Sei sulla pagina 1di 10

307

SUL CALORESPECIFIV.0IIEh LITI0 E DEL CALCI0.


del Dott, ARCIERO BERNINI t).

In una mia precedente nora ') acceanavo ad esperienze


che avevo allora in corso sul calore specifico del Litio. Ne
espongo o r a i risultati, unitamente a quelli ottenuti con ana-
loghe ricerche sul Calcio.
L'apparecchio riscaldante ed il calorimetro usati furono
gli stessi che neilo studio sul Na e sul Ka; vennero cam-
biati solamente i due tubi capillari del calorimetro. I1 tubo
per le basse temperature fu sostituito con un altro, nel quale
per ogni caloria l'estremit~ delia colonna del mercurio si
spostava "dicm. 2,852. Quello per le alte temperature venne
sostituito con un tubo, al quale feci nel mezzo un rigonfia-
mento, perch,, date il grande calore specifico del Litio, il
tratto calibrato non sarebbe stato a sufficienza lungo. La sua
sezione era tale da dare per ogni caloria uno spostamento
della colonna di mercurio d i c m . 0,611, e l ' a u m e n t o di vo-
lume del breve tratto rigonfiato corrispondeva al volume di
24,7 centimetri della colonna.

Lltio.

I1 calore specifico del Litio fu determinato da prima dal


Regnault ') fra 270 e 99 o col metodo delle mescolanze. Di re-
cente il prof. Kleiner *) accenna di aver fatto anch'egli espe-
rienze in riguardo; perb si limita a dire come il calore spe-

1) Lavoro sperimentale eseguito nel Laboratorio di Fisica della R. Uni-


versitb, di Bologna diretto d'al Prof. A. Righi.
2) Sul calore specifico e sul ca[ore latente dl fusione del Na e del Ka.
N. Cimento, S. V. Vol. X (1905); Phys. Z. 7. I. N. 5 (1905).
8) Ann. de Chemie et do Phys. 5. III, T. 63 (1861).
4) Arch. so. phys. et nat. (4), 6 (1903).
30• A. BERNINI
cities del Lille cresea rapidamente al crescere della tempera-
tura, e come elite i 100 ~ superi gi'~ quells doll' acqua.
I1 R e g n a u l t per le sue esperienze operb cosi: Ridotto con
percussions alia forma d ' u n cilindretto regolare un blocco di
Litio del peso di 1 gr. preparato col metodo di Bunsen, lo
introdusse in un piccolo vase di Piombo, dove lo chiuse con
lapps pure di Piombo, e compresse a colpi di martello, ends
presorvarlo dal contatto dell'aria. Essendogli note il peso del
Litio, quells del vase ed il calore specifics del Piombo, dalla
capacith calorifica dell'assieme dei due metalli egli dedusse il
calore specifics del Lille.
Poich~ it peso dot Litio era meno della c e a t e s i m a p a r t s
di quells del vase di Piombo, non era improbabile che il ri-
sulfate potesse essere in seguito a cib a l q u a a t o pregiudicato.
Essendo d ' a l t r a par!e la purezza del installs dubbia, cercai
di ripetere le esperienze evitando l ' i a c o n v e n i e n t e suddetto, ed
estendendo le ricerche anche a t e m p e r a t u r e superiori. Non ne
determinai perb come pel Sodio e psi Potassio le calorie di
fusione, perch,, data la t e m p e r a t u r e di fusions piuttosto ele-
r a t a , it c~lorimetro di Bunsen non si presta r a n t s bone allo
scope. Lo determinazioni che p u t tuttavia he eseguite mi die-
dero infatti risultati sconcordanti fra le 311 e le 389 calorie,
la cui media darebbe certo u a valore a n c o r a troppo grosso-
lano pel calore latente di fusione di questo metallo.
II Litio da me studiato mi v e n n e fornito dalla casa Merk').
Onde sottoporlo alle esperienze preservandolo dal contatto del-

