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Battesimo del Signore (C)

Testi della Liturgia


Commenti:
Sant’Agostino
Stock
Vanhoye
Benedetto XVI
I Padri della Chiesa
Briciole
San Tommaso
Caffarra

Testi della Liturgia:

Antifona d'Ingresso: Dopo il battesimo di Gesù si aprirono i cieli, e come colomba


lo Spirito di Dio si fermò su di lui, e la voce del Padre disse: “Questo è il Figlio mio
prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”.

Colletta: Padre onnipotente ed eterno, che dopo il battesimo nel fiume Giordano
proclamasti il Cristo tuo diletto Figlio, mentre discendeva su di lui lo Spirito Santo
concedi ai tuoi figli, rinati dall'acqua e dallo Spirito, di vivere sempre nel tuo amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

I Lettura: Is 40, 1-5. 9-11


“Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. Parlate al cuore di
Gerusalemme e gridatele che è finita la sua schiavitù, è stata scontata la sua iniquità,
perché ha ricevuto dalla mano del Signore doppio castigo per tutti i suoi peccati”.
Una voce grida: “Nel deserto preparate la via al Signore, appianate nella steppa la
strada per il nostro Dio. Ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbassati; il
terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura. Allora si rivelerà
la gloria del Signore e ogni uomo la vedrà, poiché la bocca del Signore ha parlato”.
Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion; alza la voce con forza, tu
che rechi liete notizie in Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annunzia alle città di
Giuda: “Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, con il braccio egli
detiene il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e i suoi trofei lo precedono. Come un
pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul
seno e conduce pian piano le pecore madri”.

Salmo alternativo 28: Il Signore benedice il suo popolo con la pace...


Salmo 103: Benedetto il Signore che dona la vita.
Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto.
Tu stendi il cielo come una tenda.
Costruisci sulle acque la tua dimora,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento;
fai dei venti i tuoi messaggeri,
delle fiamme guizzanti i tuoi ministri.
Quanto sono grandi, Signore, le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza,
la terra è piena delle tue creature.
Ecco il mare spazioso e vasto:
lì guizzano senza numero animali piccoli e grandi.
Tutti da te aspettano
che dia loro il cibo in tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono,
tu apri la mano, si saziano di beni.
Se nascondi il tuo volto, vengono meno,
togli loro il respiro, muoiono
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

II Lettura: Tt 2, 11-14; 3, 4-7


Carissimo, è apparsa infatti la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli
uomini, che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con
sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell'attesa della beata speranza e della
manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo; il quale ha
dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che
gli appartenga, zelante nelle opere buone.
Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per
gli uomini, egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per
sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito
Santo, effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore
nostro, perché giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza,
della vita eterna.
Alleluia, alleluia. Viene uno che è più forte di me, dice Giovanni; egli vi battezzerà
in Spirito Santo e fuoco. Alleluia.
Vangelo: Lc 3, 15-16. 21-22
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro,
riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi
battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di
sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel
granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile”.
Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.
Ma il tetrarca Erode, biasimato da lui a causa di Erodìade, moglie di suo fratello, e
per tutte le scelleratezze che aveva commesso, aggiunse alle altre anche questa: fece
rinchiudere Giovanni in prigione.
Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo,
stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza
corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: “Tu sei il mio figlio prediletto,
in te mi sono compiaciuto”.

Sulle Offerte: Ricevi, o Padre, i doni che la Chiesa ti offre, celebrando la


manifestazione del Cristo tuoi diletto Figlio, e trasformarli per noi nel sacrificio
perfetto, che ha lavato il mondo da ogni colpa. Per Cristo nostro Signore.

Dopo la Comunione: Dio misericordioso, che ci hai nutriti alla tua mensa, concedi a
noi tuoi fedeli di ascoltare come discepoli il tuo Cristo, per chiamarci ed essere
realmente tuoi figli. Per Cristo nostro Signore.

Commenti:

Sant’Agostino
Il Signore benedice il suo popolo con la pace
La presenza di Dio nella Chiesa
1. [v 1.] Salmo di David per la fine del tabernacolo. Salmo rivolto al Mediatore
dalla mano vigorosa, riguardo alla perfezione della Chiesa in questo secolo, dove, nel
tempo, si combatte contro il diavolo.
2. [v 2.] Dice il profeta: Offrite al Signore, o figli di Dio, offrite al Signore i figli
degli arieti. Offrite al Signore voi stessi, che gli Apostoli, pastori del gregge,
generarono per il Vangelo. Rendete al Signore gloria e onore. Per mezzo delle opere
vostre il Signore sia glorificato ed onorato. Date al Signore gloria al suo nome. Nella
gloria egli sia conosciuto nel mondo. Adorate il Signore nel suo santo atrio. Adorate il
Signore nel vostro cuore dilatato e santificato: poiché voi siete la sua regale e santa
dimora.
3. [v 3.] La voce del Signore sopra le acque. La voce di Cristo sopra i popoli. Il
Dio della maestà ha tuonato. Il Dio della maestà, dalla nube della carne ha annunziato
con terribile tuono la penitenza. Il Signore sopra le molte acque. Lo stesso Signore
Gesù, dopo avere emesso questa voce sopra i popoli ed averli atterriti, li ha convertiti a
sé, ed ha abitato fra loro.
4. [v 4.] La voce del Signore nella potenza. La voce del Signore è già in essi, e li fa
potenti. La voce del Signore nella magnificenza. La voce del Signore opera grandi
cose in loro.
5. [v 5.] La voce del Signore spezza i cedri. La voce del Signore umilia i superbi
con la contrizione del cuore. Il Signore spezzerà i cedri del Libano. Il Signore
spezzerà con la penitenza quanti si inorgogliscono per lo splendore della nobiltà
terrena, dal momento che, per confonderli, ha eletto le cose ignobili di questo mondo
(cf. 1 Cor 1, 28), nelle quali manifesta la sua divinità.
6. [v 6.] E li frantumerà come un vitello del Libano. E, troncata la superba altezza
di costoro, li abbatterà perché imitino la sua umiltà; egli che, come un vitello, è stato
condotto al sacrificio per quella medesima nobiltà di questo secolo: Si levarono infatti
i re della terra, e i principi si riunirono insieme contro il Signore e contro il suo
Cristo (cf. Sal 2, 2). E l'amato come il figlio degli unicorni. Anch'egli infatti, amato
ed unico del Padre, ha annientato la sua nobiltà; e si è fatto uomo come figlio dei
Giudei che ignoravano la giustizia di Dio (cf. Rm 10, 3) e superbamente vantavano la
loro giustizia quasi fosse unica.
7. [v 7.] La voce del Signore divide la fiamma di fuoco. Quella voce del Signore
che passa attraverso il concitato ardore dei persecutori senza alcun suo danno, o che
divide la furente ira dei suoi persecutori, tanto che alcuni dicono: Forse egli è il Cristo,
mentre alti dicono: No, anzi seduce il popolo (cf. Gv 7, 12); quella voce fa a pezzi il
loro folle tumulto tanto che alcuni attira al suo amore, mentre altri abbandona alla loro
malvagità.
8. [v 8.] La voce del Signore muove il deserto. La voce del Signore che eccita alla
fede le genti che un tempo stavano in questo mondo senza speranza e senza Dio (cf. Ef
2, 12), e tra le quali non abitava nessun Profeta, nessun predicatore della parola di Dio,
e quasi non vi era nessun uomo. E muoverà il Signore il deserto di Cades. Ed allora il
Signore farà celebrare la santa parola delle sue Scritture, che, dai Giudei che non
capivano, era stata abbandonata.
9. [v 9.] La voce del Signore fa perfetti i cervi. Perché la voce del Signore
dapprima ha reso perfetti i vincitori e i trionfatori sulle lingue velenose. E rivelerà le
selve. Ed allora rivelerà loro le oscurità dei Libri Divini e le ombre dei misteri, affinché
con libertà vi pascolino. E nel suo tempio ognuno dice gloria. E nella sua Chiesa
ognuno, rigenerato per la speranza eterna, loda Dio per il proprio dono che ha ricevuto
dallo Spirito Santo.
10. [v 10.] Il Signore abita nel diluvio. Dapprima infatti il Signore dimora nel
diluvio di questo secolo nei suoi santi, custoditi, come in un'arca, nella Chiesa. E
sederà il Signore, Re in eterno. E poi si assiderà, regnando in loro in eterno.
11. [v 11.] Il Signore darà la virtù al suo popolo. Perché il Signore darà fortezza al
suo popolo che combatte contro le tempeste e le bufere di questo mondo, dato che non
ha loro promesso la pace in questo mondo. Il Signore benedirà il suo popolo in pace.
E il Signore stesso benedirà il suo popolo, offrendogli in se medesimo la pace, poiché,
dice, vi dò la mia pace, la mia pace vi lascio (cf. Gv 14, 27).
(Agostino S., Commento al Salmo 28, ed. digitale, pp. 233-235).

