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Abbracciare i tuoi demoni:

una panoramica
dell'accettazione e della terapia dell'impegno
RUSSELL HARRIS

La terapia dell'accettazione e dell'impegno è una delle recenti terapie comportamentali

basate sulla consapevolezza che si sono dimostrate efficaci con una vasta gamma di
condizioni cliniche. In contrasto con l'assunzione di "sana normalità" della psicologia
occidentale, ACT presuppone che i processi psicologici di una mente umana normale
siano spesso distruttivi e creino sofferenza psicologica. La riduzione dei sintomi non è
un obiettivo dell'ACT, sulla base dell'idea che i continui tentativi di eliminare i "sintomi"
possono creare disturbi clinici in primo luogo. RUSSELL HARRIS fornisce una
panoramica di ACT sullo sfondo della sofferenza generata dall'evitamento esperienziale
e dal controllo emotivo. Un caso di studio illustra i sei principi fondamentali dello sviluppo
della flessibilità psicologica; defusione, accettazione, contatto con il momento presente,
il sé che osserva, i valori e l'azione impegnata.

dolore, lo stress del cancro terminale, di barriere, sotto forma di "esperienze

Immagino
tenta diuna terapia
ridurre che fa ma
i sintomi, no ottiene
la riduzione dei sintomi come sottoprodotto.
Una terapia saldamente basata sulla tradizione
della scienza empirica, ma con una grande
enfasi sui valori, il perdono, l'accettazione, la
compassione, la vita nel momento presente e
l'accesso a un senso di sé trascendente. Una
terapia così difficile da classificare che è stata
definita una 'terapia cognitivo-comportamentale
umanistica esistenziale'.
La terapia dell'accettazione e
dell'impegno, nota come "ACT" (pronunciata
come la parola "act") è una terapia
comportamentale basata sulla consapevolezza
che sfida le regole di base della maggior parte
della psicologia occidentale. Utilizza un mix
eclettico di abilità di metafora, paradosso e
consapevolezza, insieme a una vasta gamma
di esercizi esperienziali e interventi
comportamentali guidati dai valori. ACT si è
dimostrato efficace con una vasta gamma di
condizioni cliniche; depressione, disturbo
ossessivo compulsivo, stress sul posto di
lavoro, cronico
l'ansia, il disturbo da stress post-
traumatico, l'anoressia, l'abuso di eroina,
l'abuso di marijuana e persino la schizofrenia.
(Zettle & Raines, 1989; Twohig, Hayes &
Masuda, 2006; Bond & Bunce, 2000; Dahl,
Wilson & Nilsson, 2004; Branstetter, Wilson,
Hildebrandt & Mutch, 2004). Uno studio di Bach
& Hayes (2002) ha mostrato che con solo
quattro ore di ACT, i tassi di riammissione
ospedaliera per i pazienti schizofrenici sono
diminuiti del 50% nei sei mesi successivi.
L'obiettivo di ACT
L'obiettivo di ACT è creare una vita ricca
e significativa, pur accettando il dolore che
inevitabilmente ne consegue.
'ACT' è una buona abbreviazione, perché
questa terapia consiste nell'intraprendere
un'azione efficace guidata dai nostri valori
più profondi e in cui siamo pienamente
presenti e coinvolti. È solo attraverso
un'azione consapevole che possiamo creare
una vita significativa. Naturalmente, mentre
tentiamo di creare una tale vita, ne incontreremo di tutti i tipi
private" spiacevoli e indesiderate (pensieri,
immagini, sentimenti, sensazioni, impulsi e
ricordi). ACT insegna le abilità di consapevolezza
come un modo efficace per gestire queste
esperienze private.
Cos'è la consapevolezza?
Quando discuto della consapevolezza con
clienti, lo definisco come: "Portare
consapevolmente consapevolezza alla tua
esperienza qui-e-ora con apertura, interesse e
ricettività". Ci sono molte sfaccettature della
consapevolezza, incluso il vivere nel momento
presente; impegnarsi pienamente in ciò che si
sta facendo piuttosto che 'perdersi' nei propri
pensieri; e permettere ai tuoi sentimenti di
essere come sono, lasciandoli andare e venire
piuttosto che cercare di controllarli. Quando
osserviamo le nostre esperienze private con
apertura e ricettività, anche i pensieri, i
sentimenti, le sensazioni e i ricordi più dolorosi
possono sembrare meno minacciosi o
insopportabili. In questo modo la consapevolezza
può aiutarci a trasformare

PSICOTERAPIA IN AUSTRALIA • VOL 12 N. 4 • AGOSTO 2006

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il nostro rapporto con pensieri e sentimenti piuttosto che seguire un protocollo sentimenti, in modo che non li percepiamo più
dolorosi, in un modo che riduce il loro impatto e manualizzato, ACT consente al terapeuta come "sintomi". Impariamo invece a percepirli
influenza sulla nostra vita. di creare e personalizzare le proprie tecniche come eventi psicologici innocui, anche se