1) Colgo l'occasione di esporrs qui un risultato ottenuto sul Litio,


quantunque esso non abbia ache fare col titolo della presents msmoria, non
credendo opportune farne argomento eli una nota a parts.
Il Matthiessen (Ann. ds Chem. et de Phys. S. III. T. 44, 1855) con-
statb come il Ka, il Na, il Ca ed il Mg si comportino fra lore in mode tale
she, immersi due a duo contemporaneamente nell' acqua, dttnno luogo in un
circuits comprendeuto un galvanometro ad una corrente, the va dal primo me-
tails all'ultimo attravsrso al liquids. 0lOre al confermare tale risultato, the po-
teva essere oggi dabble date lo impuritt~ dei metalli studiati dal Matthiessen,
he avuto occasione di stabllirs, r the per quanto mi tonsil non ~ enter
state farts, quale posts spetti al Lille neUa serie suddetta. Esso si trovsrebbe
precisamente a cape della msdesima, ciob sarebbs il pet elottropositivo degli
alcalini.
CALORE SVEC]FICO DEL LITIO E DEL CALCIO 309
1' aria lo fondevo come il Na ed il Ka sotto l'olio di vasellina,
riempiendoae per aspirazione delle ampoliine di vetro, le cui
pareti interne erano rivestite di un velo d' olio, che, per
quanto sottilissimo da non provocare certo e r r o r e apprezzabile
nei risultati, era sempre sufliciente ad impedire la rottura del
vetro in seguito al contatto col metallo fuso. Ancorchb sottili
le tre ampolline che riescl ad empire completameate di Litio
senza la minima traccia di ossidazioue risultarono di peso u n
po' maggiore che non il metallo contenuto. Le calorie perdute
spettanti alle ampolle furono calcolate secondo i valori da me
trovati pel vetro, ed esposti nella Tab. III della sopracitata
memoria.
Nelle tabelle che seguono sono raceolte le medie dei ri-
sultati ottenuti sulle tre ampolle alle temperature ambiente
ed a quelle di ebollizione dell'alcool (78~ dell'acqua e del-
l' essenza di trementina, colla quale il termometro della stu-
fetta mi segaava 157 ~ Le calorie perdute C sono state cal-
colate come se la massa di metallo fosse stata sempre di 1
grammo.

TAB. I. TA~. II.

Vetro gr. 0,3; Litio gr. 0,216 u gr. 0,412; Litio gr. 0,301

t C t C

0~ 180 15,696 0 ~ _ _ 210 17,262


0 o __ 78 ~ 76,83
O~ 100 o 112,5
0~ 157 ~ 214,61
310 A. B E R N I NI

TAB. III.

Vetro gr. 0,298; Litio gr. 0,222

t C

0~ 19 o 17,504
0 ~ - - 780 77,22
0~ ~ 106,00
0~ ~ 200,332

Dalla media di queste si ricava la Tab. IV, dove con e


indico i calori specifici.

TAB. IV.

t C e

0 ~ - - 19o,3 16,154 0,8356


0 o __ 780 77,02 0.9875
0 ~ - - 100 ~ 109 25 1,0925
0 ~ __ 157 o 207,47 1,3215

I1 valvre dato dal R e g n a u l t Ira 270 e 990 ~ 0,9408, un


po' pifi piccolo di quello da me trovato relativo a l l ' i n t e r v a l l o
di t e m p e r a t u r a approssimafivamente eguale.

(hleio.

[1 Bunsen allorquando pubblicb la sua memoria ~) sul


calorimetro che porta il suo nome, oltre at ripetere le espe-
rienze sui metalli il cui calore specifico era noto, studib an-

1) Ann. der Phys. und Chemie. T. 141, 1870.


