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Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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Università Telematica Pegaso La sindrome di Down: eziologia
1 Le basi biologiche
La sindrome di Down trae il proprio nome dal medico inglese John Langdon Down (1838-
1896) che nel 1866 descrisse dettagliatamente il quadro clinico nel suo volume Mongolian type of
idiocy1. La causa di tale patologia è stata poi identificata nel 1959 da Jérome Lejeune come
sindrome una derivante dalla presenza di un cromosoma in più nella coppia 21, che innalza a 47 il
Per tale motivo la sindrome di Down viene denominata anche come trisomia 21 ed è
La sindrome di Down non è una malattia e non può essere curata: è una caratteristica della
È possibile riscontrare alcuni tratti somatici che caratterizzano da tale patologia. Infatti tali
soggetti presentano un viso alquanto appiattito con zigomi larghi, fessure palpebrali sottili e oblique
verso l’esterno e verso l’alto, naso piccolo e appiattito alla radice, bocca piccola con labbra spesse,
lingua grossa e percorsa da solchi, spesso tenuta protusa fra le labbra, palato ogivale, denti
malpiantati e malformati, gli occhi presentano un taglio allungato tipico delle popolazioni mongole.
La statura è inferiore alla norma per la brevità degli arti, le mani con dita corte, ispessite e con
1
In precedenza alcuni aspetti di tale sindrome erano stati clinicamente descritti da Jean-Étienne Dominique Esquirol nel
1838 e da Edouard Seguin nel 1844.
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gastroenterici.2
«Il 70% delle persone Down soffre di ipoacusìa un disturbo secondario che inficia la
Anche le frequenti patologie respiratorie cui sono esposti i Down condizionano, alterandolo,
il processo della fonazione. A tutto ciò va aggiunto, quale fattore generale, la presenza di una
Il bambino effetto da tale patologia ha, fin dalla nascita, un quadro motorio compromesso
che incluse iptonìa e scarsi riflessi. Le tappe evolutive sono rallentate, ad esempio tali soggetti
raggiungono la posizione eretta a circa 18 mesi e inizia a camminare in modo autonomo solo dopo i
La trisomia libera è la forma più frequente (circa 80% dei casi) e consiste nell’avere in tutte
le cellule dell’organismo tre cromosomi 21 invece di due. Questa condizione è dovuta dalla non
disgiunzione meiotica del cromosoma 21 in uno dei due gameti (90% dei casi durante la meiosi
della cellula uovo materna, 10% durante la meiosi degli spermatozoi paterni) al momento della
fecondazione.
sovrannumerario è stato traslocato o attaccato su di un altro (solitamente il 13, 14, 15, 22) e così lo
2
Cottini L., Ritardo mentale, in Bambini, adulti, anziani e ritardo mentale, a cura di L. Cottini, Vannini Editore,
Brescia 2003.
3
Soraniello P., Linguaggio e sindrome di Down, Franco Angeli, Milano 2012, p. 20.
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47 cromosomi.
Nella trisomia a mosaico non tutte le cellule hanno 47 cromosomi, infatti, durante la mitosi,
può succedere che una cellula si suddivida in maniera scorretta assegnando 47 cromosomi (tre per il
ventunesimo) a una delle nuove cellule e 45 (uno solo per il ventunesimo cromosoma) all’altra. Le
cellule con 45 cromosomi non si sviluppano, quelle con 47 sì. Il bambino con tale genotipo avrà sia
cellule normali che quelle con una struttura tipica della sindrome di Down.4
4
Cottini L., Ritardo mentale, in Bambini, op. cit. p. 26.
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2 Epidemiologia
«La sindrome di Down interessa tutte le etnie, sia maschi che femmine e si manifesta in un
Attualmente, in Italia, si stima che il numero complessivo di persone affette da tale sindrome
sia compreso tra i 30.000 e 40.000 soggetti, la metà dei quali di età adulta.6
La frequenza, costante in tutte le etnie, è elevata nonostante il 78% delle gravidanze con feti
Le prospettive di vita delle persone con sindrome di Down sono migliorate, infatti
un’elevata percentuale supera i 50 anni di età e ciò è dovuto ai progressi in campo medico che
hanno portato ad una diminuzione della mortalità infantile e al trattamento più efficace di malattie
infettive e patologie cardo-vascolari, molto diffuse nella popolazione di soggetti con sindrome di
Down.
verificato che per una donna con età compresa tra i 20 e i 24 anni di età esiste un rischio minore,
cromosoma. L’ecografia può rilevare alcuni segni di probabilità di affezione della sindrome come il
5
Viola D., La disabilità intellettiva: Aspetti clinici, riabilitativi, sociali, Edizioni Ferrari Sinibaldi, Milano 2015.
