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RISORSE SULLA MEDITAZIONE

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Yoga Sutra di Patanjali
Frammenti essenziali

I, 1 – Ora segue un’esposizione dello Yoga.


D I R E DA Z I O N E
I, 2 – Lo Yoga è la scienza del controllo delle attività mentali.
# Articoli sulla meditazione META
I, 3 – Chi ha la mente completamente serena e stabile diventa consapevole
# Articoli sulla spiritualità della sua vera natura. " Accedi
I, 4 – Per tutto il tempo che la mente resta attiva, l’uomo si identi[ca con la
# F.A.Q. (meditazione, spiritualità) sua mente. " Feed dei contenuti

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Omissis

I, 12 – Il controllo mentale si sffettua grazie all’ abhyasa (esercizio) e al


vairagya (disaffezione).
I, 13 – L’abhyasa è lo sforzo persistente per dominare e controllare le diverse
attività mentali.
I, 14 – Dopo una lotta lunga e ininterrotta, l’abhyasa, se applicato con
scrupolo e devozione, diventerà un’abitudine, un modus vivendi.
I, 15 – Il vairagya è lo stato in cui si riesce a superare il desiderio delle cose e
degli oggetti materiali.
I, 16 – Il vairagya assoluto deriva dalla consapevolezza del sé.

Omissis

I, 19 – Alcune persone nascono yogi.


I, 20 – Altri hanno successo nello Yoga solo grazie alla fede, agli sforzi
persistenti, alla memoria e all’applicazione di un acuto intelletto.
I, 21 – Hanno successo nello Yoga e anche abbastanza in fretta quelle
persone che lo vogliono con più forza.
I, 22 – La misura del successo nello Yoga dipende dal fatto se lo si cerca
poco, con moderazione o intensamente.

Omissis

I, 30 – Malattie, negligenza e rilassamento, dubbio, disattenzione, pigrizia,


interessi mondani, opinioni sbagliate, insuccessi e instabilità sono gli ostacoli
che distraggono la mente.
I, 31 – Acizione, disperazione, mancanza di controllo del corpo e respirazione
irregolare sono i sintomi di una mente non controllata.
I, 32 – Per la rimozione degli ostacoli, dovrebbe esserci la pratica costante di
un principio.
I, 33 – La mente si calma quando adotta un atteggiamento mentale di
simpatia per la felicità, di compassione per l’infelicità, di allegria per il bene e
di indifferenza al male.
I, 34 – La tranquillità mentale viene favorita anche dalla pratica di alcuni
esercizi di respirazione.
I, 35 – La crescente forza delle facoltà mentali aiuta a rendere stabile la
mente.
I, 36 – Anche la serenità della mente segue alla consapevolezza della luce
interiore.
I, 37 – La mente si calma e si rassegna pensando a un altruista.

Omissis

I, 41 – Come un cristallo può rifettere i colori dell’ambiente circostante, così


nella mente che ha eliminato ogni elemento perturbante, conoscente,
conoscenza e oggetto della conoscenza diventano una cosa sola.

Omissis

II, 3 – Le cause della sofferenza sono avidya, asmita, raga, dvesa e


abhinivesa.
II, 4 – Avidya è la ragione, la causa prima delle altre cause del dolore, siano
esse sopite, dihcilmente rilevabili, sporadiche o travolgenti.
II, 5 – Avidya signi[ca scambiare il limitato, l’impuro, il dolore e il non io
rispettivamente per l’eterno, il puro, il bene e il sé.
II, 6 – Asmita signi[ca identi[care il veggente con lo strumento delle sue
visioni.
II, 7 – Raga, ossia l’affezione, deriva dal piacere.
II, 8 – Lo Dvesa, o avversione, deriva dal dolore.
II, 9 – L’Abhinivesa, o attaccamento smodato alla vita, domina anche il
sapiente.

Omissis

II, 11 – Con la meditazione si devono sopprimere le manifestazioni dei cinque


klesa (ostacoli).
II, 12 – Si possono acquistare le basi di partenza dei klesa dissolvendoli nel
loro stato causale.

Omissis

II, 26 – La pratica ininterrotta della discriminazione è il mezzo per la


distruzione dell’avidya, o non conoscenza spirituale.

Omissis

II, 28 – Con la pratica delle diverse fasi dello Yoga si distruggono le impurità
della mente e si sviluppano la conoscenza spirituale e la consapevolezza
della Realtà.
II, 29 – Gli otto gradi dello Yoga sono: Yama (astensione) – Niyama
(osservanza) – Asana (posizioni yoga) – Pranayama (controllo della
respirazione) – Pratyahara (ritrazione dei sensi) – Dharana (concentrazione)
– Dhyana (meditazione) – Samadhi (identi[cazione).
II, 30 – Yama sono le astensioni dalle offese, la continenza, l’astensione
dall’avidità, la sincerità e l’astensione dal furto.

Omissis

II, 32 – Niyama sono la purezza, l’appagamento, l’austerità, lo studio e la


devozione per la divinità.
II, 33 – Per annientare i pensieri impuri, si dovrebbero meditare i pensieri
opposti.
II, 34 – I pensieri e le azioni impure – leggeri, medi o intensi; commessi
intenzionalmente, provocati o istigati; come sfogo di rabbia, di avidità o
confusione – producono dolore, sofferenza e ignoranza. Si deve applicare
quindi il metodo di sostituirli con pensieri opposti.

Omissis

II, 41 – Dalla purezza mentale deriva il buonumore, la capacità di concentrarsi


e il controllo sui sensi. In questo modo la mente sarà pronta per la
realizzazione del sé.
II, 42 – Dall’appagamento deriva una grande felicità.
II, 43 – Si arriva alla perfezione degli organi sensoriali e del corpo
distruggendo le impurità per mezzo dell’austerità e dell’ascesi.

Omissis

II, 46 – Asana è una posizione yoga stabile e confortevole.

Omissis

II, 49 – Quando ci si è impadroniti di un asana, si ottiene di conseguenza il


pranayama, o controllo della respirazione.

Omissis

II, 53 – Attraverso la pratica del pranayama la mente diventa pronta per il


dharana.
II, 54 – Pratyahara è il distacco dei sensi dagli oggetti sensoriali.

Omissis

III, 1 – Il dharana è la condizione in cui la mente si concentra su un solo


oggetto.
III, 2 – Il dhyana è la condizione in cui si fa continuamente attenzione
all’oggetto della concentrazione.
III, 3 – Il samadhi è la condizione in cui si è coscienti solo dell’oggetto della
meditazione e non si ha consapevolezza della mente.
III, 4 – Dharana, dhyana e samadhi insieme costituiscono il samyama.
III, 5 – Dalla piena padronanza del samyama deriva una conoscenza più
elevata.

Omissis

III, 7 – Il dharana, il dhyana e il samadhi sono interiori rispetto alle cinque


precedenti fasi.
III, 8 – Ma anche il dhyana e il samadhi sono esterni in rapporto al nirbija
samadhi.
III, 9 – Il nirodha parinama, o sviluppo dell’arresto degli stati di coscienza, è la
trasformazione con cui la mente si viene abituando al momento dell’arresto
degli stati di coscienza esistente tra un pensiero in partenza e un pensiero in
arrivo.

Omissis

IV, 29 – Se si resta disinteressati anche di fronte alla spiegazione più grande e


si è in grado di praticare la discriminazione più alta, ne seguirà il dharma-
mega-samadhi.

Omissis

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Etichette: aforismi meditare meditazione Patanjali yoga

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