CALORE SPEC tFJCO I)EL LIT10 E DEL CALClO 311
che il cah)re specifico di altri, fra cui il Calcio, il quale, seb-
bene ottenuto come anche oggidi per elettrolisi del Cloruro
di Calcio e giudicato purissimo dall'analisi fatta dal Bunsen
stesso, aveva uno spleudore metallico come quello dell' oro,
che perdeva subito all'aria ossidandosi.
A proteggerlo dall'aria e in particolare dall' acqua con-
tenuta nella provetta del suo calorimetro, egli ne introdu-
ceva un blocco in uu recipiente di vetro con atmosfera di
anidride carbonica. Con tale artificio veniva perb impedito
l'affondamento nell'acqua, perchb la densits totale del vetro,
del gas contenuto e del Ca restava inferiore all' unit~, cosic-
ch~ gli era necessario zavorrare il recipiente con uu avvol-
gimento di filo di Platino di peso suftlciente. Per 0,2823 gr.
di Calcio il peso del recipiente in vetro era gr. 0,6683, e
quello del Platino 0,4239. Conoscendo il calore specifico del
Platino e del vetro, egli deduceva il calore specifico del Ca[-
rio, trovando per l ' i n t e r v a l l o di temperatura fra 0 ~ e 100 o
una volta il valore 0,1722 ed un' altra 0,1686, il che d~ una
media di 0,1704 e non gis di 0,1804, come risulta dalle Ta-
vole del Landolt e B6rnsteia (pag. 383 edizione del 1905).
Siccome il Calcio quale si ha oggidl puro presenta lo
splendore blanco dell'argento e non quello giallo dell'oro, ho
creduto interessante intraprendere le ricerche anche sul Cal-
cio, estendendole come pel Litio fino a 157 gcadi.
I1 Calcio da me studiato fu di quello da poco messo in
commercio dalla ditta Armbracht Nelson e C. di Londra sotto
forma di bastoni irregolari, ottenuti per elettrolisi dal Cloruro
di Calcio. La sua purezza, come risulta da analisi fatta dal
Moissan, 2) il quale ne studi6 anche alcune costanti fisiche,
varia da| 99,3 al 99,6 per cento, e le impurit5, souo dovute
a traece di Na e di Fe, e pifi particolarmente di S i e di A1.
La sua ossidabilit's abbastanza lenta mi ha deciso a fare le
esperienze senza punto proteggerlo, poich~,, tornitone uu ci-
lfndretto eolle due estremit~ ad agiva, lo potevo pesare ed
introdurlo nel catorimetro, prima ancora c h e l a sua superfl-
cie avesse perduto lo splendore meta[lico. Aliorquando perb

2) C. R. T. CXIJ N. 3, Gennaio 1905.


312 A. BERNINI

veniva messo nella stufa, la sua superfieie col tempo si ossi-


dava alquanto. Ad evitare ques~o inconveniente io riempivo
di Idrogeno la provetta B, (vedi figura) dove collocavo il ci-
lindretto appena tornito, poi la chiudevo con un tappo a due

fori, nell' uno dei quali passava il termometro T e nell'altro


un tube di vetro della forma indicata dalla figura, entre al
quale si trovava un po' di mercurio, l~ evidente che quando
per effetto del riscaldamento 1' idrogeno aumentava di volume,
esso spingeva il mereurio nelle parti rigonfie, dove se ne for-
maya una goceia, the chiudeva automaticamente l' apertura.
Cosi si poteva lasciare anche per un tempo molto lunge il
metallo nella stufa senza provocarne la ossidazione. A1 me-
mento opportune veniva levato il tappo, e capovolta rapida-
mento la stufetta, per mode che il metallo restava esposto al-
l'aria solo per un tratr brevissimo.
Non di rado nol ricavare da uu bIoeco di calcio i cilin-
dretti per le esperienze si riseontrarono in mezzo alia massa
dei piccoli globuli di Cloruro di Calcio. Non si poteva percib
essere certi che i cilindretti studiati ne fossero immuni, co-
sicch~ dope le esperienze era necessario esaminarli interna-
CALORE SPECIFICO DEL LITIO E DEL CALCIO 313

mente. Dei tre da me studiati solamente il maggiore conte-


neva ua piccolo globetto di C l o r u r o ; put tut~avia il risultato
pel calore specifico non fu tanto sconcordante con quello de-
gli altri due, cib che si spiega osservando che il calore spe-
cifico del Cloruro di Calcio si avvicina assai a quello de1 me-
tallo semplice, essendo il suo valore secondo il Regnaul~ 1)
fra 230 e 990 uguale a 0,1692.
Nelle prime esperienze i tre ciliadrelti avevano rispetti-
vamente i pesi di gr. 5,096, 2,25 e 3,231. In seguito al ri-
pulimento per le successive esperienze i pesi si ridussero in
ultimo a gr. 4,916, 1,975 e 3,021, sicche le determinazioni
non furono eseguite sempre sulla stessa massa.
Nelle tabelle seguenti sono perb calcola~e le calorie per-
dute come se la massa fosse sempre stata di un grammo.

TAB. V . TAB. VI.