In che modo ACT differisce da altri approcci
basati sulla consapevolezza?
L'ACT è una delle cosiddette "terze
ondate" di terapie comportamentali, insieme a
Dialectical Behavior Therapy (DBT),
Mindfulness-Based Cognitive Therapy (MBCT)
e Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR),
che pongono una grande enfasi su lo sviluppo
delle capacità di mindfulness.
In netto contrasto con la maggior parte dei western
psicoterapia, l'ACT non ha come
obiettivo la riduzione dei sintomi. Ciò si basa
sull'idea che il tentativo in corso di eliminare
i "sintomi" crei in realtà un disturbo clinico
in primo luogo.
Creata nel 1986 da Steve Hayes, ACT è stata
la prima di queste terapie della "terza ondata"
e attualmente dispone di un ampio corpus di
dati empirici a supporto della sua efficacia.
La "prima ondata" di terapie
comportamentali, negli anni Cinquanta e
Sessanta, si è concentrata sul cambiamento
comportamentale palese e ha utilizzato
tecniche legate ai principi del condizionamento
operante e classico. La "seconda ondata"
degli anni settanta includeva gli interventi
cognitivi come strategia chiave.
La terapia cognitivo-comportamentale (CBT)
alla fine arrivò a dominare questa "seconda
ondata".
ACT differisce da DBT, MBCT e MBSR
in molti modi. Per cominciare, MBSR e MBCT
di consapevolezza, o anche di crearle insieme
ai clienti.
Un'altra differenza principale è che
ACT vede la meditazione consapevole
formale come solo un modo tra molti per
insegnare le abilità di consapevolezza. Le
abilità di consapevolezza sono "divise" in
•
quattro sottoinsiemi: accettazione;
•
defusione cognitiva; contatto con il
• Sana normalità
momento presente; il sé osservante.
•
La gamma degli interventi ACT
lo sviluppo di queste capacità è vasto e
continua a crescere e spazia dalle
meditazioni tradizionali sul respiro fino
alle tecniche di defusione cognitiva.
Cosa rende unico ACT?
L'ACT è l'unica psicoterapia
occidentale sviluppata in
concomitanza con il proprio programma di
ricerca di base sul linguaggio e la cognizione
umana: la Relational Frame Theory (RFT). Va
oltre lo scopo di questo articolo entrare in
dettaglio nella RFT, tuttavia, per maggiori
informazioni vedere www.contextualpsychology.org/
rtf.
In netto contrasto con la maggior parte dei western
scomodi, transitori. Ironia della sorte, è
attraverso questo processo che ACT raggiunge
effettivamente la riduzione dei sintomi, ma
come sottoprodotto e non come obiettivo.
Un altro aspetto in cui ACT è unico è
che non si basa sul presupposto di una
"sana normalità".
La psicologia occidentale si basa sul
presupposto di una sana normalità: che per
loro natura gli esseri umani sono
psicologicamente sani e, dato un ambiente,
uno stile di vita e un contesto sociale sani
(con opportunità di "autorealizzazione"), gli
esseri umani saranno naturalmente felici e
contenti .
Da questa prospettiva, la sofferenza
psicologica è vista come anormale; una
malattia o una sindrome guidata da processi
patologici insoliti.
Perché ACT lo sospetta
supposizione falsa? Se esaminiamo
le statistiche, scopriamo che ogni anno
quasi il 30% della popolazione adulta
soffrirà di un disturbo psichiatrico
riconosciuto (Kessler et al, 1994).
L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima
che la depressione sia attualmente la quarta
malattia più grande, più costosa e più debilitante
del mondo, ed entro il 2020

sono essenzialmente protocolli di trattamento psicoterapia, l'ACT non ha come obiettivo

manualizzati, progettati per l'uso con gruppi
per il trattamento dello stress e della
depressione.
La DBT è in genere una combinazione di
formazione sulle abilità di gruppo e terapia
individuale, progettata principalmente per il
trattamento di gruppo del disturbo borderline
di personalità. Al contrario, l'ACT può essere
utilizzato con individui, coppie e gruppi, sia
come terapia breve che come terapia a lungo
termine, in un'ampia gamma di popolazioni
cliniche. Inoltre,
la riduzione dei sintomi. Ciò si basa sull'idea
che il tentativo in corso di eliminare i
"sintomi" crei in realtà un disturbo clinico in
primo luogo. Non appena un'esperienza
privata viene etichettata come 'sintomo', si
mette immediatamente in lotta con essa
perché un 'sintomo' è per definizione qualcosa
di 'patologico'; qualcosa di cui dovremmo
cercare di sbarazzarci. In ACT, l'obiettivo è
trasformare la nostra relazione con i nostri
pensieri difficili e
Illustrazione: Savina Hopkins

