Esercizi: suggerimenti
Ex. 1.
1. La funzione integranda è continua su [2, +∞). (Potrebbero sorgere difficoltà solo in x = 1, che
è esterno a tale intervallo). Occorre quindi esaminare la convergenza dell’integrale improprio
solo in un intorno di +∞.
Il problema è essenzialmente quello trattato nella Proposizione 10.15 della teoria: il grafico
1 1
della funzione (x−1) a si ottiene da quello di xa con una traslazione verso destra di una unità.
Quindi integrare la seconda funzione sull’intervallo [1, +∞) è come integrare la prima su
[2, +∞). Formalmente questo si verifica mediante la sostituzione t = x − 1.
1
Oppure si può osservare che (x−1) a ∼ x1a per x → +∞, quindi le due funzioni, entrambe
positive, hanno integrale improprio su un intorno di +∞ convergente per gli stessi valori di a
(Corollario 10.12), cioè per a > 1. Questa osservazione non permette però di concludere che i
due integrali impropri sono uguali, come si poteva invece ricavare dal ragionamento precedente.
2. La funzione integranda è continua su (1, 2], e può essere illimitata in un intorno destro del
punto x = 1 (per a > 0). Quindi la convergenza dell’integrale va studiata solo in tale intorno.
Anche in questo caso si può fare la seconda
R 2 delle tre osservazioni
R1 1 fatte nell’esercizio precedente:
1
con la sostituzione t = x − 1 si ottiene: 1 (x−1)a dx = 0 xa dx, che converge per a < 1.
1
La terza osservazione non ha più senso, perché NON è vero che ∼ x1a per x → 1+ .
(x−1)a
R2 1
Si può in ogni caso ignorare le osservazioni precedenti e considerare lim+ t (x−1) a dx . . .
t→1
3. La funzione integranda è continua su (1, +∞), e può essere illimitata in un intorno destro del
punto x = 1 (per a > 0). Quindi la convergenza dell’integrale improprio va discussa su un tale
intorno e su un intorno di +∞. Formalmente:
R +∞ R2 R +∞
1
f (x) dx = 1 f (x) dx + 2 f (x) dx se questi ultimi due integrali convergono. Ma per
quanto visto nei dueR esercizi precedenti il primo converge per a < 1, mentre il secondo converge
+∞
per a > 1. Quindi 1 f (x) dx non converge per nessun valore di a.
4. La funzione integranda è continua su [e, +∞); inoltre è possibile calcolare la primitiva della
funzione integranda, quindi basta applicare la definizione di integrale improprio su un intervallo
non limitato:
Z +∞ ½
1 1 £ ¤
1−a t +∞ per a<1
per a 6= 1 : dx = lim (log x) = 1
e x(log x)a t→+∞ 1−a e
a−1
per a >1
Z +∞
1
per a = 1 : dx = lim [log(log x)]te = +∞
e x log x t→+∞
1
Volendo calcolare comunque il valore dell’integrale, quando esso è convergente, occorre spezzare
l’intervallo di integrazione in due parti, su ciascuna delle quali si applica poi la definizione di
integrale definito.
Z e
1 1 £ ¤
1−a t 1 £ ¤
1−a e
per a 6= 1 : dx = lim −(− log x) 1 + lim (log x) t
=
1
e
x| log x|a t→1− 1 − a e t→1+ 1 − a
½ 2
1−a
per a<1
=
+∞ per a>1
Z e
1
per a = 1 : dx = lim− [− log(− log x)]t1 + lim+ [log(log x)]et = +∞
1
e
x| log x| t→1 e t→1
(Ricordare che per 0 < t < 1 si ha log t < 0 e quindi | log t| = − log t).
Z +∞ Z e Z +∞
6. f (x) dx = f (x) dx + f (x) dx . . . (Come nel caso 3).
1 1
e e
e
Ex. 2.
5. Essendo √e−x infinitesimo di ordine superiore a ogni potenza di x per x → +∞, possiamo
scrivere xe−x < x12 per x abbastanza grande, quindi l’integrale proposto converge.
