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ADATTARSI
per VIVERE MEGLIO
Gestire il sovraccarico quotidiano con l’aiuto degli adattogeni
Stefania La Badessa
ADATTARSI
per VIVERE MEGLIO
Gestire il sovraccarico quotidiano con l’aiuto degli adattogeni
© 2020, Stefania La Badessa, Tecniche Nuove, via Eritrea 21, 20157 Milano
Redazione: tel. 0239090254
e-mail: libri@tecnichenuove.com
Vendite: tel. 0239090440, fax 0239090335
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ISBN 978-88-481-4205-2
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recording or otherwise without written permission from the publisher.
Prefazione............................................................................................5
1. Stress: per trovare un rimedio adeguato, comprendiamo
meglio il problema................................................................................7
2. Dal problema alla soluzione: gli adattogeni....................................... 9
Che cosa sono ..........................................................................................................................9
I principali effetti sull’organismo........................................................................................10
3. Il re degli adattogeni: il Ginseng ..................................................... 12
Conosciamo la pianta............................................................................................................ 13
Cosa contiene.......................................................................................................................... 13
Come funziona........................................................................................................................ 13
Quando può essere utile.......................................................................................................14
Come utilizzarla correttamente.......................................................................................... 15
Qualche cautela...................................................................................................................... 15
4. Adattarsi sostenendo il sistema immunitario: l’Eleuterococco ........... 16
Conosciamo la pianta............................................................................................................16
Cosa contiene.......................................................................................................................... 17
Come funziona........................................................................................................................ 17
Quando può essere utile.......................................................................................................18
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Adattarsi per vivere meglio
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Prefazione
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Adattarsi per vivere meglio
sempre nuovi, talvolta estremi, che mettono a dura prova le nostre potenzialità di
adattamento, le nostre abilità di “camaleonti” dell’evoluzione.
Bene, se il fatto che l’uomo sia predisposto fisiologicamente ad adattarsi è una
certezza, resta da stabilire se esiste un fattore limitante di questa capacità di
adattamento.
In condizioni normali, l’organismo umano tende – quando è sottoposto a fattori
fisici e psicofisici stressanti particolarmente incisivi per intensità o durata – ad
attivare in propria difesa quella che lo scienziato americano Selye, nel 1937, definì
come “sindrome generale di adattamento”, ossia una risposta aspecifica, a decorso
sempre uguale, che consente all’organismo stesso di reagire ai più diversi fattori
stressogeni, adattandosi nel migliore dei modi alle condizioni esterne. Il corpo
umano è quindi una “macchina” perfettamente congegnata per reagire al meglio
agli stimoli che lo avvolgono nella quotidianità, mantenendo il proprio equilibrio,
ossia la propria omeostasi. Ma molto spesso le condizioni in cui l’uomo finisce
per ritrovarsi nella società moderna sono tutt’altro che “normali” e le nostre ri-
sorse sono tutt’altro che inesauribili: il “limite” della capacità di adattamento è
sicuramente variabile e personalissimo, ma dipende da quella che potremmo de-
finire “energia di adattamento” dell’organismo. Quest’ultima può variare in base
a una serie di fattori come l’età, il sesso, la razza, lo stato complessivo di salute,
ma viene inesorabilmente logorata da lui, il grande protagonista della vita mo-
derna: lo stress.
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Stress: per trovare un rimedio
adeguato, comprendiamo
meglio il problema
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Adattarsi per vivere meglio
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Dal problema alla soluzione:
gli adattogeni
Una nota pubblicità, ormai un po’ datata, suggeriva un altrettanto conosciuto li-
quore a base di carciofo “contro il logorio della vita moderna”. In realtà, gli adat-
togeni rappresentano proprio la soluzione più efficace contro tale “logorio”: vivere
sempre di fretta, riposando in modo frammentato e insufficiente, senza prestare
l’adeguata attenzione all’alimentazione e all’esercizio fisico, possono produrre –
sul lungo periodo (ma neanche tanto lungo) – effetti devastanti sull’organismo.
Per gestire adeguatamente il “sovraccarico” della nostra quotidianità, modulando
e normalizzando la risposta generale dell’organismo allo stress, è possibile ricor-
rere a un gruppo di sostanze naturali, riunite – per le peculiari attività che riescono
a svolgere – in una categoria ben precisa, quella degli adattogeni.
