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TEOTIHUACAN:ANALISI STORICO-ARCHEOLOGICA AD AMPIO

SPETTRO DEL SITO MESSICANO

1. Introduzione
Visitando l’odierno sito di Teotihuacan, città precolombiana del Mesoamerica distante poco più di
50 km da Città del Messico, è impossibile non rimanere suggestionati dallo spettacolo scenografico
cui ci si ritrova ad assistere: imponenti piramidi e pregevoli architetture, perfettamente ordinate, si
stagliano su di una “quinta teatrale” fatta di vegetazione rigogliosa e rilievi montuosi altrettanto
geometrici. Alcune delle suddette costruzioni per giunta, data la considerevole mole con cui si
manifestano agli spettatori1, sembrano essere avvolte in una sorta di alone mistico e sovrannaturale:
possente ad esempio è la cosiddetta Piramide del Sole, alta ben 63 metri2 ed equiparabile per le sue
fattezze ad una vera e propria montagna. Ai suoi piedi si estende il lungo Viale dei Morti, sui cui lati
si allineano piccoli e grandi complessi architettonici. All’estremo settentrionale del suddetto Viale,
invece, si innalza la Piramide della Luna (di poco più piccola di quella del Sole), incorniciata dalla
mole dello stratovulcano del Cerro Gordo (detto Tenan, in náhuatl “nostra madre”, la “montagna
sacra”); quando il visitatore percorre la strada verso nord, la Piramide cresce visualmente sino a
coprire tutto l’orizzonte: in questo modo si “converte” simbolicamente in una montagna sacra3.
Tutt’intorno vi sono resti di edifici, abitazioni, ceramiche e ossidiane, che indicano come l’antica
città di Teotihuacan si estendesse sin quasi alle falde dei monti circostanti, per un’area totale di venti
chilometri quadrati4: nel suo momento di massimo splendore, attorno al V secolo d.C., era
addirittura la sesta città del mondo e la più grande del continente americano, con una popolazione
stimata tra i 150 e i 200 mila abitanti5.

1
COWGILL 1992, p. 87.
2
DAINELLI 1963, p. 220: si erge su di una base quadrata di 225 m di lato e si compone di cinque terrazze successive,
ciascuna rientrante rispetto a quella immediatamente sottoposta; AUSTIN 1989, p. 8: 222 m x 225 m di base, 65 m di
altezza dal suolo.
3
MANZANILLA 2017, p. 15.
4
AUSTIN 1989, p. 11: nella fase Tzacualli (1 d.C. - 150 d.C.) Teotihuacan cresce in maniera considerevole,
principalmente a nord e a ovest della futura area totale della città. Tale fase rientra nel periodo Clásico Temprano
(150/200 d.C. - 650 d.C.), per il quale si individuano (tra le tante) caratteristiche precise quali lo sviluppo
dell’agricoltura intensiva, un grande incremento della popolazione e soprattutto la trasformazione delle capitali con
controllo regionale in delle vere e proprie potenze politiche; Teotihuacan non sfugge al processo (AUSTIN et alii 2000,
p. 20).
5
TAUBE 2002, p. 1: circa 150.000 abitanti vivono in un intricato sistema di abitazioni/appartamenti (intricate
apartment compounds); SALA - CAPPELLATO 2004, p. 81, nota 33: Teotihuacan nacque tra il II e il VII secolo d.C. e
fu uno dei più importanti centri religiosi del Messico antico, un’immensa metropoli che nel periodo di suo massimo
splendore era abitata da circa 200.000 persone.
Nonostante nel corso di più di un secolo si siano avvicendate intense ricerche, della città non si
conosce né la lingua parlata6 dai suoi abitanti né il suo vero nome (Teotihuacan, “Il Luogo Tenuto
dagli Dèi”, è infatti il nome náhuatl che gli Aztechi dettero alle rovine dell’antica metropoli)7.

Alla luce di quanto esposto, si cercherà di ripercorrere brevemente la storia della città, la sua
formazione e apogeo, delineandone gli aspetti principali utili ad una comprensione generale.

6
TAUBE 2002: l’autore si interroga sulla presenza di un sistema di scrittura teotihuacano, forse utile alla ricostruzione
del linguaggio stesso.
7
DOMENICI 2005, p.115.
2. Breve riassunto temporale della città per fasi storiche (dalla nascita al declino
definitivo)

- Fase Patlachique (dal 150 a.C. al I d.C.): si assiste in questo momento storico ad un insolito
aumento della popolazione8 della valle di Teotihuacan, che porta alla concentrazione dei primi
villaggi in un’area di oltre 6 chilometri quadrati, in quella che fu successivamente la zona nord-
ovest della città9. Si stima che questo grande raggruppamento originale abbia raccolto tra i 5.000
e i 10.000 abitanti10.
Si presume anche che gran parte della popolazione11 provenisse da altre regioni del Bacino del
Messico e che fosse costituita da agricoltori attratti dai vantaggi creati congiuntamente dallo
sfruttamento dei giacimenti di ossidiana grigia nella valle orientale12 e dalla posizione favorevole
sulla rotta più comoda tra la valle di Puebla e il resto della cuenca13. Teotihuacan, inoltre, già in
questa fase, stava sviluppando alcune caratteristiche che l’avrebbero progressivamente distinta
dagli altri villaggi del Bacino: erano presenti, infatti, sia edifici costituiti da diverse piccole
stanze, probabilmente appartenenti a gruppi correlati, sia alcune strutture pubbliche, con
pavimenti in terra battuta, oltre a gruppi di cortili quadrangolari delimitati da templi su tre lati.
Tutti e tre i tipi di edifici si sarebbero poi sviluppati nel corso tempo e della storia della città14.

- Fase Tzacualli (dal 1 d.C. al 150 d.C.): in questo periodo la città cresce considerevolmente,
arrivando ad occupare un’area di oltre 20 km quadrati, principalmente a nord e ad ovest della sua

8
COWGILL 2007, p. 263.
9
AUSTIN 1989, p. 4 e 11; COWGILL 1992, pp. 92 e 94: l’autore sostiene come in questa fase la città si sarebbe estesa a
ovest e a sud - ovest, nella zona oggi occupata dalla comunità di Maquixco Bajo. Sempre secondo lo studioso, la
ragione dietro all’insediamento nell’area pianeggiante ad ovest del Viale dei Morti potrebbe addirittura collegarsi al
desiderio di una vicinanza a luoghi sacri.
10
AUSTIN 1989, p. 11: in DOMENICI 2005, p. 116, si stima una popolazione tra le 20 e 40 mila unità (anche in
COWGILL 1992, p. 94).
11
COWGILL 1992, p. 100: è possibile che Teotihuacan già in questa fase avesse acquisito uno straordinario significato
sacro, tale da aver costituito un forte elemento di attrazione per molti forestieri.
12
COWGILL 1992, p. 95; DOMENICI 2005, p. 121: il commercio dell’ossidiana e il controllo di gran parte dei
giacimenti mesoamericani di questo materiale sembrano aver assicurato la ricchezza cittadina di Teotihuacan.
13
AUSTIN 1989, p. 11: nelle officine di questa fase, le lame e le punte di freccia venivano fabbricate usando la tecnica
della scheggiatura (técnica del lasqueado).
14
AUSTIN 1989, p. 11; COWGILL 1992, p. 94: i dati di superficie suggeriscono che molti, sebbene non tutti, dei più
grandi complessi a tre piramidi nella parte settentrionale e nord-occidentale di Teotihuacan, compresi alcuni vicino al
Viale dei Morti e altri a più di un chilometro e mezzo di distanza, erano già luoghi di importanza speciale nella fase
Patlachique.
futura area totale15. Teotihuacan continua ad essere il centro dell’attrazione16 per gli agricoltori
del Bacino, che si spostano in massa nella valle, e ciò fa sì che il resto della cuenca soffra un
notevole spopolamento, principalmente ad est della stessa17. Nella giovane città gli artigiani
aumentano di numero e mostrano una chiara tendenza alla specializzazione18. Poiché l’ossidiana
grigia della valle diviene già in quest’epoca insufficiente, i Teotihuacani cominciano ad importare
la famosa ossidiana verde dal Cerro de las Navajas19. È stato calcolato come la popolazione, nella
fase Tzacualli, ammonti a 25.000 o 30.000 abitanti20 e come tale aumento abbia reso necessario
un incremento dell’agricoltura, sia per mezzo dell’irrigazione sia tramite la ricerca di nuovi
campi per la coltivazione21. L’apparato architettonico, in questa fase, avrebbe raggiunto
proporzioni inconcepibili: vengono erette le Piramidi del Sole e della Luna22, di cui la prima
sembra sorgere al di sopra di una grotta naturale23; con queste due immense costruzioni la città
della valle assurge sempre più a santuario nodale della regione24. Teotihuacan registra anche una
proliferazione di cortili con templi limitanei25. Tali edifici si raggruppano su entrambi i lati del
Viale dei Morti, il principale asse cittadino che forse già dalla fase Tzacualli costituisce il

15
AUSTIN 1989, pp. 6 e 11; COWGILL 1992, p. 87; DOMENICI 2005, p. 116.
16
COWGILL 1992, p. 97: in realtà, sembra che i governanti di Teotihuacan abbiano avuto una straordinaria influenza
sulle genti di gran parte del Bacino, presumibilmente grazie ad una combinazione di coercizione, attrazione ideologica e
incentivi economici.
17
AUSTIN 1989, pp. 11 - 12; COWGILL 1992, p. 97; DOMENICI 2005, p. 117.
18
AUSTIN 1989, pp. 6 e 12.
19
Ivi 1989, pp. 4 - 5, 12: assieme all’ossidiana vengono importate anche le ceramiche, il che dimostra l’importanza del
centro urbano come punto di raccolta e di distribuzione della merce.
20
COWGILL 1992, p. 96: l’autore parla di 60 - 80 mila persone.
21
AUSTIN 1989, pp. 4 e 12; MANZANILLA 2017, p. 15: la valle di Teotihuacan era occupata da villaggi di contadini
- pescatori - cacciatori già dagli ultimi secoli prima della nostra era. Intorno al primo secolo d.C. si verificò una
catastrofica eruzione del vulcano Popocatepetl, che portò all’abbandono di numerosi siti formativi sul versante orientale
del vulcano e allo spostamento delle loro popolazioni probabilmente verso la summenzionata valle; tale episodio deve
aver incentivato ulteriormente la tipologia del lavoro agricolo, già alla base del sostentamento primario degli abitanti
dell’area di Teotihuacan.
22
AUSTIN 1989, pp. 8, 13; DOMENICI 2005, p. 116.
23
AUSTIN 1989, p. 13; DOMENICI 2005, p. 118; TAUBE 1986, p. 51: la grotta conduce quasi al centro esatto della
piramide (si consulti l’intero articolo per un approfondimento sulla concezione della cavità come luogo di creazione -
nelle parole di Millon il significato della caverna si legherebbe alla genesi del sole e della luna; in quelle di Heyden
piuttosto all’origine del genere umano).
24
AUSTIN 1989, p. 13; DOMENICI 2005, p. 118; BOTTA 2006, p. 22.
25
COWGILL 1992: una tesi, non confermata, suggerisce che in questa fase Teotihuacan “investi” in complessi
monumentali che possano legittimare e stabilizzare il controllo della città sulle risorse al di fuori del proprio territorio. È
probabile, invece, che gli sviluppi della fase Tzacualli siano il riflesso di una crescente enfasi sulla religione.
perno per la futura griglia di quadranti del tessuto urbano26. Circa 3 km a sud di Piazza della
Luna, nel territorio dove sarebbe sorta La Cittadella, si costruisce un tempio con tutta probabilità
voluto da un unico soggetto dispotico27.

- Fase Miccaotli (dal 150 d.C. al 200 d.C.): in questa fase avviene una fioritura economica della
città grazie all’espansione delle rotte commerciali. Una prova della portata delle relazioni
commerciali di Teotihuacan sono i pezzi di ossidiana verde che appaiono ad Altun Ha, nella parte
settentrionale del Belize. Tra i complessi pubblici edificati si annovera La Cittadella28, ma anche
l’ampliamento della Piramide della Luna. La città non aumenta di dimensioni e si limita ad
un’estensione di 20 km quadrati, occupando quello che è l’areale sud ed est dell’intera superficie
urbana. D’ora in poi le variazioni saranno più di densità che di superficie29.

- Fase Tlamimilolpa (dal 200 d.C. al 450 d.C.): la città, nel mezzo di un rinnovamento generale,
acquisisce in questa periodo la sua forma permanente: un susseguirsi di alte mura senza aperture
e di stradine che limitano i complessi di appartamenti30. Quest’ultimi31 contengono anche
laboratori di ossidiana specializzati nella fabbricazione di coltelli e di punte di freccia; le
concentrazioni di artigiani avvengono generalmente in aree prossime a quelle in cui si
espletavano attività cultuali32 (come nei luoghi immediatamente ad est della Cittadella33, a nord
della Piramide della

26
AUSTIN 1989, p. 13.
27
COWGILL 1992, p. 107; DOMENICI 2005, pp. 120 - 121.
28
COWGILL 1992, p. 102.
29
AUSTIN 1989, p. 14; COWGILL 1992, p. 102: la popolazione della città potrebbe essere leggermente aumentata, ma
non drasticamente. Il periodo della rapida crescita urbana era terminato.
30
COWGILL 2005, pp. 22 e 26: era già in questa fase una città eccezionalmente ortogonale, con strutture orientate
vicino ai 15,5 gradi ad est del Nord astronomico (anche COWGILL 2007, p. 268); potrebbe avere avuto un significato
astronomico e calendariale, sebbene esistano dubbi sulla sua effettiva comprensione; MANZANILLA 2017, p. 62: sono
definiti dall’autrice come insiemi di appartamenti familiari indipendenti, che condividevano un complesso spazio
domestico circondato da un alto muro.
31
COWGILL 2007, p. 274: la maggior parte dei complessi risale ad un periodo tra il 200 e il 300 d.C.; quasi tutte le
strutture precedenti, invece, sono state completamente rase al suolo, quindi non sappiamo molto sulla loro natura;
MANZANILLA 2017, p. 64: si parla di quasi 2.200 complessi abitativi, che seguono il tracciato ortogonale e che
risultano generalmente composti da più stanze a vari livelli, disposte attorno a spazi aperti (cortili rituali, cortili di
servizio, aree di smaltimento).
32
COWGILL 2007, p. 284: in realtà, alcuni dei siti della città con una forte evidenza di produzione specializzata di
ossidiana si trovano lontano dalle principali strutture civiche-cerimoniali e hanno maggiori probabilità di essere occupati
da artigiani indipendenti.
33
Ivi 2007, p. 283: l’autore riferisce che produttori di bruciatori di incenso compositi risiedevano in un grande recinto
murato attaccato al lato nord della Cittadella (Sito 2: N1E1) e che probabilmente lavoravano sotto la supervisione statale
o con una minima sponsorizzazione istituzionale.
Luna34 e ad ovest del Gran Conjunto). L’importazione di ossidiana verde dal Cerro de las
Navajas aumenta considerevolmente35, tanto che si è sostenuto come a quel tempo Teotihuacan
dominasse l’intera regione e controllasse in forma statale le miniere locali36. Tlamimilolpa è
anche una fase di grande attività nel settore edile. I complessi di appartamenti sono molto più
solidi rispetto ai tempi precedenti, poiché hanno muri in pietra. La Piramide della Luna e la sua
rispettiva piazza assumono l’aspetto che hanno odiernamente. Nella parte occidentale della
suddetta piazza si eleva il Templo de los Caracoles Emplumados, che viene successivamente
coperto da 4 metri di terra e pietra per far posto al Palazzo Quetzalpapálotl. Dall’altra parte del
Viale dei Morti, nell’area della Cittadella, è terminato il Gran Conjunto, che apparentemente
costituiva il grande mercato della città37. Anche la costruzione del quartiere di Oaxaca si inserisce
in questo momento38. Teotihuacan aumenta la sua produzione vascolare e allo stesso tempo
importa notevoli quantità delle famose ceramiche sottili arancioni dal sud di Puebla, divenendone
distributrice esclusiva (è possibile che il centro urbano abbia dominato politicamente quella
zona). Lontano, nelle terre guatemalteche, un grande nodo commerciale maya cade sotto il potere
di Teotihuacán per diventare la sua colonia: Karninaljuyu. La sua presenza è forte nella valle di
Oaxaca e ciò ha delle ripercussioni sulla produzione artistica cittadina, permeata da un’influenza
stilistica tipica di altre regioni (come quella della costa del Golfo)39.

34
COWGILL 2007, p. 284: un complesso strutturale adiacente al lato ovest della Piramide lunare (Sito 6: N5W1)
contiene enormi quantità di detriti derivati dalla produzione di ossidiana.
35
AUSTIN 1989, pp. 4 - 5, 12, 14.
36
DOMENICI 2005, p. 121: il commercio dell’ossidiana e il controllo di gran parte dei giacimenti mesoamericani di
questo materiale sembrano aver assicurato la ricchezza cittadina.
37
PORTILLA 1995, p. 83; COWGILL 2007, p. 291.
38
COWGILL 2007, p. 281: sembra che un gruppo di alcune centinaia di persone di Oaxaca si trasferì nella capitale; i
discendenti di questo primo nucleo mantennero la loro identità etnica per diversi secoli, vivendo in un’enclave
compatta, ma ricevettero pochi nuovi arrivati da Oaxaca dopo la generazione della fondazione. Ad oggi, il suggerimento
più plausibile è che fossero muratori. Ciò è supportato dal fatto che materiali di Oaxaca sono stati trovati anche in siti
vicini a Teotihuacan, come Tula, a circa 60 chilometri di distanza dalla città; qui si lavorava il calcare necessario per la
produzione di calce da usare negli edifici di Teotihuacan.
39
AUSTIN 1989, p. 14.
- Fase Xolalpan (dal 450 d.C. al 650 d.C.): l’influenza di Teotihuacan si estende in tutta la
Mesoamerica. È l’era dello splendore40, la città infatti raggiunge la sua popolazione massima,
forse circa 125.000 abitanti41. Ci sono autori che aumentano considerevolmente questa cifra42.

- Fase Metepec (dal 650 d.C. al 750 d.C.): uno dei problemi più ardui nella storia
mesoamericana, ancora irrisolto, è il chiarimento delle cause della fine del periodo Classico
(150/200 d.C. - 900 d.C.)43, un processo iniziato con la fine della città messicana. Sono state
proposte ipotesi molto interessanti, alcune delle quali complementari. Teotihuacan aveva creato
un sistema di relazioni politiche44 ed economiche talmente complesso, che una volta giunto al
suo punto di rottura potrebbe aver provocato degli effetti concatenati, portando dapprima alla
rovina del suddetto centro urbano e successivamente alla graduale caduta delle capitali
mesoamericane. Tra le cause va individuata l’estrema differenziazione sociale teotihuacana,
l’indebolimento delle leghe che dominavano territori chiave (compresa la Valle di Puebla) e la
perdita di controllo su importanti rotte commerciali. L’imminente declino potrebbe aver
ingenerato un clima di tensione e violenza all’interno del centro stesso45: ci sono resti di edifici
carbonizzati46 sul Viale dei Morti, così come saccheggi e smantellamenti presso la Piramide della
Luna e le strutture limitrofe. Tutto ciò deve aver portato alla dispersione degli abitanti della città,
ma anche ad una continuità abitativa e agricola del Bacino: la scomparsa della metropoli, infatti,
avrebbe rivitalizzato villaggi e piccole città della cuenca47.

40
COWGILL 1992, p. 110: Teotihuacan creò una situazione tale che, per diversi secoli, la portò a non essere minacciata
da nessun serio rivale; per tale motivo il suo apogeo risultò indisturbato.
41
AUSTIN 1989, pp. 4 e 14.
42
COWGILL 1992, p. 110: “…with a population on the order of a third to an half of million”.
43
AUSTIN et alii 2000, pp. 20 - 21.
44
COWGILL 2007, p. 263: sembra che Teotihuacan sia intervenuta brevemente anche nella politica di alcuni principali
centri Maya come Tikal e Copán. L’ossidiana di Teotihuacan è stata rinvenuta nella prima città, il che testimonierebbe la
sua presenza ben oltre i confini cittadini; tuttavia, si parla di un materiale presente in una quantità così piccola (1%) da
lasciare intendere che non fosse oggetto di scambio, quanto piuttosto un regalo tra persone di alto livello
(MANZANILLA 1992, p. 332).
45
Idem 1992, p. 114.
46
Idem 2007, p. 263: la parte centrale della città venne bruciata intorno al 650 d.C, un episodio che ne segnò il
progressivo abbandono (in MANZANILLA 2017, p. 113 si riporta una data intorno al 550 d.C.).
47
AUSTIN 1989, p. 15.
3. La città e il Bacino del Messico

Il bacino del Messico, circondato da catene vulcaniche, ha ospitato anticamente due città di notevoli
dimensioni e con alta concentrazione umana: una era Teotihuacan, nell’angolo nord – est, l’altra
Tenochtitlan, incastonata nelle acque occidentali del più grande dei laghi del bacino. Tra la caduta
della prima e gli umili inizi della seconda intercorrono quasi sei secoli48.

Le due città hanno comunque storie differenti.

Teotihuacan nacque da un lento processo, grazie al quale la popolazione del bacino si spostò
progressivamente verso quella valle che offriva le migliori condizioni di vita. Le peculiarità del suo
sviluppo la portarono ad un cambiamento tale, che in essa si assistette al passaggio dalla società di
lignaggio alla società di stato: la sua solida economia e organizzazione politica, infatti, la resero per
secoli il centro dominante di un vasto territorio. Le cause della sua caduta sono sconosciute, ma
predominano le ipotesi che queste fossero marcatamente interne49.

Tenochtitlan, invece, si sviluppò in un bacino ormai diviso da poteri politici in lotta per l’egemonia.
Piuttosto che ad una lenta evoluzione economica, dovette la propria ascesa alla sua capacità di
districarsi nel duro scacchiere di guerra cui era intelaiata. Visse un periodo di massimo splendore
circondata da altri stati che alternavano il ruolo di alleati e nemici; e sebbene la sua espansione
rispetto agli altri contendenti fu violenta, non riuscì mai a consolidare un vero e proprio dominio:
questi durò appena un secolo e fu la causa della sua stessa caduta50.

Oggi per il visitatore è difficile immaginare la grandezza di Teotihuacan. Ci sono le sopravvissute


architetture che ancora lasciano immaginare il grande potere e splendore di cui godette, ma queste
rappresentano solo un piccolo spaccato temporale di ciò che la città fu effettivamente nel passato.
Anche il suo territorio di pertinenza non funge più da reale sfondo topografico per la zona: il vicino

48
AUSTIN 1989, p. 1: sebbene vi sia questo lasso di tempo che le separa, Teotihuacan e Tenochtitlan afferiscono alla
medesima tradizione culturale (MANZANILLA 2017, p. 12, sostiene come il tipo di vita urbana inaugurato da
Teotihuacan sia stato proseguito da Tenochtitlan).
49
AUSTIN 1989, p. 1; MANZANILLA 2017, pp. 111 - 112: in realtà sulla caduta di Teotihuacan (un declino che iniziò
intorno al 550 d.C.) si possono annoverare diversi fattori, quali un lento processo di deforestazione e di deterioramento
del potenziale della valle, dovuto alla crescita della città; una probabile diminuzione della quantità di pioggia, che
potrebbe aver acuito il fenomeno; la forte contraddizione tra la struttura corporativa alla base e al vertice della società
teotihuacana e l’atteggiamento competitivo delle élite intermedie che governavano i diversi quartieri; la chiusura delle
vie d’accesso alla città da parte di gruppi che abitavano le valli adiacenti, in particolare quella di Puebla-Tlaxcala.
50
AUSTIN 1989, p. 1: la caduta di Tenochtitlan, causata dall’invasione degli Europei, fu in gran parte dovuta alla
debolezza del suo governo centrale.
lago non esiste più e l’intero bacino, protagonista della storia di Teotihuacan, è un mero
“contenitore” per le rovine che affiorano51.

Tornando al bacino, gran parte della sua geografia è stata trasformata. Con una superficie di 7.853
km quadrati, la cuenca risultava limitata a nord dalla Sierra de Pachuca, a sud dalla catena montuosa
dell’Ajusco, a est dalle Sierre Nevada e Rio Frio, ad ovest dalla Sierra de las Cruces,. Fino al suo
drenaggio artificiale nel XVII secolo, il bacino era un grande sistema endoreico che includeva
imponenti corpi idrici: i laghi di Zumpango e Xaltocan a nord, il lago Texcoco (il più esteso e salino
del bacino) al centro, e i laghi da Xochimilco e Chalco a sud (oltre alla penisola di Iztapalapa, con le
sue dolci acque sorgive)52.

La valle di Teotihuacan, parte di questo sistema e con una superficie di 505 km quadrati, era limitata
a nord da diverse catene vulcaniche, tra le quali i rilievi Chiconauhtla, Malinalco e Gordo. a sud e
sud - est, invece, dalla Sierra de Patlachique. Oltre i massicci montuosi, a nord si aprivano le
pianure Tepeapulco - Apan, mentre a sud - ovest la piana del Texcoco, attraverso la quale
anticamente il fiume San Juan si gettava nel lago omonimo53. Tale corso, passando per Teotihuacan
prima di raggiungere Huixulco e San Lorenzo, era alimentato dalle sorgenti che erano a sud-ovest
della città e formava parte di una rete di irrigazione permanente, ubicata nel punto inferiore della
valle (oggi questa vasta area di terreni fertili e profondi è il centro della città di Acolman). La parte
centrale della valle, invece, era una zona di burroni e piccoli alluvi, mentre la parte superiore, con
terreni poco profondi, era quella meno produttiva e dipendeva quasi interamente dalla coltivazione
piovana54.

In passato la valle e i suoi monti erano ricchi di pini, lecci, cipressi, salici e ospitavano una fauna
molto variegata: il tacchino selvatico, il cervo, il cinghiale, la lepre, il coniglio, la quaglia, lo
scoiattolo. Successivamente, però, tali rilievi furono “erosi” da una popolazione alla ricerca di
terreni agricoli meno esposti al gelo, che a tal fine occupò le pendici degli stessi. L’erosione iniziò
prima dell’era cristiana, quando una vera città non esisteva ancora nella valle. Più tardi poi, quando
51
AUSTIN 1989, pp. 1 - 2.
52
Ibidem 1989, p. 2.
53
MANZANILLA 2017, p. 29: il fiume San Juan e i suoi affluenti originariamente attraversavano la valle in diagonale,
da nord-est a sud-ovest, ed erano incanalati per allinearsi con la griglia urbana di Teotihuacan. In seguito tali corsi
d’acqua si fusero in un unico fiume, che si gettava nel lago Texcoco vicino a Cuanalan.
54
AUSTIN 1989, p. 2; COWGILL 1992, p. 90: le sorgenti perenni offrono un grande vantaggio rispetto all’irrigazione
dipendente dalla pioggia, poiché consentono al mais di essere piantato presto, il che aumenta la probabilità che maturi
prima del gelo dell’autunno.
la suddetta popolazione crebbe, aumentarono considerevolmente anche le devastazioni: le cause
sono da ricercare nella necessità di proteine animali e di grandi quantità di legno per l’edilizia e per
la combustione55.

Il lago, con una maggiore capacità di resistere allo sfruttamento, fornì alla città non solo caccia,
pesca e raccolta, ma anche sale, divenendo peraltro il perno per lo sviluppo di una società che
mancava sia della ruota che di animali da tiro. I laghi del bacino, in generale, hanno reso possibili le
grandi concentrazioni umane, dal momento che la loro interconnessione e la folta rete fluviale a
disposizione permisero coltivazioni in aree lontane dai centri cittadini di riferimento: ad esempio,
nella città di Teotihuacan era sicuramente conveniente trasportare le colture in canoa, piuttosto che
per via terrestre, poiché nel secondo caso sarebbero stati necessari un’organizzazione e uno sforzo
maggiori56.

Nel corso del Preclassico Medio57, i primi villaggi58 sorti nell’area storicamente occupata da
Teotihuacan risalgono al 500 a.C.59 e si dislocano nei pressi delle migliori terre coltivabili, tradendo
così la vocazione propriamente agricola dei primi abitanti60. Dopo tre secoli di vita “quiescenti”, dal
150 a.C. (fase Patlachique) la città di Teotihuacan inizia a crescere in modo molto rapido61,
giungendo ad ospitare una popolazione calcolata tra le 20 e le 40 mila unità. Nel giro di poco più di
un secolo, dunque, i villaggi di agricoltori confluiscono in una delle principali città del Bacino del
Messico62, il cui predominio sarà bilanciato solo da Cuicuilco63, un grande centro monumentale nel
sud della cuenca. Il processo di crescita urbana diviene ancor più forte nel corso della successiva

55
AUSTIN 1989, pp. 2 - 3.
56
Ibidem 1989, p. 3.
57
Si veda AUSTIN et alii 2000 per una periodizzazione del Mesoamerica.
58
COWGILL 1992, pp. 88 e 91: per Cowgill questi primi insediamenti non prefigurano la futura città.
59
Ivi 1992, p. 88: nella mappa riportata nell’articolo di Cowgill (Fig. 5.1) si evidenzia un insediamento della fase
Cuanalan (500 - 150 a.C.), individuato come S1W6 e ubicato nell’area di Teotihuacan; era di 15 - 30 ettari e constava di
una popolazione di 1000 - 2000 persone (anche COWGILL 2007, p. 265). Oggi si trova vicino ad una zona altamente
produttiva, con coltivazione simil chinampa (campo drenato). Se non fosse costantemente drenata, l’area risulterebbe
paludosa (come doveva esserlo all’epoca).
60
COWGILL 1992, p. 91; DOMENICI 2005, p. 116.
61
AUSTIN 1989, p. 4: si mise in moto un processo insolito nel Mesoamerica.
62
BOTTA 2006, p. 22.
63
COWGILL 1992, p. 94.
fase Tzacualli (1-150 d.C.), quando la città passa dai 5 ai 20 chilometri quadrati di estensione e
arriva ad accogliere circa 80.000 persone64.

Studi territoriali hanno peraltro dimostrato che la crescita della città condusse ad un virtuale
spopolamento dell’intero bacino, come se gran parte della sua popolazione vi fosse stata attirata da
una forza irresistibile (sino ad una concentrazione tra il 50 e il 60%). In un’epoca più avanzata, le
possibili ragioni di tale “sinecismo” sono da ricercare in fattori economici, come quelli della
manifattura e del commercio di beni di pregio quali l’ossidiana (che sarà sempre la base della
ricchezza cittadina) oppure militari, con una possibile coercizione militare. Sembra però che il
successo di Teotihuacan sia dovuto piuttosto alla sua crescente fama di centro religioso. La stessa
forma della città, divisa in quattro quadranti65 e organizzata attorno ai due assi del Viale dei Morti e
del cosiddetto Viale Est-Ovest, rendeva esplicita una certa simbologia cosmica: la città era il punto
in cui convergevano gli assi cosmici e dove, dunque, secondo la credenza cosmologica dell’epoca si
trovava il centro del mondo66.

64
DOMENICI 2005, p. 116: l’abbandono di Cuicuilco per giunta, probabilmente legato all’eruzione del vulcano Xitle
(sepolto sotto diversi metri di basalto, COWGILL 2007, p. 265), accentuerà ulteriormente l’egemonia di Teotihuacan.
65
AUSTIN 1989, p. 7: gli antichi mesoamericani immaginavano la superficie terrestre come un piano diviso in quattro
parti.
66
COWGILL 1992, p. 100; DOMENICI 2005, p. 117.
4. Teotihuacan verso il 600 d.C.

È stato calcolato che in questo momento il centro urbano contava da 75.000 a 200.000 abitanti67.
Vicino alla sua media reale, viene proposta una popolazione di 125.000 individui (considerevole per
una città di quell’epoca)68.

È molto probabile che quella del cibo fosse una questione di un certo rilievo per un centro del
genere. La maggior quantità di risorse, infatti, proveniva dalla produzione agricola nella valle di
Teotihuacan; questa, di conseguenza, doveva provvedere in massima parte alla sussistenza degli
abitanti del luogo69.

È possibile anche che le condizioni meteorologiche fossero allora più favorevoli di oggi.
Attualmente, il regime delle precipitazioni del bacino è di circa 700 mm l’anno, con ampie gamme
di irregolarità in termini di quantità e inizio delle precipitazioni. In generale, la regione
settentrionale della cuenca è più secca e la stagione delle piogge, che in tutto il bacino va da maggio
a settembre, è generalmente ritardata nella valle70.

È comunque difficile per gli archeologi sapere quali fossero le tecniche di coltivazione di una civiltà
così antica, praticate peraltro in una valle sfruttata ininterrottamente sino ad oggi. È stato ipotizzato
che una parte considerevole dell’agricoltura fosse stagionale e che questa abbia attecchito in suoli
generalmente poco profondi71.

È stata ipotizzata la pratica del tlacolol72, una tecnica estensiva che consisteva nel taglio,
asciugatura e bruciatura dell’erba e nella rimozione del terreno per la preparazione della semina;
ripetendo tale processo, il campo di grano veniva coltivato senza interruzione per due o tre anni,
dopodiché era lasciato a riposo per un tempo uguale o maggiore, in modo da riacquisire il proprio
potere nutrizionale73.

67
COWGILL 2007, p. 264.
68
AUSTIN 1989, p. 4; COWGILL 2007, p. 264: anche tra 80.000 - 100.000 individui.
69
AUSTIN 1989, p. 4.
70
Ibidem 1989, p. 4.
71
Ibidem 1989, p. 4: data la difficoltà nello smuovere il terreno in profondità senza mezzi idonei.
72
SANDERS 2001, p. 1094: già dalla fase di occupazione pre - Patlachique della valle di Teotihuacan si può parlare di
tale tecnica e di una sua applicazione come sistema primario di utilizzo del suolo.
73
AUSTIN 1989, p. 4: le terrazze per suolo da coltivo nello specifico, con una particolare capacità di trattenere
l’umidità che ne impediva potenziali erosioni, dovevano trovarsi sulle pendici dei rilievi meno elevati.
Nella parte centrale della valle si sarebbe praticata l’irrigazione per inondazione, tecnica che
consisteva nella deviazione dell’acqua dai burroni (gole) per mezzo di piccole dighe formate da
cumuli di terra e file di agave e arbusti. Nella parte bassa ,invece, più fertile e con suoli che
andavano dai 3 ai 7 m di profondità, l’irrigazione permanente è stata possibile grazie al flusso di
dozzine di sorgenti74.

Come in tutta la Mesoamerica, il raccolto principale era il mais, seguito (tra gli altri) dai fagioli,
dall’amaranto, dalla zucca, dal peperoncino, dai pomodori, dall’agave e dal fico d’india. A queste
risorse, poi, vanno aggiunte quelle fornite dal lago, sia vegetali che animali (come pesci, anatre e
tartarughe). L’allevamento di animali domestici, inoltre, almeno quello di tacchini e cani, potrebbe
avere avuto una notevole importanza nella città75.

I Teotihuacani non conoscevano la metallurgia. Lo sviluppo e il periodo di massimo splendore della


sua cultura erano in gran parte dovuti alle ricche risorse minerali non metalliche della valle e dei
suoi dintorni. Ad ovest, ad esempio, vi erano vasti depositi di argille, mentre in generale nella zona
erano abbondanti basalti, tezontli (roccia vulcanica), ardesia, mica, pietra focaia, quarzo e
calcedonio: tutti questi materiali, dunque, risultavano utili sia per la costruzione che per la
fabbricazione di strumenti di lavoro e di oggetti di lusso. La grande ricchezza, tuttavia, derivava dai
depositi di ossidiana grigia ottenuti dal Cerro de Olivares, vicino a Otumba, così come di quella
verde, proveniente da un piccolo vulcano a ovest della valle di Tulancingo e dalle falde del Cerro de
las Navajas, vicino a Pachuca.76.

Quale sia la percentuale di abitanti della città ,che si dedicavano a lavori agricoli e che
periodicamente si recavano nei campi, è un quesito ancora da risolvere. Alcuni autori ritengono che
sia molto elevata, superiore a quella degli artigiani. Da parte loro, invece, gli artigiani formavano
(secondo quanto calcolato) un terzo della popolazione e buona parte di questo terzo era dedita al
lavoro di ossidiana77.

Tornando alla Teotihuacan del 600, si può asserire con certezza come la città fosse un meraviglioso
esempio di pianificazione urbanistica.

74
AUSTIN 1989, p. 4: ci sono alcune somiglianze tra questa tecnica e quella dei chinampas, che i messicani costruirono
nel sud del bacino su terreni paludosi.
75
Ibidem 1989, p. 4.
76
AUSTIN 1989, pp. 4 - 5; COWGILL 1992, p. 95; DOMENICI 2005, p. 121; MANZANILLA 2017, p. 27.
77
AUSTIN 1989, p. 5.
Nessuna delle popolazioni americane contemporanee ha raggiunto una tale qualità, né ha accolto
una popolazione così grande, né ha mostrato un tale potere centralizzato, né ha raggiunto così tanto
splendore o ha avuto così tanta influenza sulle comunità limitrofe78.

Al di là dei pregi appena elencati, la vita nel centro messicano era comunque soggetta ai numerosi
svantaggi delle grandi concentrazioni urbane: difficoltà nell’approvvigionamento idrico, eventuali
carenze alimentari, problemi di sovraffollamento e sfollamento; il tutto aggravato dalla
disuguaglianza sociale dei suoi abitanti. In effetti sia la complessità della città che l’eterogeneità dei
suoi quartieri, parlano a favore di una notevole differenziazione sociale tra i Teotihuacani79.

I quartieri di cui si è fatto menzione, nei quali si concentravano gli abitanti, erano in genere
caratterizzati da complessi di appartamenti80 (diversificati in termini di qualità architettonica e
dimensioni)81 per lo più con alte mura esterne, una sola porta d’ingresso e corridoi labirintici che
davano accesso a stanze di dimensioni più o meno ridotte. Tali complessi contenevano anche uno o
più cortili, in cui potevano esserci piccoli templi dedicati agli dei protettori82.

Gli abitanti vi vivevano intensamente all’interno: nei limiti delle mura creavano la propria vita
familiare, lavoravano in officine specializzate in una specifica arte e si occupavano del culto divino
del gruppo83. Dunque, i complessi devono essere considerati molto più che semplici conglomerati di
abitazioni. Comunità di lavoro e di culto hanno portato ad ipotizzare l’esistenza di vere e proprie
leghe parentali84; la ricerca delle somiglianze fisiche tra i resti umani, infatti, sembra aver
convalidato tale congettura: in alcuni complessi gli uomini si assomigliavano l’un l’altro, mentre le

78
AUSTIN 1989, p. 5; COWGILL 2007, p. 263.
79
AUSTIN 1989, p. 5.
80
Ivi 1989, p. 6.
81
COWGILL 2007, p. 274: una volta costruiti, questi complessi di appartamenti hanno in genere attraversato almeno
due o tre importanti ricostruzioni; la maggior parte sono rettangolari (spesso quasi quadrati, di circa 60 metri per lato),
ma non hanno delle dimensioni standardizzate.
82
AUSTIN 1989, p. 5; COWGILL 2007, p. 274.
83
AUSTIN 1989, p. 6: possiamo supporre che i Teotihuacani bilanciassero la loro attività quotidiana all’interno dei
complessi con un’esistenza vivace e partecipata in piazze e templi; DOMENICI 2005, p. 122: gli abitanti condividevano
un’attività prevalente nei complessi (lapicidi, ceramisti, muratori, guerrieri, ecc.), il che fa ipotizzare che esistessero dei
gruppi corporativi analoghi ai calpultin della più tarda società nahua, gruppi cioè dove rapporti di ordine territoriale e
professionale paiono essersi sovrapposti a quelli di tipo parentale.
84
COWGILL 2007, p. 277.
donne differivano, il che ha reso evidente come nel complesso abitasse un gruppo parenterale i
cui uomini cercavano le proprie coniugi all’esterno del clan85.

Vi sono buoni motivi per ritenere che Teotihuacan fosse nel suo punto di massimo splendore una
città cosmopolita, in cui vi erano quartieri abitati da uomini di costumi e lingue diversi. Dire però
quale gruppo etnico dominasse la città o quale sia stata la lingua più parlata è cosa alquanto ardua.
Non ci sono risposte certe. Nemmeno sul nome reale della città. Oggi lo conosciamo come
Teotihuacan, «il luogo degli dèi”, ma solo perché seguiamo la tradizione dei messicani; non c’è in
realtà prova certa che questo fosse il vero appellativo con cui gli abitanti si riferivano alla
metropoli86. Tantomeno abbiamo prova certa che il Nahuatl fosse la lingua ufficiale87.

85
AUSTIN 1989, pp. 5 - 6: va detto, tuttavia, che non tutti i Teotihuacani vivevano in questo tipo di abitazioni. In tutta
la città singole capanne erano sparse in un numero considerevole.
86
AUSTIN 1989, p. 7; DOMENICI 2005, p.115.
87
AUSTIN 1989, p. 6.
5. Il volto della città intorno al 600

Al suo apice, la città di Teotihuacan copriva un’area di oltre 20 km88.

La città era rigorosamente ortogonale, organizzata attorno a due assi perpendicolari che generavano
un enorme reticolo di angoli retti e linee orientate. Uno degli assi, quello che andava da nord a sud,
noto oggi come il Viale dei Morti, terminava nella Piazza della Piramide della Luna (altro nome
convenzionale)89. Il cittadino - o lo straniero - che vagava per la città, camminando all’interno del
rigido ordine degli angoli retti e tra i colori delle murature esterne degli edifici, avrebbe avuto la
sensazione di percorrere un “tracciato” il cui archetipo non era di questo mondo90.

I canoni metrici adottati rivelano come sia stato elaborato un progetto iniziale che non solo
organizzava gli edifici del proprio tempo, ma stabiliva anche linee guida per lo sviluppo della città
futura; evidentemente, la sua crescita era rigidamente gestita dal governo statale, secondo un
preordinato piano architettonico e urbanistico91.

La Piramide del Sole spiccava nel complesso monumentale. Sembra che l’opera, assieme a quella
della Luna, fosse stata eretta intorno al primo secolo della nostra era, nel momento della genesi
cittadina92, e che per via del suo orientamento, con il fondo del santuario ad est e i gradini ad ovest,
fosse stata innalzata in onore del Sole. Tuttavia, esistono oggi opinioni ben fondate sulla sua
possibile destinazione come tempio di una divinità acquatica (ipotesi postulata anche per la

88
AUSTIN 1989, p. 6; DOMENICI 2005, p. 116.
89
AUSTIN 1989, p. 7; DOMENICI 2005, p. 117.
90
AUSTIN 1989, p. 7.
91
AUSTIN 1989, p. 7; COWGILL 2005, pp. 26 e 36; DOMENICI 2005, pp. 117 e 122; COWGILL 2007, p. 265:
sembra che in origine sia stata applicata una disposizione ordinata solo alle principali strutture civiche-cerimoniali e che
solo successivamente questa abbia coinvolto anche le aree residenziali (dopo esser divenute piuttosto popolate). In tal
caso, l’imposizione di un layout preimpostato avrebbe potuto cozzare contro gli interessi dei singoli residenti e suscitare
una grande resistenza, fino ad un intervento coercitivo dell’autorità centrale.
92
AUSTIN 1989, p. 8: con una pianta di 222 per 225 m, la Piramide si trova oggi a 65 m sopra la superficie del suolo
(anche DAINELLI 1963, p. 220); COWGILL 1992, p. 97: viene innalzata durante la fase Tzacualli e arriva a coprire
una superficie simile a quella della Piramide di Cheope (sebbene fosse la metà di quest’ultima in altezza); DOMENICI
2005, p. 116.
“paredra” Piramide della Luna)93: forse al dio della pioggia venne eretta la Piramide del Sole e ad
una dea delle acque terrestri e della fertilità (detta Grande Dea) la Piramide della Luna94.

A conferma della tesi esposta poc’anzi, è noto come al di sotto della Piramide del Sole si trovi una
grotta95 utilizzata come santuario di una divinità acquatica e come sacro luogo di origine96 (secondo
un diffuso costume mesoamericano): l’esistenza di questa cavità, pertanto, ha portato ad ipotizzare
un suo possibile legame con la fondazione della città stessa97.

La grotta, sede del dio dell’acqua, e la sua piramide sovrastante formavano dunque uno dei
fondamentali modelli cosmici mesoamericani: quello della montagna nel cui interno si trova la
grotta dalla quale emergono gli esseri viventi98. Il nesso tra la Piramide del Sole e questo ambito
concettuale appare ulteriormente dimostrato dal ritrovamento, agli angoli dei suoi gradoni, di corpi
di bambini sacrificati99. La medesima pratica dedicatoria, per giunta, con un sacrificio di massa di
simile significato simbolico, appare riscontrata anche nella Piramide della Luna, negli edifici 4, 5 e
6 indagati durante gli scavi del 1998 - 2004100.

Per quanto riguarda la Piramide della Luna, è possibile che il valore di tale struttura si leghi
piuttosto all’immagine del Cerro Gordo, alla possente montagna che si erge alle sue spalle (luogo in
cui tra l’altro si trovano diverse sorgenti d’acqua). In effetti, a colui che cammina lungo il Viale dei
Morti la Piramide appare come una replica artificiale della montagna sacra sullo sfondo101.

93
AUSTIN 1989, p. 8; DOMENICI 2005, p. 118.
94
DOMENICI 2005, pp. 118 e 126: si ritiene che all’origine della sacralità della città vi fosse la divinità territoriale
dell’acqua (o le divinità territoriali dell’acqua), la cui forza sacra doveva essere mediata da gruppi sacerdotali che si
mostravano in modo anonimo e collettivo.
95
COWGILL 1992, p. 103: il luogo della Piramide è sicuramente determinato dalla posizione della sottostante grotta;
DOMENICI 2005, p. 118, nota 7: la conformazione della grotta fa dubitare che si tratti di un anfratto naturale; è
possibile che questa sia stata parzialmente modificata (fino ad acquisire una pianta a quattro lobi - AUSTIN 1989, p.
13), come hanno dimostrato gli scavi di Linda Manzanilla in cavità ad essa prossime.
96
Ivi 1992, p. 100: la grotta al di sotto della Piramide del Sole era un luogo di emergenza ancestrale, di connessioni con
il mondo sotterraneo.
97
DOMENICI 2005, p. 118.
98
Ibidem 2005, p. 118.
99
SUGIYAMA 2007, p. 127: si consulti l’intero articolo per un approfondimento sul tema delle sepolture nella Piramide
della Luna; DOMENICI 2005, p. 118: secondo una consolidata usanza mesoamericana, legata proprio al culto delle
divinità acquatiche.
100
Ibidem 2007, p. 127.
101
DOMENICI 2005, p. 118.
Teotihuacan ,quindi, sulla base di questa prima analisi, era la città al centro del mondo, sviluppatasi
nel luogo dominato dalle principali divinità acquatiche e assurto a fonte della fertilità universale: è
significativo come tutti questi elementi fossero già energicamente affermati nel corso della fase
Tzacualli (1 - 150 d.C.), quando erano già stati eretti i principali monumenti cittadini e quando,
proprio in virtù della sua centralità cosmologica, Teotihuacan era divenuto il principale centro
religioso del Bacino del Messico102.

A sud della città attuale, invece, al di sotto di un ponte scorre il fiume San Juan; tale corso segna un
po’ il limite dell’area in cui si erge un altro importante complesso rituale, quello della Cittadella103.

Parlando proprio di questo grande complesso architettonico quadrangolare, eretto su un lato del
Viale dei Morti, si può dire come esso sia il frutto di un’edilizia monumentale concentratasi nelle
fasi Miccaotli (150- 200 d.C.) e Tlamimilolpa (200 - 400 d.C.)104 e come l’opera funga da
“contenitore” per quello che forse è il più celebre monumento teotihuacano, il Tempio di
Quetzalcóatl105.

Tale edificio, una piramide alta venti metri e con una base di 60 × 65 m, era decorato da centinaia di

serpenti piumati policromi106, le cui teste a tutto tondo sporgevano dalle alfarde della struttura. I
corpi dei serpenti, realizzati a bassorilievo e circondati da simboli acquatici a forma di conchiglia,
terminavano con un crotalo che, per via della sorta di copricapo che lo sormontava, assumeva le
fattezze di un alligatore. Sul muso della suddetta scultura si trovavano anche due cerchi, di solito
raffigurati attorno agli occhi del dio dell’acqua Tláloc107: la loro presenza ha fatto così ipotizzare
che i copricapi fossero da interpretarsi come volti del dio (o di altre divinità), inducendo però ad una
erronea traduzione dell’iconografia del Tempio108.

102
DOMENICI 2005, p. 118; BOTTA 2006, p. 22.
103
AUSTIN 1989, p. 9: nonostante il nome, non aveva funzioni difensive; si tratta di un enorme quadrato di 400 m per
lato, delimitato scale e piccole costruzioni piramidali, sul fondo del quale si erge un’ulteriore struttura piramidale (un
tempo dipinta di rosso).
104
DOMENICI 2005, p. 119; DELGADO 2006, pp. 108 - 110.
105
DOMENICI 2005, p. 119: oggi, grazie agli scavi archeologici, è stato riportato alla luce questo edificio (per secoli
nascosto dalla piramide rossa), costruito intorno agli anni 150 - 200 (AUSTIN, 1989, p. 9).
106
COWGILL 1992, p. 104.
107
Ivi 1992, p. 105.
108
AUSTIN, 1989, p. 9; COWGILL 2005, p. 32: l’autore riporta l’ipotesi del 1993 di Sugiyama, secondo il quale il
Tempio, essendo a sud del fiume San Juan e possedendo simboli acquatici come conchiglie, rappresentava una Venere
del mondo sotterraneo acquatico; DOMENICI 2005, p. 119.
Alcuni studiosi hanno ritenuto che gli edifici della Cittadella, e in particolare i due complessi
architettonici ai lati della piramide109, potessero essere la sede del governo teotihuacano110, dal
momento che nel periodo Postclassico il Serpente Piumato è considerato la divinità patrona dei
sovrani e dei governanti111.

Lo scavo effettuato al di sotto del Tempio ,infatti, in cerca di una eventuale sepoltura reale, ha
messo in luce una serie di fosse contenenti diversi individui sacrificati, disposte simmetricamente
attorno e al di sotto della piramide. Alcune sepolture contengono solo donne, mentre altre sono
composte da gruppi di uomini con le braccia legate dietro la schiena e abbigliati con elementi che ne
indicano lo status di guerriero; non è ancora chiaro se si tratti di combattenti stranieri o teotihuacani,
ma è comunque evidente che l’erezione del Tempio, iniziata attorno al 150 d.C., fu preceduta da un
importante evento sacrificale di massa112.

Sebbene non si sia rinvenuta nessuna sepoltura che suggerisca la presenza di un personaggio in
onore del quale vennero sacrificate le centinaia di individui, alcuni autori ritengono che la
costruzione del Tempio sia stata l’opera di un sovrano particolarmente potente113, la cui tomba deve
ancora essere scoperta (anche se è possibile che sia stata già irrimediabilmente saccheggiata
nell’antichità)114.

109
COWGILL 2007, pp. 287 - 288: all’interno della Cittadella ci sono due complessi di appartamenti di dimensioni
superiori alla media e con una planimetria insolitamente simmetrica, che fiancheggiano i lati nord e sud della Piramide
del Serpente Piumato (noto anche come il Tempio di Quetzalcòatl) e che si dispongono di fronte ad una grande piazza
chiusa. Il complesso settentrionale è collegato tramite scale direttamente a un grande recinto murato, attaccato al lato
nord della Cittadella (ancora in gran parte non indagato); degli scavi parziali al suo interno hanno rivelato prove
abbondanti di produzione specializzata di incensieri (anche MANZANILLA 1992, p. 331).
110
AUSTIN 1989, p. 9; MANZANILLA 2002, p. 15.
111
DOMENICI 2005, p. 120.
112
COWGILL 1992, p. 106; DOMENICI 2005, p. 120.
113
COWGILL 2007, p. 289: deliberatamente costruito da un sovrano molto potente come materializzazione di un nuovo
regime.
114
COWGILL 1992, p. 107: “…the physical realization of the vision of an extremely powerful ruler”; DOMENICI
2005, p. 120.
Si è postulato, inoltre, che nel complesso della Cittadella sia avvenuto un radicale cambiamento
nella gestione del potere teotihuacano115; uno dei principali “indizi” citati a favore di quest’ipotesi è
l’enigmatica costruzione, attorno al 250 d.C., di una piramide addossata al Tempio di Quetzalcóatl,
che arrivò a coprirne quasi completamente la facciata: si tratterebbe, di fatto, di una reazione contro
l’eccessiva centralizzazione del potere operata dal dispotico tiranno, al quale si attribuisce la
costruzione del primo Tempio116.

Comunque sia, il prestigio acquisito dalla città verso il 600 d.C., ormai popolata da oltre 150.000
persone, è ben testimoniato anche dalle ricorrenti menzioni che compaiono nell’arte monumentale
maya e zapoteca117. Tra l’altro, proprio individui maya, zapotechi118 e dell’Occidente del Messico119
vivevano in specifici quartieri di Teotihuacan, il che lascia intuire come la città fosse effettivamente
multietnica e cosmopolita.

Insomma, nel corso delle fasi Xolalpan e Metepec Teotihuacan sarebbe divenuta la città
mesoamericana per eccellenza.

