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Secondo una tradizione raccolta già da Eusebio nella Storia della Chiesa I 13, il Salvatore scrisse una lettera
ad Achvar V Ukama, il Nero, re nell’Osroene, che nel IV secolo la nobildonna Egeria vide ancora conservata
nell’archivio vescovile di Edessa. Molti usa(va)no tenere (in casa, addosso) copia della conclusione della
lettera:
Questa mia lettera, ovunque venga esposta (in un processo e in tribunale, in casa o in mare, oppure su
persone colte dal gelo, su febbricitanti, chi è preso dai brividi, coloro che gettano bava, o legati da un nodo
magico, ribollenti, ammalati e simili) scioglierà tutti dai loro mali. Chi però la porterà deve stare lontano da
ogni cattiva azione e dire: Questa lettera mi servirà sicuramente per guarire e per una gioia sicura. Ciò che è
scritto è stato scritto di mia mano e vi ho apposto il mio sigillo. Sette sono i sigilli qui impressi: † ΨΧΕΥΡΑ
Secondo alcuni, la sigla si scioglierebbe: Cristo non è uomo Apparente, ma vero Dio-Uomo che riposa sui
Cherubini, Colui che è; l’Altissimo Liberatore del genere umano, l’eterno.
Le Antifone
corrispondono all’Introitus della tradizione latina e, infatti, niente altro erano che salmi cantati mentre si
andava dal luogo del raduno (per esempio, il Foro) alla chiesa scelta di volta in volta per la celebrazione
eucaristica (le piccole ektenie corrispondono a soste lungo il tragitto). La nostra III antifona corrisponde
all’ingresso in chiesa: si intronizzava l’Evangelario, dando subito inizio – con le letture - alla divina Liturgia. Il
nome indica il tipo di esecuzione: il salmista canta(va) il salmo mentre il popolo, a ogni versetto,
antifona(va) = risponde(va) con un ritornello (anche solo acclamando: Alliluia!). Questo tipo si è conservato
maggiormente nella tradizione latina; tra gli ortodossi, vedi l’esecuzione del salmo 81 (Dio sta
nell’assemblea degli dei), antifonato con il versetto Sorgi, o Dio, giudica la terra… In alcuni giorni (per
esempio: nelle feste despotiche, del Signore) si cantano salmi appropriati [purtroppo sparsi tra Typikon,
Minei, Apostolos, ecc.; in greco, raggruppati da K. PAPAGHIANNI nell’Enkolpion tu anaghnostu ke tu psaltu,
Atene, Apostoliki Dhiakonia, 2006], mentre di solito si cantano i Typikà, vale a dire:
I Antifona (salmo 102)
Benedici, anima mia, il Signore e tutto il mio intimo il suo santo nome. Benedici, anima mia, il Signore e non
dimenticare tutte le sue lodi.
Egli perdona tutte le tue iniquità, guarisce tutte le tue malattie.
Redime dalla corruzione la tua vita, ti corona di misericordie e di compassioni.
Sazia di beni la tua brama, sarà rinnovata, come di aquila, la tua giovinezza.
Opera misericordie il Signore e il giudizio per tutti quelli che subiscono ingiustizia.
Ha fatto conoscere le sue vie a Mosè, ai figli di Israele le sue volontà.
Pietoso e misericordioso è il Signore, longanime e ricco di misericordia. Non per sempre sarà adirato, né in
eterno sarà in collera.
Non secondo i nostri peccati ha agito con noi, né secondo le nostre iniquità ci ha retribuiti.
Perché come l’altezza del cielo dalla terra ha rafforzato il Signore la sua misericordia su quelli che lo
temono.
Quanto dista l’oriente dall’occidente ha allontanato da noi le nostre iniquità.
Come un padre ha pietà dei figli, ha avuto pietà il Signore di quelli che lo temono: perché egli sa di che
siamo plasmati. Ricordati che siamo polvere!
L’uomo, come l’erba i suoi giorni: come un fiore del campo, così sfiorirà.
Perché un soffio passa in lui, e non sussisterà e non conoscerà più il suo luogo. Ma la misericordia del
Signore è da sempre e in eterno su quelli che lo temono.
E la sua giustizia sui figli dei figli, per coloro che custodiscono la sua alleanza e si ricordano dei suoi comandi
per compierli.
Il Signore nel cielo ha preparato il suo trono e il suo regno domina tutto.
Benedite il Signore, voi tutti angeli suoi, potenti e forti esecutori della sua parola appena udite la voce delle
sue parole.
Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, suoi ministri esecutori delle sue volontà.
Benedite il Signore, voi tutte opere sue in ogni luogo del suo dominio; benedici, anima mia, il Signore.
Gloria al Padre… E ora e sempre …
II Antifona (salmo 145)
Loda, anima mia, il Signore; loderò il Signore nella mia vita, salmeggerò al mio Dio finché esisto.
Non confidate nei principi e nei figli degli uomini, che non hanno salvezza. Uscirà il suo spirito e ritornerà
alla sua terra. In quel giorno periranno tutti i loro pensieri.
Beato colui che ha per aiuto il Dio di Giacobbe, la cui speranza è nel Signore suo Dio. E’ lui che ha fatto il
cielo e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi; che custodisce la verità in eterno, opera il giudizio per chi
subisce ingiustizia, dà cibo agli affamati.
Il Signore scioglie gli uomini in ceppi; il Signore fa sapienti i ciechi; il Signore rialza chi è abbattuto; il Signore
ama i giusti; il Signore custodisce i forestieri.
Solleverà l’orfano e la vedova e farà sparire la via dei peccatori. Regnerà il Signore in eterno, il tuo Dio, Sion,
di generazione in generazione.
Gloria al Padre… E ora e sempre… Unigenito…
III Antifona (Beatitudini)
I Makarismì si cantano intercalando
i 6 tropari della Paraklitikì; oppure,
nella festa d’un santo, i tropari della III e della VI ode del canone; oppure,
nelle domeniche, gli 8 tropari anastasimi; oppure,
nella festa d’un santo che cade di domenica, 4 anastasimi e 4 della VI ode del canone; oppure
nella festa d’un santo che cade in un giorno di fine-festa coincidente con una domenica, 4
anastasimi, 4 della III ode della festa e 4 della VI ode del santo.
Nel tuo regno ricordati di noi, Signore, quando sarai giunto nel tuo regno. Beati i poveri in spirito, perché di
essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati gli affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insultano, vi perseguitano e, mentendo, dicono ogni sorta di male contro di voi per
causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Gloria al Padre…
E ora e sempre…
Nelle piccole comunità forse ci si dovrà limitare a proclamare i salmi e le Beatitudini. Nei giorni comuni
(ormai, anche nelle domeniche correnti), di solito si cantano le antifone dette appunto solite, costituite solo
da alcuni versetti dei salmi 91, 92 e 94:
I Antifona
- E’ bene confessare il Signore e salmeggiare al tuo nome, Altissimo,
Per le preghiere della Madre di Dio, Salvatore, salvaci.
- per annunciare al mattino la tua misericordia e la tua verità lungo la notte;
Per le preghiere della Madre di Dio, Salvatore, salvaci.
- perché retto è il Signore Dio nostro e in lui non c’è ingiustizia.
Per le preghiere della Madre di Dio, Salvatore, salvaci.
- Gloria… E ora e sempre…
Per le preghiere della Madre di Dio, Salvatore, salvaci.
II Antifona
- Il Signore ha instaurato il suo regno; si è rivestito di splendore, si è rivestito il Signore di potenza e se ne è
cinto;
Per le preghiere dei tuoi santi, salva noi, Signore! [nelle domeniche: Salva noi, Figlio di Dio risorto dai morti,
ché a te cantiamo: Alliluia!]
- e così ha reso saldo il mondo, che non sia scosso.
Per le preghiere dei tuoi santi, salva noi, Signore! [nelle domeniche, c.s.]
- Alla tua casa si addice la santità, Signore, per la lunghezza dei giorni.
Per le preghiere dei tuoi santi, salva noi, Signore! [nelle domeniche, c.s.]
- Gloria… E ora e sempre…
Unigenito…
III Antifona
- Venite, esultiamo per il Signore, acclamiamo a Dio, nostro Salvatore.
Salva noi, Figlio di Dio, mirabile tra i santi, ché a te cantiamo: Alliluia! [nelle domeniche, l’apolitikio del
tono]
- Preveniamo il suo volto con la confessione e con salmi acclamiamo a lui; perché Dio grande è il Signore e
grande re sopra tutti gli dei;
Salva noi, Figlio di Dio, mirabile tra i santi, ché a te cantiamo: Alliluia! [nelle domeniche, c.s.]
- perché nella sua mano i confini della terra e le altezze dei monti appartengono a lui; suo, infatti, è il mare:
è lui che lo ha fatto e la terra ferma, l’hanno plasmata le sue mani.
Salva noi, Figlio di Dio, mirabile tra i santi, ché a te cantiamo: Alliluia! [nelle domeniche, c.s.]
- Gloria… E ora e sempre…
Salva noi, Figlio di Dio, mirabile tra i santi, ché a te cantiamo: Alliluia! [nelle domeniche, c.s.]
Le antifone vanno cantate integralmente (sono già ridotte a soli 3 vv del salmo!): non è lecito – per alcun
motivo – ridurle al solo ritornello; in piccole comunità – e soprattutto in edifici di piccole dimensioni -
potrebbe essere tollerato soltanto che, proclamati di seguito i tre versetti della terza antifona, si canti una
volta sola l’apolitikio.
I pani dell’Artoklasia
Ogni famiglia ha una sua “segreta” ricetta: le indicazioni che qui seguono si prendano perciò solo come
suggerimento. Impastiamo 75 gr di lievito in polvere, 12\14 tazze di farina 00 (per dolci), 2\3 tazze di
zucchero, 1 tazza d’olio di semi, 1 cucchiaio di cannella in polvere, 2 cucchiaini di sale, acqua (temperatura
ambiente) quanto necessaria. Quando gli ingredienti sono bene amalgamati, e l’impasto si presenta liscio,
morbido, formiamo 5 pani che lasceremo lievitare (coperti con un telo) per circa 1 ora (in ambiente non
freddo). Per averli tutti della stessa dimensione e forma, è meglio separare l’impasto in 5 teglie per dolci
(nei negozi specializzati si trovano teglie fatte con carta forno).
Quando i pani sono ben lievitati (son diventati almeno il doppio), portiamo il forno a 180° e li inforniamo
per 15\20 minuti, finché appaiono dorati. Intanto (a caldo) prepariamo uno sciroppo con una tazza d’acqua,
il succo di mezzo limone e zucchero quanto basta. Tolti dal forno i pani e raffreddati, li spennelliamo con lo
sciroppo e li cospargiamo di zucchero a velo.
L’uso di sciroppo e zucchero a velo crea problemi nel taglio e distribuzione in chiesa dei vari pezzi, per cui
alcuni lo evitano; anziché cannella, alcuni usano un pizzico di semi di aneto o finocchio selvatico.
Assoluzione funebre
La preghiera chiede in particolare la dissoluzione del corpo: popolarmente si ritiene infatti che la
incorruttibilità sia uno dei segni di santità, specie se si il corpo si presenta integro e persino odoroso, o
anche se lo scheletro è perfettamente “pulito”; viceversa, però, l’incorruttibilità può essere popolarmente
vista come segno d’una qualche maledizione che grava sul defunto (quasi che la terra si rifiuti di riceverlo:
vedi a proposito, le magnifiche pagine ne I fratelli Karamazov). Di solito questa preghiera si legge prima del
seppellimento, o comunque prima di chiudere definitivamente la cassa, e alcuni usano lasciarne dentro una
copia scritta e firmata (per inconscia sopravvivenza d’usi orfici?).
Signore nostro Dio, nella tua Sapienza indicibile hai formato l’uomo dalla terra e gli hai donato la forma e la
bellezza: creandolo a tua immagine e somiglianza, ne hai fatto un essere magnifico e divino per esaltare e
glorificare il tuo splendore e la tua regalità. Dopo aver partecipato alla bellezza di questa immagine senza
rispettarla, avendo violato il tuo comandamento, tu, nostro Dio e nostro Padre, hai ordinato, nella tua
clemenza, la dissoluzione di questa unione e la distruzione di questo legame misterioso, perché il male non
resti eterno. Così, quando il corpo sarà decomposto, l’anima potrà attendere fino alla resurrezione
universale nel luogo dove essa è stata creata.
A te, Padre increato, al tuo Figlio unigenito e al Santo Spirito, consustanziale e vivificante, noi ora
rivolgiamo questa preghiera. Non essere indifferente alla tua creatura, non lasciarla inghiottire
nell’annientamento completo, ma permetti che il corpo, dopo la sua separazione, ritorni ai suoi elementi
originari e che l’anima sia trasportata presso il coro dei giusti.
Sì, Signore nostro Dio: il tuo incommensurabile amore e la tua clemenza trionfino su tutto! Se il tuo servo N.
è stato colpito dalla maledizione di suo padre o di sua madre; se è incorso nella propria maledizione; se è
stato legato con legami indistruttibili dal ministro di Dio, avendolo esasperato; se è stato colpito da
scomunica vescovile; se non s’è fatto perdonare per negligenza o incuria, tu ora perdonalo grazie alla mia
intercessione, benché io sia peccatore e tuo indegno ministro; dissolvi il suo corpo negli elementi originari e
fa’ riposare la sua anima nella dimora dei Santi.
Sì, Signore Dio; tu hai dato ai tuoi santi discepoli e apostoli il potere di rimettere i peccati dicendo loro: “A
chi rimetterete i peccati, saranno rimessi; a chi non li rimetterete, saranno non rimessi”. Noi, benché
indegni d’un simile dono, abbiamo ricevuto da loro questo potere: ti preghiamo, quindi, di liberare il tuo
servo che si è addormentato, da ogni peccato commesso in pensiero o in azione. Il perdono gli sia concesso
in questo e nel tempo futuro, per l’intercessione della tua Madre tutta pura e immacolata e per le
preghiere di tutti i tuoi Santi. Amin.
Preghiere varie
Per porre l’Aìr su chi ha mal di testa, del beato Filippo d’Agira
Signore, Signore, potenza della nostra salvezza, stendi la tua destra sul tuo servo N. e copri con la tua
ombra il suo capo; misericordia di lui, o Dio, misericordia, perché in te confida l’anima sua e all’ombra delle
tue ali spererà. Non consegnarlo, Signore, al nemico che cerca la sua anima e tramato contro di lui; guarda
su questo tuo figlio e abbi misericordia di lui, o Dio, misericordia. Tu, Signore, sei il nostro liberatore, la
nostra gloria e colui che innalza la nostra testa: nel tuo sdegno non accusare e nella tua ira non castigare il
tuo servo N., poiché le tue frecce si sono conficcate in lui e non c’è sanità nella sua carne, non c’è pace nelle
sue ossa a causa dei suoi peccati. Le sue iniquità, infatti, come un grave peso si sono aggravate sul suo
capo. A causa della sua stoltezza è ridotto come un miserabile, piegato fino in fondo. e non c’è sanità nella
sua carne. Per la tua destra potente che regge l’universo, per la corona di spine del tuo Figlio, per il fuoco
del tuo Spirito che si è posato sul capo degli apostoli, per le corone di gloria che si sono posate sui Quaranta
martiri, per la testa del santo e glorioso Precursore, libera da ogni male il tuo servo N. che in te spera,
Signore; esaudisci, Signore Dio: non goda di lui il nemico, perché il dolore gli sta sempre davanti. Non
abbandonarlo, Signore Dio nostro, non allontanarti, vòlgiti in suo aiuto, Signore della nostra salvezza,
affinché con noi renda gloria a te, insieme al tuo unigenito Figlio e al santo, buono e vivificante tuo Spirito,
ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amin.
Per chi è angariato da spiriti
Dio santo, temibile e glorioso, inesprimibile e inaccessibile in tutte le sue opere e nella sua potenza, ti ha
destinato – diavolo - al castigo del supplizio eterno; egli ordina a te e a tutte le potenze che con te operano,
di allontanarti dal servo di Dio N. Ti esorcizzo, dunque, spirito perverso e immondo, fetido, abominevole e
ostile, per la potenza di Gesù Cristo che ha ogni potere in cielo e sulla terra, e che ha detto al demonio
sordomuto: Esci da quest’uomo e non vi rientrare più. Vattene, riconosci quanto è vana la tua potenza, che
non ha potere nemmeno sui porci! Ricordati di colui, che su tua stessa richiesta, ti comandò di entrare in
una mandria di porci. Temi Dio, al cui comando la terra si stabilì sulle acque, che ha creato il cielo, che ha
pesato con la stadera le montagne e i colli con la bilancia, che ha posto la sabbia per confine al mare e un
sentiero sicuro tra le onde impetuose. Egli tocca i monti e fumano, si avvolge di luce come in un manto; ha
disteso i cieli come una tenda, ha fondato sulle acque i padiglioni, ha fissato la terra sulle sue basi in modo
che resti stabile per sempre; egli richiama le acque del mare e le riversa sulla superficie della terra. Vattene,
allontanati per sempre dal servo di Dio N. lo ti esorcizzo per la passione salvifica di nostro Signore Gesù
Cristo, per il suo corpo e il suo sangue prezioso, e per il suo temibile ritorno. Verrà infatti sulle nubi – certo:
verrà e non tarderà - per giudicare tutta la terra e condannarti, e con te ogni potenza che con te opera, al
fuoco della Geènna e cacciarti fuori, nelle tenebre, dove il verme non muore e il fuoco mai si estingue.
Perché il potere è di Cristo nostro Dio, con il Padre e il Santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Amin.
Per chi è afflitto da spiriti
Dio di misericordia, che nella tua bontà hai plasmato l’uomo, condanna gli spiriti immondi, e libera questa
tua creatura dal dominio dell’avversario e reintegralo nella tua santa Chiesa cattolica. Per la grazia, la
misericordia e l’amore per gli uomini del tuo Cristo, con il quale sei benedetto con il tuo Spirito santissimo,
buono e vivificante, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amin.
Per chi è angariato da spiriti
Dio eterno, tu hai liberato il genere umano dalla prigionia del diavolo: libera ora questo tuo servo N. da ogni
attacco degli spiriti immondi; comanda ai demoni malvagi e immondi di allontanarsi dall'anima e dal corpo
del tuo servo, di non rimanervi o nascondersi. Nel tuo nome santo, del tuo Figlio unigenito e dello Spirito
vivificante, fuggano dall'opera delle tue mani; purificato così da ogni attacco diabolico, viva in santità,
giustizia e pietà, divenendo degno dei misteri purissimi del tuo Figlio unigenito e nostro Dio, con il quale sei
benedetto insieme con il tuo Spirito santissimo, buono e vivificante, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Amin.
Per chi è angariato da spiriti
Signore Dio delle schiere celesti: con la manifestazione del tuo Cristo hai ridotto al nulla il diavolo tiranno
insieme all’esercito dei demoni; rivelati a questa creatura che hai fatto a tua immagine e che si trova in
potere degli spiriti avversi. Minaccia, o Santo, gli spiriti immondi, come hai minacciato la legione degli spiriti
e lo spirito muto e sordo; purifica la tua creatura e non abbandonare alle bestie l’anima di chi ti loda, ma
abbi pietà del tuo servo N., a gloria e lode della tua santa Chiesa. Per il tuo Figlio unigenito nel quale e con il
quale a te spetta gloria, insieme al tuo buono e vivificante santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Amin.
Esorcismo [avendone facoltà]
E’ il Signore che ti sgrida, diavolo! Egli è venuto nel mondo e ha abitato tra gli uomini per distruggere la tua
tirannia e strapparti gli uomini dalle mani. Sul legno della croce egli ha riportato una splendida vittoria sulle
potenze nemiche, quando il sole si oscurò, la terra si scosse, i sepolcri si aprirono e risuscitarono i corpi dei
santi; con la morte egli ha distrutto la morte e ha ridotto all’impotenza te, diavolo, che hai il potere della
morte. Ti esorcizzo per il Dio che ha additato l’albero della vita, ponendo a sua difesa i cherubini che
brandivano spade di fuoco. Allontanati, spirito immondo! Ti esorcizzo per colui che ha camminato sulle
onde del mare come su terra ferma, che ha sgridato i turbini dei venti, al cui sguardo resta secco il mare e
alla cui minaccia fondono le montagne. Egli è lo stesso che ora ti ordina: Cadi in preda alla paura, va’ via,
fuggi lontano dal servo di Dio N. e non tornare più. Non nasconderti più in lui, non avvicinarti, non
influenzarlo, non usargli violenza: né di notte né di giorno, né al buio o in pieno giorno, ma torna subito
all’inferno e restaci fino al grande giorno destinato al giudizio. Abbi paura di Dio, che siede su un trono di
Cherubini e penetra con lo sguardo gli abissi: lo temono angeli, arcangeli, troni, dominazioni, principati,
potestà, potenze, i cherubini dai molti occhi e i serafini dalle sei ali; lo teme il cielo, la terra, il mare e
quanto contengono. Va’ via, dileguati, sparisci. Ti esorcizzo per colui che cammina sulle ali del vento, che fa
dei venti i suoi messaggeri e delle fiamme guizzanti i suoi ministri. Va’ via, fuggi lontano dal servo di Dio N.,
con la tua potenza e tutti i tuoi complici. Perché è glorificato il nome del Padre, del Figlio e del Santo Spirito,
ora e sempre e nei secoli. Amin.
