Analisi Matematica I
Antonio Greco
Dipartimento di Matematica e Informatica
via Ospedale 72, 09124 Cagliari
12 ottobre 2020
dispense
Indice generale Serie geometrica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
Il paradosso di Achille e la tartaruga . . . . . . . 26
Premesse Convergenza assoluta . . . . . . . . . . . . . . . . 26
Come impostare lo studio della disciplina . . . . . 4 Criteri di convergenza . . . . . . . . . . . . . . . 27
Come formulare una domanda . . . . . . . . . . . 5 Serie esponenziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
Limiti di successioni notevoli . . . . . . . . . . . . 29
Nozioni preliminari La forma indeterminata 00 . . . . . . . . . . . . . 30
In breve . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 Serie a termini di segno alterno . . . . . . . . . . 31
Esercizi sulla retta . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Serie armonica generalizzata . . . . . . . . . . . . 31
Esercizi sulla circonferenza . . . . . . . . . . . . . 7 Esercizi sulle serie numeriche (1) . . . . . . . . . 32
Esercizi sulle serie numeriche (2) . . . . . . . . . 33
Successioni numeriche Esercizi sulle serie numeriche (3) . . . . . . . . . 33
Origini e definizione di limite . . . . . . . . . . . 8
Potenze con esponente reale . . . . . . . . . . . . 10 Il concetto di limite e la continuità
Valore assoluto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Il concetto di limite . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
Come scrivere le successioni . . . . . . . . . . . . 12 Definizioni di limite . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
Teoremi sui limiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 La continuità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
Operazioni sui limiti . . . . . . . . . . . . . . . . 13 Il calcolo dei limiti . . . . . . . . . . . . . . . . . 37
Disuguaglianza di Bernoulli . . . . . . . . . . . . 15 Esercizi assortiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39
Limiti di potenze . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
Il numero di Nepero (indicato con la lettera e) . . 16 Il calcolo differenziale
Esercizi sui limiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 Tangenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
La derivata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41
Sviluppo di (a + b)n Esercizi sulla retta tangente . . . . . . . . . . . . 44
Coefficienti binomiali e formula di Newton . . . . 19 Esercizi sulle derivate (1) . . . . . . . . . . . . . . 45
Esercizi sui coefficienti binomiali (1) . . . . . . . 22 Derivate di ex e log x . . . . . . . . . . . . . . . . 47
Esercizi sui coefficienti binomiali (2) . . . . . . . 22 Caduta di un grave . . . . . . . . . . . . . . . . . 49
Altre derivate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
Serie numeriche Esercizi sulle derivate (2) . . . . . . . . . . . . . . 51
Serie numeriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23 Esercizi sulle derivate (3) . . . . . . . . . . . . . . 52
Condizione necessaria per la convergenza . . . . . 24 Il differenziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
Serie armonica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 Esercizi sul simbolo ≈ . . . . . . . . . . . . . . . 53
Il calcolo integrale
Integrale indefinito . . . . . . . . . . . . . . . . . 70
Integrale definito . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73
Esercizi sull’integrale indefinito (1) . . . . . . . . 76
Esercizi sull’integrale indefinito (2) . . . . . . . . 77
Esercizi sull’integrale definito . . . . . . . . . . . 78
Teorema di valutazione degli integrali definiti . . 79
Integrali generalizzati . . . . . . . . . . . . . . . . 81
Esercizi sugli integrali generalizzati . . . . . . . . 83
Appendici
Circonferenza osculatrice . . . . . . . . . . . . . . 84
La copertina è ricavata da un’immagine gentilmente fornitami
Alfabeto greco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85
da Ilaria Usai (2 ottobre 2018).
Domande fatte alle prove orali . . . . . . . . . . . 86
Dispense di Analisi Matematica I – prof. Antonio Greco – pag. 3
Analisi Matematica I Indicazioni particolari per chi frequenta
prof. Antonio Greco
Come studiare Come studiare 1) Studiare regolarmente tra una lezione e l’altra:
non aspettare la fine del corso, non aspettare di tro-
varsi a ridosso dell’esame.
2) Intervenire durante la lezione per chiedere chiari-
0) Rispettare le proprie inclinazioni. Cercare, in-
menti o esprimere le proprie impressioni.
nanzitutto, un campo di studi o un’attività lavorativa
che ci permetta di esprimere il nostro talento naturale, 3) Partecipare alle esercitazioni in classe e provare
e che ci possa dare delle soddisfazioni personali. a svolgere da soli gli esercizi. Se necessario, chiedere
aiuto al professore.
1) Studiare molto. La conquista di una laurea in Fi-
sica richiede un impegno molto più grande di quello
necessario per ottenere un diploma.
Errori da non commettere
2) Essere critici. Non prendere per buono tutto quello
che il docente dice: passarlo al vaglio della propria Arrendersi di fronte agli esercizi e rinunciare a svolgerli:
ragione, cercare conferme o smentite sui libri, parlarne meglio chiedere chiarimenti al docente e/o al tutor.
con altre persone.
3) Usare almeno un libro. Non limitarsi agli appunti
Ulteriori indicazioni
di lezione e al materiale fornito dal professore.
4) Sfruttare il docente. Discutere con il professore do- Una raccolta di domande rivolte agli studenti in sede di
po la lezione. Richiedere colloqui per appuntamento. esame si trova a pag. 86. Ulteriori indicazioni si posso-
Scrivere a greco@unica.it no trovare nella dispensa “Come si studia la matematica”
5) Frequentare assiduamente le lezioni. all’indirizzo http://people.unica.it/antoniogreco/metodo/
Indicazioni pratiche
funzione f , a valori reali, avente per dominio l’insieme degli Esempio 1. La successione an = 1/n, i cui primi termini
interi non negativi [1, §4, pag. 34] o quello degli interi po- sono: 1, 1/2, 1/3, . . . converge a zero. Infatti le disugua-
sitivi [2, parte prima, §1A]. Solitamente si pone an = f (n). glianze −ε < 1/n < ε sono soddisfatte per ogni n > 1/ε.
