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Cei 64-4
Cei 64-4
Norma Italiana
CEI 64-4
Data Pubblicazione Edizione
1997-10 Terza
Classificazione Fascicolo
64-4 3748 C
Titolo
Impianti elettrici in locali adibiti ad uso medico
Title
Electrical installations in locations used for medical practice
NORMA TECNICA
COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
La presente Norma fornisce istruzioni per la buona esecuzione, per il corretto esercizio e per le verifiche
degli impianti elettrici in locali adibiti ad uso medico (ospedali, cliniche ed edifici nei quali l’uso medico
è prevalente). Per quanto possibile, è valevole anche per i locali ad uso medico (ambulatori e studi pro-
fessionali) installati in edifici civili.
La presente Norma costituisce la ristampa consolidata, secondo il nuovo progetto di veste editoriale, del-
la Norma pari numero ed edizione (Fascicolo 1438); essa incorpora la Varianti pubblicate precedente-
mente in Fascicoli separati (Fascicoli 1451 V; 2256 V).
DESCRITTORI
impianti elettrici; impianti elettrici in locali ad uso medico; locali adibiti ad uso medico;
Europei
Internazionali
Legislativi
INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI 64-4 Pubblicazione Norma Tecnica Carattere Doc.
Comitato Tecnico 64-Impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione (fino a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c.)
Approvata dal Presidente del CEI in Data 1990-7-25
in Data
CDU
CAPITOLO
1 GENERALITÀ 1
SEZIONE
1 OGGETTO E SCOPO DELLA NORMA 1
SEZIONE
2 DEFINIZIONI 1
CAPITOLO
2 CARATTERISTICHE ELETTRICHE PARTICOLARI 4
CAPITOLO
3 PROVVEDIMENTI PROTETTIVI PARTICOLARI 4
SEZIONE
1 PROVVEDIMENTI PARTICOLARI CONTRO I CONTATTI INDIRETTI 4
SEZIONE
2 APPLICAZIONE DEI SISTEMI DI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI NEI DIVERSI
LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO 5
SEZIONE
3 ESECUZIONI PARTICOLARI DELLA EGUALIZZAZIONE DEL POTENZIALE 6
SEZIONE
4 PROTEZIONE CONTRO I PERICOLI DI INCENDIO 8
SEZIONE
5 PROTEZIONE CONTRO I PERICOLI DI ESPLOSIONE 9
Tab. 1 .............................................................................................................................................................................................................. 9
CAPITOLO
4 ALIMENTAZIONE DI SICUREZZA 10
CAPITOLO
5 MESSA IN FUNZIONE ED ESERCIZIO DEGLI IMPIANTI 11
SEZIONE
1 VERIFICHE INIZIALI 11
SEZIONE
2 VERIFICHE PERIODICHE 12
SEZIONE
3 MODIFICHE DEGLI IMPIANTI 12
APPE N DIC E
A ELIMINAZIONE DELLE CARICHE ELETTROSTATICHE 13
APPE N DIC E
B TRASFORMATORI DI ISOLAMENTO (PER USO) MEDICALE 14
Fig. 1 Esempio di alimentazione e di egualizzazione del potenziale (3.3.1) ............................................ 15
Fig. 2 Esempio di apparecchio per anestesia con anestetici infiammabili ................................................. 16
Fig. 3 Esempio di zone pericolose in camere operatorie quando si usano
anestetici infiammabili ....................................................................................................................................................... 17
NORMA TECNICA
CEI 64-4:1997-10
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NORMA TECNICA
CEI 64-4:1997-10
Pagina iv
1 GENERALITÀ
CAPITOLO
2 DEFINIZIONI
S E Z I O N E
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RIPRODUZIONE SU LICENZA CEI AD ESCLUSIVO USO AZIENDALE NORMA TECNICA
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c) camere per le ingessature chirurgiche, in cui vengono eseguite ingessature su
pazienti in anestesia;
d) camere di risveglio, nelle quali i pazienti vengono tenuti sotto osservazione
nella fase di risveglio dall’anestesia;
e) camere di lavaggio, in cui chirurghi ed assistenti si lavano a scopo di disinfe-
zione;
f) camere di sterilizzazione chirurgica, quando sono funzionalmente collegate
con le camere operatorie e nelle quali vengono sterilizzati ferri e materiali
chirurgici;
g) sale parto;
h) ambulatori chirurgici, ove si eseguono piccoli interventi chirurgici sotto ane-
stesia generale o interventi che richiedono l’uso di apparecchi elettromedicali
di tipo CF [Norma CEI 62-5 (1991), art. 2.2.26]
i) sale per cateterismo cardiaco, dove si possono effettuare esami e trattamenti del
cuore con cateteri, ad esempio per misurare i potenziali di azione e le emodi-
namiche del cuore o iniettare mezzi di contrasto o applicare pace-makers;
l) sale di esame angiografico, dove si mettono in evidenza arterie o vene con
mezzi di contrasto, o si praticano terapie vascolari.
