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“L’AUTISMO: TRATTAMENTI E

APPROCCI”

PROF.SSA GENEROSA MANZO


Università Telematica Pegaso L’autismo: trattamenti e approcci

Indice

1 RISORSE E TRATTAMENTI ---------------------------------------------------------------------------------------------- 3


1.1. IL TRATTAMENTO FARMACOLOGICO --------------------------------------------------------------------------------------- 4
1.2. IL TRATTAMENTO DIETETICO ------------------------------------------------------------------------------------------------ 4
1.3. IL TRATTAMENTO PSICODINAMICO ----------------------------------------------------------------------------------------- 5
1.4. IL TRATTAMENTO EDUCATIVO----------------------------------------------------------------------------------------------- 6
1.5. IL TRATTAMENTO GENERALISTA O ECOLOGICO PLURALE --------------------------------------------------------------- 6
2 GLI APPROCCI E LE STRATEGIE -------------------------------------------------------------------------------------- 8
2.1. GLI APPROCCI ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 8
2.2. LE STRATEGIE ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 9
3 I TRATTAMENTI EDUCATIVI ------------------------------------------------------------------------------------------ 10
3.1. GLI APPROCCI IN AMBITO EDUCATIVO ------------------------------------------------------------------------------------11
3.2. APPROFONDIMENTO: STANLEY GREENSPAN ED IL METODO FLOOR TIME ------------------------------------------13
3.3. LE STRATEGIE IN AMBITO EDUCATIVO ------------------------------------------------------------------------------------16
BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 18

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)

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1 Risorse e trattamenti

Non essendoci cure, molti possono essere gli approcci per il trattamento. La scelta
dell’approccio deve esser messa a punto senza l’intervento di pregiudizi personali, ma sulla base di
una scrupolosa valutazione di tre specifiche condizioni che regolano il trattamento del soggetto con
autismo; si tratta infatti, di tre soggettualità che rappresentano le risorse primarie del setting di
trattamento:

1. Lo stato soggettuale di ciascun caso: stato funzionale, età, gravità, disponibilità, cooperazione
ecc;
2. Le competenze soggettuali di terapisti ed educatori: esperienze, tecnologie; risorse,
orientamenti teorici;
3. Le caratteristiche soggettuali della situazione ambientale, familiare, scolastica e riabilitativa:
tempi e spazi, organizzazione dei servizi, risorse , sussidi e le aspettative dei genitori.

Circa l’autismo vi è la presenza di un orizzonte differenziato di approcci al trattamento più o


meno connessi all’ambito di provenienza o agli orientamenti teorici dei responsabili dell’intervento.
Tutte le scelte educative e terapeutiche devono comunque, essere differenziate a seconda degli
specifici problemi manifestati dal soggetto in diagnosi.

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Le principali tipologie di trattamento possono essere di vario genere, ognuna delle quali è
dotato di motivi positivi come di limiti1.

Il trattamento può essere:


 Farmacologico;
 Dietetico;
 Psicodinamico;
 Educativo;
 Generalista o ecologico- plurale.

1.1. Il trattamento farmacologico

L’assegnazione terapica di farmaci, non è adottata come cura della malattia, ma come
strumento per contrastare una serie di sintomi, in generale inerenti le condotte aggressive e altri
sintomi comportamentali. Lo scopo di tale trattamento è quello di controllare le manifestazioni
sintomatiche indesiderabili, ciò può comportare il miglioramento della qualità della vita dei pazienti
e rendere più efficace l’azione terapica o educativa intrapresa.
L’uso di farmaci è in genere presente nelle fasi acute e può avere seguito con trattamenti
prolungati più blandi2.

1.2. Il Trattamento dietetico

È in riferimento ad ipotesi eziologiche connesse a deficit o mancanza di enzimi o altre


sostanze, oppure a intolleranze alimentari, particolari regimi dietetici sono ritenuti di valore
terapico.

1
Crispiani P., Lavorare con l’autismo. Diagnosi e trattamenti., Edizioni Junior, Bergamo 2001.
2
Crispiani P., Pedagogia clinica, Edizioni Junior, Bergamo 2001.

