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Stefania La Badessa

ADATTARSI
per VIVERE MEGLIO
Gestire il sovraccarico quotidiano con l’aiuto degli adattogeni
Stefania La Badessa

ADATTARSI
per VIVERE MEGLIO
Gestire il sovraccarico quotidiano con l’aiuto degli adattogeni
© 2020, Stefania La Badessa, Tecniche Nuove, via Eritrea 21, 20157 Milano
Redazione: tel. 0239090254
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ISBN 978-88-481-4205-2

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Disegno di copertina: Giacomo Pilato


Sommario

Prefazione............................................................................................5
1. Stress: per trovare un rimedio adeguato, comprendiamo
meglio il problema................................................................................7
2. Dal problema alla soluzione: gli adattogeni....................................... 9
Che cosa sono ..........................................................................................................................9
I principali effetti sull’organismo........................................................................................10
3. Il re degli adattogeni: il Ginseng ..................................................... 12
Conosciamo la pianta............................................................................................................ 13
Cosa contiene.......................................................................................................................... 13
Come funziona........................................................................................................................ 13
Quando può essere utile.......................................................................................................14
Come utilizzarla correttamente.......................................................................................... 15
Qualche cautela...................................................................................................................... 15
4. Adattarsi sostenendo il sistema immunitario: l’Eleuterococco ........... 16
Conosciamo la pianta............................................................................................................16
Cosa contiene.......................................................................................................................... 17
Come funziona........................................................................................................................ 17
Quando può essere utile.......................................................................................................18

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Adattarsi per vivere meglio

Come utilizzarla correttamente..........................................................................................19


Qualche cautela......................................................................................................................19
5. L’adattogeno al femminile: la Rodiola...............................................20
Conosciamo la pianta...........................................................................................................20
Cosa contiene.......................................................................................................................... 21
Come funziona........................................................................................................................ 21
Quando può essere utile...................................................................................................... 22
Come utilizzarla correttamente......................................................................................... 23
Qualche cautela..................................................................................................................... 23
6. Adattarsi a tutte le età: la Schisandra...............................................24
Conosciamo la pianta........................................................................................................... 24
Cosa contiene......................................................................................................................... 25
Come funziona....................................................................................................................... 25
Quando può essere utile...................................................................................................... 25
Come utilizzarla correttamente......................................................................................... 26
Qualche cautela..................................................................................................................... 26
7. Incrementare la resilienza, alleggerendo la tensione: la Whitania ........27
Conosciamo la pianta........................................................................................................... 27
Cosa contiene......................................................................................................................... 28
Come funziona....................................................................................................................... 28
Quando può essere utile...................................................................................................... 28
Come utilizzarla correttamente......................................................................................... 29
Qualche cautela..................................................................................................................... 29
8. L’adattogeno alleato dell’eros: la Maca.............................................30
Conosciamo la pianta............................................................................................................ 31
Cosa contiene.......................................................................................................................... 31
Come funziona........................................................................................................................ 31
Quando può essere utile...................................................................................................... 32
Come utilizzarla correttamente......................................................................................... 32
Qualche cautela..................................................................................................................... 33
9. Oltre gli adattogeni: tris di consigli conclusivi .................................34

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Prefazione

“Il fattore più importante nella sopravvivenza non è né l’intelligenza né la forza,


ma l’adattabilità” sosteneva a metà del 1800 Charles Darwin, padre della Teoria
dell’Evoluzione di tutti i viventi.
Oggi come allora, la capacità di adattarsi diventa quindi la chiave per soprav-
vivere: ogni volta che un essere vivente si ritrova, nel corso della sua vita, ad
affrontare situazioni nuove, sconosciute, problematiche e talvolta non facilmente
modificabili, è costretto inevitabilmente ad adattarsi per potersi garantire la so-
pravvivenza non solo da un punto di vista fisico, ma anche – nel caso dell’uomo
– psicologico.
Tra tutti gli esseri viventi, proprio l’uomo ha dimostrato, attraverso i secoli, la sua
capacità ad adattarsi con successo alle condizioni ambientali, attingendo all’e-
norme varietà di risposte comportamentali che può mettere in atto. La plasticità
delle risposte che l’organismo umano è in grado di attivare in risposta agli stimoli
esterni gli ha d’altronde permesso di distribuirsi su più dell’80% della superficie
terrestre, adattandosi agli ambienti più diversi ed estremi, secondo modalità dif-
ferenti.
“La via giusta è simile all’acqua che, adeguandosi a tutto, a tutto è adatta” (Vito
Mancuso, Il principio passione): adattarsi significa quindi essere disposti a cam-
biare, mutare le proprie abitudini, ma anche il modo di pensare e di agire, per
“fluire” nella corrente di una quotidianità densa di relazioni, situazioni e problemi

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Adattarsi per vivere meglio

sempre nuovi, talvolta estremi, che mettono a dura prova le nostre potenzialità di
adattamento, le nostre abilità di “camaleonti” dell’evoluzione.
Bene, se il fatto che l’uomo sia predisposto fisiologicamente ad adattarsi è una
certezza, resta da stabilire se esiste un fattore limitante di questa capacità di
adattamento.
In condizioni normali, l’organismo umano tende – quando è sottoposto a fattori
fisici e psicofisici stressanti particolarmente incisivi per intensità o durata – ad
attivare in propria difesa quella che lo scienziato americano Selye, nel 1937, definì
come “sindrome generale di adattamento”, ossia una risposta aspecifica, a decorso
sempre uguale, che consente all’organismo stesso di reagire ai più diversi fattori
stressogeni, adattandosi nel migliore dei modi alle condizioni esterne. Il corpo
umano è quindi una “macchina” perfettamente congegnata per reagire al meglio
agli stimoli che lo avvolgono nella quotidianità, mantenendo il proprio equilibrio,
ossia la propria omeostasi. Ma molto spesso le condizioni in cui l’uomo finisce
per ritrovarsi nella società moderna sono tutt’altro che “normali” e le nostre ri-
sorse sono tutt’altro che inesauribili: il “limite” della capacità di adattamento è
sicuramente variabile e personalissimo, ma dipende da quella che potremmo de-
finire “energia di adattamento” dell’organismo. Quest’ultima può variare in base
a una serie di fattori come l’età, il sesso, la razza, lo stato complessivo di salute,
ma viene inesorabilmente logorata da lui, il grande protagonista della vita mo-
derna: lo stress.

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Stress: per trovare un rimedio
adeguato, comprendiamo
meglio il problema

Termine moderno dilagante nel linguaggio corrente, lo stress è un fattore deter-


minante per l’evoluzione dell’uomo: secondo Hans Selye, che utilizzò per primo
la parola in senso medico, è una complessa reazione dell’organismo a qualunque
stimolo (stressors) sia esterno all’individuo sia interno.
Si tratta di una risposta di tipo “aspecifico” che coinvolge in modo globale l’organi-
smo, da un punto di vista psicologico, nonché neuronale, endocrino e immunitario.
In reazione agli stimoli stressanti, il nostro corpo innesca una serie di risposte a
breve e a lungo termine: aumenta la frequenza cardiaca e respiratoria, attinge alle
riserve di energia e attiva alcuni ormoni come i glucocorticoidi. Al tempo stesso
però diminuisce le funzioni gastrointestinali e riproduttive, riduce l’efficienza della
risposta a lungo termine del sistema immunitario. Grande artefice di questa com-
plicata gestione, ovviamente, è il sistema nervoso centrale, il nostro cervello.
La “reazione da stress” può essere innescata da cause fisiche – una malattia, un
insufficiente riposo, la coincidenza con particolari fasi della vita –, da fattori am-
bientali (ad es. un brusco passaggio a condizioni climatiche non abituali) o da fat-
tori sia psicologici che emozionali, dalla semplice tensione emotiva al dispiacere
intenso (lutti, separazioni…): in queste condizioni, l’organismo viene interessato
da una serie di modificazioni biologiche, ormonali, neurovegetative e anche im-
munitarie allo scopo di favorire l’adattamento sia comportamentale che biologico
alla nuova situazione.