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Adattarsi per vivere meglio
in circolo nel sangue del cortisolo, anche detto “ormone dello stress” – e permet-
tendo così all’organismo di adattarsi meglio e più velocemente alla situazione che
sta affrontando.
Ottimizzando la connessione tra il sistema neurologico, quello endocrino e quel-
lo immunitario, gli adattogeni possono ridimensionare la risposta fisiologica allo
stress iniziale, limitando (e in alcuni casi evitando) gli effetti negativi sull’organi-
smo degli stimoli stressogeni, come l’abbassamento delle difese immunitarie e
l’esaurimento psico-fisico, prolungando anche la “fase di resistenza”. Con il sup-
porto degli adattogeni è possibile garantire all’organismo il mantenimento (o il
recupero) del suo equilibrio e il recupero di una condizione di omeostasi tale da
favorire il benessere a 360° sia sul piano fisico che psicologico.
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2. Dal problema alla soluzione: gli adattogeni
Il termine “adattogeno” deriva dal latino “adaptare” e dal termine greco “génos” ossia
“nato da” o “prodotto da”. Da secoli il concetto di “adattogeno” è diffusamente pre-
sente nella Medicina Tradizionale Cinese, racchiuso nel ben più complesso gruppo dei
“tonici superiori”, sostanze vegetali attive capaci di regolare le funzioni dell’organismo
e aumentarne l’energia, favorendo in generale uno stato di salute pur non trattando
alcuna specifica malattia. È solo nel 1947 che il termine “adattogeno” viene utilizzato
per la prima volta dal farmacologo russo N. V. Lazarev, che definì gli adattogeni come
“sostanze farmacologiche che permettono al corpo di contrastare gli eventi avversi sia
fisici che chimici e biologici, aumentando le resistenze non specifiche, e permettono
all’organismo di adattarsi agli stressor ambientali”.
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Il re degli adattogeni: il Ginseng
(Panax ginseng C.A.Meyer)
Già nel Duecento, Marco Polo – peraltro responsabile dell’introduzione della pian-
ta in Europa – ne raccontava le virtù tra le pagine dei racconti dei suoi viaggi, ma
l’uso come tonico e stimolante di questa pianta deriva da una tradizione millenaria
presso i popoli orientali, soprattutto della Cina e della Corea, che ben ne conosce-
vano le profonde virtù risanatrici: “pacifica lo spirito vitale, placa le paure, dà sol-
lievo all’anima, scacciandone i cattivi spiriti, schiarisce la vista, solleva e rallegra
il cuore”… sono solo alcune delle peculiarità che vengono attribuite al Ginseng
(Panax ginseng C.Meyer) che fanno riferimento alla pianta come a una vera e
propria panacea dagli effetti straordinari, indicandola come “tonico delle cinque
viscere” ossia utile praticamente per qualsiasi problematica fisica, mentale e psi-
cologica. D’altro canto, la pianta porta incise le sue straordinarie proprietà anche
nel nome: il termine “panax” deriva dai termini greci “pan” ossia “tutto” e “akèia”
ossia “cura” = “rimedio a tutti i mali”.
Il termine “ginseng” deriva invece dalla trascrizione del nome cinese “Jen-shen”,
ossia “pianta-uomo”, definizione basata sull’osservazione della particolare con-
formazione della radice della pianta che ricorda vagamente la sagoma di un corpo
umano (rifacendosi alla Teoria delle Segnature, ogni pianta è “segnata” nel proprio
aspetto dalla sua funzione). Questa forma del tutto peculiare ha contribuito sicu-
ramente alla diffusione su scala mondiale della fama del Ginseng – molto spesso
definito anche “radice della vita” – considerato tuttora nell’Asia Orientale (suo
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3. Il re degli adattogeni: il Ginseng
CONOSCIAMO LA PIANTA
Pianta erbacea perenne, della famiglia delle Araliaceae, non molto alta (40 cm
circa), caratterizzata da foglie palmate, suddivise in più lobi, di colore verde vivace
e finemente dentate, che crescono lentamente di numero nel corso dello sviluppo
della pianta negli anni. I fiori, raggruppati in infiorescenze a ombrella, sono di colo-
re verde-biancastro, mentre i frutti sono piccole bacche (dimensioni di un pisello)
rosso-violacee e lucide. Se ne utilizza la radice (di almeno 4-6 anni) di colore bian-
co-giallognolo, carnosa e fusiforme, spesso ramificata tanto da dare luogo a forme
diverse, dal drago all’uomo.