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1.2.10 Locali per anestesia
Sono quei locali adibiti ad uso medico nei quali si praticano anestesie generali
(narcosi) od analgesie generali (annullamento della sensibilità al dolore). Quan-
do in uno dei locali definiti negli articoli precedenti possano essere praticate tali
anestesie od analgesie generali, a detto locale deve essere attribuita anche la
qualifica di locale per anestesia.
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La corrente di dispersione dell’avvolgimento secondario verso nucleo e schermatu-
ra deve essere ridotta al minimo, curando tra l’altro che la capacità dell’avvolgi-
mento stesso rispetto al nucleo, alla schermatura e alla custodia risulti simmetrica.
Nota I trasformatori di isolamento sono oggetto della Norma CEI 14-6.
Nell’Appendice B sono indicati alcuni requisiti particolari per i trasformatori di isolamento ad
uso medicale.
n Non è consentita la messa a terra diretta di alcun punto del circuito, mentre è
ammessa l’inserzione, verso terra, di scaricatori di protezione contro le sovra-
tensioni, e, tra circuito secondario e terra, di strumenti di misura o di apparec-
chi di segnalazione.
n Ai fini della protezione contro i contatti indiretti si deve tenere permanente-
mente sotto controllo lo stato di isolamento dell’impianto; a tale scopo si
deve inserire tra il secondario del trasformatore di isolamento ed un condut-
tore di protezione un dispositivo automatico di allarme; tale dispositivo non
deve poter essere disinserito, e deve indicare - otticamente ed acusticamente
- se la resistenza di isolamento dell’impianto è scesa al di sotto del valore di
sicurezza prefissato; questo valore deve essere non inferiore a 50 kW, e possi-
bilmente più alto. Il dispositivo di allarme deve essere predisposto per la tras-
missione a distanza dei suoi segnali; non deve essere possibile spegnere il
segnale luminoso; il segnale acustico può essere tacitato ma non disinserito.
Deve essere possibile accertare in ogni momento l’efficienza del dispositivo
di allarme: a tale scopo esso deve contenere un circuito di controllo inseribile
a meno di un pulsante.
La tensione del circuito di allarme non deve essere superiore a 25 V; il dispo-
sitivo di allarme deve essere tale che la corrente che circola in caso di guasto
diretto a terra del sistema sotto controllo non sia superiore a 1 mA.
Il dispositivo di allarme deve avere una separazione, tra circuito di alimen-
tazione e circuito di misura, avente caratteristiche non inferiori a quelle pre-
scritte per i trasformatori di sicurezza dalla Norma CEI 14-6.
La corrente di primo guasto del circuito secondario, con apparecchi scollega-
ti, deve essere non superiore a 2 mA.
3.2.3 Protezione contro i contatti indiretti nei locali per chirurgia, nei locali per
sorveglianza o per terapia intensiva e nei locali per anestesia
Nei locali sopra citati si applicano le seguenti prescrizioni:
a) Per tutti i circuiti ad eccezione di quelli di cui ai punti b) e c), è ammessa uni-
camente l’adozione del sistema di protezione di cui alla lettera e) dell’art.
3.1.1.
Questo sistema ha inoltre il vantaggio di assicurare la continuità del servizio
in caso di primo guasto a terra e di ridurre le correnti di dispersione degli ap-
parecchi (vedi Appendice B);
b) I circuiti che alimentano apparecchi radiologici oppure grosse apparecchia-
ture con potenza assorbita superiore a 5 kVA (per es. sterilizzatori) possono
essere alimentati direttamente dalla rete purché con tensione nominale non
superiore a 380 V.
