Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
17-18
|Lexia
17-18
Rivista di semiotica
Journal of semiotics
Immagini efficaci
Contributi di / Contributions by Massimo Leone, Ugo Volli, Martín Miguel Acebal, Miguel
Bohórquez Nates, Claudio Guerri, Cristina Voto, Agustina Pérez Rial, Mattia Thibault, Vé-
ronique Plesch, Guido Ferraro, Francesca Polacci, Martina Corgnati, Santos Zunzunegui, Gian
Marco De Maria, Giulia Nardelli, María Isabel Filinich, Alessandra Chiàppori, Gianfranco Mar-
rone, Simona Stano, Gabriele Marino, Paolo Peverini, Marianna Boero, Philippe Ricaud, Va-
lentina Manchia, Vivien Lloveria, Federica Turco, Ludovic Chatenet, Valeria De Luca, Sé-
mir Badir, Tatsuma Padoan, Elsa Soro, Patrizia Violi, Lazaros Papoutzis, Argyris Kyridis, Ana-
stasia Christodoulou, Nikos Fotopoulos, Ifigeneia Vamvakidou, Antonio Santangelo, Car-
los Federico González Pérez, Patrick J. Coppock.
In copertina / Cover
Ragnatela sulla Passerelle Saint-Vincent, Lione.
ISBN 978-88-548-7680-4
ARACNE
ISSN 1720-5298-17
–
Lexia
Rivista di semiotica
a cura di
edited by
Massimo Leone
Contributi di
F P
: Neutralising the Agency of the Image: on the Window’s Motif in
Matisse Artwork
: This study trys to deep on a specific instance about the agency
of image. Agency should be interpreted like the possibility of action’s
stimulation of the observer inscribed in the artwork. In particular, one of
the hypothesis that we’ll present will focus on the close relation between
the window’s motif, as it’s configured in a series of Matisse’s works, and
the possibility that the motif it self could triggers the observer capacity
of action.
One of our proposal consists on the idea that Matisse went through
the window’s motif to achieve a reflection about the representation. In
our opinion, it’s across the neutralization of the need of doing expected
from the motif that the artist organizes the study on the theoretical
margins of representation.
. Premessa
Francesca Polacci
dinamica modale che convoca il far fare o il far non fare dell’immagine,
in relazione a una figura dello sguardo inscritta nell’opera stessa .
Una delle ipotesi che cercheremo di argomentare concerne la stret-
ta relazione tra il motivo della finestra, quale prende forma in una serie
di opere di Matisse, l’articolazione degli spazi e la struttura modale
sottesa.
Prima di procedere all’analisi di un corpus di opere, ci preme evi-
denziare come tale motivo in Matisse sia stato, nel corso degli anni
e dalla critica d’arte, approfonditamente indagato, nonché posto in
relazione a quello dell’atelier, anch’esso centrale nella produzione
dell’artista .
La finestra e l’atelier, strettamente imbricati in alcune opere di
Matisse, sono tra i motivi non solo più esplorati nella storia della
pittura, ma anche tra quelli che presentano una maggiore carica
di auto–riflessività: mettono in scena rispettivamente la metafora a
fondamento della rappresentazione pittorica moderna e la produzione
pittorica nel suo farsi.
I due motivi presentano, inoltre, luoghi di convergenza che alcune
opere dell’artista rendono espliciti. Come ben riassume Pierre Schnei-
der: “Nella finestra si fondono due caratteri antinomici, la trasparenza
del vetro e l’opacità del telaio: privilegiare il primo, significa ricono-
scere la priorità del visivo sul pittorico; evidenziare il secondo, vuol
dire optare per il ‘fare’ rispetto al ‘vedere’” (Schneider , p. ) e
ancora: “Cornici vuote, tavolozze, pennelli e matite contribuiscono
anch’essi a sottolinearlo. L’atelier è il luogo del rovescio della pittura”
(Schneider , p. ).
La convergenza figurativa tra finestra e telaio è resa esplicita da
Schneider nel passaggio seguente:
. Peraltro ci sembra che proprio in tale direzione vadano quegli studi, consacrati al
visivo, che prendono in carico l’efficacia delle immagini. Anche lo stesso trompe–l’œil, così
come teorizzato da Calabrese (), e ricordato come caso esemplare nel call di questo
numero, si configura come dispositivo testuale che realizza un “effetto di presenza” in virtù
di un’abile simulazione della realtà, in cui il soggetto osservatore è previsto e costruito dal
testo.
. Cfr. Schneider ().