COSA CONTIENE
I principi attivi sono prevalentemente i ginsenosidi (saponine triterpeniche), so-
stanze amare, fitoestrogeni, polisaccaridi, flavonoidi, oligoelementi, diverse vita-
mine (soprattutto del gruppo B), sali minerali, enzimi, olio essenziale.
COME FUNZIONA
Si tratta di un rimedio che permette all’organismo, attraverso un’azione comples-
siva e aspecifica, di aumentare le proprie capacità di difesa nei confronti di diversi
agenti e stimoli ambientali, riducendo anche la predisposizione e la sensibilità alle
malattie. Soprattutto grazie ad alcuni dei suoi principi attivi – quali i ginsenosidi,
un gruppo di saponine triterpeniche – il Ginseng esercita sull’organismo un’azione
di tipo neuro-endocrino che coinvolge il metabolismo cellulare e muscolare, favo-
risce la disintossicazione del sistema enzimatico, attiva il sistema immunitario e
stimola il sistema nervoso centrale.
Nel complesso, l’azione tonificante del Ginseng contribuisce a migliorare l’effi-
cienza fisica e mentale, che si concretizza in un aumento della capacità di assor-
bimento dell’ossigeno, diminuzione del senso di fatica e aumento della velocità
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Adattarsi per vivere meglio
di recupero dopo un lavoro estenuante, aumento della resistenza alla fame e alla
sete, aumento della resistenza alle infezioni.
Ma il Ginseng migliora anche la funzionalità del sistema nervoso, attivando ca-
pacità mentali come la memoria, la concentrazione e l’apprendimento. Ciò è reso
possibile dalla liberazione, favorita dai principi attivi della pianta, di alcuni neuro-
mediatori, le neurotrofine. La funzione di questi mediatori viene chiarita dal loro
stesso nome: si tratta di molecole capaci di “nutrire” e dare giovamento al siste-
ma nervoso. La sua capacità di riequilibrare il tono dell’umore lo rende inoltre un
ottimo alleato contro la depressione, spesso associata ai periodi di stanchezza
ed esaurimento psico-fisico, mentre le sue proprietà antiossidanti gli consentono
di contrastare la formazione di radicali liberi, solitamente più intensa proprio nei
periodi di stress. Contribuiscono al benessere dell’organismo anche alcune azioni
“secondarie” attribuite al Ginseng, come la sua capacità di ridurre i livelli di gluco-
sio (riesce a gestire l’assorbimento e la distribuzione degli zuccheri normalizzan-
do le risposte metaboliche) e di lipidi nel sangue, la sua capacità di favorire la va-
sodilatazione a livello delle coronarie e dei vasi cerebrali, l’effetto antiaggregante
piastrinico, gli effetti immunostimolanti e detossificanti.
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3. Il re degli adattogeni: il Ginseng
QUALCHE CAUTELA
Per la sua azione globale sull’intero organismo, è importante essere consapevoli
che, se assunto ad alte dosi o per prolungati periodi di tempo, può portare in alcuni
soggetti stati di agitazione, insonnia, diarrea e ipertonia. È preferibile non utiliz-
zarlo in presenza di ipertensione, problematiche cardio-vascolari, ipereccitabilità,
nell’anziano, nel bambino, in gravidanza e in allattamento. Potrebbe interferire con
i farmaci anticoagulanti, con alcuni antidepressivi, con i farmaci ipoglicemizzanti
e con l’insulina.
Anche nei soggetti sani si possono verificare eccitazione nervosa e ansia: in tal
caso è sufficiente ridurre le dosi.
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Adattarsi sostenendo il sistema
immunitario: l’Eleuterococco
(Eleutherococcus senticosus Rupr. et
Maxim.)
CONOSCIAMO LA PIANTA
Si tratta di un arbusto spinoso, diffuso allo stato selvatico nel Nord della Cina, in
Corea, Giappone ed estremo Oriente russo (Siberia), che può raggiungere anche
i 2-3 metri d’altezza, con foglie palmate e bacche nere o rossastre come frutto.
