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La Meccanica è lo studio del moto dei corpi.

Si divide in Cinematica (come un corpo si muove) e Dinamica (perché un corpo si muove)

Cinematica

Come i corpi si muovono

Descrive

Servono indicatori

Posizione velocità accelerazione

La grandezza fisica della velocità è quella che tende ad essere usata di più anche da chi non conosce la fisica.

Serve una grandezza che aumenti: all’aumentare dello spazio; al diminuire del tempo.

Per ottenere una grandezza del genere si pongono in divisione lo spazio e il tempo.

Prendendo le 4 operazioni ci si rende conto che la migliore per questo caso è la divisione.

La differenza non va bene perché non sono grandezze omogenee e perché si potrebbero ottenere numeri/valori
negativi.

Si fa quindi il rapporto => spazio percorso/tempo impiegato

La definizione di velocità sarà infatti:

∆s
v= ∆ t dove ∆ indica “variazione”, “differenza”; infatti ∆s= spazio finale-spazio iniziale= spazio percorso;
∆t= tempo finale-tempo iniziale= tempo impiegato.
spazio percorso
Da qui si arriva alla forma letterale => velocità=
tempo impiegato

Due grandezze si dicono direttamente proporzionali quando il loro rapporto è costante


06/10/2020
Vi sono due tipi di misure: dirette o indirette, ad esempio il volume non può essere misurato in modo
diretto.
Ingredienti di una progettazione didattica di un’attività di apprendimento:
strade da scegliere per giungere ad un obiettivo;
cosa serve per affrontare la strada (prerequisiti ovvero ciò che serve avere prima di mettersi in cammino)

preconoscenze => misurare le preconoscenze per verifica se sono soddisfacenti come prerequisiti.
Attività di recupero nel caso in cui non si è al livello adeguato.
Gli obiettivi devono essere formulati con azioni
L’individuazione degli obiettivi dev’essere fatta prima dei prerequisiti, poiché questi dipendono dagli
obiettivi prefissati.
Indicazioni Nazionali
Considerazioni preliminari
La moderna conoscenza scientifica del mondo si è costruita nel tmepo, ,attraverso un metodo di indagine
fondato sull’osservazione dei fatti e sulla loro interpretazione, con spiegazioni e modelli sempre suscettibili
di revisione e di riformulazione.
Ovviamente revisione e riformulazione avvengono in caso di eventuali esiti negativi degli esperimenti.
L’osservazione dei fatti e lo spirito di ricerca dovrebbero caratterizzare anche un efficace insegnamneto
delle scienze e dovrebbero essere attuati attraverso un coinvolgimento diretto degli alunni incoraggiandoli,
senza un ordine temporale rigido e senza forzare alcuna fase, a porre domande sui fenomeni e le cose, a
progettare esperimenti/esplorazioni seguendo ipotesi di lavoro e a costruire i loro modelli interpretativi.
Quest’ultimo estratto richiama più volte le fasi del metodo scientifico.
Con lo sviluppo dei linguaggi e delle capacità di comunicazione, i ragazzi dovrebbero saper descrivere lal
oro attività di ricerca in testi di vario tipo (racconti orali, teti scritti, immagini, disegni, schemi, mappe,
tabelle, gafici, ecc..) sintetizzando il problema affrontato, l’esperimento progettato, la sua realizzazione e i
suoi risultati, le difficoltà incontrate, le scelte adottate le risposte individuate.
Le scienze naturali e sperimentali sono fra loro diverse per quanto riguarda i contenuti ma, almeno a livello
elementare, sono accomunate da metodologie di indagine simili. è opportuno, quindi, potenziare nel
percorso di studio, l’impostazione metodologica, mettendo in evidenza i modi di ragionare, le strutture di
pensiero e le informazioni trasversali, evitando così la frammentarietà nozionistica dei differenti contenuti.
Gli allievi potranno così riconoscere in quello che vanno studiando un’unitarietà della conoscenza. Per
questo, in rapporto all’età e con richiami graduali lungo tutto l’arco degli anni scolastici fino alla scuola
secondaria, dovranno essere focalizzati alcuni grandi “organizzatori concettuali” quali: causa/effetto,
sistema, stato/trasformazione, equilibrio, energia, ecc…
Il percorso dovrà comunque mantenere un costante riferimento alla realtà, imperniando le attività
didattiche sulla scelta di casi emblematici quali l’osservazione diretta di un organismo o di un micro-
ambiente, di un movimento, di una candela che brucia, di una fusione, dell’ombra prodotta dal Sole, delle
proprietà dell’acqua, ecc…
Nell’arco di ogni anno di scuola primaria, quindi, ciascun alunno deve essere coinvolto in varie esperienze
pratiche. La selezione e la realizzazione di epserienze concrete ed operative dovranno caratterizzare anche
le attività didattiche nella scuola secondaria di primo grado.
Cosa tenere presente per organizzare un percorso di apprendimento?
Bisogna innanzitutto organizzare i contenuti di ogni disciplina in modo che diventino nell’alunno,
conoscenze e abilità.
Con abilità si può intendere: la destrezza nell’utilizzo di uno strumento o nell’esecuzione di un’attività o
mansione, acquisita tramite Addestramento, ovvero, Imitazione ed Applicazione. L’abilità rappresenta una
risorsa di cui la persona competente dispone e che mette in opera (mobilizza) nell’attività professionale.
Con conoscenza si può intendere: l’informazione o l’acquisizione occasionale elaborata scientificamente e
riproposta su basi teoriche consapevoli. Le conoscenze costituiscono gli elementi indispensabili per la
maturazione delle competenze.
07/10/2020
La direzione è una retta. La traiettoria non è quindi sempre una direzione; ciò avviene nel caso in cui il
moto corrisponda ad una retta.
Nel caso della Terra che gira intorno al Sole abbiamo ad esempio una traiettoria ad ellisse, non una
direzione.
La traiettoria è quindi l’insieme di punti contigui che ci permette di identificare il movimento di un oggetto.
L’unione di tutti i punti identifica una traiettoria. Ci serve anche, un sistema di riferimento.
Le posizioni sono quindi legate ad esso.
Di conseguenza anche il concetto di velocitò è relativo al sistema di riferimento. La traiettoria di un punto
mobile è:
la comodità dei sistemi di riferimento è poterli sistemare dove vogliamo.
Sfruttando gli assi cartesiani possiamo indicare anche il tempo impiegato.
Si possono indicare con s1 e s2 le posizioni e con t1 e t2 i momenti in cui si è andati a misurare lo
spostamento compiuto. Tanti più assi, tante più dimensioni vengono analizzate.