E sebbene non assurga a capitale di un vero e proprio impero, come quello azteco, la sua presenza
ha di fatto inibito la nascita di altri grandi centri monumentali in tutto il Messico Centrale (eccezion

115
COWGILL 2007, pp. 289 - 290: i successori del tiranno avrebbero potuto trovare le strutture della Cittadella non
adeguate all’espletamento delle attività governative, per cui si sarebbero trasferiti nell’Avenue of the Dead Complex, a
metà strada tra La Cittadella e la Piramide del Sole. Un’altra ipotesi, invece, indirizzerebbe verso un altro luogo, il
cosiddetto Xalla Complex. Si tratta di un complesso murato a poche centinaia di metri a nord - nord - est della Piramide
del Sole e a poche centinaia di metri a sud - est della Piramide della Luna. Contenente un mix di piazze, piattaforme,
gruppi di stanze e piramidi, la sua costruzione iniziò nella prima fase di Tlamimilolpa; potrebbe essere stato un palazzo
per sovrani o potrebbe aver servito qualche altro scopo speciale (anche MANZANILLA 2002, p. 15 e MANZANILLA
2017, p. 77).
116
COWGILL 1992, p. 108; DOMENICI 2005, p. 121.
117
DOMENICI 2005, p. 121.
118
SPENCE 1992: l’articolo si sofferma proprio sull’enclave zapoteca di Tlaitlacan presente in Teotihuacan e sul
possibile ruolo economico detenuto dal quartiere in questione nel commercio di oggetti prodotti in contesti esterni alla
città (si parla dei suoi abitanti come intermediari - SPENCE 1992, p. 79); COWGILL 2007, p. 281.
119
SPENCE 1992, p. 81: “…a Gulf Coast enclave in Teotihuacan”; CHAVEZ, GAZZOLA 2020, p. 11: si parla della
struttura 19 del settore NIW5, dove il ritrovamento di alcuni materiali ha fatto ipotizzare la presenza di gruppi non nativi
(forse di Michoacán) nelle vicinanze del quartiere di Zapoteco. Si tratterebbe di una enclave relativamente piccola, che
occupò la struttura 19 dalla fase Tlamimilolpa sino alla fase Xolalpan. Il complesso sarebbe stato abbandonato intorno
al 650 d.C., secondo delle modalità osservate anche per altre strutture dello stesso periodo presenti nella città. Per
quanto riguarda il numero di persone che vi vivevano, si ritiene che fosse inferiore a quello degli stranieri del quartiere
zapoteco (si sarebbe trattato di un gruppo di non più di 50 persone, forse anche meno).
fatta per Cholula, un importante centro religioso nella valle di Tlaxcala con cui aveva stretti
rapporti120).

Va specificato che la “territorialità” di Teotihuacan, come organismo urbano predominante in un


areale più vasto, deriva da un fattore ben preciso: dalla sacralità del luogo121. Tale principio, infatti,
ha permesso la costituzione della prima entità politica multietnica mesoamericana, radicalmente
diversa dalle contemporanee realtà mesoamericane etnicamente omogenee; la sua strepitosa crescita
nel corso delle fasi più antiche, in effetti, si lega proprio alla condivisione dello spazio sacro, cioè al
permesso concesso a gruppi esterni di insediarsi in città. Questa possibilità di “appropriarsi” di una
porzione di terreno sacro deve aver funto da catalizzatore per le comunità del Bacino, svuotatosi a
favore di un unico centro politico - religioso di prestigio122. Lo “stato” teotihuacano ,dunque,
presente nella cuenca senza un sistema di controllo territoriale di stampo imperiale123, ha finito per
dotarsi di un governo collettivo124, costituito probabilmente dai rappresentanti dei maggiori gruppi
insediati in città125, esercitando la propria influenza grazie ad una condivisa legittimazione sacra.

Teotihuacan tra le fasi Tlamimilompa e Metepec (300 - 750 d.C.) rappresenta la prima forma di
organizzazione politica di tipo territoriale - corporativo - centralizzato. Tale tipologia di corporate
strategy aveva 4 caratteristiche principali:

120
DOMENICI 2005, p. 122: qui fu eretta la più grande piramide delle Americhe, anch’essa probabilmente dedicata ad
una divinità acquatica; a tal proposito è curioso l’aneddoto riportato da Eugenio Alberi: “…era creduto che la grande
piramide di Cholula fosse destinata a giunger sino alle nuvole, ma che gli Dei sdegnati di tanto orgoglio fecero piover
fuoco su quella, onde l’opera non fu più proseguita” (ALBERI 1872, p. 155).
121
COWGILL 1992, p. 87.
122
DOMENICI 2005, p. 135: non si negano anche indubbi fattori economico - commerciali nella genesi cittadina
(COWGILL 1992, p. 87).
123
AUSTIN 1989, p. 15: ma piuttosto con leghe che dominano territori chiave.
124
MANZANILLA 2002, p. 11: suggestiva l’ipotesi riportata dall’autrice, secondo la quale Teotihuacan e Tula furono le
prime città ad inaugurare un “co - governo” composto da due a sette uomini e a fare uso di gruppi distrettuali con ruolo
chiave nella gestione dello stato teotihuacano (tra questi, si citano ad esempio il distretto ad ovest del Gran Congiunto,
quello nella parte nord-ovest della valle, quello ad est del Viale dei Morti o quello a sud del fiume San Lorenzo, ecc…).
125
DOMENICI 2005, p. 136: la profonda singolarità del potere teotihuacano, e la sua associazione ad un luogo la cui
sacralità doveva essere riconosciuta in gran parte della Mesoamerica, fu probabilmente all’origine dell’immenso
prestigio di cui godette la città; Teotihuacan divenne una sorta di strumento di legittimazione per i sovrani dinastici di
altre aree della Mesoamerica, che potevano vantare relazioni con la metropoli del Messico Centrale.
1) I successi imprenditoriali individuali e i culti dei sovrani venivano de - enfatizzati a favore di
una struttura di governo corporativa, caratterizzata dalla mancanza di rappresentazione o
riferimento testuale a sovrani designati126;

2) I culti statali enfatizzavano principi cosmologici che collegavano pioggia, terra, sole, luna e
serpenti con rinnovamento e fertilità e includevano un’importante divinità femminile127;

3) La standardizzazione delle convenzioni artistiche e la sistematizzazione dell’iconografia


religiosa erano coerenti con il rifiuto di una base etnica (patrimoniale) per l’ideologia politica e
riflettevano la “codification of corporale ideology” - una incorporazione simbolica di diversi
gruppi etnici;

4) Dalla produzione eccedentaria del vasto sistema centrale di Teotihuacan, che si stima includesse
una popolazione di 500.000 persone nel bacino del Messico e nelle aree adiacenti degli
Altopiani Centrali, la città era in grado di estendere il proprio controllo nelle zone periferiche
attraverso l’istituzione di enclavi commerciali e avamposti estrattivi128.

126
COWGILL 1992, p. 87; MANZANILLA 2002, p. 17; MANZANILLA 2017, p. 8.
127
MANZANILLA 2002, p. 17; COWGILL 2005, p. 31: un colossale monumento in pietra, una figura in abito
femminile rinvenuta vicino alla Piramide della Luna, è stato identificato come una dea dell'acqua e come manifestazione
di una “Grande Dea”, presumibilmente la divinità principale della città (anche COWGILL 2007, p. 292);
MANZANILLA 2017, p. 98: le divinità più importanti della religione urbana di Teotihuacan erano il dio della pioggia, il
dio del fuoco, la dea delle acque, il dio farfalla-uccello, il dio del monte e varie divinità secondarie protettrici (una
divinità coniglio, per esempio).
128
BLANTON et alii 1996, pp. 10 -11; MANZANILLA 2002. p. 17; COWGILL 2007, p. 263: alcuni avamposti chiave
si trovavano nelle pianure del Pacifico e negli altipiani del Guatemala.
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