2
6. Come nel caso precedente si dimostra la convergenza dell’integrale in un intorno di +∞, ma
in questo caso occorre esaminare la convergenza dell’integrale anche in un intorno destro di
x = 0, dove la funzione integranda è illimitata.
−x
Per x → 0+ si ha e√x ∼ √1x che ha integrale improprio convergente in un intorno destro di
x = 0, quindi anche l’integrale proposto è convergente.
Ex. 3.
R +∞
1. 0 sin x dx = limt→+∞ [− cos x]t0 , limite che non esiste, né finito né infinito.
0.8
sin x 1
0.6
. tratteggiato: ±
0.4 x x
0.2
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
x
–0.2
–0.4
0.3
0.2 sin x 1
. tratteggiato: ±
y
x2 x2
0.1
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
x
–0.1
3
Ex. 4.
R 12 1 h p i12
1. 3 √ dx = lim+ 2 (x − 3) =6
x−3 t→3 t
R 1/2 1
2. 0
dx = lim+ [ log ( − log x)]1/2
t = −∞
x log x t→0
R +∞ 1 h it
1 1
3. dx = lim − 2(x−1)2 2
=
2
(x − 1)3 t→+∞ 2
R +∞ 2x + 3 h it
1 1 1
4. 1 2 dx = lim − 3x + 3(x+3)
= 4
2
(x + 3x) t→+∞ 1
R +∞ (log x)2 £1 ¤
3 t
5. dx = lim (log x) = +∞
2
x t→+∞ 3 2
R +∞ log x £ log x
¤
1 t 1 1
6. 2
dx = lim − x
− x 2
= 2
log 2 + 2
x2 t→+∞
R +∞ 1 £ √ ¤t
7. 1
√ dx = lim 2 x + 4 1 = +∞
x+4 t→+∞
R1
8. 0
log x dx = lim+ [x log x − x]1t = −1
t→0
R0 0
9. −∞
(x2 + 2x)ex dx = lim [ex x2 ]t = 0
t→−∞
R0 √ h ¡√ ¢ i0
10. ex
1 − ex dx = lim − 2
1 − e x 3 = 2
−∞ 3 t→−∞ 3
t
R1 h √ 2 it h √ i1
2
11. √1 dx = lim− 3
( 3 x) + lim+ 32 ( 3 x) = − 23 + 3
=0
−1 3 x t→0 2 t→0 2
−1 t
Rπ 1+(tan x)2
£ ¤π
12. 0
4
(tan x)2
dx = lim+ − tan1 x t4 = +∞
t→0
Ex. 5.
Z +∞ µ ¶ · µ ¶¸1 · µ ¶¸t
1 1 1 1
1. exp − dx = lim+ exp − + lim exp − = e−1 − 0 + 1 − e−1 = 1
0 x2 x t→0 x t t→+∞ x 1
Z +∞ µ ¶ · ¸1 · ¸t
cos x sin x sin x sin x
2. − 2 dx = lim+ + lim = sin 1 − 1 + 0 − sin 1 = −1
0 x x t→0 x t
t→+∞ x 1
4
Z +∞ · ¸t
−x 1 −x 1 1
3. e sin x dx = lim − e (cos x + sin x) = 0 + =
0 t→+∞ 2 0 2 2
Z µ √ ¶ · ¸t
+∞
x2 − 1 √ 1 π π
4. 1− dx = lim x− x2 − 1 − arctan √ =0−1+ = −1
1 x t→+∞ x2 − 1 1 2 2
Z π µ ¶ · µ ¶¸ π2
2 1 1 1 cos x π π
5. − dx = lim+ log x − log − = log − log 2 = log
0 x sin x t→0 sin x sin x t 2 4
Z +3 h √ i0 h √ it
x
6. √ dx = lim − 9 − x2 + lim − 9 − x2 = −3 + 0 + 0 + 3 = 0
−3 9 − x2 t→−3 t t→+3 0
Ex. 6.
Z +∞ · ¸t
1 1 1 1
α 6= 1 : α
dx = lim α−1
= per α > 1
1 x(1 + log x) t→+∞ 1 − α (1 + log x)
1 α−1
Z +∞
1
α=1: dx = lim [log(1 + log x)]t1 = +∞
1 x(1 + log x) t→+∞
5
Ex. 7.
