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LATINO 28/04/20

Libro VI: episodio della resurrezione del soldato e profezia sulla distruzione di Roma. La parte più
importante è nella parte finale: rovina di Roma, morte di Pompeo e distruzione della genia. Profezia i netta
antitesi c0n la profezia virgiliana. Opposizione tra le anime felici che piangono, le anime di sovversori e
cospiratori dannati che gioiscono nel pregustare la fine di Roma e per i morti che giungeranno. Gli inferi
attendono con impazienza i morituri nella battaglia di Farsalo. I versi finali poi sono originali, ma anche
particolari perché il soldato predice a Pompeo e alla sua casa un futuro felice dopo la morte: richiama
l’idea di un luogo tranquillo e placidus dove troveranno posto i Pompei dopo la morte: servare lcoum>
teologia politica ciceroniana: idea del locus placidus e amato dove prenderà posto dopo la morte chi ha ben
meritato verso lo stato.

V807: properate mori: affrettatevi a morire. C’è poi la descrizione (anche se è incerto) del luogo dove
riposeranno i Pompei (morti: Pompeo in Egitto e i figli in Europa, morte di Cneo Pompeo a Munda in
spagna, e l’Asia, morte di Sesto Pompeo nella battaglia di Mileto) > Lucano dice che la battaglia per i
comandanti ha come destino la morte, tutti moriranno, sia Pompeo ma anche Cesare: la ricompensa della
guerra civile è la morte, anche se Lucano si chiede dove verranno sepolti.
La fortuna ha già assegnato i luoghi di morte ai Pompei, anche se ora non li sappiamo (pur citando la Libia,
l’Europa e l’Asia in riferimento alla morte dei tre Pompei). La profezia del soldati si conclude dicendo che
Farsalo è un luogo sicuro perché nessuno dei pompe ci morirà.
Conclusa la profezia i soldato chiede la sua ricompensa, ovvero la morte, che arriverà come atto finale di
consacrazione per lui e il suo valore. Per arrivare alla seconda morte, quella definitiva, bisogna ricorrere ai
riti magici e alle erbe. I destini non posso o riprendesi l’anima una volta che il diritto del destino è stato
“consumo”, esercitato. Il destino ha fatto si che le formule magiche della maga Eritto avessero un potere
maggiore e si è sottomesso alla sua arte magica: diritto soprumano e quindi ora il destino non può
riprendere l’anima, ma serve un nuovo intervento della maga Eritto.
La chiusura dell’intera scena (oscurità della notte che prende il posto della luce del giorno) è la degna
lugubre ed orrida conclusione di questa scena di negromanzia e distruzione.

È un libro centrale nell’economia lucane: il libo per eccellenza del rovesciamento e della distruzione dei
comandanti (oltre alla morte del casato di Pompeo si allude infatti anche alla morte di cesare). Con la morte
di Pompeo finisce la repubblica come viene descritto e finisce il potere di Roma perché il potere è nelle
mani di chi lo esercita con ferocia (nonostante ci sia qualche tipo di ammirazione da parte di Lucano per il
carisma di Cesare). Questo libro doveva essere il fulcro della struttura iniziale di 12 libri e lo spartiacque: la
profezia del soldato avrebbe preluso agli ultimi 6 libri che dovevano essere la parte destinata alla
descrizione della fine di Pompeo, le gesta di catone l’Uticense e forse doveva comprende anche le imprese
e le vicende di cesare post Farsalo per arrivar fino alla morte di cesare (anche se sono tutte ipotesi).

LIBRO VII

Si apre con due momenti significativi: l’ennesimo sogno/visione di Pompeo che ha prima della battaglia e il
secondo è l’arrivo di un personaggio controverso e inatteso: Cicerone, che giunge ed è presente a Farsalo
ed incita Pompeo alla guerra. La presenza di Cicerone è fittizia perché sappiamo che non fu mai a Farsalo: è
un’assoluta invenzione lucanea.

V2: luctificus: apportattore3 di lutto (<dalla lotta): il sole qui si rifiuta di sorgere sulla piana di Farsalo. La
consapevolezza che il giorno vedrà lo scontro finale della guerra civile impedisce al sole di sorgere> rifiuto
della luce e presenza delle tenebre che prelude al disastro > Lucano si concentra sulla scena lugubre ed
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orrida e quindi qui rifiuto della luce ( antitetico rispetto al po9ema epico dove la luce è sempre presenta per
evidenziare ed esaltare le virtù eroiche dell’eroe: la luce in epica fa sempre da contorno) MA qui non può
esserci luce perché viene “esaltata” la distruzione dell’ecumene e quindi non può non esserci che la
tenebra. Il sole non vuole più splendere e preferisce che venga meno la sua prerogativa pur di non
assistere alla sconfitta di Farsalo che porterà alla distruzione delle cumene: non vuole risplendere puro e
luminoso nel mondo tessalico > si RIFIUTA di sorgere.

