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Dalla “Lettera a Marcellino” di S.

Atanasio
(Sull’uso dei Salmi nella preghiera e nel canto, 1-4)

1. Mio caro Marcellino, la tua solidità in Cristo mi riempie di ammirazione. Non solo stai
sopportando egregiamente il tuo presente giudizio, con la sofferenza che ne consegue, ma stai anche
vivendo sotto rigore e come mi riferisce il latore della tua lettera, impieghi il riposo imposto dalla
tua recente malattia per studiare le Sacre Scritture nella loro interezza e specialmente i Salmi. Mi
riferisce che tenti di cogliere la forza intrinseca e il senso di ognuno di questi. Splendido! Anche io
sono devoto ai Salmi così come verso tutta la Bibbia e una volta ho discusso con un tale vecchio
uomo, uno studioso che ha dedicato ingente lavoro nel Salterio del quale ha dissertato con me con
grande persuasività e fascino, nonché con estrema chiarezza, mentre teneva tra le mani una copia
dello stesso. Quindi mi accingo a scrivere per te le cose che costui ha detto.
2. Figlio, tutti i libri delle Scritture, sia il Vecchio Testamento che il Nuovo, sono ispirate da Dio e
utili per l’istruzione cosi come dice l’Apostolo; ma il Salterio riserva tesori speciali per coloro che
lo studiano seriamente. Ogni libro della Bibbia ha, ovviamente, il proprio particolare messaggio: il
Pentateuco per esempio narra l’inizio del mondo, le gesta dei patriarchi, l’esodo di Israele
dall’Egitto, la consegna della Legge e gli ordini relativi al Tabernacolo e al sacerdozio; Giosuè,
Giudici e Samuele descrivono la divisione dell’eredità, gli atti dei Giudici e degli antenati di
Davide; il libro dei Re e Cronache registrano le gesta dei Re, Ezra la liberazione dall’esilio, il
ritorno del popolo e la costruzione del tempio e della città. I Profeti annunciano l’avvento del
Salvatore, ci istruiscono sui comandamenti, rimproverano i trasgressori e hanno una parola speciale
per i Gentili. Come vedi, ognuno di questi libri è come un orto che coltiva un tipo speciale di frutto.
In contrasto, il Salterio è un orto in cui oltre al suo frutto speciale coltiva anche parte di tutti gli
altri.
3. Per esempio, la creazione di cui leggiamo in Genesi, è trattata nel Salmo 19: “I cieli raccontano la
gloria di Dio e il firmamento annuncia l'opera delle sue mani” , e ancora nel Salmo 24 “La terra è
del Signore, con tutto ciò che essa contiene: il mondo e i suoi abitanti. Egli stesso ne ha posto le
fondamenta sui mari”. L’esodo dall’Egitto, registrato in Esodo, Numeri e Deuteronomio, è
appropriatamente cantato nei Salmi 87, 105, 106 e 114. “Quando Israele uscì dall’Egitto” - dice
quest’ultimo - “la Casa di Giacobbe dal mezzo di un popolo straniero, Giuda divenne il santuario
del Signore , Israele il Suo dominio”… 4. Nel Salterio vengono menzionate anche le gesta di
Giosuè il figlio di Nun, questa volta nel Salmo 105: “Questi fondarono una città per abitarvi e
seminarono i campi e piantarono vigne”, perché fu sotto Giosuè che fu consegnata la terra promessa
nelle loro mani. E il Salmo 126 dei Salmi Graduali parla di ciò di cui racconta Ezra: “Quando il
Signore riportò i reduci di Sion ci sembrava di sognare” e similmente il Salmo 122, “Mi sono
rallegrato quando mi hanno detto: Andiamo nella casa del Signore”.
 Vedi, quindi, che tutti i soggetti menzionati nei libri storici sono citati anche in diversi Salmi.
 
                                                                                                                     
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5. Caro Marcellino,
quando andiamo a esaminare ciò di cui parlano i profeti, notiamo che queste cose compaiono in
quasi tutti i Salmi. Il Salmo 50 dice, riguardo l’avvento del Salvatore e di come deve dimorare tra di
noi sebbene Egli sia Dio: “Il nostro Dio verrà e non rimarrà in silenzio; lo precede un fuoco che
divora”, e nel Salmo 118 leggiamo “Benedetto colui che viene nel Nome del Signore, noi vi
abbiamo benedetto dalla Casa del Signore. Dio è il Signore e Lui che ci ha dato la luce”.
Il Salmo 107 canta che colui che viene è la stessa Parola del Padre: “Egli mandò la Sua Parola e li
guarì, li liberò da tutte le loro sofferenze”. Perché il Dio che viene è quella stessa Parola che il
Padre invia, e di questa Parola che è la voce del Padre, il Salterio canta ancora nel Salmo 45: “Dal
mio cuore sgorgano parole soavi” e anche nel 110, “fuori dal ventre, prima dell’alba, Ti ho
generato”. In quale altro modo dovrebbe Dio chiamare il Suo proprio Figlio se non la Sua propria
Parola e Saggezza? E colui che sa bene che è stato attraverso la Parola che Dio ha detto: “Che luce
sia, che sia il firmamento. Che tutte le cose siano”, dice ancora nel Salmo 33: “Dalla Parola del
Signore furono creati i cieli, dal soffio della Sua bocca tutte le loro armate”.
6. E lungi dall’essere ignoranti sull’avvento del Messia, ne fa menzione per la prima volta in
assoluto nel Salmo 45: “Il Tuo trono, o Dio, è per sempre in eterno, lo scettro del Tuo regno è uno
scettro di giustizia. Tu ami la rettitudine e detesti la malvagia. Pertanto Dio, il Tuo Dio, Ti ha unto
con l’olio della felicità più che i Tuoi compagni”. Più avanti, in caso qualcuno pensi che sia venuto
solo in apparenza, il Salmo 87 mostra che Colui che sarebbe dovuto venire, avrebbe dovuto essere
simultaneamente sia uomo sia Colui attraverso il Quale tutte le cose sono state create: “Madre Sion
dirà un uomo, un uomo in verità è nato in lei” che equivale a dire: “La Parola era Dio, tutte le cose
sono state fatte da Lui e la Parola divenne carne”.
Il Salterio non tace neanche sul fatto che Egli sarebbe nato da una vergine, anzi lo sottolinea
esplicitamente nel Salmo 45 che abbiamo appena citato: “Ascolta figlia - dice -e guarda, tendi
l’orecchio e dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre. Perché il Re ha desiderato la tua bellezza
e Lui è il tuo Signore”.
Non è questo uguale a ciò che Gabriele disse: “Salve a te che sei piena di grazia, il Signore è con
te”? Perché il Salterio, avendo chiamato Lui l’Unto, che equivale a Messia o Cristo, senza alcun
dubbio dichiara la Sua nascita in forma umana dicendo: “Ascolta, o figlia, e guarda”.
L’unica differenza è che Gabriele si rivolge a Maria con un epiteto perché lui è di un’altra razza
mentre Davide la chiama sua propria figlia in quanto sarebbe stata una sua discendente.
 

