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LE AREE DI APPLICAZIONE DELLE BIOTECNOLOGIE

Le biotecnologie possono essere distinte per area di applicazione o meglio dalla funzione del gene inserito:

 RED BIOTECHNOLOGY -> diagnosi, terapie, vaccini


 GREEN BIOTECHNOLOGY -> monitoraggio ambiente, resa delle colture, prevenzione degli
inquinamenti, biorimedio
 EHITE BIOTECHNOLOGY -> antibiotici, amminoacidi e proteine, biomassa ed energia

GLI ANIMALI TRANSGENICI


Animali con geni esogeni inseriti ed esprimibili. Le tecniche per ottenere questi animali transgenici sono
diverse, ma tutte prevedono l’inserimento del gene esogeno in una fase precoce dello sviluppo embrionale,
in modo di aumentare la probabilità che il nuovo gene sia acquisito dalla maggior parte delle cellule e
trasmesso alla progenie.
Il gene esogeno può essere inserito in diversi modi:
- inserimento di retrovirus ai primi stadi di sviluppo embrionale
- microiniezioni di DNA nella cellula uovo fecondata
- spermatozoi di mammiferi come vettori di DNA esogeno
- inserimento di un nucleo somatico GM in cellule uovo senza nucleo, precedentemente modificate
geneticamente.
Lo scopo di queste tecniche è utilizzare alcuni animali transgenici per produrre elevate quantità di proteine
ricombinanti (gene pharming), che possono essere sfruttate commercialmente come farmaci o a livello
industriali oppure questi animali vengono usati come modelli per lo studio di malattie genetiche e studiare
le funzioni dei geni (gene targeting e topi knock-out),o per la produzione di tessuti e organi per
xenotrapianti (usare animali come fonte di organi trapiantabili nell’uomo)(suini).
 TECNICA DEL GENE  STUDIARE LA FUNZIONE DEI GENI: TOPI KNOCK-OUT (INATTIVAZIONE
PHARMING DI UN GENE)
 GLI ANIMALI TRANSGENICI: GENE TARGETING

LE PIANTE TRASGENICHE
Le tecniche del DNA ricombinante hanno permesso di velocizzare le procedure di miglioramento genetico
rispetto ai metodi tradizionali -> basati su incrocio e selezione, per ottenere piante con caratteristiche
particolari.
Le cellule vegetali sono totipotenti cioè rigenerare in vitro una nuova pianta partendo anche da un tessuto
già differenziato.

Queste nuove piante modificate geneticamente usate per:


-aumentare la resistenza a parassiti e patogeni (es.: gene Bt)
- ottenere piante resistenti a erbicidi (es.: Glifosato) (alcuni batteri inattivano gli erbicidi)
- migliorare le proprietà nutrizionali (es.: Golden Rice)
- produrre molecole di interesse commerciale e farmacologico

Come inserire il gene nella cellula?


Utilizzando il plasmide Ti; in natura il batterio entra nei tessuti vegetali attraverso le ferite dopo di che il
plasmide Ti penetra nelle cellule vegetali e ricombina alcune sue sequenze con il DNA cellulare, causando la
formazione di un tumore.
Sostituendo le sequenze responsabile dell’insorgenza del tumore con il DNA di interesse sono stati costruiti
vettori artificiale deriva dal plasma e Ti. Utilizzando il vettore Ti sono state create piante del cotone e del
mais resistenti da alcuni insetti infestanti poiché nel plasmide Ti è stato inserito il gene Bt del batterio
Bacillus Thuringiensis virgola che codifica per una proteina tossica per alcuni insetti infestanti.

L’impiego dell’ingegneria genetica in campo agro alimentare è oggetto di numerose perplessità per la salute
dell’uomo e la salvaguardia dell’ambiente da parte di numerose associazioni ambientaliste. I dubbi sollevati
riguardano soprattutto la possibilità di favorire la diffusione di geni responsabili della resistenza a insetticidi
e erbicidi, oltre che di provocare inquinamento genetico e danni alla salute umana.
Problema:
 RESISTENZA, tutte le volte che si cerca di eliminare un parassita i meccanismi di selezione portano
all’evoluzione. Per evitare l’insorgenza della resistenza utilizzate diverste strategie. La piu efficace è
Strategia high dose/refuge per mantenere gli insetti sensibili alla tossina Bt.
Definite distanze che minimizzano il rischio di ibridazione tra piante GM resistenti agli erbicidi con
varietà selvatiche.