Stock
Il Figlio di Dio si fa battezzare con il popolo peccatore
Il motivo di festa e di gioia nel Tempo di Natale è costituito da questa realtà: «Il
Verbo si è fatto uomo ed è venuto ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). Nel suo Figlio
Dio si è legato in maniera definitiva e irrevocabile a noi uomini, e rimane sempre al
nostro fianco. Con l'Incarnazione inizia il cammino del Figlio di Dio con noi uomini;
essa è l'evento fondamentale. Il battesimo di Gesù sta all'inizio della sua attività
pubblica e rafforza il legame del Figlio di Dio con noi. Perciò è molto significativo
concludere il Tempo di Natale con il festoso ricordo del battesimo di Gesù.
Giovanni Battista ha annunciato, presso il Giordano, «un battesimo di conversione
per il perdono dei peccati» (3,3). Ha battezzato nel Giordano molte persone che
venivano a lui; ha ricordato loro che era assolutamente necessaria la loro conversione e
ha indicato loro concrete forme di conversione (3,7-14). L'attività di Giovanni Battista
provoca una profonda impressione nel popolo, che lo riconosce in ogni caso come
profeta (cfr 20,6). Anche Gesù, non solo perché si fa battezzare da Giovanni, ma anche
per un'esplicita presa di posizione, riconoscerà l'opera di Giovanni e rimprovererà
quelli che non sono venuti a farsi battezzare (7,24-35). Il popolo pensa addirittura che
Giovanni sia non solo un profeta, ma il Messia, mandato da Dio al suo popolo come
ultimo e definitivo re, e tramite il quale egli dona al popolo la pienezza della salvezza.
Qui si mostra di nuovo la grandezza di Giovanni. Egli non permette che queste idee,
che il popolo sottopone a lui, gli montino la testa. Conosce i suoi limiti, e li riconosce.
Tuttavia non ha bisogno di deludere il popolo, perché può rimandare a colui che viene
dopo di lui. In tre modi si confronta con lui, e ne mostra la superiorità. Giovanni può
annunciare la Buona Notizia (cfr 3,18) di colui che è incomparabilmente superiore a
lui. Il fatto che colui che viene è più forte di Giovanni significa solo un inizio. Il fatto
che Giovanni, il grande profeta, non sia degno di prestargli il servizio proprio dello
schiavo indica quanto essi siano differenti in grado e dignità. La vera differenza appare
quando Giovanni contrappone il suo battesimo con acqua al battesimo di colui che
viene: battesimo fatto con lo Spirito Santo e con il fuoco. L'acqua ha una grande
capacità di pulire e di vivificare per la vita naturale dell'uomo; inoltre può servire come
simbolo per il rapporto dell'uomo con Dio. Ma lo Spirito Santo è la vita di Dio, non
mortale né caduca, bensì intramontabile e dotata di una forza e potenza infinita. Solo
Dio stesso può comunicare lo Spirito Santo. Colui che battezza con lo Spirito Santo,
porta dunque la vita divina, immortale, e deve appartenere completamente a Dio. Il
fatto che egli battezzi anche con fuoco sta a indicare il duplice effetto della sua venuta,
di cui ha parlato già Simeone: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in
Israele» (2,34). Chi crede in lui, riceve da lui la vita divina. Per chi lo rifiuta egli
diventa giudizio. Anche questo rimanda alla sua dignità divina, poiché il giudizio
spetta a Dio.
Ciò che Giovanni annuncia è Buona Notizia in senso pieno. Colui che viene porterà
il dono più prezioso possibile, lo Spirito Santo, la vita divina, e avrà una dignità divina.
Il fatto che egli si faccia battezzare da Giovanni con acqua può sorprendere e creare
confusione. Ma la rivelazione che fa seguito al suo battesimo conferma ciò che
Giovanni ha annunciato, mostrando di nuovo la sua posizione e dignità.
L'ultima cosa che Luca aveva riferito di Gesù era: «Scese dunque con loro e venne
a Nazaret e stava loro sottomesso» (2,51). Allora Gesù aveva dodici anni. Ora ha circa
trent'anni (3,23), e si trova improvvisamente presso il Giordano, senza che Luca abbia
menzionato la sua venuta (cfr Mt 3,13). Gesù si fa battezzare assieme al popolo, che
viene battezzato da Giovanni, e prega. Ma Luca riferisce questo come per inciso, come
le circostanze che accompagnano l'evento principale, la triplice rivelazione: il cielo si
apre; lo Spirito Santo scende su Gesù; la voce dal cielo designa Gesù come il Figlio
prediletto.
L'apertura del cielo mostra che Gesù non è separato da Dio; che per lui Dio non è
nascosto e lontano, ma che egli sta in una relazione aperta e libera con Dio. Lo Spirito
Santo, la vita e la forza di Dio, scende su di lui. Gesù compirà la sua missione con la
forza dello Spirito Santo (cfr 4,1.14.18; 10,21); battezzerà con lo Spirito Santo;
attraverso tutta la sua opera fino alla sua morte, risurrezione, ascensione e invio dello
Spirito Santo, comunicherà agli uomini la vita divina. Per mezzo della voce dal cielo si
manifesta in definitiva il rapporto di Gesù con Dio. La voce gli dice: «Tu sei il Figlio
mio, il prediletto: in te ho posto il mio amore» (3,22). Dio Padre riconosce Gesù come
suo Figlio. Finora Dio ha mandato suoi servi nella persona dei profeti. Ora invece è
presente, come suo ultimo inviato dopo il quale non verrà più nessun altro, il suo Figlio
prediletto (cfr 20,13). Gesù dice di se stesso: «Nessuno sa chi è il Figlio se non il
Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo »
(10,22). Il compito principale di Gesù è quello di comunicare agli uomini la sua
esclusiva conoscenza e la sua esclusiva esperienza di Dio in quanto Padre. Così egli
pone il fondamento perla fede e la fiducia, per il rapporto vitale con il Padre, per la vita
con Dio.
Questa triplice rivelazione mostra che cosa caratterizza Gesù e qual è il fondamento
della sua opera; perciò sta al centro. Ma colui che ha questo singolare rapporto con
Dio, come si comporterà con gli uomini, il cui rapporto con Dio è disturbato?
Troviamo la risposta a questa domanda nelle circostanze che accompagnano la
rivelazione. Gesù si fa battezzare, assieme a tutto Il popolo, non perché abbia bisogno
del battesimo di Giovanni, ma per mostrare che egli non prende le distanze dagli
uomini peccatori. Va in mezzo a loro e cerca di stare loro vicino; vuole raggiungerli
nel loro posto e condurli a Dio, rendendoli partecipi della sua conoscenza di Dio e del
suo rapporto con Dio. Il battesimo di Gesù anticipa tutto il suo successivo
comportamento, soprattutto le sue parole: «Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma
i peccatori, perché si convertano» (5,32). Che questa sua dedizione valga per tutta
l'umanità, lo mostra la genealogia di Gesù, che in Luca segue immediatamente il
battesimo e risale fino ad Adamo e a Dio Creatore; pertanto essa ha un carattere
universale. Il fatto che Gesù dopo il suo battesimo preghi manifesta la sua dedizione
consapevole e intensa a Dio, che proprio da Luca viene spesso ricordata (5,16; 6,12;
9,18.29; 11,1; 22,41). Luca è l'evangelista di Gesù che prega. La rivelazione successiva
mostra chi è colui che prega qui, e da quale rapporto con Dio proviene la sua preghiera.
La festa del battesimo di Gesù conclude il Tempo di Natale. Tutto quello che in
esso viene festeggiato con gioia – il fatto che Dio con l'Incarnazione di suo Figlio si sia
legato in maniera definitiva a noi uomini; il fatto che la venuta di Gesù sia determinata
dallo Spirito Santo ed egli sia il Figlio dell'Altissimo (1,35); il fatto che egli sia venuto
per i piccoli e i semplici (2,8-20); il fatto che egli si lasci guidare dalla volontà di suo
Padre (2,49) –, viene ripreso e riassunto nella festa del battesimo di Gesù.
Domande
1. Che cosa dice Giovanni nella sua Buona Notizia su colui che viene dopo di
lui?
2. Che cosa ci viene rivelato attraverso il battesimo e nel battesimo di Gesù? Che
cosa è avvenuto nel nostro battesimo?
3. Come sono legati tra loro Tempo di Natale e battesimo di Gesù?
(Stock K., La Liturgia de la Parola. Spiegazione dei Vangeli domenicali e festivi,
Anno C (Luca), ADP, Roma 2003, 71-74).