La protezione contro i contatti indiretti deve essere realizzata col sistema di
protezione di cui alla lettera b) dell’art. 3.1.1;
c) I circuiti che alimentano apparecchi per illuminazione generale dei locali so-
pra citati possono essere alimentati senza trasformatore di isolamento purché
con tensione nominale non superiore a 380 V, e purché non a portata di
mano (CEI 64-8 art. 23.11) e non alimentati tramite prese a spina.
La protezione contro i contatti indiretti deve essere realizzata col sistema di
protezione di cui alla lettera b) dell’art. 3.1.1.
d) Ogni presa a spina dei circuiti di cui in a), deve avere un proprio dispositivo
di protezione contro le sovracorrenti; tale dispositivo può essere del tipo uni-
polare.
3.2.4 Prescrizioni supplementari nei locali per chirurgia, nei locali per sorveglianza
o terapia intensiva e nei locali per anestesia
I segnali ottico ed acustico ed il pulsante di controllo dell’impianto alimentato dal
trasformatore di isolamento devono essere riuniti in un’unica custodia collocata
in posizione ben visibile.
Le prese a spina devono essere provviste di contatti permanentemente connessi
al conduttore di protezione come indicato nell’art. 3.3.3.
Le spine degli apparecchi alimentati dai circuiti di cui all’art. 3.2.3 a) devono es-
sere non intercambiabili con quelle alimentate dai circuiti di cui all’art. 3.2.3 b).
3.3.1 Generalità
In tutti i locali adibiti ad uso medico si deve effettuare una egualizzazione del po-
tenziale (1.2.13), con l’eccezione di quanto esposto nella Nota a 3.3.2. Nel caso di
due o più locali facenti parte dello stesso gruppo di locali, come definito in 1.2.2, si
deve provvedere alla egualizzazione del potenziale tra i locali del gruppo.
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Le prescrizioni sull’egualizzazione del potenziale di questa Sezione non si appli-
cano alle masse estranee e alle masse quando, in qualunque condizione d’uso, si
trovino ad un’altezza superiore a 2,5 m dal piano di calpestio. Un esempio di ali-
mentazione e di egualizzazione del potenziale in camera operatoria è riportato
nella Fig. 1.
3.3.3 Egualizzazione del potenziale nei locali per chirurgia e nei locali adibiti
ad uso medico definiti da1.2.5 a 1.2.10
Le prescrizioni valide per il collegamento con i conduttori equipotenziali e le sezio-
ni minime per essi indicate in 3.3.2 sono valide anche per i locali di cui al presente
articolo, con la sola esclusione dell’impiego dell’anello equipotenziale del locale, il
cui uso non è ammesso. Si applicano inoltre le prescrizioni sotto indicate.
Al nodo equipotenziale del locale devono essere collegati in modo visibile, con
possibilità di disinserzione individuale e di permanente accessibilità:
a) I conduttori equipotenziali.
Si richiama l’attenzione sul fatto che nei locali di cui al presente articolo dev-
ono essere collegate a detti conduttori oltre a quelle già elencate in 3.3.2, an-
che altre masse estranee come per es. il tavolo operatorio di tipo fisso non
elettrico, ecc.
b) I conduttori di protezione collegati a masse.
c) I conduttori di protezione collegati ai contatti di terra delle prese a spina.
d) Le eventuali schermature contro campi elettrici perturbatori.
Ci si riferisce in particolare alle schermature che possono essere necessarie
per le apparecchiature di misura o di sorveglianza installate in camera opera-
toria e in locali per sorveglianza o terapia intensiva.
e) La eventuale rete metallica di dispersione del pavimento conduttore.
f) In quanto possibile le strutture metalliche ed i ferri di armatura del fabbricato.
g) Gli eventuali morsetti di equipotenzialità di cui all’art. 18 punto e) della Nor-
ma CEI 62-5.
3.4.1 Generalità
l locali adibiti ad uso medico in si usano sostanze sgrassanti o disinfettanti infiam-
mabili o in cui esiste la possibilità di elevate concentrazione di ossigeno devono
essere considerati ambienti a maggior rischio in caso di incendio.
Anche tutti gli ambienti destinati ai degenti devono essere considerati ambienti a
maggior rischio in caso di incendio (CEI 64-8 art. 751.03.1) per l’elevato tempo di
sfollamento.