 SICUREZZA, I cibi derivati da piante GM sono sicuri tanto quanto, e a volte di più, degli alimenti
tradizionali.
Ad esempio: Gli OGM Bt e i loro derivati (latte e formaggi di animali alimentati ad OGM)
contengono minori quantità di fumonosine.
ALLERGIE, non vi sono prove che gli OGM possano aumentare le allergie nei consumatori. Se una
pianta GM sottoposta a screening (obbligatorio) risulta allergenica, non viene approvata.

LA TERAPIA GENICA E I FARMACI CELLULARI

L’approccio farmacologico tradizionale prevede la cura dei sintomi di una malattia genetica, ma non ne
rimuove la causa. Grazie tecniche di ingegneria genetico e il sequenziamento del genoma sono state messe
appunto terapie mirate, basate sulla terapia genetica che permette di modificare un gene mutato in modi
diversi; tra cui:
Inserire una copia del gene non mutato
Correggere alleli mutati mediante tecniche di genome editing che permettono di correggere le
singole mutazioni presenti e implicate nella patologia
Inattivare l’espressione del gene mutato

Per trasferire geni nell’uomo è necessario veicolarli mediante vettori apatogeni, i più utilizzati derivano dai
retrovirus ma possono essere usati i liposomi o in altri casi il DNA può essere microiniettato direttamente
nelle cellule del paziente.
Le cellule umane che possono essere geneticamente modificate e sono solo quelle della linea somatica, in
quanto la manipolazione non da cellule germinali umane è vietata dalla legge per motivi etici.
I metodi usati nella terapia genica sono diversi, ma i tipi più diffusi sono la terapia in vivo e la terapia ex
vivo.
 TERAPIA IN VIVO -> somministrazione diretta nel paziente con vettori virali o liposomi.
 TERAPIA EX VIVO -> prelievo di cellule, modifica genetica e reintroduzione nel paziente.
L’approccio terapeutico ex vivo è stato applicato alle cellule staminali emopoietiche del midollo
osseo, introducendo il gene sano responsabile della sintesi dell’enzima ADA mediante un
vettore retrovirale. Le cellule staminali del midollo osseo sono infatti le progenitrici di quelle
immunitarie e sono in grado di mantenere la capacità di replicarsi, garantendo il successo della
terapia. Questa tecnica è molto efficiente ma presenta alcuni limiti: i retrovirus possono
ricombinare con i geni umani con la comparsa di effetti collaterali indesiderati / le cellule
modificate con il gene sano permangono nel paziente solo il tempo della loro vita, per cui il
paziente deve essere sottoposto a ripetuti trattamenti.
Lavorando ex vivo è però possibile selezionare le cellule prima di impiantarle nel paziente e il
ricorso alle cellule staminali ha portato di fatto alla soluzione del problema della permanenza di
cellule sane nel paziente.

I METODI PER IL GENOME EDITING

CRISPR (Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats) sequenze in cui sono presenti
ripetizioni palindromiche di gruppi di DNA estraneo disposti a intervalli regolari.
E’ un sistema di difesa batterico, che è in grado di legare l’ endonucleasi Cas9 (permette di tagliare il DNA
in corrispondenza di sequenze specifiche).
Il metodo CRISP-CAS9 ha numerose applicazioni, sia in campo ambientale che in medicina, e in continua
crescita.
Con questa tecnologia è possibile:
- tagliare una sequenza di DNA, inattivandola
- inserire un filamento di DNA in corrispondenza della sequenza di taglio
La semplicità di utilizzo del metodo CRISPR-CAS 9 ha già avuto numerose applicazioni sia in campo vegetale
che in biomedicina. In particolare, sono già pronti per la commercializzazione funghi mele in cui è stato
spento un gene che comportava il loro imbrunimento dopo il taglio; quindi questi funghi mele non sono
transgenici ma derivano da un silenziamento genico. La rivoluzione Crispr è arrivata anche nel laboratorio di
in particolare virgola in quella dedicata allo studio tumore malattie genetiche nell’uomo.
LA CLONAZIONE DEI MAMMIFERI

La clonazione animale consiste nel realizzare la copia di un animale essenzialmente uguale all’originale. La
clonazione infatti replica infatti la struttura genetica dell’animale da cui è stata prelevata la la cellula per
riprodurre un clone punto i cloni sono gemelli che condividono lo stesso corredo genetico.
Nel 1952 Robert Bringgs e Thomas King riuscirono ad asportare il nucleo da un uovo di rana senza
danneggiare la cellula, con la stessa tecnica riuscirono a impiantare nell’uovo nucleo prelevato da una
cellula embrionale di un’altra rana. Bringgs e King non ottennero alcun animale, ma dimostrarono che la
cellula provvista del nuovo nucleo andavi incontro ad alcune divisioni cellulari.

