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per pazienti
per genitori
per medici
per tutti coloro che tengono alla loro salute
Recensioni................................................................................................. 11
Dall’a u to re ................................................................................................. 17
Introduzione.............................................................................................. 25
• Che cosa è, e che cosa dovrebbe essere la m e d icin a ............. 30
• Terapia dei sintomi. E le c a u s e ? ................................................. 48
• Terapia o fonte di problemi ancor più g ra v i? .............................. 56
• L'industria farmaceutica è l’artefice del m a le ? .......................... 60
• PubMed (Mediine) ti dirà la verità?............................................... 68
• Il sistema im m unitario................................................................... 71
Conclusione................................................................................................ 339
Proprio di questo parlerà il libro “Terapie occultate”. Per alcuni lettori il titolo
può suonare forse come “divagazioni su teorie complottistiche”. Invece,
grazie all’eccezionale talento di un autore-ricercatore, abbiamo un testo
ben documentato, ricco di straordinariamente importanti, ma attentamente
nascosti, risultati di ricerche. Non si basa su supposizioni, notizie casuali
o pensieri di augurio, ma è frutto di una ricerca condotta e raccolta in
diversi angoli del mondo, offerta al lettore in modo tale che la lettura sia
12
Due anni dopo mi capitò tra le mani il libro del prof. J. Aleksandrowicz, poi
una lezione del prof. A. Ozarowski. In seguito mi sono reso conto che fu
una sequenza di eventi a prepararmi all’incontro con il signor Jerzy Zieba
a Katowice, un anno dopo l'incontro con il prof. Ozarowski, oggi scompar
so. Dopo quella lezione non ebbi dubbi: questo è ciò che cercavo, una
conoscenza eccezionale e risultati eccezionali. Questa è la direzione che
dovrebbero seguire pazienti e medici, se questi ultimi non vogliono perdere
la fiducia dei loro pazienti e deludere le speranze riposte in loro.
Se i lettori hanno tra le mani questa “preziosa fonte”, significa che appar
tengono alla categoria dei pazienti attivi e per questo mi congratulo con loro
con tutto il cuore. Il libro di J.Zieba è una guida che orienta i lettori verso
la giusta strada, lontano dalla chimica della medicina moderna, i cui effetti
collaterali spesso sono più pericolosi della stessa malattia per la quale sono
state prescritte. Le indicazioni contenute nel libro sono semplici, naturali
e sensate. Il loro utilizzo, sia come profilassi che come terapia, porta a ottimi
risultati. L’efficacia consiste nella ricostruzione del sistema, attraverso la
rigenerazione degli organi e la “rimessa in sesto” del sistema immunitario,
e dunque nella sua ottimizzazione.
Rafal Baron
(dottore in medicina)
Recensioni 15
Nella seconda parte si rivolge soprattutto ai medici. Che cosa può fare
dunque un malato se non ha la possibilità di accedere a rimedi e metodi
che sono in mano ai medici? Può soltanto cercare un medico che applichi
questo metodo. Non è però un manuale per medici, ma solo un insieme di
indicazioni, con riferimenti precisi a studi condotti e ai risultati raggiunti.
Conosco e applico tutti questi metodi da tanti anni ottenendo risultati spesso
spettacolari. La soddisfazione è immensa quando siamo di aiuto là dove le
autorità mediche hanno rinunciato a terapie ulteriori.
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t Antoni Krasicki
(dottore in medicina)
Dall’autore
In questo libro sono contenute informazioni utili non solo a chi vuo
le prendersi cura della propria salute, ma anche ai medici. Queste
pagine sono effetto del lavoro di tanti anni, di tantissime ore e giorni di
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Quando leggo libri con un gran numero di asterischi o numerini alla fine
della frase, mi irrita la necessità di andare a cercare le note alla fine del
capitolo o del libro. In questo libro non sarà così. Non ci saranno asterischi
o numerini. Tutto si vedrà immediatamente. Forse il testo visivamente non
sarà bello così, ma non a questo aspira il libro.
Dimostrerò anche che il mondo medico forse si è fidato troppo delle indicazio
ni scientifiche ufficiali. Ci siamo spinti troppo nei vicoli delle specializzazioni.
L’uomo non è visto come un tutt’uno. Crediamo che soltanto cose molto
complicate possano aiutarci a curare un male complicato; che ciò che
conta è solo ciò che vediamo sotto il microscopio, meglio se elettronico.
Dall'autore 19
A volte userò uno scherzo, a volte una piccola cattiveria, contando sul
sense o f humour del lettore.
Mi ricordo un aneddoto:
Aegroto dum anima est spes esse dicitur: Per un ammalato finché
c'è vita c'è speranza.
Ringraziamenti (vi prego leggete)
Questo libro l'ho creato nella mia mente per alcuni anni, ma l’input finale
non è partito da me. È arrivato da altre persone e per questo vorrei ringra
ziarle tanto.
Scrivere un libro così non è facile perché non si tratta solo di conoscenza.
E sicuramente non sarebbe nato senza l’appoggio di una persona, a me
particolarmente vicina e preziosa, come Halina Kostka. Grazie al suo
appoggio, cura e incredibile ottimismo, il libro ha visto la luce del giorno.
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Ringrazio tanto per i preziosi consigli essenziali, e non solo, Janusz Nawolski,
di Wroclaw, farmacista dotato di conoscenze molto superiori a quelle fornite
dai “programmi universitari”.
http://www.czytelniamedyczna.pl/3848,wspomnienie-
o-doc-dr-hab-n-farm-aleksandrze-ozarowskim.html
Nobile salute,
nessuno saprà
che gusto hai,
finché non ti guasterai.
Nobile salute,
nessuno saprà,
che gusto hai,
finché non ci costerai.
“Il patrimonio della mia famiglia ammonta a circa 50 milioni di zloty, darei
tutto, fino all’ultimo centesimo, per vivere, e so che sto morendo." E purtroppo
la signora Joanna è stata sepolta due mesi dopo il nostro incontro. I soldi
non le sono serviti a nulla. Quando godiamo di buona salute, contano per
noi lavoro, carriera, soldi, casa, famiglia, vacanze, macchina..., senza la
salute niente ha importanza.
esempio di salute”, oppure “Perché proprio io? Ho solo 27 anni, come mai
ho un tumore?”
Tutto ciò sgomenta? Certo..., questo libro potrà provocare uno shock perché
svela fa tti piuttosto sconosciuti ai pazienti, ma - quel che è peggio - sco
nosciuti anche ai medici.
“Al massimo 3/6 mesi”: secondo gli oncologi questo è il tempo che rimane
al paziente con un tumore al pancreas con metastasi. Ma si può allungare
la vita di questi pazienti anche di 3 anni o forse di più, e senza la chemio?
Si può: è un fatto.
esempio di salute”, oppure “Perché proprio io? Ho solo 27 anni, come mai
ho un tumore?”
Tutto ciò sgomenta? Certo..., questo libro potrà provocare uno shock perché
svela fatti piuttosto sconosciuti ai pazienti, ma - quel che è peggio - sco
nosciuti anche ai medici.
“Al massimo 3/6-mesi”: secondo gli oncologi questo è il tempo che rimane
al paziente con un tumore al pancreas con metastasi. Ma si può allungare
la vita di questi pazienti anche di 3 anni o forse di più, e senza la chemio?
Si può: è un fatto.
Quando il dott. Ernst Krebs isolò il laetrile, sostanza che chiamò “Vit. B17”,
sottoponendola a intensi studi, e il dott. Binzel per lunghi anni somministrò
ai pazienti, aiutandoli anche in stadi avanzati dTtumor^molto più efficace
mente che con la chemio o radioterapia, anche essi speravano che una
sostanza cos) semplice, poco costosa e nello stesso tempo cosi efficace,
avrebbe potuto aiutare malati, spesso senza speranza.
Foto 1: aspetto del paziente dopo 11 anni Foto 2: lo stesso paziente dopo solo due
di terapie mesi di terapie alternative
Mi rendo conto che non tutti i lettori sono dermatologi. Ma c'è bisogno di
esserlo per notare la differenza?
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In altre parole: lui guarisce. Dunque è logico porsi di nuovo la stessa do
manda di prima: in questo caso lui è un medico?
Una donna molto anziana, nella sua piccola casa in campagna, da più di
45 anni ricompone complicate fratture delle ossa. Riesce a farlo con tale
maestria che i medici ortopedici rimangono esterrefatti. Anzi, tante volte
sono loro stessi, ovviamente in segreto, a indirizzarle i propri pazienti,
particolarmente quelli con fratture complicate. La donna non ha nessuna
formazione medica, ma... aiuta migliaia di persone che senza le sue cure
sarebbero rimaste disabili per il resto della loro vita. Questa donna guarisce
persone? Sì. Allora è un medico?
Quando ero piccolo, mio padre da diversi anni era seriamente malato (cuo
re e tiroide). I medici non riuscivano ad aiutarlo in nessun modo. Lo aiutò
qualcuno che non era medico. Quel qualcuno abitava in un paesino, curava
esclusivamente con vitamine, minerali, dieta, integratori che in quel periodo
importava dagli USA in modo solo a lui conosciuto. Guarì mio padre in un
solo mese. Un caso?
Probabilmente no... Visto che ebbe una fila infinita di pazienti perché... era
efficiente. Guariva l’inguaribile. Perché? Perché sapeva come! Lavorava
senza tregua, tutto il giorno. Non aveva una tariffa fissa, si accontentava di
ciò che gli offrivano. Alle 12 e alle 18 faceva un’ora di pausa.
Ma non andava a riposarsi sul letto: in quelle ore di pausa diceva la messa. Era
un sacerdote, ma solo un sacerdote? Peccato che, purtroppo, non ci sia più.
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Il problema è che, come si vede in tanti casi, terapeuti senza una formazione
medica ufficiale guariscono persone. Ed è un grandissimo problema, anche
perché dovrebbero essere guarite dal proprio medico. Che cosa si può fare
quando un medico formato regolarmente non riesce a debellare la malattia
e prepara il paziente al fatto che “sarà sempre peggio”? È senz’altro un
problema, ma... come chiamare la situazione in cui qualcuno senza istru
zione medica arriva a guarire una malattia mentre il medico non riesce?
Tanti lettori conoscono queste situazioni.
Quante volte si sente dire che il paziente, appena ha osato fare doman
de, è stato trattato male dal medico. Quante volte diversi pazienti, dopo il
mancato risultato di terapie mediche, suggeriscono un metodo “alternativo”,
citando esempi o addirittura letture mediche, ecc?
“Non è possibile..'., è soltanto uno scambio di ioni, non serve a niente, pro
vocherà subito calcolosi”. Ho ribadito: “Questo metodo è usato con grande
successo da più di cinquant’anni, senza effetti collaterali, con effetti tera
peutici descritti in centinaia di studi scientifici; effetti così non si ottengono
con nessun altro metodo, si salvano persone in stato di coma.”
Qui mi sono sentito arrivare una paterna pacca sulla spalla e la risposta:
“Lei vive nel mondo dei sogni.” Ed io: “Questi sono FATTI scientifici e non
miei sogni; dispongo di materiali che lo confermano e che sono a sua
disposizione in ogni momento.” Ho sentito solo: “Sì, sì..., sono occupato,
arrivederla”
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Sì, bisogna essere molto umili per approfittare delle conoscenze di un di
lettante. Ma... davvero un dilettante? Chi in questi casi è un vero dilettante?
Per un paziente che continua a soffrire, soprattutto dopo aver sfruttato tutti
i metodi offerti dalla medicina ufficiale, conta solo il RISULTATO e non un
diploma sulla parete. Chiedete a qualunque malato stanco della sua ma
lattia cronica. La mancanza di conoscenza non giustifica, ma in qualche
modo la si può ancora spiegare. Ma la non-volontà di conoscere strumenti
necessari alla cura è veramente inammissibile e dovrebbe essere punibile.
Come dice un vecchio proverbio, “bisogna imparare anche dal diavolo”.
Gli raccontai di almeno altri 4 casi in cui avevo salvato i piedi dei pazienti
dall'amputazione quando avevano già un appuntamento per quel tipo di
“terapia". E quando dissi che avevo raggiunto quel risultato esclusivamente
attraverso il cambiamento della dieta, allora, in poche parole mi arrivarono
insulti del tipo “ma chi sei, chi è tua madre...” ecc.
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Forse proprio questo libro sarà un punto di partenza per coloro che scrivo
no le leggi per noi, e particolarmente per chi di loro mette i medici davanti
a scelte terribili del tipo: “potrei guarire il malato, ma...mi puniranno per
questo”. Che assurdità! Come si può mettere un medico in una situazione
simile?! Ciò crea enormi frustrazioni che spesso portano all’abbandono della
professione formale come “dott. in medicina” per diventare un medico di
medicina naturale. Lui (con grande fortuna dei pazienti) non è sottoposto
a queste assurde limitazioni, anche se so che “si sta lavorando per limitare
anche medici di medicine alternative...”. A chi nuocerà?
Qui sorge però un altro problema: il medico polacco medio è persona che,
molto spesso, coniuga il lavoro ospedaliero con la pratica privata, svolta
in lunghe ore dopo il lavoro in ospedale. Anche se è soltanto un libero
professionista, dedica al lavoro molto più di 8 ore al giorno. Se non svolge
pratica privata, spesso, spinto da necessità finanziarie, fa straordinari
all’ospedale, in ambulatorio o turni al pronto soccorso, ecc. Se aggiungia
mo a questo i suòi doveri familiari, possiamo aspettarci che abbia ancora
il tempo di leggere, con pazienza benedettina, decine di studi scientifici,
clinici, rapporti, ecc., scritti con terminologia complicata e il più delle volte
in lingua inglese? Ogni uomo ha i suoi limiti alla resistenza fisica. Anche un
medico.
Per questo motivo quando parlo con pazienti frustrati, dico loro apertamente:
Durante gli studi i futuri medici ricevono “tonnellate” di nozioni teoriche, a volte
inutili; hanno esercizi pratici da eseguire, ecc. Questo formale processo di
insegnamento accademico un giorno termina. Diciamo che il medico deve
studiare sempre. È ovvio. Indipendentemente dal fatto che abbia 5,15 o 20
anni di pratica. La domanda è la seguente: quando termina l’educazione
formale, che cosa vuol dire “aggiornamento continuo”? Significa forse che
arriverà qualcuno ad informarlo sugli ultimi metodi di curare, per esempio,
tumori, articolazioni, lupus, malattie coronarie, sclerosi multipla, osteopo
rosi, ecc, senza utilizzo di farmaci? Ma scherziamo? I medici partecipano
a tanti corsi dove in verità si insegna quale farmaco prendere e quando.
Ma CHI organizza questi corsi, chi li finanzia e chi c’è veramente dietro?
Sono loro che “formano” grazie ai professionisti che conducono questi corsi.
Quando si scoprì che l'amigdalina, isolata dal dott. Krebs da semi di albi
cocca, fa morire come mosche le cellule tumorali, si scatenò un inferno! T
dott. Krebs non era un medico, chiese quindi a un amico medico di provare
a somministrare^amigdalina^precisamente il laetrile, cioè la ^ it. BV7]) ai
suoi pazienti malati di tumore. Questo amico fu il dott. Binzel, memore del
giuramento di Ippocrate. Somministrando amigdalina per via endovenosa
salvò la vita a tante persone, dimostrando la sua efficacia nella terapia del
tumore. Negli ambienti delle industrie farmaceutiche fu panico totale.
Si chiedevano: “Di che si tratta?”, “Si è scoperta una sostanza naturale che
distrugge le cellule tumorali lasciando intatte quelle sane. Funziona come la
chemioterapia, ma senza effetti collaterali. Dove è presente questa sostan
za? Quasi in ogni frutto, nel miglio, semi di mele, cere, amarene, prugne,
dappertutto! Una sostanza NATURALE, dunque non la si può brevettare,
non possiamo ricavarne guadagni da capogiro! Anzi... può sostituire i no-
stril prodotti, i farmaci chemioterapici con i quali guadagniamo miliardi!”.
Subito fecero ricorso ai più pesanti mezzi legislativi, mobilitarono tutte le agen
zie governative negli USA, compresa la FDA (Food and Drug Administration
-Agenzia per Alimentazione e Medicine), per lottare contro questa sostanza
naturale. Dipendenti della FDA, scoperte le loro menzogne in tribunale, per
poco non persero il diritto di esercitare la loro professione. Intorno aH’amigda-
lina si scatenò una tale psicosi che alcuni paesi ne vietarono l’importazione!
Negli USA fu vietato qualsiasi prodotto contenente semi di albicocca. Anzi,
se in un negozio alimentare sulla stessa mensola c’erano, per esempio, pac-
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Paura anche dei propri colleghi, paura di essere derisi, isolati dall’ambien
te, ecc., perché, come ho già detto, l’ambiente è particolare. Preferiscono
scegliere la strada più semplice e più sicura, dettata dal protocollo... Se il
colesterolo è alto si prescrivono le statine; per le artriti gli antiinfiammatori;
per l’asma la stessa cosa; per il raffreddore, di nuovo... le solite cose. Non
parlerò nemmeno degli antibiotici.
Da quel che so, non hanno neppure un’ora di lezione sui rimedi vegetali
o sull’erboristeria. In questo modo “elegante" si tralascia una bella fetta di
preziosa conoscenza medica. Conoscenza utile non solo al medico, ma...
soprattutto al paziente. Perché succede questo? Perché una conoscenza
fondamentale come l’influenza dell’alimentazione sulla salute dell’uomo
è a un livello così basso?
Basta sentire, alla radio o in TV, “dietologi diplomati” per capirlo. Come si
può essere di diverso parere quando sento una dietologa, supportata da
una professoressa di medicina, dire che per prevenire l'osteoporosi bisogna
assumere integratori di calcio, mangiare molti alimenti contenenti calcio
e, ovviamente, bere molto latte? Per queste signore il tempo si è fermato
a circa 30 o 40 anni fa.
Per cui ripeto: arriverà il tempo in cui anche gli stessi istituti e i loro titolati
dipendenti (che oggi non ne vogliono sapere di metodi alternativi alle te
rapie antitumorali o di altre malattie croniche) un giorno annunceranno ai
media grandi “rivelazioni”, che menti mediche più illuminate conoscono da
tanti anni.
Per questo motivo non perdo neanche un minuto in inutili discussioni con
i “dottori in medicina” la cui posizione è “io so meglio di tutti”, ecc. Invece,
senza esitare, parlo con quelli di mente aperta, assetata di conoscenza, per
i quali il bene del paziente costituisce la priorità assoluta. Esistono medici
così? NATURALMENTE! Ho una fortuna immensa, il piacere e l’onore di
collaborare con loro.
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In ogni caso non generalizzo, perché so che ci sono medici dotati di vera
vocazione, ma ce ne sono anche di cialtroni, pigri e svogliati, e - ovvia
mente- esistono anche i businessmen che prediligono il guadagno come
priorità, in ogni professione. Quando una guarnizione perde, la macchina
riparata da un “maestro del mestiere” non va come dovrebbe, la parete di
casa non è perfettamente verticale o le piastrelle in bagno sono leggermen
te storte, ecc., si riesce a sopravvivere. Nel caso di “cialtroneria” medica
le cose si complicano. Molto spesso la soluzione di un problema medico
è semplicissima. Basta informarsi. Si può, basta volerlo.
Vorrei che questo libro fosse utile non solo ai medici ma anche ai pa
zienti. Laddove potrò, farò riferimento a studi medici o clinici ben precisi.
Non si tratta solo di come curare ma, soprattutto, di come prevenire le
malattie. È un argomento “fiume", ma è veramente compreso? Sappiamo
veramente che cosa vuol dire prevenire? Come prevenire, per esempio,
i tumori? Darò una medaglia a chi, nell’universo di “programmi di preven
zione”, comitati, organizzazioni, programmi radio e televisivi, riviste, ecc.,
troverà qualcosa di CONCRETO sulla prevenzione dei tumori. In genere
le indicazioni sono di questo tipo: non fumare, mangia più frutta e verdure,
passa più tempo all’aria aperta, fai moto, ecc. Tutto vero, ma., tutto ciò
ci proteggerà dal tumore? Se così fosse, le persone che non fumano,
mangiano frutta e verdure, fanno sport, ecc., non si ammalerebbero di
tumore. Sappiamo però che non è così. C’è qualcosa in più che possiamo
fare per proteggerci da questo male? Ovviamente c’è. Ma... chi lo sa?