Lo spostamento è la differenza tra le due posizioni (s1 ed s2) rispetto all’origine.


Lo spazio percorso e lo spostamento coincidono se ci si muove in linea retta.
Quando oltre allo spostamento consideriamo il tempo, queste due grandezze danno origine ad una
grandezza derivata, la velocità.
Per ogni posizione abbiamo un momento temporale segnato.
La velocità è la rapidità con cui cambia, nel tempo la posizione di un corpo.
Lo spazio percorso da un corpo nell’unità di tempo è una grandezza fisica chiamata velocità media.
La velocità media è il rapporto tra lo spazio percorso da un corpo e l’intervallo di tempo impiegato a
percorrerlo.
La velocità istantanea cambia continuamente.
Nel calcolo della velocità istantanea, si tiene conto della velocità media in un istante brevissimo di tempo,
approssimbaile a 0, in uno spazio brevissimo approssimabile a 0.
L’unità di misura della velocità si ricava dalla composizione delle unità di misura delle grandezze presenti
nella relazione (spazio e tempo). Nel SI si usa, quindi, il m/s.

Punto materiale
Un punto materiale è più picciolo o uguale dell’errore che si può commettere nel sistema di riferimento.

Costante o Uniforme?
Quando si dice “costante” ci si riferisce a grandezze scalari o all’intensità di un vettore. Quando ci si
riferisce ad un vettore con la parola “uniforme”, s’intende che tutte e tre le componenti rimangono
immutate.
Nel caso di moto rettilineo uniforme, tempo impiegato e spazio percorso, sono direttamente proporzionali.

Da m/s a km/h
Per passare da m/s a km/h bisogna moltiplicare x3,6; viceversa, per passare da km/h a m/s bisogna
dividere 3,6.
12/10/2020
Un corpo permane nel suo stato di moto finchè non interviene una forza a fermarlo. Questa affermazione
la prima della legge della dinamica (o di Newton).
Come arrivò a questa scoperta lo scienziato? Fu Galilei ad aprirgli la strada.
Secoli prima Aristotele asseriva che ogni copro, ogni oggetto, avesse un suo stato naturale, una sua
tendenza. Lo stato naturale dei corpi lui pensava fosse la quiete. Affinché si possa muovere vi è quindi
bisogno di una forza. Ciò che Aristotele comprese fu quindi la relazione di causa-effetto.
Secoli dopo (XVI-XVII secolo) Galilei ebbe un’intuizione basata su esperimenti. Scoprì che lo stato naturale di
un corpo è il moto rettilineo uniforme. Si rese conto inoltre che, a meno che non incontri ostacoli, un corpo
continuerà sempre a muoversi di moto rettilineo uniforme, mentre se è fermo, rimarrà fermo.
Tutte queste affermazioni verranno riprese da Newton, il quale formulò il principio di inerzia (primo
principio della dinamica).
È molto importante comparare l’evoluzione della conoscenza del moto da Aristotele (il primo a parlarne,
colui che diede l’incipit), fino a Galilei-Newton. Questo perché i ragionamenti di Aristotele sono
ragionamenti effettuati da tutti, compresi i bambini. Infatti, vi sono delle forze che mascherano il principio
d’inerzia (la gravità e l’attrito).
14/10/2020
Uno dei più grandi contributi di Galilei è stato lo scoprire che per mantenere un corpo in movimento non
serve una forza (cosa che ad esempio potrebbe suonare strana se prendiamo ad esempio un’automobile) .
La proprietà di un corpo di resistere al cambiamento dello stato di moto si chiama inerzia.

Aristotele Galilei e Newton


I corpi non si muovono se non viene applicata I corpi non cambiano il loro stato di moto
loro una forza senza l’azione delle forze.
Gli oggetti in moto richiedono sempre Un corpo già in moto non richiede
l’applicazione di una forza per continuare a necessariamente l’azione di una forza per
muoversi continuare a muoversi
I corpi tendono ad essere nel loro stato I corpi hanno due stati di moto “naturali”: la
naturale che è la quiete quiete (equilibrio statico) e il moto con
velocità di modulo costante e direzione fissa
(equilibrio dinamico), ovvero il moto rettilineo
uniforme.
19/10/2020
Quando i corpi cadono, la velocità di caduta è sottoposta ad un’accelerazione. Qual è la forza che causa la
caduta accelerata?
F= forza peso= direttamente proporzionale alla massa dell’oggetto che la “sente”
Fp
La forza peso divisa la massa darà sempre una costante => => k Fp= mk
m
Qual è la relazione tra l’accelerazione di un corpo e la forza dalla quale è causata?
F= ma
Mettiamo ora insieme le due equazioni

Da questo sistema otteniamo l’equazione=> km=ma=> semplificando le due masse otteniamo=> k=a
Di conseguenza l’accelerazione con cui un corpo cade sarà sempre costante è prende il nome di
“accelerazione di gravità”. Il suo valore è di 9,81 m/s2

21/10/2020
Muoversi di moto rettilineo uniforme vuol dire muoversi a velocità costante. Quest’affermazione ci
permette di constatare che all’aumentare dello tempo impiegato aumenterà anche lo spazio percorso. In
questo caso, infatti, tempo e spazio sono direttamente proporzionali.
La legge oraria di un moto è la relazione che lega lo spazio percorso al tempo t. conoscendo la legge oraria
è possibile calcolare lo spazio (la posizione in corrispondenza di qualunque valore del tempo t.
La legge oraria del moto rettilineo uniforme è la seguente:
s=v*t dove
s=spazio percorso; v=velocità costante t=tempo impiegato
Nella seguente tabella viene riportato un esempio di una corritrice di nome Nala
Si può facilmente dedurre che la sua velocità sia di 3m/s. questa tabella ci permette di verificare sia la
proporzionalità diretta tra tempo e spazio (quando t=1, s=3 e quando t raddoppia, anche s lo fa), sia la
legge oraria del moto rettilineo uniforme. Infatti sostituendo a “v” il valore 3 otteniamo => s=3t. Infatti, in
questo caso, lo spazio è sempre pari al triplo del tempo.
Se il moto di Nala(la corritrice) viene cronometrato da una posizione s 0 che dista 5m dall’origine (partenza),
la legge oraria del moto di Nala deve tenere conto di questa distanza percorsa in t 0.
Possiamo riscrivere la legge oraria in senso generale così=> s=v*t+s 0

Rappresentazione grafica

Provando a rappresentare graficamente la legge oraria del


moto rettilineo uniforme, usando gli assi cartesiani, ci accorgiamo che la linea tracciata sarà una semiretta:
27/10/2020
Studiare il moto di un corpo significa stabilire come varia la sua posizione rispetto a un sistema di
riferimento. Il numero di coordinate necessarie varia in base al moto studiato.

