINI,
Storia delle Finanze, I, p. 412, 4.3; II, p. 404.
Lo stesso i'n Francia sotto CarLo , l''rancesco I, Enrico III,
Richelieu. CLAMAGERAN, l. c., Il, pago 127, 128,243, 492: e GOMEL,
l. c., pago 107, 108. .
61
voce pi eloquente contro i disordini della finanza e della
pplitica. Quei funzionari pubblici, senza preparazione
t
senza vocazione, senza capacit, senza . amore pei :oro
uffici corl'ompevano la giustizia, l'amministrazione, l'e-
. sercito, deprimevano fino al pi basso grado il valore '
della delle utilit pubbliche, e per converso rende-
vano evidente l'enormit del loro costo (1).
Ma viene il momento, in cui il Govel'no democratico,
accompagnato da una quasi inesauribile fiducia, inaugu-
ra i prestiti senza garenzie reali e d'ordinario irredi-
. ruibili. Allora, cos la vendita degli uffici pubblici, come
le altel'azioni della moneta, cadono in disuso.
(1) In Napoli sotto Ladislao la vendita delle cariche pub-
bliche, degli onori e dei privilegi giunse a pre7tzi cos vili che
il Re stesso' ne ridava. BlANCHINI, Storia delle Finanze. I. p.413.
In Sicilia i Parlamenti fecero osservare a. Carlo V che di ne
cessit dovea vendere la giustizia chi avea comperato il diritto
di amministrarla e che all'ingordigia. del guadagno dei giudici
della Gran Corte doveva attdbuirsi essere protette le calunnie
dei litiganti, le cause fatte ed indefinite, donde
tavano odii ed inimicizie, discordie, delitti e sterminio di fa-
miglie BIANCHINI, Storia economico civile di Sicilia, I, p. 178.
Nel 1596 il Parlamento supplicava il Re che almeno non si
'vendossarCl unici, dei quali i salari non sorpassavano i trenta.
scudi l'anno . La supplica cominciava con queste parole: Con
ciossiach gli uftlzi e le dignit. sono i premi d'onore, di vilt, di
dottrina, di piet e di religione, certa cosa che la veTldita di
essi fa strada a ladronecci, all'avarizia, all'imposta e brevemente
a. tutte le scelleratezze. BIANCHINI Storia economico-civile,
. 1. p. Durante il tumulto, che scoppi a Parigi nel giugno
1586, si gridava: Perch tanti uffici? Non occone che questi
ufficiali, che acquistarono all'ingrosso, rivendano al minuto la
giustizia. Non si sa che la vendita di uffici la porta aperta.
agli ignoranti e ai cattivi f Chi dubita che la moltitudine degli
ufficiali non consumi la finanza del Re e mangi il popolo ? ....
CLAMAGERAN, l. c., II, p_ 264.
62
19.
Occultamento di ,-icchezze requisibili con false
promesse dell' autorit pubblica.
Un altro mezzo, col quale si riesce ad occultare di-
rettamente una parte della ricchezza requisibile, consiste
in quelle false promesse dell' autorit pubblica, che hanno
appunto per effetto di faI' supporre al contribuente che
entro un prossimo avvenire non dovr pi sottostare a
certe gravezze.
A tutte le storie finanziarie si accompagna, si intreccia
una rete di menzogne, di cui il frequente ripetersi non
basta a togliere loro la fiducia delle moltitudini.
Noi non intendiamo di enumerare qui tutte le specie
di false promesse, che hanno avuto per sffetto di occul-
tare una parte della ricchezza requisibile e anche i modi
di impiego del danaro pubblico; ma solo di accennarne
alcune, in via d'esempio.
Tali le solenni promesse, cos spesso violate, che
gli antichi Principi facevano di non chiedere donativi,
non consentiti dalle antiche consuetudini o leggi fonda
mentali; tali ancora le solenni promesse, che quei Prin-
cipi facevano di non chiedere pi in avvenire certi do-
nativi, contrari alle leggi od alle consuetudini, che al p r ~
sente erano domandati solo in vista di circostnze straor-
dinarie e ' non rinnovabili. Tali le proclamazioni dei nuovi
regnanti che avrebbero risparmiato i loro popoli da ec-
cessive gravezze, che sarebbero ritomati alle consuetu-
dini, seguite. dai Sovrani cari alle moltitudini, ecc. Tali
gli impegni di far servire certe imposte presenti al riac-
quisto di demani pignorati od alienati o all' ammorta-
mento di debiti contl'atti o a l'icuperare uffici pubblici
venduti. Tali le dichiarazioni che certe nuove imposte
avrebbero avuto durata temporanea. 'l'ali i propositi di
eguaglianza tributaria, di far cessare abusi, s spesso e-
spressi nei proemi, che precedettero le leggi tributarie.
Tali le assicurazioni che in avvenire non si sarebbero
63
pi "endute cariche pubbliche, n si sarebbe proceduto
ad alterazioni della moneta. 'l'ali le presentazioni come
debiti fluttuanti di debiti .consolidati, le dichiarazioni di
arrestare o le spese, continuamente . cre-
scenti, di certi servigi pubblici; di chiudere definitiva-
mente il gran libro del debito pubblico; di un pa,reggio
gi assicurato o assai presto raggiungibile.
Tutti questi spedienti d'arte politica e i molti altri
analoghi, che potrebbero qui essel'e ricondotti, sono in
questo luogo considerati solo per ci che abbiano per
effetto di nascondere nella qualit, quantit. e durata certe
'spese pubbliche o certe entrate, solo in quanto de-
terminino un'illusione in relazione ad un nascondimento
di spese o d'imposizioni.
Ma quegli stessi spedienti hanno anche un secondo
risultato, in quanto la speranza di un miglio l'e avvenire
attenui il peso presente dei tributi, la loro fOl'za afflittiva,
anche quando il preciso ammontare di essi non si 'na-
sconda. Senonch, come tali, quegli espedienti danno na-
scimento ad un'altra specie d'illusione diversa da quella,
di cui ci in questo capitolo; e cio danno na-
scimento ad una illusione non sulla quantit delle im-
poste pagate dal contribuente, ma solo sul loro peso, sulla
loro forza afflittiva, in dipendenza dall' avvicinamento
di questa ad eventi piacevoli (capi VI, VII)).
quasi lllutile avvertil'e che le false promesse, di cui
si occupa il presente pal'agrafo, non furono sempre fatte
dall'autorit pubblica con intendimento d'ingannare i con-
tribuenti, e che spesso furono pl'onunziate con piena buona
fede. Non vi ha alcun dubbio che in molti casi l'uomo di
stato sia condotto a dichiarare la temporaneit di crti sa-
rifizi, destinati a pesare per sempre sul popolo, dalla 8in-
<lera convinzione che le condizioni, <lhe li reclamano,siano
transitol'ie. Cos certo che in vari momenti alcuni mi-
nistri inglesi furono tanto convinti, quanto lo era il paese,
della precariet dell' Income-tax. Ma ci che importa
per determinare nel pensiero dei contribuenti una occui-
tazione di certe future ricchezze l'equisibili la persua-
64
sione in essi dell temporaneit dell' imposta. invece
affatto insignificante, come un antecedente non necessa-
riamente connesso all'effetto che si vuole spiegare, la cir-
costanza che tale persuasione sia condivisa anche dal le-
gislatore. Comunque fosse il pensiet'o dei var minist,'i
inglesi, resta pur sempre il fatto che la lncome-tax ha
potuto essere introdotta e mantenuta presso il popolo
pel' lungo tempo, solo col dare una particolare accentua-
zione a circostanze d'indole tl'ansitoria, che la rendevano
necessaria.
La grande quantit di false promesse, di cui piena.
la stOl'ia della finanza, non costituisce un fenomeno e:"
sclusivamente legato alle cattive qualit morali, alla spe-
ciale individualit di questo o quel Principe, di questo o
quel Ministro. Forse l'impronta carattel'istica delle varie
personalit pu riscontrarsi, entro modesti limiti, nella
scelta fra un certo numero dei provvedimenti fiscali, che
si dichial'ano transitori.
Del resto anche le forme, cos spesso ripetentisi, di
quelle false p r o n ~ e s s e rispecchiano cel'te condizioni fi-
nanziarie, a cui non si pu provvedel'e che con un nu-
mero limitato di spedienti e fanno fede della scarsa li-
bel't d'azione, che l'uomo ha anche in questo campo. Vi
sono delle forze superiori alla forza dell'individuo, che in-
ducono a credere temporanee certe gravezze, che saranno
definitive; e vi sono ancora altr'e forze generali, che in-
ducono l'uomo di Stato a rappl'esentare come temporanei
. cel'ti sacI'ifizi tributal'i, anche quando ne 'pI'eveda la pel'
petuit. In altri termini, quel fenomeno determinato,
oltrech da cause accidentali, pi specialmente attinenti
alla leggerezza, al temperamento ottimistico di questo o
quell'uomo di Stato o da momentanei avvenimenti, stimo-
lanti a favorevoli aspettative, anche da cause pi.- generali
costanti e 'var'iabili.
Senza entrare qui in una minuta analisi di questo tema,
deve senza dubbio essere considerata come una causa
costante importantissima del falso apprezzamento della
durata delle imposte, la irrefrenabile tendenza all'aumento
tii>
delle spese pubbliche' e l'e8tl' elll<l dit'licolt che incontra
l'individuo e in ispecie l'uomo di quasi selllpl'e
empil'ico, a compl'ender, le PI'of'olle l'agiolli i questo
grane fatto , (Capo Xl V), Ne consegue ulla tenenza a
considel'al'e i nuovi fatti, implicauti aumento di fabbiso
gno, come tl'ansitol'i ed a l'appI'esental'e ,come bast.evole
,o pi che bastevole all' avveni l'e ci che non sal' tale,
ed una a 1'08ee pI'evisioni int.ol'lIo alla futul'a
condizione della finanza.
Noi vogliamo .anche fel'mul'ci su un' altr'a callsa di
quell'eterna successione di false pl'omesse. Essa muove ,
dal bisogno che ' ha l'uonlo di Stato di pl'esent:lI'e il suo
operato come il pi l'ispondellte al belle comune ed il
tneno costoso possibile, l'opel'u sua che egli tenta con
tutte le sue fOI'ze di difendel'e, abbellen\lola ed occultan-
done le defol'tnit. pel'occh da ci appuuto dipellda la
ftituI'a. COllsl'vaziono del suo potel'e, gli OIlOI'i, la sua re-
licit, Ol'a se la sua tlimostl'aziolle, pel' l'i usci l'e pi com-
'piuta, pi decisa, abbia. , bisogno di false promesse, che
attenuino il peso dei sacl'ifici richiesti, egli esitel' di rado
ad ,.appiglial'si a questo pal'tito. 8e la <luI'ata della sua vita
fosse 'infinita come quella. dello Stato o almeno se le per-
,SOlle cbe gli succedel'anno, egli potesse cousidel'al'e come
ima continuazione di s stesso, sal'ebbe condotto a l'it'ug-
gire da pl'omesse menzogn81'e, per timo l'e delle l'eazioni,
'che egli od i suoi cari dovrebbel'o poi sopportare, E pel'ci,
escludendo cel'te cil'costanze speciali, il Pril!cipe dispo:"
"tico ed el'edital'io tl'over un cedo fl'eno a valel'si di false
promesse ed' avr anCOl'a vantaggio nello assicul'are una
lunga dUI'ata aH' ufficio dell'uomo politico che si pone a
lato e nel divietal'gli inconsulte e spavalde lusinghe al
popolo,
, Ma se al contral'io l'uomo politico sia slegato dal-
J'avvenire del suo paese, in quanto questo avvenire sar
liquidato da persone a lui estranee, allora l'utilit imme-
'diata che egli sia per trar l'e dalle promesse non sal'
pi contl'astata dal danno mediato, che possa a lui del'i-
6!i
varne. Solo un patriottismo ed una probit eccezional
varranno a feellare quell'impulso egoistico. D'ordinario
invece, le delusioni, i malcontenti e fOl'se i tumulti, che
seguil'anno al fallire delle sue pl'omesse, perdono pet' lui
gran pal'te della loro impOl'tanza, quand'egli ne preveda
lo scoppio dopo che sar disceso dal potel'e. Poi sar
facile il l'appr'esental'e al popolo il non avvel'ar:5i delle
false promesse come una conseguenza di nuove circo-
stanze ed eventi, a lui non imputabili. Infine i malumol'i,
i tumult,i non sempl'e fanno seguito al falliee delle false
promesse; d'ol'dinario anzi il tl'asformarsi in permanenti
di quei sacl'itici, che erano stati dichial'ati tempol'aneh
non eccita nessun guaio, pel' ci che il popolo venga ad
essi man man abituandosi (1). La vet'it pi profonda, che
esce dal Iibl'o immortale di DOSTOJEWSKY, La cusa dei
morti, questa: che l'uomo si abitua a tutto. Il Pl'incipe
costituzionale si trova iu condizioni diverse a questo l'i-
guardo da quelle del Pl'incipe assoluto; egli non pi il
solo responsl;l,bile di quello che dice e fa il Governo, anzi,
la responsabilit tutta ministet'iale. D'altl'ond egli non
ha il potere di dare una lunga durata all'ufficio dei suoi
Ministl'i, poich egli costretto, nello sceglierli, di se-
condal'e gli umori mutevoli delle maggioranze pal'lamell-
tari.
Quella eslr'ema mutabilit dei Ministri, che carat-
tet'istica pi specialmente del Regime Parlamentar'e, di-
staccandoli sempre pi dagli inter'essi dell' avvenire, di-
venta una forza cospicua, una causa variabile molto
importante, un movente d'indole stol'ica assai apprezza-
bile del diffonde l'si di false pl'omesse, di spavalde affel'-
mazior.i. Esse acquistano un'audaoia inaudita e diffondono
su tutto l'ol'izzonte finanziario le tinte pi belle, pi af-
fascinanti.
(1) Queste due ultime considerazioni spiegano come anche
in uno Sta.to dispotico ed eleditario le false promesse p o s ~ a n o
avere IlQ certo valore.
CAPO IV.
Occultamenti nella quautit, qualit e dUl'sta delle
spese e delle entI'ate pubbliche in sede di bi-
lancio.
EpOCA PRECEDENTE ALLA RIVOLUZIONE FRANCESE.
20.
Var'ie specie di talioccultamonti.
Chi abba lette le . paginepel precedente capitolo ha
senza duhbio pensato pi volte che le varie specie d'il-
lusione, di cui l. si parla e che potrebbero avere an""
cora un valOl'e ai nostri di, lo perdano interamente in
virt dell' approvazione data dai Rappresentanti del po-
. polo alle entrate pubbliche, in virt della pubblicit. data
ai conti d'interesse genet'ale e in virt dei pubblici re-
soconti della Corte dei Conti, incaricata d'invigilare sul-
l'osservanza della legge finanziat'ia.
Noi abbiamo invece la convinzione che, mal'gt'ado
tutto ci, quegli occultamenti pi o meno larghi di sin-
gole fonti q1 entrata ptlrsistano nel perisiero dei contri-
buenti e che anzi la confezione, l'approvazione ed il con-
trollo complessivo dei conti pubblici ribadiscano quegli
effetti e li completino con una complessa rete di prati-
68
che e di istituzioni acconce all' uopo. Di guisa che qui
si presenta sotto un nuovo aspetto e in una nuova selle
l'occultamento di masse di l'icchezza requisita e si com-
pleta la trattazione dell' argomento iniziata nelle pagine
pl'ecedenti.
Le fonti di entrate pubbliche occultate sal'anno qui
considel'ate, l1ull pi frammental'iamente, ma nel loro in-
sieme, in riguardo ai modi come esse sono raccolte e
presentate in 'un lutto, discusse e controllate. Gli in
questi diversi momenti che noi troviallio nuove pratiche
e nuove istituzioni, occultanti la ricchezza requisita, le
quali estendono e completano la classificazione di quelle t
che furono annoverate al 12.
l nuovi espedienti d'il usione, di cui dobbiamo trat-
tare, vanno raccolti in due gruppi, che hanno caratteri
distinti :
lO. Islit'uli e pratiche, attinenti alla str'uttura con-
tabile del bilancio d'entrata e d'uscita (S 21 e 22);
2
0
istituti e pratiche, attinenti all' alla amministra-
zione, o, come si dil'ebbe con vocabolo model'no-, d' in-
dole costituzionale ( ~ 3 , 24, 25).
Noi divideremo lo studio di questi nuovi spedientl
d'illusione in due parti: l' una, che li considel'a nel pas-
sato (Oapo IV), l'altra nei tempi model'ui (Capo V).
21.
Occultamenti pi o meno larghi dell'imposizione nel SU()
insieme e della spesa con istituti e pratiche attinenti
alla struttura contabile del bilancio d'entrata e d'uscita.
Manc per lungo tempo l'uso dei metodi adatti alla
formazione di uno specchio unitario e regolare delle en-
trate e delle spese pubbliche. f ~ noto come la formazione
di regolari bilanci sialln fatto, che coincide colla pro-
clamazione delle Costituzioni moderne .
. bens vero che assai di buon' or'a, chi amministra
i beni dello Stato o maneggia il pubblico denaro sot-
69
toposto a nOl'me s[.>eciali, ha obbligo di tenere nota in
appositi Hbri dei fatti compiuti, sotto-
posto al controllo di allJorit gerarchiche. Ma manca la
pratica di riassumere e di ordinare in un generale pro- .
spetto le enteate e le Ci che di meglio si riesce
a fal'e, pel' il buon or'llinamento del tesoro, lo stabili-
mento di 11l1mel'OSe casse pel' le entl'ate pubbliche e di
assegnare a ciascuna di esse l'obbligo di provvedere a
determinate spese, pel' guisa che le entrate pi sicure e
cospicue fronteggino i dispendi pi gl'avosi e pi essen-
. ziali all' ordine costituito e le entrate meno rilevanti e
pi incel'te provvedano a bisogni accessori ed acciden-
tali (l). Ma 'lUesto stesso sistema crea speciali difficolt
al dei conti in uno specchio unico, perch
complia i riscontl'i, l'ende necessal'i moltissimi storni e
moltil?lica le scritture. Le difficolt aumentavano ancora
per la mancanza di forme convenienti degli ordini ,'eali
o ministeriali di l'iscossione o di pagamenti, tl'atti sugli
agenti di finanza, cassieri, ecc. (ol'dini su semplici bi-
glietti od orali). N son da tacere i ritardi, che deriva-
vano dall' imperfezione dei mezzi di comunicazione e del
servizio d'informazioni ad una pl'onta e sicura corrispon-
denza fra gli agenti distribuiti sul territorio .
. bens vero che si ebbero assai di buon'ora in qual-
che caso documenti, che riassunsero le generali entl'ute
e spese dello stato. Ma essi non si fondarono veramente
risultati reali della gestione di un determinato spazio
di tempo. Non furono n bilanci preventivi, n consun-
tivi; ma piuttosto conti d'avviso, tendenti a dimostrare
a quanto sal'ebbel'o ammontate annualmente le rendite
(1) Sotto i Normanni e sotto gli Angioini in Napoli non si
.era ancora giunti a questo /lrado di progresso; e prendevasi
.. vade casse, destinandolo ad usi vari di v(\ha in
volta, secondo le BrANcHIN1, Storia delle finanze,
,I, p. 129, 428.
70
e le spese dello stato, ove questo si fosse mantenuto
nelle condizion'i llol'mali (1).
Nondimeno silfatti documentil'appl'eselltano gi una
nuova e supel'iore fase della tecnica contabile. Essi spia-
nano la via alla preparazione de'i bilanci preventivi ed
eccitano il bisllgno della pubblicit dei conti pubblici.
Vel'so questo secondo stadio la tecnica contabile si av-
via fatico8amente colla riduzione pl'ogressiva delllumero
delle casse; ci che d'altl'onde richiesto ognora pi, nel
rispetto politico, dall'aecentrameuto pl'ogl'essivo delle fun-
zioni dei corpi locali e degli individui nello stato (2) e
dall'immane sft'uttamento, che il PI'incipe, la Corte e le
gl'andi famiglie dispiegano dalla capitale sulle moltitu-
dini. Giova pel' llotal'e come in cel'ti Stati questa se-
conda e superiore fase di svolgimento della tecnica con-
tabile non fu raggiunta mai, o perch il l'esocon to
l'aie non fosse mai compilato interamente (3) o lo fosse
(1) AU'lElU, L'amministrazione economica nell' antico co-
mune di Perugia, p. 9. Cil'ca al VtH'O valol'e dell'Ordinanza 19
gennaio 131Y, erroneamente cOllside' ata da taluni come un bi-
lancio regolaI'e dell'a.mica monal'chia. Vedi SUl'
le 1'egime (lnancier de la France, l, p, 302.
(2) Pii) si rmt'ol'za e concentl'a l'azione govel'nati va, pi
eftlcace deve essel'e il controllo (CAVOUR).
(3) In Sicilia non t'uvvi ma.i IIn sistema di bilancio, in cui
si rlUllISSel'O tutte le spese e le entrate . BIANCHINI,
economicocivile di Sicilia,p. 269. .
In Napoli nel 1612 si stabilirono la pl'ma volta due casse
r
una ciVile e una militare. BIANCHINI, Storia delle finanze di
Napoli, II, p. 43:}. Ma anche dopo questo progresso, Il disor-
dine continu tesoreria era.no tratti alla rinfusa man.-
dati o direttamente dal Re u da ciascun segretario di Stato in
nome di questo, senza ordine nessuno pel' i bisogni dello Stato
e senza che si !\Isse mai formato uno stato approssimativo di
quanto annualmente fussu-ti'uopo per le pubbliche spese, se-
condo i dipartimenti del Governo. Mancava un controllo per
sapere se quelle spese facoansi; avveniva che infine dell'anno
si avea, or avanzo della rendita pllbblica, senza che il Governo
71
con tali l'ital'di (talora di trenta o quarant'anni), che gli
toglievano ogni importanza. IIi altri Stati invece il dispo-
tismo illuminato tende verso quella meta pi o meno co-
scientmente; sprnto "dalle esigenze politiche alla ricerca
della maggior quantit possibile di notizie, a guida/
nOI'ma del Sovl'ano (l).
Gi in Venezia si compilavano di quando in quando
fin dal secolo XV, i bilanci generali d'avviso, cio, stati
di tutte le entrate e di tutte le spese nOl'mali <.Iella Re-
pubblica. Gl'ado gl'ado essa procedette con riduzioni nel
numero delle casse verso l'unit del teso l'O; il che con-
sent al l'agioniere CO!iltantini di compilare nei primi anili
del secolo sco l'SO il pl'imo bilancio gellel'ale di predsione,
che avesse l'Europa (2).
A sua volta il Piemonte, sotto Vitto l'io Amedeo II,
per merito conte Groppello di Borgone, ebbe oedi-
nati e l'esoconti anlluali (3).
In Fl'ancia, sotto Oolbel't, essendo state prescl'tte
sCI'itture chiare e compiute, registri regolari e contt'ol-
labili a brevi inte,'valli, ciascun mese si t,'aeva <.I ai l'e-
. gistl'i un' ristretto (atwg) ed ogni anno in ottobre si
lo ::;pesse, ed ora mancamento . BIANCHINI, Blotia delle fi-
nanze, III. p. :l18, 219. Solo nel 1806 si istitu Ull utIicio unico
di contabilit centrale, che teneva un registro di tutte le en-
trate e spese affinch il Ministro conoscesse le condizioni di
esse . . BIANCHINI, Sloria delle finanze III, p 314.
(1) Le statistiche economiche e politiche cominciarono
sin da EOI'ico l V ed il Sully istitU il Cabinel complet de po-
litique et de finance, de:tinato a rnceogliel'e tutte notizie
fina riziarie, commerciali, minerarie, monetarie, amministrative,
giudizial'ie e militari del L'opera fu continuata dal Ri-
helieu e dal Colbert, il grande organizzatol'e della Iinanza,
dell'indllstl'a e del commercio della Francia; e poi dallo stesso
Re Luigi XIV; e Neckel' (ond il Buteau de renseignement, Ver()
unicio di statistica T AMMEO, La Stalistica, 1896, p. 11.
(2) Dalle Lezioni di RagiQneria pubblica del BESTA.
(3) CARUTTI, Slo";a di Amedeo Il, p. 413.
72
compilava lo stato di prevIswne dell'anno seguente e in
febbl'aio si componeva ed approvava il conto. Ma gli or-
dinamenti di Colbel't caddero presto in disuso. N ecker
tent Ilei 1777 l'istituzione di un conto centJ'ale o gene-
rale e l'accolse le quaralltotto casse dei l'icevitori gene-
rali in una sola cassa (1).
In tutti questi casi pel', non si trattava di prospetti
di entrate e di spese, confezionati pel' nOI'ma dei con-
tribuenti, per l'esercizio del 101'0 diritto di controllo sui
loro mandatal'i, come vincolo e guida dell' autorit e-
secutiva.
Quei p"ospetti ebbero cal'attere di stime congettu-
l'aH, mancal'ono di forza limitati va ed impel'ativa, e po-
tevano esset'e contI'addetti dalla realt dd fatti, che mo-
tlilicassel'o pi o meno gr'avemente le cifre pr'esunte.
Noudimeno anche tali stati di previsione sarebbel'o
~ t a t i molto suggestivi e atti a dissipal'e, in parte almeno,
l'effetto delle illusioni, \:he occultano a ciascun contri-
buente fl'ummelltal'lamellte una parte delle entrate e an-
che delle spese, se gli speciali provvedimenti, di 'cui par-
leremo qui o [liti oltre, non avessero tolto intel'amente
o scemato cousidel'evo!mellte il valol'e di quei prospetti.
Seg'ue l'argomento (lel pa'J"agra(o precedente.
Fr'a i pl'ovvedimellti di natura contabile, che valsel'o
a scemare d'assai il pl'egio anche dei pi lal'ghi pro-
. spetti dei secoli sco l'si, deve essepe ~ e n z a dubbio com-
. presa la w'allea di lwesentare i coriti al netto. Ci ba-
stava pel' le esigenze del Pl'incipe edell'amlninistraziolle;
ma non bastava a dare ai contribuenti una precisa no-
tizia del vero ammontare dei loro sacrifizi.
(l) Al tempo di Necker r ammontare del debito p ,bblico
em da. tutti ignorato.
73
Nel bilancio al netto una parte delle entl'ate non fi-
gUl'ava nell'attivo .. Quivi el'ano bens segnate quelle pal'ti
dei redcliti demRniali,delle pl'ivative fiscali, delle taglie,
delle gabelle e dei dazi, che servivano per certe spese
.dello stato, ma non quelle che sel'vivano per certe altl'e
(spese pel' l'amministrazione finanziaria ein pal'ticolare
pel sel'vizio del debito pubblico, in parte anche per l'am-
ministl'azione della giustizia e pel'fino per l'esel'cito).
I mem bri della magistratura essendo direttamente pa-
gati dai p:iudicab ili e dai delinquenti mediante sportule,
pal'te delle contribuzioni destinate all' amministrazione
giudiziaria non veniva registrata nello specchio delle
~ n t r a t e e delle spese. Eguale sorte toccava ad una parte
del prodotto IOl'do di certe l'egalie, dei demani e delle
imposte, amministrate in regia dallo Stato.
Gli agenti di finanza, alla dipendenza dell'Intendente
di ciascuna pl'ovincia, erano retribuiti con prelevamenti
fatti s.ulle imposte nelle 101'0 Cil'COScl'izioni. Il solo pro-
dotto netto di quei cespiti di entrata figurava nei conti
gene:'ali.
Ma la maggior parte delle spese di amministrazione
oQccllltata dai bilanci di entrata va riferita alle fonti di
eqtrata pubblica date in appalto. Lo Stato, assicurandosi
un cel'to l'eddito allnuo, poco badava a pl'ovvedel'e che
l'appaltato l'e non esacel'basse il tl'ibuto. Ci aVI'ebbe peg-
giorate le offel'te degli appaltatori. Sicch, non pUl'e i
contl'ibuenti, ma il Pl'incipe stesso, ignol'avano la vel'a
somma delle prestazioni stl'appate in nome del dovel'e
contl'ibutivo (1) e che impinguavano un'avida classe pa-
(I) A mo' d'esempio, in Toscana in un certo momento le
spese di esa.zione giunsero a.d assorbil'c i due terzi e pi degli
incassi. ZOBI, Manuale storico degli ordinamenti economici vi-
genti in Toscana, 1858, p. 49. In Sicilia i commissari ed algoz-
zini incaricati dlt"scuoter'c i donativi ne raddoppiavano quasi
l'ammonta l'C. BIANCHINI, StrJl'ia economico-civile di Sicilia, I,
p. 281.
74
rassitaria. Si ebbe poi ben presto uno speciale e nuovo
elemento, che s'insinu nelle !lpese di esazione, le elev
a pI'oporzioni inveros.imili e si oppose virilmente al loro
esame e alla loro divulgazione. E fu il capitale pl'eso a
prestito dallo Stato, il quale nelle spese d'esazione as-
sicur le sue ricostituzioni e i suoi interessi. Cos le
spese d'esazione si confusero con quelle del servizio del
debito pubblico e dissimularono le estorsioni del ca-
pitale.
Le imposte ed i demani furono appaltati a creditori
pubblici, che si rimborsavano cos dei loro capitali e che
vi trovavano interessi pi o meno uSUl'ari (1). D'ordi-
nal'io si tl'ovavano poi speculato l'i, che, anticipando certe
somme a quei C1'editol'i pubblici, subingl'edivano Ilei loro
dit'itti. l tributi, alienati ai creditori dello Stato, passa-
vano di -mano in .mano e divenivano oggetto di tl'affico
e di lucro (2). La speculazione privata si tl'OV eccitata
ad agire in senso contrario all'economicit delle riscos-
sioni ed alla semplificazione tributaria.
Le spese d'esazione furono considel'ate un campo
fertile, un filone-d'oro per gli impieghi del capitale.
Il bilancio al netto lasciava nella pi profonda oseu-
l'it le operazioni losche dei C1'editol'i pubblici e degli ap-
paltatori. le debolezze del Principe verso i favoriti, le
(l) Oli ecclesiastici non rifuggiI'ono da questa sOI'ta ditraf-
tlco e da qLesta fonte di lucro. BI A !II CH !ri I, SI01'ia economicoci-
vile di Sicilia, Il, p. 125-2(\.'1 favoriti, i capi del Governo, i Ge-
nerali, i Presidenti, i Governatori della giustizia non si vergo-
gnavano di porre 'Iemalli nella universale desolazione, com-
prando dal tlsco, a guisa d'appalto, l'ellazione dei tributi e ven
dendone le quietanze ai Comuni, mediante enormi usure o ces-
sioni di tel'I'e, acquistanllo a prezzo vilissimo e venendo al
quadruplo fuocatici, tassi e ogni al t.ra. imposta. ordinaria ed ano
cile stla.ol'dinaria. RICOTTi"';'" Storia tlella Monarchia Piemontese"
VI, p. 321.
(2) RICCA SALERNO, Storia delle teorie finanziarie in I-
talia, seconda edizione p. 120.
75
dipendenze senili del Governo dal capitale, non l'accolto-
ancora in poche mani, ma gi. onnipotente (1).
Cos atltique' la somma delle imposte eral'iali, che-
doveva poi essel'e completata colle imposte comunali e-
colle riscossioni pI'elevate dalla Nbilt e dagli Ecclesia-
stici, apparve nei resoconti ufficiali (quando vi apparve}
in Pl'opol'zioni assai modeste e decenti.
La pratica di presentare bilanci al netto si man-
tenuta colla massima ostinazione quanto pi stato pos-
. sibile. Vi furono interessati, ora gli agenti finanziari, ora
il supl'fimo potere esecutivo.
. La pratica del bilancio al netto fu un momento ab-
bandonata sotto l'Assemblea Costituente; ma fu ripl'esa.
durante il Consolato e l'Impel'o. I bilanci di questo pe-
riodo ebbero il ' mel'ito, dice lo STouRM,di sviluppal'e re-
golal'mente le spese e le entl'ate in extenso, cessando
dal praticare il sistema delle controctions (cumulazioni}
usato negli antichi l'eggimenti, meno in un punto, ove lo
abuso si nascose, e do'ilde divenne difficilissimo
voglia m dil'e le spese di percezione o'. Ciascuna ammini-
strazione fiscale, dopo aveI' pI'elevato l'impOl'to delle sue
spese a suo vantaggio, non menzionava nei documenti le-
gislativi che le somme nette messe da essa a disposi-
zione del tesoro. Napoleone si el'a bens affl'ettato di
. interdil'e ai contabili qualsiasi pl'elevamento dil'etto od
occulto di entrate pel' pagare le spese; ma si guard bene-
d'inscI'ivere le sue informazioni nel bilancio, preferendo
di svelare al Pal'lamento la parte pi piccola dei suoi
afl'al'i: en tout cas trsdsireux de rduire en appa'-
rence le chiffre total de ses operations annuelles (2).
(I) SlIlI'onnipotenza del capitale per la Francia parlano alto-
i libri tleIBoISGUlLLEBERT, passim; per la Germania si consulti
l'articolo di CASTELOT, Les attaques contl'e le capitalisme
l'U XVI sicle enAllemagne, e autori ivi citati; nel Journa\ tles.
conomistes, st'pt. 1895,
" (2) STOURM, Le budget, p. 123, 124.
76
L'ordinanza ,'eale del 26 marzo 1817 mise fine a questo
abuso (1).
Da ultimo un altro difetto, dal punto di vista conta-
bile, noi segnaleremo nei conti pubblici dei secoli passati,
che pure ostacolava un facile e sicul'o app,'ezzamento
.della condizione finanziaria. Il difetto consisteva nella
mancanza di un concetto esatto dell'esm'cizio finanziario.
Questo non assunse mai un' individualit propria bene
spiccata I onele l'incerta divisione delle entrate e delle
-spese per ogni eset'cizio. Uno stl'ascico di al','etrati en-
trava ogni anno nell'attivo. Erano entrate scadute e non
.esatte negli anni precedenti, due, tl'e, cinque, dieci anni
pl'ima. V'enti-ava anche talora una certa quantit di pro-
venti non anCOl'a scaduti e dipendenti dagli esercizi su c-
.cessivi, iI che pot essere utile a far apparire migliori
le condizioni linanziarie presenti a carico delle future (2) .
. D'altro canto una quantit di spese, di debiti non pa-
gati negli anni precedenti, cadeva sull'esercizio corrente
.e si trascinava nei futu,'i. El'ano spese che si sarebbero
dovute fare anch'esse due, tre, dieci anni prima. Alle
.cattive condizioni, nelle quali si trovava d' ordinario il
teso l'O, si pl'ovvedeva lawialldo in soffet'enza una parte
.delle spese dell'anno; il che consentiva di corl'eggel'e e
l'abbe,'cial'e le deformit del disavanzo (3).
A questo punto noi siamo pervenuti ' a questa con-
.elusione: che, pl'ima della famosa Diehiarazione del di-
l'itto al bilancio fatta dalla Rivoluzione fl'ancese, la strut
tura contabile del bilancio si oppose alla conoscenza del -
l'insieme delle contribuzioni in diversi modi e special-
mente dapprima col s i s t ~ m a della molteplicit delle casse
.e poscia colla presenta.:;ione dei conti al netto ~ colla
<I} Pel regno di Napoli si .?onsulti il BIANCHINI, SlO1'ia
delle finanze. III. p. 218.
(2) Su tali spedienti al principio del regllo di Luigi XVI si
veda CLAMAGERAN, I. c., m, p. 461.
(3) GOMEI,. 1. C. p. 83. 85.
77
mancanza di ' una divisione della gestione -in esercizi
bene definiti. _
In questo stesso pel'iodo storico v'ebbe un secondo
Ol'dine di pl'ovvedimenti, l10n pi d'indole tecnico-ammi-
nistrativa, ma d'indole costituzionale, che condusse allQ
stesso risultato. Di che facciamo pal'ola al pal'agrafo
seguente.
23.
Occultamenti pi o meno larghi dell' imposizione nel
suo insieme e della spesa con istituti e pratiche at-
tinenti all' alta mnminist1'azione.
Indipendentemente dal gl'ado di abilit, che la tecnica
contabile dello Stato possedesse nel pl'esentare chial'a-
mente i conti finanzial'i, in passato si provvide delibe-
ratamente a nascondel'li agli occhi del pubblico.
In ogni tempo tutti colol'o, che non ebbero facolt
di consentire Iibel'amente imposte, mancarono natul'al-
mente anche della facolt di chiedere i conti delle loro
prestazioni l'eali e personali. Tale fu la sOI'te delle classi
non possidenti e dei pi bassi ordini delle classi possi-
denti, schiavi e servi della gleba, pi tardi valvassol'i dei
beni appal'tenenti alle classi pl'ivilegiate, contadini ca-
merali, contadini dei privati, al'tigiani.
Ma anche coloro, che votarono liberamente le im-
' poste, quasi mai conobbel'o appieno lo stato delle entrate
pubbliche. Non fu sola l'oligarchica Venezia, che nascose
con gelosa CUl'a i conti della finanza; fecero lo stesso i
Comuni italiani, compresa la democratica Firenze.
Chi maneggiava il denaro pubblico e chi controllava
la gestione finanziaria ebbe obbligo di mantenere il se-
greto su ci che vedeva.
Secondo l'Ordinanza del 1318 tous les tl'avaux de
.la Chamb.re des comptes devai ent rester secrets; tous ses
membres s'engageaient par serment ne pas les faire
connaitre, ne transporter au dehol's et ne commu-
78
niquel' aucune des pices qui leur taient soumises,
moins d'un ordl'e exprs du roi (l).
Quando ilei 1359 la Chambre des comptes l'iprese i
-suoi lavori, che le sommosse di Parigi avevano
rotti, i chierici auditori furono costretti a prestare un
.giuramento, col quale s'impegnavano consel'vel' les
secrets dII roi et de la Chambre; notamment en ce qui
regarde leul's auditions (c'est le jugement de compte,
flont le rapport est fait pal' un clal'c dvant les prsi-
.dellts et cOllsaillers) et Ieurs tats tinaux .... Hs ne pour-
rOllt donnet' copie ou communication des tats tinaux des
.comptes, ne des papiers. de la Chambre relatifs aux do-
mailles et aux l'evenus du l'oi>> (2).
II dovere del segreto incombeva auche al tesol'iel'e
di Francia. Nella forlllula d>I giuramento del 1361, che
riassumeva i doveri del tesoriere, era inclusa questa
.espressione: il tendl'a secret les besoignetl! du roy,
aussi celles de la Chambre des comptes et du trsol" fera
payer fiefs et et les rparatiolls des hotels du
l'oy (3). .
D'altl'a parte il PI'illcipe, le persone pi influenti, che
lo circondavano, il suo Oonsiglio, si studial'ono' d'impedire
in tutti i modi che coloro che avevano diritto di votal'e
le imposte, avessel'o un'esatta" conoscenza della situazione
finanzia ria,
Carlo VII, che miro ostinatamente a consolidare l'au-
tOl't monal'chica, sottrasse con cura l'imposta dall' in-
gerenza degli Stati Genel'ali. . Egli diceva: Et n'est j
nul besoin d' assembler les tl'ois tats pom' mettre , sus
les dittes tailles, car ce que charge et dpenses au
pouvre peuple qui a payer les frais de ceux qui y
vlennent. (4).
(l) VUlTRY, l. C., "._p. 28384.
(2) VUlTRY, l. c., II, p. 079.
(3) VUlTRY, l. C., p. 589.
(4) CLAMAGERAN, l. C., Il, p. 6.
79
Luigi XI continu ad attuare la politica di Oarlo VII
e per quarantaquattroanni gli Stati Generali non furono
convocati. Ma la convocazione di questi essendo divenuta
indispensabile alla morte 'di Luigi XI (l494), si provvide
a presentare ad essi una situazione falsa della llnunza.
L'esposizione fattane dai sei generali delle finanze e dai
sei tesorieri attenuava le entrate ed esagerava le spese
Jehan Masselin attacc arditamente la sincel'it di quella
esposizione innanzi ai Principi ed al Consiglio. Gli ,Stati
Generali in quella circostanza chiesero seu/,a alcun risul-
tato un prospetto sincero delle entrate e spese annuali.
Nel 1560 Oaterina de' Medici, secondata dai Duchi
di Guisa, dichiarava colpevole di lesa Maest chiunque
pt'oponeva la convocazione dei Rappresentantiei tre
Ordini (1).
Oontro il mistero, in cui sono sepolte le condizioni
della finanza, lottano gli Stati Generali un' altra volta a
Blois nel 1576-77. La Commissione di dodici membri, da
essi nominata per esaminare pt'esso i gl'andi ufficiali della
Corona i conti delle entl'ate e delle spese, non pot ot-
tenere che poche e dubbie notizie. Essa nel suo Rapporto
si lamentava che Le president (Nicola'i) ne baillait rien
qu'en abrg et plusieurs pensaient que les abrgs n'-
taient pas faits au vrai (2).
DUl'a,nte la convocazione degli Stati Generali del 1588-
89, alla commissione di diciotto membri incaricata di'
esamina t'e ~ conti, il Governo comunicava uno stato ge-
nerale assai incompleto ed oscurissimo. Essi chiesero di
vedere particolareggiatamente i conti dei tesorieri. Il si-
gnor di Chenailles rispose che i tesorieri non manda-
vano agli intendenti che ci, che era stato loro comuni-
cato. Dopo molte insistenze, i commissari riuscirono ad
(1) CLAltIAGERAN, ivi, Il, p. 158.
(2) CLAMAGERAN, ivi II, p. 212.
80
ottellerenuovi documenti. Tuttavia la mancanza di notizie
sutHcienti imped la piena l'icO'stituzione del conto gene-
rale (1). Il voto espresso nel cahier del terzo stato che
le spese e le entl'ate fossero ciascun'anno approvate per
capitO'li ed articuli rimase inascoltato (2).
Nel Dicembre del 1614, gli Stati Generali sollecita-
l'uno una vulta anCOl'a, e fu l'ultima, le comunicazioni
delle entrate e delle spese. Jeanutn tr'uv la domanda.
indiscreta. Rivelare il segreto della finanza era, secondo
lui, mettel'e lo Stato in pericO'lo . Nondimeno si tl'ov
prudente di fal'e delle comunicaziuni; si consegnaronO' -ai
presidenti dei tre Ordini documenti summari con prO'ibi-
zione di prendel'ne copia ed a condizione di restituirli
entro due giO'rni. Il tel'zO' stato reclam il dirittO' di con-
sultal'!i e di discutel'li a piacer'e. Ii ventidue dicembl'e il
GO'vel'nO' autol'izzava i membri dell'Assemblea a cO'nsul-
tare i documenti aiut'o piacel'e, ma pl'oibiva se ne VI'en-
desse copia e &tabiliva che la discussione dO'vesse aver:
luugo solamente t'l'a le persone designate dal Re ed una
commissione di trentasei membl'i. Questi, isolati dai loro
colleghi, faccia a faccia con gli uomini del Governo, pie- '
garono; come gi nel 1484 avevano piegato nello stesso
modo i pi influenti membl'i dell'Assemblea. La commis-
siene dei tl'entasei ottenne pel'tanto delle comunicazioni
incomplete e sommarie e provoc dal Governo una me-
mu'ia giustificati va, sprovvista dei documenti necessari
a controllar'la (3).
Sovratutto e pi lungamente si bad anuscO'ndel'e
le spese. Il dirittO' di controllarle . riconosciuto molto
dopO' che il dit'ittO' di votare sussidi. Le antiche assem-
blee, Witenagenote, Cortes o Stati, mentre erano gelo-
sissime del diritto di concedere i sussidi, non si cural'ono
affatto del loro impiego; e quando qualche volta vi ac-
(1) CLAMAGERAN, l. c., Il, p. 267.
(2) CLAMAGERAN, l. C., Il, p. 27.
(3) CLAltlAGERAN, l. C., Il, p. 421.
81
cennal'ono ,fu soltanto pel'ch la spesa eccessiva aveva
per eHetto un aumento di sussidi da concedersi. Nell'In-
ghilterra stessa, dove fi!l dal secolo XIII si el' a fel'lllato
nella Magna Charta il dit'itto del Parlamento di cOllcedel'
i sussidi e stabilire i tt'ibuti, si tard fino al XVH secolo
a stabilire la pI'atica dell'appropriazione, la pratica, cio,
di assegnare le entrate alle divel'se spese. Nal'I'a, il MA-
CAULA y che Clarendon, ministro di Carlo II, cadde in
preda alla pi forte indignazione, quando la Camera volle
conoscere come fosse stato impiegato veramente ii de-
naro votato per la guel'ra e quando volle sindacal'e la
pessima amministrazione della flotta. Sitfatte indagini, se-
condo Clal'endon, erano fuori delle attl'ibuzii>ni della Ca-
mera (1).
Il diritto di appt'opriazione, che in Illghiltel','a el'a
riuscito, se non a togliere, certo ad infrellal'e, l'arbitl'io
del Pt'incipe neile spese, in Francia non fu conquistato
che molto pi tal'di; e lo dimostra l'uso prolungato dei
Comptants. Questi consistevano in ol'dini di pagamento,
che il Re traeva sulle val'ie casse, senza il controllo di
verun funzionario. Le ol'dinallze del Re o del contl'ollore
generale furono di due specie. Le une regolarmente no-
tificate , che menzionavano l' oggett della spesa e che
figuravano negli tats officiels e controllate dalle Oham-
bres des comptes; le altre mantenute fuori di ogni con-
ti'ollo e pubblicit. Queste ordonnances de comptants
si riferivano a dOIli, a gratificazioni, a pensioni, ad
acquisti o scambi di demanio.
Gi gli stati Generali Ilei 1614 avevano chiesto in-
vano al Re l'abolizione dei Comptants. Siccome con essi
si autorizzavano pagamenti relativi a spese segrete, cos
gli Stati proposero al Re che ordinasse, al principio del-
(I) MACAULAY, Storia dell' lnghillerm, I, cap. II, X,
p.185.
82
l'anno, mel'C d(lllo stato delle finanze, quali somme do-
vevano essere poste nella sua cassa particolare (1). Queste
spese raggiunsel'o talvolta i cento milioni, una '
cifra enol'llIe, se si tenga conto dell' ammontare deL bi-
lancio d'allol'a.
11 Re aveva sentito la necessit di compilare uno
stato di tutte le spese annuali e ne aveva incaricato
l'ufticio del controllo generale delle finanze, dove erano ,
centralizzati pi o meno completamente i documenti con-
tabili., Poi, lo stato preparato dall'ufficio del controllo ge- '
nerale el'a esaminato .. da.l Consiglio del Rei una volta ap-
provato da questo in modo definitivo, diveniva ci che
si chiamava etat au 'vrai e faceva legge per le Camere,
ohe erano obbligate a conformal'visi.
In Ispagna Filippo II, come gi Caterina de' Medici
in D'l'ancia, dichiarava reo di lesa maest chiunque pro-
ponesse la convocazione degli stati Genera li. Sul finire
del secolo XVII, te Oortes ricevettero pl'oibizione di ri-
ferire ai Comuni le materie discusse.
In Piemonte, da Emanuele Filiberto in poi, gli Stati
Genel'ali nOIl fm'ono adunati che di raro e non ottennero
mai l'autorit che acqujstarono in Francia, specialmente
nel 13r,5 sotto Giovanni il Buono e poscia in Inghiltel'ra.
Solo,11el 1848 in Piemonte fu sollevato il velo, da cui
era stata coperta la vera condizione delle finanze, con
uua relazione del conte Ottavio di Revel, ministro delle
finanze, sulle viceude dell'economia dllo stato dal prin:-
cipio del regno di Carlo Alberto fino al 1846.
In Toscana la pubblicit dei conti fu sempre evitata, .
malgrado gli elogi prodigati ad essa pubblicit da Pier
Leopoldo in una sua prima lettera del 1781 a suo fratello
'Giuseppe II e in una seconda del 25 gennaio 1799 a
Maria Cristina (2).
(1) GOMEL, 1. c., p. CLAMAGERAN, 1. c., II. p. 445. Sulla
abolizione delle ordonnances de cornptants vediGomel, 1. c.; p. 93.
Furono in seguito abusate da Calonne (ivi).
(2) prima lettera l riferendosi al Oornpte Rendu di
83
Del il pubblio, era da attendersi,
conquist il dil'itto di assistere alle nelle quali
si discutevano i suoi ed i suoi conti, se non
assai tal'di e con difficolt. In Inghilterra l'esclusione
del pubblico daila Camera dei Comuni valse, in un primo
periodo, a garanti1'9 il deputato da denuncie presso il Re
o la Corte del Banco del Re e, cio, a garantil'e la piena
libel't di parola; in un secondo periodo invece, quando
la corruzione sQvI'aneggi nella Camera (paragrafo se-
guente), questa si sel'vi di quel provvedimento come di
difesa dai malumol'i e dalle minaccie del popolo. Anche
la stampa dei discOI'si tenuti alla Camel'a fu pI'oibita (atto
del 1641).
Gi i due pl'imi Stuarts avevano pel'seguitato fel'o-
cemente gli autori, gli stampatori e gli importatori di
libl'i proibiti. La censul'a, la Camera stellata, la mutila-
' zione, la gogna, il mal'chio imposero silenzio alle discus-
sioni politiche. Anche Giacomo II fu sevel'issimo conteo
la stampa.
Dopo la Rivoluzione, q ualldo la . corl'uzione allag
la Camera, questa osteggi fiel'amente ogni minima al-
lusione alle sue discussioni. Solo verso la line del Regno
della Regina Anna, poterono eSSel'9 pubblicati i resoconti
Necker, Pier Leopoldo scl'iveva : Ho per gloriosa, utile e giusta
l'idea di far rendere conto dal Sovrano al pubblico dello stato
delle finanze e della 101'0 amministra.zione; le finanze, come
tutto il rimanente, essendo del pubblico , Nella seconda
era detto: Credo che il Sovrano deve render conto esatto Il
annualmente della erogazione delle l'endite pubbliche e delle
finanze; che egli hon ha il diritto d'impone arbitl'ariamente
tasse I gabelle e imposizioni qualunque; che il solo popolo ha
questo diritto, dopo che il Sonano gli ha espo$ti i bisogni dello
'Stato e che il popolo per mezzo di tutti i Rappresentanti suoi
. ne ha riconosciuta la legittimi t; che l'imposte non possono ac-
cordarsi se non come e per un anno, e che la Nazione
, non pu prolungarle prima che il Sovrano abbia reso conto e-
satto, circostanziato e soddisfacente del loro inpiego .
84
parlamentari, ma in modo estremamente impeL'fetto. Fu
difficoltato ai giol'nalisti presenti alla Camera di Pl'endere
appunti, sia perch manc a questi un postospeeiale, sia
perch il luogo risel'vato al pubblico fu angustissi mo.
Del resto fu proibito al resocolltista d'indicare i
nomi degli oratori e i disco l'si , da esso alterati pi o
meno sostanzialmente, vennero attribuiti a peL'sonaggi il':"
lustri dell'antichit classica (1). Ad ogni modo il pubblico
pot sempL'e esseL'e escluso anche dietro . proposta di un .
solo membro della Camera. Ci accadeva anche nel 1810.
Tutte le volte che un membro. popolare dell'oppo-
sizione si sforzava di farsi intendel'e dal popolo, el'ano
chiuse le porte .
La pubblicit delle discussioni, se metteva in evi-
denza gli Ol'atori, lasciava nell'ombra i silenziosi, gli as-
senti e la maggioranza dominante. Roussell diceva di
quei membri della maggior'anza, i cui nomi restavano
ignoti: essi sono Re assoluti; non sono contenuti da nes-
suna regola nell' esercizio del loro potere, non hanno
nulla a temere daU censura pubblica nel seguire i loro
disegni egoistici; non SOIlO neanche influenzati dall'atnore
della lode e dalla fama, che muove i Sovrani pi dispo-
tici). Nel 1836 si cominciarono a pubblicare i nomi dei
deputati che votavano (2).
In Francia l'occultazione al popolo delle cose finanzia- .
rie, da uno stato di fatto irregolare, poco a poco diventa
uno stato di fatto normale. Allora questo difeso, legitti-
mato, assunto come principio di buon govel'uo. Il segreto;
che nascondeva l'impiego fatto dal Re del denal'o della
(1) Il discorso pronunziato da Pitt il 23 maggio 1803 sul
rinnovamento delle ostilit. colla Francia non pot in alcuna
sua parte essel'e stampato, perch il pubblico fu ammesso solo
ad ora assai tarda.
(2) Su tutto ci vedi ERSKINE MAY, Histoire CQnstitutionelle
de l'Angleterre. Levis. Paris, I da p. 484 a 511.
85
Francia, era pl'esentato come una necessit. politica, poich
si diceva: mestieri lo ignori la situazione
talora difficile del toso l'O e sappia solo che il Re di Fran-
cia abbastanza l'icc da non recedere innanzi a qual-
siasi impresa, voluta dalla grandezza nazionale (l).
Le antche Monarchie avevano accreditata l'opinione
che il segreto sui conti el danal'o pubblico fosse prov-
o vedimento richiesto dallapl'ospel'it generale. ' Esse si
mostl'arono convinte che; fl'a i loro privilegi, si tl'ovasse
quello di dislJol'l'e a pl'oprio talento dei tl'ibuti dei sud-
, diti e quello di l'ipal'tirlo fl'a i vari Ministeri. paese,
non consultato sulle :::0 m m'e che pagava e senza infor-
mazioni sulle spese, poco a poco finiva col disinteressal'si
delle materie finanziarie.
Pee concludel'e, gli spedienti di alta amministrazione,
coi q uali il Pl'incipato direttamente intese a nascondere
i con ti pubblici, consistettel'o:
1. o nell' obbligo del segreto imposto agli ufficiali su-
periori dell' amministrazione finanziaria ed ai lOl'O
addetti;
2. nel dispensarsi, per quanto fosse possibile, dal
convocare gli B[aU Generali;
3. nel minacciare chi ne sollecitasse la convoca-
zione;
4. Il nel comun,icare ai rappresentanti dei tre Ordini
il mino'" numero di notizie finanziarie e solo somma-
riamente;
5. nello alteral'le;
6. infine nel proibire dle se ne prendesse copia e
.se ne lliscutesse in sedute plenw'ie.
(1) GOMEL, L. c, p. XXIV, V.
86
24.
Istituti e pratiche attinenti all' alla
elle occultm'ono l'insieme delle entrate e spese pub-
bliche in modo indiretto.
F'in qui ( 23) abbiamo veduto istituti di alta ammi':' ,
nistrazione, per mezzo dei quali il supremo potere poli-
tico occultava direttamente e quasi scopertamente i conti
pubblici. Altre volte invece esso intese allo stesso risul-
tato indirettamente e celatamente con . opportune pr'a-
tiche, disinteressando da un accurato esame della ma-
teria finanzial'ia
a) i corpi incaricati di consentire le entrate llub-
bliche,
b) i corpi allenti l'alto controllo (1).
(l) Spesso entro la stessa amministrazione finanzialilJ. si
trovarono compresi elementi contrastanti la regolarit e chia.-
rezza dei conti pubblici. ( funzionari delL' amlninstrazione non
furono scelti sempre dal Sovrano con atto libelo e(1 ispirato-
agli interessi di una gestione unitaria, ma furollo scelti con
riguardi politici e coll'intento di soddisfare grandi personaggi,
che talora contrabilanciavano l'autorit -regia. Cosi manc nel-
l' amministrazionetinanziaria una perfetta organizzazione eia.
disciplina get'archicaj manc non di raro 'l'obbedienza degli in-
fel'ori alla legge ed ai superiori, come d'altI'o canto manc a. ,
questi ultimi il fermo proposito o la }los:iibilita di adempiere
esattamente ai loro doveri. Nel 1517 in Sicilia venne prescritto-
che il Maestro GiUl'ato mandasse i conti delle universit gi.
quietanzati all'ufficio dei Maestl'i Razionali .. , Con cosi fatto provo
vedimento non si ovvi al disordine (delle amministrazioni co-
munali), perch molto ed istraordinario era il potere dei Mae-
stri Giurati e se ne valsero assai nel male, poco nel bene, d'al-
tl'onde troppo vicini eSS-.erano sovente all' ahbandono ed alla
corruzione e troppo distanti stavano i Maestri Razionali
vegliare l'amministl'azione municipale. BIANCHINI, Sioda eco-
nomico'civile della Sicilia, Il, p. 272, 273).
I ritardi considerevoli nelle esazioni, dovuti alla prepotenz&
87
a) Coloro, che ebbero, facolt di 'conseIitire le entrate
pubbliche, fUl'ono staccj.lti dagli interessi e dalla causa
dei contribuenti, con esenzione piena o serntpiena delle
imposte, con pensioni, cariche pubbliclle ed onor'i . .
l dueptimi bl'acci -dellHantiche Assemblee rappre':"
sentative, quelli della Nobilt e del ClCI'O, andal'ono in-
tel'amente o in gl'an pal't.e immuni da gl'avezze. Anhe
le imposizioni, che flll'ono loro chieste dil'attamente, il
pi spesso, per dil'itto o pel' fOI'za, vennero rigettate su-
gli inferiol'i. I rappl'esentanti dei Comuni in certi mo-
menti storici furon.o ufficiali l'egi o persone in ce l'ca del
favore Sovrano, di onori o di cal'iche pubbliche. In Pie-
monte, gli Stati Genel'ali diedet'o di ral'o prove d' indi-
pendenza. In' Sicilia manc nei Parlamenti la l'appl'esen-
tallza alle citt demaniali, perocch i procurato l'i di esse
o non avevano forza ed opinione, 0ppUl'e essendo stati
scelti fra gli avvocati, erano stl'ettamente ambiziosi di
qualche magistratUl'a e quindi tradivano la 101'0 missio-
ne. Videsi pure che talune delle pI'incipali citt estima-
vansi fortunate, quand'o potevano avere pel' loro procu-
ratol'e qualche segl'etal'io od altI'a pel'sona famigliare del
Vicer ( l ) ~
Nei Pal'lamenti in Napoli gli interessi del popolo non
el'ano difesi.... Invano i comuni avevano facolt di eleg-
gere deputati. Questi perdettel'o in Napoli autorit pl'ima
che in altt'i paesi dEUlopa .... l donativi venivano in Na-
poli determinati da Assemblee, le quali, illvilite' () COI'-
rotte, secolldavano sempl'e le rnil'e del lontano Mo-
nal'ca (2).
e agli abusi dei regi ufticiali nel regno di Napoli, durante e dopo
il regno di Ferdinando d' AI'agona, vedi in RIANCHINI, Storia
delle Finanze, 11, p. 103. (n Francia sotto Francesco Il (1559,
1560) gli agenti contabili speculavano sulle somme del Re ri-
messe nefle loro mani. CLAMAGERAN, l. c., II, p. 14\:1.
(l, BlANCHINI, Sto/'ia eoltomico-civile di Sicilia, Il, p lO.
(2) BIANCHINl, storia delle finanze, Il, p. 148, 310.
88
La stessa condotta era tenuta dagli elementi borghesi
delle Cortes al tempo di Oarlo V, che li compl' e cor-
ruppe con doni, pensioni e.d onori (l). _
In Ft'ancia, nel 1561, le elezioni dei Rappresentanti
dei tl'e Ordini erano state fatte sotto una pressione du-
rissima del Governo (2).
Nelle elezioni degli Stati Generali nel 1576-77 vi e-
rano state delle irregolarit, delle fl'odi, degli abusi d'in-
fluenza, delle minacce, delle violenzeiil Govet'no era in-
tervenuto, gli ' utIiciali regi avevano sostenute certe can-
didatul'e.
Negli Stati Generali del 1614 i 'bOl'ghesi el'ano per
la maggior pUI'te membri del co l'i'o giudiziario ed uffi-
ciali l'egi (3).
Pdma della Rivoluzione in Inghilterra, i membri
della Oamel'a dei Oomuni furono ' spesso indotti a prov-
vedimenti contrari agli intet'essi del popolo, da mezzi vio-
lenti, dalla paU/'a. Sotto i regni dei 'l'udol's, la prerogativa
era stata abbastanza fOI'te, perch si potesse ricorl'ere
piuttosto alla coazione che alla COI'['uzione. Questa di-
venne sistematica da Cado II in poi e l'egn sovI'ana
tino al tempo di Pitt.
Gl' impieghi e le pensioni fm'ol,lo riguardate come
il prezzo dell' indipendenza politica. Molti borghLot-
teJ\e\'cUlO somme cospicue vendendo il loro , voto, ed il
pl'ezzo di questo fu quotato alla bOl'sa ed offel'to al m a g ~
' giol'e offerente, il dil'itto di peopriet sui borghi essendo
riconosciuto e suscettibile di vendita. Dove poi s ave-
vano elettoJ'i poco numerosi. se ne compravano i voti.
Nelle citt gl'impiegati delle dogane e delle contl'ibuzioni
erano costretti al voto. Nelle camgagne il voto della gen-
try e della yeomanry era influenzato dall' aristocrazia.
Questa, e colol'o che SI erano arl'icchiti nelle ldieorien-
(l) RINAUDO, Saggio start?Jo delle origini del governo rap-
presentativo, p. 18.
(2) CLAMAGERAN, l. C., II, p. 205.
(3) CLAMAGERAN, l. c.; p. 414.
89
tali ed occident'ali, disponevano del Pal'lamento. La mag-
giol'anza della Carnei':! dei Comuni fu eletta da un pico
colo llumel'O d'uomini. Il duca di Richmond, nel 1780, afe
fet'mava che pi della met della Camera dei Comuni el'a
nominata da sei mila pel'sone. Nella petizione della So-
ciet degli amici del popolo, presentata da M. Gl'ey nel
179:3, era allegato che 84 individui sceglievano 157 mem-
bl'i del Padamento; che 70 perdone influenti assicUl'avano
l'elezione di 150 altl'i membl'i e che quindi 307 membl'i,
cio pi della met della Camel'a, eI'ano nominati da 154
.padl'oni. Nel 1821 Lambton dichial'ava che era pronto a
.proval'e che 180 individui facevano eleggere 350 mem-
bri.
Di contro ' alle ingenti somme, che erano spese dai
membri della Camera, stavano, come contro partita, i lauti
pl'ofttti che essi potevano ottenel'e col vendere forniture,
titoli dibal'onett.o. ed altl'i titoli onol'ifici;coll'assicurare
il patl'onato ed il favore della COl'te; col dispensal'e im-
pieghi, doni o pensioni e sovrattutto col mel'canteggiare
il 101'0 voto e venderlo ca!,o al Govel'no ed al Re, che
lo. pagava colla sua cassetta particolal'e. Per tal modo
l'ufficio di deputato spesso costitui un impiego specula-
tivo, senza dubbio coi slloi rischi, ma in gencl'e altamente
rimunerativo (1).
Ebbene, allol'ch chi consentiva entl'ate pubbliche el'a
esonel'ato daUe imposte o laegamente compensato di esse,
non portava una seeia attenzione sul vel'o ammontal'e
d ~ l l e contribuzioni concesse, sulle fonti pi adatte a sop-
portal'le e sugli abusi nelle esazioni, che le dovevano
fOl'se l'addoppiare. Tutto ci non lo intel'essava. La vera
somma di gravezze, gettata sul popolo, era ignol'ata. da
coloeo che la consentivano.