Vanhoye
Festa del battesimo del Signore
Quest'anno, nella festa del battesimo del Signore, leggiamo il Vangelo di Luca. La
prima lettura, tratta da Isaia, è in relazione con il ministero di Giovanni Battista. La
seconda lettura, tratta dalla Lettera di Tito, fa accenno al dono meraviglioso del
battesimo cristiano.
Nella prima lettura riconosciamo l'oracolo del profeta Isaia che i Vangeli citano a
proposito del ministero di Giovanni Battista.
Il profeta proclama un messaggio di consolazione per gli ebrei esiliati a Babilonia.
Il tempo del castigo per i peccati è finito. Dio sta per mettersi alla testa del trionfale
corteo di ritorno alla terra promessa. Bisogna quindi preparare la via al Signore nel
deserto che separa la Palestina da Babilonia. Perciò il profeta parla di una voce che
grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il
nostro Dio. Ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbassati».
Il ministero del Battista è stato capito alla luce di questo oracolo. Egli stesso si è
presentato così ai sacerdoti e leviti ebrei venuti da Gerusalemme per interrogarlo sulla
sua identità e sulla sua missione. Ha negato di essere il Messia, o il profeta Elia o il
profeta simile a Mosè annunciato nel Deuteronomio, e ha detto di essere soltanto una
voce che grida nel deserto: «Preparate la via del Signore», come aveva detto Isaia (Gv
1,19-23).
L'invito del profeta a colmare le valli e ad abbassare i monti andava interpretato in
senso morale: colmare le gravi mancanze alla legge di Dio e abbassare le pretese
orgogliose e le ribellioni. Il Battista esortava la gente a convertirsi e a ricevere il suo
battesimo per esprimere il desiderio di essere purificati.
Sotto questo punto di vista, il battesimo di Gesù è stato un fatto sorprendente,
inaspettato. Di per sé Gesù non doveva farsi battezzare. Il battesimo di Giovanni,
infatti, era destinato ai peccatori.
Giovanni battezzava predicando un battesimo per la remissione dei peccati; e l'atto
del battesimo esprimeva proprio questo: la purificazione.
Giovanni battezzava con acqua. L'acqua purifica, lava. Così simboleggia la
purificazione che viene richiesta e desiderata nel battesimo.
Paolo ci dice che il battesimo ha un significato ancora più importante: significa la
morte al peccato, per rivivere nella purezza e nella santità. In quel tempo infatti si
veniva battezzati per immersione, cioè il peccatore immergeva tutto se stesso
nell'acqua, per indicare così che era come morto, sepolto nell'acqua. Poi riemergeva,
per indicare il ritorno a una vita nuova.
Gesù non aveva bisogno del battesimo per se stesso, perché era senza peccato. Ma
ha avuto bisogno del battesimo per significare la sua missione: egli è venuto a prendere
su di sé i nostri peccati, a morire al peccato al posto nostro, per risorgere a una vita
nuova: vita che ora viene messa a nostra disposizione.
Questo è il battesimo che Gesù stesso darà. Giovanni prevede che colui che viene
dopo di lui darà un battesimo molto più efficace del suo. Dice infatti: «Io vi battezzo
con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di
sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e
fuoco».
Il battesimo che Gesù darà sarà efficace. Il battesimo di Giovanni è un segno, sta a
indicare il battesimo efficace di Gesù, e Gesù lo riceve, come segno della propria
missione di morire e risorgere per noi, così da poterci dare il battesimo nello Spirito
Santo.
Nel battesimo di Gesù c'è la manifestazione dello Spirito Santo. Luca racconta che,
mentre Gesù, dopo aver ricevuto il battesimo, sta in preghiera, il cielo si apre e scende
su di lui lo Spirito Santo, in apparenza corporea, come di colomba. Questo è il segno
della missione di Gesù.
Poi c'è una voce dal cielo che dice: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono
compiaciuto».
Con queste parole Gesù viene glorificato dal Padre. La sua umiliazione – perché
farsi battezzare è stata per lui un'umiliazione, non dovuta – produce la sua
glorificazione.
Così qui abbiamo tutto il mistero pasquale di Gesù, annunciato con il rito del
battesimo di Giovanni.
Con la seconda lettura passiamo dal battesimo di Gesù al nostro battesimo, frutto
del mistero pasquale. Paolo lo chiama «un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento
nello Spirito Santo», il che corrisponde alla predizione di Giovanni: «Costui vi
battezzerà in Spirito Santo» (Lc 3,16).
L'Apostolo mette in rilievo l'aspetto di dono meraviglioso di Dio. Grazie all'amore
generosissimo di Cristo, che «ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni
iniquità», «è apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini», e
«si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini».
La grazia ricevuta nel battesimo è un dono gratuito, non fondato su buone opere da
noi previamente compiute. Ma questa grazia ci dà poi la luce e la forza di essere
«zelanti nelle opere buone» e di «rinnegare l'empietà e i desideri mondani e di vivere
con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo», nell'attesa, piena di speranza, della
manifestazione gloriosa di Cristo.
Il battesimo mostra che Gesù è venuto per salvare tutti gli uomini. Egli «si è
manifestato nella nostra carne mortale», come dice la Colletta di questa domenica, per
effondere la sua grazia su ogni carne.
Accogliamo la rivelazione del battesimo di Gesù come rivelazione della sua
mitezza, umiltà e, d'altra parte, come rivelazione della fecondità straordinaria della sua
umiliazione, che è seguita dalla sua glorificazione. Questa consiste anzitutto nella
salvezza comunicata a tutti noi, che ne approfittiamo in continuazione.
(Vanhoye A., Le Letture Bibliche delle Domeniche, Anno C, ADP, Roma 2003, 63-
65).

