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ricerche e approfondimenti

UNA NUOVA FONTE


PER LA MUSICA DI GIULIO REGONDI
Il manoscritto di J. A. Hudleston per Madame Pratten

di Stefan Hackl

G iulio Regondi (1823-1872): difficilmente si


trova un compositore così tanto acclamato
dai suoi contemporanei e di cui ci sia pervenu-
con la scritta “Guitar Manuscript”: 250 pagine
di musica manoscritta su carta blu in bella rile-
gatura e sulla copertina a lettere dorate:
ta così poca musica. Soltanto cinque opere fu-
rono pubblicate durante la sua vita, alcuni Studi COPIED / FOR / MME. R. S. PRATTEN
comparvero su periodici nei primi anni del BY / J. A. HUDLESTON ESQ.
Novecento e soltanto nel 1987 fu scoperta in
Russia da Matanya Ophee una copia completa Le pagine da 1 a 182 contengono musica di
dei dieci Studi. Anche la riscoperta dei pezzi di Hudleston che sembra scritta tutta in una volta.
Regondi che oggi fanno parte del repertorio di- In appendice invece ci sono brani più corti, di
scografico e concertistico cominciò relativamen- differenti autori e, probabilmente, aggiunti in un
te tardi: nel 1981 grazie a Leif Christensen e più secondo tempo.
tardi a David Starobin. Oggi Regondi è consi- Uno sguardo più attento allo scatolone portò
derato una pietra miliare nella storia della chi- alla luce un altro volume di circa 250 pagine (la
tarra e tutto quello che abbiamo di lui è consi- numerazione non è sempre continua) con copie
derato una preziosità. Alcune delle opere che fi- di pezzi di compositori noti e meno noti: Sor,
guravano più spesso nelle recensioni dei suoi Carcassi, Giuliani, Aguado, de Fossa, Zani de
concerti erano date per disperse, finché non mi Ferranti, Bobrowicz, Eulenstein, Huerta, Ciebra,
imbattei in un manoscritto del lascito di Karl Süssmann, Padowetz, L. Moretti e per conclu-
Scheit. dere Regondi. Come il primo volume, la prima
parte sembra essere stata tutta di seguito inuna
LA FONTE volta (cominciando con un paio di pezzi di Sor,
poi quattro pezzi di de Fossa, ecc.). Si vede chia-
Quando visitai per la prima volta la collezio- ramente che certe pagine, alcune di carta gial-
ne di Karl Scheit1 inciampai in un manoscritto la, sono state aggiunte più tardi. Quando guar-
che, a giudicare dall’aspetto, non sembrava ap- dai l’appendice, notai al primo colpo d’occhio
partenere allo scatolone in cui era stato riposto. che si trattava di un manoscritto importante:
In mezzo ad album con canzoni dell’epoca del Eight studies for the Guitar by Giulio Regondi,
movimento dei “Wandervogel”, c’era un volume dedicated to J. A. Hudleston, 1857, e sotto a ma-

1. Karl Scheit (1909-1993), fu professore di chitarra al- Vienna). La vedova Luise Scheit fece donazione della
la Musikochschule di Vienna e uno dei più importanti sua vasta collezione di musica per chitarra, libri, re-
didatti e revisori di musica per chitarra del Dopoguerra censioni e registrazioni alla ‘Universität für Musik und
(pubblicò per la Universal Edition e per la Doblinger di Darstellende Kunst’ di Vienna.

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Copertina del primo volume del manoscritto di Hudleston per Madame Pratten