L’accelerazione è la variazione di velocità nell’unità di tempo.


L’accelerazione media am è il rapporto tra la variazione di velocità e l’intervallo di tempo in cui avviene la
variazione.
∆v
am=
∆t

Nel Sistema Internazionale l’unità di misura dell’accelerazione è il metro al secondo quadrato (m/s 2)
L’accelerazione istantanea è l’accelerazione del corpo in un determinato istante t. in sostanza è
l’accelerazione media calcolata in un intervallo di tempo ∆t molto piccolo che comprende il punto t.Un
moto con accelerazione istantanea costante è detto moto uniformemente accelerato: in intervalli di tempi
uguali si hanno uguali variazioni di velocità.
Se l’accelerazione è positiva, il moto viene detto accelerato
Se l’accelerazione è negativa, il moto viene detto decelerato
Se l’accelerazione è nulla, il moto è rettilineo uniforme
In un grafico velocità- tempo, l’accelerazione media fra due istanti di tempo è uguale alla pendenza della
retta passante per i due punti corrispondenti.

Se l’accelerazione è costante, la velocità è proporzionale al tempo e lo spazio percorso è proporzionale al


quadrato del tempo. Nel moto rettilineo uniformemente accelerato la velocità v e il tempo t sono
direttamente proporzionali.

La legge della velocità di un moto è la relazione che lega la velocità v e il tempo t.


La legge della velocità del moto rettilineo uniformemente accelerato con la velocità iniziale nulla (v=0 per
t=0) è:
v=a*t
Il grafico velocità tempo del moto uniformemente accelerato con velocità iniziale nulla è una semiretta
passante per l’origine. La pendenza della semiretta coincide con l’accelerazione.

In un grafico velocità-tempo l’area al di sotto del grafico rappresenta lo spazio percorso.

La legge oraria del moto rettilineo uniformemente accelerato con velocità iniziale nulla è:
s= ½ at2
Nella legge oraria appena mostrata le variabili s e t sono legate da proporzionalità quadratica. Il grafico
spazio-tempo del moto uniformemente accelerato con velocità iniziale nulla è una parabola con vertice
nell’origine.

Un corpo che cade partendo da fermo si muove con accelerazione costante g( accelerazione di gravità),
pari a circa 9,8 m/s2. Le leggi del moto di caduta, oraria e di velocità, sono:
s= ½ gt2 v=g*t
Quando la velocità iniziale è diversa da zero, le equazioni appena mostrate non sono più valide. La legge
della velocità del moto rettilineo uniformemente accelerato con velocità iniziale v 0 diversa da zero è:
v0+ a*t

Il grafico velocità-tempo del moto uniformemente accelerato con velocità iniziale diversa da zero è una
semiretta che non passa per l’origine.

Anche in questo caso la pendenza della semiretta coincide con l’accelerazione.


La legge oraria del moto rettilineo uniformemente accelerato con velocità iniziale v 0 diversa da zero è:
s=v0+ ½a*t2
La legge oraria e la legge delle velocità valgono anche per i moti d=ecelerati, ma l’accelerazione ha valore
negativo. Esempio di moto decelerato può essere quello di un oggetto che viene lanciato verso l’alto( in
quel caso l’accelerazione sarà uguala a -9.8 m/s2
02/11/2020

Da F=ma abbiamo a= F/m


Nella seconda forma notiamo che a (l’accelerazione) è dovuta ad una ad una forza (F) che viene applicata
su una massa (m). La massa esprime l’ “inerzia” del corpo; esprime cioè quanto il corpo è reticente a
cambiare il suo stato di moto sotto l’azione di una forza.
Parliamo ora di Gravitazione.
La forza di gravitazione, o gravitazione, produce un’accelerazione speciale.
Qualunque coppia di masse si attrae sempre l’una con l’altra (due persone, una persona ed un oggetto, due
oggetti, etc…) con una forza che è data dalla formula=> FG= G*(m1*m2)/d2 dove m1 e m2 sono le masse e
d=distanza mentre G è una costante uguale a 6.67*10 -11 N*m2/kg2. La costante è stata trovata
sperimentalmente.
03/11/2020
Come ha fatto Newton ad elaborare la teoria della gravitazione?
Lui era seduto sotto un melo e gli sarebbe caduta in testa una mela. Per cui ha pensato: non sarà che la
mela cade per lo stesso motivo per cui la Luna è spinta verso la Terra?
La distanza Terra-Luna è circa 60 volte quella della mela con la Terra. Newton poi noto che c’era una
relazione tra le accelerazioni (quelle con cui cadono la Luna e la mela).
Breve richiamo sul moto sul moto circolare uniforme
Il moto circolare uniforme è il moto di un corpo che avviene lungo una circonferenza, con traiettoria
circolare, con velocità di modulo costante.
v=> costante in modulo. Si specifica in modulo perché la direzione varia.
Se la velocità dovesse cambiare si ha un’accelerazione.
Quest’accelerazione nel moto circolare uniforme è detta accelerazione centripeta, (ovvero verso il centro).
Quest’accelerazione è uguale a=> a=v2/R dove R è il raggio della traiettoria circolare, della circonferenza.
Ricordando la relazione tra periodo, frequenza e velocità angolare in un moto circolare si vedrà che
l’accelerazione può essere scritta anche come:
v= (2π/T)*R dove T è il periodo. In un qualunque moto periodico l’intervallo di tempo, dopo il quale si
ripete, si chiama periodo (il periodo di un orologio è uguale a 12 ore perché l’orologio impiega dodici ore
per ritornare al punto di partenza).

