Sei sulla pagina 1di 10

La lezione segmentata

Prof.ssa Irene Viola


Il primo a utilizzare il termine chunk (segmento) è stato lo psicologo A. Miller in un articolo
del 1956. Nel 2016 Richard M. Felder e Rebecca Brent, esperti di insegnamento,
definiscono tale termine in questo modo: “una serie di informazioni che la nostra mente
può percepire come una singola unità”. Pertanto la segmentazione è una tecnica di
scomposizione in parti più piccole di un contenuto.
Middendorf e Alan Kalis
L’idea della lezione segmentata nasce in seguito ad alcuni studi del 1996. Tali studi hanno
dimostrato il calo drastico dell’attenzione da parte degli studenti in una normale lezione
frontale con la conseguente riduzione di memorizzazione e comprensione degli argomenti
trattati. Osservando i flussi di concentrazione degli studenti in un’aula
universitaria Middendorf e Kalish hanno notato dei cali evidenti dell’attenzione dopo 15-
20 minuti dall’inizio della lezione e una diminuzione continuativa della concentrazione,
fino all’esaurirsi della stessa, al termine della lezione.
I due studiosi hanno proposto, pertanto, di variare e frammentare la lezione in segmenti
da 10 minuti, alternando spiegazioni ad attività che permettessero di rielaborare e
applicare le conoscenze acquisite.
Studi più recenti hanno dimostrato una certa efficacia di tale modalità didattica nel tenere
viva l’attenzione.
Il motivo di questo andamento è secondo i due studiosi da attribuirsi
alla contrapposizione tra il modello didattico di “trasferimento a flusso continuo delle
nozioni” e le modalità di apprendimento a flusso discreto del nostro cervello. La nostra
mente infatti suddivide l’informazione ricevuta in “pacchetti” o segmenti (chunks) di
conoscenza, da collegare a altri segmenti informativi per inferire nuova conoscenza. Non a
caso il chunking, o segmentazione, è una tecnica diffusa per potenziare la
memorizzazione.
L’efficacia delle lezioni dipende oltre che dalla
struttura in segmenti anche dal tempo
dedicato “all’apprendimento attivo”, a cui si
consiglia di dedicare i due terzi del tempo a
disposizione.
Proposta di Lezione
Middendorf e Kalish affermano: «non seguite questo schema alla lettera; tutto ciò che
diventa prevedibile ha un impatto minore. La varietà è una forza potente».
E’ possibile comunque partire da una proposta di base su una lezione di 55 o 60 minuti,
assolutamente rimodulabile nei tempi, schematizzata dal diagramma colorato sottostante
(dove l’altezza dei cerchi colorati è collegata indicativamente al livello di attenzione degli
studenti):
La struttura della lezione
Premettendo che variare è la modalità più efficace per tenere viva l’attenzione e generare interesse, possiamo
pensare a una struttura di questo tipo (per 55 minuti di lezione):
5 min. – Richiamo delle preconoscenze sull’argomento che stiamo per trattare.
10 min. – Lezione diretta dal docente (10 o 15 minuti). Il consiglio per questa parte è di impostare la lezione senza
semplificare troppo una corretta segmentazione consiste nel fornire un quadro d’insieme senza rinunciare alla
complessità per procedere a livelli di dettaglio via via successivi.
10 min. – Attività con studenti divisi in gruppi. La suddivisione in gruppi permette il confronto tra pari: gli studenti
potranno chiarire i propri dubbi chiedendo ai compagni (peer tutoring). Le attività possono essere organizzate a
gruppi di abilità mista (per le prime lezioni su un argomento) o a livelli di abilità omogenei per personalizzare i
percorsi ( e fornire non solo supporto a studenti in difficoltà, ma anche accelerazione agli studenti abili).
5 min. – Restituzione collettiva
10 min. – Nuova lezione diretta
5 min. – Nuova attività
10 min. – Restituzione e conclusione collettiva. Una breve valutazione formativa per indicare e riflettere sui propri
punti di difficoltà o di forza. Per esempio, si possono usare i biglietti di uscita (o ticket to leave), piccoli fogli in cui gli
studenti scrivono una loro breve interpretazione delle idee principali della lezione o i “test di tre minuti” (three
minute assessment), in cui gli studenti possono completare due o tre frasi del tipo «sono rimasto stupito di…», «ho
scoperto che…», «voglio sapere di più di…». Sulla base di queste restituzioni si possono basare le suddivisioni in
gruppi omogenei della lezione successiva.
Importante, sia tra le attività che nella lezione diretta, è l’uso di materiali multimediali: slide, video, bacheche
virtuali, creazione di fogli virtuali in modalità wiki ecc.. Tutto questo sempre nell’ottica di rendere a lezione il più
efficace possibile.
Le attività

Le attività da proporre possono essere le più varie: creazione di mappe, riassunti, schemi,
formulazione di domande, lettura e analisi del materiale di approfondimento ecc…
Ogni attività andrà pianificata con l’obiettivo specifico di sviluppare determinate
competenze.
i BES e la lezione segmentata

La lezione segmentata va nell’ottica dell’Universal Design for Learning e nella


progettazione di una lezione «utile per tutti, indispensabile per qualcuno».
La struttura della lezione segmentata è assolutamente adatta per lavorare con i BES, non
solo per la struttura a segmenti che riduce il carico cognitivo ma anche perché prevede
nella sua struttura i lavori di gruppo che sono utili a sviluppare la comprensione e
consolidare gli apprendimenti. Inoltre in base al monitoraggio degli apprendimenti i
docenti possono rimodulare la lezione rendendola acquisibile a tutti.
Esempi di lezione segmentaria

FILOSOFIA
https://www.zanichelli.it/download/media/q8zy/Filosofia_trienniotraccia_dista
nza.pdf

ALTRE MATERIE

https://www.zanichelli.it/1598/tracce-di-lezione-segmentata-per-materia

Potrebbero piacerti anche