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11/4/2020 Il Melkizedek degli Esseni, l’Escatologia e gli Arconti | Melkizedek l'immortale (un blog di Mike Plato)

Melkizedek l'immortale (un blog di Mike Plato)

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l’Escatologia e gli Arconti

Melkizedek come appare nei testi di Qumran e nei testi escatologici

IL MELKIZEDEK DEGLI ESSENI, L'ESCATOLOGIA E GLI ARCONTI

IL MELKIZEDEK DEGLI ESSENI,


L’ESCATOLOGIA E GLI ARCONTI

25 LUGLIO 2015 | MDK110 | LASCIA UN COMMENTO

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Scriveva l’esoterista Fabre de Olivet ne La Lingua Ebraica Restituita:

Se è vero che Mosè ha lasciato una legge orale, è presso gli Esseni che essa si è conservata. I Farisei che si
illudevano così orgogliosamente di possederla, non ne vantavano che le apparenze, come Gesù rimprovera di
continuo. È da questi Farisei che discendono gli ebrei moderni, ad eccezione di alcuni veri eruditi, la cui
tradizione risale a quella degli Esseni. I Sadducei hanno prodo o i Karaiti a uali, altrimenti de i
Scri uari…Gli esseni erano infinitamente più colti delle altre due categorie; istituirono, lontano dalle ci à,
società chiuse, ed erano per niente gelosi delle cariche sacerdotali, ricoperte dai Farisei, nonché degli onori
civili rivendicati dai Saducei…Il loro principale ritiro era situato presso Alessandria, verso il lago e il monte
Moria

L’incipit è necessario al fine di inquadrare gli Esseni nel loro periodo storico e per avere elementi
necessari a comprendere per quale motivo il popolo di Qumran avesse una così grande
venerazione per Melkizedek, al punto da definirlo Messia e a ore protagonista dell’Eskaton.
Melkizedek appare in più rotoli del corpus qumranico, ma è certamente nell’11QMelk che il Re di
Salem appare in tu a la sua potenza divina. I rotoli esaminati, in particolare l’11Q13 o 11Qmelk,
mostrano la distanza tra ebraismo qumranico e quello del Tempio ufficiale. In molti rotoli si
celebra l’importanza di Raz e Sod, misteri e segreti ignoti agli ebrei e alle altre se e. Quella degli
Esseni era una spiritualità misterica e non le erale.

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11QMelk. La Vende a di Melkizedek

I:2…E a proposito di quanto Mosè ha de o: «In questo anno del giubileo, ognuno ritornerà al proprio
patrimonio», come è scri o: 3 «Ogni creditore avente un pegno a sua disposizione condonerà ciò su cui ha
pa uito con il suo prossimo con l’a o di pignorazione: non farà pressione né sul suo prossimo né sul suo
fratello, quando avrà fa o appello a Dio per il suo condono» [Deuteronomio 15:2]. 4 L’interpretazione si
riferisce alla fine dei giorni, riguardo ai Prigionieri dei quali Mosè disse: “per proclamare ai prigionieri la
libertà e quelli i 5 cui capi sono tra i contriti dell’adunanza e tra l’eredità di Melkizedek, poiché egli conosce i
loro spiriti ed essi sono l’eredita di Melkizedek che li farà tornare, 6 e per loro farà appello alla liberazione,
lasciandoli liberi e condonando il debito di tu e le loro iniquità. Ed accadrà tale avvenimento 7 nella prima
se imana di anni del giubileo successivo ai nove giubilei. E il giorno dell’espiazione sarà la fine del decimo
giubileo 8 per compiere in esso l’espiazione per tu i i figli della luce e per gli uomini del partito di
Melkizedek. E nell’altezza in loro favore egli si pronuncerà secondo le loro parti, 9 poiché quella sarà la fine
dell’anno del beneplacito di Melkizedek, e per esaltare per mezzo del giudizio i santi di Dio per

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l’instaurazione di un regno di giustizia, come è scri o 10 a suo riguardo nei salmi di David, il quale disse:
“Elohim presiede l’assemblea di El, sentenzia in mezzo agli Elohim” [Salmo 82]. E a suo riguardo disse
ancora: 11 “ritorna su di essa in alto, Dio arbitro dei popoli” [Salmo 7:8-9]. E ancora disse: “fino a quando
compirete giudizi iniqui e sarete parziali con i peccatori?” [Salmo 82]. 12 L’interpretazione si riferisce a
Beliar e agli spiriti del suo partito che furono tu i ribelli quando deviarono dai comandamenti di Dio per
comme ere il male. 13 Ma Melkizedek vendicherà con i giudizi di Dio in quel giorno, ed i prigionieri
saranno liberati dalla mano di Beliar e dal potere degli spiriti del suo partito 14 e avrà in suo
aiuto tu i gli dèi eterni. Ed è lui che starà in quel giorno al di sopra di tu i i Figli di Dio e
presiederà quest’assemblea. 15 Questo appunto è quanto ha de o: “tu i Figli della Forza…” questo.
Questo è il giorno della strage del quale parlò, per la fine dei giorni, il profeta Isaia, il quale disse: “come sono
graziosi 16 sui monti i passi dell’Araldo che proclama la pace, del messaggero di bene che proclama la
salvezza che dice a Sion «il tuo Dio regna!»” [Isaia 52:7]. 17 L’interpretazione è: i monti sono quei profeti
che hanno ascoltato e hanno prestato a enzione nel loro cuore a tu o ciò che ha comandato Dio; 18 e l’araldo
è il messia, colui del quale Daniele disse: “fino alla venuta di un messia, un principe, trascorreranno se e
se imane [Daniele 9:25]; e 19 un araldo di bene che proclama la salvezza è colui di cui è scri o che egli
invierà loro 20 per consolare tu i gli affli i, per vegliare sugli affli i di Sion. “Per consolare gli affli i”, si
interpreta come “per istruirli in tu e le epoche eterne e per far loro conoscere….21 nella verità, per il
giudizio. Egli che disse 22…il tuo spirito è stato sviato da Beliar e ritornerà al Signore nel giorno di vende a
su Beliar e sugli spiriti del suo partito. 23 E Melkizedek giudicherà con i giudizi di Dio, come è scri o a suo
riguardo: “Che dice a Sion «regna il tuo Dio».24 Sion è l’assemblea di tu i i figli della giustizia i quali
mantengono il pa o, evitano di camminare nella via della massa; e il tuo Dio è il 25 principe, Melkizedek,
che li libererà dal potere di Beliar

L’11Q13 è un documento esegetico, scoperto nel 1947 nell’undicesima gro a e trado o da A.S. van
der Woude e J.A.Fi myer. Il documento fu composto probabilmente nella seconda metà del secolo
a.C. se non addiri ura nell’ultimo quarto del secolo. La traduzione e l’interpretazione sopra
riportata è un contributo del 1993 del grande E.C.Puech, il quale si è avvalso delle interpretazioni
precedenti che trovavano un ostacolo nelle numerose lacune del testo. Scrive Franco Manzi che

il documento riveste un’importanza fondamentale nello studio sui ritra i Melkizedekiani di Qumran, per
l’originale fisionomia che da esso emerge. Finora, il personaggio di 11QMelk è stato interpretato dalla quasi
totalità dei qumranologi come se costituisse una figura di mediazione angelica, nella stessa linea del
Melkizedek di 4Qamram e di 4Q401” (Melchisedek e l’angeologia nell’Epistola agli Ebrei e a Qumran)

