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Riassunto ............................................................................................................................. 3
Introduzione ......................................................................................................................... 5
CAPITOLO I: STORIA E CARATTERISTICHE DEL CAFFÈ ....................................... 6
1. Le origini del caffè................................................................................................... 6
2. Cenni sulla composizione ........................................................................................ 8
3. Effetti sulle malattie neurovegetative .................................................................... 15
4. Effetti sul sistema nervoso autonomo .................................................................... 17
5. Effetti sulla memoria ............................................................................................. 18
6. Effetti sull’omeostasi del glucosio......................................................................... 19
7. Effetti sul fegato .................................................................................................... 20
8. Effetti sulla colecisti .............................................................................................. 21
9. Consumo di caffè e cancro .................................................................................... 21
10. Caffè e rischi per la salute ................................................................................. 22
CAPITOLO II: SISTEMA NERVOSO VEGETATIVO .................................................. 24
1. Sistema Nervoso Autonomo .................................................................................. 24
2. Regolazione sistemica operata dal sistema nervoso .............................................. 28
2.1 Innervazione del cuore......................................................................................... 28
2.2 Barocettori ........................................................................................................... 29
2.3 Fattori che influenzano la frequenza cardiaca ..................................................... 30
3. Prove cliniche e stimolazione ................................................................................ 31
4. Heart rate variability .............................................................................................. 34
4.1 Come viene misurata la HRV .............................................................................. 37
CAPITOLO III: STUDIO .................................................................................................. 41
1. Il caffè espresso aumenta l’attività parasimpatica in giovani sani. ...................... 41
2. Soggetti e metodi. .................................................................................................. 42
3. Risultati sperimentali ............................................................................................. 43
4. Analisi statistica. .................................................................................................... 44
5. Risultati .................................................................................................................. 44
6. Discussione ............................................................................................................ 50
Conclusioni ........................................................................................................................ 53
Bibliografia ........................................................................................................................ 54
Sitografia ........................................................................................................................... 58
Riassunto
nel caffè rispetto ad ogni altro prodotto della dieta. Si riscontrano molti altri
tocoferoli, che potrebbero avere un ruolo importante nella sua attività biologica.
Regno Unito.
Negli ultimi anni è stato dimostrato che il consumo di caffè può portare benefici
alla salute in quanto influenza diversi sistemi biologici. Le persone che bevono
cancro del colon, cirrosi epatica e calcolosi biliare. Siccome i benefici del caffè
sulla salute sembrano superare gli effetti negativi, il caffè può essere considerato
un alimento funzionale.
sani sedentari (10 uomini e 10 donne) con età compresa tra i 25 e i 30 anni, lo spettro
supina o seduta. I valori assoluti dello spettro sono stati sommati alle alte (HF) e
alle basse frequenze (LF). Gli spettri LF ed HF sono stati impiegati per valutare
dal caffè o dal caffè decaffeinato. In posizione supina il caffè aumenta HF, mentre
posizione supina.
Introduzione
Questo studio si è prefisso come obiettivo quello di indagare gli effetti provocati
dal caffè sul sistema nervoso vegetativo e di fornire un’analisi accurata di tale
è bere caffè [17]. Solitamente raccomandato come una bevanda da ridurre o evitare
a causa del suo profilo di rischio globale, il caffè è progressivamente passato ad una
posizione meno negativa per la sua meglio conosciuta fitochimica. Il caffè è una
una vasta gamma di effetti psicologici. La lista comprende fino a 1000 composti
fitochimici descritti. Tra questi vi sono i fenoli, fra cui acido clorogenico e acido
CAFFÈ
“A parte la filosofia non conosco un propellente del cervello migliore degli scacchi
e del caffè.”
- Jean Paul
l’altopiano di Kaffa in Etiopia, ricco di colture, ad aver dato il nome alla celebre
che il termine caffè derivi dal turco “kahveh”, a sua volta proveniente da “qahwah”,
che nel linguaggio arabo classico, indicava una bevanda prodotta dal succo di alcuni
semi.