Intuitivamente, una successione numerica è costituita
da infiniti numeri (interi o decimali, positivi o negativi), Limite infinito [1, Definizione (I.14), pag. 40]: se la
elencati uno dopo l’altro. disuguaglianza
Storicamente, uno dei primi esempi di successione nu- an > M
merica è costituito dalla successione delle aree dei poligoni
regolari inscritti in un cerchio dato. Il valore di alcuni ter- vale per tutti i termini della successione salvo tuttalpiù un
mini di questa successione fu calcolato da Archimede di numero finito di essi, comunque si scelga il parametro M ∈
Siracusa, nel terzo secolo a.C., per ottenere un’approssi- R, si dice che an è divergente o che tende all’infinito, e si
mazione dell’area del cerchio. scrive
Espresso in termini moderni, il risultato di Archimede lim an = +∞.
n→+∞
implica che le prime cifre del numero che oggi indichiamo
con π sono: 3,14 Se invece risulta
Ai matematici babilonesi si attribuisce l’invenzione di an < M
un metodo per costruire una successione numerica utile per
per tutti i termini della successione salvo tuttalpiù un nu-
approssimare la radice quadrata di 2 (vedere [1, Esempio
mero finito di essi, comunque si scelga il parametro M ∈ R,
(I.8), pag. 36]). A sua volta la radice di 2 permette di
si dice ancora che an è divergente, e si scrive
ricavare la diagonale del quadrato a partire dal lato.
Questa tecnica si fonda sull’aspettativa che chi legge sia in lim an = lim cn .
n→+∞ n→+∞
grado di ricostruire i termini successivi. Sotto tali ipotesi si dimostra che
3. Definizione ricorsiva: si scrive esplicitamente il ter- lim bn = lim an .
mine a0 , e poi si spiega come ottenere an+1 da an . Esempio: n→+∞ n→+∞
ponendo a0 = 1 e specificando che an+1 = (n + 1) an per Seconda parte: sapendo che la successione (an ) diverge a
ogni n = 0, 1, 2, . . . si definisce la successione dei fattoriali, +∞, e che an ≤ bn definitivamente, si può concludere che
indicata con l’ausilio del punto esclamativo: an = n! (cfr. anche bn diverge a +∞ senza bisogno di una terza succes-
[1, esercizio 30, pag. 72]). sione (cn ).
x − 1 < an < x + 1
1. Limite di una somma [1, Proprietà (I.9), pag. 45]. definitivamente. Ciò significa che gli eventuali termini che
Se due successioni (an ) e (bn ) convergono rispettivamen- non soddisfano le due disuguaglianze qui sopra sono in nu-
te ai numeri a e b, allora la successione delle somme cn mero finito. Ma allora esiste un’opportuna costante C tale
= an + bn converge ad a + b, e quella delle differenze che |an | ≤ C per ogni n, come volevasi dimostrare.
dn = an − bn converge ad a − b.
1 bis. Se la successione (an ) diverge a +∞, e se (bn )
Definizione. Si dice che una successione numerica è limitata, allora la successione delle somme cn = an + bn
(an ) è limitata superiormente se esiste una costante C tale e quella delle differenze dn = an − bn divergono entrambe
che an ≤ C per ogni n. a +∞.
Osservazione. Se esiste una costante C avente la pro- 1 ter. Se entrambe le successioni (an ) e (bn ) divergono
prietà di cui sopra, allora anche le costanti C + 1, C + 0,1, a +∞, allora anche la successione delle somme cn = an +bn
C + 3 eccetera hanno la stessa proprietà. Tutte le costan- diverge a +∞.
ti aventi la suddetta proprietà si dicono maggioranti della Infatti, qualunque sia M ∈ R, per la definizione di limi-
successione. te infinito e per l’ipotesi che an , bn → +∞ risulta an > |M |
Successioni limitate. Si dice che una successione nu- e bn > |M | definitivamente. Sommando termine a termine
merica (an ) è limitata inferiormente se esiste una costante le due disuguaglianze precedenti si trova
c tale che c ≤ an per ogni n. Le eventuali costanti c soddi-
sfacenti tale disuguaglianza per ogni n si dicono minoranti cn > 2 |M | ≥ |M | ≥ M
della successione. Le successioni limitate sia superiormente
che inferiormente si dicono limitate. definitivamente, e la tesi segue dalla definizione di limite
infinito.
Nesso tra limitatezza e convergenza. Non tut-
te le successioni limitate ammettono limite: si pensi, ad La congiunzione “infatti”. La congiunzione “infat-
esempio. alla successione (−1)n che è limitata e non am- ti” viene spesso utilizzata per introdurre la dimostrazione
mette limite. Si può dimostrare che tutte le successioni che di una tesi appena enunciata (vedi sopra).
ammettono limite finito sono limitate. Infatti, se
lim an = x ∈ R
n→+∞
1 (−1)n 2n
an = bn = cn =
n n n+1
mostrare la (12) per un particolare valore di n (ipotesi Scrivendo k al posto dell’indice di somma j (che è un in-
induttiva), e vediamo se risulta dice muto), e utilizzando la proprietà (17) dei coefficienti
n+1
X
n + 1 k n+1−k binomiali, otteniamo
n+1
(a + b) = a b . (18) n
k n+1 n+1
X n + 1 k n+1−k
k=0 (a + b) =b + a b + an+1 .
k
A tal fine, scriviamo k=1
n
X n Portando all’interno della sommatoria i termini bn+1 ed
n+1 n k n−k
(a + b) = (a + b) (a + b) = (a + b) a b . an+1 , che corrispondono ai valori k = 0 e k = n+1 dell’indi-
k=0
k
ce di somma, otteniamo la (18), come volevasi dimostrare.