Teologo della Chiesa Romana che ha apportato alcuni validi contributi alla comprensione del
Sacerdote di El Elyion, Manzi afferma che Melkizedek apparirebbe dai testi qumraniani non tanto
come mediatore tra Dio e gli uomini, ma tra Dio Altissimo e gli Angeli. Ciò è in linea con la sua
funzione di Signore delle gerarchie celesti, ma non dobbiamo dimenticare che le gerarchie celesti
sono, in un certo senso, anche la cavalleria terrestre, poiché gli dèi su cui Melkizedek esercita la
sua leadership sono incarnati. Quindi, sarebbe corre o dire che Melkizedek è mediatore tra El
Elyion e alcuni uomini, ovvero quelli in cui tali dèi si celano e si celeranno finchè i tempi non
saranno maturi per la definitiva manifestazione al mondo, come profetizzato dall’apostolo. Franco
Manzi ritiene, di suo, che Melki-Zedek non è un’ipostasi di Dio, un’Intelligenza angelica, ma un
titolo di YHWH. Io credo invece che Melkizedek sia entrambe le cose, poiché la Tradizione insegna
che le ipostasi e gli angeli di Dio sono a ributi o aspe i della divinità. Anche il Messia, il Figlio di
Dio, è una tale ipostasi. Henry Corbin parlerebbe di “teofanie” del divino. Alla fine l’unica realtà è
Dio, e tu o si svolge nella sua mente. Il rotolo 11Q13 tenta di spiegare come Levitico 25:13, l’unico
passo vetero-testamentario che descriva il mistero dell’anno del Giubileo, si rapporti ad Isaia 61:1-3.
In questa spiegazione, Melkizedek gioca un ruolo cruciale nel restituire la libertà ad un gruppo
chiamato “i prigionieri” al quale egli annuncia la libertà e la vende a finale contro gli Arconti delle
Tenebre, che nei salmi vengono chiamati in ebraico “Reshaim-spiriti di empietà”. I misteriosi “Dei
eterni” appaiono nella profezia del rotolo come aiutanti del Re di Giustizia contro le forze oscure
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del Principe di questo mondo. L’anno del giubileo citato è il 50° anno, che corrisponderebbe al vero
compimento del se imo giorno. Il giubileo rappresenta, ad un livello interpretativo più profondo,
il condono e la liberazione dal controllo delle forze arcontiche, ergo il ritorno alla terra di luce, alla
Salem primordiale. Il voler vedere in questo passo una liberazione del popolo ebraico e un ritorno
dalla diaspora, è limitante e poco aderente al valore “cosmico” del rotolo. Lo scriba esseno
interpreta il passo di Levitico in un senso decisamente più elevato ed escatologico di quello che la
le era suggerirebbe, e a ribuisce natura e funzioni divine al Re di Giustizia, come farà poi anche
San Paolo. Gesù si presenta nella sinagoga proprio come il Melkizedek a eso dagli Esseni, citando
Isaia 61:1-7:

Lo Spirito del mio Signore YHWH è su di me, perché YHWH mi ha consacrato con l’unzione, mi ha
mandato a portare il lieto annunzio ai miseri…a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei
prigionieri, a promulgare l’anno di misericordia di YHWH (il giubileo cosmico n.d.a.), un giorno di vende a
per il nostro Dio…Essi si chiameranno querce di giustizia…Voi sarete chiamati Sacerdoti di YHWH…
Concluderò con loro un’alleanza perenne”

È evidente il nesso tra Isaia 61 e la profezia essena su Melkizedek. Secondo 11QMelk, Melkizedek è
un guerriero celeste e un vendicatore divino, nonchè il messia-messaggero della profezia di Isaia,
colui che deve proclamare la liberazione imminente e poi a uare la vende a, per la salvazione
delle anime prigioniere del mondo di Beliar. Scriveva C.Giano o in “Melkizedek e la sua tipologia”:

Fin dal II secolo a.C. doveva esistere in Israele un sacerdozio che si riferiva a Melkizedek (in realtà tale
sacerdozio è molto più antico n.d.a.), ma non al Melkizedek del racconto biblico, bensì ad una figura celeste,
certamente derivata da quella biblica, ma da quella ne amente diversa per essere stata innalzata fino a
divenire un Elohim, con funzioni altissime che la Bibbia riserva solo a Dio, quale l’esecuzione del Giudizio o
almeno della grande vende a. Questo Melkizedek celeste ci è presentato dal rotolo 11QMelk, il quale riferisce
a questo Melkizedek celeste Isaia 61:2 (che concerne l’araldo e che viene recitato da Gesù nella sinagoga
riferendolo a sé stesso n.d.a.)…Sembra dunque che accanto ad una tradizione Enochica, che nel II secolo
doveva essere già abbastanza antica, se ne sviluppasse un’altra che faceva riferimento ad un altro essere
superumano, a Melkizedek

Non v’è traccia, nel rotolo, della dignità sommo-sacerdotale di Melkizedek come da Genesi 14, ma
ciò non significa che gli Esseni la escludessero, data la loro proverbiale fedeltà al Bereshit (Genesi).
È evidente qui lo sforzo dello scriba esseno di colmare le lacune dell’Antico Testamento sul Re di
Giustizia La rivelazione dell’esegeta esseno sulla dignità messianica di Melkizedek è, credo, la più
interessante del rotolo. A partire dal verse o 15 ed in particolare nel verse o 18, a Melkizedek
vengono a ribuiti epiteti decisamente messianici: Messia dello Spirito (ebr. meshiak ha ruach),
Messia (ebr. meshiak), Principe o Leader (ebr. naghid), Araldo o Messaggero (ebr. mevasher). Nel
verso 18, l’equivalenza proposta dall’interprete esseno “e l’araldo è il messia” non lascia dubbi sul
fa o che questi epiteti si riferiscano tu i a Melkizedek. Ne consegue che colui che si annuncia
all’ele o -come avviene nel caso di Gesù annunciato da Gabriel- è il messia che viene. Per essere
ancora più chiari, il messia, l’Io interiore divino, annuncia la sua nascita all’anima umana
mostrandosi come un angelo-intelligenza; non esiste separazione tra colui che annuncia la nascita
di un grande essere ad un’anima, e il grande essere medesimo: colui che annuncia proclama a sé
stesso la nascita di sé stesso. Gabriel, quindi, è un aspe o del Melkizedek (Io Sono) che annuncia la
rinascita di sé stesso nell’uomo. In Egi o si diceva che Osiride annunciava nell’iniziato la nascita di
Horus nell’uomo. Henry Corbin scrisse proprio questo, rifacendosi all’antica tradizione iniziatica
della “seconda nascita”:

Occorre sacrificare il desiderio carnale del possesso e della discendenza terrena in vista di un’eredità
spirituale. Significa rinunciare ad una paternità secondo la carne per una in senso spirituale: raccogliere in
sé tu e le energie dell’anima e sacrificare l’illusoria posterità terrena desiderata dagli uomini per produrre in

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sé stessi il figlio dell’Anima Caelestis e fare in modo che l’uomo divenga egli stesso il figlio dell’eternità
(L’immagine del Tempio).