Nella maggior parte delle lingue ha un nome che si assomiglia molto nell'ortografia
e nella pronuncia: con piccole differenze di accento lo chiamano caffè, oltre a noi
italiani, gli altri popoli di razza latina, gli inglesi, i tedeschi, gli olandesi, i danesi,
gli svedesi, i russi, i polacchi, gli egiziani, gli arabi, i persiani e i turchi.
Alla base delle virtù del caffè c’è la caffeina. Nel 1820 fu scoperta ed estratta dal
medico tedesco Friedlieb Ferdinand Runge. Egli dimostrò una curiosità scientifica
e una spiccata capacità di osservazione che fecero presagire la sua carriera creativa
nella chimica analitica. Mentre preparava una medicina con estratto di belladonna,
una goccia gli finì accidentalmente in un occhio ed egli notò la sua pupilla dilatata
e la vista annebbiata. Dieci anni dopo quella sua osservazione gli valse l’invito di
in moltissimi altri prodotti della natura, ed è un miracolo che uomini della maggior
parte del mondo abbiano saputo individuare questa sostanza chimica inodore: i
boscimani del Sud Africa l’estraevano dalle foglie di ciclopia, i neri del Sudan la
aver spinto sin dal principio l’umanità a desiderare la caffeina, che una volta ingerita
più ampie senza produrre in seguito una depressione. Sicché il lavoro prodotto da
un uomo con l’aiuto della caffeina è maggiore di quello senza la stessa, se ne deduce
lavorative dell’uomo non sono state più (ipoteticamente) di dodici ore, ma potevano
[6].
La caffeina fu scoperta quasi per caso agli inizi ’800 in Germania dal giovane Runge
con Johann Wolfgang Goethe, grande bevitore ed amante del caffè. Il filosofo
lamentava il fatto che non lo lasciasse dormire la notte. Chiese, allora, se fosse
possibile separare le molecole che danno il gusto al caffè da quelle che provocavano
l’insonnia.
dallo stato solido a quello gassoso (a temperatura compresa tra 234 e 239°C).
La ritroviamo in numerose piante quali il thè, il cacao, la noce di cola, l’erba mate
e il guaranà; le foglie di thè ne contengono il 2-4% contro l’1-2% dei semi di caffè.
Una tazza di caffè può contenere un range di caffeina che va da 65 mg fino a 360
Studi condotti sul consumo del caffè tra gli adulti canadesi, documentano un
consumo diverso in base all’età. Per uomini di età superiore ai 50 anni, il consumo
di caffè è superiore al consumo di acqua. Inoltre, altri studi dimostrano che il caffè
è una delle più importanti risorse di fenoli, in particolare CQAs. Si contano circa
71 specie di CQAs ritrovate nei chicchi di caffè, frutta e verdura. Nei chicchi di
CQA) è maggiore (40-50 mg/g). Uno studio dimostra che 5-CQA presenta solo
lieve attività pro-ossidante a livelli relativamente elevati (100 e 200 microg/ml),
Tali risultati suggeriscono che, nel processo di tostatura, CQA produca potenti
antiossidanti.
Teobromina (contenuta nel cacao), la loro composizione chimica differisce solo per
Teobromina. In questo risiede la spiegazione dei loro effetti che in parte coincidono
ed in parte differiscono.
dall’intestino, per poi finire nel circolo sanguigno che la distribuisce a tutti gli
I suoi effetti stimolanti dipendono soprattutto dalla sua capacità di infiltrarsi nel
risiede nella sua capacità di attraversare facilmente tale barriera come se essa non
esistesse affatto.
La massima concentrazione di tale sostanza viene raggiunta normalmente dopo
circa un’ora dalla sua assunzione. Il suo assorbimento, però, è più lento se è
Dopo esser stata trasportata dal sangue ai vari organi, giunge al fegato. Tale organo,
urine. La caffeina entra ed esce velocemente dal nostro corpo: l’elevata solubilità
·alcol · sigarette
· asiatici · caucasici
· uomini · donne
· neonati · bambini
· contraccettivi orali
· gravidanza
nessun organo. Il grado con cui una “droga” permane nel corpo è quantificato dal
sostanza chimica presente nel sangue si riduca della metà del suo valore iniziale.