7. Figlio, avendo mostrato che Cristo sarebbe dovuto venire in forma umana, il Salterio va avanti
nel mostrare che Egli può soffrire nella carne che ha assunto. Non è forse una previsione - che i
Giudei cioè avrebbero complottato contro di Lui - quella cantata nel Salmo 2: “Perché i pagani
complottano e la gente medita su cose vane? I re della terra si alzarono e i loro sovrani si riunirono
in cospirazione contro il Signore e contro il suo Messia”?
E il Salmo 22, parlando nella persona del Salvatore descrive la modalità della Sua morte: “Tu mi
hai trascinato nella polvere della morte, una moltitudine di cani mi hanno circondato, un drappello
di malfattori mi ha assediato. Hanno perforato le mie mani e i miei piedi, posso contare tutte le mie
ossa. Costoro mi guardano e mi fissano. Si sono spartiti tra di loro le mie vesti e si giocano ai dadi
la mia tunica”. “Hanno perforato le mie mani e i miei piedi” a cos’altro può riferirsi se non alla
croce?
E i Salmi 88 e 69, anch’essi parlando nella persona propria del Signore, ci dicono inoltre che Egli
ha sofferto queste cose non per il Suo proprio beneficio ma per il nostro: “Tu hai fatto cadere la tua
ira sopra di me” dice l’uno; e l’altro aggiunge: “Ho pagato loro cose che non ho mai preso”. Perché
Egli non è morto come se fosse Egli stesso soggetto alla morte; ha sofferto per noi e portato su di sé
l’ira che era la pena per la nostra trasgressione, così come dice Isaia: “Egli portò su di se le nostre
malattie”. Così nel Salmo 138 diciamo “Il Signore porterà a compimento ciò che concerne me” e
nel Salmo 72 lo Spirito dice: “Egli salverà i figli dei poveri e frantumerà l’oppressore perché ha
liberato dalle mani dei potenti i poveri, i bisognosi che non avevano alcuno che li aiutasse”.
8. Ma non è tutto qui. Il Salterio ulteriormente indica l’Ascensione fisica del Salvatore in cielo,
dicendo nel Salmo 24: “Alzate le vostre teste, o voi cancelli! E innalzatevi, voi porte eterne! E il Re
della gloria farà il Suo ingresso!”. E ancora nel Salmo 47: “Dio è asceso accompagnato da grida di
giubilo, il Signore dalla voce di una tromba”.
L’Ascensione è proclamata anche nel Salmo 110: “Il Signore ha detto al mio Signore, siediti alla
mia destra, finché non faccio dei tuoi nemici lo sgabello per i tuoi piedi”. E il Salmo 9 menziona
anche la imminente distruzione del diavolo, gridando: “Tu siedi nel Tuo trono, Tu che giudichi la
rettitudine, Tu hai rimproverato i pagani e il malefico è distrutto”.
E il Salterio non nasconde che Lui riceverà tutto il giudizio dal Padre, anzi ci mostra in anticipo che
Lui diverrà il Giudice di tutti nel Salmo 72: “Dai i Tuoi giudizi al Re e la Tua giustizia al Figlio del
Re, affinché Egli possa giudicare il Tuo popolo con rettitudine e i tuoi afflitti con giustizia”. Nel
Salmo 50 ancora leggiamo: “Egli convocherà i cieli da sopra e la terra, per giudicare il Suo popolo.
E i cieli dichiareranno la Sua rettitudine, perché è Dio stesso il giudice”. 