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essere il secondo più grande. Ogni
settimana, un decimo della popolazione
adulta soffre di depressione clinica e una
persona su cinque ne soffrirà a un certo punto
della sua vita (Davies, 1997). Inoltre, un adulto
su quattro, a un certo punto della sua vita,
soffrirà di dipendenza da droghe o alcol.
Ora ci sono più di venti milioni di alcolisti
solo negli Stati Uniti (Kessler et al, 1994).
Più sorprendente e che fa riflettere è la
scoperta che quasi una persona su due
attraverserà una fase della vita in cui
considererà seriamente il suicidio e lotterà con
esso per un periodo di due settimane o più.
Ancora più spaventoso, una persona su dieci a
un certo punto tenta di uccidersi (Chiles e
Strosahl, 1995).
Inoltre, considera le molte forme di
sofferenza psicologica che non costituiscono
"disturbi clinici": solitudine, noia, alienazione,
mancanza di significato, bassa autostima,
angoscia esistenziale e dolore associato a
questioni come il razzismo, il bullismo, il
sessismo, la violenza domestica , e divorzio.
Chiaramente, anche se il nostro standard
della vita è più alto che mai nella storia
documentata, la sofferenza psicologica è
tutto intorno a noi.
Normalità distruttiva
ACT presuppone che il psicologico
i processi di una normale mente umana
sono spesso distruttivi e creano sofferenza
psicologica per tutti noi, prima o poi.
Inoltre, ACT lo postula
la radice di questa sofferenza è lo stesso
linguaggio umano. Il linguaggio umano è un
sistema di simboli altamente complesso, che
include parole, immagini, suoni, espressioni
facciali e gesti fisici.
Usiamo questo linguaggio in due domini:
pubblico e privato. L'uso pubblico del linguaggio
include parlare, parlare, mimare, gesticolare,
scrivere, dipingere, cantare, ballare e così via.
L'uso privato del linguaggio include pensare,
immaginare, sognare ad occhi aperti, pianificare,
visualizzare e così via. Un termine più tecnico
per l'uso privato del linguaggio è "conoscenza".
Ora chiaramente la mente non è una 'cosa'
o un 'oggetto'. Piuttosto, è un insieme
complesso di processi cognitivi - come
analizzare, confrontare, valutare, pianificare,
ricordare, visualizzare -
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e tutti questi processi si basano sul
linguaggio umano. Così in ACT, la parola
'mente' è usata come metafora del linguaggio
umano stesso.
Sfortunatamente, il linguaggio umano è
un'arma a doppio taglio. In positivo ci aiuta a
fare mappe e modelli del mondo; prevedere e
pianificare il futuro; condividere la conoscenza;
impara dal passato; immagina cose che non
sono mai esistite e continua a crearle; sviluppare
regole che guidino il nostro comportamento in
modo efficace e ci aiutino a prosperare come
comunità; comunicare con persone lontane; e
imparare da persone che non sono più in vita.
Il lato oscuro del linguaggio è che lo usiamo
per mentire, manipolare e ingannare; diffondere
diffamazione, calunnia e ignoranza; incitare
all'odio, al pregiudizio e alla violenza; fabbricare
armi di distruzione di massa e industrie di
inquinamento di massa; soffermarsi e 'rivivere'
eventi dolorosi del passato; spaventarci
immaginando futuri spiacevoli; confrontare,
giudicare, criticare e condannare sia noi stessi
che gli altri; e creare regole per noi stessi che
spesso possono essere costrittive o distruttive
per la vita.
Evitamento esperienziale
ACT si basa sul presupposto che
il linguaggio umano crea naturalmente
sofferenza psicologica per tutti noi. Un modo in
cui lo fa è preparandoci a una lotta con i nostri
pensieri e sentimenti, attraverso un processo
chiamato evitamento esperienziale.
Probabilmente il più grande
vantaggio evolutivo del linguaggio umano
era la capacità di anticipare e risolvere i
problemi. Questo ci ha permesso non solo di
cambiare la faccia del pianeta, ma di viaggiare
al di fuori di esso. L'essenza della risoluzione
dei problemi è questa:
Problema = qualcosa che non vogliamo.
Soluzione = scopri come sbarazzartene o
evitarlo.
Questo approccio ovviamente funziona
bene nel mondo materiale. Un lupo fuori dalla
tua porta? Sbarazzarsi di esso. Lanciagli sassi,
o lance, o sparagli. Neve, pioggia, grandine?
Beh, non puoi sbarazzarti di queste cose, ma
puoi evitarle nascondendoti in una caverna o
costruendoti un riparo.
Terreno secco e arido? Puoi sbarazzartene,
con l'irrigazione e la concimazione, oppure
puoi evitarlo, spostandoti in un luogo migliore.
Strategie di risoluzione dei problemi
sono quindi altamente adattabili per noi come
esseri umani (e in effetti, l'insegnamento di tali
abilità si è dimostrato efficace nel trattamento
della depressione). Dato che questo approccio
alla risoluzione dei problemi funziona bene nel
mondo esterno, è naturale che tendiamo ad
applicarlo al nostro mondo interiore; il mondo
psicologico dei pensieri, dei sentimenti, dei
ricordi, delle sensazioni e degli impulsi.
Sfortunatamente, troppo spesso quando
cerchiamo di evitare o di sbarazzarci di
esperienze private indesiderate, creiamo
semplicemente ulteriore sofferenza per noi
stessi. Ad esempio, praticamente ogni
dipendenza conosciuta dall'umanità inizia come
un tentativo di evitare o sbarazzarsi di pensieri
e sentimenti indesiderati, come noia, solitudine,
ansia, depressione e così via. Il comportamento
di dipendenza diventa quindi autosufficiente,
perché fornisce un modo rapido e semplice per
sbarazzarsi di voglie o sintomi di astinenza.
Più tempo ed energia spendiamo cercando
di evitare o liberarci di esperienze private
indesiderate, più è probabile che soffriamo
psicologicamente a lungo termine. I disturbi
d'ansia forniscono un buon esempio. Non è la
presenza di ansia che costituisce l'essenza di
un disturbo d'ansia. Dopotutto, l'ansia è una
normale emozione umana che tutti noi
sperimentiamo. Al centro di qualsiasi disturbo
d'ansia c'è una grande preoccupazione nel
cercare di evitare o sbarazzarsi dell'ansia. OCD
fornisce un florido esempio; Non smetto mai di
essere stupito dagli elaborati rituali che i malati
di disturbo ossessivo compulsivo escogitano,
nei vani tentativi di sbarazzarsi di pensieri e
immagini che provocano ansia. Purtroppo,
maggiore è l'importanza che attribuiamo
all'evitare l'ansia, più sviluppiamo ansia per la
nostra ansia, esacerbandola così. È un circolo
vizioso, che si trova al centro di qualsiasi disturbo
d'ansia. (Cos'è un attacco di panico, se non
ansia per l'ansia?)
Un ampio corpus di ricerche mostra
che una maggiore evitamento esperienziale
è associata a disturbi d'ansia, depressione,
scarse prestazioni lavorative, livelli più elevati
di abuso di sostanze, minore qualità della vita,
comportamento sessuale ad alto rischio,
disturbo borderline di personalità, maggiore
gravità del disturbo da stress post-traumatico,
disabilità a lungo termine e alessitimia.
Naturalmente, non tutte le forme
di evitamento esperienziale sono malsane.
Ad esempio, bere un bicchiere di vino
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rilassarsi di notte è un evitamento
esperienziale, ma non è probabile che sia
dannoso. Tuttavia, bere un'intera bottiglia di vino
a notte rischia di essere estremamente dannoso,
a lungo termine.
fai loro spazio e consenti loro di andare e venire
senza lottare.
Il tempo, l'energia e il denaro che hanno sprecato
in precedenza nel tentativo di controllare come si
sentono vengono quindi investiti nell'intraprendere
un processo simile al colloquio
motivazionale. I clienti identificano i modi in cui
hanno cercato di sbarazzarsi o evitare esperienze
private indesiderate. Viene quindi chiesto loro di
valutare per ciascun metodo: "Questo ha ridotto i