L’emivita della caffeina, per la maggior parte degli individui, è compresa tra le due
e le quattro ore, il che significa che più del 90 per cento viene espulso dal corpo in
dodici ore.
Si possono però riscontrare grandi variazioni in base alla tipologia di individuo che
l’assume.
per cento rispetto agli uomini, tasso rallentato con l’uso di contraccettivi orali.
Neonati maturi 82
Bambini dai 3 ai 4 anni e mezzo 14,4
Nonostante gli strumenti e le tecniche di ricerca degli ultimi anni siano sempre più
agisca sul corpo umano. La teoria più accreditata prende il nome di “Teoria del
Secondo la teoria più recente, essa agisce come un antagonista competitivo dei
Più semplicemente, come per ogni serratura esiste una chiave specifica, così
Il risultato è che quando noi ingeriamo caffeina, siamo meno esposti alla stanchezza
o al sonno che altrimenti avremmo avvertito [3]. La teoria sostiene che la caffeina,
Un limite della teoria in questione però è rappresentato dal fatto che non tutti gli
dell’Etiopia, dove molte delle oltre venticinque specie della pianta di caffè crescono
allo stato selvatico. Malgrado il genere Coffea si divida in quattro gruppi botanici,
il caffè che consumiamo deriva da piante che appartengono tutte al genere Eucoffea.
dell’altopiano etiope, oggi la sua produzione copre circa il 75 per cento del mercato
mondiale.
L’altra specie importate sul piano commerciale è la Coffea canephora, della quale
procurando quindi alle piante un effetto protettivo. Dal momento che con il passare
degli anni la caffeina permea anche il terreno circostante alla pianta, essa riesce ad
resistente della Coffea arabica. Tuttavia, le piante che usano la caffeina come arma
luogo diverso da quello in cui avviene la divisione cellulare, molto vulnerabile alle
tossine. Col tempo la caffeina distrugge la pianta che lo produce, perché negli anni
il terreno si arricchisce sempre più di caffeina, assorbita dalle foglie e dalle bacche
che cadono, al punto da diventare tossico non solo per gli insetti ma per la pianta
stessa. È anche per questo che le piantagioni di caffè tendono a degenerare dopo un
periodo di dieci o dodici anni. In un certo senso, queste piante perdono la vita come
raggiunti negli ultimi anni di ricerca, la conoscenza dei fattori di rischio ambientali
Alcuni dati di studi sperimentali a favore di questa tesi hanno alimentato l’ipotesi
effetto nello sviluppo del declino cognitivo nell’Alzheimer o nella demenza età-
uomini suggeriscono che il consumo di caffè sia anche protettivo contro il morbo
A supporto di tale ipotesi, Ascherio et al. si sono concentrati sulla relazione tra caffè
La ricerca include 47.351 uomini e 88.565 donne che non hanno morbo di
Durante il follow-up (10 anni negli uomini, 16 anni nelle donne) sono stati
era a forma di U (nel grafico), con il rischio più basso osservato per il livello di
Areshad e Cao riportano che l’assunzione moderata di caffeina nei topi sia
simpatico. Monda et al. hanno potuto esaminare gli effetti del caffè sul sistema
nervoso autonomo in persone giovani e sane. Questo studio analizza il ruolo di una
tazza di caffè espresso sulla variabilità della frequenza cardiaca (HRV) con la
spectrum analysis è stata valutata per 150 minuti dopo l’assunzione di caffè
posizione supina che seduta. I valori dell’HRV sono stati aggiunti nelle frequenze
basse (LF) e nelle frequenze alte (HF). Le LF valutano l’attività simpatica mentre
supina. Corti et al. mostrarono che il caffè determina degli aumenti nell’attività
caffè, mentre nei soggetti abituali consumatori di caffè è stato dimostrato il mancato
bevanda [18].