Il qual fatto non fu certo l'ultima causa del discre-
dito, in cui cadde ad un dato punto il sistema delle Rap-
(1) Su tutto ci vedi ERSKINE MAY , Risloil'e conslitutionelle
de Z'Angleter1'e. LEVIS, Paris, I, ch. VI ed inoltre MACAULAY,
Saggi biografici e critici. Torino. Hl (Walpole).
90
presentanze e della sua scomparsa, la quale non spie-
gata a suncienza, quando si dice che fu opera del de-
spotismo (l).
Il despota non tale se non in grazia di forze, che-
ne assicurino e secondino i procedimenti. Ora, quali fu-
rono queste forze, che aiutarono il Principe a spegnere-
il sistema delle Rappresentanze
Non certo il popolo minuto rinunzi di buon gl'ado a.
diritto di consenti l'e le imposte, finch si sent in con-
dizione di rifiutarsi nei Parlamenti alle domande ingorde-
del fisco. L'appoggio principale il Sovrano dovette in-
vece tl'ovare nella borghesia pi ricca. L'alta magistl'a-
tura, i contl'ollori, i C1'editori pubblici, gli appaltatori,.
gli arl'endatol'i in Sicilia, i fiscalal'i in Napoli, i traitans, i
financirs, i cr'oupirs, i fermirs in Fr'ancia, i fuggers
in Germania, i purveyors in Inghilterra, tutti costo l'O, che-
divoravano avidamente le entl'ate pubbliche, si trovarono-
(I) Il despota anzi ha mostrato spesso opinioni favorevol.
al diritto popolare del bila ncio, alla sempliticazione ed al buon
ordine delle tlnanze. Enl'co IV tl'ovava che la. facolt, dei sud-
diti di tributi era il migliol' mezzo per ottenel'e da-
naro. Ci che impedisce al despota la soppressi(ll}6 degli abusi
e la semplitlcazione tributaria lo. somma degli interessi del-
l'alta Borghesia e della Nobilt, su cui deve appoggiarsi. Luigi XV;
una perfetta incarnazione dello spirito dispotico, contessava al
Duca di Choiseul lo. pl'opl'ia impotenza a porre riparo ai di-
sordini scandalosi, ('he si commettevano nella amministrazione
della stessa casa del Re. Les voleries dans ma maison sont
enormes, mais il est impossible de les t'aire cesser; trop degens
et sourtout tl'Op de gens puissants y sont intel'esss pOlir se
tiatter' d'en venir bout, Tous Ics ministl'es, que j'ai eus, ont
tOUiOUI'S form le projet d'y mettl'e de l'ordre; mais, etl'rays de
ils l' ont abandonn. Le cardinal de Fleul'y tait
bien puissant, puisqu' il - tait le maitre de lo. France; il est
mort sans o;:;er effectuer auculle des ides, qu' il avait eues sur
cet objet. Ainsi, cl'Oyez-moi, calmezvous et lassez subsister
un vice incurable. GOMEL, l. c" pago 4.
91
in un' opposizione la pi spiccata d'interessi con ogni;
provvedimento inteso ad ordinare, semplificare e chial'ire'
la materia tributaria. La r!;istenza di quei parassiti non
cel'to l'ultima delle difficolt., che impedirono a Sully di
ottenArequello stato generale delle entrate delle spese.
'pel quale si affatic ostinatamente; n fu l'ultima ditHcolt,. '
che si oppose a Colbert, pel'ch venisse ' attuata la sua
bella massima: II faut l'endre la matire des finances
si simple, qu' elle puisse tre facilement entendue par'
toutes sortesdes pel'sonBes,
D'altro canto lu classi nobilesche, l dove i 101'0 in-
tel'essi tl'ovano il pi valido nella forma poli-
tica, si disinteressano al sindacato dei conti e al con-
sentimento delle imposte, pUl'ch , col tl'asfol'mal'si dei,
tt'ibuti dil'etti, da pl'estazioni straordinarie in ordinarie,-
queste vengano addossate soltanto o ai ceti infe-
' riOl'i (1). Dopo il quale avvenimento, le classi pl'ivilej.tiate
diventauo cos arrendevoli nel concedere nelle adunanze
degli stati bulzelli gl'a \'an ti la massa della popolazione,.
quanto el'ano state resistenti a concedere imposte per'
Pl'OPI'io conto.
E perch il concel'to della Nobilt e del elel'o e di molti.
utIiciali e dignitari bOl'ghesi assicurava la maggiol'anza
nelle votazioni agli aristocratici, le
si dovevano l'ivelal'e un' inutile (, costosa formalit. una
fel'oce ironia ai vel'i contribuenti plebei (2) , come una.
pratica senza intel'esse , immorale ed impopolal'e ai nobili..
. O) Dal momento, in cui si cominci in Sicilia a farso dei:
sussidi, che segnano il passaggio dalle imposte dil'ette' sti'aor-
dinarie (collette) alle ordinat'ie, i baroni chiesero elle non si,
imponrssero collette ancorch fossero pei quattro casi indicati,
dalle antiche Costituzioni. Tale novit d'imporre collette, come-
tributo ordinario, sotto nome di donativo, spiacque oltremodo e'
fu assai rovinoso alle universit. BIANCHlNI, Stm'ia econoy,dco-
civile, J, p, 231-32.
(2) Ogni azione imnlediata era resa impossibile a.1 tel'ZO-
Stato dalla doppia aziune contl'aria o divel'gente degli Ordini.
H2
25.
Continuazione.
b) - A mantenere l'oscurit o una semioscul'it sulle
materie finanzia,'ie contri buirono anche certi provvedi-
menti. coi quali gli altr'i cOr'pi incar'icati del ont,'ollo
o fut'OllO posti nella impossibilit di conoscere appieno
larghe pOI'zionidell' entrata o furono disinteressati da
indagini minuziose ed aCCUl'ate.
Sal'ebbe un e[','Ol'e il credere che le antiche Cham-
bres des Comptes, tuttoch distribuite in buon numero
sul tel'ritorio t'I'ancese (erano tredici) e le vecchie Ca-
mere dei Conti nel Piemonte fossero in grado di acqui:-
stare la piena conoscenza delle condizioni della finanza.
Ciascuna Came,'a invigilava sulle scritture dei con-
tabili compl'esi nella sua giul'isdizione. E,'ano sparse.
digsem inate sul territol'io dello Stato. pressoch senza
relazioni fl'a di 101'0. tutte impegnate in atfm'i locali. senza
cogllizioni e senza competenza nell'amministrazione gene-
rale (l). Del l'esto" i conti stessi, su cui ciascuna dovea
giudicare. le venivano tl'asmessi con estrema lentezza,
talol'a dopo molti e molti anni, di guisa che gli esercizi
si mescolavano fl'a di loro in una "ete inestl'icabile.
pri vilHgiati. Pare che l' O/'dine plebeo solto Z'impressione di
questa esperienza abbia d'allora in poi tenuto in poco conto i
suoi diritti politici. RINAUDO, Sa!Jgio storico sulle origini del
sistema ,'appresentativo, p. 84.
<I) MOLLIEN nelle sue Memoires d'un ministt'e du Trsor
scrive che le antiche Camere dei Conti erano des tribunaux
sans accord dans leur jurispl'udence, sans ['apports entra eu.x;
rduits l'arbitraga d'interets souvant locaux ~ t variants d'un
l'essort l'autre; en un mot, ne pouvaient fail'a entrer dans
leur jllgements allcuoe vue d'intert goral, et ne voyaient
gure comparaitl'e devant eux chaquc compte qll' dix anoes
de distance de celle qui lui donllait sa date: Citato da GOMEL,
Les ministres, p. 86, 87 : vedi anche Ugo La Corte dei Conti,
pag.14.
93
Quegli stessi conti pl'esentavano trequenti lacune ed
it' regolal'it nelle forme. Poi vi el'ano altI'e irl'egola['it,
che non avrebbero potuto. essere imputate ai contabili,
ma che v.enivano dall' alto che non era lecito rileval'et"
n prudente approfondire e divulgare (l).
Perloch le stesse l'elazioni delle Camel'e dei Oonti
di provincia divGnivano opera monca e pI'essoch inu-
tile, e avrebbero reso incompleto e senza alcun iiltel'esse-
quel riassunto generale dei conti, che la COl'te di Pal'igi
aVI'ebbe dovuto fare (2) e non faceva. L'inutilit delle
Chambres des Cornptes fu pienamente riconosciuta nel
momento in cui. furono abolite. Lo stesso a diI'e per
quelle del Piemonte, la cui condanna fu pl'onunziata dal.
Conte di CavoUl' nella sua Relazione del 1852. In Napoli
le attribuzioni della Camera della Sommaria erano state
assorbite da cOl'pi (Consiglio collaterale e Segl'eteria)
alla dipendenza pi stl'etta del Vicel'. Quanto alla COl'te
dei Conti, che fu istituita in Napoli il 19 dicembre 1807,-
essa continua a giudical'e nello stesso modo e linguaggio-
(1) La stessa disorganizzazione, che si e b b ~ nell' ammini-
strazione tlnanziaria, si ebbe anche negli alti corpi di con-
' trollo e spesso malgrado la ' volont. del Re o per quelle-
ragioni che furono indiclte alla nota l' del 24. Nel 1601
Sully si lamentava di nuove dilapidazioni e segnalava come
complici i membri della Camel'a dei Conti. Les Chambres de-
justice, istituite contro i finanzieri, erano accessibili ad ogni
sorta di seduzioni; si risparmiavano i grandi ladri e i piccoli,
pagavano per essi, CLAMAGERAN, l. c., II, p, 352.
ln Francia i seggi della Camera dei Conti, dapprima eredi-
tari, divennero in seguito venali. Mentre lo stipendio del primo-
pi'esidente el'a da sette a otto mila lire, il seggio del primo
presidente veniva valutato settecento mila lire, quello di pre-
sidente tl'ecento mila, quello di maestro cento cinquanta mila.
UGO, La Corte dei conti, p, 17.
(2) Gi Colbert aveva tentato di correggere la disorganiz-
zazione e la debolezza delle Camere dei Conti col soprapporre'
ad esse una Camera di giustizia, che sedette fino al 1665 e fu
sciolta nel 1669,
94
fiscale e colle stesse forme di due secoli indieh'o, che
incompatibili Sembl'allO coll'et che volge (l).
Ma vi el'a110 .les Par'lements, che col loro dil'itto di
registt'are (d' illterinat'e, come dicevasi in Piemonte, del
Senato) i decl'eti. di finanza e col 101'0 diI'tto di rimo-
stranza e di censut'a, aVl'ebbel'Q potuto illuminare le mol-
titudini sui 101'0 illtel'essi finanziari. Ci accadde talol'a.
vero che, il1 caso di diniego della registrazione (2) j il
Re poteva . far prevalere la sua volont con un lil de
iustice (3).
Ma ad evitare un fatto cos gl'ave e cos atto a ri-
sV8gliat'e ed a commuovere l'opinione pubblica addor-
mentata, si pl'ovvide e si riusc ordinariamente colla
pratica di sceglie l'e i membl'i di quegli alti corpi fra gli
Ordini pl'ivilegiati, che, essendo immuni da imposte, poco
si turbassero degli inasprimenti di quste e del loro
complessivo ammontare (4).
Quando poi pal've utile d'intl'odurre nei Pal'lamenti
qualche bOl'ghese ,questi acquistava per ci stesso la
nobil!.
TUI'got, a proposito ed a difesa del suo pl'ogetto pel'
l'abolizione delle cOl'vate, invitava il Re a diffidare delle
opposizioni del Parlamento. De qui le Parlement est il
compos ? De gens riches par compal'aison avec le peuple
(l) BIANCHINI, Storia delle finanze in Napoli, IlI, p. 712,713.
(2) Il CARUT1'I ricorda parecchi di. questi casi in Piemonte.
(3) La lotta di Richelieu contro i Pal'lamenti termin colla
celebre dichiar'azione del febbraio 1641, la quale interdiceva
loro di prendere spontaneamente cognizione degli a.ffari di Stato,
.ammetteva in certi limiti il loro diritto di rimostranza, ma loro
imponeva, quale si fosse il risultato delle rimostranze, la re-
gistrazione immediata. degli editti senza alcuna modificazione.
(4) La natura aristocratica dei Parla.monti in materia di
imposte si em rivelata nel 1560 colla loro resistenza alla ri;
forma degli abusi relativL.a.lla venalit delle cariche; colla loro
resistenza nel 153!) alla trasformazione della taglia personale
in reale; colla loro resistenza alla vigilia d e ~ l a Rivoluzione alla.
.a.boHzione dei pl'i vilegi d'imposta. .
95
.et tous nobles, puisque leurs charges donnent la no-
-blesse (l).
Del resto, corpi si fecero pugnaci contro
la polItica finanzial'ia e cotnmossel'O l'opinione pubblica,
non manc chi imponesse loro il silenzio (2), li abolisse e
perfino ne esiliasse i membri (Luigi XV).
Valse anche a mantenere il segreto sulle cose finan-
ziarie l'essel'estati ridotti ad un numero assai ristretto
.coloro, che avevano la suprema amministl'azione e il
'Supremo contl'oUo finanziario.
Un tale l'isultato pot essere raggiunto in Francia,
quando agli stati Generali succedettero i Parlamenti, che
delle di quelli si vantarono el'adi; nel ducato
d'Aosta, quando agli stati Generali si sostitil quasi inte-
ramente il Consiglio dei Commessi, i cui posti da elet
tivi che el'ano dappl'incipio, furono ben presto (3) occu-
pati per diritto. di el'edit dalle fam iglie pi nobili e dai
Vescovi; in Napoli, quando la Camera della Sommaria si
vide strappati i suoi importanti uffici d'amministrazione
e di controllo finanziario dal Oonsiglio Collaterale o dalle
Segretel'ie dello stesso Vicel' (4).
A questo punto noi siamo in grado di concludere
che una piena notizia dei conti pubblici nel loro com-
plesso, p"ima della proclamazione delle moderne Costi-
tuzioni, fu impedita da un gran numero di istituti e pra-
tiche; e tali furono: il metC!do contabile della pluralit
delle casse e posGia la confezione incompleta del conto
(l) Anche i membr'i delle Camere dei Conti godevano della
prima nobilt Regno ed avevano titoli e diritti di commen-
sali del Re. Cos in Napoli come in Francia, i seggi ne erano
grandemente desiderati, gli stessi Principi della Gasa Reale ne
volevano far' parte. UGO, La Corte dei Oonti, p. 17.
(2) Il 28 marzo 1576 fti pr'oibito ai P,arlamenti d'imprimer,
debiter ou colporter aucuns crits, ouvrages ou projets con-
cernants la reforme es finances ou leur administration passe,
-actuelle ou future.
(3) CARUTTI,). c. p. B4.
(4) BIANCHINI, Storia delle finanze di Napoli, Il, pago 432.
96
gener'ale colla produzione delle enl1'ate al netto e colla
loro ripartizione in esercizi di incerta estensione; il se-
greto imposto agli u'tr:iali superiori dell' amministr'a-
zione ed ai loro addetti; la facolt di votare i fondi
risl1' elta o addirittura soppr'essa per f.utti i contribuenti;
la dei membr'i incaricati di consenti,-e le
imposte; il privilegio di par'le di questi membri e dei
c01'pi incaricati del controllo; la mancanza di una 01'-
ganizzazione unitaria fra questi ultimi; le rest'-izioni
opel'ate nel loro numer'o; infine i divieti (atti di occu-
parsi con stampe di cose finanziarie e le punizioni a
coloro, che si opponesser'o alla politica trib'utaria del
Principe. Tutti questi fatti coopel'arollO al l'isultato della
confusione e del segl'eto delle entI'ate e delle spese pub-
bliche completandosi, l'afforzandogi mutuamente e ol'ga-
nizzandosi in un tutto.
Dopo ci, il lettore si sat' gi convinto che pel' com-
prendere il fenomeno finanziario, quale la realt e ' la
storia ci presentano, non basta prendere di mira la
.classe dominante, l'fCerCal'ne le aspit'azioni egoistiche, gli
intel'essi ristretti, come se i dominati costituissero una
massa passiva, senza aspil'azioni proprie, senza resistenze"
come se anch'essa non fosse composta di soggetti edoni-
stici. In via ordinaria, la pI'atica finanziaria fa testimo-
nianza di una costante preoccupazione e di un fine ac-
corgimento nel dominante per ottenel'e dal dominato il
massimo risultato col minimo dispendio, per evitare all()
sfruttato certi urti violenti, certe acuizioni di dolol'e. In
questo senso le forme assunte dalla finanza hanno subito
una elaborazione delicata e complessivamente pl'ogl'essi-
va (Capo XIII). Questo processo pu bens essere sJ;at()
interrotto, e del resto mai compiutamente, in
cezionali, nei quali il pericolo imminent, la necessit ine-
luttabile spinsero il dominante a dare alla finanza un a-
spetto di crudelt sfacciata e senza l'itegno.I provvedi-
menti esaminati in questo capitolo e nel precedente con-
fel'mano il principio suespostoi che tl'ovel' pi complet()
svolgimento e dimostrazione nei capitoli successivi.
CAPO V.
Occultamento nel1a qualit, quantit e durata delle
spese e delle entI'ate pubbliche in sede di bi-
lancio.
EpOCA MODERNA.
26 .
. Occultamenti nella qualit, quantit e dw'ata delle
spese e delle entrate pubbliche con fatti d'indole
cntabile.
Yienefillalmente il momento, nel quale riconosciuto
in modo pieno e solenne a tutti i cittadini il dit'itto di
votare l'imposta e di conoscerne gli impieghi; viene il
momento, in cui una suprema magistl'atUl'a incal'icata,
non solo di controllare l'opera contabile di tutti gli agenti
dell'amministrazione, ma ancora d'in vigilare a che la legge
. del bilancio, votata dai rappresentanti del popolo, riceva
dal pQtere esecutivo precisa attuazione; viene)l momento,
-in cui le discussioni finanziarie sono fatte pubblicamente
e commentate in ogni angolo del paese dalla stampa, la
grande modellatrice dell'opinione pubblica. Da quel mo-
mento non si cessato di celebrare il diritto al bilancio
98
come una stupenda conquista del popolo, como il pi
invidiato e temibile dei suoi diritti . Da quel momento
ogni scritto l'e di materie politiche si creduto in obbligo
di congratul arsi col popolo del grande }Jl'ogl'esso com-
piuto. L'al'ticolo qual'to della Dichiarazione dei diritti del-
l'uomo dovrebbe essel'O considerato, a un come
il pl'imo e sonoro squillo di tromba, che abbia ' rintronato
sulla valle q,egli e incoscienti contribuenti,
Le altre Costituzioni del continente bentosto l,ipetero-
no la buona novella. Ed un gaio, alto claligore dagni
lato avrebbe riempiuto l'ael'e tremulo e chialml-to il po-
polo alla contemplazione lucida, netta del mondo finan,
zal'io.
Pm' tl'OppO tutto ci non che una madol'J)ale esa-
gerazione. Un gl'ande progresso, sotto l'aspetto (ormale,
anche qui, come in altl'e pal'ti della vita pubblica . si .
compiuto. Ma stato altrettanto importante il pl'ogresRo
materiale? pl'opl'io vel'o che il popolo riuscito fi-
nalmente a conosere le sqe contribuzioni e gl'impieghi
di esse? l .. questa domanda noi abbiamo gi. data uDa
parziale l'isposta nel capitolo tel'zo studiando alcuni mezzi,
coi quali le imposte speciali pi o meno si nascondono
ai oontribueu. Quella parziale l'isposta trover comple-
tamento nei capitoli successiv'L
Ma sono riuscite almeno le moltitudini dei contri-
buenti a veder ricondotto nei bilanci, in un tutto insieme
e chial'amente, cii> che pagano frammentariamente e che
in tal modo loro sfugge inavvertito?
Chi voglia parlal'e con sincerit deve rispondere
negativamente. Il bilancio moderno rimane alla grande
massa del popolo, alla stampa, alla maggior parte del
Pal'lamento, una l'egione buia, misteriosa, piena di sor-
prese.
Nonostante i progressi della Contabilit di stato, la
lettura dei bilanci un'arte ignorata pi che mai. La cosa
non deve sorpl'endere. A prescindere dagli artifici con-
tabili, creati con deliberato proposito di occultare penose '
, '
99
verit e dei , quali parleremo fra breve (1), ed a prescin-
dere altres dalle escrescenze mostruose, prodottesi nel-
l'amministraZione contabile,pe.' il soverchiare di intel'essi
pl'ivati sui , pubblici, da un lato la matel'ia contabile si
estesa in proporzioni inaudite coll'estendersi delle attivit
dello , stato moderno, di ctti ' le migliaia di braccia incas-
sano, amministrano e spendono sotto forme sempre pi
varie; da un altro lato tutta questa attivit pubblica ha
creato, dall'aspetto contabile, un immenso numero di pl'O"
bleljli nuovi, di difficile soluzione e di cui le forme e-
splicative assumono apparenze complesse, elaborate. Ad
un sistema 'centl'ale unitario di contabilit ha fatto se-
guito una molteplicit di sistemi contabili, centrali, au-
tonomi pel' ciascun l'amo dell' amminist.'aziolle e COOI'-
dinati ad un ufficio superiol'e di l'agioneria generale; poi
da ultimo si son visti sorgere, anche per i var rami di
Cuna stessa azienda, altre contabilit autonome ,come
p. es. nel ministel'o delle finanze quelle pel demanio,
per gli afl'ari, per le gabelle, pel C1'edito pubblico, ecc.
La l'egolarit, di queste amministrazioni dipende dalla
liquidazione di contabilit pl'ovinciali. Tali liquidazioni,
per circostanze molteplici, spesso imperiose, sono di fre-
quente presentate con rital'd'o; onde eccedenze od eco-
'nomie appal'enti e grandi complicazioni. Cos avve-
nuto che i bilanci abbianconservata, anzi acquistata,
'una struttul'a contabile estremamente ponderosa e spesso
di difficile comprensione.
In particolare lagrande quantit d'imprese economiche
cundotte dallo Stato, la loro grande variet, i divel'sissimi
loro congegni, le varie forme di credito, le innumerevuli
ilnposte e tasse da. cui si ricavano entrate, hanno fatto
(1) Di essi parliamo al 28, come quelli che derivano, piut.
tosto che da neeesslt contabili, dalle pel'sone incaricate della
formazione del bilancio e dagli interessi che queste debbono
tutelare.
100
del bilancio a'.tivo una rete fittissima di conti, di que-
stioni, di materie, di istituti divel'si.
Vi affluiscono tutti gli introiti che lo stato ha, oine
proprietario di fondi l'ustici, di foreste, di cave, di ,mi-
niere, di saline, di acque minerali, di industrie speciali
t
di banche, di ferrQ,Vie, di stabilimenti modello, di alleva-
menti di animali. Vi entrano le somme l'icavate dalla'
vendita di oggetti fuori u!to, i beni vaclUlti, i beni degli
insolyenti le imposte, i beni incamerati. Una chiara co-
noscenza di talune di queste fonti di entrata suppone uno
studio molto intenso e c ~ g n i z i o n i speciali, giuridiche, eco-
nomiche, tecniche, contabili.
La materia fel'l'oviaria, per esempio, da noi ooi suoi
elementi di attivit, di impegni, di dil'itti e coi suoi con ,
gegni difflcilmente pu ,essere nella Ima pienezza posse-
duta, allc,he da chi ad essa si sia applicato seriamente.
Essa stata chiamata a giusto titolo la gl'ande inco-
gnita dell' amministrazione pubblica italiana . Anche la
materia bancal'ia 'presenta speciali difficolt.
, Nel bilancio attivo discende altl'es tutta la l'ete in-
tricatissitna di l'uscelli e fiumi, costituita dalle ent!'ate
derivate, che portano il loro contributo al tesoro; sono
tasse, imposte, privative fiscali, applicate agli oggetti pi
vari, con metodi e processi divel'sissimi e che debbono
essere conteggiate nel loro introito lordo e netto, col sus-
sidio di cognizioni tecniche e di elaborati pl'ecetti con-
tabili. Poi vi sono i proventi straordinari, che assumono,
a 101'0 volta, le apparenze pi diverse. di aiienazione di
rendite, di obbligazioni con nomi e scopi speciali, di an-
ticipazioni delle provincie o dei comuni, di emissioni ' di
varia specie. Tutte queste divel'se forme di entl'ate non,
si l'accolgono in un tutto omogeneo, non possono essere
addizionate, si disperdono in conti speciali, alcuni dei quali
restano fuori del bilancio.
Poi vi da tener conto di entL'ate fittizie, che hanno
per contropartita una spesa corrispondente; e di altre
entrate, che, comunque attendibili, non si riscuotono nel-
l'esercizio e danno ,nascimellto ad una gestione speciale.
101
E quando si bene studiato e bene inteso tutto ci,
resta a stUdiare e ad intendere tutta la parte passiva del
bilancio, tutto il movimento. di rigurgito, cio, delle en-
tl'ate raccolte nel tesoro verso le loro destinazioni spe;-:
ciali; . il che pl'esenta a sua volta un'altl'a specie di labi-
rinto inestr'icabile per chi non si dedichi seriamente
a questo ordine di ricerche.
Non sono solo le spese cOl'l'elative alle azieudepa-
trimoniali, alla riscossione dei tr-ibuti, al sel'vizio delle
casse e al servizio del debito pubblico, che costituiscono
quel labirinto. Ma vi SOIlO tutte le spese correlative alla
indefinita attivit dello stato in materia di sicurezza pub-
blica esterna ed interna, in materia di coltura e di PI'O-
sperit materiale. La riunione e comprensione delle spese
di certi ' servizi estremamente difficile. Questo va detto
in particolare del servizio ferroviario. In passivo sono
quasi cento li capitoli dedicati nei vari bilanci a tale ser-
vizio.
Le vade attivit dello stato si riflettono in , migliaia
e migliaia di articoli, che sfilano vertiginosamente, per
necessit di' cose, innanzi alla mente dei Deputati. E cia-
scun articolo, a sua volta, si frange iu un cel'to numero
di capi di spesa (l). Poi anche in questa parte del bi-
lancio vi sono gestiont speciali, derivanti da spese imputate
.- ma non compiute in esso. Il bilancio
derno adunque in tutto il suo insieme un vasto ed in-
tricato viluppo di cifre, di conti, di materie divel'se, di
questioni disparate. Il bilancio italiano, uno dei meglio
fatti e pi lodati in EUl'opa, (!l'esenta anch'esso quei ca-
ratteri. Sono undici volumi di preventivo di oltre 1,200
grandi pagine, divisi in pi di mille capitoli e suddivisi
O) Gi CAMUS ebbe a dire innanzi all'Assemblea Costit.uente:
evidente che, se incaricate.l'Assemblea di veritIcare in ulla
sessione 1,1:>00 conti particolari, non Ile esaml' uno solo .
Quanto pi a ragione tali parole potrebbero essere pronunziate
oggi, innanzi ai nostl'i giganteschi bilanci!
102
in al'ticoli. E agli undici volumi del pl'eventivo V\. unita
la relazione genel'ale e la nota di pl'esentazione, due vo-
lumi; il bilanciQ di assestamento dell' esercizio incol'so
(che cOl'risponde in lJade ai vecchi stati di definitiva pt'e-
visione della legge 186Q); la tabella esplicativa, un
ia relazione della COI'te dei Conti, e due gl'ossi volumi
del consuntivo per l'esel'cizio, che fiuito al 30 di giugno
e che in novembre presenta gi stampati, chiusi ed ap-
provati dalla Corte dei Conti i documenti della .sua ge..-
stioue, le ['isultanze cio di milioni di fatti economici,
finauziari ed amministt'ativi. Sono tremila pagine , sulle
quali deve rifel'ire con quasi altrettante pagine la
missione del bilancio, e deve discutere la Camera e
deve J'istudial'e il Senato, cui si pl'esontano in una nuova
edizione COl'l'etta e migliorata pl' ope:a e vot dei
putati (I),
A tutta questa materia nOI1 si riuscito a dal'e omo-
geneit ed unit. E per vero il nostro bilancio si risolve
in otto bilanci distinti o conti speciali e per sstanti;
ossia 1. entrate e spese effettive; 2. pensioni; a. movimento
di capitali; 4. fondi di riserva delle fel'l'ovie in esercizio
(suddivise in nove fondi divel'si, ossia tt'e pel' ciascuna
societ di fel'I'uvie); 5. casse patrimoniali delle fel'rovie
(suddivise anch' esse in tl'e casse distinte); ti. spese per
le costruzioni ferl'oviarie a cal'ico diretto dello stato;
'7. spese pel' le costruzioni a licitazione privata delle linee
TiI'I'ene; 8. partite di gil'o.Ciascuno di questi otto conti
ha le sue entl'ate e le sue spese e si presta alla fOI'ma-
zione di un pareggio contabile, che dissimuli un disavanzo
finanziario e alla stipulzione di debiti nuovi (2). Dai quali
ultimi noi abbiamo cavate entl'ate sotto fOl'me le pi vade,
come lo attestano le alienazioni di l'endita pel' le pellsiulii,
(1) RAVA, Il Sindacato parlamentare sull' Amminist7'aziona
e il Bilancio, nella Rivista di diritto pubblico, 1l:l90,p. 264.
(2) FERRARIS, Finanza ed Economia 'nazionale, nAlIa Nuova
Antologia, 16 gennaio 1892, p. 294.
103
le obbligazioni del 'l'evei'e, le obbligazioni di ROIlla, le
obbligazioni del risanamento di Napoli, le anticipazioni
delle pl'ovincie per l' accele,ramento dei lavol'i catastali,
le emissioni per le casse patrimoniali delle fel'J'ovie, le
emissioni pei' le costruzioni ferroviarie diI'ettamente ese
guitedallo stato e le emisssioni per le linee 'l'il'rene. Le
fOI'me ed i titoli, cui abbiamo l'icol'so pei' nascolldel'e Cull
falso pudol'e, quanto pi ci fu possibile, i nostl'i dehiti,
furono tante da illgener'are la pigrade confusione.
Il FERRARIS, analizzando appunto. la complessa stl'ut-
tut'a contabile del nostl'O bilancio e del nostr'o IlebibJ,
poteva ancora nel 1892 con piena l'agione sCI'ivel'e: Un
bilanciu, al'chitettato in tal modo, diventa una' spede di
logogrifu, che pochi possono compl'endel'e (L).
In fOI'za dell'al'['utIlo del llOStl'O bilancio, uomini ellli-
nenti, come Minghetti ' e Cambrai-Digny, hanno potnto
cadere in el'l'ol'i di centinaia di milioni,. ileI calcolal'e
le condizioni della finanza. Pi di recente, dal 1875
al 188t, la Camel'a ed il Paese hanno potut,:o pr'estal'e la
m a g g i o l ~ tiducia alle magiche esposizioni finanziarie che
pl'esentavano con un avanzo il bilallcio, di cui il disa-
.vanzo doveva essere colmato con lln debito di 1.fj30 mi-
lioni/ E dell'esto anche oggi, nel momento in cui si SOllO
eliminate diver'se cause di oscul'it e di poca lealt del
bilancio, quante macchie oscure, quante incogllitesol1o
da chial'il'e! Pensioni, casse patrimoniali, impegni ban-
cari dello Stato, fondi di riserva, persistenza d i conti
speciali nel bilancio. spese pelmal1tenimento degli inabili
al lavol'o ecc.
27.
Segue l'argomento con speciale 'riguardo alla Francia.
Quella stessa Fl'allcia, tanto gloriosa pel suo :ll'ticolo
quarto della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e che 110 i
(1) FERitA iUS, L C., p. 294, 307.
104
pel' un momento siamo stati in procinto di raffigu['al'ci
come l'angelo, phe getta il primo squillo di tromba per
risvegliare la coscienza addol'mentata dei contribuenti di
tutti i popoli, 110n il giunta mai a presentare in modo
chiaro la sua condizione finanziaria. In quello stesso mo-
mento solennissimo dell' et moderna, in cui parve che
lo stato nuovo, condannando finalmente tutti gli: al'cani
della vecchia finanza aristocratica, &i effondesse nel po-
polo e gli desse nelle mani, in una confessione generale
e sincera, tutti i conti; in quello stesso momento, i pi-
gl'audi al'tifici furono usati per dissimulare la vera con-
dizione della finanza. E per vero il famoso GOMPTE RENDU
di NECKElt del 1781 espose una. immaginal'ia,
assai lontana dalla realt. Eguali artifici si l'i petel'ono
Ilei memol'ando discorso pronunziato dal NECKER. il 5 mag-
gio 1789, il giorno della pl'ima adunanza dell'Assemblea
Costituente (1).
Non a tOI'to MIRABEAU esclamava nel 1790: lo non
odo che questo: Hp tanto e mi abbisogna tanto; e . I'As-
semblea di rimando: perch avete voi tanto? E perch
abbisognate di tanto? Ma nessuno risponde chiaro.
N una chial'a risposta si pot avere all' epoca di
Napoleone I. Sebbene la contabilit ufficiale non distin-
guesse un bilancio straordinario e la legge di finanza
possedesse una it'reprensibile unit, al di fuori dei conti
ufficiali un bilancio stl'aordiJiario, occulto, gigantesco,
confezionato da Napoleone personalmente, sussistette sotto
il nome di domaine eaJstraordinai1'e, alimentato in gran
pal'te dalla vittoria e dalla conquista ($1.'OURM) e di cui
le el'ogazioni sfuggivano al grande popolo della Rivolu-
zione, non meno che le minute erogazioni delle entr'ate
raccolte all'interno,
La legge del 27 giugno 1833 ebbe il tristo merito di
ordinare, in ['iguardo ai Javol'i pubblici da costruire o.da
(1) Il sunto e gli artifici di quel discorso vedi nel GOMEL,
l. e. p, 166-69.
105
continuare, quei conti speciali (budgets annexes), non
rientranti nel bilancio generale, che abbiamo visti ricom-
paril'e in Italia ' che infrangevano l'unit dei conti. Quei
conti speciali ponevano bens in bella mostra le strade,
le feerovie, le bonifiche, le scuole compiute dai Governi,
ma lasciavano nelle tenebre la qualit. ed i limiti dei mezzi
(debiti), coi quali si provvedeva ad essi, e in pari tempo
dissimulavano l'aumento delle spese pubbliche, frazionando
il totale (1).
Questi conti speciali, che cominciarono a staccal'si
dal bilancio genrale in rigual'do a lavori pubblici o a
spese militari e che diedero nascimento al bilancio straor-
dinario; coll'andare del tempo si moltiplicarono, si pro-
'lungarono in uno strascico interminabile.
Dal 1862, accanto al bilancio fu posto
le budget des resources speciales, cio delle spese pagate
con imposte comunali e dipal'timentali, le quali si vollel'o
faI' dipelldel'e dall'approvazione del Pal'lamento. Poi ven-
gono les budgels annexes, nove piccoli bilanci speciali,
che si riferiscono a speciali aziende industriali dello stato.
Le pi l'ecenti figliaziolli del bilancio sono: les ser-
vices speciaux du Trs01'. Essi son nati nel 1885 dal
pl'oposito di sgl'avare Il bilancio ordinario di parecchi
milioni di gal'anzia d'illtel'essi. Il numero di questi ser-
vizi va cl'escendo (ol'a oscilla sulla trentina) per la ten-
tazione in cui si tl'ovuno i manipolatori di cifre, di ab-
' bandonare il bilancio che povel'o, pel'ch alimentato
dalle entrate 'ordinarie, e di attaccarsi al tesoro,che
ricco, perch alimentato dai fondi delle casse di rispal'-
mio, delle casse di deposito, dei conti correnti dei comuni
(l) Nel 1871 Tniers, fra le approvazioni della Camera, escla-
mava; Quel:; taient les hudgets de l'Empire 1 ... le secret de
ces prsentations c'etait de diviser lo budget en plusieurs
parti es, de manire il. l'endre la totalisation . difficile, ou labo-
rieuse au moins, et de trompel' ainsi le pays SUI' la ralit et
i'etendue la depense, qu' il doit faire (oui, oui; c'est vrai).
AssemlJle nationale 20 jouin 1871. Citato da STOURM, 1. c., p. 197.
106
e dei dipartimenti, dai pl'estiti e dal prodotto delle ne-
goziazioni di beni a lunga o a breve scadeilza.
Ebbene tutti questi bilanci speciali, non ostante le 10ft}
distinte pel'sonalit, non possono essere avvICinati e-
sommati fra 100'o.
Malgl'ado il loro isolamento, tutti questi bilanci di-o
pendono gli uni dagli altri, si penetrano mutuamente,si
intrecciano di tal guisa che il (loro totale da un lato -
insufficiente, dall'altr'o t['OPPO esagerato.
Lo STOURM, che fa questa osservazione, ricol'da allo
stess riguardo le :seguenti parole di JULES ROCIIE, scritte
nel Rapporto del bilancio generale del 1886 (30 'giugno-
. 1885): Riell n'est plus obscur, plus confus, plus t'el'tite
en il1usions que notre classiflcatioll actuelle. On ajoute
les uns aux autres tous les systmes d'critures publiques.
pOl'tant le nom de budgets, comme si chacull d'eux con-
stituait un ensemble indpendant et pal'ticulier; on totalise
leur chiffl'e et on conclut. Ce compte est absolument.
faux .
28.
Fatti ([ indole contabile o anche d'indole politica, dipen-
denti dall' opera delle persone incw'icale della (01'-
ntazione del bilancio.
Ma oltrech dalla Sell1pl'e cl'escente mole dei fatti.
amministrativi e da un modo sempre pi 'elabol'ato di.
stendere e contl'ollaee le scrittur'e ( 27), l'impene-
tI'abilit del bilancio model'no derivata allCOl'a . da un
'complesso di artifici anch' essi in parte d'indole
Cos si son visti pl'olungati e chiusi assai tal'di i val'i.
esel'cizi; malgl'ado la riconosciuta necessit della loro in- '
di vid uazione.
Si rappl'esentano delle' attivit come spese o delle
spese come entl'ate. IMattl nella categoria Moviment()
dei capitali , noi qualifichiamo, come spese, le somme im-
piegate nell' estinzione di debiti o all' ottenimellto di Uli
107
pl'ofitto, e qualifichiamo come entrate le
colla contrazione di un debito o colla riduzione del pa
trimoni. Per modo che qui si avvantaggia il bilancio di
9gni diminuzione del patrilllonio pubblico.
Altre entl'ate ancora sono ingrandite in modo fittizio
.ed appaiono come grandi ombl'e al tramonto del sole . .
Le ingenti somme, impiegate nelle stl'ade, nelle fel'-
r?vie, nelle navi da guerra, nei cannoni, talol'a utili
talprano, ma spesso assolutamente improduttive, sono
poste in bella mostl'a nella categol'ia del Movimento dei
capitali D, come capitali in una piena integl'it (1).
Cos ponendo con una finzione contabile nell'
tivo somme corrispondenti al costo di cel'te opel'e
bliche, di certe prestazioni, si dissimula il disavanzo.
Lo stesso risultato raggiunto nel bilancio prussiallO,
Gol computal'e nell'attivo una &omma di entl'ata pari alle
spese cos dette slram'dinarissime od ultra slraordinar'ie.
Il bilancio Austl'iaco segue la stessa nOl'ma per rispetto
alle sue spese d rirweslimento.
'-ralol'a le . entrate sono ingl'andite con pl'evisiolli ot
timistiche, le quali l'appresentallo le CI'costanze, che val-
gono ad aumentare gl'intt'iti come pel'manenti o come
agenti ilei pl'esente o in un pl'ossimo Si stan-
ziano ilei pl'eventivo le stesse entl'ate, che furono
colte dal pl'eventivo pl'eCedellte, sebbene poi siano
eccedenti, . senza alcun l'iguardo quindi alla voce
.dica del consuntivo o alla media delle spese negli ul-
timi anlli (2).
O) In Italia l'entrata, per rispettI) a.lle costruzioni ferl"Uviarie,
!!()stituita da aliellazioni di titoli, ohbligazioni ferroviarie o
rendita. e le spese dall'importo annuale delle nuove costl'uziuni
ferroviarie; si suppone, cio, che il valol'e delle felTovie costrutt-
sia UgualE:> al loro mentre in realt, tenendo conto dd-
l'intimo interesse che esse rendono, il 10['0 valore dOVl'ebbe es-
sere ridotto ad un terzo o ad un quarto.
(2) Il vedere ripetuto pel' anni di seguito eccedenze sugli..
stessi capitoli, dvute alle stesse cali se (scrive a questo propo-
108
Si incontrano anche nel bilancio delle entrate cel'te
-somme, che le competenti sanno benissimo che
non sal'anno introitate (per esempio, da noi i . rimborsi
pel' la pubblica beneficenza ili Roma, per il
.degli inabili al lavoro, l'iscrizione come entrate sicure
degli al'l'etl'ati per contributo nelle spese di costruzione
.di stl'ade provinciali, mentl'e non s'incassano mai). I re-
sidui attivi servono spesso ad aumental'e figurativamente
la parte atti va del bilancio, ad a vvicinal'la al
flebbene in realt siano ben poca cosa o nulla. ben vero
.che la legge obbliga il Ministro del Tesoro ad epurare i
residui soltanto apparenti e che viziano la sincerit del
bilancio, ma la si obbedisce. Dei cento ventidue mi-
lioni dei residui attivi nell'esercizio del 1898, ben settan-
tadue rappresentavano crediti di dubbia, d' insperabile
esazione.
In tempo si alterano artificiosamente qe spese.
Si frazionan le spese di un dato servizio, si annidano
in punti diversi e disparati dell' edifizio finanziario. Da
noi, per esempio, le spese pel' le costruzioni ferl'oviarie
figurano nel bilancio dei lavol'j pubbl'ici per l'igual'do alle
fel'l'Ovie costl'uite dallo Stato e Ilei tesoro per rigual'do
alle fer'rovie costruite dalle societ (annualit chilometri-
.che) (1). .
:sito uno dei piiI autorevoli membri della Camel'a italiana,
Ton. POMPILI) significa che di qm.sto non si fatta giusta va-
. lutazione e che i preventivi, in qualf'he parte almello, non sono
.sempre compilati colla maturi t necessaria .. Siccl! non te-
mel'ario il dubbio che talvolta l'ecct'denza sia stata, come non
poteva essel'e a meno, gi pl'esagita al momento di cOlllpilare lo
:stato di previsione e riservata in petto, come modo facile e com-
modo per fare una. spesa senza affrontare la discussione e la
.critica aperta, a cui potrebbe dar luogo la proposta dell' au-
mento di qualche bilancio e per colorire nelle esposizioniinan-
ziarie la condizione delle cose alquanto pi rosea e serena del
-vero . (Atti parI. num. 152, al n. 168, sessione 1897, p. 70).
(l) Esempi di questa pratica in Francia reca lo STOURl\I,
J. c. p. 203. . . .
109
Si presenta nei preventivi il Co.sto. di o.pere o. pre-
pubbliche in un ammo.ntare inferio.re a quello-
che esse l'aggiungeranno.;, La vera spesa sar co.no.sciuta
pi tardi, do.po. che i lavo.ri saranno. iniziati e, anche du-
rante questo. perio.do., po.tr essere celata co.n o.ppo.rtuni
sto.rni un certo. tempo.. E intanto. quella o.ccultazio.ne-
di spesa avr sel'vito. a facilitare l'appro.vazio.ne della
legge. Co.s da no.i, man mano. che si venne crescendo. il
numero. dei chilo.metri. di strade ferrate da co.struire, da
quello. che era-pro.po.sto. nel primitivo. pl'ogetto. Depretis-
(1887), si abbassava di pi in pi il Co.sto. preventivo. di
ciascun chilo.metro. dai pI'imi calco.li. Per tal mo.do. fu
dato. di aumental'e il numero. delle linee senza lasciaI'
vedel'e subito. l'aggravio. corrispo.ndente pel bilancio..
Un altro. mezzo. di attenual'e la parte passiva co.nsiste
nel sopprimere addirittura dal bilancio. att.uale cel'te spese
r
tutto.ch gli sieno. attribuite dalla legge. La ragione di
quell'illecito. pl'Qvvedimento. si trQva nel fatto. che quelle
spese, dm'ante l'esel'cizio, no.n iurQnQ cQmpiute,l). Altl'e
vo.lte anCQra certe eccedenze di spese si co.prQnQ co.n en-
trate future, che si sCQntanQ a benefizio. dell'esercizio. pre-
sente. vel'Q che in questi casi si preparano all'avvenire
do.lQro.se sQrp,'ese; ma intanto. si presentano. previsiQni
rQsee Q meno. o.SCUI'e. Co.n QttimismQ pi o. meno. sincel'o.,
si l'iesce anCQra a nascQndere certe cause di aumento. 0-
di continuit delle spese.
E vi SQnQ altre sQrpl'ese I
Debiti definitivi si nasco.ndQno. perun certo. tempo. so.tto-
le apparenze di debiti di teso.reria. E si nasco.ndo.nQ o. si
attenuano. anche gli eccedenti di entrata, gli avanzi, co.lla
stessa ansia co.n cui si nascQndo.no. o.d attenuano. i disa-
(1) Questo inconveniente, pi proprio al bIlancio di cassa,
si rendeva possibile da noi, che abbiamo un bilancio n pro-
priamente di r.assa, n pl'opriamente di competenza, colla pro-
posta GIOLITTI del 7 febbraio J 890.
110
v,anzi, quando il potere esecuth'o vuole avere sqtto mano
risol'se per eel'ti bisogni, di cui nontl'ovaprudente sv.e-
lare l'intel'o costo . (spese coloniali, di gueN'a, ecc.) . 0 su
<mi allQlltana volentiel'i la ' discussione (1) . .
E perch tutta questa segl'eta montatura deL bilancio,
.questa prestidigita7io'ue ottenga il suo effetto, si moderano
le' discussioni in modo speciale, si atft'etta o rallenta il
loro tempo sagacemente. Pl'ogetti di legge, nei quali si
.celano le zanne del grande capitale J si . presentano a11a
.discussione cautamente, quando la Camera stanca, di-
sattenta, snervata dai calori estivi, estenuata dalle emo-
zioni d i gl'a vi e pl'olungati . dibattiti, alla vigilia della chiu-
sUI'a del ,la sessione o delle vacanze che pl'ecedono le
feste pi solenni. Da uoi, le molte leggi di proroga del
.corso legale fUl'ono sempl'e pl'oposte alla vigilia della
.scadellzadel COI'SO legale stesso, onde la pl'ocedul'a par-
lamentare non riusciva ad impad,'ouil'selle con fl'utto e si
avevano delibel'azioni affrettate, inevitabili negli sco l'ci
.delle sessioni. Di che muoveansi i maggiori lamenti al
Senato (2). Del pari tutte le volte che si chiese alla
I
Camera l'appr'ovazione delle spese e lavo l'i fatti dalle 80-
-ciet pel' l'eset'cizio fet'. 'oviariu, fu pl'eselltata la legge o
alla vigilia delle vacanze natalizie u alla une di luglio (:3) .
La Relazioni, che accompagnano quegli stessi pl'ogetti
di legge, li lasciano in una semioscurit, in una penombra,
.che incute l'spetto ai profani e rende incel'ti i pi, com-
petenti. Laconicit, lacune, silenzio su cel'ti punti 'delicati.
Invece su altri progetti, su altt'i punti, dove la discussione
non fa paura, le relazioni diventano loquaci, ganule, get-
tano grandi luminosit, fasci di luce elettrica. Tutti gli
attuali progetti, che toccano i punti pi impol'tanti della
(l) In Germania una legge stabilisce che, le quante volte
si l'scontrl un avanzo, una certa parte di esso . vada 8enz'altro
jmpiegata in COSll'uzioni fel'Foviarie.
(2) SALVlONl, Banche, p. 77. .
(3) RA v A, Un decennzo di esperienza delle convenzioni (el'-
,1'oviarie.
111
materia ferroviaria, scriveya il RA VA, si presentano al-
l'esame dei legislatol'i con assai piccoo corredo di dati,
di documenti e dI statistiche, che pUl' sal'ebbero tanto
necssarie a ben chiarire" cosifatti problemi. Singolare
questo, coll' eccessiva abbondanza di dfl'e, di
allegati' e di notizie, onde altri disegni di legge di assai
minore inipol'tanza vengono presentati ogni giorno alla
Camera (1).
Le cifre sono ingl'andite o impiccQlite, gonfiate o
' sgonfiate cautamente, secondo le disposizioni d'animo e
secondo i var umori delle Assemble. Nei preventivi, che
si disc,utono , quando la Camera pi attiva, pi attenta,
si le ent'rate e si attenuano le spese, onde sia pi
facilmente ottenuta l'approyazione del bilancio; nei bilanc'i
di assestamento invece, che si l'isolvono in una fastidiosa
dish'atta discussione di leggine, si attribuiscono le at-
tenuazioni delle entrate e gli aumenti delle spese a cause
fndipendenti dall'amministrazione (2).
, Cos il bilancio dice assai pil.i o assai meuo, come
si vuole, Esso resta una sfinge impenetl'abile alle gl'andi
masse della Camera, a quelle masse che votano le leggi,
-clJ.e votano le spese, che votano le entrate (3).
(1) RAVA, Le ferrovie e il bilancio dello slalo. (Riforma
sociale, 25 dicembrI' 1896, p, 782).
(2) Intorno al valore delnostl'o preventivo, un valontuowo
,della Camera, l'ono RUBINl,scriveva: col metodo delle
eccedenze; prevalenti nel nostro bilancio, si giunge al punto
,i bilanci di previsione, pure perfezionati col ma.gistero dell'as-
sestamento, costituil:$cono un arnese grossolano, anzich uno
strumento preciso, di constatazione della situazione tlnanziaria;
questa viene nota nelle sue vere linee tardivamente [ler mezzo
del consuntivo, il quale, in ragione del minor pregio di , attua-
lit, corre per, le mani e I ferma l'attenzione soltanto di pochi.
AttL parlamentari, Il. 128, A l" Ses8ione 1895.
, (3) L'approvazione del bilancio prussiano richiede oltre due-
lllila votazioni. '
Un articolo del deputato T. S. O' Connor (comparso nella
N01'lh American Review, agosto, 1900, riassunto nella Minel'va
112
La vera situazione dei conti si nascondE;) in . un ci-
bOl'io recondito, entro cui penetra l'occhio di un piccolo
9 Settembre 1900) mette in evidenza come, anche nella terra
classica del in Inghilterra,)e leggi concer-
nenti grandi interessi ed implicanti grandi spese sieno votate
fra la disattenzione della Camera e quando la maggior parte
dei membri di questa assente. L'Autore accenna anche
ad accorgimenti, coi fluali sono frustI'ati la. buona volont e lo
zelo di qei deputati, nuovamente eletti, che intendono vera-
mente di dedicarsi al pubblico bene, Ecco alcuni interes-
santi del detto articolo: Il nuovo deputato deve subito con-
statare che la Carnera dei Comuni non si preoccupa degli af-
fari, se non per cercare d'evitarli; constata inoltre come la
lliil.ggioranza di coloro, i quali restano alla: Camera e prendono
parte lI.Ile deliberazioni, costituita di disillusi, di stlduciati, in
cui ogni energia esaurita. Giunge presto pm'ci alla conclu-.
sione che non il benetlcio della sua vasta esperienza che si
ricbiede da lui, n la, sua a.ncorafl'esca energia e neppure la
sua alacrit; ma solo la sua presenza al momento della vota-
.zione; ci lo affligge e gli t'a desiderare il fra.stuono dei mecca-
nismi, a cui era abituato, l'operosit febbrile della sua antica
sede d'affui. .
Dalle tre alle tre e mezzo, la Carnera resta deserta; lo
hm' troneggia nel suo seggio, come una figura sepolcrale; un
silenzio di morte domina l'aula. Solo "di quando in quando, non
tutti i giorni, s'ode qualche mormoro: un deputato, che rac-
comanda agli scanni vuoti qualcuno dei tanti piccoli interessi.
provinciali, che per una inconcepibile assurdit gravano sulle
spalle dell'Assemblea legislati,va. Cosi si ' perde
Alle 3 e mezzo cominciano le interrogazioni. Queste, bench
spesso sciocche, insignificanti, bench non di rad . riguardino
questioni che dovrebbero essere lasciate decidere da Assemblee
locali, rappresentano tuttavia . una saggia istituzione, dacch
offrono il mezzo a ciascun onorevole, . articolato od inarticolatv'
intelligente o no, grande o piccino, di portare. innanzi all'As-
semblea ogni possibile arg.wnento di interesse, che abbia atti-
nenza col complicato meccanismo della vita sociale dell'Impero.,.
Dopo le interpellanze, se vi qualche intt'ressante progetto di
legge all'ordine del giorno, \engono i discorsi degli uomini pi
113
numel'o di uonfini espel'tissimi: quasi sempre i gl'audi
sacerdoti di un sistema democl'atico falso, che si palleg-
eminenti; ma se, come spesso accade. i primi oratori non sono
i favoriti. allora la CameI'a subito si vuota; oppure, se aecade
che l'argomento della discussione sia di massima importar ZII.,
ma. che tutta. via non lasci sperare alcunch di emoziontnte, la
Camera f,i spopola egualmente, Per esempio i bilanci della; uerra
e della marina, i quali' implicano la difesa. del paese - nno dei
suoi supremi interessi - e una spesa di di milioni di
sterline. sono sempre discussi a Carnel'll sernivuota, lo ho ve-
duto votare milioni ' di sterline in sedute. alle quali erano pre-
senti al massimo dieci o quindici membri; di modo che si pu
bend affermare ehe la fl'equenza e l'interessamento dei deputati
alla Camera dei Comuni stanno in ragione inversa dell'impor-
tanza degli argomenti eIa discutere. Non infatti raro il caso
che una mesrhina fluistioncellll. personale fra due membri trovi
un uditorio affollato, eccit.ato e attonto, mentre interessi
dell'Impe('o lasciano l'aula h'edda e deserta.
Finiti i principali discorsi della sera, si arriva alle sette e
mezzo, in cui i deputati sono stanchi e vogliono riposare.
Se c' la pl'obabilit di una votazione, procurano di sollocitarla
con lino scoppio di turbolenza, dando sulla voce a chiunque si
accinga 1\ parlal'e; ma "e ci non riesce, corrono agli ambu
latori , combinano, se possono, un pair (pratica) per cui
ue deputati di opinioni politiche opposto con vengo no insie-
me di astenersi d'II votare durante un periodo stabilito (que-
stI\. p('atica I isale ai tempi di Cromwell) e via a casa, o
ai loro divertimenti o alle loro occupazioni. Comincia allora
quella Chb chiamata la dinner hour (ora del pranzo),
Nell'oI'a del pranzo, ossia dalle sette e mezza pomridiane, fino
alle dieci e mezzo pomeridiane, tre quarti - e non esage('erei
se dicessi quattro quinti-dei deputati sono assenti dalla Camera.
Dei ('imasti"pochissimi siedno nell'aula; costoro non si rocano,
vel'O, a easa, al teatr-o o al ballo, ma debbono pranzare an-
ch;essi; e sotto Fopprimente senso di noia e di esaurimento, che
li invade all'idea della t'orzata perm.nenza aUa Camel'/\, s'in-
dugiano quanto pi possono a tavola o helle sale da t'umare.
Tanto a quell'ora, solo 'gli oratOlj secondari prenel()no parte alla
.114
giano il potere e che sono perci tenuti, nche nelle loro
contese, alla maggiore riserva. Il Gabinetto, che ha in-
tel:esse a guidare le maggioranze parlamentari senza urti
violenti e senza offese alla loro coscienza; il Gabinetto,
seduta; e perch non avvenga. che qualcuno debba incomodarsi
per correre al posto senza una buona ra,gione, un apposito uf-
cio annunzia il nome degli oratori, di mano in che sor-
gono a parlare; cosicch, se si verificasse l'inaspettato fenoQleno
di un discorso di uno degli uomini. politici pi importanti, chi
pranza o chi fuma ne riceverebbe subito l'avviso per slanciarsi
in tempo nell'aula. '
Anche lo Speaker t'il presidente delle commissioni si ritirano
per una mezz'ora durante questo periodo; la mezz'ora in cui
la Camera resta affatto inoperosa.
Ma per il resto del tempo fULziona sempre: i deputati fanno
discorsi, i Ministri domandano fondi e le votazioni hanno luogo
con un andirivieni di onorevoli, chiamati dai campanelli elettrici,
dal restaurant o dalle sale da tornare; in breve, tutto va
alla Camera, come se fosse realmente una Camera, e non una
miserabile parvenza di essa. .
Come al solito, i giornali continuauo a dare al pubblico una
falsa idea di ci che in verit la Camera in queste ore della
sera. Mentre legge i chilometri di resoconto stampati dal Times,
il buon cittadino nori pu faTe a meno di immaginarsi un'As-
semblea affollata, che siede attenta ai discorsi, i quali debbono
essere bene assennati, dal momento che vengono pubblicati per
esteso. Il fatto si in vece, che per alcune ore ogni sera non
vi sono dieci deputati alla Camera; qualche volta anche meno.
lo ho veduto un deputato indirizzarsi alla Camera, quando nel
l'aula non c'erano che due soli suoi colleghi; ' ho veduto un de-
putato indirizza.rsi alla Camera quando tutto il suo uditorio si
riduceva ad un solo individuo, lo Speaker!
Ora, il parlare di una Camera, che realmente e fun-
ziona in tali circostanze, un abusare delle parole, un con-
fondere le idee. Certo non.sono i Ministri quelli che propugne-
ranno una riforma: quanto pi deserte saranno le sedute, tanto
pi presto essi potranno sbrigare. i loro affari, e il disbrigo ra-
pido degli affari diventa alla fine la principale ambizione delia
massima parte dei Ministr. .
115
che si guarda bene dal pericolo di perdere il favore del
suo partito e 'di esporlo al ,biasimo e all'avversione delle
moltitudini popolari, trova,ilegli espedienti suesposti ed
in altri consimili, squisitissimi mezzi d'illusione finanziaria.
Maggioranze parlamentari, che promuovono gli interessi
di certi ceti, hanno bisogno anzi di siffatte ambagi, nelle
quali si acquieta la loro coscienza e si nasconde la loro
responsabilit. Quando poi venga a disvelarsi nettamente
e largamente l'inopportunit o l'ingiustizia di certe en-
trate o di certe spese, allora resta un altl'o spediente di
grande effetto (non dico di effetto sempre decisivo) sulle
maggioranze parlamental'i, che avessero preso un atteg-
giam ento d'ince! tezza. Il Gabinetto attribuisce carattere
pOlitico a votazioni finanziarie. Allora viene offerta alla
massa dei rappresentanti, che partecipa al potere, una
,eccellente ragione di approvare ci, che in s sarebbe
:biasimevole e condannabile, poich al danno circoscritto,
che risulterebbe dall'appro\'azione delle proposte gover-
native, si contrappone il danno pi largo dell'abbandono
del potel'e e della rinunzia all'attuazione del progl'amma
politico.
Con questo accorgimenb e cori qualche altro sopra
accennato, il lettore vede delineal'si un gruppo di fatti
d'indole politica, che si colloca accanto ai fatti d'indole
tecnico-contabile, prodotto dall' iniziativa dei manipola-
tol'i dei bilanci. L'impel'fetta conosceza dei conti pub-
blici negli Stati moderni nori dipende adunque solamente
da un necessario complicarsi della struttut'a contabile
( 26,27), ma altres dagli artifizi degli uomini politici pi
eminenti, dalla loro personale abilit e dal favore delle
circostanze esterne, in cui essi si trovino. Ma queste cause
variabili ed accidentali della oscurit dei conti pubblici
fanno capo ad altre cause pi generali e mediate, che
!Vedremo al capo XIV.
116

Occultamenti dell' imposizione nel suo insieme
con ordinamenti d'indole costituzionale.
I - Occultamenti dipendenti dalla composizione
degli organt incaricati dell' approvazione del bilancio.
Ma a mantenel'e le ambagi finanziarie conco l'l'e, me-
glio ancol'a che l'opera di questo o di quell'uomo politico,
una speciale compo'lizione dei "j alti corpi incaricati
dell'amministl'azione pubblica. L'efficacia di tale forza noi
riscontrammo gi nelle epoche passate (capo IV). Gli 01'-
dinamenti di alta ammini:-\trazione o, come direbbesi oggi,
d'Indole che ostacolano una piena cono:-
sceuza dei conti pubblici, in pal'te dipendono li alla com-
posizione degli organi incar'icati della compilazione del
bilancio ( XXIX) e in parte dipendono Ilalla composi-
. zione degli O1'gani incw'icati del controllo e pi special-
mente dalla composizione della Corte dei Conti e dalle
attribuzioni assegnatele ( XXX).
Ognuno sa come, ai nostl'i dI, i vari ceti sociali sieno
assai diversamente rappresentati nelle Carne l'e, incaricate
della votazione del bilancio.
I
Le mol titudini lavoratl'ici, in forza di restrizioni di
diritto e di fatto, sono private della facolt di intervenire,
con libere e coscienti elezioni dei loro rappI'esentanti,
nella formazione dei bilanci, che cos l'opel'a di
Assemblee ol'ganizzate per la conservazione e lo sviluppo
degli interessi delle classi possidenti. Quelle Assemblee
]'appresentano classi, che traggono il maggior partito dalle
spese dello Stato. In pari tempo quelle Assemblee si sono
dimostr.ate cos facili nel deliberat'e imposte sui ceti in-:'
feriori, quanto resistepti ad aumental'e le imposte dirette.
Quanti documenti non ha raccolto la statisti.a finanziaria
su tale materia, specialmente in Italia e in Francia I
L'intima composizione partigiana delle Camere moder-
ne si palesa nettamente tutte le volte che un Ministero
tenti di attuare una grande riforma di carattel'egenerale.
117
Il Governo o. non l'iesce affatto nell'impresa o vi riesce
incompiutamente e golu a prezzo di concessioni ai sin-
goli gruppi ed ai singoli inqividui che costituiscono la
maggioranza. E queqte concessioni, ql}esti favol'i, che sono
la condizione stessa della vita politica dei rappresentanti,
di fronte ai l'appl'esentati , sono tanti interessi slegati, '
locali e personali, uscenti dalle classi l'icche e colte, che
plasmano le elezioni a loro gl'ado.
La somma di questi intel'essi slegati, locali e personali,
che ha pel' contenuto una gl'ande voLont. egoistica, fram-
mental'ia, ingiusta, antipatriottica, non pu essel'e attuata
che pel' via di compl'omessi, di transazioni tacite, in pal'te
incoscienti, della mggiol'anza, che sente la sua forza nella
sua unione. La di essa pu giungere fino al
punto di impedil'e che sia messo in istato d'accusa un
Ministr'o accusato di ('eati comuni. Ohe deriva da ci?
Ohe, pel' la stessa essenza del Governo di partito, L'atten-
del'e un esame minuto, alto, spassionato del bilancio un
assurdo, una ingenuit..