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Adattarsi per vivere meglio

Niente di male quando l’alterazione di questo sistema “di risposta” si sviluppa


su tempi brevi e si verifica raramente. Talvolta però gli eventi stressanti si molti-
plicano e si ripetono con costanza o per periodi prolungati. In queste condizioni,
l’organismo tende ad affievolire gradualmente le proprie risorse, perdendo la sua
efficienza nel fornire una risposta adeguata agli stimoli del mondo esterno.
In presenza di un accumulo eccessivo di stress si verifica quello che potremmo
definire un “sovraccarico” dei sistemi organici coinvolti nella risposta e le nostre
riserve energetiche possono diminuire fino a raggiungere quello che viene definito
“stadio di esaurimento”, caratterizzato da una serie di disturbi. Diminuzione del
rendimento fisico e mentale, costante senso di affaticamento, mancanza di en-
tusiasmo, scarsa vitalità, difficoltà di concentrazione o di memorizzazione, mal di
testa, sbalzi d’umore, ansia e insonnia possono essere solo alcuni dei sintomi che
evidenziano uno stato di sofferenza generale dell’organismo causato dallo stress.
Se l’evento o il fattore stressante non superano in grandezza la capacità di risposta
dell’organismo, quest’ultimo non riporterà conseguenze e supererà in piena auto-
nomia questa fase, ripristinando poi la normale funzionalità, tornando in omeo-
stasi. Se, al contrario, le risorse sono più esigue e risultano insufficienti a gestire
lo stress, l’organismo farà fatica a tornare in equilibrio e i danni potrebbero essere
maggiori e difficilmente reversibili, dando luogo a patologie ben più rilevanti come
l’ipertensione arteriosa, la depressione cronica, l’ulcera gastroduodenale, alcuni
disordini a carico della tiroide, del fegato e dei reni, la sindrome da colon irritabile:
alcuni studi avrebbero messo in relazione lo stress addirittura con l’insorgenza del
diabete.

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Dal problema alla soluzione:
gli adattogeni

Una nota pubblicità, ormai un po’ datata, suggeriva un altrettanto conosciuto li-
quore a base di carciofo “contro il logorio della vita moderna”. In realtà, gli adat-
togeni rappresentano proprio la soluzione più efficace contro tale “logorio”: vivere
sempre di fretta, riposando in modo frammentato e insufficiente, senza prestare
l’adeguata attenzione all’alimentazione e all’esercizio fisico, possono produrre –
sul lungo periodo (ma neanche tanto lungo) – effetti devastanti sull’organismo.
Per gestire adeguatamente il “sovraccarico” della nostra quotidianità, modulando
e normalizzando la risposta generale dell’organismo allo stress, è possibile ricor-
rere a un gruppo di sostanze naturali, riunite – per le peculiari attività che riescono
a svolgere – in una categoria ben precisa, quella degli adattogeni.

CHE COSA SONO


Si tratta di sostanze naturali in grado di fornire un’integrazione di energia all’orga-
nismo, aumentandone la resistenza aspecifica nei confronti di stimoli di diversa
natura, normalizzando la sua risposta fisiologica e riducendo così gli effetti dello
stress “da adattamento”.
Grazie agli adattogeni è possibile potenziare la risposta agli stressors – fisici, chi-
mici, ambientali ed emozionali – normalizzando la risposta del sistema nervoso
centrale e la produzione degli ormoni – ad esempio modulando la concentrazione

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Adattarsi per vivere meglio

in circolo nel sangue del cortisolo, anche detto “ormone dello stress” – e permet-
tendo così all’organismo di adattarsi meglio e più velocemente alla situazione che
sta affrontando.
Ottimizzando la connessione tra il sistema neurologico, quello endocrino e quel-
lo immunitario, gli adattogeni possono ridimensionare la risposta fisiologica allo
stress iniziale, limitando (e in alcuni casi evitando) gli effetti negativi sull’organi-
smo degli stimoli stressogeni, come l’abbassamento delle difese immunitarie e
l’esaurimento psico-fisico, prolungando anche la “fase di resistenza”. Con il sup-
porto degli adattogeni è possibile garantire all’organismo il mantenimento (o il
recupero) del suo equilibrio e il recupero di una condizione di omeostasi tale da
favorire il benessere a 360° sia sul piano fisico che psicologico.

I PRINCIPALI EFFETTI SULL’ORGANISMO


Una pianta adattogena è in definitiva capace di aiutare gradualmente l’organismo
a fare il pieno di energia e migliorare le condizioni psicofisiche generali, incremen-
tando le capacità cognitive e la resistenza alla fatica, regolando le principali fun-
zioni metaboliche.
Indicati sia per un uso preventivo – per prepararsi ad esempio ad affrontare periodi
di studio o di lavoro intensi, ma anche la stanchezza tipica dei cambi stagiona-
li – sia per accelerare il recupero dell’organismo in caso di stress già presente, i
rimedi adattogeni contribuiscono a farci recuperare velocemente tono ed energia,
permettendo all’organismo di gestire con grinta e positività la vita di ogni giorno.
In linea generale, tutti gli adattogeni sono accomunati da alcuni effetti principali:
• incrementano la capacità dell’organismo di gestire al meglio le situazioni di
stress, sia fisico che psichico;
• ripristinano l’omeostasi dell’organismo, riequilibrando le reazioni fisiologiche
e ottimizzando la risposta nei confronti degli stressors;
• stimolano il metabolismo cellulare e la produzione di energia, riducendo la
sensazione di affaticamento;
• migliorano il tono dell’umore e le funzioni cognitive, attivando memoria e con-
centrazione;
• sostengono l’efficienza del sistema immunitario;

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2. Dal problema alla soluzione: gli adattogeni

• migliorano anche la funzionalità del fegato, importante organo di “pulizia”


dell’organismo dalle tossine, che contribuisce, grazie alle riserve di zucchero
(glicogeno) che racchiude, alla produzione di energia;
• contrastano l’eccesso di radicali liberi (azione antiossidante) e i loro effetti
negativi sull’organismo, proteggendo le cellule dallo stress ossidativo;
• sono prevalentemente sicuri, privi di effetti tossici sull’organismo.
Ogni adattogeno possiede però uno o più punti di forza che lo rendono unico ri-
spetto agli altri, un’azione specifica che gli permette di intervenire in situazioni
particolari. Per fare un esempio, il Ginseng è l’adattogeno più indicato per l’organi-
smo maschile, la Rodiola invece per quello femminile, la Whitania può rappresen-
tare il supporto giusto quando l’ansia è il sintomo predominante, mentre la Schi-
sandra, per la sua azione delicata, è la soluzione ideale per chi è avanti negli anni.
Possono funzionare bene da soli, se utilizzati in modo corretto, ma possono anche
essere associati tra loro in sinergia, potenziandosi a vicenda.
È importante essere consapevoli che, per quanto possano essere efficaci, non
bisogna aspettarsi risultati immediati: utilizzare un rimedio adattogeno è un po’
come fare un “deposito” di energia nell’organismo. I risultati saranno quindi visibili
solo dopo qualche settimana di trattamento costante.

ADATTOGENI: ORIGINI E SIGNIFICATO

Il termine “adattogeno” deriva dal latino “adaptare” e dal termine greco “génos” ossia
“nato da” o “prodotto da”. Da secoli il concetto di “adattogeno” è diffusamente pre-
sente nella Medicina Tradizionale Cinese, racchiuso nel ben più complesso gruppo dei
“tonici superiori”, sostanze vegetali attive capaci di regolare le funzioni dell’organismo
e aumentarne l’energia, favorendo in generale uno stato di salute pur non trattando
alcuna specifica malattia. È solo nel 1947 che il termine “adattogeno” viene utilizzato
per la prima volta dal farmacologo russo N. V. Lazarev, che definì gli adattogeni come
“sostanze farmacologiche che permettono al corpo di contrastare gli eventi avversi sia
fisici che chimici e biologici, aumentando le resistenze non specifiche, e permettono
all’organismo di adattarsi agli stressor ambientali”.