Dato che con tale esperimento è stato dimostrato che anche il caffè decaffeinato
simpatico nei soggetti che abitualmente non assumono caffè [30]. La limitazione di
sostanze contenenti caffeina non è più indicata nel settimo rapporto delle linee guida
o infarto del miocardio. Recenti studi dimostrano che assunzioni abituali di caffè
non siano dannose per la salute ma piuttosto potrebbero avere dei benifici
utilizzate da Koppelstaetter et al. per poter stabilire come il caffè riesca ad attivare
diverse aree del cervello. I soggetti esaminati non hanno assunto caffeina e nicotina
per almeno 24h e hanno digiunato da 4 a 6 ore prima del test. A ciascuno di loro è
stata data una tazza di caffè contenente 100 mg di caffeina o una tazza di una
bevanda priva di caffeina (placebo). Dopo circa 20 minuti tutti sono stati sottoposti
mostrate delle sequenze rapide di lettere maiuscole, poi gli veniva mostrata una
singola lettera e gli veniva chiesto se quella lettera fosse la penultima della
gruppo ha presentato l’attivazione della parte del cervello della memoria di lavoro,
ma coloro che avevano assunto caffè hanno presentato una migliore attivazione del
caffeina cambia l’attività neuronale, come evidenziato dalla fMRI, nella rete di aree
memoria.
Alcuni studi epidemiologici hanno dimostrato che il consumo di caffè sia correlato
alla diminuzione del rischio di insorgenza del diabete mellito di tipo 2 [27]. Altri
riduca la sensibilità all’insulina in tutto l’organismo. Ciò vuol dire che una
componente del caffè, che non sia la caffeina, possa essere responsabile dei benefici
dati dal consumo di tale bevanda. Questa review esamina le specifiche componenti
del caffè che potrebbero agire sulla protezione dal DM2 e le loro possibili
Il consumo di caffè potrebbe anche mediare i livelli dei peptidi gut (polipeptide
possono essere effettuate maggiori ricerche sul ruolo del caffè nello sviluppo e nella
patologie epatiche e i dati ottenuti, grazie alla loro omogeneità, confermano una
cirrosi epatica; malgrado ciò, non è stato possibile confermare il ruolo del caffè
beneficio indotto dal caffè sull’epatocarcinoma può essere attribuito alla relazione
inversa che questa possiede con il rischio di sviluppo di cirrosi epatica. Tale
condizione, però, non risulta molto chiara. Sarebbe opportuno proporre esperimenti
con modelli animali con danno epatico per valutare l’effetto del caffè e/o delle sue
singole componenti, non solo per testare il possibile ruolo causale ma anche per
spiegare il suo meccanismo di azione. Sono utili anche studi clinici prospettici in
doppio cieco.
ridotto rischio di patologie della colecisti anche se, i fattori di rischio per patologie
a carico di tale organo non sono del tutto noti. Per i soggetti che abitualmente
bevono almeno 2 tazze di caffè al dì (473 ml), c’è un rischio di sviluppare patologie
della colecisti sintomatiche ridotto del 60% rispetto a chi, invece, non assume caffè.
cancro, in particolar modo del cancro del colon-retto. Ricerche su modelli animali
supportano studi di chemioprevenzione del caffè. È stato condotto uno studio per
animali e nelle colture cellulari, si è visto che i diterpeni del caffè cafestol e kahweol
Nel piccolo intestino è stato verificato che queste induzioni siano causate da fattori
di cellule di origine umana indicano che gli effetti e i meccanismi osservati in test
animali con C+K siano rilevanti anche per gli uomini. Nel fegato umano delle linee
cellulari sono state transfettate per esprimere AFB (1), attivante i citocromi p450.
La cura con C+K determina una riduzione di AFB (1) legante il DNA. Questa difesa
detossificazione da AFB (1). Inoltre, C+K inibiscono P450 2B6, uno degli enzimi
secondo cui nel caffè siano presenti alcune componenti con attività
riduzione di incidenza del cancro del 3%. In analisi per sottogruppi, tale valore è
pancreatico, prostatico, mammario, oltre che per il carcinoma del colon-retto e per
la leucemia.
