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EN50131

Technical Sales Trainer:


Luca Bucci

Company Confidential
Agenda

• I concetti Base delle EN 50131


• Grado di sicurezza
• Classe Ambientale
• Livello Di Accesso

• EN50131-7 / CEI 79-3: Guida alla realizzazione degli impianti

• Alcuni Esempi
Concetti Di Base
dell EN50131
Serie CEI EN 50131 Pubblicate

Parte 1 Requisiti di sistema


Parte 2-2 Rivelatori a infrarosso passivo
Parte 2-3 Rivelatori a microonde
Parte 2-4 Rivelatori combinati a IR passivo e a microonde
Parte 2-5 Rivelatori combinati ad IR passivo e ultrasuoni
Parte 2-6 Contatti (magnetici)
Parte 3 Apparati di controllo e indicazione (Centrali d’allarme)
Parte 4 Dispositivi di segnalazione
Parte 5-3 Requisiti per il collegamento di apparecchiature che utilizzano
tecnologia in radio frequenza
Parte 6 Alimentatori
Parte 7 (TS) Guide di applicazione
Parte 8 Generatori di fumo per applicazioni di sicurezza

Company Confidential
Concetti di Base delle Norme EN50131

Le Norme EN50131 introducono 3 concetti di base:

- Grado di sicurezza
Esprime la capacità di un prodotto, di un sistema o di una installazione, ciascuno per la propria parte, di “rilevare e
segnalare” un’intrusione nelle aree protette (e/o un attacco alla propria integrità)

- Classe ambientale
La definizione di “Classe ambientale” si occupa semplicemente di specificare le condizioni ambientali nelle quali, per
esigenze di progettazione di impianto, il dispositivo si troverà ad operare.

- Livello di accesso
Definisce i livelli di persone diverse ed a vario titolo possono interagire con il sistema di sicurezza.
Grado di Sicurezza

Nel paragrafo 6 della Norma EN50131-1 sono riportate le


caratteristiche dei 4 livelli di sicurezza:

• Grado 1 - Rischio basso

• Grado 2 - Rischio medio-basso

• Grado 3 - Rischio medio-alto

• Grado 4 - Rischio alto Le norme CEI prevedono 3 livelli di sicurezza,


mentre le nuove norme europee delle serie
EN50131 sostituiscono il termine “livelli” con
“gradi” ed ampliano la suddivisione da 3 livelli
a 4 gradi.
Grado di Sicurezza

• Grado 1 - Rischio basso

Si prevede che gli intrusi o i rapinatori


abbiano una scarsa conoscenza degli
impianti di sicurezza e dispongano di
una limitata gamma di attrezzi
facilmente reperibili.
Grado di Sicurezza

• Grado 2 - Rischio medio-basso

Si prevede che gli intrusi abbiano una


scarsa conoscenza degli impianti di
sicurezza ma utilizzino una gamma
generica di utensili e strumenti portatili
(es. tester, grimaldelli …)
Grado di Sicurezza

• Grado 3 - Rischio medio-alto

Si prevede che gli intrusi o i rapinatori


abbiano una discreta conoscenza degli
impianti di sicurezza e dispongano di una
gamma completa di strumenti e di
apparecchi elettronici portatili.
Grado di Sicurezza

• Grado 4 - Rischio alto

Viene attribuito quando la sicurezza ha


la precedenza su tutti gli altri fattori. Si
prevede che gli intrusi o i rapinatori
abbiano le capacità e le risorse per
pianificare in dettaglio un’intrusione o
una rapina e che dispongano di una
gamma completa di attrezzature,
compresi i mezzi di sostituzione dei
componenti di un impianto
antintrusione.
Grado di Sicurezza
CEI 79-2 – Livelli di Prestazione
EN50131 - Gradi di sicurezza
La Classe Ambientale

Nel paragrafo 7 della Norma EN50131-1 individua 4 classi ambientali:

• Classe ambientale I - Interno

• Classe ambientale II – Interno Generale

• Classe ambientale III – Esterno riparato o interno in condizioni estreme

• Classe ambientale IV - Esterno I componenti utilizzati in un impianto devono


essere idonei all’uso in una delle classi
ambientali descritte. Le classi hanno un livello
di severità crescente.
La Classe Ambientale

• Classe ambientale I - Interno

Influenze ambientali normalmente


presenti in ambienti chiusi, quando la
temperatura è ben controllata. (es.: in
una proprietà residenziale o
commerciale).
NOTA Si prevede che la temperatura vari
tra +5 C e +40 C, con un’umidità relativa
media di circa il 75% e non sia soggetta a
condensazione

ESEMPI
Abitazione, Uffici, Negozi, Banche, Musei
La Classe Ambientale

Classe ambientale II – Interno –


Generale

Influenze ambientali normalmente


presenti in ambienti chiusi, quando la
temperatura non è ben controllata (es.:
nei corridoi, atri o scale, dove si può
formare condensa sulle finestre e
nelle aree non riscaldate adibite a
deposito o nei magazzini nei quali il
riscaldamento è intermittente).
NOTA Si prevede che la temperatura vari
tra –10 C e +40 C, con un’umidità
relativa media di circa il 75% e
non sia soggetta a condensazione.
ESEMPI
Magazzino, non climatizzato, Centri
commerciali, Corridoi, Scale
La Classe Ambientale

Classe ambientale III – Esterno –


Riparato o interno in condizioni
estreme
Influenze ambientali normalmente
presenti all’aperto, quando i componenti
dell’I&HAS non sono completamente
esposti agli agenti atmosferici o
all’interno, quando le condizioni
ambientali sono estreme.
NOTA Si prevede che la temperatura vari
tra –25 C e +50 C, con un’umidità
relativa media di circa il 75% e non sia
soggetta a condensazione. Per 30 giorni
all’anno si prevede che l’umidità relativa
vari tra l’85% e il 95% senza essere
soggetta a condensazione.
ESEMPI
Rimesse, Pergolati, Aree di carico
La Classe Ambientale

Classe ambientale IV – Esterno –


Generale

Influenze ambientali normalmente


presenti all’aperto, quando i componenti
dell’I&HAS sono completamente esposti
alle intemperie.
NOTA Si prevede che la temperatura vari
tra –25 C e +60 C, con un’umidità
relativa media di circa il 75% e non sia
soggetta a condensazione. Per 30 giorni
all’anno si prevede che l’umidità relativa
vari tra l’85% e il 95%

ESEMPI
Giardini, Aree industriali esterne, cortili
La Classe Ambientale
CEI 79-2 – Prove climatiche e meccaniche
EN50131 – Classi ambientali
Il Livello di Accesso

Il paragrafo 8.3.1 della Norma EN50131-1 individua 4 livelli di


accesso al sistema.
Persone diverse che a vario titolo possono interagire con il sistema di sicurezza: le
informazioni e le interazioni con il sistema di sicurezza sono concettualmente raggruppabili in
quattro fasce differenti, definite Livelli di accesso.

• Livello di accesso 1

• Livello di accesso 2

• Livello di accesso 3

• Livello di accesso 4
Il Livello di accesso

• Livello di Accesso 1

Include tutte le azioni e le indicazioni che


il sistema lascia trasparire a “chiunque”
senza che vi sia necessità di interazione:
si trova in questa condizione il passante
che sente una sirena in allarme o chi, di
fronte ad una consolle, senza essere
identificato, vede una richiesta di log-in.

Qualsiasi persona che possa avere accesso alle


interfacce
Il Livello di accesso

• Livello di Accesso 2

Il livello di normale operatività


dell’utente presuppone che lo stesso sia
in qualche modo autorizzato (da un
codice o da possesso di una chiave
univoca) a compiere le azioni di
consultazione o comando. E’ il livello del
normale utente dell’impianto antifurto.
All’interno di questo livello possono
essere identificati più gradi di
autorizzazione alle funzioni del sistema.

Utenti autorizzati dell’impianto


Il Livello di accesso

• Livello di Accesso 3

Accesso all’impostazione dei parametri di


configurazione dell’impianto (senza
modificare il progetto dell’apparecchiatura),
che sono normalmente impostati in fase di
installazione o di manutenzione da parte
dell’installatore; l’insieme di queste
interazioni è incluso nel
“Livello di accesso 3”, che deve essere
autorizzato ad operare da parte dell’utente
(Livello 2).

Installatore
Il Livello di accesso

• Livello di Accesso 4

Permette modifiche più profonde e radicali


sui componenti e sul sistema, come la
sostituzione e modifica di parti o,
addirittura del Firmware dei prodotti. E’
stata prevista ed è classificata nel “Livello di
accesso 4”, che è concettualmente
associata ad interventi effettuati dal
“Costruttore” o su sua delega. La modifica
(aggiornamento del firmware o
sostituzione di una scheda) può essere fatta
fisicamente dall’installatore, che però in
questo caso agisce come delegato del
costruttore, di cui esegue le istruzioni.
Costruttore, o Installatore che opera per
delega
Il Livello di Accesso

• L’accesso ai livelli 3 e 4 deve essere impedito finché


l'accesso non sia stato consentito da parte di un
utilizzatore con livello di accesso 2.

• L’accesso al livello 4 deve richiedere anche


l’autorizzazione da parte di un utilizzatore di livello 3.

• L’accesso ai livelli 2, 3 e 4 può essere effettuato a


distanza, a condizione che siano soddisfatti i livelli di
autorizzazione equivalenti a quelli specificati nella
Tabella 3.
CEI 79-3
Guida alla realizzazione
degli impianti
La norma CEI 79-3

Norma di Riferimento CEI 79-3 Ed. 2012


A seguito della pubblicazione della nuova edizione 2012
della nuova Norma CEI 79-3 vengono abrogate:

- CEI 79-3 - 1998 – «Impianti antieffrazione, antiintrusione,


antifurto e antiaggressione» dal 1 giugno 2012

-TS 50131-7 - 2004 – «Sistemi di allarme - Sistemi di


allarme intrusione Parte 7: Guide di applicazione» dal 1
settembre 2012

La nuova CEI 79-3 implementa la nuova impostazione


derivata dalle Norme Europee 50131
La norma CEI 79-3

Caratteristiche principali

Allineata con la EN50131-7 di cui riprende i concetti di Gradi di


sicurezza, Classe ambientale e livello di prestazione.

Descrive i requisiti per una installazione eseguita a regola d’arte.


Questa norma prevede che vengano utilizzati dispositivi classificati al
I-II-III livello/grado, cosi come descritto dalle norme EN 50131
(componenti).

Fornisce una indicazione precisa della sequenza delle fasi che devono
essere seguite per la progettazione realizzazione e consegna dei
sistemi di sicurezza

Fornisce una guida chiara ed esaustiva relativamente a tutta la


documentazione che deve essere predisposta e conservata
La norma CEI 79-3

Caratteristiche principali
Consente di calcolare oggettivamente il grado di protezione raggiunto
attraverso opportune tabelle oltre a permettere di stabilire dei criteri
di progetto, di collegamento e di verifica funzionale fino ad arrivare al
programma di manutenzione degli impianti.

Richiama le prescrizione del DM 37/08. Nel caso in cui esista un


contenzioso con Enti, Assicurazioni o Periti di parte, essi potranno
verificare che l’impianto sia stato eseguito in conformità alla Norma
CEI 79-3. Si precisa che l’installatore è tenuto a rilasciare una
dichiarazione di conformità alla presente norma

Può essere utilizzata anche a livello didattico per operatori che non
hanno ancora sviluppato una esperienza significativa sulle tecnologie
di rivelazione e sulle possibili cause di falsi allarmi.
La norma CEI 79-3

Indice della norma


1. Oggetto e scopo
2. Riferimenti normativi
3. Definizioni e abbreviazioni
4. Generalità
5. Classificazione dell’impianto di Allarme Intrusione e Rapina
6. Progettazione dell’impianto
7. Pianificazione dell’installazione
8. Installazione del sistema
9. Ispezione, prova funzionale e messa in servizio
10. Documentazione e registrazioni
11. Utilizzo dell’impianto
12. Manutenzione e riparazione dell’impianto
13. Allegati A-J. Dettagli operativi delle varie parti del processo
La norma CEI 79-3: Allegato A

3 sottosistemi
L’impianto viene analizzato nei suoi tre sottosistemi componenti

A. Sottosistema rivelatori

B. Sottosistema apparati Essenziali


A. - Apparati di controllo e indicazione (CIE);
B. - Organi di comando (ACE);
C. - Interconnessioni locali (int);
D. - Unità di alimentazione (PS).

C. Sottoinsieme Dispositivi di allarme


- Apparati di allarme acustico e luminoso (WD);
- Trasmettitori di messaggi (ATS).

Ciascuno dei 3 sottosistemi assume un livello di prestazione (I-II-III)


calcolato tramite algoritmi predeterminati differenziati ed oggettivi
La norma CEI 79-3

3 livelli di prestazione e 5 tipologie

• Unità abitativa (commerciale) Appartamenti in condomini,


- accessi praticabili con altezza >4mt Ospedali, Scuole, Uffici,
- accessi praticabili con altezza <4mt Banche, Negozi;

Ville, Musei, Negozi, Uffici,


• Unità abitativa isolata Banche;

• Insediamento industriale (commerciale) Industrie, Centri Commerciali

• Locale corazzato (caveau) Locale corazzato

Cassaforte, Bancomat
• Cassaforte

TOTALE 15 TIPOLOGIE IMPIANTISTICHE


La norma CEI 79-3

Livello di prestazione degli impianti


Sono proposti due metodi, considerati equivalenti, ma con
caratteristiche diverse:

• Metodo tabellare (A2) – E’ concettualmente più semplice


da comprendere ma può risultare eccessivamente rigido in
impianti complessi o di grandi dimensioni.

• Metodo matematico (A3) – Permette, grazie


all’applicazione di formule matematiche che tengono in
considerazione il grado di sicurezza dei componenti, il loro
fattore di merito e coefficiente d’impenetrabilità, di
compensare eventuali lacune di una protezione con
l’efficienza di un’altra.
La norma CEI 79-3
Diagramma di flusso

Gli allegati (informativi) della norma danno delle indicazioni


utili per ogni passo del processo.
La norma CEI 79-3 – Allegato B

Progettazione dell’impianto – Sopralluogo dell’area – Beni


Nel considerare l’elemento di rischio nella progettazione di un Impianto di
Allarme Intrusione e Rapina, la struttura dei locali da proteggere costituisce un
fattore determinante. Gli aspetti da considerare sono indicati nel seguito.

B.1 Tipo B.4 Storico dei furti


Facilità di smercio. Metodi di attacco utilizzati in precedenti furti
Attrattività per il ladro. e rapine.
Pericolo di rapina.

B.5 Pericolo
B.2 Valore Per l’ambiente.
Massimo valore probabile di una singola Di uso improprio dei beni.
perdita. Per le persone.
Costi conseguenti alla perdita.
Valore affettivo.
B.6 Danni
Vandalismo sui beni.
B.3 Volume o dimensioni Rischio di incendio doloso dei beni.
Facilità di asportazione e di trasporto. Problemi psicologici delle persone in seguito
Facilità di smercio/commercio. a una rapina.
Facilità di accesso ai locali protetti.
La norma CEI 79-3 – Allegato C
Progettazione dell’impianto – Sopralluogo dell’area – Edificio
Nel considerare la progettazione di un Impianto di Allarme Intrusione e Rapina,
deve essere coerente con il rischio di attacco ai locali protetti e al tipo di beni ivi
contenuti.
Esempi di aspetti da considerare sono indicati nel seguito.

C.5 Località
C.1 Costruzione I. eventuale ubicazione dei locali protetti in una
Costruzione delle pareti, del tetto, dei pavimenti e zona a elevato rischio di criminalità;
dei locali interrati (se presenti). II. presenza di edifici o strutture adiacenti
C.2 Aperture suscettibili di aiutare uno scassinatore;
Costruzione delle finestre, porte, lucernai, condotti III. velocità e qualità della reazione dell’impianto
di ventilazione e qualsiasi altra apertura nell’edificio di Allarme Intrusione e Rapina;
suscettibile di facilitare un ingresso non autorizzato. IV. vicinanza di locali adiacenti occupati.
C.3 Occupazione C.6 Sistemi di sicurezza esistenti
i. periodi prolungati di mancato presidio dei I. qualità ed estensione di qualsiasi dispositivo
locali; fisico di sicurezza esistente;
ii. presenza di guardie di sicurezza; II. qualità ed estensione di qualsiasi impianto di
iii. eventuale accesso del pubblico ai locali protetti. Allarme Intrusione e Rapina esistente.
C.4 Possesso delle chiavi C.7 Storico di furti, rapine e minacce
Possibilità e disponibilità degli utenti in possesso I. numero di furti, rapine e minacce precedenti
delle chiavi dell’impianto ad operare sullo stesso (Es. nei locali protetti;
attivazione/disattivazione). II. metodi di attacco rapina o minaccia utilizzati
nei furti precedenti
La norma CEI 79-3 – Allegato D

Progettazione dell’impianto – Sopralluogo dell’area – Fattori


che influenzano l’impianto di Allarme Intrusione e Rapina
provenienti dall’interno dei locali protetti

D.1 Tubi per l’acqua


Quando vengono utilizzati rivelatori a microonde, è opportuno considerare l’effetto
dell’acqua corrente nei tubi di plastica.
D.2 Impianti di riscaldamento, ventilazione e aria condizionata
Quando sono installati impianti di riscaldamento, ventilazione e/o aria condizionata,
è opportuno considerare l’influenza di tali impianti sui rivelatori, che potrebbero
essere influenzati dalla turbolenza dell’aria.
ESEMPIO: rivelatori a ultrasuoni.
D.3 Cartelli o altri oggetti sospesi
È opportuno considerare l’influenza di cartelli o di qualsiasi altro oggetto mobile nel
campo di un rivelatore di movimento.
ESEMPIO: tende o piante.
D.4 Ascensori
È opportuno considerare l’effetto delle vibrazioni causate dagli ascensori o da
qualsiasi altro macchinario sui rivelatori.
La norma CEI 79-3 – Allegato D
Progettazione dell’impianto – Sopralluogo dell’area –Fattori
che influenzano l’impianto di Allarme Intrusione e Rapina
provenienti dall’interno dei locali protetti

D.5 Illuminazione
È opportuno considerare l’effetto degli apparati di illuminazione, in particolare degli
apparati per lampade fluorescenti suscettibili di interferire con i rivelatori a
microonde, degli apparati di illuminazione compatti con scariche a elevata intensità
suscettibili di produrre elevati livelli di disturbi elettromagnetici, e dei faretti che, se
puntati sulla lente o sullo specchio di un rivelatore a raggi infrarossi passivo,
possono causare un’attivazione impropria. È opportuno, inoltre, considerare
l’effetto dei fari dei veicoli nell’ubicazione dei rivelatori a raggi infrarossi passivo.

D.6 Interferenze elettromagnetiche


Tutte le apparecchiature elettriche sono in grado di generare intenzionalmente o
accidentalmente disturbi elettromagnetici, suscettibili di influenzare il
funzionamento di un Sistema di Allarme Intrusione e Rapina (I&HAS). Tali
interferenze possono essere condotte nell’apparecchiatura tramite i cavi di
alimentazione o di segnale; in alternativa, tali cavi possono fungere da antenne per
le interferenze irradiate. Oltre ai disturbi condotti e irradiati è opportuno
considerare gli effetti delle scariche elettrostatiche quando si impiegano
componenti elettronici.
La norma CEI 79-3 – Allegato D
Progettazione dell’impianto – Sopralluogo dell’area – Fattori
che influenzano l’impianto di Allarme Intrusione e Rapina
provenienti dall’interno dei locali protetti

D.7 Rumori estranei


Quando vengono impiegati rivelatori che utilizzano tecniche a ultrasuoni, è opportuno
considerare l’influenza delle apparecchiature in grado di generare energia nello stesso
spettro del rivelatore.
ESEMPIO: suonerie telefoniche, tubi ad aria compressa (in particolare se sono presenti
perdite) e compressori.
D.8 Animali
Quando vengono utilizzati rivelatori di movimento, è opportuno considerare
l’influenza degli animali. Possono essere influenzati anche altri tipi di rivelatori.
D.9 Correnti d’aria
I movimenti d’aria possono influenzare le prestazioni dei rivelatori di movimento ed è
opportuno considerare le correnti d’aria nell’ubicazione dei rivelatori.
D.10 Disposizione delle merci
Nell’ubicazione dei rivelatori di movimento è opportuno considerare la possibilità che
una nuova disposizione delle merci possa bloccare il campo del rivelatore. È inoltre
opportuno considerare la possibilità di uno spostamento delle merci tale da causare
un’attivazione spuria.
La norma CEI 79-3 – Allegato D

Progettazione dell’impianto – Sopralluogo dell’area – Fattori


che influenzano l’impianto di Allarme Intrusione e Rapina
provenienti dall’interno dei locali protetti

D.11 Struttura dei locali protetti


È opportuno considerare la struttura dei locali protetti. In particolare, è opportuno
tener conto della costruzione del tetto, delle pareti, dei pavimenti e dei locali interrati.

D.12 Considerazioni speciali


Quando i rivelatori sono montati sulla struttura dei locali protetti per rivelare attacchi
al fabbricato, è opportuno considerare i materiali usati nel fabbricato il cui uso può
non essere immediatamente chiaro. Quando i materiali usati nella struttura cambiano,
potrebbe essere necessaria una variazione di configurazione dei rivelatori, es. una
regolazione della sensibilità o un tipo di rivelatore diverso.

D.13 Rischio di falsi allarmi negli Impianti di Allarme Rapina


È opportuno considerare in particolare l’ubicazione dei dispositivi antirapina in modo
da evitare allarmi indesiderati, es da parte di bambini.
La norma CEI 79-3 – Allegato E
Sopralluogo dell’area – Influenze sull’impianto di Allarme
Intrusione e Rapina di condizioni che si verificano
all’esterno dei locali protetti
Molti fattori che si verificano all’esterno dei locali protetti (escluse le condizioni ambientali)
possono influenzare le prestazioni di un impianto di Allarme Intrusione e Rapina.
Tali fattori dovrebbero essere considerati nella scelta del tipo di apparecchiatura, in
particolare dei rivelatori, e nell’ubicazione di tali apparecchiature.

E.1 Fattori a lungo termine


I fattori a lungo termine possono essere considerati quelli la cui variazione non è prevista
per un periodo considerevole, cioè alcuni anni. Tali fattori possono comprendere sistemi
stradali, ferroviari incluse le metropolitane, e il traffico aereo; dovrebbero, inoltre, essere
considerati i parcheggi sopra e sotto il suolo.
E.2 Fattori a breve termine
I fattori a breve termine dovrebbero anch’essi essere considerati, in particolare l’effetto di
costruzioni di edifici adiacenti ai locali protetti.
E.3 Condizioni atmosferiche
Dovrebbero essere considerate le condizioni atmosferiche prevalenti e potenziali, suscettibili
di influenzare i locali protetti, in particolare quando i locali sono in posizione esposta, in una
località costiera soggetta a forti venti e piogge.
E.4 Disturbi da radiofrequenze
Quando i locali protetti si trovano nelle vicinanze di antenne trasmittenti di servizi pubblici
radiofonici o televisivi, antenne radar civili o militari, stazioni base di sistemi di telefonia
mobile, antenne trasmittenti per i servizi di emergenza o antenne per radioamatori…
La norma CEI 79-3 – Allegato E
Sopralluogo dell’area – Influenze sull’impianto di Allarme
Intrusione e Rapina di condizioni che si verificano
all’esterno dei locali protetti
Molti fattori che si verificano all’esterno dei locali protetti (escluse le condizioni ambientali)
possono influenzare le prestazioni di un impianto di Allarme Intrusione e Rapina.
Tali fattori dovrebbero essere considerati nella scelta del tipo di apparecchiatura, in
particolare dei rivelatori, e nell’ubicazione di tali apparecchiature.

E.5 Locali adiacenti


In presenza di locali nelle immediate adiacenze dei locali da proteggere è opportuno
considerare le attività, le apparecchiature e i processi svolti o funzionanti nei locali adiacenti.
Particolare attenzione dovrebbe essere rivolta ad apparecchiature pesanti che, in funzione,
possono provocare vibrazioni o ad apparecchiature suscettibili di generare elevati livelli di
disturbi elettromagnetici, es. impianti di saldatura.

E.6 Condizioni ambientali


Dovrebbero essere utilizzate apparecchiature idonee alle condizioni ambientali esistenti o
potenziali, es. gamma di temperature (massima/minima) o umidità.

E.7 Altre condizioni


Quando la struttura esterna dei locali protetti consente l’accesso al pubblico, è opportuno
considerare le attività suscettibili di verificarsi, es. giochi di bambini.
Analogamente, quando i locali protetti fanno parte di una struttura più grande, è opportuno
considerare le attività suscettibili di verificarsi nelle parti contigue all’edificio
La norma CEI 79-3 – Allegato F

Informazioni da includere nell’offerta di progettazione


dell’impianto
Dovrebbe essere preparata un’offerta da sottoporre al cliente o all’esperto di impianti di
Allarme Intrusione e Rapina. L’offerta dovrebbe comprendere le informazioni sotto elencate,
necessarie a garantire al cliente o all’esperto che l’impianto di Allarme Intrusione e Rapina sia
idoneo all’applicazione.

F.1 Dati del cliente


F.2 Dati dei locali protetti F.9 Legislazione
F.3 Grado del Livello di F.10 Norme
prestazione F.11 Altri regolamenti
F.4 Grado di sicurezza F.12 Certificazioni
F.5 Classe ambientale F.13 Interventi
F.6 Distinta apparecchiature F.14 Manutenzione
F.7 Configurazione del sistema F.15 Riparazioni
F.8 Notifica
La norma CEI 79-3 – Allegato G
Sopralluogo tecnico
Deve essere condotto un sopralluogo tecnico per confermare che le prescrizioni incluse
nell’offerta di progettazione dell’impianto possano essere rispettate, e per determinare
l’ubicazione precisa di ogni componente dell’impianto e dei percorsi dei cavi di
interconnessione (dove vengono utilizzate interconnessioni cablate). Il sopralluogo tecnico
dovrebbe inoltre identificare tutti i fattori suscettibili di influenzare il funzionamento
affidabile dell’impianto di Allarme Intrusione e Rapina. Nel seguito sono indicati esempi di tali
fattori.

G.1 Interconnessioni;
G.2 Considerazioni generali per tutti i rivelatori;
G.3 Considerazioni generali per i rivelatori di
movimento;
G.4 Rivelatori di movimento a ultrasuoni;
G.5 Rivelatori a microonde;
G.6 Rivelatori di movimento passivi a infrarossi;
G.7 Dispositivi a tecnologia multipla;
G.8 Rivelatori a vibrazione e sismici;
G.9 Rivelatori di rottura vetro;
G.10 Rivelatori acustici di rottura vetro
La norma CEI 79-3 – Allegato G
Sopralluogo tecnico
Deve essere condotto un sopralluogo tecnico per confermare che le prescrizioni incluse
nell’offerta di progettazione dell’impianto possano essere rispettate, e per determinare
l’ubicazione precisa di ogni componente dell’impianto e dei percorsi dei cavi di
interconnessione (dove vengono utilizzate interconnessioni cablate). Il sopralluogo tecnico
dovrebbe inoltre identificare tutti i fattori suscettibili di influenzare il funzionamento
affidabile dell’impianto di Allarme Intrusione e Rapina. Nel seguito sono indicati esempi di tali
fattori.

G.11 Dispositivi di interruzione a raggi infrarossi;


G.12 Rivelatori a filo continuo;
G.13 Rivelatori acustici;
G.14 Pellicola conduttiva;
G.15 Pellicola conduttiva su vetro
G.16 Contatti di protezione;
G.17 Rivelatori capacitivi;
G.18 Sensori a pressione a pavimento;
G.19 Filo teso;
G.20 Dispositivi antirapina
La norma CEI 79-3 – Allegato G
Sopralluogo tecnico
Deve essere condotto un sopralluogo tecnico per confermare che le prescrizioni incluse
nell’offerta di progettazione dell’impianto possano essere rispettate, e per determinare
l’ubicazione precisa di ogni componente dell’impianto e dei percorsi dei cavi di
interconnessione (dove vengono utilizzate interconnessioni cablate). Il sopralluogo tecnico
dovrebbe inoltre identificare tutti i fattori suscettibili di influenzare il funzionamento
affidabile dell’impianto di Allarme Intrusione e Rapina. Nel seguito sono indicati esempi di tali
fattori.

G.21 Apparecchiature di comando e indicazione e


alimentatori
G.22 Apparati di controllo ausiliari (ACE)
G.23 Azioni per evitare operazioni accidentali;
G.24 Sistemi di trasmissione dell’allarme;
G.25 Dispositivi di segnalazione esterni;
G.26 Dispositivi di segnalazione interni;
G.27 Scatola per la conservazione delle chiavi
La norma CEI 79-3 – Allegato H

Libretto dell’impianto (registro interventi)


Esempio di libretto dell’ impianto utilizzabile per registrare gli interventi.
Allegato H
ESEMPIO: interventi di manutenzione,(informativo) allarmi indesiderati, guasti, prove, disconnessioni
temporanee e interventi per manutenzione straordinaria.
Libretto dell’impianto (registro interventi) Dovrebbe essere annotato
Esempio di libretto dell’ impianto utilizzabile per registrare gli interventi.
sinteticamente ogni lavoro eseguito o in corso.
ESEMPIO: interventi di manutenzione, allarmi indesiderati, guasti, prove, disconnessioni temporanee e interventi
per manutenzione straordinaria. Dovrebbe essere annotato sinteticamente ogni lavoro eseguito o in corso.

Anagrafica:

Nome e indirizzo: ................................ ................................ ................................ ................................ ................................ ............


................................ ................................ ................................ ................................ ................................ ............

Responsabile : ................................ .............................. Data: ................................ .................

................................ .............................. Data: ................................ .................

................................ .............................. Data: ................................ .................

Installatore dell’impianto ................................ .............................. Data: ................................ .................


di Allarme Intrusione e
Rapina:

Manutentore dell’impianto ................................ .............................. Data: ................................ .................


di Allarme Intrusione e
Rapina:

................................ ................................ ................................ ................................ ................................ ............

Verificato da: ................................ ................................ ................................ ................................ ................................ ............

................................ ................................ ................................ ................................ ................................ ............

Numero di telefono: ………………………………………… da contattare in caso di necessità.

