w 1. lntroduzione.
Per quanto si riferisee allo studio della dilatazione per
effetto del calore del sodio, del potassio e del litio, sono a eo-
noseenza nostra le ricerehe di G. De Lucehi 2) sulla dilata-
zione del Na allo state solido (da 0 ~ a 91~ quelle di Hagen 3)
sulla dilatazione del Na e del K allo state solido e liquido
(da 0 ~ a 1680 pel Na e da 0 ~ 1O0~ pel K), un lavoro di M.
Toepler *) sulla dilatazione del Na e K nella fusione, e final-
monte un lavoro di A Thum ~) sulla dilatazione del Li solido
(da 18 ~ a 180~
Tale searsit~ di rieerehe ~ indubbiamente dovuta alle dif-
ficoltb, che si ineontrano nel sottoporre all' esperienza questi
metalli. Per superare queste diffieolt~, anehe i poem sperimen-
tatori che si sono oeeupati dell' argomento, hanno dovuto in-
trodurre delle cause d' errore non sempre note~ in seguita
alle quali ~ leeito asserire~ ehe i dati~ ehe si hanno oggidl a
questo riguardo, oltre ad essere molto scarsi~ sono altresl dei
meno sieuri.
Per questo abbiamo creduto opportune intraprendere lo
studio dei coeffieienti di dilatazione sia per lo state solido che
per lo state liquido del Na, del K e del L i , estendendo per
ciascuno le ricerche dallo zero fine a 235".
w 2. Esperienze anteriori.
1. Esperienze di G. De Lucchi. ~ I1 De Luechi nota
che tutti i liquidi, in cu;- eomunemente viene conservato il
sodio, ne alterano pi~ o meno lo strato superficialc, eppercib
ritiene di dover seartare il metodo dilatometrico. Usa invece
il metodo idrostatico, servendosi del petrolio come liquido; e
ad impedire che l'azione del petrolio sul Na abbia, per quanto
]enta, a pregiudicarc i risultati, determina, prima di ogni sin-
gola esperienza a diversa temperatura, il peso assoluto del
bloeeo di Na (circa 18 cm3), cavandolo volta per volta fuori
dal bagno e introduceudolo, dope asciugato con carta da ill-
tro e ripulito, in un recipiente di~petrolio di note peso. Rica-
rata cosl a diverse temperature la densith, del Na rispetto
al petrolio, e determinata mediante ua dilatometro la densith.
del petrolio alle stesse temperature, deduce le densit~ del Na
rispetto all' acqua, e quindi la legge della sua dilatazione.
I risultati del De Lucchi ci mostrano c h e l a dilatazione
del Na per il calore ~ notevolissima, e tutt' altro che re-
golare.
Le cause d' errore per5 nel procedimento tenuto, sono,
anche secondo Hagen I), parecchie:
I1 sottile strato di ossido, che inevitabilmentc si formava
ogni volta che si trasportava il blocco dal bagno in cui era
state pesato al bagno caldo in cui se ne determinava la den-
sit~, doveva necessariamente dare luogo col calore a delle
piccole bollicine, le quali, mentre lasciavano apparire il volume
del blocco pifl grande di quello che non fosse in realtY, impe-
divano ohe questo acquistasse presto la temperatura del ba-
gno ~), e quindi davauo luogo a delle correnti nel liquido,
ehe dovevano certo pregiudicare il risultato. Pure secondo
i) Loc. cit.
') Ermann..Pogg. Ann. 9; p. 557, 1837.
SULLA DILATAZIONE TERMICA ECC. 243
ttagen era da evitarsi l'impiego del petrolio, perch~ questo,
laseiato a temperature elevate e con grande superficie libera,
doveva certamente mutare la proporzione dei suoi componenti,
e quindi acquistare densit~ diversa da quella che, mediante
il dilatometro, il De Lucehi aveva determinato per Io diverse
temperature, e introdotte nei caleoli.