10. Caffè e rischi per la salute
sierico, quindi, potrebbe rivestire un certo ruolo in patologie a carico delle arterie
[28]. La caffeina agisce, nella maggior parte dei casi, antagonizzando tutti i tipi di
nei soggetti dipendenti dal caffè [14]. Le evidenze in donne incinte o nelle donne
Il Sistema Nervoso Autonomo innerva la maggior parte degli organi e dei tessuti
effettori, incluso il muscolo cardiaco, le cellule muscolari lisce dei vasi ematici e
svolge in modo inconscio, per tale motivo è talvolta definito sistema nervoso
involontario.
è anche noto come divisione craniosacrale del SNA. Nella porzione craniale, gli
assoni dei nervi pre-gangliari originano dai corpi cellulari localizzati nel tronco
encefalico, che inviano i propri assoni nei nervi cranici. Un importante nervo
cranico è il nervo vago (X paio di nervi cranici), che origina nel bulbo ed innerva
molti visceri, inclusi polmoni, cuore, stomaco, intestino tenue e fegato. Altri nervi
(III), facciale (VII) e glossofaringeo (IX); la parte sacrale, invece, è costituita dai
nervi II, III, IV sacrale, queste fibre trovano un secondo neurone (neurone post-
metameri I-XII toracico e I-III lombare del midollo spinale. Le fibre che si
originano dal midollo spinale possono avere un duplice destino: o si fermano nei
gangli che a livello dell’organo o del tessuto bersaglio. I recettori a livello gangliare
dell’impulso nervoso avviene a due livelli: a livello del ganglio, le fibre pre-
il corpo reagisce a segnali di pericolo, ad esempio, sono le fibre del simpatico che
Da un punto di vista della loro azione sugli organi, le due componenti svolgono le
rilassati
urinaria
ventricolare;
che interagiscono tra loro attraverso una complessa rete di riflessi a feed-back
positivo o negativo.
I vasi, in ogni parte del corpo, ricevono fibre noradrenergiche con azione
fibre colinergiche, che pur decorrendo insieme alle fibre simpatiche, hanno invece
Il controllo nervoso del cuore è mediato dal SNA. Le fibre di tale sistema proiettano
ventricolare [38]. Queste fibre includono sia quelle che appartengono al sistema
nervoso simpatico che parasimpatico. Nei diversi siti cardiaci, i neuroni simpatici e
delle contrazioni cardiache. Gli impulsi simpatici inoltre inibiscono gli effetti della
stimolazione vagale, probabilmente liberando il neuro peptide Y, cotrasmettitore
I nervi simpatici, che determinano costrizione delle arteriole e delle vene, con un
sul cuore.
2.2 Barocettori
Vengono stimolati dalla distensione delle strutture nelle quali si trovano e, pertanto,
la frequenza cardiaca:
Accelerano:
Rallentano:
• Noradrenalina;
• Aumentata attività dei barocettori in arterie, ventricolo
sinistro, circolo polmonare;
• Espirazione;
• Paura;
• Angoscia;
• Stimolazione di fibre dolorifiche nel nervo trigemino;
• Aumento della pressione intratoracica;
3. Prove cliniche e stimolazione
a riflessi barocettivi.
La funzionalità di questi recettori può essere valutata in diversi modi tra cui la
riduzione del ritorno venoso al cuore e attivazione della risposta del sistema nervoso
normali.
Tilt test
Il Tilt test è un particolare esame diagnostico che viene utilizzato per valutare come
semplici [16][42].
et al.1996).
Per poter svolgere l'esame, il paziente deve essere a digiuno. Viene fatto
quindi il paziente rimane in posizione supina - per circa 5 minuti. Nel frattempo, i
parametri vitali vengono continuamente monitorati. Dopodichè, viene inclinato a
eventuali altri sintomi sono registrati ogni 3-5 minuti mentre l’ECG è registrato
La prima parte della prova valuta come la pressione sanguigna risponde all’azione
della gravità.
La seconda parte della prova valuta come la pressione sanguigna risponde ad uno
nitroglicerina.
Se dopo i primi 45 minuti il paziente non manifesta alcuna alterazione può essere
o pulsazioni del cuore misurate dal numero di battito al minuto (bpm). Questo
numero, per esempio 70 b/m, è solo un valore medio, perché in realtà il tempo che
continuazione [10]. La Heart Rate Variability (HRV) è una tecnica utilizzata per
scientifici, negli ultimi anni, hanno dimostrato la sua importanza come indicatore
continuamente.