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Il re degli adattogeni: il Ginseng
(Panax ginseng C.A.Meyer)

Già nel Duecento, Marco Polo – peraltro responsabile dell’introduzione della pian-
ta in Europa – ne raccontava le virtù tra le pagine dei racconti dei suoi viaggi, ma
l’uso come tonico e stimolante di questa pianta deriva da una tradizione millenaria
presso i popoli orientali, soprattutto della Cina e della Corea, che ben ne conosce-
vano le profonde virtù risanatrici: “pacifica lo spirito vitale, placa le paure, dà sol-
lievo all’anima, scacciandone i cattivi spiriti, schiarisce la vista, solleva e rallegra
il cuore”… sono solo alcune delle peculiarità che vengono attribuite al Ginseng
(Panax ginseng C.Meyer) che fanno riferimento alla pianta come a una vera e
propria panacea dagli effetti straordinari, indicandola come “tonico delle cinque
viscere” ossia utile praticamente per qualsiasi problematica fisica, mentale e psi-
cologica. D’altro canto, la pianta porta incise le sue straordinarie proprietà anche
nel nome: il termine “panax” deriva dai termini greci “pan” ossia “tutto” e “akèia”
ossia “cura” = “rimedio a tutti i mali”.
Il termine “ginseng” deriva invece dalla trascrizione del nome cinese “Jen-shen”,
ossia “pianta-uomo”, definizione basata sull’osservazione della particolare con-
formazione della radice della pianta che ricorda vagamente la sagoma di un corpo
umano (rifacendosi alla Teoria delle Segnature, ogni pianta è “segnata” nel proprio
aspetto dalla sua funzione). Questa forma del tutto peculiare ha contribuito sicu-
ramente alla diffusione su scala mondiale della fama del Ginseng – molto spesso
definito anche “radice della vita” – considerato tuttora nell’Asia Orientale (suo

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3. Il re degli adattogeni: il Ginseng

Paese di origine) come rimedio sovrano, incluso praticamente in tutte le formule


medicamentose.

CONOSCIAMO LA PIANTA
Pianta erbacea perenne, della famiglia delle Araliaceae, non molto alta (40 cm
circa), caratterizzata da foglie palmate, suddivise in più lobi, di colore verde vivace
e finemente dentate, che crescono lentamente di numero nel corso dello sviluppo
della pianta negli anni. I fiori, raggruppati in infiorescenze a ombrella, sono di colo-
re verde-biancastro, mentre i frutti sono piccole bacche (dimensioni di un pisello)
rosso-violacee e lucide. Se ne utilizza la radice (di almeno 4-6 anni) di colore bian-
co-giallognolo, carnosa e fusiforme, spesso ramificata tanto da dare luogo a forme
diverse, dal drago all’uomo.

COSA CONTIENE
I principi attivi sono prevalentemente i ginsenosidi (saponine triterpeniche), so-
stanze amare, fitoestrogeni, polisaccaridi, flavonoidi, oligoelementi, diverse vita-
mine (soprattutto del gruppo B), sali minerali, enzimi, olio essenziale.

COME FUNZIONA
Si tratta di un rimedio che permette all’organismo, attraverso un’azione comples-
siva e aspecifica, di aumentare le proprie capacità di difesa nei confronti di diversi
agenti e stimoli ambientali, riducendo anche la predisposizione e la sensibilità alle
malattie. Soprattutto grazie ad alcuni dei suoi principi attivi – quali i ginsenosidi,
un gruppo di saponine triterpeniche – il Ginseng esercita sull’organismo un’azione
di tipo neuro-endocrino che coinvolge il metabolismo cellulare e muscolare, favo-
risce la disintossicazione del sistema enzimatico, attiva il sistema immunitario e
stimola il sistema nervoso centrale.
Nel complesso, l’azione tonificante del Ginseng contribuisce a migliorare l’effi-
cienza fisica e mentale, che si concretizza in un aumento della capacità di assor-
bimento dell’ossigeno, diminuzione del senso di fatica e aumento della velocità

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Adattarsi per vivere meglio

di recupero dopo un lavoro estenuante, aumento della resistenza alla fame e alla
sete, aumento della resistenza alle infezioni.
Ma il Ginseng migliora anche la funzionalità del sistema nervoso, attivando ca-
pacità mentali come la memoria, la concentrazione e l’apprendimento. Ciò è reso
possibile dalla liberazione, favorita dai principi attivi della pianta, di alcuni neuro-
mediatori, le neurotrofine. La funzione di questi mediatori viene chiarita dal loro
stesso nome: si tratta di molecole capaci di “nutrire” e dare giovamento al siste-
ma nervoso. La sua capacità di riequilibrare il tono dell’umore lo rende inoltre un
ottimo alleato contro la depressione, spesso associata ai periodi di stanchezza
ed esaurimento psico-fisico, mentre le sue proprietà antiossidanti gli consentono
di contrastare la formazione di radicali liberi, solitamente più intensa proprio nei
periodi di stress. Contribuiscono al benessere dell’organismo anche alcune azioni
“secondarie” attribuite al Ginseng, come la sua capacità di ridurre i livelli di gluco-
sio (riesce a gestire l’assorbimento e la distribuzione degli zuccheri normalizzan-
do le risposte metaboliche) e di lipidi nel sangue, la sua capacità di favorire la va-
sodilatazione a livello delle coronarie e dei vasi cerebrali, l’effetto antiaggregante
piastrinico, gli effetti immunostimolanti e detossificanti.

QUANDO PUÒ ESSERE UTILE


Adatto a contrastare la stanchezza, il sovraffaticamento, l’astenia, l’ipotensione,
gli stati di debolezza generale e nervosa, gli stati depressivi, il Ginseng può es-
sere utilizzato per migliorare sia il rendimento intellettuale – favorito grazie alla
riattivazione della memoria e della concentrazione – sia quello sportivo: grazie a
una minore produzione di acido lattico e all’aumento del consumo di ossigeno e
della funzionalità respiratoria, consente di ridurre il tempo necessario al recupe-
ro, anche dopo prove atletiche intense, favorisce lo sviluppo di massa muscolare
nell’allenamento, riduce la sensazione di fatica e migliora i riflessi.
Può essere utilizzato indifferentemente sia dalla donna che dall’uomo ma è inutile ne-
garlo: si tratta di un rimedio rivolto soprattutto al benessere dell’organismo maschile,
che sostiene in termini di forza e vigore. La sua energia potrebbe risultare “eccessiva”
per il fisico femminile, tanto da essere causa nella donna, talvolta, di ipereccitabilità
nervosa e aggressività. Non a caso, la tradizione orientale ne suggerisce l’uso come
afrodisiaco, indicato per migliorare la funzione erettile e la spermatogenesi.

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3. Il re degli adattogeni: il Ginseng

COME UTILIZZARLA CORRETTAMENTE


Esistono in commercio diverse tipologie di estratti. Oltre all’estratto fluido, da as-
sumere in flaconcini, è facile reperire estratti concentrati da utilizzare in piccolissi-
me dosi (con l’aiuto di palettine minutissime) oppure estratti idroalcolici (tinture
in gocce) da diluire in poca acqua per due volte al giorno, lontano dai pasti (mai
la sera, a causa dell’effetto stimolante che potrebbe causare lieve insonnia). Tra
gli estratti più pratici sicuramente quelli in capsule e compresse (estratto secco,
titolato in ginsenosidi) da assumere sempre al mattino al risveglio e nel primo po-
meriggio, evitando la somministrazione nelle ore serali. Dal momento che la con-
centrazione degli estratti (il titolo del principio attivo) può variare, è bene sempre
chiedere consiglio al professionista della salute interpellato per l’occasione o leg-
gere con attenzione quanto suggerito dall’azienda produttrice. È possibile anche
prepararne una tisana: si procede versando una tazza d’acqua bollente (200 ml)
su un cucchiaino da tè (3-4 g) di radice finemente sminuzzata, lasciando in infu-
sione in recipiente coperto per 5-10 minuti, prima di filtrare. Va assunta da 1 a 3
volte al giorno per 3-4 settimane. In generale, il trattamento con il Ginseng può
proseguire per un paio di mesi, alternando preferibilmente 15-20 giorni di tratta-
mento con 10-15 giorni di sospensione.

QUALCHE CAUTELA
Per la sua azione globale sull’intero organismo, è importante essere consapevoli
che, se assunto ad alte dosi o per prolungati periodi di tempo, può portare in alcuni
soggetti stati di agitazione, insonnia, diarrea e ipertonia. È preferibile non utiliz-
zarlo in presenza di ipertensione, problematiche cardio-vascolari, ipereccitabilità,
nell’anziano, nel bambino, in gravidanza e in allattamento. Potrebbe interferire con
i farmaci anticoagulanti, con alcuni antidepressivi, con i farmaci ipoglicemizzanti
e con l’insulina.
Anche nei soggetti sani si possono verificare eccitazione nervosa e ansia: in tal
caso è sufficiente ridurre le dosi.

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4
Adattarsi sostenendo il sistema
immunitario: l’Eleuterococco
(Eleutherococcus senticosus Rupr. et
Maxim.)

Strettamente imparentato con il Ginseng – appartenendo alla stessa famiglia bo-


tanica, quella delle Araliaceae – ed erroneamente considerato meno efficace solo
perché non altrettanto costoso, l’Eleuterococco (Eleutherococcus senticosus) è
un altro fitoterapico dalle proprietà antiasteniche e rivitalizzanti.
Deve la sua fama soprattutto all’attenzione dei ricercatori, in particolare in Russia,
che nel tempo hanno studiato attentamente l’ampia famiglia delle Araliaceae (che
comprende circa settanta generi e settecento specie) alla ricerca di altri generi e
specie affini al Ginseng, che fossero più facilmente reperibili e soprattutto dispo-
nibili a prezzi più contenuti.

CONOSCIAMO LA PIANTA
Si tratta di un arbusto spinoso, diffuso allo stato selvatico nel Nord della Cina, in
Corea, Giappone ed estremo Oriente russo (Siberia), che può raggiungere anche
i 2-3 metri d’altezza, con foglie palmate e bacche nere o rossastre come frutto.
Presenta foglie palmato-partite, dal lungo picciolo, composte da cinque foglioli-
ne ellittiche dal margine seghettato. I suoi fiori sono piccoli e riuniti in ombrelle
globulari apicali: i fiori maschili sono violetti, quelli femminili giallastri. Il frutto è
costituito da una drupa nerastra, ovale, che contiene cinque semi.

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4. Adattarsi sostenendo il sistema immunitario: l’Eleuterococco

Come spesso accade il nome della pianta è legato alle origini e alle peculiarità del-
la pianta: l’Eleuterococco è infatti noto anche come “Ginseng siberiano” – in Ger-
mania è inoltre comune la denominazione di “Taigawurzel” o “radice della taiga”
– e deve la denominazione di “senticosus”, ossia “spinoso”, alle piccole spine che
ricoprono i suoi giovani rami e che gli hanno fatto attribuire, presso le popolazioni
locali, il particolare nome di “arbusto del diavolo” (da non confondere con “artiglio
del diavolo”, definizione che si riferisce all’Arpagofito). Della pianta vengono uti-
lizzati il rizoma e le radici.

COSA CONTIENE
Eleuterosidi, derivati cumarinici, saponine triterpeniche, fitosteroli, lignani, poli-
saccaridi, vitamine (tocoferolo o vitamina E, betacarotene o provitamina A), trac-
ce di olio essenziale.

COME FUNZIONA
Utilizzata anche dagli atleti olimpionici sovietici per potenziare le prestazioni
atletiche e per incrementare la resistenza alla fatica, la radice di questa pianta
possiede caratteristiche molto simili a quelle del Ginseng, ma, oltre alla tipica
attività stimolante che consente all’organismo di resistere e reagire meglio alle
situazioni di stress psicologico o fisico, l’Eleuterococco è in grado di potenzia-
re l’efficienza del sistema immunitario, vera e propria barriera dell’organismo
contro le infezioni. Questa caratteristica lo rende un rimedio ideale contro lo
stress, l’astenia psico-fisica e gli stati di affaticamento, anche quando ci si ac-
corge di essere particolarmente predisposti ad ammalarsi: al calo dell’energia
dell’organismo può infatti corrispondere anche un abbassamento delle difese
immunitarie.
Si tratta di un antiastenico, capace di aumentare il rendimento fisico e mentale
grazie alla sua attività tonico-energetica. Intervenendo a più livelli sui meccanismi
fisiologici (funzionalità dell’ipotalamo, dell’ipofisi e della corteccia surrenale) che
regolano l’adattabilità dell’organismo alle varie situazioni, consente all’organismo
di resistere e reagire – quindi di adattarsi meglio – alle situazioni di stress psico-

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Adattarsi per vivere meglio

logico o fisico e a condizioni ambientali sfavorevoli, realizzando quella che viene


definita azione “adattogena”. È inoltre in grado di potenziare l’efficienza del siste-
ma immunitario, vera e propria barriera dell’organismo contro le infezioni, solita-
mente indebolito da situazioni di forte stress o stanchezza.

QUANDO PUÒ ESSERE UTILE


Costituisce il rimedio ideale contro lo stress, l’astenia psico-fisica e gli stati di affa-
ticamento, per ritrovare l’equilibrio fisico e mentale, ma anche quando ci si accorge
di essere particolarmente predisposti ad ammalarsi: al calo dell’energia dell’orga-
nismo può infatti corrispondere anche un abbassamento delle difese immunita-
rie. Come dimostrano le numerose evidenze cliniche, l’effetto dell’Eleuterococco
è infatti particolarmente evidente nelle condizioni di astenia che accompagnano e
seguono patologie influenzali o infettive. Se a un raffreddore segue un’influenza e
poi ancora un mal di gola o un altro tipo d’infezione, come ad esempio una cistite,
è bene insospettirsi e provvedere tempestivamente a sostenere il sistema immu-
nitario, valutando con il proprio medico trattamenti con Eleuterococco di almeno
4-6 settimane consecutive. La sua azione modulante sul sistema immunitario ne
suggerisce l’uso anche nel ridurre la frequenza, la gravità e la durata delle eruzioni
erpetiche (herpex simplex tipo II).
Migliora la memoria, la concentrazione, il rendimento intellettuale: può quindi ri-
sultare utile nei periodi di full immersion particolarmente intensi o agli studenti
alle prese con verifiche ed esami. Da non trascurare poi la tipica azione “antifatica”
dei preparati di Eleuterococco in caso di pratica di sport di resistenza (come la
maratona e il ciclismo), nei confronti dei quali la droga determina un significativo
aumento delle prestazioni. Basti pensare che al Centro Russo di Addestramento
dei Cosmonauti è stato dimostrato che l’assunzione di Eleuterococco facilitava lo
svolgimento dello stressante programma di addestramento, l’adattamento all’as-
senza di gravità e il rigore del lavoro nello spazio.
Nei paesi di origine, l’Eleuterococco viene inoltre suggerito come afrodisiaco, in
virtù della sua capacità di stimolare la funzione endocrina delle ghiandole sessuali
e della corteccia surrenale.

18
4. Adattarsi sostenendo il sistema immunitario: l’Eleuterococco

COME UTILIZZARLA CORRETTAMENTE


L’Eleuterococco è disponibile in commercio in forma di soluzione idroalcolica da
pianta fresca (tintura in gocce), estratto fluido, polvere essiccata ed estratto sec-
co, questi ultimi solitamente in capsule e compresse, da solo o in associazione ad
altri rimedi dall’azione sinergica. Per il dosaggio è bene attenersi al suggerimento
dell’azienda produttrice o del professionista della salute interpellato per l’occa-
sione. È comunque consigliabile suddividere l’assunzione in due somministrazioni
al dì, al mattino e nel primo pomeriggio. Il massimo effetto si ottiene assumendo
l’estratto per periodi continuativi variabili da un minimo di 3-4 settimane fino a un
massimo di 2-3 mesi. Si possono realizzare comunque diversi cicli durante l’anno,
soprattutto in concomitanza con i cambi stagionali. A partire dalla radice essicca-
ta e spezzettata è possibile preparare in alternativa un decotto, da consumare 2-3
volte al dì, mettendo in decozione 2-3 g in una tazza d’acqua per 5 minuti.

QUALCHE CAUTELA
Riuscendo a stimolare, seppur in modo modesto, il sistema nervoso centrale, è
sconsigliato l’uso nei soggetti ipertesi e nei bambini al di sotto dei 12 anni di età.
Da escludere l’uso, per mancanza di studi e approfondimenti, anche in gravidanza
e allattamento. In linea teorica l’Eleuterococco può interagire con alcuni farma-
ci (anticoagulanti, antiaggreganti, sedativi del sistema nervoso centrale); è bene
quindi, se si fa uso quotidiano di farmaci, valutare con il proprio medico l’eventuale
associazione di estratti a base di Eleuterococco.

19
5
L’adattogeno al femminile:
la Rhodiola
(Rhodiola rosea L.)

Conosciuta tra le montagne siberiane come “Zoloty Koren”, ossia “Radice D’oro”,
per le sue molteplici virtù salutari, la Rodiola rappresenta il rimedio ideale quando
si vuole ritrovare energia e voglia di fare: portata alla ribalta soprattutto da alcune
campagne pubblicitarie di integratori reclamizzati come coadiuvanti della dieta –
per la sua attività sulla fame nervosa –, la Rhodiola rosea L. è in realtà una pianta
ben nota alla Medicina Tradizionale Cinese da oltre 2.500 anni per la sua capacità
di stimolare forza, resistenza ed energia vitale. Alcune leggende scandinave narra-
no addirittura che gli stessi Vichinghi, per incrementare il vigore fisico, affrontare
lunghi periodi di navigazione e resistere tenacemente in battaglia, ne facessero
ampio uso.
Anche per la Rodiola la parte utilizzata è la radice che – come aveva sottolineato lo
stesso Linneo, padre della moderna classificazione di tutti i viventi (nomenclatura
binomia), attribuendole la definizione di “rosea” – al taglio evidenzia un delicato
profumo di rosa, quasi a voler alludere con il suo profumo (secondo l’interpreta-
zione della Teoria delle Segnature) all’uso elettivo per l’organismo femminile.

CONOSCIAMO LA PIANTA
Si tratta di una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Crassulacee, di pic-
cole dimensioni e dall’aspetto cespuglioso. Dal rizoma (radice) hanno origine nu-
merosi fusti di consistenza carnosa, caratterizzati da foglie spesse e succulente di

20
5. L’adattogeno al femminile: la Rhodiola

colore verde-azzurrognolo, mentre i fiori gialli, riuniti in infiorescenze all’estremità


di ogni fusto, hanno lo stesso odore della radice. Cresce spontanea nelle regioni
artiche dell’Asia, dell’Europa e dell’America Settentrionale: ampiamente diffusa in
Alaska, Siberia e nelle montagne del Tibet ad altitudini di 3.500-5000 metri, ma
anche in Italia, sulle Alpi ben oltre i 1.500 m. A scopo curativo se ne utilizza la
radice.

COSA CONTIENE
Fenilpropanoidi, rosavina, rosina, rosarina, rhodiolina e loro glicosidi salidroside
(e il suo aglicone p-tirosolo), rosavidina, rhodioloside. Sono inoltre presenti pro-
antocianidine e flavonoidi, steroli, vitamine, sali minerali, oligoelementi e olio es-
senziale.

COME FUNZIONA
Esattamente come avviene per altri adattogeni, l’azione della pianta è rivolta so-
prattutto all’asse ipotalamo-surrene, l’asse dello stress.
Le sostanze funzionali (fitocomplesso) racchiuse nella radice sono capaci di inter-
venire sui meccanismi omeostatici che consentono all’organismo di “adattarsi” a
situazioni di stress psicologico o fisico e a condizioni ambientali sfavorevoli.
Grazie all’azione graduale e fisiologica della Rhodiola, viene ridotto l’impatto dei
fattori di stress sull’organismo, preservandolo dall’esaurimento delle risorse psi-
co-fisiche e permettendogli di affrontare meglio situazioni di stress, in genere ac-
compagnate da ansia, indebolimento delle funzioni cognitive (memoria, attenzio-
ne, capacità di concentrazione) e scompensi metabolici.
Oltre a possedere, secondo quanto sostenuto da alcuni studi, un possibile effet-
to sull’incremento dei livelli endogeni di serotonina (5-HTP) – neurotrasmettitore
coinvolto in numerose funzioni fisiologiche tra cui il tono dell’umore e l’appetito –,
la Rhodiola può risultare indicata nel trattamento degli stati depressivi più leggeri
(in associazione a farmaci o altri fitoterapici dall’azione più specifica) in virtù della
sua capacità di migliorare la reattività dell’organismo nei periodi di stress: l’uso
degli estratti della pianta può infatti contribuire a favorire il recupero dell’energia
fisica e mentale, spesso carenti nel soggetto depresso, stimolando inoltre la con-

21
Adattarsi per vivere meglio

centrazione e alcune funzioni cognitive come l’attenzione e la memoria, pregiudi-


cate solitamente proprio dagli effetti della depressione o dello stress.
Interessante, soprattutto se si prende in considerazione un soggetto in condizioni
di stress elevato, anche l’attività antiossidante della pianta e la sua attività pro-
tettiva sul cuore dagli effetti dello stress (riferita da alcuni studi), associata a una
specifica azione regolarizzante sulla pressione e sulla frequenza cardiaca.

QUANDO PUÒ ESSERE UTILE


Le principali indicazioni di questa pianta sono sempre state, per moltissime popo-
lazioni, quelle di tonico energizzante, capace di aumentare la resistenza alla fatica
e alle malattie: studi più recenti nel campo della fitoterapia hanno confermato la
capacità della Rhodiola di implementare la risposta dell’organismo allo stress, sia
fisico che mentale.
La Rodiola può quindi rappresentare il rimedio adatto nei periodi di forte stress
e stanchezza, quando ci si sente sovraccarichi di lavoro o di studio, quando gli
impegni diventano “assillanti” per la quotidianità e vengono gestiti con un atteg-
giamento ansioso e agitato.
Oltre a favorire la resistenza alla fatica, ma anche alle malattie – in virtù della
sua azione stimolante sull’efficacia del sistema immunitario – la Rodiola può con-
tribuire a ridurre l’affaticamento mentale e migliorare l’attenzione, la capacità di
apprendimento e di memorizzazione, solitamente pregiudicate quando ci si trova
preda dell’ansia o dello stress.
Essendo in grado di stimolare l’energia e la resistenza muscolare, riducendo al tem-
po stesso i tempi di recupero, può essere adatta a chi fa sport e in particolar modo
agli atleti. Ripristinando il tono dell’umore, infine, la Rodiola – in associazione ad
altre piante dall’azione sinergica – può tornare utile nel trattamento naturale della
depressione, delle disfunzioni sessuali di natura psicologica e nei disturbi del sonno.
Studi clinici degli ultimi anni suggeriscono inoltre che la Rodiola può essere utile
anche quando si vuole alleggerire la fame nervosa o ancor meglio il senso di fame
rivolto in modo specifico agli alimenti dolci. Può quindi contribuire a ridurre la
famosa “voglia di qualcosa di dolce” – non di rado indotta dallo stress – ma può
contribuire positivamente anche nella disassuefazione dal fumo (tabagismo).

22
5. L’adattogeno al femminile: la Rhodiola

COME UTILIZZARLA CORRETTAMENTE


È facilmente reperibile come estratto o radice essiccata e polverizzata all’interno
della formulazione di integratori in forma di gocce, compresse, bustine solubili.
Come sempre, variando il dosaggio in base alla concentrazione dei principi attivi
presenti nell’estratto, è consigliabile attenersi quindi alle indicazioni riportate dal
produttore sulla confezione. Il massimo effetto si ottiene assumendo l’estratto per
periodi continuativi variabili da un minimo di 3-4 settimane fino a un massimo di
2-3 mesi. Si possono realizzare comunque diversi cicli durante l’anno, soprattutto
in concomitanza con i cambi stagionali.

QUALCHE CAUTELA
Si tratta di un rimedio che finora non ha evidenziato effetti collaterali particolari
o controindicazioni di rilievo. Alte dosi – almeno di 5 volte superiori alla dose di
norma consigliata – potrebbero causare irritabilità e insonnia. Per mancanza di
studi che ne confermino la sicurezza d’uso in gravidanza, allattamento e nell’infan-
zia, l’assunzione è sconsigliata in questi casi. Seppure in linea teorica, la Rodiola
potrebbe interagire con i farmaci immunosoppressori, diminuendone l’efficacia. È
bene quindi evitare l’associazione con questi farmaci.

23
6
Adattarsi a tutte le età:
la Schisandra
(Schisandra chinensis (Turcz.) Baill.)

La Schisandra è una lunghissima pianta rampicante i cui frutti, delle bacche di co-
lore rosso brillante, sono noti in Cina come “Wu Wei Zi” ossia “frutti dai cinque
sapori”: le diverse parti della bacca sono infatti caratterizzate da sapori diversi che
variano dall’amaro dei semi al dolce della buccia e della polpa. Racchiudendo i prin-
cipali sapori della medicina cinese – aspro, dolce, salato, amaro e piccante –, a que-
sta pianta vengono conferite virtù particolari e viene considerata un concentrato
delle cinque energie elementari. È riportata anche all’interno del Classico di Materia
Medica di Shen Nong, il più antico trattato conosciuto di farmacoterapia, attribuito
all’Imperatore Shen Nong, considerato dalla tradizione l’inventore della fitoterapia
cinese.

CONOSCIAMO LA PIANTA
Si tratta di una liana rampicante legnosa, appartenente alla famiglia botanica del-
le Schisandraceae, originaria della Cina Settentrionale e della Russia Orientale,
che può raggiungere anche gli 8 metri di lunghezza. Le foglie sono grandi e ovali,
di un bel verde brillante, punteggiate, tra aprile e maggio, dai fiori riuniti in grap-
poli di bianco avorio. I frutti sono piccole bacche di colore rosso brillante, con-
tenenti i semi. Gli estratti vengono ottenuti dal frutto maturo essiccato al sole.

24
6. Adattarsi a tutte le età: la Schisandra

COSA CONTIENE
Lignani o schizandrine (desossischizandrina, schizandrina C, gammaschizandri-
na, ecc.), olio essenziale, fitosteroli, acido citrico e malico, vitamine (A, C, E),
pectine, tannini.

COME FUNZIONA
Oltre a vantare un’attività adattogena aspecifica simile a quella del ben più noto
Ginseng, è caratterizzata da un’azione antiossidante estremamente potente utile
a combattere l’iperproduzione di radicali liberi tipica dello stress e dell’avanzare
dell’età, responsabile non solo dell’invecchiamento ma anche di numerose pato-
logie, tra cui le malattie infiammatorie. Diversamente dal Ginseng, la Schisandra
presenta un’attività di stimolazione centrale poco marcata che, accanto all’atti-
vità antiossidante, la rende il tonico ideale per soggetti in terza età. Punti di forza
dell’attività adattogena di questo fitoterapico sono l’aumento complessivo della
resistenza fisica, delle funzioni cognitive (incluso l’aumento di memoria) e un’a-
zione antidepressiva. Degna di rilievo è anche l’azione protettiva e tonificante che
la pianta esercita a livello del fegato: non solo stimola la corretta funzionalità di
quest’organo, ma aumenta la produzione di bile, nonché la capacità di filtrazione
e smaltimento di scorie/tossine. Numerosi studi evidenziano la capacità degli
estratti di Schisandra di prevenire, ma anche di curare, i danni riportati dal fega-
to in seguito all’assunzione di tossine. A completamento dell’attività principale
adattogena ed epatoprotettrice, sono state evidenziate proprietà cardiotoniche,
normalizzanti sulla pressione sanguigna e stimolanti della respirazione.

QUANDO PUÒ ESSERE UTILE


Stress, stanchezza, cali di memoria e difficoltà di concentrazione sono le princi-
pali indicazioni di questo rimedio che, oltre a favorire l’aumento complessivo del-
la resistenza fisica e delle funzioni cognitive (memoria, concentrazione, appren-
dimento), può essere utile in caso di sbalzi d’umore, pur favorendo al contempo
il benessere del fegato, ad esempio in caso di terapie farmacologiche prolungate.
In ogni caso, la Schisandra rappresenta un’ottima alleata anche se si è in terapia

25
Adattarsi per vivere meglio

con altri farmaci. Le sue proprietà antiossidanti e antiasteniche ne fanno un ri-


medio indicato in caso di intensa attività fisica e prestazioni sportive, per favorire
tono ed energia, ma anche un recupero più veloce dopo lo sforzo fisico o in fase
di convalescenza. L’antica medicina cinese ne suggerisce l’uso come rinforzante
della sessualità, sia nell’uomo che nella donna.

COME UTILIZZARLA CORRETTAMENTE


La Schisandra è reperibile in commercio sotto forma di estratto secco o polvere
essiccata, in capsule o compresse, in soluzione idroalcolica del frutto essicca-
to (tintura in gocce) o frutto essiccato. Si utilizza di preferenza 1-2 volte al dì,
secondo necessità, preferibilmente al mattino e/o nel primo pomeriggio. Come
sempre, variando il dosaggio in base alla concentrazione dei principi attivi pre-
senti nell’estratto, è consigliabile attenersi quindi alle indicazioni riportate dal
produttore sulla confezione. Il massimo effetto si ottiene assumendo l’estratto
per periodi continuativi variabili 4-6 settimane. Dai frutti essiccati si può pre-
parare il decotto, versando in 200 ml di acqua fredda 3-5 g di bacche essiccate.
Si porta all’ebollizione il tutto, lasciando su fiamma bassa ancora per 10 minuti
prima di spegnere. Si lascia in infusione ancora per 10 minuti prima di filtrare e
consumare 1-3 volte al dì, dolcificando a piacere con fruttosio o miele.

QUALCHE CAUTELA
Alcuni studi hanno messo in evidenza la possibile interferenza dei suoi estratti
con il metabolismo epatico di alcuni farmaci (ad esempio diclofenac, ibuprofe-
ne, losartan, tamoxifene, tolbutamide, warfarin, ciclosporina) il cui effetto tera-
peutico potrebbe risultare ridotto. È quindi preferibile, se si assumono farmaci,
rivolgersi al medico o a una figura esperta in materia (farmacia, erboristeria) al
fine di uso sicuro. Se ne sconsiglia l’uso in gravidanza o allattamento, nei soggetti
epilettici, in presenza di ulcera gastrica e reflusso gastroesofageo. Raramente, in
soggetti sensibili, possono verificarsi lievi disturbi gastrointestinali e/o orticaria.

26
7
Incrementare la resilienza,
alleggerendo la tensione:
la Whitania (Whitania somnifera L.)

Pur volendo ritrovare entusiasmo e grinta nella nostra quotidianità, quando


l’ansia è la componente predominante della giornata è bene evitare l’uso di so-
stanze toniche dall’azione particolarmente energica, rivolgendosi – per ritrovare
tono ed energia – a piante come la Whitania (Whitania somnifera), che pos-
siede proprietà al tempo stesso toniche e ansiolitiche, tanto da essere indicata
per contrastare l’ansia, l’eccessiva irritabilità, la mancanza di energia, gli sbalzi
d’umore e l’insonnia molto spesso legate proprio allo stress. Le radici della Whi-
tania rivestono per la medicina Ayurveda lo stesso ruolo fondamentale che il
Ginseng possiede per l’antica Medicina Tradizionale Cinese, tanto che la Whita-
nia è nota anche come “Ginseng indiano” e rappresenta sicuramente uno dei ri-
medi fitoterapici più diffusi in India. Viene citata dai testi più antichi di medicina
ayurvedica – come il Charaka Samhita – che la riportano tra i tonici ringiovanenti
e di lunga vita, i rasayana.
Le proprietà toniche ed energizzanti, ma al tempo stesso ansiolitiche, di questa
pianta la rendono indicata come rimedio in caso di stress, stanchezza, depres-
sione, eventuali eccessi di superlavoro psico-fisico e perfino calo del desiderio.

CONOSCIAMO LA PIANTA
Si tratta di un arbusto erbaceo appartenente alla famiglia delle Solanaceae, a
cui appartengono piante più note come il pomodoro, le patate e le melanzane.

27
Adattarsi per vivere meglio

Originaria dell’India, dell’Asia orientale e del Sud Africa, la pianta è interamente


ricoperta da una sottile peluria argentea, le foglie sono opposte e cuneiformi,
mentre i fiori, simili a quelli del pomodoro, sono giallognoli. Il colore dei frutti –
contenuti in involucri simili a lampioncini di carta, analoghi a quelli del più noto
Alkekengi, ma di colore beige – può variare dal giallo al rosso, secondo lo stadio
di maturazione. Se ne utilizzano a scopo terapeutico le radici.

COSA CONTIENE
Alcaloidi (withanina, withananina, somniferina, ecc.) e alcuni lattoni steroidei
(withanolidi), saponine, polisaccaridi, scopoletina, aminoacidi, ferro.

COME FUNZIONA
Questa pianta è soprattutto un rimedio tonico e adattogeno, capace di aumen-
tare la resistenza dell’organismo alle situazioni stressanti. A differenza di quanto
avviene con molti altri adattogeni, all’uso della Withania non si associa un’azione
eccessivamente stimolante ed eccitante sul sistema nervoso, perché la pianta è ca-
ratterizzata anche da proprietà ansiolitiche che la rendono indicata per contrastare
l’ansia, l’eccessiva irritabilità e l’insonnia spesso legate allo stress e alla mancanza
di energia: a tali proprietà fa appunto riferimento il suon nome latino “somnifera”.
Non mancano gli studi incentrati sulle possibili applicazioni di questa pianta come
nootropo, ossia come rimedio capace di stimolare tutti i meccanismi cerebrali as-
sociati alle capacità mentali quali la memoria e la capacità di apprendimento, e
quindi sulle sue possibili applicazioni nei pazienti affetti da demenza senile di tipo
“moderato”. Secondo la tradizione Ayurveda, questa pianta rappresenta un buon
alleato della sessualità femminile, ma anche maschile, utile in menopausa per favo-
rire il buonumore, attenuare i problemi vaginali e soprattutto la secchezza.

QUANDO PUÒ ESSERE UTILE


Dalla tradizione ayurvedica, che ne utilizza però sia le radici che le foglie, nasco-
no le principali indicazioni di questa pianta, che per le sue proprietà toniche ed
energizzanti viene considerata il rimedio ideale per aiutare l’organismo a supe-

28
7. Incrementare la resilienza, alleggerendo la tensione: la Whitania

rare stress, convalescenze, depressione, dipendenze, nevrosi, eventuali eccessi


di superlavoro psico-fisico, perdita dell’energia muscolare e perfino il calo del
desiderio.
Alle proprietà afrodisiache della Withania farebbe infatti riferimento il suo nome
Hindi, “Asvagandha”, ossia “odore di cavallo”: in realtà, la definizione farebbe ri-
ferimento sia al forte odore emanato dalle radici, ma anche alla ben nota ener-
gia sessuale e alla vitalità dell’animale, caratteristiche che le proprietà toniche
di questa pianta sembrerebbero in grado di assicurare con un uso continuato e
costante. Grazie alla sua natura “armonizzante” e all’estrema delicatezza della
sua azione sull’organismo, la Whitania – secondo quanto suggerito dall’Antica
Medicina Cinese – potrebbe essere utile per ogni fascia d’età, nei bambini in età
scolare (al di sopra dei 6-7 anni) e nei ragazzi, ma anche nelle problematiche
dell’anziano.

COME UTILIZZARLA CORRETTAMENTE


La Whitania è reperibile in commercio sotto forma di estratto secco (preferibil-
mente titolato in withanolidi) o polvere essiccata in capsule o compresse, in so-
luzione idroalcolica da pianta essiccata (tintura in gocce) o radice essiccata. Per
preparare il decotto, a partire dalla radice essiccata e sminuzzata, se ne utilizza
un cucchiaino (1,5-2 g) per ogni tazza d’acqua. Si accende la fiamma e si porta
ad ebollizione, si abbassa poi la fiamma e si lascia sul fuoco per altri 15 minuti. Si
filtra e si consuma 1-3 volte al dì.

QUALCHE CAUTELA
La Withania è un rimedio prevalentemente sicuro, utilizzabile anche per lunghi
periodi, nei soggetti di età avanzata. Potrebbe però interagire con alcuni farmaci,
quali i barbiturici e alcuni antipertensivi, rafforzandone gli effetti. L’attività dei
preparati della pianta potrebbe anche contrastare quella dei farmaci immuno-
soppressori. Se ne sconsiglia quindi l’associazione con queste classi di farmaci,
ma anche l’uso in gravidanza, allattamento e prima infanzia, per mancanza di
conferme scientifiche sulla sicurezza degli estratti in tali condizioni particolari.
Cautela è richiesta anche in caso di malattie autoimmuni.

29
8
L’adattogeno alleato dell’eros:
la Maca (Lepidium meyenij Walp.)

Tra i suoi colleghi adattogeni è forse uno dei rimedi meno noti, ma caratterizzato
da un’azione più delicata: si tratta della Maca (Lepidium meyenij), pianta utiliz-
zata dalle popolazioni andine fin dai tempi degli Incas come adattogeno, tonico
energetico e antistress, per contrastare l’affaticamento fisico e mentale.
Nota anche con il nome di “Ginseng peruviano” o “Ginseng delle Ande”, la Maca
viene considerata, tra le regioni montuose del Perù, un cibo ricco da un punto di
vista nutrizionale, paragonabile a cereali a noi meglio noti come il mais, il riso e il
frumento. Ma al di là del suo valore come alimento, la Maca si è guadagnata nei
secoli la fama di rimedio capace di promuovere l’acutezza mentale, la vitalità e la
resistenza fisica.
La si potrebbe definire un “tubero energetico”, utile nelle varie situazioni di affati-
camento causate dai ritmi frenetici della vita moderna, per sostenere l’organismo
a livello psico-fisico, aiutandolo a sopportare meglio fatica e stress, contrastando
la formazione di radicali liberi e favorendo il recupero fisico in condizioni di stan-
chezza e debilitazione.
Nota interessante, soprattutto per l’uso in determinate condizioni (ansia, de-
pressione, tensione nervosa), è la totale assenza di effetti eccitanti sul sistema
nervoso che consentono alla pianta di porsi come alternativa ad altre piante to-
nico-stimolanti utilizzate in Europa da più tempo (Ginseng, Guaranà) ma limitate
nell’uso dai loro effetti stimolanti marcati sul sistema nervoso centrale.

30
8. L’adattogeno alleato dell’eros: la Maca

CONOSCIAMO LA PIANTA
Si tratta di una pianta erbacea annuale, appartenente alla famiglia delle Brassi-
caceae, originaria delle Ande peruviane, in grado di tollerare condizioni ambien-
tali estreme, sopravvivendo a temperature molto basse e altitudini elevate. Al
di sopra del terreno presenta una rosetta di foglie arricciate aderenti al terreno,
che, disposte l’una vicino all’altra, assumono l’aspetto di un folto tappeto verde.
Dai suoi piccoli fiori bianchi hanno poi origine piccoli frutti piatti (siliquie), cui fa
riferimento il nome della pianta: “Lepidium” infatti proviene dal termine greco
“lepidion”, ossia “piccola scaglia”. La parte sotterranea della pianta è costituita
da una formazione carnosa e ingrossata dalla forma molto simile a un grosso
ravanello di colore variabile dal violaceo al giallino, terminante in una radice a
fittone. L’insieme della parte inferiore del fusto della pianta ingrossata al di sotto
del terreno e la radice a fittone vengono indicati come “ipocotile” e rappresenta-
no la parte utilizzata della pianta.

COSA CONTIENE
Carboidrati (59%), aminoacidi (10%), fibre e lipidi, ma anche vitamine e minerali
(calcio, ferro e rame), glucosinolati (glucotropaeolina e la m-metossi-glucotro-
peolina), fitosteroli (sitosterolo, campesterolo, ergosterolo, brassicasterolo ed
ergostanediolo), isotiocianati, alcuni alcaloidi e un olio essenziale.

COME FUNZIONA
Responsabile delle mille virtù di questa pianta sembrerebbe la sua composizio-
ne particolarmente ricca da un punto di vista nutrizionale: i macronutrienti degli
ipocotili (radici) essiccati risultano infatti costituiti dal 59% di carboidrati, il 10%
di proteine, l’8,5% di fibre e il 2,2% di lipidi.
Elevato è il contenuto di aminoacidi essenziali che caratterizzano la frazione pro-
teica del fitocomplesso e notevole è anche la percentuale di calcio, ferro e rame
presenti, mentre la frazione lipidica è particolarmente ricca di acidi grassi e so-
prattutto di acido linoleico.

