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Per degrado si intende un processo di modifiche dannose dei materiali costruttivi che comporta
un peggioramento delle loro caratteristiche chimico-fisiche e strutturali. Le cause di esso sono
legate a fattori intrinseci al materiale o estrinseci.
Fattori estrinseci
Sono legati a condizioni ambientali (agenti atmosferici) o a condizioni antropiche.
- Condizioni ambientali: umidità, radiazione solare, regime dei venti, piogge, inquinamento,
presenza di micro e macro organismi (batteri e funghi) e presenza di vegetazione infestante.
Fattori intrinseci
Sono legati alle caratteristiche dell’edificio e/o dei materiali componenti.
- Caratteristiche dell’edificio: ubicazione, orientamento ed elementi costruttivi. Ad esempio un
edificio rivolto a nord senza altri affacci sui punti verticali che aiutano l’asciugatura e di
conseguenza ne limitano il deterioramento.
LA PIETRA
Sono stati fatti molti studi dal punto di vista del degrado della pietra (NorMal-1/88).
Nel restauro spesso si attua uno studio del degrado dei materiali per cui si vanno ad analizzarne
tutte le possibili forme (alveolizzazione, deformazione, disgregazione..).
Forme di degrado della pietra: esistono dei materiali che fanno perdere la morfologia del
manufatto, la pietra ad esempio può rompersi e staccarsi con degli elementi corrosivi che
spezzano la tridimensionalità della pietra. Con i parassiti può accadere che la pietra si deteriori
completamente.
IL LATERIZIO
È un materiale artificiale da costruzione di tipo ceramico a pasta porosa, realizzato con argilla
cotta in fornaci ad alte temperature (900°-1200°) o essiccata al sole.
L’impasto è composto in percentuali diverse da varie sostanze: argilla, sabbia, ossido di ferro,
carbonato di calcio e naturalmente acqua.
Fattori congeniti
Sono dovuti alle caratteristiche di composizione chimica, alla porosità e dalla struttura interna del
materiale.
- Contenuto salino (soprattutto di sali alcalini) nell’impasto: ha effetto sulla durevolezza del
materiale, in quanto provoca la formazione di effluorescenze e subfluorescenze.
- Carbonato di calcio: presente sotto forma di calcite in quantità variabile tra il 10 e il 25% può
trasformarsi con la cottura in calce viva, di solito raccolta in noduli di pochi millimetri di
diametro. Questi noduli, se sottoposti ad idratazione, aumentano di volume e innescano
tensioni tali da condurre al rigonfiamento, all’esfoliazione e alla frattura del laterizio, prima o
dopo la posa in opera del materiale.
- Lavorazione dell’impasto e pressatura manuali: determinano nel mattone un’alta porosità.
- Contenuto di solfati: con l’ossidazione dei solfuri le temperature di cottura più elevate
comportano la formazione di laterizi con porosità minore e maggiore resistenza a
compressione.
Fattori Esterni
Sono dovuti all’azione di agenti esterni quali acqua, vento, inquinamento, attacco biologico.
E’ soprattutto la presenza dell’acqua a causare le maggiori alterazioni del materiale provocando
effetti sia fisici (gelività) sia chimici (solfatazione, carbonatazione, ecc.).
L’alterazione chimica che si verifica sui laterizi, può avere effetti fortemente distruttivi (es:
provocati dall’acido idrofluoridrico). Più facilmente si presentano manifestazioni lente e
progressive. Caratteristiche non ottimali di preparazione e cottura possono consentire processi di
solfatazione, tali da condurre a effetti e danni evidenti. La porosità che la terracotta degradata può
presentare arriva fino a soglie del 50-60%, con evidenti conseguenze anche di natura meccanica.