9. Figlio, il mio vecchio amico sostiene giustamente che le cose che troviamo nei Salmi riguardo il
Salvatore sono contenute anche negli altri libri delle Scritture. Egli sottolinea il fatto che una
interpretazione è comune a tutte le altre e che tutte queste hanno solamente una voce nello Spirito
Santo. Inoltre - continuò egli nel suo discorso - il contrario è vero in una certa misura perché, così
come il Salterio include gli argomenti speciali di tutti gli altri libri, allo stesso modo questi spesso
contengono qualcosa delle caratteristiche speciali del Salterio.
Per esempio Mosè scrive un canto, Isaia fa lo stesso e Abacuc offre preghiere in forma di canto. E
allo stesso modo in ogni libro incontriamo qualcosa simile di profezia, legislatura e di storia, perché
lo stesso Spirito è in tutti questi e Lui, essendo di natura Uno e Indivisibile, è dato interamente a
ciascuno, sebbene Egli sia diverso nelle Sue manifestazioni verso l’umanità e ciascuno che è istruito
da Lui e Lo riceve amministra la parola secondo le necessità del momento… Similmente, il
Salterio, la cui funzione speciale è di dar voce a canzoni, generalizza in forma cantata materie che
sono trattate dettagliatamente in altri libri, così come ti ho mostrato. Addirittura a volte stabilisce
leggi, come “Allontanati dall’ira e lascia andare il dispiacere, inclina il tuo cuore dal male e fai del
bene. Cerca la pace e tenta di ottenerla”, cosi come ci narra la storia del viaggio di Israele e
profetizza l’avvento del Salvatore, così come ho appena detto.
10. Vedi, quindi, che la grazia di questo Spirito è comune ad ogni scrittore e a tutti i libri delle
Scritture, e differisce nella sua espressione solo a seconda delle necessità e del volere dello Spirito.
Pertanto è ovvio che l’unica cosa che importa ad ognuno degli scrittori è di conservare con
fermezza la grazia che personalmente ha ricevuto in modo da compiere perfettamente la sua
missione individuale.
E, tra tutti i libri, il Salterio ha certamente una grazia veramente speciale, una scelta di qualità degna
di considerazione: oltre alle caratteristiche che condivide con gli altri, ha una meraviglia propria e
particolare, che cioè all’interno di esso sono rappresentati e ritratti i movimenti dell’anima umana in
tutte le loro grandi varietà. È come un quadro in cui vedi te stesso ritratto e osservandolo puoi
comprendere e di conseguenza plasmare te stesso seguendo il modello fornito. Altrove nella Bibbia
puoi leggere solo che la Legge comanda di fare questo o quello, ascolti i Profeti per apprendere
sull’avvento del Salvatore, oppure ti rivolgi ai libri storici per imparare le gesta dei re e di uomini
pii, ma nel Salterio, al fianco a queste cose, impari riguardo te stesso.
In esso trovi dipinti tutti i movimenti della tua anima, le sue mutazioni, i suoi alti e bassi, le sue
cadute e le risalite. Inoltre, qualunque sia la tua particolare necessità o turbamento, dallo stesso libro
puoi selezionare una forma di parole che si addicano alla situazione, di modo che non è un semplice
ascoltare e andare avanti, ma imparare il modo di rimediare al tuo male. 
 

I divieti di compiere malvagità abbondano nelle Scritture, ma solo il Salterio ti dice come obbedire
a questi ordini e astenersi dal peccare. Il pentimento, per esempio, viene ripetutamente comandato,
ma pentirsi significa smettere di peccare e sono i Salmi a mostrarti come muoversi a pentimento e
con quali parole può essere espressa la contrizione.
Ancora, San Paolo dice, “L’afflizione produce perseveranza e la perseveranza esperienza,
l’esperienza porta speranza e la speranza non confonde”, ed è nei Salmi che troviamo scritto e
descritto come devono essere affrontate le tribolazioni e che dovrebbe dire colui che è afflitto, sia
nel momento della sofferenza sia quando le afflizioni cessano. L’intero processo del Suo metterci
alla prova è presentato nei Salmi e ci viene mostrato esattamente con quali parole manifestare la
nostra speranza in Dio. Oppure prendi il comandamento “Rendi grazie in ogni cosa”. Il Salmo non
solo ci esorta di essere grati, ma ci fornisce anche le parole giuste da dire. Ci viene detto anche da
altri scrittori che tutti coloro che vivono devotamente in Cristo subiranno persecuzioni. Anche in
questo caso i Salmi provvedono parole con cui, sia coloro che fuggono la persecuzione sia coloro
che la soffrono, possano rivolgersi adeguatamente a Dio, e fa lo stesso per coloro che sono stati
liberati dalla persecuzione… Infatti per ogni circostanza nella vita, troveremo che questi divini canti
ci si addicono e soddisfano in ogni occasione le necessità della nostra anima.
11. Esiste inoltre un’altra cosa strana riguardo i Salmi: negli altri libri delle Scritture leggiamo o
ascoltiamo le parole di uomini santi, come se appartenessero solo a coloro che le hanno pronunciate
e non come se fossero nostre… Nel Salterio tuttavia è come se uno leggesse le proprie parole, e
chiunque le ascolta è mosso nei sentimenti, come se dessero voce per lui ai più reconditi pensieri.
Per rendere ciò più chiaro e senza il minimo timore di ripeterci, ci siano concessi alcuni esempi. I
patriarchi hanno detto molte cose, tutte riferite a se stessi: anche Mosè parlò e Dio rispose; Elia ed
Eliseo seduti sul Monte Carmelo, implorarono il Signore e dissero “Così come è vero che Signore
vive, di fronte al cui cospetto mi trovo” e gli altri profeti, nel parlare specialmente sul Salvatore,
anch’essi si rivolgevano ora verso Israele ora diretti ai gentili. Tuttavia nessuno avrebbe mai detto le
parole dei patriarchi come se fossero le loro… Nessuno userebbe mai come se fossero proprie, le
parole di lode o di biasimo dei profeti, né direbbe “Il Signore vive, davanti alla cui presenza sto in
questo giorno”. Perché colui che legge questi libri sta evidentemente leggendo non le sue proprie
parole ma quelle di uomini santi e di quelle persone delle quali essi scrivono.
Ma la meraviglia del Salterio sta nel fatto che, escluse le profezie sul Salvatore e alcune riguardo i
Gentili, il lettore pone tutte le parole del Salterio sulle proprie labbra come se fossero le sue, ed
ognuno canta i salmi così come se fossero stati scritti per il proprio beneficio e li prende e li recita
non come se qualcun altro stesse parlando o se si stessero descrivendo i sentimenti di un’altra
persona, bensì come se stesse parlando in prima persona, offrendo le parole a Dio come espressioni
del proprio cuore così come se egli stesso le avesse elaborate. Non le considererà come le parole dei
patriarchi né come quelle di Mosè e degli altri profeti: al contrario è così audace da farle proprie e
considerarle scritte per sé stesso. Sia che abbia osservato la Legge oppure che l’abbia violata, i
Salmi descrivono le sue proprie gesta; ognuno finisce con il trovare in essi la sua vera natura e, che
sia un’anima fedele oppure un peccatore, ognuno legge in essi la descrizione di se stesso.
 