Applicando la proprietà distributiva, si ottiene 3. Conclusione: per il principio di induzione matematica,
n n
n+1
X n k+1 n−k X n k n+1−k si conclude che la (12) vale per ogni intero n ≥ 1, mentre
(a + b) = a b + a b . il caso n = 0 si verifica per sostituzione.
k=0
k k=0
k
Corollario: ponendo a = b = 1 nella (12) si ricava un’ul-
Scorporando il primo addendo (k = 0), la seconda somma-
teriore proprietà dei coefficienti binomiali:
toria si può riscrivere come segue:
n
n n X n
X n k n+1−k n+1
X n k n+1−k = 2n .
a b =b + a b . k
k=0
k k=1
k k=0
2) Consideriamo tre oggetti distinti a1 , a2 e a3 . Scrivere 3) Determinare due numeri reali m e q tali che (1 + x)100
per esteso tutte le permutazioni dell’insieme { a1 , a2 , ≈ mx + q, per x vicino a 0.
a3 }.
4) Determinare tre numeri reali a0 , a1 , a2 tali che (1 +
3) Scrivere per esteso tutte le combinazioni che si posso- x)100 = a0 + a1 x + a2 x2 + o(x2 ), per x vicino a 0.
no ottenere prendendo due elementi a piacere (diversi
5) Svolgere il prodotto (a + b)3 usando la proprietà di-
fra loro) dall’insieme precedente.
stributiva, ma non quella commutativa. Fra gli 8 ter-
mini cosı̀ ottenuti, contare quelli che contengono esat-
4) Verificare che n2 = n (n − 1)/2. Suggerimento: con-
frontare la (19) con la seguente uguaglianza: tamente due b.
6) Immaginiamo di svolgere il prodotto (a + b)100 usando
(a + b)n = (a + b) · . . . · (a + b) .
| {z } la proprietà distributiva, ma non quella commutativa.
n volte Fra i 2100 termini che si otterrebbero, stabilire quanti
sono quelli che contengono esattamente due b. Come
si potrebbe procedere per scriverli per esteso?
dei coefficienti cn,k , diversi da nk ,
7) È possibile trovare P
tali che (a + b)n = nk=0 cn,k an−k bk ?
Motivazioni. Talvolta si è costretti, per la difficoltà si considera la successione delle somme parziali Sn , dette
del problema considerato, a ripiegare su di una soluzione anche “somme ridotte”, date da
approssimata. Questo capita, ad esempio, quando si deve n
X
calcolare il valore numerico di π. Le serie consentono di Sn = ak (21)
esprimere rigorosamente certe approssimazioni. k=0
Ad esempio, il calcolo di π è da secoli oggetto di studi e si procede come segue. Se esiste finito il limite
approfonditi. In particolare, si attribuisce a Leibniz (1674)
la scoperta che lim Sn (22)
+∞ n→+∞
π X (−1)k
= . si dice che la serie (20) è convergente, e la sua somma è
4 k=0
2k + 1
il valore numerico del suddetto limite. Se, invece, il limi-
Nel 1997, invece, è stata scoperta la seguente formula: te (22) è +∞ o −∞, si dice che la serie (20) è divergente
+∞ a +∞ o a −∞. Se, infine, la successione delle somme ri-
X 1 4 2 1 2 dotte Sn non ammette limite, si dice che la serie (20) è
π= − − − .
k=0
16k 8k + 1 8k + 4 8k + 5 8k + 6 indeterminata.
L’errore tipico. Il tipico errore del principiante è
Ulteriori informazioni su questa formula, e su altre formu-
quello di confondere tra loro le due successioni coinvol-
le simili, si possono trovare sulla rivista “Notices of the
te nella definizione: quella dei termini da sommare ak , e
American Mathematical Society” (agosto 2013, pag. 847).
quella delle somme ridotte Sn .
La necessità di approssimare funzioni importanti come
ex , log x, sen x, cos x, con dei polinomi (che si possono cal- Un’osservazione utile. Consideriamo una data serie
colare mediante operazioni aritmetiche), è una motivazione i cui termini indichiamo con ak , e siano Sn le corrispondenti
allo studio delle serie di funzioni. somme ridotte. Cambiando il valore del primo termine a0
di una quantità δ0 , e cioè sostituendo a0 con a0 + δ0 , si
Significato intuitivo. Intuitivamente, la somma di
ottiene una nuova serie le cui somme ridotte sono date da
una serie è la somma di infiniti termini. I termini da som-
Sn + δ0 . Ma allora il carattere della serie (cioè il fatto
mare si possono indicare con la notazione ak , dove l’indice
che essa sia convergente, divergente o indeterminata) non
k varia nell’insieme N dei numeri naturali.
dipende dal valore numerico del primo termine.
allora si ha anche 1 1 1
≥1+ + + + . . . = + ∞.
2 2 2
lim Sn−1 = S.
n→+∞ La disuguaglianza sopra si ottiene osservando che
Di conseguenza, passando al limite nella (23), si ottiene 1 1 1 1 1
+ > + = ;
la (24), come volevasi dimostrare. 3 4 4 4 2
La suddetta condizione non è sufficiente affinché la se- 1 1 1 1 1
+ ··· + > + ··· + = ,
rie considerata converga. Per dimostrarlo, basta esibire 5 8 8 8 2
un controesempio, come quello costituito dalla cosiddetta eccetera. Questa dimostrazione è attribuita a Nicola d’O-
serie armonica (vedere appresso). resme, vescovo di Lisieux (anno 1360) [7, vol. I, pag. 509].