Tra le manifestazioni di degrado sono particolarmente evidenti gli effetti dell’erosione alveolare,
della corrosione e dello sgretolamento dovuti alla cristallizzazione dei solfati e dei nitrati, come
anche il trattenimento di umidità dovuto alla presenza di cloruri. E’ rara la formazione di piccole
croste superficiali o di gesso all’interno del materiale. Gelività e subfluorescenze tendono a
frantumare il laterizio in scaglie e squame minute che progressivamente si distaccano e cadono; in
particolare le seconde sono ritenute responsabili della maggior parte dei danni ai mattoni.
In ambito architettonico il laterizio può portarsi dietro delle fasi del manufatto. Il laterizio, a
differenza della pietra, è più resistente (assorbe sempre di più l’acqua e poi si sfalda).
IL CALCESTRUZZO
Il calcestruzzo è un altro materiale con un alto tasso di degrado poiché è molto poroso. È una
miscela di acqua, cemento, aggregati ed eventuali additivi che ne modificano le proprietà. Esso
ha un’ottima residenza alla compressione ma è scarsa quella a trazione per cui si ha la necessità
di armare con barre di acciaio.
• Chimico
- Formazione di CO2
Si verifica il fenomeno della carbonatazione nelle opere esposte all’aria: esso consiste nella
trasformazione della calce in carbonato di calcio a causa della presenza di CO2 all’interno
del materiale che viene deteriorato.
Il fenomeno del dilavamento della pasta cementizia si instaura invece nelle opere idrauliche e
consiste nell’asportazione di matrice cementizia dovuta ad un’azione meccanica dell’acqua sul
calcestruzzo. Questo fenomeno è aggravato se ci si trova in presenza di acque acide (es. scarichi
industriali, acque reflue delle fognature).
- Formazione di solfati
Quando lo ione solfato viene trasportato all’interno della matrice
cementizia dell’acqua, reagisce con l’idrossido di calce e forma gesso
che va a reagire con gli alluminati di calcio idrati che formano l’attingiate
secondaria. Essa fa aumentare il volume provocando d’eliminazione,
rigonfiamenti, fessurazioni e distacchi.
- Formazione di cloruri
Avviene quando il calcestruzzo rimane a contatto con ambienti in cui il contenuto di cloruri è
alto (es. acqua marina o sali disgelanti), oppure se confezionato con materie prime
inquinate.
La penetrazione ha inizio sulla superficie per poi proseguire all’interno del calcestruzzo; il
tempo di penetrazione dipende da:
▪Concentrazione di cloruri che entrano in contatto con la superficie del calcestruzzo;
▪Permeabilità del calcestruzzo;
▪Percentuale di umidità presente.
• Fisico
- Presenza di acqua: gelo e disgelo
L’effetto del ghiaccio è deleterio solo se c’è acqua allo stato liquido all’interno del
calcestruzzo. Non deve essere perfettamente secco ma il livello dell’umidità non deve
superare il valore della “saturazione critica”. L’acqua presente all’interno della porosità deve
essere al di sotto in modo che, se aumenta il volume ghiacciando, riesce a rimanere
all’interno dei pori senza creare tensioni. Se l’acqua riempe tutto o quasi il volume dei pori,
ghiacciando andrà a spaccare il calcestruzzo a casa della pressione instaurata.
Si può verificare comunque un rottura a causa della presenza dell’acqua. Si deve misurare la
percentuale presente sulla fascia corticale e cioè dove s’innescano i fenomeni di degrado
dovuti a cicli di gelo e disgelo. I danni dovuti al gelo e disgelo avvengono quando sono
presenti in concomitanza le seguenti condizioni: basse temperature e assenza di
macroporosità.
- Alte temperature
I danni che il fuoco può creare al calcestruzzo sono molto e gravi.
1. Le alte temperature portano allo stesso degrado che con il gelo e il disgelo (si gonfia e
porta ad una espulsione della superficie). Il calcestruzzo viene fortemente
compromesso perché bruciato e deformato: incendio - inizialmente resiste poi, quando
il calore brucia la superficie, in pochi minuti si ha il crollo della struttura.