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1.3. Il trattamento psicodinamico

Si fonda sulla concezione psicogena della sindrome autistica e nell’evidente coinvolgimento


delle funzioni psicologiche della personalità, con riflessi alternativi sulle condizioni emotive,
affettive e relazionali.
In tale ambito vigono interventi psicoterapici che hanno esibito esiti piuttosto differenziati3.
In questa direzione possono essere messi a punto degli interventi psicoterapici su temi
particolarmente significativi come:

 La relazione con i genitori;


 La relazione con la madre;
 La relazione con l’Io4.

In alcuni casi l’intervento psicoterapico si confonde con quello educativo come nel caso del
metodo etodinamico A.E.R.C. di M. Zappella.
In questo trattamento è forte il richiamo alla centralità della famiglia e al suo
coinvolgimento nel lavoro terapeutico.
Ciò comporta la presa in carico dei genitori e della loro reattività personale.

Sono trattamenti psicodinamici i seguenti:


 Il metodo eto-dinamico di N. ed E. Timbergen;
 La psicoanalisi e la terapia delle psicosi infantili;
 La terapia familiare sistemica;
 La Therapie d’ Echange and Developpement (TED).

3
Babini V., La questione dei frenastenici, Angeli, Milano 1996.
4
Crispiani P., op.cit., p.4

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1.4. Il trattamento educativo

Gli interventi educativi sono alcuni molto prossimi alla psicoterapia e agli altri interventi si
associano utilmente ai trattamenti psicologici, farmacologici o dietetici.

Sono trattamenti educativi i seguenti:


 Il sistema TEACCH;
 Il Sistema A.E.R.C. di M. Zappella;
 Il sistema Portage;
 Il metodo neuro-motorio-sensoriale di C.H. Delacato;
 L’intervento comportamentale di Lovas;
 L’approccio sulla comunicazione;
 La terapia logopedica;
 Il Traning Uditivo di G. Bérard e di A. Tomatis;
 La musicoterapia;
 L’Animal Assisted Therapy (ippoterapia);
 Il Floor-time di Greenspan;
 La Comunicazione Aumentativa e Alternativa di J. Cafiero;
 La comunicazione facilitata;
 La terapia della vita quotidiana di Higashi;
 L’approccio mentalista5.

1.5. Il trattamento generalista o ecologico plurale

Con esso ci si riferisce ad un trattamento di presa in carico globale, che si protrae sui casi in
trattamento con una pluralità di modalità e risorse.

5
Crispiani P., op.cit., p.4

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Esso si oriente in generale:

 all’intera persona e a tutte le sue aree di funzioni (ecologia di primo livello);


 al suo contesto di vita , quindi alla scuola, alla famiglia e ad altri ambienti (ecologia di
secondo livello);
 ad una serie di approcci e strategie .
Si possono definire trattamenti generalisti il TEACCH e l’ A.E.R.C.

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2 Gli approcci e le strategie

2.1. Gli approcci

In ogni ambito, ma soprattutto in ambito pedagogico e psicologico il tipo di trattamento si


precisa con una ulteriore opzione procedurale che viene definita approccio e che inerisce la
dimensione di lavoro che si intende assumere.

Possono essere riscontrati in tal contesto tre tipi di approccio:


1. Approccio sul deficit;
2. Approccio sui requisiti;
3. Approccio ecologico.

Approccio sul deficit sulle specifiche e isolate funzioni disturbate, ovvero sulle disabilità
primarie.
Approccio sui requisiti, quindi sulla più ampia curvatura delle componenti, delle condizioni
requisiziali, organiche o funzionali che sono all’origine dell’abilità disturbate.
Approccio ecologico, sull’interezza della persona e delle sue dimensioni nonché del contesto
vitale che la clinica neuropsichiatria odierna tende a definire come presa in carico globale.

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Gli approcci di intervento speciale sono le scelte di fondo, teoricamente consapevoli, che il
singolo terapeuta o educatore o la comunità terapeutica ed educativa complessivamente adottano e
che possono distinguersi in almeno tre orientamenti6.