Per dimostrare la (26) basta moltiplicare ambo i membri Se, invece q ≥ 1, la serie (27) diverge a +∞. Se, infine
per 1 − q. Svolgendo il seguente prodotto: q ≤ −1, la serie (27) è indeterminata.
Pn (x, x0 ) il polinomio di Taylor di ordine n associato Suggerimento: osservare che an = nk=0 ak − k=0
n−1
ak .
ad f , ed avente x0 come punto base dello sviluppo. 8) Dimostrare che la condizione dell’esercizio precedente
Dimostrare che per x → 0 si ha: non è sufficiente a garantire la convergenza della serie.
f (x) = Pn (x, x0 ) + o((x − x0 )n ) Suggerimento: pensare alla serie armonica.
P+∞
(formula di Taylor con il resto di Peano). Suggeri- 9) Diciamo che una Pnserie k=0 ak è indeterminata se il li-
mento: usare la regola di de l’Hôpital per studiare il mite limn→+∞ k=0 ak non esiste. Costruire un esem-
limite pio di serie indeterminata.
f (x) − Pn (x, x0 )
lim . 10) Una serie i cui addendi sono positivi si dice serie a ter-
x→x0 (x − x0 )n
mini positivi. Usando la completezza dell’insieme dei
9
P numeri reali, dimostrare che le serie a termini positivi
2) Calcolare 2k . non sono indeterminate.
k=0
1 è convergente.
log(k + 1) − log k ≤ .
k
4) Trovare tutti i numeri naturali n tali che
4) Trovare tutti gli interi positivi n tali che n
X
n
X arctg(k + 1) − arctg k = arctg(n + 1).
log(k + 1) − log k = log(n + 1). k=0
k=1
5) Stabilire se la seguente serie è convergente, ed in caso
+∞ affermativo calcolarne la somma.
X 1
5) Stabilire il carattere della serie . +∞
k=1
k X
arctg(k + 1) − arctg k
k=0
b − δ risulta f (x) < M , si dice che f (x) tende a meno Limite per x che tende a −∞. Consideriamo una fun-
infinito per x che tende a b da sinistra, e si scrive zione f definita sull’intervallo (−∞, b), e indichiamo anco-
ra con x una variabile reale. Se, per ogni ε > 0, esiste un
lim f (x) = −∞. x0 < b tale che per ogni x ∈ (−∞, x0 ) risulta |f (x)−ℓ| < ε,
x→b−
si dice che f (x) tende ad ℓ per x che tende a meno infinito,
Limite per x che tende ad un numero reale. Se la e si scrive
funzione f è definita sull’insieme (a, b) ∪ (b, c), e se, in base lim f (x) = ℓ.
x→−∞
alle definizioni precedenti, esistono (finiti o infiniti) i limiti
lim− f (x) e lim+ f (x) e sono uguali fra loro, allora, indicato Se, per ogni M ∈ R, esiste un x0 < b tale che per ogni
x→b x→b x ∈ (−∞, x0 ) risulta f (x) > M , si dice che f (x) tende a
con L il loro comune valore, si dice che f (x) tende a L per più infinito per x che tende a meno infinito, e si scrive
x che tende a b, e si scrive
lim f (x) = +∞.
x→−∞
lim f (x) = L.
x→b
Se, per ogni M ∈ R, esiste un x0 < b tale che per ogni
Limite per x che tende a +∞. Consideriamo ora una x ∈ (−∞, x0 ) risulta f (x) < M , si dice che f (x) tende a
funzione f definita sull’intervallo (a, +∞), e indichiamo meno infinito per x che tende a meno infinito, e si scrive
con x una variabile reale. Se, per ogni ε > 0, esiste un lim f (x) = −∞.
x0 > a tale che per ogni x ∈ (x0 , +∞) risulta |f (x) − ℓ| < x→−∞
La frazione che figura nella formula (40) si chiama rapporto Esempio 12. Derivata della funzione f (x) = 1/x.
incrementale. La funzione f (x) = 1/x è derivabile per ogni x 6= 0, e si
ha: (1/x)′ = −1/x2 . Basta infatti considerare un punto
Definizione della derivata. Se il limite (40) esiste finito, arbitrario x0 6= 0, ed un x 6= x0 , con x 6= 0, ed osservare
si dice che la funzione f è derivabile nel punto di ascissa x0 . che
Il valore del limite (40) si chiama derivata di f in x0 e si 1 1
−
indica con f ′ (x0 ) o con x x0 1 1
=− →− 2.
x − x0 x x0 x0
df
(x0 ). La conclusione segue dalla definizione della derivata.
dx
1 − cos x xn − xn0
lim .
x→0 x2 x − x0
Se n = 1 allora il rapporto qui sopra vale 1 per ogni x 6= x0 ,
Svolgimento. 1) Possiamo prendere g(x) = sen x e
ed è indefinito per x = x0 come tutti i rapporti incrementa-
h(x) = x |x|, e sfruttare il fatto che
li. Esso tende perciò ad 1 quando x → x0 . In conclusione,
1 la funzione y(x) = x è derivabile per ogni x reale, e la sua
lim = +∞. derivata è la funzione costante 1. Per studiare il caso n ≥ 2,
x→0 |x|
|x| |x|
stabilire se i limiti lim+ e lim− sono uguali fra
x→0 x x→0 x
loro o no.
5) Studiando il limite del rapporto incrementale, stabilire
se le funzioni f (x) = |x| e g(x) = x |x| sono derivabili
per x = 0, ed in caso affermativo determinare l’equa-
zione della retta tangente.