12. Mi sembra che, siccome i Salmi servono da specchio per coloro che li cantano, in essi uno vede
riflesso se stesso e la propria anima e non può resistere dal renderli in tale maniera. Le loro parole
giungono così a destinazione con eguale intensità a coloro che le sentono cantare e muovono
anch’essi ad una simile reazione.
A volte è il pentimento che viene generato in questa maniera, come nelle parole che muovono la
coscienza del Salmo 51; un’altra volta, udendo come Dio aiuti coloro che sperano e hanno fede in
Lui, anche colui che ascolta gioisce e inizia a rendere grazie, come se quel grazioso soccorso fosse
già suo proprio. Per fare un altro esempio, un uomo che porta le sue afflizioni nella sua mente
canterà il Salmo 3, i Salmi 11 e 12 per esprimere la sua propria fede e preghiera e cantando il 54, il
56, il 57 e il 142 non è come se qualcun altro fosse perseguito bensì rende lode a Dio come reazione
alla propria esperienza.
Ogni altro Salmo è pronunciato e composto dallo Spirito nella stessa identica maniera: come in uno
specchio, i movimenti delle nostre proprie anime si riflettono in esso e le parole sono effettivamente
le nostre, date a noi per servire come promemoria delle nostre mutazioni di condizione e come
ordito e modello per il miglioramento delle nostre vite.
13. Questa è l’ulteriore bontà del Salvatore il quale, essendo divenuto uomo per il nostro bene, non
solo Egli ha offerto in sacrificio il Suo proprio corpo in nostra vece - affinché Egli potesse redimere
tutti dalla morte - ma anche, desiderando di mostrarci la Sua propria celeste e perfetta maniera di
vivere, Egli espresse questo nella Sua propria persona. Era come se, sapendo quanto il demonio può
raggirarci facilmente, Egli ci avesse dato, per rassicurarci, la promessa della sua propria vittoria, che
Egli ha vinto in nostra vece.
Ma Egli non si è fermato lì: Egli è andato ancora oltre e Lui medesimo ha compiuto le cose che egli
ci ha comandato. Pertanto ogni uomo può ascoltarlo ed allo stesso tempo vedere nel Suo
comportamento un modello per il proprio, così come Egli ha ordinato: “Imparate da Me, perché
sono mite e di cuore umile”. In nessun’altra parte troviamo un insegnamento così perfetto come
nella vita del Signore. Sopportazione, amore per l’umanità’, bontà, coraggio, misericordia,
rettitudine: tutte queste sono Sue caratteristiche, e allo stesso modo nessuna virtù manca in colui che
contempla la vita umana di Cristo.
È come sapendo ciò che San Paolo disse: “Siate imitatori di me, così come io stesso lo sono di
Cristo”… E pertanto, prima di scendere tra di noi, il Signore ha abbozzato per noi il modello della
Sua vita perfetta, attraverso le parole, in questo stesso libro dei Salmi.
Così, come Egli ha rivelato Se stesso nella carne quale il perfetto, celeste Uomo, nei Salmi anche gli
uomini di buona volontà potessero vedere ritratto il modello di vita e in esso trovare la guarigione e
la propria correzione.
 

14. Figlio, l’intera divina Scrittura è maestra della virtù e della pura fede, ma +
il Salterio rende un quadro della vita spirituale. E, così come uno che si avvicina a un re terreno
osserva le formalità in quanto ad abbigliamento, portamento e all’uso delle parole - sia mai che
trasgredendo queste maniere venga reputato uno zotico - allo stesso modo uno che cerca di vivere la
buona vita ed imparare circa la condotta del Salvatore nel suo corpo, viene in primo luogo ricordato,
da questo libro sacro, su quale sia la condizione della propria anima, quindi fornito di parole
appropriate come fosse un supplicante. Perché è una caratteristica di questo libro che i Salmi che lo
compongono sono di tanti tipi differenti. Alcuni sono nella loro forma narrativi, altri sono esortativi;
alcuni sono profetici, altri, in tutto o in parte, sono preghiere a Dio. Altri sono confessioni, altri
esprimono ringraziamento, lode e giubilo…
15. È possibile per noi, pertanto, trovare nel Salterio non solo il riflesso dello stato della nostra
anima, insieme alla didattica ed esempi per tutte le condizioni possibili, ma anche una forma adatta
di parole con le quali piacere al Signore in ciascuna delle occasioni che si presentano nella nostra
vita, parole sia di pentimento che di ringraziamento, in modo che non cadiamo nel peccato. Perché
non renderemo conto solo delle nostre azioni di fronte al Giudice, ma anche per ogni parola oziosa
da noi detta.
Supponi quindi, per esempio, che vuoi impartire benedizioni: troverai la maniera per farlo nel
Salmo 1 e similmente nel Salmo 32. Se sei perseguito dalla tua stessa famiglia e contrastato da
molti, recita Salmo 3; e quando vuoi rendere grazie a Dio al termine della tua sofferenza, canta 4 e
75 e 116. Quando vedi il maligno che ti vuole intrappolare e vuoi che la tua preghiera giunga alle
orecchie di Dio, alzati presto e canta il Salmo 5; e se ti senti sotto la nube del Suo dispiacere, puoi
recitare 6 e 38. Se qualcuno complotta contro di te, canta il Salmo 7 e riponi la tua fiducia in Dio,
che ti libererà.
16. Contemplando la redenzione dell’umanità e la grazia universale del Salvatore, canta al Signore
il Salmo 8; e con questo stesso Salmo o il 19 puoi ringraziarlo per il raccolto. Per la vittoria sul
nemico e per la salvezza del creato, non prendere la gloria su te stesso ma, sapendo che è il Figlio di
Dio che ha portato le cose ad un lieto compimento, canta a Lui il Salmo 9.
E se qualcuno vuole allarmarti, canta l’11, sempre confidando nel Signore. Quando vedi lo
sconfinato orgoglio di molti, e il male in abbondanza così che tra gli uomini (o almeno così sembra)
non rimane alcuna cosa sacra, rifugiati nel Signore cantando Salmo 12. E se questo stato di cose si
protrae per lungo tempo, non disperarti come se Dio ti avesse dimenticato ma imploralo attraverso
Salmo 27.
 