2π (2 π )2 2 R
Sostituendo a v quello che si è scritto sopra => ac= ( ∗R)2/R =>( 2
2 * R )/R=> 4π * 2
T T T

Passaggio complicato:
l’accelerazione centripeta della luna è uguale a 27,2*10 -4.
l’accelerazione centripeta della mela è di 9,8 (l’accelerazione di gravità).
Newton notò che il rapporto delle due accelerazioni (mela/Luna) era uguale a 3600 ovvero 60 2. Il rapporto
delle distanze, Luna-Terra e mela-Terra, è uguale a 60. Da questo si arrivò a formulare la legge dell’inverso
del quadrato della distanza.
Sfruttando la legge della gravitazione della lezione precedente riusciamo anche a calcolare la massa della
Terra.
Mettendo in relazione la legge per cui FP(Peso)=mg e FG= G*(mT*m2)/RT2 otteniamo che:
mg= G*(mT*m2)/RT2 => g= G*mT/d2 => MT= RT2* g/G
Ergo la massa della Terra è uguale al suo raggio al quadrato per 9,8 m/s 2 diviso 6.67*10-11 N*m2/kg2

10/11/2020
Le tre leggi di Newton
Galilei capisce che vi èuna interazione tra una forza e la vaiazione di velocità. Non vi è però proporzionalità
tra forza e velocità.
Prima legge di Newton => Principio d’inerzia
Un corpo persevera nel suo stato di quiete relativa o moto relativo finchè non interviene una forza a
modificarlo. Non esiste un oggetto in quiete asssoluta o moto assoluto. Tutto è relativo al sistema di
riferimento considerato , detto sistema inerziale. Esempio: prendendo come sistema di riferimento
l’interno di un auto in movimento, osserviamo che i passeggeri sono perennamente fermi; se prendessimo
come sistema di riferimento la strada invece, i passeggeri sono in movimento.
Seconda legge di Newton => Legge fondamentale della dinamica

Entrambe indicano la stessa relazione, scritta in modo diverso. La prima formula è quella ideata da
Newton; la seconda è quella più comune ai giorni nostri. La seconda è però più specifica della prima.
Il vettore ∆p indica la variazione della quantità di moto (ottenuta moltiplicando la massa per la velocità).
Terza legge di Newton => Principio d’azione e reazione
Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Questa legge è la ragione per cui ad esempio
noi non cadiamo da una sedia. Nel momento in cui noi siamo seduti, esercitiamo sulla sedia una forza pari
alla nostra massa moltiplicata per la forza di gravità (9,8); questa forza prende comunemente il nome di
peso. In tutta risposta la sedia esercita su di noi una forza uguale a quella applicata da noi, ma nel verso
opposto (noi andiamo verso il basso, e la sedia ci spinge verso l’alto). per questa ragione noi non cadiamo
da una sedia (o sprofondiamo nel pavimento quando siamo in piedi).
Questa legge ci permette di capire perché in Natura le forze si presentano sempre a “coppie”.
Legge di Gravitazione Universale
Fantini ci ha dato un forma leggermente diversa di scrivere la legge di gravitazione universale:

In questa formula G= 6.67*10-11 N*m2/kg2 che è la costante di gravitazione universale; M ed m sono le


masse dei due oggetti; r2 rappresenta la distanza al quadrato; -u r rappresenta il versore. L’aggiunta del
versore è necessaria poiché, senza di esso, il prodotto della formula precedente è un numero, non un
vettore; e la Forza dev’essere sempre un vettore.
16/11/2020
Si ricorda che su un corpo, oltre alla forza di gravità, agisce un’altra forza, uguale e contraria. Infatti il
pavimento, o qualsiasi altra su cui è poggiato, esercita su di esso una forza che spinge verso l’alto, pari alal
forza peso del corpo. Questa è la ragione per cui non cadiamo da una sedia o non sprofondiamo nel
pavimento.
Forza elastica.
Prendiamo una fionda oppure una molla.
Nel primo caso proviamo a lanciare un sasso. Lo posizioniamo sulla fionda e tendiamo all’indietro l’elastico
e teniamolo in tensione. Vi saranno due forze agenti sul sasso (non contando la forza di gravità): la nostra
che spinge indietro il sasso, e quella dell’elastico che lo spinge in avanti. Essendo in equilibrio, le due forze
non sortiscono alcun effetto sull’oggetto. Nel momento in cui lasciamo andare l’elastico, la nostra forza
viene a mancare e rimane solamente quella dell’elastico (che ha modulo uguale alla nostra forza ma verso
opposto) il quale spinge via il sasso.
Che forza era quella? Forza elastica.
Questa forza viene riportata nella legge di Hooke. Questa afferma che la forza applicata alla molla elastica è
direttamente proporzionale alla variazione di lunghezza che subisce la molla. Questa forza può essere
applicata attraverso la seguente formula:
F=-kx
dove k=costante elastica x= allungamento (o compressione) della molla
K dipende da quanto sia rigida o meno la molla (indica cioè quanta forza dobbiamo usare per allungarla o
comprimerla). Questo valore risulta costante in base alla molla ed è per questo che possiamo dire che F ed
x sono direttamente proporzionali. La forza esercitata dalla molla è sempre opposta alla variazione della
sua lunghezza (perciò si mette il segno “-“.