Presenta foglie palmato-partite, dal lungo picciolo, composte da cinque foglioli-
ne ellittiche dal margine seghettato. I suoi fiori sono piccoli e riuniti in ombrelle
globulari apicali: i fiori maschili sono violetti, quelli femminili giallastri. Il frutto è
costituito da una drupa nerastra, ovale, che contiene cinque semi.
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4. Adattarsi sostenendo il sistema immunitario: l’Eleuterococco
Come spesso accade il nome della pianta è legato alle origini e alle peculiarità del-
la pianta: l’Eleuterococco è infatti noto anche come “Ginseng siberiano” – in Ger-
mania è inoltre comune la denominazione di “Taigawurzel” o “radice della taiga”
– e deve la denominazione di “senticosus”, ossia “spinoso”, alle piccole spine che
ricoprono i suoi giovani rami e che gli hanno fatto attribuire, presso le popolazioni
locali, il particolare nome di “arbusto del diavolo” (da non confondere con “artiglio
del diavolo”, definizione che si riferisce all’Arpagofito). Della pianta vengono uti-
lizzati il rizoma e le radici.
COSA CONTIENE
Eleuterosidi, derivati cumarinici, saponine triterpeniche, fitosteroli, lignani, poli-
saccaridi, vitamine (tocoferolo o vitamina E, betacarotene o provitamina A), trac-
ce di olio essenziale.
COME FUNZIONA
Utilizzata anche dagli atleti olimpionici sovietici per potenziare le prestazioni
atletiche e per incrementare la resistenza alla fatica, la radice di questa pianta
possiede caratteristiche molto simili a quelle del Ginseng, ma, oltre alla tipica
attività stimolante che consente all’organismo di resistere e reagire meglio alle
situazioni di stress psicologico o fisico, l’Eleuterococco è in grado di potenzia-
re l’efficienza del sistema immunitario, vera e propria barriera dell’organismo
contro le infezioni. Questa caratteristica lo rende un rimedio ideale contro lo
stress, l’astenia psico-fisica e gli stati di affaticamento, anche quando ci si ac-
corge di essere particolarmente predisposti ad ammalarsi: al calo dell’energia
dell’organismo può infatti corrispondere anche un abbassamento delle difese
immunitarie.
Si tratta di un antiastenico, capace di aumentare il rendimento fisico e mentale
grazie alla sua attività tonico-energetica. Intervenendo a più livelli sui meccanismi
fisiologici (funzionalità dell’ipotalamo, dell’ipofisi e della corteccia surrenale) che
regolano l’adattabilità dell’organismo alle varie situazioni, consente all’organismo
di resistere e reagire – quindi di adattarsi meglio – alle situazioni di stress psico-
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Adattarsi per vivere meglio
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4. Adattarsi sostenendo il sistema immunitario: l’Eleuterococco
QUALCHE CAUTELA
Riuscendo a stimolare, seppur in modo modesto, il sistema nervoso centrale, è
sconsigliato l’uso nei soggetti ipertesi e nei bambini al di sotto dei 12 anni di età.
Da escludere l’uso, per mancanza di studi e approfondimenti, anche in gravidanza
e allattamento. In linea teorica l’Eleuterococco può interagire con alcuni farma-
ci (anticoagulanti, antiaggreganti, sedativi del sistema nervoso centrale); è bene
quindi, se si fa uso quotidiano di farmaci, valutare con il proprio medico l’eventuale
associazione di estratti a base di Eleuterococco.
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L’adattogeno al femminile:
la Rhodiola
(Rhodiola rosea L.)
Conosciuta tra le montagne siberiane come “Zoloty Koren”, ossia “Radice D’oro”,
per le sue molteplici virtù salutari, la Rodiola rappresenta il rimedio ideale quando
si vuole ritrovare energia e voglia di fare: portata alla ribalta soprattutto da alcune
campagne pubblicitarie di integratori reclamizzati come coadiuvanti della dieta –
per la sua attività sulla fame nervosa –, la Rhodiola rosea L. è in realtà una pianta
ben nota alla Medicina Tradizionale Cinese da oltre 2.500 anni per la sua capacità
di stimolare forza, resistenza ed energia vitale. Alcune leggende scandinave narra-
no addirittura che gli stessi Vichinghi, per incrementare il vigore fisico, affrontare
lunghi periodi di navigazione e resistere tenacemente in battaglia, ne facessero
ampio uso.