Questa è l’atmosfera necessaria per il nuovo sogno9 di Pompeo (simil terzo libro quando appare il fantasma
di Giulia > Pompeo ha sogni di paura e di timore che riflettono il suo atteggiamento di timore e di incapacità
di prendere una ferma decisione in contrapposizione alla fermezza e alla ferocia di Cesare > due immagini
tradizionali della rappresentazione di questi due personaggi nella tradizione successiva, nella storiografia). Il
sogno di Pompeo è premonitore della parte finale della sua vita.

V7: la notte continuò ad ingannare Pompeo con una falsa visone, con una immagine falsa che continua ad
agitare il sonno di Pompeo. Gli sembrò di vedere il popolo di Roma, la folla di Roma nel suo teatro (Pompeo
era famoso per l’inaugurazione del primo teatro pubblico) che lo acclama e mantiene viva la sua fame, di
cui ormai è privo.
Olim: netta opposizione del passato glorioso con il presenta caratterizzato dall’incapacità di Pompeo nel
combattere con il nemico.
Il sogno di Pompeo ha due immagini importanti: il favor del popolo che gioisce e lo acclama (favor legato
però al teatro, come luogo di divertimento, non è per motivi politici, non è legato all’ideologia politica,
teatro come luogo di incontro e di socializzazione); immagine del senato che favorisce Pompeo e lì davanti
ai senatori appare con eques, ovvero massimo rango: Pompeo è rappresentante di una classe sociale.
MA questa immagine poi si modifica: sia che la mente abbia fatto questo sogno perché nel’angoscia tende a
tornare a tempi lieti, sia perché il riposo porti a vaticinare ciò che è contrario a quanto appare e porta con
se il presagio di un grande dolore, sia che, impedito nel rivedere le sedi della patria, così almeno la fortuna
ti ha mostrato Roma (una sorta di ultimo regalo della fortuna). Questa triplice disgiuntiva (seu…seu…seu)
pone l’attenzione su:
1 ansia di Pompeo (visione di un tempo felice dovuta alla paura presente)
2 presagio contrario alla realtà che prelude ad un dolore immenso
3 ultimo dono della fortuna
Si conclude con la richiesta alla sentinelle di non interrompere il sonno, di non spezzarlo, perché il giorno
dopo porterà un bel sogno alla realtà crudele: davanti a Pompeo di manifesteranno le acies funestae e da
ogni parte ci sarà la guerra: non spezzare il sonno perché il giorno dopo la realtà sarà manifesta.

V28-44: riflessione di Lucano sugli eventi della guerra civile; poeta che interviene per mostrare la propria
compartecipazione. Anche qui si fa riferimento al teatro, come una sorta di ringkomposizione e afferma che
la morte di pompe sarà lungamente pianta. Assimilazione evidente tra la patria e Pompeo: si pone l’accento
sul’amore della patria che Pompeo ebbe nei confronti di Roma: un amore reciproco e per questo Roma è
Pompeo e Pompeo Roma. Ma Roma non poté pensare che fu il destino ad assegnare a Pompeo una tale
fine, un tale scelus: il destino si prende gioco di Pompeo e quindi di Roma, ma lo scelus non è la morte o la
sconfitta di Pompeo, ma il fatto che Pompeo, morendo in Egitto, fu privato della massima conclusione per la
sua persona: sepoltura degna nella città per la quale aveva donato la vita. Viene privato del tumolo e della
sepoltura a Roma: gioco perverso del destino che priva Pompeo di una degna sepoltura nella città tanto
amata. Lucano anche qui insite sull’assenza di memoria: Pompeo è exul.

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Pompeo verrà pianto da molti e per quanto abbiano paura di Cesare come vincitore e del suo annuncio
della morte di Pompeo, piangeranno, mentre portano incenso e corone di alloro a Giove. Ma il pianto sarà
assente perché Pompeo non tornerà e non verrà sepolto a Roma. Infelici i cittadini di Roma perché non
hanno avuto possibilità di piangerti tutti insieme in un teatro pieno: è il teatro il luogo della scena del
sogno, nuovo richiamo a conclusine della ringkompistion: quello stesso teatro i cui Pompeo era stato
esaltato ed acclamato è ora il luogo del pianto > passo particolarmente raffinato e strutturato.

Pur nella valutazione non sempre positiva di Pompeo, quello che emerge in questo inizio è un Pompeo che
ha dedicato la vita alla patria per amore verso di essa.

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