Esorcismo [avendone facoltà]
Signore Dio nostro, re dei secoli, onnipotente, tu hai tutto in tuo potere, e tutto crei e muti a tuo
piacimento; nella fornace sette volte più ardente, il suo fuoco hai mutato in rugiada per i tuoi santi tre
giovani, custodendoli illesi. Te medico e guaritore delle anime nostre, sicurezza di chi in te spera, te noi
supplichiamo: rimuovi, allontana e rigetta dal tuo servo N. ogni atto diabolico, ogni satanico assalto, ogni
insidia, ogni stolta malvagità nociva, ogni fascinazione causata da vaghezza, vigoria, buona ventura, gelosia,
invidia. Sovrano amico degli uomini, stendi la tua mano potente e il tuo braccio forte ed eccelso; visitando
sorveglia questa tua creatura; invia dall’alto su lui l’Angelo di pace, potente custode dell’anima e del corpo,
perché condanni e allontani da lui ogni malvagio disegno, ogni veneficio e fascinazione di persone invidiose
e corruttrici. Il tuo supplice così protetto, a te grato canterà: Signore, sei tu il mio aiuto; non avrò paura: che
potrà mai farmi l’uomo? E ancora: Non temerò il male, perché tu sei con me; tu sei Dio, mia forza, dinasta
potente, principe della pace, padre del tempo futuro. Sì, Signore Dio nostro, risparmia la tua creatura e salva
il tuo servo da ogni nocumento e influsso di fascinazione; dall’alto preservalo da ogni male, per le
preghiere della più che benedetta gloriosa signora nostra la Madre di Dio e sempre vergine Maria, degli
splendenti arcangeli e di tutti i tuoi santi. Amin.
Esorcismo maggiore, di san Cipriano di Calamizzi [avendone facoltà]
Sovrano Signore, medico degli ammalati e Dio d’ogni consolazione, tu che non vuoi che l'uomo sia oppresso
dal dolore o malato, ma lieto e perfettamente sano, solleva e compatisci il tuo servo N., caduto in
debolezza fisica e giunto a completo scoraggiamento; non trascurarlo, spegni la febbre, mìtiga il dolore,
allontana la debolezza. Con la tua parola tu, o sovrano, hai fatto alzare per servirti la suocera di Pietro,
febbricitante e terribilmente prostrata; vieni anche ora presso il tuo servo N. e mìtiga il dolore dell'anima e
la malattia del corpo. Per mezzo di un angelo tu hai portato fuori dai vincoli della prigione il principe degli
apostoli; tu hai liberato Paolo, apostolo e araldo della Chiesa, dalla punizione dell'imperatore Nerone; ora
libera il tuo servo N. dal dolore che l’opprime. Tu hai liberato da Patmo e da Artemide il tuo amico che pose
il suo capo sul tuo petto, l’amato Giovanni il teologo; tu hai salvato il saggio Noè dal terribile e distruttore
diluvio: stendi ora la tua destra invisibile e spirituale e fa’ risorgere il tuo servo N. dall’angoscia. Tu hai
liberato da ogni pena e affanno l’ospitale e giusto Abramo; tu hai rialzato dal letame Giobbe che ha
combattuto innumerevoli lotte: fa’ alzare ora il tuo servo N. dalla malattia corporale che l’opprime. Tu hai
chiamato dall’Egitto il legislatore e sommamente giusto Mosè; tu hai salvato il tuo amato figlio Israele dalla
pessima e malvagia servitù dell’amarissimo Faraone: aiuta ora il tuo servo N., spegni la febbre, mitiga il
dolore, scaccia maligna debolezza e rialza il tuo servo N. dal letto dei dolori e dal giaciglio dei mali. Tu hai
salvato Giacobbe dalla mano di Esaù; tu hai dato la vista a Tobia e gli hai donato la luce; tu hai salvato
l’ottimo Giuseppe malamente venduto da esseri fratricidi e malvagi; tu hai salvato dalla mano di Saul il
sapiente David, mirabile profeta: tu ora compatisci, compassiona, solleva, custodisci, tieni lontano da ogni
male anche il tuo servo N. che giace nella prostrazione e ha bisogno della tua pietà. Tu hai salvato il
giustissimo profeta Daniele dalla terribile rapacità dei leoni; tu hai strappato Geremia dal tenebroso e
oscuro burrone; tu hai salvato dalla fornace riscaldata sette volte i tre fanciulli Ananìa, Misaìl e Azarìa e hai
mutato il fuoco in rugiada: tu stesso allontana anche il tuo servo N. dal dolore che l’opprime. Tu hai
illuminato gli occhi dei ciechi; tu hai purificato le carni dei lebbrosi; tu hai fatto risuscitare i morti: fa’
risorgere, fa’ rivivere anche ora e non retribuirci secondo i nostri peccati. Tu hai guarito il paralitico con la
parola; tu hai guarito l’emorroissa; tu hai curato l’indemoniato: tu, o sovrano, abbi pietà. Ti prego: muoviti
a compassione. Ti supplico: abbi misericordia. Ti scongiuro, come magnanimo, non farmi scendere vivo
negli inferi, ma tu stesso fammi risorgere con la tua destra invisibile e spirituale. Nostra Signora di Grecia,
stendete il vostro manto! Santi tre giovani che avete spento la fornace di Babilonia e santi sette giovani di
Efeso, risorti dai morti, date il vostro aiuto! Santi nove martiri che avete operato prodigi in Cìzico, santi dieci
martiri che avete lottato a Creta, santi quaranta martiri che avete fatto miracoli a Sebaste, santi trentatre
martiri di Roma, santi centonovantanove martiri di Taormina, santi trecentodiciotto Padri ispirati da Dio che
avete dettato dogmi divini a Nicea, san Teraponte di Smirne, san Partenio di Lampsaco, san Giuliano di
Cesarea, san Leonzio di Tripoli, san Demetrio di Tessalonica, san Giorgio di Cappadocia, santi anargiri Cosma
e Damiano, Pantaleo ed Ermolao, Ciro e Giovanni, Sansone e Diomede, Floro e Lauro, sant’Andrònico e
santa Atanasìa, santi Gùria, Samonà e Avìv che avete strappato la fanciulla dalla tomba e l’avete riportata in
patria; sant’Acìndino previeni; sant’Antonio proteggi; sant’Elpidifòro fa’ risorgere; sant’Anempòdisto non
trascurare; sant’Agapito del Sinai, san Nicola di Mira, san Basilio di Cesarea, sant’Epifanio di Cipro, san
Giovanni Crisostomo, san Gregorio d’Agrigento, san Leone di Catania che hai vinto il mago Eliodoro, santi
Tirso, Leucio e Filemone, santi Alipio e Procopio, sant’Anastasìa Sciogliveleni, santa Barbara, santa Marina,
santa prima martire Tecla, santa Caterina di Alessandria, san Filippo Cacciaspiriti, san Pancrazio di Taormina
che hai battuto Falcone e Lissone, santi profeti, apostoli, martiri, monaci e giusti, tutte le potenze celesti dei
santi angeli e arcangeli, principati, potenze, cherubini dai molti occhi, serafini dalle sei ali, potenza
incomprensibile della preziosa e vivificante croce, prostratevi, scongiurate l’unico misericordioso Dio
perché doni al servo di Dio N. salute, salvezza e liberazione dai mali che l’opprimono; scacciate dal servo di
Dio N. la febbre, febbre interna di brivido violento, di brivido breve, di brivido esiziale, malattia funesta,
malattia grave, malattia terribile sopravvenuta, inviata e fatta. Vi esorcizzo, settantadue infermità che ha
l’uomo, perché vi allontaniate dal servo di Dio N.; che l’infermità non sia scesa dal cielo, dalle stelle, dal
sole, dalla luna, da ombra di nuvola, da gelida aria, da tuono, lampo, terremoto, strepito o collassi, da
monti, valli, dirupi o pendii, da colle, campo o pianura, da pietra, acqua, fonte, strada, fiume, campagna,
campo, recinto, orto, giardino; che l’infermità non sia venuta a tentare il servo di Dio N. in qualche bivio, in
entrate o uscite, bagno, forno, mulino, porta, finestra, tetto, cantinati o cortili. Che qualche incantatore per
invidia non l’abbia eseguita e procacciata per veleno di gelosia, occhio, cattivo augurio, malocchio: non
infiammazione, rigonfiamento, mal di testa o di mani, cuore e piedi. Apparizioni demoniache, miraggi di
morti, anarade e nereidi che volano nelle tenebre: non venite a far opera ingiusta sul servo di Dio N. Non
mal di testa, occhi, denti, petto, cuore, mani; non difficoltà d’urina, emorroidi, placenta, colica, dolore di
giunture, insonnia o letargia. Vi esorcizzo per tutto ciò che offende il servo di Dio N.; ritiratevi e andatevene
nei monti selvaggi, chiunque incombe sul servo di Dio N. e lo danneggia. Ritiratevi e andate via, nei monti
selvaggi, non nei capelli, o nel cervello, nel cranio, nella nuca, nella fronte, nelle tempie, nelle palpebre,
nella mente, nelle narici, nelle orecchie, nella bocca, nei molari, nelle labbra, nei denti, nel collo, nelle
scapole, nel petto, nel sangue, nel cuore, in qualsiasi umore, nella spina dorsale, nell’ombelico, nel ventre,
nelle ginocchia, vertebre, dita, unghie. Chiunque mai incomba e si nasconda per danneggiare: ritirati e va’
via, che non l’abbia fatto un estraneo o un parente, un incantatore velenoso, una strega, un mago, un
uomo invidioso. Esorcizzo tutti voi, mali impuri, nel grande nome del Signore nostro Gesù Cristo: per il suo
immacolato capo e la sua potente destra, ritiratevi dal servo di Dio. Ti scongiuro per colui che sospese la
terra sulle acque; ti scongiuro per colui che fondò i cieli su inaccessibili orbite; ti scongiuro per il trono
inconcusso di Dio; ti scongiuro per le beate potenze degli eserciti incorporei; ti scongiuro per i quattro
arcangeli Michele, Gabriele, Uriele e Raffaele; ti scongiuro per i ventiquattro vegliardi che servono presso il
trono di Dio; ti scongiuro per i dodici apostoli: esci e ritirati dal servo di Dio N. e donagli salute, o sovrano
Signore, donagli vita, pace, lunghi giorni, affinché sia glorificato il tuo santissimo nome, del Padre, del Figlio
e del Santo Spirito; ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amin.
Preghiera di san Cipriano d’Antiochia
Santo, Santo, Santo; Santo dei santi, Padre dei padri, Dio di Abramo, Dio d’Isacco, Dio di Giacobbe, Dio degli
apostoli, Dio dei profeti, Dio delle vergini, Dio degli asceti, Dio dei credenti; Dio e padre di nostro Signore
Gesù Cristo, Figlio tuo. Noi t’invochiamo e ti supplichiamo, Figlio unigenito, Logos dell’Altissimo generato
prima della creazione del mondo, nato dal seno della Vergine santa, Maria. Noi ti preghiamo: accresci in
noi i desideri santi e l’integrità del cuore affinché, rigenerato nel bagno di salvezza, resti puro da ogni
peccato. Ti chiediamo fede immacolata, mente pura, pietà ardente, carità incessante: facci fiorire nella tua
santa Chiesa. Noi pieghiamo le ginocchia, chiniamo la testa davanti a te, davanti a cui tremano gli angeli e
gli arcangeli, le migliaia di martiri, il coro degli apostoli e dei profeti. Gli uccelli cantano le tue lodi, tutte le
lingue ti confessano in cielo, sulla terra e negli inferi; tutte le acque del cielo e della terra ti lodano; le cose
insensibili ti ascoltano. Solo tu esisti: senza di te o fuori di te non esiste nessuno. Ti preghiamo, Signore, Dio
onnipotente, solo al Figlio visibile, al quale obbediscono angeli e arcangeli; Signore e padre, ti chiediamo di
concederci mente integra, innocenza senza macchia, pietà sincera, coscienza santa, pura, sobria, casta e
ferma nella fede contro le insidie del secolo; dacci un cuore armato contro le minacce del demonio e le
cupidigie della carne, affinché non cadiamo nella rete mortale del nemico crudele e possiamo portare
intatto il sigillo della salvezza eterna. Scaccia lontano da noi le dissolutezze del secolo e tutte le intimazioni
del demonio; che esso sia preso nel tranello, cada, sia dominato da noi e sia allontanato così come il tuo
angelo Raffaele annientò Asmodeo, il pericoloso demonio che ossessionava Sara. Tu hai aiutato Tobia: vieni
pure in mio soccorso. Hai avuto misericordia di Daniele e dei tre Fanciulli nella fornace: fa’ così anche con
noi, ti preghiamo. Hai risuscitato i morti, reso la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, la parola ai muti, il
movimento agli zoppi, la salute ai lebbrosi: fa’ lo stesso con noi tuoi servi che con tutta la forza dell’anima
crediamo che tu sei nato, hai sofferto, e verrai a giudicare i vivi e i morti. Aiutaci come hai aiutato i tuoi
apostoli in catene, Tecla nel fuoco, Paolo nelle persecuzioni, Pietro sulle onde. Tu che sei seduto sui sette
troni, a destra del Padre, volgi gli occhi su di noi e liberaci dalla perdizione della morte eterna, tu che sei
uno, Padre col Figlio, Figlio nel Padre, Spirito Santo per il quale e nel quale ti sono resi nella Chiesa onore,
virtù, gloria, maestà, potenza, benedizione, immortalità, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amin.
Grande ektenia
La Liturgia, arcaica, è attribuita a san Gregorio vescovo di Nazianzio (circa 330-390), e apparterebbe al
gruppo detto siro-orientale. Si avverte che, essendo piuttosto limitato il numero dei manoscritti, ma
soprattutto essendosi interrotta la tradizione, non si può essere certi delle rubriche, né che siano attestati
qui tutti i canti che forse accompagnavano la celebrazione, né del preciso formulario delle invocazioni
diaconali (che qui sembrano formulate più che altro come promemoria). Per comprendere l’importanza
dell’uso continuato, si consideri che Liturgie del Crisostomo stampate solo cento anni fa, hanno meno
pagine rispetto a quelle stampate al giorno d’oggi, perché non si sentiva ancora la necessità delle tante
rubriche che, per esempio, sono presenti nell’ultima edizione 2002 della Apostoliki Dhiakonia (dove
peraltro non è che sia indicato proprio tutto!).
Terminata l’omelia, il diacono versa vino e acqua nel calice, e lo copre con il velo; il sacerdote prende il pane
e insieme al diacono con il calice entra nel Santuario mente il popolo canta:
Stia muto ogni essere mortale, e stia con timore e tremore, e nulla pensi di terreno, perché ecco: il Re dei
re e il Signore dei signori avanza per essere offerto in sacrificio e darsi in cibo ai credenti. Lo precedono i
cori degli Angeli, con le Signorie e le Potenze e i Cherubini dai molti occhi e i Serafini dalle sei ali, che
nascondono il volto e gridano l’inno: Alliluia, alliluia, allilulia!
deposti i doni sulla mensa, il sacerdote prega:
Signore Dio nostro, onnipotente, tu scruti la mente degli uomini e ne esplori cuore e reni; tu hai chiamato
me indegno a questa Liturgia: non rigettarmi e non allontanare da me il tuo volto, ma lava ogni mia colpa,
purifica la sporcizia del corpo e le macchie dell’anima, santificami tutto, affinché, mentre ti chiedo di
perdonare gli altri uomini, io stesso non sia riprovato. Sì, Signore: non respingermi umiliato e confuso, ma
dall’alto invia su di me la grazia del tuo santo Spirito, e rendimi degno di stare innanzi al tuo santo altare
senza condanna, per offrirti questo spirituale e incruento sacrificio con pura coscienza, in remissione dei
miei peccati, delle mie colpe e degli errori del tuo popolo, in riposo e sollievo dei nostri padri e fratelli che
prima di noi si sono addormentati, in rafforzamento e sostegno di tutto il tuo popolo,
a gloria tua, Padre, Figlio e santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
il popolo:
Amin.
il sacerdote:
Pace † a tutti.
il popolo:
e al tuo spirito.
il sacerdote prega:
Tu sei Colui che è; prima del tempo eri e in eterno sarai, coeterno e consustanziale al Padre, a lui uguale nel
dominio e con lui creatore. Per tua sola bontà, dal non-essere all’esistenza hai chiamato l’uomo e l’hai
posto nel paradiso della delizia. Per inganno del nemico, egli non ha obbedito al tuo volere ed è caduto, ma
tu l’hai voluto rialzare e riportare alla sua dignità d’un tempo. Non hai disposto la nostra salvezza per mezzo
di angeli, arcangeli, patriarchi o profeti: tu stesso in modo ineffabile ti sei fatto carne e sei divenuto uomo,
come noi del tutto, tranne solo il peccato. Mediatore tra noi e il Padre, hai abbattuto il muro di separazione
e l’antica inimicizia; hai unito le realtà terrestri alle sovracelesti, ed entrambe riportando all’unità, hai
compiuto l’economia dell’incarnazione. Disponendoti ad ascendere corporalmente al cielo, per colmare
divinamente l’universo, ai tuoi santi apostoli e discepoli hai detto: Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Dona
ora a noi questa tua pace, Sovrano, purificandoci da ogni male, da ogni frode, cattiveria, tranello, astio
mortifero. Rendici degni di stringerci tra noi in un santo abbraccio, per poter ricevere senza condanna i tuoi
doni immortali e celesti,
per la grazia della benevolenza del Padre e dell’energia del Santo Spirito, poiché tu fai e doni ogni bene, e
noi innalziamo la gloria e l’eterno inno di lode a te, e al tuo Padre senza principio e al tuo santo Spirito, ora
e sempre e nei secoli dei secoli.
il popolo:
Amin.
il diacono:
Amatevi l’un l’altro.
tutti si abbracciano cantando:
Ti amerò, Signore, mia forza! Il Signore è mio sostegno, mio rifugio e mia protezione.
il diacono:
Le porte! Le porte! Con sapienza stiamo attenti.
il popolo:
Credo in un solo Dio …
il diacono:
Stiamo con devozione!
il popolo:
Offerta di pace!
il sacerdote:
L’amore di Dio Padre, la grazia dell’unigenito Figlio, Signore Dio e salvatore nostro Gesù Cristo, la
comunione e il dono del santo Spirito, sia † con tutti voi.
il popolo:
e con il tuo spirito.
il sacerdote:
Leviamo in alto i cuori.
il popolo:
Li abbiamo verso il Signore.
il sacerdote:
Rendiamo grazie al Signore.
il popolo:
E’ degno e giusto.
il sacerdote:
E’ veramente degno e giusto lodarti, benedirti, adorarti, glorificarti, unico vero Dio, filantropo, inaccessibile,
invisibile, incircoscritto, senza principio, eterno, senza tempo, senza confini, indicibile, impensabile,
creatore di tutto e redentore di tutti, che hai pietà d’ogni nostra colpa e guarisci ogni nostra infermità, che
riscatti dalla corruzione la nostra esistenza, che ci coroni con misericordia e bontà. Te cantano gli Angeli, te
adorano gli Arcangeli, te inneggiano i Principati, te acclamano le Dominazioni, a te rendono gloria le
Potenze, a te innalzano benedizioni i Troni; a migliaia di migliaia stanno innanzi a te, e a miriadi di miriadi a
te prestano servizio. Ti loda l’invisibile creato, ti adorano le visibili creature e tutto ciò, Sovrano, che
risponde alla tua parola.
il diacono:
Chi è seduto stia in piedi!
il sacerdote:
Tu sei Colui che è, Dio, vero Signore dal Dio vero; tu riveli a noi lo splendore del Padre; tu ci rallegri con la
vera conoscenza del santo Spirito; tu ci designi questo grande mistero della vita; per starti innanzi, tu hai
messo insieme gli incorporei e gli uomini; tu hai dato ai terrestri il canto dei Serafini: degnati ora di
accogliere la nostra voce insieme a quella degli spiriti invisibili; uniscici alle potenze sovracelesti: come loro
innalziamo voci che sovrastano ogni umana comprensione, come loro acclamiamo, innalzando grida
incessanti; a bocca sempre aperta inneggiamo alle tue meraviglie.
il diacono:
Guardate a oriente!