tita: For my dear friend Mrs. Pratten [Otto studi notazioni a matita sui compositori; tuttavia non
per la Chitarra di Giulo Regondi, dedicati a J. A. si trova indicazione alcuna che possa far pensa-
Hudleston, 1857 / Per la mia cara amica la re a un progetto di pubblicazione. La musica del
Sig.ra Pratten]. XIX secolo generalmente non era prioritaria nel
Per anni si era andati in cerca di questi Studi lavoro di Scheit come revisore; pubblicò soltan-
e finalmente Matanya Ophee era riuscito a sco- to gli studi più importanti e alcuni brani di Sor,
varli in Russia, ma ad alcuni era ancora rimasto Giuliani e Diabelli. Le composizioni virtuosistiche
qualche dubbio circa la loro autenticità. Avevo della metà del XIX secolo non erano per lui co-
di fronte a me la più antica fonte degli Studi di sì importanti. All’epoca delle ultime edizioni di
Regondi, copiati dalla mano di colui che fino ad Scheit, negli anni Ottanta, anche se le edizioni
allora era rimasto sconosciuto: il dedicatario in complete delle opere di Sor e Giuliani avevano
persona! appena fatto la loro apparizione, rimanevano an-
Scorrendo le pagine a ritroso trovai ulteriori cora inedite molte altre importanti opere; infatti
pezzi di Regondi, Fete villageoise, Rêverie, 1er e la riscoperta dei compositori del Secondo Ottocento
2me Air Varié e, infine, due brani la cui esi- come Mertz, Coste, Schulz, Padowetz e Regondi
stenza fino ad allora era nota soltanto attraver- non era ancora in atto o stava appena iniziando
so gli annunci dei suoi concerti: Solo on Don il suo corso.
Giovanni partly from Thalberg’s piece [Solo su
Don Giovanni in parte dal pezzo di Thalberg] e J. A. HUDLESTON
Air varié de l’opera di Bellini “I Montecchi e
Capuletti”. Josiah Andrew Hudleston (1799-1865) fu tra le
Non è più possibile chiarire in quale maniera figure più interessanti del mondo chitarristico
i manoscritti siano passati da Madame Pratten a britannico del XIX secolo. Nacque il 22 Febbraio
Karl Scheit. La collezione di Madame Pratten fu 1799 a Bray nel Berkshire, quarto figlio di John
venduta dopo la sua morte – non si sa esatta- Hudleston, un membro della Pubblica
mente quando e a chi – e venne di conseguen- Amministrazione della Honourable East India
za smembrata; quanto a Scheit, è un fatto noto Company e membro del Parlamento.
che una volta si era aggiudicato un grosso pli- Hudleston studiò al College della East India
co di musica d’antiquariato dall’Inghilterra. Scheit Company, a Haileybury nello Hertfordshire ne-
deve aver esaminato il secondo volume con una gli anni 1815-1816 e poi si imbarcò per l’India,
certa attenzione perché ha aggiunto piccole an- arrivando a Madras (ora Chennai) il 25 giugno

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1817, dopo almeno sei mesi in mare. A Madras quistato prima della sua partenza dall’Inghilterra
rimase ininterrottamente per trentanove anni ed e molto poco venne aggiunto alla collezione do-
ebbe una brillante carriera nella Pubblica po il suo ritorno. Sebbene la musica a stampa
Amministrazione lavorando nei tribunali, assur- e gli strumenti fossero disponibili per via di al-
gendo alla fine alla posizione di Capo della cuni importatori – erano disponibili perfino le
Riscossione, un posto di considerevole impor- chitarre Panormo “manufatte espressamente per
tanza. Hudleston tornò in Inghilterra nel mar- quel clima”, come pubblicizzava un importatore
zo 1856 e visse con suo fratello a Cheltenham, – è comunque notevole quanta musica fosse sta-
nello Gloucestershire per il resto dell’anno, poi to capace di acquistare Hudleston e quanto ag-
si trasferì in Irlanda nel 1857, dove visse a giornata fosse la sua collezione.
Killiney, Contea di Dublino, fino alla morte av- Altrettanto degno di nota è il fatto che Hudleston
venuta per insufficienza cardiaca il 19 agosto fosse a conoscenza delle più importanti figure
1865. del mondo chitarristico britannico – e non vi so-
Nell’introduzione al suo Treatise on Harmonic no notizie secondo le quali egli abbia mai la-
Sounds del 1841, Hudleston scrisse che le sue sciato l’India nei quasi quarant’anni precedenti
attività musicali avevano avuto inizio 25 anni pri- il suo pensionamento – ma è perfino più sor-
ma, dunque attorno al 1816, cioè poco dopo la prendente quanto in fretta Hudleston si sia in-
prima comparsa di Sor sulla scena londinese. È tegrato sulla scena chitarristica britannica dopo
plausibile ipotizzare che Hudleston abbia ascol- il suo ritorno. Importanti compositori gli dedi-
tato Sor e che forse questo ascolto lo ispirò e carono brani, come Leonhard Schulz e Carl
lo spinse ad intraprendere lo studio della chi- Eulenstein (quest’ultimo gli dedicò Le Retour de
tarra. È anche possibile che Hudleston cono- l’Allemagne), conobbe gli Huerta e almeno uno
scesse il chitarrista italiano Philip Verini, noto ne- dei Ciebra (a cui Hudleston dedicò un Air with
gli ambienti in cui si muoveva la famiglia Hudleston. Variations). Certamente incontrò Regondi e Madame
Durante la sua permanenza in India Hudleston Sidney Pratten. Regondi tenne un concerto a
era musicalmente molto attivo; anzi era tanto Cheltenham nel novembre 1856, ed è probabile
coinvolto nella musica quanto lo era nei suoi che Hudleston lo abbia conosciuto là. Nell’apri-
doveri presso la East India Company. Conosceva le 1861 Regondi tenne tre concerti a Dublino e
i musicisti locali, inclusi quelli della famiglia i due probabilmente si incontrarono di nuovo.
Zscherpel che erano responsabili per la musica Sembra anche che Regondi e Hudleston abbia-
alla Cattedrale di S. Giorgio. Era anche socio del- no tenuto in quel periodo, e per diversi anni,
la Society of Amateurs di Madras, che pare fos- una corrispondenza epistolare. Nell’edizione di
se una società di musica da camera; Hudleston Madame Pratten delle ultime composizioni di
può esserne stato il bibliotecario, dato che una Leonard Schulz, Hudleston è menzionato come
grossa parte della loro musica fa parte della sua insegnante di chitarra e la dedica a lui ci sug-
collezione. A Madras c’era pure un’orchestra gerisce che probabilmente Hudleston conosces-
composta da musicisti dell’Esercito, e per quan- se anche Schulz:
to Hudleston possa non esservi stato diretta-
mente coinvolto, certamente ne avrà ascoltato (o The last Compositions of / MR. LEONARD SCHULZ/ AS
dovuto sopportare!) le esibizioni in occasione di PLAYED BY MADAME R. SIDNEY PRATTEN, WITH THE GREAT-
eventi ufficiali. EST SUCCESS AT PUBLIC & PRIVATE CONCERTS. / Written
Hudleston mentre viveva a Madras mise in- at the request of / MADAME R. SIDNEY PRATTEN, / for
sieme una collezione di musica per chitarra dav- / Josiah Andrew Hudleston Esq. / Teacher of the
vero vasta e impressionante; solo una piccolis- Guitar / TO HER ROYAL HIGHNESS THE PRINCESS LOUISE.
sima parte di quelle musiche venne da lui ac- / LONDON: MADAME R. SIDNEY PRATTEN”2