Benedetto XVI
Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì
Ricevuto anche [Lui] il battesimo, "stava, ci dice san Luca, in preghiera" (3,21).
Gesù parla col Padre suo. E siamo sicuri che Egli ha parlato non solo per sé, ma anche
di noi e per noi; ha parlato anche di me, di ognuno di noi e per ognuno di noi. E poi
l'evangelista ci dice che sopra il Signore in preghiera si aprì il cielo. Gesù entra in
contatto col Padre, il cielo è aperto su di Lui [...] Il cielo si apre sopra di noi nel
Sacramento. Quanto più viviamo in contatto con Gesù nella realtà del nostro
Battesimo, tanto più il cielo si apre sopra di noi. E dal cielo - ritorniamo al Vangelo - in
quel giorno venne una voce che disse a Gesù: "Tu sei il mio figlio prediletto" (Lc
3,22). Nel Battesimo, il Padre celeste ripete queste parole [...] Egli dice: "Tu sei il mio
figlio". Il Battesimo è adozione e assunzione nella famiglia di Dio, nella comunione
con la Santissima Trinità, nella comunione col Padre, col Figlio e con lo Spirito Santo.
Proprio per questo il Battesimo va amministrato nel nome della Santissima Trinità [...]
Siamo salvati "per la misericordia di Dio mediante un lavacro di rigenerazione e di
rinnovamento nello Spirito Santo" (Tt 3,5). Un lavacro di rigenerazione. Il Battesimo
non è soltanto una parola; non è solamente una cosa spirituale, ma implica anche la
materia. Tutta la realtà della terra viene coinvolta. Il Battesimo non concerne solo
l'anima. La spiritualità dell'uomo investe l'uomo nella sua totalità, corpo e anima.
L'azione di Dio in Gesù Cristo è un'azione ad efficacia universale. Cristo assume la
carne e questo continua nei sacramenti nei quali la materia viene assunta ed entra a 66
f: arte dell'azione divina [...]. Nel Battesimo siamo adottati dal Padre celeste, ma in
questa famiglia che Egli si costituisce c'è anche una madre, la madre Chiesa. L'uomo
non può avere Dio come Padre, dicevano gli antichi scrittori cristiani, se non ha anche
la Chiesa come madre: vediamo così nuovamente come il cristianesimo non sia una
realtà solo spirituale, individuale, una semplice decisione soggettiva che io prendo, ma
sia qualcosa di reale, di concreto, potremmo dire qualcosa anche di materiale. La
famiglia di Dio si costruisce nella realtà concreta della Chiesa. L'adozione a figli di
Dio, del Dio trinitario, è contemporaneamente assunzione nella famiglia della Chiesa,
inserimento come fratelli e sorelle nella grande famiglia dei cristiani. E solo se, in
quanto figli di Dio, ci inseriamo come fratelli e sorelle nella realtà della Chiesa,
possiamo dire "Padre nostro" al nostro Padre celeste [...] "Io vi battezzo con l'acqua,
ma dopo di me viene uno più forte di me che vi battezzerà con lo Spirito Santo e col
fuoco" (Lc 3,16) [...]. In che cosa consiste il fuoco a cui san Giovanni Battista
accenna? Per vedere questa realtà del fuoco, presente nel Battesimo con l'acqua,
dobbiamo osservare che il Battesimo di Giovanni era un gesto umano, un atto di
penitenza, un protendersi dell’uomo verso Dio per chiedere il perdono dei peccati e la
possibilità di iniziare una nuova esistenza. Era solo un desiderio umano, un andare
verso Dio con le proprie forze. Ora, questo non è sufficiente. La distanza sarebbe
troppo grande. In Gesù Cristo vediamo che Dio ci viene incontro. Nel Battesimo
cristiano, istituito da Cristo, non agiamo solo noi con il desiderio di essere lavati, con
la preghiera di ottenere il perdono. Nel Battesimo agisce Dio stesso, agisce Gesù
mediante lo Spirito Santo. Nel Battesimo cristiano è presente il fuoco dello Spirito
Santo.
(Santa Messa e battesimo di alcuni bambini, 7 gennaio 2007).

I Padri della Chiesa

1. Il Figlio prediletto. "Viene dopo di me uno che è più forte di me, e io non sono
degno di prostrarmi per sciogliergli la correggia dei calzari" (Mc 1,7). Siamo di
fronte a una grande prova di umiltà: è come se avesse dichiarato di non essere degno di
essere servo del Signore...
"Io vi battezzo con acqua" (Mc 1,8), cioè sono solamente un servo: egli è il creatore
e il Signore: Io vi offro l’acqua, sono una creatura e vi offro una cosa creata: egli che
non è stato creato, vi porge una cosa increata. Io vi battezzo con acqua, cioè vi offro
una cosa visibile; egli invece vi offre l’invisibile. Io che sono visibile, vi do l’acqua
visibile; egli che è invisibile, vi dà lo Spirito invisibile.
"E accadde che in quei giorni venne Gesù da Nazareth della Galilea" (Mc 1,9).
Osservate il collegamento e il significato delle parole. L’evangelista non dice, venne
Cristo, e neppure venne il Figlio di Dio, ma venne Gesù. Qualcuno potrebbe chiedere:
perché non ha detto che venne Cristo? Parlo secondo la carne: evidentemente Dio è da
sempre santo e non ha bisogno di santificazione, ma ora parliamo di Cristo secondo la
carne. Allora non era stato ancora battezzato e non era stato ancora unto dallo Spirito
Santo. Nessuno si scandalizzi: parlo secondo la carne, parlo secondo la forma del servo
che egli aveva assunto, cioè parlo di Colui che venne al battesimo quasi fosse un
peccatore. Così dicendo non intendo affatto dividere il Cristo, come se una persona
fosse il Cristo, un’altra Gesù e un’altra il Figlio di Dio: ma intendo dire che, pur
essendo uno solo e essendo sempre lo stesso, apparve però a noi diverso a seconda dei
diversi momenti.
«Gesù da Nazareth della Galilea», dice Marco. Considerate il mistero. Dapprima
accorsero da Giovanni Battista la Giudea e gli abitanti di Gerusalemme: nostro Signore
che dette inizio al battesimo del Vangelo e mutò in sacramenti del Vangelo i
sacramenti della legge, non venne dalla Giudea né da Gerusalemme, ma dalla Galilea
delle genti. Gesù viene infatti da Nazareth, villaggio della Galilea. Nazareth significa
fiore: cioè il fiore, che è Gesù, viene dal fiore.
"E fu battezzato da Giovanni nel Giordano" (Mc 1,9). E’ un grande atto di
misericordia: si fa battezzare come un peccatore colui che non aveva commesso alcun
peccato. Nel battesimo del Signore tutti i peccati vengono rimessi: ma, in un certo
senso, il battesimo del Signore precede la vera remissione dei peccati che ha luogo nel
sangue di Cristo, nel mistero della Trinità.
"E subito, risalendo dall’acqua, vide i cieli aperti" (Mc 1,10). Tutto quanto è stato
scritto, è stato scritto per noi: prima di ricevere il battesimo abbiamo gli occhi chiusi e
non vediamo il cielo. "E vide lo Spirito come colomba, discendere e fermarsi su di lui.
E una voce venne dal cielo: «Tu sei il mio dilettissimo Figlio, in cui io mi
compiaccio»" (Mc 1,10-11). Gesù Cristo è battezzato da Giovanni, lo Spirito Santo
discende sotto forma di colomba e il Padre dai cieli rende la sua testimonianza. Guarda
o Ariano, guarda o eretico: anche nel battesimo di Gesù c’è il mistero della Trinità.
Gesù è battezzato, lo Spirito discende come colomba, e il Padre parla dal cielo.
«Vide i cieli aperti», scrive Marco. Così, dicendo «vide» mostra che gli altri non
videro: non tutti infatti vedono i cieli aperti. Che dice infatti Ezechiele all’inizio del
suo libro (cf. Ez 1,2)? «E accadde - dice - che mentre stavo seduto lungo il fiume
Cabar in mezzo ai deportati, vidi i cieli aprirsi «. Io vidi, dice: quindi gli altri non
vedevano. E non si creda che i cieli si aprano così, materialmente e semplicemente: noi
stessi che qui sediamo, vediamo i cieli aperti o chiusi a seconda dei nostri meriti. La
fede piena vede i cieli aperti, la fede esitante li vede chiusi.
(Girolamo, Comment. in Marc., l)