L'ACT prende di mira le strategie di evitamento azioni efficaci (guidate dai loro valori) per cambiare sintomi a lungo termine?" Quanto ti è costata
esperienziale solo quando i clienti le utilizzano la loro vita in meglio. questa strategia, in termini di tempo, energie,
salute, vitalità, relazioni? Ti ha portato più vicino
alla vita che desideri?' "Michael" era un contabile

ACT presuppone che i processi di 35 anni che soffriva di una significativa ansia
sociale e aveva visto un certo numero di
psicologici di una normale mente terapisti senza successo. Nella prima seduta

passammo in rassegna le molte strategie che

umana siano spesso distruttivi e creino
sofferenza psicologica per tutti noi, prima oValium,
a tal punto che diventano costosi, che
distorcono la vita o dannosi.
ACT chiama queste "strategie di controllo
emotivo", perché sono tentativi di controllare
direttamente come ci sentiamo. Molte delle
strategie di controllo emotivo che i clienti usano
per cercare di sentirsi bene (o per sentirsi "meno
male") possono funzionare a breve termine, ma
spesso sono costose e autodistruttive a lungo
termine.
poi.essere un "buon ascoltatore" (fare molte
Così si concentrano gli interventi ACT
attorno a due processi principali: 1)
sviluppare l'accettazione
esperienze private di
indesiderate
che sono al di fuori del controllo
personale, dell'impegno e dell'azione per
2) vivere una vita di valore.
Quello che segue è un breve riassunto
di alcuni interventi ACT fondamentali,
illustrati con vignette di lavoro clinico con un
aveva usato per evitare o liberarsi della sua ansia
sociale. Includevano: bere alcolici, assumere
domande, ma condividere poco di sé), arrivare
tardi, andarsene presto, evitare del tutto gli eventi
sociali, respirare profondamente, tecniche di
rilassamento, usare affermazioni positive, discutere
pensieri negativi, analizzando la sua infanzia,
incolpando i suoi genitori (che erano entrambi
socialmente evitanti), dicendo a se stesso di
"superarla", autoipnosi e così via. Michael si rese
conto che nessuna di queste strategie aveva ridotto
la sua ansia a lungo termine. Sebbene strategie
come prendere Valium, bere alcolici ed evitare
eventi sociali avessero ridotto la sua ansia a breve

Ad esempio, i clienti depressi spesso si ritirano cliente chiamato "Michael". termine, avevano creato costi significativi per la sua
dalla socializzazione per evitare pensieri
Affrontare l'ordine del giorno
scomodi - 'sono un peso', 'non ho niente da
dire', 'non mi divertirò ' - e sentimenti spiacevoli In questa fase, l'agenda del controllo
come ansia, stanchezza, paura del rifiuto. A emotivo del cliente viene minata
breve termine, l'annullamento di un impegno delicatamente e rispettosamente
sociale può dare origine a un senso di sollievo di
breve durata, ma a lungo termine, il crescente
isolamento sociale li rende più depressi.