La. maggioranza, che tl'ova Hel bilancio la soddisfa-
zione delle aspil'azion i malsane, non pu fare, n tol-
leral'e che altri faccia, una critica, che riveli il carattel'e
oppl'essivo di cel'te entl'ate per' certi ceti, il carattere di
favol'e di certe spese per altri ceti. D'altl'o lato, un grande
partito d'opposizione, che emani dalle stesse classi ab-
bienti, e che solo per pochi ed insignificanti punti si di-
scosti dal partito dominante, non pu b'ascorl'el'e tl'OppO
oltee nelle critiche, perch domanI dovr governal'e cogli
stessi spedienti. E ' allol'a pu accadere di assister'e allo
spettacolo che tale partito, divenuto maggioranza, pel' la
sua stessa difesa e libert. d'azione, senta il bisogno di
rifiutarsi, per' bocca dei suoi capi, a che ministl'i caduti
ed accusati di delitti comuni siano molestati dall'auto('ita
giudizial'ia. Oon Oamere cos fat te, chi sollevi i veli, che
decentemente COpl'OIlO gli ultimi 'effetti della politica,
accompagnato dagli scheroi, dalle urla, dai grugoiti e in-
ti,ne sopl'a.ffatto nelle votazioni da g chiaccianti masse.
Il deputato, che volesse capire almeno passabilmente
118
il bilancio, avrebbe d'uopo di consacrarvi una buona parte,
di tempo (l).
Ma gi ta breve dUl'ata del mandato legislativo rimuove-
bene spesso dalll;\ Came['a una certa pal'te di coloro, che
cominciano a balbettare . l'alfabeto finanziario, che sono,
sostituiti da altl'i analfabeti. Il numero dei deputati, che
resta in ufficio e che ha' abbastanza tempo per prendere,
dimestichezza col bilancio, assai al disotto del 101'0 nu-
m(Ojro legale complessivo.
vero che un esame un poco pi attento e serio-
delle entl'ate e delle spese pubbliche potrebbe essere
ottenuto coll'accogliere la pratica inglese, che divide , il
bilancio in una parte consolidata, sottratta alla vota-
zione annuale, ed in una pat'te mobile, ' la .sola su cui
s'appunta l'attenzione della Camera. Ma i progetti di
questa riforma hanno tl'ovato nel continente una op-
posizione decisa (proposte di Mirabeau nel 1789, di Laf-
fitte nel 1827 ecc.). Nella stessa Inghilterra prevale la.
tendenza a l'estt'ingere, anzich ad estendere, il contenuto.
del fondo consolidato, il quale comprende circa un terzo.'
delle spese e tutte le imposte' di carattere stabile, vale
a dire i quattro quinti delle entrate. Il. deputato del con-
tinente vuole adunque sottomano il bilancio in tutta la.
sua estensione, in tutta la sua complessit, in tutto il suo
arrutfo, in tutta la sua impenetrabilit.
Il deputato d'ordinario non si preoccupa del bilancio;.
non lo pu. Ci dipende dai criteri stessi, che hanno ispi-
rato al corpo elettorale la sua scelta. Gli elettori pi
infiuenti, i comitati designano alle turbe, come candidati,
lepel'sone pi adatte e pi decise ad ottenere cede con-
cessioni, certi favori dal Governo. Tali pel'sone hon sono.
sempre quelle che eccellono per carattere e per prepa-
razione scientifica alla tratta.zione degli affari pubblici.
. 11 deputato non ha d'ordinario l'ambizione di impa-
dronirsi sufficientemente di tutte le . leggi, di tutti gl' i-
(1) THIERS confessava che ocorrono molti anni di' studio
per possedere l'alfabeto tlnll:nziario.
119
stituti, di tutti i bisogni pubblici, che si riflettono nel hi-
lancio. 'Egli ha da far prevalere alcune idee d'indole ge-
nerale, quando le ha; o alcuni bisogni di carattel'e locale.
A tutta la ['estante' massa attivit dello Stato egli
estl'aneo. Il bilancio un caos increscioso, buono soltanto
perch otrI'e il destro di pronunziare discorsi genel'ici,
accademici, che soddisfano 1'amor proprio, e pi comu-
ne!11ente di perorare in favore di un interesse locale.
Vi bens il Senato, ai cui membri l'ufficio legisla-
tivo assegnato o per un lungo periodo di tempo o Il.
vita. Perloch 1'alto consesso potrebbe essere conside-
rato come piu adatto ad acquistare familiarit , coi bi-
lanci.
Senonch alcune considerazioni dimostrano essere
impedita al Senato un' alta ed approfondita discussione
della situazione generale della finanza, e sono: in primo
luogo, l'indole pi decisamente aristocratica e conserva-
trice di quella Camera; in secondo luogo, la sua assai
limitata competenza in materia di finanza. In sostanza,
il sistema male com porta gli im pedimenti
posti dal Senato alla Camera, bassa in materia di en-
tI'ate e di spese pubbliche. Infatti la sola facolt concessa '
al Senato di rigettare i bilanci o le leggi finanziarie nel
loro complesso (consuetudine inglese; Costituzione Sici-
liana del 1812; Costituzione di Prussia,) resa pressoch
vana per ci che si sogliono unire aHe disposizioni con-
testate dalla Camera alta altri provvedimenti, a cui essa
non potrebbe negare l'approvazione.
Si tratta di un diritto che sonnecchia, come direbbe
CUCHEVAL CLARIGNY. Laddove poi al Senato sia pi o meno
largamente riconosciuto il diritto di emendamento, ra-
' gioni di convenienza politica consigliano che esso se ne
valga il meno possibile; e ci per evitare pericolosi co ll-
fUtti fra le Camere, i quali turbano il retto funzionamento
del sistema costituzionale.
]20
30.
Occultamento dell'imposizione nel suo insieme con isti-
tuti e provvedimenti d'indole costituzionale.-IL Oc-
cultamenti dipendenti dalla composizione degli or-
gani incaricati del controllo del bilancio.
Ma vi sono ancora le Corti dei Conti, che hanno
l'incarico di conoscere e controlla l'e con documenti a
stampa tutti i conti . pubblici, e di riconduI'l'e l'opera mi-
nisteriale sulle linee tl'acciate dalla RappI'esentanza popo-
lal'e. E vi da ultimo la Stampa, che dovrebbe condurre
ed abituare alla discussione delle materie finanziarie tutto
quanto il Paese.
Si deve anzitutto riconosce l'e che un grande e vel'o
pl'ogresso si compiuto nell'et moderna cil'ca la scelta,
l'organamento ed il contl'ollo degli uffiziali incaricati del
maneggio e della l'iscossiolle del denaro J pubblico. La
dovel'osa obbedienza negli inferiori verso i superiol'i e
alla legge un fatto ol'dinario, come pure la sufficiente
capacit di ciascuno all' adempimento del propl'i9 com-
pito. Cauzioni e numel'osi controlli sulla base d'interessi
opposti impediscono che il denaro dei contribuenti sia
distl'atto dagli amministratori a loro pr'ofitto. Al disopl'a
di tutti costo l'O sta la Corte dei Conti, che giudica della
regolarit della 101'0 gestione.
Bisogna amme'tterlo, un grande risultato si 6! otte-
nuto e precisamente questo: che il denaro dei contri-
buenti non ~ i nasconde in hasso, nei congegni dell:\ ge-
rarchia finanziaria, e che non devoluto da chi lo ma-
neggia a scopi pr'ivati, individuali.
Ma non si ottenuto invece un'altra cosa: che esso
non. possa essel'e distratto in alto per iscopi di classe,
che non possa esse l'e tolto di preferenza a certi c ~ t i . che
non possa essere impiegato specialmente a [ll'ofitto di
cel'ti alt1'i e che sia sottoposto interamente al' supl'emo
sindacato.
121
Noi vedremo tosto come secondo questi reconditi
bisogni sia stato plasmato e Iimit'8.to in pi guise l'ufficio
della Corte dei Conti.
Per verit la nostl'a affrmazione pal'rebbe contrad-
detta dalla funzione costituzionale della Corte dei Couti.
Ma da questo punto di vista i servizi, da essa resi, 80\10
stati assai pi modesti, di quanto fosse desidel'abile. Il
che deriv, sia dai critel'i adottati nella scelta dei membri
della Corte dei Oonti, sia dalle limitazioni poste al suo
sindacato e talol'a anche ' dal segl'eto, in cui questo fu
sepolto.
In alcuni paesi, come per esempio in Francia, pel'
un certo tempo, il conto della Corte dei Oonti rimane
segreto, nonostante. che la legge ne prescl'iva la pubbli
cit. La Legge del IS19 (l) infatti iuossel'vata durante
tutta la RestUl'azione. Invano 'le legislative
redamano che si stampi e distribuisca il Rapporto della
COI'te dei Conti. Questo documento, il pi atto a mettere
le Camere in gl'ado di giudica l'e del bilancio, resta se-
polto nei cal'toni ministeriali fino al 1832.
. Ma ci che pi monta si che la COl'te dei Conti
resa impotente a frenare gli arbitl"i ministeriali dalla sua
stessa legge fondamentale, dalla legge del 1807, una crea-
zione del dispotismo Napoleonico, la quale lascia le mani
libel'e al potere esecutivo. Per l'art. 18 stabilito ehe
COl'te dei Conti non potl' in alcun caso attt'ibuirsi
giur'isdizione sopra gli ol'dinatori; e l'art. 426 del Decreto
31 maggio IS52 sanziona 1'obbligo del pagato l'e di sod-
disfare, i mandati anche senza documenti giustificativi,
bastano che sia' richiesto di ci fal'e da un atto formale
dell' ol"diuatore. Cos adunque di fl'onte ad un atto for-
male e perentol'io del Ministl'o, che copre la , responsa-
bilit del pagato re, la COl'te dei ()onti obbligata a te-
. nel'e le spese come regolal'mente fatte(2). Anzi per toglier'e
. (1) Pet' la legg!\ el 1807 la Cor'te ei Conti fu incat'ica la
esclllsivamente di gi'ldicare i conti dei contabili.
(2) UGO, La Corte dei Conti, p. 315.
122
l'evidenza dell' al'bitrio di spese compiute su semplici
ordini formali invalsa la pl'atica di sostituire ad essi
mandati fittizi, indicanti cio una spesa per Onde
il Leroy BeauHeu malinconicamente osservava: che la
Co L'te dei Conti non abbia alcuna giurisdizione sopra gli
ordinato l'i , che non possa pl'onuncial'e sopra i mandti
fittizi quando ne scopra le tracce, evidentemente questa.
una lacuna da eimpiangel'e assai .
La legge prussiana del 27 marzo 1872 sulla Corte dei
Conti in gran parte somigliante alla francese e ne l'i-
produce lo spirito . dispotico. Le attribuzioni d'indole co-
. stituzionale accordate alla Corte dei Conti, sono anche
l meschina cosa (1).
In Inghilterra l'Audit-office prima e poscia il Con-
auditore restano funzional'i subordinati
all' Amminish'azione e pi particolarmente alla Tesol'el'ia.
che conta nel suo seno i pi alti personaggi dello Stato.
Il controllo costituzionale sul potere esecutivo quindi
compiuto in Inghilterra da un ol'gano, che emanll dalla
essenza stessa pi squisita e cosciente dei partiti domi-
nanti. NQn nuova l'ossel'vazione (Casabianca,Stourm ecc.}
che l'Audit-office pl'lma e poscia il Contl'ollore auditore
generale l'isentono della natUl'a oligarchica dell' Inghil-
terra.
Ma poi non deve essere mai dimenticata l'indole ri-
stretta ed esclnsivamente giur'idica del riscontro qosti-
tuzionale Gella Corte dei Conti. Il suo riscontl'o infatti
si deve limitare a reclama l'e la stretta osservanza della
legge del bilancio da parte del potere esecutivo. Esso
controllo non assurge all'esame della rispondenza che le
entrate e le spese abbiano cogli interessi generali, colla
giustizia, colla morale. Ne consegue che non sarebbe da
attende l'e dalla Corte dei Conti un esame intorno alle pi
alte questioni di giustizia distl'ibutiva o di economia, coin
volte nella legge del bilancio, sulle quali si esplica invece
(1) DGo, I. C., p. 46, 47.
123
e abbiamo come, il giudizio e il sindacato parla-
mental'e.
Ma preso pUl'e entl'o i risti'etti limiti, entro cui dev
essere contenuto, il controllo costituzionale della Corte
dei Oonti si compie . oggid nei vari e pi civili paesi d'Eu-
ropa in guisa da perdere gran parte dell' importanza
pratica, che dovrebbe avel'e. Il pi spesso esso resta una
dichiarazione senza conseguenze, innocua, accademica e
per inapprezzata. li che si ottenuto piu generalmente
coll' avei' ristretta la funzione della Oorte dei Oonti al-
l'esame di fatti compiuti dal poter'e esecutivo, a un con-
trollO,successivo. D'ordinario la voce della Oorte dei Conti
si fa sentire qUimdo non pi possibile impedire l'av-
verarsi dei fatti da essa censuI'ati, quando lA persone che
li hanno compiuti non sono pi in utficio. Del resto il
Ministl'o, che voglia ritardare a suo ' piacimento le deci-
sioni della 00 l'te , lo pu presentando fuol'i del termine
utile i documenti essenziali alla sua contabilit, del che
la Fl'ancia offre esempi numerosi.
Senonch ad un certo punto sembra che davvilru uno
sfol'zO ,decisivo sia tentato dalle societ moderue pel' ot-
tenel'e dalla Oorte dei Conti un sevel'O sindacato sul po-
tere esecutivo e per gli arbitri o gli abusi.
Quello sforzo consiste nell' aver l'eso anche
il contl'ollo della Copte dei Oonti. L'Italia, che si pose
per questa via, n'ebbe le maggiori lodi.
, Non bisogna pel' dimenticare che la regola da noi.
accolta del contr'ollo pl'eventivo soffre delle eccezioni.
Oos a quell' esame si sottraggono, in primo luogo, i de-
creti e gli atti, coi quali si concedono indennit di l'e-
tl'ibtizione per una sola volta non eccedent. le L. 2000; .
'con che Ministri poco scrupolosi possono largamente. di-
stribuire favori. In secondo luogo, allorch un'antecedente
disamina delle spese volute dai Ministri sia nociva al di-
sbrigo degii affal'i, ossia nel caso dei cosidetti mandati
a disposizione o per anticipazione e purch non si tratti
di somme superiori a lire 30000, permessa la registra-
zione ed il visto dopo il pagamento. Per questa breccia
124
.1'Amministrazione. valendosi delle indulgenti l'agioni di
-servizio, riusc e riesce a l'al' passare numerose spese, e
del pi alto ammontare, sottraendole al controllo preven-
tivo.
'In terzo luogo, non son da tacere le leggi speciali,
he hanno sottratto alla e competenza della
.<Jorte cel'te materie, pel' e:;empio, la legge delle Uonven-
.zioni ferI'oviarie del 1885 in rigual'do ai ' molti milioni
destinati all'allegato B. Avvenne pertanto che i 144 mi-
lioni, che a tale scopo fueono consacrati nel 1885 da
un accordo delle Oamere, del Ministero e delle societ
ferI'ovia,'ie, fossero impiegati per opere assai r1ivel'se per
loro natUl'a, da quelle cui furono destinati (1), senza che
, la Oorte dei Oonti potesse impedirlo. Le casse degli au-
menti patl'imoniali, diceva la. Relazione della Oorte dei
-Conti nell' eseI'cizio 1892-93, hanno reso . possibile la
decretazione di opel'e pubbliche governative, senza li-
miti legali di spese, senza riportare, sia dal Oonsiglio
di Stato il preciso pal'ere, ,ia dalla Oorte dei Oonti il
visto e la registrazione ['ichiesta per gli atti soggetti al
riscontro p,'eventivo, e, quel che pi, l'espressa
annuale concessione dei fondi da part del Potere Legi-
slativo .
Da ultimo la poca efficacia del contI'ollo della Corte
appare pi' che mai evidente dalla impotenza di questa
ad arrestare il Potere Esecutivo contrastnte la legge.
lnfatti le registrazioni con 'riserva non . tolgono al Mini-
stero la facolt di pI'OCeel'e per la via su cui si sia po-
-sto. Pei casi veramente importanti, la registrazione con
risel'va della Corte dei Oonti non basta a contenel'e il
Ministero dalla che si p,'oposto . di fare. I Mini- .
stl'i s'intendono facilmente tra loro. L'uno lascia far l'altl'o;
tarito pi che le facilitazioni e le compicenze che que-
sti rende al collega possono essere compensate uguali
(1) 8ui particolari vedi l disco l'SO del RAVA a proposito del
.disegno di legge, lavori e provviste per le linee in esercizio.
:Seduta del 7 luglio 18.'6.
125
facilitazioni e compiacenze del collega stesso, quando se
ne presenti l'occasione. vel'o che esso dovr rispon-
derne alla Camel'a, nnanzi alla quale sono l'inviate le
registrazioni con l'isel'va; ma la\Camera attribuisce poca
o niulla importanza a tale materia. Quando qualche vio-
lazione venga commessa, sebbene la Camera ne sia edtta,.
tuttavia non vi bada pi che E mettiamo che qualche
diligenza e cura essa usi relativamente al bilancio, nessuna
ne adopera per' la violazione della legge e dei regola-
menti in genel'ale, Essa giudica e decide a colpi di mago
giol'anza. E la maggiol'anza viemaggiol'mellte nella sog-
getta fattispecie sempre sostiene il Millistel'o, che uscito
dal suo seno. 11 che tanto pi va detto, in quanto la Ca
mera si cUl'i dei grandi affari; dei piccoli o almeno di
quelli che chiama tali, non si d pensiero ... Ed allor'-
ch la Camera 'Scorge giusto il diniego della COI'te, noil.
cI'ede la cosa cos importante, da dover sbal'azzal'si del
che non pertanto volle eseguire l'atto e no-
minarne un altro (1),
Quanto si detto fin qui basta a dimostl'dl'e come le
seguenti pal'ole, che fUl'ono scritte da oltre mezzo secolo,
consel'villo un valol'e attuale: Mentr'e si moltiplicano i.
contl'olli intol'llo ai contabili, si lascia che gli ordinatori
si muovano libel'amente nella 101'0 illdipdndenza ed in-
sol vibilit. Si giudica l'istrumento, ma non si giudica la
mano che lo muove (2),
Nessuna meraviglia adunque che i Ministri, i quali
possono irnpegnal'e lo Stato nelle pi rischiose e costose
imprese, siano sfugg'iti in fatto, se non in diritto, ad ogni
)'esponsabilit civile e pellale Resta bens la respon-
\1) Uoo, I. C., p. 91, 92. Vedi anche RAVA. Il sindacato pal'-
1!loll1entare ecc., p.625.
(2) MONTELOUX. De la comptabilitpublique en Fmnce.
Paris, 1840, citato da STOURM, Le /Judyet, p. 546.
(3} Infa.tti di una responsabilit penale e anche ci vile dei Mi-
nistri 'non a palla.re, perla cosciente o incosciente,
che riunisce i grandi partiti militanti, i quali rapprosentano
126
sabilit politica; ma, a presciIidere dalla sua poca afflit-
tivit e dalle ragioni politiche edecOnomihe di indul-
genza nei partiti domiIJ.anti verso il Ministro che viol
gli interessi delle classi [icche. Negli Stati-Uniti, il regno delia
plutocrazia, non si esitato ad offendere i principi dell'egua-
glianza, ollo stabilire che il Ministro debba presta['e una cau-
zione di 750000 lire; ma non si osato mai di colpire il Mini-
stro l'icco. La cauzione puramente nominale; quando anche
s Sill'ebbe dovuto procrldere contro i Minfstri non 'si pl'Oce-
duto . UGO, I. c., pago 73. Anche in Francia la respon
civile, tuttoch sancita dalla legge, rimasta lettera
morta (STOURM. l. c., pago 546). Per riguardo all' Itl).lia, ci limitia-
mo a citare le seguenti parole, assai significative, tolte da un
documento uftciale. Invano in Italia l' onoro Sineo si studi
di precisare e rendel'e effettiva la responsabilit ministeri aie,
vagamente sancita dallo Statuto. Il Sineo fin dal 1888 present
un progetto di legge e con mirabile costanza vi insistette nel
60, nel 62, nel 63 e fiilalmente nel 67. Invano quest'ultimo pro-
getto venne preso in IO quanto il relatore, ono-
revole Macchi, accusato di laSCIar dormire la questione ebbe
il 13 gennaio 1868 a confessare francamente, i commissari
pi fervidi ' sostenitori del progetto, dopo att.ento esame e pro-
fondo studio sulla materia, Ol'a dubitavano che una legge, co-,
munque concepita, non avesse a produrl'6 effetto contrario allo
scopo . Cho pi Y L'unica volta che per le spese ' di due pub-
blicazioni sulla viabilit, non autorizzate, nella seduta' del l
giugno 1867 gli onorevoli di S. Donato, Nicotem ed altri vo-
levano stabilire il principio della responsabilit civile dei Mi-
nistri, la loro mozione: la Camera appIovando. la riduzione
proposta, invita il Ministro a l'i valersi sugli onol'evoli Fucini e
De Vincenzi della somma spesa per la pubblicazione dei due
libri, venne respinta. respinta pure una mozione Castiglia
del 18 gennaio 1869, appunto rig1lardante la responsabilit ci-
vile dei Ministri e il modo di renderla eftlcace, pl'incipio che
contemplava eziandio il progetto Minervini del 6 marzo 1874,
ripresentato il 6 maggio 1876, non mai approvato e' neanche
discusso. Da allora in poi di responsabilit ministeriale non si
tratt nel nostro Parlamento che incidentalmente; ad esempio,
nella notevole relazione del progetto Nicotera-MaQcini per la
127
la legge, quella responsabilit quasi sempre illusoria,
per ci che nel momento in cui l'uomo di Stato dovr
rendere ragione dell'opera propria, data la brevit del-
l'ufficio di Ministro, Rar gi disceso dal potere. Oi va
.. detto ,sovratutto dei Ministri non incaricati della presi-
denza del consiglio. Sono ombre di lantel'na magica al
. banco dt-l potere, che passano senza lasciar traccia di
loro. Tale fenome,no diventa tanto pi necessario ed ur-
gente, quanto peggiore l'amministrazione.
Gli che le classi economiche preminenti, che di-
rigono l'azione del Governo (capo XV) male tollerano la
documentazione ordinata e solenne dei loro immani scia-
,lacqui; male tollerano che si conosc.a chi propl'iamente
paga.
l\1entre poi vediamo da questo lato la costituzIone
economica rende l'e sempre pi complesso e difficile il
bilancio e distogliere gli elementi dirigenti la vita poli-
tica dallo studio e dalla volgarizzazione di esso; da un
altl'o lato,noi dobbiamo OSSdrVal'e come quelle stesse forze
economiche vengano attaccando i piccoli commerciant,
i piccoli industriali, i piccoli proprietari di terra, gli ar-
tigiani, i contadini alle meschine faccende della vita voi,
responsaoilit dei pubblici funzionari (Sess. 1876-77 documento
18), ove si legge che la responsabilit ministeriale e principal-
mente politica ammette condizioni sanatorie per moti vi di po-
litica convenienza (Relazione ministerialeche accompagna il
progetto di legge (Magli ani) a.Ila Camera dei Deputati, 2 feb-
braro 1888 n.107, per Modificazioni al testo unico di legge sul,.
l'amministrazione del patrimonio e sulla contabilit generale
dello Stato)>>. Anche poco tempo fa la Giunta generale dei bilan-
,cio con severe e nobili parole, (relatore l'ono Pompili) non ap-
prov , la eccedenza di spesa del Ministro dell' istruzione pub-
blica al capitolo 6, spese d'uflicio del Ministro (Relazione della
Giunta generale del bilancio sui disegni di legge presentati dal
Ministro del Tesoro il 29 novembre 1898, Atti parlamentari, Le-
gislatnra XX dal n. 58 a al n. 76 a); ebbene, forse che, il Mi-
nistro nag del proprio le lire 104:000 di eccedenze'
128
gare con minimi compensi, colla libera concOl'I'enza, colle
crisi, col bisogno di creditd pi o meno usurario, colle
oppl'essive. Il popolo minuto allontanato dai
grandi intel'essi politici, dalla vita spil'ituale dello Stato,
cui partecipava gi all'epoc dell'antichit classica e dei
Comuni medioevali. Il popolo minuto, pur essendo in ap-
parenza il generatore di tutto l'organismo poliUco, resta
in realt il grande schiavo, muto e cieco, Esso, che ignora
le ragioni vere delle spese pubbliche (capo XII); esso, che
perde di vista la grandezza complessiva delle sue impo-
ste, esso , ben lungi dal ce l'care e tl'ovare finalmente
nei bilanci la luce, Il bilancio una cosa tl'OppO in a1to,
troppo difficile, troppo lontana dagli affari abituali del
popolano, dagli affari, che vel'amente e dil'ige.
Ma se la Corte dei t'onti ha pel' molteplici artifici
legislativi un cmpito costituzionale ristl'etto e poco ef-
fIcace, vi per la Stampa, la quale possiede la pi larga
libert di esame e di discussione su tutto ci che esa-
minano e discutono le Camere e la Corte dei Conti. La
stampa dovrebbe irl'adiare la luce della ver'it in ogni
parte del paese. Ma anche qui la verit occultata da
molti veli. La Stampa infatti spinta alla difesa di quegli
stessi intel'essi, che pl'evalgono nelle votazioni delle Ca
mere ,in primo luogo perch l'iceve a tal uopo OI'dina-
['iamente fOl'ti sovvenzioni dai grandi partiti militanti; in
secondo luogo pel'ch il giornale diventa ogni giorno pi
un'impl'esa accessibile solo a forti capitali; in terzo luogo
. perch esso diventa sempl'e pi un organo, che difende
cause 11 pagamento, e pel' la causa dei pi ricchi, indi-
pendentemente dal valore intimo del soggetto discorso
(le cos dette campagne a pagamento in favore della plu
ralit delle banche, dell'esel'cizio ferl'oviario privato, dei
pl'emi alle con)pagnie di navigazione, delle imprese colo.:
niali, del bimetallismo, ecc.). Pel' non pal'lare dell' in-
com petenza, che caratterizza d' ol'dillario il giol'nalista,
e della impossibilit in cui egli si trova, per la natura
stessa del periodico, di fare studi accurati, sopratutto
il suo carattere partigiano e capitalistico-speculativo che
129
va posto in luce, quando si voglia giudicare senza pl'even-
zioni l'opera di sindacato sulla' cosa pubblica compiuta
'ai nostri giorni dalla Stani pa.
Quando si sia bene inteso lo sfol'zO che gli in-
teressi economici prevalenti compiono in loro difesa nella
Camera, nei Ministeri e nella Stampa, ognuno comprende
di leggeri la sorte che spetterebbe ad un ufficio di sin-
dacato, come la Corte dei COnti, anche quando essa, per
gusto di belle ed oneste apparenze, fosse organizzata nel
modo migliore. La debole voce dell' interesse generale, '
c'ome quella di ruscello in pt'ossimit di una vasta cascata
d'acqua, andrebbe perduta nel frastuono farisaico degli
intet'essi unilaterali.
31.
CONCLUSIONE
Riassumiamo quanto si detto fin qui dei mezzi coi
quali la societ moderna dovrebbe acquistare una piena
conoscenza delle ' entI'ate e delle spese pubbliche nel loro
insieme. Tali mezzi sono:
La confezione di bilanci annuali,
La votazione dei fondi affidata ai rappresentanti del
popolo,
Il sindacato del Potere Esecutivo da parte delle Ca-
mere e della Corte dei Conti,
L'.Amministt-azione finanziaria illuminata, disciplinata
e che non distoglie il danaro a scopi privati,
La e pubblicit delle discussioni finanziarie,
La Stampa.
Ebbene, ' tutti questi congegni, tutti questi istituti, non
'hanno valso a presentare al popolo nettamente e piena-
mente'l'insieme di ci che spende.
Di contro ai fatti, che cospirano a riscbiarat'e la ma-
teria finanziaria, restavano e venivano a collocarsi altri
fatti, aventi un effetto contrario, in parte vecchi, usati in
130
altre et, in parte nuovi, fl'utto delle mutate condizioni.
Essi si possono ridurre ai seguenti:
aJ F'atti d'indole puramente contabile, indipendenti
. quindi . dall' opera inlividuale, variabile, delle pe1'sone
incaricate della del bilancio. Tali sarebbel'o
per esempio:
l'accrescita mole dei fatti amministl'ativi in corre-
lazione ai bisogni pubblici sopravvenuti e alla necessit
riconosciuta di inscrivere nel bilancio le entrate al lordo,
i metodi pi elaborati di stendere le scritture.
b) Fatti d'indole contabile o anche d'i'Pdole politica,
dipendenti dall'opera delle persone incaricate della (Ol"
mazione del bilancio e dagli interessi ristretti, che que-
ste debbono tutelare. Tali sono per es. :
la persistenza di conti speciali ed autonomi I infir-
mant! l'unit del bilancio,
le violazioni al principio della individuazione di cia-
scun esercizio,
i nascondimenti di debiti nel movimento dei ca pitali,
nelle spese ultra-straordinarie, nelle spesed'investimen-
to ecc.
le previsioni ottimistiche,
il computo di entrate non introitabili,
lo sconto di entrate future,
il mascheramento di debiti definitivi sotto forma di
debiti di tesoreria,
la pl'esentazione d'impol'tanti leggi finanziarie in mo-
menti di stanchezza, di disattenzione e senza gli elementi
necessari alla piena loro conoscenza, '
l'attribuzione di carattere politico a: leggi finaniia-
rie, ecc.
c) Fatti d'indole costituzionale, dipendenti dalla com-
posizione degli organi incaricati dell'approvazione del
bilancio. Tali sono, p: es.:
la resistenza opposta nella Camera dei deputati ad
un esame approfondito di crteentrate e di certe spese,
la breve durata dell'ufficio del Deputato,
la natura aristocratica e conservatrice de( Senato,
131
le limitate attl'ibuzioni del Senato in materia di imo
posta.
(l) Fatti d'indole costituzionale dipendenti dalla com-
posizione della Corte dei Conti e dalle attribuzioni as
segnatele. Tali sono per es.:
. ia mancanza di pubblicit del l'esoconto generale della
COI'te dei Conti,
i criteri partigiani, a cui si ispira la nomina d'ei suoi
membl'i,
la natura strettamente giuI'idica del suo sindacato.
le limitazioni di questo ad un esame dei fatti compiuti,
la sottrazione di certe materie all'esame della Corte
dei Conti,
la mancanza di efficacia sospensiva del suo veto, ecc.,
e) Fatti d'indole sociale e pi specialmente econo
mica, ostacolanti alla stampa la piena discussione dei
conti pubblici.
Una volta ancora, noi lo l'ipetiamo, il progresso, dal
punto di vista della c.onoscenza dei conti pubblici, stato
molto pi fot'male che sostanziale, molto meno profondo
di quanto si declami. Se una oscul'it densa l'avvolse la
materia finanzial'ia nel periodo della molteplicit delle
casse e nel pel'iodo dei resoconti genet'ali pi o meno
comple,ti e pel'iodici pel' nOl'ma del Principe, davvero. che
nel tel'zo periodo la luce del sole non si diffuse abba-
stanza da dare un netto risalto ai contorni e agli iu-
tl'icati tilamenti di quell'organo importa}lte della. vita p o ~
litica, che il bilancio.
Sicch dal punto di vista degli intel'essi del popolo '
vi poco da rallegl'arsi delle conquiste fatte in questa
matel'ia. I Ministri ' attuali, cos popolari, eppul'e cos le-
gati agli ' interessi di un partito ed elaboranti il bilancio
con una alchimia ignorata alle. masse pal'lamental'i, as-
somigliano ancora,pi che non dovrebbero, ai vecchi Con
sigli del Re, cos in alto, cos aulici, cos estl'anei agli
interessi comuni, cos misteriosi nella confezione dei couti
pubblici. D'altro canto quelle Assemblee composte di si-
gnol'i feudali, che abbiamo veduto in Napoli e Sicilia sotto
132
la dominazione spagnola; quei deputati borghesi nelle
Cortes, che Carlo V con pensioni, oqori e dignit univa
alla causa dell' aristocl'azia dissanguatrice; quegli Stati
Generali dal 1439 al 1614, tanto remissivi innanzi al di-
spotismo; e quei nobili dei Pa"lemenls, contrari all'abo-
lizione dell'immunit tributaria, non ricordano forse nella
loro partigiana condotta i Parlamenti moderni, non mai
sazi di votare spese a favore delle classi superiori, amici
delle imposte indirette, ripugnanti alle imposte dirette e
invocanti anch'essi di quando in quando' notizia dei conti
pubblici, con quel successo, che coron gli sforzi degli
Stati Generali dopo il 1439? Infine le Corti dei Conti mo-
derne somigliano ancora, pi che non dovrebbero, alle
. antiche Ghambl'es des Comptes. Se una volta all' esame
delle Ooeti era sottratta una parte delle spese pubbliche
colle ordonnances des comptants, oggi lo con leggi
speciali; se un tempo il potere esecutivo si sottraeva al
rifiuto delle registrazioni della Corte con un letto di giu-
stizia, oggi del pari pu violare la legge del bilancio non
tenendo conto di quelle registrazioni con riserva, delle
quali ciel resto non si cura.
CAPO VI.
IlJusioni dipendenti dal collegamento dell'imposta
a piaceri d'Ol'igine privata del contribuente.
32.
La spinta contributiva in dipendenza da certe soddisfa-
zioni immediate del contribuente.
Qualsiasi persona un po' riflessiva ha senza dubbio
ossei'vato che, in certi momenti e Cii'costanze, si altera
la stima ordinaria, che noi facciamo delle singole unit
delle nostr'e ricchezze; che questa s t i ~ n a ora si eleva im-
provvisamente, ora improvvisamente si abbassa. Noi dob-
. biamo qui fermarci solo a quest'ultimo fatto .. .
In questi ultimi anni stato assai di frequente no-
tato che, coll'accrescersi delle ricchezze, si attenua il va-
lor subbiettivo delle singole unit di esse. Ma un tale ef-
fetto stato riguardato pi specialmente come un feno-
meno durevole, come un modo di apprezzamento delle
ricchezze, che l'arricchito conserva .fino a che dura l'ar-
. ricchimento.
Ma non di quei durevoli deprezzamenti delle sin-
gole unit di ricchezza, che noi qui vogliamo parlare:
sibbene di certi momentanei, fugaci, spesso anche anor-
mali deprezzamenti delle nostre unit di ricchezza, i quali
si . operano in noi in seguito ad un improvviso benessere.
13!
Il quale, quando pure sia pl'odotto da Ull l'ecente al'I'ic-
chmento di beni materiali, noi considel'iamo solo nei
suoi effetti pi prossimi sulla nostl'a sensibilit, in quanto,
cio, per un pi o meno bl'eve pel'iodo produca piaceri
di grado pi acuto. E del resto quell'improvviso ,benqs-
sere, dei cui effetti ragioniamo, non scaturisce sempre
da aumenti di ricchezze materiali, ma spesso da fatti estra-
economici.
Insieme col depl'ezzamento improvviso, e fugace delle
singole unit delle nostre rIcchezze s ~ accompagna una.
t'l'te spinta a certi dispendi. Il piacere scaturente da un
subito al'ricchimento dnriva da uI;l sentirsi in grado di
pl'ocurarsi certe soddisfazioni, da un potere consaCl'are
all' acquisto di certi beni certe parti della nostra ric-
chezza, senza distoglierne altre porzioni dagli impieghi
abituali. Comunemente poi -L'arricchito nn si contenta
del pensiero di soddisfazioni potenziali; la nuova spinta
al disp(mdio viene secondata dall'azione; desideri,' prima
non soddisfatti o soddisfatti in modo parziale, grossolano, .
allora hanno un pi pieno soddisfacimento. Un uomo re-
golato, parsimonioso, abituato a spendere, poniamo, cin,-
que lire al giorno, a un cel'to momento dell'aullo ne ~ p e n d e
dieci, venti senza esitare.
Ora sar spinto a ci da una data memorabile, ['e-
ligiosa o civile; un poco pel' non esser'e da meno degli altri,
un po' per. consuetudine, per il fascino di certe remini-
scenze, per certi abiti mentali; insomma un poco per una
gioia, di cui si rende ragione, ' un p o ~ per una gioia
oscura e di contagio. Altre volte la spinta a dispendi
eccezionali del'iva da fatti privati, pi intimi, che PI'OCU"':
rano soddisfazioni vi vissime della pi varia natura. La
guarigione nostra o di una persona cara, un genetliaco,
l'arrivo inatteso di,un amic(:), la riCOnciliazione fra amanti,
parenti, amici (il pl'anzo, in cui finiscono molte sfide a
duello), un fidanzament.o., una vendetta soddisfatta, in-
ducono a spese volontarie, sostenute anzi talora con un
vero slancio di gioia, le quali in altre circostanze sareb-
bero sembrate assai gravi e penose. Perfino la cal'ezza
135
di una lode inattesa, di un'adulazione possono condurre
a tali effetti; cos pUl'e il lusingare la vanit di un' uomo
ricco, specificando, apprezzaI.ldo le varie qualit dei suoi
l'edditi e possessi, che sono un ingrandimento di lui stesso,
un documento della sua potenza. Anche quando siffaUe
lodi muovano d persona non stimata da chi le ascolta,
hanno in questo . echi eloquenti e risvegliano piacevoli
sensazioni,' come verit che dovranno essere riconosciute
anche da coloro, che si tengono in conto. Altre volte quel
subitaneo benessere e quella spinta dispendiativa vibrano
sotto la pressione di altl'e vanit, pi delicate; onde tal uno
indotto ad impegni, a doni a certe pel'sone , non gi
perch queste appI'ezzino da buone conoscitrici od esa-
geratamente le sue ricchezze materiali, ma le sue qualit
intellettuali, il suo cal'attere, la sua probit.
Insomma, noi non ci accontentiamo sempre di gu-
stare in un raccoglimento tutto spil'ituale la gioia che
certi eventi ci pl'curano. Questa gioia ne provoca altre,
si lega d'un tratto con altl'e. E queste, ora riserbiamo
anch'esse tutte pel' noi; ora e pi spesso le vogliamo con-
diyise con altri; onde ' feste, banchetti, doni. E cos, nella
piena di un improvviso benessere, l'uomo pi disposto a
compflssional'e altl'i, e fare donazioni, elemosine, contratti
a condizioni meno vantaggiose di quelle, che pretenda
allorch non soggiaccia a quella eccitazione piacevole.
Questa lo pi forte, pi ricco (presa la parola nel
senso pi largo), pi in grado di distrarre le forze, di
cui dispone, dagli scopi che abitualmente si pl:etigge.
Ma la nostra facolt presa in modo
generico, includo anche la nostl'a facolt cOntt'ibutiva,
poich i tributi costituiscono una specie delle nostre tante
spese.
Ebbene, quelle felici disposizioni d'animo, che ren-
dono meno penose quelle spese, quei consumi scelti dalla
nostra volont, l'endono anche meno penose certe per-
dite, certe imposte indipendenti dalla nostra volont. Basta
che il pagamento o r app.'ovazione dell'imposta cadano
.entro quel periodo di tempo, in cui l'animo sotto la
136
sorpresa di un evento piacevole e basta che l'ammontare
del tl'ibuto sia tenuto entro tali limiti, da non dissipare
quell'incanto.
D'ordinario l'utilit da noi attl'ibuita a qualsiasi og-
getto o servizio si pu considerare in due periodi diversi; .
l'uno, nel quale essa va decrescend coll'allontanarsi del
momento dell' acquisto; e l'altro, in cui essa si arresta
ad una quantit pressoch fissa e che pu essere minima.
l:'a nostl'a facolt contributiva modificata da un
-grande numero di eventi piacevoli, che modificano la
nostl'a facolt dispendiativa. Questa adunque qualche
cosa di indeterminato, mopile, di molto pi elastico che
non siasi fin ora creduto. Essa dipende, cio, non solo
da aumenti e diminuzioni alquanto notevoli del nostro
patrimonio, dalla natura immobiliare e mobiliare di esso,
dall'attitudine continuativa del reddito, dalla sua 'cel'tezza
ed incertezza, dai fattori che prevalentemente l'hanno
prodotta, dalle condizioni di nostra salute, dallo stato di
famiglia, dalla condizione economica dei parenti ecc., ma
ancora da una infinit di minimi eventi giorp.alieri, che
si risolvono in tante piccole partite di guadagno e di
scapito, di piaeeri e di dolori, che dnno una estrema
mobilit, . una continua fluttuazione al giudizio valutativo
delle quantit di ricchezza, di cui noi dobbiamo disporre .
ad ogni momento, ed ai gradi di pena da esse prodotti.
Quasi tutti i fatti che ci arrecano piacere, influiscono
sulla nostra resistenza a dispensare una pal'te del nostro
avere, rendendo la meno forte. Ogni passo verso la felicit
ci rende, sia pUl'e per un solo .momento, e lievissimamente,
pi l;icchi, attenua il valol'e di cel'te unit della nostl'a
richezza.
Sicch l'arte finanziaria ha dato pt'ova di una squi:- ,
sita conoscenza dell' animo umano e anche di un sottile
senso della legge economica del minimo mezzo,
avvicinato il paga:nento.-diuna parte cospicua' d'imposte
ad un buon numero di quei momenti, nei quali il con-
tribuente, sotto il fascino di piaceri immediati ed intensi,
dispone dei beni materiali con inconsueta larghezza.
137
Gli eventi piacevoli, ai quali lo stato ha legato delle
contribuzioni, sono di tutte le specie: alcuni morali; al-
tri semplicemente leciti, addirittura immorali (tasse
sulla prostituzione, sul lotto; ecc.); alcuni di grande im-
portanza politica e civile (tasse sul matrimonio, su atti
di adozione, ecc.); altr'i di estrema futilit; alcuni fondati
sulla vanit, sul bisogno di piacere, sul bisogno di su-
pepare altri in ricchezza e dignit (imposte suntua-
rie, su titoli nobiliari), altri sulla cL'udelt, sul' biso-
gno di di possedere cose od esseri nuovi (dit'itti
di caccia), altri sull'amore fl'a coniugi o pei figli, altri
sul bisogno di socievolezza, ecc, Lo stato spia e coglie
tutte le movenze dell' anima; ogni affetto, ogni sospiro;
i momenti di maggiore espansione, di abbandono, di
passione; stabilisce imposte sui battiti del nostro cuo-
re; e mai coll'intendimento etico di impedire certi fatti
illeciti, pepch' allol'a l'imposta dovrebbe essere ele-
vata fino a ppoibirli, fino a non r.endere nulla. Ci lo
stato non vuole. Non l'etica, come non la giustizia,
che lo stato attua nella storia; sibbene anche queste gli
siano necessarie per ottenel'e col minimo dispendio e pe-
ricolo la felicit di certe classi e specialmente di un certo
numero di famiglie e persone. Esso abbastanza spregiu-
dicato ed abbastanza illuminato .da far concorrere le forze
ed aspirazioni morali pi squisite al trionfo di un sistema
d'intel'essi nocivi alle turbe illuse.
33.
Soddis(azion'i, piacevoli d'origine privata, alle quali (u-
rono legate te imposte sui trasferimenti della pro-
priet a titolo gratuito.
A questo punto importante pl'ocedere ad una di-
stinzione degli eventi piacevoli, ai quali lo Stato lega le
sue contribuzioni. Talora, cio, quegli eventi piacevoli
consistono in ' soddisfazioni di bisogni privati economici
(aumento di patl'imonio o di reddito) o non economici
138
(di socievolezzaj di vanit, religiosi eoc.). '1'alol'a invece
quegli eventi piacovoli in utilit pl'ocul'ate
dallo stato e pi generalmente in soddisfazioni di bisogni
politic.i (cpi VII e VIIl) .
. In questo capo restl'ingiamo il nostl'o discorso ai fatti
d..Jlla prima
Uno dei motivi, che inducono il contl'ibuente a
sal'e nelle casse pubbliche le imposte sui trasferimenti
della propriet o, com altri le chiama, sugli affari, si
riscontra certo nell' attesa dei sel'vizi pubblici genel'ici,
forniti Od attendibili dall'autorit politica (1). Un tale mO-
tivo vale per,a farci compl'endel'e il pagamento di questa
classe di tributi, come di qualsiasi altl'a; esso non ha un
valol'e specifico pel' quel gruppo d'imposte e non vale a
farci capire la relativa facilit, colla qualu le impOste
sulla propriet in movimento riescono a togliere somlIle
cospicue di reddito e pel'fino di patl'imonio. La spiega-
zione di questa particolal'ita di tali tl'ibuti si trova in.J
vece nella ressa di godimenti, che si affollano nell'animo
dell'acquil'ente, in seguito ad un arl'icchime.nto conseguito;
godimenti tanto pi forti, quanto pi l'al'ricchimento
cospicuo ed impreveduto.
Non vi dubbio che ft'a gli eventi privati di natura
piacevole tengano un posto eminente i trasferimenti di
ricchezza a titolo gratuito. A parit di altl'e condizioni,
e cio della somma trasferita e dei bisogni dei soggetti
la traslazione di ricchezze a titolo gratuito pro-
duce un godimento tanto maggio l'e della tl'aslazione di
ricchezza a titolo oneroso,' quanto pi quest' ultima si
risolva in uno scambio di beni equivalenti. Il 1'asferimento
(I) Parlo qui delle imposte sui trasferimenti, intendendo con
ci di. escludere le prestazioni pagate in vista di servigi pub-
blici speciali. forniti dall' autorit. in occasione delia stipula
zione degli a ffari (tasse sugli atti civili). Le note teorie del
MEYER e del BESOBRASOFF riescono a giustificare le imposte
sui trasferimenti solo llntro il limite 'della spesa provocata da
tali servigi e cio solo come tasse.
139
a titolo gl'atuito l'appt'esenta spesso un ar-t'icchimento
soluto, senza correspettivo, senza contro-cessione, senza
spesa, senza costo,. senza dolore. 'ruttavia -anche questo
non in al'monia colla realt. II costo, il dalore
si insinua con proporzioni dive l'se llelletraslazioni cos
dette a titolo gratuito. In cel'ti casi la donazione e l'e-
redit non sono che una ' restituzione di anticipazioni di
beni, il pagamento di certe o servigi perso-
nali. Altre volte il piacere procurato dai ben.i ricevuti
attenuato dal ' dolore dellapel'dita del disponente (sua
morte, suo abbandono definitivo del paese, sua entl'ata
in un convento ecc;), dallo scapito derivante dalla 'per-
dita della sua attivit economica, da. una pl'ecedente pal':
tecipazione ai beni trasferiti, dall'avel'li considel'ati come
una compl'opriet, dal sapersi el'ede necessario, ecc. Da
un altl'o lato, si giunge a trasfel'imenti di beni a titolo
gratuito, nei quali il costo, il dolol'e si l'iducOIlO a un
minimo, che pu essel'e eguale a zero. Se il disponente,
che muore, sia estl'aneo, slegato da ogni vincolo di pa-
rentela e d'amicizia col benetcato o continui a vivere
in ottime condizioni, la pena del ricevente potr essere
. minima o nulla. Qui il piacere non turbato da pene. Esso
sar poi anche pi vivo, a parit di somma e di bisogni,
quanta mino l'e era l'attesa, l'aspettat.iva dei beni l'icevuti.
In tutti questi casi il beneficato sente aumental'e la
sua spinta dispendiativa, la sua capacit contl'ibutiva, se-
condo propol'ziolli estl'emamente val'ie. Ci dipende d'al-
tronde anche dal suo cal'attere, dalla sua et, dalle abi-
tudini contratte, dalla sua-cundizione. Nondimeno, t'ra tanta
singolal'it di casi, l'occhio acuto del finanziere ha saputo
discernere delle normalit, direi, delle lunghe stl'isce di
. piacere di diverso volume e pi precisamente delle con-
dizioni, che, nel loro variare, coinvolgon(\ un variare di
piace l'e e della forza dispendiativa delle masse b,enencate.
Ifatti il finanziere ha compreso che, fino ad una certa
.linea di pal'entela, il dolore che d'ordinario contl'asta col
piace l'e, derivante dall'ottenimento dei beni, l'ellde assai
debole la spinta dispendiativa; che in quei casi il costo
140
sui trasferimenti a titolo gratuito quasi uguale o mag-
giol'e del costo relativo ai trasferimenti a titolo oneroso.
L'arte finanziaria, in siffatte contingenze, 'ha frenato la sua
rapacit, stabilendo saggi d'imposta bassi, inferiori spesso
a quelli chiesti peio trasferimenti a titoto oneroso.
volta anzi ha rinunziato a qualsiasi richiesta. In Gel'mania,
pel' esempio, l'imposta si riferisce solo alle eredit col-
laterali; in Austria l''mposta sui beni trasmessi per causa
di morte dai genitori ai figli legittimi e da questi a quelli,
dell'uno per cento, Talvolta il finanziere ha tenuto conto
del complesso di circostanze, che, nell'economia dei
veri, rende poco acuto il piacere del trasferimento dei
beni e la spinta dispendiativa. Cio a dire sovratutto
del caso della pel'dita del capo famiglia, la quale d'ordi-
nario costituisce un disastro economico. Talvolta il fi-
. nanziere ha gl'uduato l'imposta sui trasferimenti a titolo
gratuito sull' ammontare dei beni trasferiti, dal. quale
ammontal'e derivano, a parit di altre \ condizioni, van-
taggi pi o meno elevati elI una varia spinta dispendia-
tiva e contributiva (in Inghilterra, in Australia ed in al-
cune province del Canad l'imposta ereditaria forte-
mente pl'ogressiva). Ma sovratutto interessante consta-
tare come spesso e assai di buon'ora l'arte della finanza
abbia inaspl'ito progressivamente il saggio dell' imposta
col rallentarsi dei gradi di parentela f"a il disponente
e l'erede; Secondo questa circostanza infatti pu dirsi
che varii il dolore, il costo che si accompagna all'otte-
nimento dei beni ereditati, perch quanto pi si allenta
il vincolo di parentela, tanto minore suoi essere la par-
tecipazione dell'erede alla produzione di quelle ricchezze,
tanto pi deboli le sue aspettative, tanto pi trascurabile
la perturbazione dalla morte del disponente prodotta sui
redditi dell' el'ede e anche tanto pi piccolo l'affetto di
questo per quello. A poco a poco i beni ottenuti tendono
a divenire un assoluto, senza costo. L'imposta
sui trasferimenti gratuiti; che, come si visto, nei primi
gradi di parentela era stata contenuta a saggi pi bassi
che l'imposta sui trasfel'imenti a titolO oneroso,a un certo
141
punto so l'passa quest'ultima e pl'ocede al'ditamente oltre,
sorretta dalla presunzione di colpire guadagni, lucri pro-
gressivamentemeno costosi"e penosi e dalla certezza di
commisurarsi a spinte dispendiative sempre pi intense.
Vi sono bens isolati, nei quali l'erede non pl'ova
quella ordinaria quantit di piaceri e quella ol'dinaria
spinta dispendiativa, che provano coloro in genere, che
ottengono la somma dei beni' da lui ricevuti, o coloro
che si trovano in quel grado di parentela, in cui egli si
trova col defluto. Un di!'lponente, non legato da vincoli
di pal'entela coll'erede, pu colla morte procurare a
questo un danno ed un dolore maggiore, che se fosse
un suo prossimo parente. In tali casi, essendo troppo de-
bole il dell'eredit e come soprffatto dal costo
di essa, l'imposta normalmente tollerata, diventa assai
penosa. E del resto anche l, dove mancano quelle forze
psichiche; che di tanto attenuano il peso di spe-
cie d'imposte, e cio il piacere per l'arricchimento su-
bitane.o e la corl'elativa spinta ne suben- .
trano spesso delle altre, per le quali l'erede, pur tl'O-
vandsi in circostanz' eccezionali, accetta il modo di ve-
dere, il' giudizio che di quelle imposte fanno coloro, che
si, trovano in circostanze normali, ol'dinarie. Il saggio
d'imposta, che altra volta egli tl'OV ragionevole per
riguardo a s stesso o ad altri, e. che considerato
come dall'opinione comune, da lui anche questa
volta giudicato con molta tolleranza, malgl'ado le cir-
costanze in cui egli vel'sa, si fissato nella sua mente
in modo durevole.
Le imposte sui" trasferimenti a titolo gratuito, lo si
noti bene, non furono gi suggerite al finanziere dal puro
e semplice aumento delle sostanze, di cui l'erede viene
a. dispol're, dal pensiero di elevare il tributo in correla-
zione all'entit patrimoniale. I nuovi beni dell'erede sono
quelli stessi che possedeva il disponente: non si tratta
di un aumento, ma di UQO spostamento di ricchezze. E
come queste erano gi soggette ai trib'lti sui terreni, fab-
bricati, capitali, allorch erano possedute dal disponente,
142
continuerauno a pagare dopo che
aVl'anno cambiato padrone. La semplice circostanza che
questi si chiami Tizio o Oaio non spiega la compal'sa
di una nuova imposta eccezionale sui tl'asfel'imenti, oltl'e
all' imposte dirette. Se anche coll' eredit si venivano a
raccogliere su una stessa pel'sona i beni, che
nero a pi, qi non doveva avere importanza per
slazioni, le quali non avevano accolto affatto il pl'incipio
personale nella imposizione ed avevano fondata la capa-
cit contl'ibut iva semplicemente su una base reale, sugli
elementi patrimolliali. Solo ' in certi brevi periodi storici
si potl'ebbe spiegal'e, e anche in ristretti limiti (l), la
comparsa di imposte sui trasferimenti gra.tuiti sulla base
di considerazioni di un reddito disponibile. aumentato. E
anche su questa base rester'ehbe pur sempl'e a spiegare
pel'ch quell'aumento di l'eddito disponibile non sia stato
colpito da un'i!11posta regolare, continuativa. Ma poi, quale
potevasi dal'e sulla considerazione di un l'ed-
dito disponibile aumentato e di una maggior capacit con-
tributiva delle imposte sui trasferimenti a titolo gratuito
nei casi,'nei quali le l'icchezze del dispouente passavano
ad un nulla tenel1te? In allora la capacit .contl'ibutiva
poteva essere la stessa ' diveuil'e anche minore. se l'e-
rede avesse maggiore famiglia, maggiori bisoglli; e so-
vratutto nel caso pi frequente, in cui solo una parte dei
beni del disponen'te gli fosse trasmessa. In allora, pel'ch
si doveva colpire l'erede con una imposta nuova, oltre
le imposte dirette sui, beni?
Neanche .sal'ebbe lecito Suppol're che quella imposta
nuova sia sorta da un elevato bisogno sociale e politico di
assodare le basi legittime della PI'opl'iet privata, sot-
tl'aendo col tributo ereditario all'erede una parte di beni
tapto maggiore, quanto min,ol'e sia stata la sua parteci-
pazione attiva alla 10['0 produzione (BARON); o di meglio
(1) Nei casi, cio, nei quali l'erede venga ad avere un pa-
trimonio maggiore dpI disponente.
143
dist,'ibuire con p,'ocesso artificiale la ricchez'za, lluqua- '
mente ripartita dalle leggi economiche, per iniziativa dello
Stato, concorrente all'eredit in virt di un diritto di coe-
rede (WAGNER).
Quando pure queste idee " auesti principi potessero
avel'e valore per finanziaria p,'esente o futura;
il che del resto contrasterebbe col sistema economico ca-
pitalistico, il quale attl'ibuisce la pi gran pal'te delle
ricchezze prodotte a classi non lavoratrici ed una mel'-
cede in ragione inversa della densit e penosit del la-
voro e contrasterebbe ancora colla tendenza moderna
verso un pl'ogressivo restl'ingimento della prop,'iet de-
maniale e verso un progr'essivo estendimellto della p,;o-
priet individuale; essi certo non furono p,'esi in consi-
derazione nei periodi stol'iei, nei quali lo Stato poggiava
tutte le imposte sulla propriet sudata .ed esentava dai
tl'ibuti la propriet senza lavol'o, e nei periodi storici nei
quali la propriet privata el'a considerata come un isti-
tuto," sorgente dalle spontanee iniziative individuali e lo
Stato come l'organo di tutela di esso e della distribu-
zione dei beni secondo le leggi economiche,
Ci che indusse il finanziere thl da epoche remote,
in cui la cos detta idea sociale non aveva im-
portanza legislativa, ad accoglie l'e ed a sviluppal'e a si-
stema le imposte sui trasferimenti gratuiti, non fu la ca-
pacit ordinaria, normale, contl'ibutiva, che era misurata
dagli elementi reali, presi isolatamente o unitamente; ma
la condizione psicologica del contl'ibuente, in seguito ad
un subito arricchimento o almeno ad una nuova facolt
di disporre. Non si ebbe cio .riguardo a quella situa-
zione patrimoniale, che veniva a costituire d'ora innanzi
la condizione economica. ordinal'ia dell' erede,.la quale,
come tale, continuava ad essere assoggettata, come pI'ima,
alle imposte dil'ette. Ma si ebbe riguardo a quella pi
alta utilit iniziale, che i . nuovi beni acquistati avevano
per 1'acquirente; a quella eccezionale condizion"e di fe-
licit momentanea, in cui questi cadeva nei primi momenti
144
del suo nuovo stato; a quella pr'flpensione dispendiativa,
che riduce al minimo il dolo l'e dell'imposta.
Anche la teoria, che il dotto ed acuto GRAZIANI (1)
difende, in cnformit dei principi della cos detta scuola
austriaca, secondo la quale l'imposta el'edital'ia vel'rebbe
spiegata e giustificata collegandola ad un' attenuazione
del valore subbiettivo, che ricevono le singole unit di
ricchezza dell'erede, arricchito dei nuovi beni, e ad unil
corl'elativa elevazione del valol'e subbiettivo dei servizi
pubblici, non raggiunge il suo scopo. Infatti, poich
quell' al'l'icchimento costituisce un fatto definitivo, e
porta con s una durevole attenuazione del valore sub
biettivo 'delle singole unit di ricchezza' dell' erede ed
una elevazione del valore subbiettivo dei servizi pub-
blici eguai'mente durevole, dovrebbe concludersi che il
contribuente fosse spinto al pagamento di un' impo-
sta complementare, non gi straordinaria, accidentale,
, ma in ogni esercizio finanziario. Per ispiegare invece il
carattei'e straordinario dell' imposta vale la circostanza
dell'arricchimento momentaneo ed eccezionale, che risulta
dall'utilit iniziale e differenziale, che si accompagna al
primo periodo, in cui sono acquistati i beni ereditati.
34.
Soddisfazioni piacevoli d'indole prit'ata, alle quali fu-
"ono legate le imposte sui trasferimenti a titolo o
neroso.
. ,
Nei trasfe'rlmenti a titolo oneroso ognuna delle parti
contraenti r:icerca un' utilit differenziale o marginale,
che costituita dal di pi di utilit, che ha la cosa ot-
tenuta in confl'onto alla ceduta. Questa utilit diffel'en-
ziale, che costituisce la ragione dello scambio, pu de-
rival'e dalla sua attitudine a soddisfare un bisogno eco-
(1) GRAZIANI, Istituzioni di Scienza delle Finanze,p.529-30.
145
nom,co (guadagno in senso stretto o differenza di prezzo
fra l'oggetto ceduto e quello ottenuto), o a soddisfare
bisogni non economici (scambio per iscopi affettivi e non
speculativi).
Anche queste utilit, questi guadagni in ampio senso,
come quelli derivanti da trasfel'imenti a titolo gl'atuito,
I
hanno un grado iniziale di utilit pi elevato che l'uti-
lit dei momenti successivi, e provocano una pl'opensione
dispendiativa pi o meno intensa. Molti subordinano il
pl'ocUl'arsi certi piacel'i, il ' fare certi regali, alla conclu
sione di certi contratti. Per modo che il guadagno in
senso stretto pu essre pi o meno intaccato dagli ef- '
fetti della spinta dispendiativa, che s'accompagna alla
gioia, derivante dal buon' affare concluso e che si estl'in-
seca spesso in banchetti, gozzoviglie fra contl'aenti
e sensali. Anzi quel guadagno talora , viene distl'utto
interamente o non basta neppure per le nuove spese,
che esso pl'ovoca. La ragione di un tal fatto sta in
ci, che quel piacere economico o pUl'amente morale
dal buon afl'are compiuto occasione e spinta
ad altri piaceri, che per loro stessi sono considerati pi
preziosi che una parte del guadagno ottenuto e anche
di tutto questo. Spesso si osserva che un piccolo gua-
dagno, conseguito in una contrattazione con un uomo ac,
cortissimo o aval'O, conduce a tali l'isultati.
L'impulsione a questi ' maggiori dispendi non del'iva
tanto da quel guadagno, che costituisce il generico pre-
supposto di qualsiasi scambio, quanto da quella pl'ima e
' pi acuta soddisfazione che quel guadagno provoca. La
.maggiol'e utilit ch'e pl'6Senta l'oggetto ottenuto, di
all'oggetto ceduto, pu avere un carattere dUl'evole per
molto tempo o anchE! indefinitamente; il che a'vviene fin-
ch il contraente continui a stimare la cosa ottenuta
collo scambio pi utile della cosa ceduta. Invece l'utilit
iniziale, che si attribuisce all'oggetto di recente acquisto,
rinforzata dalla sua stessa novit, da soddisfazioni di
breve durata. Chi in un affare realizzi un 'guadagno di
146
lire mille, festegger pl'obabilmente una tale congiuntura
fav\)revole con certi dispendi; ma quasi certo ancora
che lIon continuer ogni anno, fino alla fine della sua
vita, a festeggiare la ricorrenza del giorno in cui con-
cluse quell'affal'e.
Come si vede, la circostanza .. che, secondo noi, ha
facilitata la introduzione neHa pratica delle imposte sugli
affat'i non quella stessa, che spinge lo STEIN alla loro
giustificazione. noto co me lo STEIN, in una prima teo-
ria, su cu.i in seguito non insistette di vantaggio, fon-
dasse tali imposte sul guadagno, che i contraenti realiz-
zano in ciascun contratto. La nostl'a opinione si differenzia
da quella teoria, sia per la natura della cosa coll'ita d'im-
poste sia pet' lo scopo.
Per lo STEIN, ci che colpito il guaJagno, che
risulta dalla diversa utilit degli oggetti permutati,
dalla, diversit del valore 'della cosa venduta e della
cosa compel'ata; mentI'e ci che d occasione all' im-
posta, secondo noi, quell' effimero e pi intenso piacere
e benessere, che deriva dal recente acquisto di una ric-
chezza e che, pw' potendo essere pt'ovocato dal guadagno,
si fonda sulla sensazione speciale, che questo eccita nei
primi momenti in cui conseguito. La spinta al paga-
mento dell' imposta scaturisce dalla pi forte soddisfa-
zione, che uno stesso oggetto, l'oggetto ricevuto, produce
nel momento primo del suo acquisto, in confronto colle
pi tenui soddisfazioni che produrr in seguito. Per noi
non tanto il guadagno nella sua materiale ed obbiettiva
entit, che determina nel contraente l'attitudine e la pro-
pensione al pagamento dell'imposta sugli affari, quanto la
speciale valutazione subbiettiva, che quel guadagno riceve
nei primi momenti del suo ottenimento. Onde avviene che,
mentre quel guadagno sar materialmente sempre lo stesso,
sia nell'atto in cui ottenuto, come in seguito, tuttavia
eserciter una impulsione dispendiativa molto minore
dopo un anno o due, che nell'atto della sua consecuzione.