31
Adattarsi per vivere meglio

QUANDO PUÒ ESSERE UTILE


Grazie alle sue proprietà adattogene, energizzanti e antistress, la Maca può favo-
rire il pronto recupero delle energie e incrementare la resistenza alla fatica. Può
quindi risultare utile come ricostituente negli sportivi, nella stanchezza tipica dei
cambi stagionali e nelle varie situazioni di affaticamento causate dai ritmi frene-
tici della vita moderna, per sostenere l’organismo a livello fisico e mentale – aiu-
tandolo a meglio sopportare fatica e stress – contrastando la formazione di radi-
cali liberi e favorendo il recupero fisico in condizioni di stanchezza e debilitazione.
Nelle regioni d’origine viene consigliata, sotto forma di estratto, anche per i suoi
benefici influssi sulla sfera sessuale, come coadiuvante nel trattamento dell’im-
potenza, della disfunzione erettile maschile e del calo di desiderio sia nell’uomo
sia nella donna. Studi recenti hanno peraltro evidenziato la capacità degli estratti
di favorire la produzione di spermatozoi (spermatogenesi) e la motilità di questi
ultimi. È comunque doveroso precisare che allo stato attuale l’attività afrodisiaca
della pianta non ha ancora trovato le necessarie conferme scientifiche.
Molto interessanti le prospettive d’impiego future di questo rimedio naturale:
l’elevato contenuto di nutrienti, la ricchezza di minerali quali calcio, magnesio
e silicio ha infatti suggerito alla ricerca una nuova sperimentazione clinica sulla
pianta, rivolta a valutare le potenzialità (tutte ancora da confermare) di questo
rimedio come coadiuvante nel trattamento dei soggetti affetti da osteoporosi e
altre patologie legate alla diminuzione della densità ossea, situazioni comuni per
la donna in menopausa.

COME UTILIZZARLA CORRETTAMENTE


La Maca si può utilizzare come alimento (la radice è commestibile e viene am-
piamente utilizzata nella regione andina) oppure come estratto secco in capsule
e compresse. Anche per la Maca, la posologia può variare ovviamente in base
alla concentrazione dell’estratto in ogni capsula: per estratti più concentrati è
sufficiente la dose di 2 compresse al dì, da suddividersi in due somministrazioni
subito prima dei pasti principali. È bene attenersi a quanto suggerito dal produt-
tore e avvalersi dei consigli del professionista che avremo davanti al momento
dell’acquisto.

32
8. L’adattogeno alleato dell’eros: la Maca

QUALCHE CAUTELA
L’uso della Maca come integratore alimentare viene considerato sicuro in molti
paesi: alle dosi consigliate si tratta di un rimedio prevalentemente sicuro, il cui
uso viene comunque sconsigliato in gravidanza e allattamento, ma anche – a sco-
po cautelativo – in presenza di disturbi prostatici, endocrini e soprattutto tiroidei.
È preferibile non utilizzare questo adattogeno anche in caso di ipertensione ar-
teriosa e disturbi epatici. Talvolta, soprattutto nell’uso al femminile, può essere
responsabile di fenomeni di gonfiore e tensione addominale.

33
9
Oltre gli adattogeni:
tris di consigli conclusivi

• Ricorrere a integratori o a sostanze vegetali utili per incrementare il tono e


l’energia del nostro organismo può essere utile, ma è fondamentale precisare
che la fonte primaria del nostro benessere risiede in un’alimentazione bilan-
ciata e in un buon sonno. Assicurare al nostro organismo il giusto riposo –
dormendo almeno 7 ore per notte – e un’alimentazione equilibrata ci permet-
te di contribuire in modo essenziale all’efficienza fisica e mentale.
• È necessario tenere presente la grande varietà di estratti presenti in commercio
e quindi rispettare – secondo la concentrazione dell’estratto, variabile da caso
a caso – quanto riportato in merito al dosaggio sulla confezione dall’azienda
produttrice, avvalendosi del consiglio del professionista che avremo come in-
terlocutore. Le dosi vanno rispettate, senza esagerazioni: prenderne “un po’ in
più” di sicuro non migliora il risultato, ma talvolta può creare problemi.
• Soprattutto se perdurano a lungo, è bene non sottovalutare sensazioni come
la mancanza di energia o la stanchezza cronica che possono rappresentare
sintomi di malattie, anche gravi. Per escludere la presenza di altre patologie
importanti, prima di procedere con una eventuale automedicazione è bene
consultare il proprio medico, soprattutto se si seguono terapie farmacologiche.

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Libri di Stefania La Badessa
MEDICINA NATURALE PER LA DONNA
Rimedi semplici ed efficaci per i piccoli problemi quotidiani
19,90 € – 294 pagine – ISBN 978-88-481-2997-8
L’organismo femminile è regolato ciclicamente dall’attività di alcuni ormo-
ni, la cui produzione dipende da delicati meccanismi psichici, neurologici
ed endocrini. In questo complesso ciclo ormonale, che caratterizza la vita
di ogni donna, non è coinvolto solamente il vero e proprio apparato ri-
produttivo (utero ed ovaie), ma anche altri importantissimi distretti quali
l’ipofisi e l’ipotalamo: parliamo quindi di quella parte del sistema nervoso
che si occupa di gestire gli stati emotivi, i riflessi, i ritmi sonno-veglia, la
temperatura corporea o ancora l’appetito. Ma proprio nel suo intenso rap-
porto con la natura la donna può trovare le risorse necessarie per ritrovare
benessere e armonia: numerosi sono i rimedi “al femminile” che possono
essere utilizzati per migliorare la qualità di vita di ogni donna. Imparando
a utilizzare i rimedi naturali più adatti, oltre a contrastare con semplicità
ed efficacia i piccoli disturbi di ogni giorno, sarà possibile favorire il pro-
prio percorso personale verso la forma fisica ottimale e il recupero delle
energie psico-fisiche.
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LE ERBE DELLA SALUTE SUL BALCONE


Seconda Edizione
9,90 € – 144 pagine – ISBN 978-88-481-3444-6
Che sia rosmarino o lavanda, rosa selvatica o viola del pensiero, tutte le
piante aromatiche sono accomunate dalla presenza, all’interno dei loro
fiori, foglie o frutti, di particolari oli essenziali, i quali donano a spezie ed
erbe il loro specifico profumo e aroma, a fiori e frutti la loro fragranza.
Oltre al gradevolissimo profumo, c’è un altro aspetto, che troppo spesso
viene trascurato: le piante aromatiche sono dotate, infatti, anche di virtù
medicinali e terapeutiche, talvolta misconosciute, capaci di trasformare
un giardino, o il più semplice dei balconi, in un vero e proprio “arma-
dietto” dei medicinali. L’autrice ci spiega come scegliere le piante da
coltivare, a seconda degli spazi che abbiamo a disposizione, come curarle
e difenderle da insetti e funghi, come raccoglierle e conservarle, e infine
come utilizzarle non solo in cucina ma anche per il nostro benessere.
Chiudono il libro le schede pratiche di alcune delle piante aromatiche più
note e usate: dall’aglio allo zenzero.
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Stefania La Badessa

ADATTARSI
PER VIVERE MEGLIO

Stefania La Badessa Farmacista e scrittrice, esper-


ta di piante medicinali e medicine complementari,
collabora con riviste di settore a diffusione naziona-
le con articoli sul benessere naturale, sulle piante,
sull’aromaterapia e sull’etnobotanica. Svolge attivi-
tà di formazione e divulgazione scientifica in sede di
congressi, seminari e corsi di aggiornamento. Forni-
sce frequentemente consulenza – in qualità di esper-
to – in programmi televisivi su media nazionali quali Rai1 (La prova del cuoco,
Buono a sapersi, Tutto Chiaro) e TV2000 (Il mio medico). Ha anche ideato e
condotto – su LaC – il programma televisivo dal nome “30 minuti con la medi-
cina naturale”. Con Tecniche Nuove ha pubblicato due libri: Medicina Naturale
per la donna e Le erbe della salute sul balcone. Di prossima pubblicazione: La
natura spiegata ai bambini. Per dettagli, curiosità e approfondimenti:
www.fitogirl.it - Instagram: real_fitogirl - Facebook: FITOgirl

Disegno di copertina:
Giacomo Pilato Classe ’84, termina gli studi presso la Scuola
Internazionale di Comics a Roma e inizia e conclude il per-
corso accademico presso L’Accademia di Belle Arti di Paler-
mo sezione Grafica D’arte. Pubblica per diverse case editrici
di spicco e parallelamente collabora a una serie di fumetti
web per la piattaforma Verticalismi e Undead Trinity. Attual-
mente sta lavorando all’interno del progetto Megarette e
sta collaborando con Stefania La Badessa alla realizzazione di un libro per la collana
Junior: La natura spiegata ai bambini edito da Tecniche Nuove.
www.giacomopilato.weebly.com

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