Densità di un corpo
Si definisce densità di un corpo (anche se è più opportuno parlare di densità di un materiale) il rapporto tra
la sua massa m e il suo volume V.
d= m/V
l’unità di misura della densità è Kg/m3 oppure g/cm3.
Grandezze intensive ed estensive
Le grandezze intensive dipendono dalla natura del campione preso in esame (densità, temperatura etc…).
Queste grandezze non variano in base alla quantità del campione esaminato; prendendo un barottolo di
nutella e dividendolo a metà, la sua densità e la sua temperatura rimarranno le stesse.
Le grandezze estensive sono quelle che dipendono dalla quantità del campione preso in esame (lunghezza,
massa). Prendendo un dolce di Marta e dividendolo a metà, le due metà avranno una massa pari ad ½ della
massa dell’intero.
18/11/2020
La Natura del Calore
Per lungo tempo Calore e Temperatura furono confusi.
Ora noi sappiamo che il calore è una forma di eergia dovuta all’incessante movimento degli atomi e delle
molecole di cui sono composti i vari oggetti. Essendo una aprticolare forma di energia, non ci deve
soprendere che non si conservi, così come non si conservano altre forme di energia. Nel momento il cui un
corpo cede energia, lo fa sootto forma di calore.
Teoria del Calorico
L’opinione prevalente (Lavoisier, Fourier, Lapacle e Poisson) era che il calore foose una sorte di fluido
misterioso, il calorico, che fluiva in ogni sostanza e spontaneamente passava da un corpo caldo ad un
corpo freddo.
La teoria del calorico assegnava a questo fluido strane proprietà. Prima di tutto non aveva peso: scaldare
un etto di ferro non portava ad un aumento del suo peso; però occupava spazio. I corpi, infatti,
aumentavano di volume se riscaldati.
Sempre secondo questa teoria i corpi caldi contengono più calorico dei corpi freddi. Mettendo a contatto
un corpo caldo con un corpo freddo, il calorico fluisce dal corpo caldo a quello freddo.
Benjamin Thompson, Conte Rumford, supervisionava la fabbricazione di cannoni. Il corpo di un cannone
veniva fabbricato a partire da un cilindro di metallo, in cui veniva prodotto meccanicamente un foro del
diametro considerato. La teoria del calorico sosteneva che, la polvere di metallo poteva “contenere” meno
calorico del blocco di metallo originale. Durante la lavorazione del cannone, il calorico non poteva più
essere immagazzinato nella oplvere metallica, e veniva disperso sotto forma di calore. Thompson immerse
u blocco metallico in acqua, e dimostrò che era necessaria la stessa quantità di calore per innalzare di un
grado la polvere metallica generata, oppure un blocco di metallo dello stesso peso. La polvere metallica
non era meno capace di immagazzinare calore rispetto al pezzo di metallo non polverizzato. Il calore
prodotto proveniva semplicemente dal lavoro meccanico compiuto per forare il cannone.
James Prescott Joule
Il riconoscimento e l’enunciazione del principio universale della conservazione dell’energia è dovuto
principalmente a James Prescott Joules (1818-1889), birraio e appassionato di scienza.
In suo onore oggi usiamo il joule come unità di misura del lavoro e dell’l’energia nel Sistema Internazionale
(SI). Tuttavia in alcuni campi sono ancora utilizzate la calorie, ad esempio nell’etichette dei cibi (dove sono
riportate come Kilocalorie). Joule provo l’equivalenza tra calore e lavoro meccanico. Joules mostrò anche
che la quantità di calore prodotto era proporzionale alla quantità di lavoro.
Il Principio di Conservazione dell’Energia
Julius Rober von Mayer fu il primo a enunciare esplicitamente il principio di conservazione dell’energia:
Le varie forme di energia (Chimica, Elettrica, Magnetica, Meccanica (che a sua volta si divide in Cinetica e
Potenziale) e Calore) si possono trasformare una nell’altra, ma l’energia totale rimane costante.questa è la
ragione per cui diciamo che il calore non si conserva; perché si trasforma.
Definizione di energia: L’energia è la capacità, l’attitudine a compiere un Lavoro da parte di una forza.
L’energia non si produce dal nulla; l’energia si trasforma, in genere degradandosi.

Energia Cinetica e Potenziale


L’energia Cinetica è legata alla velocità di un oggetto. L’energia Potenziale è legata alla sua posizione.
Cambiando la posizione, cambia ovviamente l’energia potenziale; di conseguenze, maggiore è la velocità,
maggiore è l’energia cinetica.
Il Principio di Conservazione della Massa
Antoine-Laurent de Lavoisier, Lavoisier per gli amici, nei suoi studi di chimica, arrivò ad affermare che: in
una reazione chimica, la somma delle masse dei reagenti è uguale alla somma delle masse dei prodotti.
Prendendo origine da questo postulato si giunge alla seguente legge:
Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.

Ad oggi, i due principi fondamentali di conservazione sono stati riuniti in un unico principio: la
conservazione di massa-energia:

E=mc2

23/11/2020
Stati della materia
La distinzione dei corpi in solidi, liquidi e gasssosi dipende dalla forma e dal volume. I solidi hanno
un volume e una forma propri. I liquidi hano un volume proprio e la forma del recipiente in cui si
trovano. I gas non hanno né forma né volume propri.
Fluidi
Con fluidi s’intendono liquidi e gas. Legati a questi due stati della materia è il concetto di pressione.
Pressione deriva da pressus (premere). La grandezza fisica della pressione è infatti quella che
indica la forza di “premimento”. Essa è il rapporto tra la componente della forza perpendicolare
alla superficie d’azione, e l’area della superficie stessa:
p= F/S
La pressione è quindi direttamente proporzionale alla Forza e inversamente proporzionale alla
superficie.
L’unità di misura della pressione nel S.I. è il Pascal=> 1Pa=1N/m 2
La pressione è una grandezza scalare. 1 Pa è la pressione esercitata da una forza di 1N su un’area
di 1m2.
Ad esempio un hg di sabbia sparso su un foglio di carta di area 1m 2 esercota una pressione di circa
un Pa. Infatti esercita una forza (peso) di 0,1*9,8 ovvero circa 1 N. sfruttando la formula otteremo
p= 1N/1m2= 1Pa
24/11/2020
La pressione nei liquidi
Mettiamo un palloncino gonfio d’aria in un recipiente con un pistone, pieno d’acqua. Premendo il
pistone, il palloncino diventa più piccolo per effetto della pressione esercitata dal pistone
sull’acqua, ma conserva la sua forma sferica. Ciò significa che il palloncino subisce dappertutto la
stessa pressione e la forza è, in ogni punto, perpendicolare alla sua superficie. La pressione si dice
quindi isotropa. In sintesi diciamo che la pressione esercitata su qualsiasi superficie di un liquido si
trasmette nello stesso valore su ogni altra superficie a contatto con il liquido.
La pressione è molto utilizzata nel torchio idraulico. Consente infatti di sollevare un grande peso
con una forza essigua. È composto da due cilindri pieni di liquido, collegati traa loro e muniti di due
pistoni.
Per la legge di Pascal le pressioni sulle due superfici devono essere uguali. Facciamo un esempio.
Per sollevare un macchina di 1500 kg si usa un torchio idraulico. I due pistoni hanno diametro di 1
cm e 20 cm. Quanta forza dobbiamo imprimere sul pistone piccolo per sollevare la macchina che si
trova sul pistone grande?
Poiché la pressione esercitata su i due pistoni deve essere uguale, otteniamo la seguente

equazione=> =>

Poiché SA è minore di SB (SA ha diametro 1), anche FA risulterà minore di FB. Se infatti calcoliamo
otteniamo il seguente risultato => FA= (1500*9,8)/400=> 36.75N .
Questo ci permette di capire come, attraverso l’uso della pressione, possiamo sollevare un
automobile esercitando sul pistone una forza di 36,75 N (che equivale a circa 3,7 kg=> ovvero
36,75/9,8), ovvero quasi due bottiglie d’acqua.
I freni delle automobili e delel biciclette funzionano con lo stesso principio del torchio idraulico.
Legge di Stevino
Ogni liquido è soggeto alla forza-peso, che determina una pressione daata dalla lege di Stevino. La
pressione dovuta al peso di un liquido è proporzionale sia alla densità del liquido che alla sua
profondità (quando ci si immerge in mare, si fa più fatica man mano che si scende).
La densità del liquido è il rapporto tra la sua massa ed il suo volume. D=m/V
La legge di Stevino è quindi esprimibile in questa formula => p= p 0+g*d*h
dove p0 è la pressione atmosferica (dovunque ci troviamo siamo immersi in un fluido, l’aria, ovvero
l’atmosfera, che esercita su di noi una pressione), g è l’accelerazione di gravità, d è la densità, e h è
l’altezza del recipiente.