Il Melkizedek annunciante il trionfo finale del popolo della Luce, trionfo che sarà da lui stesso
conseguito sia dentro che fuori gli ele i, è associato dall’interprete esseno all’Araldo di Isaia 52:7.
L’interprete afferma che i monti sono un simbolo degli ele i, dei figli della luce con funzioni
profetiche. Essi, cioè, ricevono il messaggio e lo proclamano a loro volta. Sono profeti poiché
Melkizedek profeta agisce in loro e a raverso loro. Il testo di Isaia 52:7: “araldo che annuncia la pace”,
e il testo del rotolo “questo è il giorno della pace (Salem n.d.a.)”, non può che riferirsi al Re di Pace
(Salem) che annuncia la discesa della Gerusalemme celeste (Apocalisse 21:2) al popolo di Sion,
finalmente e splendidamente interpretato come il popolo dei giusti legati al Partito (Ordine) di
Melkizedek, il popolo degli dèi del regno di luce celati in alcuni uomini. Questo messaggero, dice
Isaia, è un consolatore, e consolare, secondo lo scriba esseno, non consiste solo nel “condonare il
debito” -qui da intendersi in senso spirituale come debito “karmico”, lo stesso debito di cui si chiede
al Padre Nostro la remissione- ma significa anche “istruire”, ossia “insegnare la Verità”, “trasme ere la
gnosi”. Mi sembra che Cristo, a raverso Gesù, non solo abbia annullato il debito karmico dei Figli
della Luce (Paolo, Colossesi 2:14), giustificandoli (Paolo, Romani 5:18), ma abbia anche trasmesso
la gnosi salvifica ad un gruppo di iniziati da lui scelti nel mondo (Luca 8:10). Melkizedek,
sacerdote-sacrificatore dell’Altissimo, era l’unico in grado di a uare “l’espiazione per tu i figli della
luce”, come rivelato dal rotolo, e Gesù Melkizedek stesso parla da grande sacerdote inviato solo
per i Figli della Luce:

Io offro la mia vita per poi riprendermela; nessuno me la toglie ma la offro da me stesso perché ho il potere di
offrirla e il potere di riprenderla di nuovo (Giovanni 10:17)…Non sono stato inviato che alle pecore perdute
della casa di Israel (Ma eo 15:2)

Ergo, in buona parte la profezia del rotolo e di Isaia è in parte già stata compiuta da Gesù
Melkizedek, per essere poi realizzata in pieno dal risveglio di tu o l’Ordine di Melkizedek. Non è
casuale che il consolatore del Vangelo di Giovanni, il Paraclito, venga chiamato “Spirito Santo” ed è
uno spirito maestro poiché insegna la Verità, come riferito da Gesù:

fEgli vi insegnerà ogni cosa (14:26)…convincerà il mondo (gli ele i n.d.a.) quanto al peccato, alla giustizia e
al giudizio (16:8)

Il Paraclito giovanneo, che annuncia il giudizio, presenta affinità palesi con il Melkizedek araldo di
Isaia che annuncia il giudizio finale in a esa di realizzarlo, nonchè con l’Elohim del Salmo 82 che si
scaglia contro gli Dèi iniqui e ingiusti. Questo Paraclito melkizedecchiano che protegge le anime
del suo Ordine non può che essere quel “buon pastore” di Giovanni 10:14 che sorveglia le sue pecore.
Non vi possono essere due partiti della luce e due messia. Il messia è uno (Salmo 2) e quel messia è
Cristo-Melkizedek, l’araldo che nel mondo iniziatico greco-romano era noto come Hermes-
Mercurio, l’araldo degli Dei eterni e essere perfe o. Sono convinto di quel che dico, forte di una
visione di cui ho beneficiato in cui Melkizedek, so o le spoglie di Mercurio con ali alla testa e ai
piedi (come nella visione di Isaia), mi ha annunciato “l’imminente vende a femminile contro gli spiriti
del partito di Beliar”. Sarà femminile perché solo a raverso l’anima può nascere il Cristo. Infa i
YHWH profetizza ad Eva che la sua discendenza schiaccerà il serpente (Genesi 3:15). In nessuno
dei tre punti della Bibbia in cui è citato, Melkizedek appare in una veste messianica. La si intuisce
solo dalla Le era agli Ebrei di Paolo, in cui la figura del Cristo Logos, il messia del Cristianesimo,
appare coincidere con quella del Re di Giustizia, il messia degli Esseni. Si tra a di una visione
totalmente differente dall’ebraismo ufficiale che da sempre crede in un messia carnale, investito
della forza di Dio, e capace di condurli in una terra promessa, e non certo in un messia “angelico”
capace di liberare le anime dal controllo di Beliar e degli spiriti del male. Quella essena è una
visione delle cose decisamente spirituale, molto vicina alla do rina gnostica dei primi due secoli

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d.C. ed in parte analoga al culto del Metatron da parte dei cabalisti ebrei, le cui teorie sono figlie
dell’ebraismo esseno più che dell’ebraismo ortodosso. Per quanto a iene alla sua funzione di
guerriero celeste e di vendicatore nella guerra escatologica contro le potenze demoniache di Beliar,
non può che essere Melkizedek colui di cui è de o nella Regola della Guerra:

Da tempo hai designato un Principe di splendore quale nostro aiuto (13:10)…Al partito della sua redenzione
il Signore ha inviato un aiuto eterno per mezzo della potenza dell’angelo che egli ha esaltato, per mezzo della
dignità principesca di Michael…per esaltare tra gli dèi la dignità principesca di Michael. La Giustizia gioirà
nelle altezze (17:6-8)…Il Sacerdote Capo (Sommo Sacerdote n.d.a.) starà in piedi, davanti a lui ci saranno i
sacerdoti suoi fratelli …Allora si farà avanti il Sacerdote Capo designato per il tempo stabilito per la
vende a, fortificherà le mani dei suoi fratelli alla guerra, prendendo la parola e dicendo: «ma voi siate
coraggiosi, dimostratevi forti nella guerra di Dio, giacchè oggi è il tempo della guerra di Dio contro tu o
l’esercito di Belial, e il giorno del giudizio contro ogni carne». Con la sua mirabile potenza, il Dio di Israel
alzerà la sua mano contro ogni spirito di empietà…I reparti dei santi sono convocati per il giorno della
vende a (15:12)

Questo Gran Sacerdote della Vende a non può non essere Melkizedek, esistendo un solo Re di
Israel spirituale, e l’opposizione a Belial essendo operata solo da Melkizedek, come suggerisce il
rotolo esseno della Visione di Amram che analizzeremo successivamente. Non è l’Altissimo ad
opporsi dire amente a Beliar, ma il suo Messia cosmico, identificato nelle Regole della Guerra con
Michael, e in Apocalisse 19:11 con il Logos comba ente, definito come colui che “giudica e comba e
con giustizia”. Una simile qualità può appartenere solo al Re di Giustizia, qui chiamato “Verbo di
Dio” (Apocalisse 19:13). Non vi possono essere due oppositori a Beliar, ragion per cui l’Arcangelo
Michael, l’Elohim Melkizedek e il Logos Cristo sono un’unica Intelligenza celeste. Melkizedek,
araldo di guerra e di pace, ha veramente iniziato duemila anni fa, a raverso Gesù, la vende a sui
Principati e Potenze celesti, tanto che se da una parte il tra ato gnostico Pistis Sophia informa che
Cristo ha predato gli Arconti di 2/3 della loro potenza, Paolo afferma che il Cristo ha rubato l’intera
forza degli Arconti ladri di anime (Colossesi 2:15). Il verse o 1:6 “farà appello per la loro liberazione”
è una conferma che Melkizedek abbia agito a raverso Gesù. L’opera sarà completa alla chiusura
del ciclo, alla fine della dilazione concessa dall’Altissimo, allorchè Melkizedek-Cristo

consegnerà il Regno a Dio Padre, dopo aver rido o al nulla ogni Principato, Potenza e Potestà celeste…tu i
i nemici saranno so o i suoi piedi (1 Corinzi 15:24)