2. Se non arriva alla temperatura limite del collasso, il calcestruzzo può perdere le sue
caratteristiche prestazioni nel momento in cui viene raffreddato (spegnimento
dell’incendio).
3. Se l’esposizione al fuoco è prolungata anche le armature raggiungono la temperatura di
collasso e perdono la loro resistenza a trazione, causando il cedimento della struttura.
4. Sulla faccia più vicino al fuoco a casa del calore elevato si verifica il fenomeno noto
come “spalling” dovuto alla rapida espansione per cui alcuni aggregati scoppiando
possono staccare anche il calcestruzzo adiacente.
- Ritiro e fessurazione
Il ritiro può essere di due tipi:
1. Plastico: avviene quando il calcestruzzo è ancora fresco e può portare ad una micro
fessurazione superficiale. Per evitare questo tipo di problema bisogna evitare che
l’acqua presente nell’impasto evapori troppo velocemente.
2. Iglomerico: è dovuto alla cessione di umidità all’ambiente con una umidità relativa
bassa lungo tutto l’arco della vita utile.
- Urto
Il calcestruzzo è fragile e quindi se subisce degli impatti di una certa entità si degrada con
conseguente perdita di resistenza (es. i giunti di una pavimentazione gravati dal passaggio
di mezzi meccanici).
- Erosione
Usura dovuta al vento, all’acqua o al ghiaccio che provoca l’asportazione di materiale dalla
superficie.
- Cavitazione
Si presenta dove c’è l’acqua in movimento. La velocità elevata dell’acqua unita ad una
superficie di scorrimento non regolare provoca delle turbolenze, si creano delle zone di
bassa pressione e s’instaurano dei vortici che vanno ad usurare il sottofondo. Le bolle d’aria
che si formano nell’acqua corrono fino a valle con essa e quando incontrano una zona di
alta pressione implodono creando un forte impatto, questo crea erosione.
2. Composizione sbagliata
IL LEGNO
Il legno tra i materiali è quello più naturale perché viene continuato ad un rapido accrescimento.
Degrado biotico:
Il legno è sensibile agli attacchi di numerosi organismi viventi che possono trovare in esso un
rifugio, oppure, direttamente o indirettamente il nutrimento per il loro ciclo vitale.
Il legno può essere considerato tra i materiali completamente biodegradabili. Questa caratteristica
che risulta ottima in un’ottica ecologica risulta “sfavorevole” nel caso dell’impiego strutturale. Il
degrado delle strutture lignee si sviluppa mediante l’azione di attacchi di diverso tipo, ognuno dei
quali avviene solo in determinate condizioni. Il legno risulta essere un terreno fertile per la
formazione di parassiti: se il fenomeno rimane superficiale si può intervenire, mentre se si è
radicato all’interno bisogna intervenire con la rimozione del materiale.
1. L’umidità: una delle principali cause che assicurano il deterioramento del materiale è proprio
l’acqua. Il legno appena abbattuto contiene un’elevata percentuale d’acqua e anche dopo
stagionatura continua a scambiare acqua con l’ambiente in cui si trova
4. Le muffe: rimovibili attraverso dei materiali antimuffa, non provocano danni strutturali
5. I funghi: recano deterioramenti visivi che non ne permettono la vendita come materiale di
primo utilizzo. Alcuni funghi (chiamati carie) demoliscono la cellulosa per nutrirsi e causando al
legno la perdita delle sue caratteristiche meccaniche per cui sarà difficilmente sanabile.
6. Gli insetti: riescono ad attaccare anche il legno più stagionato recando danni maggiormente
estetici (un lieve attacco non compromette la stabilità strutturale).
essere oblique, orizzontali e verticali. Fattori che incidono sugli elementi strutturali del fattore
edilizio. I solai possono essere assimilati alla struttura portante dell’edificato come piano di
orizzontamento sul quale ci appoggiamo.