In ~ e c o n d o luogo lo STEIN si propone lo scopo di
giustificare le imposte sugli affari, mentre noi vogliamo
147
semplicemente spiega're una circostanza, che facilita l'in-
troduzione di esse rendendole meno penose. Lo scopo
dello STEIN non raggiunto, 'primieramente perch il
guadagno dei siugoli affari viene d'ordinario colpito colle
imposte dirette s!1i profitti e in secondo luogo non rag
giunto in tutti quei casi, nei quali manca il guadagno.
Secondo le nostre osservazioni, -anche in un certo
numero di circostanze, nelle quali manca un guadagno
in stretto senso, i contraenti, invasi da certe soddisfa-
zioni, moventi da bisogni estra-economici, pell'ecente ac
quisto di certe ricchezze, sono indotti a pagal'e s e n ~ a
resistenza e quasi inavvertitamente un tl'ibuto mite (1).
Questo appunto pu essere il caso di chi sia indotto alla
vendita di beni peI' pagare un debito. L'imposta, a cui
egli - asMggettato, si pl'esenta come assurda, altamente
repulsiva, quando 8i voglia riferire ad un guadagno; in-
vece si spiega_ benissimo la sua facile percezione quando
essa sia riferita alla particolal'e soddisfazione, che pl'ova
colui, che, col pagamento dei SUdi debiti, l'icupera la sua
tranquillit e la sua indipondenza. ben vero ('.he in
questo caso l'imposta perde il suo uaturale fonda.mento,
la ricchezza, e si appoggia su di un semplice sentimento
morale; ma questo affare che pu turbare semplicemente
la pf:eudo scienza ufficiale, ete s'incarica gi tl'oval'e la
giustizia a fondamento dell'attivit politica.
D'altl'onde noi insistiamo su questo punto, che le
nostI'e cOllsidel'azioni non hanno pretesa di valere per
tutte quante le applicazioni delle imposte sugli atfal'i. Ci
limitiamo a constatal'e che in molte circostanze queste
furono introdotte e facilmente accolte col favore di un
particolare e transitorio stato d'animo, che esagerava la
capacit contributiva.
Nei casi, nei quali quell'utilit iniziale, diffel'enziale
(I) In seguito. fatta 1'abitudine al tributo mite, questo pu
essre elevato lteriorwente senza eleva.re l'impressione penosa.
Su questo punto vedi pi oltre.
148
manchi o sia mlmma, manca una causa d'illusione finan-
ziaria, una forza di attenuazione del tributo. Ci non si-
gnifica che non vi possano moventi ;al pa-
gamento di esso.
Il tributo allora pu essel'e assoluto per quelle altre
ragioni, che lo fanno accettare, insieme o indipendente-
mente dall'illusione finanziaria, quali sono i motivi di reale
vantaggio d'indole generale e speciale del contribuente.
Del l'esto, insieme, o indipendentemente da quei motivi
di reale vantaggio pel cOlltribuente, ed " in mancanza.
della forza d'illusione derivante dall'immediato piacere
del {>rimo acquisto di certe ricchezze, iutel'viene attiva-
mente un'altl'a forza d'illusione, dipendente da quel bi-
sogno di giustizia formale nella imposizione, di cui al
capo VII, pal'agrafo 42. Solo allo l'a la teoria, 'che spiega
le attenuazioni del peso delle imposte coll'avvicinamento
di queste a certi stat.i d'animo piacevoli, apparil' in tutta
la sua pienezza.
Anche la teoria pi che giustifica le impo-
ste sugli affari considerandole come un organo desti-
nato a correggere e completare l'imposizione diretta"
secondo noi, inammissibile. Nella ['ealt le imposte sugli
affari riusciranno ad attuare lo scopo che 101'0 si attl'i-
buisce, solo in qualche caso speciale, mentl'e invece pi
largamente inaspriranno le ingiustizie delle imposte di-
rette. Infatti vi sono alcuni di queste, che colpi-
scono con rigorosa esattezza (imposte sugli stipendi,
sulla rendita pubblica) o con sufficiente approssimazione
(le imposte sui fabbricati, l dove sono fondate sur si-
stema delle denuncie contl'ollate, come in Austria ed in
Italia) il reddito effettivo. Altl'e imposte dirette colpiscono
un prodotto medio, astratto, inferiore al vero (imposte
reali e specialmente l'imposta sui terreni). " Altre infine
si riferiscono a redditi, che per la pi parte .si sottl'ag-
gono alle indagini del fiseo (imposte su certi redditi ca-
pitalistici, su certi redditi industriali e professionali) . .
Se si afferma che buona parte di queste disugua-
glianze possono essere tolte con opportune riforme, in-
149
trodotte nelle imposte dir'ette, si a:mmette ancora impli-
citamente che entro tali limiti vien meno il bisogno delle
imposte sugli affari, come elemento complementare ed
integ,ratore.
Ma molte disuguaglianze create dalle imposte dire,tte
non possono essere l'imosse dalla riforma di queste, e
specialmente le del'ivanti dalla dive l'sa
evidenza che presentano per l'accel'tamento certi red-
diti industriali, professionali o capitalistici da un lato, e
i beni immobili dall'altro. qui che le imposte sugli af-
fari dOVl'ebbero assumere il 101'0 vero compito essenziale:
quello cio di far pagare di pi nei trasferimenti le ric-
chezze, che pagano troppo poco nelle imposte dirette.
Ma qui appunto dove si appalesa tutta l'impotenza
delle imposte sugLi affari, che sanno solo riafferrare quelle
ricchezze, che gi sono state afferl'ate dalle imposte di-
rette e che lasciano sfuggire quelle ricchezze, che sfug-
gonoalle imposte dirette. Pel' modo che esse non ser- ,
vono che ad esacerbare l'imposta sulla pl'opl'iet immo-
biliare e ad accentuare le ingiustizie, scaturenti dalle im-
poste dirette.
Ma vi di pi. Le imposte sugli affari introducono
nuove disuguaglianze ed ingiustizie nell'imposizione della
propriet immobiliare, colpendo nella stessamis,ura
gl'immobili, che sono trasferiti pi lentamente (immobili
rurali e immobili posseduti da famiglie agiate) e quelli
che sono kasfel'iti pi rapidamente (immobili urbani o
possedut da famiglie dissestate).
Una rifol'ma delle imposte sugli affari, che si pro-
ponesse di correggere questi difetti, incontl'erebbe dif-
ficolt insol'montabili. Dove cominciano i beni immobili
urbani e dove i rurali 'l In quali casi una famiglia agiata
o ricca, invece di conservare i suoi belli immobili pi'
che una famiglia disagiata, provoca movimenti della pr'o-
priet non meno rapidi'
UiO
35.
Soddisfazioni piacevoli d'indole privata, alle quali (u-
rono legate certe imposte di consumo,
Le condizioni psichiche, che concorsero alla formazio-
ne e sistemazione delle imposte sui trasferimenti di pro-
priet \ valgono a spiegare ancora le favorevoli circo-:-
stanze, che presiedettero alla introduzione di un certo
numero d'imposte di consumo.
Anche degli oggetti, che noi acquistiamo pel nostl'O
consumo, noi facciamo un apprezzamento diverso nel
primo momento dell'acquisto e nei successivi. Nei primi
momenti assapol'iamo le belle, ie buone qualit delle cose
acquistate con speciale attenzione e predilezione; siamo
scossi da varie sensazioni piacevoli, che poco dopo d i ~
legueranno. Noi siamo tutto il d in presenza di luoghi,
di piazze, di giardini, di edifizi, di mobili, di quadl'i, di
apparati, di tende e di mille ninnoli, che assunse!'o pel'
noi un pregio speciale Iu un primo 'periodo e che a poco
a poco escono al campo della nostra ossel'vazione e ci
lasciano indifferenti. Qusti oggetti ricuperano bens in
certe cit'costanze il loro fascino su di noi, per esempio,
nell'ora in cui si sta per pl'endere una risoluzione pe-
ricolosa, o nell'atto del definitivo abbandono della patria
o della nost1'a 0asa e via dicendo, Cos Giovanna, la
dolce Giovanna fii Maupassant, nel rientrare fidanzata
nella sua camera virginale, d'un tratto fissa lo sgual'do
nella pendola, che batteva a modo di un CUOl'e, d'un
cuore amico e che sarebbe il testimonio di tutta la sua
vita, che accompagnerebbe le sue gioie e i suoi dispia-
cel'i con quel tic tac, vivace e rego!are e fortemente
attratta verso quell'oggetto, gi inavvel'tito, lo bacia.
Pi tardi, negli anni della vecchiaia e del dolore, la
stessa Giovanna rientrata nella casa, da cui aveva dovuto
151
uscire nella povert, di fronte ai leggeri segni, che s'al'-
rampicavano sulla pittul'a a intervalli irregolari e indi-
canti la statura di Pollino !!li diede a baciare la pal'ete
con d'amore (1). 'rutto ci che noi abbiamo,
non conserva per noi sempre lo stesso valore subbiettivo;
e se non pu dirsi che questo valore abbia nei primi mo-
menti dell'acquisto dell'oggetto un'altezza maggiore che
qualsiasi momento successivo, pu dirsi per che l'abbia
maggiore che in un gran numel'O dei momenti successivi.
Tale fenomeno acquista Ulla spedale pel'spicuit negli
atti di scambio tra fanciulli. Se due fancium, condotti in
uno stesso negozio a comperal'e ninnoli, scelgono, fra i
molti oggetti . in vendita, due oggetti diversi, sono indotti
a ci perch ciascuno giudica il pl'oprio pi utile dell'alteo.
A, per esempio, peeferir x perch lo stimer pi bello
dell'articolo y; e B preferir y perch, secondo lui,
pi bello di x. Dopo un certo tempo suole avvenire che A,
proprietario di x, cominci ad appetire pi y di x, e
che B, propr'ietario di y, desidel' pi x di y. D'onde
ci? Da divorse cause (una di esse potr esse,'e 1'in-
vidia, il timore che l'oggetto del compagno gli procuri
un piacere maggio l'e di qu.cllo che p"ocura l'oggetto
proprio; uu' altra potr essere il bisogno di sentire e
le sensazioni altrui), ma certamente anche dal
decrescere dell'utilit della cosa posseduta col continuato
godimento di essa. Da ci la gl'ande propensione dei fan-
ciulli al baratto. Il quale poi, una volta anenuto e dopo
aver procUl'ato per qualche tempo certe soddisfazioni,
diventa a poco a poco fonte di nuove soffel'enze, perch
decresce il pregio attribuito all'oggetto ora posseduto
e gi appartenente al compagno e si cominciano ad ap-
prezzal'e pi vivamente le qualit della. cosa ceduta ed
a rimpiangere i godimenti che essa procur. Cos si pre-
parano le condizioni al ,'itorno verso la cosa pl'imie,'a-
mente acquistata. Questo fatto si ripete tra fanciulli ta-
(1) GUY de MAUPASSANT. Una vita.
]52
lOI'a pi e pi volte, 'fjnch i giocattoli SOll rotti o ab-
bandonati cOme cose di niun conto.
Ebbene, aliche gli adulti, i contraenti, sia pure in li-
miti pi ristretti, meno fantastici e precari ,stimano le
cose ottenute collo scambio pi nell'utto dell'acquisto che
dopo un certo tempo. Noi sentiamo un amOI'A subito ed in-
tenso per il fucile, per l'orologio, pel' il ,pianoforte, per l'ar-
genteria, pel mobilio, che stiamo contrattando; ci sembra di
non poter fal'e a meno di certe cose, di certe qualit di esse,
che poi dimenticheremo (I). L'imposta, che p81'via di trasla-
zione noi paghiamo al momento dell'acquisto di articoli
rli consumo eccitanti fortemente certi nostri desideri, perde
assai del suo peso anche quando noi ne conosciamo l'am-
montal'e. Appunto perch nel momento dell'acquisto delle
cose desiderate noi ci sentiamo momentaneamente pi
ricchi e felici, giudichiamo l'imposta in base ad un apprez-
zamento erl'oneo delle nostl'e fOl'ze acquisitive, in base
ad un esagel'ato appl'ezzamento della nostra capacit con-
tributi va. La pl'estazione del tributo chiesta in certi
istanti, in cui lo Spil'ito tUl'bato da una leggera ebbrezza,
che toglie la precisione delle linee nette, dei giusti rap-
porti t'l'a il sacl'Hcio chiesto e la nostra ordinaria fa-
colt di sopportarlo. La potenza dell' illusione spicca
poi assai pi negli al'ticoli di acquisto di consumo
(I) Il piacere iniziale dall'acquisto di cose nuove
ha una durat<l molto diversa a seconda della capacit di os-
servazione dell'acqllirentc, dei suoi vari bisogni, dell'entit della
sua fortuna, della complessit ed ampiezza dell'oggetto ecc. La
recente appI'opl'iazione di un immobile potr produrre un pia-
cere iniziale anche per qualche ' mese superiore al piacere ti-
naie. Quindi il lasso di qualche mese concesso dalla legge per
la denuncia e il pagaluento delle successioni pu restare in-
cluso nel periodo, durante il quale il valore subbiettivo dei beni
ereditati sia a.ncora elevato.
153
che negli acquisti a scopo speculativo; poich s.a com-
prensibile il facile pagamento d'imposte in correlazione
ad affari, che di solito il potere economico
dei contraenti, lo assai meno allorch l'affare si ri-
solva invece in un acquisto improduttivo, in una diminu-
zione di ricchezze.
Talora poi noi stimiamo i beni acquistati non tanto
in l'elazione alle loro belle e buone qualit, ma perch
lusingano certe nostre pa3sioni, la nostra vanit. I ca-
valli di lusso, le livree dei domestici, la cipl'ia, le pal'-
rucche, i diritti di portar la spada o gioielli o dOI'atUl'e o
profumi, ecc., furono aplletiti specialmente perch soddisfa-
cevano il desiderio che certe pel'sone avevano, di parere
pi belle, pi ricche o di una schiatta supel'iore. In que-
sti casi non sono sempre le belle o buone qualit delle
cose acquistate, che interessano, ma il contt'asto o al-
meno la diversit, che esse determinano fl'a chi le usa e
chi non le usa. Ci vale in genere entl'o certi limiti an-
che per gli al'ticoli di moda. Ma anche in questi casi, l'av-
vicinare l'imposta al momento dell'acquisto dei beni de-
sidel'ati conduce ad accettare la pena contributiva al mo-
mento in cui le soddisfazioni della vanit raggiungono
il pi alto grado di intensit.
A questo punto il lettore sar indotto a chiederci
quale estensione noi diamo al principio suesposto. Ne
abbiamo vedute larghe, ma non genel'.ali applicazioni nelle
imposte sui trllsfel'imenti a titolo gratuito ed a titolo
oneroso, specialmente parlando della teoria dello STEIN.
Ne abbiamo vedute applicazioni anche riguardo cel'te
imposte di consumo. Ma varl' quel principio per tutte
queste ultime? vero che tutte queste conducono al-
l'acquisto di beni, dai quali si richiedono direttamente
ce l'te soddisfazioni o ce l'te belle e buone qualit. Ci
ben chiaro i beni destinati al consumo immediato.
Ma anche i beni strumentali e completamentari sono l'i-
cercati solo per certe loro attitudini produttive, vale a
dire per certe loro buone qualit.
Senza dubbio anche queste ingenel'eranno quindi
154
delle soddisfazioni pi o meno piene llellol'o acquirente.
Potremo dunque concludere che, dal momento .che in
ogni caso l'acquirente trova nelle cose aCQuistate certe
soddisfazioni, in ogni caso l'imposta in tali circo-
stanze attenui ia sua forza afflittiva?
No. Bisogna distinguere.
Noi non desideriamo colla stessa intensit tutte le
cose che comperiamo. Ve ne sono di quelle che sono pre-
Cfldute dalla pi intensa attesa e di cui il possesso ci
commuove, ci esalta, ci rende felici. Qui }1utilit iniziale
raggiunge le maggiori altezze. Per altri oggetti da noi
compl'ati l' attesa minore; l' utilit iniziale discende a
gradi pi bassi. Vi sono anzi moltissime compere, che non
ci pt'ocurano un vivo benessere, che ci lasciano calmi, in una
quasi Naturalmente questa grande variet
nell' intensit delle attese e dei gradi iniziali di utlit
delle cose acquistate si modifica profondamente secondo
gli individui, la 101'0 classe sociale, l'educazione, lo stato
di salute, l'et, il sesso, ecc. Per un ammalato pott' a-
vere un grandissimo valore subbietti vo un medicamento;
per un suonatore esperto un piano fOl'te di una certa
fabbl'ica; per un dotto l'opera di un cel'to autol'e; pel'
una Ilnllna alla moda un certo abbigliamento; per un fan-
ciullo un cet'to giocattolo.
Sarebbe un erro l'e il cl'edm'e che le maggiol'i attese
ed i pi alti gl'adi di utilit iniziale fossero provocati dalle
cose necessal'ie a soddisfare i bisogni pi in declinabili
della vita. Se ci fino ad un certo punto pu essere vero
pel' genti, che si trovino all'estl'emo gl'ado della bal'barie
e della misel'ia, non vel'O per i membri di un popolo
civile: Pel' questi vale sopratutto a suscital'e forti attese
la difficolt relativa (1) di pl'ocural'si l'articolo, la sua
rarit, la sua novit, la sua eccezionalit. Il secondo oro-
logio, il secondo fucile, che noi abbiamo comperato, ci
procUl'ano un piacere minore del primo. Le cose che
(1) La difficolt assoluta, spegne, non acuisce il desiderio.
155
nOi Siamo in gl'ado di ottenere ad ogni momento, ecci-
tano piacel'i meno intensi. Per esse si viene come spe-
gnendo l'utilit e solo quel grado di utilit
definitiva, che hanno per noi le cose che teniamo da
lungo tempo. Le cose, che possiamo procurarci quando
ne abbiamo voglia, noi valutiamo come se le possedes-
simo continuativamente. La ca t'ne, il pane, le uova quo-
tidianamente acquistate non pl'ovocano un' intensa sod-
disfazione, perch le abbiamo ogni momento che le voglia-
mo. Il 101'0 tl'ovat'si presso il mercante costituisce per noi
il modo pi comodo di possederle.
Quelle stesse sostanze alimentari acquistano invece
un pregio specialissimo per cihi le compera raramente.
Oos la comparsa di un pollo, di un coniglio sul desco
del povero pu dare occasione alle pi vive allegrezze.
Le primizie pei gastronoIiomi, i dolci inusitati pei fan-
ciulli producono gli stessi effetti.
La forte attrattiva delle cose rare deriva dalla loro
attitudine ad espandere il nostro benessere, a darci co-
noscenza di parti nuove di noi stessi, ad estendere la
nostra vita senziente e s(>irituale. Deriva ancora dalla
eccitazione, dalle cose rare data ad appetiti ancora male
disciplinati, pel'occh la fOl'za di resistenza, che noi d'or-
dinario opponiamo a certe spese, il risultato di un certo
numero di esperienze, di suppone una educazione,
nn disciplinamento dei bisogni. Si tratta insomma di una
pal'te vergine della. nostra natura, che si affaccia alla
vita coll'impeto della giovent.
Anche per i prodotti acquistati a scopo di rivendita,
l'utilit iniziale, di cui si parla, discende d'ordinario al mi-
nimo. l commercianti, i manifattol'i (1), gli agricoltori sog-
(l) l commercianti ed i manifattori soggiacciono alla sug-
gestione di una generica ntilit iniziale nella imposta di licenza,
all'atto dell'apertura del loro tlsercizio. 39).
156
giacciono tanto meno alla suggestione, che esercita la
novit delle cose acquistate, quanto pi di frequente sono
condotti a compral'le e ad usarle. Ci ovvio dopo quanto
stato detto or ora. .
Certo, il fascino che' esercita sopra di noi la pro-
priet di certi beni, onde si ol'igina una speciale felicit,
uno speciale benessere, una propensione dispendiativa ed
una attenuazione del peso del tributo costituir sempre
per la teoria un soggetto estremamente difficile di deter-
minazione. Si pu fin qui soltanto affermare che una larga
p a l ~ t e degli acquisti di oggetti di consumo e di beni a scopo
di rivendit;t (tutti quelli aventi pi o meno carattere con-
tinuativo), colpito dalle imposte sui tJoasferimenti a titolo
oneroso, non d luogo il quella specie di illusione, che
scaturisce da un alto grado di utilit iniziale delle cose
recentemente appropriate; e che d'altro canto questa
stessa illusione si accompagna all' acquist di un certo
numero di oggetti di consumo (aventi carattere di rarit)
e di beni ottenuti a titolo oneroso (guadagni aventi ca-
rattere di rarit) e specialmente dei beni ottenuti a ti-
-tolo gratuito. Senza alcun dubbio ciascun individuo sog-
giace, sia pure entro limiti assai diversi a quella specie
di illusione.' Fino ad un certo punto potl' a l'agione af-
fermarsi che quei casi sfuggono ad una determinazione
generale, ma ci non significa che quella forza d'illusione
non agisca con efficacia. lecito forse anche soggiungere
che a quella specie di seduzione debbono esse['e pi spe-
cialmente,esposti coloro, che possiedono pi . larghi l'd-
diti e che per'ci dnno :oddisfazione a sempre nuovi bi-
sogni; sicch pel' questo verso l'efficacia illuso['ia, di
cui stiamo dicendo, agirebbe prevalentemente sulle classi
consumatrici pi ricche e anche, entro limiti pi ristretti,
sulle classi consumatrici semplicefi1.ente agiat, in quan-
to per queste i consumi vanno continuamente allargan-
dosi..
D'altrvnde questi medesimi ceti ricchi ed agiati sono
spinti piu specialmente a quella illusione, appunto perch
1
nel loro seno che si compiono quei guadagni dall'alto
grado di utilit iniziale, che d,nno luogo alle imposte sui
trasferimenti onerosi e gl'atuiti.
Cos adunque la specie di seduzione, di cui veniamo
qui ('agionando, agisce sulle persone abbienti e per pi
colte ed illuminate, sulle quali invece ha potere pi li-
mitato quell' altra specie d'illusione sulle masse di l'c-
chezza requisita, che form argomento dei capi terzo,
quarto e quinto. Quell' illusione, .che occulta una por-
zione della massa di ricchezza requisita, agiSCe con piena
efflcaciasui ceti inferiol'i e pi poveri, che ignorano buona
parte delle imposte da essi pagate sul prezzo dei prodotti,
nei demani, nelle alterazioni della moneta, nei prestiti a
cos dettq basso interesse e via dicendo. Ma questi stessi
ceti, che soggiacciono ad un tale inganno, sfuggono in-
vece pi specialmente alle seduzioni, che derivano dalla
recente appropriazione di ricchezze, perciocch il loro
scal'SO reddito debba essere tutto o quasi tutto speso in
articoli di quotidiano consumo ed i pochi beni, loro tra-
smessi in eredit, si accompagnano, piuttostoch ad un
guadagno eccezionale, a quel vero disastro economico
che la morte del capo di una famiglia povera (ca-
po XII).
CAPO VII.
Servigi pubblici speciali ingranditi da godimenti
di Ol'igine privata i quali attenuano il peso
dell'imposta.
36.
lnfiuenza, che eventi privati piacevoli esercitano nel
giudizio dell'utilit fornita da servigi pubblici spe-
ciali.
Fu gi osservato (capo Vi) che un cel'to comples-
so di eventi piacevoli, ai quali legato strettamente il
pagamento dell'imposta, consiste in utilit fornite dallo
Stato. Queste utilit alle volte sono eccessivamente in-
gl'andite nel giudizio del contribuente; onde si hanno an-
. che qui dei fenomeni d'illusione.
Tutti sanno che i servigi pubblici, pei quali si pagano
tasse, si collegano a speciali bisogni privati; per esempio,
al bisogno che ci sia recapitata nel miglior modo, colla
maggior sicurezza, celerit e regolarit possibile una
lettera, un telegramma. facile per accorgersi che
le soddisfazioni procurate dallo Stato a chi paga una
tassa non costituiscono mai da sole t u ~ t a la spinta con-
tributiva di tal pagamento. Naturalmente vi sono altre
soddisfazioni, che precedono, si accompagnano, si com-
pletano e si perfezionano con quelle procurate dal ser-
vizio pubblico; ed sotto la piena di tutte quelle soddi-
I6()
sfazioni che la contribuzione viene pagata. Nell'atto in
cui un cittadino sopporta una tassa postale, egli . gusta
non solo la soddisfazione di constatare che la sua lette l'a,
recapitata nel modo pi corl'etto e sicuro pervit't
dello Stato (piacere recato, dal servizio pubblico), ma an-
cora la soddisfazione di comunicare ad altl'i cel'ti senti-
menti, certi fatti, certe osservazioni.
Siffatte soddisfazioni, che si collegano a quella, ,o a
quelle procul'ate dallo Stato, hanno una cel'ta influenza
nel giudizio valutativo, che noi facciamo del servizio pub-
blico,
Il contl'ibueilenon istituisce volta .per volta una mi-
nuta indagine delle varie specie di soddisfazioni che prova
quando paga una tassa; non procede ad una discl'imina-
zione di quelle che egli si procura con fatti pl'opriamente
privati e di quelle che gli son date dalio Stato, Pel' quanto
certo ei non confonda interamente queste con quelle, tut-
tavia il suo giudizio sull'utilit del sel'vizio pubblico sal'
sempre pi o meno suggestionato anche da elementi di
utilit che lo. Stato non procura. Quindi una tendenza a
giudicare con esagerazione il servizio pubblico.
I
Da ci derivata, almeno in parte, la grande (aci-
lit, colla quale in ogni tempo si trasformarono le tasse
in imposte (1).
Lo Stato non fli accontentato mai, o quasi mai, di ca-
vare da una speciale contribuzione il semplice costo di
un Servizio pubblico. Ci non avvenuto a caso. Doveva
in vece necessariamente accadere che l'imposta s'indil'iz-
zasse in questo senso, che l'appresentava un loc'us mino-
r'is resistentiae. In quel procedimento si riscontra una
volta ancora la finezza psicologica degli uomini di Stato
(1) Il lettore che avesse-vaghezza di vedere come possano
essere rappresentati graficamente i modi nei quali furono distri-
buite imposte, di cui si parla ai 36, 40; 41, veda nel GIOr-
nale degli gconomisti, volume XV, agosto 1897.
161
ed' altl'o canto il necessal'io conformal'si degli istituti
pubblici in quelle date fogge che sono richieste dalle
condizioni dell'ambiente, in ~ u i sorgono. Ci resta a fare'
un' osservazione di metodo; t.' avvicinamento cli servigi
pubblici speciali a soddisfazioni di origine privata si l'L
solve in un illusorio aumento , di utilit pubblica e costi-
tuisce quindi, sotto un CeI'to aspetto, argomento della
dottrina dell'illusione politica. Ma, d'altro canto, il p a g a ~
mento della tassa nell'istante, in cui l' aliimo del contri-
buente in preda ad un eccezionale benessere ha per
effetto una diminuzione del peso tributario; anzi questo
il risultato definitivo. Gli perci che noi stimiamo
conveniente di trattare questa materia nella presente mo-
nografia, anzich nella teoria che ricerca i mezzi coi
quali si esagera l'utilit dello Stato.
37.
Soddisfazioni dipendenti da vincoli f'amiliari
e colpite da tasse.
Delle molte soddisfazioni, scaturenti da fatti privati
ma che si completano e perfezionano con certi atti pub
blici, vogliamo qui in primo luogo ricol'dare alcune, che
si collegano ai vincoli . pi intimi della compagine fami
liare, e pi genericamente al movimento della popol,a-
zione, le quali effettivamente provocano certi rami del-
l'attivit dello Stato, come organo giuridico e come or-
gano di prosperit e di benessere.
La celebrazione del matrimonio, che commuove tanti
affetti, ha spesso dato occasione alla percezione di im-
poste. La Chiesa, che in passato assunse funzioni di stato
civile, ne trasse notevole partito, Lo stesso fece col bat-
162
tesitno, che costituisce una festa solenne pei genitori e
pei parenti pi prossimi (1).
bens vero che le contritmzioni pagate in queste
occasioni, vanno con:>iderate, in parte almeno, come cor-
di servizi pubblici, in quanto Chiesa o stato
intervengono a dare solennit, con persone, riti e regi-
strazioni a quegli eventi, e a richiamare l'attenzione della
collettivit sui diritti che i nuovi coniugi e i nuovi ve-
nuti alla luce acquistano e reclamano da essa .(2).
Ma vero anche che le pl'Astazioni, prelevate in quei
momenti, sono pagate con un minimo di dolore, non tanto
pel' un riconoscimento della spesa provocata e del ser-
.vizio padicolare e l'i stretto ricevuto, quanto pel' le emo-
zioni alle quali in pl'eda l'animo del contribuente. Im-
perocch d'ordiuario in quei' momEtnti l'uomo si sente in-
vaso da cosi delicate sensazioni, in cospetto di cos nuo vi
ed alti problemi, cos dit'ettamente impegnato col suo av-
venire e atto l'e del propl'io destino, cos sorpreso e so-
praffatto da esigenze nuove ed Ul'genti da essere reso
inetto, o Illeno atto del solito, a valutare la pel'dita delle
piccole frazioni di l'icchezza chiestegli. Della quale con-
dizioue . psicologica il clero tl'ae d'ordinario vantaggio
anche ai nostr'i d, sebbene non gli' resti pI che una
funzione religiosa, cavando danaro assai facilmente anche
(l) Non fu solo la Chiesa, che stabil diritti sul battesimo,
ma anche lo stato.' Cos, p. es. in Francia Carlo IX e piil tardi
Luigi XIV ((']amageraD, Histoire de l'imp6t en France; Il, pagi-
ne 496,597). ,
(2) Anche il diritto gi prelevato dal feudatario liulla pu-
pilla che rifiutava il marito offertole (Hallam, Storia del Medio
Evo in Europa, vol. III p. 118), fino a un certo punto pot es-
sere, giustificato daUe esigenze della comune difesa, le quali re-
clamarono che il matrimonio delle zitelle si compisse con uo-
mini alle armi;
(3) Anche in quanto tal une di questes8nsazioni sianope-
nose, producono lo stesso effetto di relldere meno sensibile l'im-
posta.
163
da un grande numero di persone libel'e pensatrici e che
non dnno irnportanza alla celebrazione l'eligiosa delle
messe ed al battesimo. Nei quali casi. il contribuente
dolcemente guidato alla contr'ibuzione, oltre ch dalla ['essa
delle emozioni ora accennate, anche dal piacel'e di dar
prova della. sQa tolleranza in materia l'eligiosa alla sposa,
dai l'iguardi dovuti alle convinzioni di questa e dei pa-
renti, dal tornaconto nel non offendere l'opinione comune,
nel non Ul'tarsi col clero, coi clericali e via dicendo.
Le considel'aziorii, che spiegano l'attenuazione di una
p a r t ~ del peso delle contribuzioni pagate in occasione del
matl'imonio o del battesimo, valgono anche a chiaril'e altee
attenuazioni del peso di tass od imposte nei casi di di-
spensa da impedimenti matr;imoniali, dispensa da pub
blicazioni di matrimonio, di emancipazione, di adozione..
Lo stesso pu dil'si anche delle aut01'izzazioni relative
a trasporti, lumulazioni (l) ed esumazioni di cadaveri ecc.
Basta fermarsi un momento solo col pensier'o su queste
ultime contribuzioni pel' comprendere quanto esse per-
dano della 101'0 asprezza, per quel subito giganteggia l'e
degli affetti vel'SO le per'sone test defunte, onde non pure
le loro buone qualit appaiono a dismisura ingl'andite,
ma i loro difetti, le 101'0 offese d'un tl'atto si dil'adano
dalla memoria, si disper'dono, non si comprendono pi (2).
Queste tasse funerarie si confondono colle spese di
sepoltura in genere e si t'a n n'o quasi insensibili per ,un
(I) Il seppellimento degliEbrei anticamente era concesso solo
a condizione di un tl'ibuto. CIBRARlO, Operette varie, Finanze
.di Savoia nei tempi lli mezzo. Torino, 1860, p. 77.
(2) Per la tabella annessa alla legge 13 settembre 1874 sulle
,ooncessioni governative, le autorizzazioni relative ai trasporti,
tumulazioni ed esumazioni di cada veri, concesse a richiesta dei
privati, dnno luogo ad una tassa di L. 300 o di I.,.. 100, secondo
che le autorizzazioni sno rilasciate dal ministero dell'interno
() dai prefetti.
164
sommesso bisbigliare nell'imo fondo della nostra coscienza
di sentimenti estremamente vari e fra 101'0 variamente
combinantisi caso per caso, ed ora volgari, ora nobili,
ora precisi e netti, ora vaghi e confusi, fantastici e su-
perstiziosi e scaturenti forse a traverso migliaia di ge-
nerazioni dalla barbara umanit primitiva. Sicch tal uno
sente colle spese, che egli SOppol'ta per un suo defunto, un
vago desiderio d ~ compensarlo delle pene e delle ansie
recentemente sofferte nell'estrema malattia, o di renderlo
lieto riconducendo il suo corpo nei luoghi da lui predi-
letti, o di por fine e d,idal'e perfezione alla serie delle
cure. prodigategli, o di riparare ai torti o alle trascura-
tezze proprie di altI'i ternpi, o di propiziarsi e 'placare
l'anima del tl'apassato con la tema confusa che gli sia ri-
masto un potere occulto, o di t,'arl'e vantaggio dalla piet
avuta. N manca chi tratto a quelle spese da un'ascosa
piet per una parte di s stesso, per quella legata alla
. vita di colui che non ],i e che entra con lui nel se-
polcro; o che lo consideri un mezzo acconcio per dare
al pubblico un documento della ricchezza della sua fa-
miglia o per irradiare su questa una parte della celebrit,
che vibra ancora intorno al nome e al corpo esanime
che discende nella terl'a.
38.
Soddisfazioni dipendenti da divertimenti pubblici ' o pri-
vati e colpite da tasse o da imposte.
Ma vi sono altre soddisfazioni, che discendono da
fatti frivoli, da fugaci passatempi e divertimenti pubblici
o privati, che hanno dato occasione a diverse tasse e
hanno facilitata la trasformazione di quest in imposte.
Cos si sono stabilite contribuzioni sui circoli (clubs), tea-
tri, saltimbanchi, suonatori girovaghi, giornali, almanac-
165
chi (l). In questi casi pu bens vedersi l'utilit di un
certo intel'Vento dello Stato,_ di Un servizio pubblico di
tiltela e di vigilanza. Il che vale senza dubbioa rendere
meno penose le contribuz.ioni di cui si parla; ma a que
filto stesso risultato contribuisce alb'es lo 'stato psicolo-
gico in cui si trova il contribuente, che gusta o pregusta
il piacere derivante da certi fatti privati.
Tutto ci va ripetuto e prende la maggiore evidenza
a proposito delle imposte su certi giuochi, come le carte (2),
i dadi, le lotterie, ed Blotto (3). L'imposta in tali casi viene
avvicinata al piacere attuale o pl'ospettivo di svaghi e pas-
(l) Non si dimentichi a questo riguardo la vecchia pratica
d'imporre balzello in occasione di nascite e matrimoni dei fio
.gli el Re, vale a dire in occasione di avvenimenti lieti per la
famiglia del Sovrano e che erano ordinariamente considerati
tali anche dai sudditi. La gioia di questi era poi abilmente ec-
citata da pubblici fe!?teggiamenti . I da principio fu-
rono concessi o per solennit grandissime o pelO solenni gioie .
(Ricotti, Storia della monarchia di Piemonte, voi VI, p.314).
(2) I giochi di carte, colpiti d'imposta, a Napoli nel sedicesimo
secolo erano: Tarocchi, picchetto , ventiftgure, gil, sbracare.
gabella, primera e tunfo Per le car'te da giuoco, introdotte dal-
l'estero o fabbl'icate all'interno, il dirit.to fu di grana lO al mazzo
nel 1574 e di 20 grana nel l59S. BIANCHINI,Storia della finanza II,
p. 369. In Francia le ca.rte da gilloco e i dadi furono colpiti
d'imposta. coll'editto del 22 maggio 1583. I. C. 11
p. 159. . ,
(3) Sulle prime!otterie in Firenze (1530) e in altre citt d'I-
talia e specialmente sulle origini del cos dbtto lotto di Genova
e della lotteria Olndese si veda l'articolo Lotteries nel Dictio
nary or Political Economy di P ALGRAVE. A Vienna il lotto sa-
rebbe stato introdotto, secondo l' alticolista, solo nel 1752, a
Berlino nel 1763. In Francia sarebbe statoilltl'Odotto nel 1839
dal cancelliere Poyet. Il pr'eambo!o dell'editto ne giustitlca l'in-
troduzione notando che faute de jeuxhonol'ables, permis ou
mis en usage, plusieurs de sujets du roi s'appliquaient:i desjeux
dissolus (CLEMAGERAN, Hist. l. c. Il, p, 110).
6
satempi tamiliat'i O di un aleatorio lucro immediato: Le lotterie-
private, il lotto tenuto dallo Stato consentono, pi' che
Qgni altra specie di giuoco, l'inasprimento dell'
perch in Ili un caso il piacere .del vincitore . pi ele-
vato ed immediato in relazione al costo. Coi dadi, colle
carte, colla lotteria non si trova' solo il piacere pi in"
tenso di attendere certe ricchezze materiali, ma si cerca
ancora di misurare il proprio grado di forza, di
dente sulle misteriose potenze della vita, di conOSCW9 il
della pl'Qpria fOI'tuna. Questo bisogno per l'uomo
ricco pu avere un'intensit eguale e del bi-
sogno di vincere danaro La difficolt della' vittol'ia rende
questa pi .cara al vincitore, che si sente cos'pi fortunato'
pi seconsIato di molti altri dalla fOl'za cose o da
una volont nascosta che le Ond' che la soddi-
sfazione del vincitore s'accresce col constatare l'alto nu-
mero dei casi che gli erano contl'al'.
L'imposta sul lotto, per i forti, piacel'i che procura.
malgl'ado la sua altezza, stata pagata spesso con tale
slancio che il popolo, allorch quel tributo manc nello
Stato o venne'aboli to, vi s i assoggett volontariamente giuo-
cando alle lotterie straniere, Cos il Govel:no n3;poletano,
dopo' avel'e abolito il lotto (1687), avendo constatato che
i cittadni continuavano a giocal'e fUOI'i, 16 ristabil (1713).
In Piemonte fu revocato nel 1674 il divieto dell'll mag-
gio 1655 del giuoco del 'lotto, anche pel'ch nel frattem'po
non si era potuto impedire ai sudditi di giuocare fuori
di casa (1). A Roma, comunque ai tempi dl Pascoli il
giuoco del lotto fosse proibito, tutti giuoca vano. Se si
VOl'ranno punire coloro che giuocano ,scriveva l'eco-
nomista pel'ugino, cominciar si potr dai religiosi nei
chiostri, nei monasteri, dalle vergine Ile
innocenti nelle case pi oneste
1
dai giovani belle educati
nelle famiglie pi illush'i, E tOl're ai .mariti le mogli, alle
(1) RICOTTI, Storia della monm'chia piemontese, VI, p. 331.
167
mogli i mariti, ai padri i .figli, ai figli i padl'i, 'privare le
scuole di maestri, le accademie di letterati, il foro di doto
tori, perch tutti giuocano e tutti vogliono giuocare (1) .
Il giuocatore, sotto' il fascino di acuti piaceri privati
e talora di una tremenda passione, stima di . niull conto
!'imposta che paga. Di poco o di niull rilievo nel suo
giudizio valutativo dell'imposta la considerazione che
il giuoco provochi risse, frodi" reclamanti un estendimento
dell'azione di vigilan'za e di polizia dello stato. Il che del
resto in certe circostanze neanche potrebbe essere am-
messo, per esempio nel giuoco di carte in famiglie pri-
vate. (2).
(1) P TestamMto pol,ilh;o, 75.
(2) In questi casi si tratterebbe' quindi di'prette impuste su
piaceri privati, non sussidiati da servigi pubblici, da aggrupparsi
alle imposte, di cui al 39. Nel 'lotto si potrebbe trovare una
utilit pubblica, nel senso che lo Stato ne perfezioni i piaceri,
garantendo i giuoca tori dalle frodi che s'accOmpal!n3 no ai lotti
privati.
Quanto poi alla circostanza che le imposte sui giuochi fos-
sero consigliate da motivi di morale, evidentemente essa non
pu avere alcun peso Il quale, in primo luogo
o non crede immoralit del giuoco, o pUl'e ammettendola.
trova che il dolore che essa procura superato dai piaceri del
giuoco; in secondo luogo, sa che lo Stato non vuole combattere
l'immol'alit, la quale avrebbe dovuto indurlo a stabilire delle
imposte proibitiv.e.
Il Pascoli combatteva il lotto, oltrech per le solite consi-
derazioni ripetut ai nostri di, anche pel' l'acuta considerazione
politica che con cSSQ si sollevano i servid,)ri e tutto intero
si pervertiva il bell'ol'dine delle geral'chie delle persone (Te-
stamento pOlitico pago 70). Ricordiamo qui anche le curiose con-
siderazioni, che egli attribuiva a papa Innocenzo contl'o il
lotto. .
Quel papa introdusse bens i lotti (aboliti poi da r.:ternente)
ma coll' intenzione di distruggerli 1I.on llIellO nello Stato che
altrove, coll'aumento che gli altri principi dovessero
subito. proibirli per non lasciar uscire il danaro 'dei lor'o e che
168
Fra i divertimenti, colpiti d'imposta va pure ricordata
la caccia. Anche rispetto a questa sare.bbe facile giusti":'
fical'e una leggera tassa,. in vista deH'estendimento delle
funzioni di polizia e giudiziarie che essa provoca. Senon,....
ch quei contributi sono invecl con tutta facilit elevati
di buon tratto al di sopra delle spese Pl'ovocate dai cac
ciatori, in fOl'za dell' intensit massima . che d'ordinario
assume il piacere della cacCia. Questa eccita un passione
cos viva, da superare non di l'aro quelle pi pericolose
del giuoco, delle donne, dei bere. La forte attrattiva della
caccia deriva dal suo sapere strappare il cacciatore dalle
occupazioni abituali, dai suoi ordinari .pensieri" dalle sue
cure pungenti, dalle convenzionali regole della vita 80-
ciale,e dal porlo in immediato contatto colla natura, colla
calma maest dei paesaggi, dallo sviluppargli e fOI'tificar-
gli i muscoli, dall'accl'escergli il benessere fisico e tlal-
l'eserc tare certe t'a co l t . spiri tua li, il coraggio, r astuzia,
la fermezza, e dal soddisfare certi istinti crudeli. tutto
questo insieme di vantaggi, di piaceri, che l'uomo ottiene
i suoi sudditi a poco a poco pelo le perdite si allnoiassero e si
riducessero a giuocaI'e 'minutamente pel' ispasso e non per vi-
zio . E lo soppi da chi lo sapeva, perch consapevole era del
segreto , (pag. 72). Quanto ai giuochi delle carte e dei dadi, il
Pascoli trovava cho non si dovessero proibire perch sono in se
stessi innocenti ma, tI'ova invece che si dovessero proibire
solo ctwti giuochi che provocano molte ribalderie e molti pec-
ca.ti . Del l'esto egli chiedeva che col niezzo delle e dei
dadi si stabilisse un'imposta sul .lusso. ponend'o a s caro
prezzo gli uni e le altre che non Ile venga. a.lmeno la vogli
di giuocare cosi fa.cilmente agli artieri e tutti coloro che
vivono a stento , (p. 70). In sostanza. egli accoglieva a questo
l'iguanlo la teoria dal Boq,in. Gli oggetti di lusso
di(;eva Bodin, che corrompono i sudditi, non bisogna proibirli,
perch allora essi diventallo anzi pi desiderati, ma bisogna
invece elevarli di pr'ezzo mediante l'imposta, per modo che li
possano compemre solo i pi ricchi e i pi bramosi di no-
vit .
169
colla caccia, ed in vista di essi che non esita a pa-
gare il tributo stabilito dal legislatorI::. Il quale non ha
sdegnato di assumere le pi particolari cognizioni sul-
l'arte della caccia; ed in base agli strumenti e modi di
questa ha costl'uito un elaborato gruppo di contribuzio-
ni (l).
39.
Soddisfazioni collegate all'apertura di esercizi industriali
e colpite datasse o da imposte.
Non fuori di logo il far cenno qui di altre tasse
e di certi loro inasprimenti, stabilite in occasione di spe-
ciali soddisfazioni ottenute dai privati nell' atto dell' a-
pel'tura di un esel'cizio industriale o per l'ottenimento di
titoli accademici, onorifici e nobiliari. '
Le contribuzioni, che sotto il nome di licenze (2)
(l) Il legislatore italiano colla legge 19 luglio 1880 stabil.
per Quahlllque arma per uso di caccia o di difesa personale ,una
tassa di L. lO; per la caccia con bressaneile e roccoli con pas
sate comuni (non a 'fischio al volo) lile 25; per bressanelle e
roccoli senza pas8ate L. 20; con paretai, copertoni e Plodine con
contrappe8i lire 25; con paretai, copertoni e prodine senza con-
trappesi lire 20; con reti aperte e verticali fisse lire 20; per lo.
caccia vagante con reti lire 15; per lanciatorf', reti in riva al
mare, diluvio lire 100; per passate con fischio e spaut"acchio
al volo nelle gole e sulle cime dei monti,lire 40; per lacci, trap-
pole, archetti, trabocchetti, cestole per ogni ettare di ter-reno '
occupato lire 100; per boschetti comunque preparati per tordi
e uccellini con richiami, tesi conIa pania come coi lacci L. 20;
per la. caccia fissa con panie L. 2 ~ ; per ca.ccia vagante con pa-
nie e panioni lire 6.
(2) Anticamente nel Piemonte chiamavasi introgio e anche
preysa la somma di danaro pagat<t per lo. concessione di una
licenza. I Caol"sini, a 000' d'esempio, per tenere il banco paga vano
al Conte di Savoia, oltrecll un' annua pensione pattuita, un
170
la nostra legge stabilisce, potI'eb bel'o sembrare provocate
unicamente da ci che ciascun nuovo esel'cizio industl'iale
esige un estendimento della tutela pubblica, l' inscri-
zione in certi registi'i, Ull aumento di personale di poli-
zia ecc., sicch, fino ad un ce l'h> punto esse potrebbero
essere considera"te come tasse, anticipate dall' esercente
e in ultimaana!isi ol'Qinariamente sopportate dai consu-
matol'i, posti al coperto dalle molestie eventualmente 101'0
derivabili da persone male educate o turbolenti. InfatU
non potrebbe negarsi che la riunione di persone in .ese r
cizi pubblici faciliti l' allo scoppiare di risse,
all'insol'gere di. disp'ute e al gettarsi a giuochi proibiti;
specialmente poi dove si spacciano vini e liquori. Sicch
effettivamente la tutela dello stato deve estendersi e farsi
pi dispendiosa l, dove si moltiplicano esercizi aperti
al pubblico (1) . Lo stesso si dica degli stabilimenti bal-
neari, nei quali sovratutto la decenza che deve essere
protetta; e dei teatri, arep.e, circhi equestl'i,' giuochi de l
pallone ecc., nei quali i cittadini sono pil) specialmente
esposti a varie di pericoli.
Soltanto da questo aspetto potrebbero ai d
essere giustificate moderate imposte di licenza ed aggrup-
pate alle tasse, non essendo pi lecito, dopo la procla-
mazione del principio della libera concorrenza, conside-
rare le licenze come un correspettivo di una concessione
monopolistica fatta dallo Stato a certe persone (2), e meno
grosso presente, detto introgio. Questa somma straordinaria
veniva corrisposta sia all'atto della concessione, sia al rinno-
varsi del privilegio, che non durava d'ordinario pi di dieci anni.
(CIBRAIHO. Operette varie, Finanza di Savoia nei tempi di mezzo,
TOrino, 1860, p. 83, 84).
(1) A Ciamber nel secolo XIV la pena dei ' furti e delle
risse, sul mercato e sul ponte: del macello era doppia (CIBRARIO
t
Operette varie. Le finanze di Savoia nei tempi di mezzo, pa.-
gina 107).
(2) La formazione delle corporazioni d;arti e la moltiplica-
zione dei loro privilegi,fu fomentata dai governi per aumen-
tare 'le risorse finanziarie.
171
ancora come una concessione di una facolt ad esplic!J,re .
il proprio lavoro individuale verso un certo indirizzo (1).
Ma comunque questi d'dtti di licenza siano giusti-
ficabili entro determinati .confini , in vista:
mento dell'azione di polizia provocato liai nuovi esercizi
industriali, non si potr negare che non, per questo
soltanto che il tributo agevolmente tollerabile; e non
tanto finch si mantiene entro i confini della spesa ec-
citata, ma anche quando la eceda di buon tratto.
questi nuovi motivi, che concorrono a tale effetto, sono
dati appunto dl;l speciali soddisfazioni, non dipendenti dal
fatto dello stato, e consistono nel prendel'e il nuovo e-
sercente un posto speciale in una data categoria. di per- .
sone, la quale ha una certa funzione economica; nel sen-
trsi egli nei proprl interessi secolll}ato dagli interessi
di un gl'ande corpo; nel godel'e di una certa parte della
'considerazione accordata dall' opinione pubblica a quella
classe; nella prospettiva did'are' buoni ; nell'avere'
. intol'llo a . s una certa qu,qntit.,. e qualit di clienti, nel
saperlirendere contenti di lui ;nell'avel'e inservienti a
pl'opria disposizione e via dicendo. Tutto questo com-
plesso di -,notivi produce una soddisfazione iniziale assai
intensa e che attenua assai la penosit di un'imposta, pel'-
cetta propl'io nel momnto della maggiore e del
minimo reddito (2). Quella soddisfazione iniziale decre-
sce assai rapidamente, in ispecie allorch s'incontrano
dificolt . e disinganni nell'esercizio. Ed in relazione a
questa decrescenza della soddisfazione iniziale, assai pi
che alla diminuzione delle spese provocate allo Stato o
(1) Non manc chi Hostenne le droit de travailler
tait un d'roit royal , que le p['ince pouvait vendre et qu'e les
sujqts devaient acheter . (Preambolo di Turgol all'Editto. per'
la soppre:;ione delle corporazioni).
(i) Le tasse di licenza sono applicate pel fatto
che l'esercente 1iene aperta bottega, indipendentemente dal
gult.dagno.
172.
al Comune (da noi questi diritti sono comunali), che l'am-
montare della licenza si abbassa l'apidamente in occa-
sione della sua annuale vidimazione (l). Anche qui, come
nel caso delle tasse scolastiche ( 5), il tributo si gradua
mfl,estrevolmente alle' oscillazioni della spinta contribu-
tiva, determinata da fatti e sentimenti estranei all'opera
resa dallo stato.
40.
Soddisfazioni collegate alla frequenza di scuole pub-
bliche e all' ottenimento d, gradi onorifici lucrativi,
e COlpite da tasse o da imposte.
Meritano d'essere qui ricordate anche le tasse sco-
lastiche e in ispecie quelle per conferimento di diplo-
mi, licenze ecc. (2). Ci che induce a pagare queste
tasse, non il solo servizio che lo stato rende, o la spesa
che esso sopporta. Il servizio, che lo Stato ci rende, p. e.,
in ciascuno degli anni in cui ci d l'insegnamento tec-
nico o univel'sital'io, non certo pi. gl'ande il primo
anno che nei successivi, mentre a iquesti ultimi spesso
sono assegnate le discipline pl'ofessionl).li o speculative
pi importanti. Anche le spese che lo stato sopporta, non
sono sempre maggiori nei p['imi anni; le discipline che
si studiano negli anni successivi, potendo essere pi nU-
(1) Da noi la t.assa pagata in ragione di L. 5 per ogni li-
re 100 del prezzo di affitto pOI' un anno dei locali Jestinati al-
l'esercizio. La tassa per la vidimazione annuale della licenza
pagata in I agio ne di un decimo di quella st.abilita per la li-
cenza dell'eserizio. (Tabella delle concessioni governative (; de-
gli atti e provvedimenti amministrativi soggetti a tasse. Legge
13 settembre 1874; numeri 31-32).
(2) Le dmit de joyeux avenement si percepiva nelle carte
o lettere di pri vilegi, di uffici, di licenze industriali o cO(l}mer-
ciali e si era obbligati di farlo riconfermare ad ogni nuovo Re-
gno. (CLAMAGERAN l. cv. II, p. 543).
173
merose, pi bisognose di mezzi sussidiari all'insegnamento-
(gabinetti, laboratori, musei ecc.). pu forse
affer'mal'si che le tasse mepo penose sono quelle pagate
nel primo anno dei corsi, perch ad esse si accompa-
gnano soddisfazioni nuove per la famiglia. e per lo stu-
dente. L'iscrizione dello studente ad un corso di studi gli
conferisce una dignit nuova, lo ammette ad un nuovo
stato sociale, sul quale poggia un certo gl'ado di stima.
generale e che si basa sulla capacit media che si rag-
giunge nei var anni di studio. Pel semplice fatto che lo
studente appartiene a quel corso di studi, si pl'esume che
egli sappia e valga fino ad un certo punto; ci lusin-
ghiero sopratutto per il nuovo iscritto, abituato ancora a
quel pi basso gl'ado di considerazione, di cui egli era.
circondato quando apparteneva ai corsi inferiori, quando-
sapeva ci che sa ora.
Il peso di una stessa tassa, che si pagata pi anni
di seguito, s'attenua di nuovo e assai considerevolmente
nell'atto in cui si completato o si sta pelO completare
quel dato corso di studi. Nell'anno in cui lo studente o t-
terr una licenza ginnasiale o liceale o ' tecnica, e so-
vl'atutto nell'anno in cui gli sarconfel'ito un diploma
od una laurea, la tassa Ol'dinaria d'esame, pagata negli
anni scorsi con un ceI'to grado di pena, si fal' d'un
tratto meno sensibile. Lo studente (o la sua famiglia) di-
venta quindi pi atto a sopportare l'imposta nel momento-
dell'entl'ata in un dato corso di studi e nel momento del-
l'uscita da questo, Ci spiega la distribuzione data
dalla pratica alle tasse scolastiche dal punto di vista psi-
cologico del contribuente, Come noto, si sono appunto-
elevate le tasse acolaatiche ai due punti estI'emi del corso
generale; e ci ai ottenuto, ponendo, accanto ad una
tassa uniforme per ciascun anno di studio, una tassa spe-
ciale al principio (tassa di immatricolazione o d'am-
missione) ed una alla fine (tassa di diploma, di laurea ecc.).
La prima certamente in parte provocata dalle
spese richieste da speciali atti amministrativi, compiuti
dalle segreterie all' ingresso dello studente in un corso'
174
di studi; quegli atti amministrativi eventualmente pos-
SOllO essel'e utili anche allo studente. Ma tutto ci
ben poca cosa e non spiega ' abbastanza la facile ele-
vazione del contributo scolastico in quelle circostanze.
Meno ancora con quei criteri si riesce' a spiegareap-
pieJlo l' inastamento sulle tsse scOlastiche ordinarie
delle tasse di diploma. Anche queste ultime certo, possono
riguardarsi, in parte, come' deterrninate da alcune spese
sostenute dallo Stato nell'occasione del confel'imento del
\
diploma per l'utile del licenziato o laureato. Le fUl'ma-
lit che gli esami finali, l' appal'ato col
quale questi sono l'esi pi solenni, il numel'O dei profes-
sori l'accolti a pronunziaI'ei! giudizio definitvo dell'i-
doneit, la r'dazione degli atti comprovanti tale giudizio',
la loro autenticazione, laconservaziol,le di una copia di
essi negli al'chivi ecc., dnno certamente motivo ad al-
cune spese nuove. Ma non tutto ci che agisce poten-
temente sulla spinta contributiva. Ci che muove' il con-
tl'ibuentp. la gioia dell' eSSl'e giunto alla fine di un
lungo cammino, il sentirsi libeI'o da cel'ti obblighi,
. il non avere pi esami, la soddisfazione di aveI' me-
ritato un titolo, un grado sociale, la soddisfazione di aver
ricevuto un' attestazione del pl'opl'io valore da persone
competenti, la festa solenne da cui accolto come un
nuovo valol'e sociale, l'acquisto di quella stima gene-
rica, da cui sono circondati i suoi colleghi pi anziani
di professione, la speranza infine di lucri pl'ot'essionali,
di poter costituire ed allevare una famiglia col proprio
lavol'o, di uffici amministrativi o politici. dei qual il nuovo
titolo conquistato sembra aprire l'adito.
Pertanto a noi che la pratica. abbia saputo
risolvel'e il problema di disti ibuireuna data somma d'im-
poste su uno studente (o sulla sua famiglia, che partecipa
alle soddisfazioni dello studente) in un dato periodo d'anni
nel modo pi confol'meaHe oscillazioni della volont di-
. spendiativa,. influenzata da speciali piaceri' derivanti da
fatti pl'ivati, elevando le quote del contributo ai punti e-
175
'stremi della carl'iel'a scolastica e deprimendole nei punti
interlnedi.
Del pari uno squisito senso della realt condsse spesso
il legislatore a contenere' le tasse pei corsi di scienze
naturali e delle matematiche pure a un livello pi basso,
che pei corsi di giurisprudenz3. o medicina. Non gi che
le spese provocate l dagli studenti fossero minori: esse
vi . sono anzi forse maggiori in via assoluta e cedo poi
in via relativa, dato il piccolo nUmero degli inscritti in
quei corsi. E quanto all'utilit che lo studente pt trarre
dai puri e semplici atti di segreteria e d'archivio delle .
essa la stessa in ogni caso; vale a dire
che in ogni caso si avr sempl'e modo di provare se un .
giovane appartenne ad una certa universit, se vi fl'e-
quent un cel'to corso, se vi ebbe una laurea. Circa poi
a quella specie di utilit, che lo studente ottiene dal fre-
quentare istituti superiori d'istruzione fornita (lallo Stato,
si dovr convenire che, chi cel'ca un insegnamento di
scienze naturali, trovel' appunto quella tale specie di ser
vigi pubblici di cui abbisogna e che avr per lui circa
quello stess valore che ha l'insegnamento giuridico per
uno studente di una facolt legale.
Invece ci che vi ha di diverso per chi chiamato a
pagare le .tasse stabilite pel' la facolt giUl'idica o medica
e per chi chiamato a pagare le tasse stabilite per le
matematiche pure o pel' le scienze naturali, che queste
ultime presentano un'attrattiva sociale minore, hanno un
valore sociale minore. Le soddisfazioni che ne attendono
i privati, essendo sotto questo punto di vista meno in-
tense, pel pagamento delle tasse agiscono qui certe forze
impulsive meno efficacemente che pel pagamento delle
tasse stabilite per gli altri corsi.
Ma il valore sociale raggiunge le pi alte vette, quando
si riferisce. a certi titoli nobiliari, per esempio ai titoli
di duca e di principe. Il contributo qui chiesto dallo Stato
pu essere elevato ad altezze eccelse. La legge italiana
fiss,a un tributo di 'lire 10000 pel titolo di barone o :vi-
176
sconte; di lire 20000 pel titolo di marchese; di L . 25000
pel titolo di duca; di lire 30000 pel titolo di principe.
Queste somme certo non corrispondono alle piccole
spese pubbliche che il conferimento di queigradi provoca.
I . titoli nobiliari, che dovrebbel'o, per chili concede e
.per chi li riceve,designare lo speciale valore civile o
tico di certe persone o famiglie, e che dovrebbe.ro essere
ceduti gratuitamente in compenso di speciali mel'iti o ser-
vigi resi, sono invece dati a titolo oneroso con oppor-
tunegraduazioni, in vista del grado di valore sociale da
cui sono laccompagnati, dell' intensit che raggiunge H
bisogno privato di vanit, di ambizione e del poco conto
che persone molto ricche fanno di . certe somme di da-
naro.
Anche qui il finanziere ha saputo penetl'are acuta:-
mente nell'animo umano e tassare val'lamente l'ambizione
titoli, che -la dividono in classi e ne segnano
il maggiore o mino l' grado, e secondo la decrescente uti-
lit finale attl'ibuita !tlle ricchezze dai giganti dell'ordine
economico.
S'intende bene che il finanziere non ha mai potuto
l'iare minutamente la contribuzione percetta in occasione
di un sel'vizio reso dallo Stato, a seconda delle variet
delle soddisfazioni che ciascun contribuente ne prova
vlta per volta. Nulla vi ha di pi diverso, di pi mu-
tabile, di pi imperscrutabile. Il titolo di conte reca senza
dubbio piaceri assai diversi per le persone singole che lo
acquistano. Una lettera d varie soddisfazioni secondo
che sia destinata ad una o ad un'altl'a persona, secondo
l'argomento del quale ,si occupi, ecc. Una sentenza, che
pronunzi il buon diritto di una persona a ritenersi una
certa somma, produce un piacere molto diverso; anche
se trattasi di una piccola somma di danaro, questa potr
avere una grande importanza per un povero e in taluni
casi poca pel' questo e molta per Ull ricco, o perch sia
avarissimo, o perch ei vegga accolto un principio giu-
ridico per lui di grande importanza, o riesca in un pun-
tiglio, o ad offendere persona odiata.
177
Ma il finanziere ha saputo cogliere certe uniformit
attl'avel'SO laval'iet,.if generale attraverso il
Ha vedutodelle.medie, la statistica morale non ha
rivelate ancol'a. Le deviazioni da quelle, le anormalit
meritavano poca attenziotle. Ohe . monta che un Tizio
annetta pi importanza, a che sia recapitata diligente-
mente una sua lettera aperta che una sua lettera ch'i usa?
L'opinione comune sar contro di lui. D'altronde anche
le condizioni eccezionali, in t;ui taluno- si tI'ovi, sono or-
dinariamente momentanee e non bastano a modificare
il giudizio, da lui gi formato, di una contribuzione sotto
l'impero di condizioni ordinarie, Poi il modo pi comune
di giudicare il peso di quella contl'ibuzione lo suggestiona;
ci che pensano t,utti ha per l'individuo, solo pel' ci,
gi un .certo ,'alore, E lo Stato stabilisce UIla tassa po-
stale pi elevata per le lettere chiuse che pel' le aperte,
non tanto per la diversit del costo di trasporto di que-
ste e di quelle, ma ponendo mente al piacere pi o
intenso che il contribuente nella media trae nell' uno
dei casi. Inoltre lo Stato fissa tasse diverse sugli atti civili,
secondo l'ammontare della somma dichiarata llei singoli
atti, sebbene la diversit dei saggi si gradui assai imperfet- .
tamente al costo dei servizi r'esi,. avendo iu. vista la di-
versa importanza che . in generale annettono i contraenti
agli affari di molte migliaia di lir'e o di una mescbina
iornrna. Analogamente deve dirsi delle imposte fissate
peivar'i titoli di nobilt. Oerto, fra tutti quelli che acqui-
stano un titolo di barone, non vi sal'anno forse due pel'- '
sone, che stimino tale qualitica collo stesso grado d'in-
tensit, che ne attendano gli stessi piaceri, e lo stesso
dovl' dii's ,di tutti quelli, che acquistano un titolo di
marchese e via dicendo. grosso modo, quelle
qualifiche designano una. scala con gradi diversi di va.,.
nit . e titol desiderati con .una intensit cl'escente, quanto
pi si avvicinano alla sup,'ema dignit reale,
178
41
Soddisfazioni dipendenti ial recente ottenimento di un
uf{cio pubblico o di una promozione e ' soggette
tasse o ad impo.stecomplementari.