L’ultima espressione rinvia al Salmo 110, ove l’Altissimo dice a Melkizedek di porsi alla sua
simbolica destra, e gli comunica che i suoi avversari saranno sgabello so o i suoi piedi. Paolo
ritiene che ciò sia in qualche modo già accaduto, avendo Gesù trionfato sulla morte e sui poteri
celesti che l’amministrano:

La forza che Dio manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra, al di sopra
di ogni Principato e Potestà, Potenza e Dominazione…Tu o ha so omesso ai suoi piedi (Efesini 1:20)

Per ora solo Gesù ha realizzato la profezia del Melkizedek. Egli è stato l’apripista, ciò profetizzato
anche da Michea:Chi ha aperto la breccia li precederà; forzeranno e varcheranno la porta, e usciranno per
essa; marcerà il loro re innanzi a loro, e il Signore sarà alla loro testa (Michea 2:13)

Con la sua opera, egli di fa o annunziò ai suoi fratelli di Israel la vi oria sulla morte e la definitiva
uscita dal regno delle reincarnazioni per la fine del tempo. 1 Pietro 3:19 esalta il compito
dell’Araldo Gesù-Melkizedek e allude ai prigionieri dell’11QMelk:

In spirito il Cristo andò ad annunziare la salvezza agli spiriti che a endevano in prigione

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La prigione, nell’ermetismo, è il corpo fisico, e in senso lato il mondo materiale illusorio nel quale il
corpo agisce. Secondo l’11QMelk, prigionieri sono solo

coloro i cui capi sono tra i contriti dell’assemblea e nell’eredità di Melkizedek” (2:4-5)

ovvero coloro che appartengono a Melkizedek e alla Luce. Laddove per Pietro il Cristo (Messia)
espia per tu o il Corpus di Israel, nel rotolo è de o che l’espiazione per tu i i prigionieri, per tu i
gli uomini del partito della Luce, sarà a uata da Elohim Melkizedek, il che non fa altro che
confermare l’identificazione di Gesù con il Re di Giustizia. Ora tocca agli altri membri di Israel
spirituale varcare la porta della morte in vita, affinchè sorga il regno dei re-sacerdoti eterni
menzionato in 1 Pietro 2:9:

Voi siete la stirpe ele a, il sacerdozio regale, la nazione santa

Gli Esseni, inoltre, a ribuirono a Melkizedek una natura divina, rivelando che l’Elohim del Salmo
82 che esercita il giudizio sui Giudici Terrestri -ossia sui Signori del karma, giudicandoli iniqui ed
empi perché sostengono la parte degli ingiusti e condannano il giusto- sia proprio Melkizedek. Si
tra a di un’altra rivelazione eccezionale: Melkizedek non è solo il Messia ma anche l’Elohim
biblico, il che implica una piena identificazione del Messia, di Elohim e di Melkizedek con il
Cristo. Non posso affermare che l’Elohim creatore del testo di Genesi 1 –in principio Elohim creò il
cielo e la terra– sia proprio Melkizedek, ma non ho nessun motivo per escluderlo. Ciò aprirebbe
uno scenario imprevedibile, ed assegnerebbe un ruolo di creatore al Melkizedek, ipotesi non
peregrina se associamo Melkizedek al Cristo, ossia al Logos (Verbo) cosmico creatore. Recita il
salmo 82 che Melkizedek giudica nell’assemblea di El, che deve essere identificato in El Elyion
(Altissimo), cui l’Elohim è chiaramente subordinato. Non sono d’accordo con la teoria di alcuni
esegeti secondo cui qui Elohim ed El siano due nomi per un solo essere. El appare anche nel
verse o 2:13 del rotolo, con i cui giudizi Melkizedek farà vende a. Il binomio Altissimo-Messia,
citato nel Salmo 2, qui trova ulteriore conferma. Il rotolo usa la formula “come sta scri o a suo
riguardo”, ovvero a riguardo di Melkizedek, e cita il Salmo 82 ove un misterioso Elohim esprime le
sue funzioni di giudice in mezzo a forze celesti, chiamate anch’esse Elohim. Il rotolo, a suo
riguardo, cita anche il Salmo 7:8 ove il nome divino è YHWH. Ciò che emerge, a raverso questa
chiave fondamentale, è che la presenza di Melkizedek aleggi sull’intero corpus dei Tehillim (Salmi)
e di tu o l’Antico Testamento a raverso il nome Elohim. È una chiave importante, poiché
Melkizedek emerge chiaramente come un campione presso i deboli ed oppressi figli della luce,
prigionieri di Beliar in questo mondo materiale. Nell’11QPs, il rotolo dei Salmi esseni, al cap.
XXVII, è de o che

David figlio di Iesse era sapiente…YHWH gli diede uno spirito so ile e illuminato…Tu i i salmi li produsse
con il dono profetico che gli era stato dato dall’Altissimo

Peraltro, Gesù afferma che David, e con lui gli altri salmisti tra i quali Asaf, è potentemente
ispirato dallo Spirito Santo nella stesura dei salmi:

Come mai David, nello Spirito Santo, lo chiama Signore? (Ma eo 22:43)…David ha de o, mosso dallo
Spirito Santo (Marco 12:36)

Non casualmente Gesù, in entrambi i passi, commenta il Salmo 110, il salmo di Melkizedek ove egli
rappresenta il “mio Signore” (lo Spirito dell’essere), a cui parla il Signore Altissimo (nel testo
ebraico YHWH). E proprio dai testi esseni si evince l’identificazione di Melkizedek con Ruach
Elohim (Spirito di Dio o Spirito Santo). Quindi Elohim, Ruach Elohim, e Melkizedek sono una e
una sola cosa. Molti gnostici avevano frainteso l’operato di YHWH, il Dio dell’Antico Testamento,
ritenendolo il tirannico Principe di questo mondo. Al contrario, YHWH-Elohim-Melkizedek è il
vero liberatore degli gnostici, il vendicatore presente non solo nella tradizione ebraica e cristiana,
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ma in molte tradizioni del passato: in quella egizia, per esempio, in cui Melkizedek racchiude la
trinità Osiride, Iside, Horus (padre-madre-figlio) e si identifica sopra u o con Horus vendicatore.
Egli conferì la legge agli ebrei affinchè essi, inconsapevolmente, custodissero la vera legge di
Melkizedek celata nella legge ebraica, che sarà Gesù, il Signore melkizedecchiano del pane e del
vino, a manifestare. Ecco perché Gesù non venne a distruggere la legge ebraica. Se avesse distru o
il guscio, avrebbe fa o altre anto con la quintessenza contenuta in esso. Quindi egli de e
compimento alla legge, perfezionandola con il senso segreto nascosto in essa. Quindi l’equazione è
semplice perché nel Salmo 82, nell’originale ebraico, è de o:

Elohim è nel Consiglio di El, giudica in mezzo agli dèi Elohim

El è El Elyon, e Melkizedek è il suo Sacerdote (Genesi 14:18) nonché il suo Messia (Salmi 2:2). Egli è
il rappresentante e il vicario in questo piano di Dio Altissimo. Il Salmo 82 prosegue con una
solenne dichiarazione di Elohim-Melkizedek-Michael, che suona come un duro monito alle Potenze
arcontiche, in modo simile alle se e le ere all’Asia inviate dal Logos (Apocalisse 2), e ai se e Guai
urlati dal Logos stesso ai Farisei (Ma eo 23:13) e, per loro tramite, alle Potenze Arcontiche,
rappresentate dai Preti in terra, colpevoli di chiudere il Regno dei cieli davanti agli uomini giusti
(Ma eo 23:13), in qualità di implacabili e tirannici custodi delle se e soglie. Melkizedek nel salmo
82 dice:

Fino a quando giudicherete iniquamente e difenderete gli empi in giudizio? Fate giustizia al debole e
all’orfano, all’umile e all’indigente, salvate il debole e il povero, liberatelo dalla mano degli uomini empi

Sembra che l’appello sia da sempre inascoltato perché è de o: “non capirono e non capiscono,
camminano nella tenebra”. Gli Arconti, nonostante il monito del Re del Mondo non vogliono
convertirsi alla Giustizia giusta e so ome ersi a Melkizedek, unico vero giudice. Essi dovrebbero
far parte delle Gerarchie (ebr. Tzebaoth) ma ne sono estranei, sono ribelli e ammutinati,
perseguitano i giusti, dire amente o per il tramite dei loro lacchè terreni. Le tristi vicende
dell’Inquisizione sono uno splendido esempio di giustizia arcontica ipocrita. A questo punto del
salmo, il salmista utilizza un’espressione analoga all’“ipse dixit” di pitagorica memoria e all’ “also
sprach Zarathustra-così parlò Zarathustra” usato da Nietsche nei suoi numerosi incipit dell’opera
zaratustriana. E’ infa i Melkizedek a parlare:

Io ho de o: «voi siete dei, tu i Figli dell’Altissimo, eppure morirete come Adamo (n.d.a. nel testo ebraico è
scri o “kadam” che non è propriamente corre o tradurre “come ogni uomo” come riportato nelle
diverse versioni), cadrete come uno dei prìncipi»

Il salmista, ispirato dallo Spirito Santo, invoca Elohim-Melkizedek e chiede che venga fa a
giustizia una volta e per tu e: “Sorgi, Elohim, giudica il mondo, poiché possiedi tu e le nazioni”. Questa
espressione “sorgi, Elohim e giudica il mondo” è molto interessante, poiché si lega alle affermazioni
profetiche di Paolo in 1 Corinzi 6:2: “Non sapete che i santi giudicheranno il mondo?…Non sapete che
giudicheremo gli angeli?”. Appare ovvio che la Chiesa dei santi e dei giusti è il Corpus di Cristo-
Melkizedek, noto anche come Corpo di Osiride smembrato (in Egi o) e come Corpo Ermetico
(gnosi non cristiana). Melkizedek è loro e loro sono lui, e il colle ivo Melkizedek sentenzierà a
danno del Principe dell’Oscurità e del suo partito arcontico. Le Regole della Guerra, citate più sopra,
descrivono in chiave simbolica proprio il giudizio finale da parte dei Santi. Nell’11QMelk appare
che l’antagonista principale di Melkizedek sia Beliar, ciò a conferma di quanto de o dallo scriba
esseno nella Regola della Comunità III:18:

L’Altissimo ha disposto per l’uomo due spiriti affinchè cammini con essi fino al tempo stabilito della sua
visita. Questi sono gli spiriti della Verità e dell’Ingiustizia…In questi due spiriti c’è la storia di tu i i figli
dell’uomo…L’Altissimo ha posto odio eterno tra le due categorie: per la Verità sono in abominio tu e le opere

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dell’ingiustizia, per l’ingiustizia sono in abominio le vie della verità

Ivi, Melkizedek è chiamato “Principe delle Luci”, Beliar “Angelo della tenebra”. L’azione di
Melkizedek sull’uomo, in quanto spirito di Verità e Giustizia, è descri a magistralmente dallo
scriba esseno:

Lo spirito di Verità illumina il cuore dell’uomo, lo guida alla vera giustizia, infonde nel suo cuore il timore
del giudizio di Dio (il timor di Dio, al fine di responsabilizzarlo alla luce n.d.a.), lo spirito di umiltà e
longanimità, misericordia e bontà, prudenza ed intelligenza, solida saggezza per la fiducia nell’operato di
Dio, spirito di conoscenza in ogni piano d’azione…una purezza splendente, capacità di nascondere
fedelmente i misteri della conoscenza (R.d.C. 4:2-6)

In breve Melkizedek infonde tu e le sante virtù negli iniziati che intendono camminare con lui,
compresa la capacità di custodire nel silenzio i misteri iniziatici. I figli del Melkizedek, al termine
del cammino, ricevono “pace, benedizione, gioia eterna, una corona e un abito magnifico di luce eterna”
(R.d.C. 4:7): lo stesso corpo di luce che Gesù mostrò dopo la resurrezione. Il meraviglioso abito del
sacerdote Aronne, la sua “veste di gloria” (Siracide 45:9), non è altro che il simbolo di una realtà
superiore che riguarda il sacerdote immortale. Quella tra i due spiriti è una dicotomia presente
anche nel rotolo esseno Le Regole della Guerra 17:6, ove Beliar è comba uto da Michael, inviato
dall’Altissimo come aiuto eterno

per mezzo della potenza dell’Angelo che egli ha esaltato, per mezzo della dignità principesca di Michael…per
esaltare tra gli Elohim la dignità principesca di Michael

nonché nel rotolo esseno noto come “Visione di Amraam”, ove Beliar è chiamato Melkiresha (re di
iniquità) e contende l’anima di Amraam a Melkizedek. Paolo, maestro esseno, sostituisce
semplicemente Cristo a Melkizedek in questa contrapposizione eterna, e afferma: “quale intesa tra
Cristo e Beliar?” (2 Corinzi 6:15). D’altronde, Melkizedek spirito di Verità non è altri che il Cristo
che dice di essere Via, Verità e Vita. Nel rotolo è de o che Beliar sia iniquo nei giudizi karmici
poiché dichiara giusto l’Ingiusto e ingiusto il Giusto. Egli è la Menzogna e l’Ipocrisia. Melkizedek è
invece giusto nei suoi giudizi, poiché egli è appunto Re di Giustizia (Malki-Tzedek) e di Verità.
Egli condanna l’iniquo e premia colui che è fedele all’alleanza con Dio Altissimo e alla legge
cosmica. Sembra quindi che in questo mondo ci siano tre leggi e tre giustizie: la legge e i tribunali
degli uomini, la legge e la giustizia degli Arconti-Elohim che governano il piccolo karman, la legge
e la giustizia dell’Altissimo amministrata da Melkizedek, che governa il grande karman. La legge e
la giustizia degli uomini è molto più vicina a quella degli Arconti piu osto che a quella divina. Le
prime due sono entrambe svincolate dalla Giustizia divina che regola e giudica i rapporti tra gli
esseri e Dio Altissimo. Della giustizia degli Arconti è de o nei rotoli di Qumran:

Tu i gli Spiriti del Partito di Beliar sono angeli di distruzione e camminano secondo le leggi delle Tenebre
(Regole della Guerra XII.12)

La natura di Melkizedek, nei rotoli esseni, è quella di un grande essere celestiale, un guerriero
cosmico il cui ruolo è quello di comba ere le Potenze maligne per la liberazione delle anime
umane dal loro giogo. In quest’o ica dovrebbe essere interpretato Genesi 14: Abramo sconfigge i re
poichè Melkizedek, il grande di guerra, è con lui. Solo successivamente alla disfa a dei re iniqui
(potenze oscure), Abramo riceve la visione dell’Elohim e la sua benedizione. Sarebbe corre o
individuare, in Melkizedek, l’Adonai Tsebaioth dell’Antico Testamento, il capo della cavalleria
celeste che secondo la cabala ebraica può essere indifferentemente Michael o Metatron. Anche
Joshua riceve l’apparizione del misterioso capo della cavalleria celeste, con la spada cherubica
sguainata in mano, il quale gli dice le stesse parole che l’Angelo di YHWH dice a Mosè in Esodo
3:5: “togliti i sandali dai tuoi piedi, perché il luogo sul quale tu stai è santo” (Giosuè 5:15). Giosuè lo

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chiama “mio Signore”, espressione utilizzata da David nel Salmo 110:1, il salmo del Melkizedek.
Non può l’Altissimo essere un guerriero, non ne avrebbe bisogno, poiché egli dimora nella sua
pace ed è al di là sia della Destra che della Sinistra. Ecco che l’espressione di Isaia 42:13: “il Signore
prode di guerra” non può che riferirsi all’Elohim Melkizedek che oltre ad essere re, sacerdote
sacrificatore, appare anche come pura forza guerriera volta alla giustizia, alla pace e all’ordine.