Entriamo nella sfera privata: il solaio deve assicurare l’isolamento acustico (caratteristica che
migliora la convivibilità), termico. Tutti i requisiti si possono riconoscere all’interno di uno specifico
strato tecnologico. Isolamento acustico si può avere tramite una coibentazione interna, che
implementa la funzione nello strato interno.
Sicurezza
1. Resistenza agli agenti chimici e biologici: dipende dal materiale di cui sono costituiti gli
strati, (sensibile risulta il legno e i materiali organici).
7. Sicurezza ai fenomeni elettrici: controllato dalla resistenza elettrica della pavimentazione, ed
in particolare dello strato di rivestimento. E’ significativo nel caso di pavimentazioni
sopraelevate in cui l’utente si trova a transitare e sostare su reti elettriche.
Benessere
1. Isolamento termico: è richiesto se il solaio separa due ambienti dalle differenti caratteristiche
climatiche; in assenza di uno specifico strato il suo valore è influenzato soprattutto dallo strato
portante
8. Isolamento acustico: attutire i rumori provenienti dagli altri ambienti che il solaio stesso
separa, e da impianti eventualmente presenti. Le soluzioni tecniche maggiormente efficaci nei
confronti dell’isolamento acustico sono un’elevata massa degli elementi presenti nel solaio, la
presenza di un’intercapedine d’aria e la presenza di uno strato fonoassorbente.
9. Assorbimento acustico: Il solaio deve evitare la propagazione e l’amplificazione dei rumori
prodotti negli ambienti che separa.
10. Non rumorosità: Il solaio non deve produrre esso stesso, nelle normali condizioni d’uso,
rumori con possibili sfregamenti conseguenti alle deformazioni.
1. Non emissione di sostanze nocive
Gestione
1. Tenuta all’acqua
Impedire il passaggio di acqua negli ambienti sottostanti, ma anche soprattutto su elementi che
non sono progettati per essere bagnati. Nel primo caso ci si riferisce a esigenze di benessere ed
igiene, nel secondo anche di sicurezza.
2. Contenimento dei consumi energetici
E' diretta conseguenza dell'isolamento termico, in quanto deve limitare la dispersione del calore
tra gli ambienti separati dalla partizione. Sono interessati tutti gli strati con particolare attenzione a
quello isolante. Solaio interpiano, ovvero un solaio su uno spazio aperto per cui si avranno delle
schermature sulla parte esterna.
3. Resistenza all'acqua
Deve conservare inalterate le sue caratteristiche qualora venga a contatto con acqua di varia
origine. Sono particolarmente interessati lo strato di rivestimento superiore e quello di
collegamento. L'acqua di convogliamento non viene controllata nel solaio aperto.
Aspetto
1. Assenza di difetti superficiali
Consiste nel controllo della orizzontalità e della planarità, e risponde oltre che ad esigenze di
aspetto anche a esigenze di fruibilità.
2. Regolarità d’aspetto
Nelle superfici a vista non devono presentarsi differenze di colore e brillantezza né difetti
geometrici tali da alterarne l'aspetto. Principalmente interessato è, ovviamente, lo strato di finitura.
Fruibilità
1. Attrezzabilità
Deve essere capace di contenere gli arredi e sopportare i carichi sia superiormente che
inferiormente. Deve inoltre consentire l’inserimento di reti di distribuzione impiantistica. Deve
essere fruibile e attrezzabile (deve essere in grado di sostenere i pesi e i cariche degli arredi ma
deve essere anche in grado di assicurare degli spazi di avvolgimento dei canali tecnologici (infissi,
schermature).
2. Ispezionabilità
Consente una manutenzione agevole del solaio. E' valutabile attraverso il grado di accessibilità ai
vari elementi funzionali presenti nel solaio, che possono essere oggetto di riparazioni.
Con il solaio si entra nella struttura privata, esso non deve creare impedimenti per la costruzione.
