La Corona di Durin

Scenario generico per Giochi di Ruolo nella Terra di Mezzo

 Il Nano sopravvissuto …………………… pag. 33
Indice Il Nano sopravvissuto ……………………
Dopo la battaglia ………………………….
pag. 34
pag. 34
Il Tesoro di Durin ………………………… pag. 36
Introduzione Epilogo ……………………………………. pag. 36
Premessa …………………………………... pag. 1
Cosa significa ‘generico’ ? ……………...... pag. 2 Conclusioni …………………………….. pag. 36
Come usare questo modulo ……………... pag. 2
Appendici
Le Miniere di Moria Obiettivi dello scenario ………………….. pag. 36
I Nomi ……………………………………... pag. 3 Mappa ……………………………………... pag. 38
La storia ........................................................ pag. 3 Note …………………………....................... pag. 39
Cronologia ...............................................… pag. 7
La geografia di Moria ................................. pag. 7

Moria: Orchi e Goblin ………………… pag. 9

Introduzione
Regole Aggiuntive
La Minaccia ……………………………….. pag. 10
Luce ed Oscurità …………………………. pag. 11 Premessa
Era da molto tempo che desideravo scrivere uno
La Corona di Durin scenario che portasse i giocatori ad addentrarsi
Premessa …………………………………... pag. 14 nelle affascinanti e pericolose miniere di Moria,
Contesto storico …………………………... pag. 14 Khazad-dûm, la città dei Nani. L’ostacolo
Breve trama dello scenario ……………… pag. 15 principale all’impresa è sempre stato il trovare
Agganci per i PG …………………………. pag. 17 una motivazione, un pretesto per il quale i PG
potessero abbandonare ogni buonsenso e
Inizio dell’azione precipitare in questo viaggio mistico nelle
Predoni in Eregion ……………………….. pag. 18 fondamenta della terra. Credo tuttavia ci sia un
Gli Elfi ……………………………………... pag. 18 altro motivo: Moria ha sempre esercitato su di me,
La radura ………………………………….. pag. 19 e di certo non solo su di me, un grande fascino, un
La cerca ……………………………………. pag. 20 timore reverenziale; entrare a Khazad-dûm è forse
Le tracce …………………………………… pag. 20
Il piano di Storr …………………………... pag. 21
La situazione al campo ………………….. pag. 21
Le Porte di Durin ………………………… pag. 21
Un viaggio nell’oscurità …………………. pag. 22
Il Salone del Ristoro ……………………… pag. 23
Il prigioniero ……………………………… pag. 24
Il Tredicesimo Salone ……………………. pag. 25 Scenario ideato e scritto da
Geth ………………………………………... pag. 25 Nextor – Ultima Casa
La tomba ………………………………….. pag. 26 www.ultimacasa.altervista.org
Nel cuore della notte …………………….. pag. 27
I Nani ……………………………………… pag. 27
Informazioni dai Nani …………………… pag. 28
Un sospiro di sollievo ……………………. pag. 29
Il Diciottesimo Salone ……………………. pag. 29
Fuga! ………………………………………. pag. 30
Il Ventunesimo Salone …………………... pag. 30
Caccia al tesoro …………………………… pag. 31
Intrappolati! ………………………………. pag. 31
Il Ponte di Durin …………………………. pag. 32
Corni ai Cancelli ………………………….. pag. 32
La Valle dei Rivi Tenebrosi ……………... pag. 33

1
un sacrilegio, ma credo che prima o poi ogni
gruppo nella Terra di Mezzo sia pronto per questo
passo. Aspirante Jules Verne, tenterò ora questo
“Viaggio al centro della terra”, sperando al
contempo di divertirvi ed appassionarvi. Mi sento
solo di raccomandare al Narratore di mettere in
guardia i propri giocatori: una volta oltrepassata
la porta di Nanosterro, ogni cosa non sarà più
come prima; quando ne usciranno saranno
probabilmente mutati, ma senza dubbio più saggi.
Cosa significa ‘generico’ ?
Questo modulo avventura è stato scritto per
essere adattabile a qualsiasi sistema di gioco: sono
perciò esclusi dal testo riferimenti espliciti a
qualsivoglia regolamento.
Il Narratore, prima di poter giocare questo
scenario, deve occuparsi dell’adattamento (ad
esempio con appunti a margine) e delle schede.
Ecco come vengono riportate nel testo, in tal
senso, le indicazioni per il Narratore:
( ) Abilità: Sono esclusi riferimenti a qualsiasi
abilità o capacità che si riferisca ad un preciso
sistema di gioco. Si useranno perciò nomi generici
e classi di difficoltà altrettanto generiche:
Esempio 1: I PG stanno inseguendo a cavallo
dei banditi. Per attaccare con armi da lancio
viene richiesta una prova di Attacco in sella
[difficoltà: media]. Il Narratore deve adattare
ciò al proprio sistema (che preveda un’abilità di
Attacco di sella o semplicemente Cavalcare)
facendo in modo di rispettare, orientativamente,
il grado di difficoltà.
( ) Caratteristiche: Qualora sia necessario fare
riferimento ad una caratteristica del personaggio
si useranno nomi generici:
Esempio 2: Un PG deve spostare dei sacchi
pesanti. Il numero di sacchi che è in grado di
trasportare insieme è proporzionale alla sua
Forza. Il Narratore deve quindi considerare la
caratteristica equivalente del sistema adottato
ed applicare le regole sul carico o quanto altro è
previsto dal regolamento.
( ) Poteri o Incantesimi: Si cercherà di evitare di
usare accenni a poteri, incantesimi, doni o cose del
2
genere. Tuttavia può capitare che venga suggerito
un possibile utilizzo risolutivo di alcune risorse
dei PG:
Esempio 3: Uno stregone servo del Nemico
vuole piegare alla sua volontà un PNG. Nel
testo si troverà scritto che lo stregone in
questione ha utilizzato un potere di Dominio
sulla vittima. Tale potere può essere reso con un
incantesimo, un talento o un dono, a seconda
del sistema. Tutte le questioni annesse
(resistenza, limitazioni, et cetera…) vanno
gestite dal Narratore in fase di preparazione
dello scenario o durante il gioco.
( ) Vari: Qualsiasi effetto o situazione che
richieda di esser gestita via regolamento (e quindi
convertita).
Come usare questo modulo
“La Corona di Durin” è stato ideato soprattutto
per quei Narratori che, per inesperienza o
mancanza di tempo, preferiscono avere una base
su cui partire per creare le proprie avventure.
Come sempre quindi, anche questo racconto è
composto da un insieme di scene chiave (che
compongono i diversi paragrafi) le quali sono
indispensabili da giocare per poter seguire la
storia. Tuttavia il Narratore è libero di alterarle,
scambiarle ed anche eliminarle (solo alcune) per
adattare la vicenda alle proprie esigenze. Il mio
consiglio per utilizzare al meglio questa divisione
in ‘scene’ è quella si sottolineare, marcare o
appuntare a margine ogni elemento, prova,
dettaglio chiave e poi, in seconda lettura,
apportare le proprie modifiche.
La vicenda presentata è piuttosto semplice, ma
per permettere la sua libera collocazione
temporale, viene qui fornita una guida alla storia
(e non solo) di Khazad-dûm ed alle vicende della
Stirpe di Durin. Se quindi il Narratore (come
dovrebbe) ha ben chiaro in mente il periodo
storico nel quale ambientare lo scenario, dovrà
prestare particolare attenzione solo a quanto
riguarda tale periodo (e quelli precedenti).
Sebbene quindi in prima lettura tutta la sezione
“La Storia” possa apparire assai complicata, si
deve tener presente che essa è stata concepita per
permettere di giocare il modulo in qualsiasi
periodo storico della Terza Era (seguente
all’abbandono di Moria, nel 1981 TE).
Questo modulo quindi è stato concepito non
solamente come scenario a sé stante, un’avventura
da giocare e poi dimenticare, ma anche per essere
un utile riferimento per tutti i Narratori che
intendano mettere a frutto nelle proprie
campagne l’indiscutibile fascino che esercita
Moria. Al di là quindi dello scenario proposto,
confido che quanto qui esposto possa essere
utilizzato come appoggio e soprattutto fonte
comunque validi.
Lo scenario inoltre, presenta inevitabilmente
(visto il luogo in cui è ambientato) caratteri più
“epici” o “d’avventura”, e del resto si osserva
questa caratteristica anche ne “La Compagnia
dell’Anello”. Ho cercato tuttavia, in ogni modo, di
non trasformare Khazad-dûm in un
“dungeon”pieno di Orchi e pregherei il Narratore
di non cedere a questa tentazione: in questo
scenario sarà appagata sia la sete d’avventura di
chi ama posti oscuri e minacciosi, combattimenti e
tesori, sia di chi subisce il fascino della Dimora dei
Nani, conosce la Terra di Mezzo ed ama uno stile
più narrativo, d’atmosfera e “d’ambientazione”.
I requisiti per soddisfare tutto ciò ci sono e in gran
quantità; sta al Narratore sfruttarli e valorizzarli.
Le Miniere di Moria
I Nomi
Khazad-dûm per i Nani ("Mansion of the
Dwarves" in Khuzdul). Nanosterro per gli Uomini
("Dwarf-delving" in Ovestron). Hadhodrond per
gli Elfi (equivalente di Khazad-dûm in Sindarin).
Infine Moria ("black chasm" in Sindarin) dopo che
venne abbandonata.
La Storia
Questa è la sezione storica del modulo che
riassume brevemente la storia di Khazad-dûm
dalla Prima Era fino alla Quarta Era. Segue poi
brevissima una cronologia essenziale.
Durin il Senza morte e la Corona di Durin
Khazad-dûm era la più grande tra le dimore dei
Nani nella Terra di Mezzo. Khazad-dûm fu
fondata in tempi remoti da Durin, il maggiore dei
3
Sette Padri dei Nani. Dopo che Durin si fu destato
nel Monte Gundabad, venne a Sud nella Valle dei
Rivi Tenebrosi, dove si trova il Mirolago, che in
Nani chiamano Kheled-zâram. Specchiandosi
sulla superficie d’acqua, Durin vide una
costellazione di sette stelle coronare la propria
testa e decise di porre dimora nella montagna.
Una pietra segna ancora il punto dal quale Durin
si specchiò nel Mirolago. Quella costellazione
(probabilmente corrispondente all’Orsa
Maggiore) fu chiamata “Corona di Durin” ed il
suo riflesso rimase per sempre nelle acque del
Mirolago. La Corona di Durin diventò l'emblema
della sua stirpe.
Durin visse molto a lungo e guidò il suo popolo
per molti anni. Morì al termine della Prima Era e
la sua tomba fu posta nelle ampie aule di Khazad-
dûm su cui aveva regnato così a lungo. Per cinque
generazioni i suoi discendenti presero il suo
nome, alimentando così la leggenda della sua
lunga vita, i Nani erano infatti convinti che ogni
volta che moriva si reincarnasse e lo nominarono
Durin il Senzamorte. I Nani credono infatti che i
Sette Padri tornino a rivivere nei propri
discendenti "e riprendere gli antichi nomi". Col
passare dei secoli nuove aule furono scavate ed il
popolo dei Nani della Stirpe di Durin continuò a
crescere sotto i monti, e Khazad-dûm, che gli
Uomini chiamano Nanosterro (Dwarrodelf),
conosceva un periodo di grande prosperità.
Le aule erano piene di musica e danze, i boccali
colmi di birra ed idromele, e la roccia offriva vene
d’argento e pietre preziose. Ma la ricchezza di
Khazad-dûm non era l’oro o le gemme: solo qui,
in tutta la Terra di Mezzo, si poteva trovare il
Mithril, che i nani chiamano “vero argento”, un
metallo rarissimo e dalle proprietà eccezionali.
I Nani forgiarono armi, cotte di maglia e gioielli di
incredibile fattura, e molti altri oggetti di valore
riempivano i forzieri di Khazad-dûm, e la loro
eccellenza nella forgia divenne famosa tra Uomini
ed Elfi.
L’epoca d’oro di Khazad-dûm
All’inizio della Seconda Era Khazad-dûm conobbe
il suo apice di cultura, ricchezza e splendore.
All’inizio di quest’Era molti dei Nani dei Monti
Azzurri vennero ad abitare a Moria, dopo che
nella la Guerra d’Ira il Beleriand su sommerso e
con esso scomparvero le antiche e meravigliose
città dei Nani di Nogrod e Belegost. I nuovi venuti
portarono nuova linfa e antica maestria, tanto che
l’abilità e la conoscenza dei Nani della Stirpe di
Durin ne uscirono rinvigorite.
Gli Elfi fondarono il reame d’Eregion ad Est delle
Montagne Brumose, fuori dalla porta occidentale
di Khazad-dûm, nell’anno 750 SE. Tra i due
popoli fiorirono commercio e collaborazione, e
ciascuno trasmetteva all’altro quanto del proprio
sapere aveva in cuore di condividere, così che sia
Elfi che Nani ne trassero grande giovamento. In
particolare Narvi, grande in sapienza tra i Nani, e
Celebrimbor, eccellente fabbro degli Elfi,
divennero stretti amici e collaboratori. Insieme
realizzarono le Porte di Durin, le quali
rimanevano in quegli anni felici sempre aperte e
sorvegliate dal popolo di Moria, che gli Elfi
chiamano Hadhodrond in Sindarin.
I Grandi Anelli: le Porte vengono serrate
Ciò che accadde in seguito è ormai noto: attorno
al 1200 SE Sauron l’Ingannatore venne in Eregion
celando la propria malvagità sotto una forma
piacevole e modi gentili. Qui carpì molti dei
segreti degli Elfi di Celebrimbor ma molto altro
essi appresero dall’Oscuro Sire ed intorno al 1500
SE essi cominciarono insieme a forgiare Anelli di
Potere. Tra questi alcuni sono conosciuti come i
Grandi Anelli, poiché erano come re e principi tra
le altre opere magnifiche realizzate in quel tempo.
Sette di questi anelli furono poi dati ai Nani, ma si
dice che il primo di questi fu donato a Durin III di
Khazad-dûm dagli Elfi di Ost-in-Edhil, come era
chiamata la grande città elfica in Eregion.
E Sauron, venuto via d’Eregion, forgiò
segretamente l’Unico Anello per comandare tutti
gli altri, ma Celebrimbor fu subito, anche se
tardivamente, consapevole di esser stato
ingannato. Il grande fabbro nascose allora i Tre
Anelli degli Elfi che da solo aveva realizzato,
poiché non cadessero nelle mani del Nemico.
Sauron lanciò allora un poderoso attacco ad
Eregion ed il grande reame fu abbattuto, Ost-in-
Edhil devastata e Celebrimbor trucidato. Sauron
si impossessò allora di tutti i Grandi Anelli che
ancora erano in Eregion: i Nove Anelli degli
Uomini ed i sei rimasti dei Sette Anelli dei Nani
4
(l’ultimo, come detto, l’aveva Durin III). Le Porte
di Khazad-dûm furono serrate.
Durin III intanto aveva mandato una schiera di
Nani in aiuto del popolo di Eregion, ma nulla
poterono contro la furia di Sauron. In quel tempo
fu fondata l’Ultima Casa Accogliente.
Durante l’Ultima Alleanza, al termine della
Seconda Era, alcuni Nani da Khazad-dûm
combatterono a fianco di Uomini ed Elfi contro le
forze di Mordor, davanti al Nero Cancello. Qui
Sauron fu sconfitto e l’Unico Anello recuperato…
ma le vicende dell’Anello sono descritte altrove
con grande cura.
La Terza Era del Sole: fiamme ed esilio
Quando Sauron s’apprestava già a ritornare in
segreto, attorno al 1100 della Terza Era, gli Orchi
delle Montagne Nebbiose presero a moltiplicarsi
nuovamente e nuovi assalti vennero lanciati
contro i Nani di Moria, ma Khazad-dûm
rimaneva inespugnabile. La Stirpe di Durin era
infatti ancora forte e fiera, sebbene il loro numero
cominciasse a diminuire.
Essi cominciarono a scavare sempre più in
profondità alla ricerca del Mithrill, poiché era
divenuto sempre più introvabile ed i contatti con
il mondo esterno sempre più radi ed incerti.
Fu così che attorno all’anno 1980 TE, come
riportato da alcuni storici della Quarta Era, i Nani
destarono un Balrog di Morgoth ch’era
sopravvissuto alla Guerra d’Ira e che s’era
rifugiato nei remoti cunicoli sotto le montagne,
dove mai s’erano uditi gli scalpelli dei Nani.
Alcuni sostengono anche che il Balrog si fosse
destato dopo così tanto tempo poiché aveva
percepito il ritorno di Sauron, ma quel che è certo
è che il demone uccise il Re Durin VI e suo figlio
Nain I e molti altri della Stirpe di Durin perirono
con loro; gli altri, o perlomeno quanti vi
riuscirono, fuggirono lontano. E’ per questo che ci
si riferisce all’essere di fiamma come ‘il Flagello di
Durin’. I Nani della Stirpe di Durin fuggirono
dapprima a Nord, dopodiché si stabilirono ad
Erebor, la Montagna Solitaria, dove Thráin I, figlio
di Náin, divenne Primo Re sotto la Montagna.
Fu in questo momento che Khazad-dûm cominciò
ad esser chiamata propriamente Moria, il Nero
Abisso. Orchi e Vagabondi vennero ad infestare la
città dei Nani, e questa divenne un posto oscuro e
mortale.
Il drago Smaug e la morte di Thór
Nel 2770 TE Smaug abbandona la Brughiera
Arida delle Montagne Grigie e si reca a Sud,
devastando Erebor e la città degli Uomini di Dale.
Molti superstiti di Erebor si rifugiano sui Colli
Ferrosi, presso i Nani che vi abitano, ma altri
seguono Thrór nella cerca di una nuova dimora,
iniziando una vita da nomadi.
Thráin, mentre tentava di tornare a Dale, venne
poi catturato nel 2845 TE da Sauron e tenuto
prigioniero per cinque anni a Dol Guldur, dove
gli fu preso l’anello che era stato donato da
Celebrimbor a Durin III. In quelle prigioni venne
trovato morente da Gandalf, al quale consegnò la
chiave e la mappa di Erebor usate da Thorin e
Bilbo.