2. Le ultime Composizioni del /SIG. LEONARD SCHULZ / Andrew Hudleston Esq. / insegnante di Chitarra / DI SUA
COME SUONATE DA MADAME SIDNEY PRATTEN, CON GRANDISSI- ALTEZZA REALE LA PRINCIPESSA LUISA. / LONDRA: MADAME R.
MO SUCCESSO A CONCERTI PUBBLICI & PRIVATI./ scritto su ri- SIDNEY PRATTEN.
chiesta di / MADAME R. SIDNEY PRATTEN, / per / Josiah

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Il lavoro di Hudleston come compositore e ar-
rangiatore iniziò negli anni Quaranta del 1800.
Le sue composizioni originali sono esclusivamente
per chitarra sola, e sono perlopiù variazioni su
canzoni popolari e arie. Sono tutte molto impe-
gnative dal punto di vista tecnico (scale veloci
spesso per la sola mano sinistra, arpeggi vir-
tuosistici, tremolo e uso estensivo di armonici
sono tutte caratteristiche incontrate assai soven-
te) tuttavia dal punto di vista armonico sono
piuttosto banali.
Gli arrangiamenti di Hudleston sono invece
più interessanti. Per chitarra sola arrangiò ope-
re di Handel, Mozart, Beethoven, Paganini,
Bellini così come una valanga di opere di me-
no noti compositori del momento. Ha anche rea-
lizzato arrangiamenti per clarinetto e chitarra ter-
zina, una combinazione assai rara, senza dubbio
ispirata dalla presenza di un buon clarinettista a
Madras. Così come le sue composizioni, gli ar-
rangiamenti di Hudleston richiedono il possesso
di una tecnica chitarristica di alto livello e inol-
tre sono molto fedeli alle opere originali, a vol-
te eccessivamente fedeli!
Sebbene non vi sia testimonianza di una pub-
blica esibizione di Hudleston, si può facilmente
presumere, vista musica che ci ha lasciato, che
avesse una profonda familiarità con la chitarra.
Durante i quasi quarant’anni in cui visse in India
– dall’inizio del boom chitarristico inglese quan- La foto di J.A. Hudleston che si trova incollata all’in-
do Fernando Sor fece la sua apparizione in sce- terno della copertina del manoscritto
na, fino ai giorni dei grandi virtuosi come
Regondi e Schulz – la chitarra e la musica per
chitarra continuarono a svilupparsi notevolmen- de più vasta delle collezioni Rischel & Birkett-
te, ed è estremamente affascinante vedere come Smith, Boije o Olcott-Bickford. Tutte le opere
Hudleston sia riuscito a seguire questa evolu- nella collezione sono di contemporanei di
zione. Hudleston. Le stampe contengono diteggiature
La collezione musicale di Hudleston – per chi- scritte a mano (sempre assai ben scelte), e no-
tarra e per diversi altri strumenti – è ora con- te e commenti scritti a inchiostro o a penna a
servata presso la Royal Irish Academy of Music indicare quando e per chi egli avesse copiato le
di Dublino. La collezione di musica per chitar- opere, o da chi le avesse ricevute. Sebbene in-
ra venne scoperta per la prima volta da Simon dicava di aver copiato molti brani per Regondi,
Honeyman, che iniziò il lavoro di ri-assembla- la collezione inspiegabilmente non contiene al-
mento nel 1992. Michael McCartney ha prose- cuna opera dello stesso Regondi.3
guito quel lavoro completandolo nel 1997, do-
po cinque anni: il catalogo che ne risulta, assai
dettagliato, ha subito sostanziali revisioni ed am-
pliamenti e dovrebbe essere prossimamente re- 3. Per questa biografia di Hudleston ci siamo basati
so pubblico. La collezione è enorme: solo quel- sul lavoro di Michael Mc Cartney che appare nel sito:
www.hudleston-music.co.uk
la per chitarra contiene oltre 1000 opere a stam- Per maggiori informazioni rimandiamo i lettori a que-
pa e più di 800 opere manoscritte, il che la ren- sto sito.