2. Ecco l’Agnello di Dio. Cristo, concluso il discorso sui segni rivolto ai suoi
discepoli disse loro: «Andiamo sul fiume Giordano». E s’incamminarono insieme con
lui e giunsero in Betania che si trova tra Gerusalemme e il Giordano e passarono la
notte in casa di Lazzaro.
Sul far del giorno, Nostro Signore disse ai discepoli: «Andiamo insieme sul
Giordano. Lì sentiremo una voce che grida nel deserto per appianare le mie vie (cf. Is
40,3); lì vedrete una fiaccola ardente che splende di vivida luce. Dunque, andiamo
verso la luce che risplende sul deserto, andiamo a vedere la stella luminosa. In verità vi
dico: solo Giovanni battezza, e mai donna generò un uomo più perfetto di lui; le sue
opere si possono paragonare a quelle del profeta Elia. Ecco, oggi abbatterò lo
scellerato, ridurrò il suo potere, e lui stesso sprofonderà nell’abisso delle acque. Oggi si
adempiranno le profezie. Oggi il mare vedendomi si ritirerà. Oggi sarà annientato il
potere di satana. Oggi il mondo comincerà a risplendere. Oggi sarà rigenerato il santo
Adamo, oggi sarà cancellato il peccato di Eva, madre del genere umano. Oggi saprete
veramente chi sono io. Oggi vi farò sentire la voce del Padre, oggi sarete testimoni
della potenza dello Spirito Santo. Oggi vi si manifesterà la natura della Santissima
Trinità. Oggi i monti e i deserti esulteranno, come gioiscono gli agnelli. Oggi la gioia
invaderà tutti i popoli ed essi la porteranno nelle loro mani. Oggi Giovanni, figlio di
una donna sterile, mi vedrà e la sua anima esulterà. Oggi si commuoverà il cuore di
ogni povero. Oggi sorgerà il sole per quelli che sono simili a me e dimorano negli
inferi. Oggi si apriranno le porte del cielo. Oggi i primi saranno gli ultimi, e gli ultimi i
primi. Oggi saprete chi sono io e da dove vengo. Oggi sentirete la voce del Padre e la
Sua testimonianza su di me e sulla mia origine dal Padre. Oggi il Giordano e tutti i
fiumi si rallegreranno. Oggi il cielo e la terra grideranno, le acque amare diventeranno
dolci, e coloro che hanno sete gusteranno una dolce acqua. Oggi rinnoverò ciò che
creai. Oggi il sole sette volte emanerà la sua luce. Questo è il giorno del Signore di cui
hanno parlato i Profeti».
Quando finì di parlare eravamo giunti sul Giordano. E quando Giovanni vide Gesù
gridò a gran voce: «"Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo"
(Gv 1,29). Questi è il Figlio Unigenito che è venuto per la nostra salvezza. Questi è il
Re dei re annunziato dal profeta Zaccaria. È questi certamente il Figlio Unigenito
dell’eterno Dio...».
Dunque Gesù scese spogliatosi delle vesti e si fermò in mezzo al fiume. C’era lì
molta gente che Giovanni battezzava. E Gesù disse a Giovanni: «Fa’ quello che ti ho
ordinato».
E Giovanni gli si avvicinò profondamente turbato e impose le mani sul capo di
Nostro Signore. E quando volse gli occhi verso il cielo, lo vide aprirsi e lo Spirito
Santo scendere sul capo di Cristo come una colomba che aleggiando si fermò sul capo
di Nostro Signore. E sentì una voce che gridava dal cielo: «Questi è il Figlio mio
prediletto, nel quale mi sono compiaciuto; questi è il Figlio mio prediletto di cui
gioisco; questi è il Figlio mio diletto per mezzo del quale creai il cielo e la terra; questi
è il Figlio mio generato prima dei secoli e dei tempi; questi è il Figlio mio che mai sarà
separato da me; questi è il Figlio mio che è veramente la mia immagine».
(Evangelium apocryphum Iohan., 33, 4-6.12)

3. Lo Spirito e il Battesimo. Cristo fu battezzato per noi quando riempì il nostro


Battesimo di luce, di vita e di santità e quando divenne la via per la quale lo Spirito
viene su di noi, poiché lo Spirito venne su di lui così come sulle primizie del nostro
genere umano, per passare in seguito anche su quelli che appartengono allo stesso
genere, una volta divenuti perfetti attraverso il Battesimo.
(Severo di Antiochia, Sermo, 84)

Briciole

I. Storia della festa liturgica


La liturgia romana commemorava il Battesimo di Cristo nel Giordano l’ottavo
giorno dopo l’Epifania del Signore, una festività apparsa in Occidente nel secolo VIII.
Questo avvenne sotto l’influenza della liturgia bizantina per la quale, similmente alle
altre liturgie orientali, il ricordo del mistero del Battesimo aveva una particolare
importanza. La festa a sé stante del Battesimo del Signore fu costituita solamente
nell’anno 1955 e veniva celebrata il 13 gennaio. Nel nuovo calendario liturgico, la
festa è stata trasferita alla domenica dopo l’Epifania.
Cristo riceve il Battesimo nelle acque del Giordano dalle mani di Giovanni il
Battista. La voce del Padre e la presenza dello Spirito Santo proclamano Gesù Figlio
prediletto di Dio e, nello stesso tempo, Servo mandato per annunziare ai poveri la
buona novella della salvezza. Lui non alzerà la voce, ma annunzierà a tutti la salvezza,
non spezzerà la canna incrinata, ma libererà quelli che rimangono nella schiavitù delle
tenebre. Cristo non ha alcun peccato, ma non si separa dall’umanità che vive nel
peccato: l’umanità corrotta insieme con lui entra nelle acque del Giordano che
preannunziano l’acqua che ci purificherà da ogni sporcizia, ci farà vivere la vita nuova,
ci introdurrà nel mistero della morte e della risurrezione del nostro Salvatore.
Il mistero che oggi viene celebrato dalla Chiesa richiama alla memoria il nostro
Battesimo per mezzo del quale siamo stati purificati e siamo spiritualmente rinati,
divenendo figli di Dio. In questo giorno di festa, eleviamo suppliche affinché viviamo
come figli di Dio, cresciamo nell’amore e ci trasformiamo spiritualmente ad immagine
di Cristo.
Oggi, il nostro Dio ci ha manifestato la sua
indivisa natura in tre Persone;
il Padre dà infatti chiara testimonianza al Figlio;
lo Spirito scende dal cielo in forma di colomba;
il Figlio chinò il capo immacolato dinanzi al Precursore;
e battezzato, scioglie il genere umano dalla schiavitù,
perché amante degli uomini.

II. Dal Catechismo di San Pio X


80. Gesù Cristo come fu conosciuto per Figlio di Dio? Gesù Cristo fu conosciuto
per Figliuolo di Dio, perché tale lo proclamò Dio Padre nel Battesimo e nella
Trasfigurazione, dicendo: Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto
(Mt 3, 17; Lc 9, 35); e perché tale si dichiarò Gesù stesso nella sua vita terrena.

III. Dal Catechismo della Chiesa Cattolica


CChC 441-445, 454: Gesù Figlio Unigenito di Dio.
CChC 535-537, 565: Gesù e il battesimo di Giovanni.