Nei confronti del rischio relativo all’incendio si applica la Norma CEI 64-8
(Parte 7 - Sez. 751).
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5 PROTEZIONE CONTRO I PERICOLI DI ESPLOSIONE
S E Z I O N E
3.5.1 Generalità
Le camere operatorie ed i locali nei quali le anestesie o analgesie generali sono
effettuate con sostanze atte a formare miscele esplosive devono essere consider-
ati ambienti con rischi di esplosione e si devono applicare le prescrizioni di 3.5.2
e i provvedimenti per l’eliminazione delle cariche elettrostatiche di cui in 3.5.3.
Qualora si preveda somministrazione di ossigeno, si vedano i provvedimenti
contro l’incendio di cui in 3.4.2.
Nota Un’esplosione può essere innescata da cause inerenti all’impianto elettrico solo quando, in uno
stesso ambiente, coesistano le seguenti condizioni:
1) ci sia presenza di una miscela di gas anestetico infiammabile con aria;
2) la miscela sia in proporzioni tali che un fenomeno termico (temperatura eccessiva, arco
elettrico o scintilla) possa provocarne l’esplosione;
3) si manifesti, in qualche parte dell’impianto elettrico, un fenomeno termico atto ad innescare
l’accensione della miscela, come una scintilla o un arco o una temperatura superficiale ec-
cessiva.
Tab. 1
Note: 1 I dati sugli anestetici indicati in Tab. 1 sono stati presi dalla Tab. 1 della Norma CEI 64-2
e sono esemplificativi.
2 Per le sostanze del gruppo F (gas, come il ciclopropano) i quantitativi si intendono riferiti
alla temperatura di 20 °C ed alla pressione atmosferica di 101,3 kPa (1013 mbar).
Gli elettrodi devono essere metallici, accuratamente puliti, aventi una superficie
di appoggio di 20 cm2 e premuti con una forza di 10 N.
Sotto gli elettrodi deve essere disposta carta da filtro umida, oppure un panno di
cotone sottile umido con uguale superficie.
(Per gli altri provvedimenti per l’eliminazione delle cariche elettrostatiche vedi
Appendice A).
Nota Quando si misura la resistenza di isolamento verso il nodo equipotenziale attraverso lo spes-
sore del pavimento devono essere effettuate due misure per ogni posizione scambiando la po-
larità.
La media dei valori rilevati viene assunta come resistenza di isolamento in quella posizione.
La resistenza di isolamento è rappresentata rispettivamente, sia per le misure indicate in a) sia
per le misure indicate in b), dalla media di 5 o più rilievi effettuati in diverse posizioni a di-
stanza superiore a 1 m da oggetti collegati a terra.
Detti valori devono essere registrati su di un protocollo di misura (5.1.2) e, per i controlli pe-
riodici, sul registro delle verifiche periodiche (5.2.2).
4 ALIMENTAZIONE DI SICUREZZA
CAPITOLO
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L’alimentazione di sicurezza deve essere automatica almeno ad interruzione me-
dia (disponibile entro un tempo non superiore a 15 s), salvo casi particolari, ad
esempio apparecchi di illuminazione di tipo scialitico, per i quali è richiesta una
interruzione breve disponibile entro un tempo non superiore a 0,5 s.
Nota La messa fuori uso di una lampada nell’apparecchio di tipo scialitico non deve compromettere
la prosecuzione del lavoro.
La potenza complessiva richiesta dagli apparecchi allacciati all’alimentazione di sicurezza
non deve superare la potenza nominale della rispettiva sorgente di energia.
Qualora si impieghino accumulatori la condizione di carica degli stessi deve essere garantita
da una carica automatica e dal mantenimento della carica stessa. Il dispositivo di carica deve
essere dimensionato in modo da effettuare entro 6 h la ricarica.
1 VERIFICHE INIZIALI
S E Z I O N E
5.3.2 La documentazione di cui in 5.1.2 deve essere aggiornata in accordo con le mo-
difiche apportate.
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APPENDICE
A ELIMINAZIONE DELLE CARICHE ELETTROSTATICHE
Oltre ai provvedimenti per l’eliminazione delle cariche elettrostatiche prescritti in
3.4.2 e in 3.5.3 si indicano a titolo di esempio altri provvedimenti utili per evitare
nei locali adibiti ad uso medico l’accumulazione delle cariche elettrostatiche.