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M.ME SIDNEY PRATTEN parti principali del manoscritto sono state rea-
lizzate molto accuratamente. Hudleston ha co-
M.me Sidney Pratten nacque nel 1821 come piato ogni dettaglio della notazione, titolo e di-
Catherina Josepha Pelzer,* a Mühlheim in Germania, dascalie testuali commettendo pochissimi errori
figlia del chitarrista tedesco Ferdinand Pelzer che per la maggior parte riguardano i segni di
(1801-1860). Catherina era una bambina prodi- alterazione. Nelle note a matita sugli originali ha
gio: all’età di sette anni tenne il suo concerto di annotato con precisione l’inizio e la fine del la-
debutto a Londra. Suonò in concerto insieme a voro di copiatura; veniamo così a sapere che
famosi virtuosi come Ignaz Moscheles e anche per la copiatura di un brano di grandi propor-
col giovane Regondi: zioni gli ci volevano almeno due o tre settima-
ne.4
“I bambini prodigio – Catherina Josepha I brani in appendice sono stati evidentemen-
Pelzer e Giulio Regondi – si erano incontrati, e te scritti più in fretta, dato che contengono cor-
vennero presentati insieme. Erano tanto piccoli rezioni più vistose, passaggi cancellati e pezzi
i due esecutori che “si perdevano” sul grande frammentari. L’ordine delle copie non corrisponde
palco. Per essere visti oltre che sentiti, vennero sempre alla data di copiatura e sembra essere
issati su un tavolo. Madame Pratten era solita cambiato in un secondo tempo. Un’ulteriore
parlare di quei giorni in cui suonava in duetto complicazione è rappresentata dal fatto che a
con Regondi, del quale lodava sempre altamente volte non è possibile distinguere tra la data di
le capacità.”3 composizione da quella di copiatura. Tutto ciò
può significare che la rilegatura non venne fat-
Dopo le sue nozze col rinomato flautista ta prima del 1865. Lievi differenze nel materia-
Robert Sidney Pratten nel 1854, Catherina Pelzer le di rilegatura suggeriscono che il secondo vo-
venne solitamente chiamata Madame Sidney Pratten, lume possa essere stato rilegato successivamen-
e divenne famosa come insegnante di chitarra te, forse per ordine di Madame Pratten. La co-
(tra i suoi allievi si annoverano la Principessa pertina del primo volume reca una dedica a let-
Beatrice e la già citata Principessa Luisa). I suoi tere dorate e all’interno è incollata una foto di
manuali Lear ning the Guitar Simplified e Hudleston: né la dedica né la foto appaiono nel
Instructions of the Guitar Tuned in E Major eb- secondo volume.
bero enorme successo. Madame Pratten diresse La numerazione delle pagine mostra anche
anche una casa editrice dedicata specificamente che i due volumi sono solo una parte di un più
alla musica per chitarra e pubblicò alcune com- vasto numero di copie.
posizioni e arrangiamenti di Hudleston (attorno Il volume I ha 182 pagine nella parte princi-
al 1860). Morì nel 1895. pale seguite da due fogli bianchi, altri due bloc-
chi con pezzi diversi (numerati 1-44 e 25-28) e
IL MANOSCRITTO alcuni singoli pezzi numerati separatamente. Alcuni
pezzi datano ancora del periodo indiano di
I due volumi manoscritti sono entrambi redatti Hudleston, mentre l’ultima copia è datata 13 ago-
sulla stessa carta (eccetto alcune pagine dell’ap- sto 1860.
pendice): una carta blu, con marchio ad acqua Il volume II comincia con la pagina 93 e ar-
A. Cowan & Sons/Patent 1854. Le copie nelle riva a pagina 320 interrotto da due sezioni con