6) Se moltiplico tra loro due funzioni che non sono deri-
vabili, il prodotto sarà derivabile?
max f (x) = f (x0 ). L’importanza e la notorietà del teorema di Fermat non so-
x∈X no ragioni sufficienti per identificare il concetto di massimo o
In pratica, nel corso di Analisi Matematica I, l’insieme arbi- quello di minimo con quello di punto critico. Può infatti av-
trario X è quasi sempre un intervallo. Talvolta, X è l’unione venire che la derivata non esista in un punto di minimo (o di
di un numero finito di intervalli disgiunti, come per esempio massimo), come mostra il seguente esempio.
il dominio della funzione 1/ log x. Raramente, X è l’unione di Esempio 19. La funzione y = |x| ha minimo assoluto per
√
infiniti intervalli disgiunti, come il dominio di sen x . x0 = 0, perché |0| ≤ |x| per ogni x ∈ R, ma tale funzione non
Al di fuori del corso, gli elementi dell’insieme X possono è derivabile in x0 = 0.
anche non essere numeri, ad esempio possono essere vettori a Può anche avvenire che una funzione abbia minimo in un
due o più componenti, oppure funzioni. estremo del suo intervallo di definizione. Anche in questo caso
L’errore più frequente nello studio dei concetti di massimo il teorema di Fermat non è applicabile, come mostra il seguente
e minimo consiste nel confonderli con il concetto di punto cri- esempio.
tico, cioè punto dove si annulla la derivata prima. La seguente Esempio 20. L’energia potenziale di un punto materiale di
discussione è volta a chiarire la questione. massa m, soggetto ad un campo gravitazionale uniforme, e libe-
Un classico teorema, attribuito al giurista Pierre de Fer- ro di muoversi al disopra di un dato piano orizzontale, è espres-
mat, afferma che se X è un intervallo sulla retta reale, e se f sa dal prodotto m g h, dove g è l’accelerazione di gravità e h la
è derivabile ed assume il minimo in un punto x0 interno a tale distanza dal piano suddetto. La funzione f (h) = m g h, defini-
intervallo, allora la sua derivata deve annullarsi: ta sull’intervallo [ 0, +∞), oppure sull’intervallo [ 0, b ], dove b è
Teorema 2. (Fermat). Se f : (x0 − ε, x0 + ε) → R ha un mi- un valore della quota al di sopra del quale il campo gravitazio-
nimo assoluto o un massimo assoluto in x0 , e se f è derivabile nale non può più considerarsi uniforme, assume il minimo per
in x0 , allora f ′ (x0 ) = 0. h = 0. Tuttavia, la derivata destra f ′ (0+ ) vale m g e non 0.
Dimostrazione. Per l’ipotesi di derivabilità di f , e poiché x0 è La questione dell’esistenza di un punto di massimo e di
un punto interno al dominio di f , si ha: un punto di minimo assoluto è affrontata da un fondamentale
teorema, la cui dimostrazione si può trovare sui testi di Analisi
f (x) − f (x0 ) f (x) − f (x0 ) esistenti:
lim = f ′ (x0 ) = lim .
x→x+
0
x − x0 x→x0− x − x0 Teorema 3. (Weierstrass). Se f ha per dominio un inter-
Nel caso in cui x0 è un punto di minimo assoluto, il rapporto vallo chiuso e limitato [a, b], ed è continua in tutti i punti di
incrementale al primo membro è maggiore o uguale a 0. Per il tale intervallo, allora esistono almeno un punto di massimo
teorema della permanenza del segno, ne segue che f ′ (x0 ) ≥ 0. assoluto ed uno di minimo assoluto.
Ragionando in modo analogo sul rapporto incrementale all’ul- I teoremi di Fermat e di Weierstrass, oltre a fornire degli
timo membro, si trova che f ′ (x0 ) ≤ 0. Dunque f ′ (x0 ) = 0, strumenti per la ricerca degli eventuali punti di massimo e di
1 1 (x−µ)2
y= √ e− 2 σ2 ,
σ 2π
dove µ e σ sono due parametri reali, con σ > 0 (non è
necessario usare il calcolo differenziale).
f (b) − f (a)
f ′ (ξ) =
b−a
(teorema del valor medio di Lagrange). Suggerimento: ve-
rificare che la funzione ϕ(x) = (b−a) f (x)−(f (b)−f (a)) x
soddisfa le ipotesi del teorema di Rolle.
x′ (t) = v. (54)
x(t) = x0 + v t (55)
Indicato con n un generico numero naturale, e data una 6) Consideriamo un punto x ∈ (x0 , b). Applicando il teorema
funzione f derivabile n volte in un intervallo (a, b) e a valo- di Cauchy alle funzioni f (x) − Pn (x, x0 ) e (x − x0 )n+1 ,
ri reali, fissato un punto x0 ∈ (a, b), il polinomio di Taylor sull’intervallo [x0 , x], si deduce che: esiste un punto ξ1 ∈
Pn (x, x0 ) associato alla funzione f si definisce come segue: (x0 , x) tale che... (completare).
Si usa correntemente la parola integrale per fare riferimen- Esempio 27. Utilizzando l’esempio 26 ed il teorema 7 si con-
to a due diversi concetti, legati fra loro, detti più precisamente clude che Z
integrale indefinito e integrale definito. Consideriamo per pri- ex dx = ex + C.
mo l’integrale indefinito. Premettiamo la nozione di primitiva
di una funzione: Osservazione. Per la validità del teorema 7, è di decisiva
importanza il fatto che le funzioni considerate abbiano per do-
Definizione (primitiva). Data una funzione f : (a, b) → R, minio un solo intervallo. Quando il dominio di f è l’unione
si dice primitiva di f una qualunque funzione F : (a, b) → R di due o più intervalli disgiunti, il teorema non è applicabile,
che sia derivabile in tutto l’intervallo (a, b) e tale che come mostra il seguente esempio.
Esempio 28. La funzione
F ′ (x) = f (x) per ogni x ∈ (a, b).
log x, se x > 0,
F (x) =
Esempio 26. Una primitiva della funzione f (x) = ex sull’in- log(−x), se x < 0,
tervallo (−∞, +∞) è la funzione F (x) = ex .