Dati evento:

Data di
Data Ora Evento Azione richiesta Sigla
completamento

Componenti sostituibili: Data di sostituzione prevista:

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La norma CEI 79-3 – Allegato I
Manutenzione
Manutenzione – Apparecchiature
Le apparecchiature dovrebbero essere mantenute in conformità alle
raccomandazioni del costruttore.
Manutenzione – Impianto di Allarme Intrusione e Rapina
La manutenzione (ispezioni e prove) dovrebbe comprendere quanto segue:
i) rivelazione di manomissioni;
ii) inserimento e disinserimento;
iii) alimentatori;
iv) funzionamento dei rivelatori e/o dei dispositivi antirapina;
v) funzionamento dei dispositivi di segnalazione;
vi) funzionamento del sistema di trasmissione di allarme (ATS).
vii) Registratori di evento
viii) Prove in mancanza di rete
Manutenzione da remoto – Impianto di Allarme Intrusione e
Rapina
La manutenzione da remoto può essere abilitata tramite lo scambio di dati tra
l’impianto di Allarme Intrusione e Rapina presso i locali protetti e
un’apparecchiatura idonea in una località remota.
L’accesso da remoto dovrebbe:
- essere registrato nel registro eventi dell’apparato di controllo e di indicazione
(CIE);
- essere limitato nel tempo;
- non generare allarmi indesiderati.
La norma CEI 79-3 – Allegato K

Competenze
L’allegato K da, infine, una panoramica delle competenze richieste ad un installatore
professionale di sistemi di sicurezza

• Esperto in impianti di allarme intrusione e rapina


Soggetto che ha le conoscenze, l’esperienza e le capacità necessarie per svolgere le attività di
valutazione del rischio, progettazione dell’impianto, validazione del progetto.

• Esperto nell’installazione, manutenzione e riparazione di impianti di allarme


intrusione e rapina
Soggetto che ha le conoscenze, l’esperienza e le capacità necessarie per svolgere le attività di
pianificazione, installazione, manutenzione e riparazione dell’impianto

• Organizzazione per la fornitura di servizi relativi ad impianti di allarme


intrusione e rapina
Gruppo, società, impresa o azienda, che abbia una propria struttura funzionale e
amministrativa, e che ha le competenze per operare nell’ambito della vendita, progettazione,
esecuzione, messa in servizio e manutenzione di impianti di allarme intrusione
Livello di Prestazione (sottosistema rilevatori)
accessi praticabili con h<4m

Company Confidential
Livello di Prestazione (sottosistema rilevatori)
accessi praticabili con h>4m

Company Confidential
Esempio 1: Protezione con livello di prestazione 1

Protezione di primo livello di un unità


abitativa:

Si proteggono tutti gli accessi


(aperture) e tutte le superfici che
possono essere soggette ad attacco
(finestre , porte d’ingresso)

Tutte le apparecchiature utilizzate


devono essere «almeno» di primo
livello.

Company Confidential
Esempio 2: Protezione con livello di prestazione 2

Protezione di secondo livello di un unità


abitativa:

Si proteggono tutti gli accessi (aperture) e tutte le


superfici che possono essere soggette ad attacco
(finestre , porte d’ingresso).
Miglioramenti:
Aggiunti 2 rilevatori volumetrici doppia tecnologia
nei locali ritenuti più importanti
Nota: Coefficiente di insuperabilità è 0,5 perché sono 4 locali e 2 protetti
da rilevatori
Aggiunti 1 sirena da interno e un comunicatore
PSTN

Tutte le apparecchiature utilizzate devono essere


«almeno» di secondo livello e le linee devono essere
bilanciate

Company Confidential
Esempio 3: Protezione con livello di prestazione 2

Protezione di secondo livello di un unità


abitativa:
Si proteggono tutti gli accessi (aperture) e tutte le
superfici che possono essere soggette ad attacco
(finestre , porte d’ingresso).
Miglioramenti:
Aggiunti rilevatori volumetrici doppia tecnologia
In tutti i locali ed un contatto magnetico di
protezione alla porta di ingresso.

Nessun controllo delle superfici perché si


presuppone che l’abitazione non sia al piano terra
(altezza maggiore di 4 metri)

Nota: Si ricorda che concorrono al calcolo diversi fattori, quali ad esempio il tipo di posa dei cavi, la loro ubicazione, i controlli
delle interconnessioni circa manomissioni (interruzioni e/o sabotaggi dei cavi) e la sostituzione intenzionale delle informazioni tra i
dispositivi e la centrale (linea chiusa, bilanciata, con dati, crittografata, ecc).

Company Confidential
Grazie per l’attenzione

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