Nel 1970 il biologo britannico John Gordon ripete questo esperimento usando la rana africana, egli
distrusse il nucleo dell’uovo con i raggi UV e lo sostituì con il nucleo di una cellula intestinale di girino ->
ottenne 2 rane adulte perfettamente formate dopo i primi insuccessi.
La creazione della pecora dolly (1997) è stata la prima dimostrazione che anche i mammiferi possono
essere clonati, ottenendo copie identiche. La clonazione di dolly è derivata da un processo concettualmente
molto semplice: dalle cellule coltivate in vitro della mammella di una pecora donatrice di razza Dorset, fu
prelevato il nucleo trasferito in una cellula uovo enucleata di una pecora di un’altra razza. La cellula uovo
così ottenuta fu stimolata a dividersi e impiantata nell’utero in una pecora ospite di razza diversa, che portò
a termine la gravidanza. Dolly risultò identica geneticamente alla pecora donatrice del nucleo, di razza
Dorset -> in pratica è un suo clone.

Grazie alla clonazione di dolly, si è potuto dimostrare come le cellule animali possono essere riprodurla
come sia possibile che recuperare la loro ti potenza anche se differenziate e come, se opportunamente
stimolate, siano in grado di procedere nello sviluppo e nel successivo differenziamento come una normale
cellula embrionale.

Combinando manipolazione genetica e clonazione è pensabile di ottenere animali con migliorate capacità
produttive o con carne arricchita in alcuni elementi per esempio:
-Maiali transgenici con carni ricche di omega-3
- Salmone AquAdvantage, a crescita rapida
Il successo ottenuti con la clonazione in molti modelli animali hanno portato alcuni scienziati a valutare la
possibilità di ricorrere alla clonazione riproduttiva umana con lo scopo di creare un embrione umano con lo
stesso patrimonio genetico del donatore ma questa sollevato però da subito numerosi dubbi virgola non
solo per le difficoltà tecniche ma anche per le implicazioni etiche e religiose.

L’INQUINAMENTO AMBIENTALE E IL BIORISANAMENTO


Bioremediation: utilizzo di microrganismi in grado di degradare inquinanti tossici per la bonifica di suolo e
acqua.
Ad esempio, Pseudomonas putida F1 è dotato di plasmidi catabolici in grado di degradare benzene,
toluene, etilbenzene (anche xilene, se geneticamente modificato).
Inoltre, è possibile modificare geneticamente i microrganismi inserendo geni per la sintesi di enzimi
catabolici, affinchè possano degradare più inquinanti contemporaneamente.

LE CELLULE STAMINALI 

USURA e INVECCHIAMENTO CELLULARE portano a morte cellulare. Le possibilità di rigenerazione di un


tessuto dipendono dalla permanenza al suo interno di cellule staminali indifferenziate.

Le cellule staminali sono cellule indifferenziate, progenitrici di tutte le cellule di un organismo. Il processo di
differenziamento cellulare consiste nell’acquisizione di caratteri diversi e funzioni specializzate
PROPRIETA’: non svolgono attività specifiche, ma costituiscono una sorta di riserva di cellule di ricambio
possono dividersi illimitatamente (autorinnovamento) e attivamente, dando origine a cloni cellulari (cellule
figlie uguali fra di loro e identiche alla cellula madre) quando si dividono, possono diventare altre cellule
staminali, e quindi indifferenziate, oppure avviarsi verso il differenziamento e la specializzazione funzionale.
Una cellula differenziata esprime proteine specifiche.