Anche per la Rodiola la parte utilizzata è la radice che – come aveva sottolineato lo
stesso Linneo, padre della moderna classificazione di tutti i viventi (nomenclatura
binomia), attribuendole la definizione di “rosea” – al taglio evidenzia un delicato
profumo di rosa, quasi a voler alludere con il suo profumo (secondo l’interpreta-
zione della Teoria delle Segnature) all’uso elettivo per l’organismo femminile.
CONOSCIAMO LA PIANTA
Si tratta di una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Crassulacee, di pic-
cole dimensioni e dall’aspetto cespuglioso. Dal rizoma (radice) hanno origine nu-
merosi fusti di consistenza carnosa, caratterizzati da foglie spesse e succulente di
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5. L’adattogeno al femminile: la Rhodiola
COSA CONTIENE
Fenilpropanoidi, rosavina, rosina, rosarina, rhodiolina e loro glicosidi salidroside
(e il suo aglicone p-tirosolo), rosavidina, rhodioloside. Sono inoltre presenti pro-
antocianidine e flavonoidi, steroli, vitamine, sali minerali, oligoelementi e olio es-
senziale.
COME FUNZIONA
Esattamente come avviene per altri adattogeni, l’azione della pianta è rivolta so-
prattutto all’asse ipotalamo-surrene, l’asse dello stress.
Le sostanze funzionali (fitocomplesso) racchiuse nella radice sono capaci di inter-
venire sui meccanismi omeostatici che consentono all’organismo di “adattarsi” a
situazioni di stress psicologico o fisico e a condizioni ambientali sfavorevoli.
Grazie all’azione graduale e fisiologica della Rhodiola, viene ridotto l’impatto dei
fattori di stress sull’organismo, preservandolo dall’esaurimento delle risorse psi-
co-fisiche e permettendogli di affrontare meglio situazioni di stress, in genere ac-
compagnate da ansia, indebolimento delle funzioni cognitive (memoria, attenzio-
ne, capacità di concentrazione) e scompensi metabolici.
Oltre a possedere, secondo quanto sostenuto da alcuni studi, un possibile effet-
to sull’incremento dei livelli endogeni di serotonina (5-HTP) – neurotrasmettitore
coinvolto in numerose funzioni fisiologiche tra cui il tono dell’umore e l’appetito –,
la Rhodiola può risultare indicata nel trattamento degli stati depressivi più leggeri
(in associazione a farmaci o altri fitoterapici dall’azione più specifica) in virtù della
sua capacità di migliorare la reattività dell’organismo nei periodi di stress: l’uso
degli estratti della pianta può infatti contribuire a favorire il recupero dell’energia
fisica e mentale, spesso carenti nel soggetto depresso, stimolando inoltre la con-
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Adattarsi per vivere meglio
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5. L’adattogeno al femminile: la Rhodiola
QUALCHE CAUTELA
Si tratta di un rimedio che finora non ha evidenziato effetti collaterali particolari
o controindicazioni di rilievo. Alte dosi – almeno di 5 volte superiori alla dose di
norma consigliata – potrebbero causare irritabilità e insonnia. Per mancanza di
studi che ne confermino la sicurezza d’uso in gravidanza, allattamento e nell’infan-
zia, l’assunzione è sconsigliata in questi casi. Seppure in linea teorica, la Rodiola
potrebbe interagire con i farmaci immunosoppressori, diminuendone l’efficacia. È
bene quindi evitare l’associazione con questi farmaci.
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Adattarsi a tutte le età:
la Schisandra
(Schisandra chinensis (Turcz.) Baill.)
La Schisandra è una lunghissima pianta rampicante i cui frutti, delle bacche di co-
lore rosso brillante, sono noti in Cina come “Wu Wei Zi” ossia “frutti dai cinque
sapori”: le diverse parti della bacca sono infatti caratterizzate da sapori diversi che
variano dall’amaro dei semi al dolce della buccia e della polpa. Racchiudendo i prin-
cipali sapori della medicina cinese – aspro, dolce, salato, amaro e piccante –, a que-
sta pianta vengono conferite virtù particolari e viene considerata un concentrato
delle cinque energie elementari. È riportata anche all’interno del Classico di Materia
Medica di Shen Nong, il più antico trattato conosciuto di farmacoterapia, attribuito
all’Imperatore Shen Nong, considerato dalla tradizione l’inventore della fitoterapia
cinese.
