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AA 2017 2018
Dott. Eugenio Caliceti
EMISSIONE DELIBERATA DI
OGM IN AMBIENTE
DICHIARAZIONE DI RIO DE JANEIRO
Principio di precauzione
Successivamente, attraverso la tecnica di fusione cellulare, di cui all’allegato I B, fonde con tecniche
naturali cellule dell’esemplare X1Y1 con le cellule di un esemplare di melo X2, da cui parte per
rigenerare un esemplare X1Y1X2, creando una nuova varietà commerciale che somma le
caratteristiche commerciali della varietà X con la resistenza ottenuta dalla varietà tradizionale Y.
L’esemplare X1Y1X2 dovrà essere qualificato, ai sensi di direttiva, come un organismo
geneticamente modificato?
Allegato I B
Tecniche di cui all'articolo 3
Le tecniche o i metodi di modificazione genetica che
implicano l'esclusione degli organismi dal campo di
applicazione della presente direttiva, a condizione che non
comportino l'impiego di molecole di acido nucleico
ricombinante o di organismi geneticamente modificati diversi
da quelli prodotti mediante una o più tecniche oppure uno o
più metodi elencati qui di seguito sono:
1. la mutagenesi;
2. la fusione cellulare (inclusa la fusione di protoplasti) di
cellule vegetali di organismi che possono scambiare materiale
genetico anche con metodi di riproduzione tradizionali.
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Allegato I B
Tecniche di cui all'articolo 3
Le tecniche o i metodi di modificazione genetica che implicano
l'esclusione degli organismi dal campo di applicazione della presente
direttiva […] sono:
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Allegato I B
Tecniche di cui all'articolo 3
Le tecniche o i metodi di modificazione genetica che implicano
l'esclusione degli organismi dal campo di applicazione della presente
direttiva […] sono:
1. la mutagenesi;
2. la fusione cellulare (inclusa la fusione di protoplasti) di cellule vegetali
di organismi che possono scambiare materiale genetico anche con metodi
di riproduzione tradizionali.
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Allegato I B
Tecniche di cui all'articolo 3
Le tecniche o i metodi di modificazione genetica che implicano
l'esclusione degli organismi dal campo di applicazione della
presente direttiva […], sono:
1. la mutagenesi;
2. la fusione cellulare (inclusa la fusione di protoplasti) di
cellule vegetali di organismi che possono scambiare materiale
genetico anche con metodi di riproduzione tradizionali […]
[a condizione che] ANCHE SE [non] comportino l'impiego di
organismi geneticamente modificati [diversi] NON DIVERSI
da quelli prodotti mediante una o più tecniche oppure uno o più
metodi elencati qui di seguito [la mutagenesi, la fusione
cellulare]
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Allegato I B
Tecniche di cui all'articolo 3
Le tecniche o i metodi di modificazione genetica che implicano
l'esclusione degli organismi dal campo di applicazione della
presente direttiva […], sono:
1. la mutagenesi;
2. la fusione cellulare (inclusa la fusione di protoplasti) di
cellule vegetali di organismi che possono scambiare materiale
genetico anche con metodi di riproduzione tradizionali […]
[a condizione che] ANCHE SE [non] comportino l'impiego di
organismi geneticamente modificati [diversi]
SOSTANZIALMENTE UGUALI da quelli prodotti mediante
una o più tecniche oppure uno o più metodi elencati qui di
seguito [la mutagenesi, la fusione cellulare]
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Allegato I B
Tecniche di cui all'articolo 3
Le tecniche o i metodi di modificazione genetica che implicano
l'esclusione degli organismi dal campo di applicazione della
presente direttiva […], sono:
1. la mutagenesi;
2. la fusione cellulare (inclusa la fusione di protoplasti) di
cellule vegetali di organismi che possono scambiare materiale
genetico anche con metodi di riproduzione tradizionali […]
[a condizione che] ANCHE SE [non] comportino l'impiego di
organismi geneticamente modificati [diversi]
SOSTANZIALMENTE UGUALI da quelli prodotti mediante
una o più tecniche oppure uno o più metodi elencati qui di
seguito [la mutagenesi, la fusione cellulare]
NON TUTTO CIÒ CHE DOVREBBE ESSERE QUALIFICATO COME OGM, AI SENSI DI
DEFINIZIONE, È LEGALMENTE OGM 15
DIR. 2001/18
Articolo 4
Obblighi generali
1. […] Gli OGM possono essere deliberatamente emessi o immessi in
commercio solo a norma, rispettivamente, della parte B o della parte C.