LE PRIME FASI DI SVILUPPO DELL’EMBRIONE IL DIFFERENZIAMENTO CELLULARE

Fecondazione →zigote →embrione


Dopo la fecondazione inizia la
 SEGMENTAZIONE:
1. Il DNA si replica e la cellula si divide all'interno del proprio involucro (membrana
trasparente detta zona pellucida che circonda l’uovo) senza aumentare di dimensioni
2. Si forma un ammasso di cellule a forma di mora (MORULA)(giorno4) →la superficie della
morula diviene più liscia per il progressivo compattamento delle cellule fino a diventare
simile a una sfera
3. gli spazi intercellulari più interni si allargano a formare una cavità centrale o blastocele,
ripiena di liquido prodotto dalle cellule stesse (BLASTULA O BLASTOCISTI)(giorno 5) Nella
blastula si individua un gruppo di cellule addossate a un polo della sfera (massa cellulare
interna)(embrioblasto), mentre le altre cellule formano uno strato periferico (trofoblasto).
Il trofoblasto si collegherà con la parete dell'utero, dando luogo alla placenta , la massa
cellulare interna diventerà l'embrione vero e proprio.

 La GASTRULAZIONE: è un processo dinamico, caratterizzato da spostamenti precisi di cellule e


gruppi di cellule → si vanno delineando i tre strati germinativi (foglietti embrionali) che daranno
origine a tutte le strutture e i tessuti dell'organismo(prima differenziazione morfologica)
o endoderma, il foglietto più interno da cui traggono origine apparato digerente e
respiratorio, pancreas e fegato
o mesoderma, lo strato intermedio da cui si formano muscoli, ossa, cuore, vasi
sanguigni, apparato urogenitale
o ectoderma, il più esterno, che dà origine a epidermide e relativi annessi, sistema
nervoso e organi di senso
Dopo la gastrulazione inizia il terzo stadio dell’embriogenesi:

 l’ORGANOGENESI (formazione delle strutture anatomiche) La regione dorsale dell’ectoderma si


ispessisce e forma la piastra neurale che si solleva e si salda nei margini per formare il tubo
neurale, che anteriormente è destinato a formare l'encefalo mentre la parte rimanente
formerà il midollo spinale
Fino allo stadio di 8 cellule qualsiasi cellula dell'embrione può dare origine a una qualunque parte
dell'embrione e dell'adulto. Si tratta quindi di cellule totipotenti in quanto assolutamente indifferenziate.
Cellule staminali si possono classificare in base alla loro «potenzialità»:

- CELLULE UNIPOTENTI possono dare origine a un solo tipo di cellule differenziate (es. cellula
staminale epidermica ed epatica)
- CELLULE MULTIPOTENTI possono dare origine ad alcuni tipi di cellule (es. staminali multipotenti del
midollo osseo emopoietico originano più tipi di staminali unipotenti)
- CELLULE PLURIPOTENTI derivano dall’embrioblasto: hanno la capacità di differenziarsi in uno dei tre
strati germinali. Si prelevano da liquido amniotico. Si prelevano da sangue di cordone ombelicale e
placenta: cellule staminali adulte pluripotenti ematopoietiche
- CELLULE TOTIPOTENTI possono generare ogni tipo di cellula dell'organismo(es. zigote)

CELLULE STAMINALI EMBRIONALI CELLULE STAMINALI ADULTE


Sono cellule totipotenti e pluripotenti. Si ricavano Nell’organismo adulto si trovano staminali multi o
dalla blastocisti. Si possono coltivare come cellule unipotenti in diversi organi e tessuti (midollo osseo
indifferenziate oppure indirizzarle ad una (cellule ematopoietiche), sangue (cellule staminali
specializzazione. Applicazione: terapia di molte ematopoietiche) pancreas, ossa, cartilagine,
patologie attualmente incurabili, produzione di fegato, cute, sistema nervoso e tessuto adiposo.
nuovi organi per i trapianti.