1~ Cilindretto 2 o Cilindretto

t C t C

0 ~ - - 200 2,92 0 ~ __ 210 3,171


0 o __ 780 11,368
0~ lO0 o 14,200
0 o __ 1570 23,1101

TAB. V I I .
30 Cilindretto

t C

0~ 200 2,78
0~ 780 11,544
0 ~ - - 100 ~ 15,600
0 ~__ 157 ~ 24,624

1) Pogg. Ann. 53, 60, 248; (1841).


~erie V. Foi. X I A '24
~l<l A. fli,.ll S 1 N I

Dalla media di queste si ricava la Tab. VIII, dove con c


indico i calori specifici:

TAB. VIII.

t C c

0 ~ - - 200,3 2,956 0,1453


0 ~__ 780 11,460 0,147
0~ 100 ~ 14,90 0,149
0 ~__ 1570 23,867 0,1521

La concordanza del risultato del Bunsen fra 230 e 990


con quell() da me trovato nell' intervallo di tempera{ura pift
prossimo starebbe a dire come quella lmpurit'X, the determi-
nava nel Caicio una diversa eolorazione, avesse un' influenza
non apprezzabile quanto al calore specifico del metallo.

Poeo dopo pubblicato il mio lavol'(> sul calore di fusione


del Na e del Ka, l' ultima edizione del 1905 delle tavole deI
IJandolt e BSrnsteiu mi rese a conoseenza d'una memoria del
signor M. A. Joannis ~< Sui composti del Na e del Ka )> Ann.
de Chemie el de Phys. S. VI, T. 12, 1887), nella quale il
fisico franeese, allo scopo di caleolare il calore di formazione
dei composti liquidi del Na e del Ka, determina iI calore di
fusione dei due metalli, ricavando pel Na 15,7 calorie e 31,7
calorie pel Ka.
I valori da me trovati invece furono rispettivamente di
13,61 e 17,75 calorie; cosicch~, data tale enorme s c o n c o f
danza specialmente quanto aI Potassio, nonostante che dalla
descrizione del metod,) tenuto dal Joannis pet" pveservare i me-
t~lli dall'ossidazione si intraveda faciimente quail e quante
cause d'errore possano avere alterati i suoi risultati, e nono-
stante la coscienza delia eura la pill scrupolosa nell'eseguire
le mie esperienze, credetti opportuno di ripeterle.
CALORE SPECIFICO DEL L[TIO E DEL CIALCIIO 315
I nuovi risultati ora ottenuti sia pel caloce specifico the
pel ealore la~ente di fusione vengono per entrambi i metalli
a confermare i miei risultati preeedenti, in quanto che le di-
seordanze da questi non s[ ridueono c h e a frazioui di caloria.
In base a rib nascerebbe di conseguenza un certo dub-
bio anche sui valori dati dal .loannis pel calore di formazione
dei composti liquidi del Na e del Ka, aveudoli egli calcolati
da quelii da lui stabiiiti pel calore di fusione dei due metalli
purl.
Una spiegazione dell' enorme differenza fi'a il mio risul-
taro e quello del Joannis quanto al Potassio potrebbe, ancer
pifi che nel metodo teuuto nelle esperienze, trovarsi helle im-
purit5 (tel metalio da lui studiato, in seguito alle quali pro-
babiimente la fusione, anzichb avveuire ad una temperatura
fissa, avveuiva entro ad uu intervallo piuttosto grande di tem-
peratura. Questa sarebbe a parer mio 1' ipotesi pifi veroslmile,
ancorch~ il Joannis non accenni a questo fatto.
Sta perb di eerto ehe il Potassio da lui sottoposto alle
esperieuze nou era puro, poiche, com'egli dice, la sua tempe-
ratura di fusiene era di 58 ~ mentre, come ~ nero, il Potassio
puro fonde a 62~

Ho creduto opportuuo (lane un'idea dell' andamento del


fenomeno per tutti i metalii alcalini da me studiati col co-
struire la tavola seguente, in cui le ascisse rappresentano
le temperature e le ordinate le calorie perdute.
Da essa si possono seuz'altro dedurre le conclusioni, le
quail portano a riteuere giusta anche per questi metalli l'as-
serzione che si fa per tutti gii altri metalli in generale, e ciob
che quanto pih piccolo b i[ loro peso atomico, tanto pi• grande
l' aumento del loro calore specifleo eolla temperatura.
5 giugno 1906.
\

I
1

Potrebbero piacerti anche