L’integrale improprio che definisce la funzione Γ è convergente per ogni x > 0. Infatti:
Per t → +∞: tx−1 e−t → 0 più rapidamente di ogni potenza, quindi l’integrale improprio su un
intorno di +∞ converge per qualunque x.
1
Per t → 0+ : tx−1 e−t ∼ tx−1 = 1−x ; quest’ultima funzione ha integrale improprio su un intorno
t
di t = 0 convergente per 1 − x < 1, cioè proprio per x > 0.
Inoltre: Z +∞ Z +∞
x −t
£ ¤+∞
Γ(x + 1) = t e dt = −tx e−t 0 + x · tx−1 e−t dt = x · Γ(x)
0 0
(abbiamo usato la formula di integrazione per parti nella versione per gli integrali definiti); infatti:
£ x −t ¤+∞
−t e 0 = lim (−tx e−t ) − lim+ (−tx e−t ) = 0 − 0 = 0 ∀x > 0
t→+∞ t→0
Infine: Z +∞ £ ¤+∞
Γ(1) = e−t dt = −e−t 0 = 1
0
Applicando poi la relazione Γ(x + 1) = x · Γ(x) si ha:
lim F (x) esiste finito, quindi F ha un asintoto orizzontale per x → +∞. Infatti questa affemazione
x→+∞
R +∞ 2
equivale a dire che l’integrale improprio 0 e−t dt è convergente, e ciò è garantito dal fatto che
l’esponenziale è infinitesimo di ordine maggiore a ogni potenza (negativa) della x per x → ∞.
(Si può dimostrare, con altre tecniche, che l’asintoto è y = 1).
2 2
F 0 (x) = √ e−x , per il teorema fondamentale (Argomento 9). Quindi F 0 (x) > 0 per ogni x.
π
2 2
F 00 (x) = √ (−2x)e−x quindi F è concava verso il basso per x > 0.
π
Per il grafico vedere nelle Soluzioni.
6
Z x Z 0 Z x
2 −t2 2 −t2 2 2
2) G(x) = √ e dt = √ e dt + √ e−t dt = 1 + F (x)
π −∞ π −∞ π 0
In base a questa relazione, il grafico di G si ottiene da quello di F con una traslazione verso l’alto
di una unità. (vedere nelle Soluzioni ).
Abbiamo usato ancora la relazione:
Z 0 Z +∞
2 −t2 2 2
√ e dt = √ e−t dt = 1
π −∞ π 0
2
che non possiamo stabilire con le tecniche esposte fin’ora, in quanto la primitiva di e−t non è
esprimibile in termini finiti. Tale risultato richiede un cambiamento di variabili in un integrale
doppio e lo citiamo solo come complemento.
Ex. 9.
Z x t
e
1. F1 (x) = dt
1 t
• lim+ F1 (x) = −∞
x→0
in quanto, come abbiamo già detto, l’integrale improprio è divergente in un intorno di t = 0.
Il segno è dovuto al fatto che x < 1 se x → 0 (vedi convenzione pag. 1 Argomento 9).
• lim F1 (x) = +∞
x→+∞
• F1 (1) = 0
ex
• F10 (x) = > 0 per ogni x > 0:
x
la F1 è sempre crescente.
x−1
• F100 (x) = ex > 0 per x > 1:
x2
c’è un flesso in x = 1.
7
Z x −t
e
2. F2 (x) = dt
1 t
x + 1 −x
• F200 (x) = − e < 0 per ogni x > 0.
x2
La funzione è concava verso il basso su tutto il C.E.
• lim F3 (x) = +∞
x→−∞
in quanto l’integrale improprio è divergente in un intorno di −∞ perché la funzione integranda
va a sua volta all’infinito per t → −∞.