Se vuoi imparare quale sorta di persona sia il cittadino del regno dei cieli, canta il Salmo 15.
Ancora, quando hai bisogno di pregare contro i tuoi nemici e coloro che ti mettono in difficoltà i
Salmi 17, 86, 88 e 140 faranno al tuo caso, e quando sei stato liberato da questi nemici, canta il
Salmo 18. Quando sei meravigliato dall’ordine del creato e dalla buona provvidenza di Dio che è
compresa in esso e nei sacri precetti della Legge, i Salmi 19 e 24 daranno voce alla tua preghiera;
mentre il 20 ti doterà di parole per confortare e per pregare con altri nell’afflizione, quando tu stesso
sei cibato e guidato dal Signore e gioisci nel riconoscerlo, il Salmo 23 ti attende.
17. Sei circondato dai nemici? Allora innalza il tuo cuore a Dio e canta il Salmo 25, vedrai
sicuramente i peccatori messi in fuga. Qualora persistano, il loro istinto omicida non spento, allora
abbandona il giudizio dell’uomo e prega Dio, il Solo Giusto, che Lui da solo giudicherà secondo la
giustizia biblica, usando i Salmi 26, 35 e 43. Se i tuoi avversari attaccano ancor più duramente e
divengono una grande schiera che ti sbeffeggia come se tu non fossi ancora consacrato, non aver
timore, canta ancora il Salmo 27. Non prestare alcuna attenzione né alla debolezza della tua umanità
o alla sfrontatezza del loro attacco ma grida incessantemente a Dio usando il Salmo 28. E quando
desideri la giusta maniera per avvicinarti a Dio in gratitudine, con intelletto spirituale canta il Salmo
29. E infine, quando dedichi la tua casa, che è la tua anima in cui ricevi il Signore e la casa dei tuoi
sensi in cui il tuo spirito dimora nel corpo, rendi grazie e canta il Salmo 30 e, dai Salmi Graduali, il
127.
18. Ancora, quando trovi te stesso odiato e perseguitato da tutti i tuoi amici e parenti a causa della
tua fede in Cristo, non disperarti per questo né abbi timore di loro, ma mettiti da parte e, guardando
verso il futuro, canta il Salmo 31. E quando vedi persone battezzate e redente da questo mondo
malvagio, sii pieno di ammirazione per l’amore di Dio verso gli uomini, e in ringraziamento per
loro canta il 32. E ogni qualvolta un numero di voi voglia cantare insieme, se tutti sono retti e
virtuosi allora usate il Salmo 33. Quando sei caduto tra i nemici ma hai evaso per saggio rifiuto il
loro cattivo consiglio, raccogli insieme un numero di uomini santi e con loro cantate il 34…
Quando vedi gente povera, costretta a elemosinare il proprio pane e vuoi mostrar loro pietà, puoi
plaudere coloro che li hanno già aiutati e spronare altri a simili opere di misericordia usando il
Salmo 41.
19. Ancora, se sei infiammato dal desiderio per il Signore, non essere turbato dallo scherno dei tuoi
nemici ma, conscio del frutto immortale che tale desiderio porta con sé, conforta la tua anima e di’
il Salmo 42… E il 46° farà al tuo caso quando dopo essere stato liberato da afflizioni corri verso
Dio e vuoi rendergli grazie e proclamare tutta la Sua amorosa misericordia manifestata verso di te.
 