Il solaio rientra nella casistica della struttura: influisce sulle travi, quando viene costruito con le
pignatte non si parla di struttura. Muratura portante e strutture di elevazione verticale in cui
vengono riempiti i cordoli con elementi di raccordo. I solai vengono progettati per uno specifico
carico: bisogna tenerne conto per la progettazione e perché essa ne assicuri la resistenza del
carico affinché non avvenga un collasso della struttura.
Come possono essere distinti e caratterizzati i solai?
Il polistirolo: viene sagomato come la dimensione e la forma della pignatta e sostituto ad essa.
- Travetti precompressi
I travetti arrivano già pronti in cantiere senza la necessità di avere armature. Vengono poggiati
direttamente alle strutture portanti verticali con un appoggio di almeno 5 cm, i ferri di armatura
fuoriescono e con il getto vengono collegati alle travi. Per garantire una adeguata resistenza a
taglio e a compressione, all’intradosso del solaio in corrispondenza con l’attacco alle travi, dove
avviene l’inversione dei momenti ed il taglio è massimo, è buona norma distanziare le pignatte
eliminando un corso così da consentire un allargamento della sezione resistente (fascia piena). La
fascia piena assicura inoltre un migliore unione tra travetti e trave.
Bisogna sempre mantenere un rapporto tra il solaio, la trave e il sistema di elevazione verticale:
esternamente non veniva coibentata e controllata. Materassino di materiale isolante che va in
completamento con il solaio esterno.
Resistenza maggiorata del solaio come parte strutturata del solaio. Getto di riempimento
alleggerito nella parte inferiore. La trave non può essere interrotta per i passaggi impiantistici.
Elementi fini dal punto di vista strutturale: cambia il gancio alla trave. La stratificazione del solaio
superiore non cambia. Solai di questo tipi sono distinti anche in base alla posizione del tabellone:
sull’ala bassa il solaio è più omogeneo e liscio, quando lo posiziono sull’ala superiore risolvo
alcuni problemi di isolamento, contenimento energetico e acustico.
Tecnica simile a quella che si osserva nella costruzione dei solai in acciaio in cui la lamiera grecata
va inserita sopra (alcune volte anche in quella inferiore ma avviene raramente), parete
elettrosaldata per dare maggior rigidezza e come oggetto di completamento. Questo solaio può
essere armato doppiamente. Il vuoto che si crea tra il controsolaio e il soffitto è uno spazio molto
utile per l’inserimento dell’impianto di climatizzazione dove passano impianti molto ampi in termini
di dimensioni. Oggetto di completamento in calcestruzzo. Una soletta in acciaio può essere anche
collaborante dal punto di vista della distribuzione dei carichi. Vengono aggiunti dei connettori in
maniera regolare, dei connettori fissati direttamente nella trave in acciaio che collaborano a dare
leggerezza (usati anche nei solai in legno). Al tondino in acciaio può essere fissata un’ulteriore rete
elettrosaldata. Da una lamiera alta si passa ad una alta, esistono diversi spessori (alti e più spessi
per solai importanti in termini di superfici mentre bassi e meno spessi per superfici inferiori).
Pannelli
- Pannelli predalles
Sono molto utili in contesti residenziali per il primo solaio di fondo. Si ha un fondello in
calcestruzzo armato, dei blocchi di alleggerimento in polistirolo e una gettata di calcestruzzo.
Solaio dal profilato in acciaio: tra i travetti in acciaio.
- Pannelli in laterocemento
La sequenza in acciaio viene scandita da un modulo. La parte di completamento viene sostituita
con i blocchi in laterizio al posto di quelli in polistirolo. Il rinforzo avviene tramite un ulteriore punto
di appoggio. Tecniche scelte per tempi molto rapidi di costruzione (ad esempio per i capannoni
industriali).