Definizione (integrale indefinito). Data una funzione è una primitiva di 1/x sia sull’intervallo (−∞, 0) che su
f : (a, b) → R, si chiama integrale indefinito di f l’insieme di (0, +∞). Si dice, brevemente, che “è una primitiva di 1/x”
tutte le primitive di f . senza far riferimento al dominio, né al fatto che il dominio non
è un intervallo. Ma allora, anche la funzione F (x) + C è una
È notevole il fatto che l’integrale indefinito di una data fun- primitiva di 1/x, qualunque sia C ∈ R. Ma è una primitiva
zione su di un dato intervallo si possa rappresentare a partire anche
da una qualunque particolare primitiva: log x + C1 , se x > 0,
G(x) =
log(−x) + C , se x < 0,
Teorema 7. Supponiamo che F sia una particolare primiti- 2
va di una funzione data f su di un intervallo (a, b). Allora per qualunque valore di C1 , C2 ∈ R. Inoltre, quando C1 6= C2 ,
qualunque primitiva G di f su (a, b) si può scrivere nella for- la funzione G(x) differisce da F (x) + C qualunque sia C ∈ R.
ma G(x) = F (x) + C, a patto di scegliere opportunamente la Infatti, si ha:
costante C ∈ R.
C1 , se x > 0,
Dimostrazione. Si applica a G − F il ragionamento fatto nella G(x) − F (x) =
dimostrazione del lemma 1 a pagina 62. ✷ C , se x < 0.
2
Quest’uguaglianza esprime la regola di integrazione per parti Premesse. Sono attualmente in uso diverse definizioni dell’in-
per l’integrale indefinito. tegrale definito, che non sono equivalenti fra loro.
Esempio 32. Una tipica applicazione della regola di integra- Ad esempio, nella ricerca matematica si utilizza spesso una
zione per parti è all’integrazione del prodotto xex . Ponendo definizione dovuta ad Henri Lebesgue, che risale a circa un se-
F (x) = x e G(x) = ex , si trova: colo fa.
Z Z Invece, nei testi universitari di Analisi 1 dei corsi di laurea
xe dx = xe − ex dx
x x in Fisica, Ingegneria e Matematica, si utilizza di solito la defi-
nizione dovuta a Bernhard Riemann, che risale all’Ottocento.
= xex − ex + C. La definizione di Riemann è più semplice (forse) di quella di
Lebesgue, e si rivela sufficiente in molte applicazioni.
Una volta stabilito questo risultato, si può integrare per parti In questa sede si riporta una definizione ancora più sem-
il prodotto x2 ex . Ponendo F (x) = x2 e G(x) = ex , si ha: plice di quella di Riemann, riferita a funzioni continue su di un
Z Z intervallo chiuso e limitato.
x e dx = x e − 2xex dx
2 x 2 x
Definizione (integrale definito). Consideriamo una funzio-
e perciò, richiamando il risultato precedente, si trova: ne continua f : [a, b] → R. Per un generico intero positivo n,
Z e per ogni intero k ∈ [0, n], poniamo xk = a + k (b − a)/n. Il
x2 ex dx = ex (x2 − 2x + 2) + C. fatto che f sia continua su di un intervallo chiuso e limitato fa
sı̀ che i seguenti limiti esistano, siano finiti, e siano uguali fra
loro:
In generale, per ogni intero positivo n vale l’uguaglianza
n
Z n X b−a
n x n x
X (−x)j lim max f (x) (66)
x e dx = (−1) n! e +C n→+∞ n [xk−1 , xk ]
j! k=1
j=0
n
n
X X b−a
=e x
(−1)k Dn,k xn−k + C, lim min f (x). (67)
n→+∞ n [xk−1 , xk ]
k=1
k=0
che si può verificare derivando il secondo membro. Il simbolo Il comune valore dei due limiti suddetti si chiama integrale
Rb da
Dn,k è stato definito nella (14) per k > 0, e vale 1 per k = 0. a a b di f (x) in dx, e si indica con l’espressione a f (x) dx.
dove ciascun ξk è scelto arbitrariamente nell’intervallo [xk−1 , Esempio 34. L’errore commesso nella misura di una gran-
xk ]. dezza scalare viene spesso rappresentato mediante la nozione
matematica di variabile aleatoria avente distribuzione norma-
L’esistenza dei limiti (66), (67) e (68) discende dalla con- le. In tal caso, la probabilità
R b 1che2
l’errore si trovi fra due valori
2
tinuità di f attraverso un ragionamento che faceva parte del a e b è data da σ √12π a e− 2 x /σ dx, dove σ è un parametro
programma di Analisi Matematica I in passato, e la cui omis- positivo detto deviazione standard, legato all’incertezza della
sione semplifica il corso. Gli studenti interessati ad approfon- misura.
dire l’argomento possono: consultare i testi universitari che lo
trattano, rivolgersi al docente e/o consultare la dispensa mo- Esempio 35. Consideriamo un punto in moto lungo l’asse x
nografica L’integrabilità secondo Riemann. secondo la legge oraria x = x(t), e supponiamo che la funzione
È facile dimostrare in questa sede che, ammesso che i limiti x(t) sia dotata di derivata continua v(t) = x′ (t) per ogni t ∈
(66) e (67) esistano e siano uguali fra loro, allora anche il limi- [t0 , t1 ]. Allora la posizione x(t) delRpunto nel generico istante
t
te (68) esiste ed ha lo stesso valore degli altri due. Ciò è una t ∈ [t0 , t1 ] è data da x(t) = x(t0 ) + t0 v(x)dx.
conseguenza immediata della disuguaglianza min f (x) ≤ Questo elenco di esempi non si propone di essere completo,
[xk−1 , xk ]
f (ξk ) ≤ max f (x) e del teorema del confronto dei limiti. ma intende dare un’idea della varietà delle applicazioni dell’in-
[xk−1 , xk ] tegrale.