Non si deve passar' Dltre senza ricDrdare sia pU1'e
fugacemente, un'altr'a applicazio.ne' dell'impD-
sta a certi piaceri pl'ivati, CDDl'dinati ad atti pubblii. VD-
gliam dire di quelle impDste, che sisDno. assai ,di fre-
quente stabilite a carico. degli impiegati pubblici al mQ""
mento, in cui entrano. in ufficio. (1) e anche al momento.
delle loro. pro.mo.ziDni. Ohi assuma, per la prima volta, .un
ufficio. pubblico. sDggetto a sDddisfazi9ni, in pal'te ana-
lDghe a quelle pl'ovateda chi apre ' un esercizio. indu-
striale D riceve un titolo. accademico. ( 39,40). Ma tali sDd-
disfaziDni, a parit di ,ce l'te circostanze, pDssDnD essere
anche pi forti nel pubblico. funzionario., in vil't della
maggiore stabilit della pDsizione presa, della sicurezza,
della cal'l'ier'a, della. maggiore cDnsidet'aziDne , da cui
accDmpagnatD , ecc. La soddisfazione iniziale, derivante
dall'entrata in ufficio., va anch'essa declinando.; ma tratto
tratto. rialzata dalle promo.zio.ni, le quali, non sDID :val-
gDno. a meglio. . prDpo.l'ziDnare lo. stipendio. ai cresciuti
bisDgni del pubblico. funzionario. e della sua famiglia, ma
Drdinariamente s' accDmpagnanD ad ' un laVDrD presunto
pi qualificato., ad un nuo.vo. titolo. DnDrifico., ad una mag-
gio.re co.nsideraziDne pubblica,ad un allo.ggiD ufficiale pi
decoro.so, a vo.lgari sentimenti di superiDrit sui prDpri
antichi compagni e via dicendo.. Sicch un tributo. straDr-
dinal'io e supplementare pei pl'imi mesi o pel primo. anno.,
in cui uno. assume un ufficio pubblico. D riceve una pro-
(1) Anche queste contribuzioni, pagate , dagli ufficiali pub-
blici, si chiamarono anticamente in Piemonte col nome di in-
trogio. Cibl'srio, 1. c., p. 122.
17\1
mozione, ottielie una volta ancora l'intento di faI'
cidere la nuva pena con yantaggi moral e materiali
a::ssai intensi, ' ossia' con un 'momento psicologico , il pi
propizio al sacrificio tributario. Questa pratica, spesso
usata in passato, stata , in ql}esti ultimi tempi ripresa
nel l'egno d'Italia.
42
Soddisfazioni speciali di classe, prvocate dall'imposta
ed attenuanti il peso di questa.
Dall'epoca, nella quale a ciascuna imposta non co 1'-
risposero pi certe determinate spese, i contl'ibuenti, an-
'che quando ebbero tutti i , favori della legge; non li fe-
cero dipendere da questo <> quel tributo; ma eIa tutti in-
sieme, Tuttavia, anche dopu d'allora, sutto
ll certu rispetto, alcune imposte ebbero il poteI'e di
eccitare speciali soddisfazioni a cer'ti ceti sociali, in
quanto cio esse effettuassero una distribuzione d'im-
post'e, che fosse pa:'ticolar11lente accetta ' a quelle stesse
classi sociali.
Qui pure le soddisfazioni speciali di classe, che even-
tualmente si accompagnino colla introduzione di un nuovo
tributo, sono della pi varia natul'a: nobili, rispondenti
al bisogno di eguaglianza, ad impulsi generosi, altrui-
stici; o al contl'al'io, ignobili, gl'ettamente utilitarie, ri-
spondenti al bisogno di sopI'affare gli altri, alla gelosia,
all'odio ecc. UI;l'imposta, la cui introduzione sia accom-'-
,pagnata da tali s,entimenti, pet'de assai del pl'oprio peso
e tanto pi quanto maggiore la vivacit di quei senti-
menti. N consegue che nei periodi, nei quali il corpo so-
iale pel'va,so' da un genel'ale irrefrenabile bisogno
di di solidal'iet, come nei periodi nei quali
si comhattono aspramente lotte di classe, il legislatore
trovi le condizioni adatte alla facile introduzione di imo
poste, che in momenti di maggior calma non avrebbero
potuto essere stabilite. La intensa yibr:;tzione di quei sen-
180
timenti' ha un valol'e pratico pel' la composizione , del
sistema delle imposte e per le, sue modificaiioni.
Talol'a l'introduzione di un tl'ibuto eccita speciali
soddisfazioni in coloro, che sono cniamati a pagarlo. Gi
avvenuto quando l'assoggettamento all'imposta di certe
classi valse a procurar loro un titolo di merito, d'onOl'o,
di valol'e, o a libdral'le da mali m a'gg i I;)\'i ad esse minac-
ciati.
Una classe, altra volta potente, che ebbe il pl'ivi-
legio dell'esenzione di imposta e che perdette poi ogni
autorit, pu considerare lo assoggettarsi all'imposta ed
il l'ientral'e nel diritto comune, come una ocqa..8iOlle op-
portuna a ricuperare prestigio. Cosi, a mo' d'esempio, l
nobilt francese, per quanto parzialmente fosse ' spinta
alla rinunzia dei suoi pl'ivilegi in materia d'imposta da
'sentimenti patriottici ed umaliitari, vi fu guidata altres
in larga misura dalla speranza di riacquistare, COIl quella
rinuncia, il cl'edito pel'duto, di conservare i suoi dirHti
signol'i1i, i distintivi' nobilial'i e l'accesso pl'ivilegiato a.
certe cariche civili e militari. Anche il clero , il quale
certamente, nel momento dell'abbandono dei suoi privi-
legi d'imposta e pi pa['ticolal'mente delle decime, fu
tocco da sentimenti generosi e cal'itatevoli (l), fu ani-
mato altres dall'amore di dalla speranza di
cOnservare gl'adi onorifici e sovratutto dalla speranza
che il suo debito fosse incorporato Ilei debito nazionale
e di sfuggire al pericolo dell' incameramento dei suoi
beni.
Talora poi lo stabilimento di un tributo a cal'ico di
una classe eccit.a sensazioni sommamente piacevoli in
(I) A questo proposito va ricol'dato l'accorgimento col quale
nella seduta dell'undici agosto 1789, il deputato Picard, d'accordo
con a.lcuni curati, seppe eccitare la generosit del (GOMEL,
Histoil'e financiel'e de l'Assemble Costituente I. p. 312. L'ent4-
siasUlo di cui fu invasa l'Assemblea Costituente la notte del ,4
agosto, un fatto molto pi noto.
181
altee, sia' che ci derivi da un bisogno in quest'ultime
di ugua,glianzae ' di giustizia tributaria, sia che derivi
invece dalla soddisfazione, di vedet'e il pt'incipio della
decadnza di un ceto rivale, la sua umiliazione,il suo
danno, la sua rovina (1). Questi sentimenti si manifestano
non tanto nel caso, in cui la classe di contribuenti A
veda che la classe B, fino allora favorita dal legislatore,
sia assoggettata alla norma comune o in misura anche
pi aspra, quanto nel caso in cui quest'ultima sia per la
prima volta legge,'mente colpita da imposta, che tuttavia
si pl'esume sar altre.
La che cet'te classi provano in seguito
(1) Finch la societ a tipo pl'evalentemente IIlilitare e
fondata quindi sul rispetto alle disuguaglianzll, la sperequazione
tributaria non eccita, per se stessa, gravi malcontenti; , questi
scoppiano invece a,rdentissimi nelle societ prevalentemente a
tipo industriale In l'guardo a queste ultime soltanto hanno valore
le parole di G. B MucO!: Quando i pesi si pongono a tutti i sud-
diti con proporzione, nessuno se ne duole; non cos quando al-
tri li porta"l0 ed altri ne sono esenti. (MUCCI. La sicurt del
Trono, Napoli 1679, p, 14). Piil compl'eRsiva l'opinione di Do-
nalo Giar.motti, il quale trattando della Repubblica Fiorentina
scrisse: _ Negli Sta.t.'i, govermlti da uno solo, si richiede la
ineguaglianza tl'ibutal'ia, mlt iII quelli che sono governati da
pi necessaria l'eguaglianza" se nOI1 in fa.tto almeno in teoda,
Ci che pr'ima della. ['ivoluzione rese intollerabili le imposte. non
futanto lo. 10m altezza, quanto la. disuguaIClianza.
In aggiunta. alle suesposte osservazioni va notato che, se
le societa a tipo militale ser.tono meno il peso derivante dalle
disuglianze delle imposte, hanno tutta .. -ia. una. potenzialit con-
tributiva infinitamente minol'e delle societ democratiche, Ri-,
gua.rdo a queste ultime si ricol'di ,lo. celebre sentenza di Mon-
tesquieu: Nei governi liberi e popolari possono elevarsi le
imposte, perch i citta.dini, essendo persuasi di pagarle per
propria utilit, hanno il b"on voltlre di farlo e non mancano
delpotel'e per' effettodc:lla libert che godno e dell' emcacia
del loro lavoro,
182
all'aggravamento di cet'te altre pr'oduce quell'arricchimento
in largo significato, che deriva da ogni evento piacevole
e he determina un aumento della spinta spendereccia e
contributiva. Il legislatore lalvoita ha tratto destramente
partito da, questa buona disposizione contributiva di una
classe, rallegl'ata dE:31 male ' altt'ui. Cos appunto furono
quietati i lamenti e vinte le resistenze, ,che i proprietari
di terre ,iu Piemonte opponevano alla nuova ', imposta
fondiaria a base catastale, soltanto dopo che EmaJluele
Filiberto nel 1567 elev a carico, delle classi iufel'iori
una gabella sul consumo minuto del vino e sulle cal'ni, ed
inaspr l'imposta sul sale.
CAPO VIII.
Illusione finanzial'ia scatm'ente dal contrapporsi
di un male maggiOl'e evitabile al male minore
dell' imposta.
43.
Natura di questa fallacia e sue specie pi importanti.
Una nuova fallacia consiste nel consideral'e certe
prestazioni d'imposta, pagate o pagabili a giusto od in-
.giusto titolo ( 43, 44), come mali minori inevitabili per i-
,sfuggire a mali maggiori. Questi possono essere di val'ia
natura e consistere: .
a)a loro volta in imposte;
b) in calamita pubbliche, vere od immaginarie;
c) in pene comminate dalla legge;
d) in prestazioni di servizi personali allo Stato.
In questo genere d'illusioni il contribuente si trova
bens come nei casi che esamineremo al Capo IX di fl'onte
a due pene, l'una maggiore, l'altra minore; ma, in luogo
di d o v e r l ~ subil'e tutte due, egli considera l'una di
esse come il modo di esclusione dell' altra. Siccome poi,
in tutti questi casi, l'imposta serve alla liberazione da un
dolot'e mggiore , la sua prefel'ibilita si ri'lolve in un
.piacel'e accanto all'onere tl'ibutario, cos appunto ' come
nelle fOI'me d'Blusioni esaminate uei capi VI e VII. La
l'imposta el'a attenuata da un evento piacevole, come un
184
matri monio, la nascita di un figlio, il con fel'imento di un
diploma, di una patente ecc.; qua attenuata dalla, os-
sel'vazione di un danno maggi()\'e evitato. Il piacere, di
cui qui si tl'atta, sempre d'indole negativa e mediata, e
restano in evidenza direttamente soltanto due mali. In
fondo per nOIl vi ha una sostanziale differenza nella
natuI'a di queste due forme d'illusi6ne . .
a) La pdma nei giudizi dell'imposizione con-
siste nel cOllsidel'are un tributo sostituibile ad un altro
come avente qualit peggiori o migliol'i di quelle che
vel'amente abbia. ,
Essa pl'esenta due applicazioni fondamentali..
Il primo caso 8i ha tutte le volte che ai contribuenti
venga presentata un'imposta nuova, in sostituzione di una
vecchia, con caratteri che la l'endono, solo in apparenza,
preftwi bile a q uestR.
I! secondo si ha tutte le "olte che ad una im-
posta vecchia male tollel'ata e di cui si desideri l'aboli-
zione, gi contrapponga come sostituto una nuova impo
sta, solo in apparenza o almeno un'imposta
veramPIlte pi gl'avosa, ma presentata conie il solo, l'i-
nevitabile surl'ogato; melllt'e invece vi siano altri mezzi
migliol'i ysr soddisfare cos alle esigenze della finanza
ed ai desideri dei cOlltl'ibuenti.
Con quest'ultimo mezzo l'uomo di stato, resistendo
alle aspirazioni riformiste, a rappresentare l'opel'a
del passato come la pi sa via. Col primo l'uomo politico
mostl'a di cOIlt'ormal'si ai mutati bi30gni, pur mantenendo
inaltel'ata la somma l'equisitadel,l'imposizione. .
b) Vi sono poi altri mali consistenti, non pi in una.
maggiore imposta evitabile, ma in vere o immaginarie
calamit pubbliche, appal'ent diimprovviso o d'impl'ov.,.
viso inasprentisi, per la rimozione delle quali chiesta
d'urgenza un'imposta nuova o l'incl'udimento di vecchie.
Anche qui il contl'ibuente si tl'ova di fl'onte a due mali,
dei quali il millol'e gli serve come mezzo 'di libel'azione
dal maggior'e. Qui pure il sacl'iticio tributario s'attenua
'eccezionalmentE) pel' il diffondersi della commozione de-
185
gli animi, e tanto pi quanto la calamit pubblica appare
gl'ave ed imminente. Sotto l'impeto dei nuovi sentimenti,
:agitanti la folla, i bisogni _ pri vati si restringono d'un
tratto . per guisa che la capacit contributiva della Na-
zionesl trova smisUl'atamente accresciuta.
c) In terzo luogo il male. maggiore evitabile consi-
ste in pene che lo stato ha l'obbligo d'intliggel'e o in pre
'stazioni pers()nali (servizio militare) che lo Stato ha il
diritto di pretendere da certe persone, alle quali, per-
lasciata facolt .di liberarsene con prestazioni di denaro
.all'EI'ario.
44 '
L'imposta nuova erroneampnte preferita ad una 1JeC-
chia.
una pl'atica nota da gran tempo agli uomini di
Stato quella di presentare al contribuente, come sosti-
tuihile ad un tributo male tollel'ato, altl'i tributi maggior-
mente invisi. L'imposta offel'ta al pubblico sovente di
-qu.e li e, che pel' la 101'0 s t e s ~ a novit consentono la di-
vulgazione delle conseguenze pi temibili o in l'iguardo
all'economia nazionale o alla solidit del bilancio o alla
giustizia distl'ibutiva o alla coneurdia f,'a le classi, men-
tre bellamente si nasconde che questi stessi effetti siano
stati prodotti dalla imposta, di cui il contribuente mal-
contento.
Altre volte poi l'imposta scelta fl'a quelle, che
nei tempi andati avevano eccitata la maggiore avver-
sione; il che noi italiani abbiamo veduto compiersi con
frequenti ufficiose dichiarazioni dell'opportunit di un
l'istabilimenlo dell'imposta sul macinato.
In ogni caso poi si bada a fal'e bene intendere come il
solo mezzo, per dar soddisfazione ai voti dei cittadini, sa-
rebbe appunto quello d'instaural'e il nuovo odioso bal-
zello e ad escludel'e o a dissimulare che,pel' nuove vie,
186
con rimedi pi radicali, tali desideri potessero essere
soddisfatti.
Merita per qui pi specialmente ' menzion.e l'altra
pratica, che la Storia Finanziaria a quando a quando ci
del sostituirsidifinitivarnente ad un tributo vec-
chio un tributo nuovo, considel'ato meno doloroso del
primo. Poich sarebbe eccessivo il credere che in ogni
caso la vecchia imposta sia innanzi agli occhi del con-
tribuente preferibile alla nuova, quantunq,ue questa sia la
cosa pi ol'dinaria. Anche delle imposte pu dirsi che
. viene l'ora della loro morte. Vi hanno particolal'it di
accertamento e di riscossione, le quali per
loro stesse pene speciali, accanto alle pene prodotte dal:-
l'imposta. Se in questi casi un nuovo tributo, pur
dendo la stessa somma del vecchio, si accompagni a
forme d'accertamento e di riscossione meno moleste,
sal' senza dubbio accolto con un senso generale di sol-
lievo. Questo sentimento pu anzi manifestarsi anche
nell'ipotesi, in cui l,a nuova imposta ecceda l'ammontare
della vecchia, in quanto quest'eccesso produca una pena
minol'e di quella l'ecata gi dai metodi vessatori della
prima.
A Itl'e volte, le l'agioni di preferibilit del tributo sus-
seguente sull'antecedente consistono nel diverso pl'egio
che hanno anche per gli stessi contribuenti le divers
materie colpite. Altre volte le ragioni di avversione pel
vecchio tributo si connettono al ricordo di un reggimento
politico ora condannato, o all'opera di un principe o di
un ministro divenuti impopolari, e via dicendo.
Del resto, l'introduzione di un'imposta, in sostitu-
zione di un'altra, si accompagna con una speciale sod-
disfazione di una grande parte di cittadini malcontenti,
i quali vedono in quel fatto un felice risultato delle loro
agitazioni, un attestato della loro potenza, un tentativo
fatto dal Governo per tr'anq uillarli, il suo l'iconosci-
mento di avere' male agto in passattl , il suo
di meglio comportarsi in avvenire. La impressione I1ia-
cevole, che tien dietro sempre all'abolizione d'un tri-.
lR7
buto odioso, $i mantiene lungamente nel popolo, che
disposto a molto concedere, a molto pel'donare al Go-
verno, che assunse quell'iniziativa;
Se durante una tale condizione : degli animi soprav-
venga un nuovo balzello, si inclini a credere che esso
sia l'eclamato da bisogni imprescindibili e che sar man-
tenuto entro i pi ristretti limiti dei possibile. Solo a
lungo andare sitfatte cl'edenze potranno rivelarsi come
illusioni, ma intanto esse possono fornire un prezioso
strumento nelle mani dell'uomo di Stato, che si deter-
mina d'ordinario gU vedute ristrette o che sente la ne-
. nssit di dare una momentanea tregua all' irritazione
. pOpolare. Chi conosce la storia tributaria dell'epoca del
cardinale Richelieu, saq ual pal'tito trasse quel fine po-
litico dallo spediente di cui qui si ragionato.
45.
Mezzi d'attenuazione del peso d'imposte ingiustamente
pagate.
Una speciale connessione cogli spedienti di politica
finanzial'ia ora discorsi, si riscontra in un offl'ire al con-
tribuente, il quale sia stato dagli agenti fiscali obbligato
~ pagare ingiustamente pi del dovuto, tali ' rrlezzi di ri-
corso e di risarcimento, che in realt si risolvono per
'lui in un aggravio maggiore di quello cui fu illegalmente
sottoposto.
Se, chi ha dovuto pagare per una tassa o pel' un'im-
posta una mezza' lira indebitamente, abbia r obbligo di
chiede l'ne la l'estituzione su un foglio di carta da bollo
da sessanta centesimi, cosa quasi certa che pl'eferir
di rinunziare al ricorso, che cO:stituisce per lui la pena
maggiol'e. Anche a parit d'altezza fra la somma inde-
bitamente sborsata a titolo d'imposta e la somma, & cui
uOVl' sottostare' per avere giustizia, gli atti che il cit-
tadino dovr compie,I'e in quest'ultimo caso costituiscono
Una pena maggiore della pena prodotta dall'imposta inue-
]88;
bitamente pagata e ci perch si l'ende necessario il di-
spendio attuale, immediato d'una lluova somma, la quale
definitivamente perduta, mentl'e la ltuota d'imposta da
restituirglisi rappresenta una ricchezza prospettiva, e gi
per questo solo di un valore attuale minore. Ma anche
quando il ricorso pu essere fatto in carta libel'a e non
imponga il pagamento d'una nuova tassa, possono solle-
varsi contro al dall'uomo di stato, in via
diretta ed indiretta, biJi difficolt, che per essere vinte
richiedano un sacrificio maggiore della rinunzia allo
eccesso dell' imposta pagata. QUeste difficolt si debbo-
no vedere sovratutto nel moltiplicarsi delle
di diritto e di procedur'a , cui si deve aver riguardo e
che hanno per effetto, oltrech di rendere incerto
l'esito della domanda, anche di costringere il postulante
a spese cospicue pel' emolumenti ad avvocati, notai,
periti, ecc. Gli quando le leggi e' i gl'adi di giu-
risdizione e la 101'0 divel'sa qualit hanno raggiunto un
alto gr'ado di complicazione, gli allora che il fisco,
colle apparenze pi democratiche, pu l'j nunzial'e a qual.
siasi contribuzione; in occasione del riscosso indebita-
mente, colla certezza che milioni di lire
incassate, non gli verranno chieste. Ed intanto non si pu
dit'e che lo Stato si rifiuti di faI' giustizia. Non vi sono
infatti le leggi e i tribunali a cui l'icurl'ere? Chi vi ri-
nunzia ha tutta l'aria di aver pl'esa una delibel'azione,
spontaneamente. Egli stesso, pUI' l'inunziando a chiedel'e
ci che gli dovuto, sa che potrebbe agire d\-ersa-
mente ,che VI sono dei mezzi pel' far valel'e i suoi di-
ritti, che potl'ebbe dare una lezione a quel tale agente
o a quella tale commissione, che egli non vittima che
del suo particolare tornaconto e ci gi. vale a rendel'gli
assai meno grave la pel'dita subita.
189
46
L'imposta apparente come mezzo di liberazione d' u ...
n'offesa agli scopi giuridici O di prosperit dello
Stato.
I mali maggiori, che qui l'imposta avrebbe virt di
rimuovere, si collegano sempl'e a servigi di utilit gene-
rale e pel' non a piacel'i dipendenti l'istrettamente dal-
l'azione indi viduale. Il potere politico presenta un' im-
posta nuova o un aumelto delle vecchie o un pl'estito
pubblico o un'alienazione demaniale come gli spedienti
indispensabili pel' rimuovere il pericolo di un danno pub-
blico, vel'o od immaginario. S'intende bene che la natura
di cotesto danno pu essere assai varia e riferirsi, cos
al caso di una minaccia alla integrit del territorio na-
zionale, come all'ol'dine interno, della salute fisica della
popolazione o dei suoi interessi economici. Cos l'uomo
politico l'iesca a strappare l'appl'ovazione di leggi finan,
zial'ie, additando il bisogno di seguire i progressi negli
al'mamenti di una potenza l'i vale (l) o di contrastal'e
l'espande l'si e l'agital'si dei pal'titi sovvel'siv i o di com-
battel'e malattie che minacciano le vite umane, di vege-
tali o di animali (2).
(I) Alla line come in principio, i governi liberi, come
sotto i governi dispotici, lo. guerra. che viene sempre invo-
cata per nuove imposte od aumentare le vecchie, mn-
tre l'organizzazione coercitiva. sviluppata ilei passato della guerra
rimane il mezzo di esigel'le (SPENCER, Principii di sociologia,
Il p. 221), Biblioteca dell'Economista).
(2) Questa specifica indicazione di certi mali, rimuovibili
coll'imposta, costituisce un fatto ccezionale nei tempi moderni,
nei quali essa provvede genericamente ai bisogni collettivi
( 42). Senza che sia necessario di precisare pl'opriamente a
quali. servigi pubblici dar. nascimentoqllestao quella impo,
sta, si trovano in azione ai nostri giorni cause sufficienti per-
190
Vi hanno cel'ti mali, che costituiscono per un paese
il suo ' punto pi sensibile, i quali, coll' essere accorta-
mente irl'itati dall'Uomo politico, forniscono mezzi quasi
inesauribili pel' la finanza. Naturalmente, quei mali sono
assai dlversi da popolo a popolo, da momento a mo-
mento, da classe a classe, e bisogna 'quidi saperli uti-
lizzare con av'vedutezza.
Allol'ch la sventura pubblica, che d' nascimento
ad una data imposta, veramente accaduta, il fatto, cb.e
motiva un'attenuazione di una pena tributaria ha funda-
mento reale e su di essp non cadeel'rore, non esiste ,il-
lusione, mentre invece essa si ha qualora il pericolo pub-
blico temuto sia semplicemente immaginal'io (1).
Del resto, in ogni caso, e cio, tanto se il servizio
pubblico sia vel'o , quanto se sia fittizio, si ha , sempre.
un'altra specie di illusione, consistente nello specialis-
simo apprezzamento delle pl'oprie ricchezze, che uno fa
in un momento di paul'a, d'esaltazione, momento in cui
una grande, quantit di bisogni privati, subisce una vio-
lenta Eventualmente poi accanto 'a quest'ul- '
tima illusione possono accompagnarsene altl'e circa l'am-
montal'e dei mezzi ,necessal'i allo Stato per iscongiurare
il danno, circa la vera entit e le conseguenze di que-
sto, ecc.
ch tali imposte sieno pagate. Ma, in alcuni casi speciali, la
spinta contr'ibutiva di ciascun cittadino o di certe classi '
fortemente accresciuta col porre loro nettamente innanzi un
preciso beneficio attendibile .Iallo Stato. Il sistema ailtico; del-
l'affettazione di una imposta per ciascun servizio,
richiamato parzialmente in 'vigore e solo per un certo istante.
(1) Vi t,utto un sistema complicato di congegni, mirabil-
mente perfezionato nel corso dei secoli, che serve ad esageral'e
il valol'e dei servigi ed in parte anche ad impedire che
l'abitudine di goderli tlnisca col renderli inavvertiti. L'esposi-
zione di questa materia dovrebbe fMmare argomento della teo-
ria dell'illusione nei pubblici servizi.
191
Le djsposizioni legislative, che consentono di commu-
tare pene corporali in pecuniarie, costituisce un'altra larga
applicazione ,del pl'incipio, cui l'()nere tributario
trova mitigazione pel suo appal'ire come lo strumento
necessario' ad evitare un altro male maggiore.
Qui la pena non si presenta pi come . un dolore,
necessariamente connesso ed accessorio di una pena
corporale, come vedremo al capo IX, 49, ma come un
mezzo pel' evitarla .
. una consuetudine, assai largamente seguita nel
Medio evo, quella di concedere al condannato ad una
pena corporale di transigere col fisco; sovratutto que-
sta facolt dovette parere preziosa ai rei dei pi gravI
misfatti, puniti colla pena capitale o colle pi feroci mu-
La cl'udelt delle pene di certe epoche fu senza
dubbio motivata, in buona parte, dal bisogno di quella
maggio l'e quantit di danaro, che si pu ottenel'e, colle
co'mposizioni, dai delinquenti. E anche qui non manc la
sottigliezza del genio fiscale a piegare la pena pecunia
ria alle pi diverse esigenze, alle facolt del reo, alla
gravit del delitto, ai bisogni della finanza, ecc. (1)
Un'ultima applicazione del principio esaminato in que-
sto capitolo, si riscontra nella facolt data ai cittadini
di sfuggire al servizio militare in tutto o in parte merc
prestazio'ni pecuniarie, facolt di pagare il cambio, tasse
di volontariato di un anno, ecc.
(1) Fu in ispecie presso i Longobardi clte ebbe attuazione
il principio d' impinguare le ' rendite pubbliche, mediante la re
denzione delle pi feroci pene, stabilite dal codice Longobardo
,ai colpevoli, con somme di danaro. LA CECILIA, Saggio storico
evoluzione dei, tributi; Gazzetta del Procuratore, volu-
\1:16 XXVI[ p: 471:
CAPO IX.
Illusione finanziat'ia mediante associazione delle
. pene delle imposte fl'a 101'0 e con altre pene.
47
Una legge psichida e la sua applicazione nella finanza.
Come punto di pal'tenza delle seguenti ricerche noi
pOlliamo questo principio, al quale siamo giuntidopQ un
certo numero di osservazioni. Se un uomo, che si tl'ovi
gi sotto il peso di un dolore alquanto elevato, sia col-
pito da altri eventi penosi, avr da questi ultimi una
nuova sofferenza minore di quella che ne avrebbe avuta.
qualora si fosse trovato in ulla condizione di l'dinario
benessere. Un fatto doloroso, a quel che ne sembra, ha
un'intensit diversa, secondo che colpisca l'uomo tut':'
tOl'a fortemente afflitto da altri dolori precedenti o se-
condo che sia libero da questi; eccita una pena minore
nel primo caso, maggiore nel secondo.
Vi una speCie di saturazione dolorosll' verso .la
quale si procede col succedersi di eventi dannosi. 9uesti
vanno perdendo progressivamente una parte della af-
flittivit, che avrebbero prodotta se fossero occorsi con
una grande dist.anza fra loro. Una pena d'intensit u ..
193
guale a 5 per chi era sgombro da gravi affanni, sar
forse uguale a 4, a 3 per chi gi si trovi sotto un'affli-
zione di lO.
Ricordo di avere una volta ricevuta una pietosissima
confessione da un amico, il quale mi narrava che, es-
sendo stati presi quasi tutti i membri della sua casa da
gravissima malattia, aveva provato inenarr'abile stra-
zio an'infermarsi di uno zio e di una sorella, le pl'ime
vittime del morbo, e che et'a i'imasto poi quasi inditfe-
r!3nte alle sofferenze degli altri parenti. Ricor'do anCOl'a di
una fanciulla, che, avendo sempre adorata la madre, 'fu
poco sensibile alla rnort", di questa, avvenuta poco dopo
la morte del fidanzato. noto come l'allarme, il panico
eccitati dai primi casi di una malattia epidemica o dai
primi morti in battaglia, vadano scemando rapidamente col
continuare della mora,
Vi sono bens circostanze, nelle quali il sopraggiun-
gere di un nuovo evento penoso, anche minimo, deter-
mina la maggiore acuizione dei precedenti dolori, de-
tel'mina dei deflussi pericolosi di pena e perfino un pa-
l'ossismo spasmodico, che non in nessuna proporzione
col danno etl'ettivo recato dall'ultimo accidente. Ma d'or-
dinat'io l',uomo turbato da gravi dolori ha una certa ot-
tusioile sensitiva per i successivi eventi penosi, che pu
giungere fino alla quasi insensibilit pel' rispetto a pic-
tcole molestie, Queste allora restano inavvertite, come
resta inavvel'tita la fioca luce della lampada innanzi al
sole meridiano, il tenue 1'0nzO in mezzo al frastuono,
la festuca aggiunta al pesante fardello,
Il principio Oi'a esposto trov importanti applica-
zioni nella finanza, La minore resistenza alle contribu-
zioni, opposta dai contribuenti oppressi da altri dolori,
doveva condurre ad una fissazione, accanto ad eventi
penosi, di nuclei tributari, i quali coll'andar del tempo
spesso si differenziarono, svilupparono ed organizzarono
a sistema. Nei momenti d'afflizione si trovava un tel'reno
191
cedevole, come delle depressioni morali,. entro cui s'in-
canalavano correnti d'imposta.
Negli innumel'evoli tentativi dell'uomo di Stato di
'stabilire imposte, dovevano aver vita pi breve quelli
che trovavano le condizioni meno adatte al loro acco-
glimento ed alla loro conservazione; e dovevano invece
mantenersi e sviluppal'si quelli che erano meglio tolle-
rati. E cos la p:'atica t.'ibutaria, pure avendo cammi-
nato spesso a tentoni, procedeva grado grado a risultati
.pi perfetti in forza di circostanze le pi varie, intuite
eventualmente solo in modo frammentario dall'uomo po-
litico, ma mai Ilei loro insieme,
Cos adunque anche qui, col favore di speciali eventi,
a poco a poco si venue a costituire un ,sistema di mole-
stie tributarie intorno ad altre molestie di varia natura.
48.
l/imposta stabilita sul contribuente nel momento dello
sfacelo delle sue sostanze.
Una moltitudine di vittiine sul tel'reno economico,
che non avrebbe mai potuto essere colpita d'imposta in
ragione dei suoi lupri, dell'importanza del suo vere, fu
taglieggiata nei momenti delle sue maggiori strettezz.e
dei suoi maggio l'i sacrifizi. Si colp senza riguardo la
piccola propriet che si trasferiva, l poderetto, la ca-
supola, la vendita dell'ultimo residuo della propria so-
stanza, fosse pure determinata dal bisogno di mantener.e
un infermo, i beni strappati dal creditore all'asta pub-
b l i c ~ per un prezzo vile. Tutta una classe di deboli pro-
prietari in dissoluzione si rassegna alle feroci esigenze
fiscali, non tanto per la cosciente impossibilit di resi-
stere ad esse, quanto perch, nello sfacelo delle se so-
stanze, nell'impeto della sua rovina, considera la fra-
zione di ricchezza strappatale dall'imposta come un am-
minicolo, un accessorio, i pochi stecchi aggiunti al pe-
sante fardello.
49.
L'imposta sui condannati.
Altl'j eventi dolorosi, ai quali il potere pubblico av-
vicin l' obbligo del pagamento delle imposle, fUl'ono le
pene. c9rporali inflitte ai delinquenti. Allorch il reo fu
colpito dalla ,legge con una pena cOl'porale per un l'eato
commesso, accanto a quella pena \'imase frequentemente
la pena pecuniaria pelo l'agioni certo della pi varia na-
tUl'a, le quali consentit'ono che -quella pena pecuniaria l7i
elevasse assai spesso al disopra delle spese provocate dal
giudizio del condannato. Il cal' attere di penosit della
multa e dell'ammenda che, togliendo una parte di beni,
toglie i 1l1ezzi per la soddisfazione di un certI) numero di
bisogni,.Ia cupidigia del le esigenze dei pubblici
servigi contribuir'ono senza alcun dubbio a mantenere e
ad esacerbal' e pene pecunarie, le quali consentivano
ancora una certa mitigazione nelle pene fisiche, recla-
mata daLIa mitezza dei costumi, dalla l'eligione, ecc. (1).
Ma bisogna pUI' dire allcora che poche fonti di en-
trata dovevanQ tl'ovare una miuol'e resistenza, ,un pi
largo assenso, che le pene pecunarie. Poich in primo
luogo, la Societ tutta d'ordinal'io trova che la pena pe-
cuniaria, oltre ai suoi aspetti di giustizia e di equit ora
discorsi, le risparmia nuove contribuzioni per addossarle
ai pi malvagi e pericolosi cittadini. In secondo luogo, il
condannato stesso non oppone, non dir alcuna resistenza
(1) Quando la pubblica autorit interviene a. disciplinare
lo. vendetta, ed a proporne la conversione in un diritto pecuniario,
essa agisce gi come forza di attllazion" dell' ordine della
pace comune.
La Chiesa, prima presso le popolazioni dell'impero romano,
poi presso i barbari. contribu potentemente a sostituire, alle
pene corporali le pecuniarie e le ,penitenze.
196
fisica, ch sarebbe follia, ma neanche una qualsiasi re-
sistenza morale, al pagamento della pena pecuniaria; e
ci perch egli si trova in quell'avvilimento, che deriva
dal vedere contro di s tutta la gerarchia politica, giu-
diziaria, amministl'ativa, dal Principe fino all'ultimo sbirro,
dal sentirsi sotto il peso della disistima gene l'aie, spesso
anche del rimol'so. ~ g l i finisce col tl'ovare la sua spo-
gliazione un fatto naturale, logico, necessario. Egli stesso
sapeva che cos doveva essere, se non riusciva a sfug-
gire alla giustizia. In terzo luogo, ed ci, su cui qui
'vu61si specialmente insistere, le pene corporali, che il
condannato deve sopportare, richiamano cos fOl'temente
la sua attenzione, da lasciare nell'ombra le pene pecu-
niarie. Le angosce, che quelle infliggono, costituiscono
il punto pi intenso di dolore. La perdita della libert,
la flagellazione, la mutilazione producono d'ordinario
un allal'me pi intenso, almeno per un certo tempo, che
non la pel'dita del danaro. Poi vi sono le questioni mo-
rali,che distolgono dalle cnsiderazioni del danno l'e--
cuniario: il disonore, l'infamia, l'allontanamento dalle
persone pi care. Infine, salvo il caso che la pena COI'pO-
l'aIe implichi una lunga cessazione dei redditi personali
del condannato, dannosa pel' la sua famiglia, essa importa
una restrizione notevole nei consumi, nelle spese del reo,
ci che aumenta la sua capacit contributiva.
Se adunque le pene corporali pal'vero necessarie
per isviluppare la scala dell'aftlittivit dell' imposta e in
parte anche per ragioni di giustizia, essenJo esse pi
proprie a colpire certi reati dei ricchi; anche le pene
pecuniarie rimasero tenacemente per molte l'agioni, fl'a
le quali ebbe certo importanza la finanziaria, che trovava
terreno pi adatto nei motivi che mitigavano il peso di
tali pene (l).
(1) Si comprende quindi la forza di conservazione delle pene
pecunirie, anche nel periodo; in cui esse non costituiscono pi
il sistema penale or-dinario. Il sistema delle composizioni, cbe
197
50.
L'imposta di successione
sui parenti pi prossimi del defunto.
Ma vi un'altra classe di persone, la cui tristissima
sorte avrebbe dovuto essere sacra al fisco: quella .di co-
loro, che furono di recente colpiti dalla mOl'te di un pros
simo parente. Il dolore qui stilla da punti diversi nel
cuore; vi il dolore derivante dal rievocare o risentire
le sofferenze fisiche e morali che pat il defunto, i suoi
timori, i suoi brividi, le sue ribellioni alla morte, le sue,
rassegnazioni da dispel'ato o da mistico. Vi il dolore
egoistico di sentire una parte, vivente di se stesso spenta
col defunto. Vi il dolo1'9 della perdita del consigliere,
del protettore o, ci cbe pi deliCato ancora, della
perdita del protetto, del biso/.lllOSO d'aiuto, il senso del-
l'isolamento, della propria fragilit ecc. Vi poi pi ge-
neralmente il dolol'e deriyante della perdita dell'attivit
economica del defunto, la quale si risolve . in un danno
materia,le.
Di fl'onte a tutte queste val'ie cagioni di dolo l'e, non
vi nemmeno la soddisfazione derivante da un recente
improvviso arricchimento; poicb i beni ereditati sono
era divenuto normale sotto i Longobardi e pi specialmente
sotto i Carolingi e nelle legislazioni imperiali, nel successivo
periodo, nel quale le pene corporali prendono il massimo svi-
luppo, non iscompare, ma diventa sllssidial'io e complementare.
Gi le finanze rOD;lane avevano ril!avato enormi provonti dalle
multe e dalle confische dei beni, comminate come pene acces-
sorie di moltissimi reati. La pena della contisca diventa usuale,
come pena accessoria, sotto l'Impero. Sotto Augusto, l'ammon-
~ a r e di queste risorse fu s considervole, che l'erario si trov
in condizione di diminuire il tasso dell'imposta. 811 questo punto
vedi LA CI!lOILIA, Saggio storico sulla evoluZlone dei tributi,
Gaz. del Procuratore, vol. XXVII, p. 266.
198
considerati gi in pt'ecedenza dagli .eredi come cosa
propt'ia.
Pertanto, il colpil'e i parenti pi pl'ossimi del defunto'
con un'imposta sull'eredit avrebbe dovuto sembrare un
atto, non solo iniquo, ma estremamente impolitico e
tale da eccitare i contribuenti a fiere resistenze, a di-
sperati propositi. Nondimeno il fisco ha anche qui osato,
ed ha avuto ragione di osare.
Certo anche quest'imposta nel suo nascere provoc
resistenze (1), le quali non mancal'ono del resto neanche
al sorgere di quasi ogni altro tributo. Ma quell'imposta
. pel'mase e si diffuse (2); si esacerb, non scomparve,
nou si tl'asform in altee contribuzioni, come accadde
poi ad altre im poste estremamente
La perceziolle dell'imposta fu assai facilitata, quando
questa, per i parenti pi prossimi, fu stabilita in una mi-
sura pi bassa (pur raggiungendo una notevole altezza
assoluta) che pei gradi pi remoti di parentela. Quelle
impuste S0110 state pagate con una l'epugnanza minore
di quella, che si poteva attendere, per varie ragioni.
In primo luogo, esse rappresentarono un riconosci ...
mento di un diritto original'iodella collettivit sulla
terra; in seguito, la l'icognizione dei diritti del signore
(1) Ott-lvio ed Antonio, al di muover gQerra.
a. Sesto Pompeo. tentarono di stabilire un'imposta sull'eredit;
ma dovettero rinunziare al 101:0 proposito,di frollte alla resistenza.
opposta dal popolo. Augusto a sua volta riusc a stabilire la.
vigesima hereditalum solo col minacciare la restaurazione del
tributum soli e coll'esonerat'e gli heredes domestici, elle pos-
sedessero la parentela civile. .
(2) Con Caracalla l'imposta si estese, oltrech sui nuovi
cittadini, che avevano ottenuto la. cittadinanza col' jus Latii
o per la liberalit del principe, anche agli heredes domestici
aventi .. il jus 'Jognat onis: !}el resto le pi recenti ed accUI'ate
ricerche di storia finanzia.ria sembrano confermal'e chI' quella.
imposta gi esistesse presso gli Egiziani. Oagn:...t. tude Histo-
l'ique SUI' les impts indirectes chez les Romains. Parte ::J&.
199
(reliefs), fatta dall' erede di un feudo o di un sotto feudo;
e pi\J.. tardi esse costituiscono anche un equivalente in
moneta (escuage) dell'omaggio dovuto da chi riceveva. in
eredit o direttamente un Questo modo bene-
volo di considerare il tributo, se da un lato veniva in-
debolendosi colla rovina del sistema feudale, da un altro
lato era raffol'zato dalla tutela giuridica, prestata dall'Au-
torit pubblica, a difesa del diritto successorio. In se-
condo luogo, le maggiori asprezze del tl'ibuto, applicate
a chi si trovava nei gradi pi remoti di parentela col
defunto, tendevano a rappresental'e come mite, e tale da
dover essere soppol'tata con animo l'imposta
pi!l moderata, pel'cetta pei gradi pi stretti di pal'entela.
Quelle asprezze erano l a pl'ovare fino a qual punto
fosse dato di spingere questa specie d'imposte; el'ano l
a rappresentare l'animo pietoso del legislatore, che fre-
nava sue richieste al meno possibile innanzi ai pi
afflitti contribuenti. Ma anche un'altra l'agione ha qui
importanza, e con:siste in quella specie di saturazione
dolorosa, in cui si trova chi sotto il peso delle pi
gravi pene, pel' la quale i nuovi eventi penosi pel'dono
gl'an parte della lo ro aftlitti vita.
51.
Le va?"ie specie d'illusione nelle imposte di successione.
A questo punto noi ci trovia.mo innanzi ad un SOI'-
prendente risultato, quale quello di un'attenuazione del
peso dell'imposta di successione pel' due cause . opposte.
Poich tale attenuazione del peso dell'imposta vedemmo
(Capo VI) essere pI'odotta dal piact'I'e deri vante dai pl'imi
momenti dell'appropriazione di ce l'ti beni; ed ora vediamo
quello stesso effetto essere raggiunto daL primo imper-
versar'e del dolore sull'animo dell'erede, legato in pl'OS-
sima parentela col defunto. Sicchfo ad uno l'isul-
tato condul'rebbel'o stati psichici i pi divet'si ed oppo-
sti, quali il subito piacer,eed il subito dolore.
200
Un tal risulta.to, apparentemente strano, facil-
mente spiegabile. Infatti, sia che il contl'ibuellte sitrovi
. in uno stato di piacere o in uno . stato di dolore, egli
nel suo giudizio sull' entit del tt'ibuto si trova sempre
sotto la suggestiono di un immediato arrict:himento. Ci
chiaro per l'erede, che ad una grande distanza di
parentela dal defunto, ed in tutti quei casi in gen91'e,
nei quali il piacere per l'eredit conseguita supera il
dolo l'e l'ecato dall'evento luttuoso.
Ma anche chi si trovi oppresso da un lll'ande dolol'e
viene allontanato da un complesso di bisogni, che gli
lascia disponibile Ulla parte maggiore del suo t'eddito e
ne aumenta la facolt spendet'eccia e contributiva. Sotto
la pl'essione di una grande sventura, la restrizione dei
bisogni, implicanti spe$a, pu giungere fino al loro com-
pleto annullamento. Il che vediamo accadere a chi, es-
sendo colpito da una grande sventura, delibera la. sua
propria mOl'te. Altre volte l'acuto dolore spinge a lal'-
ghissime, sebbene non a totali rinunzie dei pt'opri biso
gni , come nel caso di chi desideri condividere le pene
di una per'sona cara, che sotft'e. Cos pu tornat'e
vole il rinunziare, accanto ad una persona impoverita,
ai comodi e la povert pu otft'it'e squisite ric-
chezze. Il dolore vel'o spesso conduce l'uomo a consi-
derare come fl'ivolezze e vanit certe sue pl'atiche, certi
suoi desideri prediletti; lo richiama ai pericoli cui si va
incontl'o coll'impiego delle ricchezze, alla sobriet, all'u-
milt, alla morte, ad idee morali e mistiche.
L'angolo da cui si giudicano consuetamente
le proprie ricchezze, "la propria capacit contributiva, si
sposta, e ci, che pl'ima pareva appena appena bastevole
e pel'fino insufficiente a soddisfal'e i propri bisogni, ap-
pare ad un tratto, e per un certo tempo, esuberante.
Per tali sensazioni la capacit contributiva acquista la
pi granfie espansione.
Insomma, il contribuente nelle imposte di succes-
sione soggiace a due specie d'illusione. L'na proviene
da un piacere, l'altl'a da 11n dolore. Entrambe pel' con-
201
ducono ad una esagerazione tempo.ranea della capacit
contributiva.
La pI'ima di queste due-"specie d'iIlusio.ne agisce prin-
cipalmente sugli el'edi da parenti remo.ti o. da estranei;
la seco.nda,specialmente, ma no.n esclusivamente; su e-
redi da parenti pro.ssimi. E dico. no.n esclusivamente,
perch anche chi subisce, per effetto. di un recente do.-
IDre, restrizio.ni in un certo. numero. di biso.gni estingui-
bili con ricchezze materiali, non isfugge per pi o. meno.
a certe so.ttilissime seduzio.ni di benessere ed a certi im-
pulsi spendrecci, pro.do.tti dalla recente appro.priazio.ne
delle so.stanze ereditate.
52.
L'attenuazione del peso delle imposte di suce.es-Sione pei
parenti pi prossimi del defunto dipende da un l'e-
stringimento dei bisogni dei sensi speciali.
Una circo.stanza tuttavia ebbe tendenza ad impedire
che l'impo.sta sui prossimi parenti attenuasse considere-
volmente il suo. peso.. Tale co.nsistette nella
necessit, in cui si tro.v il fisco., dico.ncedere agli eredi
un tempo piuttosto. lungo. pel pagamento del tributo.. Que-
sta dilazio.ne al pagamento. fu richiesta per riguardo a
quelle condizioni econo.miche , nelle quali la provvista
del numerario. in un bl'eve lasso. di tempo incontrava
speciali difficolt. Quella co.ncessione diveniva tanto pi
necessaria, quanto pi si elevava il saggio dell'imposta.
Ebbene, se il percorso di tempo, che intel'cede fl'a l'i-
stante della mo.rte del dispo.nente e l'istante in cui si paga
l'imposta sia lungo, durante esso una grande quantit
di motivi, che restringono i no.ski bisogni e quindi au-
mentano la nostra capacit co.ntributiva, cessa di agire.
Esaminando. con attenzione i bisogni che subiscono
una restrizione sotto l'improvviso imperversare di una
sventura, troviamo che anche certi bisogni del senso.rio.
comune vi paItecipano_ Nei primi gio.rni, che succedono
202
ad una sventura' domestica, la fame, la sete, il sonno, iL
bisogno di camminare attenuano assai i loro stimoli.
Questo sta'o di cose tuttavia quasi sempre di brevis-
sima durata. Infatti l'insoddisfazione di quei bisogni mi-
naccia cos da vicino la salute eIa vita del paziente, da
provocare reazioni fisiche e morali assai energiche, alle
quali o si obbedisce (ed allol'a cessa l'insoddisfazione di
quei bisogni) o si aoccombe. Ma vi un'altra specie di
bisogni, che sogliono restringersi pel' ca usa di un lutto
domestico, i quali dipendono dai sensi speciali, vista, u-
dito, olfatto , gusto, onde avvengono rinunzie a certe
soddisfazioni: ai ~ a t r i , ai balli, ai concerti, alla consueta
partita alle carte, al 9igliardo, alle ricercatezze del-
l'abbigliamento, al culto pel proprio alloggio, ai cavalli,
alle corse e via dicendo. L'insoddisfazione di questi bisogni.
dei sensi speciali si pu prolungare per un tempo assai
maggiore, che l'insoddisfazione di quei bisogni scaturenti
dal sensorio comune, di cui abbiamo gi discorso. La re-
strizione dei bisogni dei seilsi speciali abbastanza dure-
vole pel' essere utilizzata dall'imposta di successione. SoLo
che, la restt'izione di taii bisogni, come quella che si ri-
ferisce in gran parte ai bisogni cos detti di lusso, tende
ad esagerare La capacit contributiva specialmente delle
classi pi l'icche. Il povero ha ben. poco da restringere
nelle spese pel vestiario, per l'abitzione, per gli spetta-
coli artistici, pei ricevimenti, ecc. Sicch le imposte di
successione sui parenti pl'ossimi poterono bens giovarsi
della illusiol,le, consistente in un'esagerazio.ne della . ca-
pacit contributiva, quando furono applicate sulle grandi
e sulle medie fOI'tune; non gi sulle minime.
203
53.
Altt'e imposte, stabilite in occasione della morte di un
. prossimo pa'rente, delle quali la penosit miti-
gata o annullata da un restringimento dei bisogni
del sensorio comune.
Invece, l' esagel'azione, della capacit contributiva,
prodotta dalla restrizione dei bisogni del senso l'io co-
mune, non pot d'ordinario, per la brevit dell'azione
di questi, essere utilizzata dall'imposta di successione,
di cui il pagamento doveva essere fatto alla distanza di
qualche mese dal lutto domestico. .
Ma se la restrizione dei bisogni del sensorio comune
ha di consueto unahreve durata, in compenso agisce
su tutti, Senza distinzione di fortune e di ceti. Le im-
poste di successione quindi, allol'ch 'non fUl'OIlO percette
nei giorni pi pl'ussilli all'evento luttuoso, come pal'e
accadesse tal volta, 11011 a trar partito dalla
esagerazione della capacit contributiva, provocata dal
restriugimento dei nost,ri bisogni, aventi carattere ge-
nerale.
Ma vi ebbero altre imposte, che si riusc a far coin-
cidere col m'1mento psichico, in cui si rinunzia ad una
pal'te delle soddisfazioni primarie. , Quelle imposte hanno
avuta una forza illusoria .assai maggiore che !'imposta
di successione. Il che fu raggiunto colle imposte sulla
sepoltura, sulle esequie, sulle pompe funebri, ecc.
Le imposte di questa specie s'incontl'ano in tutti i
tempi, pres89 i Romani e nel Medio Evo, nel qual tempo
furono specialmente applicate agli ebl'ei, ma non di rado
anche ai Cristiani (l).
(1) l feudatari, a Napoli, irnpnsero a loro benetlcio imposte
nel caso della morte di un vassallo. Nel Piemonte, nel sec. XIV,
si stabilisce un' imposta sulla sepoltura deglI Ebrei. Mazarino
impose lo stesso tributo sui Cristiani nel 1654.
204
Ai nostri giorni, questi tributi dnno qualche entrata
agli enti locali.
Tali imposte sono di facilissima percezione; iI che
dipende dall'evidente utilit che l'ente politico, coi suoi
servizi, l'ende ai cittadini, in correspettivo del tributo
prelevato. Questo ha un aspetto visibilissimo di tassa.
L'ente politico interviene a rendere una serie d'impor-
tanti servigi alle persone afflitte dalla morte di un pa-
rente; tali sono la visita necroscopica, la registrazione
regolare del decesso, la prestazione di ufficiali pubblici
per le ultime cure al defunto, come i becchini e il man-
datario pei funerali, i custodi del cimitero, il serviziofu-
nebre pei trasporti, la cessione di aree pEH' inumazioni,
la conservazione della cappella e della camera mortua-
l'i a, ecc. Ma, oltre a ci, contribuisce a rendere facile la
percezione di. quelle tasse, e ad elavarle nella misura di
alte imposte, una folla di piacel'i d'indole privata, che si
accompagna ai servigi resi dall' ente politico, si confonde
con questi servigi e ne esagera l'importanza. Tutti que-
sti piaceri della pi varia natm'a furono altrove da noi
accennati, studiando l'influenza del piacere recato da atti
privati o pubblici sull'imposta. .
Ma qui noi dobbiamo insistere su quell'ordine di moti-
vi, attenuanti il peso dell'imposta, che provocato dal
dolore. E senza dubbio la depressione dei bisogni soddisfa-
cibili con ricchezze mater'iali agisce nel modo pi dil'etto,
attenuando il peso delle imposte di sepoltura, le quali ca-
<lono nell'istante, in cui lo spirito si allontana, pi forse
che in qualsiasi altro .momento della vita, dalle conside-
razioni di benessere materiale. Nessuna meraviglia quindi
che anche il Clero abbia chiesto ed ottenuto, malgrado
la mancanza di potere coercitivo, un gran numero di
prestazioni, in occasione degli estremi uffici da esso pre-
stati. Fra tutti i proventi che esso ritrae da occasioni
di feste e solennit, di battesimi, di celebrazioni di ma-
trimonio, sono pi proficui quegli che ottiene in occa-
sione ,dell;:t morte. .
205
H Clero ha creato, colle estreme cerimonie, un. gruppo
numel'OSO di tl'ibuti, i cosidetti ' diritti di stola nera. Essi
furono collegati ai punti di, vista pi diversi e in guisa,
da consentire le pi delicate misurazioni dei servigi resi
dalla Chiesa. Vi sono, cio, diritti in dipendenza dei vari
atti necessal'i al trasporto del defunto dalla casa ove
giace fino alla sepoltura (dil'tto di levata dell.a
dil'itto al passaggio di essa da una ad altra parrocchia,
diritto per la deposizione del cadavere nella terl'a). Vi
sono altri dil'itti appoggiati alla divel'sa et del defunto
(se il morto tocc il dodicesimo anno di et si considera
come adulto e la tassa doppia di quella, che si paghe-
rebbe per un fanciullo). Quei diritti val'iano altres in
ragione dei redditi pal'l'occhiali, in ragione
della condizione economica della farpiglia, cui appartenne'
il defunto, e, sopratutto, in ragione dei bisogni di lusso,
che questa vuole soddisfare. Sotto quest'ultimo riguardo
vanno ricordati il raddoppiamer.to del diritto della le-
vata del cadavere pel' tutti gli assistenti, quando inter-
venga alla cerimonia, oltre al cappellano, un sacerdote
di grado pi elevato; un raddoppiamento del diritto del
parroco, quando la deposizione del cadavere sia fatta
entro un tombino, anzich nella nuda terra; un diritto
variabile, secondo la l'cchezza del panllo funebre (dil'itto
spettante talora, non gi al parroco, ma alla fabbricel'ia
o al comune); un diritto alle candele dei famigliari accom-
pagnanti il feretro (diritto di spoglio, spesso ragguagliato
a una somma fissa in danaro per ogni candela); un dit'itto
alle torce nella chiesa e intorno alla bara; poi diritti
nel caso di ufficio funebl'e pei sacer'doti assistenti, pei pa-
l'amenti della chiesa, per l'organista, pel tiramantici, pel
sagrestano, pei chierici, per le messe in espiazione dei.
peccati del defunto, ecc., ecc.
206
54.
delle pene delle imposte fra loro.
Noi dobbiamo da ultimo esaminare un altro caso
particolare della grande legge psicbica, per III quale
ce l'te pene minori si attenuano quando sono . avvicinate
ad altre pene maggiori. Le pene maggiori, delle quali
qui si tl'atta , cui sono avvicinate pene .minol'i prodotte
da imposte, anzich 'essere provocate dalla morte . di un
parente, o dalla vendita forzata di un bene o da una con-
danna inflitta punitiva, sono provocate an-
ch'esse dall'imposta. Queste nuove accessioni alle vecchie
imposte, gi solo pel fatto ch'esse costituiscono pel con-
tribuente piccole spogliazioni di ricchezza accanto a spo-
gliazioni maggiori, perdono della loro affiittivit, per l'i-
nettitudine di chi t sotto una forte emozione' ad avvel'-
tire nuovi stimoli penosi di poca eJ}tit. D'altro canto,
le nuove frazioni d' imposta, in un pel'iodo pi o meno
breve, sembl'ano eliminabili pel' mezzo della traslazione
tributada o di minimi attizzamenti della operosit pl'O-
duttiva o con minime riduzioni dei consumi. La { parte
degli 'uomini si abbandona ad un complesso di consumi
occasionati, futili, capricciosi, saltuari, cui pare di poter
rinunziare assai agevolmente, sebbene non semlJre ci
avvenga nel fatto, almeno dUl'evolmente: Anche chi rispar-
mia ogni, ann una somma, si \3,bitua a prevederne l'am-
montare con una certa oscillazione, fra certi limiti. Il ca
rattere aleatorio; che sulle ultime pendici delle somme
risparmiate si fa sempre maggiore, aliena ' l'animo da
esse.
Del resto, anche la pena iniziale di quelle nuove
imposte aggiunte veniva singolarmente impicciolita, ora
con solenni dichiarazio.Dl legislative, che esse sarebbero
state di breve durata, ora con nomi che questa loro pre-
.cariet ricordavano (p. es., decimi di guer1'.a). Quando poi
207
queste illusioni cadono, gi l'abitudine ha lenita la pena
dei nuovi tributi (1).
Le ' nuove appendici contl'ibutive, ora mantennero il
nome della vecchia imposta, cui accedettero; ora assun-
sero nome nuovo. Il primo caso si ebbe, pel' citare un
esempio memorabile fra i . moltissimi, che potrebbero es
sere ricQrdati, nei continui aumenti, che sub la priva-
tiva del sale in Napoli nel secolo XVII; infatti, quell' im-
posta, che nel 1608 fu stabilita in 8 carlini a tomo lo, nel
1635 fu elevata a lO, nel 1637 a '12, nel 1640 a 16 e, nel
1644 a 22. E volendo citare anche un esempio d'imposte
con nome nuovo aggiunte alle vecchie, ricorl'eremo anche,
qui alla finanza di Napoli, dove all' imposta del vino a
caraffa, chiamata terziaria, fu aggiunto nel 1577 un
praggravio detto nuove imposte, oltre ad un tributo in
ragione della delle botti, chiamato gabellucci.
Cos adunque, da un lato, per il sovrapporsi di piccole
imposte nuove sulle vecchie, si vengono formando alti
tributi a successive stratificazioni e costituenti i pel'ni
principali del sistema tributario; mentre da un altro canto
l'avvicinamento di piccole imposte nuove, con nomi
propri, alle vecchie, viene costituendo una pluralit pi o
meno grahde ,di satelliti intorno a nuclei principali.
Or bene, la tendenza di questi satelliti, quando hanno
raggiunto un forte numero, quando si perduta la l'a-
gione delle diversit dei loro nomi, quella di gravitare
sul pianeta cui furono coordinati e di conglobarsi con
esso. Il che fa sorge l'e la speranza di una maggiore sem-
plificazione della finanza e consente poi di ricominciare
qualche anno dopo' colla creazione di nuove piccole im-
poste con nomi propri accanto alle vecchie. Per una serie
(1) Un'altra ragione, e di granIte importanza, della debole
penosit delle nuove frazioni d'imposta. consiste nella decre-
scente atHittivit delle singole rate dell' imposta. princip!J.le di-
stribuite nel tempo. Su questo punto sar tenuto discorso al
Capo X.
208
di sforzi, pi o meno coscienti, il politico riusciva cos,
con un lavoro alterno di associazione e di dissociazione
delle pene tributarie, ad ottenere il plU gran numero
di prestazioni pecuniarie col minimo sacrificio del con'-
tribuente.
Fra le piccole imposte nuove, aggiunte alle vecchie,
hanno acquistata nei tempi recenti la massima estensione
quelle di bollo. 'Cos noi le vediamo poste ' accanto alle
imposte sugli stipendi, sulle pensioni, sui trasporti,' sulle
assicuI'azioni, sui dazi di consumo, ecc. Queste imposte
accessol'ie di bollo, che la teoria moderna, ' malgl'ado la
sua buona volonta, non giunge sempre a giustifica l'e (1),
sono invece facilmente spiegabili, quando si ponga mente
alla legge psichica in discorso e 1\1 profitto che la pra-
ticapot trarne con un minimo di sacrificio contributivo.
Meritano qui un posto speciale anche le sovrimposte
imperiali comunali e pj'ovinciali e i decimi di guerra.
Lente stl'atificazioni hanno quasi inavvertitamente crea-
to un secondo, un terzo, un quarto sistema d'imposte ac-
canto al sistema delle imposte era'riali. Il Governo, che
pi d'ogni altro abus di siffatti spedienti fiscali, fu lo
spagnolo (2); quello che meno se ne valse fu l'inglese.
In Inghilterra la finanza conserv un or:dinamento pi
sincero, meno atto a dissimulare i sacl'ifici dei contri-
buenti.
Queste aggiunte furono il congegno, col quale le sem-
pre nuove somme chieste dagli enti politici potevano es-
sere frazionate e, come minime pene, dissimulate dietro
.le vecchie e pi fOl'ti pene dei contribuenti. Un'imposta
nuova richiama su di S, tutta l'attenzione del
sospende per un certo momento le sue ol'dinarie preoc-
cupazioni, promuove in lui un attento giudizio di con-
(L) Lo SCHALL, per esempio, costretto a condannare il
bollo accanto all'imposta sugli stipendi, pensioni, ecc.
(2) RICCA SALERNO, Storia delle dottrine finanziarie, edi-
zione 2&, p. 11, n. 1&.
209
fronto fra t'utile che ricaver dallo stato colla somma
pagata, ed i beni perduti, e solleva molti difficili pl'oblemi
sul modo di evitare o di, attenual'e la perdita dei beni
prelevati dall'imposta. -,
A questa forte perturbazione morale, provocata da
ogni nuova imposta, si devono aggiungere quelle difficolt
tecnico-finanziarie ed economiche, le quali eventualmente
possono ostacolare il sopravvenire di un tributo. Non
sempre infatti possibile sopperire al nuovo fabbisognO
finanziario con un'imposta nuova in un paese, nel quale
tutte le ricchezze sono gi colpite nelle loro manifesta-
zioni immediate e mediate. E del resto, anche quando vi
sieno certe fonti di entrata o certi consumi esenti da
imposta, non detto che sia facile assoggettarveli. Anzi,
in generale quella immunit attesta c h ~ esistevano forti
ostacoli contro quella specie d'imposizione.