25/11/2020
I primi studi di termodinamica risalgono alla metà del XIX secolo, quando in Inghilterra è in corso la
Prima Rivoluzione Industriale e si cerca di migliroare l’efficienza delle macchine impiegate nelle
attività produttive.
Temperatura
La temperatura è un indice dello stato termico di un corpo che si misura con un termometro
Scale termometriche
Nelle scale termometriche si usano due momenti chiave: il passaggio di stato dell’acqua dallo stato
solido al liquido( fusione del ghiaccio), e dal liquido al gassoso (evaporazione dell’acqua).
Ci sono anche altre scale termometriche ma vengono usate meno frequentemente.
Equilibrio termico
Due corpi aventi temperature diversi, e messi a contatto, si portano alla stessa temperatura
intermedia (temperatura di equlibrio). Quando si raggiunge questa condizione il flusso di energia
(sotto forma di calore) s’interrompe.
Sistema termodinamico
Un sistema termodinamico è un sistema fisico che può accumulare energia a livello microscopico e
che con altri sistemi può scambiare energia sotto forma di: lavoro meccanico o calore. Lo stato di
un sistema termodinamico è definito dal valroe di alcuni parametri chiamati variabili di stato. Per i
gas, ad esempio, le variabili di stato sono: 1. Pressione(p);2. Volume(V); 3. Temperatura (T)
Primo Principio della Termodinamica
È il principio di conservazione dell’energia per i sistemi dinamici. La formula è:
∆U= Q-L dove ∆U= variazione di energia Q= quantità di calore scambiato L=lavoro
meccanico
Un’equazione come questa dice che quindi si può trasformare il lavoro in calore, ma potrei anche
fare l’operazione opposta (sfruttare il calore per produrre lavoro). Però, mentre è possibile
trasformare tutto il lavoro meccanico in calore, non è possibile l’opposto in modo completo. Se
fosse possibile del resto, l’automobile non avrebbe più bisogno di combustibile. Il funzionamento
di una macchina termica è il seguente:

L’energia sotto forma di calore produce un lavoro. Non tutto questo calore riesce però a
trasformarsi in lavoro. Questo calore residuo aumenta quindi la temperatura della macchina
(nonostante sia di temperatura più bassa di quello sfruttato per produrre lavoro). Per questo nelle
nostre automobili vi è un sistema refrigerante che serve a portare in equilibrio termico il sistema.
Dopo aver assorbito quest’energia termica la cede all’esterno (per questo il radiatore si trova
davanti al muso dell’autovettura, per sfruttare l’aria prodotta dal movimento della macchina per
raffreddarsi).
In Sintesi: si produce calore=> il calore viene assorbito dalla sorgente calda; parte di questo calore
si trasforma in calore=> il restante viene ceduto alla sorgente fredda.
Da un punto di vista elementare possiamo quindi calcolare il lavoro prodotto dal sistema con la
seguente formula => L= Calore assorbito- Calore Ceduto. Facendo il rapporto tra il lavoro e il calore
assorbito otteniamo il rendimento della macchina termica:

Tanto più è maggiore il Lavoro prodotto, tanto maggiore è il rendimento della macchina termica.
Secondo principio della termodinamica
Non è possibile realizzare una trasformazione che abbia come unico effetto il trasferimento di
calore che un corpo più freddo ad uno più caldo. Non è possibile realizzare una trasformazione che
abbia come unico effetto la completa conversione in lavoro di una certa quantità di calore sottratta
ad una sorgente a temperatura uniforme.
Una versione moderna del secondo principio è la seguente: in ogni sistema isolato l’entropia
aumenta per le trasformazioni irreversibili e resta invariata per le trasformazioni reversibili.
L’entropia sarebbe lo stato di disordine termo-dinamico dell’universo. Questo stato aumenta
sempre perché se l’energia non si perde, deve finire da qualche parte. Se l’universo continua ad
accumulare questa energia, non fa che accrescere il disordine.
Il Ciclo di Carnot (non da imparare)
Carnot elaborò un ciclo reversibile mediante il quale si può ottenere il massimo lavoro disponendo
di due sorgenti a temperatura fissata. Il suo rendimento è:

02/12/2020
Elettricità e Magnetismo
Non è possibile assegnare alla scienzaq una morale. La scienza non è né buona né cattiva.
I primi studi su elettricità e magnetismo avvengono attraverso degli studi sui corpi delle rane
morte.
La parola elettricità può derivare sia dalla parola greca per Ambra (Elektron) o Vetro.
Entrambi se stimolati con un panno di lana possono poi attrarre a sé piccoli pezzi di carta. Tutti
abbiamo fatto almeno una volta nella vita l’esperimento con la penna, usata per attrarre piccoli
pezzi di carta.
Per convenzione si è deciso di dividere l’elettricità in due tipi: positiva e negativa. Questi due nomi
non indicano se una corrente è positiva (nel senso di buona) o negativa (nel senso di cattiva), ma
servono per indicare che sono due correnti opposte.
Com’è possibile che degli oggetti si allontanino o si avvicinino senza che vi sia alcun contatto?
La risposta a questa domanda è il motivo per cui si ipotizzata la presenza di due tipi di elettricità; se
ne esistesse una sola non si spiegherebbe perché in alcuni casi gli oggetti si attraggano e con un
materiale diverso si respingano.
Torniamo ora a come facciano ad attrarsi i corpi. La componente più piccola della materia è
l’atomo. Più atomi formano delle molecole. Gli atomi sono composti da elettroni, protoni e
neutroni. I protoni hanno carica elettrica positiva e gli elettroni hanno carica negativa. La massa del
protone è decisamente più grande di quella di un elettrone, ma la carica contenuta in entrambi è
guale. Il numero di protoni ed elettroni in un atomo è uguale; per questo un corpo normalmente
ha carica neutra.
Piccolo inciso
Nella Tavola Periodica gli elementi sono disposti in base al loro numero atomico (ovvero in base al
numero di protoni/elettroni). All’interno di un atomo i protoni e i neutroni formano il nucleo
mentre invece gli elettroni girano intorno ad esso.
Chiuso inciso
Se un corpo è carico positivamente, è erchè ne abbiamo sottratto uno o più elettroni. Se invece
aggiungessi elettroni, il corpo si caricherebbe negativamente. È sempre l’elettrone a spostarsi,
poiché i protoni tendono a restare nel nucleo.
Quando il numero di protoni ed elettroni non coincide, si ha uno ione.
- Nel caso di uno ione carico positivamente abbiamo un catione;
- Nel caso di uno ione carico negativamente abbiamo un anione
È da questo spostamento che nasace questa caratteristica chiamata elettricità. Il portatore di
carica negativa, l’elettrone, è chiamato così proprio perché il suo spostamento la genera.
Se io strofinassi una bacchetta di metallo non succederebbe niente avvicinandolo ad una barretta
di vetro. Se io aggiungessi al metallo un supporto isolante (come un manico di plastica), anch’esso
(il metallo), diverrebbe isolante. Gli isolanti sono materiali che godono di una proprietà: la
caratteristica di elettrizzazione di un oggetto in questi materiali si localizza in un solo punto.
L’isolante è l’opposto del conduttore, che invece permette all’elettricità di scorrere attraverso di sé
(come il corpo umano). Se quindi la barretta di metallo diventasse isolante, andandola a strofinare
su un maglione di lana, essa si caricherebbe positivamente nel punto preciso in cui la strofiniamo,
senza che questa carica scorra via; in questo modo sarebbe poi attratta o respinta dal vetro.
Inoltre la plastica che applicchiamo al metallo risulta sempre carica negativamente; questo perché
tende a sottrarre al metallo degli elettroni, caricando quest’ultimo positivamente.
La corrente elettrica non è altro che un insieme di elettroni. Un conduttore non è altro che un
corpo che permette il passaggio di questo fascio di elettroni.
I corpi possono elettrizzarsi in due modi:
1. Per strofinio l’azione dello strofinare causa lo spostamento di elettroni da un corpo
all’altro, caricando uno positivamente e l’altro negativamente;
2. Per induzioneavvicinando una bacchettina di vetro (carica positivamente) ad un metallo
(che è un isolante),il metallo risveglia un’elettricità opposta a quella del vetro: questo
perché tra il vetro e il metallo c’è l’aria, che è formata da molecole. Queste tendono a
deformarsi, per azione della carica positiva del vetro. Facendo ciò finiscono per attrarre le
cariche negative del metallo, poiché nell’aria si crea un eccesso positivo presso il metallo. Le
cariche sono quindi in grado di generare un campo (che causa appunto la deformazione
dello spazio).

07/12/2020
Con abbiamo i primi esempi di travaso della scienze nella tecnologia, arrivando a migliorare la vita
delle persone.
Principio di Archimede
Archimede scoprì il principio per cui:
un corpo immerso in un liquido riceve una spinta (forza) verso l’alto pari al peso del volume di
liquido che ha spostato. Fa= mv*g
dove Fa= spinta idrostatica o di Archimede mv=peso del volume di liquido spostato
14/12/2020
Piccolo inciso: Nella solidificazione cambia il moodo e l’intesità in cui cambiano forma le molecole
del corpo. Chiuso inciso.
Immergiamo un cubo di ghiaccio in acqua. Come facciamo a stabilire quanto di quell’oggetto resta
immerso e quanto resta fuori dal liquido?
Partiamo dal presupposto che, se il corpo si ritrova a galleggiare in acqua, fermo (ovvero senza
salire e scendere), vuol dire che il corpo è in equilibrio. Questo perché sul corpo agiscono forze che
si equilibrano a vicenda. Se le forze non fossero in equilibrio (ovvero la risultante delle forze è
uguale a 0), per il secondo principio della dinamica, il corpo avrebbe un’accelerazione. Poiché non
si muove vuol dire che non vi è accelerazione e quindi le forze si annullano tra loro. In
quest’immagine vediamo quali sono le due forze che agiscono sull’oggetto:

 Frisultante= FArchimede-P=0. Se la loro differenza è uguale a 0 allora le due


forze sono uguali tra loro
La massa del corpo può anche esprimersi come m*g
e la forza di Archimede può esprimersi come massa del volume di liquido spostato *g
Quindi mcorpo*g= peso del volume di liquido spostato
La massa del volume di liquido spostato è invece uguale a ρa*Vliqspost=ρa*Vimm
Quindi m*g= ρa*Vimm*g m= ρa*Vimm
Sappiamo che la massa del corpo è uguale alla densità moltiplicata per il suo volume.
Andiamo a sostituire alla massa della formula in rosso questa definizione e otteniamo che(le parti
in rosso sono semplificazioni)
ρ*Vcorpo=ρa*Vimm

Otteniamo quindi:
15/12/2020
Per determinare il volume di un oggetto dalla forma irregolare (come una pietra) possiamo
ricorrere ad uno stratagemma semplice. Si immerge l’oggetto in un bicchiere pieno fino all’orlo di
acqua. Il volume dell’acqua che fuoriesce dal bicchiere è uguale al volume della pietra immersa.
OraPoiché ρa= massa dell’acqua che trabocca/Volume dell’acqua che traboccaVa=mat/ ρa e
dato che Va=VpietraVpietra=mat/ ρa