ACT offre ai clienti un'alternativa

all'evitamento esperienziale attraverso una

varietà di interventi terapeutici.

Interventi terapeutici

In generale, i clienti vengono in

terapia con un'agenda di controllo emotivo.
Vogliono sbarazzarsi della loro depressione,
ansia, voglia di bere, ricordi traumatici, bassa
autostima, paura del rifiuto, rabbia, dolore e
così via. In ACT, non c'è alcun tentativo di
cercare di ridurre, cambiare, evitare, sopprimere
o controllare queste esperienze private.

Invece, i clienti imparano a ridurre l'impatto

e l'influenza di pensieri e sentimenti
indesiderati, attraverso l'uso efficace della
consapevolezza. I clienti imparano a smettere

di litigare con le loro esperienze private, ad aprirsi

a loro,

PSICOTERAPIA IN AUSTRALIA • VOL 12 N. 4 • AGOSTO 2006

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qualità della vita. Il suo "compito a casa" era
notare e annotare altre strategie di controllo emotivo
e valutare la loro efficacia a lungo termine ei costi
per la qualità della sua vita.
Il controllo è il problema, non la
soluzione
In questa fase aumentiamo i clienti
consapevolezza che le strategie di controllo
emotivo sono in gran parte responsabili dei loro
problemi; che fintanto che sono fissati sul tentativo
di controllare come si sentono, sono intrappolati in
un circolo vizioso di crescente sofferenza. Metafore
utili qui includono "sabbie mobili", "lo scambio di lotta"
e i concetti di "pulito disagio" e "sporco disagio".
Potremmo fornire queste metafore in questo modo:
ricordi quei vecchi film in cui il cattivo cade in una
pozza di sabbie mobili, e più lotta, più velocemente lo
risucchia? Nelle sabbie mobili, lottare è la cosa
peggiore che puoi fare. Il modo per sopravvivere è
sdraiarsi, allargare le braccia e galleggiare sulla
superficie. È complicato, perché ogni istinto ti dice di
lottare; ma se lo fai, annegherai.
Lo stesso principio si applica ai
sentimenti difficili: più cerchiamo di combatterli,
più ci sopraffanno. Immagina che nella parte
posteriore della nostra mente ci sia un "interruttore
di lotta". Quando è acceso, significa che lotteremo
contro qualsiasi dolore fisico o emotivo che ci
viene incontro; qualunque sia il disagio provato,
faremo del nostro meglio per sbarazzarcene o
evitarlo.
Supponiamo che l'emozione che si manifesta
sia l'ansia. Se il nostro interruttore di lotta è su ON,
allora quella sensazione è del tutto inaccettabile.
Ciò significa che potremmo finire con la rabbia per
la nostra ansia: "Come osano farmi sentire così?"
O tristezza per la nostra ansia: 'Non di nuovo.
Perché mi sento sempre così?' O ansia per la
nostra ansia: 'Cosa c'è che non va in me? Cosa
sta facendo questo al mio corpo?' O una miscela
di tutti questi sentimenti. Queste emozioni
secondarie sono inutili, spiacevoli e inutili e
prosciugano la nostra vitalità. In risposta ci
arrabbiamo, siamo ansiosi o colpevoli. Individua il
circolo vizioso?
Ma cosa succede se il nostro interruttore di
lotta è spento? Qualunque emozione si presenti,
non importa quanto spiacevole, non lottiamo con
essa. Quindi, se l'ansia si presenta,
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non è un problema. Certo, è spiacevole.
Non ci piace o non lo vogliamo, ma allo stesso
tempo non è niente di terribile. Con lo spegnimento
della lotta, i nostri livelli di ansia sono liberi di salire
e scendere a seconda della situazione. A volte
saranno alti, a volte bassi ea volte non ci sarà
alcuna ansia. Ancora più importante, non stiamo
sprecando il nostro tempo e le nostre energie lottando
con esso.
Senza lotta, otteniamo un naturale
livello di disagio fisico ed emotivo, a
seconda di chi siamo e della situazione in cui ci
troviamo. In ACT, chiamiamo questo "disagio pulito".
Non c'è modo di evitare il "disagio pulito". La vita
serve a tutti noi in un modo o nell'altro.
Tuttavia, una volta che iniziamo a lottare con
esso, i nostri livelli di disagio aumentano
rapidamente. Questa ulteriore sofferenza la
chiamiamo "sporco disagio". Il nostro interruttore
di lotta è come un amplificatore emotivo: accendilo
e possiamo provare rabbia per la nostra ansia, ansia
per la nostra rabbia, depressione per la nostra
depressione o senso di colpa per la nostra colpa.
Ovviamente, queste metafore sono
adattate ai sentimenti particolari con cui il
cliente lotta. Con l'accensione della lotta, non
solo siamo emotivamente angosciati dai nostri
stessi sentimenti, ma facciamo anche tutto il
possibile per evitarli o sbarazzarcene,
indipendentemente dai costi a lungo termine.
Attiriamo l'attenzione dei clienti sui molti modi in cui