IV. Dal Compendio del Catechismo:


83. In che senso Gesù è il «Figlio Unigenito di Dio»? Egli lo è in senso unico e
perfetto. Al momento del Battesimo e della Trasfigurazione, la voce del Padre designa
Gesù come suo «Figlio prediletto». Presentando se stesso come il Figlio che conosce il
Padre (Mt 11,27), Gesù afferma la sua relazione unica ed eterna con Dio suo Padre.
Egli è il Figlio Unigenito (1Gv 4,9) di Dio, la seconda Persona della Trinità. È il centro
della predicazione apostolica: gli Apostoli hanno visto la sua gloria, come di
Unigenito dal Padre (Gv 1,14). Cfr. CChC 441-445 454
105. Perché Gesù riceve da Giovanni il “battesimo di conversione per il perdono
dei peccati” (Lc 3, 3)? Per dare inizio alla sua vita pubblica e anticipare il “battesimo”
della sua morte: accetta così, pur essendo senza colpa, di essere annoverato tra i
peccatori, lui, “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” (Gv 1, 29). Il Padre lo
proclama suo “Figlio prediletto” (Mt 3, 17) e lo Spirito discende su di lui. Il Battesimo
di Gesù è la prefigurazione del nostro Battesimo. Cfr. CChC 535-537, 565.
139. Con quali simboli si rappresenta lo Spirito Santo? Sono numerosi: l’acqua
viva, che scaturisce dal cuore trafitto di Cristo e disseta i battezzati; l’unzione con
l’olio, che è il segno sacramentale della Confermazione; il fuoco, che trasforma ciò che
tocca; la nube, oscura o luminosa, in cui si rivela la gloria divina; l’imposizione delle
mani, per cui viene dato lo Spirito; la colomba, che scende su Cristo e rimane su di lui
al battesimo. Cfr. CChC 694-701.

San Tommaso

I. Era conveniente...
Era conveniente che Cristo fosse battezzato.
1°) Primo, perché come dice S. Ambrogio “Il Signore fu battezzato, non per essere
purificato, ma per purificare le acque, affinché queste, purificate dal corpo di Cristo, il
quale non conobbe peccato, acquistassero la virtù richiesta dal battesimo”; “consacrate
per quelli che sarebbero stati battezzati in seguito”, secondo l'espressione del
Crisostomo.
2°) Secondo, perché, come nota il Crisostomo, «benché Cristo non fosse un
peccatore, tuttavia aveva preso una natura peccatrice, e "una carne somigliante a
quella del peccato". Quindi, anche se personalmente non aveva bisogno del battesimo,
tuttavia la natura carnale ne aveva bisogno negli altri». E quindi, per dirla con S.
Gregorio Nazianzeno, «Cristo si fece battezzare per immergere nell'acqua tutto il
vecchio Adamo».
3°) Terzo, Cristo volle essere battezzato, dice S. Agostino, «perché volle fare ciò
che aveva comandato a tutti gli altri». Tale è il significato di quelle sue parole: «È
conveniente che adempiamo così ogni giustizia». Come infatti dice S. Ambrogio, «La
giustizia è questa, che tu faccia per primo ciò che pretendi facciano gli altri,
stimolandoli col tuo esempio».
(STh 3, q. 39, a. 1).

II. Battezzato nel Giordano:


Il Giordano è il fiume attraverso il quale i figli d'Israele entrarono nella terra
promessa. Ora, il battesimo di Cristo ha questo di caratteristico, nei confronti degli altri
battesimi, che introduce nel regno di Dio, simboleggiato nella terra promessa ; di qui le
parole evangeliche: «Chi non rinascerà per acqua e Spirito Santo non può entrare nel
regno di Dio». Lo stesso significato ha l'episodio di Elia, il quale, prima di essere
rapito in cielo su un carro di fuoco, divise le acque del Giordano ; perché a quelli che
passano attraverso le acque del battesimo viene aperto l'ingresso nel cielo mediante il
fuoco dello Spirito Santo. Perciò era giusto che Cristo fosse battezzato nel Giordano.
(STh 3, q. 39, a. 4).
III. I cieli aperti:
Cristo si fece battezzare per consacrare cosi il battesimo che avremmo ricevuto noi.
Per questo motivo nel suo battesimo dovevano manifestarsi quegli elementi che
appartengono all'efficacia del nostro battesimo. In proposito vi sono tre cose da
considerare.
1°) Primo, la virtù principale da cui il battesimo trae la sua efficacia, che è una virtù
celeste. Per questo al battesimo di Cristo si aprì il cielo, per indicare che d'allora in poi
una virtù celeste avrebbe santificato il battesimo. 2°) Secondo, all'efficacia del
battesimo concorre la fede della Chiesa e di chi viene battezzato : perciò i battezzati
fanno la professione di fede, e il battesimo è chiamato « il sacramento della fede ».
Ora, con la fede noi contempliamo le cose celesti, che superano i sensi e la ragione
umana. E per ciò significare al battesimo di Cristo il cielo si aprì.
3°) Terzo, per il battesimo di Cristo viene aperto a noi in maniera speciale l'ingresso
al regno dei cicli, che era stato chiuso al primo uomo a causa del peccato. Ecco perché
al battesimo di Cristo i cieli si aprirono, per indicare che i battezzati hanno via libera
per il cielo.
Dopo il battesimo però è necessario che l'uomo preghi assiduamente, per poter
entrare nel cielo. Benché infatti col battesimo vengano rimessi i peccati, resta tuttavia
in noi il fomite del peccato, che ci sollecita dall'interno, e restano il mondo e i demoni
che ci tentano dall'esterno. Perciò S. Luca dice espressamente che «mentre Gesù,
essendo stato battezzato, pregava il cielo si aprì»; proprio perché i fedeli dopo il
battesimo hanno bisogno della preghiera. — Oppure per indicare che l'aprirsi del cielo
ai credenti mediante il battesimo, è frutto della preghiera di Cristo. Ecco perché S.
Matteo dice testualmente che «a lui si aprì il cielo», cioè si aprì «a tutti per merito
suo», spiega il Crisostomo. Come se un imperatore a uno che impetra per un altro
dicesse: «Ecco, questo beneficio lo do non a lui, ma a te», cioè «a lui per merito tuo».
(STh 3, q. 39, a. 5).

IV. La voce del Padre:


Nel battesimo di Cristo, che era modello del nostro, bisognava mostrare ciò che
avviene nel nostro battesimo. Ora, il battesimo dei fedeli diventa cosa sacra per
l'invocazione e la virtù della Trinità, conforme alle parole di S. Matteo: «Andate,
insegnate a tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito
Santo». Perciò «nel battesimo di Cristo», spiega S. Girolamo, «viene fatto conoscere il
mistero della Trinità: il Signore, che viene battezzato nella sua natura umana; lo Spirito
Santo, che discende in forma di colomba; il Padre, la cui voce si fa udire per rendere
testimonianza al Figlio». Era quindi opportuno che in quel battesimo si facesse sentire
la voce del Padre.
(STh, 3, q. 39, a. 8).
Caffarra