21/12/2020
La viscosità è una proprietà dei fluidi e ne indica la resistenza a scorrere . La viscosità dipende
fortemente dalla temperatura (e più semplice far scorrere del miele o della nutella quando sono
caldi, piuttosto che freddi). Difatti riscaldando un liquido lo rendiamo ancora più fluido.
Ci sono liquidi che sono talmente viscosi da sembrare solidi, ma in realtà sono fluidi.
La tensione superficiale è la proprietà che permette all’acqua di comportarsi come un corpo
elastici nei confronti di determinati corpi. Un esempio sono gli insetti che riescono a camminare
sull’acqua. Ciò è dovuto alla risposta dell’acqua nei confronti di questi corpi detti idrofobici. Un
oggetto viene definito idrofobo quando ha “paura” dell’acqua. Un oggetto viene detto idrofilo
quando “ama” l’acqua. I primi non si bagnano facilmente; i secondi si bagnano molto facilmente.
Ovviamente la tensione superficiale è diversa dal galleggiamento. Per spiegare ai bambini questa
differenza possiamo mostrare loro un tappo di sughero immerso in una bacinella d’acqua; questo
galleggerà ma a differenza dell’insetto è comunque in parte bagnato. Sfruttando la tensione
superficiale invece, nessuna parte dell’insetto è immersa in acqua.
Nel caso delle zampette dell’insetto sull’acqua vincono le forze di coesione tra le molecole di
quest’ultima; nel caso del tappo di sughero, vincono le forze di adesione delle molecole d’acqua
sul tappo di sughero.
La tensione superficiale dell’acqua può essere abbassata attraverso detersivi, come quelli per i
piatti. Attraverso questo abbassamento si vengono a formare le bolle di sapone.
22/12/2020
Elettricità e Magnetismo
Il rame è il materiale conduttore più usato. Affinchè possa arrivare la corrente vi è bisogno di un
generatore che spinge, a causa di un dislivello energetico per unità di carica (che chiamiamo
differenza di potenziale). Infatti vi è uno spostamento da una parte all’altra solo quando il livello di
una parte è inferiore all’altra (come due contenitore d’acqua collegati da un tubo; l’acqua si
muoverà solo se in uno dei due tubi c’è più acqua che nell’altro). Per corrente si intende quanta
carica va ad attraversare l’area del conduttore in un certo intervallo di tempo. Questa carica
prende il nome di intensità di corrente (o semplicemente corrente) e si misura in Ampere.
La differenza di potenziale, dovuta al generatore, si misura invece in Volt.
Ovviamente, nello scorrere della carica elettrica, influiscono anche la lunghezza e lo spessore;
La corrente è di due tipi: positiva e negativa.
Questa idea della corrente è dovuta a Drude-Lorentz.
Un’altra grandezza importante riguardante l’elettricità è la resistenza rappresentata nella seguente

equazione=
dove i= intensità di corrente, V= differenza di potenziale e R=Resistenza. La resistenza si misura in
Ohm (colui che ha dato il nome alla legge precedente).
La corrente è quindi direttamente proporzionale alla differenza di potenziale e inversamente
proporzionale alla resistenza. All’aumentare della resistenza diminuisce l’intensità di corrente.
Un’altra relazione relativa alla resistenza è la seguente:

dove ro(il simbolo) indica il materiale usato, d= lunghezza del filo e


S=sezione del filo.
Magnetismo
Vi sono delle analogie con l’elettricità:
Innanzitutto anche per quanto riguarda il magnetismo abbiamo un polo positivo (nord) e un polo
negativo (sud); questi quando sono opposti si attraggono. Abbiamo quindi scoperto un’altra
proprietà della materia (oltre alla carica elettrica)? Non è una proprietà intrinseca della materia;
ovvero una proprietà primaria, tipica della materia; infatti, a differenza di massa ed elettricità che
costituiscono ogni cosa, il magnetismo non segue questa costituzione. Infatti non esiste una vera
distinzione tra polo nord e polo sud in un oggetto (come accade in un atomo che è composto da
cariche positive e negative separate). Se provassimo a separare un magnete non otterremmo una
parte positiva e una negativa, ma bensì due magneti con due poli (cosa che non accadrebbe con la
componente elettrica.

Si parla di inseparabilità dei poli magnetici.


Se allora non è intrinseca della materia, da dove origina il campo magnetico?
Partiamo dalla considerazione che una bussola per indicare il nord, dev’essere di polarità inversa
rispetto al Polo Nord Magnetico (l’ago della bussola punta verso Nord ma, per essere attratto verso
Nord, deve essere Sud)
Una caratteristica analoga dei magneti con l’elettricità è che i poli opposti si attraggono
(avvicinando due bussole, e invertendone una, si ha un’attrazione perfetta).
Un’altra caratteristica analoga importante del campo magnetico, è che la sua forma è uguale a
quella del campo elettrico. Un esperimento da far vedere ai bambini corrisponde nel prendere una
sbarra magnetica e spargere una polverina di ferro (anche la grafite delle matite) dall’altra parte
del foglio.

Bisogna stare attenti a non parlare di cariche magnetiche ma di polarità magnetiche.


La risposta alla domanda precedente l’ha data Oersted. Un giorno mentre faceva vedere ai suoi
alunni il funzionamento della legga di Ohm, ha lasciato la sua bussola all’interno del circuito
elettrico da lui costruito. Una volta messo in funzione si è accorto che l’ago della bussola si è
improvvisamente spostato. Da ciò si è arrivati a capire che il campo magnetico è influenzato da
quello elettrico.
Da quest’altra notiamo da come anche la corrente elettrica è spostata dalle cariche magnetiche.
Quindi entrambi i campi si influenzano a vicenda.
Così capiamo che un filo elettrico percorso da corrente, genera un campo magnetico intorno a sé.
Questo campo magnetico è determinabile dalla regola della mano destra (posiziono la mano
destra col pollice che simula il filo di corrente; il campo magnetico è rappresentato dal nostro
palmo, che gira intorno al pollice).

Infatti se applichiamo questa regola all’esempio della bussola:


Gli elettroni producono quindi dei campi magnetici. NE abbiamo di due tipi: un campo magnetico
generato dal loro girare intorno al nucleo e un altro generato dal loro girare intorno a sé stessi
(campo magnetico di spin)

B= campo magnetico
Vi sono varie sostanze: ferromagnetiche, che presentano un magnetismo intrinseco;
diamagnetiche, che presentano un’andatura di elettroni che annulla il proprio campo magnetico (il
campo di un elettrone viene annullato da quello di un altro), e non presentano magnetismo, come
le sostanze isolanti; paramagnetiche, perché inizialmente sono diamagnetiche, ma che sono
inlfuezabili da un campo magnetico esterno; è quindi possibile magnetizzare determinate
sostanze. Le sostanze paramagnetiche sono quelle che formano i cacciaviti magnetici
La parte interna della Terra è formata da materiale fuso. Questo materialmente è in continuo
movimento; questo materiale è metallico e quindi genera dei campi magnetici; ecco a voi la
risposta dell’esistenza dei poli magnetici terrestri.
Le caratteristiche dei campi magnetici sono:
dipolarismo
inseparabilità dei due poli (come Enrico, Marta e Chiara);
campi con forma simile a quella elettrica perché generati dall’elettricità

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