Interpretazione geometrica. Se f (x) > 0 per ogni x ∈ [a, b], Additività dell’integrale. Un’importante proprietà dell’in-
Rb
allora a f (x) dx esprime l’area del sottografico di f . Se, inve- tegrale definito è la cosiddetta additività:
Rb
ce, f (x) < 0 per ogni x ∈ [a, b] allora − a f (x) dx esprime Z Z Z
b c c
l’area del sopragrafico di f . f (x) dx + f (x) dx = f (x) dx. (69)
a b a
Osservazione.
Rb Non è corretto, dal punto di vista moderno,
definire a f (x) dx come l’area del sottografico di f . Questo Gli studenti interessati a conoscere la dimostrazione dell’ugua-
perché, dal punto di vista moderno, il concetto di area non è glianza precedente possono consultare i testi esistenti e/o ri-
considerato un concetto primitivo. Oggi la nozione di area vie- volgersi al docente.
ne definita proprio a partire dall’integrale definito, o meglio, da
Definizione. Si definisce l’integrale definito anche quando gli
una parte della matematica detta teoria della misura. Vi so-
estremi di integrazione sono uguali fra loro: in tal caso, si pone
no numerose altre interpretazioni ed applicazioni dell’integrale
definito. Vediamone alcune. Z a
f (x) dx = 0. (70)
a
da cui la (71).
Teorema 8. (Teorema della media integrale). Data una
funzione f : [a, b] → R, continua in [a, b], esiste un ξ ∈ (a, b)
tale che Z b
f (x) dx = (b − a) f (ξ).
a
Il valore di f (ξ) si dice media integrale di f su [a, b].
Il teorema della media integrale è una conseguenza della con-
tinuità della funzione integranda. Gli studenti interessati pos-
sono cercare di intuirne la dimostrazione, ovvero consultare i
testi esistenti o rivolgersi al docente.
1 1 (x−µ)2
y= √ e− 2 σ2 .
σ 2π
f ′ (x)
lim , (73)
1) Calcolare l’area dell’esagono regolare inscritto nel cerchio x→a+ g ′ (x)
di raggio r. che indicheremo con L. Dimostrare che
2) Calcolare l’area dell’esagono regolare circoscritto al cer- f (x)
chio di raggio r. lim =L
x→a+ g(x)
3) Dimostrare che 2,5 < π < 3,6. (regola di de l’Hôpital). Suggerimento: applicare il teore-
ma di Cauchy sull’intervallo [a, x].
4) Indicato con g un generico numero reale, trovare tutte le
funzioni f : R → R tali che f ′′ (x) = g per ogni x ∈ R. 10) Calcolare il seguente limite:
allora si pone:
Z b Z b
f (x) dx = lim f (x) dx.
a ε→0+ a+ε
allora si pone:
Z b Z b−ε
f (x) dx = lim f (x) dx.
a ε→0+ a
3) Verificare che la funzione y = ex è convessa (studiando la 11) Indicato con β un generico numero reale positivo, calco-
derivata seconda). Dedurne che 1+x ≤ ex per ogni x ∈ R. lare il limite
log y
lim . (80)
y→+∞ y β
4) Consideriamo due generiche funzioni f, g : [ a, +∞) → R
dotate di derivate continue in [ a, +∞). Supponendo che Suggerim.: porre α = 1/β, x = log y ed usare la (79).
f (a) ≤ g(a), e che f ′ (x) ≤ g ′ (x) per ogni x ≥ a, verificare
12) Calcolare il limite lim z β log z.
che f (x) ≤ g(x) per ogni x ≥ a. Suggerimento: usare il z→0+
teorema fondamentale del calcolo integrale. Suggerimento: porre y = 1/z nella (80).
R1
5) Posto a = 0, f (x) = 1 + x, g(x) = ex , ed usando il ri- 13) Calcolare l’integrale generalizzato 0 log x dx.
sultato dell’esercizio precedente, dedurre nuovamente che
14) Indicata con f una generica funzione continua su di
1 + x ≤ ex per ogni x ≥ 0.
un intervallo chiuso e limitato [a, b], dimostrare che
Rb R b−ε
6) Procedendo in modo analogo all’esercizio precedente, ve- a f (x) dx = lim a f (x) dx. Suggerimento: usare
ε→0+
rificare che 1 + x + 21 x2 ≤ ex per ogni x ≥ 0. l’additività dell’integrale e la disuguaglianza
α A alfa
β B beta
γ Γ gamma
δ ∆ delta
ε E epsilon
ζ Z zeta
η H eta
ϑ Θ teta
ι I iota
κ K cappa
λ Λ lambda
µ M mi
ν N ni
ξ Ξ csi
o O omicron
π Π pi
ρ P ro
σ Σ sigma
τ T tau
ϕ Φ fi
χ X chi
ψ Ψ psi
ω Ω omega
1+∞
P
Successioni e serie numeriche 14) Stabilire se la serie è convergente, ed in caso affer-
k=0 k!
1) Dare la definizione del numero di Nepero. mativo determinarne la somma.
+∞
1
P
2) Scrivere la formula di Newton per lo sviluppo della poten- 15) Stabilire se la serie √ è convergente, ed in caso af-
za ennesima del binomio. k=1 k
fermativo determinarne la somma.
3) Determinare tre numeri reali a, b, c tali che (1 + x)100 =
a + bx + cx2 + o(x2 ) per x → 0. 16) Spiegare che cos’è il polinomio di Taylor associato ad una
funzione data.
4) Illustrare la nozione di serie numerica.