2. Esperienze di E . Hagen. ~ Allo scopo di determinare
il coefficiente di dilatazione lineare del Na e del K, I' Hagen
ne forma dei fill di circa 40 cm., aspirando il metallo fu~o
entro tubi di earta~ lasciando raffreddare e levando p o i l ' in-
volueroi fissati quindi due indici sulle estremits dei fili im-
mersi in un bagno di petrolio~ osserva medianto an cateto-
metro orizzontale le variazioni di lunghezza nell'intervallo di
temperatura da 0 ~ a 50 ~ Per determinare i coefficienti di di-
latazione cubica allo stato solido~ impiega dei dilatometri di
capacits piuttosto grande, nei quali, per mezzo di un sottile
tubo congiunto al bulbo~ aspira, insieme a del petrolio, anche
una grande quantit~ di metallo fuso, che poi lascia solidifi-
care~ indi chiude alla fiamma il tubo sottile ed eseguisce le
determinazioni relative al miseuglio. :Finite queste, rompe la
punta del tubo, risealda di nuovo oltre la temperatura di fu-
sione del metallo e mediante pressione fa useire il petrolio ed
il mctallo fuso. Determina poi, tenendo lo stesso metodo di
riempimento~ il eoemciente di dilatazione del dilatometr% ed
una v.olta tanto il coeftlciente di ailatazione del petrolio.
Per lo studio della dilatazione allo stato liquido egli deve
neeessariamente usare altri dilatometri~ e conseguentemente
ripetere, oltre al loro § le determinazioni della ca-
pacitY, del eoefficiente di dilatazione, etc. Trova eosi (vedi ta-
bella 10)che il eoefflciente di dilatazione del K nei due stati
alquanto pib_ grande ehe non quello del Na. I suoi daft re-
lativi al sodio non sono perb in accordo con quelli del De
Lucchi. Quanto al procedimento di rompere il dilatometro per
farne uscire il metallo da studio e determinare dopo il coeffi-
ciente d:. dilatazione dell' appareechi% oltre all'essere lunghis-
simo, costituisce indubbiamente una causa di errore~ che sa-
rebbe stato bene evitare.
244 A. B E R E I N I e c. C A N T O N I
Dewar sul sodio (Chemical News. t. 85, 1903) col metodo idrostatico e
usando come liquido 1' ossigeno stesso. Dal confronto fra il valore cosl ri-
cavato a --1900 col valore della densit~ a 17~ il Dewar dedusse il coef-
ficiente di dilatazione medio nell' intervallo da --190 ~ a -~ 17~
SULLA DILATAZIONE TERMICA ECC. 247
Fig. 2. Fig. 3.
w 4. Risultati sperimentali.
a-=0.000181163-1-0.000000011554 t .
0 ~ __ 780 0.00003953
0~ 130" 0.00003958
0 ~ __ 2350 0.00003954
TABELLA 2. a
0 ~ __ 320 0.00079003
0 ~ __ 560 0.00079512
0 ~ __ 780 0.00079895
Or _ 100 o 0.00080368
0 ~ __ 1300 0.00080726
0 " - - 1570 0.00081048
0 ~ __ 182 ~ 0.00081691
0 ~ __ 2000 0.00081998
0 ~ __ 2350 0.00082214
b) Sodio.
I1 sodio da noi sottoposto allo studio ci venne fornito
circa quattro anni fa dalla Ditta Merck di Darmstadt, ed ha
una t e m p e r a t u r a di fusione di 97.6 ~
L a quantith, contenuta nel dilatometro a zero gradl, cal-
colata prendendo per densitk a zero il valore 0.9725 ~) era
di cm 3. 2.628501, ed il volume dell' olio em 3. 0.321507.
Dalla dilatazione osservata sa questo miscuglio, dedotta
la parte relativa all'olio di vasellina, ed eseguita la correzione
per la dilatazione del recipiente, si h calcolato quale dilata-
zione si sarebbe avuta nel easo eh.e il volume a zero del me-
tallo fosse stato di 1 cm ~, e si sono raeeolti i valori, cosl de-
dotti per le diverse temperature, sotto v nella seguente ta-
bella 3. a :
TABELLA 3. a (Na).