Inoltre bisogna tener conto delle spese d' impianto
e d'esercizio di una nuova imposta, nonch delle pertul'-
bazioni che essa sar. per recare nei consumi e nella
produzione nazionale.
Quanta maggio l'e semplicit di spedienti, quanta mi-
nore perturbazione morale, politica ed economica presen-
tava il .metodo dei cos detti ,'imaneggiamenti delle im-
poste esistenti; onde si eleva leggermente l'aliquota del-
l'imposta a, il contingente dell'imposta b, si ritocca la
voce doganale c e la tassa d e via dicendo I Per que-
sto mezzo il nuovo gravame viene assai pi largamente
distribuito, sebbene spesso senza alcun riguardo alla
giustizia distributiva; viene ad adattarsi pi facilmente
alle pl'atiche , colle quali i contribuenti sono riusciti a
liberarsi, in tutto od in parte, dai loro tributi, coi pre-
giudizi ed errori comunemente accolti; ma viene sopra-
tutto a distribuirsi meglio colla capacit contributiva nel
suo complesso.
Con che si illuminano il fine senso pratico che ha
guidato gli uomini politici e le difficolt I che i sistemi
tributari empirici hanno saputo risolvere. La repugnanza,
210
che i pratici hanno sempre avuto per l'instaurazione
ex novo di grandi imposte e per riforme tributal'ie ra-
dicali, trova spiegazione in parte nelle difficolt d'indole
tecnico-finanziaria ed economica, che le riforme incon-
travano e che i riformisti trascuravano o credevano
contrabbilanciate da servigi pubblici, non abbastanza ap-
prezzati dalla generalit. Ma, senza dubbio, quella ripu-
gnanza trovava inoltre spiegazione"nella conoscenza che
i politici ebbero dell'animo umano. Essi non potevano
esitare fra "le massime commozioni, eccitabili da una
nuova gravosa imposta. e le minime commozioni; eccita-
bili da una distribuzione di nuovi pesi tributari sui
vecchi.
Coloro che, presiedendo alla cosa pubblica, dovevano
chiedere al popolo sacrifici sempre maggiori, di fronte
alla poca espansione che l'opera loro poteva avere verso
il bene generale , furono spinti a dare la maggiore e-
spansione .ai mezzi pi, atti ad attenuare le pene inflitte
ai contribuenti.
OAPO X.
Illusione dipendente dalla dissociazione
della l"icchezza l"eqllisibile.
55 .
. Una nuova mitigazione della sensazione penosa, del'i-
vante dal frazionamento dell'imposta.
Una nuova fallacia sull' entit tributaria dobbiamo
qui chiarire, la quale deriva da un processo inverso a
quello, che d. ol'igine alla fallacia discorsa nel capo pre-
cedente. La nuova fOI'ma d'illusione dunque non scaturi-
sce pi da un aggruppamento di certe pene tributarie
fra loro (Oapo IX), bens da una loro .dissociazione, da
un loro frazionamento e da una lO1'O regolare e con-
veniente distribuzione nel tempo. Quella somma, poniamo
di 100, che un contribuente aVI'ebbe dovuto cedere alle
richieste del fisco in uno od in pi anni come imposta
straordinaria, viene frazionata dal fisco stesso in minime
quote eguali o quasi eguali, da corrisponde t'si ogni due mesi
od ogni mese o ad intervalli pi brevi. Una serie di quote,
distribuite con regolarit nel tempo, viene a sostituirsi a pa-
gamenti stt'aordinari, irregolari e assai remoti gli uni dagli,
altt'i. Oiche un fatto eccezionale, si trasforma cos 'in un
fatto comune, abituale. Mentre il primo modo d'imposizione
doveva eccitare il pi . grande allarme, l'esame ed il cpn-
trollo della spesa e fiere resistenze, il secondo doveva a
212
pOCO a poco finire col fai' passare il tributo fra gli ac-
cidenti pi volgari della vita meno osservabili e coll'in-
durre il contribuente a compiere il 'suo dovere quasi in
modo automatico. S'intende bene come l'uno e l'altl'o di
quei metodi d'imposizione dovessero svilupparsi l, dove
trovavan le condizioni loro pi adatte, e come il preva-
lente metodo d'imposizione strao!'dinaria dovesse cedere
il posto ad un prevalente metodo d'imposizione ordina-
ria nel momento storico nel quale' si instauravano, o
consolidavano reggimenti politici oligarchici, quelli che,
secondo . la giusta sentenza del Montesquieu, sono meno
propri ad aggravare d'imposte i cittadini e che si pro-
pongono l'attuazione di scopi, da cui prudente stornare
l'esame dei contribuenti.
56.
Essa si (onda in, primo luogo su due leggi psico-{:..
siche.
Questo secondo metodo d'imposizione consentiva al
fisco di trar partito da due speciali leggi della nostra sen-
sibilit. La prima consiste nell' inettitudine del nost"o
sistema nervoso a produrl'e sensazioni penose di contro
a minimi stimoli. Perch si determini una sensazione
occorl'e che lo stimolo raggiunga una certa entit. Pic-
colissimi pesi non producono in noi un senso 'di pena.
Un oggetto di pochi grammi posto su di una mano, un
anello in un dito, per esempio, sar bens avvertito pel
suo peso, ma non recher dolore. ovvio, che se sia
concesso ad un debitore di poche lire, o di pochi cente-
simi, di pagare il suo debito in un lungo periodo di
tempo ed in minime frazioni, lo far con un sacrifizio
minimo. Il pagare ogni d, ogni settimana un centesimo,
due o tre centesimi, un soldo, un fatto che non eccita
una sensazione penosa neanche in coloro, che hanno
assai mediocri fortune. Piccole frazioni d'imposta, o re-
stano come fuori del campo luminoso deli'osse,'vazione,
213
O restano scarsamente illuminate (1); invece una forte
somma d'imposta diventa un punto di mira netto, pre-
ciso, ben determinato nelle sue relazioni coi bisogni del
contribuente e colla sua capaCit contributiva, ed arresta,
pelO un certo tempo, il divagare della mente per altri
scopi, per altre vie abituali o preferite. La generale spen-
sieratezza degli uomini e le loro occupazioni abituali sono
assai meno turbate, aLlorch essi 80110 sottoposti a leg-
gere e quasi impercettibili sottrazioni, che quando sono
sottoposti a poche ed elevate.
La seconda legge della nostra sensibilit, di cui si
avvantaggiata l'imposizione frammental'ia, consiste nella
incapacit del nostro sistema nervoso a produrre sen-
sazioni sempre ed esattamente proporzionate agli sti-
moli. Ad una serie di stimoli esterni qualitativamente
e quantitativamente eguali, e posti a certe distanze fra
loro, non corrispondono sensazioni eguali, ma d'intensit
decrescente. Chi ha perduto ripetutamente al giuoco la
stessa somma in tempi diversi, anche se la sua fortuna non
sia venuta aumentandosi, prover una pena molto minore
l'ultima volta che perdette, che la prima. Chi vede ogni
sera un certo numero di lumi oltre il necessario accesi
in casa sua, ne pI'over un'impt'essione spiacevole tanto
minore quanto pi lungamente il fatto si ripete e quanto
meno riesca a riparare allo sconcio. Tolstoi acutamente
racconta (Anna Karanine) che Lavine nell'apprestarsi a
condul're la vita spenderbccia della citt, richiesta dal-
l'educazione e dalle abitudini di Kitty, provasse una
grandissima pena la prima volta che dovette sborsare
cinquecento rubli, una pena minore la seconda settimana
(l) In quanto queste minime t'razioni d'imposta non vanno
avvertite dal contribuente, si ha quell'occultamento definiti vo del-
l'ente imponibile e quindi quell'illusione, di cui si parl al capo III.
In quanto invece quelle piccole imposte siano bens avvertite
ma non rechino alcun dolore, dnno luogo all'illusione di che
ci stiamo occupando nel testo.
214
quando pag la stessa somma una pena minor la
settimana, quando pag ancora quella somma; finch si
adatt ai successivi pagamenti senza pensarvi pi sopra.
Nelle ol'gie, nei furti, nelle azioni indelicate. negli
atti in genere di perversione morale si ripete, a un di-
presso, la stessa cosa. La nausea, l'orrore delle proprie
colpe decrescono poco a poco col ripetersi di queste, e
consentono anzi un aumento d'audacia una premedita-
zione pi intensa.
Il pagare a certi intervalli quote eguali d'imposta di-
venta un atto comune della vita, rientra nelle abitudini,
non eccita pi il richiamo dei beni, a cui con ci si ri-
nunzia (1).
Noi ai nostri giorni non possiamo fal'ci neanche una
lontana idea della penosit. iniziale, dell'allarme pubblico;
della resistenza ostinata, che provocaro no imposte, le
quali oggi sono pacificamente pagate. Baster ricordal'e
a questo proposito le lotte sanguinose e lunghe, da cui
fu accompagnata l'introduzione dell'imposta del sale in
alcune terl'e di Mondovi (2). .
(l) Quando gli stimoli penosi, anzich esse l'e interrotti a
distanze con di tempo, sono continuativi, il dolore pro-
dotto da ciascuno di essi tende a crescere. ,Cos la nona ora di
lavoro pi penosa dell'ottava, la decima pi penosa della
nona ecc.
(2) Mentre i Comuni del Piemonte erano soggetti alla ga-
bella del sale, i Mondoviti lo comperavano liberament ed anzi
alcuni comunelli, come Vico, Briaglia, Montaldo, erano divenuti
famosi come contrabbandieri. Carlo Emanuele II tent una prima
volta di estendere a Mondov l'obbligo dell'acquisto di una certa
quantit di sale; ma, dietro il deciso rifiuto e il contegno mi..;
naccioso dei cittadini, il Duca. abbandon il fa.tto proposito. Il
16 gil,lgno 1680 la piazza e le vie principali di Mondov furono
occupate dai soldati e in fu letto il decreto, col
quale s'imponeva la levata di dodici carri di sale. Ma Montaldo
rifiut recisamellte, onde fu pubblicato bando che dichiarava i
Montaldini ribelli e prometteva taglia di duecento lire a chi
215
Certo la decrescenza della penosit dell'imposta fra-
zionata nel tempo sar varia, secondo molte circostanze,
da individuo ad individuo ed anche nelle condizioni pi pro-
pizie non discender mai al disotto di un certo limite. Non-
dimeno si pu con certezza affermare che in una lunga se-
rie di anni l'imposta, pagata in rate eguali, perde della sua
aftlittivit, per guisa che la pressione tributaria assai mi-
nore di quanto si crederebbe. Il dolore d'intensit ~ 1000,
he proverebbe colui, che dovesse pagare tutta in una volta
la somma d'imposte, che pagher in un decennio a rate
periodiche, sar in quest'ultimo caso invece = 100 nel
primo anno, a 90 nel secondo, a 80 nel terzo; e cos via
. via fino ad un limite minimo, poniamo di 40 negli ultimi
quattro anni. Pel' tal modo la pena complessiva sal'ebbe
ne desse uno vivo in mano della giustizia: Il 23 Giugno IIn
corpo di truppe diviso in cinque schiere, prese d'assalto e con-
quist il villaggio posto su di un'altura e difeso, oltrech dai
Montaldini, da manipoli di abitanti di Vico e Monastel'o. Dopo
di ci i Montalini si sottoposero a quattro carra di sale; ma
all'atto della distribuzione di q ussto, si rinccese la resistenza
del popolo. L'agitazione si estese anche a Monastero. Il Mar-
chese di Bagnasco mosse contro il villaggio con 200 fanti; ma,
di fronte alla decisa resistenza del villaggio, devi. Vico, Bastia
e alcuni di Villanova si unirono ai malcontenti di Monastero e
la notte del 23 agosto distrussero la fortezza di Vico, che sta-
vasi cost"uendo e che avrebbe dovuto servire a tener'e in ob-
bedienza quelle ardite popolazioni e a facilitare l'introduzione
della gabella. Il giorno successivo quei montanari sconfissero
le milizie ducali, che ammontavano a 350 uomini; In seguito,
di fronte ad una organizzata. spedizione, i rivoltosi si dispersero;
i Vichesi furono condannati alla ricostruzione della fortezz&.; i
MonastAroli alla taglia di Lire 2500; Montaldo non fu multato
perch si erano nei tempi trascordi bruciate le sue case e non
avrebbe potuto sopportare novelli gravami. Nel gennaio del-
l'anno seguente, a l l o r ~ h si pose mano alla levata del sale. le
sedizioni ricominciarono. Vico, MOhtalo, Monastero, Briaglia,
Rutereula, Frabosa insorsero, Il marchese di Pen:\ntes fu co-
stl'etto a riprendere le armi e la provincia fu di nuovo in fiamme.
216
ridotta a 100 + 90 + 80 + 70 + 60 + 50 + 40 + 40 '+
40 + 40 = 610. La differenza . fra 610 e 1000 costituirebbe
qui quell'attenuazione del peso del tr'ibuto, che rappre-
senta l'effetto utile ottenuto dal fisco nella pressione tri-
butaria col frazionamento dell'imposta.
Siffatto fenomeno si verifica indipendentemente dalla
cil'costanza, che il frazionamento dell'imposta .venga a
collocare il pagamento di questa o quella quota in pros-
simit degli eventi piacevoli e penosi, che sono a loro
volta, come si visto nei capi pl'ecedenti, cagione di at-
tenuazione dell'onel'e tributario. E cos l'illusione, di cui
qui si parla, non agisce solo su contribuzioni pagate in
occasione della morte di pal'enti prossimi o l'emoti, di
nascite, di matrimoni, di giuochi, di aperture di negozi,
di conseguimento di uffici lucrativi od onorifici, di pene
pecuniarie accanto alle corporali, d'immobili subastati;
ma altres nella parte della massa d'imposta attribuita
ad un cittadino, particolarmente nelle imposte dirette
I ministri di Madama. Reale finirono col concedere agli insorti
tutto ci che avevano chiesto. Cos fu abolita !'imposta del sale,
contraria ai privilegi di quelle popolazioni. Ci che non seppe
ottenere il governo di Giovanna Battista, riusc ad ottenere
Vittorio Amedeo II. Anche queata volta lo. citt pieg aU' ob-
bedienza senza difJ:lcolt, ma non cos gli abitanti dei paesetti
di montagna. Gli insorti da Vico un reggimento,
mossero contro Villafranca, ne dispersero il presidio, occuparono
vittoriosi la. terra, lo. misero a fuoco e a sangue. Des Hayez,
il comandante delle truppe dovette retrocedere. Dopo vari
scontri, sopravvenuti numer'osi rinfOl'zi di truppe, i rivoltosi
dovettero cedere. Monastero fu preso e saccheggiato, Montaldo
fu preso e, dei suoi nove casali, otto furono distrutti. Le case
vennero atterrate, pei monti si diede lo. caccia ai fuggenti, pian-
tai'onsi le forche l. dove era stato il villaggio di Montaldo;
quarantanove ammutinati, presi colle armi in pugno, vi si ap-
piccarono, quattrocento cinquanta famiglie furono trasportate
nel Vercellese: CE RUTTI, Storia di Amedeo Il. Tutto il capo V
e poi pagine 190-191.
217
sul reddito o sull'entrata e nelle cos dette imposte di-
rette di consumo.
57.
~ s s a si fonda inoU,-e su ragioni in dominio della Teo-
ria finanziaria.
Ma la decrescente aftlittivit dell'imposta, se da un
lato dipende da una legge p,'opria al nostro sistema ner-
voso, la quale interessa la fisiologia e la psicologia, di-
pende inoltre da altre considerazioni, le quali trovano
dilucidazioni dalla Teol' ia della Finanza.
La resistenza alle p,'ime quote di un tributo , rag-
giunge un massimo d'intensit peL' ragioni molteplici, le
quali poi, nel p,'ogresso del tempo, vengono meno. An-
zitutto le prime l'ate d'imposta eccitano ad una resistenza
violenta, estralegale, un, certo numel'O di persone, le
.quali stimano che la rivolta, il tumulto riescano ad in-
durre il Governo ad abrogal'e la recente . legge finan-
ziaria.
Se, come d'ordinal'io accade, il malcontento popolare
non ottiene quel risultato, dopo un cel'to tempo ogni op-
posizione violenta all'imposta cessa. Quanto pi presto
si diffonder la ' convinzione dell' impotenza degli sforzi
privati contro la legge, tanto pi pI'esto cesser la resi-
stenza estrale gale.
Ma accanto alla resistenza estralegale si pone una
resistenza pacifica, formata da un numero molto pi
grande di persone, da quasi tutti colo 1'0 che dal nuovo
tributo sono immediatamente colpiti, da quelli che ne
attendono la ripel'cussione su di loro, e da quelli che
.considerano in linea di principio come pericoloso il
nuovo atto del fisco. n quale atto, quando n(\n sia ac-
compagnato da un evidente e recente aumento di utilit
pubblica, tende a rallentare i vincoli d'affetto dei cittadini
verso lo Stato, ad eccitare desideri e progetti di riforme,
a spingere ciascuno un ' passo avanti dal punto in cui si
218
trova, come forza inclusa nel costituto politico, a pro-
muovel'e quel movimento da destra verso silistra di
tutti i partiti, di cui gi fu discorso altrove (Capo I).
Ma oltl'e che a questa pacifica opposizione politica,
la nuova imposta d luogo ad una pacifica resistenza fi-
nanziaria , cha si estrinseca in un numero elevatissimo-
di ricorsi dei contribuenti, negli arretrati dell' imposta,
nei soprassoldi, nelle multe applicate dagli agenti fiscali,
nei giudizi di espropriazione dei beni dei contribuenti,
ecc. Cos fatti fenomeni politici e finanziari -a l()ro vo lta
dipendono in gran parte dagli effetti economici prodotti
o temuti dal nuovo balzello, che si risolvorio in una sot-
trazione di beni di consumo o di produzione, Le peime-
rate di un'imposta nuova commuovono pI'ofondame'nte
l'animo del cittadino, il quale di un h'atto vien posto di
fronte ad un complesso viluppo di problemi. A quali fonti
del suo reddito dovr egli attingere per pagare il tri-
buto ? Sar la pel'dita dei beni pagati allo Stato soltanto-
temporanea e compensata? In quali modi? Con una tra-
slazione su altri cittadini? E in quale misura? In quanto
tempo? ln quali circostanze? O sal' compensata quella
perdita del contribuente da un aumento della produtti-
vit dei suoi beni? Ed allora quali beni saranno resi
pi produttivi e con quali mezzi? Con mezzi meccanici
o chimici? Con un aumento d'efQcacia del lavoro dei
suoi operai, o del suo lavoro? E quale sacrificio in que-
st'ultimo caso andr congiunto con questa sua nuova 0-
pel'osit economica? O sar quella perdita -compensata
. da una diminuzione dei consurrii suoi personali o dei
membri della sua famiglia o di alcuno dei suoi dipen-
denti? Si sacrificher del tutto un solo bisogno o sa-
ranno parzialmente soddisfatti alcuni?
Uno spostamento dOVI' essere introdotto in ,una cel'ta
quantit di nostre abitudini, ed ogni volta che ci av-
verr, per un certo tempo richiamer alla nostl'u mente la
condizione precedente all'imposta.
Ma poco a poco tutti questi problemi" tI'ovano solu-
zione. Le perdite prodotte dall'imposta, nel suo ripetersi.
219
nel tempo, vanno attenuandosi. Talora lo spirito del con-
tribuente, al primo annunzio dell'imposta nuova, ne esa-
ger le possibili conseguenze '(lannose, ebbe paura di cose
immaginarie. Il contl'ibuente non seppe da principio ri-
chiamarsi al pensiero tutte le varie parti del suo reddito,
non vide qual partito potesse trarsi da qualche parte
accessoria del suo avere, da certe sue attitudini, esager
la pena derivante dal rinunziare ad alcuni consumi, per-
ch anzi talora queste stesse rinunzie gli una
fonte di soddisfazioni, gli procurano un maggiore benes-
sere fisico, una pl'ova della fermezza della sua volont.
D'altronde, coll'andar del tempo, il peso dell'imposta nuova
va decrescendo colla tendenza del peddito nazionale ad
accl'escet'si e per il progressivo deprezzamento della
moneta, e per il consolidamento totale o par'ziale del-
l'imposta e per il computo, che gli eredi fanno dei beni
ereditati in base al prodotto netto epei diversi modi,
coi quali l'imposta ripel'cossa. A poco a poco si sta-
biliscono delle compensazioni, certi ordinamenti, un e-
quilibrio. E. quand'anche gli della produzione del
contribuente, le restrizioni nei consumi, le vicende delle
dell'imposta non valgano ad annullare o a
lenire le penose conseguenze della n uova imposta, ed il
contribuente sia costretto a subire un danno permanente,
sia spinto ad una degradazione di classe e perfino ad un
cambiamento di sede, si viene compiendo nello spirito
del paziente un'oscura ed incessante opera di riparazione
con una serie di sforzi, intesi a l'ilevare Ci che vi ' sia
di piacevole nel nuovo ambiente, nel nuovo stato, ci
che vi era di dannoso nella condizione precedente; si
viene Cio compiendo,' pel bisogno stesso di consal'va-
zione del contribuente, una modificazione . pi o meno
pl'Qfonda nei criteri di valutazione dei suoi desideri,
delle sue soddisfazioni, delle sue ricchezze. Si creano
nuove abitudini d'operosit, di consumo, di sentil'e, di
pensare e cos si eliminano ,man mano le occasioni di
ricordare le condizioni precellen ti.
facile vedeI'e poi come la decrescenza delle sen-
220
sazioni penose delle successive rate d'imposta si manifesti,
non solo per riguardo ad un'imposta nuova, ma anche
per riguardo alle imposte vecchie, in quanto qui il con-
tribuente si trovi innanzi all'obbligo di pagare una serie
di cOl'risposte distribuite nel tempo, alcune delle quali
egli pagher senza una previa abituazione. Solo che in
questo secondo caso la scala di decrescenza dell'affiitti-
vit sar pi breve, mancando qui alcune circostanze,
~ e quali invece servirono in modo precipuo ad elevare
al pi alto grado la penosit delle prime rate di un'im-
posta nuova. .
Questa lenta e continua mutazione del costo sub-
biettivo dei tributi appare, per le considerazioni suespo-
ste, in parte almeno, come una. progressiva corl'azione
di giudizi affrettati, sorti nei primi momenti. Quindi essa
s e m b r e r ~ b b e rispecchiare sempre meglio calcoli non gi
erronei, viziati cio da illusione, ma appoggiati sul pi
normale apprezzamento del peso tl'ibutario. Solo che
d'altro canto, bisogna riconoscere come il sopravvenire
di fatti continuamente nuovi per qualit e quantit, ed at-
tiranti vivamente la nostra attenzione, tende a confinare
nel fondo, nell'inosservazione, oblighi tributari ripeten-
tisi nella stessa misura periodicamente, e che il costo di
questi si va quindi annebbiando. Una specie di . assopi-
mento della coscienza contributiva si manifesta per ri-
spetto alla parte pi remota e stabile del sistema tribu-
tario. Sicch noi assistiamo ad una vicenda intermina-
bile di errori, ad un emergere di certe sp'ecie di essi
simultaneo e susseguente al sommergersi di altre specie.
CAPOXI.
Illusione sulla persona.
58.
Sua natw
1
a e partizioni fondamentali.
Fin qui ablliamo studiate du grandi categorie d'il-
lusioni. La prima, che consiste nelllascondimento di ric-
chezze requisite, (Capi III - V) e la seconda che dipende
da un nascondimento di una parte degli effetti penosi,
mediati od immediati, dell'imposta, indipendentemente da
un' occultazione di una parte di ricchezza requisita
(Capi VI - X). Pi. brevemente si pu chiamare la prima:
illusione per quantit dello stimolo; e la seconda:illu-
sione per la quantit della sensa'Jione penosa.
V' per una terza categoria fondamentale di illu-
sioni, ed l'illusione sulla persona del contribuente.
Essa talora strettamente dipendente dalla illusione nella
quantit dello stimolo. Cos se uno ignori la esistenza di
una data imposta t ignorer necessariamente anche la
persona che la sopporta. Vale a dire, che l'illusione sulla
persona dipende talora da un'antecedente illusione per
. mancanza di stimolo.
Anche in questi casi per l'illusione sulla pel'sona
degna di uno studio a parte, perch costituisce un aspetto
nuovo dell'illusione nella quantit dello stimolo,
Ma in molti altri casi l'illusione sulla persona del
222
tutto indipendente dall'illusione nella quantit dello s t i ~
molo. Cos io posso sapere esattamente la quantit del- .
l'imposta stabilita su ciascun chilogramma di caff, di zuc-
chero, di riso, ecc., ed ignorare chi ne sal'. il contri-
buente inciso.
Del pal'i, l'ignoranza sulla persona del contl'i buente
non ha una neceSS8 da dipendenza, non ammette, come
suo costante antecedente, l'illusione nella quantit della
sensazione penosa. L'una di esse pu esistel'e senza
l'altra. Chi si renda pienamente conto delle speciali circo-
stanze, che scemano la sensazione penosa prodotta dal-
l'imposta, quali sono lo sminuzzarlento di questa in mi-
nimi fl'ammenti od il suo avvicinamento a profonde com-
mozioni piacevoli o dolorose, pu ignorare poi chi sar
il contl'ibuente di fatto; vicevel'sa chi sappia veder chiaro
gli ultimi effetti della traslazione, e sfuggire cos all' il-
lusione sulla p{)l'sona del contribuente, pu essere vit-
timf!. dell'illusione nella quantit della sensazione penosa.
L'illusione sulla pel'sona sostanzialmente consiste in
un nascondimento del contribuente. Tutte le fallacie, che
si raccolgono in ql}.E?sto concetto, vanno distinte in due
gruppi:
A. In forza del primo gl'UppO l'illuso condotto a Cl'e-
dere all'assoluta inesistenza di pontl'ibuenti, che realmen-
te esistono. Cos appunto l'illusione di coloro, che igno-
rano la esistenza di un'imposta o d'una tassa, racchiuse nl
prezzo di cel'ti pl'odotti, conduce a nascondere, a sop-
primere nella coscienza dell'illuso classi di contribuenti:
Lo stesso avviene anche quando certe l'icchezze re-
quisite vengono occultate nel reddito di b"lni demaniali.
B. In forza del secondo gruppo l'illuso non ignora
l'esistenza di un contribuente in modo assoluto, ma crede
che sia una persona diversa dalla vera. Qui l'illusione
si risolve semplicemente in un'erronea attribuzione del-
l'imposta all'uno piuttosto che all'altro, in un'errore
della vera persona del contribuente. Quest'ultimo gruppo
di fallacie va suddistinto in due sottogruppi .:
223
a) l'uno comprende quelle illusioni, per cui si sup-
pone che certi pesi contributivi distribuisca:no nella
successione delle generazioni . in modo diverso dal vero,
. b) l'altro comprende quelle illusioni, per 'cui si sup-
pone erroneamente che persone attuali sopportino tri-
. buti, 'che cadono invece su altre persone attuali, diverse
dalle prime. In un caso abbiamo l'illusione sulla perSOll.a
del contribuente nello spazio; nell'altt'o l'illusione sulla
pet'sona del Olltribuente atteaverso il tempo. Natural-
mente questa distinzione ha solo valore relativo.
Le illusioni sulla peesona del contribuente attraverso
il tempo si hanno nei casi seguenti: .
1.0 quando si credano attuali contl'ibuenti aggl'avati
da imposte, che furono sopportate da contribuenti pas-
sati,
2.
0
quando si credano' contribuenti attuali liberati
da pesi tributari, che furono addossati a generazioni
passate, ma di cui le presenti seguitano a subire le con-
seguenze,
3iO quando infine si credano i contribuenti attuali li-
berati da pesi tributari, con un riversamento illusorio
di questi su generazioni future.
Infine l'illusione per errore sulla persona di contri-
buenti contemporanei anch'essa si suddivide in due sotto
classi:
1. a l'una consiste nel credere che l'imposta sia sop-
portata dalle persne stesse, cui attribuita dal legisla-
tore, sebbene noI sia,
2. a l'altea consiste nel credel'e che le persone, cui
attribuita l'imposta, a liberarsene in casi, in
cui ci non avviene.
224
59.
. .
Illusione sulla persona del contribuente
attraverso il tempo.
a) L'imposta consolidata su contribuenti . passati ed
apparente su contribuenti presenti. .
Questa specie d'illusione si fonda nella falsa opinione
che persone, le quali paghino attualmente un tributo .fon-
diario, siano contribuenti incisi, sebbene esso si risol-
vesse in una diminuizione del va.lore venale del fondo a
carico di un proprietario appartenente a generazioni '
passate. Non pare dubitabile che, in particolari circo-
stanze, quest'ultimo f e n o m ~ n o , detto della con so lidazione
o dell' ammOJ'tamento dell' imposta, abbia potuto com-
piersi (1), pi particolarmente allorch il tributo terriero
fu stabilito in modo unico od in modo pi elevato che
su qualsiasi altra fonte d'entrata e quand' esso riQlane
immutato per lunga serie di anni. Il fatto pare essersi
compiuto, non solo in Inghilterra, dove alla fine del se-
colo XVIII Pitt ebbe ragione di proporre l'affrancazione
della jiand-laa;; ma di recente in Olanda, pel' guisa che
il Pierson abbia a buon titolo collocato, accanto all'im-
posta sul prodotto dei terreni, l'imposta complementare
sul patr'imonio. Ebbene, allorch la consolidazione del-
l'imposta si effettua, senza dubbio un certo numero di
persone non sa ne rende conto e stima che vi siano
contribuenti attuali di fatto o incisi, che in realt non
esistono. Ecco qui una forma d'illusione che deriva dal
non conoscere o dal non dare alcuna importanza al pl'O-
cesso dell'ammortamento dell'imposta. Fra breve vedremo
(1) Le illusioni, di cui parleremo in tutto questo capo hanno
come premessa logica l' ipotesi che siano veri i recenti risul-
tati, cui f. giunta 1:1 teoria della traslaiione del tributo, la quale
qu si suppone nota al lettore.
225
( 60 in fine) un'altra forma d'illusione, derivante invece
dall'attribuil'e una sovel'chia importanza a quel feno-
meno . .
Veramente anche le generazioni attuali non potl'ep-
bero essere considel'ate come libere da qualsiasi conse-
guenza penosa d'un avvenuto consolidamento. Ess.e se-
. guitano a risentire gli effetti penosi dei tributi con so-
liati, come se questi , fossero attuali. Esse infatti restano
spogliate del reddito e del corl'isp0!ldente capitale, che
lo Stato avoc a s coll'imposta sulle generazionipas-
sate, le quali hanno quindi trasmesso ai loro successori
un patrimonio ed UQ. reddito pl'ivato diminuito. Ma se
cos, un daimo le generazioni attuali contilluano ad a-
vere dal punto di vista generale del patl'imonio e del
I
reddito privato 101'0 trasmesso, 1l0n pu dirsi invece che
i particolari detentori' dei belli, che furono gi colpiti
da ul1'imposta ol'mai consolidata, risentano ora special-
mente quel danno. La societ attuale avr bens a sua
disposizione un reddito privato minore (ed in corrispon-
, denza eventualmente una s O I ~ m a maggiore di ser'vizi
pubblici); ma la classe dei contribuenti, di cui parliamo,
non ne risente maggior danno di tutti gli altri cittadini.
Gli attuali contl'ibuenti di una imposta consolidata
nel prezzo di acquisto degli enti imponibili non sono
veri contl'ibuenti, ma amministratori, incaricati di tl'a-
smette1:'e allo Stato certi suoi redditi. Vi sono dunque
masse di ricchezza r'equisita in certi momenti storici,
delle quali manca . l'attuale soggetto passivo; masse di
l'icchezza requisita. che non producono su coloro che
le versano nelle casse pubbliche alcuna privazione. Eb-
bene, la maggior parte degli uomini si acquieta al-
l'apparenza delle cose, ed attribuisce anche alle ric-
chezze l'equisite, che mancano di soggetto passivo, lo
stesso efl'etto penoso, che producono le altre ricchezze
l'equisite, che hanno un vero ed attuale soggetto passivo.
La turba, che rimase estranea al consolidamento del-
226
l'imposta, vedendo classi di persone chiamate a pagar-'a,
pensa che queste effettivamente ne sopportino il peso,
che invece cadde su contl'ibuenti passati.
60.
illusioni sulla persona del c,Ontribuente
att,'averso il tempo:
b) Appoggiate sulla erronea convinzione nelle ge-
nerazioni presenti di essere liberate dagli effetti penosi
di tributi, stabiliti su genel'azioni passate.
La seconda specie d'illusione nella persona del con-
tribuente attraverso al tempo del'iva dalla convinzione
nelle generazioni presenti di e!lsere sottratte a qualsiasi
sacrifizio in dipendenza di imposte straordinarie prele-
vate in passato, le quali . non eccitarono allora la rico-
stituzione di un capitale ad esse equivalente.
certo che quando generazioni precedenti abbiano
dovuto sottostare ad un'imposta straordinaria, da esse
non ricostituita nel suo ammontare, le generazioni suc-
cessive sono destinate a risentit'e quello stesso danno
che risentirebbero, dove si fosse da principio preferito
dal legislatore di contrarre un prestito pubblico estin- '
guibile nell'avvenire e gli interessi del quale a loro volta
non avessero fin dalle prime cos vivamentb -eccitato lo
spirito d'accumulazIone, da riprodurre il capitale ad essi
corrispondente. .
Non si pu negare adunque che, malgrado l'innoqua
apparenza delle cose, malgrado la mancanza di una
formale e visibile requisizione di ricchezze presenti, le
generazioni attuali possono trovarsi, in seguito a prece-
denti imposte straordinarie, nelle stesse condizioni in cui
si troverebbe)'o, se ogni anno certe somme d'imposta esse
dovessero pagal'e.
L'illusione per in tali casi perfetta per la totalit
delle generazioni attuali, che non pensano affatto a chi e-
227
derne conto allo stato. Qui noi abbiamo adunque priva-
zioni, sacrifici non visibili, inavvertiti, ma reali, che dalle
. generazioni passate sono discesi alle pl'esenti; come nella
precedente specie d'illusione. ( ,59) abbiamo delle priva-
zioni solo appal'enti, visibili, ma irreali, sulle generazioni
presenti e le quali appartennero invece a generazioni
passate. Nell'un caso sono masse di ricchezza attuale re-
quisita, senza che vi sia oggi un vero contribuente; nel-
.l'altro caso sono veri contl'ibuenti attuali, senza che vi
sieno attuali visibili masse. di ricchezza requisita. In un
. caso si crede che il contribuente vero sia attuale, mentre
un contribuente nel secondo caso si creqe che
il contribuente vero si avesse solo in passato e lo si ha
anche oggi.
Bisogna avvel'tire per che imposte
stl'aol'dinarie sono stati pl'eferiti di pi iI! pi i prestiti
pubblici, cos l'illusione dipende dall'ignoranza degli
effetti esercitati sul presente da quegli eccezionali spe-
dienti tende a l'estringersi.
Ma non senza importanza il soggiungere che an-
che tributi oppressivi ed improduttivi, che avessero as-
sorbito una parte 'del capitale dellegenel'azioni prece-
denti, potrebbet'o portare quello stesso danno alla gene-
l'azione attuale,che , abbiamo visto derivarle eia imposte
straordinarie e pl'ovocare l'illusione di cui qui parola,
. Per connessione di materia, va richiamato qui anche
l'errore di coloro, che attribuiscono una soverchia im-
portanza pratica alla consoiidazione dell'imposta, stimando
;;si che questa si compia in casi nei quali tutte le fonti
produttive sieno colpite egualmente, o 'in casi nei quali
il t1'ibuto sui tel'l'eni abbia subite frequenti mutazioni e
tali da perturbare i calcoli dei successivi compl'atori dei
fndi rustici,
228
61.
Illusioni sulla personli del contribuente
attraver so il tempo:
c) Apparente liberazione dei contribuenti attuali con
un supposto l'i versamento di gl'a vame sui futUl'i.
Quest'ultima specie d'illusione sulla persona del con-
tribuentH attraverso il tempo anche ai nostri giornI
molto diffusa sulla persona del contribuente tl'averso il
temp, onde i presenti, che stipulano prestiti, sno con-
vinti, matgrado la parola della scienza, di impegnare, con
loro sollievo immediato , le risorse dell' avvenire. A
..
loro modo di vedere adunque, non sono essi i veramente
colpiti dagli effetti pi penosi del prestito, ma i futuri.
Nella mente degli illusi si sostituisc.ono di qu.i, ai veri
soggetti passivi attuali di una sottI'azione patrimoniale,
falsi soggetti passivi futuri. La scienza dirtlOstl'a in'vece
che dal d in cui un prestito contratto, il patI'imonio
nazionale presente soffre una diminuzione cOI'rispondente,
e che un prestito si l'isolve necessariamente in una sot-
trazione di capitali esistenti e non gi in un impiego im-
possihile di capitali futuri.
Ooncludendo: queste tre specie d'illusione sulla pee-,
sona del contribuente attraverso il tempo modificano i
i giudizi dell' illuso circa le sue prestazioni allo Stato e
circa la condotta di questo IleI modo seguente:
a) nella p,'ima specie, le grandi masse d'illusi, che.
rimasero estranee alla cO,nsolidazione, sono indotte a.
se stesse ' come legittimamente colpite da
imposte, in cOl'relazione alle false imposte attribuite ad
altri; sono, cio, indotte a considel'are come giustificati
tributi su di loro, che possono, anche non esserlo;
b) nella seconda specie, generazioni presenti soppor-
tano effetti panosi della condotta passata del fisco, senza
avvertirli. Anche qui abbiamo un occultamento di sacrifici
229
che conduce i contribuenti a minori pretese di contl'o-
prestazioni
c) nella terza specie, per 'la quale generazioni pre-
senti credono di pagare col capitale futuro le loro spese,
masse di contribuenti illuse sono ancora una volta con-
dotte a giuilicare minore del vero i sacI'iti.ci pre:'\enti loro
imposti dal potere pubblico ed a giudicare quindi i ser-
vigi' politici meno costosi del vero.
. 62.
L'illusione per errore
sulla persona di contribuenti contemporanei:
a) Si vede un di fatto in chi non tale.
In primo luogo questa specie di fallacie si ha nei
casi di contribuenti, che siano convinti di pagare deti.':"
nitivamente imposte, le quali invece essi sono riusciti
o riuscirano a trasferire su altri; non pi ' con quel pro-
cesso di consolidamento pel quale tutti i successivi de-
tentori del bene colpito dall'imposta, che fu consolidata,
ne rimarranno;libel'ati; ma col processo della traslazione,
pel' cui il venditore di un bene colpito d'imposta, la sca-
rica sul compl'atore. Credo di non errare, affermando
..
come non pochi in buona fede pensino di essere vitti-
me d'imposte, che anticipano e che, o compenetrano
inavvertitamente nei dei prodotti o servigi da
essi venduti, o che ve ' li compenetreranno in tempo
.futuro e date certe eventualit. Essi si accontentano di
smerciare il loro . prodotto a quello stesso prezzo, cui
smerciato dagli altri; n riescono a scomporre il valore
.venale . nei suoi elementi costitutivi ed a vedervi anche ,
l'imposta, o quella pal'te d'imposta, che eventualmente
siavi compenetrata. Ci supPol'ebbe molte cognizioni e-
conomiche e tecniche, nonch una registrazione contabile
perfetta, che ' d'ol'dinario loro mancano.
L'inclusione dell'imposta nel prezzo non un fatto
230
che dipenda dal volel'e o dal capriccio di un siugolo
tribuente, ma dagli sforzi di una intera classe produttiva,
secondati dalle condizioni favo l'evo li del Insomma
il singolo contl'ibuente percusso riesce a liberal'si dal tl'i-
buto, talora d'un tratto e completamente, talora a poco
,a. poco e parzialmente, fatti che egli ignora, e gui-
dato soltanto dal co!'!tante desidedo eli vendere la sua
merce al pi alto prezzo possibile.
In secondo luogo, la falsa opinione che il contribuente '
di diritto sia altres il contl'ibuente di fatto, ",i. vel'ifica, '
almeno pal'zialmente, in tutti quei casi nei quali, chi
chiamato . a pagal'e una cel'ta aliquota d'imposta, raggua,
gliata ad un prodotto detet'minato, eI'eda effettivamente
di continuar a pagal'la, anche quando il prodotto si
sia aumentato o quando il suo costo di produzione si sia
diminuito. Moltissimi produttori continuano a considerare
le imposte, da cui sono colpiti, a ragione alta e fissa
come se esse fossero PI'opol'zionali al vero prodotto at-:-
tuale, mentre si pl'oporzionano ad un pl'odotto minore
e proprio di altre epoche; oppure come se i pl'odotti
piti avessero il valore di altri tempi, mentre hanno un
valore maggiore, oppure come se i pl'odQtti colpiti aves
. sero un costo di altri tempi, mentl'e hanno un costo
minore. Nelle imposte di .fabbricazione, dove progressi'
tecnici ed economici consentono, specialmente ai grandi
imprendit'ol'i, continui aumenti o dei pro-:-
dotti o risparmi di spesa, deve aversi genel'almente
un distacco fl'a l'altezza nominale e l'altezza l'eale def.
tributo. Questo distacco pu poi diventare enOl'me quand:
si tratti d'imposte reali a base di catasti lentamente mu-
tabili o anche addirittura immubili. Cos la Landtax in-
glese del 1696, che el'a in principio del 20 0,0 del pl'O-
dotto netto, nella seconda met del s,eco lo XIX oscillava
fra 1{2 e il 3 O{O. Cos l'imposta fondiaria francese, che
al principio del sec. XIX era del :.W.O,O, discesa al disotto
dell'8. Cos l'imposta fondiaria austriaca, che nel
era fissata al 16 0,0, cadde nel 18UO al 6 0,0. Cos l' imo;
posta erariale sui terreni di Prussia (ora comunale), che
231
nel 1866 era del 9 0,0, oggi t'idotta a meno della mot.
Cos l'imposta erariale sui terreni in Italia, che nel 1864
era calcolata dalla Commissione per Conguaglio provvi-
sorio al 12, 69 0,0, nel 187{), in seguito all'evarsidel pl'O
dotto fondiario, discendeva al 7, 22 010.
Or bene, la vera proporzione dell'imposta al prodotto
spesso ignorata. Gi molte volte non si riesce a cono-
scel'e la diversit nella ma.ssa dei prodotti della propria
azienda: da un momento passato alquanto t'emoto al mo
mento attuale, per' la mancanza di una buona contabilit
o pet' diversit dei proprietari, nelle mani dei quali
il fondo produttivo. Inoltre tale aumento, pee
lo espandersi progressivo dei bisogni del contribuente,
si compie in modo lento ed inavvertito.
Ma per vedere tutta l'estensione della fallacia, che
forma argomento di questo pal'agl'afo, bisogna consiqe-
rarla non solo per rispetto ai contribuenti di un dato
tributo x, i quali se ne stimino colpiti definitivalllenteo
pienamente quando non lo sono, sibbene anche per l'i-
spetto alle altre classi di cittadini, che non sono affatto
assoggettate a -quellO stesso tributo x e che considerano
coloro che furono obbligati a pagar lo come contribuenti
incisi. Questi estranei ad un tale tl'ibuto e che costitui-;-
scono per rispetto ad esso dei semplici spettatori, sono
suscettibili in pi larga misUl'a alla illusione, di cui qui
si tratta, che non lo siano gli stessi contribuenti per-
cussi dell'imposta x. Infatti. mentre come questi; essi
possono stimare veri contribuenti d,ei falsi contribuenti,
che consolidarono iltJ'ibuto o lo ripercossero o lo miti
garono col favore di speciali circostanze economiche, sono
poi soggetti ad altl'i casi di fallacia, cui questi non sog-
giacciono. Cos gli estl'anei possono stimare che i con
tribuenti tutti del tt'ibuto x lo Soppol'tino nella misura
stabilita dalla legge, sebbene una parte riesca a sottrar-
visi pi o meno con occultamento dei pl'odotti imponi-
bili, vale a dire in casi nei quali numerosi membri del tI'i
buto x non possono ignorare di sfuggirgli.
Il lettore, yersato negli studi economici, non si fal'
232
meraviglia se affel'miamo che le fallacie qui 'sopra ac-
cennate sono quant' altre ma diffuse. ben vero che vi
hanno alcuni casi di traslazione, dei quali il pubblico ha
qualche coscienza; ma si pu ass.erire con certezza che
gli effetti ultimi delle var'ie imposte sui produttori e sui
consumatori sono ignorati dalle'moltitudini e perfino dalle
classi pi illuminate. .
Vi hanno sovratutto alcuni casi, nei quali solo i pi
\
acuti osservatori riescono a sorprendere i modi coi quali
certe classi di contribuenti ottengono la liberazione dei
loro tributi; cos, p. e., l'opinione diffusissima nelle assem-
blee . pal'lamentari, cl:e i consumatori sopportino il tri-
buto terriero in forza di un aumento del prezzo dei pro-
dotti agricoli, dappoich qui si tratti di beni, d!:li quali
non pu essere ridotta da domanda. Tale opinione, 01'-
dinal'iamellte vera in parte, esagerata perci che si
sup.ponga che tutto quanto l'ammontare dell'imposta cada
sui consumatori, mentre invece, in quanto essa coll'isca
proprietari di rendita, resta a carico di questi. Il consu
matol'e .quindi come effettivamente pi gravato
che non sia, mentre, per una illusione di correlazione,
di cui tratta il seguente paragrafo, i pl'opl'ietari fondiari
sono considerati in una migliore di quella,
che essi abbiano in realt.
Un altro fra i pi 'notevoli casi d'illusione, di cui
stiamo ragionando, si determina allol'ch l'imposta tel'-
riel'a pel'cp.tta in natura, sul prodotto lordo, come la
decima: Questo tributo ha per. effetto pi evidente di ca-
dere in pal'te sui detentori di rendita. Se l'imposta col-
pisca soltanto i tl'reni o pi gravemente i terreni che
le altre industl'ie, finir coll'eleval'e in corrispondenza il
pl'ezzo dei prodotti , agl'icoli. Ma ci varr ad indeniliz-:
zal'e i proprietari di rendite del danno avuto col paga-
mento dell'imposta in natura; dappoich le loro rendite
in danaro si saranno elevate. Gli ci che fu lucida-
mente dimostrato dal Ric(\rdo e dallo Stuart Mil!. Ma i
nolti, che non si renderanno conto di questo fatto, sa-
:33 .
rnno vittime di una di quelle forme d'illusione, che qui
appunto sono discorse.
63.
L'illusione per en'ore nella persona
di contribuenti contemporanei:
b) Si vede una esente da imposta in chi la
sopporta.
L'ultima specie d'illusione, di cui dobbiamo discol'-
l'ere in questo capo, quella, per la ql,lale classi d'indi-
vidui attuali sono stimate libel'e da tributi, da esse effet
tivamente sopportati. Talora questa fallacia in istretta
relazione colla precedente e cio in quei casi nei quali il
supporre' a torto che il contribuente di diritto sia il con
tribuente di t'atto, conduce necessariamente a stimare
come immune da gravezza il contribuente inciso. Queste
due specie d'illusioni, interdipendenti, costituiscono, l'una
per rispetto all'altl'a, una illusione di correlazione.
Non sempre per l'immaginarsi che questa o quella
persona o classe sia esente da un implica l'opi-
nione che questo cada su altri, potendosi ignorare la sua
stessa esistenza. Uno dei casi pi belli di questa specie
d'illusione si ha quando l'imposta sia proporzionata al-
l'estensione del terreno ed ripel'cossa sui consumatori.
L'osservatore superficiale, quando pure non creda che
tutta l'imposta sia a cal'ico del percusso,
tutt'al pi condott a stimal'e che sui . consumatori cada
un peso uguale all'imposta che lo Stato percepisce di-
rettamente dalle mani dei proprietari. Invece, come i teo-
rici pi acuti hanno dimostrato, da Davide Ricardo a
John Stuart-Mill, i pl'opl'ietari di te l'reni pi fertili l'ie-
scono a rivalersi di somme maggiori di quelle, che essi
paghino a titolo d'imposta; somme maggiol'i le quali, in-
sieme all'imposta, sono poi gettate sulle spalle dei con-
sumatori. Il che avviene perch l'imposta uniforme sulla
234
superficie si distribuisce sul prodotto dei terreni d'ltima
qualit, elevandone il in corl'ispondenza; mentre
la .stessa misura d'imposta, dovendo essere distl'ibuita
f['a un maggior numero di prodotti nelle eguali superficie
di terreni di qualit superiore, ne eleva il pl'ezzo in una
ragione minore che pei prodotti dei terl'eni di quaiit
intima, e determina cos un guadagno per' ciascuna u-
nit di prodotto ottenuto sui terreni migliori. Orbene, al-
lorch il cittadino si renda conto della traslazione di
quel tributo sui consumato'i, nel consideral'li come col-
piti soltanto in ragione della somma d'imposta pel'cetta
daJlo stato, e non dal sovrappi beneficiato dai propl'ie-
tari di terre migliori, cade nell'illusione di cl'edel'e mi-
nore del vero il peso addossato ai consllmatol'i di
rate agl'icole, e cio nell'illusione di credel'li parzialmente
esenti da gl'avami, che sopportano.
In questo caso, come in altri anologhi, impol'tante
por mente alla varia estensione che l'illusione .assume.
Alle volte, coloro ai ,quali il contribuente di fatto ttuale
appare ' come libero dall'imposta, cadono in un el'l'ore
ristretto ad una data classe o a poche classi di lJersone,
il questo o a quel tributo. Si tratta cio di un errOI'e, che
non involge tutta quanta la distI'ibuzione tributal'ia fra
i cittadini, ma fa distl'ibuzione di qUE'sto o di quel tributo
speciale. Oos l'errore del Ricardo, quando affermava
che un'imposta sui lavol'atori cada sempre sui profitti,
el'a un errore pal'ziale, ristretto, stimando egli i lavora-
tori in ogni caso liberi dall'imposta. sebbene ' ci non
avvenga in modo cos assoluto e mentl'e il suo giudizio
sulla traslazione e sulla incidenza degli altri tributi el'a
quasi sempre esatto.
Ma altra volta invece la fallacia, per la quale si con-
siderano dei contribuenti come libel'i da imposta, acqui-
sta una maggiore estensione ed implica una pi profonda
ignoranza della teoria sulla ripercussione dei tributi. Se-
condo la scuola fisiocratica, comunque i tributi fossel'o
'collocati sulle varie classi sociali e quale si fosse il 101'0
numel'O, essi dovevano infine cadel'e sulle spalle del pro- .
235
prietal'i di tel'ra. All'infuori adunque di questi ultimi,
tutti gli altri cittadini pareva dovessero stimarsi liberi
di fronte alle pI'etese del fisco, Pel' .vel'SO, il
Lassalle affermava, veramente con esagerazione, in ogni
periodo storico la classe economicamente e politicamlmte
dominante decretare, per via di leggi, ia propria esen-
zione dai ,che venivano gettati sulle classi infe-
riori.lnfine vi ebbe chi stim che l'imposizione dovesse
necessariamente distJ'ibuirsi in moo .proporzionalo fra
tutti, come i liquidi in vasi comunicanti si dispongono
ad uno stesso livello. Sicch tutti culero, su cui s'ina-
sprirono le pretese del fisco, finivano col trovarsi nelle
stesse condizioni di coloro, che ne avevano i favori. Fu-
rolO il Vel'ri, il Canard, il Prittavvitz, il Thiel's, il COUl'-
celle-Seneuil, che vennero lietamente in tale concezione
ottimistica, la quale p,'oscioglieva da oglli responsabilit
e da ogni affanno il tnanziere.
CAPO XII.
Villusione finanziaria nelle val'ie classi sociali.
64
. L'illustone nella persona del contribuente.
L'er'rore sulla persona del contribuente, di che si
discorso al capo XI, nel giudizio che scambia
un contribuente per un'altro, o che ne vede l dove non
ne sono o non ne vede ll ove ne sono. sempl'e un
-9l'rore di attribuzione o di non attribuzione d'imposte a
certe persone. Si sempre di persone giudicate er-
'l'oneamente, di persone che sono materia di un giudizio,
che sono soggetto passivo di un giudizio.
Bisogna ora per un momento volgere l'attenzione al
soggetto attivo del giudizio. a. chi giudica erroneamente,
3ll'illuso. Questi a sua volta, se si consideri in relazione
alie cause detel'minanti l'illusione, un soggetto passivo;
ma, per rispetto alla sua qualit di giudice, un soggetto
3ttivO.
n soggetto attivo del giudizio, o l'illuso, si confonde
col soggetto passivo del giudizio, quando l'illuso stimi a
torto se stesso come contribuente o come non contri-
buente. Ma, comunque in questi casi le due persone si
confondano in una, nulla 'lieta all'astrazione di distin-
guerle. Esse poi sono anche fisicamente distinte, quando
il soggetto passivo del giudizio sia una persona diversa
dal soggetto attivo, vale a dire quando la persona su
237
cui cade l'errore una persona" di versa dalla persona
che commette l'errore.
Brevemente,noi qui pal'lare dell'illusione
nella pel'sona del contribuente, dopo di aver parlato del
l'illusione sulla person.a . del contribuente.
Ogni giudizio illusorio implica sempre un soggetto-
giudicante erroneamente, un illmlO; mentre invece esso
non implica' sempre un errore sulra pelsona. Pu cio
mancare l'illusione sulla persona, giammai l'errore nella
persona. Qualsiasi illusione nella quantit. dello
nella quantit della seilsazione penosa, sulla persona del
contribuente, deve essere concepita da qualcuno; ma il
giudizio illusorio fatto da qualcuno 'Pu non cadere sulla.
persona del contribuente, perci che l'illuso veda benis
simo su chi veramente il tributo cadr, pur non
bene la quantit di ricchezza requisita o la pena da
questa provocata. Vale a dire .che il concetto dal sog-
getto attivo del giudizio erroneo pi -ampio del COIl-
cetto del soggetto passivo del giudizio erroneo.
65.
Come si distribuisca l'iUusione circa le spese pubbliche
fra le varie classi sociali. ,
La maggior palte delle spese pubbliche e dei loro
fini si sottl'ae ;;,lla conoscenza delle classi infime. Queste
godono i vantaggi della pace, della sicurezza, della , li-
bert, della viabilit; dei facili traffici e della civilt, senza
rendersi cOnto dello sforzo poderoso compiuto per ci
dall'ente politico; dai suoi impiegati.
Particolarmente i volghi rurali non vedono che quei
servigi pubblici da cui sono, per cos dire, tocchi, stretti.
e non distinguono i sel'vigi dello Stato da quelli della'
Pl'ovincia ,e del Comune. ,
Essi apprezzano tutto al pi: la viabilit circostante,
l'ospedale, il manicomio, l'ufficio della maternit ed il
bl'efotrofio., Per essi, l'autorit giudiziaria arriva fino al
238
pretore, l'autorit di pubblica sicurezza al bl'igadieredei
carabinieri e alle guarJie campestri, l'autol'it incat'icata
. dell'istruzione pubblica al maestro elementat'e, l'autorit
politico-amministl'ati"va al siudac. Ebbene i contadini co-
stituiscono la grande maggioranza del paese. Questa pt'O-
fonda ignol'anza dei ceti rurali si attenua alquanto nei
lavoratol'i delle citt, i quali tuttavia sono incapaci di
farsi un'idea; anche approssimativa, delle spese compiute
e dei fini t'aggiunti dallo Stato. L'istl'uzione elementare,
impartita negli anni dell'i,nfanzia, non vale cet'to ad illumi-
nare il vasto campo dell'att.ivit politica; la mente di un
fanciullo flon matura a quelle conoscenze; e d'altronde
'nell'et adulta l'operaio, incatenato alla fabbrica o la-
voro dei campi, dimentica ci che apprese da fanciullo.
Le classi medie e superiol'i , sebbene anch'esse non
abbiano certo in geMI'ale una visione sufficiente di tutti
i servigi pubblici, li conoscono meglio. Questo il pro-
dotto dell'istl'uzione, dai ceti abbienti ricevuta nelle scuole
se'condarie e supel'iori, dei viaggi frequenti che essi com-
piono nelle varie parti dello Stato, dei loro rapporti con
persone istruite, ecc.
Se si tenga conto adunque del fatto che le classi
m edie e superiori abbiano una conoscenza dei sel'vigi
pubblici meno imperfetta e pi larga che le classi infe-
riori, si dovr concludere che, a pat'it di altre circo-
stanze, la spinta contribuitiva in alto sal' maggiore che
in basso, vale a dire che il povero, il quale non si rende
conto di certi benefizi reali, t'esi dallo Stato alla collet-
tivit, dovrebbe resistere ad una imposta proporzionata
agli il vet'i pi energicamente de! ricco.
Bisogna per soggiungere che il popolo minuto
assai disposto a credere a cose assurde, invel'osimili, e
che facile scaldargli la fantasia e lasciargli supporre
che lo stato si decida di un tratto a t'endet'gli i pi me-
ravigliosi set'vigi. Le aspettative politiche invece nelle
persone ricche e colte sono molto pi e pratiche.
Queste pel'SOneCOlloscono i limiti opposti all'azione dello
Stato che i lavoratori non conoscono. Gii non salmo,
2;J9
che lo. Stato. no.n po.trebbefo.rnire lavo.ro. indefinita-
mente a tutti, che no.n po.trebbe imp.o.rre agli
to.['i .elevate mercedi a suo. tale,nto., .che no.n po.trebbe riu-
scire a limitare l'interesse, a pro.ibire l'usura, che i la-
vo.ri pubblici verament pro.duttivi so.no. in un dato. mo.-
mento. un certo. numero. e no.n pi, ecc, Ne Co.nsegue a-
dunque che se il lavo.rato.re so.ggiace ad una assai debo.le
spinta Co.ntribuitiva in riguardo. ai servigi ' pubblici,
tivamente o.fferti dallo. Stato. e da lui in gran parte igno.-
rati, pu in certi mo.menti venil'e eccitato. a so.ffrire i
pi grandi sacrifici tributari per aspettative ' po.litiche ed
amministrative it'rearizzabili, uto.pistiche. .
Oa tutto. ci appal'e co.me l'i1lusiou.e . negativa, o. di
attenuazio.ne, o. di o.ccultamento. delle spese pubbliche sia
bens pi forte nei l)o.veri, per guisa che a questi si na-
sco.nda una buo.na partI>, dell'utilit vel'a fo.rnita dallo.
Stato.; ma ' in pari tempo co.me i poveri po.ssano. essere
anche di gran lunga le maggio.l'i vittime dell'illusio.ne
positiva di esaltazio.ne o. di evo.cazione delle spese pub-
bliche. Sicch, mentre i ricchi so.no. eccitati alleimpo.ste
pI'incipalmente da veri servigi pubblici, e po.co da servigi
immaginari, i po.veri posso.no essere eccitati alle impo.ste
po.co. sel'vigi veri, e IDo.lto. da servigi immagina l'i. .
66.
Segue l'a'rgomento.
Ma una influenza po.tentissima e co.ntinuativa e-
sercitata sulla spinta co.ntributiva delle classi inferiol'i da
quelle pi evidenti circo.stanze, che valgo.no a rappre-
sentare lo. Stato. mo.derno. co.me la co.ndizio.ne indispen-
sabile perch essi p'ro.vvedano. alla lo.ro. sussistenza, men-
tre restano. sepo.lte nel pi pro.rondo. mistero. le antiche
e recenti co.mplicit dello. Stato co.i ricchi, mantenere
le plebi nell'asservimento. e per impedire la 10.1'0. reden-
zio.ne eCo.nomica, mo.rale e po.litica. Il grande Stato mo.-
derno. appare alla po.vera gente come la co.ndizio.ne d'o.-
2-!O
gni benessere materiale e mOl'ale, come ta patl'ia ospitale,
il tabernacolo delle pi sante memorie, mentre esso spinge
le moltitudini alle g'uerl'e meno al massacrQ
di altri uomini sotta pena della fucilazione, le spoglia
colla distruzione di miliardi sottratti agli impieghi pro-
duttivi e colle imposte oppressiv,e, rimane sorda alle
istanze insistenti di pacifiche rifol'me, l'ende difficilissima
la emigl'azione e va.na la rivolta, che sono i mezzi coi
quali i deboli potrebbero sottrarsi alle violenze poli-o
tiche.
Quante privazioni si addensano !lui moderni la VOl'a-
tori colla emi gl'azione l fu meno duea agli
artigiani dei tempi andati. Allorch la produzione si fonda
specialmente' sul lavol', ognuno trova ' in se stesso la
sua sufficienza, dovunque egli sia o vada si sente padrone
di s, el suo destino. Un individuo, quando si sapeva
membro di un contado, di una citt, mentl'e il lavol'o
costituiva i: fattore principale della produzione, eea le-
gato al suo paese meno strettamente che l'individuo ap-
partenente ad un grande Stato. D'onde una mobilit, una
ireequietudine delle classi lavoeateici, che costituisce un
tratto carattel'istico delle et trascorse e che mantenne
in un'ansia continua i grandi proprietari della tel'['a e la
gl'ande illdustl'ia Ilei suo primo sorgere; pel' lo ' che si
originava quella politica aliettatI'ice dell'emigrazione, che
concedeva esenzioni d'imposta e privilegi ai nuovi Ye-
nuti. E quanto et'a facile l'emigrazione l Bastava fal'e po,
che miglia, talora pochi passi, bastava passare da una
contI'ada ad un'altra li'miteofa, da un fondo ad un altro,
dalla campagna alla citt, valicare un monte, teaghet-
. . .
tare un fiume, saltare un rigagnlo per trovarsi in u ....
n'altro Stato. Nel quale eccoti altri compaesani, eccoti
la stessa Iiagua, la stessa religione, gli stessi costumi.
Mille vincoli legavano il vecchio al nuovo paese, che
l'emigl'allte aveva 'visto forse altee volte e che certo co-
nosceva fin dalla infanzia pel' le descrizioni e nal'razioni
dei suoi parenti, dei suoi amici.
Ma anche in .quel periodo storico, intermedio fra il
241
piccolo stato medioeval e lo stato moderno, nel quale
grandi disuguaglianze fra le diverse pro-
vincie, restava ai malcontenti un certo grado di relativa
libert. per sottrarsi al peso opprimente dell'imposta merc
la migrazione interna, pel' quanto difficoltata, verso i
luoghi pi' favol'evoli. Ancora all'epoca del Oee in Inghil-
terra e del Boisguillbel't in Francia l'emigrazioni interne
degli operai erano continue.
Ma fiualmente il gl'ande Stato proclama la li bert indu_
stl'iale e uguaglia la legislaztone tributal'ia in tutto il suo
territorio: Allora la migrazione intel'na non b,asta pi a
sottral're l'opel'aio agli, eccessi dell'imposta; occorl'e appi-
gliarsi alla emigrazione estera. Senonch lo Stato si esten-
de da ogni parte intorno all'individuo interminabilmente.