17) Spiegare come si può utilizzare la formula di Taylor per il
5) Spiegare che cosa si intende per carattere di una serie. calcolo numerico di una funzione trascendente.
6) Dare una motivazione per lo studio delle serie. 18) Scrivere la serie di Maclaurin della funzione f (x) = (1 −
x)−1 .
7) Spiegare che cos’è la serie armonica, e determinarne la
somma. 19) Scrivere il polinomio di Maclaurin della funzione y =
ln(1 + x).
8) Indicato con la lettera e il numero di Nepero, stabilire
+∞
P −k 20) Trovare il polinomio di Maclaurin di primo grado associa-
se la serie e è convergente, ed in caso affermativo
k=1 to alla funzione y = sen x.
determinarne la somma.
21) Trovare il polinomio di Maclaurin di secondo grado asso-
+∞ 3
9) Stabilire se la serie
P
è convergente, ed in caso af- ciato alla funzione y = cos x.
10 k
k=2
fermativo determinarne la somma. 22) Utilizzando il polinomio di Maclaurin di ordine 4 associa-
+∞ to alla funzione y = sen x, trovare la prima cifra decimale
P 1
10) Studiare la serie con x parametro reale. di sen(1/3).
k=0 xk
25) Calcolare il limite di sen x per x che tende a +∞. 42) Applicare la definizione della derivata alla funzione f (x) =
|x|.
26) Calcolare il limite di esen x per x che tende a +∞.
27) Calcolare il limite di xex per x che tende a −∞. 43) Applicare la definizione della derivata alla funzione f (x) =
xn , con n intero e maggiore di 1.
28) Calcolare il limite di xe−x per x che tende a −∞.
√
44) Stabilire
√se la funzione y = 2 − x2 è derivabile nel punto
29) Calcolare il limite del rapporto 10 x/e2x per x che tende
x0 = − 2 .
a +∞.
√
30) Calcolare il limite del rapporto x2 /x per x che tende 45) Determinare due costanti a e b tali che risulti ex = a +
a +∞. bx + o(x) per x → 0.
31) Calcolare il limite del rapporto (x − sen x)/x3 per x che 46) Dare la definizione di primitiva di una funzione data.
tende a 0.
√ 47) Enunciare e dimostrare il teorema di Fermat.
32) Calcolare il limite del rapporto ( 1 − 2x − 1)/x per x che
tende a 0.
48) Enunciare e dimostrare il teorema di Rolle.
33) Definire il concetto di continuità di una funzione.
49) Fare un esempio di funzione che soddisfi le ipotesi del teo-
34) Stabilire se la funzione f (x) = |x| è continua. rema di Rolle.
35) Trovare i punti di continuità della funzione y = x − sen x.
50) Enunciare e dimostrare il teorema di Lagrange.
36) Enunciare e dimostrare il teorema degli zeri delle funzioni
continue. 51) Scrivere la formula di Taylor.
37) Spiegare cosa si intende per funzione inversa di una fun- 52) Fare un esempio di funzione f : [a, b] → R tale che f (a) =
zione data. f (b) e priva di massimi.
38) Enunciare la regola di de l’Hôpital.
53) Caratterizzare i punti di massimo e di minimo di una fun-
39) Enunciare il teorema di Weierstrass. zione attraverso le sue derivate.
54) Determinare il periodo della funzione y = sen x. 73) Studiare il grafico della funzione y = ln(1 + x).
55) Determinare il periodo della funzione y = cos2 x e trac- 74) Studiare il grafico della funzione y = x ln x.
ciare il grafico di tale funzione.
75) Studiare il grafico della funzione y = x ln(x2 ).
56) Studiare il grafico della funzione y = x − sen x.
76) Studiare il grafico della funzione y = (ln x)/x.
57) Tracciare il grafico della funzione y = | cos x|.
77) Studiare il grafico della funzione y = esen x .
58) Studiare il grafico della funzione y = |x| x.
78) Studiare il grafico della funzione y = x ex .
59) Studiare il grafico della funzione y = 1 − |x − 2|.
79) Studiare il grafico della funzione y = x + ex .
60) Tracciare il grafico della funzione y = 1/(1 − x).
80) Studiare il grafico della funzione y = (ex − e−x )/2.
61) Tracciare il grafico della funzione y = x/(1 − x).
63) Studiare il grafico della funzione y = x − x3 . 81) Enunciare il teorema fondamentale del calcolo integrale.
√
64) Tracciare il graficodella funzione f1 (x) = (1 + x)100 e con- 82) Calcolare l’integrale indefinito della funzione y = 1 − x2 .
frontarlo con quello della funzione f2 (x) = (1 + x)2 .
83) Calcolare l’integrale indefinito della funzione y = (ln x)/x.
√
65) Studiare il grafico della funzione y = 1 − x2 .
84) Calcolare l’integrale indefinito della funzione y =
√
66) Studiare il grafico della funzione y = 2 + x2 . (cos x) esen x .
√
67) Studiare il grafico della funzione y = 2 − x2 . 85) Calcolare l’integrale indefinito della funzione y = x−sen x.
√
68) Studiare il grafico della funzione y = 4 − x2 . 86) Calcolare l’integrale indefinito della funzione y = x sen x.
√
69) Studiare il grafico della funzione y = 9 − x2 . 87) Trovare una primitiva della funzione y = cos2 x.
70) Studiare il grafico della funzione y = x + 1/x. 88) Dare la definizione dell’integrale di Riemann.
71) Studiare il grafico della funzione y = x100 e confrontarlo 89) Calcolare l’integrale definito della funzione y = x/(1 + x2 )
con quello della funzione y = x2 . sull’intervallo [ −1, 1 ].
[2] Esercizi:
P. Marcellini, C. Sbordone.
Esercitazioni di matematica.
Volume 1, parte prima e parte seconda.
Zanichelli/Liguori.
Testi di consultazione: