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INTERVISTA A JUAN CARLOS SCANNONE

“Jorge Mario è una persona semplice, molto preoccupata per i poveri e per la Chiesa dei poveri, per
il rinnovamento evangelico della Chiesa e per un apostolato 'nella città' realizzato anche per strada e
non solo nei templi”. Con tono confidenziale p. Juan Carlos Scannone, ottantaduenne ex rettore
della Facoltà di Filosofia dell'Università del Salvador di Buenos Aires e massimo teologo argentino
vivente, descrive il confratello gesuita salito sul soglio di Pietro. Di ciò che farà Papa Francesco, p.
Scannone ha un'idea abbastanza chiara: “Mi aspetto, prima di tutto, che promuova la nuova
evangelizzazione a partire dall'opzione preferenziale per i poveri, secondo l'indole di ogni cultura.
Perciò credo che guarderà molto all'Africa” In secondo luogo, “visto che in Argentina ha promosso
il dialogo con altre religioni, soprattutto con l'ebraismo, ma anche con l'Islam (il nostro è uno dei
non molti paesi in cui c'è un dialogo a tre tra queste fedi e il cristianesimo), penso che cercherà di
intavolarlo a livello universale, così come promuoverà l'ecumenismo”. Sul piano interno, invece,
“tenterà di diffondere il suo stile di vita austero a tutta la Chiesa, la quale così si adatterebbe meglio
alla cultura contemporanea. Terrà molto conto del fatto che è vescovo di Roma, valorizzando la
collegialità e il popolo dei fedeli nel suo insieme. Non tentennerà nell'attuare i cambiamenti che
sono necessari nella Chiesa, ma lo farà con diplomazia, senza scontri”. Secondo p. Scannone, già
docente in diversi atenei latinoamericani ed europei, compresa la Pontificia Università Gregoriana
di Roma, “cercherà di dare impulso alla 'conversione pastorale' della Chiesa latinoamericana,
soprattutto mettendola 'in stato di missione' nelle grandi città e nei loro sobborghi. Probabilmente
promuoverà il dialogo coi sindacati e altre organizzazioni popolari in vista di una maggiore giustizia
ed equità, come pure la ricerca del consenso su politiche dello Stato per il bene comune. Darà
importanza alla pietà e alla spiritualità popolari, specie alla devozione mariana tipica del
continente”. Anche per il futuro della teologia p. Scannone è ottimista: “Jorge Mario mi pare
convinto dell'importanza spirituale e pastorale di una buona teologia all'altezza della cultura
contemporanea e di ciascuna cultura particolare. Ritengo che appoggerà l'opzione preferenziale per
i poveri come luogo ermeneutico per la riflessione teologica e pastorale latinoamericana. In
Argentina ha favorito quella che io chiamo 'linea argentina della teologia della liberazione', da
alcuni denominata 'teologia del popolo'. Questa non usa categorie marxiste, ma un'analisi storico-
pastorale (senza escludere quella socio-strutturale), sottolinea l'importanza dell'evangelizzazione
delle culture e rivaluta la religiosità popolare”.

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