Temperature v ,~
32 o 0.006037 --0.000060
56 o 0.011105 + 0.000058
780 0.015612 --0.000025
z solido 0.020391
970'6 I I caleolati
z liquido 0.041414
100 ~ 0.041535 +0.000041
1300 0.050738 , -I-0.000069
1570 0.057871 I -4-0.000040
2000 0.070105 --0.000045
2350 0.081253 i --0.000064
I n t e r v a l l o di t e m p e r a t u r a a It
e) Potassio.
Anehe il potassio venne fornito qaattro anni fa dalla
Ditta Merck di Darmstadt, ed il sue panto di fasione era di
62.04 ~ L a quantit~ eontenuta a zero gradi nel dilatometro,
caleolata prendendo per densits a zero il valore 0.8642 i), era
di em "~. 2.659855; qaella dell'olio di vasellina cm 3. 0.290153~
Nella seguente rubella 5. ~ sotto v sono indicati gli aa-
menti di volume, ehe avrebbe assanto alle diverse tempera-
ture 1 cm 3. di potassio a zero.
Temperature
] 80 0.003913 +0.000062
320 0.006903 --0.000015
560 0.012348 +0.000035
~ solido 0.013691
624,04
I liquido
780
0.038324
0.042753
t ealeolati
--0.000081
1000 0.049310 +0.000101
1300 0.058335 +0.000073
1570 0.066684 --0.000054
2000 0.080964 +0.000072
2350 0.093014 +0.000005
~,~o
!
/
/ /
/
' f
O og
0,05"
/// z
0.04 /
/
[,.
0.o~
~l (~ ,
oil0 ~
Fig. 4.
SULLA DILATAZIONE TERMICA ECC. 255
Con questi si b costraita la eurva B della figura 4. a, la
quale curva, nei due tratti prima e ,dopo la temperatura di
fusione b rappresentata abbastanza bene da an equazione di
2. 0 grado in t, quando i coeffieienti a e ~ assumano rispetti-
vamente i valori indieati nella seguente tabella 6. a
TABELLA 6. a
Intervallo di temperatura a [~
d) Litio.
ILl litio, di reeente aeqaistato dalla Ditta ]~erek, fondeva
a 180~ l). L a qaantit'k contenuta nel dilatometro, prendendo
TABELLA 7. ~ (Li).
Temperature v A
0.000000
2000 0.049838 --0.000025
2350 0.056568 -+-0.000030
Intervallo di t e m p e r a t u r a ~ p
w 4. 0 Couclusioni.
Dall' esame della tabella 9. a, in cui raceogliamo i nostri
risultati
TABELLA 9 . a
Sostanza
TABELLA 10. a
t~
Intervalli
di temperatura
Appendiee.
Avevamo gi~ pronto per le stampe questo nostro lavoro,
quando siamo venuti a conoseenza di una memoria di L.
Hackspill (Ann. d. Chem. u. Phys. 1913, 28), in cui, fra l'al-
tro, sono riferiti dei risultati di nuove determinazioni sulla
dilatazione pel calore del Na e del K.
P e r introdurre i metalli nel dilatometro, l'Hackspill agisce
per distillazione nel vuoto; e, mentre per le misure allo state
liquido ~ dilatometrl vengono riemplti anche per qualche tratto
delia colonna capillare graduata, per le determinazioni allo
stato solido il metallo riempie incompletamente il bulbo, e sul
metallo viene sovrapposto un liquido inattivo di noto coeffi-
ciente di dilatazione, fino a raggiungere la parte graduata.
Questo sistema elimina in buona parte le cause di errore
accusate per gli altri metodi; tuttavia esso ~ ben lungi dal
presentare la sempliciti~ di quello da noi descritto, senza d'al-
tra parte averne vantaggio di sorta.
Riportiamo nella tabella 11. a c h e segue i risultafi del-
l' tiackspill :
Variazione
Sostanza Intervallo di volume
di temperatura nella fusione