Gli studi clinici pubblicati sulla HRV hanno infatti riguardato i seguenti argomenti:
1) cardiologia 6) psichiatria
3) depressione 8) asma
4) ansia 9) gravidanza
La HRV non è altro che la variabilità della frequenza cardiaca in risposta a diversi
fattori quali: il ritmo del respiro, gli stati emozionali, lo stato di ansia, lo stress, la
situazione, per meglio far adattare l'organismo alle diverse esigenze [32].
cardiaca, cioè un buon grado di adattabilità psicofisica alle diverse situazioni [15].
La HRV è correlata alla interazione fra il Sistema Nervoso Simpatico e
Parasimpatico.
serie di effetti: accelerazione del battito cardiaco, dilatazione dei bronchi, aumento
della sudorazione.
quando attivato, produce un rallentamento del ritmo cardiaco, un aumento del tono
diventa più calmo e profondo, i genitali, le mani e i piedi diventano più caldi.
psicologico.
Da ciò la grande importanza di avere oggi uno strumento scientifico come la HRV
livello del cuore, ed un software speciale per l'analisi dei dati [37].
In ambito diverso dalla cardiologia, la HRV può essere più facilmente misurata
sangue.
Il sensore rileva le variazioni cicliche del tono pressorio nei capillari delle dita, che
complesso, capace di calcolare la distanza esatta tra un battito cardiaco e l'altro (tale
distanza è espressa in millisecondi). Si può creare quindi un diagramma che esprime
tale distanza.
ogni onda e quindi da qui calcola la distanza esatta in millisecondi fra un battito e
l'altro.
La distanza temporale fra un battito e l’altro viene definito tempo R-R ed è espresso
in millisecondi (ms).
Il tacogramma viene raccolto normalmente nell'arco di 4-5 minuti (cioè vengono
Il software, a questo punto, esegue altre analisi più complesse, attraverso operazioni
quadrato ms^2).
Parasimpatico.
Gli studi e le ricerche degli ultimi 15 anni hanno permesso di distinguere all’interno
rumination).
Nervoso Parasimpatico.
Questa zona di frequenze viene in particolar modo influenzata dal ritmo e dalla
profondità della respirazione [29]. Infine, per l’analisi dell’HVR, sono importanti
Questi ultimi due parametri esprimono il grado complessivo della variabilità della
Il rapporto invece fra Simpatico e Parasimpatico viene invece misurato dal rapporto
fra LF/HF.
CAPITOLO III: STUDIO
1. Il caffè espresso aumenta l’attività parasimpatica in giovani
sani.
L’apporto di cibo influenza l’attività del sistema nervoso autonomo. Questo sta a
vegetativa [24]. L’analisi spettrale dell’HRV risulta essere un metodo non invasivo
Tutto ciò non è altro che una conseguenza dell’aumento dell’attività parasimpatica
non ci sono prove scientifiche che attestino gli effetti su HRV esercitati da una tazza
di caffè espresso, che ha una dose più bassa di caffeina (circa 75 mg).
2. Soggetti e metodi.
Dal dipartimento clinico dietetico della seconda università di Napoli sono stati
analizzati soggetti sedentari (10 maschi e 10 femmine con un’età compresa tra i 25
modo tale che i campioni fossero omogenei. I volontari sono stati definiti sedentari
peso che rimaneva invariato durante gli ultimi 3 mesi, tutti non fumatori, non
I partecipanti digiunavano di notte per almeno 12 ore. I valori venivano rilevati tra
le ore 8 e le ore 10. Prima di effettuare gli esami i soggetti dovevano restare a riposo
Dall’ analisi dei diari è emerso che i cibi che hanno un effetto sul metabolismo della
3. Risultati sperimentali
posizione seduta, prima (periodo di riferimento) e per 150 minuti dopo aver bevuto
invece le altre sostanze rimangono intatte, come viene riportato sull’etichetta del
produttore.