hanno provato a farlo - attraverso strategie più ovvie
come droghe, alcol, cibo, TV, gioco d'azzardo, fumo,
sesso, navigazione in rete - a strategie di controllo
emotivo meno ovvie, come rimuginare, rimproverarsi,
incolpare gli altri e così via. (Come accennato in
precedenza, molte strategie di controllo non sono un
problema, purché vengano utilizzate con moderazione.)
Michael è stato in grado di connettersi
prontamente con queste metafore, in particolare
l'idea del cambio di lotta. Potevamo fare riferimento
a questo nelle sedute successive ogni volta che
provava ansia. «Va bene, in questo momento ti
senti ansioso. La lotta si accende o si spegne?' Una
volta minata l'agenda del controllo emotivo,
introduciamo i sei principi fondamentali dell'ACT.
Sei principi fondamentali di ACT
ACT utilizza sei principi fondamentali per aiutare
i clienti a sviluppare la flessibilità psicologica: •
defusione;
•
accettazione;
•
contatto con il momento presente; il Sé
•
Osservante; valori, e; azione commessa.
•
•
Ogni principio ha la sua specifica metodologia,
esercizi, compiti a casa e metafore. Prendi la
defusione, per esempio.
In uno stato di fusione cognitiva siamo presi
dal linguaggio. I nostri pensieri sembrano essere
la verità letterale, o regole che devono essere
rispettate, o eventi importanti che richiedono la
nostra piena attenzione, o eventi minacciosi di cui
dobbiamo sbarazzarci. In altre parole, quando ci
fondiamo con i nostri pensieri, questi hanno
un'enorme influenza sul nostro comportamento.
La defusione cognitiva significa che siamo capaci
'fare un passo indietro' e osservare il linguaggio,
senza esserne coinvolti. Possiamo riconoscere
che i nostri pensieri non sono né più né meno
che eventi privati transitori, un flusso in continua
evoluzione di parole, suoni e immagini.
Mentre disinneschiamo i nostri pensieri, hanno
molto meno impatto e influenza.
Se esamini l'ampia varietà di scritti su ACT,
troverai oltre un centinaio di diverse tecniche di
defusione cognitiva. Ad esempio, per affrontare un
pensiero spiacevole, potremmo semplicemente
osservarlo con distacco; o ripeterlo più e più volte,
ad alta voce, finché non diventa solo un suono privo
di significato; o immaginalo con la voce di un
personaggio dei cartoni animati; o cantalo sulle note
di "Happy Birthday"; o dire silenziosamente "Grazie,
mente" in segno di gratitudine per un pensiero così
interessante. C'è spazio infinito per la creatività.
Contrariamente alla CBT, nessuna di queste tecniche
di defusione cognitiva comporta la valutazione o la
contestazione di pensieri indesiderati.
Ecco un semplice esercizio di defusione cognitiva
per te stesso: Passaggio 1: porta alla mente un
autogiudizio negativo sconvolgente e ricorrente
che assume la forma "Io sono X" come "Sono
incompetente" o "Sono stupido". Tieni quel pensiero
nella tua mente per diversi secondi e credici il più
possibile. Ora noti come ti influenza?
Passo 2: Ora prendi il pensiero 'Io sono X' e
inserisci questa frase davanti ad esso: 'Sto avendo
il pensiero che . . .' Ora esegui di nuovo quel
pensiero, questa volta con la nuova frase. Nota
cosa succede.
Nel passaggio 2, la maggior parte delle
persone nota una "distanza" dal pensiero, ad esempio
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che ha un impatto molto minore. Notate che
non c'è stato alcuno sforzo per liberarsi del
pensiero, né per cambiarlo. Invece il rapporto
con il pensiero è cambiato: può essere visto solo
come parole.
Segue ora una breve descrizione dei sei principi
fondamentali, con riferimento al caso di Michael.
1. Defusione cognitiva: imparare a percepire
pensieri, immagini, ricordi e altre cognizioni per
quello che sono - nient'altro che frammenti di
linguaggio, parole e immagini - in contrasto con
quello che possono sembrare - eventi minacciosi,
regole che devono essere rispettate , verità
oggettive e fatti.
Nella seconda sessione, Michael, ha detto
di aver sperimentato frequenti angoscia da
pensieri come 'Sono noioso', 'Non ho niente da
dire', 'Non piaccio a nessuno' e 'Sono un perdente'.
Mentre la sessione continuava, ho fatto interagire
Michael con questi pensieri in molti modi diversi,
finché non hanno cominciato a perdere il loro
impatto. Ad esempio, gli ho fatto ricordare il pensiero
"Sono un perdente", poi ha chiuso gli occhi e ha
notato dove sembrava trovarsi nello spazio. Sentì
che era davanti a lui. Gli ho chiesto di osservare il
pensiero come se fosse uno scienziato curioso, e
di notarne la forma: se era più simile a qualcosa
che poteva vedere o qualcosa che poteva sentire.