ORIGINE DELLE STAMINALI


EMBRIONE/LIQUIDO AMNIOTICO/CORDONE OMBELICALE E PLACENTA/TESSUTI ADULTI

CELLULE STAMINALI EMOPOIETICHE(CSE)

Sono in grado di produrre tutti gli elementi corpuscolati del sangue periferico: globuli rossi, globuli bianchi e
piastrine.
Vantaggi e funzioni: ricreano la popolazione originaria del midollo osseo emopoietico danneggiato per:
gravi patologie (aplasia midollare)/ esposizione a radiazioni ionizzanti /a seguito di chemio o radioterapia

Il sistema emopoietico permette la


rigenerazione cellule del sangue.
Emopoiesi (ematopoiesi):
formazione e maturazione delle
cellule del sangue Esempio di
ormone regolatore
dell’eritropoiesi è l’eritropoietina
Le CSE sono cellule staminali adulte e si trovano nel sangue periferico, nel midollo osseo, nel sangue del
cordone ombelicale
• Midollo osseo: 1-3%
• Sangue periferico: 0,01-0,1%
• Sangue cordonale: 0,04-0,1%
Il più importante organo emopoietico è il midollo osseo che svolge questa funzione dal 5°-6° mese del feto;
l’attività è a carico del midollo rosso (ossa piatte cioè bacino, sterno, costole, scapole, cranio, ed estremità
delle ossa lunghe)
CELLULE STAMINALI EMOPOIETICHE DAL SANGUE DEL CORDONE OMBELICALE

La ricerca dei donatori ha tempi lunghi.


Dal 1988 si utilizzano CSE dal sangue cordonale grazie alla loro relativa immaturità immunologica che
consente di eseguire trapianti anche tra soggetti non completamente compatibili.
Create BANCHE dove vengono inviate le unità di sangue cordonale dove si analizza il profilo immunologico
per la compatibilità R.I.D.M.O. (Registro internazionale dei donatori di midollo osseo) dove vengono
registrati i dati che diventano disponibili e consultabili In Italia: 18 banche del sangue cordonale coordinate
dal Centro Nazionale Sangue e dal Centro Nazionale Trapianti.
Le unità di sangue cordonale depositate sono a disposizione della società, a familiari del nascituro, a
pazienti di famiglie a rischio di avere figli affetti da malattie genetiche

TRAPIANTI DI CSE (TCSE)


 TRAPIANTO ALLOGENICO: cellule provenienti da un donatore compatibile cioè HLA compatibile
Avviene per infusione endovena di un elevato numero di CSE sane (108 cellule per kg di peso)
in soggetto ricevente. Nei casi positivi le CSE perfuse raggiungono le sedi midollari dove
riformano un nuovo sistema emopoietico.
Svantaggio: il rigetto
In precedenza: - il soggetto viene sottoposto a trattamento farmacologico (chemio - radio) per
indurre un’aplasia midollare massiva e irreversibile con soppressione quindi della funzione
emopoietica(regime di condizionamento). Tutto il tessuto emopoietico viene eliminato e
sostituito con CSE del donatore.
Due obiettivi del regime di condizionamento:
1. Eliminare le cellule midollari malate
2. Disattivare il sistema immunitario del ricevente
Due funzioni delle CSE trapiantate:
1. Sostituzione delle cellule del midollo emopoietico distrutto dal condizionamento
2. Eliminazione delle cellule malate eventualmente residue dopo il trattamento chemio-radio
(da parte di linfociti e granulociti )

 TRAPIANTO AUTOGENICO (autologo): le cellule trapiantate sono prelevate e reinfuse nello


stesso paziente.
Come avviene:
- prelievo di midollo emopoietico da un paziente dopo un ciclo di chemio (il prelievo avviene in
un momento in cui la malattia è in uno stato di remissione (cioè le cellule tumorali sono poche)
- successivo trattamento chemio ad alte dosi e/o a una radio
- reinfusione delle CSE.
Inconvenienti: probabile permanenza di cellule malate nel midollo reinfuso ed assenza della
reazione citotossica nei confronti delle cellule residue malate. Sembrano più frequenti le
ricadute.
Vantaggio: assenza di complicanze immunologiche (rigetto)

ANALISI PER LA COMPATIBILITA’

Il successo di un trapianto di cellule staminali emopoietiche dipende in primo luogo dalla compatibilità
tissutale fra donatore e ricevente.
La compatibilità dipende dal complesso degli antigeni presenti sulla superficie delle cellule trapiantate.
Nel determinare il grado di istocompatibilità intervengono le proteine MHC, la cui sintesi è codificata dai
geni del complesso maggiore di istocompatibilità (MHC major histocompatibility complex) presente in tutti i
mammiferi. Le proteine MHC vengono dette anche antigeni HLA(human leucocytes antigen)