2.2. Le strategie

Le strategie sono le modalità dell’azione educativa. Si dicono strategie di intervento speciale


le modalità di azione educativa, terapica o didattica condotte in riferimento ad orientamenti teorici
in materia di apprendimento e sviluppo mentale, di educazione e didattica, tra i quali taluni paiono
maggiormente consolidati dalla ricerca e dalla tradizione.

Tra le strategie speciali vi sono:


 Le strategie comportamentiste o comportamentali nella varianza delle loro manifestazioni e
tecnologie.
 Le strategie cognitiviste, erette sulle fondazioni del cognitivismo psicologico ed
epistemologico fino alle odierne affermazioni in ambito neuropsicologico e delle scienze
cognitive con particolare rilievo della meta cognizione.
 Le strategie psicodinamiche che privilegiano il lavoro sulle dimensioni emotivo-affettive,
sulla comunicazione e la relazionalità, secondo una pluralità
 di assetti teorici e di esperienze , di tipo psicoanalitico, umanistico, transazionale, relazionale
ecc.
 Strategie ecologiche-plurali, connotate per la prospettiva ecologica a tutto tondo,
dell’intervento sull’interezza della persona, su tutti gli ambiti requisiziali, ovvero
sull’integrata personalità umana, e con il ricorso ad una pluralità di stili didattici o terapici,
in relazione al contesto, alle risorse, alle tipologie di casi, alle opzioni degli operatori7.

6
Crispiani P., op.cit., p.4
7
Crispiani P., op.cit., p.4

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3 I trattamenti educativi

L’approccio educativo al trattamento delle sindromi autistiche è oggi la tendenza più


recente.
Pur essendo spesso corredato da interventi di tipo psicoterapico e neuro-riabilitativo e
farmacologico, l’intervento educativo assume prospettive e modalità centrate su una pluralità di
forme di aiuto allo sviluppo, fa propria la situazione della relazione di aiuto e tende a sollecitare
processi evolutivi inerenti la totalità bio-psico-operativa del soggetto, pertanto secondo un
approccio ecologico.
Dall’esperienza e dalla chiarificazione concettuale della pedagogia clinica distinguiamo, due
livelli dell’azione educativa:
 Educazione diretta: ovvero portata miratamente sui casi in direzione del potenziamento delle
funzioni umane, motorie, percettive, emotive, affettive, intellettive, linguistiche e sociali.
 Educazione indiretta: portata miratamente sull’ambiente fisico e umano, in forma sia
preventiva che di gestione dei contesti allo scopo di predisporre l’ambiente fisico,
l’adattamento all’ambiente, alle persone, ai materiali, alle attività.
Complessivamente i trattamenti di tipo educativo attivano forme di training elevatamente
strutturate e intensive, portate a favore della singolarità dei casi, quindi clinicamente diagnosticati e
assunti in carico educativo8.

8
Crispiani P., op.cit., p.4

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3.1. Gli approcci in ambito educativo

Essi tendono primariamente al lavoro sul deficit sulle specifiche isolate funzioni disturbate,
ovvero sulle disabilità primarie:

 L’approccio comportamentale sull’apprendimento;


 L’intervento comportamentale precoce di Lovas;
 L’approccio sulla comunicazione;
 La Comunicazione Aumentativa e Alternativa di J.Cafiero;
 La terapia psicomotoria;
 La terapia logopedica;
 Il Training uditivo di G.Bérard e di A. Tomatis;
 La musicoterapia;
 La comunicazione facilitata;
 L’approccio mentalista.

Immagine 1. Musicoterapia

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Immagine 2. La terapia logopedica

Immagine 3. La terapia psicomotoria

Immagine 4. Il Training uditivo di G.Bérard e di A. Tomatis

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Tendono al lavoro sui requisiti i seguenti:

 Il metodo neuro-motorio- sensoriale di C.H. Delacato;


 L’Animal Assisted THerapy,
 Il Floor-time di Greenspan.