20. Figlio, supponi ora che tu abbia peccato ed essendo stato messo in confusione, ti stia pentendo e
implorando perdono, allora hai le parole di confessione e pentimento nel Salmo 51. Oppure sei stato
diffamato e vedi il calunniatore vantarsi di ciò che ha fatto: allora vai via e di’ il Salmo 52.
E quando ti perseguitano e ti diffamano come fecero gli stranieri a Re David, non essere turbato ma
con totale fiducia in Dio canta lodi a Lui, usando i Salmi 54 e 56. Se la persecuzione continua
ancora a seguirti pesantemente e colui che cerca di toglierti la vita entra nella grotta in cui ti stai
nascondendo - anche se egli non sa che sei lì - allo stesso modo non aver paura, perché anche in tali
situazioni estreme come è questa hai incoraggiamento nel Salmo 57 e anche nel 142.
Può essere che il cospiratore che dia ordini affinché la tua casa venga messa sotto controllo e
tuttavia tu riesci a sfuggire; allora rendi grazie a Dio e fai che il Salmo 59 sia scritto nel tuo cuore
come su una colonna, in memoria della tua liberazione. E se non solo i tuoi nemici ti colpiscono sui
denti ma anche coloro che credevi amici ti riprendono, ti calunniano e ti feriscono profondamente,
puoi sempre chiedere aiuto a Dio adoperando il Salmo 55. Contro gli ipocriti e coloro che esultano
nelle apparenze, rimproverali con il 58. Ma contro coloro la cui inimicizia è tale da volerti
addirittura toglierti la vita, devi semplicemente opporre la tua obbedienza al Signore, senza alcun
timore, ma al contrario sottomettendoti al Suo volere mentre loro crescono più feroci nella loro
rabbia: la forma delle tue parole per questo verrà dal Salmo 62.
Qualora la persecuzione ti spinga nel deserto, non avere paura come se lì tu fossi da solo in quanto
Dio è con te e all’alba puoi cantare a Lui il Salmo 63. E se il timore dei nemici e dei loro incessanti
complotti ti perseguitasse anche lì, sebbene essi siano in grande numero o talmente insistenti nel
seguirti anche allora non devi cedere, perché le frecce giocattolo di un bambino sono sufficienti a
ferirli quando hai nelle tue labbra i Salmi 64, 65, 70 e 71.
21. Il Salmo 65 farà al tuo caso ogni volta tu voglia cantare lodi al Signore e se vuoi insegnare a
chiunque sulla Resurrezione, canta il 66. Quando chiedi misericordia dal Signore, lodalo con il 67.
Quando vedi uomini malvagi beneficiati da prosperità e pace, e uomini buoni in seria difficoltà, non
essere offeso o turbato da questo ma di’ il Salmo 73…
E quando il nemico prende possesso della tua dimora o rifugio, anche se profondamente molestato e
afflitto, non disperare ma prega: se il tuo grido è stato ascoltato, rendi grazie a Dio usando il Salmo
77. E se hanno profanato la casa di Dio e ucciso i santi, gettando i loro corpi agli uccelli da preda,
non essere affranto né impaurito da tali crudeltà ma, soffrendo con coloro che stanno soffrendo,
supplica in loro vece a Dio usando il Salmo 79.
 

22. Caro Marcellino, i Salmi 81 e 95 sono adatti se vuoi cantare in una festa insieme ad altri servi
del Signore; e quando il nemico ancora una volta ti circonda, minacciando la Casa di Dio e unendo
forze contro i Suoi santi, non aver timore né del loro numero né delle loro forza, perché hai a tua
disposizione una solida ancora di salvezza nel Salmo 83. Se inoltre contempli la Casa di Dio e la
Sua eterna dimora e li desideri fortemente, così come fu per l’Apostolo, allora di’ l’84…
23. Vuoi rendere grazie nel giorno del Signore? Allora di’ il Salmo 24, di Lunedì il 95; e se è un
Venerdì, le tue parole di lode sono nel 93, perché è stato quando la Crocefissione si è compiuta che
la Casa di Dio è stata costruita, poiché tutti i nemici hanno tentato di impedirlo… E ancora, quando
vedi la provvidenza e il potere di Dio in tutte le cose e vuoi istruire altri nella Sua fede ed
obbedienza, fai loro recitare il Salmo 100. E quando hai sperimentato tu stesso il Suo potere nel
giudizio - poiché la Sua giustizia è sempre temperata dalla Sua misericordia - il Salmo seguente
esprimerà le tue necessità.
24. Se attraverso la debolezza della tua natura e lo sforzo della vita ti dovessi trovare destituito e
povero, canta per la tua consolazione il Salmo 102 ed usa i due che lo seguono per elevare il tuo
cuore in riconoscente lode a Dio, come dovremmo fare in e durante ogni circostanza…
Hai tu fede come il Signore ha ordinato e credi nelle preghiere che proferisci? Allora recita il Salmo
116, dal decimo verso in poi. Senti, come l’Apostolo, che adesso puoi sforzarti nel proseguire verso
la meta, dimenticando tutto ciò che ti sta dietro? Allora hai i quindici Salmi Graduali per ogni passo
della tua avanzata.
25. Un’altra volta, forse, ti rendi conto che sei stato sviato dalle indicazioni di altri – bene, allora nel
momento in cui lo percepisci, smetti di peccare e piangi, come lo fecero i figli d’Israele in passato,
presso le acque di Babilonia, usando il Salmo 137. Siccome il valore di ognuno è precisamente
provato dall’essere tentato, il Salmo 139 farà al tuo caso, quando ringrazi Dio per aver passato una
prova senza fallire. E se il nemico ancora una volta ti acciuffa e tu desideri essere libero, allora
recita il 140. Un qualche Golia si è mosso contro il popolo e te stesso? Non temere ma affidati a Dio
come fece David e canta le sue parole nel Salmo 144… Qualora, debole come sei, vieni tuttavia
scelto per qualche posizione di autorità tra i fratelli, non devi vantarti come se fossi superiore a loro,
piuttosto glorifica il Signore che ti ha scelto e canta il Salmo 151 che è specialmente il Salmo di
David…
26. Se, ancora, vuoi cantare Salmi che parlano specialmente riguardo il Salvatore, troverai qualcosa
in quasi tutti. Ma il 45 e il 110 si riferiscono alla Sua Generazione dal Padre e al Suo avvento nella
carne, mentre il 22 e il 69 annunciano la santa croce, gli angoscianti complotti che Egli subì e quali
gravi cose Egli ha sofferto per il nostro bene… Il 16 mostra la Sua resurrezione dai morti nella
carne e il 24 e il 47 la Sua ascensione in cielo.
 