Ha detto che era come parole che poteva vedere,
e ha notato che mentre lo "guardava", diventava
meno angosciante. Gli ho chiesto di immaginare il
pensiero come parole su uno schermo Karaoke;
quindi cambia il carattere; quindi cambia il colore;
quindi immagina una palla che rimbalza che salta
da una parola all'altra. A questo punto, Michael
stava ridacchiando allo stesso pensiero che solo
pochi minuti prima lo aveva fatto piangere. I "compiti
a casa" includevano la pratica di diverse tecniche di
defusione con pensieri angoscianti - non per
liberarsene, ma semplicemente per imparare a fare
un passo indietro e vederli per quello che sono -
solo "frammenti di linguaggio" che passano.
2. Accettazione: fare spazio a
sentimenti spiacevoli, sensazioni, impulsi
e altre esperienze private; permettendo loro di
andare e venire senza lottare con loro, scappare
da loro o prestare loro indebita attenzione.
Nella terza sessione, ho chiesto a Michael di farlo
farsi ansioso immaginandosi in un ufficio
imminente
partito. Quando gli ho chiesto di scansionare il
suo corpo e notare dove sentiva l'ansia più
intensamente, ha riferito di un "enorme nodo"
allo stomaco. Gli ho chiesto di osservare questa
sensazione come se fosse uno scienziato
curioso che non aveva mai visto nulla di simile
prima; notarne i bordi, la forma, la vibrazione, il
peso, la temperatura, la pulsazione e la miriade
di altre sensazioni all'interno della sensazione.
Gli ho fatto inspirare la sensazione e "fargli
spazio"; permettergli di esserci, anche se non gli
piaceva o non lo voleva. Michael riportò presto
un senso di calma; un senso di sentirsi a proprio
agio con la sua ansia, anche se non gli piaceva. I
"compiti a casa" includevano la pratica di questa
tecnica con i suoi ricorrenti sentimenti di ansia, non
per liberarsene, ma semplicemente per imparare a
lasciarli andare e venire senza lottare.
3. Contatto con il momento presente: portare
piena consapevolezza alla tua esperienza qui e
ora, con apertura, interesse e ricettività;
concentrandosi e impegnandosi pienamente in
qualunque cosa tu stia facendo.
Nella quarta sessione, ho condotto
Michael attraverso un semplice esercizio di
consapevolezza, incentrato sull'esperienza del mangiare.prospettiva di questo Sé Osservante, nessun
Gli ho dato un'uva sultanina e gli ho chiesto di
mangiarla "al rallentatore", con un'attenzione
totale al gusto e alla consistenza del frutto, e ai
suoni, sensazioni e movimenti all'interno della
sua bocca. Gli ho detto: 'Mentre stai facendo
questo, possono sorgere tutti i tipi di pensieri e
sentimenti che distraggono. Lo scopo è
semplicemente quello di lasciare che i tuoi
pensieri vadano e vengano, e permettere ai tuoi
sentimenti di essere lì, e mantenere la tua
attenzione focalizzata sul mangiare l'uva
sultanina.' In seguito, Michael ha detto di essere
rimasto stupito dal fatto che ci fosse così tanto
sapore in un'unica uva sultanina. Sono stato quindi
in grado di utilizzare questa esperienza per tracciare
un'analogia con le situazioni sociali, in cui Michael
era così preso dai suoi pensieri e sentimenti da
non essere in grado di impegnarsi completamente
nella conversazione, perdendo la "ricchezza".
I "compiti a casa" includevano la pratica
del pieno impegno con tutti e cinque i sensi
in una serie di routine quotidiane (fare la
doccia, lavarsi i denti e lavare i piatti) così come
continuare a praticare le sue tecniche di
defusione e accettazione. Accettò anche di praticare
un impegno consapevole in
PSICOTERAPIA IN AUSTRALIA • VOL 12 N. 4 • AGOSTO 2006
conversazioni; cioè mantenendo la sua attenzione
sull'altra persona, piuttosto che sui propri pensieri e
sentimenti.
4. Il Sé che osserva: accedere a un senso
di sé trascendente; una continuità di coscienza
che è immutabile, sempre presente e impermeabile
ai danni.
Da questa prospettiva, è possibile sperimentare
direttamente che non sei i tuoi pensieri, sentimenti,
ricordi, impulsi, sensazioni, immagini, ruoli o
corpo fisico. Questi fenomeni cambiano
costantemente e sono aspetti periferici di te, ma
non sono l'essenza di ciò che sei.
Nella quinta sessione, ho preso Michael
attraverso un esercizio di consapevolezza
progettato per fargli accedere a questo sé
trascendente. Per prima cosa gli chiesi di chiudere
gli occhi e osservare i suoi pensieri: la forma che
assumevano, la loro posizione apparente nello
spazio, la velocità con cui si muovevano. Poi gli ho
chiesto: 'Sii consapevole di ciò che stai notando.
Ci sono i tuoi pensieri, e ci sei tu che li noti.
Quindi ci sono due processi in corso: un processo