Immagine 4. L’Animal Assisted THerapy

3.2. Approfondimento: Stanley Greenspan ed il Metodo Floor time

Stanley Greenspan è psichiatra e psicoanalista infantile. Il suo approccio è frutto di una lunga
esperienza di lavoro con bambini piccoli e con le loro famiglie. Una delle sue più importanti
pubblicazioni è: “The Child with Special Needs”, un manuale che, procura ai genitori indicazioni
pratiche per aiutare a crescere ed educare gli infanti in modo diretto e sereno, attraverso
l'interazione diretta ed il gioco.
Floor - time, letteralmente "tempo passato a terra, sul pavimento", significa trascorrere 20-30
minuti per terra con il proprio bambino a giocare ed interagire con lui. Il gioco è il nodo centrale

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dell'approccio di Greenspan, ma la base sottostante da cui il gioco trae utilità per governare e
favorire lo sviluppo del bambino è rappresentata dalle relazioni umane, di cui si nutre il cervello e la
mente umana e senza le quali non si possono creare, secondo Greenspan, il senso di sé, l'autostima,
l'iniziativa e la creatività, e le funzioni superiori quali la logica, la capacità di giudizio, il
pensiero astratto.
Ciò che differenzia, dunque, tale approccio da altri punti di vista tradizionali su cognizione e
apprendimento è il ruolo della lezione emotiva: essa precede quella cognitiva, e ne è anzi la base,
per impegnare la crescita intellettiva ed emotiva del bambino disabile e normodotato. La crescita
sarà influenzata principalmente da tre fattori:
 Il primo è rappresentato dal potenziale neurologico di cui il bambino è dotato e dai limiti di
natura biologica che impediscono il suo funzionamento.
 Il secondo è il modo di interagire del bambino con genitori, insegnanti, operatori o altre figure
di riferimento.
 Il terzo è rappresentato dal tipo di famiglia, dalla cultura sottostante e dall'ambiente in cui
vive, con le aspettative e la capacità di elaborazione ed gradimento che ne derivano.

Fondamentale in questo approccio è il lavoro dei genitori con il bambino, equivalente a quello dei
terapisti ed insegnanti, ed il lavoro dei genitori su loro stessi, sui loro modi di interazione, di gioco e
di risposta emotiva alle richieste ed ai bisogni del bambino in crescita. Il genitore diventa dunque un
compagno di giochi ed una guida che introduce il bambino nel cammino evolutivo. Il Floor - time è,
dunque, un approccio evolutivo, poiché metodo sistematico per aiutare il bambino problematico ad
acquisire e padroneggiare le diverse tappe dello sviluppo e le relative abilità.
Greenspan individua sei tappe e abilità nella crescita mentale del bambino, fondamentali per ogni
tipo di apprendimento e sviluppo intellettivo, e per l’opportunità di interagire col mondo.
La prima abilità che il bambino deve imparare ad usare è la capacità di stare calmo ed essere aperto
ed interessato agli stimoli provenienti dall'esterno; in seguito dovrà imparare ad interagire e stare
bene con gli altri, soprattutto con i genitori e le altre figure di riferimento, condividendo con essi
confidenza e tranquillità. La terza tappa è l'abilità di creare reciproci scambi comunicativi, ovvero
aprire e chiudere i cosiddetti "cerchi di comunicazione", a partire dal dare risposta al sorriso della
mamma, per arrivare a offrire una risposta gestuale o verbale ad una proposta che viene dall'altro,
cercandone di capire la sua volontà comunicativa. Questo potrebbe sembrare il punto di arrivo per
molti bambini con autismo ed il punto di partenza per lo sviluppo emotivo ed intellettivo, ma non