27. Hai visto, caro Marcellino,  gli usi per i quali può essere adoperato il Libro dei Salmi, alcuni
utili al rimprovero di singole anime, altri per anticipare l’avvento in forma umana del nostro
Salvatore Gesù Cristo. Ma non dobbiamo omettere di spiegare le ragioni per cui parole di questo
tipo non debbano essere semplicemente dette ma rese con melodia e canto. Perché, effettivamente,
ci sono alcune persone semplici tra di noi che, sebbene credano che le parole siano ispirate, tuttavia
pensano che la ragione per cui vanno cantate sia semplicemente per renderle più piacevoli
all’orecchio! Non è affatto così.
Le Sacre Scritture non sono progettate per solleticare palati estetici; piuttosto è per il tornaconto
dell’anima che vengono cantati i Salmi. Questo è principalmente per due ragioni.
In primo luogo, è opportuno che le sacre scritture debbano lodare Dio in poesia così come in prosa,
perché, la più libera e meno ristretta forma di verso con cui sono costruiti i Salmi, assicura che
attraverso di essi gli uomini debbano esprimere il loro amore verso Dio con tutta la forza e il potere
che possiedono.
In secondo luogo, la ragione risiede nell’effetto unificante che hanno i Salmi in coloro che cantano.
Perché, cantare i Salmi, richiede una tale concentrazione dell’intera essenza di un uomo verso di
essi che, nel farlo, la sua solita disarmonia mentale e la risultante confusione del corpo viene risolta,
come se le note di diversi flauti fossero unite dall’armonia in un unico effetto. Di conseguenza,
colui che prega i Salmi, non viene più scoperto a pensare bene e a fare male, come fece Pilato
quando, sebbene dicendo “non trovo alcuna causa di morte in Lui”, tuttavia permise ai Giudei di
fare come volevano. Né viene trovato a desiderare il male, sebbene incapace di compierlo, come
fecero gli anziani nel loro peccato contro Susanna o, per quel motivo, come fa ogni uomo che si
astiene da un peccato e tuttavia desidera di compierne molti altri.
28. Ed è in ordine alla melodia, perché possa così esprimere la nostra armonia spirituale interna -
così come le parole danno voce ai nostri pensieri - che il Signore stesso ha ordinato che i Salmi
vengano intonati e recitati in forma cantata. Inoltre è desiderio e gioia del cuore il farlo in modo
aggraziato, come è scritto: “Qualcuno tra di voi è felice? Che canti!”, e se nelle parole vi è qualcosa
di rigido, irregolare o ruvido, la musica lo smorzerà, allo stesso modo in cui nelle nostre stesse
anime la tristezza è alleviata quando cantiamo: “Perché sei così triste, o anima mia, che mi
tormenti?”, o viene ammessa la disfatta quando uno canta: “I miei piedi erano quasi andati”, e la
paura è vinta dalla speranza nel cantare : “Il Signore è il mio aiuto, non avrò timore di ciò che può
farmi l’uomo”.
 

29. Figlio, coloro che non cantano le Canzoni Divine intelligentemente bensì solo per il proprio
piacere, sicuramente sono da condannare, poiché la lode non si addice alle labbra di un peccatore.
Ma coloro che cantano così come ho indicato, in modo che la melodia delle parole scaturisca
naturalmente dal ritmo dell’anima e la sua propria unione con lo Spirito, costoro cantano con la
lingua e anche con l’intelletto, e non solo loro ne traggono beneficio ma anche quelli che vogliono
ascoltarli.
Così fu con il benedetto David quando suonò per Saul: compiacque Dio e allo stesso tempo rimosse
da Saul la pazzia e la rabbia e fece tornare la pace al suo confuso spirito. Alla stessa maniera, i
sacerdoti con il loro cantare contribuirono a calmare gli spiriti della gente ed aiutarono a unirli con
coloro che dirigono il coro celeste.
Pertanto, quando i Salmi vengono cantati, non è per alcun semplice desiderio di ascoltare musica
soave, ma piuttosto è l’espressione esteriore dell’armonia interiore che si ottiene, perché tale
recitazione armoniosa è in se stessa l’indice di un cuore pacifico e bene ordinato. Il rendere lode a
Dio, armonicamente su di uno strumento come cimbali bene accordati, cetra o il salterio a dieci
corde è come sappiamo, un segno esteriore che i membri del corpo e i pensieri del cuore sono, come
gli stessi strumenti, in proprio ordine e controllo, ognuno di essi vivendo e muovendosi insieme dal
grido e dal fiato dello Spirito. E similmente, come è scritto che “Dallo Spirito un uomo vive e
mortifica le sue azioni fisiche”, così colui che canta accorda la sua anima, correggendo
gradualmente il suo ritmo fallace cosi che, alla fine, essendo pienamente naturale ed integrato, non
ha paura di niente, ma in pacifica libertà da tutte le immaginazioni futili può applicarsi con
maggiore bramosia verso le cose buone prossime. Perché un’anima propriamente ordinata dal
cantare le sacre parole dimentica le proprie afflizioni e contempla con gioia solo le cose di Cristo.
30. Quindi, figlio mio, che chiunque legga questo libro di Salmi prenda il suo contenuto
semplicemente come ispirato da Dio; e che ognuno selezioni da questo, come dai frutti di un orto,
quelle cose di cui vede bisognoso egli stesso. Perché credo che nelle parole di questo libro sia
coperta tutta la vita umana, con tutti i suoi stati e pensieri, e che nient’altro possa essere trovato
nell’uomo. Perché a prescindere da ciò che cerchi, che sia pentimento e confessione, o aiuto in
difficoltà e tentazione o sotto persecuzione, piuttosto che sei stato liberato da cospirazioni e tranelli
o al contrario, sei triste per qualsiasi ragione oppure, vedendo te stesso progredire e il nemico
sconfitto, vuoi rendere lode e grazie e benedire il Signore, per ognuna di queste cose il Salterio ti
mostra cosa fare e in ogni caso le parole che vuoi sono scritte per te, e tu puoi recitarle come se
fossero tue proprie.
 