Neutralizzare il far fare dell’immagine
sovrappone per così dire il rovescio al diritto della tela, ossia al paesaggio
visto attraverso il vetro. La sostituzione del rovescio della pittura al suo
diritto — della materialità del quadro all’immagine — non è mai avvenuta
apertamente, ma si è effettuata velatamente. [. . . ] L’acuta coscienza dei limiti
entro i quali l’opera è costretta a riconoscere la propria materialità — quella
che Matisse chiama “la rigidità della cornice” — si manifesta sovente con lo
sdoppiamento dei bordi all’interno dell’opera. [. . . ] Il fascino che la cornice
esercita su Matisse è certamente dovuto in buona parte all’opportunità di
giustificare queste duplicazioni che introducono la materialità del supporto
nella finzione dell’immagine (Schneider , p. ).
Figura : La porte ouverte, Bretagne, olio su tela, × , cm, Bretagna, estate ,
Collezione privata.
Francesca Polacci
. Si veda a questo proposito: Baudrillard (); Marin (); Calabrese ().
. Aspetto evidenziato anche da Monod–Fontaine ().
Neutralizzare il far fare dell’immagine
. Cfr. la mostra Henri Matisse Retrospective, Los Angeles, U.C.L.A., Art Gallery,
gennaio – febbraio, .
. Le rideau jeaune, , presenta una composizione molto simile: anche in quest’opera
la struttura della finestra occupa l’intero formato. Due le differenze principali: benché
estremamente stilizzato, tuttavia è presente un paesaggio che occupa il medesimo piano
delle ante; inoltre, sulla sinistra, in trompe–l’œil, è in primo piano una tenda, figura della
Francesca Polacci
ricezione per eccellenza che apre sulla composizione e ce la mostra. Figura che condensa
la componente autoriflessiva della rappresentazione e che, forse non casualmente, dà il
titolo all’opera.
. L’ispezione a raggi × conferma la presenza di un balcone poi ricoperto di vernice
nera, cfr. D’Alessandro e Elderfield ().
Francesca Polacci
E ancora:
La neutralizzazione induce, in sostanza, un movimento a ritroso nello stesso
senso delle presupposizioni dall’esistenza realizzata all’esistenza virtuale e
in questo è riconoscibile una logica specifica delle dinamiche che vi sono
coinvolte.
(Marsciani , p. ).
Riferimenti bibliografici
. Come viceversa fanno altri artisti nello stesso periodo, si pensi a Picasso o Duchamp.
Francesca Polacci
K R. () “Grids” in The Originality of the Avant–garde and Other Mo-
dernist Myths, MIT Press, Cambridge (trad. it. “Griglie” in L’originalità
dell’avanguardia e altri miti modernisti, Fazi, Roma , –).
K G. () The Shape of Time, Yale University Press (trad. it. La forma
del tempo. La storia dell’arte e la storia delle cose, Einaudi, Torino ).
M M.C. () Matisse e i fauves, E–ducation.it, Firenze.
M G. () L’enunciazione. Dalla svolta comunicativa ai nuovi media,
Mondadori, Milano.
M L. () Du cadre au décor ou la question de l’ornement dans la peinture,
“Rivista di Estetica”, : –.
——— () De la représentation, Daniel Arasse et alii (a cura di), PUF, Pa-
ris (trad. it. parz. Della Rappresentazione, a cura di L. Corrain, Meltemi,
Roma ).
M F. () Ricerche intorno alla razionalità semiotica, Tesi di Dotto-
rato, Università di Bologna.
——— () “Soggettività e intersoggettività tra semiotica e fenomenolo-
gia” in Semiotica delle soggettività, a cura di M. Leone e I. Pezzini, I Saggi
di Lexia II, Aracne, Roma , –.
M H. () Ecrits et propos sur l’art, Hermann, Paris (trad. it. Scrit-
ti e pensieri sull’arte. Raccolti e annotati da Dominique Fourcade, Einaudi,
Torino ).
M–F I. () Matisse. Porte– fenêtre à Collioure, “Cahiers du
Musée National d’Art Moderne”, : –.
S P. () Herni Matisse. Exposition du Centenaire, Grand Palais,
Avril–Sptembre , Réunion des Musées Nationaux, Paris
——— () Matisse, Flammarion, Paris (trad. it. Matisse, Mondadori, Mi-
lano ).
S V.I. () L’instauration du tableau, Klincksieck, Paris (trad. it.
L’invenzione del quadro, Il Saggiatore, Milano ).
V, U. () Ordine dal caos, ovvero metafisica e semiotica dell’agentività,
“Lexia”, /: –.