PARTE B EMISSIONE DELIBERATA DI OGM PER QUALSIASI
FINE DIVERSO DALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
Articolo 6
Procedura normale di autorizzazione.
1. […] chiunque intenda effettuare un'emissione di un OGM o di una
combinazione di OGM è tenuto a presentare preventivamente una
notifica all'autorità competente dello Stato membro sul cui territorio
avverrà l'emissione.
PARTE C IMMISSIONE IN COMMERCIO DI OGM
COME TALI O CONTENUTI IN PRODOTTI
Articolo 19 Autorizzazione.
1. Fatti salvi gli obblighi previsti da altri atti comunitari, un OGM come
tale o contenuto in un prodotto può essere utilizzato senza ulteriori
notifiche in tutta la Comunità solo se è stata rilasciata l'autorizzazione
scritta alla sua immissione sul mercato e rispettando scrupolosamente
le specifiche condizioni di impiego e le relative restrizioni circa ambienti
e/o aree geografiche.
2. Il notificante può procedere all'immissione in commercio solamente
dopo aver ricevuto l'autorizzazione scritta dell'autorità competente a
norma degli articoli 15, 17, e 18 e rispettando tutte le condizioni in essa
prescritte.
PARTE C IMMISSIONE IN COMMERCIO DI OGM COME
TALI O CONTENUTI IN PRODOTTI
Articolo 22
Libera circolazione.
Fatto salvo l'articolo 23, gli Stati membri non possono vietare, limitare
o impedire l'immissione in commercio di OGM, come tali o contenuti in
prodotti, conformi ai requisiti della presente direttiva.
PARTE C IMMISSIONE IN COMMERCIO DI OGM COME
TALI O CONTENUTI IN PRODOTTI
Articolo 23
Clausola di salvaguardia.
1. Qualora uno Stato membro, sulla base di nuove o ulteriori
informazioni divenute disponibili dopo la data dell'autorizzazione e che
riguardino la valutazione di rischi ambientali o una nuova valutazione
delle informazioni esistenti basata su nuove o supplementari
conoscenze scientifiche, abbia fondati motivi di ritenere che un OGM
come tale o contenuto in un prodotto debitamente notificato e
autorizzato per iscritto in base alla presente direttiva rappresenti un
rischio per la salute umana o l'ambiente, può temporaneamente
limitarne o vietarne l'uso o la vendita sul proprio territorio.
QUESTIONE
• BIOCROP RICHIEDE LA AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
DI UNA VARIETA’ DI MAIS GENETICAMENTE MODIFICATA PRESSO
AUTORITA’ POLACCA
• AUTORITA’ POLACCA ESPRIME UN PARERE POSITIVO
• ITALIA SOLLEVA OBIEZIONE
• AI SENSI DI PROCEDURE REG. (UE) 182/2011, COMITATO ESPRIME PARERE
POSITIVO A PROGETTO DI REGOLAMENTO PROPOSTO DA COMMISSIONE
• COMMISSIONE ADOTTA IL REGOLAMENTO CHE AUTORIZZA IMMISSIONE IN
COMMERCIO DI VARIETA’ DI MAIS OGM
• AUTORIZZAZIONE A IMMISSIONE IN COMMERCIO, RILASCIATA DA
COMMISSIONE, IMPLICA CHE TIZIO POSSA PIANTARE SU SUOLO ITALIANO
SEMENTI DI PATATA GM LECITAMENTE VENDUTA?
• LA LEGGE REGIONALE LOMBARDIA INTRODUCE UN DIVIETO GENERALE DI
COLTIVAZIONE DI SEMENTI GM SUL SUOLO REGIONALE. COME DOVRA’
ESSERE VALUTATA
ART. 117, COSTITUZIONE
La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto
della Costituzione, nonchè dei vincoli derivanti dall'ordinamento
comunitario e dagli obblighi internazionali.
D.Lgs. 24-4-2001 n. 212
Art. 1
[…]
La messa in coltura dei prodotti sementieri [ogm] di cui al presente comma è soggetta ad
autorizzazione con provvedimento del Ministro delle politiche agricole e forestali, di concerto con
il Ministro dell'ambiente e del Ministro della sanità, emanato previo parere della Commissione di
cui al comma 3, nel quale sono stabilite misure idonee a garantire che le colture derivanti da
prodotti sementieri di varietà geneticamente modificate non entrino in contatto con le colture
derivanti da prodotti sementieri tradizionali e non arrechino danno biologico all'ambiente
circostante, tenuto conto delle peculiarità agro-ecologiche, ambientali e pedoclimatiche.