I. Festa del Battesimo del Signore


1. "Benedetto il Signore che dona la vita: quanto sono grandi, Signore, le tue
opere". Abbiamo risposto alla parola dettaci dal Signore, abbiamo contemplato la
grandezza delle sue opere, benedicendolo per il dono della vita. E noi questa mattina
vedremo questo grande avvenimento: Dio che in Cristo dona la vita eterna a Sara,
mediante il santo battesimo. Fermiamoci un momento a considerarlo nelle sue
dimensioni essenziali: di questo dono – il dono di una vita eterna – siamo stati anche
noi beneficati.
Tutto è stato come prefigurato ed anticipato in un rito cui Gesù stesso si sottopose,
che consisteva in un’immersione nell’acqua: rito che significava la propria condizione
umana di ingiustizia e di mortalità. A questo rito si sottoponeva, come avete sentito
nella narrazione evangelica, tutto il popolo. Ma "mentre Gesù, ricevuto anche lui il
battesimo, stava in preghiera", accaddero "segni prodigiosi": "il cielo si aprì e scese su
di lui lo Spirito Santo … e vi fu una voce dal cielo: Tu sei il mio figlio prediletto, in te
mi sono compiaciuto".
Il cielo si aprì. Viene cambiata la condizione dell’uomo nei confronti di Dio.
Tocchiamo qui la verità più profonda riguardante la persona umana: il suo rapporto col
Mistero. Colla sua decisione libera di "mangiare dell’albero della conoscenza del bene
e del male", di attribuirsi cioè la facoltà di decidere da se stesso ciò che è bene e ciò
che è male, l’uomo aveva rotto la sua alleanza originaria con Dio, Sorgente di Verità e
di Vita. Aveva chiuso sopra di sé il cielo, e Dio era entrato in un silenzio infrangibile.
"Mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì": si
ricostituisce l’alleanza di Dio con l’uomo. Appare cioè la grazia di Dio apportatrice di
salvezza; si manifesta la sua bontà e il suo amore per gli uomini, in quanto Egli decide
di salvarci "non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per la sua
misericordia".
Come si apre il cielo? Come si manifesta la bontà di Dio e il suo amore per noi
uomini? "scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba". Il
segno che l’alleanza è stata ricostituita è il dono dello Spirito Santo, che scende "su
Cristo come sul capo del genere umano, così che Egli dimora per primo in Lui che non
lo riceve per Sé, ma per noi" [S. Giovanni Crisostomo, in S. Tommaso d’A., Catena
aurea II, ed. Marietti, pag. 54 A]. L’amore infatti che Dio ha per noi viene effuso nei
nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato [cfr. Rom 8, ]. Che
abbia scelto la forma visibile della colomba è dovuto al fatto che la fine del diluvio, la
fine della distruzione totale della vecchia creazione era stata significata da una
colomba. La voce del Padre indica la divina figliazione di Gesù, aperta ormai alla
partecipazione dell’uomo.
Viene così anticipato l’atto redentivo di Cristo, ed iniziata la nuova creazione. "Il
progetto di vita consegnato al primo Adamo trova finalmente in Cristo il suo
compimento. Mentre la disobbedienza di Adamo rovina e deturpa il disegno di Dio
sulla vita dell’uomo e introduce la morte nel mondo, l’obbedienza redentrice di Cristo
è fonte di grazia che si riversa sugli uomini spalancando a tutti le porte del regno della
vita (cfr. Rm 5,12-21). Afferma l’apostolo Paolo: "Il primo uomo, Adamo, divenne un
essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita" (1Cor 15,45). A
quanti accettano di porsi alla sequela di Cristo viene donata la pienezza della vita: in
loro l’immagine divina viene restaurata, rinnovata e condotta alla perfezione. Questo è
il disegno di Dio sugli esseri umani: che divengano "conformi all’immagine del Figlio
suo" (Rm 8,29). Solo così, nello splendore di questa immagine, l’uomo può essere
liberato dalla schiavitù dell’idolatria, può ricostruire la fraternità dispersa e ritrovare la
sua identità". [Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Evangelium vitae 36,3-4].
2. Ciò che è stato prefigurato e come anticipato nel Giordano da Cristo, si è
realizzato in ciascuno di noi e si realizzerà fra qualche istante in Sara: il cielo si aprirà
e scenderà su di lei lo Spirito Santo che, configurandola realmente a Cristo, la renderà
figlia di Dio e partecipe della Sua vita eterna. Su di lei il Padre dirà: "tu sei mia figlia".
Il Padre infatti ci salva mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento
nello Spirito Santo, che Egli effonde su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù
Cristo.
Usciamo dalla celebrazione dei santi sacramenti della nostra fede trasformati nel
nostro essere: viviamo dunque – come ci chiede l’Apostolo – con sobrietà, giustizia e
pietà in questo mondo, rinnegando l’empietà e i desideri cattivi, eredi come siamo
della vita eterna.
(Cattedrale Ferrara, 7 gennaio 2001).

II. Festa del Battesimo del Signore


1. "Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che è finita la sua schiavitù; è stata
scontata la sua iniquità". La santa Chiesa ascolta oggi parole di consolazione e di
liberazione, mentre celebra il mistero del battesimo del Signore. E sente il bisogno di
proclamare, rispondendo a quella parola di consolazione: "benedetto il Signore che
dona la vita". Dunque la Chiesa vede nel battesimo del Signore un grande mistero di
salvezza; il fatto in cui "si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo
amore per gli uomini".
Liturgicamente questa celebrazione compie il mistero natalizio. Ed infatti i Padri
della Chiesa ritenevano il battesimo di Gesù il compimento della sua nascita. Entrando
nel mondo perché compie il suo primo atto pubblico, il Verbo incarnato assume nel
battesimo tutta l’umanità nel suo peccato. Il rito di Giovani è un rito di penitenza.
Gesù, sottoponendosi ad esso, porta ed include in sé tutta l’umanità peccatrice.
Entrando nell’acqua del Giordano, Egli prende su di sé "il peccato del mondo".
Se questo è l’evento accaduto nel Giordano, allora veramente al Giordano "è
apparsa la grazia di Dio apportatrice di salvezza". Assumendola, Gesù santifica in se
stesso l’umanità peccatrice, comunicandole lo Spirito Santo. "Scese su di Lui lo Spirito
Santo in apparenza corporea, come di colomba", narra il testo evangelico. Cristo riceve
lo Spirito non certo per essere santificato: non ne aveva bisogno: lo riceve per
comunicarlo a tutti noi. Assumendo nel battesimo al Giordano sopra di sé il peccato
del mondo, Egli lo toglie e dà diritto a tutta la natura umana di ricevere in Lui e da Lui
lo Spirito Santo. Il battesimo di Gesù ha il suo culmine il giorno di Pentecoste.
Non a caso, dopo che Gesù ebbe ricevuto il battesimo "vi fu una voce dal cielo: Tu
sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto". Il Padre rivolge questa parola al
Verbo fatto uomo. La Sua voce che fino ad allora risuonava nell’eternità dentro al
dialogo fra le due Persone divine, ora per la prima volta risuona dentro alla nostra
storia e si rivolge al Verbo che nel battesimo assume la nostra umanità peccatrice. Un
testo liturgico odierno dice: "oggi allo Sposo celeste si è unita la Chiesa perché nel
Giordano lo Sposo lavò i suoi delitti". Uniti a Cristo e santificati dal suo Spirito, siamo
divenuti in Lui figli di Dio. Immergendosi in Lui col santo battesimo, ogni uomo sente
rivolgere a sé la parola del Padre: "tu sei il mio figlio".
È per questo che "il cielo si aprì. Noi infatti – come insegna l’Apostolo – giustificati
dalla sua grazia diventiamo "eredi, secondo la speranza, della vita eterna"". Il cielo è
aperto; la pienezza della comunione con Dio ci è offerta; è la nostra eredità...
(Cattedrale, 7 gennaio 2007).