il sacerdote:
Stanno innanzi e attorno a te i Serafini: uno ha sei ali, e uno ha sei ali; con due ali si coprono il volto; con
due ali volano; con due ali gridano l’un l’altro il trionfale inno della nostra salvezza, con voce gloriosa,
inneggiando con voce splendente, cantando, gridando, glorificando e a gran voce dicendo:
il popolo:
Santo, santo, santo, ...
il sacerdote:
Santo, santo, santo sei, Signore tutto santo. Indescrivibile il fulgore della tua natura; inaccessibile la potenza
della tua sapienza; nessuna parola può descrivere l’oceano del tuo amore per gli uomini. Tu, amico
dell’uomo, mi hai fatto uomo non perché tu avessi bisogno d’un servo, ma perché io godessi della tua
signoria; non ero, e per lo sviscerato tuo amore mi hai fatto esistere; come tetto hai steso su di me il cielo e
come mia base hai impastato la terra; hai imbrigliato il mare e per me hai creato gli animali: tutto hai posto
sotto i miei piedi e per me niente hai tralasciato, nel tuo amore per gli uomini.
il popolo in continuazione acclama:
Kyrie, eleison!
mentre il sacerdote continua a dire:
Tu mi hai plasmato e su di me hai posto la tua mano; hai tratteggiato in me l’immagine della tua esistenza;
mi hai dato il dono divino della parola; per mia delizia hai posto il paradiso; mi hai ammaestrato con la tua
conoscenza; mi hai fatto vedere l’albero della vita; mi hai fatto conoscere il pungiglione della morte; mi hai
vietato di gustare soltanto un frutto: soltanto di quello mi hai detto di non mangiare. Ho mangiato, e ho
trasgredito il comando; consapevole del tuo comando mi sono avvelenato e mi sono guadagnato un
verdetto di morte. Tu però hai mutato per me la condanna: come buon pastore, hai radunato i dispersi;
come vero padre hai accolto il figlio smarrito. Per me hai inviato profeti, a me infermo hi dato come aiuto la
Legge, e tu stesso ti sei fatto mio servo. Hai fatto risplendere la luce per gli erranti; per chi ne ignorava
l’esistenza, hai rivelato Colui che sempre è presente; sei venuto in un grembo verginale. Infinito Dio; tu sei
Colui che è; tu non hai ritenuto una rapina l’essere uguale a Dio, ma tu stesso ti sei svuotato prendendo
forma di servo e ha santificato nella tua natura la mia; per me hai portato a compimento la Legge e hai
mutato in risurrezione la mia caduta. A chi era trattenuto sotto il potere dell’ade hai dato la libertà; hai
fatto cessare la maledizione legale; nella carne hai condannato il peccato; mi hai fatto partecipe della
magnificenza del tuo dominio. Ai ciechi hai dato la vista; i morti hai risuscitato dalla tomba: hai rialzato la
natura devastata. Per me hai disposto l’economia della tua misericordia; hai vulnerato la forza degli spiriti
malvagi; hai sottoposto le spalle ai flagelli e le tue guance hai esposto agli schiaffi; per me non hai sottratto
il tuo volto all’insulto degli sputi. Come una pecora sei venuto al macello; sino in croce hai assunto la mia
difesa; nella tua tomba hai messo a morte la mia morte; il mio progenitore hai rialzato ai cieli, mi hai
promesso la tua prossima venuta, quando verrai a giudicare vivi e morte e rendere a ciascuno secondo le
sue opere.
il popolo acclama:
Nella tua misericordia, Signore!
e il sacerdote continua:
Ecco dunque che a te presento i segni della mia liberazione e con le mie parole sottoscrivo i fatti: nel pane e
nel vino tu mi hai consegnato la mistica partecipazione al tuo corpo.
il popolo:
Credo!
il sacerdote:
Nella notte in cui hai consegnato te stesso di tua spontanea volontà, hai preso il pane nelle tue mani sante,
pure e innocenti; l’hai innalzato al tuo stesso Padre, Dio nostro e Dio dell’universo, hai reso grazie, l’hai
benedetto, santificato, spezzato e dato ai tuoi santi apostoli e discepoli, dicendo:
Prendete. mangiate: questo è il mio corpo, che per voi e per molti è spezzato e distribuito in remissione dei
peccati; fate questo in memoria di me.
il popolo:
Credo!
il sacerdote:
Allo stesso modo, dopo la cena, hai preso il calice, mescolando il frutto delle vite con acqua; e reso grazie lo
hai benedetto, santificato e dato ai tuoi santi apostoli e discepoli, dicendo:
Prendetene tutti: questo è il mio sangue, della Nuova Alleanza, che per voi e per molti è versato in
remissione dei peccati.
il popolo:
Credo!
il sacerdote:
Ogni volta che mangiate questo pane e bevete questo calice, voi annunziate la mia morte e proclamate la
mia risurrezione, sino al mio ritorno.
il popolo:
Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione!
il sacerdote:
Perciò dunque, Sovrano, facendo memoria della tua condiscendenza sulla terra, della morte vivificante,
della sepoltura per tre giorni, della risurrezione dai morti, dell’ascensione al cielo, dell’assiderti alla destra
del Padre e della tua prossima, tremenda e gloriosa, seconda venuta,
il diacono:
Inchinatevi a Dio con timore.
il sacerdote, elevando i doni:
Il tuo dono tra i doni, a te offrendo in tutto, per tutto e in tutto,
il popolo:
te inneggiamo e ti benediciamo!
il sacerdote:
Con la tua parola, Sovrano, trasforma questi doni qui deposti; tu stesso presiedi con la tua presenza a
questa mistica Liturgia; tu stesso accogli il memoriale nel culto a te prestato;
il popolo:
Amin!
il diacono:
Attenti!
il sacerdote:
tu stesso invia il tuo santissimo Spirito perché scenda con la sua santa, buona e gloriosa presenza a
santificare † e trasformare questi doni qui presentati, preziosi e santi, nel Corpo e Sangue della nostra
redenzione.
il popolo:
Amin!
il diacono:
Attenti!
il sacerdote:
e questo pane lo faccia diventare † il santo Corpo del Signore, Dio, Salvatore e in tutto re nostro Gesù
Cristo, per la remissione dei peccati e la vita eterna di chi ne partecipa.
il popolo:
Amin!
il diacono:
Attenti!
il sacerdote:
e questo calice, † il prezioso Sangue della Nuova Alleanza, del Signore, Dio, Salvatore e in tutto re nostro
Gesù Cristo, per la remissione dei peccati e la vita eterna di chi ne partecipa.
il popolo:
Amin!
il diacono:
Supplichiamo Cristo Dio nostro.
il popolo:
Kyrie, elèison. (ogni volta)
- Ti supplichiamo, Cristo Dio nostro: consolida le fondamenta della tua Chiesa, radica in noi la concordia
dell’amore, accresci la verità della fede.
- Indirizza la nostra vita nel tuo timore, rendi forti i pastori, custodisci il gregge.
- Da’ decoro al clero, continenza ai monaci, temperanza alle vergini, vita serena a chi è in caste nozze,
misericordia a chi si converte, bontà d’animo ai ricchi, soccorso ai poveri.
- Sostieni gli anziani, rendi saggi i giovani, fa’ ritornare gli increduli.
- Poni fine agli scismi nella Chiesa, frena l’impeto delle eresie, tutti noi unisci nella concordia del tuo timore.
il sacerdote:
Ricordati, Signore, della pace dell’unica, santa, cattolica e apostolica Chiesa diffusa da un confine all’altro
della terra e dei vescovi ortodossi che in lei dispensano nell’ortodossia la parola della verità; in primo luogo.
ricordati, Signore, del nostro vescovo N.
il popolo:
Kyrie, elèison!
il diacono:
Ricordati, Signore, del Governo e dell’Esercito.
il popolo:
Kyrie, elèison (ogni volta)
- Ricordati, Signore, di chi vive sui monti, nelle grotte e nelle fenditure della terra.
- Ricordati, Signore, dei nostri fratelli lontani, e concedi loro un ritorno in pace alle proprie case.
- Dona al tuo popolo concordia, stabilità al mondo, serenità al cielo.
- Dona salvezza ai sofferenti, libertà ai prigionieri, ritorno agli esuli, aiuto agli orfani, sostegno alle vedove, il
necessario ai tribolati.
- Da’ riparo ai presenti; rialza i caduti; proteggi chi è in pericolo.
- Ricordati di chi dorme nell’attesa della risurrezione.
- Accogli le suppliche di chi ti confessa.
- Unisci ai tuoi fedeli chi ha peccato ma ha cambiato mente.
- Unisci i tuoi fedeli ai tuoi martiri.
- Rendici simili agli angeli qui presenti.
- Nella grazia accogli noi indegni che ti prestiamo questo servizio.
- Pregate per i carcerati.
il sacerdote:
Ricordati, Signore, della mia misera anima infelice, della mia umiliazione, e perdona ogni mia colpa: dove è
abbondante il peccato, sovrabbondi la tua grazia, perché
il tuo popolo, la tua Chiesa, ti supplica e per te, e con te, al Padre grida: Pietà di noi, Dio, salvatore nostro!
il popolo:
Pietà di noi, Dio, salvatore nostro! (3v)
il sacerdote:
Ricordati, Signore, del clima e dei frutti della terra. Ricordati, Signore, d’un misurato scorrere delle acque.
Ricordati, Signore, degli uccelli e delle sementi. Fai gioire ancora e rinnova la faccia della terra, irriga i suoi
solchi, aumentane i frutti, assisti la semina e il raccolto, e ora benedici chi ti benedice: governa tu la nostra
vita. Benedici la corona dell’anno della tua bontà, per i poveri del tuo popolo, per la vedova, l’orfano, lo
straniero e l’ospite, e per noi tutti che speriamo in te e invochiamo il tuo nome santo. Gli occhi di tutti da
sperano, e tu dai loro il loro nutrimento a tempo opportuno. Agisci con noi secondo la tua bontà, tu che
sostenti ogni essere. Riempi il nostro cuore di gioia e letizia affinché tutti, avendo sempre tutto il
necessario, possiamo abbondare di tutte le buone opere, per compiere il tuo santo volere.
il popolo:
Kyrie, eleison!
il diacono:
Dona al tuo popolo nella concordia, stabilità al mondo e serenità al clima.
il popolo:
Kyrie, eleison! (ogni volta)
- Dai salvezza ai malati, sollievo a chi ti invoca, il ritorno agli esuli.
- Aiuta gli orfani, proteggi le vedove, dai ogni bene agli afflitti.
- Frena i ribelli, rialza i caduti, custodisci gli indifesi,
- Accogli la testimonianza degli anziani; chi è caduto riunisci ai tuoi fedeli; ricordati dei dormienti.
- Annovera i tuoi fedeli tra i tuoi martiri.
il sacerdote:
Ricordati, Signore, di questa città e di chi vi abita con fede ortodossa, di ogni città e paese, e del mondo
intero. Liberaci da fame, peste, terremoto, alluvione, siccità, fuoco, invasione di barbari, guerre interne,
invasioni di popoli e assalti di eretici. Ricordati, Signore, dei venerandi nostri padri che ci hanno preceduto, i
vescovi ortodossi, e di tutti i santi padri, patriarchi, apostoli, profeti, predicatori, evangelisti, martiri e
confessori che in ogni tempo a te sono stati graditi, e di ogni spirito giusto che è giunto a compimento nella
fede di Cristo;
soprattutto ricordati della tutta santa, gloriosa, purissima, benedetta Signora nostra, Madre di Dio e
sempre vergine Maria;
il popolo:
Madre di Dio vergine, gioisci, Maria, piena di grazia: il Signore è con te: benedetta tu tra le donne, e
benedetto il frutto del tuo seno, perché hai generato il Salvatore delle anime nostre.
mentre il diacono legge i dittici, il sacerdote continua:
del santo, glorioso profeta, precursore e martire Giovanni, di san N. e di tutto il coro dei tuoi santi: per le
loro preghiere e suppliche abbi di noi misericordia e salvaci, poiché su di noi è stato invocato il tuo nome
santo. Ricordati, Signore, dei nostri padri e fratelli che prima di noi si sono addormentati nella fede
ortodossa, e fa’ riposare le loro anime tra i santi e i giusti. Radunali e pascili nel luogo verdeggiante, alle
acque di ristoro, nel paradiso della delizia, insieme a chi ora ricordiamo per nome.
Ricordati, Signore, di chi abbiamo ricordato e di chi ci siamo dimenticato, credenti e ortodossi: insieme a
loro, ricordati anche di noi, qual Dio buono e amico degli uomini.
il popolo:
Rimetti, perdona, condona!
il sacerdote:
Tu infatti sei il nostro Dio misericordioso, e non vuoi la morte del peccatore, ma che si converta e viva. Con
la tua salvezza visitaci, o Dio; agisci con longanimità verso di noi, tu che compi più di quanto possiamo
chiedere o immaginare, perché in questo e in tutto sia glorificato, esaltato, lodato, benedetto, santificato il
santo, magnifico e benedetto tuo nome, con il Padre e il santo Spirito.
il popolo:
Così era; così è; così sia!
il diacono:
Diaconi, venite.
il popolo:
Pace † a tutti.
il popolo:
e al tuo spirito.
il sacerdote:
Cristo Gesù, nome di salvezza, tu hai istituito questi divini, immacolati, celesti misteri e li hai ordinati con le
tue invisibili Potenze; tu hai stabilito i sacerdoti nel loro grado per il tuo servizio, per presentarsi a te e
presiedere al popolo con cuore puro. Tu un tempo hai benedetto: anche ora benedici. Tu un tempo hai
santificato: anche ora santifica. Tu un tempo hai spezzato: anche ora spartisci. Tu un tempo hai dato ai tuoi
discepoli: anche ora, Sovrano, da’ a noi e a tutto il tuo popolo, amico degli uomini onnipotente, Signore Dio
nostro.
il diacono:
Pregate!
il popolo:
Kyrie, elèison.
il sacerdote:
Pace † a tutti.
il popolo:
e al tuo spirito.
il sacerdote:
Benedetto sei tu, Cristo Dio onnipotente, redentore della tua Chiesa, conosciuto come Logos e contemplato
come uomo. Con la tua ineffabile incarnazione hai preparato per noi un pane sovraceleste: questo tuo
corpo, che per tutti hai stabilito come sacramento. Dalla vera vite, il tuo divino e immacolato fianco, hai
mescolato per noi questo calice, dopo aver consegnato il tuo spirito, versandovi sangue e acqua per la
santificazione di tutto il mondo. Signore buono, prendi come tuo possesso noi indegni tuoi servi; fa’ di noi il
popolo eletto, regno di sacerdoti, nazione santa. Consacra anche noi, o Dio, come hai consacrato questi
santi doni qui deposti, trasformandoli da materiali in mistero invisibile che tu hai disposto nella tua
provvidenza, Signore Dio, Salvatore nostro Gesù Cristo. Tu, Signore, nella tua grande misericordia, ci hai
fatti tuoi figli ed eredi per mezzo del battesimo, e ci hai insegnato a pregare grazie all’arcana preghiera che
hai innalzato al tuo Padre immacolato. Anche ora, Sovrano Signore, rendici degni che, con mente santificata
e intelletto buono come sempre conviene, con cuore ardente e ferma fiducia, osiamo rivolgerci a te,
chiamandoti Padre:
il popolo:
Padre nostro...
il sacerdote:
Poiché tuo è il regno, la potenza e la gloria, nei secoli.
il popolo:
Amin.
il sacerdote:
Sì, Signore! Signore, tu ci hai dato il potere di calpestare serpenti, scorpioni e ogni altra potenza del nemico:
abbatti e metti subito sotto i nostri piedi la testa dei nemici, con tutti i malvagi progetti che architettano
contro di noi, poiché tu sei il Re e il Salvatore di tutti, Cristo Dio, e noi a te in ogni giorno rendiamo gloria,
azioni di grazie e adorazione, insieme al tuo eterno Padre e al Santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei
secoli.
il popolo:
Amin.
il diacono:
Chinate il vostro capo al Signore.
il popolo:
A te, Signore.
il sacerdote:
Tu hai piegato il cielo e sei sceso sulla terra per salvare la stirpe degli uomini; con la tua grazia hai effuso
ogni gioia; tu compi più di quanto possiamo chiedere o immaginare; o buono e amico degli uomini, stendi la
tua mano invisibile, benedetta, colma di misericordia e bontà, e benedicendo benedici i tuoi servi; purificali
da ogni macchia del corpo e dello spirito; rendici partecipi della tua grazia e a lei aggregati, affinché
innalzandoti suppliche nella tua santità e giustizia, possiamo degnamente ricevere i beni del tuo
immacolato corpo e del prezioso sangue, qui posti innanzi a noi, poiché tu sei benedetto e glorificato, e a te
spetta ogni gloria, l’onore e il potere, insieme al tuo Padre divino e al tuo santo Spirito, ora e sempre e nei
secoli dei secoli.
il popolo:
Amin.
il diacono:
Attenti a Dio, con timore.
il sacerdote:
Pace † a tutti.
il popolo:
e al tuo spirito.
il sacerdote:
Agnello di Dio, tu hai preso su di te il peccato del mondo; hai effuso il tuo purissimo sangue per la vita del
mondo; hai consegnato te stesso come riscatto, come baratto, per redimerci dalla morte sotto la quale
eravamo, ridotti sotto il peccato. Tu compi i desideri di chi ti teme; tu ascolti le loro suppliche; tu li salvi. Tu
ascoltasti il giusto Giobbe che si levò al mattino e ti presentò un sacrificio per i figli suoi amati, e disse: Non
pensino i miei figli il male nel loro cuore innanzi al Signore. Ora ascolta me, misero peccatore e infedele tuo
servo, perché prego per i tuoi figli, i miei padri e fratelli, e per la mia miseria. In questa ora volgiti a noi con
volto benevolo e sguardo sereno; rimetti a noi ogni mancanza, ogni trasgressione, ogni violazione della
legge e dei tuoi comandamenti e qualsiasi pensiero, ricordo, azione o moto turbi e domini l’anima. Rendici
immuni da pensieri cattivi, sterili azioni, giudizi avventati che inquinano la purezza dell’anima. Facci grazia
d’avere coscienza del peccati, per tenerci del tutto lontani da esso; donaci la purezza della conversione e
del ritorno a te. Tu, Sovrano Signore, volontariamente hai impoverito te stesso, incarnandoti per la salvezza
della nostra stirpe; stendendo le tue divine braccia sulla croce, hai strappato l’atto scritto della nostra
condanna. Risparmia tutti noi, Sovrano amico di tutti, perché tutto a te presta servizio; da te noi abbiamo
iniziato a esistere e vana è l’opera delle nostre mani. Noi esaltiamo il tuo regno e inneggiamo a te, Cristo
Dio nostro. Riempici del tuo timore; indirizzaci al tuo buon volere;
perché tu sei il nostro Dio e a te spetta gloria, onore e adorazione, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
il popolo:
Amin.
il sacerdote:
Pace † a tutti.
il popolo:
e al tuo spirito.
il sacerdote prende i doni, dicendo:
Il corpo e il sangue!
il diacono:
Con timore di Dio, stiamo attenti.
il sacerdote innalza i doni, dicendo:
Le cose sante, ai santi!
il popolo:
Kyrie, elèison! Uno è il Padre santo; Uno è il Figlio santo, nello Spirito Santo. Amin.
il sacerdote:
Il Signore sia con tutti voi.
il popolo:
e con il tuo spirito.
il sacerdote spezza il pane in quattro parti, dicendo:
E’ il vero corpo santo di Gesù Cristo, Figlio di Dio.
il popolo:
Amin.
il sacerdote intinge una parte del pane nel calice, dicendo:
E’ il vero corpo santo e sangue prezioso di Gesù Cristo, Figlio di Dio.
il popolo:
Amin.
il sacerdote con quella parte bagna le altre, e poi la immette nel calice, dicendo:
Questo è il vero corpo e sangue dell’Emmanuele Dio nostro.
il popolo:
Amin.
il diacono infonde l’acqua bollente nel calice, dicendo:
Tutti insieme, diaconi, entrate con devozione.
il sacerdote:
Credo; credo; credo e confesso sino all’ultimo respiro che questa è la carne che tu, Cristo Dio nostro, hai
preso dalla santa signora nostra, Madre di Dio e sempre vergine Maria; alla tua divinità l’hai perfettamente
unita, non mescolata, sminuita o mutata. Sotto Ponzio Pilato hai testimoniato la bella testimonianza,
consegnandola per noi tutti, sollevandola volontariamente sul legno della tua croce santa. Credo
fermamente che la tua divinità non si è mai separata dalla tua umanità, neppure in minima parte, neppure
per un battito d’occhio: tu l’hai data a noi come redenzione, remissione dei peccati, vita eterna di chi la
riceve. Credo che questa è la verità.
il popolo:
Amin.
il diacono:
In pace e amore preghiamo.
il popolo:
Kyrie, eleison.
il sacerdote:
Incomprensibile Dio, incircoscritto Logos eterno, ricevi dalle indegne labbra di noi peccatori l’inno insieme
alle superne Potenze, poiché a te spetta ogni gloria, onore e adorazione, per tutti i secoli dei secoli.
il popolo:
Amin.
il diacono:
Con timore di Dio, avvicinatevi.
il sacerdote, il clero e il popolo comunicano ai Doni, mentre si canta l’Alliluia:
Lodate Dio nei suoi santi, lodatelo nel firmamento della sua potenza.