4. È vietato l’impiego di prodotti fitosanitari classificati come Molto Tossici (T+) o Tossici (T).
Consiglio di Stato, sez. III, sentenza 4 marzo
2013, n. 1882
Il riferimento, nella Direttiva comunitaria 128/2009 e nella normativa
nazionale di recepimento, alla riduzione dei trattamenti in aree
“specifiche” ha il significato di porre l’attenzione su contesti sensibili o
comunque meritevoli di particolare e, soprattutto, necessaria tutela,
ma non vale ad escludere la legittimità di una tutela che vada oltre, e
addirittura sia estesa all’intero territorio.
Il principio di precauzione assume proprio la funzione di legittimare
simili estensioni, delle quali occorre valutare in concreto se sussistano i
presupposti, alla luce dei canoni di ragionevolezza e proporzionalità.
Consiglio di Stato, sez. III, sentenza 4 marzo
2013, n. 1882
Ciò, anzitutto tenendo conto che l’applicazione del principio di
precauzione postula l’esistenza di un rischio potenziale per la salute e
per l’ambiente, ma non richiede l’esistenza di evidenze scientifiche
consolidate sulla correlazione tra la causa, oggetto di divieto o
limitazione, e gli effetti negativi che ci si prefigge di eliminare o ridurre.
Consiglio di Stato, sez. III, sentenza 4 marzo
2013, n. 1882
Senza contare che, in assenza delle fasce di rispetto adeguatamente
estese, il prodotto dei fondi confinanti con il frutteto soggetto a
trattamento con fitofarmaci somministrati mediante atomizzatore,
avrebbero difficoltà ad ottenere certificazioni di qualità, per trovare
un’adeguata collocazione di mercato (ciò vale per il foraggio, in
relazione alla filiera agroalimentare del latte e dei derivati; ed a
maggior ragione in caso di colture orticole).
Consiglio di Stato, sez. III, sentenza 4 marzo
2013, n. 1882
Anche sotto questo profilo, che investe la concorrenza e le pari
opportunità tra gli operatori economici dei diversi settori, le
prescrizioni in esame non possono ritenersi sproporzionate o
ingiustificatamente vessatorie.
GIURISPRUDENZA OGM
EMISSIONE DELIBERATA
Cassazione Penale Sent. n. 19251 del 21-05-
2012
L'autorizzazione della Commissione europea per l'immissione in
commercio di prodotti sementieri geneticamente modificati (nella
specie, sementi di mais) non comprende anche la messa in coltura degli
stessi, per la quale è invece necessaria ulteriore autorizzazione della
competente autorità nazionale, pena l'integrazione del reato di cui
all'art. 1, comma primo, del d. lgs. n. 212 del 2001.
CONSIGLIO DI STATO, 183/2011
[Non] è più discutibile il principio comunitario, ormai recepito
nell'ordinamento nazionale, "costituito dalla facoltà di impiego di OGM
in agricoltura, purché autorizzati". Ne discende, con tutta evidenza, che
il blocco generalizzato dei procedimenti di autorizzazione in attesa dei
c.d. piani di coesistenza regionali, esporrebbe lo Stato italiano a
responsabilità sul piano comunitario, rendendo di fatto inapplicabile
nell'ordinamento nazionale quello che è un principio imposto dal diritto
comunitario.
Corte di Giustizia dell’Unione Europea, causa
C-36/11
La messa in coltura di organismi geneticamente modificati quali le
varietà del mais MON 810 non può essere assoggettata a una
procedura nazionale di autorizzazione quando l’impiego e la
commercializzazione di tali varietà sono autorizzati ai sensi dell’art.20
della DIR 2001/18
PRINCIPIO DI PRECAUZIONE
• CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA
• NUOVE EVIDENZE SCIENTIFICHE, RENDONO OBSOLETA VALUTAZIONE
DEL RISCHIO EFFETTUATA NELL’AUTORIZZARE IMMISSIONE IN
COMMERCIO (E USO) DI OGM
• MISURE TEMPORANEE, IN ATTESA DI UNA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
• PRINCIPIO DI PRECAUZIONE IMPLICA L’INDIVIDUAZIONE DELLA
SOGLIA DEL RISCHIO SOCIALMENTE TOLLERATA (AMPIA
DISCREZIONALITA’) IN UN BILANCIAMENTO TRA UTILITA’ E RISCHI
ASSOCIATI A ESERCIZIO DI UNA ATTIVITA’