Il sistema MHC è localizzato sul cromosoma 6 e comprende 140 geni; è caratterizzato da un elevato
polimorfismo, dal momento che ogni gene può essere presente in più forme alleliche.
Nell'uomo le proteine MHC vengono anche chiamate antigeni HLA e sono suddivise in classi:
 ▪ proteine MHC di classe I (antigeni HLA:Human Leucocyte Antigen) Antigene di classe I). Si trovano
sulla membrana di tutte le cellule dell'organismo, caratterizzano i tessuti di ogni individuo e sono
responsabili del rigetto dei trapianti
 ▪ proteine MHC di classe II (antigeni HLA di classe II). Sono presenti solo su alcuni tipi cellulari come
i linfociti B, i macrofagi e le cellule dendritiche
 ▪ proteine MHC di classe III: proteine citotossiche, componenti del complemento e citochine.
Le reazioni di rigetto dei trapianti sono tanto minori quanto più donatore e ricevente risultano compatibili
per il sistema MHC/HLA oltre che per quelli del gruppo sanguigno.

PATOLOGIE IN CUI È RITENUTO VALIDO L’IMPIEGO DI CS

Patologie a cui si applica la tecnica del trapianto di midollo emopoietico sono: leucemie mieloidi e linfoidi
acute. Per quelle croniche solo se la terapia medica fallisce.
I trapianti di midollo si dimostrano validi nelle terapie di recupero dopo l’esposizione ad elevate dosi di
chemio-radio. Il midollo osseo viene distrutto come effetto collaterale delle dosi dirette verso altri tessuti o
organi colpiti da neoplasie -> trapianto midollare
Risultati positivi per il mieloma multiplo e talassemia Anche per malattie autoimmuni che non rispondono
alle cure convenzionali.

RECENTI ACQUISIZIONI: STAMINALI PLURIPOTENTI INDOTTE(iPSC: induced Pluripotent Stem Cells)

Studi sulla riprogrammazione cellulare(2006) riprogrammazione di cellule differenziate attraverso


inserimento di geni in grado di riportare una cellula differenziata ad una cellula embrionale puripotente.
Nel 2012 Nobel per la medicina a J.Gurdon e S.Yamanaka per gli studi sulla riprogrammazione cellulare
Motivazioni dello studio:
- Motivazione di ordine immunologico: le CS embrionali vengono riconosciute come estranee
dall’organo in cui vengono trapiantate e quindi scatenano reazione immunitaria
- Motivazione di natura etica: la manipolazione di CS embrionali distrugge l’embrione

TECNICHE IMPIEGATE NELLA RIPROGRAMMAZIONE CELLULARE

RIPROGRAMMAZIONE INDIRETTA: cellule differenziate vengono modificate geneticamente introducendo


idonei geni con l’impiego di agenti retrovirali (Yamanaka) ottenendo cellule staminali pluripotenti.
Tecnica:
 prelievo di cellule cutanee (fibroblasti) e loro coltura in piastra
 i geni della riprogrammazione vengono introdotti nel nucleo di queste cellule per mezzo di vettori
retrovirali
 1 mese per formare iPS
 2 settimane per loro espansione in coltura
 4 settimane per differenziazione in direzione di qualsiasi tessuto

Nuove prospettive per la terapia dell’infarto del miocardio (riprogrammazione in cardiomiociti) e lesioni
spinali (riprogrammazione in neuroni)

Vantaggi: possibilità di introdurre le cellule originate da iPS nello stesso paziente da cui sono state prelevate
le cellule da riprogrammare eliminazione dei problemi di incompatibilità immunologica Inconvenienti:
possibilità di trapiantare cellule iPS non del tutto differenziate che possono scatenare l’insorgere del
tumore

RIPROGRAMMAZIONE DIRETTA O TRANSPROGRAMMAZIONE: cellule differenziate sono sottoposte a


campi elettrici a bassissima intensità portando direttamente ad altre cellule differenziate (2012, C.Ventura,
Università di Bologna)

Gruppo di ricerca di Bologna guidati da Carlo Ventura: riprogrammazione cellulare diretta di fibroblasti
adulti a destini cellulari diversi (cardiaco, muscolare, neuronale) senza la necessità di fare regredire prima le
cellule adulte ad uno stadio embrionale. La riprogrammazione è ottenuta con campi radioelettrici a
bassissima intensità.
Evita rischi tumorali in quanto non usa vettori né tecniche di ingegneria genetica e rende subito disponibili
CS immediatamente utilizzabili e sicure

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