31. Caro Marcellino, nessuno deve permettersi di essere persuaso da alcun motivo, di qualsiasi
sorta, di decorare i Salmi con materie estranee o alterarne l’ordine oppure di cambiarne le parole.
Devono essere cantati e intonati senza alcun artificio così come sono stati scritti, cosicché gli
uomini santi che ce li hanno dati, riconoscendo le loro parole, possano pregare con noi, e che lo
Spirito, che ha parlato attraverso i santi, riconoscendo le stesse parole che Egli ha ispirato, possa
anche Lui unirsi a noi.
Perché come le vite dei santi sono più amorevoli di molti altri, così anche le loro parole sono
migliori di quanto possano esserlo le nostre e sono anche di maggiore giovamento, a condizione che
vengano pronunciate da un cuore virtuoso. Poiché con queste parole essi stessi compiacquero Dio e
nel pronunciarle, come dice l’Apostolo, “Soggiogarono regni, apportarono rettitudine, ottennero
promesse, arrestarono le bocche di leoni, estinsero il potere del fuoco, fuggirono la punta della
spada, furono resi forti dalle debolezze, distrussero nemici potenti in guerra, misero in fuga armate
di stranieri, donne ricevettero i loro morti attraverso la resurrezione”.
32. Lasciamo pertanto che chiunque reciti i Salmi abbia una sicura speranza che attraverso di questi
Dio presterà prontamente ascolto a coloro che sono bisognosi. Perché, se un uomo è in afflizione
quando li dice, in essi egli troverà gran conforto; se è tentato o perseguitato, si troverà più abile
nell’affrontare la prova e sperimenterà la protezione del Signore, che difende sempre coloro che
pronunciano queste parole.
Con queste un uomo sconfiggerà il diavolo e metterà in fuga i nemici. Se ha peccato, usandole si
pentirà; se non ha peccato, gioirà nel vedere che si sta protendendo verso le cose elevate e, lottando
in tal modo, troverà la vittoria nel potere dei Salmi. Mai un tale uomo sarà scosso dalla verità,
piuttosto confuterà coloro che tenteranno di ingannarlo e a indurlo in errore, e non c’è alcun
maestro umano che ci promette ciò, ma le stesse Divine Scritture.
Perciò Dio ordinò a Mosè di scrivere una grande canzone e di insegnarla al popolo e a colui che
Egli appuntò al comando. Egli dispose anche di scrivere il Deuteronomio, per averlo sempre nella
sua mano e per meditare incessantemente sulle parole in esso contenute; perché queste sono
sufficienti in se stesse sia per chiamare a virtù le menti degli uomini, sia per portare aiuto a
chiunque le pondera con sincerità.
È fatto certo che quando Giosuè il figlio di Nun, entrò nella terra promessa e vide gli ordini dei
ranghi dei pagani e dei re degli Amorrei schierati contro di lui, di fronte a tutte quelle spade ed armi
egli lesse il Deuteronomio nelle orecchie di tutti e ricordò loro le parole della Legge e quindi,
avendo così armato il popolo, sconfisse il nemico.  

Figlio, leggiamo nelle Sacre Scritture che, in ogni momento in cui la guerra minacciava Israele,
l’Arca in cui le tavole della Legge erano conservate veniva portata fuori dinnanzi alle schiere, ed
era un sufficiente ausilio contro ogni spiegamento, eccetto quando vi era tra coloro che la
portavano, oppure in altre parti tra la gente, una qualsiasi parvenza di ipocrisia o di peccato. La fede
e l’onestà della mente sono sempre necessari qualora la Legge debba essere un efficace alleato nel
compimento dei voti dell’uomo.
33. E ho sentito - disse il vecchio uomo - da uomini saggi, che in tempi antichi in Israele mettevano
i demoni in fuga leggendo solo le Scritture, e allo stesso modo svelarono complotti contro di loro
orditi da uomini. Per questa ragione egli ha additato come degni della massima condanna coloro che
trascurano le Scritture e invece usarono parole ad effetto tratte da altre fonti, ai fini di compiere i
cosiddetti esorcismi. Quelli che commettono simili cose, ha detto, giocano con le parole sacre e si
offrono ai demoni come oggetti di derisione, come fecero i Giudei, quando tentarono in tal modo di
esorcizzare l’uomo ad Efeso.
D’altro canto, i demoni temono le parole di uomini santi e non le possono sopportare, perché il
Signore stesso è nelle parole delle Scritture e questi non Lo possono sopportare, come hanno
dimostrato quando gridarono a Cristo “Ti prego, tormentami ma non prima del tempo”.
Allo stesso modo Paolo comandò gli spiriti impuri e i demòni erano soggetti ai discepoli. La mano
del Signore era anche su Elia il profeta, che profetizzò sulle acque a tre re, quando il menestrello
suonò e cantò secondo il Suo ordine.
Così vale per noi oggi: se qualcuno ha a cuore gli interessi di coloro che soffrono, che usi queste
parole e allo stesso tempo aiuterà ancor più quelli che soffrono e proverà la sua fede essere vera e
forte. Così Dio, percependolo, elargirà ai supplicanti una salute perfetta.
Ben sapeva il salmista che, quando disse nel Salmo 119: “Le Tue Leggi erano le mie parole nel
luogo del mio soggiornare”, e ancora: “Se la Tua legge non fosse la mia meditazione, allora io sarei
perito nella mia umiliazione”, mostrava che queste parole sono salvezza per tutti.
Paolo anche diede forza ai suoi discepoli con simili parole dicendo: “Meditate queste cose, dimorate
in esse affinché il vostro progresso sia reso visibile”.
E così anche tu, Marcellino, meditando i Salmi e leggendoli con intelligenza, con lo Spirito come
tua guida, sarai in grado di carpire il significato di ciascuno, fin quanto tu lo desideri. E ti sforzerai
così anche di imitare le vite di quei santi che per primi le pronunciarono.

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