di pensiero e un processo di osservazione di quel
pensiero.' Ancora e ancora, ho attirato la sua
attenzione sulla distinzione tra i pensieri che
sorgono e il sé che osserva quei pensieri. Dalla
pensiero è pericoloso, minaccioso o controllante.
5. Valori: chiarire ciò che è più importante,
nel profondo del tuo cuore; che tipo di persona
vuoi essere; ciò che è significativo e significativo
per te; e cosa vuoi rappresentare in questa vita.
Nella sesta sessione, Michael ha identificato
i valori importanti relativi al collegamento con
gli altri, alla costruzione di amicizie significative,
allo sviluppo dell'intimità e all'essere autentici e
genuini. Abbiamo discusso il concetto di
disponibilità.
La disponibilità a provare ansia non significa che
ti piaccia o la desideri. Invece significa che gli
permetti di essere lì per fare qualcosa che
apprezzi. Ho chiesto a Michael: "Se portare la tua
vita nella direzione di questi valori significa che
devi fare spazio ai sentimenti di ansia, sei disposto
a farlo?" La sua risposta è stata "Sì". 6. Azione
impegnata: definizione degli obiettivi,
guidati dai tuoi valori e intraprendendo azioni
efficaci per raggiungerli.
Continuando la sesta sessione, siamo
passati alla definizione di obiettivi in linea con i
valori di Michael. Inizialmente, ha fissato l'obiettivo di
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andare a pranzo con un collega di lavoro
ogni giorno e condividere alcune informazioni
personali in ogni occasione. Nelle sessioni
successive, ha fissato obiettivi sociali sempre
più impegnativi e ha continuato a praticare le
abilità di consapevolezza per gestire i pensieri
e i sentimenti ansiosi che inevitabilmente
sorgevano. Alla fine di dieci sessioni, Michael
ha riferito che stava socializzando molto di più
e, cosa più importante, si stava divertendo.
Si presentavano ancora pensieri di essere 'un
perdente' o 'noioso' o 'antipatico', ma di solito
non li prendeva sul serio né prestava loro
alcuna attenzione. Allo stesso modo, i
sentimenti di ansia si manifestavano ancora in
molte situazioni sociali, ma non lo infastidivano
più né lo distraevano più. Nel complesso, i suoi
livelli di ansia erano notevolmente diminuiti.
Questa riduzione dell'ansia non era l'obiettivo
della terapia, ma era un piacevole
sottoprodotto. Ciò illustra come l'ACT può
portare a una buona riduzione dei sintomi
senza mai mirare a questo. In primo luogo,
si è verificata molta esposizione, poiché
Michael si è impegnato in situazioni sociali
sempre più difficili. È noto che l'esposizione
frequente può portare a una riduzione
dell'ansia. In secondo luogo, più Michael
accettava i suoi pensieri e sentimenti
indesiderati, meno ansia provava per quei
pensieri e sentimenti. In effetti, praticare la
consapevolezza di pensieri e sentimenti
indesiderati è di per sé una forma di esposizione.
La relazione terapeutica ACT
La formazione ACT aiuta i terapeuti
a sviluppare le qualità essenziali di
compassione, accettazione, empatia,
rispetto e la capacità di rimanere
psicologicamente presenti anche in
mezzo a forti emozioni. Inoltre, ACT insegna
ai terapeuti che, grazie al linguaggio umano, si
trovano nella stessa barca dei loro clienti,
quindi non hanno bisogno di essere esseri
illuminati o di "avere tutto insieme". In effetti,
potrebbero dire qualcosa ai loro clienti
NOTE D'AUTORE
RUSSELL HARRIS MD è medico e psicoterapeuta in uno studio privato a Melbourne.
Fornisce formazione in ACT ed è l'autore di "The Happiness Trap", in uscita a marzo 2007.
Commenti: russharris@actmindfully.com.au
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come: 'Non voglio che tu pensi che ho la
mia vita completamente in ordine. È più come
se tu stessi scalando la tua montagna laggiù
e io scalassi la mia montagna qui.
Non è che sono arrivato in cima e mi sto
riposando. È solo che da dove sono sulla
mia montagna, posso vedere ostacoli sulla
tua montagna che tu non puoi vedere. Così
posso indicarteli e magari mostrarvi qualche
percorso alternativo per aggirarli».
Conclusione
L'esperienza di fare terapia diventa
molto diversa con ACT. Non si tratta più di
sbarazzarsi di sentimenti negativi o di
superare vecchi traumi.
Invece si tratta di creare una vita ricca, piena
e significativa. Ciò è confermato dai risultati
di Strosahl, Hayes, Bergan e Romano (1998)
che hanno dimostrato che l'ACT aumenta
l'efficacia del terapeuta e Hayes et al (2004)
che hanno dimostrato che riduce il burnout.
Se dovessi riassumere ACT su una maglietta,
direbbe: "Abbraccia i tuoi demoni e segui il tuo
cuore".
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