I solai laterocementizi rappresentano la tipologia di solai più diffusa per l’edilizia residenziale e nel
caso in cui non vi siano specifiche esigenze di carattere progettuale, quali irregolarità della maglia
strutturale, carichi di esercizio eccezionali o luci di dimensioni elevate. I solai in laterocemento
uniscono le funzioni portanti degli elementi lineari a travetto in calcestruzzo armato con quelle di
alleggerimento dei blocchi in laterizio e con quelle di completamento della soletta in calcestruzzo
(caldana spessa almeno 4 cm, collaborante o non con la struttura portante).
SOLAIO CON PROFILATO IN ACCIAIO
In funzione della luce da coprire il solaio veniva costruito con voltine di laterizi, con elementi piani
di laterizio o con pignatte, tavelle e tabelloni in laterizio. L’impalcato veniva poi completato con un
massetto di calcestruzzo lungo il profilato in acciaio per solidarizzare l’intero elemento costruttivo.
Lo stesso solaio può essere costruito in laterizio oppure con dei pezzi in laterizio forati per
costituire un arco piatto (nella parte inferiore non si vede più la forma dell’arco).
- Senza soletta
I solai composti in acciaio-calcestruzzo sono costituiti da una lamiera grecata di acciaio (collegata
alle travi per saldatura o per chiodatura) su cui viene eseguito un getto di calcestruzzo normale o
alleggerito. La lamiera ha la funzione di cassero a perdere durante la costruzione del solaio, e
costituisce parte o tutta l’armatura longitudinale dopo l’indurimento del calcestruzzo.
SOLAIO IN LEGNO
Per la realizzazione di esso si utilizzano tecniche costruttive arcaiche. Alcune volte il getto è
piuttosto umido per cui se esso va a contatto con il legno si creano dei problemi (es. chiazze di
sporco che non vanno via), altre volte i getti possono essere interamente a secco.
Solaio semplice
Solaio più elementare: è costituito da una sola orditura primaria, che può essere formata
direttamente dai travetti (a sezione quadrata, rettangolare o circolare) oppure da vere e proprie
travi. In questo caso si ha un solaio alla veneziana: venne probabilmente inventato per sostenere i
tipici pavimenti monolitici della tradizione costruttiva veneta, che con un normale solaio in legno
(molto più elastico e perciò sottoposto a deformazioni maggiori) si potrebbero lesionare. La luce
che si riesce a coprire con questi solai è ovviamente proporzionale alla sezione degli elementi
portanti: un solaio di soli travetti è infatti indicato soprattutto per ambienti stretti e lunghi (es.
disimpegni o corridoi), mentre un solaio alla veneziana può essere usato anche per stanze con
lato di cinque o sei metri.
Solaio composto
- A doppia orditura: le travi secondarie di minore dimensione sono disposte
perpendicolarmente. Tipologia estremamente diffusa perde è possibile coprire ambienti di
notevoli dimensioni riducendo la luce libera delle travi con mensole lignee sagomate
appositamente
- A tripla orditura: ambienti di grande luce o con carichi rilevanti. Schema strutturale in cui si
possono identificare tre livelli: essa si ritrova nelle coperture per poter alla fine agganciare i
coppi delle tegole.
- A cassettoni: l’orditura secondaria è inserita nello spessore della primaria, questa tecnica
assicura maggiore resistenza del solaio.
Trave parapetto: si sviluppa in altezza rispetto al perimetro e viene realizzata per esempio per i
balconi in calcestruzzo armato quando esso corre lungo tutto il perimetro della struttura. Con
questo sistema si ottiene una maggior continuità visiva della struttura.
- Strato di impermeabilizzazione
Ha la funzione di impedire il passaggio di acqua all’ambiente sottostante o ad altri strati che non
devono essere bagnati.
- Elementi portanti
Hanno la funzione di reggere meccanicamente il solaio stesso, i carichi dovuti agli strati ulteriori
per trasferirei alle sottostanti strutture di elevazione.
- Intercapedine attrezzabile
Ha la funzione di consentire l’inserimento di reti impiantistiche (climatizzazione, idrauliche,
elettriche..) che andranno al di sopra dell’intradosso del solaio o al di sotto del suo estradosso.