Le divel'sit di l'azza, tenute vive da guerre interna-
zionali, oppongono un'alta barriera all'emigrante. Poi vi
sono altre bal'l'iel'e. La diversit delle lingue, la diver-
sit delle religioni, la diversit dei climi, la diversit
dei costumi, Anche l'enorme fecondit dei maritaggi pro-
letari, che una conseguenza di una condizione econo-
mica disperata, raddoppia la penosit dell'emigrazi.one. poi-
ch i piccoli e ll\lmerosi figli vengono cos esposti ai
pi gl'avi pel'icoli e muoiono assai di ft'equente lungo la
via e nel nuovo clima. Laggi l'emigl'ante trova adun-
que spezzata la sua vita. affetti va; l'ester nell'isolamento
morale. Oli sar contesa strenuamente una posizione che
non sia. l'intima, quella sdegnata dagli indigeni pi de
gradati; e dovr sottoporsi alla dipendenza di padl'oni
nuovi, che non ha mai visti, che pal'lano un linguaggio
incompreso, coi quali non potr spiegarsi, dai quali non
potr farsi intendel'e e farsi amare, che non potr ren:"
dersi propizi colla rete degli amici e dei protettori e
che neanche lo apprezzeranno come un voto politico, per-
ch anche di questo l'emigrante llon padrone. Tutte
queste difficolt si risolvono iIi altrettanti motivi per re-
stare nel pI'oprio paese. Ma ci a sua volta include una
condizione suprema: il dell'imposta.
242
Da un altro lato, l'emigrazione pei ricchi assaimeno
penosa. Infatti, essi conoscono molto meglio i luoghi lon-
tani, merc lo studio della geogl'afia e della storia; ap-
prendono le lingue straniere n'elle loro scuole seconda-
rie; fanno poco conto delle diversit di religione, edu-
cati alla tolleranza ed al razionalismo dalle scienzefi-
siche e naturali; infine dispongono ciel capitale e dell'istru-
zione, che assic!ll'ano dovunque le migliori posizioni
economiche, sociali e politiche. Quindi quegli imprendi-
tori cosmopoliti, che si trovano bene da pel' tutto, che.
sono da pel'tutto, che hanno per patria il luogo dove si
fanno i migliori affari. All'incontro, le difficolt e priva-
zioni materiali e morali,che i lavoratori trovano all'e-
stero, rendono loro pi caro il proprio paese, li strin-
g 9 ~ vieppi ai loro concittadini. Le condizioni speciali
in cm vive il pove l'O, riflettono una grande idealit nel
suo concetto di patria. Questa diventa la condizione quasi
assolut della esistenza del povero. Questa sublime esage-
razione conco l're ad ottenere dal popolo minuto una
gran pal'te delle imposte. Il popolo inorgoglisce di quel-
l'ampliarsi dei confini dello Stato, d cui consegue il suo
pi sicuro imprigionamento, la sa maggiore impotenza
a sottrarsi da un oppressivo regime tl'ibutario. Sicch,
oltre a quelle ragioni pi profonde, che legarono in o-
gni tempo il cittadino alla patria, altre ragioni concor-
rono a tale risultato d'indole storica ed economica, dac-
ch il lavoro perdette compiutamente la propria suffi-
cienza a soddisfare i oisogni dei lavoratori.
Oltr'e all'emigrazione vi un altro mezzo per sot-
trarsi all'imposta: la ribellione. Anche questo mezzo riu-
sciva assai pi facilmente nelle remote et che nell'et
moderna. Di fronte all'esiguo numero degli oppressori,
i nuovi malcontenti, ingrossati dal fondo stagnante di
coloro che sono sempre in attesa di novit e di com-
movimenti, divenivano ben presto una minaccia inquie-
tante. E quanta facilit d'accordi fra conterranei! Ma
poi: la povert del piccolo sta.to, .1' infima coltura delle
classi superior11a mancanza di flirzemilitari. permanenti
243
ed organizzate, la qualit delle armi in uso davano agli
audaci, ai valorosi grandi probabilit-di successo. Invece,
quando il grande Stato si costituisce coi suoi eserciti
permanenti, disciplinati, animati da uno speciale spirito
di corpo e sta.ccati dagli interessi comuui; colle sue ric-
chezze centuplicate dal credito quasi iue&auribile; coi
suoi terribili strumenti di distruzione; colle forze intel-
lettuali, mirabilmente educate ed organizzate, di cui di-
spone; non pure diventa follia la rivolta di pochi, ma an-
che quella di molte migliaia di malcontenti. Essi sono
ben poca cosa di fronte al fascio delle forze dello Stato,
essi disl,et'si, pel'duti in una immensa superficie di ter-
ritorio, poveri, ignoranti e senz'at'mi. .
Ai nostri giorni, chi s'appresta ai tumulti deve pre-
ferire alle pene dell'imposta l ~ quasi cet'tezza dei mali
attmdibil dalla rivolta, quali sono la perdita della sua
libert personale, forse la sua stessa morte sulla strada
pubblica, la miseria della famiglia e il conseguente pt'O-
babile avviamento dei figli nella via del vizio. Sono le
attese di beni pubblici irraggiungibili, una sublime idea-
lit dello Stato e in pari tempo le torture inflitte agli
es.uli t<d ai ribelli che attizzano la spinta contributiva
dei ceti inferiori.
67.
Come si distribuiscono fra le classi sociali le varie
specie d'illusione nelle entrate pubbliche.
a) Le illusioni sulle imposte dei ceti superiori.
Resta a sapere come si distribuiscono le varie spe-
cie d'illusione sulle entrate pubbliche fra le classi so-
ciali . Vediamo lo distintamente in riguardo alle varie spe-
cie fondamentali d'illusione studiate, e cominciamo dalle
{llusioni consistenti nell' attenuazione della ppna pro-
dotta dall'imposta.
Alle fallacie, scaturenti dall'avvicinamento dell'impo-
sta ad e,'enti piacevoli, come donazioni, successioni nei
244
casi remoti di pal'entela, soggiacciono naturlmente i
ceti superiori e medi, come quelli fra i quali la ricchez-
za erqditaria o disponibile si distribuisce (capo VI). La
stessa cosa va detta altres della fallacia, scaturente
dall'accostamento dell' imposta ad affari implicanti un
notevole guadagno nel senso economio (capo VI),
do LlH osi ritenere che la stipulazione d'affari, colpiti
da imposte speciali, non si compia in generale da quelli
che dispongono soltanto delle loro braccia. Infine deve
ritenersi che anche le attenuazioni del peso delle imposte
pagate in occasione dell'acquisto di cose di consumo, .a-
venti carattere di ral'it, siano provate dai ceti supel'iori
e medi; dappoich il lavoratore sia costretto ad impie-
gare il suo salario nella' compera delle cose necessarie
alla vita, " che sono sempre le stesse e che quindi, come
vedemmo, non determinano un'intensa aspettativa ( 35).
Quelle stesse classi 'di persone, che sono vittime delle
fallacie derivanti da unioni dell'imposta ad' eventi pia-
cevoli, debbQllo poi in generale consideraI' i altres le
vittime delle fallacie scaturenti dall'avvicinamento del-
l'imposta ad eventi dolorosi. Infatti, le ammende, e spe-
cialmente le multe sui condannati a pene corpo l'ali, sono
pagate soltanto da membri delle classi abbienti e quindi
l'illusione corl' elativa a quei pagamenti dovl', soltanto
da tali classi essere sopportata. Pei poveri, come quelli
che non possono pagare la multa o l'ammenda, non pu
parlarsi di un'attenuazione della pena pecuniaria in rela-
zione alla pena corporale (capo l;X). La minore afflitti-
vit delle imposte di 'successione pagate pel' la. morte di
un parente prossimo e del'vante da un l'estringimento
dei bisogni secondari, anch'essa speciale ai ceti ab-
bienti (capo IX); i ceti inferior'i soggiacciono soltanto al-
l'illusione per attpnuazione del peso dell'imposta, se si
tratti di tributi percetti immediatamente dopo la morte
di un membro della come nel caso d'imposte
di sepolture. Queste per ai nostri d sono scomparse.
bens vero che i povel'i pagano somme notevoli
al clero e che per queste effettivamente si ottiene un im-
245
portante alleviamento di peso, appunto perch pagate nel
momento in cui imperversa appieno il dolore, ed in cui
tacciono, o si restringono, i bisogni primal'. Ma qui non
si tratta pi di vere contribuzioni, ma di prelevamenti
senza carattere coattivo a favore -della Chiesa.
In conclusione, la maggiol'parte -delle illusioni sulla
quantit della sensazione penosa, indipendenti da un oc-
cultamento di una certa quantit. dello stimolo, colpi-
scono di preferenza le classi abbienti.
Ma ecco che quelle classi superiori f le quali sog-
giacciono prevalentemente alle illusioni sulla quantit
della sensazione, si sottraggono invece quasi interamente
alle illusioni sulla quantit della ricchezza requisita. In-
fatti le imposte dirette, da cui esse sono colpite in modo
quasi esclusivo, si presentano ai loro sguardi con punte a-
guzze,con netti profili. Esse sono bene designate nelle sche-
de individuali, distribuite a ciascun contribuente, discusse
fra lui e l'agente, frazionate regolarmente in tante rate,
reclamate con scrupolosa puntualit, con gravi minacce,
. senza ,alcun riguardo ai momentanei imbal'azzi del de-
bitore di imposta. Anche le imposte indit'ette di succes-
sione e le imposte cos dette dirette di consumo, sui ca-
valli, sui cani, sulle carrozze, sugli stemmi, ecc. mostrano
chiaramente la quantit di ricchezza requisita. Sin qui
pu ben affel'marsi .rillusione nella quantit dello sti-
molo essere nulla per le classi superiori e medie. Sicch
pu concludersi dalle cose Ol'a dette, che quella illusione
nella quantit dello stimolo, la quale, come or ora ve-
dremo, ha una enorme efficacia nell' occultare ai po-
veri la pi gran parte delle loro contribuzioni, non ha
alcuna possa sui ceti abbienti, che scorgono le imposte,
da essi pagate, nella loro vera grandezza. Anzi, rispetto
a . questi ultimi, va notata un' influenza dell' illusione
sulla quantit dello stimolo, agente, non gi nel senso
della di questo stesso stimolo, ma della sua
esagerazione. Infatti, in molti casi, l'imposta pagata da un
cittadino vIene mitigandosi, perch non si adegua di
continuo al crescente prodotto o perch, di questo si
246 .
attenua il costo. Ma e ben l'aro che il contribuente tenga
conto di ci e che s'abitui a considerare l'immutata ali-
quota legale come una quantit decrescente. In con-
clusione, le masse di ricchezza requisite ai ceti superiori,
piuttosto che nascondersi ai loro occhi, assumono pro-
porzioni maggiori del vero. .
Ma che deve ritenersi infine della partecipazione
delle classi superiori alla fallacia intorno alla persona
del nelle imposte loro addossate? Pare le-
cito affermare che a tale illusione esse soggiacciono in
ben larga misura. Qual meraviglia se cos accade, men-
tre sappiamo come le Assemblee legislative siano cadute
nei pi grossolani 91'l'ol'1 in questa materia e che valo-
rosi cultori delle scienze economiche hanno difeso tutte
le possibili opinioni? Non abbiamo visto forse, come
secondo alcuni economisti, tutte le imposte cadono sui
proprietari di terre; come, secondo altri, esse cadono
sui lavoratori; e come, secondo altl'i infine, esse cadono
su ciascuno in eguale misura? Si pu ammettere che
una parte non piccola dei tributi, rimbalzata dai l'icchi
e medi contribuenti in basso, .continui ad essere consi-
derata da questi come nn loro particolare sacrifizio.
Delle molte pel'sone che trasfel'iscono in tutto od in
parte il tributo su altre col favo l'e di numerose circo-
stanze economiche, solo un numero . assai ristretto si
rende conto della condizione favorevole in cui viene n.
trovarsi. La maggior parte invece, come fu osservato' al
capo Xl, non ha una piena coscienza della sua libera-
zione dal tributo, si lascia ingannare dai fenomeni ap-
parenti, non vede una relazione necessaria fra le oscil-
lazioni del valore del prodotto e l'imposta. Questa con-
siderata per s. Le circostanze, che favoriscono la libe-
razione dall'imposta, restano in buona parte inavvertite,
specialmente se si compiano poco a poco e pel concorso
di forze generali.
L'illusione sulla persona del contribuente pi per-
fetta ancora nel caso pi raro di proprietari, in favore
dei quali siasi verificato il consolidamento ' dell'imposta.
247
Adunque, in un gran numero di casi, gli abbienti
sono convinti di pagare tributi, che rigettano sui nulla
tenenti. ben vero che n ~ m mancano altre imposte,
che dai lavoratori sono rimoalzate sui ceti agiati e ric-
chi e che sono in gran parte, alla loro volta, SOPPOl'-
tate all'insaputa di questi. Non sempre infatti, ma anzi
assai dirado, l'imprenditol'e, tra le numel'ose cause che
possono attenuare i suoi profitti, riesce ascorgel'e l'a-
zione specifica di un'imposta, che, stabilita sui salari ne-
cessari, si ripercuote S\,l di lui in un periodo di temp
sempre lungo_
Cos avviene adunque che gli abbienti, da un lato,
credano di pagare l'imposta da cui s.i sottraggono e, da
un altro lato, credano di essel'e immuni da gl'avezze, che
effettivamente sopportano. Per un verso, eS'3i pensano di
essere aggravati pi del vero e, per un altl'o, di essel'e
aggravati meno del vero. Ma qU si deve tosto soggiun-
gere che l'erl'ore circa la ripercussione inversa ha un'im-
portanza pratica minore dell' errore relativo alla l'i-
pel'cussione diretta, e in primo luogo, perch solo in con-
dizioni eccezionali l'imposta . pu essere trasfel'ita dal
basso in alto, in secondo luogo, perch, dal momento in
cui gl' infimi non sono pi in grado di tollerare nuovi
balzelli e li rimbalzano in alt, l'imposizione su di essi
stabilita dalla legge o definitivamente cessa od sosti-
tuita da inposte dirette sugli abbienti.
Pertanto, le ultime conseguenze di queste fallacie
sulla persona del contribuente ileI giudizio delle clas si
superiori e medie devono l'isolversi nell'opinione di pa-
gare pi del vero.
Si deve adunque riconosce l'e che, n l'illusione per
occultazone nella massa della ricchezza requisita, n l'illu-
si one nella persona del contribuente valgono in definitiva a
m enomare considerevolmente agli occhi degli abbienti la
somma dei tributi loro chiesti; anzi che questa SOnI ma di
tri buti si esagera fors'anche per la diffusa abitudine di non
considerare l'immutata aliquota legale in relazione al cre-
scente pI'odotto e al descrescente suo costo, e inoltre pe r
248
la soverchiante azione dell'errore circa la Waslazione di-
retta in confronto all'errOl'e circa la tl'aslazione ' Inversa.
Solo in virt dell'illusione sulla quantit delle sensazioni
dolorose si mitiga il . giudizio che i ceti superiori e medi
fanno delle imposizioni loro, Queste considerazioni, in-
sieme ad altre estranee al nostro tema, concorrono a
spiegare l'ostinata resistenza, che i ceti superiori o p p o ~
sero sempre ad ogni tentativo di aggravio su di loro,
sebbene essi abbiano una maggiore conoscenza dei ser-
vigi pubblici, sebbene il valore subbiettivodi ciascuna
unit di ricchezza fosse per essi assai minore che per
le classi infime, e sebbene attraverso i secoli si fosse ve-
nuta formando un'arte meravigliosa di addolcire le
pene tributat'ie del ricco. Ma a questo punto del pi alto
interesse osservare che anche le classi lavoratrici si fanno
intorno alla massa d'imposte pagate dai ricchi la stessa
opinione, che se ne fanno questi ultimi. La nettezza delle
linee, che distingue i contorni delle imposte dirette, delle
imposte di successione e delle cos dette imposte dirette
di consumo, consente ' che esse siano rese evidenti anche
agli occhi dei ceti inferiori; ohd' che anche questi,per
riguardo ai pesi' tributat'i addossati ai richi, non sott()-
stanno all'illusione sulla quan,tit dello stimolo. D'altronde,
i nulla tenenti partecipano, in misura certo maggio t'e de-
gli abbienti, alle fallacie intorno alla persona del contri-
buente. Senza dubbio, un certo numero di ricchi sa che
una parte maggiore o minore di ci, che ha pagato,
sar riconquistata nel prezzo di vendita delle proprie
merci o dei propri set'vigi. Il popolo minuto ignora che
una gran parte dr quelle imposte, che sono ' pagate dai
ricchi, ricadr su di lui, e suppone che essa sia definiti-
vamente sopportata dai contribuenti di diritto.
Gi a questo punto si comincia a scorgere come la
somma delle imposte, addossate ai ricchi ed agli agiati,
debba apparire ad essi fOl'se minore che non ai poveri.
Ma vi ha di pi.
Vi un elmento, che influisce ad esagerare la con-
tribuzione degli abbienti ' nella mente dei non abbienti e
249
che non' agisce invece sulla mente dei prImI. Intatti i
poveri, nella stima dei sacrifici dei 101'0
vali, non tengono conto di quelle speciali circostanze,
che valgono ad . attenuare agli abbienti gran parte del
peso delle loro imposte. Per giudicare la supplementare
spinta contributiva, determinata da eventi piacevoli o
dolorosi, bisogna compenetral'si dello stato psichico, in
cui eccezionalmente viene a trovarsi il contI'ibuente in
dati momenti. Ma ci riesce assai -diffiCile a comprendere
a chi non paga le imposte in quelle stesse circostanze.
, Sicch i lavoratori son condotti a stimare la somma
dei sacrifizi, soppor:tata dai ricchi, maggiore di quel che
appare a questi ultimi. Il che anche confermato da ci,
che il minimo abbiente stimi in ogni caso ciascuna unit di
-ricchezza come avente maggior valore di quello che le sia
attribuito da un ricco. Infine bisogna anche badare alla
circostanza che la gente minuta ignora in gran parte i
compensi materiali, che i ricchi trovano alle loro impo-
ste, coll'acquisto di beni demaniali, colle sottoscrizioni
ai prestiti e specie a quelli a cosidetto alto interesse,
coi diritti doganali protettori ecc.
68.
Come si distribuiscono fra le clai sociali le varie
specie d'illusione .
b) Le illusioni sulle imposte dei ceti inferiori.
L'illusione sulla persona del contribuente rispetto
ai tributi stabiliti sui lavoratori, come si vide al para-
grafo precedente , a questi particolarmente dan-
nosa, perci che l'ignoranza dei tl'ibuti, di cui si li-
berano colla traslazione inversa, nasconde un raro, ec-
cezionale e ristretto loro disgravio, mentI'e invece
1'ignoranza dei tributi su loro ripercossi occulta un
largo ed abituale loro aggravamento. Quanto diversi gli
effetti dell'illusione sulla persona del contribuente per
rispetto alle imposte stabilite sui ricchi I Mentre i lavo
250
ratori ignorano la grande parte dei tl'ibuti su loro get-
tata dall'alto e per non trovano al'gomellto di lamen-
tanze per questo fatto, gli abbienti invece, che suppon-
gono in buona parte di pagare ci, che trasferiscono in
basso, traggono partito da un siffatto errore per OppOrI'9
resistenze alle richieste del finanziere.
L'illusione nella quantit dello stimolo o nella massa
della ricchezza requisita, che vizia assai poco i giudizi dei
ricchi intorno alla ricchezza ad essi tolta, assume la pi
grande importanza pertut'batrice sulla reale entit dei tri-
,buti dei poveri. Le im poste indirette, che son quelle stabilite
di pl'efel'enza sui ceti inferiori, non si delineano nettamente
fra i dibattiti , del contribuente e dell'agente, ma si dis-
simulano nei pl'ezzi dei prodotti. Ed anzi esse ordina-
riamente si risolvono, data la concorrenza e i continui
progressi tecnici, piuttosto in un impedire che i prezzi
dei prodotti, usati dai lavoratori, ribassino,che in un effet-
tivo 101'0 l'ialzo. Cosi adunque 'quest' illusione nella quantit
dello stimolo, che ha un'azione minima sui ricchi, ha un'a
zione massima sui poveri. Invece l'ultimo genere d'illu-
sione, quello della quantit della sensazione penosa, e-
sercita la sua efficacia ingannatrice in senso inverso;
ossia, essa massima pei grandi e medi abbienti, minima
p e ~ nullatenenti; dappoich, come ' s' visto in principio
del paragl'afo precedente, questi ultimi non sono posti in
condizione di pagare speciali imposte al sopravvenire di
eventi recanti un eccezionale guadagno o un gl'ande
dolore. Vi solo una sotto-specie particolare di questa
illusione nella quantit della sensazione penosa, che
condivisa da tutte le classi sociali e quindi anche dalle
inferiol'i , ed quella che scaturisce dal fl'azionamento
dell'imposta nel tempo e dalla sua divisione in minime
quote. L'illusione qui, certo, nei lavoratori si verifica,
quando essi siano. colpiti da imposte dil'ette (testatici,
focatici, imposte classificate, ecc.). Quando poi essi siano
assoggettati ad imposte iridiI'ette, l'illusione, dipendente
dalla decrescente aftlittivit delle varie quote d'imposta,
251
si verifica ben poco per la prevalenza dell'illusione con-
sistente nell'ignoranza di ricchezza requisit:.t.
Adunque possiamo conclu,dere qui, che i ceti infimi,
non essendo vittime delle fallacie nella Quantit della
sensazione penosa, lo sono poi, e assai largamente, delle
fallacie nella massa della ricchezza requisita e nella persona
del contribuente. Dal che deriva che essi ignorino in gran
parte la massa dei tributi sudi loro stabilita. questo
un risultato diametralmente opposto a quello, cui giun-
gono, attraverso al giuoco dell'illusione, i ceti superiol'i,
i quali vedono in gran parte ci che pagano.
Infine dev'essere notato che i ricchi son tratti a
giudicare l'ammontare dei tributi sui poveri, come lo
giudicano questi ultimi, poichanche ai ricchi si cela
l'imposta indiretta nei pt'ezzi dei prodotti ~ la quantit
d'imposta da essi ripel'cossa sugli infimi. Ed allol'a avviene
che gli umili si perilUadano come i potenti, e pi dei po-
tenti, che su questi si aggravi un'alta imposizione, mentre
da un altro canto i ricchi partecipano alla persuasione dei
poveri, che su questi ultimi l'imposta stabilita sia assai
minore del vel'O.
L'errore, la menzogna, s'intrecciano passo passo per
tutta l'imposizione dei ricchi, ma a beneficio di costoro;
l'errore, la menzogna, s'intrecciano passo passo in tutta
l'imposizione sui poveri, ma a detrimento di questi.
'rutto ci ( 65-68) spiega la cedevolezza degli averi
degli operai ai vigo l'osi colpi di vanga del finanziel'e e spiega
altres como coi sistemi d'imposte, che la pratica c o s ~ r u
lungo i secoli, sorgano automaticamente certe resistenze
nell'opinione pubblica contro una politica finanziaria, im-
parziale ed equilibrata e contro una giusta distribuzione
dei servigi pubblici fra , le varie classi sociali. Cos la
teoria dell'illusione cont;orre a chiarire il grandioso fe-
nomeno della sistematica ingiustizia nella distribuzione
dei tributi e dei servigi pubblici ed a porlo in armonia
coi bisogni edonistici del genere umano.
L'accozzaglia d'imposte, che le et precedenti al 80r- :
gere . della scienza economica e della scienza della fi-
252
nanza ci ha trasmessi, l'iesce abbastanza bene a com-
piere un'opel'a talmente audace, che a prima vista sa-
rebbe apparsa una follia; l'iesce a risolvere il pi diffi-
cile problema, che il genio degli sp(\gliatOl'i avesse mai
osato di concepire: quello, cio, di pet'suadere tutti quanti
che coloro, che pi hanno e meno sono colpiti dai tri-
buti, non potrebbero senza iniquit essere uLteriol'mente
aggravati e che le compiacenze del fisco son rivolte ai
meschini, pi crudelmente spogliati. Quei tl'ibuti, che si
sogliono considerare quali il prodotto di una cieca bru-
talit, del capriccio del despota o di una classe sover-
chiatt'ice, come qualcosa di disordinato, d'irrazionale, ap-
paiono invece all'attento osservatore come una diabolica
costruzione, equilibrata ed incorporante uno spirito arcano,
che la scienza infine disvela. Il genio dell'uomo politico,
l'istinto di classe, la prudenza degli spogliatori, l'insoffe-
renza degli spogliati condussero, da un lato, alla scelta
ed al mantenimento degli spedienti fiscali, meglio atti ad
attuare i disegni dei Governi e, da un altro canto, ad e-
vital'e o a rimuovere quei tributi, che eccitavano pi fiel'e
e durevoli resistenze. In questo indirizzo era tanto pi
necessario che si mantenesse l'opera governativa, quanto
pi questa era impedita di esplicarsi largamente in favore
della collettivit ( 76).
69.
OONCLUSIONE.
A questo punto il lettore si sar gi persuaso che i
moventi psichici a pagare l'imposta sono stati assai im-
perfettamente determinati dalla teoria finanziaria. Infatti,
in primo luogo, i servigi pubblici, che secondo essa for-
merebbero la ragione necessaria e sufficiente dell'imposta,
sono trascurati in gran parte per ignoranza <> disatten-
zione dei cittadini (1); ci che consente di parlare, a pro-
(1) PUVIANl, Sulla ragione dell'imposta, Giornale degli E-
conomisti, geno. 1902.
2:")3
posito delle utilit pubbliche, di una mancanza od attenua-
zione dello stimolo piacevole, proprio come lecito
riguardo alle entrate pubbliop,e di parlare di una man-
canza o attenuazione dello stimolo penoso. In secondo
luogo, l'utilit dei servigi pubblici tende ad affievolirsi
per una legge "naturale assai nota, secondo la quale un
piacere prolungato "va perdendo d'intensit. e finisce col
diventare inavvertito, quanto pi sicuramente e perfet-
tmente goduto. Cos avviene che la bellezza delle cose,
da cui siamo da gran tempo circondati, ci passi inav-
vertita. Se un sel'vigio pubblico sia reso pel'fettamellte,
i privati sono tolti da una q'lalsias circa
l'eventuale insoddisfazione del bisogno, cui l'Autorit
provved. In un paese civile, nel quale i tt'a ffi ci si com
piono nel modo "pi sicuro e l'egolare, niuno pensa agli
sforzi progressivamente perfezionati lungo il tempo, coi
quali lo Stato ,iusc ad ottenere quel grande risultato.
E quanto pi il servigio pubblico procurato da molto
tempo, per guisa che varie gener'azioni si sieno abituate
a goderne i vantaggi, tanto meno esse sogliono condUl'l'e
il loro pensiero a rileval'e tutta l'utilit che ne ricevono.
La spinta contributiva, appoggiata a servigi di carattere
generale, forniti anche in passato, doveva essere molto
maggiore in tempi, nei quali tutte difficolt contra-
stanti gli uffici benefici dell'ente politico non el'ano state
pienamente superate ed a quando a quando l'iapparivano;
per quanto, nei secoli scorsi, l'abitudill.9 alla mancanza
di sicurezza rendesse questo stato meno penoso di quanto
lo sarebbe " ad un europeo moderno, che improvvisamente
si trovasse in un paese mal provvisto di difesa giuri-
dica.
Pertanto, anche per riglal'do alle spese pubbliche, si
riscontl'a, in fOl'za di una legge natQI'ale, quella decre-
scenza o mancanza della sensazione, che vedemmo ve-
rificarsi in riguardo, aile entrate pubbliche. Dunque, in
via generale, per l'azione delle illusioni dello stimolo
piacevole, i servigi pubblici, non potendo essere conve-
nientementeapprezzati, la spinta contributiva dovrebbe'
254
venire sempre attenuandosi. In realt invece essa di-
venta sempre maggiore, come lo dimostra la tendenza
progt'essiva delle spese.
Questo fenomeno pu essere spiegato, in parte, da
servig pubblici da poco tempo affidati all' ente politico
o da esso attesi, ed altamente apprezzati dai cittadini. In
secondo luogo si deve avere riguardo alle illusioni sulle
entrate pubbliche che vanno considerate in corrispon-
denza colle illusioni sulle spese pubbliche. Da un lato
si nasconde l'utilit di certi sel'vigi, mentre da un al-
tro lato, nello stesso tempo, si nasconde la penosit
di certe imposte. Senonch, le illusioni sulle entr'ate
pubbliche, .come si visto in questo capitolo, agiscono
molto imperfettamente sulle classi supel'iori per rispetto
alle loro imposte. I ricchi ed i medi abbienti vedono net-
tamente le loro imposte, anzi sono tratti ad esagerarle
per ignoranza delle leggi della traslazioqe, mentre l'uti-
lit dei servigi pubblici si nasconde loro in non piccola
parte. Oosicch per questo riguardo la loro controspinta
contributiva dovrebbe essere molto forte. Ma essa vinta
mediante protezioni, cariche lucrati ve , onorifiche ecc.
questo l'argomento, che dovrebbe esaere sviluppato
dalla ricerca dei mezzi politici di corruzione.
'fai e ricerca rirtotte i favori pubblici, asscurati a
speciali classi o ad individui, in quanto abbiano per l'i-
sultato d'attenuare o rimuovere le resistenze all' impo- .
sta, la quale non sia appieno impiegata pel pubblico van-
taggio. I titoli nobiliari, gli uffici onorifici e lucrativi
sono stati spesso considerati cpme mezzi, coi quali furono
raggiunti scopi di stato. Altre volte essi sono parsi de-
gni di considerazione come mezzi, coi quali le classi
dominanti intesero ad accrescere certe soddisfazioni
di vanit, di dignit, a mantenere ed aumentare il loro
bisogno di autorit, ecc. Ma essi condussero altres ad
un altro, risultato, e cio, a rimuovere o ad attenuare
delle l'esistenze ad un dato ordine politico costituito.
noto come nei tempi, nei quali l'autorit regia non
era ancora bene oonsolidata, . il Principe concedesse
255
feudi, dignit, pensioni,assegnamenti ai suoi pi temi-
bili rivali, coll'intendimento di propiziarsene gli animi.
Quei favori erano dispensati ad arbitrio, a discrezione
del Principe; un metodo questo di liberalit che si adat-
. tava alla natura prevalentemente politica delle resi-
stenze che dovevano essere rimosse.-Ma in seguito. sotto
il dominio feudale saldamente. costituito, in quanto que-
gli uffici ed onori non fossero richiesti da compiti di
Stato, ne per completare le soddisfazioni dei dominatori,
sel'virono ad attenuare resistenze, non meno di ca-
rattere economico che politico. Infatti i favori, che a
piene mani furono dispensati ai cadetti, ebbero per
fetto di sopil'e o spegnere le aspirazioni di questi alle
patel'ne, le quali venivano conferite esclusivamente
ai primogeniti. Cos la distribuzione dei latifondi fl'a un
piccolo ' numero di proprietari, la quale costituiva la
base economica della forma politica aristocI'atica,
mantenersi solidamente.
Comt3 si sa, gli uffici pi onoI'ifici e lucrosi nell'am-
ministrazione civile e militare, nella magistI'atura, nel-
l'esercito, nella marina, nelle colonie, ed i migliori posti
nella Chiesa vennero riserbati pei cadetti. In seguito per,
quando il capitale mobile si fu accumulato fortemente
nelle mani di un piccolo numero di borghesi, conces-
sioni importantissime fUI'ono anche ad essi largHe, come
i privilegi di fondare banche, di eserdtal'e in modo e-
sclusivo certi rami di commercio, le protezioni mercan-
tiliste e via dicendo. '
Ma va notato che quei borghesi erano ordinariamente
colpiti dall'imposta, come tutta la classe cui apparteneva-
no. Quelle liberalit diedero anzi origine spesso a nuovi
e copiosi proventi per la finanza e furono concesse prin-
cipalmente in riguardo di questi. Ma, in pari tempo, le
imposte costituivano per i concessionari la condizione
di lucri eccezionali, ottenibili dal potere' pubblico. Essi
sono ancora qualche cOsa pi che un parziale o totale
indennizzo del sacrificio tributario; sono un impiegospe-
culativo, Iilonopolistico; Da questo momento, certi favori
256
pubblici, ottengono per risultato di attenuare od armul-
lare la controspinta contributiva. Questa nuova funzione
di certi atti g9vernativi comincia solo dal momento, in
cui si rende necessario di colpire' coll'imposta membri
potenti del consorzio civile. Essa si sviluppa ben presto.
lal'gamente, quando ,si sfascia la costituzione feudale, si
aboliscono i ed i maggioraschi, e si e-
stende il sistema della libert delle transazioni anche alla
terra. Allora i favori della legge perdono la natura di
misw'e di riparazione per le spogliazioni legali di ca-
rattere economico e politico, e diventano un compenso
per un danno di carattere fiscale.
T.Je preziose arl'endevolezze governative non man-
cano davvero in quell'et, sotto forma di prot,ezioni a-
gricole, di protezioni industl'iali, di lavol'i pubblici, d'im
pieghi, di gl'adi onorifici. Sicch, proprio nel momento
in cui l'imposta si estende indistintamente su tutti, le
classi abbienti se ne in pi o meno larga mi-
sura, coi favori della, legge. Va notato in particolare che
la pl'otezione agricola giova soltanto ai grandi propl'ie-
tari, non ai medi, n ai piccoli. La storia contempo l'a-
nea poi insegna che le voci dlle .taritfe doganali, che
furono pi elevate, lo furono sotto la pressione delle
ditte pi potenti.
Ma i favori governativi si diffusero pi largamente
mediante lo sviluppo mel'aviglioso assunto dai lavori pub-
blici nell'epoca moderna; strade ol'dinarie, strade
ponti. canali, pl'osciugameuti di terl'eni paludosi. ecc.; per-
loch non pUl'e si elev rapidamente il valore della pro-
priet terriera e dei fabbricati, ma si allarg lo spaccio
e quindi il guadagno delle imprese manifattrici e com- ,
mel'ciali. Tutti sanno la sollecitudine che i ' rappresen-
tanti dol popolo hanno dispiegata per ottenere lavori
pubblici in favore dei loro collegi eletto l'ali ; comunque
l'impiego del capitale investito fosse poco o punto frut-
tifero e non reclamato da interessi d'ordine pubblico.
, Sicch, mentre le crescenti imposte tendevano ad ecci-
tare la resistenza contributiva, le arrendevolezze gover-
257
. native tendevano a contenel'la e ad attenuarla. In pari
tempo lo stormo degli appaltatori, volteggianti con occhi
ardenti sui lavori pubblici, si faceva di pi in pi fitto;
l'imposta, onde erano colpiti ' i guadagni di quegli avidi
speulatori, dovette appalesarsi come uno scapito irrisorio,
ed essi si costituirono a guar'dia d'onore dei nostri deboli
Govel'ni .
. Ma il refriger.ante gettito di benefizi pubblici versati
sui privati sollecitato l'i, diviene oltremodo copioso cogli
impieghi. Niull dubbio che l'aumento della cos detta bu-
rocrazia nell'epoca contempol'anea dipenda, in una certa
misura, da un pi perfetto adempimento da parte dello
St,ato di alcuni suoi scopi di crattere generale. Chi vor-
rebbe negare che l'istl'uzione pubblica determini una mag-
giore attivit dello stato democratico che non dei vecchi
Stati assoluti? Chi vorrebbe negare che la sicurezza dei
viandanti sia infinitamente maggiol'e oggi che nei secoli
scorsi? L'aumento delia scriniocrazia, in parte, fu anche la
necessaria conseguenza dell'enol'm'e sviluppo assunto dai
. lavori pubblici. Ma perch questi furono compiuti spesso
con l'igual'do soltanto ad intel'essi locali, cos si scorge
come i favori govel'nativi , concessi ,in unpl'imo grado
con vedute particolariste a questa o a quella Provincia,
a questo o a quel l)olIlune, determinassel'o la necessit
di impieghi pubblici, di cui il Governo aveva piena di-
sposizione, che potevano essere in un secondo grado
materia di favori pubblici, i quali non sarebbero stati
' possibili dove l'attivit governativa fosse stata contenuta
ntro giusti confiui.
Ma, oltl'ech dalle sopI'adette cause, lo straripamento
della scriniocrazia fu detel'minato da un crescente bi-
sogno di membri, incaricati della diffusione dell'illusione
politica e finanziaria e del mantenimento dell'ordine co-
stituito, in dipendenza di un'a tendenza a manifestarsi
vieppi nettamente la debole base giuridica della pro-
priet pl'ivata. Questa oggid assai lal'gamellte fondata
;sulla rendita fondiaria, . sui guadagni di congiuntura, sul
pI'otezionismo, ecc.
258
Sebbene non possa dirsi che la concentt'azione delle
grandi fortune cos'tituisea una legge economica inat-
tuazione, come affermano i marxisti, ttittavia lecito
affermat'e con sicUl'ezza che giammai la 'propriet otte-
nuta senza lavot'O ed il lavoro privato della pl'opriet
attt'assero pi largamente l'attenzione pubblica e provo
'carono lo spirito cdtico: Ne derivato un bisogno sem
,pre maggiore nello Stato di t'eclutare membl'i per la Ji-
fesa di un. ordine giuridico, conteo cui si l'ivoltava una
parte sempt'e crescente dell'opinione pubblica.
A questa domanda incessante di funzionari pubblici
corl'ispose un'offerta .inesaut'ible. I piccoli propr'itari
agricoli, molestati , dalla concorrenza estera, dalle diffi-
colt di tl'oval'e Cl'edito a lunga scadenza, vegetavano'
meschinamente. Le piccole impl'ese mauifattrici dai mo-
desti capitali, battute dalla gt'ande industria, tl'aevano
una vita stentata. Anche la rulla degli intel'mediar nel
commercio, molestata dalle grandi impl'ese e dalle so-
ciet coopet'ative, stentava a vivel'e.
L'aumento della burocl'azia si manifestava sovratutto
nei pel'iodi, nei quali il capitale impt'oduttivo, investito
iu impieghi pubblici, trionfava sul capitale pl'oduttivo
nelle industt'ie ed alla propria sicurezza, alle proprie
ingor'digie pl'ovvdeva strozzando le iniziative dell'eco-
nomia privata (capo Xl V). Tutta questa gente, la quale,
veniva aumentando di numero da generazione a gene
L
t'azione, trovava una resistenza progr.t:lssiva negli im-
pieghi produttivi. Ogni pt'oduttore dalla sua bottegai dal
suo fondaco veniva ripetendo: Non vi pi n u l l ~ da fare.
Ed allora restava l'impiego pubblico che Lusingava la
vanit della piccola borghesia e che, nella generale in-
certezza delle fortune private, prometteva una posizione
sicura. Come la do'manda di servigi pubblici ,ne detel'min
l'otferta, cos questa, allorch fu eccedente, provoc la
domanda. I sollecitatol'i si fecero pi numerosi e divenne
sempre pi difficile il l'esiste l'e 101'0. Ci d'altronde con-
tribuiva a restringel'ne le pretese e ad annullarne l'in-
dipendenza. Gos gli impieghi pupblici diventano in una
259
proporzione sempre maggiore superflui e dannosi al bene
comune, ma necessari pel' una costituzione e-
conomica e politica fondata sull'ingiustizia, e per mante-
nere le sussistenze alle classi medie, qh.e le pi
intelligenti ed istl'uite, ma in pari tempo vacillanti di
fl'olte alla concorrenza. Proprio quando i titoli nobiliari
non vals91'o pi a i migliori posti nell'esel'-
cito e nella Chiesa e quando quest'ultimo di
pal'assiti parve sul procinto di asciugal'si coi progressi
del razionalismo e colle leggi d'incameramento dei beni
,ecclesiastici, proprio allora s'inaugurava una nuova era,
nella quale tu l'be, sempre pi fitte, di persone improdut-
tive dovevano far impeto nell'amministrazione ed allar-
garne i quadl'l. Questo grande fenomeno fu, in una pl'O-
pOl'zione sempre crascente, il pl'odotto del
bisogno di difesa della pl'opriet evolvente su una debole
base giul'idica e dell'illuminarsi della coscienza pubblica;
fu inoltre il necessal'io pl'odotto di . bisogni essenziali delle
classi pi ricche e da un altro lato delle esigenze delle
classi medie, di cui i profitti nelle industrie pl'oduttive
ornai non bastavano alla loro conservazione e rnoltLpli-
.cazione,
In paesi dove queste classi medie sono meno nume
rose, dove .lo spirito d' intl'apesa pi diffuso, pel'ch
l'industria provvede ai .bisogni anche"di altl'i popoli, l'at-
tivit dello Stato fu pi circoscl'itta e la burocl'azia meno
pesante, Col le minori ingerenze indebite dello Stato nOll
si dovettero ad una maggiore sapienza od onest degli
pornini politici, ma si dovettero alla circostanza. che le
classl medie tl'ovarono un conveniente eompenso alle
iniziative spontanee e non ebbero bisogno di arruo-
.!ar3i fl'a gli stipendiati. Il che contl'ibuisce senza dubbio
lill dignit e alla indipendenza . individuale, Tale il
'caso dell'lllghilterea, .
In.tanto l'effetto dell'aumentata burocl'azia doveva es-
.sere una tal quale tl'anquillit negli animi, dappoich le
medie, le pi illuminate e tuttavia minacciate con-
tinuamente nella l,oro esistenza sul terreno econo1TIico, ne
260
erano. assicurate sul terrenQPQliticQ. Esse si stringevano.
intQrnQ allo. Stato. e ne difendevano. le istituziQni nella-
scuQla, nella magistratura, nell'esercito., nella gel'archia
finanziaria. Ogni impiegato., cQlla cessiQne del suo. lavQrQ,
ha l'aria di dare un cQrrespettivQ alla cQmunit per lo. stio
pendio. che riceve,pu vivere cQlla cQscienza tranquilla.
Egli si sente legato. a un Qrdine di CDse, che gli ha dato.
dignit ed che lo. ha salvato. dalla vita Qscura ed
incerta del picCQIQ bQttegaiQ. L'impQsta, che egli e
che cQndiziQne dell'esplicarsi dell'attivit. dello. Stato.,
divenuta la cQndiziQne altres della sua prQpria CDnserva-
ziQne, dei suoi avanzamenti nella carriera. Egli la paga di
bUQn grado., tanto. pi perch-mitigata dalla qUQta dicQn-
CQrl:lQ, che lo. Stato. versa per la sua pensiQne. Ecco. fina l':'
mente CQme nell'epQca, nella quale l'impQsta si generalizza
irresistibilmente su tutte le class superiQri e medie, queste
ne abbiano. avuti generQsi cQmpensi; le prime specialmente
mediante il sistema prQtettQre, le secQnde mediante il_
mQstruQsQ espandersi della scriniQcrazia.
A scemare le resistenze cQntrQ l'Qrdine CQstituitQ, ad_
indebQlire le QPPQsiziQni dei malcQntenti, a dare 10.1'9 CQm
pensi mq l'ali, quando. i cQmpe-nsi materiali divenivano. Q
inadatti D trDppo. QnerDsi pel civile cDnvi viQ, valsel'D e-
ziandiD i titDli DnDrifici e gli uffici gratuiti.
Ma quali cDmpensi di carattere privato. lo. Stato. serb
pei lavQratQri? NQn fUrDnQ per questi, ma CQntro. que---'
sti, le prQtezioni agricDle ed industriali, nQn gli QnQri,
nDn gli impieghi lucrativi. Perch_ dunque essi pagano. le
pi gravi cQntribu.ziQni ? A que3ta dQmanda nQi abbiamo.
gi risPQstQ, in primo. IUQgQ, dimQstrando. CQme il giuQCo.
delle illusioni nelle entrate pubbliche ed anCQ nelle spese
pubbliche si cQmpia pienamente SQIQ pei ceti infel'iQri;
e, in secQndQ lUQgQ, dimQstrandQ CQme i mali, special-
mente riservati all' emig'raziQne e alla rivQlta, agiscQno.
eccitando. al pi alto. grado. la spinta cQntributiva dei
lavQratQri ( 65, 66).
CAPO XIII
L'illusione finanziaria nel suo sviluppo stOl'ico.
70.
L'illusione finanziaria nei primi Secoli dopo il mille.
Vediamo brevemente l'illusione finanziaria nella suc-
cessione del tempo.
A partire dai primi secoli dopo il mille si ha un pe-
riodo , nel quale l'illusione finanziaria fu assai limitata,
manc quasi interamente; essa invece ebbe un intenso
sviluppo durante il periodo feudale; sub profonde modi-
ficazioni coll' avvento della borghesia al potere, ed oggi
ancorava trasformandosi, mentre il terzo stato in
decadimento.
La gente infima, che, nei primi secoli dopo il mille,
viveva l'accolta nelle citt, era riuscita poco a poco a
raggiungere l'agiatezza collo scambio dei suoi manufatti
ad UIia clientela locale bene assicurata, colla sobriet dei
suoi costumi e coi suoi larghi terreni comunali. Essa a-
veva trovato altres nelle proprie ricchezze la spinta e
la forza di organizzarsi militarmente per la difesa dei
propri averi, per la conquista d'immunit e di nuove
libert. Essa aveva per di pi favorita l' emancipazione
degli ascritti alla gleba, concedendo loro asilo e prote-
zione; e gi in molti luoghi i servi ed i coloni, sciolti
262
dal vincolo di fedelt, cedevano al della
tel'ra o al locatore un tenue canone d'affitto (1) o la
met (2) od un terzo (3) soltanto del prodotto; avevano
diritto di vendere il fondo e diritto di precedenza nel-
l'acquistarlo, quando il proprietario avesse voluto alie-
narlo. L'alta nobilt terriera aveva dovuto rassegnarsi
a questi pl'ogl'essi del popolo minuto e vi aveva anche
trovato, in parte, il proprio tOI'naconto, coll'ottenere un
lavoro pi efficace ed un' elevazione del valol'e delle
terre. Ma le citt, sia vendeildo ai feudatari prodotti ma
nifatturiel'i a prezzi elevati, sia attirando . i lavoratori
della campagna entro le proprie mura, sia armi,
aVevano nociuto considel'evolmente alla potenza dei
magnati laici. Infille il popolo, che si sentiva forte, ba...:
stevole a se stesso, pel'deva altres il rispetto alle alte
autorit ecclesiastiche, le derideva, e discuteva con poco
rispetto i loro costumi e la fonte delle loro ricchezze (4).
I nobili minori si erano uniti al popolo della Citt for-
mando un tutto compatto (5) e facendo causa comune con-
tl'O i nobili maggiori.
. dUl'ante questa equilibl'azione nelle varie classi
economiche e di fronte alla necessit della popolazione
urbana di mantenersi unita contro i grandi signori feu-
(l) REVILLE. Les paysans au moyen age (XIII et XIV sicle.
Paris, p. 25 e sego
(2) Il contratto ad medietatdm si diffuse specialmente dove
prevalse la coltura a vigneto, quindi in. Toscana. (KOVALEWSKY,
L'a1,enement du Regime eco1J-omique moderne au sein des,
campagnes. Pari s, 1896, p. 21).
(3) I cos detti terciatores tanto diffusi in Lumbardia.
(4) Per !'Inghilterra su questo punto vedi KQvalewsky, l. c.
p. 11 e per l' ;talia Bl.A.MONTg Decadenza dello stato feudale.
(Rivista italiana di scienze sociali e politiche. Fase. I, p. 214).
(5) La coesione dei Vnlvassori, dei Liberi e del Popolo fond
l'indipendenza dei Comunt. La disgiunzione di questi elementi
ne caus i travagli, ne prepar la ruina. (CIBRARIO. Economia
politica nel medi9 evo, I, p. 131).
263
dali, che forma nelle citt una finanza semplice con-
forme ai principi della giustizia, senza ambagi Ii in-
ganni. Per poco che la finanza allol'a si allontanasse dai
principi di semplicit, di giustizia e di sincel'it, la cosa
si faceva tosto evidente ed eccitava fiere resistenze.
I bisogni, cui doveva allora provvedere l'ente poli-
tico, erano limitati, facilmente comprensibili e sottopo':'
!'lti necessariamente ad un pieno controllo pubblico, data
la. limitazione dei confini dello Stato e gli stretti l'ap-
porti fra 1'autorit ed i cittadini. Valgono an,che per
questo momento storico leseguellti parole di Adamo
Smith: " Presso questi popoli non vi qua'li un solo in-:-
dividuo, che non possa vedere a primo colpo d'occhio
fino a qual punto i capi della societ sono b\loni giudici
in tempo di pace e buoai generali iil tempo di guer-
ra ... (1) L'angustia dello Stato e quella versatilit di
mente, che propria degli indi vidlli di una societ a la
voro poco diviso (2), pel'mettevallo allche a ciascuno di
apprezzal>e con sufficiente approssimazione i mezzi tec-
nici e finanzial'i necessari al soddisfacimento dei biso
gni pubblici.
Alle spese pubbliche si pl'ovvide allOl'a
colle entrate demaniali, che fl'onteggiavano le esigenze
ordinarie, e con imposte dirette generati e pel'sollali, che
fronteggiavano le esigenze straordinarie.
Ma allo l'a le pubbliche entrate mancarono in gl'an
parte di quella forza ilIusOI'ia che ebbal'o pi tal'di.
Un tempo la funzione del demanio nell'economia fi-
nanziaria fu compresa assai meglio che noi fusse suc-
cessivamente, non solo perch i111emanio costitu la fonte
precipua delle entl'ate pubbliche, ma perch i vincoli
che legavano dil'ettamente i cittadini a quei beni, erano
maggiol'i che oggi. I cittadini e:'l9l'citavano sul demanio
diritti di legnatico, di erbatico, di pascolo, di pesca, ecc.
(1) S!rIlTH, l. v .. IL, p. 443.
(2) !;MITH, 1. C., ivi.
264
Cos ulla popolazione, che si sentiva pi o meno im-
perfettamente prop1'ietaria di quei beni e che li visitava
spesso, che viveva in loro prossimit, che. ne conosceva
perfettamente la produttivit, do.veva avere una coscienza
chiara dell'importante funzione di essi nell'economia fi-
nanziaria. Inoltre quella incerta vicenda di dilapidazioni
(spesso forzate e rese necessarie dal bisogno di quietare
avversari temuti) e di ampliamenti di demanio, che si
prolung per tanto tempo, quando gi l'autorit regia fu
assodata, rendeva, coi suoi conseguenti rialzi e ribassi
del fabbisogno pubblico, cui si doveva provvedere con
imposte straordinarie dirette o coi tl'ibuti indiretti, pi
evidente la parte che i demani adempivano nell'econo-
mia finanzial'ia, e teneva l'opinione pubblica continua-
mente attenta ed agitata sul problema demaniale.
A 101'0 volta, le usupal'zioni dei demani, fatte daipri-
vati, s p e s ~ o su vasta scala, edi desidel'i analoghi che 'esse
eccitavano, portavano a calcoli passionati sui profitti at-
tendibili dall'iniziativa privata, in relazione ai 'profitti ri-
tratti dall' Amministrazione pubblica, e d'altro lato ecci-
tavano alla valutazione dei danni diretti ed indiretti, che
ne risentivano coloro che avevano diritti comunistici da
far valere.
Se, per tutte le suddette ragioni, i demani si rappre-
sentavano alla coscienza comune in modo abbastanza e-
vidente e sensibile come mezzi di pubblica entl'ata, ci
accadeva in modo specialissimo per quelle persone, 1. cui
beni erano confiscati e incamerati nel regio demanio.
Tali persone salirono ad un gran numero iil tempo di
violenze interne e di guerre continue. Quando le citt
furono divise in fazioni, i cittadini pi cospiscui della
parte vinta erano d'ordinal'io privati dei loro beni; l'esito
incerto delle lotte intestine richiamava al pensiero conti-
nuamente il demanio come la vOl'agine, he avrebbe po-
tuto ingoi.-'lre d'un tratto le sostanze di una parte della
popolazione. Il reato di fellonia, che traeva seco la con:'
fisca dei beni in pro del demanio; il reato di fellonia,
(non mai bene definito) acquistava una elasticit ed e-
265
stensivit spaventevole quando il Principe era stretto dai
'bisogni o era avido per natura sua. Il pericolo minac-
ciava, non solo il condannato come fellon, ma spesso
coloro che avevano avutOlI godimento dei beni di que-
sto, coloro che vi avevano fondate le loro speranze, la
famiglia, i parenti. Talora ancora il Governo' spogliava,
in mala fede e senza regolare giudizio, i cittadini pi de-
boli dei loro beni, sotto pretesto che fossero stati usur-
pati al demanio. Finch rimanevano vive le memorie
della goduta propriet, del goduto possesso e le aspetta,
tive sui beni confiscati, si sentiva acutamente di concor-,
l'ere al fabbisogno pubblico coi demani. Tale sentimento-
che val'iava d'intensit a secofilia dei temperamenti, dei
bisogni, degli averi dei danneggiati, degradava partico-
larmente coll'allontanarsi dell'epoca della confisua e colla
natura semipiena dei diritti perduti.
Ad ogni modo, per quanto con gradazioni val'ie d'in-
tensit,in tutti questi casi l'estava presente alla coscienza
di una pal'te dei contribuenti il loro concorso servigi
pubblici coi loro beni privati, inclusi nel demanio_ D'altro
,canto v' erano gli amici, i cOl'tigiani e i loro dipendenti,
che speravano avidamente d'ottenere dalla munificenza
del loro signol'e parti di demanio.
Il demanio pertanto rimase, per molti secoli, un punto
di mi l'a, che spiccava nettamente sull'orizzonte. Fu solo
a poco a poco che i contribuenti vennero staccati e
distratti dal demanio e perdettero di ' vista la sua reale
importanza sulle entrate pubbliche; e cio man mano
che perdettero ogni ingerenza nell' amminjstl'azione di
esso, man mano uhe si estese la propriet industriale,
mall mano che si consolid l'assolutismo, man mano che
le entl'ate rimpicciolirono di fronte alle entrate
del'ivate. Coll'azione di questi grandi fatti cominci il
demanio a divenire un mezzo d'illusione finanziaria.
Quanto alle imposte, il ca l'attere straordinario, che
eSile ebbe l'O da pl'incipio, valse a mantenerle in una suf-
ficiente dipendenza dal bene comune. Avvenne per tal
modo che il loro peso, il quale nella continuit del tri-
266
butosi attenua, si facesse allol'a sentire ogni volta in tutta
la sua entit. Sicch, di volta in volta, ad impedire Le
resistenze, il malumol'e. dei contribuenti; diveniva' neces-
sario che fosse dat la maggiore accentuazione al biso-
gno' pubblico, cui voleva si provvedere.
L'imposizione dovette rispondere, se non stJ'ettamente,
almeno con una sufficiente approssimazione, ~ I bisogno
comune, quale era concepito in quel pel'iodo storico, fin-
ch fu ristJ'etta e subol;dinata a pochi ca'si tassati va-
mente indicati, a.d eventi di una; notoria importapza, e
finch la sua entit fu fissata da consuetudini o da ac-
cordi fra potel'i abbastanza equilibrati. E come l' impo-
sizione diretta el'a immediatamente determinata da evi-
denti ragioni d'interesse generale, cos era distl'ibuita
fra i cittadini secondo evidenti ragioni di giustizia. Essa
ebbe infatti fr'equentemente cal'attere generale e perw-
nall? (1), Le molte garanzie e forme prescritte per l'e-
stimo dei belli immobili e dei mobili nelle citt del medio.
evo (!t), le controversie vive a cui dava luogo quell'opera-
zione, la detel'minazioue del metodo di tassazione, la valuta.-
zione genel'ale e distinta dei beni, la fOl'ma delle denuncie,
opel'azioni tutte ris61'bate al Consiglio del Comune (3),
t'aullo pl'ova della ristl'ettezza del margiue concessu agli
abusi dell' AutOl'it nell' imposiziune e dnlla sua piena
evidenza nella coscienza comune. Quanto alle imposte
indit'ette, cio dil'itti di h'ansito, dazi stradali, diritti di
mel'eato, che s'incoutrallo in quei momenti, d'uopo t'al'e
attenzione che esse allora non ebbel'o affatto, o solo pal'-
(1) POI" le citt. it.aliane del medio evo vedi RICCA SALEH,NO,
La trasformazione storica dei trijuti in Europa ed . in Ame-
rica nella Nuova Antologia del 1
U
febbraio 1891 , p. 518 e se-
guenti; in pLl'ticolal"e, pelo Il Piemonte nel 1349, C1BBARIO, Ope-
rette varie, finanza di Savoia, p. 76.
(2) Catasto negli antichi comllni ital;ani nel secolo XIII. (Cl-
BRAmo, OpP-/"ette varie. Finanza di Savoia)
(3) RICCA SALERNO, Slolia delle doltrine ... ,p. 25.
267
zialmente, carattere d'imposte -di consumI? Esse lU1'ono
piuttosto delle tasse, pagate dai commercianti per il per-
messo di esercitare l'arte, 101'0, a compenso della prote-
zione giUl'idica e dell'uso delle strade e mirarono a colpire
'assai meglio il guadagno dei tl'afficanti che i consuma-
tori. Questi ultimi del l'esto, tenuto conto della semplicit
dei costumi del popolo minuto e delle dispendiose diffi-
colt dei mezzi di comunicazioue, si dovevauo trovare
specialmente fra le file dei ceti sociali pi elevati.
Anche le primitive imposte sugli affari, quali furono
quelle che colpivano le vendite di immobili, ebbero, assai
meglio che d'imposta, il carattere di tassa, pagata in
corrHspettivo della facolt . di aHenal'e odi
rappresentando quelle pl'estazioni vincoli di dipendenza
dei beni dei contadini vel'so i signori () diritti di giu-
risdizione territoriale di questi ultimi o diritti dello
Stato.
Anche il debito pubblico non ebbe da pl'incipio l'ef-
ficacia illusoria, che abbiam visto avere dispiegata pi
tardi e pal'ticolal mente a partire dal secolo XVI, nel
qual tempo si cominci a convertil'e il capitale preso a
prestito dagli Stati in annualit l'imbol'sabili o in l'eudite
perpetue o vitalizie. Quantunque al pl'estito si l'icol'resse
di buon'ora, tuttavia ad esso fu dato attingere assai li-
mitatamente per la mancanza di garanzie otfel'te ai cI'e-
ditori pubblici. I Principi non si tennero ohbligati da
alcun vincolo giuridico alla restituzione dei debiti con-
h'atti dai 101'0 antenati, ma solo dal rispetto alla memo-
ria di questi. Ci naturalmente rendeva assai precal'ia la
posizione del creditore. Perocch i prestiti, anzich spon-
tanei, furono d'ordinario forzati e vessator. Talora i sudditi
si garantirono con compre di privilegi. Ma la ditHdenza
dei creditori verso l'augusto 101'0 debitore, la loro piena
conoscenza degli oneri e dei rischi cui si esponevano, ci
sono attestate dalle loro rimostranze nelle Assem
blee .locali e negli Stati Genel'&.1i (I), La precariet del rim-
(1) VUiTRY, l. c, Il, p. 2.14.
268
bOl'SO del capitale e del pagamento degli interessi (che
. non erano indicati nella stipulazione ed erano condan-
nati dal diritto canonico) fece s che il prestito fosse di
breve durata ed usato quasi sempre come. spediente di
tesoreria. I Segusini, secondo i loro statuti (tra i pi
antichi che si conoscano), non erano tenuti a far cre-
denza al Conte oltre ai quaranti giorni. Se, varcato quel
termine, essi non erano soddisfatti, non erano pi tenuti
a farne altra, finch ne avessero ristoro . (1)
Adunque, mentre da un canto si, appalesava chiaramen-
te la natura e l'entit dei servigi pubblici, da un altro can-
to la imposizione per ogni sua parte aderiva strettamente
alla persona del contribuente in corrispondenza alla frut-
tuosit del suo la,'oro, della sua posizione sociale, dei be-
nefizi generali o speciali, che egli riceveva dall'ente po-
litico.
Non appena imposte o eccessive o contral'ie alle con-
suetudini o agli accol'di stabiliti erano pretese o per-
cette, il loro carattere arbitrario ed illegale appariva
netto alla coscienza del popolo, che le chiamava accatti.
maletolte, mal denaro, compianto (2) (3).
(l) CIBRARIO, Economia del Medio Evo, I, p. 119.
(2) Questo nome fu usato.in alcuni baliaggi del Piemonte.
(CIBRARlO, Operette varie. Finanze di Savoia, p. 162).
(3) L'evidenza dell'entit dei tributi attestata altl'es dal
nome, loro attribuito e che indicava il loro ammontare in ra.-
gione del valore del prodotto colpito. noto come le imposte,
dapprima miti, si elevarono enormemente sotto Federico Il di
Sicilia, Il f ~ r r o rustico o grosso dovevasi a pro del Governo
vendere una met di pi del valore, che aveva ottenuto nella
compera; il che chiamavasi terziaria, quasi che fosse la terza
parte dell'intero valore che la cosa in tal modo veniva ad ac-
. .
quistare .... L'acciaio vendevasi una terza parte di pi di quanto
costava e davasi a tale aumento il nome di quartaria. E q ~ i n
taria dicevasi il quarto di pi sopra il valore della pec, ' che
proveniva dalle Calabrie. (BIANCHINI, Storia delle finanze, I
p.249). Vedi anche p. 388-389.
26.9
71.
L'illusione (inanziarianet periodo feudale.
Lungo il corso delle nostre ricerche abbiamo avuto pi
volte occasione di notat'e la fase dell'lllusione finanziaria,
che si riferisce al periodo feudale. Essa si distingue a
prima vista dalla moderna per una maggiore grossolanit
di certi procedimenti. Con ci non s'intende di escludere
ch in altre parti il peocesso dell'illusione finanziaria di
quel periodo non raggiunga un alto grado d'elabora-
zione. Solo che, la mano delicata, agile, che si sente in
alcuni punti, cede il posto io altei punti ad una mano
pesant.e, feerea. Talvolta infatti fu senz'altro proibita la
conoscenza dei conti pubblici, fatto obbligo del segt'eto
ai tesorieri, ai contabili e ai Ministl'i, furono inflitte pene
ai pubblicisti indiscreti e seveei, si negarono spiegazioni
e documenti ai Rappresentanti dei vari Ordini sociali, che
li sollecitarono; si levarono balzelli senza convocare gli
stati e si giunse a dichiarare che le teste della gente
minuta non et'ano atte a discutere questioni d'imposta e
specialmente questioni sulle spese pubbliche.
Una minol'e brutalit, un pi fine accorgimento si
sente invece pi tardi, nel principio bandito qua e l che
la ragiohe di Stato si oppone alla diffusione della verit
finanziaria; nella compilazione e pubblicazione di reso-
conti incompleti, mendaci; nello sciegliere i membri dei
corpi incaricati del controllo fra le persone interessate
a trascurarlo; llel dal'e ad essi giul'isdizioni localmente
limitate, in guisa da e s s ~ r e impossibilitati di conoscere la
situazione 98nerale della finanza, ecc.