• lim F3 (x) esiste finito, quindi c’è un asintoto orizzontale:
x→+∞
infatti l’integrale improprio è convergente in un intorno di +∞. Non possiamo calcolare il
limite perché la primitiva non è esprimibile in termini finiti.
e−x
• F30 (x)= √ > 0 per ogni x > 0, mentre F30 (x) < 0 per ogni x < 0
3
x
La derivata non è definita in x = 0, dove la funzione integranda non è continua (e quindi non
si può applicare il teorema fondamentale del calcolo integrale). Il punto x = 0 è comunque
R0
punto di minimo. Non possiamo però calcolare il valore esatto del minimo F3 (0) = 1 g(t) dt.
N.B: Negli esercizi 8. e 9. abbiamo tacitamente fatto uso di un teorema che assicura la
continuità di una funzione integrale in ogni punto del suo C.E.
8
n
X n
X
1 1
Ex. 10. sn = = 1+ , quindi:
k=1
k k=2
k
Z n+1 Z n
1 1
1+ dx < sn < 1 + dx
2 x 1 x
cioè
n+1
1 + log
< sn < 1 + log n
2
ne segue, per il teorema di confronto fra limiti, che
sn
lim sn = +∞ lim = 0
n→+∞ n→+∞ n
Ex.11.
+∞
X Z +∞ h i
2 −7 2 −7 2 +∞ 2
Rn = k 5 < x 5 dx = −x− 5 = n− 5 < 10−6 per n > 1015
k=n+1
5 n 5 n
Ex.12.
+∞
X Z +∞ · ¸+∞
1 1 1 1
Rn = 3
< 3
dx = − 2
= 2
< 10−6 per n > 500
k=n+1
2k n 2x 4x n 4n
Utilizziamo la (1) (di pagina 3 degli Esercizi) per m = 1 per minorare la serie.
Per maggiorarla usiamo invece la (2) per m = 2 dopo aver osservato che
+∞
X +∞
1 1 X 1
= +
k=1
2k 3 2 k=2 2k 3
Otteniamo:
Z +∞ +∞
X Z +∞
1 1 1 1 1 1 1
= 3
dx < 3
< + 3
dx = +
4 1 2x k=1
2k 2 1 2x 2 4
9
Argomento 10
Soluzioni Esercizi
Ex. 1.
Ex. 2.
1) non esiste 2) diverge 3) diverge
Ex. 3.
1) non esiste 2) converge 3) diverge
Ex. 4.
1
1) 6 2) −∞ 3)
2
1 1 1
4) 5) +∞ 6) log 2 +
4 2 2
7) +∞ 8) −1 9) 0
2
10) 11) 0 12) +∞
3
Ex. 5.
1
1) 1 2) −1 3)
2
π π
4) −1 5) log 6) 0
2 4
Ex. 6.
10
Ex. 8.
1
Z x
2 2
F (x) = √ e−t dt 0.5
π 0
–3 –2 –1 1 x 2 3
–0.5
–1
1.
2
Z x
2 2
G(x) = √ e−t dt 1.5
π −∞
1
0.5
–3 –2 –1 0 1 2 3
2. x
Ex. 10.
n+1
1 + log < sn < 1 + log n
2
sn
lim sn = +∞ lim = 0
n→+∞ n→+∞ n
Ex.11.
n > 1015
Ex.12. · ¸
1 3
n > 500 ,
4 4
Ex.13.
3)
n > e(10
1 1
< s <
log 3 log 2
N.B. Quando di cerca il valore di un integrale o la somma (parziale o totale) di una serie il risultato
è unico, ma quando se ne cercano maggiorazioni o minorazioni (cioè approssimazioni per eccesso o
per difetto) il risultato non è univocamente determinato, ma può variare a seconda del procedimento
usato, pur rimanendo corretto.
11
Ex. 9.
Z x t 6
e
F1 (x) = dt
1 t y4
0 1x 2 3
–2
Asintoto vert.
–4
1.
x
Asintoto orizz..
0.5 1 1.5 2 2.5 3
Z x −t
0
e
F2 (x) = dt –0.5
1 t
–1
y–1.5
–2
Z x −t 1.5
e
F3 (x) = √3
dt y1
1 t
0.5 Asintoto orizz.
–1 0 1 2 3
x
–0.5
3.
12