6
Soraniello P., Linguaggio e sindrome di Down, p. 17.
7
La sindrome può anche avere forma familiare, ovvero essere indipendente dall’età della madre. Infatti il tipo di
mutazione che si chiama traslocazione robertsoniana, 1-5% dei casi, in cui uno dei due genitori in cui un braccio del
cromosoma 21 si fonde a un altro del cromosoma acrocentrico. Cfr. in Viola D., La disabilità intellettiva, op. cit., p. 96.
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femore che, in rapporto alle altre ossa, è molto corto, oppure la cerniera occipitale è più infossata ed
volume di diverse strutture corticali e sottocorticali, riduzione delle strutture cerebrali e della fossa
posteriore, così come della commessura anteriore, più piccola rispetto alla norma».9
Dall’adolescenza in poi è possibile che tale soggetto si riscontrino anche disturbi psichiatrici
quali ansia e depressione e in età adulta è frequente l’insorgere del morbo di Alzheimer, attribuibile
8
Viola D., La disabilità intellettiva, op. cit., p. 105.
9
Ibidem.
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3 Fattori di rischio
La ricerca clinica, a tutt’oggi, non è riuscita a fare chiarezza sul motivo della mancata
L’esposizione dei genitori, in particolar modo della madre, a diversi fattori di rischio
al fumo di tabacco e all’uso di contraccettivi orale, alterazioni metaboliche), non si sono rivelate
significative.
Il principale fattore di rischio risulta essere l’età materna al momento del concepimento.
I seguenti valori sono calcolati in base a quanto pubblicato da Bray nel 1998.10
10
Cfr. Associazione Italiana per la ricerca scientifica e la tutela della persona con Sindrome di Down, in Internet, URL:
http://www.vividown.org/sindrome-di-down/
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41-45 anni 1 su 47
superiore a 45 anni 1 su 12
Anche se la possibilità cresce con l’avanzare dell’età materna, questo non esclude che
nascano bambini con sindrome di Down anche da donne giovani, ma una donna più anziana ha
L’altro fattore di rischio dimostrato è avere avuto un precedente figlio con la sindrome di
Se sono presenti casi in famiglia di persone affette da sindrome di Down, o se l’età della
madre è considerata a rischio, i futuri genitori possono rivolgersi al genetista per un counseling e
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4 Ritardo mentale
cognitivo che diventa sempre più evidente con l’avanzare dell’età cronologica. «Il quoziente
intellettivo è compreso tra 40 e 50, denotando un ritardo di entità medio-grave; vale la pena rilevare
come in passato il quoziente intellettivo fosse ancora più basso, probabilmente a causa di un tardivo
Tutt’oggi resta aperto il dibattito sulla natura del ritardo di acquisizione delle varie tappe
sviluppo con l’ordine e l’organizzazione simili a quelli dei loro pari di età non ritardati;
seppure con maggiori sforzi, in maniera rallentata e senza arrivare al massimo livello;
2. l’idea del semplice ritardo evolutivo dev’essere messa in discussione per evidenziare la
cognitivo.12
immediatamente. Nei primi mesi di vita il ritardo medio è di circa due mesi rispetto a un bambino
normale; gradualmente tale ritardo aumenta e i caratteri normalmente acquisiti intorno ai 2 anni
11
Soraniello P., Linguaggio e sindrome di Down, p. 16.
12
Cottini L., Ritardo mentale, in Bambini, op. cit. p. 2
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La maggiore difficoltà per questi soggetti si riscontra nella gestione di strategie e nei
problema, gestire diverse variabili allo stesso tempo, o esprimersi chiaramente verso gli altri, tutto
ciò rappresenta una seria difficoltà che ne impedisce una vita normale.
In questi bambini è presente una ridotta reattività alle novità e un’emozionalità attenuata,
almeno nelle sue modalità di espressione; allo stesso tempo si presentano molto socievoli,
Il bambino Down, finché resta un bambino simpatico e socievole, può essere accolto
nell’immaginario collettivo in modo relativamente non traumatico. La crescita attiva paure nuove e
da qui sorge il tentativo di fermare il tempo, che vede talvolta coalizzati famiglia, scuola, coetanei.
Per quanto riguarda il rischio psichiatrico, nelle forme più gravi sembrano prevalere
stereotipie; più rara è la comparsa di manifestazioni psicotiche nel corso dello sviluppo
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Bibliografia
Cottini L., Ritardo mentale, in Bambini, adulti, anziani e ritardo mentale, a cura di L.
Viola D., La disabilità intellettiva: Aspetti clinici, riabilitativi, sociali, Edizioni Ferrari
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Sitografia
Associazione Italiana per la ricerca scientifica e la tutela della persona con Sindrome di
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