Sat'ebbe tuttavia un et'rore il credere che i duri
procedimenti, coi quali si volle mantenuta l'ignoranza
in materia finanziaria, avessero allora il carattere di bru-
talit e di ripugnanza, che avrebbero per noi. Essi, in-
vece, divenivano logici e naturali in un sistema fondato
270
sull' A utol'it, in un sistema in cui ad ogni uomo, fin dalla
nascita, era assegnato un posto speciale, ed ogni cl'itica
demolitrice verso uo superiore gel'archico costituiva un
sagrilego attentato ad un OI'dine divino.
Il Principe era tenuto a riHpondel'e dei suoi atti, non
innanzi al popolo, ma innanzi a Dio soltanto. Ci con-
duce a concludel'e he la grossolanit degli spedienti,
con cui fu mantenuto il segreto in . materia finanziaria e
con cui, fino ad un certo punto, furono riscosse le imposte
(con offesa alla libert umana), furono possibili in gl'a:"
zia del sistema politico e religioso, ossia a delle illusioni,
non gi diI'ette, finallziarie, ma ad illusioni meiate e di
un ol'dine pi elevato. Come si vede, nell'epoca feudale,
essenzialmente autoritaria, il finanziere non si trov alle
prese con quel fOl'midabile problema, che l'et. successiva
ebbe a l'isol"\'ere, e che co risistette Ilei dissimulare alle
. masse dei contribuenti gran pal' te della vel'a situazione
finanzial'ia e nel rendel'Ile pl'essoch effimeri i controlli,
nel tempo stesso in cui veniva proclamata la '. democra-
tiz7.azione della finanza e la sOVl'anit. popolal'e.
Ma se il finanziere dell'epoca feudale tl'OV facilitata
l'opel'a sua dalla inesistenza di un diritto nel popolo di co-
noscel'He discutel'e' la materia finallzial'ia, ebbe tuttavia al-
tri difficili problem i da l'isol vere. Infatti quella stessa forma
politica, che per Ull rispetto facilitava l'opel'a del finan-
ziere, sotto un altro aspetto la difficoltava, in quanto, cio,
il suddito sia assai meno p.'odigo del cittadino ileI ce-
dere ricchezze ali'ente politico. Gi assai pl'ima di Mon-
e cio durante il funzionamento degli Stati Ge-
nerali, era stata pi volte riconosciuta la convenienza
dell'autoimposizione dal punto di vista della sua produt-
tivit all'erario. Inoltre la mancanza del sistema rap-
presentativo imped il sorgere dei prestiti pubblici mo-
derni, sprovvisti di una garanzia reale, e provoc l'uso
di prestiti gal'alltiti sulle entrate ordinarie dello Stato,
che minacciavano sempre di dar luogo alle pi scanda-
lose ed evidenti malversazioni. Si aggiunga che il malo
impiego del danal'o pubblico negli scialacqui della Corte
271
e nelle sinecure delle classi privilegiate fu assai pi vi-
sibile che no.n sia ai nostri giorni, nei quali le entrate
dello "Stato S0(10 dissipate in.opere pubbliche o in presta-
zioni di servigi, che hanno pur sempre, tuttoch in troppo
limitata misura, un rapporto colpubblico vantaggio. Torna
anche a pl'oposito il l'ichiamare qui un'osservazione fatta
altrove, e cio la difficolt di colpil'e aspl'amente d'impo-
sta i lavoratol'i, quando essi el'ano chiamati ansiosa-
mente negli altl'i paesi vicini e quaijdo era cos facile il
passal'e da una ad altl'a signol'ia, Non va taciuto d'al-
tl'onde che si trattava di adattare ed abituare ' all'impo-
sta gente, che ne el'a esenta o da tempo immemol'abiie o
in . fOl'za di ca l'te d'immunit. Si deve anche ammettel'e
con LOl'dMacaulay, che le popolazioni di altri tempi Cu-
,l'ono pi al'de di CUOI'e, pi manescbe, pi pl'onte a corl'ere
alle al'ini, che non le genti dell'epoca 1l0stl'a industriale. Se
a tutte queste considel'azioni si aggiunga la mancanza dei
progressi tecnici, delle scopel' te chimiche e meccaniche
e dei mezzi di comunicazione, che hanno aumentata e-
nOl'memente la pt'oduzione nazionale, e si tenga conto
d'altro canto degli ostacoli posti alla produzione e cir-
colazione dai concessional'i delle imposte, si comprender
la delicata situazione del finanzier'e di altl'i tempi e ' la
necessit, in cui egli si tl'OV, di ricorrere 11 tutti quegli
spedienti, che resero meno penosa la continua e cre-
scente imposizione, ' di cui abbisogn ..
. Quindi che la finanza feudale elabol'a grado gl'ado
faticosamente quel sistema d'illusioni nella quantit dello
: ~ t i m o l o e dell'effetto penoso, di cui abbiamo lungamente
discorso e che consiste nello sminuzzamlnto delle im-
poste, talvolta fino a frazioni imponderabili, nella 101'0
dish'ibuzione in quote regolal'i nel tempo, nella loro ap-
plicazione agli eventi pubblici e pl'ivati pi piacevoli e
dolorosi pel contribuente, nei cambiamenti di nome, di
circostanze estrinseche, di affettazione di ce t'ti tl'ibuti;
in certe loro abolizioni e risurl'ezioni, in certi loro ag-
gruppamenti accennanti a semplificazioni e a' pl'ossime ri-
duzioni del carico tl'ibutario e via dicendo.
272
Dopo tutto ci s'intende come. la finanza di questo
periodo abbia dovuto e s s e r ~ animata da uno spii'ito sot-
tile e ricco di espedienti, quanto pi l'imposizione si e-.
levava e s'indebolivano nella coscienza comune i principi
di diritto assoluto.
72.
L'illusione finanziaria nel periodo borghese.
L'illusione finanziaria ha saputo mantenersi e in certo
senso anche estendersi, malgrado gli ordinamenti che la
finanza ha ricevuto in ar'monia col sistema costituzionale,
a guarentigia dei nuovi interessi popolari. In linea di
principio, nel campo dell'astrazione, la finanza borghese
ineccepibile ed questo aspetto apparente il celHbrato .
dai corifei deila borghesia. La qualit e la quantit delle
spese, la qualit e l quantit delle entrate e la loro di-
stribuzione, sono designate dai rappl'esentanti del po-
polo. Il Principe non ha facolt di stabilire balzelli; i Mi
nistri sono infrellati nelle loro iniziati ve dalla legge del
bilancio e dalla Corte dei Conti; i contabili, i cassieri
sono sottoposti a controllo; tutte le entrate e tutte le
spese, comprese quelle di riscossiolle, debbono rientra-
l'e in esercizi finanziari beni distinti ed essere incluse
nei bilanei preventivi o di assestamento e nei consunti-
vi. Tutta la materia finanziaria discussa in sedute
pubbliche ed commenta bile e criticabile libel'amente
da qualsivoglia. La finanza moderna si sovratutto mo-
strata pi rispettosa della libert personale e della di-
gnit uman, ed ha quindi abbandonati i metodi p i ~ bru-
tali d'accertamento della matei'ia imponibile propri di
altre et ( 15). Ha rinunziato altres agli introiti, che essa
trasse gi dalle alterazioni della moneta, le quali espo-
nevano il Principe al discredito ed intralciavano il com-
mercio. Ha abbandonatala vendita degli uffici pubblici,
per cui si creavano ufficiali dello Stato rapaci, inetti ed
impopolari ( 18).
273
In apparenza tutto procede regolarmente. La finan-
za moderna resta per lungo tempo coperta come da
uno smalto levigato, da un usbergo adamantino, che
nessuna punta pu scalfire. il malumore popolar non
sa con chi prendersela; non trova un capro espiatorio
alle sue sofferenze. Il Principe irresponsabile, i Mi-
nistri sono scelti fra le maggioranze parlamentari, i
Deputati sono eletti dal popolo stesso.
Eppure le dei princip costituzionali alla
finanza, che ebbero tanta maga illusoria per gli stessi
scrittori di diritto costituzionale e di finanza, lungi dal-
l'essere riuscite a costituire un tutto compatto in dife-
sa degli interessi comuni, formarono un debole tralic-
cio, dai cui vani si diffuse l'oppressione sugli umili e
l'esaltazione dei potenti. Anche qui l'intelligenza, dopo
avere eretto una costruzione ideologica di menzogne a
difesa dell'istinto vitale del gruppo sociale pi JOl'te, al
momento della decadenza di questo s'appl'esta a distrug-
gere l'opera propria. cos che oggi la scienza pu
dimostrare che l'imposizione mdel'na ha ottenuti ri-
sultati assai mediocri '.e di molto inferiol'i a quelli ap-
parenti all'osservatore superficiale. Infatti, se vero
che colla l'inunzia ai proventi, altra volta ottenuti
dalla della moneta, si avvantaggiata la
circolazione e la produzione, queste sono state turbate
da vecchi e nuovi tormenti colle imposte di fabbrica-
zione e di spaccio, colle imposte sugli affari, coi dazi in-
tel'ni e di confine. un fatto indis cuti bile che nell'ac-
cel'tamentodei tributi si o'ggid molto pi rispettosi
che in passato della libert e dignit umana; ma in pari
tempo la soverchia imposizione dei minori abbienti ha
mantenuta e rassodata la 101'0 servit e degradazione.
Bisogna riconoscel'e con soddisfazione che ai nostri
. giorni cessato il traffico scandaloso degli uffici pub-
blici; ma bisogna in pari tempo confessare che mai
quanto ora la burocrazia fu esuberante ai bisogni co-
muni ed ultrapotente. I Ministri non sono pi gli stru-
menti docili di un potere assoluto; tuttavia hanno con--
274
servata la facolt d'impegnare lo stato per forti
senza che il Parlamento ol':li fatti compiuti, senza
che la Corte dei Conti abbia poteri sufficienti per impediI'e
quelle esorbitanze ( 30-31). I rappresentanti del (.lopolo
sono senza dubbio molto pi i"ndipendenti che altra volta
dalle lusinghe della Oorte e piellamente al sicuro dalle
sue minacce; nondimeno, come nelle epoche del despo-
tismo, non esitano a rovesciare, per quanto possibile,
le imposte sui poveri ed a impiegare il danaro pubblico
a beneficio dei ricchi. Inoltl'e la finanza moderna, mal-
grado i suoi principi democl'atici, ha conservato tutti
gli accorgimenti coi quali la finanza del despotismo
riusc a strappare ai contribuenti, quasi inavveetitamente,
tanta parta delle loro ricchezze; sicch anche oggid so-
no utilizzate quelle leggi psicologiche, che furono uti-
lizzate in passato pel' attenuare o attutire lo stimolo e la
sensazione penosa delle imposte. innegabile finalmente
che i bilanci moderni, come documenti pubblici silldacabili,
costituiscono un grande progresso di fronte ai bilanci gi
riservati esclusivamente al Pl'incipe; ma in pari tempo essi
sono rimastipressoch incomprensibili all'opinione pub-
blica per la loro mole, l'ei loro problemi .tecnici e con-
tabili, per la di omogeneit delle loro parti,
la esclusione da essi di conti speciali, per le ecce-
denze irrefrenabili, per le difficolt di disciplinare - la
gestione dei residui attivi e passivi, per gli artifici del
potere esecutivo intesi ad occultare cos le eccedenze delle
spese come quelle delle. entrate, e infine per l'incompe-
tenza, per l'intima e spiegabile avversione delle maggio-
ranze parlamentari a compiere ed a tollerare un'appro-
fondita discussione dei conti pubblici (Capo V).
CAPO XIV.
Le cause dell'illusione fillanzial'ia.
Le circostanze pi speciali e valAiabili e le circostanze
meno speciali e meno variabili, determinanti l'illu-
sione finanziaria.
S'intende facilmente che, perch siano promosse delle
illusioni tributal'ie, d'uopo, non solo che si verifichino
quei tali fenomeni di carattere finanziario, su cui esse
direttamente si appoggiano, ma altres quelle circostanze
d'indole morale, economica, Hociale, politica, naturale,
che pl'eparano ed accompagnano questi stessi fatti tribu-
tari. Cos, a mo' d'esempio, perch uno Stato
. .
un prestito, destinato a suscitare ce l'te illusioni, occorre
il sorger di un bisogno pubblico, una valuta-
zione di sso, il giudizio che convenga meglio di prov-
vedervi col credito pubblico, l'approvazione di quel prov-
vedimento da parte dell'autorit competente, l'esistenza
di una parte di capitalisti nazionali o stl'anieri, aventi
capitali disponibili, ecc.
Tutte queste minute e particolari circostanze (le quali
precedono e determinano volt.a a volta i fatti tributari
che danno luogo ad illusioni), presuppongono il concorso
di altre forze meno speciali e meno variabili. Queste vanno
276
distinte in un doppio ordine, secondo che provoclrino t'a-
dattamento del soggetto passivo o costit ui-
scano vere forze .attive di questa.
Della prima specie di queste forze sarebbero il desi-
derio dei governati di pagare qualsiasi servizio pubbli.;o
il meno possibile, e sovratutto la loro ignol'anza od inav-
vertenza delle leggi tributarie del bilancio, delle leggi
economiche, dei servigi pubblici offerti, ecc.
Ma tali circostanze mOI'ali, che ren'dono il contribuente
attuale vittima dell' illusione tI'ibutaria, debbono' a loro
volta essere cool'dinate ad altre circostanze attive d' il-
lusione, di natura morale, politica, tributaria ed. econo-
mica. Quando queste non si verifichino, l'imposta non
riesce a prorlul're illusioni,. malgl'ado una ignoranza ben
pi supina di quella dei contribuenti della nostra et.
Anche il gruppo di fOl'ze attive dell'illusione ne com-
prende tal una d'indole morale. Tale .il proposito, vuoi del
potere pubblico, vuoi del contribuente, di ottenere danaI'o o
di evitarne lo sborso. qu'esta una circostanza, che si
nifesta in un largo numero di fenomeni tl'ibutari e per in
molte illusioni. Essa si riscontra nell'uomo di stato, che al-
tera la moneta, che vende uffici pubblici, che contl'ae pl'e-
stiti; nei sottoscrittoridi questi, negli acquirenti impieghi,
in colol'o che trasfericono l'imposta su altl'i o la sfug-
gono col contrabbando o con occultazioni del reddito, ecc.
Non pu dirsi tuttavia che ogni forma d'iHusiolle abbia
per presupposto necessario e quasi immediato il bisogno
d'ottenere danaro. Infatti, in pl'imo'luogo, pu darsi che chi
provochi l'illusione, pure essendo un soggetto cosciente,
sia determinato da moventi dive l'si dal bisogno di danaro;
il che accade, a mo' d'esempio, dell' uomo politico, che
illuda con false promesse i contribuenti pei' abbellire 1'0-
pel'a pl'opria, per ambizione, ecc. (l)
(1) Anche il privato, come l'uomo politico, pu divenirti un
soggetto attivo incosciente d'illusione. Un contribuente, che rie-
sce a sfuggire ad un'imposta, pu inconsciamente dare occasione
al sorgere d'illusioni finanziarie nella . mente di altri ed essere
cos soggetto attivo dell'errore di costui. .
277
In secondo luogo, pu darsi che nllusione sia pro-
vocata da forze incoscienti, da istituzioni pubbliche, da
cose, ecc .. La propriet demap.iale, per se stessa, riesce a
provocare errori intorno alla vera quantit di ricchezza
necessaria al fabbisogno dello Stato. Cos pure i milioni
di fatti amministr'ativi, coercibili in scritture pubbliche,
presentano tali difficolt e complessit, da ingenerare
molte illusioni sullo stato di equilibl'io fra le entrate e
le spese. Anche il semplice fatto ' che un'impQsta sia mi-
nima pu ingenerare fallacie, e l. piccolezza dell'imposta
. pu non essere attribuibile a questo o a quel legislatore,
ma dipendere da un aumento della ricchezza del contri-
buente, ecc. chiaro che, in queste circostanze, l'illu-
. sione non ha fra le sue cause prossime un bisogno di
danaro.
Al secondo ordine di forze atti ve dell'illusione, pi
generali e meno prossime di quelle che abbiamo consi-
derate, appartiene la libert industriale. Questa circo-
stanza d'indole economica facilita assai la traslazione
dei tributi; il che fa s che essa indirettamente promuova
buon numel'o delle illusioni sulla persona del contribuente
e sulla quantit della ricchezza requisita. La forza illu-
soria della libert industriale spiega la sua energia
specialmente in quanto, gli imprenditori in
concorrenza fra loro a ridurre il costo al minimo, dia
modo all' imposta d' includersl nel prezzo dei prodotti,
senza che questo realmente si elevi. Ma,fra le circostanze
che hanno un'efficacia illusoria assai larga, sebbene non
generale, deve considerarsi a gran pezza come la pi
importante l'esistenza di un sistema d'imposte differenziate.
Gli in forza di questo che le imposte possono essere
ripercosse assai pi agevolmente e confondersi nei prezzI.
Gli altres in forza di esso che $i forma quell'aggrovi-
gliamento d'entrate pubbliche, che cagione di non
poche oscurit nel bilancio. Per le quali cose accade che
una pal'te delle illusioni nella quantit della ricchezza
requisita trovi occasione di determinarsi. Ma non tutto.
Poich la molteplicit delle imposte permette che queste
278
possano essere legate ai momenti, nei quali sopravven-
gono al contl'ibuente casi piacevoli o penosi; che possano
polverizzarsi cel'te pal'ti dell'entrata pubblica, in guisa da
non essere avvel'tite o da non essel'e sentite penosamente;
che ulla buona parte del possa eSS61'e distri-
buita con tale regolarit di quote nel tempo, da consenti l'e
una considerevole attenuazione nel peso tributario_ Vale
a dil'e che, non solo una par'te delle illusioni nella quan-
tit dello stimolo determinata dall'imposta moltepli0e,
ma che questa serve altres a promuovere le illusioni
nella quantit dell'effetto penoso_
Senonch uno sviluppo molto ditferenziato delle im-
poste su ppone a sua volta speciali condizioni industriali.
E per vero, pel'ch le imposte si assidano sui redditi pi
vari, occorre che questi siano gi fOI'mati ed abbiano
l'aggiunta una certa importanza ed evidenza. Da c\ si
scorge un nuovo apparire d'influenze economiche sulla
illusione, in quanto appunto lo sviluppo dalia ricchezza
del Paese e il suo impiego in usi molteplici, costituiscano
una necessaria premessa al moltiplical'si e diffel'enzial'si
delle imposte.
Sarebbe erroneo tutta\-ia il SUppol'l'e che questo fe-
nomeno, per quanto importantissimo, bastasse da solo a
spiegare, il determinal'si di tutte le illusioni. tI'ibutarie
Infatti, cessioni furtive di denialli, contro il .ole['e delle
cons uetudini e delle leggi, dovettero aver luogo anche
quando mancavano le imposte o queste ebhero il menomo
sviluppo. Inoltre le alterazioni della moneta, cel'te fOl'me
p['imitive di prestiti consentirono speciali fallacie, anche
quando l'imposta si era assai poco differenziata. Il PI'ill-
cipe, che alle imposte potAva l'cor'rere ancora con e-
stI'ema difficolt., ingannava il pubblico con falsa moneta,
ingannava i suoi creditol'i privati, ingannava le citt mal-
levadrici dei suoi debiti, ingannava tutti coloro che ave
vano creduto alla sua onest, alla solennit delle sue pl'O'
messe, ad un rapport.o fra la sua eminente
posizione e la sua solvibilit. .
La molteplicit delle imposte, che ha tanta parte nella
279
determinazione delle illusioni, se, da un lato, suppone la
diffeI'enziazione dei l'edditi Paese e cio ha un pl'e-
supposto economico, da un altro lato procede necessa-
riamente dalla progl'essioue ininterrotta delle spese pub-
bliche e cio da un fenomeno d'indole politica. il cre-
scente fabbisogno dello Stato che forza il finanziere ad
abbandonare l'imposizione semplice, unitaria. Questa, colla
sua rigidit, col suo chiedere a ciascun contribuente il
soddisfacimento del suo obbligo in una volta sola, cql
suo chiamare vivamente l'attenzione sulle sottrazioni
straordinal'ie di redditi da essa compiute, colle sue dif-
ficolt ad essel'e trasfel'ita dall'uno all'altro, eccita fiere
ed invincibili resistenze, non s tosto raggiunga una cel'ta
altezza. Invece un forte fabbisogno dello Stato pu essere
proclIl'ato con difIlcolt molto minori, quando l'imposi-
_ zione colpisca la ricchezza nella sua immanenza, nella sua
. ciI'colazione, nei suoi consumi; quando l'imposizione si
-suddivida in quote pressoch inavvertibili o non sensibili
o facilnJente trasfelibili; quando si colleghi a certi av-
venimenti solenni, a feste o a lutti pubblici o privati.
Quanto pi la spesa. dello Stato aumenta, tanto pi me-
stiel'i ft'azionare l'imposiziune per vinceI'e la contro-
spinta contributiva.
Ma la progl'essione delle spese pubbliche, non solo
detel'mina il frazionamento delle imposte, sibbene il loro
stesso pJ'imo ::iorgere accanto ai demani, il ricolso alle
vendite oculte di questi, le difficolt uel PI'incipe di
mantenere i propri impegni, i suoi sotterfugi, le sue al-
tel'azioni della moneta, la molteplicit delle fOl'me dei
prestiti pubblici e dei modi d'illdicarne l' iutel'esse; in-
somma tutti quanti quegli spedienti, che determinano
l'illusione. Sicch il glande fenomeno dell'accrescimento
continuo delle spese pubbliche si appalesa da ultimo come
la condizione remota ma necessaria rari casi tl'a-
surabili) di tutte le ambagi nelle entrate ' pubbliche. Esso.
detai'min, non solo quelle illusioni che dipendono pi
imme.diatamente dalla molteplicit dei tributi, ma anche
quelle che dipendono da fenomeni finanziari, verificantisi
280
quando l'imposta poco differenziata, come le
dei demani, le alteraziOni della moneta, il ricorso da
parte del Principe a certe forme di prestiti.
Noi ci troviamo dunque qui per la pl'ima volta in-
nanzi ad una causa d'indole generale, che serve a spie-
gare il determinarsi di tutti i fenomeni tributari provo-
canti illusione. Senonch la progressione delle spese pub-
bliche non va confusa con quel bisogno di danaro, che,
come vedemmo or ora, bens spesso, ma non sempre,
sentito dai soggetti attivi coscienti delle imposte. In via
pu bene accadere che chi provochi certe,
illusioni sia mosso da sentimenti diversi dal bisgno di
danaro; ci non toglie per che, in via remota, quell'or-
dine di cose, che egli difende e che determina tutta la
sua opera in un ceto senso, sia foggiato dalla legge
della progressivit dei bisogni dello Stato.
74.
L'estremo movente delle illusioni tributarie dipende
dalla costituzione economica e dalle sue vicende.
Ma chi voglia sorprendere il pi' recondito ed estremo
movente delle illusioni tributarie, non deve arrestal'si al
fenomeno politico dell'accl'escimento continuo delle spe-
se pubbliche; bens trovare di questo le alte cagioni. Le
indagini pi recenti e piI). accurate conducono a ritenere
che tutte le cause immediate dell' aumento delle spese
pubbliche si possano riassumel'e nell'incal'imento e nello
estendimento delle funzioni dello Stato (Sitta, Graziani).
L'incarimnto dei servigi -pubblici provocato dalla legge
dei compensi decrescenti, che tende ad elevare il valore
delle derrate agricole, che lo Stato ed i suoi impiegati
debbono acquistare. Sicch l'incarimento dei servizi pub-
blici evidentemente provocato da una causa economica.
Ma anche lo sviluppo intensivo ed estensivo dlle
funzioni dello Stato dipende da cause economiche, e
principalmente dovuto all'influenza dello sviluppo del
281 '
fattore . derivato di produzione, ossia del capitale. In ve-
rit, nessuna forza sembra avere avuta maggiore
eia da vari secoli sulle trasformazioni della vita sociale
" ,
e politica, quanto l'accumulazione capitalistica. Questa
determina la formazione ' di una classe" che di pi in
pi si sottrae al lavoro e conferisce il pi alto valore
.a quegli avvenimenti, che secondano la sua
ne parassitaria. Il bisogno dei capitalisti di grandi im-
prese, in cui investire il capitale crescente, di cercare
nuovi sbocchi ai prodotti esuberanti al consumo loca! e
crea la necessit di allargare il mercato interno, di di-
struggere i piccoli Stati e di sostituirne loro uno solo
assai potente; confer'isce a questo l'ufficio di assicurare
!un buon sistema di pesi e di misure, di assumere e di
migliorare continuamente il servizio postale, di costruire
strade e canali, di pl'oteggere la grande industria, che
spicca i suoi primi voli vel'SO contrade remote. D' al-
tronde, erano state le esigenze del capitale, accumulato
primamente in Italia e in Ispagna, che avevano promosso
queU'inestinguibile bisogno di ricerche, col quale s'inau-
gur l'et moderna e che condusse alle gl'andi scoperte
della bussola, di nuove terre, della stampa, della polvere.
Tali scoperte, Diuna delle' quali era rimasta ignota al-
l'antichit, acquistaron,o un'immensa importanza soltanto
quando l'industl'ia speculativa loro assegn una grande
funzione economica. Quel bisogno irrequieto di ricerche,
che il demone del capitale, spingeva pi tardi la ragione,
nel campo religioso e filosofico, contl'o le vecchie credenze
accreditate dalla Chiesa, contro il principio d'autorit;
rafforzava il sentimento acuiva il desi-
derio di ricchezze materiali, di godimenti terreni (1).
Ma volendo arresta l'e qui la nostra indagine alle in-
fluenze politiche dell'accumulazione capitalistica, va osser-
vato il grande fenomeno dell'irruzione del fattore derivato
(1) Su tutto ci PUV1ANI, Il sistema economico borghese,
(Bologna., Zanicholli. 1883, libro I).
282
di produzione negli impieghi pubblici. pi particolarmente
in quei nei quali le industrie ed i commerci tro-
vano impedimenti al loro sviluppo speculativo, sia nel-
l'industria municipale ancora vigorosa, sia nella concor-
renza intel'nazionale. Il Principe, carezzato dalle offerte
del capitale impI'odutti vo, fu in gl'ado per la prinla volta
di circondarsi di grandi forze militari, 4l avel'e un eser-
cito stanziai e appunto nei paesi di civilt avanzata, dove
il l'ispal'mio el'a copioso e dove l'industl'ia in gl'ande ed
il commel'cio intel'llazionale erano stati bruscamente ar-
l'estati (il che avvellue prima in lspagna ed in Italia, poi
in Germania) o dove avevano trovato ostacoli illsormon-
tabili nella piccola industria (collie accadde in {i'rancia).
Invece, un vero esercito manc in Inghilterra, dappl'ima
perch essa a lungo una ,contl'ada quasi esclusi-
vamente agricola e sprovvisb di propriet mohile, e pi
tal'di pel'ch quel paese, mel'avigliosamente adatto per
la sua posizione geogl'afica e pe(' le sue condizioni cli-
matiche, idrogl'afiche ed orogl'afiche ad esplicare la sua
attivit economica nel commel'cio (I), vi conquist ben
presto una incontestabile supremazia, per guisa che i ca
pita li produttivi vi tl'ovarono un impiego bile.
Nel continente il gl'ande mel'cato interno. ('eso ne-
cessal'io agli impiegni speculativi dalla crescente accu-
mulazione, fil r'aggiunto mel'c la formazione degli esel'-
citi stanziali; ci ch'e significa che in un primo pel'iodo
il capitale improduttivo prepal' e svilupp le cGndizioni
adatte alle gesta del capitale produttivo. Senonch la con-
cordia fl'atel'na ft'a 'il capitale pI'oduttivo e r improdut-
tivo non dura lungamente. Il capitale improduttivo negli
impie)!hi pubblici trova la via pi facile e prediletta ed
pel' estendere i suoi impieghi e rendel'li pi Pl'oticui
che esso intraprende una guel'ra' feroce contr'o il capi-
tale pl'oduttivo nell'agr'icoltUl'a, nell'industl'ia e nel com-
mercio.
(1) MARSHAHLL, l.Jrincipi di Economia, tra, ital, 26.
283
Gli soltanto quando le risorse ordinarie dello stato
si restringono a tal punto da rendere incel'to e minimo il
lucro de'i creditori pubblici, che il capitale l'itluisce pi
copioso alle indiistrie ed ~ a i commel'Ci e chiedeprote-
zione finch debole e libert quando forte. Allora
il capitale produttivo che detta le condizioni all' impt'o
duttivo. La gUel'ra fr'atricida del capitale produttivo ed
improduttivo, che si dibatte con atterna vicenda, so-
stenuta da un' accumulazione esuberanta, minacciata da
stel'ilit in causa della limitazione. degli impieghi indu-
striali, delle difficolt e dei t'ischi crescenti che questi
incontrano. Il duello fra il capitale produttivo e l'impro-
duttivo presenta in Francia fasi favorevoli al primo ai
tempi di Sully, di Oolbert e da ultimo al momento della
inaugul'azione della libert industriale, e presenta fasi fa
vorevoli al capitale improduttivo dal l'egno di EllI'ico III
a quello di Elll'ico IV e nel pel'iodo immediatamente pt'e-
cedente e susseguente a Colbert.
Senonch l'estendimento delle funzioni dello Stato e
pi particolarmente l'aumento delle spese pubbliche, se
deriva pi direttamente dallo sviluppo del capitale, de-
riva altres, sebbene pi mediatamente, dalle intiuenze
della rendita. Infatti . i proprietal'i del suolo, per conser
vare ed aumental'e la rendita differenziale e la rendita
di monopolio, concol'rono ostinatamente a restrillgel'e
gl'impieghi del capitale produttivo, sia col sottrarre alla
coltivazione lal'ghe zdne di tel'l'eno, sia col resistel'e .per
l ungo tempo alla introduzione d'un buon sistema di pesi
e di misure e all'apertul'a di canali e di strade, sia col-
l'avver'sal'e quelle generali migliorie agl'ade, che aVl'eb-
bel'O pel' effetto di abbassare il valol'e' delle derrate, sia
col promuovere disposizioni legislative intese a difficoltare
l'acquisto ed i passaggi della propriet ed intese a stabilil'e
dazi pI'otettol'i, i quali ostacolano la trasformazione dei
sistemi agl'al'i ed il pssaggio dalla coltura estensiva al-
l'in tensi va.
Ed intanto l'aecum,ulazione capitalistica cresce senza
posa, e nuove na,doni, che producoilO a minor costo, che
284
hanno speciali attitudini tecniche, ntrano in concorrenza
colle vecchie in tutte le parti della terra. Come l'Olanda
e la videro un giorno innanzi a loro la minac-
ciante Inghilterra, cos questa vede oggi un grande pe-
ricolo nel Giappone, negli Stati Uniti e nella Germania.
Pertanto, per la deficienza e precariet degli impie-
ghi produttivi, il capitale trova nelle guerre e special-
mente nelle guerre col()n'iali e nella loro preparazione,
impieghi improduttivi. Il quale risultato raggiunto altres
colla cos detta pace armata dei nostri giol'ni, che nelle
esel'citazioni militari, negli approvigionamenti e nelle . ft'e
quenti disutilizzazioni delle armi, delle polveri e delle
navi, reclamate dai progressi dell'arte della guerra, dis-
sipa, capitali ingentissimi.
Nella stessa insufficienza, nella stessa precai'iet de-
gli impieghi produttivi va cercata la ragione di grandi
opere pubbliche, compiute senza un serio rigual'do agli
intet'eE\si generali; la ragione di strade ferrate, di strade
ordinarie, di canali costruiti in piaghe mancant.i di com-
mercio; la ragione di trafori di montagne, che non eb-
bero alcuna efficacia ad aumentare i traffici, prestamente
impediti dalle barriere doganali; la ragione della monu-
mento mania , della magnificenza degli edifici pubblici e .
via dicendo.
Non agli intet'essi generali che in tutti questi casi
la classe capitalistica ha riguardo. Ed naturale. Si pu'
pretendere che i privati preferiscano il bene altrui al
proprio? Ebbene la folla di coloro, che risparmiano, ha
innnanti a s due specie diverse d'impiego dei suoi ca-
pitali: l'una nelle industrie, nelle spese pubbliche.
Le industrie presentano pericoli e difficolt ognora cre-
scenti per la concorrenza sul mercato mondiale di sem-
pre nuovi Stati, per le crisi, per le val'iazion nelle voci
doganali, pei ribassi dei prezzi dei noli, pe cambiament,
di moda, pei continui perfezionamenti tecnici, che esigono
cognizioni specialissime e capitali ingerenti; le spese pub-
bliche invece pI'esentano un impiego facile e sicuro dei
capitali di coloro che non sono inclini all'industria, e pre-
285
sentano anche speciali attrattive pei grandi capitalisti,
che negli appalti, nelle contrattazioni dei prestiti o nei
giuochi di borsa cercano .lucri eccezionali.
Nessuna meraviglia poi che il capitale improdut-
tivo abbia servito. a pel'fezionare servigi di stato di uti-
lit veramente generale, tutte le volte che essi non con-
trastavano gl' interessi della classe economicamel1te pi
forte; sicch al metodo repressivo, imperfetto, ma poco
costoso, usato dapprima dall' Amministrazione pubblica
per l'attuazione dei suoi fini, si. venne sostituendo quel
metodo preventivo, certo pi efficace, ma di gl'an lunga
pi dispendioso, che il Wagner considera come una delle
cause essenziali dell'aumento delle spese pubbliche e che
egli stacca dalle fOl'ze economiche mediate, che lo de-
terminano. Furono i propl'ietari della terra; da prima
sepal'atamente, (l) poi in concorso. coi capitalisti, che, se-
guendo. i IDro. partico.lari intel'essi, determinaro.no l'au-
'mento. delle spese pubbliche.
Deriv appunto. dalla dipendenza dello. stato. dagli
intel'essi delle classi' superio.ri, che l'uo.mo. po.liticD, nella
impo.ssibilit di far largamente il bene del ppDlD e
nella necessit di strappargli sempre maggiori ricchezze,
fsse spinto alla ricel'cadei mezzi fiscali, ad un tempo.
pi rapaci e pi ingannevli della coscienza dei cDntri-
buenti. Certo. nessun singDl UDm di stato. cDncep ed
attu un piano Drganico d'illusio.ni tributarie; ma di volta
in vDlta che le circo.stanze lo so.spinsero. a chiedere da-
naro al pubblico, prefer tali pro.vvedimenti empirici, che
poco a Po.co nella loro imm anenza ,dovevano. co.stituire
un sistema di scaltrezze fiscali. Ecco. perch attraverso.
i vennero. fo.rmandosi sistemi d'impo.ste animati da
uno. spil'ito. arcano, ml'abilmente sottile e pro.fondo, che
la scienza deve rilevare e che la politica aveva passo
passo fatico.samente elabol'ato..
(1) SMITH, 1. c. lib. V, cap. I, sez. II, p. 357, e PUVIANl, Sulle
idee finanziarie di A. SMITH, (Riforma. fase. I, anno V,
voI. 'VIII, seconda serie). ' .
APPENDIOE.
Della disillusione finanziaria.
1.
La disillusione finanziaria nell' epoca moderna.
Il tema della risoluzione dell'illusione finanziaria me
riterebbe un largo svolgimento. Noi ci limitiamo qui a
pochi appunti sull'interessante al'gomento
Ai nostri giorni agiscono circostanze e forze speciali,
che insidiano da molte p a r t ~ il sistema dell'illusione fi-
nanziaria, quale stato elaborato dalla borghesia, ne
sqnarciano qua e l i veli, dando evidenza alla verit;
per modo che si palesano pericoli per le classi dominanti,
che non potranno essere superati se non mediante conces-
sioni e benefizi ai contribuenti o con nuovi e pi sottili
artifici d'illusione. In tutti i gradi della piramide sociale
s'incontra oggi un gran numero di persone, che discute
intorno ai mali ed ai rimedi del corpo sociale con una
libert senza esempi nel passato. D'altronde, i mezzi di
diffusione del pensiero hanno .raggiunto una potenza,
288
che nemmeno la pi audace fantasia di qualche s.ecolo
fa avrebbe saputo immaginare.
La critica divenuta s.ovrana. Essa, che con la Rina-
scenza rise di tutte le autorit; che con Lutero demol
gli artifici della Chiesa Oattolica; che, appoggiata all'os.-
servazione ed allo sperimento, s.pins.e le scienze naturali
ai pi meravigliosi risultati; nei tempi pi recenti ha dato
nascimehto e vigoria alle s.eienze sociali e politiche. Per
quest'ultimo fatto, in tutto il mondo civile, un cel'to nu-
mero di dotti ha as.sunto come scopo ' della ' propria vHa
la ricerca obbiettiva della ,verit e dell'utile negli ag-
gregati umani. Alla voce di questi dotti si unisce quella
di un certo numero d'uomini pOlitic-i, i quali ,comUll-
que appartenenti alle class.i superiol'i o delegati da
queste, considerano alcune delle vecchie arti - govel'-
native, usate a il popolo minuto nell' i-
gnoranza e nella misel'ia, come contrastanti il ben in-
teso interesse dei ricchi. Ma una critica pi larga, ap-
passionata, ac(:e della condotta partigiana dei Govel'ni
e delle maggioranze parlamentari, nonch degli al'tifi
ei intesi ad illudere le masse compiuta ogni giorno da
quella coorte di Deputati, che ('appresentano le aspira-
zioni pi coscienti ed illuminate del popolo minuto. o-
pera profondamente demolitI'ice degli ordinamenti poli-
tici e finanziari mode('ni compiuta altres da quel pr'o-
letariato intellettuale, che occupa i gradi inferiori e medi
dell'Amministrazione pubblica, centrale e locale, o che
esercita stentatamente professioni libere. prole-
tariato intellettuale costituito, in gran parte, dai figli
dei piccoli agricoltori, piccoli industriali e piccoli com--:
mercianti, i quali, non potendo trovare impiego produt-
tivo ed onorevole nell'impresa paterna, battuta in brec _
eia dalla grande industria, si addensano negli impieghi
,
governativi ( 69). Esiste pertanto, e s'accresce di continuo
nelle societ moderne, una turba d'intellettuali, edilcata
ai pi nobili ideali politii dall'istl'uzione classica e dalle
scienze ' politiche e sociali apprese negli Istituti tecnici
e nelle Universit, e che giudica severamente i corrotti
289
e partigianeschi atti governativi. Il pensiero critico di
questo proletariato intellettuale diffuso rapidamente
nel popolo dai giornali di pal'te vinta, specialmente dai
giornali dei cos detti partiti' sovversivi. Questi giornali,
quantunque costituiscano spesso un'impl'esa d'indole ca-
pitalistica, tro,ano assicurate le loro cOlldizioni di vita e
di prospel't coll'estendel'si del numero dei loro lettori
democratici; per modo che una parte del capitale si as-
sicura i suoi profitti contrastando gli ordiname nti politici
e finanziari e retti dallo stessu sistema ca-
pitalisticu.
Perii diffondeL'si da tante parti del bisogno di no-
vit e di riforme, viene elevalldosi, sia pUl'e lentamente,
la coscienza popolal'e, la quale tl'ae partito altl'es dalle
scttole elementari, dalle scuole tecniche, dalle ullivel'sit
popolari, dagli opuscoli e dai libl'i a buon mercato. Il
popolo si fa pi esigente ed avveduto, pi cosciente delia
pr'opria forza, merc la sua ol'ganizzazione contro gli
imprenditori, merc la conquista e l'esercizio del dil'itto
elettorale, merc l'apprendimento della disciplina mili-
tal'e e dell'esercizio delle armi, merc gli atti di solida-
riet, gl'incol'aggiamenti morali e pecuniari dei lavora-
tori di certe arti e paesi pei lavoratol'i di . altre arti e
di altri paesi. Le aspirazioni del popolo si accrescono e
si palesano a voce alta progressivamente anche col pro-
gressivo scemal'e dlle pene, di cui minacciato l'emi-
grante, il quale ogni d pi vede migliol'ata la sua po-
sizione nei , paesi di nuova civilt dal fiorire in essi di
numerose colonie di compatrioti, aventi la stessa l'eli-
gione, la lingua, gli stessi costumi, le stesse tra-
dizioni. Infine, il proletariato deve sempre compl'endere
meglio che i mezzi di coazione govel'nativa di vengono
per lui meno pericolosi e si mitigano, quanto pi i m.al-
contenV, i rivoltosi si moltiplicano. La storia recen-
tissima offre molti esempi di grandi scioperi, di grandi
rivolte popolari, che hanno valso ad intimidire i Go-
e ad indurre i Legislatori a concedere provve-
dimenti, che! col normale e tranquillo funzionamento
290
del sistema rappl'esentativo, non :'ii erano potuti mai
ottenere, Oggi adunque non si tratta del malcontento
di una plebaglia ignorante ed affamata, appaJ'tenente ad
un contad(\ o ad una citt, Se, all'epoca della Rivoluzio-
ne Francese, ia borghesia ed il popolo minuto, uniti ed
incoraggiati dalla filosofia e dagli enciclopedisti, proce-
dettero contl'o il sistema poi itico feudale; oggi sono i
vinti dalla grande industI'ia e le dense falangi dei lavo-
rator'i e parziali schiere volanti di capitalisti, che recla-
mano radicali l'iforme, secondati dai dottori in scienze
politiche e sociali, da un formidabile proletariato intel-
lettuale e da una pal'te degli stessi legislatori.
Di fl'onte a questo stato di cose, i Govel'ni della bor-
trionfatrice haullo dovuto e dovranno ad un tem-
po concedel'e le l'ifol'me meno lesi ve degli interessi im-
mediati dei l'icchi, astenersi dagli abusi pi evidenti ed
al'ricchil'e di fOl'me pi ratlinate l'illusione nelle entrate
e nelle spese pubbliche: Una tale condotta dei Governi
si appale sa nl lento e contl'astato penetral'e del criterio
soggettivo nella im'posizione. o nella sovraimposizione
alle vecchie imposte sull'entrata di un'imposta sul red-
dito, ed eventualmente anche di un'imposta sul capitale,
nella timida introduzione di un saggio leggel'mente pro-
gressivo; nell' esenzione dalle imposte dirette dei red-
diti minimi, sovraccarichi d'imposte indirette; in parziali
ed insufficienti r'itocchi alle leggi sulla contabilit di Sta-
to e sulla Corte dei Conti, in maggiori spese per un
contributo alla cassa pensione degli operai, la pro-
tezione degli ernigl'allti, pel' l'istruzione elementare, ecc.
In il che si riscontra ad un tempo un progresso
reale, per quanto lento e limitato, ed una elaborazione
di nuove fOl'me d'illusione Perocch, se per
queste novit venga effettivamente a meglio ordinarsi
ed a meglio distribuirsi il carico tributario e le spese
vengano in qualche aspetto ad acquistare una maggiore
ge.neralit, vero altres che tali fatti, in buona parte,
sono un effetto dello sviluppo della potenza capitalistica
e che i.l loro progressivo svolgimento potrebbe trovare
291
in questa ostacoli formidabili. La solidit stessa del si-
stema capitalistico reclama ad un certo punto nuove
imposte sulla propl'iet per ',isterilire una parte del ca-
pitale produttivo '; pet'ciocch prema di scongiurare gli
effetti di una l'apida accumulazione capitalistica,'la quae
tende a risolversi in un aumento delle met'cedi dei lavo-
ratori, in una, maggiore loro elevazione intellettuale,
in una loro organizzazione pi se l'rata e for.midabile, in
una diminuzione delle nascite nella gente pove l'a; mentre
la propriet. capitalistica si assicura colle nuove spese
sull'istruzione un lavoro pi qualificato.
Senonch da queste nuove spese, da queste nuove
imposte e dalle trasformazioni delle vecchie si diffonde
nelle moltitudini il pensiero che il Gove['no voglia e pos-
sa assicurare il benessere generale p1l.ssando sopra agli
interessi unilaterali della borghesia; nel che si nasconde
una grande esagerazione.
Come i motivi della disillusione finanziaria
siano prevalentemente economici.
Esaminando le forze sopraccennate, che pl'omuovono
il dissolvimento dell' illusione finanziaria model'na ( I
dell' si . pu constatare a prima vista come
un certo numero di esse sia di natura economica, quali
l'impiego d .capitali in imprese giornalistiche e librarie,
le model'ne associazioni dei lavorlltori, il loro migrare e
in grandi masse Ilei paesi coloniali, ecc.
Altre di quelle fOl'ze mostrano direttamente un' in-
dole intellettuale, come lo sviluppo delle scienze
critica del moderni istituti compiuta dal proleta-
riato intellettuale e di nuovo la diffusione dei libri e dei
giornali.
Senonch anche questi fatti, che sono l'ultima con-
seguenza di quello spil'ito critico, sperimentale, onde'
invasa la borghesia fin dal suo nascere, trovano deter-
minazione ed eccitamento continu nelle ' accumulazioni
capitalistiche ( 74) . .
Furono queste, che spinsero lo spirito umano alla
ricerca indefessa di ricchezze materiali e ' di verit, che
abbatterono tntte le autorit e che diedero all' indiv iduo
il diritto di tutto vedere. E mentre !'istruzione si diffondeva
inesorabilmente nelle moltitudini collo svilupparsi delle
293
scienze sociali e col moltiplicarsi dei libri e dei giornali,
il capitale' mobile, per un'altra esigenza l'igorosa del suo
svolgimento, rendeva pi facile l'ammaestramento, la di-
scussione, la critica ai lavoratori, attraendoli dalla cam-
pagna alla citt e organizzandoli in grandi masse nelle
fabbriche.
Questo bisogno diffuso di sapere e eH cl'itica ecci-
tato maggiormente, acutizzato cogli agi e coi disagi
derivanti dl:l,lle crisi quasi periodicamente e col discen-
dere del gl'ande torrente della produzione dalle macchine
e dagli apparecchi chimici, senza che sia migliorata no-
tevolmente la posizione delle classi infel'iol'i e senza che
sia mitigato il malessere dei piccoli industI'iali.
Infine, fra le forze che insidiano l'illusione finanzia-
ria moderna, ne trovammo alcune di carattere politico,
quali l'apprendimento della disciplina militare e dell'
sercizio delle armi da parte delle plebi, il voto eletto-
rale politico da esse usato, e l'opera dei Deputati socia-
listi e radicali; Ma anche queste cause politiche hanno
le loro premesse in fatti principalmente economici. E
vero noi vedemmo ( 74) come gli eserciti permanenti
e la costituzione dei gl'andi Stati model'ui da
esigenze capitalistiche.
D'altl'o canto, i principi democratici della borghesia,
in forza dei quali essa condanna. le immunit e i privi-
legi dei nobili e del clel'o, e l'organizzazione operaia, che
reclamata dallo sviluppo dell' industria in grande co-
stituiscono le due pI'emes!;e che conducono inesol'abil-
mente al suffragio universale ed alla elezione di Deputati
di pal'te popolare.
Oltre alle sin qui discorse cause della disillusione
politica e finanziaria, ve n' un' altra anch'essa di na-
tura economica, che mel'ita molta attenzione e che con-
siste nei conflitti, che scoppiano in seno alla stessa
classe economicamente e politicamente dominante, allor-
ch essa si sente sicuI'a sulle altre classi soggette e sfrut-
tate; nonch nei conflitti che si dibattono fra dominatOl'i
e dominati, allorch nuove frazioni di pr'opriet aspil'ano
294
alla conquista o ad una pi larga partecipaziQne del po-
tere politico .
. Le fl'azioni pi deboli llella propriet in guerra in-
testina, che cercano un aiuto dal popolo, mettono a nudo
gli al'tifici ed i mali prodotti dalle forze
trionfatrici, specialmente avendo CUl'a di dimostrare i
danni che queste l'ecano ai ceti inferio1'i.
La guerl'a ad oltl'anza fra la grande propriet ed il
capitale, lungi dall'esse l'a giunta al suo tel'mine, si pro-
ietta, per quanto dato vedel'e, a perdita d'occhio nel-
l'avvenl'e; per ci che si noti, l uno sforzo a sottrarre
terl'e dalla coltivazione ed a quei ge.nerali migliol'amenti
agricoli, che sbassano la rendita, e qua uno sforzo del
capitale verso gl' invest.imenti agl'ari, ed il bisogno del
capitale stessu di avere de n'ate a buon mercato. Del quale
conftitto i paesi nuovi alla civilt pl'esentano oggi un vasto
teatro; sebbene anche noi italiani assistiamo ad un interes-
sante episodio di quella vasta lotta nella quistione dell'agl'o
romano, dove i proprietari latifolldisti, che trovano il loro
intel'esse nel mantenimento dei pascoli naturali, rigettano
vittol'iosa .. nente gli assalti del grande capitale, desioso di
sottoporre i terreni a colture gr'anal'ie. Bisogna tellel' conto
altres delle lotte che la piccola pl'opriet dove sostenere,
per isfuggire all'azione invadente della grande propriet
ed alle del capitale. Da un lato in fatti la pic-
cola pr'opl'iet cel'ca di mantenersi e consolidat'si di fronte
alla grande pt'opl'iet, con un lavol'o intenso ed accurato
di ogni palmo di tel'reno. col risparmio, col ricorso al
credito, e si unisce a coloro che contl'astauo le leggi pl'O-
tettrici dei cereali, reclamate dalla sua ri vale; da un altro
lato, la piccola propriet, col ricorso al cl'edito si espone
li nuovi pericoli di ffonte al capitale, dai quali essa cerca
sottl'arsi con leggi, le quali garantiscano la insequestr,a-
bilit degli strumenti e degli animali da lavoro e le quali
rendano inaccessibile una certa quantit di terreno alle
espropriazioni.
Un' altra illustrazione dei conflitti, che si dibattono
fra le val'ie fl'azioni della propriet, si l'iscontra nella
295
campagna demolitrice degli ordinamenti economici e po-
litici moderni, condotta dal proletariato intellettuale. Or
bene, tutte le fl'azioni della propriet malcontente, e che
aspirano alla conquista del potere o ad una maggiore
partecipazione di esso, nelle discussioni e
colla stampa attaccano Il vicenda l'opera governativa con
Ulla requisitoria acuta, aspra, insistente, Ol'a si pone in
evidenza la sollecitudine della legislazione (specialmente
dei codici civile e di commercio) per gl'interessi delle
classi abbienti e la sua incuranza per' gli interessi dei la-
voratori, delle donne del popolo sedotte, del famulato, dei
coopel'atori, dei raccoglitori dei piccoli rispal'!ni, degli as-
sicurati e degli speditori; or'a le lungaggini e la costosit
dei pl'ocedimenti giudiziari, onde tolto alle lassi medie
il mezzo di far valere i pl'opri dil'itti; ol'a le pI'otezioni
. doganali, ad esclusivo vantaggio dei gl'andi pt'oduttori di
gl'ano o dei gl'andi industriali o dei costruttori di navi;
ora le concessioni e rinnovazioni di privilegi alle banche,
dannosi all' ecolOrnia nazionale; ora la corruzione pal'la-
rnentare; Ora la sovI'abbondanza degli impiegati civili e
militari; ora il carattel'e empil'ico, irt'azionale dei sistemi
tributal'i, la 101'0 rapacit per rispetto alle minori fOI'tune,
la loro degressivit per rispetto ai maggiori redditi, le du-
plicazioni d'imposta, le tendenze delle ripel'cussioni ad
aggravare i pi deboli; ol'a la mancanza di sincerit dei
bilanci, il C81'attere illusol'io di certA riforme ecc., ecc.
Tutte queste accuse, appunto perch gli Stati moderni
rappresentano particolarmente il pensiero e l'interesse
delle classi superiori e sono quindi impotenti a procedel'e
a l'adicali riforme, tutte queste accuse, dico, sebbene fOI'-
mulate a scopi polemici, ripetendosi ogni giorno hanno per
effetto l'abbassamento dell'opet'a governativa nella coscien-
za comune e, cio, l'indebolimento delle illusioni politiche
e finanziarie. Il quale risultato altres raggiunto pel' ope-
ra diretta degli stessi Govel'ni, per ci che la breve durata
dei ministeri renda vane ie promesse da essi fatte so-
lennemente al momento del loro avvento al potere; onde
accade che nelle moltitudini scemi ogni d: pi la fiducia
296
pei magnifici programmi, che dall'alto sono banditi. D'al-
tronde l' uomo politico che non pu mantenere lunga-
mente il potel'e, qui facilmente spinto alle spavahle
promesse. Del quale fenomeno gi additammo ( 19) al-
cune cause, alle quali ora possiamo aggiungere quella
dei cOllllitti ft'a le varie frazioni della vropriet,
Quanto pi tali dissidi sono frequenti, quanto meno
facilmente S01l0 conciliabili e nuove frazioni di propriet
si fanno forti ed ambiziose, quanto pi si elevano l(! con-
dizioni economiche ed intllettuali dei proletari, tanto
pi la campagna demolitrice delle illusioni politiche e fi-
nallzial'ie divent efficace nella coscienza popolare.
Ma qui pur mestiel'i por mente ai frequenti ac-
cordi, che intervengono fra le varie fl'azioni' (Iella pro-
prieta. Tali accordi abbiam visto compiersi spesso fra la
grande e la piccola propl'ieta. Cio avvenuto, a mo' d'e-
sempio, tutte le volte che i pl'oprietari di terre sottratte
alla pl'oduzione hanno tl'ovato ad un certo pnnto il 101'0
vantaggio a vender/e ai capitalisti ed avvenuto altr\:;s,
pel' cital'e U11 altro caso, a noi italiani ben noto, quando
l'una e l'altra forma di propl'iet. sono riuscite ad otte-
nere dallo Stato pl'ovvedimenti di protezione doganale.
Altl'e conciliazioni iutel'vengono spesso fra il capitale pro
duttivo e l'impl'oduttivo ( 74). Inoltre la piccola borghesia,
vinta dalla gl'ande industria, fa causa comune per un certo
tempo col capitale improduttivo negli impieghi pubblici,
che assicul'ano nuoviposti nella burocrazia civile e mili-
tare ai l'eietti dal campicello e dalla bottega. D'altra parte
i piccoli capitali accumulantisi si associano spesso alle
imprese del g r ~ n d e capitale per mezzo di azioni; ed i
piccoli proprietari si uniscorro talora per acq,uistare mac-
chine agrarie o per ottenere il capitale necessario a com-
piere gl'andi lavori. Cosi si vengono fOl'mando leghe, pi
o meno larghe, interessate a contrastare lo scioglimento
delle illusioni, ad attribuire a certi atti governativi scopi
pi elevati di quel che abbiano, ad occultarne i veri
scopi ristl'etti ed egoistici, ad ostacolare certe semplifi-
cazioni amministrative, tributarie, contabili con argomenti
297
speciosi, ecc. Verso questo stesso indirizzo l'opinione pub-
blica spinta altres da potenti organismi religiosi, am-
ministativi, giudiziari e finanziari, di cui l' esistenza -ed
il p:estigio si collegano alla conservazione di certi er-
rori e pregiudizi in materia politica e tributaria.
3.
La disillusione finanziaria nel secolo XVllI.
La maggior parte delle cause, che oggi cospirano al-
l'indebolimento delle illusioni finanziarie e politiche, ela-
borate e rielaborate dalla bOI'ghesia, contribuirono con
varia efficacia, ed alcune con decisiva, alla dispersione
delle illusioni finanziarie e politiche nel momento della
caduta del l'egime t'eudale. Anche allora contro il Go-
verno oppl'essivo delle classiaristoCl'atiche si trovarono
la Scienza, le moltitudini addestrate all' esercizio delle
armi negli eserciti nazionali, i rappresentanti pi arditi
del terzo equarto Stato, gli opuscoli e i giornali scritti,
letti e commentati dai malcontenti e sovratutto una grande
lega d'interessi, quelli dei lavol'atori urbani, dei conta-
dini, della borghesia industriosa e perfino dei Cl'editori
pubblici.
I fedecommessi, la mano morta, le decime, i l i v e l l i ~
il diritto esclusivo di caccia nei nobili, l'immunit tri-
butal'ia, l'aumento della popolazione, le difficolt d'im-
portazione di pl'odotti agrari, avevano assicurata alla
propriet fondiaria rendite cospicue, indipendentemente
dal concorso del capitale. Questo trovo nella fisiocrazia
un a voce autorevole, una teoria scientifica, secondo cui
la propriet feudale, che sola percepiva ornai una rendi-
ta di monopolio, avrebbe dovuto sopportare tutto il ca-
rico tributario.
299
Il capitale improduttivo, che pel' lungo tempo era
riuscito, con una guerl'a di sterm'inio condotta contro
gl'impieghi produttivi nell'industria a limitare le entrate
ordinal'ie dello Stato, per guisa che questo fosse costretto
a ricol'rere ai pl'estiti pubblici, come a mezzo normale
per fl'onteggiare le spese ordina.rie; il capitale impro-
duttivo, che secondo la pal'ola scultoria di Boisguilbert,
aveva fatto della Francia economica un cadavere, vedeva
ora sovrastal'gli i maggiori pericoli. I creditori pubblici,
i detentori di. rendite vitalizie e temporanee erano pa-
gati con lunghi ritardi e parzialmente. Essi compre-
sero che la bancal'otta si presentava come il solo
mezzo di salvezza per la Corte, la quale, dove si t'osse
attenuta a tal partito, aVl'ebbe d'un subito cambiato il
disavanzo finanziario in avanzo, si sarebbe liberata dalla
necessit di convocare gli Stati Generali e di scendere
a patti col 'fel'zo Stato (1). In questa condizione di cose,
natul'almente, il capitalo disponibile si univa al capitale
produttivo nell'assaltu COIltl'O la pl'opriet fondiaria .
. QUfll capitale disponibile, d'altronde, era ingrossato per
lo sfacelo in cui erano cadute le gl'audi compagnie di
commercio e di navigazione, le quali, malgl'ado i pl'ivi-
legi ottenuti, el'ano state impotenti a superare le diffi-
colt della concorrenza internazionale. Di fl'onte alle
tristi condizioni, in cui si trovarono il capitale impro-
duttivo ed il capitale protetto, le aspirazioni alla libert
degli impieghi poterono, senza gravi contrasti, essel'e al-
largate anche sul tel'reno industriale e commel'ciale.
Allora opuscoli, . giornali, libri da ogni parte spiega-
(1) Las cranciars de l'tat, corps trs nombraux, trs
actifs et trs pissants Paris, taiant tous an opposition di-
recta avec la Cour, parce qu'ils voyaient bian qu'on n'avait
qu', fa,ire la banqueroute pour se tirar du deficit, raster avac
un surplus et na plus entondra parlar d'tats Gnraux, da
. Constitution, da souvarainat du peupla. (GOMEL, Histoire fi/nan-
cire 'de l' Assemble, constituante J. p. 208).
300
l'ono <;tI popolo minuto i danni che esso aveva risentito
dalle indebite ingerenze dello Stato, dai privilegi concessi
alle grandi compagnie, alla nobilt e al clel'o. Le illusio-
ni politiche si dissipvano da ogni parte rapidamente. E
mentre , le autorit e le forze economiche del sistema
feudale vacillavano , e cadevano dileguarono ancne tutte
le illusioni finanziarie, ed il vecchio sistema tributario fu
attaccato da ogni parte con inaudita violenza, con una
critica appassionata e pel'fino eccessiva (1).
In pari tempo il bisogno di libert economica e della
riduzione correlativa delle funzioni dello Stato eccitava
una nuova potente illusione, quella di un minimo fabbi-
sogno pubblico, di una finanza semplice, come se tutte
le vecchie forze cospil'anti alle grandi spese pubbliche,
fossero state distl'utte per sempre.
Alla vigilia della convocazione degli Stati Generali lo
spirito pubblico si fatto talmente ostile alle vecchie impo-
ste, che trascina con s in quel giudizio eccessivamente se-
vero la nobilt ed il clero (2). Le Assemblee dei balliaggi
della Francia intera non vogliono pi saperne della taglia,
della capitazione, dei ventesimi, della gabella e della impt
des aides. Quest'ultima, che, con tutte le sue figliazioni (3),
aveva costituito un monumento della infernale genialit
del fisco, condannata con parole roventi in tutti i
Oahiel's come la macchina pi formidabile di tortura dei
contribuenti poveri ed ignoranti. Di fronte a questo
largo bisogno di distruzione, si manifesta il bisogno e-
gualmente largo di un'imposizione semplice, dil'etta, di
facile riscossione e senza ambagi. Non solo nei libri
dei Fisiocrati e degli Economisti, che si chiede la con-
(1) Perfino l'imposta sul tabacco fu condannala dalla gran-
de maggioranza dei Cahiers.
(2) Con taleatteggiamentG-.la, Nobilt edil Clero intesero d'al-
tronde a salvar tutto ci che in quel momento potevano sal-
vare. Questo punto bene lumeggiato dal Gomel in pi luoghi '
(3) Vele in Gomel, l. c., I, p. 8.j Sn.
301
danna delle Imposte indirette ed una imposta unica sulla
tera o poche imposte dirette. Tali concetti si riscontra-
.no in quasi tutti' i Cahieps dei tre Stati. Pu dirsi con
esattezza che la coscienza comune; ben pi che l'opinio-
ne d'un dotto isolato, dettassero a Dupont de Nemours
le seguenti parole, che egli scriss.e nel cahier del suo
balliaggio: Il faut viter la ressource insidieuse de la
imposition indirecte, il faut la repousser comme le plus
grand des maux; ce n'est que par elle qu'on peut parve-
nir l'uiner les nations ... L'imposition directe est celle
qui fait le plus de bruit et qui choque davantage. C'est
pour cela mme qu'elle est moins a crai!ldreet plus
confOl' me la libertQ. Elle avvertit de sa presence, elle
veille la rclamation.
FINE
I N D ICE
Al lettore Pago 5
CAPO I.-Dell'illusione politica in generale. 7
II. - L'illusione finanziaria 22
IlIo-Occultamento di masse di ricchezza requisita
in relazione alle sing()le fonti di quest.a 37
IV.-Occultamenti nella quantit, qualit e durata
delle spese e delle ent.rate pubbliche in sede
di bilancio 67
V.-Occult.amento nella qualit, quantit e durata
delle spese e delle entrate pubbliche in sede
di bilancio .
VI.-I1lusioni dipendenti. dal collegamento dell'im-
posta a piaceri d'origine privata del contri-
97
buente . 133
VII.-Servigi pubblici speciali ingranditi da godi-
menti di origine privata i quali attenuano il
peso dell'imposta .

contrap-
al male
159
VIII.-II1usione finanziaria scaturente dal
porsi di uu male maggiore evitabile
minore dell'imposta 183
IX.- Illusione finanziaria mediante associazione
delle pene delle imposte fra loro e con altre
pene . 192

X.-II1usione dipendente dalla dissuciazione della
ricchez2Jarequisibile . 211
XI.-Illusione sulla persona 221
XII.-L'Illusione finanziaria nel1e varie classi sociali 236
:. XIII.-L'illusione finanziaria nel suo sviluppo storico 261
:. XIV.-Le cause dell'illusione finanziaria. 275
APPENDICE-Della. disillusione finanziaria 287

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