Tutti i mobili devono essere metallici o in altro materiale elettricamente condut-
tore. Le superfici sulle quali possono essere posti oggetti spostabili devono es-
sere senza vernici, lacche o pellicole isolanti. Tutti i pezzi in gomma, come ro-
telle alle guaine dei letti, anelli di gomma o estremità dei piedi dei mobili,
rivestimenti di superfici, devono essere di gomma del tipo conduttrice o di un
materiale equivalente(1).
Devono essere presi provvedimenti per evitare l’accumulo di cariche elettrosta-
tiche sulle persone, come: impiego di scarpe con suole di materiale semicondut-
tore, uso di catenelle antistatiche, ecc.
Nelle sale operatorie devono essere esclusi: tessuti di fibre tessili artificiali, tessuti
di seta, coperte o altri articoli di lana o contenenti lana. Parti di gomma dura, di
bachelite o di qualsiasi materiale plastico non conduttore dell’elettricità non dev-
ono essere usati su nessun apparecchio a meno che non siano necessari come
isolanti elettrici.
Nei locali considerati l’umidità relativa deve essere mantenuta a valori superiori
al 50% ± 5.
(1) La resistenza di isolamento dovrebbe avere valori analoghi a quelli prescritti per i pavimenti di cui in 3.5.3.
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Fig. 1 Esempio di alimentazione e di egualizzazione del potenziale (3.3.1)
LEGENDA
1 Apparecchio inserito permanentemente sull’impianto di distribuzione generale (potenza ³5 kVA)
2 Apparecchio radiologico
3 Illuminazione generale(1)
4 Apparecchio di illuminazione di tipo scialitico
5 Tavolo operatorio (non fisso)
6 Apparecchio elettromedicale
7 Apparecchio di classe II senza morsetto di equipotenzialità
8 Apparecchio di classe I
9 Segnalazione ottica e acustica
10 Tubazioni metalliche del gas, dell’acqua, dell’impianto di riscaldamento ecc. (ad altezza inferiore a 2,5 m)
11 Nodo equipotenziale
12 Nodo intermedio (sub-nodo)
13 Conduttore di protezione
14 Eventuale rete metallica di dispersione del pavimento conduttore
15 Protezione differenziale (IDN £ 30 mA) e di sovracorrente
16 Dispositivo di controllo della resistenza di isolamento
17 Gruppo di commutazione: rete/alimentazione di sicurezza
18 Alimentazione di sicurezza
19 Trasformatore di isolamento con schermo metallico tra primario e secondario e con eventuale presa centrale sul
secondario
20 Dispositivo di protezione contro i cortocircuiti
21 Dispositivo di protezione contro le sovracorrenti
22 Conduttore equipotenziale
7 2 7
5 6 6
9 10
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Fig. 3 Esempio di zone pericolose in camere operatorie quando si usano anestetici infiammabili
LEGENDA
1 Sistema di ventilazione
2 Apparecchio di illuminazione di tipo scialitico
3 Apparecchi non classificati come categoria di apparecchi APG o AP e non utilizzabili per la Zona G o per la Zona M
4 Tavolo operatorio
5 Pedale, grado di protezione dell’involucro IP44
6 Apparecchio a raggi X, grado di protezione dell’involucro IP44
7 Gruppo intensificatore di immagine ribaltabile con 8, avente grado di protezione dell’involucro IP44
8 Generatore a raggi X ribaltabile con 7
9 Apparecchio per anestesia: apparecchio categoria APG, marchiato con fascia di colore verde con impressa la sigla
“APG”
10 Bombola di gas anestetico
11 Zona G centro di pericolo entro una distanza di 5 cm dal centro di pericolo
12 Zona con possibilità di miscela di gas anestetici infiammabili miscelati con aria (Impianto AD-FT)
13 Zona M entro una distanza da 5 cm a 25 cm dal punto di perdita
14 Scarico del sistema di ventilazione
1 2 1
3 6 7 4 11 + 13 11 + 13
10 14
8 5 12
Fine Documento
Lire 50.000
NORMA TECNICA Sede del Punto di Vendita e di Consultazione
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