Lodatelo per le sue opere potenti, lodatelo secondo l’immensità della sua grandezza.
Lodatelo al suono della tromba, lodatelo con l’arpa e la cetra.
Lodatelo col timpano e con la danza, lodatelo sulle corde e sul flauto.
Lodatelo con cembali armoniosi, lodatelo con cembali di acclamazione.
Ogni spirito lodi il Signore.
finita la comunione, il diacono:
Diaconi, andate insieme, con devozione. In piedi; preghiamo.
il popolo:
Kyrie, elèison.
il sacerdote:
Pace † a tutti.
il popolo:
e al tuo spirito.
il diacono:
Preghiamo.
il popolo:
Kyrie, elèison.
il sacerdote:
Ti rendiamo grazie, vero Logos di Dio, della stessa sostanza del Padre senza principio, perché ci hai tanto
amato da consegnare te stesso per noi e da te stesso offrirti in sacrificio. Ci hai rallegrato con la redenzione
nel tuo corpo immacolato e nel tuo sangue prezioso, dei quali ora ci hai fatti degni per trarne da loro azione
di grazie. Perciò ora confessiamo a te, buon amico dell’uomo, e a te gloria, onore e adorazione incessante
innalziamo, insieme al tuo Padre senza principio e al tuo santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
il popolo:
Amin.
il diacono:
Chinate il vostro capo al Signore.
il popolo:
A te, Signore.
il sacerdote:
Cristo Dio nostro, tu sei colui che è, tu eri dall’eternità, e tu verrai nel mondo per illuminarlo. Ti sei
incarnato, fatto uomo e sei stato crocifisso per noi; volontariamente hai patito nella carne e divinamente
sei rimasto impassibile; sei stato sepolto e sei risorto al terzo giorno; sei salito al cielo e ti sei assiso alla
destra della magnificenza della gloria del Padre; tu hai inviato il divino, santo, consostanziale, pari nell’agire,
pari nella gloria, coeterno Spirito sui tuoi santi discepoli e apostoli: per mezzo suo li hai illuminati, e tramite
loro hai illuminato il mondo intero. Per le suppliche degli esseri viventi dai quattro aspetti; degli angeli; dei
ventiquattro vegliardi; del santo, glorioso profeta, precursore e martire Giovanni il battista; dei divini, sacri
e gloriosi apostoli; dei profeti che hanno lottato, degli splendidi martiri e di tutti i santi: salva, abbi pietà e
benedici tutti i cristiani. A te sia la gloria, l’onore, l’adorazione, insieme al tuo Padre senza principio e al
santo Spirito; ora e sempre e nei secoli dei secoli.
il popolo:
Amin.
il diacono:
E’ stata portata a termine la divina Liturgia; andate in pace.
il popolo:
Amin!
Divina Liturgia
del santo apostolo ed evangelista Marco
Sembra certo che questa Liturgia, arcaica, di “tipo alessandrino”, sia stata praticata dai Romano - ortodossi
dell’Italia Meridionale: molto intensi furono infatti i rapporti tra Alessandria e Calabria o Sicilia: sin dai
tempi del siculo Panteno che proprio in Alessandria fondò la prima Accademia teologica (II secolo), al VI
secolo (con il patriarca Apollinare che sembra in rapporti con san Filippo il Cacciaspiriti), al VII secolo (con il
patriarca Agatone impegnato nel riscatto dei siciliani fatti prigionieri dagli Arabi), al IX secolo (con sant’Elia
di Enna), ecc. Essendo tuttavia limitato il numero dei manoscritti, ma soprattutto essendosi interrotta la
tradizione, non si può essere certi delle rubriche, né che siano attestati qui tutti i canti che forse
accompagnavano la celebrazione, né del preciso formulario delle invocazioni diaconali (che qui sembrano
formulate più che altro come promemoria). Per comprendere l’importanza d’un uso continuato, si consideri
che Liturgie del Crisostomo stampate solo cento anni fa, hanno poche pagine rispetto a quelle stampate al
giorno d’oggi, perché non si sentiva ancora la necessità delle tante rubriche che, per esempio, sono
presenti nell’ultima edizione 2002 della Apostoliki Dhiakonia (dove peraltro non è che sia indicato proprio
tutto!).
Il sacerdote prepara i santi Doni al tavolo della Preposizione, quindi si prostra davanti all’altare, lo bacia, e
saluta il popolo:
Pace † a tutti.
Il popolo risponde:
E con il tuo spirito.
Il diacono:
Pregate.
Il popolo, più volte:
Kyrie, elèison.
mentre il sacerdote dice:
Ti ringraziamo Signore Dio nostro, Padre del nostro Signore Dio e Salvatore Gesù Cristo, e ancor più ti
ringraziamo di tutto, per tutto e in tutto: perché ci hai protetti, aiutati e soccorsi; hai fatto trascorrere il
tempo della nostra vita e ci hai condotti fino a questa ora e ci hai resi degni di stare di nuovo alla tua
presenza, nel tuo luogo santo, mentre chiediamo il perdono per i nostri peccati e l’espiazione per tutto il
tuo popolo. Ti preghiamo e ti supplichiamo: concedici di portare a termine questo santo giorno e l’intera
durata della nostra vita senza peccato, sempre con gioia, salute, salvezza e ogni santificazione, nel tuo
timore. Scaccia da noi e dalla tua santa Chiesa cattolica e apostolica ogni invidia, paura e tentazione, ogni
opera diabolica e ogni insidia di uomini malvagi, Concedi a noi le cose buone e utili; se abbiamo peccato con
parole, opere o pensieri, tu che sei buono e amico dagli uomini, degnati di non guardare, e non
abbandonare noi che speriamo in te; non indurci in tentazione, ma liberaci dal maligno e dalle sue opere,
per la grazia, la misericordia e l’amore per gli uomini del tuo unigenito figlio: per lui e con lui a te siano rese
gloria e potenza, nel santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Il popolo:
Amin.
Il sacerdote:
Pace † a tutti.
Il popolo:
E con il tuo spirito.
Il diacono:
State attenti alla preghiera.
Il popolo, più volte:
Kyrie, elèison.
e mentre il diacono incensa, il sacerdote prega:
Signore Dio nostro, tu hai scelto i dodici apostoli come un risplendente luminare di dodici lampade e li hai
inviati nel mondo intero per predicare e insegnare il Vangelo del tuo regno, e guarire ogni malattia e
infermità nel popolo. Tu hai mandato il tuo soffio su di loro, dicendo: Ricevete lo Spirito Santo Paraclito; a
chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi li riterrete, saranno ritenuti. Anche su di noi, tuoi servi che
stiamo presso il tuo santo altare, all’ingresso di questo divino ministero, manda lo spirito di compunzione.
Liberaci, Signore, da ogni imprecazione, maledizione, da ogni sentenza o vincolo di scomunica e da parte
avversaria; purifica le nostre labbra e il nostro cuore da ogni macchia e da ogni debolezza, affinché con
cuore puro e pura coscienza ti offriamo questo incenso in odore di soavità e per la remissione dei peccati
nostri e di tutto il tuo popolo,
per la grazia, la misericordia e l’amore per gli uomini del tuo Figlio unigenito, per il quale e con il quale a te,
insieme al tutto santo, buono e vivificante tuo Spirito, ogni gloria e dominio, ora e sempre e nei secoli dei
secoli.
Il popolo:
Amin.
Il sacerdote da’ il vangelo al diacono e si fa l’Ingresso, mentre tutti cantano:
Unigenito Figlio e Logos di Dio, tu che sei immortale, per la nostra salvezza hai voluto incarnarti dalla santa
Madre di Dio e sempre vergine Maria; senza mutare ti sei fatto uomo, Cristo Dio e, crocifisso, hai calpestato
la morte con la morte. Tu sei uno della santa Trinità, glorificato con il Padre e il Santo Spirito: salvaci!
Intronizzato il vangelo all’ambone e incensato, il sacerdote dice:
Pace † a tutti.
Il popolo:
E con il tuo spirito.
Il diacono:
State attenti alla preghiera.
Il popolo, più volte:
Kyrie, elèison.
mentre il sacerdote prega:
Sovrano Signore, Gesù Cristo, Logos coeterno al Padre, divenuto in tutto simile a noi, tranne il peccato; per
la salvezza del genere umano hai inviato i tuoi santi discepoli e apostoli a predicare e insegnare il Vangelo
del tuo Regno e guarire ogni malattia e infermità nel popolo. Ora, Sovrano, manda la tua luce e la tua verità
e illumina gli occhi della nostra mente, per comprendere la tua parola divina, e rendici capaci di ascoltarla,
per non esserne solo ascoltatori ma capaci di metterla in pratica e portare frutti buoni e abbondanti (chi
trenta, chi sessanta, chi cento), affinché siamo resi degni del regno dei cieli. Presto ci vengano incontro le
tue misericordie, Signore,
poiché tu sei il lieto annuncio, il salvatore e il custode delle anime nostre e dei nostri corpi, Signore Dio
nostro, e noi rendiamo gloria e azione di grazie con l’inno trisaghio a te, Padre, Figlio e Santo Spirito Santo,
ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Il popolo:
Amin.
Santo Dio, santo forte, santo immortale, abbi di noi pietà. (3v)
Il sacerdote:
Pace † a tutti.
Il popolo:
E al tuo spirito tuo.
Il diacono:
Stiamo attenti
Il lettore legge l’Apostolo. Al termine si canta Alliluia! (3v) mentre il diacono incensa il vangelo.
Il diacono:
In piedi, ascoltiamo il santo vangelo.
Il sacerdote:
Pace † a tutti.
Il popolo:
E al tuo spirito tuo.
Dopo il vangelo e l’omelia il diacono dice:
State attenti alla preghiera.
Il popolo, ogni volta:
Kyrie, elèison.
- Pregate per i vivi, pregate per i malati, pregate per gli emigrati, pregate.
- Per la serenità del clima e i frutti della terra, per un giusto afflusso dell’acqua dei fiumi, per piogge
benefiche e per la semenza della terra, pregate.
- Per la salute degli uomini e delle bestie, per la salvezza del mondo e di questa città, pregate.
Per la nostra Nazione, il Governo e l’Esercito, pregate.
- Pregate per i prigionieri, pregate per i defunti; pregate per il sacrificio che stiamo per offrire, pregate per i
tribolati, pregate per i catecumeni, pregate.
- Pregate per la pace dell’una, santa, cattolica, apostolica e ortodossa Chiesa di Dio, pregate.
- Pregate per iI nostro vescovo N. e per tutti i nostri vescovi ortodossi, pregate.
- Pregate per questa dimora e per quelli che vi sono radunati, pregate.
Intanto il sacerdote prega:
Sovrano, Signore onnipotente, guarda dal cielo sulla tua Chiesa e su tutto il tuo gregge, il tuo popolo; salva
tutti noi, indegni tuoi servi e pecorelle del tuo gregge; donaci la tua pace, il tuo amore, il tuo aiuto, e manda
su di noi il dono del tuo santissimo Spirito, affinché con cuore puro e retta coscienza possiamo salutarci gli
uni gli altri con un santo abbraccio, senza ipocrisia, senza dare in cuore preferenza al nemico, ma in modo
puro e immacolato, in unità di spirito, nel vincolo della pace e dell’amore, in un corpo solo, in un solo spirito
e in una sola fede, come una sola è la speranza alla quale siamo chiamati, affinché possiamo giungere tutti
al divino e immenso amore in Gesù Cristo, nostro Signore,
per la grazia, la misericordia e l’amore per gli uomini del tuo unigenito Figlio, con il quale sei benedetto
insieme al santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Il popolo:
Amin.
Il sacerdote:
Pace † a tutti.
Il popolo:
E al tuo spirito.
Il diacono:
Nessun catecumeno, chi non è stato iniziato, chi non può pregare con noi rimanga qui. State attenti a
vicenda. Le porte! Salutatevi l’un l’altro con un santo abbraccio.
Il popolo canta
Stia muto ogni mortale e stia con timore e spavento e nulla pensi di terreno, perché il Re dei re e il Signore
dei signori avanza per essere sacrificato e dato in cibo ai credenti.
Lo precedono i cori degli angeli con ogni principato e potestà, i cherubini dai molti occhi e i serafini dalle sei
ali che nascondono il volto e gridano: Alleluia!
Intanto il sacerdote incensa, poi si reca con il diacono alla Protesi e, inchinato, prega sottovoce:
Sovrano Signore, Gesù Cristo, Logos di uguale potenza al Padre senza principio allo Spirito, Grande
Sacerdote, tu sei il pane disceso dal cielo: hai rialzato dalla corruzione la nostra vita e ti sei offerto come
agnello immacolato per la vita del mondo. Noi ti preghiamo e ti supplichiamo, Signore amico degli uomini:
guarda su questo pane e su questo calice che la santissima mensa accoglie, tramite il ministero degli angeli,
l’assistenza degli arcangeli e il sacro sacerdotale, per la tua gloria e il rinnovamento delle nostre anime. Per
la grazia, la misericordia e l’amore per gli uomini del tuo unigenito Figlio, insieme al santissimo, buono e
vivificante tuo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amin.
Il sacerdote e il diacono trasportano in silenzio i doni e, finito il canto, il diacono dice:
Con sapienza di Dio stiamo attenti!
e il popolo insieme al clero:
Credo in un solo Dio...
Il sacerdote si volge verso il popolo e benedice:
Il Signore sia con † voi.
il popolo:
e con il tuo spirito.
il sacerdote:
Innalziamo la mente e il cuore.
il popolo:
Sono rivolti al Signore.
il sacerdote:
Rendiamo grazie al Signore.
il popolo:
E’ cosa buona e giusta.
Si chiudono le tende, e il sacerdote sottovoce dice:
E’ veramente degno e giusto, nostro dovere e utile alle anime nostre, rendere lode a te, unico vero
Sovrano, Signore Dio, Padre onnipotente, inneggiare a te, renderti grazie, proclamare i tuoi prodigi, notte e
giorno, con bocca che non si stanca, con labbra che non sanno tacere, con un cuore che non si appaga. Tu
hai creato il cielo e tutto ciò che si trova nel cielo, la terra e quanto si trova sulla terra, i mari, le sorgenti, i
fiumi, i laghi e quanto si trova in essi. Tu hai creato l’uomo a tua immagine e somiglianza e l’hai messo in
possesso del paradiso delle delizie. Quando egli ha disubbidito alla tua volontà, tu non lo hai disprezzato, o
Buono, non l’hai abbandonato, ma lo hai richiamato con la Legge, lo hai istruito per mezzo dei profeti, e
infine lo hai riplasmato con questo tremendo, vivificante e celeste mistero, per mezzo della tua Sapienza, la
vera luce, l’unigenito Figlio, Dio nostro Signore, Dio e Salvatore Gesù Cristo. Per mezzo suo rendiamo grazie
a te, assieme a lui e allo Spirito Santo, e offriamo questo culto spirituale e incruento. Te lo offrono, Signore,
tutti i popoli, dall’oriente all’occidente, dal settentrione al mezzogiorno, perché grande è il tuo nome tra
tutto le genti e in ogni luogo si offrono al tuo nome incenso, sacrificio puro e offerte. Noi ti preghiamo e ti
supplichiamo, o Buono amico dagli uomini: ricordati della santa Chiesa, una, cattolica e apostolica, diffusa
da un confine all’altro della terra; di tutti i popoli e del tuo gregge. Accorda a tutti i cuori la pace che viene
dall’alto e donaci anche la grazia e la pace nel corso di questa vita. Regola nella pace la nostra Nazione, il
Governo, l’Esercito, chi ci sta accanto e ogni nostra azione. Re della pace, da’ a noi la tua pace; sii nostro
padrone nella concordia e nella carità: noi non conosciamo altro Dio al di fuori di te, il tuo nome
invochiamo. Da’ vita alle nostre anime, perché su di noi e su tutto il tuo popolo non prevalga la morte del
peccato. Nella tua misericordia e compassione visita e guarisci i nostri malati, allontana da loro e da noi
ogni morbo, malattia o debolezza. Fa’ alzare dal letto chi vi giace ormai da tempo e guarisci chi è
tormentato da impuri spiriti. Abbi pietà e libera tutti i carcerati, i condannati ai lavori forzati, gli esiliati, gli
imputati e tutti quelli che sono afflitti da amara servitù o debiti. Tu infatti sei il nostro Dio; tu che spezzi le
catene, rialzi gli abbattuti, speranza dei disperati, aiuto degli abbandonati, risurrezione dei caduti, porto dei
naufraghi, vendicatore dei perseguitati. A tutti i cristiani afflitti e tribolati concedi misericordia, remissione
e sollievo. Medico delle anime e dei corpi nostri, cura le nostre malattie dell’anima e le informità corporali;
tu che vegli sull’umanità,visitaci e guariscici per l’opera della tua redenzione. Guida in ogni viaggio per
mare, sui fiumi, per terra, i nostri fratelli che stanno per partire o che sono già in viaggio; guidali a
destinazione sicura, fatti loro compagno di viaggio a fa’ che possano tornare ai loro cari con gioia e anche
essi pieni di salute. Conserva anche il cammino di questa nostra vita tranquillo e immune di ogni danno.
Invia una pioggia benefica dove ne manca e ne è bisogno: rallegra e rinnova la faccia della terra con la sua
caduta, affinché il suo scroscio rallegri ogni germe. Alza il livello dei fiumi sino a giusta misura, rinnova e
rallegra con il loro scorrere la faccia della terra e irrigane i solchi, moltiplica i germogli. Benedici, Signore, i
frutti della terra; conservali sani e intatti, siano anche per noi sementi ricchi di raccolto. Benedici, Signore,
l’arco dell’anno nella tua bontà, per i poveri del tuo popolo, per la vedova e l’orfano, per gli stranieri e gli
emigranti, per noi tutti che speriamo in te e invochiamo il tuo santo nome. Gli occhi di tutti sono rivolti
verso di te e tu dai loro il cibo a suo tempo. Tu che nutri ogni vivente, riempi di gioia e allegria i nostri cuori
in modo che, non mancando mai del necessario, possiamo abbondare in opere buone, in Cristo Gesù,
nostro Signore. Re dei re, Signore dei signori, concedi ai nostri governanti cui hai affidato di reggere la terra,
un governo pacifico, coraggioso e giusto; ispira nei loro cuori il bene per la tua santa Chiesa cattolica e
apostolica e per tutto il popolo cristiano, affinché noi pure, in questa loro pace, trascorriamo piamente e
degnamente una vita quieta e tranquilla. Dona riposo alle anime dei nostri padri e fratelli che si sono
addormentati nella fede di Cristo, Signore Dio nostro, memore di coloro che ci hanno preceduto da secoli:
progenitori, padri, patriarchi, profeti, apostoli, martiri, confessori, vescovi, santi giusti, e ogni anima giusta
che ha perseverato.
In modo particolare della tutta santa, purissima, più che benedetta, gloriosa Signora nostra e sempre
vergine Maria.
Il popolo canta:
Ave, o piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno,
perché hai partorito il Salvatore delle anime nostre.
e mente il diacono legge l’elenco dei defunti, il sacerdote continua:
Sovrano Signore, Dio nostro, concedi riposo a tutti questi defunti nelle tende dei tuoi santi, nel tuo regno, e
largisci loro i beni da te promessi, che occhio non ha mai visto, né orecchio mai sentito e in cuor d’uomo
non sono mai entrati e che tu, o Dio, hai preparato per chi ama il tuo santo nome. Dona riposo alle loro
anime, rendile degne del regno dei cieli, concedi a noi una morte cristiana benaccetta, senza peccato, e una
parte di eredità assieme a tutti i tuoi santi. Accetta, o Dio, sul tuo santo altare, sovraceleste e spirituale,
nell’alto dei cieli, per la mano del tuo santo arcangelo, le azioni di grazie, le offerte e i sacrifici di chi ti offre
molto o poco, di nascosto o in pubblico, ma anche di chi vorrebbe, ma non possiede, e di chi oggi ha
portato la sua offerta, come hai accettato i doni di Abele il giusto, il sacrificio di Abramo nostro padre,
l’incenso di Zaccaria, l’elemosina di Cornelio e le due monetine della vedova. Accetta ciò che ti offrono in
azione di grazie: essi ti offrono beni terreni: da’ loro beni celesti; essi ti offrono cose che si consumano: da’
loro beni eterni. Conserva il nostro santo vescovo N. che hai destinato a reggere la tua santa Chiesa
cattolica e apostolica: conservalo in pace per molti anni perché possa esercitare il santo sacerdozio che gli
hai affidato secondo la tua santa e beata volontà, dispensando con ortodossia la tua parola di verità.