III. Battesimo del Signore


1. L’Anno Liturgico, cari fedeli, che si snoda domenica dopo domenica, è il tempo
in cui noi ricordiamo e viviamo tutti i misteri della vita di Gesù, il cui vertice è la sua
morte e risurrezione.
Oggi noi ricordiamo l’inizio della missione redentiva del Signore: il suo battesimo
nel Giordano. Non è solo, il nostro, il ricordo di un fatto passato. Ma mediante questa
celebrazione il battesimo di Gesù diventa sorgente di grazia [sacramentum] per
ciascuno di noi oggi. Ed anche esempio da imitare [exemplum]. Mettiamoci dunque in
ascolto umile della pagina evangelica.
Ogni religione ha riti cosiddetti di abluzione, che consistono nel lavare con acqua
parti del nostro corpo. L’abluzione in un contesto rituale religioso significa il bisogno e
la volontà dell’uomo di purificarsi spiritualmente per essere meno indegno di
presentarsi a Dio. Giovanni Battista, da cui Gesù riceve il battesimo, chiamava il rito
"battesimo di penitenza".
Siamo in grado di capire il primo significato del gesto che Gesù compie. Non per
purificare se stesso, Lui che è il Santo, ma ricevendo il battesimo egli mostra di
condividere la nostra condizione e liberarci dalla nostra ingiustizia. Colla decisione di
farsi battezzare con un battesimo di penitenza, Gesù si autoproclama come Colui che è
venuto "per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga".
L’evangelista Luca mette quindi in risalto due fatti che avvengono durante il
battesimo.
Il primo è narrato nel modo seguente: "il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito
Santo in apparenza corporea, come di colomba". Gesù viene abilitato alla sua missione
redentiva dal dono della pienezza dello Spirito Santo. Ed infatti poco tempo dopo,
Gesù ritornato a Nazareth, dirà di se stesso: "Lo Spirito del Signore è sopra di me, per
questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato" [Lc 4,18].
Il secondo è narrato nel modo seguente: "e vi fu una voce dal cielo: tu sei il mio
figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto". "Voce dal cielo" nel linguaggio biblico
significa parola e rivelazione di Dio. Essa ci svela la vera identità di Gesù. Gesù è
venuto a " riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro" come Figlio amato,
scelto ed inviato per un compito unico.
2. Cari fratelli e sorelle, il "popolo puro, zelante nelle opere buone" che Gesù è
venuto a formarsi, siamo noi. Ed infatti, ci insegna l’Apostolo, la nostra nascita
spirituale e l’ingresso a far parte del "popolo puro" è stato un atto di pura grazia:
"mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo".
Ma questo dono è un compito. Siamo stati giustificati "non in virtù di opere di
giustizia da noi compiute", ma non potremmo salvarci senza essere "zelanti nelle opere
buone". Per questo i misteri di Gesù sono sacramenti di salvezza e comandamenti di
vita.
Un particolare della narrazione evangelica è al riguardo assai istruttivo: tutto accade
"mentre Gesù … stava in preghiera". Cari fedeli, non c’è esistenza cristiana senza
preghiera, poiché l’agire cristiano ha la sua radice nella preghiera.
3. Cari fratelli e sorelle, durante questa celebrazione alcuni fratelli saranno
pubblicamente ammessi al cammino formativo che, se così vorrà il Signore e la sua
Chiesa, si concluderà col sacramento del Diaconato.
Come gli altri due ministeri ordinati, anche se in grado minore, il Diaconato
partecipa di quella missione messianica di cui Gesù è stato pubblicamente investivo
durante il battesimo nel Giordano.
Cari diaconandi, il servizio ecclesiale cui vi preparate non è un incarico datovi dalla
comunità, ma è una effusione dello Spirito Santo che vi consacra colla sua potenza.
Non sarete eletti dalla comunità, ma da una "voce dal cielo", che risuona nella voce
della Chiesa.
La vostra persona, tutto il vostro pensare, desiderare, e sentire sia conformato a
Cristo. Vivete in Lui, per prepararvi ad essere i servi del suo popolo.
(Cattedrale, 10 gennaio 2010).

IV. Battesimo del Signore


Questa celebrazione, cari fratelli e sorelle, conclude le celebrazioni natalizie e ci
introduce nel ritmo ordinario delle settimane e delle domeniche, durante il quale
rivivremo nella fede i principali misteri della vita del Signore.
Il passaggio dal tempo natalizio al tempo ordinario noi lo compiamo celebrando oggi il
mistero del Battesimo del Signore.
1. Il fatto di cui oggi facciamo memoria consiste nella decisione di Gesù di
sottoporsi ad un rito qualificato come "il battesimo di Giovanni".
Chi fosse Giovanni noi lo sappiamo: il grande predicatore che preannunciava
l’arrivo del Regno di Dio. Lo avete sentito anche questa mattina. "Viene uno che è più
forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali".
Lo stesso Giovanni poi invita i suoi ascoltatori a compiere un gesto di penitenza:
scendere nelle acque del Giordano, e lasciarsi versare un po’ d’acqua sul capo. E’ ciò
che fece anche Gesù: "ricevuto anche lui il battesimo"
Questo è il fatto. Ma i santi vangeli non sono semplicemente cronache scritte per
soddisfare la nostra curiosità. Gli evangelisti raccontano dei fatti realmente accaduti,
ma – mossi come sono dallo Spirito Santo – ne danno la vera interpretazione. Ci
svelano il significato e la rilevanza che essi hanno per la nostra salvezza.
Per comprendere tutto questo, ascoltare a questa profondità la pagina evangelica, è
necessario leggerla e rileggerla con molta attenzione mettendola in rapporto con altre
pagine della S. Scrittura, come la Chiesa ci aiuta a fare ogni domenica.
Gesù compie al Giordano un gesto di penitenza di cui non aveva bisogno. Egli,
l’innocente senza colpa, entra nel Giordano come colui che porta su di sé i nostri
peccati. Nel suo scendere dentro l’acqua e nel suo risalire alcuni Padri della Chiesa
vedono già prefigurato il grande evento pasquale della sua morte e della sua
risurrezione.
È per questo, che il Signore, attraverso il suo profeta Isaia, ci ha detto: "consolate,
consolate il mio popolo. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridate che è finita la sua
schiavitù, è stata scontata la sua ingiustizia".
La narrazione evangelica ci rivela che questo è precisamente il significato del gesto
di penitenza di Gesù: "appare la grazia di Dio apportatrice di salvezza per tutti gli
uomini". Ed il segno è il seguente: "il cielo si aprì".
Presso tutte le tradizioni religiose, compresa quella biblica, il cielo era immaginato
come la casa, la dimora di Dio. Il cielo chiuso significa che Dio e l’uomo stanno
ciascuno a casa sua, senza possibilità di parlarsi e di comunicare. "Il cielo si aprì": Dio
esce dalla sua casa; fa udire la sua voce; si ristabilisce la sua alleanza con l’uomo, che
può entrare nella dimora di Dio. In che modo accade tutto questo? "Scese su di lui lo
Spirito Santo".
Nella S. Scrittura è scritto che il Signore, vedendo la perversità umana disse: "il mio
spirito non resterà sempre nell’uomo" [Gen 6,3]. Gesù, nel suo battesimo di morte e di
risurrezione, espia tutto il male. Lo Spirito Santo scende su di Lui, e da Lui sarà donato
ai suoi discepoli.
Ma risuona anche la voce del Padre che proclama l’unicità della figliolanza divina e
messianica di Gesù.
Cari fratelli e sorelle, veramente al centro della rappresentazione evangelica e del
mistero che oggi celebriamo sta la persona di Gesù nel suo rapporto col Padre, nella
pienezza dello Spirito.
2. In che modo il battesimo di Gesù continua ad esercitare il suo benefico effetto su
di noi? Lo spiega S. Paolo nella seconda lettura, quando dice: "egli ci ha salvati non in
virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per la sua misericordia mediante un
lavacro di rigenerazione di rinnovamento nello Spirito Santo".
La forza rinnovatrice del battesimo di Gesù ci ha investiti nel nostro battesimo; lo
Spirito sceso su Gesù nel momento del suo battesimo, è sceso su di noi nel momento
del nostro battesimo.
Esso ci ha uniti, vincolati per sempre a Cristo, così che noi possiamo "rinnegare
l’empietà e i desideri mondani e vivere con sobrietà, giustizia e pietà". Così sia.
(Calcara, 13 gennaio 2013).

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