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GLI IDOLI

L’etimologia della parola “idolo” deriva dal greco “eidolon” e significa “immagine”,
“aspetto” o “figura” ed era oggetto di culto. La parola “idolo” nel corso dei secoli ha
ottenuto significati molteplici. In campo religioso ha assunto valore di statua o
immagine di divinità a cui i popoli concedevano adorazione e venerazione.

I FENICI E I LORO IDOLI


I fenici adoravano vari idoli e credevano che essi governassero le forze della natura e
il destino dell’uomo. I principali erano: El, il dio di tutte le cose; Baal, dio della
pioggia e della vegetazione che moriva e rinasceva ogni anno. I meno noti erano
Kusor, Misor, Shapadra, Hijon, Dralion e Reshef.
Gli dei fenici ricevevano offerte e sacrifici, avevano navi che portavano loro
rappresentazioni e templi costruiti in loro nome. I templi più importanti erano situati
nelle città di Biblo, Arado, Umm, El-Amed, Kition e Cipro. Queste erano composti
essenzialmente da un recinto a cielo aperto, al cui centro era posta una cappella
preceduta da un vestibolo. Ogni città-stato aveva una famiglia divinità

I SUMERI E I LORO IDOLI


A loro volta anche i sumeri, ovvero gli abitanti della terra di Sumer, veneravano più
idoli. Spiccavano per importanza la dea della fertilità Inanna, il dio del vento Enil e il
dio della terra Enki.
In ogni città sumera era presente un tempio, la ziqqurat (ziggurat), innalzato in onore
delle divinità protettrice della stessa città. Il vero e proprio tempio era situato in cima
alla ziqqurat e fungeva anche da osservatore astronomico, inoltre solo i sacerdoti vi
potevano accedere. Un altro compito dei sacerdoti era quello di governare la città: si
pensava che ogni cosa fosse proprietà degli dei e che dalla maggiore o minore
benevolenza divina dipendesse il destino umano.

I BABILONESI E I LORO IDOLI


I babilonesi avevano una religione basata sul culto di più idoli, avente origine
orientali.
Il tempio di Ninmach fece diventare Babilonia luogo sacro di spiritualità ed origine
del tutto. I babilonesi presero spunto, per la realizzazione dei loro templi, dalla
cultura sumerica. Infatti, come nelle ziqqurat degli abitanti di Sumer, il tempo era
posto in cima alla struttura e solo i sacerdoti vi potevano accedere.
I loro idoli erano principalmente forze della natura e le due divinità più importanti
erano: Marduk (creatore dell’Universo e dio di riferimento) e Assur ( considerato il
padre di tutti gli dei).
Per placare l’ira divina , spesso i babilonesi erano soliti sacrificare ciò che avevano
di più caro: I loro stessi figli
GLI EGIZI E I LORO IDOLI
La religione egiziana venerava varie divinità antropomorfe e zoomorfe. Queste ultime
avevano sembianze animali, tra cui il falco, il serpente, il coccodrillo e lo sciacallo.
Per il gatto, invece, era riservato un culto a parte, ovvero il culto della dea Bastet,
figlia del dio Ra e sorella gemella di Sekmet, la dea leonessa. Bastet fu così amata
dagli egizi che al gatto fu conferito un ruolo di porta fortuna.
Una delle caratteristiche essenziali della religiosità egizia è lo sviluppo dei culti
locali, causato dalla distanza e dal conseguente isolamento dei gruppi umani.

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