Ricordati di tutti gli ortodossi vescovi, sacerdoti, diaconi, ipodiaconi, lettori, cantori, monaci, monache,
vedove e laici. Ricordati dalla pace e della sicurezza di Gerusalemme, la santa città di Gesù Cristo nostro
Dio, della capitale, di questa città, di ogni città e paese, e di chi vi abita con ortodossa fede cristiana.
Ricordati, Signore, di ogni anima afflitta e tribolata che invoca l’aiuto e la misericordia divina, e riporta sulla
retta via gli erranti. Ricordati, Signore, dei nostri fratelli in prigionia e concedi loro di aver la compassione di
chi li tiene in prigione. Ricordati, Signore, nella tua misericordia e compassione, di noi tutti, peccatori e
indegni tuoi servi e cancella i nostri peccati, o Dio buono e amico degli uomini. Ricordati anche di me,
misero peccatore e indegno tuo servo e cancella i miei peccati, o Dio buono e amico degli uomini e sii
presente in mezzo a noi che in questa liturgia celebriamo il tuo santo nome, e benedici le nostre assemblee.
Estirpa dal mondo le radici dell’idolatria; poni sotto i nostri piedi Satana con le sue azioni e malvagità,
umilia ancor oggi, Signore, come hai fatto un tempo, i nemici della tua Chiesa, rivela la loro superbia e fa’
loro presto capire la loro debolezza: rendi inutili le insidie, gli artifizi e le astuzie con le quali ci tentano.
Svegliati, Signore: siano sconfitti e fuggano i tuoi nemici che odiano il tuo santo nome; invece, al tuo popolo
fedele che compie la tua volontà, da’ mille migliaia e diecimila migliaia di benedizioni. Libera i carcerati, da’
sollievo agli oppressi, sazia gli affamati, consola gli scoraggiati, riconduci gli erranti, illumina chi giace nelle
tenebre, rialza i caduti, sostieni i vacillanti, sana i malati, o Buono, e dirigi tutti sulla strada della salvezza,
radunali nel tuo santo ovile e liberaci dalla nostra sregolatezza, tu che sei nostro protettore e difensore in
tutto. Tu sei sopra ogni autorità e potenza, ogni Principato e Dominazione; sopra ogni nome che possa
esistere non solo in questo mondo ma anche in quello futuro. Innanzi a te stanno centinaia e centinaia e
infinite migliaia di santi angeli e le schiere degli arcangeli; davanti a te stanno i due venerabili esseri viventi,
i cherubini dai molti occhi e i serafini dalle sei ali: con due si coprono il volto, con due i piedi, con due
volano; gridano l’un l’altro con voce incessante inni divini che non tacciono mai, e cantano, acclamano,
glorificano e gridano il tre volte santo inno della vittoria alla tua magnifica gloria. Tutti proclamano la tua
santità: ricevi anche la nostra santificazione, che uniti a loro cantiamo e diciamo:
tutti cantano:
Santo, santo, santo, …
Il sacerdote continua:
Il cielo e la terra sono veramente pieni della tua gloria per la manifestazione del Signore Dio e Salvatore
nostro Gesù Cristo. Fa’, o Dio, che anche questo sacrificio sia pieno della tua benedizione, mediante la
venuta del tuo Spirito tutto santo. Infatti, lo stesso Signore Gesù Cristo, nostro Dio e grande re, nella notte
in cui si offrì per i nostri peccati e si sottopose alla morte corporea, mentre era a tavola con in santi
discepoli e apostoli, prese il pane nelle sue mani sante, pure e immacolate, alzò gli occhi al cielo a te, Padre
suo, Dio nostro e Dio dell’universo, rese grazie, lo benedisse, lo santificò, lo spezzò, lo distribuì ai suoi santi
e beati discepoli e apostoli, dicendo:
prendete e mangiate; questo è il mio corpo che per voi è spezzato e distribuito in remissione dei peccati.
Tutti:
Amin.
Il sacerdote:
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice; lo riempì di vino mescolato con acqua, alzò gli occhi al
cielo, a te, Padre suo e Dio nostro, Dio dell’universo, rese grazie, lo benedisse, lo santificò, lo colmò dello
Spirito Santo, lo distribuì ai suoi santi e beati discepoli e apostoli, dicendo:
bevetene tutti; questo è il mio sangue, della nuova alleanza, che è sparso per voi e per molti, e distribuito in
remissione dei peccati.
Tutti:
Amin.
Il sacerdote:
Fate questo in memoria di me: ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete a questo calice, voi
annunciate la mia morte e proclamate la mia risurrezione e ascensione, fino al mio ritorno.
il popolo:
Annunziamo la tua morte, Signore; proclamiamo la tua risurrezione e ascensione!
Il sacerdote continua:
Signore Dio onnipotente, re celeste, noi annunciamo la morte del tuo unigenito Figlio, Dio e Salvatore
nostro Gesù Cristo; proclamiamo la sua beata risurrezione dai morti al terzo giorno; proclamiamo la sua
ascensione nei cieli e la sua presenza alla tua destra, Dio Padre, e attendiamo la sua seconda, temibile,
tremenda venuta, quando verrà a giudicare con giustizia vivi e morti, e rendere a ciascuno secondo le sue
opere.
Il popolo:
Risparmiaci, Signore Dio nostro, secondo la tua misericordia e non secondo i nostri peccati!
Il sacerdote:
Gli stessi doni da te ricevuti ti presentiamo, e ti preghiamo, e ti supplichiamo, o Buono amico degli uomini:
manda dall’alto della tua santità, dalla tua dimora gloriosamente preparata, dal tuo seno infinito, il
Paraclito, lo Spirito di verità, il Santo, lo Spirito del Signore, il Vivificante. Egli ha parlato nella Legge, nei
profeti e negli apostoli; è ovunque presente e tutto riempie; da se stesso, non come ministro, compie la
santificazione secondo il suo beneplacito; è semplice per natura, multiforme nelle sue operazioni, sorgente
dei doni divini, consustanziale a te; da te procede e con te siede sul trono del tuo regno, insieme al tuo
Figlio unigenito, nostro Signore Dio e Salvatore Gesù Cristo. Volgi dunque lo sguardo sopra di noi e manda
su questo pane e su questo calice il tuo santo Spirito: li santifichi e li consacri in quanto Dio onnipotente,
e faccia di questo pane il corpo
Tutti:
Amin
Il sacerdote:
e di questo calice il sangue della nuova alleanza dello stesso Signore Dio, salvatore nostro e grande re, Gesù
Cristo
Tutti:
Amin.
Tutti:
perché per tutti noi che vi partecipiamo siano sorgente di fede, sobrietà, guarigione, temperanza,
santificazione, rinnovamento dell’anima, del corpo e dello spirito, comunione alla vita beata, eterna e
incorruttibile, glorificazione del tuo santo nome, remissione dei peccati, e qui e in ogni luogo sia glorificato,
lodato e santificato il santissimo, prezioso ed eccelso tuo nome, con Gesù Cristo e il Santo Spirito
il popolo:
come era, è, e sarà di generazione in generazione, per tutti i secoli dei secoli. Amin.
il diacono:
Diaconi, scendete.
E mentre i diaconi dall’ambone vanno nel santuario, il sacerdote dice:
Pace † a tutti.
il popolo:
E con il tuo spirito.
Il diacono:
Pregate.
Il popolo, più volte:
Kyrie, elèison.
mentre il sacerdote sottovoce dice:
Dio della luce, padre della vita, autore della grazia, creatore del tempo, instauratore della conoscenza,
tesoro di santità, maestro della preghiera pura, salvatore delle anime, ai deboli che in te confidano tu
concedi di scrutare ciò che gli angeli desiderano vedere. Tu dagli abissi ci hai portati fuori, alla luce; dalla
morte ci hai dato la vita; dalla schiavitù ci hai portato alla libertà. Tu hai fatto svanire le tenebre del peccato
che regnano in noi, per mezzo della manifestazione del tuo Figlio. Ora, Signore, sovrano, per mezzo del tuo
santissimo Spirito illumina gli occhi della nostra mente, perché possiamo ricevere questo immortale e
sovraceleste cibo senza condanna.
Santificaci totalmente: corpo, anima e spirito, per poter dire insieme ai tuoi santi discepoli e apostoli:
Tutti:
Padre nostro che sei nei cieli, …
il sacerdote:
Sì, Signore, non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal maligno: la tua grande compassione sa che non
possiamo resistere a causa della nostra grande debolezza, ma con la tentazione assicuraci anche il modo di
poterla sopportare, tu che ci hai dato il potere di calpestare serpenti, scorpioni e ogni forza del nemico,
poiché tuo è il regno, la forza e la gloria nei secoli dei secoli.
Il popolo:
Amin.
Il sacerdote:
Pace † a tutti.
Il popolo:
e al tuo Spirito.
Il diacono:
Inchinate il vostro capo al Signore Gesù.
Il popolo:
A te, Signore.
Il sacerdote, sottovoce:
Sovrano Signore, Dio onnipotente, che siedi sui cherubini e sei glorificato dai serafini, che hai fondato il
cielo sulle acque e lo hai ornato con le costellazioni degli astri, che hai costituito nell’alto le schiere
incorporee degli angeli per una perenne dossologia, a te abbiamo chinato il capo dello spirito e del corpo
come segno della nostra servitù. Ti preghiamo di respingere dal nostro pensiero gli assalti tenebrosi del
peccato e di rallegrare la nostra mente con lo splendore divino del tuo santo Spirito, affinché, riempiti dalla
tua conoscenza, degnamente partecipiamo a questi beni: il corpo immacolato e il sangue prezioso del tuo
unigenito Figlio, nostro Signore Dio e Salvatore Gesù Cristo, che ci perdona ogni peccato nella sua grande e
inesplorabile bontà,
per la grazia, la misericordia e l’amore per gli uomini del tuo unigenito Figlio: per lui e con lui, insieme al
santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, a te la gloria e il dominio nei secoli dei secoli.
Il popolo:
Amin.
Il sacerdote:
Pace † a tutti
Il popolo:
e al tuo spirito.
Il diacono:
Con timore di Dio stiamo attenti!
Il sacerdote, sottovoce:
Santo, altissimo, tremendo Signore che riposi tra i santi, santificaci per la parola della tua grazia, e la visita
del tuo Spirito santissimo: tu infatti, Sovrano, hai detto: Siate santi come sono Santo io, il Signore Dio
vostro. Incomprensibile Logos di Dio, consustanziale al Padre e allo Spirito Santo, coeterno e senza principio
come il Padre e lo Spirito, ricevi l’inno puro, con i cherubini e i serafini, anche da me peccatore e indegno
tuo servo:
ad alta voce:
I santi doni ai santi!
Il popolo:
Uno solo è santo: il Padre; uno solo è santo: il Figlio; uno solo è santo: lo Spirito Santo!
Il sacerdote:
Il Signore sia con tutti voi
Il popolo:
e con il tuo spirito.
Il diacono:
Cantate in pace.
Il popolo alla comunione antifona con Alliluia! il salmo:
Lodate Dio nei suoi santi, lodatelo nel firmamento della sua potenza.
Lodatelo per le sue opere potenti, lodatelo secondo l’immensità della sua grandezza.
Lodatelo al suono della tromba, lodatelo con l’arpa e la cetra.
Lodatelo col timpano e con la danza, lodatelo sulle corde e sul flauto.
Lodatelo con cembali armoniosi, lodatelo con cembali di acclamazione.
Ogni spirito lodi il Signore.
Il diacono, finita la comunione:
Alzatevi per la preghiera.
Il sacerdote:
Pace † a tutti
Il popolo:
e al tuo spirito.
Il diacono:
Pregate!
Il popolo, più volte:
Kyrie, elèison.
mentre il sacerdote sottovoce dice:
Ti ringraziamo, sovrano Signore, Dio nostro, per i santi, immacolati, immortali e celesti misteri che abbiamo
ricevuto e che ci hai dato per il nostro bene, la santificazione e la salvezza delle nostre anime e dei nostri
corpi. Ti chiediamo e ti preghiamo, Signore buono e amico degli uomini: la comunione al santo corpo e al
prezioso sangue del tuo unigenito Figlio, sia per noi fede inconfondibile, carità sincera, abbondanza di pietà,
rimozione delle avversità, osservanza dei tuoi precetti, viatico per l’eternità, difesa bene accetta davanti al
tremendo tribunale
del tuo Cristo, per il quale e con il quale, insieme al santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, a te è la
gloria e il dominio nei secoli dei secoli. Amin.
il diacono:
Inchinate il vostro capo per la benedizione.
Il sacerdote:
Re altissimo, coeterno al Padre, con la tua potenza hai spogliato l’inferno, hai calpestato la morte, hai
legato il forte, hai risuscitato Adamo dal sepolcro con forza deifica e con lo splendore luminoso della tua
ineffabile divinità. Per la comunione al tuo immacolato corpo e prezioso sangue, stendi la tua destra
invisibile, piena di benedizione, e benedici tutti noi; abbi compassione; rinvigorisci tutti noi con la forza
divina; allontana da noi l’attività malefica e peccaminosa della concupiscenza, illumina gli occhi della nostra
mente nelle tenebre dell’iniquità che ci circonda e uniscici all’assemblea beata nella quale hai posto il tuo
beneplacito. Per te, con te, al Padre e allo Spirito santo spetta ogni inno, onore, potere, adorazione e azione
di grazie, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Il popolo:
Amin.
Il diacono:
Andate in pace, nel nome del Signore.
Il sacerdote:
L’amore di Dio Padre; la grazia del Figlio, nostro Signore Gesù Cristo; la comunione e il dono dello Spirito
santo, sia con tutti noi, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Il popolo:
Amin. Sia benedetto il nome del Signore, da ora e nei secoli dei secoli dei secoli.
Divina Liturgia
del santo apostolo Giacomo, Fratello di Dio
Ha avuto un discreto successo nel mondo greco: all’inizio del XX secolo era praticata una sola volta l’anno
(23 ottobre) in una sola chiesa di Atene, mentre ormai la si celebra quasi ovunque e anche nella domenica
dopo il Natale. Questa Liturgia, arcaica, di “tipo gerosolomitano”, fu certamente praticata dai Romano -
ortodossi dell’Italia Meridionale, e a lungo.
Avvertenze
1. Le antifone e le letture indicate con asterisco * , sono quelle proprie del 23 ottobre.
2. Sulla Mensa si pone soltanto l’iliton e il ripidion (e, se non sono disposte dietro o al disopra, almeno
due lampade accese).
3. Presso la Mensa si tengono pronti il Disco, il Calice, la Lancia (se si vuole farne uso per dividere le
particole della Comunione), il Cucchiaio (se è necessario farne uso), il makthron e il grande Velo del
Calice (e, se si vuole farne uso, anche quanto serve per lo Zeon).
4. Nello Skevofilakion [Se non c’è, in un locale comunque separato dal tempio, perché si possa fare –
preferibilmente - l’Ingresso dall’esterno; oppure nel Dhiakonikon] sta il Megalìon tra due lampade
accese, e lì presso si preparano le vesti sacre, oltre all’incensiere con la sua navetta.
5. Presso la Porta regia si prepara un bacile con l’acqua, il suo catino (o almeno un catino colmo
d’acqua) e un asciugamano.
6. Presso l’Embomon [se non c’è, si prepara una pedana tra il centro del tempio e il solèa del
Santuario] si dispone un tavolino perché i fedeli vi possano deporre le loro offerte da distribuire ai
poveri [si preparino comunque almeno cinque pani con il sigillo IC XC NIKA, una ampolla di vino e
una d’acqua]. 5 pani saranno portati nel Santuario e spartiti – alla fine - tra il clero presente, tranne
il pane che sarà utilizzato stessa nella Liturgia [se fosse troppo grande, il diacono o il sacerdote a
tempo opportuno ne estrae soltanto la parte centrale con il sigillo].
7. All’Embomon si dispongono gli scanni occorrenti per il clero [sacerdoti, diaconi, ipodiaconi, ma
anche i lettori e i cantori che indossano lo sticharion] e, al centro (se non c’è già), un leggio per
intronizzarvi il Megalìon.
Raduno
Mentre la Chiesa si raduna [all’ingresso del tempio], si cantano i salmi ascensionali * [i versetti indicati,
oppure – se necessario – tutto il salmo]:
C Ed ecco, che cosa è bello o che cosa dà gioia, se non l’abitare dei fratelli insieme?
T Ricordati di me, Signore! (a ogni versetto)
- come unguento profumato sul capo, che scende sulla barba, la barba di Aronne, che scende sull’orlo
della sua veste;
- come rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion; perché là ha disposto il Signore la benedizione,
vita in eterno.
- Ecco benedite il Signore, voi tutti servi del Signore, voi che state nella casa del Signore, negli atri della
casa del nostro Dio.
- Nelle notti alzate le vostre mani verso il santuario e benedite il Signore.
- Da Sion ti benedica il Signore, che ha fatto il cielo e la terra.
Intanto il sacerdote e il diacono si recano nello Skevofilakion e, dopo aver venerato il Megalìon ivi deposto, il
diacono dice:
D Benedici, signore.
S Gloria al Padre e al Figlio e al Santo Spirito, unica, semplice e indivisa Trinità, che ci unisce e di per se
stessa ci santifica e dà pace alla nostra vita, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
D Amin.
S Sovrano Signore, Dio mio, non disprezzarmi, anche se sono macchiato da un gran numero di peccati;
ecco infatti, mi presento innanzi a questo divino e sovraceleste mistero, non perché ne sia degno; ma
volgendo gli occhi alla tua bontà, a te innalzo questo grido: Dio, perdona a me peccatore! Ho peccato
contro il cielo e contro di te; non sono degno di levare gli occhi verso questa sacra e spirituale mensa sulla
quale il tuo unigenito Figlio, il nostro Signore Gesù Cristo, misteriosamente giace in sacrificio per me,
peccatore e gravato d’ogni possibile colpa. Ora io a te innalzo questa mia supplica, perché discenda su di
me il tuo Spirito Paraclito per rendermi capace e degno di questa Liturgia; perché senza condanna possa
annunciare al popolo la Parola che tu mi hai rivolto, in Cristo Gesù nostro Signore, con il quale sei
benedetto e glorificato insieme al santissimo, buono, vivificante e consustanziale tuo Spirito, ora e sempre
e nei secoli dei secoli.
D Amin.
Il sacerdote incensa il Megalìon, e si forma il corteo: precede la Croce tra le torce accese; segue il clero
secondo il suo ordine, e quindi il diacono - che porta l’incensiere fumigante – e il sacerdote, che ostenta il
Megalìon. Durante il tragitto si antifona il salmo introitale * :
E si va all’Embomon antifonando il salmo; mentre il sacerdote intronizza il Megalìon e lo incensa dai quattro
lati, si canta anche il poema dell’imperatore Giustiniano:
T Unigenito Figlio e Logos di Dio, tu che sei immortale, per la nostra salvezza hai voluto incarnarti dalla
santa Madre di Dio e sempre vergine Maria; senza mutare ti sei fatto uomo, Cristo Dio e, crocifisso, hai
calpestato la morte con la morte. Tu sei uno della santa Trinità, glorificato con il Padre e il Santo Spirito:
salvaci!
Mentre si canta l’Alliluiario come appresso indicato, il diacono presenta l’incenso al celebrante che l’infonde
sui carboni così pregando:
S A te, Signore ricolmo d’ogni soavità e gioia, offriamo tra i doni che tu ci hai dato, questo incenso e ti
preghiamo: dalle nostre povere mani si innalzi sino al tuo santo e celeste altare, in odore di soavità e
remissione dei nostri peccati e delle colpe di tutto il tuo popolo; per la grazia e le misericordie e l’amore per
gli uomini del tuo unigenito Figlio, con il quale sei benedetto insieme al tuo santissimo buono e vivificante
Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
D Amin.
E il diacono incensa il Megalìon dai quattro lati. Intanto il cantore e il popolo antifonano *:
T Alliluia, alliluia, alliluia! (a ogni versetto)
C Le tue misericordie, Signore, canterò in eterno, di generazione in generazione annuncerò la tua verità
con la mia bocca,
- Proclameranno i cieli le tue meraviglie, Signore, e la tua verità nella chiesa dei santi.
- Dio è glorificato nel consiglio dei santi, è grande e terribile su tutti quelli che lo circondano.
- Giustizia e giudizio sono la base del tuo trono, misericordia e verità cammineranno davanti al tuo volto.
D Che l’intero giorno sia perfetto, santo, tranquillo e senza peccato, noi tutti al Signore chiediamo.