Chi ne parla?
Introduzione 47
Sia mammografia che colonscopia non hanno NIENTE a che fare con la
prevenzione dei tumori. Da dove viene l’abitudine, in tanti “programmi di
prevenzione”, di indicarli come forma di prevenzione? La mammografia non
è profilassi, è soltanto “DIAGNOSTICA” medica.
(
abbia prevenuto l’insorgenza del tumore al seno. Al contrario, come
si sa, la mammografia favorisce l’insorgenza dei tumori.
Nel nostro organismo ogni giorno si formano cellule con un DNA dan
neggiato. Sì, potenzialmente sono cellule tumorali. Perché dunque non
tutti si ammalano di tumore? Succede principalmente perché (anche se
ci sono comunque altri motivi) il nostro sistema immunitario è in grado di
identificare queste cellule e di distruggerle. Quando però il sistema immu
nitario non lavora correttamente, non è in grado di svolgere il lavoro per il
quale è stato creato. Non è in grado, quindi, di identificare e distruggere
le cellule tumorali. L’effetto di questa disfunzione del sistema immunitario
è una crescita irrefrenabile di masse tumorali, che il più delle volte si pre
senta (ma spesso per molto tempo è silente) come un “nodulo tumorale".
Che cosa è dunque quel nodulo tumorale che non si forma senza una
ragione? Il nodulo tumorale è un SINTOMO che segnala l’inefficienza
del sistema immunitario in un organismo. In tal caso dunque è corretto
classificare questo stato come “malattia tumorale”? Direi di no, perché
è evidente che la causa della formazione del nodulo è la disfunzione del
sistema immunitario. Per cui non esiste, secondo me, la “malattia tumora
le”, esiste invece la malattia del sistema immunitario. È difficile non essere
d'accordo, è pura logica. Se così è, perché la medicina accademica, con
irrefrenabile testardaggine, lotta contro un sintomo e non contro la causa?
Dove è la logica?
Quando però si tratta di colesterolo un po’ più alto, si dimentica tutto que
sto. Eppure nulla succede senza una ragione. Se il livello di colesterolo
è alterato, ci deve essere una ragione per cui l'organismo (principalmente
il fegato) comincia ad aumentarne la produzione. Succede quando, per
qualche motivo, l’organismo ha bisogno di maggiore quantità di colesterolo.
Che motivo può esserci? Il più delle volte è uno stato infiammatorio, ma non
solo. In altre parole, nella maggior parte dei casi, un alto livello di colesterolo
nel sangue è un indicatore (marker) di qualche disagio. Per cui l’alto livello
di colesterolo è UN SINTOMO di uno stato patologico.
Gli studi sopra mettono in luce “solo” la mortalità di pazienti con by-pass
dopo oltre 10 anni. E anche le altre complicanze che spesso si verificano
dopo interventi chirurgici di questo tipo, come, per esempio, infarto, ictus,
emorragie nella sede del bypass, infezione della ferita e all'interno della
cassa toracica, polmonite, insufficienza renale acuta, embolia polmonare.
Altri postumi sono possibili come, per esempio, problemi di memoria. Questo
per quanto riguarda i by-pass e gli stent che tendono a rioccludersi dopo
breve tempo.
Che cosa è meglio, dunque, EDTA o bypass? Ma forse non sarebbe meglio
prevenire l'aterosclerosi? Se prevenire è meglio, i lettori sanno già come
fare.
Per me, di nuovo, sorge un problema: tutto questo dovrebbe essere una
conoscenza COMUNE, insegnataci dai medici e non riportata in un libro
scritto da qualcuno senza il diploma di “dottore in medicina”.
Per quanto riguarda le malattie croniche, però, siamo allo stesso punto di
decine d’anni fa. Di queste patologie “si curano” solo i sintomi o si alleviano
1disturbi. Non abbiamo risposte alle domande su come curare, per esempio,
sclerosi multipla, diabete, lupus, mucoviscidosi, sclerodermia, tiroidite cro
nica (morbo di Hashimoto), colite ulcerosa del colon, asma, morbo di Crohn,
morbo di Buerger, oppure artrite reumatoide, osteoporosis o tumori, ecc.
La stessa cosa accade nel caso, per esempio, dell’artrite reumatoide: corti
sone e.... il dolore sparisce. Il paziente è felice, anche se il suo fegato, reni,
intestino e sistema circolatorio,ecc., sono notevolmente meno entusiasti.
Sì, sì... sento già voci di protesta: non sempre viene usato il cortisone
perché abbiamo farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS), come per
esempio, aspirina, ibuprom, ibuprofene, ketonal, acard tylenol, celebrex,
ecc. Ce n'è una marea. Questi “farmaci” abbassano l’efficienza del
sistema immunitario(i), al contrario di tante erbe che, quando ci amma
liamo, lo stimolano ad un lavoro più intenso. Possiamo comprarli quasi tutti
senza ricetta, per esempio a un distributore di benzina. Dicendo “non sono
steroidi”, si è addormentata la nostra attenzione. Si è addormentata anche
l’attenzione di circa 16.500 americani che sono deceduti negli USA, in un
solo anno, dopo aver usato proprio farmaci antiinfiammatori non steroidei.
È finita qui? No, perché questi 16.500 decessi sono una media annuale
e non un singolo episodio. La cosa peggiore è che, in tutti i casi, questi
“farmaci” venivano usati secondo le indicazioni della casa produttrice.
Vale la pena di notare che il numero di decessi in seguito all’uso dei FANS
(16.500 casi) è quasi uguale al numero di decessi causati dal virus HIV
(16.685 casi) e quasi tre volte più alto del numero di decessi causati dal
tumore del collo dell’utero (4.441 casi). E nonostante ciò, non si odono
segnali d’allarme.
E altri farmaci? Si stima che, soltanto negli USA, gravi effetti collaterali
indotti dai farmaci compaiono in più di 2.2 milioni di persone all’anno, e più
di 100.000 muoiono per questo motivo.
Introduzione 57
Questi dati sono spaventosi? Probabilmente sì, per i lettori. Questi dati sono
veri? Direi di no, perché sicuramente la realtà è peggiore. Userò i dati che
riguardano errori medici: Qui sono citati gli studi scientifici:
Studi che spiegaho come mai non tutti i casi di errori medici vengono
dichiarati. È ovvio, solo una piccola percentuale di errori viene dichiarata
dal medico stesso o dal suo superiore perché ciò comporta tutto un ven
taglio di seri problemi per il medico o per l’istituzione per cui lavora... Chi
dichiara dunque questi errori? Il più delle volte la famiglia o il malato stesso,
se sopravvive. I dati nelle fonti citate indicano che viene dichiarato solo il
5-20% dei casi di decesso. E il resto? Gli autori di questi studi stimano
che - considerando tutti casi non dichiarati - la mortalità per errori iatrogeni
(solo negli USA) supererebbe considerevolmente gli 800.000 casi annui.
Se così è, si può ipotizzare, come ho scritto sopra, che “negli USA, gravi
effetti collaterali dei farmaci usati compaiono in più di 2.2 milioni di persone
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all'anno e più di 100. 000 muoiono per questo motivo”? In altre parole,
TUTTI i casi di gravi effetti collaterali in seguito all'assunzione di farmaci
vengono dichiarati? Tutti i decessi in seguito all’assunzione di farmaci sono
segnalati? Con grande probabilità si può dire di no. E ciò nonostante che
il sistema americano di segnalazione di questi casi e l’esistenza di diversi
tipi di meccanismi di controllo, ecc, siano molto strutturati. E come è la
situazione in Polonia? Non ho dati credibili.
Da qui si evince che i medici sono 9.000 volte più pericolosi dei detentori
di armi da fuoco.
Tanti pazienti sempre più spesso cercano soluzioni nella medicina alternati
va. Che cosa significa il termine medicina alternativa o non convenzionale?
Nella maggior parte dei casi vuol dire: terapia con uso di sostanze naturali,
esistenti in natura, a differenza dei farmaci sintetizzati artificialmente.
Da circa 50 anni tanti medici, utilizzando con cura vitamine scelte e altre
sostanze nutrienti, riescono a guarire “l'inguaribile" sclerosi multipla, lupus,
psoriasi, morbo di Alzheimer, artrite reumatoide o schizofrenia: il tutto senza
costosi farmaci, senza effetti collaterali. Seguono ora le regole della cosid
detta medicina ortomolecolare (Orthomolecular medicine). Questo termine
fu introdotto dal dott. Linus Pauling. Parleremo ancora di lui nel capitolo
sulla vitamina C. Il prefisso “orto”, dal greco “òp0óc;”, significa “giusto”. La
medicina ortomolecolare si occupa di terapie che applicano alte dosi di
vitamine e altri nutrienti, insieme a una dieta adeguata, nelle giuste dosi
per ogni organismo, in determinati stati di malattia. Gli effetti sono più che
spettacolari. Purtroppo, poco tempo dopo aver introdotto questo concetto,
il dott. Linus Pauling è stato quasi rinnegato, “scomunicato” daH’ambiente
medico. E ciò non sorprende più nessuno.
Noi, però, quando curiamo un paziente, non gli forniamo le sostanze di cui
ha bisogno. Lo riempiamo di sostanze chimiche prodotte artificialmente.
Sono sostanze sintetiche, non naturali e, per essere esplicito, “il nostro
fegato non sa di che farsene, deve espellerle”. Ogni farmaco ha una lun
ghissima lista di effetti collaterali. Effetti che - come sappiamo - colpiscono
non solo il fegato.
http://www.lef.org/magazine/mag2002/oct2002_awsi_01.html
Per questo motivo solo le ditte con un enorme capitale possono permettersi
gli studi clinici richiesti dalla FDA. Questi costi devono essere in qualche
modo compensati. Sono pagati dal paziente o dallo stato in cui è venduto
il farmaco (grazie alle tasse pagate dal paziente).
Effetti: inimmaginabili profitti ricavati che, nel caso dei farmaci, possono
arrivare a percentuali esorbitanti.
lore hanno, dunque, tutti questi studi clinici e le valutazioni dei funzionari
FDA? Oltretutto il 95% di questi studi viene non solo sponsorizzato, ma
anche condotto dalle ditte farmaceutiche che producono il farmaco. Più
del 75% dei più grandi scienziati in campo medico è retribuito dall’industria
farmaceutica. Il Journal of American Medicai Association (JAMA), analiz
zando nel 2002 i dati dei farmaci ritenuti idonei al commercio, concluse
che le informazioni che li riguardavano erano soggettive addirittura nel
90% dei casi!
Una delle più prestigiose riviste mediche, il New England Journal of Medicine,
nel 1993 riportò la notizia che già nel 1990 il numero dei pazienti che
si affidavano a terapeuti praticanti medicina alternativa superava il
numero dei pazienti dei medici accademici.
Introduzione 65
Tutti noi siamo a conoscenza di casi di malati per i quali la medicina acca
demica non ha potuto fare più niente e, non avendo più niente da offrire, il
paziente è stato lasciato solo con la sua sofferenza. Quante volte sentiamo,
nel caso di tumori: “bisogna assicurare una morte dignitosa, non possiamo
fare altro” Si dice apertamente che non c’è speranza, che il paziente sta
morendo. E quando la famiglia “non molla” e supplica di applicare “metodi
alternativi”, la risposta è unica: NO. Il medico “ha mollato". A mio parere
è una sorte di eutanasia. Vietata dalla legge! È il medico che condanna il
paziente alla morte. Non sono “parole a vanvera”, conosco personalmente un
grandissimo numero di pazienti - e la letteratura è piena zeppa di casi - in
cui il medico (?), in modo del tutto disumano, ha lasciato morire il paziente
e qualcun altro lo ha guarito. E allora? Allora spesso viene punito il medico
che guarisce. Quello che invece abbandona e lascia morire il paziente
rifiutando altri metodi, è libero. Perché un medico, in Canada, ha perso il
diritto di esercitare la professione? Perché somministrando 50.000 Ul di
vitamina D, guariva bambini dall’asma. Sottolineo: subito, efficacemente
e senza effetti collaterali. Dobbiamo vivere in un mondo così? C’è un motivo
per tutto questo? Eh sì, c’è.
Un metodo efficace, ma che non si può brevettare, non può essere applicato
perché non farebbe la fortuna di nessuno.
Lo stesso vale per il commento che, se tali studi non hanno trovato posto tra
le pubblicazioni appartenenti alla cosiddetta lista di Filadelfia, il loro valore
è minimo (le pubblicazioni scientifiche che si trovano nella lista di
68
Nella lingua inglese è in uso, nel linguaggio medico, il termine poco felice
“anecdotal evidence”: niente a che vedere con aneddoti, si riferisce sem
plicemente a “dati non confermati”, a osservazioni di un medico sui suoi
pazienti. Spesso,-però, udendo questa espressione, molti medici sono portati
a ignorare del tutto certi contenuti. Il più delle volte queste osservazioni
di “anecdotal evidence” hanno un grandissimo significato. Contengono
qualcosa di molto importante, anche se non emerge da studi clinici ufficiali.
Se, per esempio, un medico riesce a bloccare per alcuni anni il progresso
di una malattia tumorale o addirittura a ottenerne il regresso totale senza
chemioterapia, senza i suoi effetti collaterali... non sarebbe il caso di appro
fondire subito? Se una malattia è classificata come “inguaribile”, a me non
importa se la sua guarigione è stata ottenuta solo in UN CASO. Occorre
approfondire accuratamente. Come mai si è verificata la guarigione? Come
quel medico o terapeuta ha potuto ottenere un certo risultato? Che importa
se in un solo caso? Forse per ora un solo caso? Un detto dice: “se solo un
corvo è bianco, vuol dire che non tutti i corvi sono neri”.
Le banche dati delle ricerche mediche sono piene di informazioni sul basso
livello di vitamina D in pazienti con malattie croniche. Lo confermano fonti
diverse tra di loro e - se così è - la logica vorrebbe che ci si preoccupasse
di alzare questo livello.
di alte dosi (che si rivelarono senza effetti collaterali, come ho detto prima)
ha portato, a volte, alla regressione di alcune apparentemente inguaribili
malattie. Ciò di nuovo ci induce a confermare la seguente tesi formulata da
alcuni medici, e non solo medici: non esistono malattie inguaribili, siamo
noi che non sappiamo COME guarirle. Per questo motivo, OGNI caso di
guarigione di una malattia descritta dalla medicina accademica come “in
guaribile”, dovrebbe essere considerato e studiato con serietà.
Come farlo? Di questo parla il libro e - spero - anche gli altri che seguiranno.
Il sistema immunitario
Che cosa, dunque, è necessario per mantenere questo equilibrio, per non
ammalarci? In parte conosciamo la risposta, ma... solo in parte. Perché
non sappiamo tutto? Perché la nostra conoscenza odierna è insufficiente
per capire tutti i processi che avvengono nel nostro organismo. Comunque
sappiamo già QUALCOSA...
Per funzionare bene il sistema immunitario, per esempio, deve avere a di
sposizione le tante sostanze di cui necessita. Come ho già accennato, non
le elencherò. È sufficiente dire che sono necessarie giuste proteine, vitamine
e minerali. Anche i batteri sono molto importanti per il nostro organismo.
Invece grande ostacolo è costituito dai metalli pesanti, dai parassiti e da tutta
una gamma di varie tossine che provocano il cosiddetto stress ossidativo,
(per esempio pesticidi, erbicidi, farmaci, ecc.).
i
Dekkers JC, van Doornen LJP, Kemper HCG. The role of antioxidant
vitamins and enzymes in thè prevention of exercise-induced
muscle damage. Sports Med. 1996; 21: 213-238.
I radicali liberi ossidano il colesterolo LDL, che in questo modo diventa peri
coloso. I grassi insaturi costituiscono gran parte di ogni membrana cellulare
del nostro corpo. Il danneggiamento di questi lipidi ha serie conseguenze
per la nostra salute.
Molti scienziati ritengono che tutte le malattie sono il risultato dello stress
ossiaattVtT' --------------------- ----- - ------
Non c’è bisogno di dilungarsi oltre, ineseguito, nel libro, useremo il ter
mine "stress ossidativo”: per questo ho ritenuto utili alcuni chiarimenti in
proposito.
Vitamina C: il volto sconosciuto
Risulta proprio di sì. Tutti sanno che in caso di raffreddore il medico prescrive
una qualche dose di vitamina C , più... l'antibiotico. Mi chiedo se l'antibio
tico sia necessario. Sappiamo che adesso l'utilizzo di certi farmaci, come
gli antibiotici, lascia segni nel nostro organismo. Basta leggere il foglietto
illustrativo allegato a qualsiasi antibiotico. La lista degli effetti collaterali
di solito è più lunga degli effetti positivi sperati. L'utilizzo prolungato, poi,
provoca veramente seri effetti negativi.
6 grammi di vitamina C ! Una dose così alta non fa male? Migliora qualco
sa? “E i reni?”, si chiederanno quasi tutti, pazienti e medici. Una dose così
alta non provocherà al paziente problemi maggiori della malattia stessa,
più effetti collaterali dell'antibiotico che assume? Possiamo utilizzare solo
la vitamina C al posto dell'antibiotico?
Sono tutte domande importanti, sia per il medico che per il paziente.
Importante è sapere la risposta della maggior parte dei medici. Risponderanno
subito che dosi così alte di vitamina C possono essere nocive. Pochi diranno
che non possono-esserlo. In molti dibattiti i medici per principio affermano
che si rifiutano di prescrivere alte dosi di vitamina C, ma in nessun dibattito
a cui ho partecipato sono stati in grado di motivarlo. Più spesso hanno ci
tato il cosiddetto fabbisogno giornaliero, pari a 80mg per la donna e 90mg
per l’uomo!
Il dott. Robert F. Cathart ha curato con alte dosi di vitamina C più di 11.000
pazienti.
Notò che un organismo sotto stress emotivo o fisico (per esempio infiam
mazione, stato post-operatorio, infezioni batteriche, intossicazioni, ecc)
aumenta notevolmente il consumo di vitamina C. In tali condizioni il livello
ematico di vitamina C cala bruscamente fin quasi allo zero (!) se non si
provvede ad una sua somministrazione in dosi massicce. Quali dosi? Ci
arriveremo più avanti.
è curioso che non presero in considerazione questo fatto? Tra l’altro an
che dai loro stessi studi emergeva questo tipo di comportamento della
vitamina C!
Mi sembra che il dott. Levine e il suo team avrebbero dovuto seguire solide
procedure, ben progettate, come richiesto dagli standard descritti prima
e applicate negli studi medici. Altrimenti non hanno alcun valore rilevante.
Purtroppo questi studi furono svolti su persone giovani e sane. Anzi: all’inizio
esclusivamente su uomini. Eppure sarebbe stato ingenuo ipotizzare che le
raccomandazioni, in base all’esito di questi studi, riguardassero un gruppo
così ristretto. E le persone giovani e malate? Non tutti i giovani sono sani
solo perché sono giovani.
86
Secondo il dott. F. Cathart, una delle maggiori autorità nel campo della
vitamina C, un modo migliore di stabilirne in qualsiasi momento(!) il fabbi
sogno dell’organismo è sfruttare il modo in cui viene tollerata dal sistema
digerente.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3414575
Provai questo metodo per la prima volta quando ebbi una forte infezione
delle vie respiratorie superiori, con febbre alta, forti dolori muscolari e tosse
molesta. Dalle ore 17 alle 3 di notte consumai circa 35g di vitamina C, senza
nessun disturbo del sistema digerente. Il giorno dopo, facendo la doccia,
non mi ricordai di essere stato malato! Non lo ero più, mi sentivo così bene
che me ne ero dimenticato!
Una proprietà della vitamina C poco conosciuta, anzi del tutto sconosciuta
in ambiente medico, è la sua capacità di rimuovere i metalli pesanti. Così,
se la vitamina C è presente neH’organismo in quantità sufficiente per sod
disfare il suo fabbisogno, ogni grammo in più è in grado di rimuovere:
- 20,7 mg di piombo o
- 20,0 mg di mercurio o
- 7,5 mg di arsenico o
- 11,2 mg cadmio o
- 5,6 mg di nichel
Questo indice è il rapporto tra la dose tossica, detta dose letale mediana
(DL) e la dose considerata terapeutica, detta dose efficace mediana (DE).