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bisogna dimenticare né le tappe precedenti né gli obiettivi successivi. Da qui infatti il bambino
procede verso l'acquisizione della capacità di creare gesti complessi, di mettere in sequenza una
serie di azioni in una sequenza programmata di ragionamento logico, la capacità di generare nuove
idee e, infine, l'abilità di creare un collegamento tra esse, rendendole reali e logiche; ciò che
significa poter esprimere idee e sentimenti tramite il gioco o il linguaggio e poterle mettere insieme
secondo un pensiero logico ed originale. Il metodo su cui si basa questo tipo di approccio è, come si
diceva, basato sul gioco diretto ed interattivo con il bambino, fatto dai terapisti ma, soprattutto, dai
genitori. Il tipo di gioco si ispira a pochi principi molto chiari, non sempre semplici da seguire; il
più importante è cercare di seguire sempre la guida e l'iniziativa del bambino e giocare con qualsiasi
cosa che attiri la sua attenzione, fosse anche soltanto guardare fuori dalla finestra, ma in modo tale
da favorire un'interazione. Seguire gli interessi del bambino non significa, tuttavia, farsi trasportare
in modo passivo dal suo gioco o dal suo rifiuto di giocare con l'altro, ma significa costruire su
quello che il bambino fa e obbligarlo ad aprire e chiudere sempre più cerchi di comunicazione. Il
lavoro viene portato avanti in modo intensivo da terapisti e genitori, ma sono soprattutto questi
ultimi che devono impegnarsi a ritagliare, nelle circa 12 ore che in genere un bambino ha di veglia,
6 o 10 sessioni di Floor-time di 20-30 minuti ogni giorno. È inoltre da notare che questo approccio,
che all'inizio sembra entrare prepotentemente nella routine quotidiana e sconvolgerla, diventa poi
spesso una filosofia di vita ed un approccio generale alla risoluzione di comportamenti problematici
o problemi nell'acquisizione di nuove nozioni ed abilità. Quando vengono introdotte ed intensificate
interazioni affettive spontanee basate su scambi molto rilevanti, gestuali o verbali, i comportamenti
di rifiuto o di perseverazione diminuiscono ed aumenta la capacità di relazione.

Tratto da: Edurete.org. L’autismo di Lucia Gugliemetti

Tendono all’approccio ecologico i seguenti approcci

 L’approccio TEACCH;
 L’approccio A.E.R.C;
 Approccio Portage.

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3.3. Le strategie in ambito educativo

Non meno rilevanti sono poi le scelte procedurali, di tipo latamente educativo o
didattico/insegnativo, quindi a carico della tecnologia educativa, che trovano evidenti ragioni nelle
competenze teoriche degli educatori nelle proprie convinzioni, ovvero negli orientamenti che il
gruppo specialistico ritiene di osservare.
Si tratta quindi di strategie che riflettono matrici teoriche, inerenti l’apprendimento e i
processi cognitivi, lo sviluppo della personalità e lo sviluppo mentale, le dinamiche emotivo-
affettive.

In ambito del trattamento educativo sono più rilevanti le seguenti:

1. Le strategie di comportamento o comportamentali, nella varianza delle loro manifestazioni e


tecnologie, cui si ispirano il sistema Portage, il TEACCH di Shopler, l’Intervento
Comportamentale Precoce di Lovas;

2. Le strategie cognitiviste erette sulle fondazioni del cognitivismo psicologico ed


epistemologico, fino alle odierne affermazioni in ambito neuropsicologico e delle scienze
cognitive cui si ispirano con particolare rilievo alla meta cognizione e all’approccio
mentalista;

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3. Le strategie ecologico-plurali, connotate per la prospettiva ecologica a tutto tondo,


dell’intervento sull’interezza della persona, su tutti gli ambiti requisiziali, ovvero
sull’integrata personalità umana e con il ricorso ad una pluralità di stili didattici o terapici, in
relazione al contesto, alle risorse, alle tipologie di casi alle opzioni degli operatori ecc.
ispirati ad una tecnologia plurale sono il metodo neuro-motorio-sensoriale di Delacato, il
TEACCH di Peeters, l’A.E.R.C di Zappella, la Comunicazione facilitata, la Comunicazione
Aumentativa e Alternativa di J. Cafiero.

Anche in questo caso naturalmente , il comportamento dell’educatore specialista può


assumere come modello i tipi strategici teorizzati disponibili, oppure farne un uso adattato e
contestualizzato, una personalizzazione elevatamente consapevole, secondo la logica dello stile
educativo ecologico plurale.

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Bibliografia

 Babini V., La questione dei frenastenici, Angeli, Milano 1996


 Crispiani P., Lavorare con l’autismo. Diagnosi e trattamenti, Edizioni Junior, Bergamo
2001
 Crispiani P., Pedagogia clinica, Edizioni Junior, Bergamo 20

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