T Concedi, Signore. (ogni volta)
- Un angelo di pace, guida fedele, custode delle anime nostre e dei nostri corpi, noi tutti al Signore
chiediamo.
- La remissione e il perdono dei nostri peccati e delle nostre colpe, noi tutti al Signore chiediamo.
- Ogni bene utile alle anime nostre e ai nostri corpi e la pace per il mondo, noi tutti al Signore chiediamo.
- Di trascorrere il resto della nostra vita in pace e salute, noi tutti al Signore chiediamo.
- Una fine cristiana della nostra vita, serena, senza dolore e senza rimorso e una bella difesa dinanzi al
tremendo, terribile tribunale di Cristo, noi tutti al Signore chiediamo.
- Facendo memoria della tutta santa, purissima, gloriosa, benedetta signora nostra, Madre di Dio e
sempre vergine Maria; del glorioso profeta e precursore Giovanni battista; dei divini e celebrati apostoli;
dei gloriosi profeti; dei vittoriosi martiri e di tutti i santi e giusti che noi ricordiamo, affidiamo noi stessi, gli
uni gli altri, e tutta la nostra vita a Cristo Dio.
T A te, Signore.
D Nella pace di Cristo, cantiamo. Nessun catecumeno, chi non è stato iniziato, chi non può pregare con noi
rimanga qui. State attenti a vicenda. Le porte! Tutti in piedi!
Intanto il sacerdote, inchinato, dice sottovoce la preghiera di san Dionigi, rivelatore di celesti misteri:
S Signore, mentre calpestiamo questo suolo tremendo, il nostro volto arrossisce; avvicinandoci alla tua
mensa risplendente, accostandoci al tuo terribile tribunale, il nostro cuore batte all’impazzata; mentre
portiamo la tua sacra e intoccabile vittima, le nostre braccia tremano. Quale uomo, su questa terra,
inchiodato alle proprie passioni, può essere degno di sfiorare così grandi misteri? Manca infatti alla natura
instabile la fiducia, e una coscienza malvagia travaglia l’anima: una vita colpevole e un modo d’agire
indecente stendono un velo di caligine sulla mente. Per questo noi ora siamo atterriti; abbiamo paura,
infatti, di condannarci, toccando indegnamente i doni divini. Ma ora noi supplichiamo il tuo amore per gli
uomini: concedi a noi di poter toccare senza paura i tuoi santi misteri, rendici forti nell’anima e nel corpo,
concedi a noi di poter compiere le cose sacre degnamente, per mezzo della tua ineffabile potenza. Tutte le
cose infatti, avvengono per mezzo tuo e a te conviene la gloria, l’onore e la magnificenza, Padre, Figlio e
Santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amin.
Intanto il diacono porta alla Mensa il Calice e il Disco, ponendoli rispettivamente a sinistra e a destra del
sacerdote, mentre gli altri inservienti presentano al sacerdote cinque pani, da quelli offerti, il vino e l’acqua.
Il sacerdote leva un pane e lo pone sul disco – mentre il diacono versa il vino nel calice con un po’ d’acqua -
dicendo:
S Dio, Dio nostro che hai inviato il pane del cielo, il cibo di tutto il mondo, il Signore nostro Gesù Cristo
salvatore, redentore e benefattore che ci benedice e ci santifica: benedici ora i doni preparati e accoglili nel
tuo celeste altare; ricordati, buono e amico degli uomini, di chi li ha offerti e di coloro per i quali sono stati
offerti; concedi a loro tutto ciò che chiedono per la salvezza e conservaci senza condanna nella sacra azione
dei tuoi divini misteri, poiché è santificato e glorificato l’onorabile e magnifico tuo nome, del Padre, del
Figlio e del Santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
D Amin.
Il sacerdote copre con il grande Velo i Doni, e versando l’incenso dice:
S Insieme all’incenso di Aronne e Zaccaria tuoi servi e a ogni odore spirituale, ricevi anche dalle mani di
noi peccatori il sacrificio di questo incenso per la remissione dei peccati e la propiziazione di tutto il tuo
popolo. Purificati dal fetore dei peccati, accompagnaci al tuo santo altare, perché è benedetto il tuo
santissimo nome, Padre, Figlio e Santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
D Amin.
Il sacerdote incensa i Doni dicendo:
S Signore Dio onnipotente, re della gloria: tu conosci tutte le cose prima ancora che siano; in questa ora
santa sii presente a noi che ti invochiamo. Liberaci dalla vergogna della colpa; purifica la nostra mente e i
nostri pensieri dai desideri impuri, dalle illusioni del mondo, da ogni forza diabolica; ricevi dalle mani di noi
peccatori questo incenso, in odore di soavità, come hai ricevuto l’offerta di Abele, Noè, Aronne e Samuele e
di tutti i tuoi santi; liberaci da ogni cattiveria; salvaci, perché possiamo essere a te graditi e adorare e
glorificare te, Padre, e l’unigenito tuo Figlio e il tuo santissimo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
D Amin.
S Pace † a tutti.
T e al tuo spirito.
ANAFORA
Il diacono, volto al popolo:
D Stiamo con attenzione, stiamo con devozione, stiamo con timor di Dio e pentimento; stiamo attenti, per
offrire in pace a Dio la santa oblazione.
T Misericordia, pace, sacrificio di lode!
Si chiudono le tende, e – mentre il diacono agita il ripidion [in mancanza, il grande Velo ripiegato], il
sacerdote a mani levate dice:
E’ veramente degno e giusto, doveroso e giovevole lodarti, inneggiarti, benedirti, adorarti, glorificarti e
rendere azione di grazie a te, creatore di tutte le cose visibili e invisibili, tesoro dei beni eterni, sorgente di
vita e immortalità, Dio e Signore di tutte le cose. A te inneggiano i cieli; i cieli dei cieli e tutte le loro
Potenze; il sole, la luna e tutto il coro degli astri; la terra, il mare e tutto quanto è in essi; la Gerusalemme
celeste, la festosa assemblea degli eletti, la Chiesa dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli; gli spiriti
dei giusti e dei profeti, le anime dei martiri e degli apostoli, gli angeli e gli arcangeli, i Troni e le Dominazioni,
i Principati e le Potenze, le temibili Virtù e i Cherubini dai molti occhi, i Serafini dalle sei ali: con due ali si
coprono il volto, con due i piedi e con due volano e gridano gli uni gli altri con voce incessante e
glorificazione continua;
l’inno trionfale della tua gloria meravigliosa con splendida voce cantano, gridano, celebrano, proclamano e
dicono:
T Santo, Santo, Santo, il Signore Dio degli eserciti. Cieli e terra sono pieni della sua gloria: osanna nell’alto
dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell’alto dei cieli.
Mentre il diacono continua ad agitare il ripidion, il sacerdote, a mani levate, continua:
Tu sei santo, Dio dei secoli, Signore e datore di ogni santità; santo è il tuo Figlio unigenito per cui tutte le
cose sono state create; santo è anche il tuo santissimo Spirito che scruta tutte le cose create e penetra le
tue profondità, Dio Padre. Tu sei santo, onnipotente, temibile, buono, magnanimo e misericordioso, e hai
anche grande compassione della tua creazione. Tu dalla terra hai creato l’uomo a tua immagine e
somiglianza e gli hai concesso la grazia di gioire del paradiso. Dopo che egli trasgredì il tuo ordine e cadde,
tu non lo hai disprezzato e non lo hai abbandonato, o buono, ma come padre misericordioso lo hai
corretto; lo hai richiamato con la Legge e lo hai guidato per mezzo dei profeti. Infine hai inviato nel mondo
il tuo stesso Figlio unigenito, il nostro Signore Gesù Cristo, perché con la sua venuta risvegliasse e
rinnovasse la tua immagine. Egli è disceso dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nella santa
sempre vergine e Madre di Dio Maria, è vissuto insieme agli uomini e tutto ha disposto per la salvezza della
nostra umanità. Avviandosi alla volontaria e vivificatrice morte in croce che egli, senza peccato, subì per noi
peccatori, nella notte in cui fu consegnato - o piuttosto consegnò se stesso - per la vita e la salvezza del
mondo,
Il diacono, posato il ripidion, con l’orarion indica prima il Disco e poi il Calice, mentre il sacerdote continua, a
mani levate:
prese il pane nelle sue mani sante, immacolate e immortali, volse gli occhi al cielo, lo presentò a te, Dio
Padre, rese grazie, lo benedisse, lo santificò, lo spezzò e lo distribuì ai suoi santi e beati apostoli e discepoli,
dicendo:
Prendete, mangiate: questo è il mio corpo che per voi viene spezzato e distribuito in remissione dei peccati.
T Amin.
Allo stesso modo, dopo la cena, prese il calice, mescolò il vino con acqua, rivolse gli occhi al cielo, lo
presentò a te, Dio Padre, rese grazie, lo benedisse, lo santificò, lo colmò di Spirito Santo e lo distribuì ai suoi
santi e beati apostoli e discepoli, dicendo:
Bevetene tutti; questo è il mio sangue, della nuova alleanza, che per voi e per molti è versato e distribuito
in remissione dei peccati.
T Amin.
Il diacono, ad alta voce:
D Crediamo e proclamiamo!
T Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta.
Il diacono, riprende ad agitare il ripidion, mentre il sacerdote continua, a mani sempre levate:
Fate questo in mia memoria. Ogni volta che mangerete questo pane e berrete a questo calice, voi
annuncerete la morte del Figlio dell’uomo e proclamerete la sua resurrezione, sino al suo ritorno. Perciò
anche noi peccatori celebriamo la memoria della sua passione vivificante; della croce salvifica; della morte,
sepoltura e risurrezione dopo tre giorni dai morti; dei suo ritorno al cielo e della sua sessione alla tua
destra, Dio Padre; della sua seconda e tremenda venuta nella gloria, quando verrà a giudicare i vivi e i morti
e a rendere a ciascuno secondo le proprie opere o, meglio, secondo la sua grande misericordia:
risparmiaci, Signore Dio nostro!
T Risparmiaci, Signore Dio nostro! (più volte, sottovoce)
Noi quindi ti offriamo, Signore, questo tremendo e incruento sacrificio e ti supplichiamo: non trattarci
secondo i nostri peccati e non ripagarci sulla base delle nostre iniquità ma, eccedendo nel tuo ineffabile
amore per gli uomini, strappa l’atto della nostra condanna e concedici i beni celesti ed eterni che nessuno
ha mai visto, nessuno ha mai udito, che nessun cuore umano ha mai potuto desiderare e che tu, Dio, hai
preparato per quelli che ti amano. Non respingere, Signore di bontà, il tuo popolo a causa dei miei peccati,
perché il tuo popolo e la tua chiesa ti supplicano.
T Abbi pietà di noi, Signore Dio, Padre onnipotente! (più volte, sottovoce)
Abbi pietà di noi, Dio Padre onnipotente. Abbi pietà di noi, Dio Salvatore nostro. Abbi pietà di noi secondo
la tua grande misericordia. Invia su di noi e su questi sacri doni che a te presentiamo il tuo santissimo
Spirito, Signore e vivificante, che con te, Dio Padre, e con il tuo Figlio unico siede sul trono e che con voi
regna consustanziate e coeterno. Egli ha parlato nella Legge, nei profeti e nella tua nuova alleanza; sotto
forma di colomba egli è disceso sul nostro Signore Gesù Cristo, nel fiume Giordano, e su di lui si è posato;
sotto forma di lingua di fuoco egli è disceso sui tuoi santi apostoli nella camera alta della gloriosa e santa
Sion, il giorno della santa Pentecoste.
Il diacono, posato il ripidion, con l’orarion indica i Doni, mentre il sacerdote continua:
Questo stesso tuo santissimo Spirito, invialo ora, Signore, su noi e su questi santi doni che a te presentiamo,
affinché visitandoli con la sua santa, benefica e gloriosa presenza, li santifichi e faccia di questo pane il
santo corpo di Cristo.
T Amin.
e faccia di questo calice il prezioso sangue di Cristo.
T Amin.
perché siano per tutti coloro che vi partecipano in remissione dei peccati, vita eterna, santificazione delle
anime e dei corpi, e per realizzare opere buone,
T Amin.
per il rafforzamento della tua santa Chiesa cattolica e apostolica che hai fondato sulla pietra della fede,
affinché le porte dell’inferno mai prevalgano su di essa, liberandola da ogni eresia e scandalo degli
operatori di iniquità e conservandola immune da ogni nemico sino alla consumazione dei secoli.
T Amin, amin, amin!
Il diacono riprende ad agitare il ripidion, mentre il sacerdote continua:
Ti offriamo, Signore, questo sacrificio per i tuoi luoghi santi che tu hai glorificato con la teofania del tuo
Cristo e la venuta del tuo santissimo Spirito; in modo speciale per la tua santa e gloriosa Sion, madre di
tutte le Chiese, e per la tua Chiesa cattolica e apostolica diffusa da un confine all’altro della terra: accordale
oggi con abbondanza, Signore, i doni del tuo santissimo Spirito.
T Ricordati, Signore Dio nostro! (più volte, sottovoce, mentre il diacono, sottovoce, inizia a leggere i dittici)
Ricordati, Signore, dei nostri santi padri e di tutti i vescovi che nel mondo intero trasmettono
nell’ortodossia la tua parola di verità. In primo luogo ricordati, Signore, del nostro santo padre il vescovo N.,
dei suoi sacerdoti e di tutto il suo clero: concedigli una degna vecchiaia, conservalo a lungo a pascere il tuo
popolo in tutta pietà e santità. Ricordati, Signore, del venerabile presbiterio nostro e d’ogni dove, dei
diaconi in Cristo, di tutti gli altri ministri, di tutta la gerarchia ecclesiastica, dei nostri fratelli in Cristo e di
tutto il popolo amante di Cristo. Ricordati, Signore, dei sacerdoti che in questa ora mi stanno attorno,
davanti al tuo santo altare, nell’offerta del sacrificio santo e incruento: dona a loro e a me la Parola,
aprendo le nostre labbra a gloria e lode del tuo santissimo Nome. Ricordati, Signore, secondo la tua
sovrabbondante benevolenza e misericordia, anche di me umile peccatore e indegno tuo servo; visitami
con misericordia e bontà; proteggimi e difendimi dai miei nemici; Signore, Signore delle potenze, non
entrare in giudizio con il tuo servo e poiché il peccato ha abbondato in me, vi sovrabbondi la tua grazia.
Ricordati, Signore, dei diaconi che circondano il tuo santo altare e concedi loro una vita irreprensibile;
adempiano bene al loro ministero e acquistino un grado onorevole. Ricordati, Signore Dio nostro, di
Gerusalemme, la tua città santa. Ricordati della capitale, di ogni città e paese e di tutti quelli che vi abitano
con fede ortodossa e pietà: concedi loro pace e protezione. Ricordati, Signore, dei nostri governanti:
dall’alto porta loro aiuto e protezione; dirigi i loro piani perché possiamo trascorrere una vita calma e
serena, in tutta pietà e santità. Ricordati, Signore, dei cristiani che sono andati o che si recano nei luoghi
santi di Cristo. Ricordati, Signore, dei naviganti, di coloro che sono in viaggio, dei cristiani lontani da casa, in
catene, nelle carceri, prigionieri, in esilio, ai lavori forzati, in torture, in dura servitù: sono nostri padri e
nostri fratelli, ciascuno possa raggiungere in pace la propria famiglia. Ricordati, Signore, di coloro che sono
in vecchiaia, in mancanza di forze, sofferenti, malati, afflitti da impuri spiriti: dà loro, Dio, pronta guarigione
e salvezza. Ricordati, Signore, di ogni anima cristiana afflitta e tribolata che aspetta la tua misericordia e il
tuo soccorso: fa’ tornare chi si è smarrito. Ricordati, Signore, per il tuo santo nome, di coloro che vivono in
verginità, pietà, ascesi, e dei nostri venerandi padri e fratelli che lottano sulle montagne, nelle grotte e negli
anfratti delle rocce. Ricordati, Signore, di tutte le comunità ortodosse e della nostra comunità qui radunata
in Cristo. Ricordati, Signore, per amore del tuo nome, dei nostri padri e fratelli che lavorano e che ci
servono; ricordati, Signore, di tutto il loro bene. Abbi pietà di tutti, Signore. Sii riconciliato con tutti noi; da’
pace al tuo grande popolo; allontana gli scandali; annienta le guerre; fa’ cessare gli scismi delle Chiese;
dissipa prontamente le eresie al loro sorgere; abbatti la superbia delle Nazioni; innalza la fronte dei cristiani
ortodossi; concedi a tutti noi la tua pace e il tuo amore, Dio Salvatore nostro, speranza di tutti i confini della
terra. Ricordati, Signore della salubrità dell’aria, di una pioggia favorevole e d’una buona rugiada,
dell’abbondanza dei frutti della terra, di un buon raccolto e della corona annua della tua bontà: gli occhi di
tutti sperano in te e tu dai loro il nutrimento a tempo opportuno, tu apri la tua mano e sazi a piacere ogni
vivente. Ricordati, Signore, di quelli che hanno portato e portano doni nelle tue sante chiese. Ricordati,
Signore, di quelli che si ricordano dei poveri e di quanti ci hanno chiesto di ricordarci di loro nella preghiera.
Ricordati, Signore, anche di chi oggi ha portato offerte sul tuo santo altare, e delle intenzioni per le quali
ciascuno ha offerto oppure intende offrire. Ricordati, Signore, anche dei nostri genitori, parenti e amici, e
dei fedeli qui presenti. Ricordati, Signore, di tutti quelli di cui noi abbiamo fatto memoria e di tutti gli
ortodossi che non abbiamo ricordato: in cambio dei beni terrestri dona loro beni celesti, in cambio dei beni
corruttibili quelli incorruttibili, in cambio delle cose temporali ciò che è eterno, secondo le tue promesse,
perché tu hai potere sulla vita e sulla morte. Ricordati, Signore, anche di coloro che nei secoli ti furono
graditi generazione dopo generazione: santi padri, patriarchi, profeti, apostoli, martiri, confessori, maestri,
di ogni spirito giusto che ha perseverato sino alla fine nella fede del tuo Cristo. Ricordati, Signore, della voce
dell’arcangelo che ha gridato: Gioisci, piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu tra le donne e
benedetto il frutto del tuo seno. Soprattutto ricordati, Signore Dio nostro, della santissima, più che
benedetta purissima Signora nostra, Madre di Dio e sempre vergine Maria.
T Ricordati, Signore Dio nostro! (più volte, sottovoce)
Ricordati, Signore Dio nostro, dei venerandi e incorporei arcangeli e di tutte le schiere angeliche; dei santi e
beati progenitori; dei santi profeti, patriarchi e giusti; del santo profeta e precursore Giovanni battista; dei
santi e gloriosi apostoli Paolo, Luca e Aristarco; di tutti gli evangelisti, discepoli e pari agli apostoli; dei santi
innocenti uccisi sotto il re Erode e del santo Stefano, primo diacono e primo martire; delle sante mirrofore
e di tutti i santi martiri che per Cristo vero Dio hanno testimoniato e proclamato una buona confessione:
per le loro preghiere perdonaci e salvaci. Ricordati, Signore, dei sette santi grandi Concili Ecumenici, degli
altri santi concili e dei vescovi che in tutto il mondo hanno dispensato con ortodossia la tua parola di verità.
Ricordati, Signore, dei nostri santi padri, grandi vescovi e maestri dell’Ecumene. Ricordati, Signore, del
nostro padre tra i santi Stefano, che ci ha iniziato ai divini Misteri, e di tutti i vescovi della grande Chiesa di
Reggio che hanno dispensato nell’ortodossia la tua parola di verità. Ricordati, Signore, dei venerandi nostri
padri e asceti ortodossi e di tutti i santi: non perché noi possiamo essere degni di celebrare in qualche
modo il ricordo della loro beatitudine, ma affinché essi stessi, dinanzi al tuo tremendo e terribile tribunale,
si ricordino della nostra miseria. Ricordati, Signore, dei sacerdoti, diaconi, diaconesse, ipodiaconi, lettori,
esorcisti, cantori, monaci, vergini, vedove, orfani, reclusi, che con fede hanno portato a perfezione la loro
vita nella comunione della tua santa, cattolica e apostolica Chiesa. Ricordati, Signore, dei pii e fedeli re
Costantino ed Elena, di Giustiniano, Maurizio, Niceforo, e di tutti quelli che regnarono con pietà e fedeltà, e
ricordati, Signore, anche del tuo servo Belisario, e di tutti gli ortodossi amanti di Cristo che nella fede in lui e
nel suo segno si sono addormentati. Visitaci, Dio, e ricordati, Signore, di tutti quelli che si sono
addormentati nella speranza della risurrezione alla vita eterna e fa’ che riposino dove risplende la luce del
tuo volto. Ricordati, Signore, dei nostri genitori, parenti e amici; di tutti costoro ricordati, Signore Dio degli
spiriti e di ogni carne: di coloro che abbiamo ricordato e degli ortodossi che non abbiamo ricordato, dal
giusto Abele sino a oggi: tu stesso fa’ che riposino nella terra dei viventi, nel tuo regno, nelle delizie del
paradiso, nel grembo di Abramo, Isacco, Giacobbe e dei nostri santi padri, da dove il dolore, la tristezza e i
gemiti si tengono lontani, dove brilla e risplende in eterno la luce del tuo volto. Disponi per noi Signore, una
fine cristiana della nostra vita: ti sia gradita, senza peccato e colma di pace; radunaci ai piedi dei tuoi eletti,
quando tu vorrai e come tu vorrai, purché sia senza vergogna e senza peccato, per il tuo unigenito Figlio il
nostro Signore Dio e salvatore Gesù Cristo, perché egli è il solo senza peccato vissuto sulla terra.
Per Cristo, a noi e a tutti, Dio buono ed amico degli uomini,
T togli, rimetti, perdona, Dio, ogni colpa volontaria o involontaria, cosciente ed incosciente.
Mentre si apre la tenda, il sacerdote dice:
S Per la grazia, la misericordia e la benignità del tuo Cristo, con il quale sei benedetto e glorificato insieme
al santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
T Amin.
COMUNIONE
S Pace † a tutti.
T e al tuo Spirito.
S Pace † a tutti.
T e al tuo spirito.
D Chiniamo il nostro capo al Signore.
T A te, Signore.
S Signore, noi tuoi servi, dinanzi al tuo santo altare pieghiamo il nostro capo e avidamente aspettiamo da
te la ricchezza della misericordia: riversa su di noi l’abbondanza della tua grazia e della tua benedizione,
Signore, e santifica le anime, i corpi e gli spiriti, per essere fatti degni di comunicare e partecipare ai tuoi
santi misteri per la remissione dei peccati e per la vita eterna,
perché tu sei da glorificare e adorare, Dio nostro, con l’unigenito tuo Figlio e il tuo santissimo Spirito, ora e
sempre e nei secoli dei secoli.
T Amin.
Il sacerdote benedice:
S La grazia e la misericordia della santa, increata, consustanziale, indivisibile e adorabile Trinità, sia con †
tutti voi.
T e con il tuo spirito.
D Con timor di Dio stiamo attenti.
S Santo Signore che riposi nel Santo, con la parola della tua grazia e la venuta del tuo santissimo Spirito
santifica tutti noi; tu infatti, Signore, hai detto: Siate santi, perché io, Signore Dio vostro, sono santo.
Incomprensibile Logos, Dio, consustanziale al Padre e al santo Spirito, coeterno e inseparabile, da me
peccatore accogli nei tuoi santi e incruenti sacrifici il grido che innalzo insieme ai cherubini e ai serafini,
esclamando e dicendo:
Il sacerdote prende con la sinistra il Disco del Pane e con la destra il Calice, e li innalza verso oriente, mentre
esclama:
S I santi doni ai santi!
T Solo uno è Santo, solo uno è Signore: Gesù Cristo, a gloria di Dio Padre.
Mentre il coro antifona con il popolo il salmo indicato, il sacerdote spezza l’Agnello in due pezzi, dicendo:
S Ecco l’agnello di Dio che ha preso su di sé il peccato del mondo, macellato per la salvezza del mondo.
Quindi intinge leggermente nel calice il pezzo che ha nella mano destra, e con esso bagna il pezzo che ha
nella sinistra, dicendo:
S Unione del santissimo Corpo e prezioso Sangue del Signore Dio e Salvatore Gesù Cristo.
Divide quindi l’Agnello in tante parti, quante sono necessarie (se c’è bisogno, facendosi aiutare dal diacono);
una parte l’immerge nel calice, dicendo:
S E’ unito, santificato e compiuto: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amin.
se vuole, versa l’acqua calda senza nulla dire, e poi prega:
S Cristo Signore, Dio nostro, pane del cielo e cibo di tutto il mondo, ho peccato contro il cielo e contro di
te; non sono degno di ricevere la comunione dei tuoi santi e immacolati misteri, ma per la tua bontà e la
tua ineffabile longanimità rendimi degno, affinché senza condanna o confusione possa partecipare al tuo
santissimo corpo e al prezioso tuo sangue per la remissione dei peccati e per la vita eterna.
Quindi il sacerdote si comunica e comunica il diacono. Poi dice sottovoce:
S Il Signore ci benedica e ci renda degni di prendere con spirituali e pure molle il carbone ardente, e porlo
sulle labbra dei fedeli per la purificazione e il rinnovamento delle loro anime e dei loro corpi. Amin.
I fedeli che vogliono comunicare, si accostano ordinatamente al sacerdote che dà loro un pezzetto di Pane,
dicendo: Il Corpo di Cristo; poi si accostano al diacono che porge loro il Calice, dicendo: Il Sangue di Cristo.
Se i comunicandi fossero molti (o se manca il diacono), il sacerdote stesso intinge un pezzetto di Pane nel
Calice e lo porge, dicendo Il Corpo e il Sangue di Cristo. [oppure il sacerdote mette prima nel calice tutti i
pezzetti, e distribuisce la comunione con il Cucchiaio]. Intanto si canta il salmo indicato, e verso la fine della
comunione, anche:
T Riempi la mia bocca, Signore, della tua lode, e colma le mie labbra di gioia, perché sciolga inni alla tua
gloria; grazie a te, Cristo Dio nostro, perché ci hai fatti degni di ricevere il tuo Corpo e Sangue per la
remissione dei peccati e la vita eterna; conservaci senza condanna, ti preghiamo, poiché sei buono e amico
degli uomini.
Terminata la comunione, il diacono alla Mensa consuma subito il Pane e il Vino rimasto, oppure – se
necessario – ripone da parte momentaneamente quanto rimasto, coprendolo con il grande Velo, mentre il
sacerdote incensa, dicendo:
S Ci hai colmato di gioia, o Dio, radunandoci presso di te: ora noi ti offriamo questo incenso come azione
di grazie e il frutto delle nostre labbra, sperando nella tua grazia. Salga a te, Dio, questo incenso e non
discenda vuoto: concedi invece a noi la soavità del tuo santissimo Spirito, profumo purissimo che mai
svanirà; riempi le nostre labbra di lodi, la nostra bocca di gioia e il nostro cuore di felicità in Cristo Gesù
nostro Signore, con il quale tu sei tu benedetto insieme al tuo santissimo Spirito, ora e sempre e nei secoli
dei secoli. Amin.
Mentre il clero in corteo riporta il Megalìon nello Skevofilakion, mentre qualche inserviente distribuisce ai
poveri i doni ch’erano stati presentati e la Chiesa si scioglie, si antifona il salmo:
C Quale dio è come il nostro Dio? Tu sei Dio che solo compi meraviglie.
T Quale dio … (a ogni versetto)
- O Dio, nel santuario è la tua via: qual Dio è grande come il nostro Dio? Tu sei il Dio che compie
meraviglie.
- Con la mia voce ho gridato al Signore, con la mia voce ho gridato a Dio, e si è volto a me.
- Nel giorno della mia tribolazione ho cercato Dio; con le mie mani di notte davanti a lui, e non sono stato
deluso.
- Mi sono ricordato di Dio e ho gioito; ho ripensato ai giorni antichi, ho ricordato gli anni eterni.
- Ho ricordato le opere del Signore: ricorderò dal principio le tue meraviglie; mediterò su tutte le tue
opere, rifletterò sulle tue imprese.
- Hai fatto conoscere fra i popoli la tua potenza, hai redento col tuo braccio il tuo popolo.
digiuni
Come istituzione, sono d’origine divina (“Non mangerai…”) e perciò comuni a qualsiasi religione: ha
digiunato Cristo stesso; hanno praticato i digiuni gli stessi apostoli. Come pratica, differiscono secondo
tradizioni locali. Il digiuno consiste nell’astensione dalle proteine animali (carne, pesce, uova, latte, latticini,
burro…), dall’olio e dal vino (e alcoolici); si può fare uso di pane, pasta, riso, cereali, legumi, frutta (secca e
fresca), ortaggi, verdure, ecc. Tranne che nei casi di digiuno stretto, si può fare uso anche di crostacei o
molluschi (e uova di pesce): alcuni fanno uso anche di olio di semi e derivati dalla soia. Malati, militari,
detenuti, ecc. seguano le indicazioni del Padre spirituale; il digiuno è di solito “alleggerito” in occasioni
particolari, quali una festa locale, o per non creare disagio a qualche ospite. Ormai tutti accettano “diete
etniche” e ovunque (mense, aerei, ecc.) si è attrezzati per esigenze particolari: si ricordi però che è meglio
digiunare mangiando piuttosto che – come il Fariseo – dare spettacolo della propria pietà religiosa. Si
ricordi ancora che è giusto adattarsi alle usanze locali (e al calendario locale): in una bellissima pagina, il
beato Agostino descrive come la madre seguisse gli usi della Chiesa di Milano quando si trovava in quella
città, anziché quelli delle Chiese dell’Africa; gli stessi monaci aghioriti, quando si trovano all’estero, seguono
il calendario e gli usi del luogo e non quelli dell’Athos.
Digiuno eucaristico
Chi fa spesso la comunione, dopo una sobria cena, non assume più niente sino alla fine della Liturgia; gli
altri seguano le indicazioni del Padre spirituale.
Digiuno settimanale
Ogni mercoledì e venerdì (ma vedi mese per mese). Di sabato (tranne il Grande) e domenica, di norma è
vietato digiunare: in caso capiti un digiuno, c’è comunque licenza di olio e vino.
Digiuno stretto
Il Lunedì Puro; il Grande Venerdì e il Grande Sabato; il 14 settembre; il 29 agosto.
Tempo del Natale
Dal 15 novembre al 17 dicembre, tranne mercoledì e venerdì, digiuno con licenza di pesce, vino e olio.
Nei giorni 18-24 dicembre, digiuno (ma vedi mese per mese).
Il 24 dicembre, a cena, alcuni fanno uso di olio e vino.
Nei giorni 25 dicembre \ 4 gennaio non si digiuna mai.
5 gennaio: digiuno (con olio e vino di sabato \ domenica)
6 gennaio: non si digiuna mai.
Tempo pasquale
Settimana del Fariseo: non si digiuna.
Settimana del Dissoluto: al solito.
Settimana di Carnevale: tutti i giorni, digiuno con licenza di pesce, vino, olio, uova e latticini.
Lunedì Puro: digiuno stretto; negli altri giorni di quaresima (tranne mercoledì e venerdì), licenza d’olio e
vino (vedi anche mese per mese).
Sabato di Lazzaro (e Domenica delle Palme): licenza di pesce, olio e vino.
Settimana Grande: digiuno (al pranzo del Grande Giovedì alcuni fanno uso d’olio e vino; al Grande Venerdì
alcuni usano assumere un po’ d’aceto).
Settimana di Pasqua: non si digiuna.
Da Tommaso in poi: ogni mercoledì e venerdì, digiuno con licenza d’olio e vino.
Fine-festa della Pasqua: digiuno con licenza di pesce, olio e vino.
Settimana di Pentecoste: non si digiuna.
Digiuno degli Apostoli
Tra la domenica di tutti i Santi e il 28 giugno: tranne mercoledì e venerdì, digiuno con licenza di pesce, vino
e olio.
Digiuno della Tuttasanta
Nei giorni 1-14 agosto, digiuno (ma vedi il mese d’agosto), con licenza d’olio e vino sabato \ domenica.
Settembre
Licenza di pesce, vino e olio nei giorni 1 e 8; licenza di vino e olio nei giorni 6, 9, 13, 20, 23 e 26.
Ottobre
Licenza di vino e olio nei giorni 6, 18, 23 e 26.
Novembre
Licenza di pesce, vino e olio nei giorni 14 e 21; licenza di vino e olio nei giorni 1, 8, 12, 16, 25 e 30.
Dicembre
Licenza di vino e olio nei giorni 4, 5, 6, 9, 12. 15, 17 e 20.
Gennaio
Licenza di pesce, vino e olio giorno 7; licenza di vino e olio nei giorni 11, 16, 17, 18, 20, 22, 25, 27 e 30.
Febbraio
Licenza di pesce, vino e olio giorno 2; licenza di vino e olio nei giorni 8, 10, 11 e 17.
Marzo
Licenza di pesce, vino e olio giorno 25; licenza di vino e olio nei giorni 9 e 26.
Aprile
Licenza di vino e olio nei giorni 23, 25 e 30 (a meno non sia nella Grande Settimana).
Maggio
Licenza di vino e olio nei giorni 2 (a meno non sia nella Grande Settimana), 8, 15, 21 e 25.
Giugno
Licenza di vino e olio nei giorni 8, 29 e 30.
Luglio
Licenza di vino e olio nei giorni 1, 2, 17, 20, 22, 25, 26 e 27.
Agosto
Licenza di pesce, vino e olio nei giorni 6 e 15; licenza di vino e olio nei giorni 1, 23 e 31.
Preghiere all’ambone
Verso la fine della divina Liturgia, prima della Dimissione, il sacerdote si reca all’ambone (se manca
l’ambone, in centro o sul solea o nel coro) e – volto a oriente (cioè, verso la Mensa) - pronuncia a mani
levate una preghiera appropriata alla celebrazione. Purtroppo, col tempo, molte Preghiere all’ambone son
cadute dall’uso e, di fatto, se ne utilizzano soltanto due (tre). Qui ne sono riportate alcune a scelta o
destinate a particolari celebrazioni.
Cristo Dio nostro, agnello e Figlio di Dio che togli i peccati del mondo, tu accetti il sacrificio di lode,
spirituale e incruento. Agnello senza macchia che non hai avuto imposto il giogo del peccato e che
volontariamente ti sei sacrificato per noi, tu sei diviso ma non spezzato, mangiato ma non consumato e
santifichi tutti quelli che mangiano. Tu ci hai resi degni in questo giorno della celebrazione dei tremendi
misteri del tuo santo corpo e del tuo sangue prezioso. Tu stesso, misericordioso e longanime, conserva noi
e tutto il tuo popolo nella santità; proteggi i nostri governanti; libera i carcerati; visita gli ammalati; soccorri
i viaggiatori; esaudisci tutti quelli che hanno bisogno del tuo aiuto. Poiché sei tu che doni ogni bene, Cristo
Dio nostro, e noi a te rendiamo gloria insieme al tuo eterno Padre e al tuo santissimo, buono e vivificante
Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli
Per le preghiere e le suppliche della santissima, tutta pura, Signora nostra, Madre di Dio e sempre vergine
Maria; del santo glorioso profeta e precursore Giovanni; di santo Stefano primo diacono e primo martire;
dei santi apostoli; dei gloriosi profeti; dei vittoriosi martiri; di N. che oggi ricordiamo e di tutti i santi; per la
comunione ai suoi immacolati misteri Cristo Dio nostro benedica noi tutti in pace e carità; ci custodisca; ci
santifichi; ci renda degni del suo Regno e abbia pietà del mondo, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Dio eterno, creatore e artefice dell’universo, tu sei e sempre esisti; tu sei venuto nel mondo per illuminarlo;
per la nostra salvezza hai preso carne, ti sei fatto uomo e hai sofferto nella carne, restando, in quanto Dio,
non soggetto alla sofferenza. Tu sei stato sepolto e sei risorto al terzo giorno; sei salito al cielo per sedere
alla destra della maestà della gloria del Padre, e di nuovo verrai con le temibili potenze per giudicare i vivi e
i morti e il tuo regno non avrà fine. Ti lodano gli angeli, ti adorano i cherubini, ti glorificano i serafini; ogni
creatura e natura ti teme. Cristo Gesù, Figlio e Logos del Padre, benedici il tuo popolo che hai riscattato con
il tuo sangue prezioso e rendi santa la tua eredità; dona pace al mondo che hai creato, alle tue Chiese, ai
sacerdoti, al governo, all’esercito e a tutto il tuo popolo. Poiché è benedetto il tuo nome santissimo e
glorificata la tua maestà, insieme al Padre e al santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, ora e sempre e
nei secoli dei secoli.
Signore, dopo aver celebrato come è prescritto la divina Liturgia, e resi degni della comunione ai tuoi santi
misteri, ti chiediamo di avere in sorte di sedere alla tua destra nel giorno terribile e giusto, per le preghiere
della santa Madre di Dio, dei santi apostoli degni di ogni lode, del precursore Giovanni e di tutti i santi. Per
la grazia, la misericordia e l’amore per gli uomini del tuo Figlio unigenito, con il quale sei benedetto insieme
al santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.
Signore, Signore Gesù Cristo, Salvatore nostro: tu ci hai resi degni di partecipare alla tua gloria per mezzo
della comunione vivificante ai tuoi santi misteri, nei quali misteriosamente ci hai lasciato il ricordo della tua
passione e morte. Per questa comunione conservaci nella tua santità, ricordando la tua grazia vivendo per
te che per noi sei morto e risorto. A tutti i celebranti questo divino mistero concedi un grado onorevole e
una grande fiducia dinanzi al tuo tremendo tribunale; dona pace al mondo che è tuo, alle tue chiese, ai
sacerdoti, al governo, all’esercito e a tutto il tuo popolo; tu infatti, vero Dio nostro, sei la vita eterna e noi
rendiamo gloria a te, Padre Figlio e Spirito Santo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.
Quale lode, quale inno, quale corrispondente azione di grazie daremo in cambio a te, Dio nostro pieno di
amore per gli uomini, che hai reso la libertà a noi, condannati a morte e sommersi dai peccati, e ci hai resi
partecipi del nutrimento celeste e immortale del santo corpo e sangue del tuo Cristo? Noi ti supplichiamo:
rendi immuni da giudizio noi e i diaconi tuoi servi, conservali con noi in onore e santa condotta, e rendi
degno il popolo presente di comunicare a questa mensa spirituale fino al nostro ultimo respiro, a
santificazione dell’anima e del corpo e custodia dei tuoi voleri, per essere fatti degni del tuo regno celeste
con tutti quelli che ti sono graditi, per le preghiere e l’intercessione della santissima e purissima Madre di
Dio e sempre vergine Maria e di tutti i tuoi santi. Poiché tu, o Dio, sei buono e amico degli uomini, e noi
rendiamo gloria a te, Padre, Figlio e Santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.
in tempo di digiuno
Signore, Signore Dio nostro, buono e di molte misericordie, tu per mezzo del santo digiuno ci hai indicato la
via della salvezza; tu accogli la penitenza e l’umiltà come incenso; tu hai abrogato l’editto di condanna
contro il popolo di Nìnive in digiuno e penitenza; tu, con il digiuno e l’amore per gli uomini, hai donato la
vita ai morti; tu ti rallegri nei cieli sopra un solo peccatore che si pente; tu hai pietà come un padre ha pietà
dei figli; tu, con il digiuno e la preghiera, hai serrato le fauci del leone nella valle; tu, con il digiuno e la
costanza, hai reso glorioso il volto di Mosè; con il digiuno e la verginità tu hai rapito Elia con un carro di
fuoco; tu hai giustificato il pubblicano per il digiuno e la penitenza; tu hai purificato la prostituta con il
digiuno e le lacrime, perché la misericordia supera il giusto giudizio. Ora, Signore, sana le malattie del
nostro cuore e liberaci dal tremendo, sconosciuto e terribile giorno del giudizio; abbi pietà dei tuoi servi e
ricordati, buono amico degli uomini, del venerando clero, dei diaconi in Cristo, del governo, dell’esercito e
del tuo popolo fedele: tu solo infatti sei santo e benedetto nei secoli dei secoli.
per l’Incontro
Sovrano e Signore Dio, per operare la redenzione tu hai inviato nel mondo il tuo unigenito Figlio e Logos,
nato sotto la Legge; mediante il tuo Spirito hai preannunciato al vecchio Simeone la sua venuta, e lo hai
indicato a lui quando gli si trovava innanzi. Tu ora benedici con la tua illuminazione anche noi indegni tuoi
servi, e accetta le nostre preghiere come hai accettato la lode della profetessa Anna. Rendici degni di
abbracciare con braccia spirituali il tuo Logos incarnato, e di diventare templi santificati del tuo santissimo
Spirito. Allieta con la tua potenza il tuo popolo e concedigli vittoria sui nemici, affinché anche in noi sia
glorificato il magnifico tuo nome, e del tuo unigenito Figlio, e dell’adorabile e vivificante tuo Spirito, ora e
sempre, e nei secoli dei secoli.
ai Presantificati
Signore Dio onnipotente, tu hai plasmato con sapienza l’intero creato; nella tua provvidenza inesprimibile e
grande bontà ci hai condotti a questi giorni venerabili per la purificazione delle anime e la continenza della
risurrezione. Tu che dopo quaranta giorni hai consegnato le tavole della Legge a Mosè -testo inciso dalla tua
divinità - concedi anche a noi, Signore buono, di combattere la buona battaglia, di terminare la corsa del
digiuno, di conservare integra la fede, di schiacciare la testa dei draghi invisibili, per divenire alla fine
vincitori del peccato e giungere così, senza subire condanna, ad adorare la tua santa Resurrezione. Poiché
santo è il nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.
ai Presantificati
E’ piena di gioia la nostra bocca e la nostra lingua di esultanza per la comunione al corpo e al sangue del tuo
Cristo: conserva in loro la nostra esistenza, offrendoci difesa e protezione per tutti i giorni della nostra vita.
Poiché a te spetta ogni gloria, onore e adorazione, Padre Figlio e Santo Spirito santo, ora e sempre e nei
secoli dei secoli.
ai Presantificati
Sovrano e Signore, volgi lo sguardo su tutti noi dal tuo cielo santo, il luogo della tua dimora, e benedici i tuoi
servi; conservali nella verità, ricolmandoci di Spirito Santo nei tuoi santi misteri. Poiché è benedetto e
glorificato il tuo nome degno di onore e grandezza, Padre Figlio e Santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli
dei secoli.
ai Presantificati
Tu che accogli il sacrificio di lode, culto gradito, spirituale e incruento, da coloro che ti invocano con tutto il
cuore, tu sei l’agnello e Figlio di Dio, colui che toglie il peccato del mondo, vitello senza difetto che non
sopporta il giogo del peccato e che liberamente si sacrifica per noi: egli è spezzato ma non diviso, è
mangiato ma non consumato, e santifica coloro che ne partecipano. Tu che anche oggi ti sei donato nel
memoriale della tua volontaria passione e della tua resurrezione al terzo giorno, rendendoci partecipi dei
misteri ineffabili, indicibili, celesti e tremendi del tuo corpo e del tuo sangue, tu stesso, buono e pietoso,
lento all’ira e grande nell’amore, proteggi noi e tutta la nostra nazione, donandole vittoria contro i nemici.
Benedici nella tua santificazione tutto il tuo popolo per meditare in ogni tempo e momento la tua giustizia,
così che avanzando verso la tua volontà, siamo fatti degni di stare alla tua destra, quando verrai a giudicare
i vivi e i morti. Libera i nostri fratelli che sono in prigione, visita i malati, guida chi naviga tra i pericoli del
mare e ascolta quanti invocano il tuo aiuto, perché tu sei colui che dona ogni bene e noi rendiamo gloria a
te, insieme al tuo eterno Padre, e al santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei
secoli.
ai Presantificati
Signore nostro Dio, indulgente e grande nella misericordia, nel tuo santo digiuno ci hai mostrato una via di
salvezza. Tu che accetti come incenso la conversione e l’umiltà, per la conversione e il digiuno hai revocato
la sentenza emessa contro gli abitanti di Nìnive e, morti che erano per il peccato, con la conversione e il tuo
amore li hai fatti rivivere. Tu fai più gioia in cielo per un peccatore convertito; tu sei Dio misericordioso,
indulgente con chi è misericordioso, e hai pietà di coloro che ti temono come un padre ha pietà dei suoi
figli. Con il digiuno e la preghiera hai chiuso le fauci dei leoni nella fossa; con il digiuno e la costanza hai reso
raggiante il volto di Mosè; con il digiuno e la verginità hai assunto Elia nel carro di fuoco; con il digiuno e la
conversione hai giustificato il pubblicano; con il digiuno e le lacrime hai purificato la meretrice perché la
misericordia ha sempre la meglio nel giudizio. Tu stesso, Signore, risana le fratture dei nostri cuori; liberaci
dal giorno temibile e tremendo del giudizio; abbi pietà di noi tuoi servi. Ricordati, Dio nostro, buono e pieno
di amore per gli uomini, del collegio dei presbiteri, dei diaconi che servono in Cristo e di tutto l’ordine
sacerdotale; ricordati, o Dio, del governo, dell’esercito e del tuo popolo fedele. Tu sei il solo Dio buono e
amico degli uomini, e noi rendiamo gloria a te, Padre, Figlio e Spirito Santo, ora e sempre e nei secoli dei
secoli.
per l’Annunciazione
Signore Dio che tutto governi, tu ti sei compiaciuto che il tuo unigenito Figlio si incarnasse da una vergine e
si facesse uomo per la nostra salvezza; tu hai inviato il tuo arcangelo Gabriele a evangelizzare la sua
concezione verginale alla santa vergine Maria, eletta prima dei secoli per essere il luogo in cui si è realizzato
tale tremendo mistero, noto da sempre a te e al tuo Logos eterno. Per sua intercessione e per le preghiere
di tutti i tuoi santi, per mezzo della tua grazia, porta anche noi la lieta novella della remissione dei peccati e
di una gioia eterna; annuncia la pace al tuo popolo; mostraci la via da seguire per essere graditi nel tuo
regno celeste. Per la compassione del tuo Cristo, con il quale sei benedetto insieme al santissimo, buono e
vivificante tuo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.
per le Palme
Sciogliamo inni, Cristo Dio nostro, alla tua ineffabile condiscendenza. Tu hai come trono il cielo e come
sgabello la terra; ma non hai ritenuto indegno incarnarti da una vergine santa; essere generato come uomo
e deposto come bambino in una mangiatoia di animali; sederti su un puledro e sopportare per noi la
volontaria passione quando è giunta la pienezza dei tempi. Tu in modo divino sei celebrato con inni
incessanti delle Potenze celesti; tu hai cantato sulla terra un inno nuovo; tu hai reso sapiente la moltitudine
innocente, procurandoti una lode dalla bocca dei bambini e dei lattanti ai quali hai insegnato a dire: Gloria
in cielo e pace sulla terra. Insieme a loro accogli anche noi indegni tuoi servi, che cantiamo inni di vittoria a
te, vincitore della morte, proclamando benedetto te che sei venuto nel nome di Dio - senza però
allontanarti dalla gloria paterna - e di nuovo vieni a giudicare la terra con giustizia. Rendici degni di essere
accolti da te, dopo averci ornati con lotte vittoriose contro le passioni, e incoronati con le bellezze delle
virtù come con rami di palme, affinché possiamo venire incontro a te con gioia, mentre tu vieni con gloria
sulle nubi, e diventare eredi del tuo regno. Al popolo tutto concedi vittoria sui nemici, poiché tu sei amico
degli uomini glorificato con il tuo eterno Padre, insieme al santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, ora e
sempre, e nei secoli dei secoli.
per la Pasqua
Ecco il giorno splendido della nostra salvezza: è apparsa la risurrezione del Signore nostro Gesù Cristo! Il
tempio del Signore è gremito: eletti fedeli hanno sostenuto con gioia il peso del digiuno e, con le lampade
accese, per la festa della risurrezione portano doni al Re dei secoli. Con la Resurrezione di Cristo Dio nostro
gioisce l’universo; il cielo è rischiarato dallo splendore della divinità; la terra s’illumina; il mare si placa; i
tiranni periscono; i devoti progrediscono; i catecumeni sono illuminati; i nemici vengono a chiedere pace;
gli erranti ritornano; i peccati sono annullati; le Chiese esultano: Cristo Dio è glorificato; le madri portano in
braccio doni al re dei secoli: non fiori di prato, ma la grazia dello Spirito dei bimbi che oggi hanno ricevuto
l’illuminazione. Accetta perciò anche il sacrificio e il culto di noi miseri sacerdoti, e come Dio nostro buono e
amico degli uomini, donaci il perdono di tutte le nostre colpe, dalla giovinezza fino ad oggi. Alla nostra
nazione concedi, Signore, la vittoria sui nemici; conserva con onore il nostro Vescovo sulla sua cattedra.
Mantieni in pace e concordia il clero e il popolo. Per l’intercessione della purissima tua Madre, dei santi
apostoli e delle mirofòre, proteggi, abbi pietà e custodisci il popolo presente, giunto al godimento dei tuoi
divini, immacolati e vivificanti Misteri, poiché tu sei risorto dai morti, Cristo Dio nostro e noi a te rendiamo
gloria, con il tuo eterno Padre e il santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei
secoli.
per l’Ascensione
Sovrano che hai innalzato in te la nostra natura avvilita e ti sei acquistato di assiderti sul trono insieme
all’altissimo Padre, Innalza verso il cielo i pensieri di noi che adoriamo la tua potenza, e allontana la nostra
mente dalle preoccupazioni terrene, attraendola a te. Rendici degni di vivere sulla terra come in cielo, dove
sei seduto alla destra di Dio, perché noi cerchiamo le cose dell'alto e aspettiamo la tua gloriosa e terribile
venuta, della quale hai fatto conoscere il modo per mezzo di angeli ai beati apostoli, spettatori della tua
ascesa nei cielì. Annoveraci tra coloro che sono rapiti tra le nuvole per muovere incontro a te mentre vieni a
giudicare tutta la terra con giustizia, affinché insieme a loro possiamo esultare eternamente, godendo della
tua gioia. Per la benevolenza del tuo eterno Padre, con il quale sei benedetto e glorificato insieme al
santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.
per la Pentecoste
Tu, o Cristo, dopo la passione e la risurrezione, hai disposto l’economia della tua ascensione al cielo, quel
cielo che hai piegato al fine d’incarnarti per noi dalla Vergine. Sei disceso, e hai stabilito sulla terra la tua
promessa con la venuta sui tuoi discepoli del tuo Spirito Paràclito. Con la tua costante presenza e i suoi
molteplici carismi, hai consolidato la Chiesa, la stabile e santissima dimora in loro – e per mezzo di loro –
per coloro che hanno creduto in te. Non togliere da noi la grazia dello Spirito, poiché siamo contaminati dal
peccato, ma mortifica ogni pensiero mortale che è in noi e che ostacola la sua presenza in noi. Respingi
lontano da noi ogni pensiero, parola e azione che lo contrista, insieme a ogni impura passione che angustia
e acceca le nostre anime, privandole della sua luce. Trasformaci in vasi puri della sua gloria, a imitazione del
cenacolo di Sion ricolmo del suo splendore. Consacraci come troni del suo fuoco spirituale, a imitazione dei
tuoi apostoli che hanno ricevuto la sua primizia. Da lui fortificati, saremo guidati verso la terra pianeggiante
della tua immortale e beata promessa, dov’è la dimora di chi gioisce in te e senza sosta ti glorifica, perché
tu sei più che glorioso, insieme al Padre - come te senza principio - e al coeterno, santissimo, buono e
vivificante tuo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
per la Metamorfosi
Sovrano Gesù Cristo, Dio nostro, facci salire sul santissimo monte del tuo amore, come hai fatto salire i
corifèi tuoi discepoli sull’alto monte; apri i nostri occhi spirituali a contemplare la bellezza inesprimibile,
come hai aperto i loro occhi quando hai fatto risplendere d’uno straordinario splendore la forma del tuo
corpo e, per mezzo della tua natura umana, hai mostrato loro il fulgore della tua natura divina. Con la tua
destra potente, indirizza anche noi verso l’alto. Tu in modo indicibile hai mutato la natura visibile: suscita in
noi la conoscenza continua della tua signoria, alla quale hanno reso testimonianza Mosè ed Elia; imprimi in
noi il ricordo continuo della voce del tuo eterno Padre, che ti ha proclamato ‘Figlio amato’. Divenuti
operatori dei tuoi precetti, potremo risplendere anche noi insieme a coloro che sono stati giudicati degni
del tuo regno incorruttibile, vedendo in te il tuo eterno Padre, con il quale sei benedetto insieme al
santissimo, buono e vivificane tuo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.
Per la fratellanza
Questo rito, benché presente in tanti manoscritti e persino nell’Eucologio Romano del 1873, è stato
ripetutamente vietato dalle Autorità civili, ma piuttosto per problemi da Antimafia - diremmo oggi - che per
sospetti di natura sessuale. I manoscritti presentano innumerevoli varianti; nelle sue linee generali il rito è
come sotto descritto.
Dopo la benedizione iniziale, il sacerdote con l’epitrachilio lega le mani dei due, le pone sull’Evangelario e
dice:
- Preghiamo il Signore.
- Kyrie, elèison.
- Signore Dio onnipotente, tu hai creato l’uomo a tua immagine e somiglianza e gli hai donato la vita eterna;
tu hai voluto rendere fratelli i tuoi santi e lodati apostoli Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni, Filippo e
Bartolomeo, non vincolati da leggi di natura ma dalla fede e dallo Spirito Santo; tu ti sei degnato di fare
fratelli i santi martiri Sergio e Bacco, Cosma e Damiano, Ciro e Giovanni, Pantaleo ed Ermolao, Floro e
Lauro; tu hai coronato con la corona del martirio i santi fratelli Filadelfo, Alfio e Qurino; tu ora benedici i
tuoi servi N. e N. uniti dalla fede. Concedi loro amore vicendevole, perché la loro fratellanza, nella potenza
del tuo Santo Spirito, sia senza odio e salda per tutti i giorni della loro vita, per le preghiere della santissima
e purissima signora nostra, la Madre di Dio e sempre vergine Maria, dei santi N. e N. e di tutti i santi. Tu sei
infatti unione, stabilità e vincolo di pace, Cristo Dio nostro, e noi rendiamo a te gloria e azioni di grazia, ora
e sempre e nei secoli dei secoli.
- Amin.
- Pace † a tutti.
- E al tuo spirito.
- Inchinate le vostre teste al Signore.
- A te, Signore.
- A te chiniamo il capo, Signore, Signore Dio nostro e pregando ti supplichiamo: manda la tua grazia celeste
su questi tuoi servi N. e N. e invia dall’alto sul loro capo le tue corone, come hai incoronato i tuoi santi
quaranta martiri. Benedicili, signore Dio nostro, come hai benedetto i tuoi santi patriarchi e profeti, apostoli
e discepoli. Custodiscili, signore Dio nostro, come hai custodito Noè nell'arca, Giona nel ventre della balena,
i tre giovani santi nella fornace ardente. Ricordati di loro, signore Dio nostro, come ti sei ricordato dei nostri
santi padri; concedi loro pace, concordia, vicendevole aiuto, affinché, avendo tutto il necessario, abbondino
in ogni buona opera a te grata e in ogni tempo siano a te graditi e con noi rendano onore, gloria e
adorazione a te, insieme al tuo Figlio unigenito, e al buono e vivificante tuo Spirito, ora e sempre e nei
secoli dei secoli.
- Amin.
- Preghiamo il Signore
- Kyrie, elèison.
- O Dio, nella tua potenza hai creato ogni cosa, hai reso saldo l’universo e hai ornato di corona quanto da te
è stato plasmato; benedici † con una benedizione spirituale questa coppa comune offerta ai tuoi servi N. e
N., perché è benedetto e glorificato il tuo onorabilissimo nome, del Padre, del Figlio e del Santo Spirito, ora
e sempre e nei secoli dei secoli.
- Amin.
Mentre si canta Nel legame dell’amore i due bevono alla coppa comune.
Il 14 settembre (digiuno; se sabato o domenica, licenza d’olio e vino), si prepara sulla Mensa il disco che ha i
tre ceri (accesi), ricolmo di foglie di basilico sulle quali è adagiata la Croce. Alla Dossologia conclusiva del
Mattutino, mentre si canta lentamente il Santo Dio, il sacerdote esce portando sulla testa il disco, percorre
tutto il lato destro del tempio, ritorna dal centro e salito all’ambone (ovvero, giunto nel centro del tempio)
fa tre giri intorno al tetrapodio. Quindi, volto a oriente, eleva il disco e fa un segno di croce dicendo
Sapienza, in piedi!, e lo posa sul tetrapodio. Quindi fa tre giri del tetrapodio, incensandone i quattro lati e
cantando Salva Signore il tuo popolo e benedici la tua eredità, dando ai re vittoria contro i barbari * e
custodendo con la tua Croce la tua Città.
Prende poi la croce (insieme a un mazzo di basilico) e l’innalza quanto più può verso oriente (cioè, verso la
Mensa) dicendo: Abbi di noi pietà o Dio, secondo la tua grande misericordia. Noi ti supplichiamo: abbi pietà!
Il coro dice 100 volte Kyrie, elèison, mentre il sacerdote benedice tre volte con la croce, e poi lentamente la
abbassa verso terra quanto più può.
Lo stesso fa verso nord (alla sua sinistra), dopo aver detto: Ancora preghiamo per la nostra Nazione, il
Governo e l’Esercito. Quando il coro finisce il secondo centinaio,
lo stesso fa verso sud, dopo aver detto: Ancora preghiamo per il nostro arcivescovo Ghennadios e per tutti i
nostri fratelli in Cristo. Quando il coro finisce il terzo centinaio,
lo stesso fa verso ovest (alla sua destra), dopo aver detto: Ancora preghiamo per la misericordia, vita, pace,
salvezza, salute, visita e remissione dei peccati di chi abita o si trova in questa città. Quando il coro finisce il
quarto centinaio,
lo stesso fa di nuovo verso oriente, dopo aver detto: Ancora preghiamo per la salvezza, la salute e il
perdono dei peccati di tutti i cristiani ortodossi. Quando il coro finisce il quinto centinaio,
il sacerdote si gira verso il popolo e, tenendo alta la croce, fa tre grandi segni di croce cantando: Tu che
volontariamente sei stato innalzato sulla croce, dona o Cristo Dio la tua compassione al popolo nuovo che
porta il tuo nome; rallegra con la tua potenza i nostri re fedeli, concedendo loro vittoria contro i nemici *:
possano avere la tua alleanza, arma di pace, invitto trofeo. Deposta quindi la croce sul tetrapodio, canta
Adoriamo la tua Croce, o Buono, e la tua santa risurrezione cantiamo e glorifichiamo. Mentre i cori ripetono
(2v) il canto, si prostra e adora la croce; lo stesso fanno i fedeli, e il sacerdote distribuisce loro il basilico,
mentre i cori cantano gli idiomeli indicati. Quindi si inizia la divina Liturgia.
* : è vietata qualsiasi modifica al testo.
Secondo un non lodevole uso moderno, in alcune parrocchie l’adorazione della Croce si compie alla fine
della Liturgia, dopo La benedizione del Signore… In questo caso, il sacerdote esce mentre si canta
(lentamente) il solo Santo Dio, e – alla fine - distribuisce l’antidoron insieme al basilico.
Kathìsmata del Salterio
Tanto in Occidente che in Oriente, l’uso di leggere l’intero salterio ogni giorno o almeno ogni settimana
nacque negli eremi, dove di fatto era l’unica “ufficiatura”; dagli eremi passò poi ai Monasteri e quindi alle
parrocchie (dove però è quasi ovunque e quasi sempre omessa). La divisione in 20 sessioni, ognuna delle
quali ripartita in 3 stanze, è stata determinata esclusivamente dalla lunghezza dei salmi. Qui diamo la
ripartizione del Salterio, insieme alle indicazioni per i vari periodi dell’anno, perché può essere di utilità a
quanti vorranno santificare in qualche modo i vari momenti della giornata (Mt: Mattutino; I: Ora Prima,
circa le 6; III: Ora Terza, circa le 9; VI: Ora Sesta, circa le 12; IX: Ora Nona, circa le 15; Vp: Vespro).
Dalla fine-festa della Croce alla pre-festa del Natale; dalla fine-festa delle Luci al Figlio dissoluto
Sabato Vp: 1
Domenica Mt: 2-3 + Polièleo (salmi 134-135)
Lunedì Mt: 4-6; Vp: 18
Martedì Mt: 7-9; Vp: 18
Mercoledì Mt: 10-12; Vp: 18
Giovedì Mt: 13-15; Vp: 18
Venerdì Mt: 19-20; Vp: 18
Sabato Mt: 16-17
Nelle settimane di Carnevale e dei Latticini; da Tommaso alla fine-festa della Croce; dalla pre-festa del
Natale alla fine-festa della Luci
Sabato Vp: 1
Domenica Mt: 2-3 + Polièleo
Lunedì Mt: 4-5; Vp: 6
Martedì Mt: 7-8; Vp: 9
Mercoledì Mt: 10-11; Vp: 12
Giovedì Mt: 13-14; Vp: 15
Venerdì Mt: 16-17; Vp: 18
Sabato Mt: 16-17
Nelle settimane I, II, III, IV e VI del Grande Digiuno
Sabato Vp: 1
Domenica Mt: 2-3 e 17
Lunedì Mt: 4-6; III: 7; VI: 8; IX: 9; Vp: 18
Martedì Mt: 10-12; I: 13; III: 14; VI: 15; IX: 16; Vp: 18
Mercoledì Mt: 19-20 e 1; I: 2; III: 3; VI: 4; IX: 5; Vp: 18
Giovedì Mt: 6-8; I: 9; III: 10; VI: 11; IX: 12; Vp: 18
Venerdì Mt: 13-15; III: 19; VI: 20; Vp: 18
Sabato Mt: 16-17