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STRUTTURE DEFORMABILI TORSIONALMENTE : COSA CAMBIA CON LE


NTC 2018

Posted on 5 Giugno 2018 by Biagio Pisano

La progettazione con le NTC


2018 risulta condizionata dalla
modifica del criterio per stabilire
se la struttura è deformabile
torsionalmente. Questa
condizione viene controllata
mediante il rapporto r2 / Ls2, il cui
valore limite rispetto alle NTC 2008 anziché essere pari a 0.8 deve essere
pari almeno ad 1.0 (§7.4.3.1) per evitare che il comportamento sia
deformabile torsionalmente. Con questa modifica diverse strutture che non
risultavano deformabili torsionalmente potrebbero risultare classificate con
questo tipo di comportamento.

Il comportamento strutturale di tipo “deformabile torsionalmente” impatta in


maniera rilevante sul valore del fattore di comportamento che passa da valori
medi pari a circa 3.0 a valori nell’intorno di 1.5, in funzione del parametro α0
legato alla snellezza delle pareti duttili. Il parametro r (raggio torsionale delle
rigidezze) si calcola mediante la seguente formula:

Il parametro Ls è il raggio giratore delle masse (rapporto tra inerzia polare


delle masse e massa totale) e può essere calcolato secondo due diversi
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approcci: con una distribuzione “discretizzata” delle masse secondo le
indicazioni riportate nell’Eurocodice 8, o mediante una distribuzione “continua”
delle masse. Il primo approccio è più nell’ottica degli elementi finiti, in quanto
per forme strutturali generiche è possibile definire la massa concentrata nei nodi
del modello di calcolo. La formula descritta nell’EC8 è la seguente:

Il secondo approccio è il più complicato in quanto data la generalità delle


strutture l’integrazione della massa è un operazione spesso più difficile. La
formula di Ls riportata nelle NTC vale per impalcati a pianta rettangolare, per le
quali è possibile calcolare Ls dalle dimensioni L e B della pianta, nell’ipotesi di
distribuzione uniforme della massa (centro di massa coincidente con il centro
dell’ingombro):

Il metodo di classificazione delle strutture deformabili torsionalmente riportato


nelle norme è pensato principalmente per conformazioni di edifici a piani ed
impalcati essenzialmente con un comportamento rigido nel piano e massa
uniforme. Un metodo più generico per classificare la struttura utilizza i modi di
vibrare calcolati mediante una analisi dinamica modale. Questo metodo mette a
confronto la frequenza di vibrazione del modo torsionale disaccoppiato (ωrot)
con le frequenze dei modi traslazionali puri (ω) . Se il rapporto Ω è maggiore di 1
la risposta è principalmente traslazionale, se è minore di 1 la risposta è
dominata da un comportamento torsionale:

Per controllare Il tipo di comportamento è fondamentale la distribuzione degli


elementi strutturali primari verticali. Nell’esempio che riportiamo la struttura
da un primo controllo (“ad occhio”) sembra avere comportamento
prevalentemente traslazionale. A conti fatti, però, applicando le limitazioni delle
NTC 2018 per r2 / Ls2 ci ritroviamo valori inferiori all’unità.

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Figura 1 : Esempio di struttura deformabile torsionalmente

Come possiamo notare dalla Figura 1 i baricentri risultano evidentemente


spostati verso il lato rigido della costruzione causando possibili torsioni della
struttura attorno all’asse verticale. In questo caso la soluzione è risultata
semplice: basta ruotare i due pilastri sulla parte destra dell’edificio in modo
da avere maggiore rigidezza lungo la direzione Y (vedi Figura 2). Così facendo
otterremo un comportamento molto diverso (r2 / Ls2 maggiore di 1 a tutti i livelli).
Come è noto la regolarizzazione dell’ellisse delle rigidezze e l’avvicinamento dei
baricentro al centro di ingombro della pianta sono obiettivi da perseguire che
portano sicuramente effetti positivi.

Figura 2 : Ottimizzazione delle distribuzione delle rigidezze

Per questo esempio applicando la regola delle frequenze dei modi di vibrare
principali si ottiene un risultato contrastante: già la struttura originale non
presenterebbe il comportamento deformabile torsionalmente. Analizzando i
modi di vibrare si ottengono i seguenti risultati:

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Figura 3 : Modo di vibrare fondamentale in direzione X

Figura 4 : Modo di vibrare fondamentale in direzione Y

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Figura 5 : Modo di vibrare torsionale predominante

Il valore minimo del coefficiente Ω è quello in direzione X, caratterizzata da una


frequenza più alta del modo fondamentale:

Ωx = 1.202 / 1.070 = 1.124 > 1 (comportamento traslazionale)

Ωy = 1.202 / 0.890 = 1.350 > 1 (comportamento traslazionale)

La particolarità di questa struttura è però dovuta al fatto che l’elevata


eccentricità in direzione X fa si che non ci sia un modo puramente traslazionale
in direzione Y, in quanto per il modo Y e per quello torsionale (Rot Z) i fattori di
partecipazione delle masse Gy e GrotZ presentano valori comparabili:

Figura 6 : Riepilogo dei modi di vibrare

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La discriminante numerica in questo caso può far si che in realtà la definizione
dei modi venga invertita: la scelta del modo traslazionale lungo Y è stata fatta su
piccole differenze di fattore di partecipazione (39.23 contro 36.28 e 38.44 contro
40.85). Questi aspetti, in questo caso, fanno sì che, nonostante i valori numerici,
la struttura potrebbe presentare un comportamento “deformabile
torsionalmente”.

Alla luce dell’esempio fatto abbiamo potuto evidenziare i limiti di entrambi i


metodi. Il calcolo del rapporto r2 / Ls2 da buoni risultati per edifici multipiano
ad impalcato rigido. I limiti di applicabilità sono legati al fatto che il metodo si
applica alla struttura scomposta nei vari livelli. Il calcolo del rapporto Ω invece è
tanto più affidabile tanto più i modi traslazionali sono disaccoppiati e “lontani” da
quello rotazionale. Viste le incertezze, in ogni caso sarebbe opportuno
progettare con valori dei rapporti abbastanza maggiori di 1.

In definitiva abbiamo visto che la classificazione del comportamento di una


struttura deformabile torsionalmente è un aspetto che difficilmente può essere
“inscatolato” in formule da applicare. Come tanti altri aspetti dell’Ingegneria
strutturale l’apporto della conoscenza è fondamentale ancor più delle norme.

Bibliografia:
Norme tecniche per le Costruzioni – NTC 2018
Torsional effects and regularity conditions in RC buildings – E. Cosenza, G.
Manfredi, R. Realfonzo

Software utilizzato:
FaTA-e – Stacec

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strutturale and tagged antisismica, NTC 2018, periodo fondamentale di vibrazione, struttue
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2 thoughts on “Strutture deformabili torsionalmente : cosa


cambia con le NTC 2018”

minis says: Privacy - Termini


5 Novembre 2019 at 21:29

Volevo chiedere come mai è stata inserita la notazione omega = wrot/w


dove wtor è il periodo del modo rotazionale disaccoppiato. Nella
Circolare alle NTC18 l’espressione è omega = T/Trot, ossia l’inverso di
quella scritta, quindi nello specifico anche con questo metodo la struttura
(come per il primo caso verifica da NTC18) risulterebbe deformabile
torsionalmente.
Si fa forse riferimento a qualche altra normativa?

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Biagio Pisano says:


6 Novembre 2019 at 17:21

La relazione è analoga in quanto T=2pigreco/w, quindi


periodo e frequenza sono in rapporto inverso.

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