CONOSCIAMO LA PIANTA
Si tratta di una liana rampicante legnosa, appartenente alla famiglia botanica del-
le Schisandraceae, originaria della Cina Settentrionale e della Russia Orientale,
che può raggiungere anche gli 8 metri di lunghezza. Le foglie sono grandi e ovali,
di un bel verde brillante, punteggiate, tra aprile e maggio, dai fiori riuniti in grap-
poli di bianco avorio. I frutti sono piccole bacche di colore rosso brillante, con-
tenenti i semi. Gli estratti vengono ottenuti dal frutto maturo essiccato al sole.
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6. Adattarsi a tutte le età: la Schisandra
COSA CONTIENE
Lignani o schizandrine (desossischizandrina, schizandrina C, gammaschizandri-
na, ecc.), olio essenziale, fitosteroli, acido citrico e malico, vitamine (A, C, E),
pectine, tannini.
COME FUNZIONA
Oltre a vantare un’attività adattogena aspecifica simile a quella del ben più noto
Ginseng, è caratterizzata da un’azione antiossidante estremamente potente utile
a combattere l’iperproduzione di radicali liberi tipica dello stress e dell’avanzare
dell’età, responsabile non solo dell’invecchiamento ma anche di numerose pato-
logie, tra cui le malattie infiammatorie. Diversamente dal Ginseng, la Schisandra
presenta un’attività di stimolazione centrale poco marcata che, accanto all’atti-
vità antiossidante, la rende il tonico ideale per soggetti in terza età. Punti di forza
dell’attività adattogena di questo fitoterapico sono l’aumento complessivo della
resistenza fisica, delle funzioni cognitive (incluso l’aumento di memoria) e un’a-
zione antidepressiva. Degna di rilievo è anche l’azione protettiva e tonificante che
la pianta esercita a livello del fegato: non solo stimola la corretta funzionalità di
quest’organo, ma aumenta la produzione di bile, nonché la capacità di filtrazione
e smaltimento di scorie/tossine. Numerosi studi evidenziano la capacità degli
estratti di Schisandra di prevenire, ma anche di curare, i danni riportati dal fega-
to in seguito all’assunzione di tossine. A completamento dell’attività principale
adattogena ed epatoprotettrice, sono state evidenziate proprietà cardiotoniche,
normalizzanti sulla pressione sanguigna e stimolanti della respirazione.
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Adattarsi per vivere meglio
QUALCHE CAUTELA
Alcuni studi hanno messo in evidenza la possibile interferenza dei suoi estratti
con il metabolismo epatico di alcuni farmaci (ad esempio diclofenac, ibuprofe-
ne, losartan, tamoxifene, tolbutamide, warfarin, ciclosporina) il cui effetto tera-
peutico potrebbe risultare ridotto. È quindi preferibile, se si assumono farmaci,
rivolgersi al medico o a una figura esperta in materia (farmacia, erboristeria) al
fine di uso sicuro. Se ne sconsiglia l’uso in gravidanza o allattamento, nei soggetti
epilettici, in presenza di ulcera gastrica e reflusso gastroesofageo. Raramente, in
soggetti sensibili, possono verificarsi lievi disturbi gastrointestinali e/o orticaria.
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7
Incrementare la resilienza,
alleggerendo la tensione:
la Whitania (Whitania somnifera L.)
CONOSCIAMO LA PIANTA
Si tratta di un arbusto erbaceo appartenente alla famiglia delle Solanaceae, a
cui appartengono piante più note come il pomodoro, le patate e le melanzane.
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Adattarsi per vivere meglio
COSA CONTIENE
Alcaloidi (withanina, withananina, somniferina, ecc.) e alcuni lattoni steroidei
(withanolidi), saponine, polisaccaridi, scopoletina, aminoacidi, ferro.
COME FUNZIONA
Questa pianta è soprattutto un rimedio tonico e adattogeno, capace di aumen-
tare la resistenza dell’organismo alle situazioni stressanti. A differenza di quanto
avviene con molti altri adattogeni, all’uso della Withania non si associa un’azione
eccessivamente stimolante ed eccitante sul sistema nervoso, perché la pianta è ca-
ratterizzata anche da proprietà ansiolitiche che la rendono indicata per contrastare
l’ansia, l’eccessiva irritabilità e l’insonnia spesso legate allo stress e alla mancanza
di energia: a tali proprietà fa appunto riferimento il suon nome latino “somnifera”.
Non mancano gli studi incentrati sulle possibili applicazioni di questa pianta come
nootropo, ossia come rimedio capace di stimolare tutti i meccanismi cerebrali as-
sociati alle capacità mentali quali la memoria e la capacità di apprendimento, e
quindi sulle sue possibili applicazioni nei pazienti affetti da demenza senile di tipo
“moderato”. Secondo la tradizione Ayurveda, questa pianta rappresenta un buon
alleato della sessualità femminile, ma anche maschile, utile in menopausa per favo-
rire il buonumore, attenuare i problemi vaginali e soprattutto la secchezza.
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7. Incrementare la resilienza, alleggerendo la tensione: la Whitania
QUALCHE CAUTELA
La Withania è un rimedio prevalentemente sicuro, utilizzabile anche per lunghi
periodi, nei soggetti di età avanzata. Potrebbe però interagire con alcuni farmaci,
quali i barbiturici e alcuni antipertensivi, rafforzandone gli effetti. L’attività dei
preparati della pianta potrebbe anche contrastare quella dei farmaci immuno-
soppressori. Se ne sconsiglia quindi l’associazione con queste classi di farmaci,
ma anche l’uso in gravidanza, allattamento e prima infanzia, per mancanza di
conferme scientifiche sulla sicurezza degli estratti in tali condizioni particolari.
Cautela è richiesta anche in caso di malattie autoimmuni.
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L’adattogeno alleato dell’eros:
la Maca (Lepidium meyenij Walp.)
Tra i suoi colleghi adattogeni è forse uno dei rimedi meno noti, ma caratterizzato
da un’azione più delicata: si tratta della Maca (Lepidium meyenij), pianta utiliz-
zata dalle popolazioni andine fin dai tempi degli Incas come adattogeno, tonico
energetico e antistress, per contrastare l’affaticamento fisico e mentale.
Nota anche con il nome di “Ginseng peruviano” o “Ginseng delle Ande”, la Maca
viene considerata, tra le regioni montuose del Perù, un cibo ricco da un punto di
vista nutrizionale, paragonabile a cereali a noi meglio noti come il mais, il riso e il
frumento. Ma al di là del suo valore come alimento, la Maca si è guadagnata nei
secoli la fama di rimedio capace di promuovere l’acutezza mentale, la vitalità e la
resistenza fisica.
La si potrebbe definire un “tubero energetico”, utile nelle varie situazioni di affati-
camento causate dai ritmi frenetici della vita moderna, per sostenere l’organismo
a livello psico-fisico, aiutandolo a sopportare meglio fatica e stress, contrastando
la formazione di radicali liberi e favorendo il recupero fisico in condizioni di stan-
chezza e debilitazione.
Nota interessante, soprattutto per l’uso in determinate condizioni (ansia, de-
pressione, tensione nervosa), è la totale assenza di effetti eccitanti sul sistema
nervoso che consentono alla pianta di porsi come alternativa ad altre piante to-
nico-stimolanti utilizzate in Europa da più tempo (Ginseng, Guaranà) ma limitate
nell’uso dai loro effetti stimolanti marcati sul sistema nervoso centrale.
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8. L’adattogeno alleato dell’eros: la Maca
CONOSCIAMO LA PIANTA
Si tratta di una pianta erbacea annuale, appartenente alla famiglia delle Brassi-
caceae, originaria delle Ande peruviane, in grado di tollerare condizioni ambien-
tali estreme, sopravvivendo a temperature molto basse e altitudini elevate. Al
di sopra del terreno presenta una rosetta di foglie arricciate aderenti al terreno,
che, disposte l’una vicino all’altra, assumono l’aspetto di un folto tappeto verde.
Dai suoi piccoli fiori bianchi hanno poi origine piccoli frutti piatti (siliquie), cui fa
riferimento il nome della pianta: “Lepidium” infatti proviene dal termine greco
“lepidion”, ossia “piccola scaglia”. La parte sotterranea della pianta è costituita
da una formazione carnosa e ingrossata dalla forma molto simile a un grosso
ravanello di colore variabile dal violaceo al giallino, terminante in una radice a
fittone. L’insieme della parte inferiore del fusto della pianta ingrossata al di sotto
del terreno e la radice a fittone vengono indicati come “ipocotile” e rappresenta-
no la parte utilizzata della pianta.