La dose è definita tossica quando provoca la morte del 50% degli animali
(p.es. ratti) che l’assumono e viene chiamata DL 50 (dose letale mediana,
in inglese Lethal Dose). Dunque, già in questa fase si applica una certa
"riserva”, non considerando il 100% ma solo il 50%.
Dunque:
IT = DL50/DE
IT = 2g /1 g = 2
Quindi più alto è NT, più sicuro è il farmaco; più basso è l’IT, più peri
coloso è il farmaco.
“In base alla mia esperienza di 14 anni e più, e con più di 11.000 pazienti,
dalle mie osservazioni emerge che (...) la persona che tollera una sommi
nistrazione per bocca di 10-15g di vitamina C nelle 24 ore quando è sana,
può tollerare 30-60g quando soffre di un semplice raffreddore, 100g con un
92
Vitamina C e calcolosi
Curhan GC, Willett WC, Speizer FE, Stampfer MJ. Megadose vitamin
C consumption does not cause kidney stones. Intake of vitamins
B6 and C and thè risk of kidney stones in women. J. Am. Soc.
Nephrol. 1999; 10(4): 840-845.
94
Ma... erano tutte donne: E gli uomini? Dunque, molto prima ancora furono
fatti studi su 45.251 uomini. I risultati furono che la somministrazione di 1.5g
di vitamina C nelle 24 ore diminuiva il rischio di calcolosi renale.
Il dott. Steve Hickey e il dott. Hilary Roberts, nel libro “Ascorbate - The
Science of Vitamin C”, affermano: “(...) la formazione di calcoli renali pare
aver luogo intorno ad un focolaio flogistico. Un’alta concentrazione di vita
mina C è fortemente battericida e può prevenire la formazione di tali calcoli,
rimuovendo i batteri responsabili dello stato infiammatorio (...)”.
Gli studi seguenti provano anch’essi che dosi massicce di vitamina C non
aumentano il rischio di calcolosi renale:
Tsao CS, Leung PY. Urinary ascorbic acid levels following thè
withdrawal of large doses of ascorbic acid in guinea pigs. J.
Nutr. 1988; 118(7): 895-900.
Wandzilak TR, D’Andre SD, Davis PA, Williams HE. Effect of high dose
vitamin C on urinary oxalate levels. J. Urol. 1994; 151(4): 834-837.
La letteratura, in genere, cita gli effetti collaterali più comuni: diarrea, flatu
lenza, mal di pancia, mal di testa, rash cutaneo. Bisogna dire chiaramente,
però, che effetti collaterali di questo tipo compaiono in seguito all’assunzione
di dosi veramente massicce. Il dott. Cathcart, e altri medici con pluriennale
esperienza in questo tipo di terapia, ritengono che sono ben tollerati da
circa l’80% dei pazienti.
Analizzando gli effetti collaterali, non si può non pensare che una even
tuale diarrea, flatulenza o anche mal di pancia (passeggero), costituiscano
comunque un prezzo basso da pagare. Se paragoniamo questi effetti colla-
96
Questo aspetto viene preso in considerazione dai clinici che devono valu
tare il rapporto tra il costo e il vantaggio dell’utilizzo di un farmaco. Oppure
quando devono stabilire il rapporto tra il rischio dell'utilizzo di un rimedio
e i vantaggi sperati. In questi casi la vitamina C non ha pari.
Voglio ricordare che negli USA ogni anno vengono ospedalizzate 100.000
persone per gli effetti collaterali provocati dai FANS e 16.500 di esse muoi
ono. Ogni anno! E nessuno lancia l’allarme, nessuno vieta l’uso di questi
“farmaci” che si diffondono a macchia d’olio aumentando - ovviamente -
i profitti delle industrie farmaceutiche.
Anche il dott. Mark Levine afferma che “(...) si sono attribuiti erroneamente
effetti nocivi alla vitamina C, compresi quelli come ipoglicemia (troppo
basso livello di glucosio nel sangue), scorbuto secondario, sterilità, muta-
genesi (processo di mutamenti genetici) o distruzione della vitamina B 12.
L’ambiente medico dovrebbe essere consapevole che la vitamina C non
provoca effetti collaterali di questo tipo.”
Nella sua pubblicazione il dott. Mark Levine si riferiva a casi non documen
tati, comparsi sporadicamente e spesso accettati come veri, anche se con
la verità non avevano niente a che fare.
a) malattie renali
Il dott. Robert Cathcart sottolinea più volte, in diverse occasioni, che non
condivide queste obiezioni così generiche.
Afferma anche che, nonostante grandi sforzi, non è mai riuscito a contattare
l'autore di queste obiezioni a proposito della somministrazione di vitamina
C a malati con carenza di glucosio-6-fosfatasi. Continua a non capire su
quali basi sono nate. Può darsi che qualche pubblicazione gli sia sfuggita
e chiede di essere contattato nel caso ne venga trovata la fonte.
Cathcart indica due casi di emocromatosi che ha trattato con dosi massic
ce di vitamina C senza alcun problema. Tra le migliaia di pazienti che ha
curato, non gli è mai capitato, nemmeno una volta, di notare una reazione
avversa attribuibile all’eccesso di ferro nel sangue.
Il dott. Klenner indica gli effetti collaterali notati in anni e anni di pratica:
e sono:
In questi casi abbiamo a che fare con lo stesso problema di base quando
vogliamo somministrare dosi misurate in “grammi” (e non in milligrammi),
per esempio 30, o 100 e più grammi.
Non cito i link precisi perché non voglio essere accusato di fare pubblicità,
ma chiunque oggi voglia trovarne un distributore, sarà questione di pochi
minuti di ricerca su Internet.
ATTENZIONE!
Dato che, per esempio, per combattere un’infezione batterica o altro di
sturbo (dopo parlerò di tanti casi) fino a guarigione completa, è necessario
raggiungere un livello ematico di vitamina C di 300mg/ml e mantenerlo per
48 ore (a volte più a lungo), è impossibile ottenere la guarigione con una
sola dose, anche massiccia. Già dopo breve tempo il livello ematico cala
sotto i 300mg/ml e l’organismo rimane indifeso. Anzi, è ovvio che anche
più somministrazioni, ma troppo distanti tra di loro, tipo due volte al giorno,
saranno poco efficaci e, in casi molto gravi, del tutto inefficaci. Significa
dunque che la vitamina C in alte dosi non ha effetti terapeutici? Ovviamente
no. L'effetto terapeutico è in funzione di tre parametri: dose, frequenza
e modo di somministrazione (per bocca o endovena). La giusta valutazione
di questi parametri nell’applicare la cura conseguente è INDISPENSABILE.
Non per curare, ma per guarire.
Vediamo dunque che in teoria, per mantenere lo stesso livello, le dosi suc
cessive non devono essere ugualmente alte (a causa della “sovrapposizione”
104
Padayatty SJ, Sun H, Wang Y, Riordan HD, Hewitt SM, Katz A, Wesley
RA, Levine M. Vitamin C pharmacokinetics: Implications for orai
and intravenous use. Annals o f Internai Medicine', 140(7): 533-537.
Endovena? Ma come?
- Nei casi meno critici l’infusione può essere fatta più lentamente: tra
le due e le quattro ore.
12. Con alte dosi può verificarsi una leggera ipoglicemia, quindi si consi
glia ai pazienti un piccolo pasto o merenda prima, ma anche durante
l’infusione.
ATTENZIONE!
Esiste la possibilità che le comuni strisce usate dai diabetici per il test
glicemico possano indicare valori anomali, troppo alti. Si sospetta
che, essendo la struttura del glucosio molto simile a quella della vita
mina C, il reagente possa reagire all’alto livello di vitamina C e non del
glucosio. Le strisce di nuova generazione non hanno questo difetto.
Il test di laboratorio fornisce valori veri.
- morfologia completa
- elettroliti
- test per il deficit dell’enzima G6PD (Glucosio-6-fosfato deidrogenasi)
- analisi delle urine
- peso del paziente
- tipo e stato di avanzamento di alterazioni tumorali presenti
- marker adeguati
- diagnostica per immagini
Per prevenire la carenza di riserve di tamponi basici, già nel 1948, Klenner
somministrava semplicemente un cucchiaino da tè di normale bicarbonato
(di soda) sciolto in un bicchiere d’acqua, 4 volte al giorno (dose minore per
Vitamina C: il volto sconosciuto 111
La sua infermiera notò che, non agitando la soluzione iniziale prima di raf
freddarla in frigo ma soltanto dopo, appena prima di preparare la soluzione
per infusione, questa soluzione aveva un colore più chiaro, indicante una
minore quantità di deidroascorbato.
112
Cathcart precisa:
“(...) osservo che il paziente non sia ipocalcemico (anche se non mi è mai
capitato) o ipoglicemico (invoglio i pazienti a mangiare qualcosa durante
l’infusione) e disidratato (consiglio di bere acqua e, se necessario, rallento
l’infusione). In alcuni casi può comparire mal di testa alla fine della sommi
nistrazione. Ma da quando in quella fase cominciai ad utilizzare alte dosi
per via orale, questi sintomi scomparvero^..)”.
http://www.vitamincfoundation.org/videos
http://www.orthomed.com
Ora basta con nozioni e teorie. In tutti i modi ho cercato di rendere questa
trattazione comprensibile al lettore medio e nello stesso tempo ho cercato
di dimostrare ai lettori medici che i loro colleghi americani hanno elaborato
molti anni fa procedure molto concrete.
Citerò solo alcuni esempi di come, in modo semplice, sicuro e poco costoso,
si può aiutare una persona malata, a volte anche con prognosi infausta,
infondendo in modo- adeguato la vitamina C endovena (ovviamente nella
forma di ascorbato di sodio!).
Nella parte seguente mi baserò sulla pratica pluriennale del dott. Klenner,
descritta in:
Klenner FR. The treatm ent o f poliom yelitis and other viru s dise-
ases w ith vitam in C. South Med. J. 1949; 3(7): 209-21
16. Ustioni gravi: Klenner riteneva che la miglior dose di vit.C da som
ministrare fosse da 30 a 100g, cioè 500mg per ogni kg di peso,
sciolta in soluzione di destrosio al 5% o in soluzione di Ringer in
concentrazione almeno di 18ml/g di vit.C. Il quarto o quinto giorno
(a seconda dell'estensione) avviene un notevole miglioramento ed
inizia la cicatrizzazione delle ferite.
20. Intossicazione da piombo: con una dose di 350 mg/kg per via intra
muscolare ogni due, quattro ore, la guarigione avveniva in 72 ore.
Vitamina C: il volto sconosciuto 117
Vorrei far notare che, nel caso di malattie virali, la medicina ufficiale ha
poco da offrire perphé i farmaci antibatterici non funzionano contro i virus.
I vaccini sono abbastanza controversi e, a dire la verità, quando l’organismo
viene attaccato da un virus, la terapia convenzionale spesso è poco, o per
niente, efficace.
La malattia è provocata da uno dei virus più pericolosi. Il buon senso sug
gerirebbe un immediato interesse verso un nuovo metodo di cura. Non si
potrebbe ipotizzare che, visti i risultati incredibilmente efficaci in questo
caso, la vitamina C potrebbe essere utilizzata anche contro altri virus, per
esempio il famoso virus H1N1 (virus dell’Influenza suina) che ha provocato
tanti decessi?
bile, lo stato del malato ricominciò a migliorare, a tal punto che il paziente
fu trasferito all’ospedale più vicino alla sua abitazione. Purtroppo... anche
lì il medico gli negò la vitamina C. Il suo stato cominciò a peggiorare di
nuovo. Fu allora che il medico fu costretto da un legale a somministrare la
vitamina C e.... dopo poche settimane il paziente guarì completamente.
A proposito..., il paziente soffriva di un tumore del sangue: leucemia.
Anche questa malattia sparì senza lasciar tracce.
http://www.youtube.com/watch?v=VrhkoFcOMII
Non è un caso isolato, e non è un caso che la vitamina C in alte dosi, per
via endovenosa, faccia veramente “miracoli”.
La letteratura degli anni '80 è piena di casi simili. E a che serve? Questo
metodo di cura continua addirittura a essere invisibile nell’ambiente
medico.
120
Il paziente operato deve essere protetto in particolar modo proprio nelle prime
48 ore, quando le sue risorse di vitamina C calano a zero. Sappiamo che
in tale momento critico qualsiasi banale infezione può portare al decesso.
E succede spesso. Quindi la polmonite in questo caso è pericolosissima. Che
cos'altro sappiamo? Che nell’organismo di quel paziente non c'è vitamina
C sufficiente a proteggerlo! Ma... veramente ne siamo consapevoli? Forse
che, tra decine di analisi, è di routine un controllo del livello di vitamina C? Se
non lo è, forse dovrebbe esserlo? Le conclusioni si suggeriscono da sole.
ATTENZIONE!
Vitamina C e tumori
Invece S.K. Lee, con il suo gruppo di collaboratori, dimostrò che la vitamina
C blocca lo sviluppo delle cellule tumorali della pelle:
Lee SK, Kang JS, Jung da J, Hur DY, Kim JE, Hahm E, Bae S, Kim
HW, Kim D, Cho BJ, Cho D, Shin DH, Hwang Yl, Lee WJ. Vitamin
C suppresses proliferation of thè human melanoma celi SK-
MEL-2 through thè inhibition of cyclooxygenase-2 (COX-2)
expression and thè modulation of insulin-like growth factor II
(IGF-II) production. J. Celi Physiol. 2008; 216(1): 180-8
S.W. Hong, con i colleghi, pubblicò risultati di suoi studi, affermando che la
vitamina C distrugge le cellule del tumore al seno accelerando l’apoptosi
(la morte programmata della cellula):
Hong SW, Jin DH, Hahm ES, Yim SH, Lim JS, Kim Kl, Yang Y, Lee
SS, Kang JS, Lee WJ, Lee WK, Lee MS. Ascorbate (vitamin C)
induces celi death through thè apoptosis-inducing factor in
human breast cancer cells. Oncol. Rep. 2007; 18(4): 811-5.
una o due volte alla settimana. Risultò una diminuzione del dolore e in molti
casi la vita dei pazienti si allungò oltre le previsioni degli oncologi...”
Per 12 anni infusero per endovena 30g di vitamina C due volte alla setti
mana. Risultò che le metastasi ai polmoni e al fegato, in un paziente con
tumore primario al rene, regredirono in poche settimane.
Hoffer, Pauling e Hardin condussero studi su 134 pazienti con tumore. I pa
zienti vennero divisi in tre gruppi. Due gruppi vennero trattati con la vitamina
C, mediamente con dose di 12 g al giorno; il terzo, il gruppo di controllo, no.
L’età media era 53,1 anni. Risultò che per l’80% dei pazienti trattati con vita
mina C, l’attesa di vita superò di 21 volte (!) quella del gruppo di controllo.
Gli stessi autori condussero ulteriori studi, modificando la terapia con l'ag
giunta di altre vitamine e nutrienti. I risultati furono ancora più promettenti.
La media di sopravvivenza per il 50% di pazienti superava i 5 anni, per
altri fu di 630 giorni. Ovviamente non tutti pazienti reagirono ugualmente
bene. Comunque fu dimostrato che il gruppo che meglio reagì fu 4 volte più
numeroso rispetto a studi precedenti condotti dagli stessi scienziati. Negli
studi precedenti gli autori presumevano che un altro 30% di un gruppo con
malattia avanzata forse avrebbe potuto raggiungere una sopravvivenza su
124
Quei medici che trattano i loro pazienti con alte dosi di vitamina C instan
cabilmente ne sottolineano l’azione antidolorifica. Il che assume un peso
non indifferente in caso di tumore:
Vitamina C: il volto sconosciuto 125
Meritano un accenno anche gli studi svolti in Polonia. Uno studio molto
interessante sulla vitamina C come fattore di protezione delle cellule sane
(contro le alterazioni del DNA) in pazienti sottoposti a chemioterapia, è:
“...Nelle cellule normali sane, la catalasi (enzima che scinde l’acqua os
sigenata) è presente in una concentrazione da 10 a 100 volte maggiore
i rispetto a quella delle cellule tumorali. Quando vengono somministrati rimedi
stimolanti la sintesi di acqua ossigenata nell’organismo, questo fatto è po
I tenzialmente determinante per stabilire la dose tossica per le cellule sane
e per quelle tumorali. L’acido ascorbico e i suoi sali sono selettivamente
», tossici per le cellule tumorali, sia in vitro che in vivo. Venne dimostrato
che questa selettività è legata al meccanismo intracellulare di formazione
^dell'acqua ossigenata.
Quanto sopra viene confermato dal prof. Randolf M. Hoves nella sua mono
grafia (questa pubblicazione costituisce un raro compendio di conoscenza
per medici e studenti di medicina):
“Ammettiamo che un livello alto di H,Oz nella cellula tumorale sia pari
a 100mM, mentre nella cellula sana è 10mM (ricordiamo che nella cellula
sana la catalasi, l'enzima che scinde l’acqua ossigenata, può essere mag
giore anche di 100 volte).
Vitamina C: il volto sconosciuto 127
Nelle tappe finali del suo metabolismo, come già detto, la vitamina C viene
trasformata in acqua ossigenata, che agisce sulle cellule tumorali. Spesso
si dice che la vitamina C è una sicura “trasportatrice” di acqua ossigenata.
L’acqua ossigenata, a contatto con ioni di ferro, entra nella cosiddetta rea
zione di Fenton, fonte di una grande quantità di radicali liberi (anche se, per
gli addetti ai lavori, la reazione di Fenton esiste solo in vitro). Sappiamo che
i radicali liberi distruggono le cellule, in particolare le membrane cellulari.
Sappiamo anche che nelle cellule tumorali si accumulano ioni di ferro in
grande quantità. E dunque aH’interno della cellula tumorale, per la reazione
Vitamina C: il volto sconosciuto 129
tra acqua ossigenata e ioni di ferro, si arriva ad uno stress ossidativo cosi
alto che la cellula muore, distrutta “daH’interno”.
In effetti... questo tipo di reazione (cioè lo stress ossidativo) non è stato mai os
servato in seguito a somministrazione di dosi alte, o massicce, di vitamina C.
Come scrivono il dott. Steve Hickey e il dott. Hilary Roberts nel loro libro:
“AscorbatejfThe Science of Vitamin e": “(...) L’utilizzo di alte dosi di vitamina
C è molto meno rischioso che non il suo utilizzo in dosi insufficienti (...)".
Vitamina C e chemioterapia
Purtroppo nessun medico con cui ho parlato finora è stato in grado di indi
carmi studi scientifici o descrizioni cliniche suH’utilizzo della vitamina C in
concomitanza con la chemioterapia, che dimostrassero la negatività di
tale abbinamento. Su cosa basano dunque la loro “conoscenza”? Questa
“conoscenza” non è fondata sui fatti ma esclusivamente su approssimazio
ni, supposizioni. Il medico che non possiede questa conoscenza spesso
è costretto ad agire secondo la regola: “per sicurezza, NO". Chi ci perde?
Nella maggior parte dei casi l’equivoco è provocato dal fatto che la che
mioterapia consiste nell’introduzione neH’organismo di massicce quantità
di sostanze ossidanti, fortemente tossiche. In altre parole, l’organismo
del malato viene inondato da una grande quantità di radicali liberi, nella
Vitamina C: il volto sconosciuto 131
I medici non applicheranno mai una terapia che “sembra” buona. Eppure
in questo caso il rifiuto della terapia con vitamina C si basa esclusivamente
su ciò che “SEMBRA” al medico. Che la rifiuta!
Queste non sono supposizioni o qualcosa che “sembra”. Sono fatti. Alle
stesse conclusioni arrivò Charles B. Simone con il suo team:
Simone CB, Simone NL, Simone CB. Nutrients and cancer tre
atment. International Journal o f Integrative Medicine 1999; 1:
20-24.
Riordan HD, Riordan NH, Jackson JA, Casciari JJ, Gonzàlez MJ,
Mora EM, Miranda-Massari JR, Rosario N, Rivera A. Intravenous
vitamin C as a chemotherapy agent: A report on clinical cases.
Puerto Rico Health Sciences Journal 2004; 23(2).
dove vengono descritti gli effetti terapeutici della terapia antitumorale sup
portata dall’utilizzo di vitamina C. Vengono descritti 7 casi di pazienti trattati
Vitamina C: il volto sconosciuto 133
a) Tumore al rene
- Caso 1: metastasi al fegato e polmoni. Dopo 15 mesi di terapia il
referto oncologico recitava: “il paziente si sente bene, senza tracce
del tumore esistente”. Il paziente fu libero dal tumore per i successive
14 anni. Mojrì all'età di 84 anni per una cardiopatia.
Dopo 20 mesi di terapia vitaminica non furono più trovate cellule tumorali.
Sarebbe valsa la pena di studiare un po’ di più?
d) Linfoma Non-Hodgkin’s
Tra l’altro P.Reilly e M.A. Gignac in modo efficace respingono questa ipotesi
con argomenti publicati in:
Inoltre gli scienziati confermano nei loro studi che l'aggiunta di vitamina
K3 (menadione) provoca un effetto sinergico con dosi alte di vitamina C,
potenziandone la forza distruttiva nei confronti delle cellule tumorali:
altri 20g nei successivi 60 minuti, hanno permesso di mantenere, per 240
minuti, il livello di vitamina C sopra 400mg/dl, che è una concentrazione
distruttiva per le cellule tumorali:
È tutto? Ovviamente no. J.J. Casciari, con il suo team, ha messo in luce un
fatto importante: usato comunemente nella terapia delle malattie epatiche,
l’acido lipoico decisamente aumenta l'efficacia della vitamina C contro le cel
lule tumorali. Se per distruggere il 50% delle cellule tumorali è necessaria la
concentrazione di 700 mg/dl, con l'aggiunta di acido lipoico lo stesso effetto si
raggiunge con la concentrazione di soli 120 mg/dl. Una differenza essenziale!
Casciari JJ, Riordan NH, Schmidt TL, Meng XL, Jackson JA,
Riordan HD. Cytotoxicity of ascorbate, lipoic acid and other
antioxidants in hollowfiber in vitro tumours. BrJ. Cancer 2001; 84:
1544-1550.
Alla fine dei lavori fu somministrata anche al gruppo non trattato e.... la loro
salute (DNA) tornò nella norma.
http://tinyurl.com/vitaminacfukushimareport
http://tinyurl.com/fukushimawitaminac
Cito quindi che cosa e in quali dosi venne somministrato agli operai giapponesi:
- Infusioni endovena:
1) Vit. C liposomiale: ig
2) Acido alfa lipoico: 300mg
3) Selenio: 200mcg
4) Vitamina E: 200mg
5) Multi vitamina
140
Così è la vita...
Avversari
Questa clinica condusse degli studi che concludevano che la vitamina C non
dava risultati positivi. Quando il dott. Pauling ne chiese la documentazione,
la clinica la rifiutò. In seguito venne fuori che questi studi erano stati condotti
in modo errato. Fu un semplice errore o piuttosto “risultati a richiesta”?
Vitamina C: il volto sconosciuto 141
Il mondo adora le autorità. Peccato che non tutti guardano con occhio critico
ciò che le autorità dicono o fanno. Come si vede, anche autorità come la
clinica Mayo commettono errori. Quel che è peggio, è difficile affermare
che alcuni errori vengono commessi inconsapevolmente.
Agus DB, Vera JC, Golde DW. Stremai celi oxidation: a mechanism
by which tum ors obtain vitamin C. Cancer Ras. 1999; 59:
4555-4558.
Tsao CS, Dunhan WB, Leung PY. Effect of ascorbic acid and its
derivatives on thè growth of human mammary tumor xenografts
in mice. Cancer J. 1989; 5:53-59.
Da altri studi condotti su cellule del mieloma nel ratto, in vitro, è emerso
che una bassa concentrazione di vitamina C è necessaria per la crescita
di queste cellule.
Vitamina C: il volto sconosciuto 143
Koh WS, Lee SJ, Lee H, et al. Differential effects and transport
kinetics of ascorbate derivatives in leukemic celi lines. Anticancer
Res. 1998; 18:2487-2493.
,•
Un altro argomento “contro” lo abbiamo in un altro studio, che di nuovo
afferma che la vitamina C in basse dosi (25microM), senza aggiunta di altri
antiossidanti, stimola la crescita di cellule tumorali maligne, ma che - in
altre concentrazioni (circa 200microM) - ne blocca la crescita.
Dunque: invece che fornire prove “contro”, questi studi confermarono l’utilità
della somministrazione di alte dosi di vitamina C nelle patologie tumorali.
http://czasopisma.viamedica.pl/owpk/article/
view/9154/7781
Riepilogo
La vitamina C è UN NUTRIENTE.
Vitamina C: il volto sconosciuto 145
Anzi:
Come dimostra una marea di studi condotti negli ultimi anni, i recettori
della vitamina D si trovano in ogni cellula umana.
Heaney RP, Davies RM, Chen TC, et al. Human serum 25-hydroxy-
cholecaliciferol response to extended orai dosing with
cholecalciferol. Am. J. d in . Nutr. 2003; 77:204 -10.
Possiamo ignorare il fatto che, come si evince dagli studi, il rischio di una
malattia terribile come la sclerosi multipla può ridursi notevolmente soltanto
correggendo il livello di vitamina D? Perché non lo sappiamo? Perché non
ne parliamo? Perché non facciamo qualcosa?
Munger KL, Levin LI, Hollis BW, Howard NS, Ascherio A. Serum
25-hydroxyvitamin D levels and risk of multiple sclerosis. JAMA
2006; 296(23):2832-8.
“Se il livello di vitamina D fosse giusto, cioè abbastanza alto, allora l’inci
denza di tante malattie si ridurrebbe bruscamente. E così l’incidenza di
tumori (al rene, seno, intestino crasso e ovaie) o della sclerosi multipla si
ridurrebbe del 50-80% .”
Mi sembra che sia importante, per pazienti e medici, il fatto che la vitamina
D, in alte concentrazioni ematiche, veramente possa fare miracoli. Tra l'altro,
l’alta concentrazione dà inizio a un processo di formazione di gruppi albu-
minici con forti proprietà antibatteriche e antivirali. In altre parole significa
che il nostro organismo è in grado di produrre un antibiotico endogeno!
152
Risulta che la vitamina D ci aiuta anche in questo caso, ma... ad una con
dizione: il livello ematico di vitamina D deve raggiungere almeno i 32 ng/
mi. E non è poi così alto.
Il dott. Bruce Hollis, con un’esperienza di oltre 35 anni sulla vitamina D e più
di 200 pubblicazioni scientifiche, afferma:
Gli autori di una delle pubblicazioni concludono così: “Chi avrebbe mai
detto che una sostanza nutritiva così semplice avesse un significato così
globale per la salute umana?”
Sì, può:
A tutti noi sta a cuore la salute dei nostri figli. In realtà, inconsapevolmen
te, procuriamo loro veri disastri permettendo loro troppo zucchero, succhi
di frutta, bibite, ecc. Di questo parleremo ancora, ma.... non dovremmo
preoccuparcene ancor PRIMA della loro nascita? O forse prima della
gravidanza? Anche questo affronteremo nei prossimi capitoli. Perché quel
che facciamo per i nostri bambini, o quel che non facciamo ma dovremmo,
nella maggior parte dei casi attira la vendetta dei cieli (detto polacco). Vorrei
esporre ancora alcuni dati legati alla vitamina D somministrata alle donne
in gravidanza e poi durante l'allattamento.
In questi studi sosteneva che tante erano le inesattezze sulla tossicità della
vitamina D. Soltanto allora venne permesso al dott. Hollis di condurre gli
studi interessantissimi di cui ho parlato sopra.
www.youtube.com/watch?v=O0elnh4D08g
http://drholick.com/2011/06/presentation-in-london-
at-the-vitamin-d-society-7-april-2011/
http://www.youtube.com/watch?v=MIDWA9-cGdY
(Per gli addetti ai lavori..., forse anticipo la risposta a un dubbio che può
sorgere: no... non è stato notato un aumento pericoloso del livello di PTH
e neppure alterazione del livello di calcio. Nella sua presentazione, Vieth
spiega tutto).
Il problema è che questo esame, pur rientrando nelle prestazioni erogate dal
SSN (il che è quasi un miracolo!), di costo contenuto, non viene prescritto
come PROFILASSI! Non ho incontrato ancora un medico che lo faccia.
Peccato, perché - come abbiamo visto - la prevenzione di tante malattie
farebbe risparmiare molte risorse.
Dunque come si relaziona tutto questo con l'affermazione della Preside della
Facoltà del Servizio Sanitario dell’Accademia Medica di Silesia a Katowice,
e contemporaneamente Direttore della Cattedra di Salute Femminile nell'I
stituto di Profilassi delle Malattie Femminili e Sessuologia dell’Università
Medica di Silesia, professoressa dottoressa abilitata in scienze mediche,
Violetta Skrzypulec che giustamente afferma: “Non esiste in medicina
niente di più semplice della profilassi e niente di più difficile della
sua comprensione”.
http://www.wellnessday.eu/zdrowie/631-profilaktyczne-badania-
ginekologiczne-dlaczego-warto
Verità sacrosanta! Sono solo curioso: che cosa viene insegnato agli studenti
di medicina sulla vitamina D, sulla sua importanza per la salute umana
e nella PROFILASSI? Si accenna almeno alle conoscenze di cui si parla in
questo capitolo? Altrimenti dove impareranno tutto questo i futuri medici?
E ho solo accennato alla punta dell’iceberg. Altrimenti dovrei scrivere un
immenso volume dedicato esclusivamente alla vitamina D.
Non tanto tempo fa (sto scrivendo nel marzo 2013), alla radio, per una
settimana sola, hanno continuato a ripetere “i medici lanciano l’allarme
sulla carenza di vitamina D". È stato detto e... presto dimenticato. Ma c’è da
meravigliarsi? Non è seguito nulla, nessuna azione concreta. È succes
so in occasione di un qualche convegno... di ginecologi. Benissimo! Un
grande merito il loro. Continuate così, ma che qualcuno FACCIA qualco
sa di CONCRETO! Sono molto curioso: quanti ginecologi abitualmente
prescrivono alle loro pazienti l’esame 25(OH) e che cosa fanno in caso di
carenza? Quale livello è considerato insufficiente? Quello raccomandato
30 o 40 anni fa?
Lee JM, Smith JR, Philipp BL, Chen TC, Mathieu J, Holick MF. Vitamin
D deficiency in a healthy group of mothers and newborn infants.
Clin. Pediatr. (Phila.) 2007; 46(1): 42-4.
Tipi di vitamina D
Proprio il metabolita 1.25(01-1) è la sua forma attiva. Che cosa dunque do
vremmo cercare come “livello di vitamina D nel sangue"? Bisogna cercare
SOLO ed esclusivamente il metabolita 25(OH). Perché? Perché l’ organismo
produce sempre una quantità costante di 1.25(OH) e il livello di saturazione
del sangue con la vitamina D viene indicato dal metabolita 25(OH).
Per fare un po’ di ordine tra queste nozioni e non farsi prendere dal panico
provocato da “esperti”, occorre cominciare a chiarire: che cosa è la luce
solare? Come sappiamo, è composta da tanti colori diversi. Non entrando
. 4
troppo nei meandri della fisica, ricordiamo solo che la luce è un’onda elettro-
magnetica e, come tale, ha i suoi parametri. Per noi, in questo momento, il
più importante è la lunghezza. Le onde lunghe danno luce rossa, le più corte
quella gialla, e le più corte di tutte luce violetta, come nell’arcobaleno. Per
noi la più importante è la luce che ha l’onda ancora più corta (invisibile), che
chiamiamo luce ULTRAVIOLETTA. La lunghezza dell’onda è strettamente
legata all’energia trasmessa dalla luce, sotto forma di fotoni.
Per questo, la parte ultravioletta è stata divisa in tre parti: UVA, UVB e UVC.
Queste sigle vengono dall’inglese Ultraviolet, e le lettere A, B e C distinguono
una certa frazione di lunghezza. Ogni frazione, ogni tipo di luce ultravioletta
ha proprietà diverse, e questa è la chiave che ci servirà più avanti. Più corta
è l’onda, maggiore energia porta, e così:
Sulla nostra pelle arriva dunque la luce di tipo UVA e UVB. A noi arriva
circa 100 volte più luce UVA che UVB. Anche se UVA porta meno energia
(maggiore lunghezza d’onda), ha maggiore capacità di penetrazione nella
pelle. È questa la parte del sole che stimola la formazione di radicali liberi,
condiziona il sistema immunitario, danneggia il collagene che costitui
sce lo “scheletro” della nostra pelle e quindi provoca la formazione delle
rughe. Inoltre attiva cellule particolari della pelle, i cosiddetti melanociti
che, a loro volta, innescano il processo di formazione del pigmento della
pelle, l’abbronzatura. Proprio questo tipo di luce solare (UVA) viene con
siderato la causa principale dell’insorgenza del tumore maligno della pelle
(melanoma).
La luce del tipo UVB, penetrando in misura minore negli strati della pelle,
può provocare tumori benigni; dopo una lunga esposizione provoca arros
samento, ma con I® scottature può essere la causa anche del tumore
maligno (della pelle).
Nello stesso tempo, proprio l’UVB è una frazione di luce solare che
stimola la produzione di vitamina D, che protegge il nostro organismo
dai tumori.
Oggi quasi tutte le creme solari bloccano anche i raggi UVA. Quanta
e quale energia solare arriva alla Terra dipende da alcuni fattori. A causa
del “buco nell’ozono", purtroppo, tanta luce UVC, altamente energetica,
penetra fino alla Terra (soprattutto in alcune parti del mondo, come, per
esempio, in Australia). Ovviamente la maggior parte di queste tre frazioni
Vitamina D: fatti e leggende metropolitane 167
In quelle ore arrivano a noi molti UVA “cattivi”, ma anche molti UVB “buoni”.
La mattina e il pomeriggio, quando i raggi solari devono attraversare lo strato
atmosferico più spesso, arrivano sempre molti UVA e, purtroppo,... pochi
UVB. Per questo motivo il nostro organismo non è in grado di produrre la
benefica vitamina D né la mattina, né il pomeriggio.
4
Quindi i raggi solari “più sani” per noi arrivano PROPRIO A MEZZO
GIORNO.
Michael Halick e il suo team hanno studiato l’influenza della posizione ge
ografica sulla formazione di vitamina D grazie alla luce solare. È risultato
che all’altezza di Danzica, tra il mese di ottobre e marzo, l’organismo non
è in grado di sintetizzare nessuna quantità di vitamina D.
Va bene, dirà qualcuno, ma “che cosa bisogna fare per approfittare dell’ef
fetto benefico della luce solare senza farsi del male?". È semplice: come si
evince dalla descrizione delle caratteristiche UVA e UVB, bisogna ESPORSI
ALLA LUCE ma... non abbronzarsi. L’abbronzatura è una reazione della
pelle che, in una persona di razza bianca, urla “non voglio più sole!”.
Torniamo dunque alla domanda: “come fare per avere solo vantaggi senza
esporsi a pericoli?".
irradiato, può bastare. Se siamo in Europa del nord, USA, Canada o Russia,
può essere troppo poco.
Non sapendolo, abbiamo fatto molti errori. Scrivo al passato, perché così
è stato finora. Così spero. Da oggi sappiamo che la luce UVB non fa male,
anzi! Ricordiamo che l’abbronzatura è una REAZIONE DI DIFESA dell’or
170
Dunque: spero che i lettori non confonderanno più raggi UVA e UVB
e sapranno quale luce è “buona” e quale “cattiva”. Capiamo ora che dire:
“bisogna evitare il sole perché provoca tumori” o “I raggi UVB fanno male”,
è un grande equivoco.
E i solarium?
Sono nocivi? Dipende da COME vengono usati. Sapendo quel che già
sappiamo sulla luce UV, non possiamo dire che sono nocivi. Se li usiamo
per esporre il nostro corpo ai raggi UVB per seguire una terapia, sono
tutta salute.
Vitamina D: fatti e leggende metropolitane 171
Bisogna sottolineare che, sotto una fonte di luce UV così intensa, così vicina
alla pelle, la nostra permanenza sotto la lampada dovrebbe limitarsi a soli
3 -4 minuti. Sì! Solo così. Salutare e poco costoso. È utile anche, mezz’ora
prima di andare al solarium, prendere, per esempio, 100mg di astaxantina
o 10.000-20.000 IU di vitamina A, oppure 300 microgrammi di selenio.
Sono forti antiossidanti e proteggono la pelle dalle scottature.
Ed ora un po’ di pratica: che cosa deve fare la persona che, dopo aver letto
questo libro, consapevole della propria salute, farà un esame del livello di
vitamina D, e questa risulterà troppo bassa? Sicuramente vorrà chiedere
al medico la prescrizione, per esempio, di Devicap (nome di un farmaco
polacco contenente vitamina D). Le auguro molta fortuna perché nel 99%
dei casi non la riceverà. A meno che il medico non abbia letto questo libro.
Allora forse non darà la solita risposta: “a che le serve? si prescrive solo
ai neonati”.
Bambino di due anni con diversi problemi di salute quasi dalla nascita,
compresa una forte allergia. Inesistenti risultati di terapie, anche prescritte
da specialisti, compresa quella che dura almeno da 18 mesi. Effetti zero.
Genitori disperati perché “non sanno più che fare".
172
Non so che cosa vuol dire “il bambino è troppo grande”, ma... il medico
sicuramente intendeva che non aveva più bisogno di dosi così alte di
Devicap. Ma come possiamo sapere “SENZA FARE ANALISI” che il livello
di vitamina D è giusto?
Allora come può questo bambino alzare il suo livello così basso di vitamina D?
Spero che questo capitolo sia stato in qualche modo utile a tutti lettori. Forse
ha costretto alcuni a pensare, forse altri ad agire? Speriamo...
Quando scriverò sulla vitamina K2, come farlo senza dire la verità sulla
vitamina A? Per spiegare invece come guarire dall’aterosclerosi, occorre
approfondire diverse cose sulle vitamine D, K2 o A. Dovrò spiegarle, al
trimenti non sarà chiaro ai lettori perché, per esempio, nelle arterie può
formarsi un osso! Addirittura completo di... midollo! Che cosa causa il
tessuto osseo nell'arteria?
E magari, quando qualcuno dirà “per tre giorni di seguito ho preso 10.000
IU di vitamina D”, non udirà più la solita risposta (in questo caso del der
matologo): “è un miracolo che lei sia viva/o”. (dialogo autentico)
Riepilogo
A tanti lettori può sembrare strano il fatto che studi pubblicati recentemen
te (2011) dimostrino che le donne che assumono integratori di calcio per
prevenire l’osteoporosi sono più soggette alla calcificazione delle arterie,
infarti o ictus, rispetto alle donne che non ne fanno uso.
Non è una mia scoperta..., tutto questo è stato descritto in uno dei periodici
medici più prestigiosi, come il British Medicai Journal. Qualcuno potrebbe
dire “ E allora? Un solo studio non dimostra nulla” È vero, ma ce ne sono
altri TRE che hanno confermato gli stessi risultati:
Che cosa fare per non permettere lo scorretto depositarsi del calcio?
Come “dirigere” il calcio, proveniente dall’alimentazione o dall’integra
zione, verso le ossa? Come fare affinché, invece di occludere le arterie,
rinforzi le ossa e i denti? Come costringere l’organismo a ripulire dal
calcio le pareti sclerotiche delle arterie e altri tessuti molli, e far sì che
vada alle ossa o ai denti? Qualcosa occorre fare, perché smettere di con
sumare i prodotti contenenti calcio può portarci a buttare il bambino con
l’acqua sporca.
180
Quindi dobbiamo cominciare da..., appunto, da dove? Forse dal fatto che
l'osteoporosi non è soltanto perdita di calcio. Nelle ossa troviamo almeno
12 minerali:
- calcio
- potassio
- magnesio
- manganese
- silicio
- ferro
- zinco
- selenio
- boro
- fosforo
- zolfo
- cromo
Quindi le ossa non sono composte solo di calcio! Quando parliamo di osteo
porosi o di densità ossea, ecc, sempre ci concentriamo sul calicò e sulla sua
integrazione, ma “più” significa “meglio”? Proprio no. Studi dimostrano che
spesso abbiamo calcio in eccesso e ciò comporta seri problemi di salute.
Da dove provengono queste quantità di calcio? Come, da dove? Quando
l'uomo mangiava ciò che offriva “Madre Natura” nella sua forma naturale
non c’erano problemi. Adesso, a causa dei processi ai quali sottoponiamo
gli alimenti, spesso gli elementi nutrizionali vengono distrutti. Quindi, che
facciamo...? Aggiungiamo, per esempio, calcio ad un prodotto che l’ha per
182
Così nacque un gruppo di farmaci, più spesso applicato nella terapia dell’o-
steoporosi, chiamati bifosfonati, che producono l’azione descritta sopra.
Effetti indesiderati:
- mal di pancia
- nausea
- vomito
- stipsi
- diarrea
- meteorismo
- disturbi della deglutizione
- irritazione esofagea
- ulcerazione dell’esofago
- dolori ossei, muscolari e articolari
- restringimento dell’esofago
scritto nella pubblicazione del 2011, l’uso dei bifosfonati porta alle atipiche
rotture del femore! Come? Qualcosa che dovrebbe prevenire le rotture, le
provoca? Purtroppo, sì.
“La necrosi dell’osso della mandibola compariva anche nei pazienti con
osteoporosi che assumevano bifosfonati per via orale”.
Qualcuno dei lettori ha mai visto che cosa succede ad una persona che
non ha la mandibola, o ce l'ha, ma in stato di decomposizione? A parte il
dolore atroce, può formarsi un’apertura (fistola), un canale che non dovreb
be essere nel nostro corpo, perché attraverso questa apertura gli alimenti
fuoriescono dalla cavità buccale.
La trombosi delle vene profonde è molto pericolosa perché crea una minaccia
d’infarto cardiaco, cerebrale o polmonare, e di morte istantanea. E poi a una
donna in menopausa, o dopo, servono ancora le vampate di calore?
Vediamo ora quali sono i possibili trattamenti farmacologici con molecole di pa-
ratormoni o loro derivati, ma anche qui gli autori avvertono che può comparire:
Gli effetti collaterali osservati piu spesso durante ali studi clinici sono:
- mal di schiena
- dolore a mani e gambe
- reazioni della pelle (eritema, eczema)
- dolori muscolari, ossei, ligamentosi
- aumento del livello di colesterolo
- infezione della vescica
- vertigini
- infezioni delle vie respiratorie superiori
- edema delle mani, piedi, braccia
- sciatica
- insonnia
- artrosi della colonna vertebrale
- reflusso
- anemia
- polmonite
- prurito
- Herpes Zoster
- stato di debolezza generale.
http://www.accessdata.fda.gov/drugsatfda_docs/label/2012/
125320s0051lbl.pdf
Osteoporosi e la sconosciuta vitamina K2 189
Sono soltanto gli effetti collaterali che sono stati notati durante gli studi clinici.
Abbiamo detto prima che centinaia di farmaci sono stati ritirati dal mercato,
eppure è stato consentito il commercio di ognuno di essi, anche dopo questi
studi. Come si vede, gli studi dimostrano una cosa e la pratica un’altra. Che
cosa succederà in questo caso? Sicuramente lo vedremo fra alcuni anni...
Allora com'è questa storia? I nostri giovani devono bere molto latte? Per
fare cosa? Per facilitare fratture ossee in vecchiaia?
Preciso che non sono parole mie. E forse c’è qualcosa di vero nel detto:
“bevi il latte e sarai disabile”.
Diminuendo gli estrogeni, questo processo diventa più difficile. Quando dopo
la menopausa gli estrogeni calano bruscamente, aumenta l'attività degli
osteoclasti: il catabolismo (la demolizione) dell’osso aumenta e la massa
ossea diminuisce. Inoltre la diminuzione degli estrogeni provoca la sintesi
di una sostanza che, a sua volta, accelera la formazione degli osteoclasti!
Questa è una maledizione del sesso debole? Non c’è speranza? Sì che
c’è, ma non viene detto ad alta voce...
Come nel caso di altri tessuti, l’osso non è solo un rigido elemento, im
mutabile nel tempo. Forse è difficile immaginarselo, ma l'osso veramente
Osteoporosi e la sconosciuta vitamina K2 191
vive. Oltre al fatto che costituiscono lo scheletro che sostiene tutto il nostro
corpo, le ossa svolgono altri, non meno importanti, ruoli.
Non tutti sanno che le ossa fanno parte del sistema endocrino, influen
zano le reazioni a cui partecipa l’insulina, e quindi il passaggio del glucosio
all’interno delle cellule. Studi recenti dimostrano che proprio l'osteocalcina
funziona come un ormone, stimolando il pancreas a secernere l'insulina.
Ma... non è tutto...
I malati di diabete di tipo 2 (T2) sanno, a volte, che il loro problema non è la
carenza di insulina. Questo è un problema legato al diabete di tipo 1 (T1).
Nel caso del diabete T 2, invece, fino ad un certo momento c’è eccesso
di insulina e il problema consiste nella diminuita sensibilità cellula
re all’azione deirinsulinal L'insulina c'è, ma... le cellule sono diventate
resistenti alla sua azione. L’organismo non ama troppa insulina perché il
suo eccesso può essere molto pericoloso. Nella terapia del diabete (ma
che terapia è ? è soltanto un’ inibizione dei sintomi!) la lotta consiste nella
risensibilizzazione delle cellule all'insulina.
Qui vorrei fare una digressione perché ciò che spiego sotto è estremamente
importante. Il diabete è una potente minaccia alla salute. Come mai, per
esempio, 40 anni fa di diabete infantile non si parlava molto? Perché non era
così frequente come oggi. È uno scandalo alimentare il fatto che il diabete
192
di tipo 2 compaia adesso non solo nelle persone dopo i 50 ma, sempre più
spesso, nei giovani e bambini.
L’eccesso di glucosio nel sangue è molto dannoso per il sistema nervoso, gli
organi interni ecc. Il suo livello nel sangue oscilla, è vero, ma non dovrebbe
superare un certo limite.
Ovviamente più spesso accade e più saie il livello di glucosio, più cresce
la resistenza delle cellule all'insulina.
Ricordiamo che ogni volta che il bambino consuma questo tipo di cibo o di
bevande, si alza velocemente il livello di glucosio nel sangue. Così ogni volta
196
Proprio non vorrei ora ripetere: “Chi conosce questi fatti? Chi può non sa
perli e chi invece dovrebbe?” Perché ancora il libro non è terminato e già
mi sono stancato di insistere su questo.
E che cosa ha a che fare con le ossa?, mi direte. Sono stati pubblicati
studi che dimostrano che l’osteocalcina aiuta a regolare la produzione di
testosterone!
Quando sono stati pubblicati questi studi? Nel 2011. Quanti anni fa? Oggi,
mentre sto scrivendo, sono passati due anni. Chi li conosce oggi? Appunto...
Quando l’organismo riceve troppo calcio, si altera l’equilibrio tra calcio e ma
gnesio, che deve essere circa 2:1. E così i reni cominciano a risparmiare il
magnesio, perché è carente rispetto al calcio.
Nella maggior parte dei casi l'impedimento di flusso nelle arterie si verifica
piuttosto lentamente perché la placca aterosclerotica non si forma da un
giorno all’altro. Ma.... è una conseguenza inevitabile. Quando inizia? Presto,
perché segni di cambiamenti aterosclerotici vengono già alla luce in giovani
di circa 25 anni di età. Quindi è un argomento importantissimo anche per
i lettori giovani, se ce ne sono, perché generalmente a questa età si pensa
di essere indistruttibili.
Gli autori del lavoro appena citato scrivono che, se esaminiamo al micro
scopio quel tessuto osseo, potremo constatare che... non si nota alcuna
differenza con il tessuto osseo, per esempio, del nostro scheletro. In altre
parole: la calcificazione delle arterie è un processo di costruzione di ossa,
solo che ciò succede nel posto sbagliato. Che cosa provoca allora questo
errore? Forse, in realtà, il problema non è l'eccesso di calcio ma il suo
trasporto nel posto giusto (ossa e denti)?
La vitamina K2 attiva alcuni composti albuminici che sono presenti nel nostro
organismo, ma è come se si fossero addormentati. Sono pronti all’azione,
ma solo se qualcosa li "sveglia”. Una di queste sostanze, nominata prima,
è l’osteocalcina
Nel nostro organismo, ogni secondo della nostra vita, hanno luogo tante
e diverse reazioni chimiche. Alla maggior parte di esse partecipano le al
bumine, che sono enzimi. Un enzima è una sostanza che catalizza alcune
reazioni, oppure controlla il loro decorso e, per poter cominciare a lavorare,
ha bisogno di un certo tipo di aiuto, un input, un liberatore. Questo liberatore
(o cofattore) è la vitamina K2, che provoca l'attivazione di un’enzima, che
a sua volta attiva la giusta forma di osteocalcina e MGP, permettendo loro
di legarsi con il calcio. Questo processo riguarda anche la vitamina K1 ma,
per semplificare, mi limito al minimo indispensabile.
Che cosa ha a che fare tutto questo con il fabbisogno di vitamina D? Più
vitamina D c'è, più facilmente il calcio viene assorbito. Va bene, ma... più
calcio che non sa dove andare, è un male, grande male. Che cosa significa?
Significa che - in particolar modo quando prendiamo supplementi di
vitamina D3 o preparati di calcio - abbiamo bisogno di tanta vitamina
K2; altrimenti ci creeremo seri problemi di salute. Non vorrei annoiare
con la solita domanda “ Ma... chi lo sa? Chi ne parla?”. Lo so, mi ripeto,
ma è difficile non farlo quando la società è completamente disinformata,
quando ci ammaliamo a migliaia soltanto perché ci manca la giusta infor
mazione. La persona comune non è obbligata a cercare informazioni su
come mantenersi in buona salute; paga per la maggior parte della sua vita
perché altri si informino e sappiano curarla EFFICACEMENTE quando
si ammalerà.
Nato nel 1870, Weston A. Price, medico dentista americano, era un uomo
straordinario. Non si limitava solo a trapanare I denti, ma... pensava. Non ai
soldi che guadagnava e che, ovviamente, erano in proporzione al numero
dei suoi pazienti. Si chiedeva del perché di tanti pazienti, se le patologie
dentali neH'uomo fossero naturali e perché stranamente così diffuse. Viaggiò
molto. Lontano. Girò tutto il mondo, dall’Alaska fino alle primitive regioni
dellAfrica, Australia, Nuova Zelanda, le isole del Pacifico e della Scozia,
dai paesini inaccessibili della Svizzera ai deserti delle Ande o nella giungla
sudamericana. Notò che i popoli che vivevano in posti così isolati erano
sani, avevano denti sani e non usavano né dentifrici né spazzolini. Anzi,
erano sorprendentemente resistenti alle malattie che, già allora, erano una
vera piaga della civilizzazione.
Il dott. Price notò che appena qualcuno abbandonava questi posti, da noi
considerati “selvaggi", per trasferirsi in paesi “civilizzati”, subito veniva as
salito dalle stesse malattie che distruggevano noi tutti. Succedeva sempre.
Senza eccezioni. Osservò anche che per prima cosa compariva la carie
dentale. Già allora notò il legame, che noi oggi scopriamo di nuovo, tra la
salute dei denti e il rischio della comparsa di cardiopatie.
Rimase intrigato dal fatto che, non appena la prima generazione dei genitori
della “giungla” cominciò ad alimentarsi come noi adesso, le facce dei loro
figli - cioè la seconda generazione - cambiavano. Più frequentemente la
parte cranio-facciale si restringeva, si storcevano i denti e compariva un
affollamento per mancanza di spazio nelle mascelle visibilmente più strette.
http://journeytoforever.org/farm_library/price/pricetoc.html
Potè farlo perché a quei tempi non esistevano ancora i meccanismi che
vietavano, come oggi, di somministrare ai pazienti qualcosa che non fosse
208
passato attraverso studi costosissimi, non fosse pubblicato nelle riviste della
“lista” di Filadelfia, non fosse sintetizzato artificialmente, ecc. Questa filiera la
conosciamo già. Nessuno lo insultava chiamandolo ciarlatano o stregone che
usa mezzi non ammessi, alternativi o quant’altro. Risultati delle sue terapie?
I pazienti curati con questo “rimedio miracoloso” in breve non ebbero bisogno
di trapano, altre cure, otturazione di denti, ecc. Documentò tutti i risultati e li
pubblicò, mostrando tanti esempi di radiografie, tipo “prima” e “dopo" l’appli
cazione di una dieta leggermente modificata. I risultati toglievano il flato.
Price fu prima di tutto un CLINICO. I suoi studi non saranno mai ripetuti,
perché chi li finanzierebbe? Perché allora queste conoscenze, esistenti da
70 anni, sono sprofondate nel dimenticatoio? Ritorniamo comunque alla
vitamina K2.
Eppure per più di mezzo secolo si è ritenuto che fosse LA STESSA vita
mina; non si è fatto caso alle diverse proprietà di queste due forme e, di
conseguenza, dei diversi ruoli che hanno nell’organismo.
Anzi, lo stesso Henrik Dam disse che: “ Sembra poco probabile che la vita
mina K come tale possa svolgere un qualsiasi ruolo nella prevenzione
della carie dentale ”. Se, dicendo “come tale”, intendeva la Vit. K1, ovviamen
te aveva ragione; però la Vit. K2 svolge un ruolo notevolmente DIVERSO.
Ancor oggi, tanti anni dopo la scoperta dell'esistenza della Vit. K2 e della
sua funzione completamente diversa da quella della Vit. K1, queste due
210
Come si può scrivere che “è stata dimostrata una relazione positiva tra il con
sumo di Vit. K nella dieta e una notevole diminuzione del rischio di fratture in
un gruppo di donne che assumevano alte dosi di vitamina K”? In quale forma?
Se solo laVit. K1 è di solito conosciuta, qualcuno può pensare che ci si riferi
sca alla sua forma (K1). E non è così! Questa mancanza di precisione è molto
pericolosa. Se qualcuno, desiderando integrare l’alimentazione nella speran
za, per esempio, di combattere l'osteoporosi, chiedesse in farmacia la Vit. K,
sicuramente otterrebbe la Vit. K1! E non è quella giusta! Errata è anche la
convinzione che sia sufficiente 1 microgrammo di Vit. K al giorno solo perché
così ha deciso una qualche organizzazione. Possiamo dormire tranquilli?
Per molto tempo ancora si è pensato che la carenza di Vit. K fosse facile da
diagnosticare e anche molto rara, e che questa vitamina avesse un ruolo
soltanto nella coagulazione.
Fa pensare il fatto che un farmacista non sappia NIENTE della vitamina K2;
anche gli studenti di medicina non ne sanno granché e - quel che è peggio
- poco anche i medici. Allora diciamo ora qualcosa sull’argomento, sosti
tuendo le varie Facoltà di Medicina, perché nessuna di queste informazioni
ho trovato in un qualche libro di testo per studenti di medicina. Forse questo
libro dovrebbe diventare per loro “ lettura obbligatoria”? Ovviamente sto
scherzando, ma forse non del tutto! Comunque, se lo leggono, impareranno
qualcosa in più, il tutto a vantaggio dei loro futuri pazienti, visto che a lezione
non ne hanno sentito parlare, e neppure nei libri.
Anche se di Vit. K ve ne sono almeno sette tipi, per noi le sue due forme
più importanti sono la K1 e la K2.
214
Quindi abbiamo una quantità sufficiente di vitamina K2? Si è visto che non
è così. Da qui deriva tutto il ventaglio di problemi di salute che ho citato
sopra. Non c'è il minimo dubbio che la miglior fonte di qualsiasi nutriente
è l’alimentazione. Purtroppo sappiamo quale tipo di alimentazione abbiamo
oggi e non mi dilungherò su questo. Chi è interessato a questo argomento si
rende conto che l’alimentazione odierna è più fonte di problemi di salute che
Osteoporosi e la sconosciuta vitamina K2 215
Vitamina K2-MK4
Come ho già detto, la sua fonte naturale sono i prodotti di origine animale.
Gli integratori contenenti questa vitamina,comunque, non sono del tutto
naturali. Forse qualcuno troverà la vitamina K2-MK4 nella forma presente,
per esempio, nel rosso d’uovo, lo non l’ho trovata. Isolare naturalmente
la vitamina K2-MK4 è molto costoso. Così viene prodotta sinteticamente,
estraendola dalla pianta Nicotiana tabacum, ovvero il tabacco. La vitamina
K2-MK4 la si può trovare anche con il nome “Menatetrenone".
Come indicano gli esempi clinici, l’uso di questa forma di vitamina K2 per
mette il pieno sfruttamento dei suoi vantaggi e delle sue proprietà.
Vitamina K2-MK7
Come integratore esiste da poco tempo. È stato dimostrato più volte che
ha gli stessi pregi della MK4, ma la sua emivita è più lunga, quindi non
c’è bisogno di assumerla 3 volte al giorno: ne basta una somministrazione.
Gast GC, de Roos NM, Sluijs I, Bots ML, Beulens JW, Geleijnse JM,
Witteman JC, Grobbee DE, Peeters PH, van der Schouw YT. A high
menaquinone reduces thè incidence of coronary heart disease
in women. Nutr. Metab. Cardiovasc. Dis. 2009
van Summeren MJ, van Coeverden SC, Schurgers LJ, Braam LA,
Noirt F, Uiterwaai CS, Kuis W, Vermeer C. K vitamins status is
associated with childhood bone minerai content. B r J. Nutr.
2008; 1-7.
Come ho detto, il tipo K2-MK7 permane nel sangue più a lungo e a livello
più stabile. In più... non si è verificata la tossicità della vitamina K2I Un
fatto importantissimo, perché subito diamo una risposta alle domande: “Ma
è tossica?”, oppure “si può sovradosare questa sostanza?”
sangue della donna è ancora alto, è più facile la trasformazione della vit.
D nella sua forma attiva, utile per la costruzione delle ossa.
Diminuendo gli estrogeni, questo processo diventa più difficile. Quando dopo
la menopausa gli estrogeni calano bruscamente, aumenta l’attività degli
osteoclasti: il catabolismo (la demolizione) dell'osso aumenta e la massa
ossea diminuisce. Inoltre la diminuzione degli estrogeni provoca la sintesi
di una sostanza che, a sua volta, accelera la formazione degli osteoclasti!
Questa è una maledizione del sesso debole? Non c’è speranza? Sì che
c’è, ma non viene detto ad alta voce...”.
Ripeto: chi ci informa della vitamina K2? Anche quando si parla di osteoporo
si, ci viene consigliato “più calcio e più calcio", consiglio fatale per la salute,
come ho dimostrato. Eppure è stato chiarito che i processi che favoriscono
l’osteoporosi possono essere fermati con l'integrazione di Vit. K2.
Invogliare a bere latte realmente ha senso? Proprio ora che il latte in com
mercio è soltanto quello pastorizzato, quindi senza valori nutritivi? Come
Osteoporosi e la sconosciuta vitamina K2 219
Buon appetito!
Per prevenire ciò, i malati assumono preparati anticoagulanti. Il più delle volte
eparina, acenocumarolo o Coumadin, che è il nome commerciale. Invece il
principio attivo è una sostanza chiamata warfarin. BLOCCA l’azione della
Vit. K1 che, come sappiamo, ha un ruolo principale nella coagulazione del
sangue. Per questo motivo viene raccomandato ai pazienti di non mangiare
verdure a foglia larga ricche di Vit. K1, perché in questo caso non ha senso.
Purtroppo... il warfarin blocca anche la Vit. K2, con tutte le conseguenze
che conosciamo, dovute alla sua carenza.
Con una dose piccola di Vit. K2-MK7, fino a 50 microgrammi al giorno, non
solo diminuisce il rischio di insorgenza di osteoporosi e di calcificazione delle
arterie, ma si ottiene maggiore stabilità dei parametri di coagulazione.
Qualcuno dirà “ sì....nei ratti”. Loro, però, sono usati spesso dagli studiosi
perché, anche se a molti lettori sembra strano, come mammiferi abbiamo
molte cose in comune.
rie (da dove arriva il calcio nella valvola? Ora lo sappiamo). É una valvola
attraverso la quale il cuore spinge il sangue in tutto il sistema circolatorio. Il
primo tratto di questo sistema è la nostra arteria maggiore, l'aorta. La valvola
aortica calcificata, occlusa da strati di calcio, ha un diametro molto sotto la
norma e questo impedisce notevolmente il flusso di sangue dal cuore all’a
orta. Ciò comporta dolori al torace, svenimenti, vertigini, facile stanchezza,
ecc. All’inizio questi sintomi spesso vengono ignorati perché si manifestano
solo in seguito a un maggiore sforzo fisico. Col tempo, però, quando nella
valvola si deposita sempre più calcio, i sintomi si aggravano notevolmente
e l'organismo del malato smette di funzionare come dovrebbe. In casi estremi
si arriva alla morte. Sicuramente, tra i familiari o gli amici dei lettori, c’è chi
ha dovuto sottoporsi a “trapianto della valvola" calcificata. La calcificazio
ne può verificarsi non solo nella valvola aortica. La diminuita efficienza
della valvola viene stabilita misurando il lume attraversato dal sangue.
“I malati di diabete di tipo 2 (T2) sanno, a volte, che II loro problema non è la
carenza di insulina. Questo è un problema legato al diabete di tipo 1 (T1).
Nel caso del diabete T 2, invece, fino ad un certo momento c'è eccesso
di insulina e il problema consiste nella diminuita sensibilità cellula
re all’azione dell'Insulina! L’insulina c’è, ma... le cellule sono diventate
resistenti alla sua azione. L’organismo non ama troppa insulina perché il
suo eccesso può essere molto pericoloso. Nella terapia del diabete - ma
che terapia è ? è soltanto un’ inibizione dei sintomi! - la lotta consiste nella
risensibilizzazione delle cellule all'Insulina.”
Questo significa che la Vit. K2 aiuta l’insulina nel suo lavoro. Prima si ab
bassa la glicemia, meglio è. Il nostro organismo, sappiamo già, si difende
dall’eccesso di insulina. Succede perché l'eccesso favorisce l’insorgenza
di tante malattie, tumori e obesità compresi. Ricordo che - come descritto
nella rivista Celi del 2007 - l’osteocalcina, che dirige il calcio nelle ossa
e nei denti, sensibilizzando le cellule all'insulina, influisce sulla sua attività
e il glucosio passa più facilmente dal sangue alle cellule.
Hwang YC, Jeong IK, Ahn KJ, et al. The uncarboxylated form of
osteocalcin is associateci with improved glucose tolerance
and enhanced beta-cell function in middle-aged male subjects.
Diabetes Metab. Res. Rev. 2009; 25(8): 768-72.
Come emerge dagli studi, e ne citerò uno solo, un giusto livello di Vit. K2
può prevenire l’insorgenza di questa sindrome. OKI II 25% della gente ha
un maggior rischio di ammalarsi di Alzheimer a causa di una certa albumi
na (per i curiosi: si tratta della cosiddetta forma E4 della apolipoproteina).
È stato accertato che i malati di Alzheimer hanno sempre un bassissimo
livello di Vit. K2. È stato dimostrato anche che la Vit. K2 ha una importanza
rilevante nel metabolismo del calcio nel cervello:
Inoltre nel cervello abbiamo una sostanza che previene la distruzione delle
cellule cerebrali, aiuta il loro sano sviluppo e la corretta funzionalità. Tutti
vorrebbero che questi meccanismi funzionassero bene nel loro cervello
ma... non sempre possono. Perché? Perché l'azione di questa sostanza
è condizionata dalla presenza di una giusta quantità di Vit. K2,,
228
E adesso una cattiva notizia per tutti: ci sono altre sostanze nel nostro
cervello la cui funzione è condizionata dalla presenza della Vit. K2. Non
affronterò ora l'argomento perché questo doveva essere un libro di facile
lettura. Faccio soltanto notare che, purtroppo... con l’età, il livello di Vit. K2
nel cervello diminuisce e, come vediamo, a questo è legata l’insorgenza di
malattie neurodegenerative.
È una notizia dolorosa..., allora per tirarvi su aggiungo che anche le persone
con tendenza alla formazione di calcoli renali troveranno qui qualcosa di
interessante. Come sappiamo l'incidenza della calcolosi renale è abbastanza
alta. Anche nei reni si accumulano grandi quantità di Vit. K2, ma perché?
Perché i reni producono un’albumina che inibisce la produzione di calcoli
renali. Questa albumina è circa 20 volte meno efficace dell’albumina attivata
dalla Vit. K2. Da qui la conclusione che la carenza di Vit. K2 può contribuire
(insieme ad altre 50 cause) alla formazione di calcoli renali.
non solo nei lettori non-medici. Ma... forse - e ci conto molto - stimolerà i me
dici a prescrivere ai loro pazienti la vitamina K2? Forse saranno invogliati ad
approfondire l’argomento. Forse saranno in grado di aiutare i loro pazienti con
risultati che finora potevano solo sognarsi, lo l’ho fatto e continuo a farlo con
risultati strepitosi, anche se sulle pareti ho diplomi di altro tipo. Perché no? Non
è stata rivelata tossicità nonostante la somministrazione di dosaggi altissimi.
Allora, cari dottori... non avrete più scuse! Non aspettate, per carità di Dio,
studi randomizzati, a doppio cieco, su una semplice e atossica vitamina!
CURATE! Forse guarirete “l'inguaribile"!
VIT K2
PRODOTTI quantità di MK4 e MK7
in microgrammi/100g
natto 1103,4 0%MK4, solo MK7
fegato d’oca 369,0 100% MK4
formaggi stagionati 76,3 6% MK4
formaggi freschi 56,5 6,5 MK4
rosso d'uovo 32,1 98% MK4
coscia d'oca 31,1 100% MK4
burro 15,0 100% MK4
fegato di pollo 14,1 100% MK4
salame ungherese 9,0 100% MK4
carne di pollo 8,9 100% MK4
pancetta 5,6 100% MK4
fegato di vitello 5,0 100% MK4
crauti 4,8 8% MK4
latte intero 1.0 100% MK4
latte scremato al 2% 0,5 100% MK4
salmone 0,5 100% MK4
sgombro 0,4 100% MK4
chiara d'uovo 0.4 100% MK4
Fonte: Rheaume-Bleue, Kate Vitamin K2 and thè Calcium Paradox: How a Little-
Known Vitamin Could Save YourLife. 2011, John Wìley and Sons, p. 209.
230
Immaginiamo che i nostri nervi siano sottili fili elettrici, anzi... fasci di fili. Si
sa che ogni filo deve essere isolato dagli altri perché altrimenti si verifica
un corto circuito che impedisce la trasmissione di un qualsiasi tipo di se
gnale. Quindi lo stato delle guaine isolanti ha un ruolo chiave. Ogni nervo
ha la sua guaina isolante, chiamata mielina. Quando, per motivi finora
ignoti, questa guaina viene lesa, i nervi adiacenti tra di loro vanno in corto
circuito e i segnali che invia il cervello non scorrono lungo i nervi giusti ma,
piuttosto, “saltano” in modo incontrollabile, da un nervo all’altro, ai nervi che
non dovrebbero utilizzare. Provocano così seri disturbi che si manifestano
attraverso i sintomi accusati dai malati di sclerosi multipla. I loro muscoli
cominciano a contrarsi in modo incontrollabile. I nervi innervano però non
solo i muscoli, ma ogni organo del nostro corpo. Il cervello comincia a per
dere il controllo sugli organi: il malato soffre per disturbi di coordinazione
dei movimenti, incontrollati movimenti dei muscoli, perdita della sensibilità,
sdoppiamento della vista, incontinenza, ecc. Si arriva alla paralisi e, spesso,
alla morte. Molto triste è il fatto che tutto questo può durare anni.
Perché si arriva alla distruzione della mielina? Gli scienziati, sempre più spesso,
segnalano che causa di malattie neurologiche sono i radicali liberi in eccesso.
Che vuol dire? Che, come ho spiegato prima, si arriva allo stress ossidativo.
Semplificando: si producono più radicali liberi di quanto le nostre difese immunitarie
riescano a neutralizzare. Come sappiamo, i radicali liberi hanno forza distruttiva,
sfruttata dal nostro organism a nostro vantaggio, a patto che la loro produzione
non sfugga al controllo. In tal caso i radicali liberi rivolgono la loro forza catabolica,
distruttiva, contro il nostro organismo, provocando l’insorgenza di quasi tutte le
malattie che conosciamo. Ci sono numerose prove che il Morbo di Alzheimer
è caratterizzato, al suo primo stadio, dalla presenza di forte stress ossidativo.
Questo è proprio l'effetto dell'azione dei radicali liberi. La loro forza distruttiva
è anche la causa della distruzione della mielina. Questa la cattiva notizia,
ora quella buona.
E poi:
La Vit. K2 ha un effetto così benefico anche sui tumori della prostata, del
sangue (leucemia) o del fegato.
Tutti i medici sanno molto sulla Vit. K1, ma poco sulla Vit. K2. Che peccato!
E che paradosso il fatto che che la conoscenza sull’azione, relativamente
limitata, della Vit. K1 sia notevole, e invece quella sulla Vit. K2, che ha una
immensa importanza per tutto l’organismo umano, sia quasi nulla! Che cosa
ci rispondono i rettori delle facoltà mediche?
Allora forse la Vit. K1 non ci serve? Si, e molto, ma la Vit. K1 si può riciclare,
l’organismo la risintetizza continuamente, a meno che questo meccanismo
non venga bloccato da farmaci anticoagulanti, con tutte le conseguenze de
scritte sopra. Non voglio affrontare qui l’argomento perché è piuttosto tecnico
e un lettore medio si annoierebbe. Chi è interessato, lo può approfondire.
- invecchiamento dell’organismo
- osteoporosi
- Morbo di Alzheimer e altre malattie neurologiche
- rughe
- vene varicose
- diabete
- artrite
- sclerosi multipla
- malattie tumorali
- gravidanza e difficoltà di concepimento
Osteoporosi e la sconosciuta vitamina K2 235
Spero che da oggi i lettori di questo libro, chiunque siano, approfittino delle
informazioni che contiene.
Riepilogo
Dopo aver parlato delle vitamine D e K2, non possiamo trascurare la vita
mina A. Apparentemente la si conosce abbastanza, ma è proprio così?
Tutti noi sappiamo che le carote sono ricche di vitamina A, anche se in realtà
non è così. Contengono invece una sostanza chiamata beta-carotene, la
cosiddetta provitamina. Dopo averla assorbita, il fegato produce vitamina A.
La stessa vitamina A si chiama retinolo, anche se in realtà sono tre sostan
ze chiamate retinoidi (ognuna svolge un ruolo diverso). Per fortuna questa
vitamina è facile da acquistare, si trova in tutte le farmacie. Probabilmente
non durerà ancora a lungo. Per ora siamo fortunati, perché è risaputo che
è partito un procedimento che mira a bloccare il libero e illimitato accesso
a tutte le vitamine.
http://www.stopcodex.pl/
1. non è vero;
prossimo libro dimostrerò che questi tipi di divieto sono solo un’infondata
stupidità. Non posso dire altrimenti.
La tragedia che si scatenò in tante parti del mondo in seguito alla Guerra
contro i grassi animali, è praticamente indescrivibile. La verità sul cole
sterolo fu descritta dettagliatamente dal dott. Uffe Ravnscov nel suo libro
intitolato “Il colesterolo: la bugia scientifica". A suo tempo fu un assoluto
trionfo editoriale negli USA e, esaurito, fu venduto su Amazon a 999 $ l’uno!
(La traduzione in polacco è acquistabile per l’equivalente di circa 10 €).
Per cui la prossima volta che leggeremo che “il prodotto è arricchito di beta
carotene”, o che “contiene vitamina A sotto forma di beta carotene” (il che -
come sappiamo - è un errore fondamentale), domandiamoci che cosa vuol
dire e quante condizioni devono verificarsi per trasformarlo in vitamina A.
1 bambini nutriti con molte proteine e pochi grassi crescono alti e, il più
delle volte, miopi. Diete proteiche così popolari, come la pazza - a mio
parere - dieta Dukan, non solo appesantiscono fegato e reni fortemente ed
inutilmente, ma una grande quantità di proteine, accompagnata da scarso
consumo di grassi animali, bruscamente “risucchia” la vitamina A dall'or
ganismo. Vale la pena di ricordarlo se si vuole seguire la “dieta Dukan”.
Non tanto tempo fa, quando nell’ambito di aiuti internazionali venne spedita
in Guatemala una enorme quantità di latte magro in polvere, tante persone
persero la vista. Il latte contiene molte proteine e, se è “magro”, è quasi
totalmente privo di grasso. Gli effetti furono tragici.
Sappiamo che la vitamina A è importante per la vista, per lo stato della pelle
e delle mucose. Ma non solo..., è conosciuta anche come fattore protettivo
contro le infezioni. La sua carenza si manifesta proprio con l’aumento di
infezioni, dal raffreddore all' HIV.
242
Il problema è come mantenerle in equilibrio tra di loro, come nel caso dei
minerali. I prodotti ricchi di vitamina A, consumati dagli Scandinavi, possono
aumentare l’incidenza di fratture del femore. Come ha affermato uno dei
ricercatori, un alto consumo di vitamina A, in Scandinavia, può potenziare
gli effetti provocati da un basso assorbimento di calcio. E ciò a causa della
mancanza di sole e della carenza di vitamina D. Cioè: troppa A e poca D:
Metz AL, Walser MM, Olsen WG. The interaction of vitamins A and
D related to skeletal development in thè turkey poult. J. Nutr.
1985; 115(7): 929-35.
Un po’ sopra ho parlato di tumore e del fatto che non ci viene detto niente
di concreto a proposito della sua prevenzione. Si inventa un “programma”
dopo l’altro, si conducono infiniti e inutili dibattiti. Ho dimostrato quanto
importanti siano le vitamine D e K2 sia per la sua prevenzione che per la
244
cura. Non ho mai sentito nessuno, e da nessuna parte, parlare del potere
di queste vitamine in questi casi.
Anche questo non lo si sa? No. Come no, se sì? Questo è un frammento
della “bibbia biochimica” di ogni studente di medicina in Polonia, intitolata:
"Biochimica di Harper, ed.IV, pag. 763”.
La vitamina A: che cosa non sappiamo 245
L’immensa importanza che tutto questo ha, la sanno tutti oramai. Beh..., forse
non proprio tutti. I lettori lo sanno. Peccato, però, che non dicono NIENTE in
proposito i vari specialisti dei “programmi” di prevenzione dei tumori, ascoltati
quasi con “devozione". E forse non se la meritano. Lascio il giudizio ai lettori.
Cioè alla donna che riesce a rimanere incinta. I problemi che hanno mi
gliaia di coppie con la gravidanza sono da tutti conosciuti. Una delle cause
più comuni è il basso contenuto di spermatozoi nello sperma maschile.
È un grosso problema perché così non si può rimanere incinte, almeno
non nel modo più piacevole, quello naturale. Ma, anche in questo caso,
la vitamina A può essere d’aiuto per il suo ruolo “chiave” nella formazione
dello sperma:
Quasi 20 anni fa, in Australia, furono studiati bambini che con particolare
facilità contraevano infezioni delle vie respiratorie superiori. Un cruccio per
ogni mamma di uno o più bambini in età pre-scolare. Gli studi mostrarono
che i bambini che prendevano solo 1.500 Ul di vitamina A si ammalavano
molto più raramente di quelli trattati con placebo:
In alcune famiglie vige ancora “la regola della nonna”: una volta alla setti
mana fegato a pranzo! Perché? Perché la nonna ha sempre saputo che in
questo modo i bambini non si ammalano così spesso. Semplice? Sembra di
sì, ma noi dobbiamo dimostrare per forza che ne sappiamo più di lei, di lei
che non era “dott.in medicina” e non aveva mai avuto accesso a computer
o microscopi. Non ne aveva bisogno.
http://nutritiondata.self.com/facts/lamb-veal-and-game-products/
4671/2
http://nutritiondata.self.eom/facts/fats-and-oils/628/2
pericolo non esiste. 100 gr del suo fegato contengono circa 1.800.000 Ul
di vitamina A.
Gli studi sulla tossicità della vitamina A hanno dimostrato che i primi sintomi
di intossicazione da questa vitamina, in adulti che prendevano una
dose di 100.000 Ul, comparivano solo dopo circa 6 mesi di assunzione
quotidiana; in alcuni dopo qualche anno. I sintomi sono reversibili dopo
l’interruzione della somministrazione.
Tempo fa sono stati pubblicati studi sulla presunta tossicità della vitamina
A sul feto di donne in gravidanza. Poi quando è venuto fuori che questi
La vitamina A: che cosa non sappiamo 249
Gli stessi risultati sono stati ottenuti da ricercatori svizzeri che, dopo aver
somministrato 30.000 Ul di vitamina A a donne in gravidanza, non hanno
rilevato nessun effetto collaterale nei neonati.
La vitamina A è stata usata anche per altri scopi. Per esempio, la som
m inistrazione di 100.000 Ul al giorno a donne con abbondante
sanguinamento mestruale ha portato alla guarigione di questo di
sturbo nel 92% dei casi. Vale la pena di ricordarselo? Penso di sì, perché
è un problema che affligge migliaia di donne. Forse potrebbero evitarlo.
Ma... perché non vengono aiutate?
con tumore alla prostata sono stati guariti totalmente e 5 hanno ottenuto
una regressione parziale usando la vitamina A come uno degli elementi di
terapia NATURALE (Drugs Exp Clin Res 2000;26(65-6):249-52).
Riepilogo
- Tocoferoli
- Tocotrienoli
Siccome, come si dice, “il diavolo sta nei dettagli”, dobbiamo domarlo un po'
spiegandone alcuni, solo quelli che ci permetteranno di capire come stanno
le cose. Come accennato prima, non possiamo parlare di buoni o cattivi
risultati dati dalla Vit. E senza precisare di quale degli otto elementi si tratta
e - cosa ancora più importante - se l’elemento è naturale o sintetico.
Dunque: vediamo come si riesce a fare un lavaggio del cervello con “studi”
che dimostrano che la Vit. E incrementa la mortalità:
Altri ricercatori lo hanno fatto e hanno esaminato quegli studi molto atten
tamente:
Che cosa è venuto fuori? Che si sono occupati di un'unica forma di Vit. E,
cioè l’alfa tocoferolo e, nella maggior parte dei casi, nella sua versione
SINTETICA. Che valore hanno studi così? Nessuno. Forse soltanto quando
confermano che la versione sintetica non dà i vantaggi attesi, ma questo
lo si sapeva già da tempo. Invece la diffusione di notizie che la vitamina
E come tale è nociva, è un volgare imbroglio.
Perché nel 95% dei casi, abitualmente, i medici leggono solo i titoli o le
sintesi dei lavori scientifici. Dunque dopo aver letto pubblicazioni del genere,
apparentemente serie, un medico la prescriverà a qualcuno? No, perché
gli studi “hanno dimostrato” che non ha senso.
Qualcuno dirà: “Si parla molto di questa vitamina come di una sostanza che
protegge il nostro cuore”. Sappiamo che uno dei maggiori problemi di salute
dei cosiddetti “paesi civilizzati” è proprio il grande numero di infarti. In massa
si interviene con i cosiddetti bypass e, quando non bastano, si trapiantano
cuori. In massa si impiantano nelle arterie occluse anche i cosiddetti stent,
che dovrebbero facilitare l’afflusso del sangue nel cuore. Lo sappiamo.
La vitamina E che non conosciamo 257
Sappiamo pure che, dato l’alto numero di questi malati, i costi affrontati
da ogni paese sono enormi. Queste terapie hanno veramente un costo
altissimo. Paghiamo tutti noi. Non importa se questi soldi provengono dalle
tasse o dalle multe fatte con gli autovelox. Sorge la domanda: è necessario?
Secondo me, NO. Basta riflettere e introdurre giusti accorgimenti preven
tivi per impedire la formazione di placche aterosclerotiche che occludono
le arterie e per permettere la rimozione di quelle già esistenti. E basta...
Come farlo lo sappiamo dai capitoli precedenti. Lo facciamo? No. Si può
fare ancora di più?
Uno degli migliori esperti nel campo, il dott. Barrie Tan, paragona la super
ficie antiaderente di una padella in teflon, che non permette l’attecchimento,
a quella di un nastro di velcro, che fa attecchire tutto con estrema facilità.
258
Tanti studi indicano che i delta tocotrienoli dimostrano proprietà che ren
dono la superficie delle arterie simile a quella di una “padella antiaderente”.
Semplifico al massimo, ovviamente, per rendere meglio l’idea, ma invito chi
è interessato a leggere ed analizzare:
Tutto efficace e poco costoso. Questi studi sono stati condotti da sciama
ni? O forse da guaritori impossessati? No. Occorre aggiungere qualcosa
sull’importanza epocale di questa scoperta? Neppure.
Quando, con rispetto parlando, studi “fatti con i piedi” hanno “dimostrato"
che la Vit. E non serve a nulla, tutto il mondo è venuto a saperlo! Perché
nessuno, in modo analogo, ha sparso “ai quattro venti” la notizia di queste
grandiose scoperte? A proposito: si tratta di un’unica scoperta? Ma no!
Qui anticipo i saggi commenti che sempre mi vengono rivolti: “la medicina
accademica si basa sempre su studi seri, randomizzati, in doppio cieco,
e non su notizie di alcuni studi o osservazioni”. Oppure: “finché il farmaco
(vitamina!) non è sottoposto a studi specifici, pubblicati nelle riviste della lista
di Filadelfia, ecc. ecc...”. Dunque? Che succede? Preferite semplicemente
guardare la gente soffrire e ammalarsi inutilmente? Quali studi dobbiamo
aspettare? Su una sostanza naturale? Comunque non la si potrà brevetta-
260
re, quindi nessun guadagno, il che vuol dire che MAI NESSUNO LI FARÀ.
Aspettare? O forse prendere noi in mano le redini? Nelle nostre mani.
senza gli effetti avversi causati dalle statine presenti sul mercato sotto vari
nomi commerciali: Bayeoi, Lipobay, Torvatin, Sortis, Torvast, Torvacard,
Zocor, Simvacard, Mevacor, Crestor, ecc.
Queste proprietà del delta tocotrienolo, nel caso di tumori della pelle (mela
noma), del seno, della prostata, del pancreas e dell’intestino crasso, vennero
confermate da altri studi condotti da altri ricercatori:
262
È una scoperta importante? Certamente sì! Ma forse solo per chi vuole
prevenire un tumore o ne è già colpito.
Non voglio essere maligno, quindi non chiederò ai lettori se hanno mai visto
prescrivere tocotrienoli a qualche malato di tumore, o se hanno sentito “un
La vitamina E che non conosciamo 263
I tocotrienoli sono stati testati anche su malati con tumore al pancreas, tumore
particolarmente aggressivo e virulento che, praticamente, non lascia speranze.
II 95% dei pazienti sopravvive solo 6-12 mesi dalla diagnosi. Risulta però che
i delta tocotrienoli ne bloccano la crescita, bloccando la divisione delle sue cel-
luJe. Abbiamo detto che la cellula tumorale “dimentica di morire" (apoptosi: è la
morte programmata) e cresce senza limiti. Come ripristinare questa funzione
di morte programmata? Gli studi affermano che i tocotrienoli riescono a farlo.
Dunque: è importante tutto ciò per la nostra salute e per le terapie? Eccome!
Ma quale lettore di questo libro, affetto da tumore, è stato mai consigliato
di prendere i tocotrienoli? Una foresta di mani alzate... Forse un giorno.
Indicazioni pratiche:
Nel caso di utilizzo di Vit. E in forma topica, come la crema per la pelle,
i tocoferoli non interferiscono con i tocotrienoli e agiscono insieme,
in sinergia, meglio che separati.
Sempre più spesso abbiamo casi di infezioni croniche delle vie respiratorie,
provocate dal batterio Clamydia pneumoniae. È stato dimostrato che
eliminare questo batterio è molto utile, per esempio, nella terapia dei
malati di sclerosi multipla.
La vitamina E che non conosciamo 267
Nella maggior parte degli studi sono stati usati isomeri puri dei tocotrienoli.
In studi precedenti i tocotrienoli sono stati classificati secondo le loro pro
prietà, o meglio secondo la loro efficacia nella terapia di malattie cardiache
e tumorali. Dalla maggiore efficacia alla minore, nel seguente modo: delta
tocotrienolo > gamma tokotrienolo >alfa tokotrienolo.
Precisiamo che l'alfa tocoferolo (cioè la forma più venduta in farmacia come
“Vit. E"1 non ha quasi dimostrato efficacia. In seguito sono stati condotti
altri studi usando tocoferoli estratti dai semi di palma, al momento la fonte
più ricca di queste sostanze.
Spesso sulle confezioni leggiamo che alcuni prodotti contengono Vit. E nella
forma di alfa tocoferolo. La forma sintetica è segnata come di-alfa to
coferolo. Va evitata. Purtroppo, decisamente più spesso, la Vit. E viene
venduta sotto la forma dei poco efficaci tocoferoli. Su tante confezioni
leggiamo solo: Vit. E, nient’altro. Siamo in grado di capire che questa
scritta non ha alcun senso ma, per cambiarla, bisogna... sì, bisogna avere
sufficiente conoscenza. Conoscenza fondamentale perché, come vedia
mo, la differenza tra i diversi componenti è notevole ed essenziale per la
prevenzione, per una terapia o “solo” per conservare una buona salute.
La struttura della Vit. E ricorda molto quella della Vit. K2, ma è l’unica cosa
che hanno in comune. La Vit. E, conosciuta sopratutto come antiossidante,
protegge dall’ossidazione gli acidi poiinsaturi, componenti della membrana
cellulare.
Olio di girasole 65
Girasole 38
Olio di palma 33
Mandorle 24
Olio di colza 23
270
- Nocciole 22.6
- Germogli di grano 15.1
- Olio di oliva 13
- Olio di mais 13
- Olio di soia 12.6
- Olio vegetale 11
- Olio di germogli di grano 150
- Noccioline americane 9.3
- Uova di pesce 7
- Pistacchi 5.2
- Anguilla 4
- Grano 2.8
- Noci 2.6
- Burro 2.4
- Avocado 1.3
- Fagioli di soia 0.9
- Pomodori 0.6
Riepilogo
Vediamo così che è del tutto privo di senso integrare con vitamine senza
equilibrare i minerali. Eppure sentiamo raramente, molto raramente, parlare
del ruolo dei minerali nell'organismo umano, nonostante abbiano la stessa
importanza di vitamine, proteine o grassi. La nostra prevenzione si basa
principalmente sul “mangiare più verdura e frutta, più movimento, ecc.”
Tutto vero, ma... verdure e frutta possono sintetizzare alcune vitamine,
ma nessun vegetale o frutto può da solo sintetizzare la minima frazione di
milligrammo di qualunque minerale.
coltivatore saggio non le mangia, le vende agli altri, e basta. Per il suo uso
personale ha un altro piccolo orto, che coltiva con fertilizzanti naturali, non
con sostanze chimiche, ecc.
Ammettiamo che il produttore venga pagato di più per un latte super sano,
contenente tutta la gamma di minerali, vitamine, enzimi, proteine, ecc. E poi?
Nel giro di sole 24 ore il suo latte verrebbe comunque trasformato dalla
centrale fino a perdere ogni traccia di tutto il suo valore in vitamine, enzimi
o minerali, nonostante venga ripetuto che il latte è sano. Non è ipocrisia
tutto questo e perdita di guadagno? Perché pagare qualcosa che dopo un
attimo verrà gettato via?
Dove trovare questi minerali? A che cosa ci servono? Farò riferimento a ciò
che pubblicò in proposito il dott. Wallach, veterinario e autore di indagini
molto scrupolose. Merita la nostra attenzione. In campo veterinario sono
state eliminate molte malattie somministrando minerali agli animali. Nell’uomo
queste malattie esistono come prima. Perché? Wallach afferma che una
delle cause è l’assicurazione sanitaria di cui godiamo noi umani, a diffe
renza degli animali. Probabilmente ha un po’ di ragione. Se a un allevatore
si ammala una mucca o un altro animale, il veterinario deve guarirlo. Le
persone, invece, possono essere curate all'infinito... Pagherà sempre una
qualche assicurazione.
Lo iodio svolge un ruolo importante nello sviluppo del feto. La sua carenza,
in casi estremi, porta a ipotiroidismo congenito e cretinismo. Anche senza
arrivare a situazioni così estreme, l’importanza dello iodio per lo sviluppo
del bambino è enorme.
Hetzel BS, Clugston GA. lodine. In: Shils M, Olson JA, Shike M,
Ross AC, eds. M odern N u tritio n in Health and Disease. 9th ed.
Baltimore: Williams & Wilkins; 1999:253-264.
Secondo loro è l’unico elemento che in totale sicurezza può essere consu
mato in quantità maggiori dei 150 MICRO grammi raccomandati al giorno.
Dunque possiamo ipotizzare che l’assunzione casuale di una dose 10 volte
maggiore di quella raccomandata non ci farà male. È vero? Ovviamente no!
Direi proprio che è una baggianata. Perché? Perché, come è stato dimostrato
da chi se ne intende, lo iodio può essere assolutamente sicuro anche se
consumato in dosi 100.000 volte superiori a quelle raccomandate.
la Vit. K1 e K2 e tutti gli otto ingredienti della Vit. E, lo stesso è stato fatto
con lo iodio. Dov’è il problema? Lo iodio è presente in due forme:
- iodio organico
- iodio inorganico
Per cui ogni volta che parleremo di iodio, parleremo sempre, senza ecce
zione, della sua forma INorganica e NON radioattiva.
Ricordiamo:
Lo iodio, come tale, non è pericoloso. Invece sotto forma di molecola or
ganica sì, lo è, e molto.
Per esempio:
Lo iodio è stato il primo elemento testato sugli esseri umani, eppure la sua
carenza è la più diffusa al mondo.
Delange FM. lodine Deficiency. In: Werner & Ingbar’s The Thyroid.
Braverman LE and Utiger RD, editors. Lippincott Williams & Wilkins,
2000; 295-329.
Tante volte i medici parlano della carenza di iodio, ecc. Quanti di loro consi
gliano l’integrazione di iodio, ma nella sua forma migliore, quella inorganica?
Lo iodio spaventa.
- paralisi
- aneurisma
- intossicazione da piombo o mercurio
- aterosclerosi
- malattie della tiroide
- emofilia
- discinesi (incontrollati movimenti del corpo)
- scrofulosi (infiammazione dei linfonodi generata da micobatteri)
- fistola lacrimale,
- patologie dell’anca
- sifilide
- infiammazioni acute
- cancrena
- gotta
- lupus
Iodio e malattie della tiroide: lo scadimento della medicina... 283
- difterite
- asma
- ulcerazioni
- bronchite
- ascesso, foruncolo
- patereccio (lat. panaritium)
- geloni
Ovviamente questa lista non è completa. Già negli anni 1820-1840 com
parvero numerose pubblicazioni sui vantaggi della somministrazione di
preparati di iodio (inorganico!). Purtroppo queste pubblicazioni stranamente
“evaporarono” dagli archivi di tutte le biblioteche americane. Non è la prima
volta che succede. E non solo con le pubblicazioni riguardanti lo iodio.
Nel 1956 esistevano già 1.700 preparati contenenti iodio e migliaia di prove
della loro efficacia e sicurezza:
284
Tutti i lettori sono a conoscenza che le patologie più frequenti della tiroi
de sono iper- o ipotiroidismo. Se la somministrazione di iodio in caso di
ipotiroidismo è ancora abbastanza tollerato, in caso di ipertiroidismo il sugge
rimento suscita una pessima reazione nei medici. L'ipertiroidismo può essere
provocato da un’auto-aggressione dell'organismo (malattia autoimmune),
come nel caso del Morbo di Graves-Basedow, oppure non autoimmune).
Il Morbo di Graves-Basedow costituisce il 90% dei casi di ipertiroidismo.
Ripeto che oggi non sappiamo curare le malattie autoimmuni. Questi malati
sono condannati a non guarire mai se si rivolgono a un medico che non sa
curare questo tipo di malattia. Gli studenti di medicina, ancor prima della
laurea, vengono privati di qualsiasi pensiero critico e autonomo, indottrinati
come sono, fin dall’Inizio della carriera professionale, che queste malattie
sono inguaribili.
Nel caso del Morbo di Graves-Basedov, non esiste terapia delle cause,
quindi vengono curati i sintomi”
S c?6u^o^c l\XUo\^
(Ho qualche difficoltà ad usare la parola "curare” in questo caso, perché non
si vedono gli esiti di questa cura. E lascio decidere ai lettori se, placando
i sintomi, si può parlare di cura o di terapia. Non intendo cominciare una
guerra semantica).
Nella clinica del dott. Biedl questa patologia veniva curata e anche i pazienti
con una forma acuta reagivano benissimo alla somministrazione di iodio.
Una sostanza semplice, innocua e poco costosa:
Starr P, Walcott HP, Segali HN, et al. The effect of iodine in exo-
phthalmic goiter. Atl. Med. J. 1924; 34:355-364.
Oggi abbiamo a che fare con un’amnesia di massa tra i medici. Stranamente
sono stati dimenticati tutti gli studi precedenti, le osservazioni e i successi
raggiunti grazie a una sostanza semplice e poco costosa:
Lo iodio veniva usato nella terapia del Morbo di Graves-Basedow già nel
1940 da... von Basedow stesso (!) e da Stokes nel 1854.
Invece il dott. Trousseau guarì una donna da questa malattia, per puro
caso. Non fu l’unico a riuscirci, ma il caso è abbastanza curioso. Avrebbe
dovuto prescriverle Digitalis, ma per distrazione le prescrisse la soluzione di
Lugol, nella dose di 15-20 gocce al giorno per due settimane. Significa che
questa signora prese 75-100 mg di iodio. Oggi tale prescrizione sarebbe
scioccante per un medico!
288
Per fortuna Trousseau non sapeva che “questa malattia non si cura cosi’”.
Ignorava anche che oggi i manuali medici insegnano che “è una malattia
inguaribile”. E così la guarì!
Faccio notare: Trousseau non sapeva che cosa aveva prescritto alla paziente,
né la paziente sapeva che cosa stava assumendo. Si potrebbe quasi dire
che questo fu un primo studio "in doppio cieco”.
Ma solo Trousseau curava ciò che i medici oggi non sanno curare? Ma
no! Anche altri medici. E ci sono pubblicazioni in cui sono descritte le cure
e sono anche citati medici che hanno guarito il Morbo di Graves-Basedow
senza ricorrere alla chirurgia.
Oggi non lo curiamo in modo così elegante. Oggi sappiamo far di meglio.
Oggi la tiroide viene avvelenata, tagliata o fritta con iodio radioattivo.
bisogna trovare una soluzione più radicale, ma solo dopo il fallimento della
terapia con lo iodio, non automaticamente. Ho già premesso che non sono
nemico di farmaci, chemioterapia o chirurgia così per partito preso.
Sottolineo che gli studi citati non vennero eseguiti in un garage o in una
cucina, anche se risalgono a tanto tempo fa. Per esempio, il dott. P. Beebe,
di New York, così descrive la sua più che decennale esperienza nella terapia
dell’ipertiroidismo somministrando iodio:
“Dalla mia esperienza risulta che lo iodio è una delle migliori sostanze
terapeutiche che abbiamo per curare il gozzo nella sua forma ipertiroidea.
Certamente, come nel caso di ogni farmaco forte, si può far danno, come
si può far danno applicando altri farmaci. Negli ultimi dieci anni ho curato
un gran numero di malati di ipertiroidismo e, nella maggior parte dei casi,
l’utilizzo di iodio ha costituito parte della terapia. Non vi è nessun pericolo
se la dose viene scelta adeguatamente al caso. L’eccessiva sensibilità allo
iodio, descritta da alcuni autori, è un fenomeno raro. Se la dose è adegua
tamente regolata, non c’è rischio di effetti collaterali”. (Nell’originale si parla
di “iodismo”, che probabilmente voleva significare intossicazione da iodio,
o “Basedow” provocato da iodio):
Lahey FH. The use of iodine in goitre. Boston Med. & Surg. J.
1925; 193:487-490.
T a b le 3
ATTENZIONE:
Più di una volta ho “puntato il dito” sulla mancanza di coerenza nella prepa
razione data ai medici. In questo caso li difendo sempre. Come posso fare
altrimenti, visto che non viene loro insegnato, dimostrato, detto qualcosa
durante i loro studi?.
Biochimica di Harper, ed. IV. Cerchiamo nell’indice tutti i capitoli in cui viene
nominato lo iodio per approfondire. Leggiamo:
STOP!
Il caffè è sempre lì, caldo ancora, e noi “studenti” sappiamo già tutto sul
lo iodio. Possiamo cominciare a curare. Forte è la medicina, la s’impara
presto. Sto scherzando? Chiaro. Ma chi adesso si è divertito? O piuttosto
terrorizzato? Probabilmente chi ha la tiroide malata.
Qualcuno dirà: “Va beh.... abbiamo in vendita il sale iodato”. Sì, solo che per
soddisfare almeno la minima quantità di iodio richiesta dall’organismo, circa
12.5 mg, bisognerebbe consumare quasi 165 gr di sale, cioè 35 cucchiaini
da tè. Forse qualcuno ci riesce, lo: passo. Anche se qualcuno ci riuscisse,
probabilmente si procurerebbe notevoli danni.
Vale la pena di notare che, prima di introdurre il sale iodato, negli USA in
realtà non esistevano malattie tiroidee autoimmuni, come per esempio il
Morbo di Hashimoto, nonostante che in quel periodo i medici americani
utilizzassero litri di soluzione di Lugol, quasi per ogni male.
Come si spiega, dunque, che oggi lo iodio viene evitato come fosse peste,
mentre prima della seconda guerra mondiale era considerato la panacea
di tutti i mali?
Per coloro che non sono laureati in medicina, prima di spiegare meglio,
devo fare una premessa. Quando la tiroide è satura di iodio come un
secchio pieno d’acqua, non è in grado di assorbirne neppure una “goc
cia” in più. Questa sua caratteristica fu sfruttata dopo la catastrofe di
298
Il mondo medico ebbe uno scossone. L’attacco allo iodio si scatenò alla
velocità della luce. In seguito a questo articolo ne uscirono altri, insieme
a numerosissime pubblicazioni che avvertivano della sua pericolosità.
Venne rimosso da tutti i prodotti e sostituito con la versione organica, nociva
per l’uomo! I mulini smisero di aggiungerlo alla farina e, per renderla più
Iodio e malattie della tiroide: lo scadimento della medicina... 299
Mi piace ricordare la conclusione dei loro studi: “un così alto livello di iodio
inorganico blocca la produzione di ormoni tiroidei, causando ipotiroidismo
e formazione di gozzo”.
300
Che vuol dire "così alto”? Gli studi in vitro dimostrarono che la concentrazione
di ioduro necessario per provocare l'effetto descritto da Wolff e Chaikoff fu
di quattro ordini di grandezza maggiore di quelle utilizzate da loro! E quella
fu veramente altissima.
Che cosa significa in questo caso? Significa che per provocare quell’effetto
neH’uomo e non nel ratto, bisognerebbe prescrivere 50 grdi ioduro di potassio
al giorno, pari a 50.000.000 microgrammi! Ricordiamo le raccomandazioni
ufficiali? Dovrebbero essere appena 150 microgrammi.
È tutto? Magari!
“Un così alto livello di iodio inorganico blocca la produzione di ormoni tiroidei,
causando iootiroidismo e formazione di gozzo".
Perché questa ripetizione? Perché in seguito venne fuori che questi due
“scienziati”, nei topi usati per i loro esperimenti, neppure misurarono il livello
di questi ormoni! E in questi topi non risultò né gozzo, né ipotiroidismo!
Dunque fu un volgare IMBROGLIO!
oppure:
Poi:
L’uso dello Iodio radioattivo nella terapia del Morbo di Basedow è legato
all’Insorgenza di leucemia e di altri tumori:
Nel suo libro “Non esistono malati inguaribili”, il professor Julian Aleksandrowicz
scrisse: “Nelle mense universitarie, un gruppo di studenti, nutrito con cibi salati
con sale naturale per tre mesi, rispetto a quelli alimentati come sempre a base
di piatti cotti con sale raffinato, ebbe un aumento deH’immunoglobulina IgM
da 137 mg% a 240 mg%; un incremento dell’attività della fosfatasi alcalina
dei granulociti (indice da 63 a 116) e la diminuzione d’incidenza di affezioni
delle alte vie respiratorie (corizza). Il contenuto di ferro nel siero sanguigno
Iodio e malattie della tiroide: lo scadimento della medicina... 305
degli studenti che consumavano sale naturale aumentò, dopo sette giorni
dall’inizio della sperimentazione, da 16.09 a 23.15 micromol/l.” Questo è im
portantissimo. Ma... gli studenti di medicina lo sanno?
E non è tutto. Si parla tanto della possibilità di far uso di diversi integratori, minerali,
ecc. Ma una delle cause principali di tutte le malattie è la spaventosa intossica
zione dell'ambiente, cioè del terreno, dell'alimentazione, dell'aria e dell'acqua...
Le sostanze nocive per l'uomo rimangono, in tanti casi, nel nostro corpo per
sempre. Tranne alcune, il nostro organismo non è in grado di eliminarle. La
loro presenza disturba l'azione di tante sostanze indispensabili per la salute
o le distrugge del tutto. Ci ammaliamo senza la possibilità di guarire, a volte
moriamo. A meno che non smettiamo di curare i sintomi e rimuoviamo invece
la causa. Come rimuovere però metalli pesanti o altre sostanze tossiche?
Veramente non è facile. Non prendiamoci in giro: le varie diete non rimuovono
queste tossine, a meno che non siano localizzate nel tessuto adiposo.
Sarebbe errato pensare che lo iodio serva solo alla tiroide. Anche altri
organi ne hanno tanto bisogno e, senza, si ammalano.
Le funzioni della tiroide sono rimaste invariate nel 99% dei pazienti. Effetti
collaterali come allergia, ingrossamento delle ghiandole salivari o della
tiroide, oppure effetti di sovradosaggio, sono comparsi raramente, in meno
dell’1% dei pazienti. Tutto ciò, paragonato a terapie con i farmaci abituali,
è un risultato più che eccezionale. Invece sintomi da eccesso di iodio -
accompagnati da gusto metallico, rinorrea o rash cutaneo simile all’acne
- in realtà furono causati dalla disintossicazione dai bromuri e, dopo aver
diminuito la dose di iodio, sono scomparsi del tutto:
Vale ben la pena di conoscere tutto ciò. Vale la pena sapere anche che lo
iodio ha un ruolo chiave nella prevenzione del tumore al seno, oggi una vera
epidemia. Come detto sopra, i seni - e non solo la tiroide - costituiscono un
relativamente grande magazzino di iodio. Più i seni sono grossi, più iodio
è necessario. Il loro tessuto ha bisogno di iodio per rimanere sano. Altrimenti
nascono diversi problemi di salute. Quando lo iodio scarseggia, la tiroide
ed altri organi cercano di captarne il più possibile, e così scarseggia per
tutti. La sua carenza in organi come tiroide, seni, ovaie, ecc, apre la strada
direttamente a malattie di questi organi.
Ciò vale anche per il il testosterone nelle donne. Un'alterazione del delicato
equilibrio di questi ormoni può provocare un tumore. Gli estrogeni sono
indispensabili per lo sviluppo e il funzionamento di ovaie, utero o seni.
a) estrone (E1),
b) estradiolo (E2)
c) estriolo (E3).
La questione è che ogni donna non solo necessita di questi ormoni per
il corretto funzionamento del suo organismo, ma ne ha bisogno in dosi
e proporzioni adeguate. È molto importante perché, per esempio, l’estriolo
presenta proprietà antitumorali.
Già nel 1896 fu notato il legame tra ipotiroidismo e tumore. Anche se non
vennero condotti studi concreti, dall’esperienza clinica di tanti medici risul
ta che questo legame esiste. Significa che le donne con ipotiroidismo più
spesso si ammalano di tumore al seno:
È facile dedurre che, se nel momento in cui compare una patologia causata
dalla carenza di una sostanza necessaria al funzionamento di diversi organi,
312
Certamente no, è ovvio, ma... non tutte le donne saranno mai sottoposte a un
esame di questo tipo. E poi si parla di PROBABILITÀ e non di certezza al
100%. In altre parole: merita che questa probabilità venga ridimensionata.
Non è mio obiettivo descrivere qui il metodo di cura delle patologie della
tiroide, ma dimostrare che la tiroide può essere curata molto meglio di
quanto si faccia adesso.
Attenzione!
In centinaia di mail che ricevo la questione della terapia della tiroide è sor
prendentemente frequente. Mi si rivolgono domande del tipo: che metodo
consiglia per curare Hashimoto? Quanta soluzione di Lugol devo prendere?,
ecc. Anche se dalle malattie della tiroide si può guarire, tutto il processo non
è semplice e la terapia non è uguale per tutti. Rispondo che occorre essere
seguiti da un endocrinologo che sa che cosa fare. Purtroppo mi rendo conto
314
che non è facile trovarlo. Proprio per questo, come ho sottolineato all’inizio,
dedico questo capitolo proprio agli endocrinologi, invitandoli a riflettere
e applicare questo tipo di terapia, perché - come abbiamo visto - si può
curare e guarire il malato alla tiroide senza procurargli inutili sofferenze. Qui
non si tratta di una semplice integrazione, ma della terapia di un complicato
e sensibile sistema endocrino. E non lo si può fare per telefono o via mail.
Quindi non aggiungo ora un riepilogo, perché un endocrinologo, dopo aver
letto queste pagine, saprà come fare.
Grassi: argomento semplice,
ma poco conosciuto
Non entrerò nella complicata biochimica dei grassi, non è questo il no
stro obiettivo. Concentriamoci sugli aspetti pratici della loro funzione
neH’organismo.
I grassi sono composti da sostanze che dal punto di vista chimico sono
degli acidi. Abbiamo tre tipi fondamentali di acidi grassi (FA):
a) saturi
b) monoinsaturi
c) poiinsaturi
H H H H H H H H H
1 1 1 1
1 I 1 1 |1 1 I 1
H -C - c - c -C -C -C - c - c - C - - -C O O H
1 1 1 1 1 1 1 1 1
H H H H H H H H H
questo motivo che vediamo quei puntini alla fine della catena: indicano la
possibile variazione della lunghezza della catena, dipendente dal numero
di atomi di carbonio presenti in un certo acido grasso. Le lettere COOH
indicano semplicemente che si tratta di un “acido”. Ogni atomo di carbonio
presenta legami singoli (stabili in quanto saturi) con gli atomi d'idrogeno
(eccetto il gruppo COOH).
H H H H H H
H H H
H H
| | | | | |1
1 1
1 |1
1
1 1 1
C - c - c -C -C -C - c -C = C - C - c - C - ■■- - C O O H
l l1 11 1 1 1 1 1 1 1 1 1
H H H H H H H H H H H H
Una piccola nota tecnica per i più esperti: per evidenziare il legame doppio
mi sono servito di uno schema semplificato, in realtà il carbonio è sempre
quadrivalente.
Grassi: argomento semplice, ma poco conosciuto 317
Il doppio legame (=) che si forma è molto instabile e in tal caso l’acido
“cerca” la possibilità di completarlo con un altro elemento. Un elemento
che facilmente si lega alla catena dell’acido grasso è l’ossigeno. Quando si
verifica questa unione, spezzando il legame doppio, si parla di ossidazione
dell’acido grasso, che viene distrutto con gravi conseguenze per la nostra
salute. Un altro fenomeno molto dannoso, che avviene durante il processo
di ossidazione dei grassi, è la formazione di radicali liberi (che ho nominato
prima): sono molto nocivi per noi.
Da ricordare:
In altre parole, l'ossidazione degli acidi grassi è molto dannosa per l’uomo.
E che cosa succede se, per esempio, questo grasso viene scaldato a con
tatto con l’aria e non nel nostro corpo? Si comporterà a seconda delle
leggi della chimica. Più lungo è il tempo e più alta è la temperatura, più
i processi di ossidazione e produzione di radicali liberi avvengono veloce
mente. Possiamo scaldare, per esempio, questo grasso alla temperatura
di 90 o 100° C e le reazioni saranno velocissime. Possiamo andare oltre
scaldandolo a 180 gradi, per esempio, e trasformarlo in una fabbrica di
radicali liberi. Ma per far cosa?
Alcuni sì, ma sono pochi; altri no, e sono molto più numerosi. Ogni giorno
migliaia di persone versano olio di oliva in padella per scaldarlo a 180°
e friggere, per esempio, carne, verdure, crèpes, pesce, ecc. Fanno male?
Bene, no, perché l’ossigeno deH’aria si lega a quel legame doppio e si for
mano numerosi radicali liberi. Dunque, non fanno bene, ma c’è di peggio,
molto peggio....
H H H H H H H H H H
| | | | 1 |
1 1
1 11 11 1
1
C- c - c - c -C =C-C - c =C-C -C - c - -C O O H
l1 l
1 l
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
H H H H H H H H H H H H
H H H H H
H H H H
| | | |1
1 11
| 1I 11
C-C =C-C -c =C-C -c =C-C -C - C - -C O O H
i 1i 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
H H H H H H H H H H H H
complicato per tanti. In questo mio prossimo libro, sulla base di ricerche
scientifiche, dimostrerò che il consumo di grasso non è in relazione con
l’incidenza di cardiopatie o arteriosclerosi.
Dunque tutti gli oli sono cattivi? Non è così. Gli oli vegetali ci sono molto
utili, particolarmente quelli ricchi in essenziali acidi grassi insaturi.
Vorrei dedicare alcune righe ad alcuni aspetti significativi degli Acidi Grassi
Insaturi Essenziali (EFA Insaturi). Che cosa significa “essenziali”? Che l’or
ganismo non è in grado di sintetizzarli. Questi grassi sono INDISPENSABILI
per il corretto funzionamento dell’organismo. Devono essere forniti dall’ester
no, meglio dall’alimentazione. In caso di loro carenza, ci ammaliamo. Visto
che sono cosi importanti, ne abbiamo bisogno in grandi quantità o anche
piccole? Di quanto omega 3 e di quanto omega 6 abbiamo bisogno? Tutti
li conoscono, ma non tutti conoscono le ultime novità al riguardo.
Perché? Perché non è vero. “Vedo” già, con gli occhi dell’immaginazione,
espressioni di sorpresa. Speriamo solo di sorpresa, perché per tanti potrebbe
anche essere una sensazione del tipo: “Ecco, di nuovo Lui capovolge tutto”.
Purtroppo non posso farci niente. Sono fatti.
Grassi: argomento semplice, ma poco conosciuto 323
In più, scientifici. Quindi cercherò di spiegarli velocemente.
Qualcuno può chiedere: “e l’olio di pesce dove sta?”. Ci viene detto che
è l’olio più sano per l’uomo. Guardiamolo un po’ meglio perché - come si
dice - “il diavolo sta nei dettagli!”
Che cosa succede dopo il consumo di grasso Omega 3, come l'Acido Alfa
Linolenico (ALA)? Il nostro organismo lo trasforma in altri due acidi grassi,
anche loro del tipo Omega 3, con nomi molto più complicati:
Ma questi non sono Acidi Grassi Insaturi Essenziali, perché il nostro orga
nismo li produce da solo.
Acido LA (Linoleico)
La stessa cosa vale per gli acidi del gruppo Omega 6. Dunque: il Primario
acido LA e i suoi Derivati GLA e AA, appartengono tutti al gruppo Omega 6.
Faccio notare che il numero “3” o “6” legato al nome Omega non si riferisce
al numero di legami doppi. Significa semplicemente che IL PRIMO lega
me doppio compare in posizione 3 o 6. I legami doppi possono essere 5
o più.
In questo caso abbiamo a che fare con la stessa confusione che fac
ciamo tra sostanze che hanno proprietà diverse. Ribadisco: ALA, EPA,
DHA appartengono allo stesso gruppo Omega 3, ma ognuno svolge un
ruolo diverso neH’organismo. Lo stesso vale per gli Omega 6 ai quali ap
partengono LA, GLA e AA. Risulta importante per la nostra salute non
distinguere tra Omega 3 e Omega 6, ma tra la forma Primaria e quella
Derivata.
ATTENZIONE:
2. Non più del 5% degli acidi Primari viene trasformato in Derivati e, se
condo alcuni scienziati, solo l'1% di quelli appartenenti agli Omega 3.
Veniva detto che il giusto rapporto tra gli Omega 6 e gli Omega 3 dovesse
essere pari a 2:1, mentre l’effetto della dieta standard è il rapporto 10:1
e perfino 40:1. Si cominciò a raccomandare il consumo di grandi quantità
di Omega 3 per equilibrare l'eccesso di Omega 6.
Tranne che nel cervello e nel sistema nervoso, che incide sul peso di un
uomo adulto solo per il 3%, in altri tessuti, nel plasma e nelle membrane
cellulari si trovano soltanto tracce dei DERIVATI. L'integrazione a base di
olio di pesce composto da DERIVATI, cioè EPA e DHA, risultò un errore
medico perché non si sapeva che questi acidi venivano raccomandati in
quantità di 100, ma anche 500 volte, superiori alla quantità normalmente
prodotta dal nostro organismo. Questo fatto dovette per forza avere riper
cussioni sulla nostra salute.
Grassi: argomento semplice, ma poco conosciuto 327
Per molti anni si è affermato che i grassi Omega 6 sono dannosi per la
salute. Nel 2009, la American Heart Association formalmente dichiarò
infondate queste affermazioni.
Harris WS, Mozaffarian D, et al. Omega-6 fatty acids and risk for
cardiovascular disease Circulation 2009; 119: 902-907.
Il dibattito nacque dal fatto che uno degli acidi Derivati Omega 6, lAcido
Arachidonico (AA), risulta un elemento fondamentale per le sostanze prò
infiammatorie. Da qui sorse la preoccupazione (comunque mai confermata)
che il consumo degli Omega 6 potesse aumentare il rischio di numerose
patologie cardiovascolari.
Inoltre:
c) Non ci sono prove che l’acido arachidonico (AA) sia nocivo finché
non viene trasformato in metaboliti nocivi.
j) Nel latte materno e nella maggior parte dei tessuti umani, il rapporto
tra gli Omega 6 e gli Omega 3 varia da 3:1 a 9:1 (nel latte umano 10:1;
nella maggioranza dei tessuti da 4:1 fino a 7:1; e nel grasso ancora
di più). Anche se nella dieta prevalgono i grassi di tipo Omega 3,
l’organismo preferisce conservare gli Omega 6.
Circa il 14% del peso del cervello umano è composto dai derivati di Omega
3, cioè da EPA e DHA. Però l’acido arachidonico (AA) costituisce il 10% di
tutti i grassi nell’organismo. I sostenitori dell’integrazione con olio di pesce
non lo dicono. Gli acidi grassi Omega 6 costituiscono una frazione domi
nante dei grassi che compongono il corpo umano.
http://www.nutrilife.pl/index.php?art=52
Anzi - come ho detto prima - abbiamo a che fare con una sorta di paradosso
medico. I medici, a volte, non vogliono sentire che cosa dicono gli scienziati
se ciò non rientra nella loro “realtà politicamente corretta”.
conseguenza produce molti radicali liberi nocivi per la salute. Per questo
motivo non è assolutamente adatto per friggere.
Gli Omega 3 Derivati, ciò è EPA e DHA, da questo punto di vista sono
ancora peggiori perché l’EPA ha cinque legami doppi ed il DHA addirittura
sei! Ora non possiamo più dubitare che scaldare questi grassi e consu
marli non è un bene per la nostra salute. Tante persone però lo fanno
con grande gusto, fantasia, frequenza, e quasi celebrando. Succede ogni
volta che friggiamo il pesce. Sì, il pesce! Il pesce e l'olio in esso conte
nuto non contiene Omega 3 Primari, ma EPA e DHA, cioè gli Omega 3
Derivati!
Già nel 1925 il dott. Otto Warburg dimostrò che quando il livello di ossi
genazione della cellula cala di circa il 30% del suo valore normale, allora
questa cellula, irreversibilmente, si trasforma in cellula tumorale. Oggi
sempre più centri di ricerca tornano a considerare questa scoperta. In
altre parole, la carenza di ossigeno nella cellula porta all’insorgenza di
tumore. Questo fatto venne considerato la causa “primaria” dei tumori.
Altre cause come metalli pesanti, componenti del fumo di sigarette, radia
zioni ionizzanti e altre onnipresenti tossine, sono state considerate cause
“secondarie”. Come fornire dunque ossigeno alle cellule? Lo sport o, addi
rittura, la respirazione di ossigeno puro favorirà l’ossigenazione del sangue,
ma non necessariamente l’ossigenazione delle cellule. Bisogna rendersi
conto che l'ossigeno deve superare 7 barriere costituite da membrane
cellulari per arrivare, alla fine, alla cellula (e in particolare ai mitocondri
al suo interno), dove viene consumato per normali processi biochimici
di ogni tipo.
Il professor Brian Scott Peskin e il dott. Amid Habib hanno affrontato que
sti argomenti, citando le fonti, nel libro “The Hidden story of Cancer”. Ne
raccomando la lettura.
Per i dietologi e per chi vuole perdere peso ho una buona notizia.
Già nel 1976, Il dott. H. Kasper dimostrò che utilizzando Omega 6 PRIMARI,
si può perdere peso molto più facilmente.
336
Spero che quanto sopra sia sufficiente per ora. Almeno per chi cerca risposte
a domande fondamentali.
Grassi: argomento semplice, ma poco conosciuto 337
Riepilogo
- Non bisogna usare troppi oli vegetali o preparati del tipo Omega 3.
http://tinyurl.com/nng8wl9
Ogni autunno veniamo informati delle perdite miliardarie del Sistema Sanitario
Nazionale, provocate dalle cure di semplici raffreddori o influenze e da
assenze sul posto di lavoro. Sappiamo come le difese immunitarie dell'or-
ganismo umano possono essere rinforzate con metodi estremamente
semplici. Applicando alcuni, poco costosi, nutrienti di base. Come affermano
gli studi citati e le esperienze ricordate in questo libro, potremmo ridurre
notevolmente i casi di influenza, aterosclerosi, osteoporosi, diabete, scle
rosi multipla, psoriasi, asma, tumori e altre patologie qui descritte. Circola
ancora un’ombra di dubbio?
Ogni anno, soltanto negli USA, muoiono più di 100.000 persone a causa
degli effetti collaterali provocati dai farmaci. Ovvero: in 30 anni sono morti
per questi motivi circa 3.000.000 di persone)
Un esempio:
Vorrei che “un mondo così" cambiasse al più presto. Spero n u d i* <
arrivino tempi in cui compreremo latte al supermercato dietro rinfitta fggi fi
contiene lattosio, e frutta in farmacia perché contiene vitamlrin (
Aggiungo:
Per il futuro
Si parla tanto di esercizio fisico. Ma tutti gli esercizi sono salutari? Chissà
se la popolare aerobica o il correre (esercizio “così facile”) portano più
vantaggi o danni? Perché, a volte, persone giovani e sportive muoiono
d’infarto? Come fare movimento senza farsi del male? Perché un malato
cardiologico trae più vantaggi da faticosi esercizi ginnici e non dal tranquillo
“trottare” su un tapis roulant?
http://jerzyzieba.blogspot.com
www.ukryteterapie.pl
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A tutti gli iscritti invierò informazioni su argomenti interessanti riguardanti
la salute, medicina, incontri, ecc.
Grazie a tutti,
L’autore
Jerzy Zif ba dii pln di 20 anni si occupa (
di naturopatla, partii (ilarmente quella
riferita al naturai*1 metodo di cura
e prevenzione di malattie ironiche
e tumori.
Il libro "Terapie u m ilia te " t> stato
scritto dopo tanti anni ili analisi di i
studi e pubbllca/loni, sionosdute
anche ne<|ll stessi ambienti medici.
L'autore pubblica articoli nel media,
fa conferenze su semplici d efficaci
metodi di terapia v pieivnjtlone,
senza rlcorieie a rimedi sintetizzati
artificialmente