Così Thór, Re della Stirpe di Durin in esilio, dopo

aver consegnato l’ultimo anello dei Nani rimasto
La spedizione di Balin
al figlio Thráin II, si presentò alle Porte di Durin
assieme al compagno Nar nel 2790 TE,
Nel 2989 della Terza Era Balin, uno dei dodici
reclamando l’autorità su Khazad-dûm, poiché era
compagni di Bilbo e parente dell’ascendente al
stanco di errare per la Terra di Mezzo senza poter
(simbolico, poiché senza regno) trono Thorin
tornare nella dimora della propria gente. Egli
Scudodiquercia, condusse una spedizione a
entrò da solo attraverso l’antica porta costruita da
Khazad-dûm con un gruppo di compagni dalla
Narvi e Celebrimbor e scomparì nell’oscurità di
Montagna Solitaria, tra cui Floi, Frar, Loni, Nali,
Moria. Qui fu ucciso dall’Orco Azog, che gettò la
Oin e Ori. Il loro destino è descritto, come
sua testa sfigurata (sulla quale aveva inciso il
sappiamo, nel Libro di Mazarbûl.
proprio nome) ai piedi di Nar, al quale disse che
Balin prese dimora nel Ventunesimo Salone, ma il
sorte simile avrebbe atteso chiunque altro fosse
rinnovato regno dei Nani a Moria durò solo
entrato a Moria.
cinque anni poiché egli fu ucciso dalla freccia di
un Orco mentre era intento ad osservare il
Mirolago, fuori dalle porte di Moria. Era il 10
La battaglia di Azanulbizar
Novembre 2994.
I suoi compagni furono intrappolati quando gli
Lo scempio di Azog non poteva rimanere
Orchi vennero in forze risalendo le miniere
impunito. Nel 2793 una imponente schiera di
d’argento, poiché alla porta occidentale di Moria
Nani guidata da Re Thráin II, figlio di Thór e
era comparsa la misteriosa creatura acquatica,
padre di Thorin Scudodiquercia, s’apprestò al
chiamata l’Osservatore nell’acqua, la quale uccise
Mirolago decisa ad ottenere vendetta per
Oin. I Nani furono assediati e perirono tutti;
l’uccisione del padre. Negli anni a venire i Nani di
Khazad-dûm fu reclamata ancora una volta dagli
Tháin, ora re, fecero strage di un gran numero di
Orchi.
Orchi dei Monti Brumosi, setacciando ogni
caverna alla ricerca di Azog l’Orco. Infine nel 2799
TE ha luogo, nella Valle dei Rivi Tenebrosi
La Quarta Era del Sole
dinanzi la porta di Moria, la Battaglia di
Azanulbizar, dove Azog fu abbattuto da Dáin
Non si sa con certezza cosa fu di Khazad-dûm
Piediferro, cugino di Tháin, il quale diventerà poi
nella Quarta Era, dopo la Guerra dell’Anello. Ad
Re sotto la Montagna dopo la Battaglia dei Cinque
ogni modo secondo quanto si apprende
Eserciti cui partecipò Bilbo. I Nani ne uscirono
dall’ultimo volume della History of Middle Earth,
vittoriosi e gli Orchi fuggirono nei monti, ma Dáin
verrà un giorno in cui un re col nome di Durin VII
Piediferro, cugino del re, guardando nel Mirolago,
ritornerà vittorioso a Khazad-dûm e le sue aule
percepì che il Flagello di Durin era ancora
risuoneranno nuovamente con musica e scalpelli
presente e così disse a re Tháin:
fino a quando il Mondo non sarà cambiato.
“Il mondo deve cambiare e un altro potere deve arrivare
prima che il Popolo di Durin possa tornare di nuovo a
Moria”.

5
6
 2793 Ha inizio la Guerra tra Nani ed
Cronologia Orchi. E’ re Thráin II, figlio di Thrór.
2799 La Battaglia di Azanulbizar nella
Tempi remoti – Prima Era: Durin fonda il Valle dei Rivi Tenebrosi. I Nani ne
reame di Khazad-dûm e vi regna fino alla sua escono vincitori ma non ritornano a
morte. Moria, ancora infestata dal Balrog.
Dáin Piediferro e i suoi tornano ai
Seconda Era: Colli Ferrosi, Thráin e Thorin
Scudiquercia conducono altri nei
40 c.a Nani da Nogrod e Belegost arrivano Monti Azzurri, oltre la Contea.
a Khazad-dum. 2989 Balin, parente di Thorin, torna a
750 Gli Elfi fondano il reame di Eregion Moria e stabilisce una colonia di
ad Ovest di Khazad-dum. Nani.
1200 Sauron giunge ad Eregion sotto 2994 Balin ed il suo seguito vengono uccisi
mentite spoglie. dagli Orchi, i quali reclamano Moria.
1500 c.a In Eregion vengono forgiati gli Anelli 3018 Gollum entra in Khazad-dûm
di Potere. attraverso la Porta Est e fa perdere
1600 Sauron forgia l’Unico e gli Elfi ogni traccia.
capiscono di essere stati ingannati.
1695 Sauron invade l’Eriador.
1697 Sauron devasta Eregion. Durin III
invia una schiera in soccorso ma
questa viene respinta. Le Porte di La geografia di Moria
Durin vengono serrate. Per rendere la vita più facile al Narratore ho
3434-41 Alcuni Nani di Khazad-dum deciso di inserire qui una breve descrizione della
combattono nell’Ultima Alleanza. ‘geografia’ delle Miniere di Moria. E’ bene
Sauron è distrutto. precisare che le informazioni qui di seguito
riportate sono frutto di un mio lavoro, neppure
Terza Era: troppo esaustivo, seguito alla rilettura del capitolo
“Un viaggio nell’oscurità” (“Le due Torri”).
1050 Sauron ritorna in segreto e costruisce Pertanto non si commetta l’errore di prendere tali
Dol Guldur a Bosco Atro. descrizioni come indiscutibili e, soprattutto,
1300 I servi del Nemico cominciano a complete.
moltiplicarsi e gli Orchi prendono ad
attaccare i Nani dei Monti di Bruma. Livelli e Abissi. Khazad-dûm è costituita su vari
1980 Il Balrog si desta ed uccide Durin VI. livelli, per la precisione quattordici: i sette
1981 Il Balrog uccide Nain I e i Nani inferiori sono detti Abissi ed il settimo è il più
abbandonano Khazad-dum. basso, mentre quelli superiori sono chiamati
2480 Sauron invia Orchi e Vagabondi ad semplicemente Livelli, ed il settimo è il più alto.
abitare a Khazad-dum, da ora Tra un livello ed un altro si trovano cunicoli,
chiamata Moria. corridoi, scale ed ambienti intermedi, e la
2509 Celebrian, sposa di Elrond, viene differenza d’altezza è di circa 200 metri tra un
catturata dagli Orchi e trascinata sul Livello/Abisso e l’altro.
Passo del Cornorosso. Qui è liberata Mentre la città sotterranea vera e propria si
da Elrohir ed Elladan suoi figli. estende su tali livelli nella parte più orientale di
Abbandonerà la Terra di Mezzo. Moria, la parte occidentale, scavata più
2770 Smaug devasta Erebor. I Nani recentemente, ha una struttura ed organizzazione
fuggono nei Colli Ferrosi, mentre che ad un estraneo del Popolo di Durin può
Thrór, suo figlio Thráin II e Thorin II sembrare più caotica: questa è quella che noi
(Scudodiquercia) cominciano a definiremmo una ‘miniera’; qui si trovano le
vagabondare. gallerie più recenti, meno rifinite e più strette, e vi
2790 Thrór entra a Moria attraverso le si incontrano spesso argani, carrelli e pozzi più di
Porte di Durin e viene ucciso da quanti ve ne siano nella parte orientale di Moria,
Azog. in particolare negli Abissi, dove si trovano ancora
filoni di argento.

7
I Livelli, in generale, ma per quanto detto ancor
più nella parte orientale, sono invece ben più
razionali ed organizzati. Qui ci sono immensi
saloni dalle ampie volte intersiate sorrette da
imponenti colonne, lucernai attraverso i quali la
luce solare filtra nel cuore della montagna, grandi
camini e gallerie spaziose. Nei Livelli di Khazad-
dûm si trovavano infatti i quartieri abitativi, gli
spazi adibiti ad ospitare la vita sociale dei Nani,
ma anche tesorerie, sale delle guardie, officine e
magazzini. Negli Abissi invece si incontrano,
come già accennato, perlopiù gallerie che seguono
i filoni di metallo, ma questi sono ben più ampi e
strutturati che non nella parte orientale della
montagna. Sparsi nei sette Abissi si trovano
officine, depositi, armerie, tesorerie, spazi
sepolcrali e quanto altro si può immaginare di
trovare negli ambienti più sotterranei di un
qualunque fortezza dei popoli nella Terra di
Mezzo.
Una particolarità di questi profondissimi
sotterranei è la presenza di cunicoli ben più
antichi e profondi degli Abissi, sconosciuti
perlopiù finanche ai Nani stessi, i quali non vi
avventuravano mai. Ricordiamo Gandalf alle
Porte di Durin avvertire la Compagnia che “cose
ben più antiche e malvagie degli Orchi vivono
nelle profondità della Terra”. Questa sorta di
mondo ultra-sotterraneo è comunemente
chiamato col nome di “Under Deeps”e nessuno
conosce la natura delle creature cui allude lo
Stregone.
Le porte. Khazad-dûm ha due ingressi, ad Est ed
Ovest dei Monti di Bruma, in corrispondenza del
Primo Livello. Il Cancello Ovest (le Porte di
Durin) furono realizzate, come già accennato, da
Narvi e Celebrimbor. Quando è chiuso, il cancello
può essere aperto dall’esterno solo con la parola
d’ordine e, come sappiamo, la sua precisa
ubicazione è individuabile solo di notte poiché è
segnata con Ithildin, la pietra lunare ricavata dal
Mithril di Khazad-dûm che riflette solamente i
raggi della luna e delle stelle. Sull’arco è scritto:
“Le porte di Durin, signore di Moria.
Dite, amici, ed entrate.
Io, Narvi, le feci,
Celebrimbor dell’Agrifogliere tracciò questi segni.”
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I così detti Cancelli di Moria, cioè la porta
orientale, si affacciano come noto sulla Valle dei
Rivi Tenebrosi, dove si trova il Mirolago (Kheled-
zâram in Khuzdul), sorgente del fiume
Argentaroggia. E’ qui che si destò Durin ed è qui
che si trova la pietra che segna il punto dal quale
il Padre dei Nani vide per la prima volta la
Corona di Durin (che prese appunto il suo nome)
riflessa nelle acque (cfr. sezione “La storia”
paragrafo “Durin il Senza morte e la Corona di
Durin”).
La Via di Durin. Premettendo che non dispongo
di notizie assolutamente certe a riguardo, dal
viaggio della Compagnia attraverso Moria sembra
di capire che una larga ed antica via collegasse le
due entrate di Khazad-dûm: la Via di Durin.
Questa via procede con rare svolte dalle Porte di
Durin, ad Ovest, conducendo i viaggiatori fino
alla Porta Est, sulla Valle dei Rivi Tenebrosi,
attraverso il Ponte di Khazad-dûm. Entrambe le
porte, come detto, si trovano in corrispondenza
del Primo Livello, ma la Via non si trova tutta su
questo piano: essa sale e scende mantenendosi
comunque sempre tra il Primo Livello ed il Primo
Abisso. Entrando attraverso la Porta Ovest, e
procedendo per diverse ore di marcia, si
raggiunge un trivio, dove di fianco si trova una
sala delle guardie con un pozzo. Da questo trivio
una via sale verso l’alto, una verso il basso ed una
procede diritta. Ricordiamo che la Compagnia
prese la via che saliva nella montagna, ma è
ragionevole supporre che la via che continuava
diritta fosse la prosecuzione della Via di Durin,
che quindi avrebbe portato più facilmente al
Ponte di Khazad-dûm.
Ad ogni modo credo di poter affermare che da
questo salone (chiamato da taluni “il Salone del
Ristoro”) in poi inizi propriamente, come
accennato più volte, la città dei Nani: la sala delle
guardie che sia apre su un lato del Salone sarebbe
infatti giustificata (accogliere i viaggiatori dalla
Via di Durin che entravano in città) ed inoltre è da
questo momento che la descrizione muta da
quella di semplici, si fa per dire, miniere, agli
enormi saloni sostenuti da imponenti colonne.
La Via di Durin prosegue quindi diritta dal trivio
fino ad arrivare al Secondo Salone (che si trova nel
Primo Abisso) e quindi al Primo Salone (Primo
Livello). Da qui essa conduce al Ponte di Durin e
alla Porta Est.
I Saloni. Durante il viaggio della Compagnia a
Moria vengono nominati alcuni saloni, ai quali ci
si riferisce con un numero ordinale, come se
fossero numerati secondo uno schema ben
preciso. Da ciò che ci è dato di capire a Moria ci
sono ventuno di questi Saloni: sono i più ampi, i
più belli e illuminati di Khazad-dûm. Qui un
tempo doveva svolgersi la maggior parte della
vita della comunità dei Nani a Moria. Ricordiamo
la descrizione di uno di questi Saloni, con le
colonne e la volta a guisa di alberi frondosi con
uccelli ed animali sui rami, scolpiti con maestria
tale da superare i più grandi palazzi degli
Uomini.
Secondo alcune osservazioni si può stabilire che
ogni Livello di Khazad-dûm abbia tre Saloni,
numerati a quanto pare a partire dalla Porta Est.
Appena entrati da quella via infatti ci si ritrova
nel Primo Salone, con ampie finestre sulla parete
della montagna, quindi si scende nel Primo
Abisso dopo aver superato il Ponte e si incontra il
Secondo Salone (ricordo che Primo Abisso e
Primo Livello paiono essere quasi una ‘cosa
unica’). Probabilmente quindi, anche se non viene
descritto, da qualche parte sullo stesso piano deve
trovarsi il Terzo Salone e così via, fino al Settimo
Livello, dove sappiamo trovarsi il Ventunesimo
Salone.
La camera di Mazarbûl. Il Ventunesimo Salone di
trova al Settimo Livello, illuminato da lucernai sul
fianco della montagna. Lasciato il salone
attraverso il passaggio a Nord, da questo si
raggiunge la Camera di Mazarbûl (o Chamber of
Records). Fu qui che si consumò l’estrema difesa
dei superstiti della spedizione di Balin a Khazad-
dûm. Si tratta di una sala in cui sono custoditi
molti antichi volumi e registri e qui si trova
ancora il Libro di Mazarbûl, che contiene la
cronaca di quella disperata avventura.
Cancello Cornorosso e Scala dei Rivi Tenebrosi.
Si tratta di un alto e stretto passo sul fianco del
monte Caradhras. Per un breve tratto esso si fa
strada ai piedi di un’alta parete di roccia sul lato
Nord ed un profondo burrone sul lato Sud. Si
tratta dell’unico passaggio attraverso le Montagne
Nebbiose a Sud dell’Alto Passo fino alla Breccia di
Rohan. La Scala dei Rivi Tenebrosi discende dal
Cancello Cornorosso fino alla Valle dei Rivi
Tenebrosi, dove si trova la porta orientale di
Moria.
La Torre di Durin. E' scavata nella viva roccia di
Zirakzigil, la punta estrema di Dentargento, cioè
la vetta più alta di Moria. Qui si svolse la
“battaglia del picco” tra Gandalf ed il Balrog. Vi si
9
accede attraverso l’Interminabile Scala, che
attraversa verticalmente tutti i Livelli e gli Abissi
di Moria. Tale scala era stata considerata
scomparsa, quasi forse una leggenda dei Nani, ed
infatti pare sia nascosta.
Moria: Orchi e Goblin
In questo modulo si cercherà di evitare di far
riferimento al numero di nemici da affrontare in
ciascun incontro. Questo ovviamente è dovuto al
fatto che questo scenario deve poter essere giocato
senza troppi problemi da qualsiasi gruppo di
personaggi. Di seguito si offrono alcuni esempi di
gruppi-tipo di avversari con i quali i PG possono
avere a che fare. Ogni Narratore ha però il
compito di adattarli alle proprie necessità; per
aiutarlo in questo (ma soprattutto per rendere
l’idea) si trovano di seguito alcuni esempi in base
a tre tipologie di personaggi giocanti: novizi /
esperti / venturieri. I dati relativi sono separati da
una barra.
Sentinelle
Numero: 1/2/3
Razza: Goblin
Descrizione: Generalmente le sentinelle sono
arcieri Goblin, più scaltri e vigili degli Orchi,
sebbene meno minacciosi. Le sentinelle perlopiù
tenteranno di colpire a distanza, possibilmente da
posizioni sicure come balconate o feritoie. Alcune
sentinelle hanno con sé piccoli corni o tamburi coi
quali dare l’allarme: imbattersi in una sentinella a
Moria può costituire un problema ben più grande
di quanto non lo sarebbe in altre situazioni. L’idea
migliore è sempre quella di evitare di ingaggiare
uno scontro e tenersi nascosti.
Pattuglie
Numero: 3/4/5
Razza: Goblin e Orchi / Orchi
Descrizione: Sebbene possa apparire palesemente
il contrario, incappare in una pattuglia di guardie
può risultare preferibile rispetto ad una sentinella
ben appostata: il pericolo principale a Moria è che
venga dato l’allarme! Entrando in questa ottica il
modo migliore per affrontare una pattuglia è agire
con rapidità ed in un luogo appartato.
Di solito ogni pattuglia è comandata da un Orco
più grande degli altri, dal momento che presso
questa razza l’autorità esercitata è strettamente
legata alla possanza.
Posti di guardia
Numero: 5/7/9
Razza: Orchi e Goblin
Generalmente esiste almeno un posto di guardia
per ogni accesso ed uscita di ciascun livello.
Alcuni posti di guardia sono però stabiliti in
camere posizionate presso punti strategici come
ponti e scale o vicino a luoghi di qualche
importanza come armerie, sale con tesori o
quant’altro. Se il gruppo dei PG è abbastanza
esperto sarebbe preferibile che in ogni posto di
guardia fosse presente un Campione Orco.
Comunque sia i posti di guardia devono essere
visti (a meno di eccezioni o necessità impellenti)
come ostacoli invalicabili.
Regole Aggiuntive
La Minaccia
Prendendo spunto (fortemente) dal volume
“Khazad-dûm” del GdR del Signore degli Anelli
edito dalla Decipher, ho deciso di introdurre
questa regola aggiuntiva durante la permanenza
dei PG nelle aule di Moria. Per simulare l’estrema
pericolosità di questo viaggio nell’oscurità, ogni
ora di gioco reale che i giocatori trascorrono nelle
miniere dovrà essere effettuato un lancio di dadi,
d’ora in poi “test di Minaccia”, sullo stile dei
classici, meri incontri casuali (ma con un intento
assai diverso, come si vedrà!).
Il lancio consiste nel tirare insieme i 2d10,
modificando il risultato come indicato di seguito:
Mod.
+/-4 Grado elevato di Nascondersi + Muov. sil.
+/-2 Grado elevato di Empatia
+/-2 Grado elevato di Individuare trappole
+/-2 Grado elevato di Orientamento
+/-2 Grado elevato di Osservare + Ascoltare
+/-2 Grado elevato di Percepire il Male
+2 Razza Nano
+1 Razza Hobbit
-1 Razza Umano
-1 Razza Elfo
10
Consiglio al Narratore di fare questo calcolo
all’inizio dell’esplorazione delle gallerie e di far
appuntare il risultato ai PG sulla scheda una volta
per tutte.
Ad ogni ora quindi ciascun PG effettuerà il test
Minaccia, sommando e sottraendo i modificatori
indicati, confrontando il risultato con il Grado di
Minaccia (di qui GdM) dell’area (deciso dal
Narratore). Ai fini della prova sarà determinante
unicamente la media fra il tiro più basso e quello
più alto del gruppo.
Esempio 4: Il gruppo è formato da Déorwine
(Cavaliere di Rohan), Lôrwen (Esploratrice
Sindar), Bòran (Fabbro Nano) e Calanhir (Storico
Dúnadan). Non appena i PG entrano nel Quarto
Salone il Narratore decide che è il momento di
effettuare un test di Minaccia.
Prendiamo Déorwine. I suoi modificatori sono:
razza Umano (-1), alto punteggio in Orientamento
(+2), alto punteggio in Osservare e Ascoltare (+2),
scarso punteggio in Percepire il Male (-2), alto
valone in Nascondersi ma scarso in Muoversi
silenziosamente (0); tutte le altre competenze non
sono notevoli. In conclusione il giocatore di
Déorwine dovrà tirare 2d10+1.
Si effettuano i lanci: Lôrwen (17), Gror (17),
Calanhir (15), Déorwine (14). Il risultato finale per
tutto il gruppo sarà (14+17)/2=15, da confrontare
col GdM dell’area.
Ovviamente sono esenti da test di Minaccia tutte
le aree che prevedono già di per sé incontri con gli
occupanti di Khazad-dûm. Il Narratore inoltre
può decidere di far effettuare il test non ad
intervalli di tempo ma in situazioni specifiche,
arbitrariamente.
NB: L’introduzione di questa regola (opzionale),
sebbene possa sembrare forzata, dovrebbe servire
a rendere il clima di tensione continua in cui sono
immersi i PG durante la loro permanenza a Moria.
In generale infatti i Giocatori tendono a “contare”
sul fatto che tutti gli incontri in uno scenario sono
stati precedentemente disposti e possono così
essere in un certo senso “prevedibili”. In questo
modo invece il vantaggio dei giocatori sui propri
personaggi viene annullato, ed anche muoversi di
poco fra le aule sotterranee di Nanosterro diventa
assai rischioso. Raccomando tuttavia al Narratore
di non abusarne: in tutto lo scenario sarebbe bene
tirare non più di 3-4 volte poiché sono previsti già
3 scontri abbastanza impegnativi! (che, in caso il
Narratore non voglia utilizzare questa regola,
potrebbero essere aumentati).

Dopo aver confrontato il risultato del test di

Minaccia con il GdM dell’area, il giocatore che ha
ottenuto il punteggio più basso deve tirare 1d100
confrontando l’esito con la tabella adeguata, in
base a quanto riportato nella tabella 1 (si consiglia
di stampare una seconda copia delle pagine che
seguono, da tenere a portata di mano).

Esempio 5: Il gruppo utilizzato per l’Esempio 4 ha

totalizzato un risultato di 15 nel test di Minaccia
nel Quarto Salone. Supponiamo che in quell’area
il Narratore abbia precedentemente deciso che il
GdM sia pari a 12.
Secondo la Tabella 1 l’esito è un “successo” (15-
12=+3), perciò il giocatore che ha conseguito il tiro
più basso, Déorwine, dovrà tirare 1d100 e
confrontare il risultato nella tabella B.

Luce ed Oscurita’
Ricorda che Moria è un posto assai buio e tetro.
Gli Orchi che la infestano non soffrono di alcun
malus per via della scarsa illuminazione e non
dovrebbe essere assegnata loro alcuna penalità se
non quando non è presente nessuna fonte di
illuminazione, neppure minima. I PG invece, in
assenza di illuminazione attraverso lucernai,
specchi, torce e fuochi, subiranno un malus (da
quantificare) a tutte le prove, compreso il
combattimento, che necessitano della vista. Il
malus deve essere piuttosto ridotto perché a
lungo andare anche i personaggi si abitueranno
ad un’illuminazione limitata.

D’altro canto, ogni volta che i personaggi si

troveranno in ambienti ben illuminati dai raggi
solari (il sistema di illuminazione di Moria era
molto ingegnoso e la luce veniva “portata” anche
nel cuore dei Monti), saranno gli Orchi a soffrire
l’illuminazione, proporzionali all’intensità (le
fiaccole dei PG non contano).

11
Differenza Tabella 1

- 5 o più “Fuggite, sciocchi!”: tabella A con il tiro modificato di -25%

da –4 a -2 Fallimento: tabella A
Il gruppo si accorge all’ultimo che la galleria in cui si trovano è sorvegliata: qualcuno li ha
-1
sentiti. Devono allontanarsi velocemente (e perdere molto tempo) per evitare uno scontro.
0 Non accade nulla
Il gruppo si accorge che poco più avanti c’è una pattuglia di Orchi di guardia. Se intendono
+1
colpire i PG hanno il vantaggio della sorpresa.
da +2 a +4 Successo: tabella B

+5 o più Largo successo: tabella B con il tiro modificato di +25%

Tabella A Esito
Troppo a fondo hanno scavato i Naugrim a Khazad-dûm. Qualcosa scuote la terra e grida ed
1 ululati d’Orchi in lontananza non fanno sperare in nulla di buono. Stanno fuggendo! Stanno
fuggendo verso i PG!!
I PG entrano in una stretta e lunghissima camera attraverso un’ampia porta di legno. Arrivati a
metà strada questa viene serrata alle loro spalle e dall’altra parte entra un Troll mentre gli
2-4 Orchi, in preda all’eccitazione, bloccano anche quell’uscita sghignazzando. Lo scontro è
inevitabile, ma si può tentare di forzare la via d’ingresso. Ucciso il Troll gli Orchi fuggiranno
anche se in soprannumero.
I PG si trovano su uno stretto ponte di corda che attraversa una larga voragine, sotto il quale
5-10 molteplici altri ponti si perdono nell’oscurità. Una pattuglia di Orchi sbuca dall’altra parte e
tenta di tagliare le corde. Si deve tirare per l’iniziativa.
Una pattuglia di soli Goblin si accorge della presenza dei PG e prepara un’imboscata: non
11-22 appena i PG entrano nel prossimo salone un grande masso sarà fatto cadere su di loro. Due tra i
PG rischiano di essere colpiti ( ).
23-46 I PG vengono sorpresi da una pattuglia.
Mentre i PG attraversano un vastissimo salone, un gran numero di Goblin si fa largo attraverso
un largo cancello. I PG devono raggiungere la scalinata in fondo alla sala prima di essere
47-61
raggiunti e serrare il portone in cima ad essa. Durante la fuga i PG subiscono alcuni attacchi a
distanza.
Mentre i PG stanno per raggiungere un ingresso chiave o un cancello, una sentinella li avvista e
una pesante grata viene calata grazie ad un argano sbarrando così la via; i PG devono tornare
62-76
indietro, non prima di essersi fatti strada tra attraverso qualche guardia accorsa (una pattuglia-
1).
Mentre i PG sono su un ponte o stanno riposando accanto ad un pozzo, un oggetto tirato a caso
scivola dallo zaino o dalla cintura di uno dei PG, fermandosi poco più sotto, non a portata di
77-90
braccio. In quel momento si sentono arrivare degli Orchi o Goblin: il PG deve scegliere se
rinunciare o combattere.
I PG entrano in uno dei ventuno Saloni dove molte colonne sono crollate. Due sentinelle Goblin
91-96 si trovano su di una postazione rialzata, non raggiungibile dal basso, e riparata. Per attraversare
il Salone i PG devono correre tra i ripari offerti dalle macerie.
Alcune sentinelle Goblin avvistano i PG da oltre un burrone privo di ponti: prima di poter
97-99
rispondere tutti i PG vengono bersagliati da una freccia ciascuno.
100 Falso allarme: all’ultimo momento il gruppo di accorge del pericolo ed evita di essere scoperto.

12
Tabella B Esito
Falso allarme: mentre i PG stanno sorprendere un Goblin solitario, una pattuglia lo raggiunge
1
ed insieme passano oltre.
I PG sorprendono un Orco da solo in una piccola sala appartata. Addosso gli trovano 20 monete
2-4
d’argento.
Uno dei PG nota per caso dei minerali che, ridotti in polvere con un mortaio, hanno poteri
5-10 medicinali. Se applicati su una ferita leggera o grave insieme a delle erbe medicamentose,
curano la ferita in solo due ore.
Il gruppo si ritrova sulla sommità di una enorme caverna, ai lati della quale si aprono decine e
decine di gallerie. In basso, a qualche decina di metri, un gruppo di Orchi sorveglia due
11-22 Vagabondi delle Caverne che stanno ostruendo una galleria con dei macigni. Dalla loro
posizione i PG possono far cadere alcuni grossi massi sopra i Troll, che si infurieranno
attaccando gli Orchi e distogliendo l’attenzione dei guardiani di tutta l’area.
I PG intercettano un Goblin che percorre, solo, una galleria. Si tratta di un messaggero inviato
23-46
dal posto di guardia della Porta Est. Se i PG lo catturano possono avere molte informazioni.
I PG trovano la tesoreria di un Campione Orco. Dopo aver atteso che questi sia lontano,
47-61
riescono ad entrare e sgraffignare di soppiatto 20 monete d’oro.
I PG sentono arrivare un piccolo gruppo di Orchi: un Campione e due guardie. Non appena
ingaggiati di sorpresa, le due guardie fuggiranno lasciando solo il Campione. Se un PG, dopo
62-76
averlo sconfitto, indosserà il suo elmo, godrà da quel momento in poi di un bonus alla capacità
di Intimidire gli altri Orchi e Goblin ( ).
I PG trovano una camera adibita a sala delle guardie dagli Orchi. Mentre stanno guardandosi
attorno sentono arrivare qualcuno. Avendo la sorpresa dalla loro, sarà facile avere la meglio e
77-90
mettere in fuga gli altri. Il primo Orco caduto ha con sé una piantina parziale dei cunicoli. D’ora
in poi il GdM è ridotto di 1.
I PG entrano in una camera trovandovi alcuni Orchi che riposano. Nessuno di loro ha sentito il
91-96 gruppo che s’avvicinava e non indossano armature. La stanza è un’armeria ben fornita di armi,
munizioni e armature.
I PG seguono un paio di Orchi carichi di sacchi. Si tratta di due Orchi sbandati dediti al
97-99 saccheggio. Seguendoli nel loro covo segreto ed eliminandoli i PG trovano 40 monete d’oro ed
un’arma runica antica.
Un PG scopre una parete scorrevole. Dietro di essa si cela un laboratorio alchemico. I PG
100 trovano una granata artigianale di fabbricazione nanica, probabilmente per uso minerario, che
infligge, se accesa e lanciata, un danno proporzionale alla distanza ( ).

13

La Corona di Durin
Autore: nextor
Data: tra il 1981 TE e il 3018 TE
Durata: media (3-6 sessioni)
Esperienza PG: media o alta
Prima pubblicazione: 05/10/06
Versione: v.1 (05/10/06)
Premessa
Questo scenario può essere giocato a partire dal
risveglio del Flagello di Durin fino a qualche anno
prima delle vicende narrate ne “Il signore degli
Anelli” (che ha luogo a partire dal 3018 TE).
Contesto storico
Questo che segue è un breve, si fa per dire,
quadro storico, inteso per integrare quello già
fornito con i dettagli che ci interessano per il
nostro racconto. Ad una prima lettura può
apparire molto complicato, ma si ricordi che il
Narratore deve focalizzare solamente la
situazione che si riferisce al periodo di gioco
scelto. Ad ogni modo consiglio di leggere ciò che
segue più volte, tenendo a mente quanto esposto
nella sezione storica di questo documento. Ma ora
andiamo a cominciare.
Come apprendiamo da quanto esposto durante il
Consiglio di Elrond l’idea di riconquistare Moria
fu covata ad Erebor per lunghissimo tempo.
Sentiamo infatti da Gloin, padre di Gimli (siamo
nel 3018 TE):
“Sono già passati molti anni [...] da quando un'ombra
inquietante cadde sul nostro popolo. Sulle prime non ci
rendemmo conto da dove venisse. Parole
incominciavano a sussurrarsi in gran segreto: si disse
che eravamo intrappolati in una terra stretta e
scomoda, e che nel resto del mondo avremmo trovato
maggiore splendore e ricchezza in quantità. Alcuni
parlarono di Moria: le imponenti opere dei nostri padri
[...] essi sostennero che ormai eravamo finalmente
abbastanza potenti e numerosi per ritornarvi. [...]
Infine, Balin prestò orecchio ai sussurri e decise di
partire; e benché Dáin non fosse molto entusiasta di
vederli andare via, portò con sé Ori ed Oin e molti dei
nostri e si misero in cammino verso sud." (Il SdA, “Il
consiglio di Elrond”).
14
Taluni, io non sono fra questi, presumono che
l’idea di tentare la riconquista di Moria, idea che
fin dalla nascita aveva in seno un presagio di
sventura, fu instillata nelle menti dei “Re sotto la
Montagna” da Sauron. Io sono propenso a credere
invece che l’idea spaventasse alquanto il Nemico,
sebbene questi confidasse nell’impossibilità di
compiere una così grande impresa. Credo infatti,
come del resto è detto chiaramente al Consiglio di
Elrond, che lo scopo dei messaggeri e spie fosse
quello di convincere i Nani a cedere l’ultimo
anello ed allearsi con Mordor.
Insediatosi già fin dal 1050 TE, a partire dal 2060
TE, cioè dieci anni dopo la scomparsa dell’ultimo
re di Gondor Eärnur, il potere oscuro a Dol
Guldur andò rafforzandosi sempre di più.
Gandalf, recatovisi nel 2063, vi trovò infatti il
Nemico, il quale comunque dovette fuggire all’Est
(vi rimase per quattro secoli: la “Pace Vigile”).
Sappiamo però che Sauron tornò a Dol Guldur
molto presto, radunando attorno a sé i suoi servi e
nel 2845 Thráin venne catturato e l’ultimo anello
dei Nani tornò così in mano a Sauron. Nonostante
Gandalf avesse più volte tentato di portare
all’attenzione del Bianco Consiglio il fatto che a
Dol Guldur il male fosse tornato, sappiamo che il
Nemico rimase nella sinistra fortezza a Bosco Atro
per lunghissimo tempo (seppur con
discontinuità): almeno dal 1050 fino al 2848 TE,
quando il Grigio Pellegrino trovò appunto Thráin
morente.
Cosa fece Sauron in quasi duemila anni a Dol
Guldur? Sappiamo che la sua attività maggiore,
oltre al radunare le proprie forze e colpire il
Regno d’Arnor guidando il capo degli Stregoni di
Angmar, fu radunare gli Anelli di Potere
mancanti, cioè quelli dei Nani (dal momento che i
Tre Grandi Anelli Elfici rimanevano a lui celati).
Alcuni dei Sette Anelli erano già in suo possesso,
altri erano stati distrutti dal fuoco dei Grandi
Draghi; mancava ancora l’ultimo anello, l’anello
del Re sotto la Montagna, l’anello della Casa di
Durin, il maggiore dei Sette.
Sempre al Consiglio di Elrond si apprende che da
tempo il Re della Montagna Solitaria riceveva
strane ambascerie che solo nei tardi anni si scoprì
venivano dal Nemico, da Dol Guldur prima e da
Mordor poi. Queste ambascerie miravano sia a
conquistare la fedeltà (o meglio sottomissione)
della Stirpe di Durin, sia recuperare l’ultimo
anello.
Ma chi erano questi ambasciatori? Si parla al
Consiglio di neri cavalieri, ma questo
probabilmente accadde solo negli ultimi anni
prima della Guerra dell’Anello, dopo che il Drago
fu ucciso, al tempo della Battaglia dei Cinque
Eserciti (come narrato ne “Lo Hobbit”).
E’ plausibile supporre quindi che durante la sua
permanenza a Dol Guldur, cioè fino al 2848 TE
(quarantuno anni prima della spedizione di Balin
a Moria) ed anche dopo tale data, fossero uomini
corrotti di Esgaroth a servire l’Oscuro Signore,
sfruttando l’amicizia che v’era fra i due popoli. Il
loro obiettivo era arrivare all’orecchio dei Re in
esilio (sia da Moria che, a seconda del periodo, da
Erebor).
Per amor di chiarezza utilizzo quindi una breve
schematizzazione, dividendo i tre possibili
periodi in cui ambientare lo scenario:
Dal 1981 al 2770 TE : Periodo di Erebor
I Nani della Stirpe di Durin si sono rifugiati ad
Erebor, la Montagna Solitaria, dopo il risveglio
del Balrog. Nel 2770 Smaug devasta Erebor ed i
Nani si rifugiano principalmente, ma non solo, nei
Colli Ferrosi, ad Est di Erebor, dai loro cugini.
Altri invece seguono il re Thrór nella cerca di una
nuova dimora, iniziando così una vita da nomadi
(che porterà infine alla morte di Thór a Moria, nel
2790, per mano di Azog). Thrin II e Thorin
Scudodiquercia fuggono con lui. Sauron è già da
molto tempo a Dol Guldur.
2793 – 2799 TE : Periodo di mezzo (sconsigliato)
Guerra tra Orchi e Nani. Il Re dei Nani, morto
Thrór, è Thráin. Dopo la famosa battaglia nella
Valle dei Rivi Tenebrosi, Dáin suo cugino torna ai
Colli Ferrosi. Thráin ed altri si recano nei Monti
Azzurri, oltre la Contea. Sauron rimane a Dol
Guldur.
Dal 2799 TE in poi : Ultimo periodo
Nel 2989 ha luogo la spedizione di Balin (che,
attenzione, non è Re dei Nani) mentre Sauron
rimane a Dol Guldur fino al 2848, anno in cui
Gandalf trova re Thráin morente a Bosco Atro ed
il Nemico fugge all’Est. Fino questa data, quindi,
Sauron ha contatti non con la gente di Thráin che
vive nei Monti Azzurri (tra cui l’erede Thorin
Scudodiquercia) bensì coi Nani di Dáin nei Colli
15
Ferrosi (seppure questi diverrà re solo dopo la
morte di Thorin Scudodiquercia, essendosi estinta
ogni altra discendenza).
Seppure quindi i Nani non abbiano avuto una
“dimora stabile” tra il risveglio del Balrog e la
spedizione di Balin, Sauron ha comunque avuto
modo di avere contatti con loro attraverso suoi
emissari segreti. Anche dopo la partenza di Balin
per Moria, non c’è motivo di credere che l’occhio
del Nemico si fosse distolto dal Popolo di Durin.
Le misteriose ed inquietanti ambascerie di cui
parla Gloin (vissuto come Gimli nei Colli Ferrosi e
poi nella liberata Erebor) al Cosiglio di Elrond
sono la prova che dopo la partenza di Re Thráin
(che poi, come detto, sarà catturato) e Thorin per i
Monti Azzurri, il Nemico cominciò a tentar di
ammaliare i Nani dei Colli Ferrosi, dove viveva
ora praticamente tutta la Stirpe di Durin, guidata
da Dáin, seppure non “Re dei Nani”.
Come si è detto nell’introduzione al modulo,
nonostante questo “quadro storico” appaia molto
complicato, una volta scelto il periodo di
riferimento il Narratore deve solo ricordare la
situazione in quella specifica data (e tenere a
mente gli eventi-chiave precedenti). La
complessità nasce solo dal fatto che lo scenario è
giocabile in un largo lasso di tempo nel quale
accadono molte cose.
Breve trama dello scenario
Questo scenario prende spunto proprio da quanto
detto: Sauron, ancora a Dol Guldur (ma se si gioca
dopo la sua fuga all’Est poco male), utilizza
uomini di Esgaroth per tentare di ingannare ed
ammaliare i Nani della Stirpe di Durin (sia che
essi siano ad Erebor o in esilio nei Colli Ferrosi). Il
suo obiettivo è quello sottometterli alla propria
volontà e non solo quindi (come farà nel 2989 TE)
impadronirsi dell’anello.
A seconda del periodo storico scelto cambieranno
alcuni dettagli nella vicenda (viste le molte
vicissitudini passate dai Nani), ma la sostanza
resterà invariata.
Spie alla corte dei Nani
Negli anni in cui si ambienta questa storia (quali
essi siano) l’emissario del Nemico col compito di
avvelenare le orecchie della Stirpe di Durin è un
uomo di Esgaroth (città di Valle) di nome Storr saggi fra i Nani, cantati nelle ballate, raffigurati
(=“grande uomo”), un Uomo sapiente di grande nelle ampie volte della Montagna Solitaria o dei
saggezza ma anche forza, entrambe doti Colli Ferrosi.
altamente apprezzate fra i Nani. Se il Nemico riuscisse ad impossessarsene questo
Storr è riuscito ad avvicinare i Nani della Stirpe di sarebbe un incredibile colpo per i discendenti del
Durin (che siano i Nani di Dáin dei Colli Ferrosi o Senzamorte.
quelli di Erebor, a seconda del periodo)
fingendosi loro amico e, sfruttando la sua innata Storr ha avuto sentore della risoluzione dei Nani,
dote di imbonitore, è riuscito a versare come un sempre crescente, di riconquistare il reame
miele velenoso le proprie insistenti parole nelle perduto di Khazad-dûm, e ne ha avvertito il
menti dei Nani che gli prestavano orecchio. proprio signore. Da qui perciò l’idea di
saccheggiare il Tesoro di Durin e privare la sua
Questa volta però il Nemico non aveva come stirpe di ogni sete di rivalsa.
mira, o almeno non come risultato immediato, la
riconquista dell’ultimo anello dei Nani (nel caso si Khazad-dûm tuttavia è sterminata ed in così tanto
giochi dopo il 2845 TE Sauron lo possiede già), tempo neppure gli Orchi che infestano i suoi
bensì mira a dividere e disperdere la più grande cunicoli e saloni sono riusciti a trovare i preziosi
delle casate dei Nani: quella di Durin. cimeli; ma non è questo il motivo principale: dalle
vicende narrate ne “Il Signore degli Anelli”
apprendiamo infatti che gli Orchi dei Monti di
Bruma non sono così strettamente vincolati alla
volontà di Sauron come lo sono quelli di Minas
Morgul, per esempio. Anche ne “Lo hobbit” si ha
questa netta sensazione, cioè che agiscano di
Sfruttando l’abilità di Storr come di altri emissari
“propria” iniziativa. Essi tuttavia sono sottomessi
e falsi amici presso le corti dei Nani, Sauron
al Signore della Terra Nera e non si
intende carpire informazioni preziose sul conto di
permetterebbero di discuterne gli ordini (seppur
Khazad-dûm, il cuore, anche “spirituale” oserei
con riluttanza).
dire, della casata. In particolare il Nemico è
interessato a ritrovare un preziosissimo e
stimatissimo tesoro perduto dei Nani, ottenuto il
Lûgash l’Orco
quale spera di fiaccare l’indole ostile e la
resistenza determinata contro la quale i tentativi
Storr ha pensato bene di ottenere grande
di persuasione dei suoi emissari hanno sempre
ricompensa agli occhi del suo padrone riuscendo
dovuto scontrarsi: Sauron vuole ritrovare il
conseguire, da solo, l’impresa di ritrovare i
Tesoro di Durin (secondo alcuni composto
leggendari cimeli dei Nani. Per questo motivo ha
dall’Ascia di Durin assieme alla sua Corona ed
stretto contatti col maggiore dei numerosi clan di
altri oggetti preziosissimi).
Orchi che infestano Moria. Questo clan è
comandato da un grosso e temibile Orco chiamato
Lûgash.
La riconquista
Storr tuttavia non avrebbe potuto, da solo,
Il leggendario Tesoro di Durin è ormai entrato
esercitare tale autorià sul clan di Lûgash: per
nella leggenda tanto che molti pensano sia solo
questo motivo Sauron ha inviato in suo aiuto (ma
una fantasia. Si tratta di cimeli di Durin I,
anche per sorvegliarlo) uno stregone oscuro, un
conosciuto e quasi venerato con il nome di Durin
uomo (probabilmente originario del Rhovanion)
il Senzamorte. Essi rimasero in Khazad-dûm
chiamato Erland.
quando la grande dimora dei Nani fu
abbandonata in seguito al risveglio del Balrog di
Morgoth, nel 1981 TE. La spedizione di Balin,
Una spedizione di Nani
pare, lo ritrovò circa mille anni dopo, nel 2989
della Terza Età, ma dopo la disfatta della
Grazie ad Erland, Storr ha comandato all’Orco di
coraggiosa impresa tutto fu nuovamente smarrito.
rintracciare il luogo dove è custodito il Tesoro di
Che si giochi prima o dopo tale spedizione quindi,
Durin, nonostante quella razza sia poco pratica di
i preziosi cimeli sono comunque sospesi nel limbo
affari di mappe e tesori.
della leggenda, nominati con reverenza dai più

16

Per far questo Storr ha visto bene di sfruttare la
propria posizione fra i Nani: è venuto a sapere,
con sommo sforzo e continui tentativi, che pochi
mesi dopo Nárin, uno dei mastri Nani grandi in
sapienza, avrebbe lasciato con una piccola scorta
la Montagna Solitaria (o i Colli Ferrosi, a seconda)
per raggiungere Granburrone, dove si sarebbe
incontrato con gli esuli di Khazad-dûm che
vivono nei Monti Azzurri: la gente di Thráin,
Thrór o Thorin Scudodiquercia (anche qui, a
seconda del periodo… ricorda anche che prima
del 2770 TE e dell’arrivo di Smaug ben pochi Nani
della Stirpe di Durin vivevano nei Monti Azzurri).
Comunque sia lo scopo del viaggio di questi nani
è appunto consultarsi e confrontare le fonti e le
notizie riguardo i nascondigli e le camere segrete
di Khazad-dûm, in vista di una vicina
“spedizione” (quella di Balin, che può essere sia
già avvenuta sia futura, rientra in qualche modo
nella faccenda).
Uomini dal Dunland
Storr tuttavia, sotto consiglio di Erland, non si è
fidato di affidare il compito di assalire il piccolo
gruppo di Nani agli Orchi di Lûgash. Egli quindi
ha pagato, con oro e gemme, un clan di
Dunlandiani, guidati da un guerriero di nome
Geth.
Tramite Erland infatti, Storr ha ottenuto che
Sauron allertasse gli Orchi dei Monti di Bruma: il
risultato è stato che l’Alto Passo, ben più comodo
per raggiungere Granburrone da Est, venisse
subito pattugliato in massa dagli Orchi. Dopo
mesi di attesa perciò i Nani si sono visti costretti a
prendere la via del Caradhras.
Il compito di Geth quindi è quello di assalire
questo gruppo di Nani nell’Agrifogliere (dopo che
questi hanno passato il valico Cornorosso), rapire
Nárin e trafugare qualsiasi cosa possa essere utile
a ritrovare il Tesoro di Durin.
Una volta conseguito questo scopo, Geth deve
entrare a Moria attraverso le Porte di Durin (sotto
la custodia degli Orchi di Lûgash) e consegnare
tutto a Storr.
17
Una volta fatto questo sarà facile torturare il
vecchio Nano e, con l’aiuto dei libri e delle mappe
in suo possesso (uniti anche alle informazioni che
Storr ha già o è in grado di trovare a Moria),
rubare il Tesoro di Durin.
I PG, ovviamente, si troveranno nel luogo
sbagliato nel momento sbagliato… o giusto, a
seconda dei punti di vista. Ma ad attenderli, alla
fine dell’avventura, una grande sorpresa ed un
presagio.
Agganci per i PG
Ci sono molti modi per coinvolgere un gruppo di
valenti (e folli) personaggi nella vicenda e fare in
modo che si addentrino in un viaggio nel cuore
della terra cavandone, forse, un po’ di fama, ma
quasi sicuramente una morte lenta ed orribile…
Ci sono davvero? Se la risposta tarda ad arrivare,
ecco qualche possibile traccia:
I PG hanno appena terminato uno scenario o
campagna e si trovano ora, per qualche
ragione, nell’Agrifogliere, lontano da ogni via
di comunicazione. E’ un posto inusuale per
dei viaggiatori, perciò si dovrebbe strutturare
la fine dello scenario precedente in modo tale
che i PG abbiano un motivo valido per
trovarsi lì. Il restò verrà da sé.
I PG hanno terminato uno scenario
ambientato nel Mark, qualcosa che abbia a che
fare, anche parzialmente, con una banda di
predoni Dunlandiani. I PG, nonostante lo
scenario sia concluso, potrebbero essere ora
sulle tracce del loro capo, sfuggitogli dalle
mani. Una buona idea è usare Geth.
Un conoscente dei PG è uno dei compagni di
viaggio di Nárin. Egli, prima di partire, aveva
fatto sapere loro in modo molto vago (senza
fare alcuna menzione del loro intento o
destinazione) che presto sarebbe giunto
nell’Eriador. Aveva quindi dato loro
appuntamento nell’Agrifogliere in una data
settimana. Questo Nano potrebbe essere uno
di quelli morti nell’agguato o uno fra Frór,
Náli o Dòri (vedi dopo).
Inizio dell’azione
Orchi in Eregion
Una sera, poco prima del tramonto, mentre si
trovano nell’Agrifogliere a Nord del Sirannon, i
PG hanno uno strano incontro. Si tratta di una
banda di Uomini del Dunland: una quindicina di
grossi e veloci cacciatori e guerrieri, i quali
sembrano procedere con grande urgenza.
I PG si trovano su di una collina spoglia, dalla
quale si ha una buona visuale sulla zona
circostante, caratterizzata da una vegetazione fitta
ed intricata che copre a macchie il terreno
accidentato, pieno di pietraie e fossati. La truppa
si trova a Nord rispetto ai PG, ed è diretta verso
Est, in direzione delle montagne. Nonostante
siano piuttosto lontani, la posizione dei PG, sulla
sommità brulla del colle, è fin troppo esposta ed il
gruppo rischia di essere avvistato.
Con una prova di Osservare [difficoltà: difficile]
il gruppo avvista i Dunlandiani e guadagna una
buona posizione dalla quale spiarli furtivamente
dall’alto. Superando il tiro si può innanzi tutto
intuire l’origine della banda, ed inoltre un
risultato sufficientemente alto permette di notare
che gli Uomini trasportano alcuni sacchi e bauli
(Nárin è chiuso in un sacco).
Una prova di Nascondersi [difficoltà: media]
riuscita permette ai PG di non farsi scoprire. Nel
caso in cui anche solo un giocatore fallisca il tiro, i
Dunalndiani, abili e scaltri cacciatori nelle terre
selvagge, avvisteranno o fiuteranno gli incauti
osservatori ed i PG se ne renderanno subito conto.
Nonostante questo però la truppa tirerà
comunque dritta a Sud-Est, in direzione delle
montagne, atteggiamento che dovrebbe
insospettire ancor di più i PG.
Per raggiungere la piana sottostante il gruppo
deve compiere però un largo giro che farà perdere
loro quasi un’ora. In questo modo quando i PG
hanno quasi raggiunto il punto nel quale sono
stati avvistati i Dunlandiani, si imbattono invece
in una pattuglia di Elfi.
18
Gli Elfi
I PG probabilmente vorranno seguire il sospetto
gruppo di Uomini per scoprirne le intenzioni, ma
anche nel caso in cui l’avvistamento non li
insospettisca, lascia intendere che la via più breve
per raggiungere Tharbad o l’Inondagrigio passa
comunque il quel punto.
Prima che il gruppo possa raggiungere il luogo in
cui hanno visto passare la banda di Dunlandiani,
ecco che degli Elfi si avvicinano ai PG.
I giocatori possono accorgersi dei movimenti
nella vegetazione attorno a loro vincendo una
prova contrapposta di Osservare/Ascoltare contro
quella di Muoversi Silenziosamente o Nascondersi
dei cacciatori Elfi.
Il loro atteggiamento non è molto amichevole,
anzi si dimostrano estremamente diffidenti,
perfino ostili. Sono in tre, vestiti di abiti leggeri
tinti di varie tonalità di verde, in modo da poter
passare inosservati attraverso la vegetazione
dell’Agrifogliere.
Orgalad (=“albero del giorno”), che sembra avere
autorità sugli altri, si avvicina silenziosamente ai
PG, disarmato. I suoi compagni, appena visibili
tra la vegetazione circostante, tengono invece
puntati verso il gruppo i propri archi, le frecce
incoccate.
Orgalad prende ad interrogare i PG con un
atteggiamento di velata ostilità, sensibilmente
smorzata nel rivolgersi ad un eventuale PG di
razza elfica, ma acuita nei confronti di un PG
Nano. Questo tuttavia non vuol dire affatto che la
presenza di un Elfo fra i PG assicuri
automaticamente la fiducia dei cacciatori, ma
solamente che Orgalad sarà più disposto a parlare
verso costui e a trattare con lui piuttosto che con
un altro del gruppo. Solo nel caso in cui tra i PG ci
sia un Sindar di Imladris il Narratore può
concedere un notevole bonus nei tiri che
seguiranno o perfino tirare sulla probabilità che
Orgalad conosca di persona il PG.
Una prova superata di Ispirare Amicizia
[difficoltà: difficile, media per Elfi e estrema per
Nani) permette ai PG di attenuare la diffidenza di
Orgalad e contemporaneamente di prender tempo
e valutare meglio le intenzioni degli Elfi.
Una ulteriore prova di Oratoria [difficoltà:
difficile] può inoltre rafforzare e rendere più
convincenti le spiegazioni che i PG daranno
durante la conversazione, o meglio
l’interrogatorio.
Orgalad ed i suoi infatti si trovano in Eregion in
attesa di Nárin e degli altri compagni nani:
avvisato da Thranduil di BoscoVerde del viaggio
dei Nani di Erebor attraverso il valico del
Cornorosso, Elrond di Imladris ha inviato
cacciatori ad attendere e vigilare sui viaggiatori,
per assicurarsi che raggiungessero l’Eriador sani e
salvi. Sembra infatti che l’Alto Passo sia
sorvegliato e pericoloso in questo periodo.
Nota: Come si è visto, nel testo si è assunto (e si
continuerà a farlo) che il periodo di gioco sia tra il
1981 e il 2770 TE, quando i re dei Nani si sono
stabiliti ad Erebor. Se invece si gioca dopo il 2770,
anno dell’arrivo di Smaug alla Montagna
Solitaria, ci si ricordi che i legittimi re della Stirpe
di Durin (Thrór-Thráin-Thorin) dimorano nei
Monti Azzurri (e potrebbero essere loro ad
attendere quindi a Granburrone). Come già
spiegato, ai fini della vicenda non cambia nulla:
che siano davvero i re o i loro cugini dei Colli
Ferrosi coloro presso i quali s’è infiltrato Storr,
non fa alcuna differenza.
La Radura
Comunque vadano i preliminari, dopo aver
chiesto ai PG la propria identità ed il motivo per il
quale si trovano lì in quel momento, ed anche
prima che venga data ogni spiegazione, gli Elfi
pregano (o costringono) il gruppo di seguirli, non
prima di aver fatto consegnare le armi.
Orgalad li conduce per quasi mezz’ora verso
Nord-Ovest, poi d’improvviso si ferma e tenendo
sempre gli occhi fissi su di loro, come a carpire
ogni loro reazione, gli mostra una piccola radura.
Qui si trovano i corpi di quattro Nani. Tre di
questi sono riversi a terra, trafitti da alcune frecce
e con ancora in pugno le armi, mentre l’ultimo è
seduto contro una larga pietra, con il viso coperto
dal cappuccio e lo scudo infranto accanto.
Tutt’attorno sono sparsi oggetti che i quattro
trasportavano, e in più ci sono cassette aperte,
sacchi svuotati ed altri segni che indicano che gli
assalitori, chiunque essi siano, hanno frugato
dappertutto. L’ultimo Nano, Gìlbur, sembra il più
anziano dei quattro, dalla lunga barba, ed il suo
scudo è ornato e dalla ricca foggia.
Nella radura c’è anche un Elfo, posto
probabilmente lì di guardia, ma i PG hanno la
19
netta sensazione che se avesse voluto non si
sarebbe fatto scorgere da loro.
Un eventuale PG Nano può tentare una prova
di Leggende [difficoltà: media] per riconoscere,
dall’abbigliamento, le vittime come Nani di
Erebor, la Montagna Solitaria (o Colli Ferrosi).
Orgalad, dopo aver lasciato ai PG qualche attimo
per osservare la scena, li porta poco lontano da lì.
Avendo osservato la reazione dei PG appare ora
molto più rilassato di prima ed è pronto a
spiegare il motivo della propria presenza in quel
posto. Interroga ancora i PG sul motivo del loro
viaggio nell’Agrifogliere e solo ora i questi ultimi
hanno la possibilità di parlare dell’avvistamento
degli Uomini del Dunland. Ecco le informazioni
che possono ottenere:
Gli Elfi raccontano di aver trovato i Nani circa
un’ora prima e di essersi subito messi
all’inseguimento degli assalitori. Questi
tuttavia si sono dimostrati abilissimi a
cancellare e confondere le proprie tracce
(probabilmente qualcuno di loro ha preso
altre strade con lo scopo di depistarli), così
dopo nemmeno un’ora la pista ha portato ad
un punto morto. E’ stato in quel momento che
gli Elfi si sono imbattuti nei PG e da qui la
diffidenza dimostrata.
Orgalad spiega che lui ed i suoi compagni
stavano attendendo i Nárin, il loro capo, per
vegliare sul suo viaggio ad Imladris,
conducendolo per i segreti sentieri fino
all’Ultima Casa, dove era atteso per una
questione molto importante. Questi
viaggiatori dovevano incontrarsi infatti con
degli altri Nani esuli nei Monti Azzurri per
discutere di un possibile ritorno a Khazad-
dûm. Ricordiamo infatti che Granburrone fu
sempre luogo di ristoro ed accoglienza per
tutti i nemici di Mordor, benché segreto ed
inaccessibile agli sconosciuti.
Il Nano anziano è Gilbur, il consigliere di
Nárin; loro due guidavano la piccola
spedizione. Una prova di Intelligenza
[difficoltà: media] permette di capire che
Orgalad è in pensiero per qualcosa: se i PG
insistono riescono a capire che Nárin non è tra
i morti e che lui (probabilmente insieme ad
altri compagni) è stato rapito dagli assalitori.
 Sembra infatti che da tempo alcuni dei Nani
di Erebor si siano messi in capo di voler
tornare a Moria per rivendicarne il possesso,
sebbene queste audaci mire non siano per il
momento abbracciate dal Re sotto la
Montagna.
Gli assalitori dovevano essere una decina:
hanno colto i Nani di sorpresa mentre questi
stavano accendendo il fuoco. Prima che i
viaggiatori potessero opporre resistenza due
di loro sono stati abbattuti da alcune frecce ed
il terzo è stato così facile preda. Sono
abbastanza evidenti le tracce di almeno un
altro nano (Nárin) ma non è possibile stabilire
quanti siano i viaggiatori rapiti dagli assalitori
poiché le orme sono molto confuse per il
passaggio di così tante persone (in verità solo
il vecchio Nárin è stato rapito come da
programma).
Dalle tracce lasciate sembra che si tratti di
Uomini, poiché le orme lasciate dagli Orchi
sono molto ben riconoscibili.
La cerca
Quando il colloquio tra Orgalad ed i PG si
esaurisce, trafelato sopraggiunge uno degli Elfi
della pattuglia, Glorestel (=“aurea speranza”): dai
bagagli degli sciagurati Nani di Nárin sono stati
portati via tutti i tomi e le carte che vi erano
contenute, e dalla reazione di Orgalad i PG
possono intuire, in caso con una prova di
Intelligenza [difficoltà: media], che il fatto deve
evidentemente lasciar presagire qualcosa di assai
grave secondo gli Elfi. Di cosa si tratti di preciso,
non v’è possibilità per i PG di scoprirlo ora.
Alla notizia infatti Orgalad scatta in piedi
rammaricandosi per tutto il tempo perduto: ora
egli deve tornare il più velocemente possibile ad
Imladris ed avvertire gli altri Nani e Sire Elrond.
Due suoi compagni, Anglas (=“foglia di ferro”) e
Caranmîr (=“gemma rossa”), resteranno nei
paraggi per tentare di scoprire altro e custodire i
corpi dei viaggiatori da ulteriori scempi, in attesa
che da Imladris vengano inviati altri a recuperare
le salme.
Se i PG vogliono lasciarsi coinvolgere dalla
vicenda (e dovrebbero, soprattutto se tra loro v’è
un Nano, ancor più se di Erebor o dei Colli
Ferrosi), un buon punto da cui cominciare sono le
20
orme degli Uomini, presumibilmente gli
assalitori, che si allontanano dalla radura.
I PG non possono certo sperare di dimostrarsi più
abili dei cacciatori elfici, ma avendo avvistato i
Dunlandiani dalla collina possono facilmente
riprendere a seguirli da lì.
Le tracce
Dopo aver seguito la pista per un buon tratto
verso Est questa s’interrompe bruscamente come
avevano avvertito gli Elfi, ma i PG possono
facilmente ritornare ai piedi della collina e con un
po’ di pazienza rintracciare il posto giusto.
Dalle orme lasciate fra l’erba non si può
scoprire nulla che i PG non abbiano notato un
paio d’ore prima dalla collina, tuttavia riuscendo
in una prova di Seguire Tracce [difficoltà: difficile],
proprio prima di lanciarsi all’inseguimento, un
PG nota qualcosa di strano: confuse tra le tracce
del passaggio della banda di Uomini ci sono altre,
poche, serie di orme, assai diverse, che vanno
nella stessa direzione. Vista la natura del terreno
non è possibile, se non perdendo troppo tempo,
stabilire se queste siano precedenti o meno alle
altre (ma il Narratore, a meno che non gli venga
chiesto esplicitamente, non deve mettere il dubbio
ai PG che non si tratti di orme dei prigionieri).
Le cose stanno così: i Nani trovati uccisi nella
radura assieme a Nárin non sono tutti quelli che
componevano la piccola compagnia: come i PG
dovrebbero ormai aver appreso da Orgalad, Nárin
è stato rapito dagli assalitori, ma altri tre Nani
(Frór, Náli e Dòri) non erano lì al momento
dell’agguato ed i Dunlandiani, ammesso che ne
fossero al corrente, ne hanno approfittato per
rapire Nárin. Ora i tre sono decisi a vendicare la
morte dei compagni e liberare Nárin, perciò
stanno seguendo i Dunlandiani alle porte di
Moria.
NB: Lascia credere ai PG che queste tracce
appartengano tutte ai Nani rapiti: questo renderà
più interessante il seguito.
Seguendo le tracce i PG si inerpicano su per le
pendici dei Monti di Bruma, in direzione della
stretta valletta dove si trovano le Mura di Moria
ed il Sirannon forma il misterioso lago (dove,
sappiamo, vive l’Osservatore nell’Acqua).
Il piano di Storr
A circa cinquanta metri dalle Porte di Durin, ma
ben distante dalle acque del lago, si trova il
piccolo accampamento dei Dunlandiani.
Il loro capo infatti, un guerriero conosciuto presso
la sua tribù col nome di Geth lo Scuro, è entrato a
Moria accompagnato da due cacciatori e da una
scorta di Orchi di Lûgash, secondo le disposizioni
di Storr. Quest’ultimo infatti ha intenzione di
rivelarsi solo a Geth e non ai Dunlandiani al suo
seguito: non vuole che tra le tribù del Dunland
qualcuno venga a sapere che il Nemico ha posato
con rinnovato interesse lo sguardo su Moria.
Questa eventualità infatti porterebbe con molta
probabilità a scoprire le proprie carte cogli Elfi e
soprattutto coi Raminghi, particolarmente abili
nel carpire informazioni in ogni angolo
dell’Eriador.
Solo Geth quindi è al corrente del fatto che
Lûgash ed i suoi Orchi hanno un compito da
svolgere a Moria, una specie di “cerca”: è stato
Storr in persona ad ‘ingaggiare’ la tribù per
sorvegliare l’Agrifogliere, assalire il gruppo di
Nani e rapirne il capo.
Geth quindi ha solo una vaga idea di quale sia lo
scopo e la provenienza di Storr, ma si è guardato
bene dal far domande, soprattutto perché l’uomo
ha pagato 50 monete d’oro sonanti e questo lo ha
convinto, non senza molte esitazioni, a vincere
l’inimicizia (o meglio l’odio) che corre tra
Dunlandiani ed Orchi.
Questo è un dettaglio da non sottovalutare
soprattutto se inserito nella figura di orgoglioso
guerriero qual è quella di Geth.
Ora quindi tutto ciò che rimane da fare a Geth è
entrare a Moria ed incontrarsi con Storr poco oltre
l’antica Sala del Ristoro, posta come si ricorderà
(cfr. sezione “La geografia di Moria”) a qualche
ora di cammino spedito nelle profondità di
Khazad-dûm, prima di entrare nella città dei Nani
vera e propria (Nanosterro).
21
Lì ad aspettarlo ci sono Lûgash e Storr, pronti a
“prendere in consegna” il prigioniero Nárin e
tutto ciò che i Dunlandiani hanno sottratto ai
viaggiatori.
La Situazione al campo
In questo momento nel piccolo accampamento,
composto appena da cinque o sei tende, ci sono
circa una dozzina di Dunlandiani (tutti tranne i
tre assenti: Geth e le sue due guardie) seduti
attorno ad un fuoco acceso (è probabile che sia già
l’imbrunire).
Al momento sono riuniti in piccoli gruppetti e
sembrano intenti a dividersi del bottino: alcuni
stanno giocando ad una variante del gioco dei
dadi (un misto tra tavolo verde e ‘braccio di
ferro’); altri invece stanno facendo delle gare di
lotta o lancio del peso nelle acque dello specchi
d’acqua per dimostrare il loro diritto ad avere una
maggior parte del bottino.
E’ noto, come si è già detto, che i Dunlandiani
nutrono un certo odio verso gli Orchi, tuttavia a
qualche decina di metri (comunque ad una certa
distanza dalle Porte) c’è un gruppetto di Orchi,
intenti a parlottare tra loro nella loro lingua
incomprensibile, mangiando della carne di
provenienza molto ma molto dubbia
(probabilmente qualche Orco troppo esile per
sopravvivere a Moria o forse un insubordinato).
Gli Orchi sembrano piuttosto preoccupati dal
fatto che i Dunlandiani stiano lanciando sassi
nelle acque dal momento che conoscono le voci
sull’Osservatore.
Di fianco all’entrata invece, c’è un Orco di
guardia, armato di lancia; la presenza di quella
gente lì vicino tuttavia sembra averlo convinto
dell’inutilità della sua funzione e quindi se ne sta
seduto su una pietra, andando ogni tanto ad
unirsi ai compagni lì vicino.
Le Porte di Durin
I PG capiscono immediatamente che Nárin (e,
secondo loro, circa un altro paio di Nani) sono
stati portati all’interno di Moria. Non
sottovalutare tuttavia, sia ai fine dello scenario
che del rispetto dell’ambientazione, la velata
ostilità che si avverte tra i Dunlandiani e gli Orchi:
concedi ai PG qualche tempo per osservare la
scena ed elaborare un piano per entrare senza che
venga dato l’allarme. Inoltre se i PG sono in
gamba dovrebbero già chiedersi cosa ci fanno lì
dei Dunlandiani e perché hanno attaccato i Nani
per poi portare i prigionieri a Moria: questo
apparentemente non ha alcun senso!
Innanzitutto per cogliere tutti i dettagli esposti
nel paragrafo precedente i PG devono superare
un tiro di Osservare [difficoltà: ardua]. Inoltre per
cogliere la situazione “emotiva” che hanno sotto
gli occhi è necessario superate una prova di
Intelligenza [difficoltà: ardua].
Una prova di Tattica [difficoltà: media]
permette poi di notare che il luogo dove sta
seduta la sentinella, presso le Porte di Durin, non
è visibile a vista d’occhio dal campo dei
Dunlandiani ma solo dal luogo dove stanno
mangiando gli Orchi. Se quindi i PG aggireranno
lo stagno passando lungo la sponda opposta
rispetto alle Mura di Moria, potranno facilmente
sorprendere la guardia alle Porte ed entrare
indisturbati. Se però i PG hanno superato la soglia
di difficoltà ardua per la prova di Tattica, allora il
Narratore può (se non ci sono arrivati) far notare
loro che una alternativa (molto migliore) è quella
di attendere lì vicino che la guardia raggiunga i
compari (come fa ogni mezz’oretta) ed entrare di
soppiatto: in questo modo non sarà dato l’allarme
(cosa che, come detto molte volte, è estremamente
desiderabile a Moria). E’ questo, tra l’altro, ciò che
hanno fatto i tre Nani (Frór, Náli e Dòri).
Per rendere il tutto anche più rischioso si può
scegliere di condire la scena, a piacere, con test di
Nascondersi e Muoversi silenziosamente [difficoltà:
facile] per non essere notati e volendo qualche
prova di Percepire il male [difficoltà: media] per far
avvertire ai PG, con una certa preoccupazione,
uno strano senso d’allarme provenire dallo
specchio d’acqua.
Nota: suggerisco un grado di difficoltà e non un
tiro contrapposto perché sia gli Orchi che i
Dunlandiani si sentono al sicuro e sono anche
indaffarati.
I PG quindi, in un modo o nell’altro, riescono a
varcare le antiche e celeberrime Porte di Durin ed
iniziare il fantastico viaggio attraverso le Miniere
di Moria.
22
Un viaggio nell’ oscurita’
E’ il momento di interrompere un istante, anche
nella sessione, il gioco: è il momento, se lo si
desidera, di introdurre ai giocatori le regole
descritte in questo modulo. Ci sono due motivi
per farlo ora e non in un altro momento: primo lo
scenario risulterebbe rovinato se fin da principio i
PG sapessero di dover entrare a Moria, secondo
perché i giocatori devono avere bene in mente,
d’ora in poi, che si trovano in un luogo unico nella
Terra di Mezzo, un luogo dove il coraggio diventa
follia e la prudenza salvezza. D’ora in poi infatti
entrano in vigore le regole (pur sempre opzionali)
sull’illuminazione e soprattutto sulla Minaccia
(cfr. sezione “Regole supplementari”).
In particolare, da Narratore, consiglio di
sospendere per qualche minuto il gioco e spiegare
bene in cosa consistano queste due regole, in
particolare quale sia lo “scopo” della seconda,
ampiamente esposto nella sezione apposita. Per
far capire di cosa si sta parlando consiglio di
leggere, dopo aver spiegato come si effettuano i
test di Minaccia, un esempio (cioè un possibile
esito) per ogni tabella prevista, possibilmente
senza “bruciarsi” quelle che prevedono un
“evento-sorpresa” ovviamente: questa scelta oltre
ad essere efficace è anche divertente e stuzzica
molto la fantasia (e la strizza) dei giocatori che,
fidatevi, usciranno da questo viaggio ben più
prudenti di prima.
Per quanto riguarda il Narratore mi permetto ora
di dare anche qualche consiglio in modo tale da
non dover ripetere continuamente avvertimenti o
indicazioni, perciò si tenga presente quanto sto
per dire durante tutto lo svolgimento dello
scenario:
Moria è tetra: inserisci sempre nelle
descrizioni elementi lugubri ed ossessivi. I
viaggiatori che l’attraversano sentono sempre
echi di voci o grida d’Orchi da fessure che
restituiscono suoni anche lontanissimi, si
svegliano con ragni ed animali viscidi e ciechi
addosso, sentono sussurri, sensazioni tattili
improvvise, etc… ripetilo spesso: servirà a far
ambientare i PG.
Moria è un luogo antichissimo: ogni stanza,
salone o corridoio deve trasudare la propria
storia millenaria dando un senso di
desolazione e sconforto: desolazione per i
luoghi in generale così cadenti e disabitati,
sconforto e tristezza nel sapere che quegli
stessi luoghi un tempo erano il cuore di
un’attività e di un sapere antichi e fantastici.
Librerie con tomi rosi dai topi ed illeggibili,
armi e scudi rotti, statue e fontane mutilate da
Orchi, volte crollate e così via sono elementi
tipici di questa ambientazione.
Moria è pericolosa ed ossessiva: fai fare molto
spesso (senza esagerare) test di Percezione
perché magari ad un PG è sembrato di sentire
un rumore sordo provenire da quel pozzo
laggiù o gli è parso di cogliere un movimento
in quella balconata lassù... Falli appostare
spesso (cioè fai in modo che siano loro a
proporlo) per mandare qualcuno “a vedere
cosa c’è oltre quella porta” o “in fondo a
quelle scale” e prolunga l’attesa degli altri.
Soprattutto fai usare molto le abilità
Orientamento (per orientarsi in base alla luce
che filtra da un lucernaio o per sapere se da
quel corridoio si torna o meno dove si era
prima), Empatia (con larga accezione),
Memoria (per ricordare se si è già passati in
quel punto), Architettura, Leggende/Storia e
infine Geologia in presenza di fiumi sotterranei
o caverne naturali.
Moria è intricata: non sempre i PG arrivano
dove vorrebbero arrivare (anzi è rarissimo) e
sbaglieranno strada molte volte. Per questo
motivo non ci si preoccupi se nel seguito dello
scenario si fa menzione di alcuni Saloni
specifici (1°,2°,13°,18°,21°): a parte alcuni, in
generale, si può ambientare ogni incontro in
qualunque Livello-Abisso si desideri. Se
quindi da una parte lo scenario prevede
alcuni “luoghi-chiave”, per gli altri la
posizione dei PG a Moria è del tutto
indifferente e pilotarli nel posto desiderato è
molto facile: non sanno dove si trovano (se
non nell’ultimissima parte).
L’illuminazione: durante lo scenario non ho
inserito spesso descrizioni di ambienti
illuminati; questo quindi è compito del
Narratore. Se i PG mostrano una certa
difficoltà negli incontri allora è una buona
idea usare le regole sull’illuminazione a loro
vantaggio e far incontrare loro abbastanza
23
spesso sale illuminate da lucernai, specchi et
cetera; altrimenti viceversa. Non si commetta
l’errore, in definitiva, di attenersi troppo alle
descrizioni (quasi inesistenti del resto).
NB: D’ora in poi con “sentinelle”, “pattuglie” e
“posti di guardia” mi riferisco ai gruppi-standard
d’avversari (cfr. sezione “Moria: Orchi e Goblin”).
Allo stesso modo quando si parla di sale si
possono immaginare normali, ampie camere;
quando invece si nominano i “Saloni” (perlopiù
numerati) si intendono i grandi, immensi saloni di
Moria (cfr. sezione “Geografia”).
Detto questo ogni Narratore faccia, ovviamente,
come meglio crede: è il momento che lo scenario
vada avanti. Vengono qui esposti alcuni nodi
fondamentali per l’intreccio, ma oltre agli
“incontri pseudocasuali” determinati dai test di
Minaccia, ogni Narratore dovrebbe inserire scene
aggiuntive (senza combattimenti) di tipo
esplorativo e non solo.
Il Salone del Ristoro
Cfr. in “Geografia di Moria” il paragrafo “La Via
di Durin” per informazioni su questo salone.
I PG proseguono per molte ore di cammino
diretto, attraverso galleria dell’aspetto più “da
miniera”, senza incontrare nessuno. Senza saperlo
(forse) stanno infatti percorrendo la prima parte
della Via di Durin che collega le due porte di
Moria e che in questo tratto ha un aspetto più
rozzo rispetto alla vera e propria città sotterranea.
Il Salone del Ristoro è il primo grande Salone che
incontrano sul loro cammino. Come si ricorderà in
da questo salone partono tre diversi corridoi: uno
prosegue diritto, uno sale verso l’alto ed uno
scende. Accanto a questo trivio c’è, su un fianco
destro del Salone, quella che una volta era la sala
delle guardie.
Di questa sala non rimane molto e non è possibile
trovarvi nulla di utile: c’è solo un largo pozzo al
centro della stanza, del quale non si scorgono le
pareti o il fondo. E’ in questa sala che sostò la
Compagnia la prima notte nel suo viaggio
attraverso Moria.
Accanto al pozzo ci sono alcuni resti di un
fuoco recente; i PG possono tentare una prova di
Seguire Tracce [difficoltà: difficile] o Caccia
[difficoltà: estrema] per capire che non
appartengono ad un fuoco acceso da Orchi. L’idea
che gli dovrebbe venire subito è che sia stato
acceso dai Dunlandiani, ma non è così: sono stati i
Nani.
Mentre i PG sono curvi sui resti del fuoco una
prova riuscita in Ascoltare [difficoltà: media] gli
permette di riconoscere le voci di alcuni Orchi in
avvicinamento: si tratta di una ‘pattuglia’, diretti
proprio all’antica sala delle guardie che, proprio
per la sua posizione, viene ancora usata allo stesso
fine.
Se qualcuno dei PG è in grado di capire l’orchesco
(qualunque sia il sistema di regole usato per
gestire le lingue conosciute dai PG) ecco le
informazioni che si possono ottenere nei pochi
secondi durante i quali gli Orchi si trattengono nel
Salone del Ristoro prima di entrare nella sala delle
guardie:
Pare che gli Orchi stiano discutendo (se così si
può dire) riguardo uno o più “intrusi”. Il capo
clan, Lûgash, del quale solo ora i PG
apprendono il nome, sembra aver allertato
tutti i guardiani lungo la Via. I PG
probabilmente (con una certa sorpresa)
penseranno si stiano riferendo a loro, ma
ovviamente si tratta ancora una volta dei tre
Nani.
Uno degli Orchi accenna anche ad un “uomo”
(precisamente “l’Uomo”), cioè Storr, il quale
non pare riscuotere molta simpatia dagli
Orchi: essi infatti detestano gli Uomini e
sopportano solo per paura di Lûgash la sua
presenza a Moria.
Lo scontro non è inevitabile a priori: gli Orchi non
intendono sostare più di qualche secondo nella
sala delle guardie: hanno l’ordine di ripercorrere
al contrario la Via di Durin verso le Porte.
Se perciò i PG sono svelti a nascondersi tra i
resti di antiche mobilia marce e ruderi di pietra
(prova di Nascondersi contrapposta a Osservare
degli Orchi) possono evitare il combattimento,
24
anche se è probabile che almeno un PG con poca
Grazia fallisca la prova.
Comunque vada i PG possono riprendere il
cammino scegliendo uno dei tre tunnel che
partono dalla stanza. Per proseguire lungo la via
di Durin i PG dovrebbero (così ho supposto)
prendere quello centrale, ma la quasi totale
assenza di tracce (per via della pavimentazione in
pietra, qui come in tutta Moria) non consente ai
PG di avere indizi in più.
NB: Questo varrà per tutta Moria! Preciso inoltre
che il viaggio attraverso Khazad-dûm non
dovrebbe durare meno di tre giorni.
Il prigioniero
Si è accennato solo un paio di volte (per non
confondere troppo il Narratore con tanti nomi) ad
un compagno di Storr: Erland (=”straniero”).
E’ il momento di introdurre questo personaggio
importante per lo scenario: Erland è uno Stregone
inviato dal Nemico proprio per “sorvegliare”
l’operato di Storr il quale, come si è detto
nell’introduzione, ha goduto di una certa liberta
nell’elaborare questo piano ai danni dei Nani. Il
Nemico tuttavia non è solito premiare con fiducia
i propri servitori, ancor meno i più abili, perciò ha
inviato Erland come “garanzia” di successo.
Questo ha consentito a Storr di esercitare con
maggior forza la propria autorità sugli Orchi di
Moria. E’ stato detto infatti che tali tribù sono in
un certo qual modo “più libere” dal giogo di
Sauron (e lo si è visto ne “Il Signore degli Anelli”);
ciò continua ad esser vero, ma allo stesso tempo
esse lo temono grandemente e non
disobbedirebbero mai deliberatamente ad una sua
esplicita volontà (o un suo servitore che
padroneggi perfino la Stregoneria).
Ma veniamo ora al titolo del paragrafo: Erland,
aiutato da alcuni Orchi, ha catturato finalmente
uno dei tre Nani intrusi, Dòri. Questi si trovava
con i due compagni Frór e Náli quando si è
imbattuto in una pattuglia di Orchi al Secondo
Livello. I Nani hanno avuto presto la meglio ma
nella fuga successiva (stavano arrivando i
rinforzi) lo sfortunato Nano è inciampato ed è
finito in un’apertura che si apriva sul pavimento
di un corridoio, finendo in un cunicolo
sottostante. Una volta separato dai compagni è
stato facile preda di una delle pattuglie di Moria.
Erland e gli Orchi hanno interrogato e torturato il
Nano fino alla morte, ma non hanno saputo nulla
da lui. Ora però i PG si apprestano ad entrare
proprio nella stanza (una vera e propria antica
prigione) dove si trovano ancora il povero Nano,
morto, ed i suoi aguzzini.
Questa volta l’incontro è inevitabile: gli Orchi
sentono i PG che s’avvicinano (il Narratore può
tranquillamente “barare” in tal senso) e decidono
di farsi avanti per primi cercando di sfruttare la
sorpresa. Tuttavia hanno fatto male i conti: il loro
numero è pari ad una pattuglia-1: un numero ben
al di sotto della portata del gruppo.
La prigione non ha altre uscite e così, vedendosi
spacciato, Erland si è incatenato un polso al muro
utilizzando uno dei vecchi, tipici anelli con catena
da prigione che erano ancora buoni: in questo
modo si farà passare per un prigioniero catturato
in Eregion mentre era in viaggio per Tharbad. Per
rendere la sua storia più convincente racconta di
esser stato catturato da una banda di Dunlandiani
che avevano appena assalito un gruppo di Nani,
dei quali faceva parte quel poveretto (se gli viene
chiesto dice che i prigionieri furono due o tre: è
ciò che effettivamente Erland sa).
Erland dichiara di essere uno storico, in viaggio
nell’Agrifogliere per visitare i resti di Ost-in-
Edhil. La sua guida, dice, è stata uccisa, ma non
ha idea del perché lui sia ancora in vita e prega i
PG di liberarlo e di lasciarlo venire con loro.
Le catene si possono facilmente rompere,
essendo molto vecchie, con una prova di Forzare
[difficoltà: difficile] o Forgiare [difficoltà: ardua]
per saper trovare un anello debole adatto allo
scopo.
Ci sono però alcune cose che possono indurre in
sospetto i PG ma il Narratore non deve
minimamente farne accenno: innanzitutto non
trovano né addosso agli Orchi né nella stanza le
chiavi che aprono il lucchetto delle catene, inoltre
Erland non ha nemmeno una ferita.
Personalmente sconsiglio al Narratore di
concedere ai PG alcuna prova di Intelligenza o
altro: anzi dovrebbe in tutti i modi rendere la
storia dell’uomo convincente, soprattutto con
l’interpretazione. A questo scopo inoltre è teso il
prossimo paragrafo.
25
Il Tredicesimo Salone
Questo incontro serve per indurre i PG più
diffidenti a fidarsi di Erland. Egli è un buon
mentitore ( ) ma i PG, quasi per natura direi,
sono diffidenti; ecco allora che per far riuscire
appieno lo scenario serve loro un piccolo aiutino.
I PG arrivano al Tredicesimo Salone, al Quinto
Livello. Si faccia conto che questo Salone si trovi
ad uno degli accessi del Livello: per questo
motivo esso ospita un posto di guardia.
Non appena uno dei PG dichiara di mettere
piede nel salone (dalle scale, passaggio, o
qualunque altro modo d’accesso) il Narratore
deve far tirare per una prova di Individuare
trappole, quando ormai è troppo tardi per
fermarsi.
Erland ovviamente farà finta di scoprire or ora,
all’ultimo istante, la cordicella collegata ad una
campanella che il PG stava per azionare e lo
tratterrà alle spalle. Fermatisi in ascolto per
qualche istante, i PG sentiranno poi degli Orchi in
arrivo, in numero consistente, che transiteranno
per il Salone senza fermarsi.
Nota che gli Orchi sono guidati da Lûgash in
persona, distinguibile poiché, come sempre
accade presso questa razza, è l’Orco più grande di
tutti.
Erland non ha agito così solo per garantirsi la
fiducia dei PG: in quella situazione con tutta
probabilità gli Orchi avrebbero attaccato tutti
indistintamente, senza riconoscere o badare alla
sua identità.
Geth
Geth ed i due (in caso tre) Dunlandiani di scorta si
trovano da qualche parte nei Livelli, in verità a
non molto cammino dal Salone del Ristoro (ma i
PG potrebbero impiegare anche diverse ore da
quando lo hanno lasciato per arrivare qui). Geth
infatti, come i PG hanno appreso, è rimasto
qualche ora in più a Moria (dopo aver consegnato
il Nano ed il bottino) perché vuole una parte più
grossa. Egli infatti incontrandosi con Storr è
venuto a sapere del tesoro che l’uomo sta
cercando.
Al momento i Dunlandiani si trovano in una
grande sala circolare con un doppio circolo di
imponenti colonne, in attesa dell’arrivo di Storr.
I PG devono vincere una prova di
Nascondersi/Muoversi silenziosamente contrapposta
a Osservare/Ascoltare dei Dunlandiani per non
essere uditi (è meglio se il Narratore tiri in segreto
le prove per i PG, ancora meglio se si è segnato in
anticipo i loro punteggi di Nascondesi). Se i PG
vincono potranno sentire le voci dei Dunlandiani
e reagire di conseguenza (ma non evitare di
passare per quella stanza… le scuse sono
innumerevoli), altrimenti, viceversa, saranno i
Dunlandiani a tendere un’imboscata.
Lo scontro in questa sala dovrebbe essere molto
movimentato ed atipico: comunque siano andate
le cose i Dunlandiani si divideranno ognuno per
suo conto e usando le colonne come riparo
attaccheranno di continuo i PG con i loro archi
corti o giavellotti, mantenendosi sempre in
movimento. Per contro i PG dovranno o
rispondere con armi a distanza o cercare di
ingaggiarli in corpo a corpo; in ogni caso il tutto
dovrà essere gestito con combattimenti singoli
(1o2 PG vs 1 Dunalaniano) come una sorta di
nascondino. Alla fine, con una manovra di
accerchiamento e qualche stratagemma, i PG
dovrebbero riuscire a battere i Dunlandiani.
Ricorda che Geth non deve morire in
combattimento: morente, avrà un breve colloquio
coi PG col quale poter rivendicare per sé una
caratterizzazione appena un po’ più complessa
del tipico Dunlandiano che spesso si utilizza.
Geth infatti, sebbene covasse già prima questi
pensieri, sente di aver tradito il proprio onore
mischiandosi con gli Orchi e con Storr, ancor più
perché accecato dall’oro. Ritrovando il suo
orgoglio di guerriero intende sdebitarsi ed in
questo modo il gruppo può sapere che:
Geth è stato ingaggiato da uno straniero di
nome Storr per assalire la carovana dei Nani,
rapirne il capo e trafugare tutti i libri, cartine
di Moria e quant’altro avesse trovato.
26
Storr sta cercando il non meglio precisato
“Tesoro di Durin” per poterlo consegnare al
Nemico in modo da fiaccare l’orgoglio e la
determinazione dei Nani della Stirpe di
Durin. A questo gli serviva quel materiale: gli
Orchi non sembrano per nulla buoni ad
incarichi di questo tipo e non tracciano
mappe. In tutti questi anni non lo hanno mai
trovato (è il caso di accennare anche ai PG
della detta “autonomia” degli Orchi di
Moria).
Storr, forte dell’autorità del Nemico (sulla
quale Geth ha solo una vaga idea in verità), è
aiutato dalla più grande clan di Orchi di
Moria: il clan di Lûgash. Una prova di
Memoria [difficoltà: media] permette ai PG di
intuire che si tratti del grande Orco visto nel
Tredicesimo Salone.
Storr ha posto la sua base nel Diciottesimo
Salone, al Sesto Livello.
Geth inoltre consegna ai PG alcuni oggetti
d’oro di fattura nanica rubati nel carro di
Nárin. Egli supplica, mentre non riesce quasi
più a parlare, di “restituirli a Durin”, quindi
muore portando al petto l’elsa della pesante
spada. I PG per ora possono solo supporre
cosa intendesse con quelle parole, ma lo
scopriranno quando sarà il momento.
NB: Si noti, ovviamente, che Geth non conosce
Erland ed anzi non era al corrente che Storr fosse
accompagnato da un altro Uomo.
La tomba
I PG, allontanatisi velocemente dalla zona, si
trovano ora a passare per un’area che non pare
esser stata frequentata molto dagli Orchi, almeno
non negli ultimi anni.
In questa zona il buio è così fitto che le luci dei
torce dei PG sembrano quasi far fatica a vincerlo.
Dopo qualche minuto di cammino si ritrovano in
una sala di grandi dimensioni (più ridotte di
quelle di un Salone però), dalle pareti, colonne e
volta finemente scolpite.
I PG hanno la sensazione si tratti di un luogo
decisamente importante, ed infatti i PG si trovano
proprio in una delle aree adibite a sale funerarie
dai Nani di Khazad-dûm.
I Nani (è questa un mio parere) seppellivano i
defunti in aule apposite, dentro tombe di pietra
(ne è del resto un esempio la tomba di Balin). Essi
infatti credevano in principio che morendo
sarebbero tornati alla terra ed alla roccia da cui
erano stati generati, ma ora sono propensi a
credere che Aulë il Creatore, che loro chiamano
Mahal, li attenda in aule separate di Mandos.
Su quella sala si aprono molte porte, quasi
tutte serrate da pesanti lastre di pietre e ferro. Una
prova di Intelligenza [difficoltà: ardua] o
Leggende/Storia [difficoltà: difficile, tranne che per
un Nano, per il quale la soglia è facile] consente ai
PG di capire infine la natura del luogo e delle
molte porte serrate.
Solo due di queste porte sono libere: una è l’uscita
(oltre quella dalla quale provengono i PG) e di
fianco all’altra giacciono a terra i resti di quella
che doveva essere la lastra di pietra che la serrava,
ora divisa in due pezzi.
Una test superato di Architettura [difficoltà:
normale] rivela che quella pietra deve essersi
spaccata a metà a causa di violenti movimenti
sismici.
Si tratta della tomba di Durin III, risalente alla
Seconda Era. Durin fu il signore di Khazad-dûm
nei giorni in cui tra i Nani e gli Elfi di Ost-in-Edhil
v’era grande amicizia: furono quelli gli anni di
Narvi e Celebrimbor, i quali forgiarono insieme le
Porte di Moria, e della distruzione dell’Eregion
per mano di Sauron (cfr. sezione “La storia”).
Sempre a Durin III Celebrimbor donò uno degli
Anelli di Potere, il quale cadde (o cadrà) in mano
al Nemico solo nel 2845 TE, strappato a Tháin,
prigioniero a Dol Guldur.
Nella camera funeraria i PG trovano una
piccola tomba in pietra (come quella di Balin),
sulla quale tuttavia sono raffigurate alcune scene
che permettono infine, grazie ad una prova di
Leggende/Storia [difficoltà: ardua], di scoprire chi
vi sia deposto.
Nella stessa camera ci sono altri arredi di pietra ed
i PG trovano in particolare due scrigni, anch’essi
di pietra e ferro, deposti accanto alla tomba. In
questi vi sono praticamente solo qualche moneta
27
d’argento (probabilmente furono depredati anni
prima) ed alcuni oggetti di modesto valore ma che
possono rivelarsi utili. Potrebbe trattarsi ad
esempio di armi, una corda resistentissima, un
elmo nanesco che conferisce un bonus ad
Intimidire contro gli Orci et cetera.
Se il Narratore intende tentare i propri giocatori si
può far ritrovare anche dell’oro o armi preziose,
ma i PG non dovrebbero toccarle, memoria delle
ultime parole di Geth.
Di notte
Quella notte (che, se questa è la prima volta che i
PG si accampano per dormire, sarà probabilmente
il pomeriggio del giorno dopo, ma tanto è
uguale), Erland fuggirà per raggiungere Storr ed
informarlo che altri intrusi sono sulle sue tracce.
Per questo egli attenderà il turno di guardia di
uno qualsiasi tra i PG ed userà un sortilegio di per
allontanarsi indisturbato (ovviamente il Narratore
deve in caso deve barare sul tiro di Resistenza del
PG, pregando che questo non sia troppo alto).
Ad ogni modo i PG si accorgeranno troppo tardi
della sparizione (o tradimento) di Erland. A
fugare ogni dubbio sulle intenzioni dell’uomo
ecco che, a circa mezz’ora dal fatto, si cominciano
ad udire dei tamburi negli Abissi di Moria,
ripetuti subito per tutti i Livelli. Poco dopo un
gran frastuono si avvicina ed i PG capiscono che
un gran numero di Orchi sta per arrivare. E’ il
caso di darsi ad una fuga precipitosa.
NB: Si avvertano i PG che d’ora in poi ogni tiro di
Minaccia avrà una penalità pari a –1 (cioè il GdM
sarà aumentato di 1).
I Nani
Quando l’inseguimento è ormai finito i PG,
esausti, si nascondono da qualche parte per
qualche ora a riprendere fiato e lasciare che le
acque di calmino.
Dopo essersi rimessi in viaggio per un paio d’ore
(in salita) relativamente tranquille, alla ricerca di
un modo per raggiungere il Sesto Livello dove
hanno appreso da Geth trovarsi il diciottesimo
Salone, i PG fanno un altro importante incontro:
Frór e Náli.
I due Nani sono allo stesso modo dei PG alla
ricerca del Diciottesimo Salone: essi hanno seguito
di soppiatto Geth (essendo riusciti ad intrufolarsi
a Moria subito dopo l’ingresso dei Dunlandiani
col prigioniero Nárin) ed hanno carpito
l’informazione sul luogo in cui viene custodito il
prigioniero, cioè il Diciottesimo Salone appunto.
NB: Nota quindi che i Nani ancora non sanno che
ci sia Storr dietro tutta la faccenda.
Ecco come si svolge l’incontro: I PG pensano,
secondo i loro calcoli, di trovarsi al Quarto
Livello. Per raggiungere il Quinto Livello hanno
trovato una larga scalinata, ma è pesantemente
sorvegliata da alcuni Goblin, Orchi ed un Troll ed
hanno dovuto desistere per cercare un altro punto
d’accesso. Hanno quindi trovato una seconda
scala, piccola ed a chiocciola, che tuttavia è
anch’essa sorvegliata da un posto di guardia. La
sorveglianza è tuttavia molto inferiore di quella
presente presso l’altro accesso, perciò è probabile
che i PG stiano già elaborando qualche piano per
eliminare quelle guardie.
Proprio mentre il paino è in atto (e magari uno o
più PG stanno strisciando silenziosamente per
raggiungere postazioni favorevoli nella sala) un
grosso masso, forse un grosso, antico capitello,
precipita dall’alto finendo proprio per schiacciare
quasi tutte le guardie (es: tre su cinque). Gli ultimi
Orchi rimasti vengono poi atterrati da un grande
dardo di balestra ed un’ascia da lancio.
Eliminate le guardie i Nani lanciano grida di
vittoria (“Khazaaad!”) e con delle corde si calano
dalla balconata dalla quale è precipitato il masso.
Sta ora ai PG uscire allo scoperto senza essere
presi ad asciate da due fieri discendenti di Durin
il Senzamorte assetati di vendetta ☺.
Raccomando l’utilizzo di prove di Ispirare
Amicizia [difficoltà: difficile] e Oratoria [difficoltà:
ardua] da parte di PG e magari Percepire il Male
[difficoltà: ardua] da parte dei Nani.
Informazioni dai Nani
I due Nani hanno alcune mappe di Khazad-dûm
che avevano con sé al momento dell’agguato al
carro e che quindi non sono state trafugate dagli
assalitori; in questo modo, una volta che i PG ed i
Nani abbiano appurato le sincere intenzione degli
altri, la marcia attraverso Moria potrà proseguire
ben più svelta.
Per usufruire del vantaggio fornito dalle mappe
è necessario superare una prova di Orientamento
[difficoltà: difficile, che può diventare ardua se si
28
supera una prova preliminare di Architettura con
soglia media].
Ecco inoltre cosa apprendono i PG:
Frór racconta ai PG dell’assalto, del rapimento
di Nárin e di come lui, Dòri e Náli, tornati al
campo, abbiano subito capito cosa era
successo e di come si siano messi sulle tracce
dei Dunlandiani.
Frór, preso dallo sconforto, piange per la certa
morte di Nárin e, dopo aver brevemente
parlato di lui, accenna a come ci tenesse a
tornare a Moria, dove la sua famiglia un
tempo era molto rispettata. Di sfuggita dice
anche (col tono che si riserva di solito agli
elogi di un defunto compagno) che il suo
sogno era ritrovare un antico manufatto, un
medaglione d’oro con incisa una grande
incudine, emblema della sua famiglia.
Raccomando tuttavia al Narratore di essere
più che breve in proposito.
Durante il colloquio inoltre, non appena i PG
fanno menzione di Storr e del suo intento di
rubare il Tesoro di Durin, i Nani impallidiscono
improvvisamente e Frór per la rabbia scaraventa
un’ascia contro il moncone di una statua con tale
violenza che la roccia va in mille pezzi con un
gran fracasso tale che i PG sicuramente si
metteranno le mani nei capelli per il timore di
essere uditi.
Dopo essersi calmato Frór racconta ai PG di
conoscere bene Storr. Ecco cosa riferisce su di lui:
Storr (=”grande uomo”) viene da Esgaroth. Si
presentò alla corte dei Nani (dovunque essa
sia: cfr. introduzione) circa due anni prima. Si
era sempre mostrato come un uomo di grande
forza, ingegno e coraggio, tutte doti che lo
hanno reso ben presto ben voluto tra i Nani,
di solito molto diffidenti. I suoi consigli sono
stati sempre saggi e grazie ad essi i Nani
hanno potuto trarre grande vantaggio, perfino
contro le mosse del Nemico.
Storr ogni tanto si assentava per uno o due
mesi, ma Frór ha sempre pensato che tornasse
 ad Esgaroth o avesse altri affari da sbrigare
lungo l’Anduin (evidentemente non era lì che
si dirigeva: andava ad incontrarsi con
emissari di Sauron per ricevere istruzioni e
riferire sui progressi, ma questo è compito dei
PG intuirlo).
Frór ricorda che ad un certo punto, non meno
di un anno prima, aveva preso piede tra i
Nani l’idea di ritornare a Moria, e le antiche
storie e ballate sull’immenso splendore di
Khazad-dûm e del suo mithril erano diventate
più insistenti, a tal punto che sei mesi dopo si
prese la decisione di incontrare gli esuli della
Stirpe di Durin che abitavano nei Monti
Azzurri e scambiare con loro informazioni,
tomi, mappe e quant’altro potesse aiutare a
pianificare un ritorno a Moria. Come luogo
d’incontro era stata scelta l’Ultima Casa
Accogliente e così loro, guidati da saggio e
sapiente Nárin, erano partiti passando i monti
proprio al valico sopra Moria in quanto l’Alto
Passo, ad Est di Imladris, era sorvegliato in
modo massiccio dagli Orchi (per volontà di
Sauron naturalmente). In definitiva i PG (ed i
Nani oramai) devono capire che è stato Storr a
mettere in giro queste voci oppure, più
verosimilmente, che è stato lui, preoccupato
da questo proponimento dei Nani, ad
organizzare l’agguato in modo da non solo
sventare il piano dei Nani ma rubare anche il
Tesoro di Durin.
NB: Se la spedizione di Balin (2989-2994 TE) è
vicina temporalmente ma precedente, Frór dirà
che anche essa fu determinata da questo
rinnovato proponimento diffusosi tra i Nani dei
Colli Ferrosi, ma che non ne conosce l’esito; se
invece è vicina ma successiva, Frór dirà che anche
altri stanno progettando di tornarvi. In entrambi i
casi il Narratore può tranquillamente ricordare ai
PG la coraggiosa e tragica spedizione.
Gandalf infatti, durante il viaggio della
Compagnia, pare saper fin dall’inizio quale fu
l’esito di quella spedizione ma fino all’ultimo
spera di trovarvi i Nani: questo perché mai nessun
Nano della compagnia di Balin riuscì ad uscire né
qualcuno ad entrare per cercarli: sebbene quindi i
giocatori sappiano quale sia la sorte toccata a quei
Nani, i PG devono poter pensare che, sempre a
Moria ma in qualche Salone o sezione
riconquistati, Balin regni ancora sovrano sulla
propria colonia.
29
Un sospiro di sollievo
E’ giunto il momento di concedere ai PG un
sospiro di sollievo. Con tutta questa tenebra,
questo orrore e questi pericoli i personaggi
avranno ormai esaurito ogni loro risorsa. Per
questo occorre concedere loro la possibilità di
riposare ma soprattutto recuperare un po’ di
Punti, Mana, Fatiche o quanto sia previsto dal
regolamento. Si possono utilizzare a tele
proposito anche alcune ore, approfittando
dell’innaturale calma che regna a Moria.
Khazad-dûm è inoltre un luogo che ospita sia
bellezze naturali incredibili sia fucine, luoghi di
antico sapere (non più biblioteche purtroppo) e
storia.
Il Diciottesimo Salone
Il Diciottesimo Salone è uno dei più maestosi
dell’intera Khazad-dûm. Al centro di questa, con
chiaro intento auto-celebrativo proprio di ogni
emissario del Nemico che si lasci prendere la
mano dalla propria autorità, Storr ha posto la
propria dimora.
Della mobilia è disposta quasi in cerchio, sopra un
enorme tappeto di decine di metri quadrati chissà
come conservatosi quasi intatto. Qui ci sono anche
tavoli carichi dei vecchi libri trafugati dai Nani,
uniti a ciò che Storr e Lûgash sono riusciti a
trovare (poca roba, poiché gli Orchi non sono
affatto pratici di tomi e scrittura e non gli prestano
alcun conto e attenzione).
Poco distante c’è un Orco, da solo, che fa la
guardia ad una piccola gabbia arrugginita, dove è
tenuto prigioniero il vecchio Nárin, stremato per
le ferite e torture ma ancor più per l’umiliazione e
la tristezza nel vedere ogni speranza di tornare a
Moria tradita, per di più per propria ingenuità.
Il vecchio nano sarà rincuorato nel vedere Frór e
Náli ancora vivi e piangerà per i compagni morti.
Ancor più sarà felice di conoscere i PG ed
apprendere così che Mastro Elrond ed i Nani dei
Monti Azzurri, suoi ospiti, sono venuti a
conoscenza della sorte loro toccata. Affida quindi
loro il compito, se lui non uscirà vivo da Moria, di
trovare un modo per mettere in guardia il Popolo
di Durin, quindi ripete loro le stesse parole che
Dáin Piediferro disse a re Tháin dopo la battaglia
di Azanulbizar nel 2799 TE (se questa data è già
passata, altrimenti le pronuncia senza richiamare
la vicenda) nei pressi del Mirolago:
“Il mondo deve cambiare e un altro potere deve arrivare
prima che il Popolo di Durin possa tornare di nuovo a
Moria”
Ecco le informazioni di cui possono venire a
conoscenza durante il breve colloquio col vecchio
nano:
Storr non avrebbe avuto tanta autorità sugli
Orchi di Lûgash se il Nemico non avesse
inviato, per sostenerlo e sorvegliarlo, uno
stregone oscuro, di cui però Nárin non
conosce il nome.
Dopo aver studiato per due giorni i libri e
dopo aver lungamente interrogato alcuni
esploratori di Lûgash (che tuttavia, come
detto prima, sono poco sensibili a discorsi su
mappe, libri e cose del genere), Storr si è
recato nel Ventunesimo Salone, al Settimo
Livello, dove, ha dichiarato, si trova la chiave
per aprire la stanza del Tesoro di Durin.
Nárin, sebbene non ci sia mai stato, conosce
fin troppo bene i racconti ed i canti su
Khazad-dûm per non ricordare che dal
passaggio a Nord di quel Salone si arriva
nella Camera di Mazarbûl (cfr. “La geografia
di Moria”).
Fuga!
La conversazione viene interrotta dall’arrivo
improvviso di Lûgash con una nutrita banda di
Orchi (senza esagerare). Nárin urla subito
all’indirizzo dei PG e degli altri due compagni di
lasciarlo lì e di raggiungere il Ventunesimo Salone
per fermare Storr ed il suo spregevole
proponimento, ma sia Frór che Náli si oppongono
con vigore e, rivolti ai PG, li esortano in fretta e
furia di ascoltare le parole di Nárin e fermare
Storr, quindi si lanciano contro gli Orchi
brandendo le loro asce.
Ai PG quindi non resta che fuggire via
approfittando della copertura offerta dai due
Nani.
30
Il Ventunesimo Salone
E’ il grande Salone dalle pareti nero-lucido dove
la Compagnia trascorse l’ultima sua notte a Moria.
Presenta quattro porte, una per lato. Da quella Est
si imbocca una profondissima scala a spirale
attraverso la quale (lo dimostrò la Compagnia
stessa) si può raggiungere il Secondo Salone sul
Primo Livello e da lì il Ponte di Khazad-dûm. La
porta ad Ovest conduce ad altri ambienti dello
stesso Livello mentre quella a Nord nasconde la
Camera di Mazarbûl, illuminata da un fascio di
luce proveniente da una finestra remota della
parete Est del Salone. La porta a Sud invece è
quella da cui vengono i PG (porta indietro al Sesto
Livello).
Si ricordi l’avvertimento fatto: i PG non devono
poter entrare nella Camera di Mazarbûl e vedere
la tomba di Balin (a meno che non si giochi prima
del 2989-2994 TE).
Nel Salone, accanto alla porta Nord, si trovano
alcuni Orchi di guardia: sembra che i PG siano
arrivati tardi e che Storr sia già nella Camera di
Mazarbûl.
Tra gli Orchi c’è anche un’altra figura nella
quale i PG riconoscono, con una prova di
Osservare [difficoltà: media] Erland. Un ulteriore
test di Intelligenza [difficoltà: ardua] consente ai
PG di notare anche il rispetto unito più che altro a
timore che gli Orchi manifestano nei confronti di
Erland. Se ne può dedurre quindi (se i PG non lo
hanno già capito) che questi deve godere di una
certa autorità e che sia lui lo stregone misterioso
cui accennava Nárin.
Per varcare la porta Sud ed avvicinarsi al centro
del grandissimo salone colonnato senza farsi
scoprire, i PG devono vincere un test
contrapposto di Osservare/Ascoltare contro
Nascondersi/Muoversi silenziosamente. Se anche solo
uno del gruppo dovesse fallire la prova allora i
PG dovranno fermarsi molto distanti dal centro
del Salone per non farsi scorgere da alcuni Orchi
che si sono allontanati dai compagni per venire,
distrattamente per la verità, a controllare. Tienine
conto nella scena che segue.
Qualche minuto dopo infatti Storr emerge
correndo dal passaggio luminoso a Nord. I PG
sono comunque molto distanti ma l’eco del
grande Salone permette loro di carpire alcune
parole: “chiave…, tesoro…, corona… (ed in caso:
Balin)”. Sembra quindi che Storr abbia trovato ciò
che cercava.
Radunata quindi la truppa di Orchi (compresi i
pochi che, eventualmente, si stavano avvicinando
ai PG), tutti loro prendono il passaggio ad Est,
diretti alla scalinata. I nemici sono ancora troppi
ed i PG si devono quindi accontentare di seguirli.
Un test riuscito di Osservare [difficoltà: difficile]
fa notare ai PG che Storr tiene in mano un vecchio
e logoro sacchetto. Cosa ci sia dentro, se una
chiave o altro, non è possibile scoprirlo da così
lontano.
Caccia al tesoro
La truppa di Orchi assieme a Storr ed Erland
impiegano quasi un’ora e mezzo per ridiscendere
fino al Secondo Livello. La scalinata non è sempre
continua: ogni tanto si deve passare per stretti
corridoi o larghe sale delle guardie. Per rendere
più avvincente la cosa Storr e gli altri potrebbero
passare attraverso aree sorvegliate per cui i PG
dovrebbero escogitare qualche stratagemma per
poter continuare a seguire gli Orchi.
Arrivati però al Secondo Livello Storr ed il suo
seguito incontrano un ingente posto di guardia,
proprio in una stretta sala che costituisce un
passaggio obbligato per continuare a scendere la
scalinata, formato da un gruppetto di Goblin ed
un grande Orco con un grosso copricapo.
Storr ed Erland si fermano per un attimo a
parlottare in disparte: con una prova di Osservare
o un test di Intelligenza [difficoltà: ardua] i PG
riescono a capire che non vogliono farsi udire
dagli Orchi: probabilmente stanno parlando
dell’ubicazione del Tesoro, secondo ciò che Storr
ha scoperto e trovato. Finito il colloquio privato
Erland comanda a tutti gli Orchi che li seguono di
rimanere al posto di guardia: d’ora in poi loro due
proseguiranno da soli. Detto questo essi
riprendono a scendere verso il Primo Livello.
Tale, infine, si rivela il capolinea per i PG: la via è
bloccata e non resta che risalire per un tratto e
cercare un’altra strada per raggiungere il Primo
Livello.
31
Intrappolati!
Purtroppo, mentre i PG sono impegnati in una
corsa contro il tempo per trovare una via verso il
Primo Livello (eventualmente aiutati dalle mappe
di Frór che Náli), ecco che si imbattono in Lûgash
e la sua banda. La rotta, proprio nel momento
meno opportuno, è inevitabile.
Il Narratore giochi per un po’ al gatto e al topo
coi PG, magari impegnandoli in prove di Corsa,
ma infine l’unica possibilità di salvezza gli si
presenterà sarà trovare una spaziosa stanza
circolare con due ingressi, dove sono ancora al
loro posto delle pesanti porte di legno, sebbene
rovinate e spaccate. La stanza ha l’aria di
un’antica forgia.
L’idea che subito verrà ai PG sarà quella di
sfruttare il proprio vantaggio per serrare la porta,
quindi fuggire attraverso la seconda uscita.
Sarebbe naturalmente una buona idea se, proprio
appena la porta è stata chiusa e bloccata con aste e
macigni, i PG non si rendano conto che altri Orchi
guidati da Lûgash, forti della conoscenza di quei
tunnel, non stiano per irrompere dalla porta
opposta.
L’unica scelta, ancora è una volta, è quella di
serrare l’uscita (magari dopo aver rallentato con
armi da lancio uno o due Orchi che già
spuntavano in fondo al corridoio). I PG sono
intrappolati!
In verità esiste un’altra uscita: al centro della
camera circolare c’è uno stretto pozzo con un
piccolo argano: i PG possono calarsi dalla corda
(meglio se la sostituiscono, direi) e guadagnare
così minuti preziosi sugli inseguitori.
Nell’istante in cui i PG stanno già cominciando a
calarsi nella stanza inferiore (e solo ora), a circa
una ventina di metri sotto il piano del pavimento,
uno di loro nota qualcosa che non aveva ancora
notato nell’osservare l’antica forgia: in una nicchia
nella parete c’è una piccola ma salda grata di ferro
e dietro questa un largo medaglione d’oro, che
risplende ai raggi delle loro torce. Il gruppo
capisce subito si tratti del medaglione cui aveva
accennato Frór: la reliquia della famiglia di Nárin.
I PG quindi, se lo vogliono, possono decidere di
recuperare il medaglione. Questo non è affatto
indispensabile ed inoltre farà perdere loro molto
tempo.
Da questo momento i PG hanno 6 round a
disposizione, poi gli Orchi irromperanno
buttando a terra le pesanti porte. Questo significa
che hanno 4 round per prendere il medaglione
(altri 2 per scendere).
Prendere l’oggetto non è tuttavia un’impresa
semplice: la grata è innanzitutto protetta da una
trappola, individuabile con una prova riuscita di
Individuare trappole [difficoltà: ardua]. Inoltre,
dopo aver disattivato la trappola (che blocca il
braccio del ladro alla parete, come la famosa scena
dei ‘Goonies’), il PG deve forzare la piccola
serratura arrugginita riuscendo in un tiro di
Scassinare serrature [difficoltà: difficile] o Forzare
[difficoltà: estrema]. Nella stanza, se i PG la
frugano, ci sono delle vecchie ma resistenti aste di
ferro. Se i PG le usano come leve la soglia di
Forzare scende a ‘difficile’ (idem se usano armi,
ma queste si piegheranno o incrineranno
causando in futuro un malus all’attacco. Un
fabbro potrà poi risistemarle).
Quando i PG arrivano al Ponte, dopo aver passato
il Secondo Salone, Storr è già a metà dello stretto
passaggio. Con sé ha ancora ciò che i PG
sospettano essere la chiave (forse in senso lato!) di
cui aveva parlato Nárin. Questo tuttavia resterà
loro ignoto: l’unico modo per fermare Storr dal
raggiungere il posto di guardia che i PG scorgono
dall’altra parte del ponte (e quindi la salvezza) è
colpirlo almeno una volta con armi a distanza;
una volta ferito (anche se protetto dall’armatura)
Storr inciamperà e precipiterà già dal Ponte di
Khazad-dûm, scomparendo nell’oscurità. In
questo modo il segreto sull’ubicazione del Tesoro
di Durin sarà salvo.
Ai PG non resta che raggiungere ora il Ponte:
l’unica via di salvezza per i PG è affrontare gli
Orchi al posto di guardia e raggiungere così il
Primo Salone e l’uscita.

Mentre si trovano sullo stretto passaggio,

Il Ponte di Durin
Dopo essersi calati i PG continuano la fuga e ben
presto non avranno più idea di dove si trovano.
Dopo circa mezz’ora di cammino (o corsa) alla
cieca il gruppo arriva in uno corto corridoio che
termina in una stretta scala che sale verso l’alto;
non avendo altra scelta i PG la imboccano.
sospesi sopra al vuoto, ciascuno dei PG ha la
possibilità di effettuare un tiro di Memoria
[difficoltà: ardua]. Se ha successo ricorderà le
parole di Geth: “restituirli (gli oggetti d’oro) a
Durin”. Se i PG vogliono esaudire l’ultimo
desiderio del guerriero devono gettare il sacchetto
nelle profondità della terra (una prova di Senso
dell’Onore può aiutare).

Caso vuole che i PG, senza saperlo, si trovino ora

nel Primo Abisso e stiano salendo verso il
Secondo Salone che si trova al Primo Livello Corni ai Cancelli
(erano scesi troppo!). Dall’altra parte delle scale
I Cancelli sono a portata di mano: finalmente i PG
Storr ed Erland stanno scendendo: quando i due
vedono fuori il sole brillare e sentono l’aria fresca
gruppi si incontreranno Storr fuggirà
farsi strada nei loro polmoni. Resta però da
immediatamente indietro verso il Secondo Salone
vedersela con gli Orchi e Goblin al posto di
mentre Erland impegnerà il gruppo con la sua
guardia e questo, forse, sarebbe troppo da
Stregoneria. Il duello è all’ultimo sangue ed
chiedere a dei PG (e giocatori, scommetto) esausti
Erland userà al meglio tutti i suoi poteri.
ed ossessionati dall’oscurità di Khazad-dûm.
Ucciso lo stregone, i PG devono inseguire Storr.
Un aiuto inaspettato giunge loro all’improvviso:
L’uomo di Esgaroth, raggiunto il Secondo Salone,
un chiaro squillare di corni si ode dall’esterno ed
ha preso l’unica via disponibile di fuga: il Ponte di
improvvisamente, dopo un attimo di esitazione, le
Khazad-dûm.
guardie che sorvegliavano l’ingresso al Primo
Come esposto nella sezione geografica infatti la
Salone e quindi all’uscita fuggono da ogni parte.
Via di Durin, passato il Ponte, si immette nel
Secondo Salone (al Primo Livello) quindi scende
Alle spalle dei PG ecco arrivare però Lûgash con
nel Primo Abisso attraverso la scala dalla quale
un manipolo di Orchi infuriati. Ma la via è aperta,
stavano salendo i PG.

32
e non credo che i PG possano essere in dubbio su
che strada scegliere!
La Valle dei Rivi Tenebrosi
Mentre i PG percorrono quelle ultime centinaia di
metri che li dividono dalla libertà, lo squillare di
corni si moltiplica ed un grande, crescente
frastuono proviene dall’esterno. Quando infine il
gruppo guadagna la Porta, ora sguarnita, e si
affaccia nella Valle dei Rivi Tenebrosi, tutti i PG
vengono accecati dal sole abbagliante di un
mattino eccezionalmente radioso, distinguendo
però, chiaro, il fracasso di una grande battaglia.
Non appena i loro occhi cominciano ad abituarsi
nuovamente alla luce, ecco che davanti a loro si
presenta una scena straordinaria e terribile
insieme: sulle rive del Mirolago circa duecento
Orchi stanno combattendo contro una schiera di
cinquanta Nani in sfavillanti armature che
cantano combattendo. Le parole del canto non
arrivano tuttavia alle orecchie del gruppo poiché
coperte dal cozzare di asce, lance e spade le une
contro le altre.
Ma i PG non sono dei semplici spettatori: gli
inseguitori, capeggiati da Lûgash, si precipitano
fuori alle loro spalle ed il combattimento diventa
inevitabile poiché anche la fuga, in quella mischia
furibonda, significherebbe morte certa.
Tuttavia il gruppo ha qualche punto a suo
favore: la luce solare, particolarmente forte quella
mattina, provoca un malus al morale a tutti gli
Orchi; inoltre, ma questo si applica anche ai PG, il
brusco cambiamento di luce determina per ogni
combattente che non superi una prova di
Osservare [difficoltà: estrema] un malus ad ogni
tiro per colpire in corpo a corpo e distanza o altra
azione che si basi sulla vista. Gli Orchi soffrono lo
stesso malus, ma incrementato.
Raccomando al Narratore di bilanciare il numero
di Orchi che accompagnano Lûgash sulla forza e
condizione attuale dei PG. Se questi ultimi
dovessero dimostrarsi tenaci nel combattimento
ma avere comunque la peggio, in loro soccorso
possono arrivare anche i Nani, infine vittoriosi
33
sugli Orchi. Lûgash, se ancora vivo, sarà trafitto
da un dardo di balestra alla schiena mentre,
insieme a tutti gli Orchi superstiti, si lancerà in
una fuga precipitosa verso la sicura oscurità di
Moria. Nessuno di loro riuscirà a raggiungere i
Cancelli.
Una buona idea è far utilizzare, durante il
combattimento, abilità come Tattica o Comandare.
Spiegazioni
Finito lo scontro, quando tutti i Nani hanno
ancora il sangue dei nemici sulle proprie armature
e non si vede l’ombra di un Orco vivo, ai PG si
avvicina un vecchio e, a giudicare dalle sue armi,
tenace Nano: si presenta come Grór.
Grór è un saggio e forte Nano della Stirpe di
Durin che vive in esilio nelle Montagne Grigie,
quasi alle sorgenti dell’Anduin. Con ‘esilio’
intendo l’esilio da Khazad-dûm ovviamente: i
Nani della Stirpe vivono sparsi per tutta la Terra
di Mezzo: Monti Azzurri, Dunland, Montagne
Grigie, Erebor, Colli Ferrosi etc..).
Grór racconta loro che Elrond di Granburrone è
stato avvertito qualche giorno prima dai suoi
cacciatori elfici (il giorno stesso dell’entrata a
Moria dei PG) che Nárin ed i suoi compagni erano
stati assaliti nell’Agrifogliere.
Dal racconto di Grór i PG apprendono così che
Orgalad ed i suoi compagni, tornando a
Granburrone di gran carriera, si sono imbattuti in
alcuni Dunlandiani della tribù di Geth e li hanno
interrogati. Saputo di come stavano le cose, cioè
che uno straniero venuto dall’Est, Storr, aveva
ingaggiato i Dunlandiani per assalire i Nani,
rapire Nárin e trafugare mappe e quant’altro,
Elrond ha inviato un messaggero alato (un’Aquila
se il Narratore preferisce) oltre l’Alto Passo,
ancora pattugliato dagli Orchi.
Il messaggio è quindi arrivato ai Nani delle
Montagne Grigie e quest’ultimi hanno inviato ai
Cancelli di Moria Grór ed i suoi, che
fortunatamente si trovavano a soli due giorni di
viaggio a Nord dell’Argentaroggia per inseguire
una banda di predoni Orchi. Lasciati perdere i
predoni, i Nani si sono quindi diretti alla Valle dei
Rivi Tenebrosi ed hanno ingaggiato battaglia con
gli Orchi usciti ad affrontarli. In quel momento,
racconta Grór, è fortunatamente sorto un radioso
sole e la sorte della battaglia si è rivolta in loro
favore.
I PG probabilmente gli accenneranno al fatto che
lo scopo di Storr ed Erland era impossessarsi del
Tesoro dei Durin (e probabilmente di come loro,
eroicamente, lo abbiano impedito). Grór a queste
parole si lascia scappare una risata educata che
lascia di stucco i PG e dice loro:
“Una grande ombra avrebbe offuscato le menti della
Stirpe di Durin se il tesoro del grande Padre fosse
caduto in mano del Nemico; e per averlo impedito il
mio popolo vi è caro. Tuttavia, come avrete forse capito
visitando Khazad-dûm: ‘non tutto ciò che è d’oro
brilla’”.
Con queste parole (che saranno chiare in seguito)
Grór lascia i PG.
Il Nano Sopravvissuto
In quel momento si ode un grido. I PG si voltano
verso i Cancelli e per un istante credono di vedere
un fantasma: Frór, trafitto alla schiena da due
frecce dalle piume nere e con molte ferite di
spada, discende barcollando gli scalini della Porta
Est di Moria. A tracolla porta uno scudo rotto e
sulle spalle regge il vecchio Nárin, sfinito ma
ancora vivo e quasi illeso. Di Náli nessuna traccia
(del resto, avendo visto Lûgash ancora vivo al
Ponte di Durin, i PG avranno di certo dato per
spacciati tutti e tre i Nani).
Frór viene subito soccorso da alcuni guerrieri, ma
le sue ferite sono mortali e nessuno può salvarlo.
Nel vedere i PG li saluta e rivolge loro qualche
parola di ringraziamento per aver fermato Storr.
Poco dopo muore.
Nárin invece è deposto su una barella e nel
passare accanto ai PG si rallegra, sebbene molto
amaramente, di poter ripetere di persona al
Popolo di Durin quell’avvertimento che aveva
affidato ai PG. E’ questo il momento, se i PG lo
hanno recuperato, di consegnare al vecchio Nano
il medaglione appartenuto alla sua famiglia.
34
Dopo la battaglia
Siamo infine giunti alla conclusione
dell’avventura, ma c’è ancora qualcosa che i PG
devono apprendere dalla vicenda.
Un campo viene montato in fretta, poco più a
valle, lungo l’Argentaroggia. Durante la mattinata
i Nani si occupano di curare i feriti e portare via
dal campo i caduti. I corpi dei caduti vengono
posti su alcuni carri per essere sepolti nei Monti a
Nord. I corpi degli Orchi morti invece vengono
accatastati lontano dal Mirolago, per non
deturpare il luogo, in due grandi mucchi e
vengono dati alle fiamme.
Durante il resto della mattinata e per tutto il
pomeriggio nessuno sembra badare alla presenza
dei PG e Grór rimane a lungo nella sua tenda
assieme a Nárin; il vecchio accudito da due
guaritori. I PG (non Nani) hanno così la possibilità
di ammirare la straordinaria scena di operosi
Nani al lavoro, osservare le loro lunghe barbe
ingioiellate e le loro corazze uscite quasi da
antichi racconti e ballate.
Se ne hanno bisogno (e di certo è così) i PG
trascorrono quasi tutto il giorno nella tenda a loro
riservata, assistiti da alcuni guaritori esperti di
medicina. Né questi né altri tuttavia rivolgono
mai la parola ai PG: sembra che qualcosa di molto
importante stia per accadere.
Quando si appresta il tramonto infatti un giovane
Nano viene a chiamare i PG. Usciti dalla tenda,
questi vedono una lunga processione di Nani che
risale il sentiero sassoso che porta dal campo fin
su alla sorgente dell’Argentaroggia, cioè il
Mirolago, che nella loro lingua è chiamato
Kheled-zâram.
I Nani hanno abbandonato le loro pesanti
armature e sono vestiti di tuniche color terra o
creta. Ai fianchi portano piccole asce (dall’aspetto
più onorario che bellico) e le loro barbe sono
raccolte da cerchietti d’oro e argento. Raramente i
PG hanno visto in precedenza simili gioielli. Con
loro c’è anche Nárin, sebbene portato su di una
barella.
I Nani si dispongono quindi sulla sponda Ovest
del Mirolago, accanto ad una piccola colonnina di
pietra, appena abbozzata e dall’aspetto
apparentemente anonimo, che spunta dall’erba
alta.
 Una prova di Architettura [difficoltà: media]
permette di intuire che deve essere molto antica.
Si tratta infatti della pietra che segna il punto dal
quale il Padre dei Nani vide per la prima volta la
Corona di Durin riflessa nelle acque.
Riporto qui, per comodità, un estratto della
sezione “la Storia” di questo modulo, che narra
della fondazione di Khazad-dûm:
“Una pietra segna ancora il punto dal quale Durin
si specchiò nel Mirolago e vide il riflesso di una
costellazione di sette stelle coronare la propria
testa. Quella costellazione (probabilmente
corrispondente all’Orsa Maggiore) fu chiamata
Corona di Durin ed il suo riflesso rimase per
sempre nelle acque del Mirolago. La Corona di
Durin diventò l'emblema della sua stirpe.”
Qui i Nani intonano un solenne canto in Khuzdul
(ma si suppone che ai PG che non lo conoscano sia
tradotto da chi lo parla o in alternativa da uno dei
Nani, in seguito). Si tratta de “Il Canto di Durin”,
tratto da “La Compagnia dell’Anello”:
Giovane era il mondo, e le montagne verdi
Ancora sulla Luna macchia non era da vedervi,
Nessuna parola su fiume o rupe eretta in aria,
Quando Durin destatosi camminò in terra solitaria.
Diede nome ad anonimi colli e vallate,
Bevette da sorgive ancor mai assaggiate;
Egli si chinò per guardare nel Mirolago,
E di una corona di stelle vide il contorno vago;
Parean gemme incastonate in argento,
Sulle ombre del suo bel capo intento.
Bello era il mondo, ed alti i monti ignoti,
Prima della caduta, nei Tempi Remoti,
Dei potenti re che son fuggiti via
Da Nargothrond o Gondolin che sia
Dai Mari Occidentali sull'altra sponda:
Ai tempi di Durin la terra era gioconda.
35
Era re su di un trono intarsiato
Fra saloni dal gran colonnato;
Sul capo i soffitti d'argento,
Su porte le rune del potere, e d'oro il pavimento.
Di sole, luna e stelle il bagliore infocato
Nei lampadari lucidi di cristallo molato,
Che sempre splendidi e imponenti brillavano,
E che mai nubi ed ombre di notte offuscavano.
Ivi colpiva l'incudine il martello,
Ivi l'incisor scriveva, ed oprava lo scalpello;
Ivi forgiata la lame ed all'elsa unita,
Ivi minator scavava e murator costruiva con fatica.
Ivi gemme perle ed opale iridescente,
E metallo lavorato come maglie di rete
incandescente.
Ivi scudi e corazze, asce, spade e pugnali,
E le trombe squillavano ai cancelli.
Il popolo di Durin mai non si stancava;
Sotto le montagne la musica suonava:
Fremevano le arpe, cantavano i menestrelli,
E le trombe squillavano ai cancelli.
Il mondo è grigio e le montagne anziane,
Nelle fucine, le fredde ceneri sono del fuoco un
ricordo lontano.
Nessun'arpa vibrante, nessun ritmo di martelli.
Regna l'oscurità su miniere e castelli;
Sulla tomba di Durin incombe fosca l'ombra,
A Moria, a Khazad-dûm.
Ma ancora appaiono le stelle morenti
Nel Mirolago oscuro e senza venti.
Là giace in abissi d'acque di Durin la corona,
Lì si risveglierà, quando sarà giunta l'ora.
Alla fine della canzone, al nominare il Mirolago,
tutti gli sguardi si alzano spaziando sulla piatta
superficie dell’acqua ed anche i PG riescono a
vedere il riflesso, nel cielo al crepuscolo, delle
sette stelle della Corona di Durin, le quali tuttavia
non si vedono in cielo.
I Nani restano poi in silenzio e, dopo lunghi
istanti di commozione, si allontanano per tornare
al campo e trascorrere una notte tranquilla:
diverse lune dovranno passare prima che gli
Orchi abbiano di nuovo il coraggio di metter
piede nella Valle dei Rivi Tenebrosi, dove Durin è
custode del proprio Popolo.
Il Tesoro di Durin
Infine Grór si officina ai PG, mentre tutti gli altri
Nani sono ormai lontani. Egli finalmente è
disposto a soddisfare ogni curiosità a proposito
delle parole che quella mattina aveva rivolto loro
e spiega il significato di quanto accaduto: sebbene,
da qualche parte nelle profondità di Khazad-dûm,
il Tesoro di Durin sia davvero custodito, quello
che i Nani della Stirpe di Durin considerano il
“vero tesoro di Durin” è proprio la Corona, cioè la
sua eredità, e quella non potrà mai finire in mano
al Nemico o essere fiaccata. Questo però, afferma
Grór, è al di là della capacità di comprensione del
Nemico, il quale ragiona come Padrone e Signore
e non è in grado di comprendere il cuore dei
Popoli Liberi: da qui il suo “errore” e la sua
illusione di poter conquistare il Tesoro di Durin.
NB: Alla luce di questa scena consiglio al
Narratore, per tutto lo scenario, di non parlare
mai apertamente di cosa sia, in pratica, il Tesoro
di Durin: se si accennasse per esempio all’Ascia di
Durin nessun problema, ma se un PG o PNG
nominasse apertamente la Corona, probabilmente
un giocatore esperto della Terra di Mezzo
salterebbe subito alla conclusione, cosa che non
deve accadere.
Epilogo
Qui infine si giunge alla conclusione di questa
storia. Prima di lasciare i PG ad una tranquilla ed
affascinante serata insieme ai Nani di Grór, solo
un altro piccolo dettaglio li aspetta.
Mentre i PG stanno ridiscendendo lentamente la
riva dell’Argentaroggia per tornare al campo, essi
vedono lontano (sono fuori luogo prove di
Percezione), al limitare degli alberi che
costituiscono i primi accenni di quello che più ad
Est è il bosco di Lothlórien, delle figure muoversi:
sono Elfi, fermi al riparo dell’oscurità degli alberi,
immersi nella penombra crepuscolare. Ai PG
sembra, nonostante la distanza, che alcuni di loro
abbiano un braccio sollevato in segno di saluto.
Tra loro, ma è solo un’apparizione che dura come
un battito di ciglia, i PG hanno l’impressione di
scorgere una figura biancovestita: ecco infine
spiegata l’eccezionale luminosità di quel radioso
36
sole mattino, il quale ha vegliato sui fieri
combattenti dei Popoli Liberi.
Grór, tuttavia, non sembra aver visto nulla e
sarebbe una delicatezza, da parte dei PG, non
dirgli nulla ☺.
Conclusioni
Questo scenario ha portato i PG ad allargare i
propri orizzonti di gioco al di là delle Montagne
Nebbiose e venire a conoscenza di alcune
questione e sottotrame dell’ambientazione che
sono facilmente sfruttabile per proseguire con la
campagna di gioco.
I PG possono infatti scegliere di accompagnare
Grór nelle Montagne Grigie, far visita alla Stirpe
di Durin che vive in esilio ad Erebor (o nei Colli
Ferrosi) o adirittura esser coinvolti nelle vicende
degli Elfi di Lothlórien o Bosco Atro.
Se invece il gruppo desidera tornare nell’Eriador
ci sono tre strade percorribili: l’Alto Passo
(sgombro dopo che la notizia della sconfitta degli
Orchi di Moria avrà raggiunto il Nord), il passo
del Caradhras e la Breccia di Rohan.
Lo scenario termina qui. Come sempre vi
raccomando di far visita al sito dell’Ultima Casa
(www.ultimacasa.altervista.org) dove potete
trovare molti altri scenari, esprimere la vostra
opinione su questo modulo e proporre correzioni
o cambiamenti. In alternativa potete scrivermi
all’indirizzo e-mail che trovate sempre sul sito.
Appendici
Obiettivi dello scenario
Ecco gli obiettivi primari e secondari previsti per
lo scenario. Naturalmente ogni Narratore
dovrebbe aver riadattato la vicenda al proprio
gruppo ed alle proprie esigenze; per questo
motivo questa lista andrebbe estesa.
Obiettivi primari
♦ Impedire a Storr di mettere le mani sul Tesoro
di Durin.
♦ Impedire che Erland possa fuggire e poter
riferire al Nemico ciò che ha scoperto sul
Tesoro e su Moria.

Obiettivi secondari

♦ Esaudire l’ultimo desiderio di Geth gettando

l’oro giù dal Ponte di Durin.
♦ Recuperare il medaglione di Nárin e
restituirlo al vecchio Nano.
♦ Uccidere Lûgash l’Orco.

Altri meriti degni di ricompensa

♦ Non tenere per sé alcun oggetto di valore

preso dalla tomba di Durin III.
♦ Saper gestire efficacemente e senza armi le
situazioni di tensione con gli Elfi
nell’Agrifogliere e coi due Nani a Moria.

37
Questa immagine è frutto di una ‘rielaborazione’ della carta presente nel volume “Atlante della Terra di Mezzo di
Tolkien” di Karen Wynn Fonstad, edito da Bompiani.

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