COSA CONTIENE
Carboidrati (59%), aminoacidi (10%), fibre e lipidi, ma anche vitamine e minerali
(calcio, ferro e rame), glucosinolati (glucotropaeolina e la m-metossi-glucotro-
peolina), fitosteroli (sitosterolo, campesterolo, ergosterolo, brassicasterolo ed
ergostanediolo), isotiocianati, alcuni alcaloidi e un olio essenziale.
COME FUNZIONA
Responsabile delle mille virtù di questa pianta sembrerebbe la sua composizio-
ne particolarmente ricca da un punto di vista nutrizionale: i macronutrienti degli
ipocotili (radici) essiccati risultano infatti costituiti dal 59% di carboidrati, il 10%
di proteine, l’8,5% di fibre e il 2,2% di lipidi.
Elevato è il contenuto di aminoacidi essenziali che caratterizzano la frazione pro-
teica del fitocomplesso e notevole è anche la percentuale di calcio, ferro e rame
presenti, mentre la frazione lipidica è particolarmente ricca di acidi grassi e so-
prattutto di acido linoleico.
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Adattarsi per vivere meglio
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8. L’adattogeno alleato dell’eros: la Maca
QUALCHE CAUTELA
L’uso della Maca come integratore alimentare viene considerato sicuro in molti
paesi: alle dosi consigliate si tratta di un rimedio prevalentemente sicuro, il cui
uso viene comunque sconsigliato in gravidanza e allattamento, ma anche – a sco-
po cautelativo – in presenza di disturbi prostatici, endocrini e soprattutto tiroidei.
È preferibile non utilizzare questo adattogeno anche in caso di ipertensione ar-
teriosa e disturbi epatici. Talvolta, soprattutto nell’uso al femminile, può essere
responsabile di fenomeni di gonfiore e tensione addominale.
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9
Oltre gli adattogeni:
tris di consigli conclusivi
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Libri di Stefania La Badessa
MEDICINA NATURALE PER LA DONNA
Rimedi semplici ed efficaci per i piccoli problemi quotidiani
19,90 € – 294 pagine – ISBN 978-88-481-2997-8
L’organismo femminile è regolato ciclicamente dall’attività di alcuni ormo-
ni, la cui produzione dipende da delicati meccanismi psichici, neurologici
ed endocrini. In questo complesso ciclo ormonale, che caratterizza la vita
di ogni donna, non è coinvolto solamente il vero e proprio apparato ri-
produttivo (utero ed ovaie), ma anche altri importantissimi distretti quali
l’ipofisi e l’ipotalamo: parliamo quindi di quella parte del sistema nervoso
che si occupa di gestire gli stati emotivi, i riflessi, i ritmi sonno-veglia, la
temperatura corporea o ancora l’appetito. Ma proprio nel suo intenso rap-
porto con la natura la donna può trovare le risorse necessarie per ritrovare
benessere e armonia: numerosi sono i rimedi “al femminile” che possono
essere utilizzati per migliorare la qualità di vita di ogni donna. Imparando
a utilizzare i rimedi naturali più adatti, oltre a contrastare con semplicità
ed efficacia i piccoli disturbi di ogni giorno, sarà possibile favorire il pro-
prio percorso personale verso la forma fisica ottimale e il recupero delle
energie psico-fisiche.
Per ulteriori informazioni inquadra il QR Code
ADATTARSI
PER VIVERE MEGLIO
Disegno di copertina:
Giacomo Pilato Classe ’84, termina gli studi presso la Scuola
Internazionale di Comics a Roma e inizia e conclude il per-
corso accademico presso L’Accademia di Belle Arti di Paler-
mo sezione Grafica D’arte. Pubblica per diverse case editrici
di spicco e parallelamente collabora a una serie di fumetti
web per la piattaforma Verticalismi e Undead Trinity. Attual-
mente sta lavorando all’interno del progetto Megarette e
sta collaborando con Stefania La Badessa alla realizzazione di un libro per la collana
Junior: La natura spiegata ai bambini edito da Tecniche Nuove.
www.giacomopilato.weebly.com