Arconti e Giudizio.

E’ scri o da Paolo di Tarso:

Prima Cristo, la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo (il colle ivo e l’eredità di
Melkizedek n.d.a.); poi sarà la fine, quando egli consegnerà il Regno a Dio Padre (Melkizedek Re di
Salem n.d.a.) dopo aver rido o al nulla ogni principato, potestà e potenza. Bisogna che egli Regni finchè
non abbia posto tu i gli avversari so o i piedi (1 Corinzi 15:23)

In Apocalisse 20:10 è de o che Satana e i suoi subiranno una vende a divina terrificante, saranno
tormentati giorno e no e per l’eternità. L’espressione “giorno e no e” significa che gli Arconti e il
loro Principe cadranno nel mondo duale, nel mondo della generazione carnale (la Gennha di cui
parla Gesù) e subiranno ciò che più temono da sempre: l’incarnazione eterna. Subiranno per
l’eternità tu o ciò che hanno infli o ai Giusti. La narrazione evangelica della Legione di Demoni che
viene fa a entrare nella mandria di porci e fa a precipitare nel mare (Marco 5:13) è una
potentissima immagine per interpretare la natura della divina Vende a finale. I maiali, con la loro
pelle rosa, rappresentano i corpi umani. Gli Arconti saranno sigillati a forza nelle loro stesse
dimore, nei corpi biologici che hanno creato per intrappolare la Shekina, la stirpe divina, in questo
piano di realtà. Il mare rappresenta le acque della generazione carnale, le acque di so o di Genesi
1:6-7. L’a o del precipitare indica una caduta vibrazionale. L’altra chiave, più esplicita della
precedente, è proprio nel Salmo 82 ove Elohim-Melkizedek sentenzia e minaccia i Giudici empi:
“Voi siete tu i Figli di Dio ma morirete come gli uomini”. Quindi, la Vende a, o meglio la Sentenza
finale sarà la trasmutazione dei Giusti (Israel Spirituale) in Eoni o Esseri di Luce. La promessa di
Shaddai ad Abramo secondo cui la sua discendenza sarà come le stelle del cielo, quindi anime con
un corpo di luce; tu e le profezie che parlano dei Giusti risplendenti nell’eternità come soli; la
trasfigurazione di Elia e di Gesù, sono tu e immagini profetiche di ciò che accadrà al popolo di
Dio alla Fine del Tempo e all’ingresso nell’eternità. Saranno tu i Re e Sacerdoti dell’Altissimo e
riacquisiranno il rango di Figli di Dio. La mia Guida interiore mi disse: “e le stelle si avvarranno del
fascino del loro Dio”, un messaggio che mi commosse e mi de e la spinta per continuare questa
ba aglia personale per la Verità. Paolo dice:

Ma qualcuno dirà: come resuscitano i morti? Con quale corpo verranno?…Vi sono corpi celesti e corpi
terrestri, ma altro è lo splendore dei corpi celesti e altro quello dei corpi terrestri…si semina ignobile e risorge
glorioso…Ecco, vi annunzio un mistero: noi non moriremo ma tu i verremo trasformati, in un istante, in
un ba er d’occhio, al suono dell’ultima tromba; suonerà infa i la tromba e noi risorgeremo trasformati e
incorru ibili. E’ necessario che questo corpo corru ibile si vesta di incorru ibilità, e quando ciò avverrà si
compirà la parola della Scri ura secondo cui la morte sarà divorata per la vi oria (1 Corinzi 15:35)

Anche Gesù chiede al Padre: “dammi la gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse”
(Giovanni 17:5); è l’istanza pressante di tu i i Giusti, di tu i i Figli di Melkizedek, destinati a
divenire stelle e ad entrare nella vita eterna. Al contrario, gli Angeli Perniciosi -così chiamati da
Bruno ne Lo Spaccio della Bestia Trionfante– vestiranno gli abiti della morte eterna, proprio quelli che
inflissero al primo uomo e a Melkizedek, lo Spirito che seguì Adam nella caduta nella generazione
carnale (Albero della conoscenza duale). Questa è la Vende a che tu i i Giusti invocano e
a endono da molto tempo, ed è quel genere di Vende a che gli Arconti temono più di ogni altra
cosa. Il vivere e il morire continuamente sarà la vera e unica Geenna, il grande tormento per

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l’eternità. Dio disse ad Adam: “se mangerete dell’Albero della conoscenza, inizierete a morire delle morti”.
La prescrizione si fondava su fa i concreti. Ad Adam -che, come de o da Pico della Mirandola, si
trovava in un limbo, in una terra di confine tra Luce e Tenebre, proprio come l’innamorato dei
Tarocchi- era proposta una scelta: o ascendere nella Luce per l’eternità, o discendere nelle Tenebre
per eoni. Dietro istigazione degli Elohim (Nahash nel testo), Adam fu ingannato sul fa o che egli
non sarebbe morto. In effe i, l’inganno degli Arconti era so ile, poiché davvero Adam, scegliendo
la generazione carnale, non sarebbe stato annientato ma sarebbe di lì in poi caduto nel tempo e
nelle eterne reincarnazioni, e la sua anima sarebbe stata dominata dalle esigenze della carne e della
materia. In breve, sarebbe stato schiavizzato dalla Morte Eterna e sigillato in una condizione di
morto vivente, poiché sarebbe vissuto in una vita che non è vita, essendo la Vita vera per
definizione eterna ed immortale: di qui il vero sacerdozio che non può che essere immortale. Gesù
Melkizedek dice: “chiunque vive credendo in me non morrà in eterno” (Giovanni 11:26). Cosa significa
“non morrà in eterno” se non che si esce trionfalmente dal ciclo eterno di morti e reincarnazioni?
Come possono le Chiese, fedeli al potere arcontico, in particolare la Romana, negare che qui il
Cristo alluda alle reincarnazioni? In questo consterà la vende a divina: scambiare le posizioni,
ossia riportare Adam ad una condizione di gloria eterna, e precipitare Beliar e i suoi in una
condizione di morte eterna. Dio non annienta mai le sue creazioni, e non so rae la vita a coloro a
cui l’ha data. Ma a coloro che hanno dileggiato il popolo di Dio e la Shekina (Spirito Santo
Femminile), bestemmiando contro l’Altissimo per millenni e sopra u o negli ultimi secoli, che
hanno aggredito iniquamente i Giusti senza alcuna pietà, Melkizedek offrirà la beffa finale, una
vende a in grande stile, una forma di giustizia cosmica che nessuno finora ha immaginato e può
immaginare. Gli uomini diverranno dèi, e gli dèi assumeranno eterna forma umana. Gli ultimi
saranno i primi e i primi gli ultimi. E ciò avverrà in un modo molto semplice: i Figli della Luce
ruberanno tu a la forza, i talenti e la luce agli Arconti, riprendendosi il maltolto e rispe ando
l’archetipo sacro di Prometeo, di Cristo ladro nella no e, e di Robin Hood che ruba ai ricchi (alle
Potenze angeliche) per dare ai poveri (Israel). Gli Angeli Arconti venderanno cara la pelle fino
all’ultimo, e fino all’ultimo Melkizedek li inviterà al pentimento per tu o ciò che hanno fa o dalle
origini, ma essi non ascolteranno e le loro azioni di questi ultimi giorni serviranno solo a fare il
gioco della Luce e della Sapienza divina. Sono già nella rete, senza accorgersene, come pesci che si
dimenano intrappolandosi sempre più. Gesù profetizza che quando vi saranno i segni, in cielo e in
terra, che la Vende a divina è prossima a compiersi “le Potenze dei cieli saranno sconvolte” (Luca
21:26), ossia gli Arconti vivranno nel panico perché capiranno che il loro impero iniquo sta per
volgere al termine e il colle ivo dei Giusti, gli dèi eterni, sta per risorgere tu o insieme. In questo
passo, Gesù dice anche:

Quando cominceranno ad accadere tali cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina
(Luca 21:28)

Questa manifestazione di santo orgoglio, “alzare il capo”, ricorda solo un altro passo biblico,
proprio il Salmo 110 che vede protagonista Melkizedek a cui è promesso dall’Altissimo che gli
saranno posti tu i i nemici so o i piedi. In Salmi 110:7 è de o: “lungo il cammino, si disseta al
torrente e solleva alta la testa”. Si tra a di una formidabile celebrazione dell’alchimia e della coppa
del Graal, perché l’iniziato di Melkizedek deve so ome ere già in sé le energie basse (istinti,
passioni, cara ere, stru ure mentali ereditate), per divenire Re e Sacerdote a sé medesimo e
o enere una prima liberazione. In ogni modo, Gesù stesso dice che “quelli saranno giorni di
vende a” (Luca 21:22), principio escatologico celebrato, non a torto, lungo tu o il testo biblico. Solo
Dio può fare la vende a (Deuteronomio 32:35, Romani 12:19). In tal senso, il Melkizedek
vendicatore dell’11Q13 è il Go’el dell’Antico Testamento, il vero redentore di Israel spirituale.
Questo Go’el era considerato dagli Esseni come il massimo guerriero possibile:

Sorgi, potente! Prendi i tuoi prigionieri, uomo di gloria! Impadronisciti del tuo bo ino, tu che agisci da eroe,
poni il tuo piede sui mucchi di uccisi …la tua spada divori la carne colpevole (Regole della Guerra X12.9)
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Ciò ricorda stre amente lo scenario del Salmo 110 in cui è de o che

Melkizedek è alla tua destra, annienterà i re nel giorno della sua ira. Giudicherà i popoli: in mezzo a
cadaveri, ne stritolerà la testa su vasta terra

È la descrizione di un grande guerriero spirituale, la cui collera è pura forza necessaria per
contrapporsi alle orde di demoni che infestano l’astrale umano. Questo Guerriero supremo che
verrà alla fine del tempo è celebrato nella profezia di Balaam di Numeri 24:17:

Io lo vedo ma non ora, lo contemplo ma non da vicino. Una stella spunta da Giacobbe, uno sce ro sorge da
Israel, spezza le tempie di Moab, e il cranio dei figli di Set…Uno di Giacobbe dominerà i suoi nemici

Sembrerà strano, ma qui Set non si riferisce ad uno dei tre figli di Adam, ma al principe del male
dei miti egizi. Dire Figli di Set è come dire Figli di Beliar. Lo sce ro della profezia, segno di
regalità, è presente non a caso anche nel melkizedecchiano Salmo 110:

Lo sce ro del tuo potere stende il Signore da Sion, per farti dominare sui tuoi nemici

Il Melkizedek diverrà i Melkizedek, gli ele i della fine del tempo. Ma lo sce ro, qui, non ha solo
una valenza macrocosmica. Per ciascun iniziato, da un certo punto di vista, lo sce ro è il fallo,
simbolo del potere generativo e della forza germinativa. Hermes, il Melkizedek dei greci, a Cillene
era adorato so o forma di membro ere o, e tanto il bastone che il ramo d’oro, lo sce ro, il
pastorale, il tirso, la lancia e altri a ributi regali-pastorali, avevano una valenza fallica, a sua volta
simbolo del fuoco creatore, riposto generalmente anche nella testa. La nota espressione
dell’Angelo di YHWH (Melkizedek) a Mosè: “terrai in mano questa verga con la quale compirai tu i i
miei prodigi” (Esodo 4:17), è una chiara allusione ai prodigi alchemici che Mosè compirà, tanto più
che questa verga passa dall’essere ere a al divenire come un serpente. Uno fra tu i i “prodigi”, la
simbolica trasformazione dell’acqua del Nilo in sangue (Esodo 7:20), che poi Gesù replicherà a
Caanan trasformando l’acqua in vino (Giovanni 2:9), per sua stessa ammissione simbolo del
sangue (Giovanni 22:20). Si tra a, prima di ogni cosa, di eventi interiori, di trasmutazioni
alchemiche, e il Salmo 110 è tu o un inno alla trasmutazione alchemica finalizzata al sacrificio di
sé stessi e alla resurrezione dell’Io Sono. Nell’incipit del rotolo “Regole della Guerra”, è de o che
saranno i Figli della Luce a porre l’a acco contro il partito delle Tenebre, ma improvvisamente,
senza sogge o nella frase, è de o:

e nel suo tempo stabilito, uscirà (?) con grande collera per comba ere i re del se entrione e la sua ira sarà
volta a distruggere e spezzare il potere di Beliar. Questo sarà il tempo della salvezza per il popolo di Dio…e
l’annientamento eterno per tu o il partito di Beliar (I:5)

Un senso avrebbe scrivere “annientamento” e un altro “annientamento eterno”, poiché l’uso della
seconda locuzione indica chiaramente una pena senza fine, che solo il ciclo di eterno di morti e
rinascite può offrire.

4Q453 Visione di Amraam. Il Testamento di Amram si presenta come una delle opere visionarie,
più eccitanti e significative dell’intero corpus di Qumran. Amram era il padre di Mosè, Aronne e
Miryam. Non tu o il rotolo descrive la visione. È il manoscri o B frammento 1 la sezione che
descrive la lo a tu a interiore tra la Luce e le Tenebre, per il dominio sulla coscienza e sul corpo di
Amram. In alcuni punti il rotolo è lacunoso, ma il senso è chiaramente intuibile:

Frammento 1 (9) Io vidi dei Vigilanti (10) nella mia visione, la visione del Sogno. Due esseri stavano
lo ando al mio riguardo, dicendo…(11) e ingaggiando una grande disputa su di me. Io domandai loro: “chi
siete voi, per avere un tale potere su di me?”. Essi mi risposero: “Noi (12) abbiamo ricevuto potere e dominio
su tu a l’umanità”. Essi mi dissero: “quale di noi tu scegli perché ti governi?”. Io sollevai i miei occhi e

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osservai (13). Uno di loro era d’aspe o terrificante, come un serpente, il suo manto era variopinto, ma molto
scuro…(14) Ed io osservai di nuovo, e…nel suo aspe o, il suo volto era come una vipera, e indossava…(15)
molto, e tu i i suoi occhi…Frammento 2 (1) …che ha potere su di te…(2) Gli replicai: “questo Vigilante, chi
è?”. E lui mi rispose: “questo Vigilante… (3) e i suoi tre nomi sono Belial, e Principe delle Tenebre e Re
dell’Iniquità (ebr. Melkiresha)”. Io dissi: “Mio Signore, quale governo…?”… (4) “e ogni sua via è oscura,
ogni sua opera è oscura. Nelle Tenebre egli…(5). Tu vedi, ed egli ha potere su tu e le Tenebre, mentre io ho
potere su tu a la luce. (6)…dalle regioni superiori alle regioni inferiori io governo su tu a la luce, e su tu o
ciò che è buono. Io governo su ogni uomo. Frammento 3 (1) “…della sua grazia e pace. Io ho ricevuto potere
su tu i i Figli della Luce”. Io gli chiesi: “quali i tuoi nomi?”. (2) Ed Egli mi rispose: “i miei tre nomi sono:
Michele, Principe della Luce e Re di Giustizia (ebr. Melkizedek)”.

Quello di Amram era molto più che un sogno comune. Fu una visione, seppur nel sonno, a
dimostrazione di quanto gli Esseni dessero importanza all’a ività onirica come mezzo di
comunicazione con l’oltre. Qui Amram vede due Vigilanti che comba ono per avere dominio su di
lui, un dominio che nell’un caso e nell’altro avrebbe natura diversa: asservimento alla materia
(tenebre) nel caso di cedimento alle lusinghe del Vigilante Melkiresha-Belial, servizio divino nel
caso di vi oria del Vigilante Melkizedek. Essi si comba ono, ma il trionfo dell’uno sull’altro
dipende solo dalle scelte e dalla volontà di Amram. Nel momento in cui si è scelto, cessa la libertà
e si è servi della Luce eterna o schiavi delle Tenebre. Per questo gli esseni parlavano di “Goral
Melkizedek” e “Goral Belial”, ossia di uomini della sorte di Melkizedek e uomini della sorte di Belial.
11QMelk menziona proprio queste due sorti, questi destini o partiti, e la rivelazione già citata più
sopra della Regola della Comunità 3:18 conferma questo aspe o della gnosi essenica:

Il Signore ha disposto per l’uomo due spiriti affinchè cammini con essi fino al tempo stabilito della sua visita

E’ lo stesso Dio a presentare questi due volti all’uomo, questi due sentieri, poiché come Egli stesso
mi ha rivelato: “io sono il Bene e il Male affinchè l’uomo si dia una scelta”. Adam, come scriveva Pico
della Mirandola nello splendido “De Dignitate Hominis”, aveva tu a la scala di Giacobbe avanti a
sé. Egli poteva scendere o salire, elevarsi ulteriormente o corrompersi. Nessuna possibilità gli era
preclusa ma, come insegnò Dante, noi non fummo fa i per viver come bestie ma per conquistare la
virtù e la gnosi. Goral, termine affine a Graal, in ebraico ha il significato di “destino”. Quindi
Amram, come tu i gli uomini, è spinto ad una scelta: il Santo Graal, il destino superiore, la legge
più intima del suo essere, che coincide con lo stesso Melkizedek, lo Spirito di luce in lui; oppure la
soddisfazione totale del suo destino inferiore. Egli deve scegliere tra la Buona e la Ca iva
coscienza, tra il Volto Santo e il Volto iniquo di sé. Sembra che la stessa scelta sia imposta al figlio
Mosè, e comunque a tu i i Figli della luce che, a differenza dei Figli delle Tenebre, hanno una
scintilla di luce in loro e possono quindi aderire ad un destino superiore, ad un Dharma eterno.
Non a caso, la Le era di Giuda 9 ci informa che “l’Arcangelo Michael in contesa con il Diavolo, disputava
per il corpo di Mosè”. Qui troviamo Michael in vece di Melkizedek, e il Diavolo in vece di Belial, ma
già il rotolo di Qumran ci insegna che il nome del Vigilante è indifferentemente Melkizedek o
Michael. Una visione simile a quella di Amram è quella del sogno di Mardocheo nel biblico Libro
di Ester:

Ecco grida e tumulto. Ecco due enormi draghi avanzarono, pronti entrambi alla lo a, e risuonò potente il
loro sibilo…Gli umili furono esaltati e divorarono i superbi (Ester 1:1d)

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11/4/2020 Il Melkizedek degli Esseni, l’Escatologia e gli Arconti | Melkizedek l'immortale (un blog di Mike Plato)

(h ps://melkizedek110.files.wordpress.com/2015/07/immagine-11.jpg)

In questo caso, la visione è un evento tanto interiore di Mardocheo, quanto esteriore, proie ato
nell’eschaton, alla fine del tempo. I due Dragoni, assimilabili ai Vigilanti con volto draconico
osservati in visione da Amram, sono qui non semplicemente Melkizedek e Melkiresha, ma le due
gestalt che essi governano: i Giusti e i Malvagi, Israel e le Nazioni. La visione di Mardocheo è, nel
suo piccolo, la sintesi dell’11QMelk e del 4Q453. Il testo di Ester si conclude con l’interpretazione
del sogno: Mardocheo era il Drago luminoso, l’avversario Amàn era il Drago tenebroso. Mi sembra
palese, qui, il riferimento ai miti babilonesi che esaltano il Melkizedek di quella civiltà, Marduk (il
Mardocheo di Ester), che comba e il dragone marino Tiamat. Le parole di Mardocheo: “il Signore
ha stabilito due sorti: una per il popolo di Dio e una per tu e le nazioni”, confermano la rivelazione
secondo cui la scelta tra l’uno e l’altro drago è la scelta tra un destino superiore, legato ad una vita
sacra, ed uno inferiore, legato alla vita profana. Gesù, infa i, insegnò che un uomo non può servire
due padroni: Dio o Mammona. La scelta si impone: o servi l’uno o ti fai dominare dall’altro
principio. Quando l’uomo sceglie, allora tu a la forza confluisce nell’uomo di luce che lentamente
opera il distacco dalla parte tenebrosa con cui è mescolato. Questo è il senso da dare a tu e le
iconografie che ritraggono Michele che comba e con la spada orde di demoni: la virtù comba e i
vizi, la luce taglia il suo legame con le tenebre, e l’ordine si impone sul caos interiore. Apocalisse
12:7 è un evento non solo esteriore, ma sopra u o interiore:

Esplose quindi una guerra nel cielo (nel nascosto, nel celato, nell’interiorità n.d.a.): Michele e i suoi angeli
comba evano contro il Dragone

Anche la descrizione del serpente guaritore Nehustan che guarisce dai morsi dei serpenti velenosi
(Numeri 21:8), e la lo a fra il serpente di Mosè e quelli del Faraone (Esodo 7:12) si inquadrano
nella lo a tra il lato luminoso e quello oscuro della Forza. Nel qumranico Documento di Damasco
V:18, a riguardo di questo specifico episodio dell’Esodo, è de o:

Poiché sorsero Mosè ed Aronne per mezzo del principe della luce, ma Belial suscitò Jahanne e suo fratello
Mambre

Quindi il Principe della Luce, Melkizedek, era con Mosè ed Aronne e quei serpenti erano la forza
astrale di Melkizedek e di Belial in lo a, il quale a sua volta proteggeva i maghi del faraone.
11QMelk afferma che gli uomini del partito (Goral) di Melkizedek sono tu i “Figli della Forza”, e
Melkizedek stesso è quella Forza in noi capace di sovrastare e trionfare sugli istinti della bestia
rafforzata dal Dragone, gli influssi dello Zodiaco (alla le era “cerchio di bestie”) cui si riferisce
Apocalisse 13:2: “Il Drago le diede la sua forza”.

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