I soggetti sono rimasti seduti durante la pausa di 5 minuti tra le sessioni per la
ogni 30 minuti per 150 minuti dopo aver bevuto la bevanda contenente la caffeina.
decaffeinato. I soggetti non sapevano quale delle 2 bevande fosse usata in ogni
sessione.
L’analisi spettrale di HRV è stata valutata con un ECG della durata di 5 minuti. Il
collegato alla porta seriale del pc; un software realizzato con LabView è stato
utilizzato per l’acquisizione e l’analisi dei dati. Tutte le onde “R” sono state
nel tempo (10 campioni al secondo). A questo segnale è stato poi applicato il “Fast
Fourier Transform” e visualizzato in forma di spettro, i cui valori assoluti sono stati
simpatica e parasimpatica.
4. Analisi statistica.
I valori sperimentali appaiono come valori medi con intervalli al 95%. L’analisi
statistica è stata eseguita con l’analisi di varianza di due fattori e le rilevazioni sono
L’analisi è stata calcolata con il software Systat. Con il test Scheffe Post hoc sono
5. Risultati
i valori di HF. In posizione supina il caffè provoca un aumento dei valori di HF con
una soglia massima a 105 minuti, mentre quello decaffeinato provoca piccole
[F(12,228)=24;P<0,01].
Il test post Hoc ha mostrato che “il gruppo in posizione supina che aveva assunto
caffè” era diverso da quello “sempre in posizione supina che aveva assunto caffè
di caffè o caffè decaffeinato che invece non hanno provocato alcuna alterazione sia
in posizione supina che seduta. Non è stata notata nessuna differenza statistica.
Nella figura 3 sono riportati esempi di spettri in un soggetto in posizione supina con
dell’area nero scuro del grafico (range di frequenza elevato come espressione
non vengono riportati esempi di spettri in un soggetto in posizione supina che abbia
caffè o caffè decaffeinato, perché non ci sono differenze tra le condizioni precedenti
e successive all’assunzione.
Figura 3: Esempi di spettri di potenza per un soggetto supino con pre e post-
iniezione di caffè espresso. Area grigio pallido, bassa frequenza (0,04-0,15 Hz);
buio area grigia, alta frequenza (0,15-0,40 Hz).
Nella figura 4 sono riportati i valori della pressione sistolica in soggetti dopo la
somministrazione di caffè o caffè decaffeinato, che non provocano nessuna
alterazione sia in posizione supina che seduta. Non si sono notate differenze
statistiche.
al momento 0.
Questo studio è il primo a dimostrare come una tazza di caffè espresso sia in grado
parasimpatica, avendo essa una certa influenza sull’attività del sistema nervoso
I risultati di questa indagine sono compatibili con quelli di Rauli ed altri, che non
hanno riscontrato particolari differenze nei parametri di HRV fino a 90 minuti dopo
supina può rivelare gli effetti prodotti da una bassa dose di caffeina, non
Del resto, l’effetto della caffeina sull’attività vagale cardiaca potrebbe essere
verifica una piccola alterazione nell’analisi spettrale di HRV. Tale analisi è stata
Il risultato da noi ottenuto è compatibile con quello di Hibino e altri; per di più,
sperimentale;
molecolari di questi effetti occorrono altri studi. Per giunta, questo esperimento
mostra che una tazza di caffè espresso (75mg di caffeina) non comporta modifiche
l’assunzione di caffeina; quest’ultima ha, quindi, degli effetti non solo su HRV ma
o soggetti ipertesi.
Inoltre, i risultati del presente lavoro sono utili nella gestione di soggetti
bradicardici. Benché occorra una prova diretta per dimostrare che una tazza di caffè
ipertono vagale ad alterazioni di tale ritmo, un aumento del tono vagale indotto dal
parasimpatiche rivelate da tale analisi, ma non da altri metodi non invasivi come ad
Lo studio da noi condotto chiarisce quelli che sono gli effetti della caffeina, una
isolata dal caffè nel 1820 ed è stata oggetto di intensi studi farmacologici e
benefici nella protezione epatica, riduzione del rischio dello sviluppo del morbo di
promotore della buona salute, dove dieta e attività fisica continuano ad avere un
In ogni caso, devono essere effettuati ulteriori studi randomizzati per poter avere
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