* N.d.R.: per maggiori informazione su Catherina Josepha mounted upon a table. Madame Pratten often used to
Pelzer Pratten cfr. anche PETER PIETERS, I bambini pro- speak of these days when she played duets with Regondi,
digio della chitarra nella prima metà dell’ Ottocento, “il whose abilities she always highly praised.” FRANK MOTT
Fronimo”, n. 100, luglio 1997, pp. 91-93. HARRISON, Reminiscences of Madame Sidney Pratten:
Guitariste and Composer, Bornemouth, 1899, pp. 19-20)
3. “The infant prodigies – Catherina Josepha Pelzer 4. Ringrazio Michael McCartney per l’accurata e det-
and Giulio Regondi – had met, and were brought out tagliata catalogazione della collezione Hudleston e per
together. Such diminutive performers were “lost” on a aver decifrato la calligrafia di Hudleston nel presente
large platform. To be seen as well as heard, they were manoscritto.

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Una parte della versione-Suite del 2me Air varié: fine di Reverie e inizio di Fête Villagoise

numeri di pagina corretti a matita (213-241; 268- teressante: tre pezzi sembrano essere combina-
275). L’appendice contiene gli studi di Regondi ti qui come a formare di proposito una suite,
(numerati pp. 1-13), un pezzo non identificato scritta evidentemente in una sola e continua ste-
(pp. 1-3: probabilmente un arrangiamento di mu- sura e senza interruzioni. La versione del ma-
sica per pianoforte) e dieci pagine in carta gial- noscritto comincia con l’introduzione della Reverie
la (numerate solo in parte). In ogni caso, il ma- op. 19, poi segue il 2me Air varié (senza l’in-
noscritto ci pone alcune domande, per ora sen- troduzione della versione a stampa), quindi la
za risposta. Rispondere a queste domande po- parte principale della Reverie e infine Fete vil-
trebbe gettare più luce sul mondo chitarristico lageoise. Tra i pezzi vi sono doppie stanghette,
britannico della metà del XIX secolo. ma sono le stesse di quelle tra le variazioni, e
I pezzi di Regondi sono gli ultimi brani del- l’inizio di Fête villageoise si trova sullo stesso ri-
la parte principale del secondo volume. L’ap- go della fine della Reverie! Tutti i pezzi sono
pendice del secondo volume comincia con otto nella stessa tonalità ed è quindi possibile ipo-
Studi di Regondi (copiati nel 1857). Un breve tizzare che Regondi usava suonare questi tre
frammentario pezzo sempre nell’appendice riporta pezzi “en suite”. Il fatto non è chiaramente evi-
la nota a matita: “as played by Regondi” [“come dente dalle recensioni dei suoi concerti: sul pro-
suonato da Regondi”]. L’autore del brano non è gramma di un concerto a Londra il 14 maggio
svelato, potrebbe essere lo stesso Regondi. Dal 1862 troviamo solo il 2me Air Varié (questa po-
confronto delle copie del 1er e del 2me Air Varié trebbe essere la “versione suite”), il programma
(datate 1864) con le versioni a stampa (stampa- del concerto del 30 giugno 1864 invece elenca
te da André Offenbach sempre nel 1864), risul- Reverie, Fete villageoise e Introduction et
ta chiaro che Hudleston disponeva di un’altra Caprice.
fonte. Ciò risulta da alcune piccole differenze in Il Solo on Don Giovanni partly from Thalberg’s
vari dettagli quali bassi aggiuntivi, abbreviazioni piece [Solo su Don Giovanni in parte dal pezzo
di ornamentazioni e notazione degli armonici, di Thalberg] fu copiato il 29 [sic] febbraio 1865
soprattutto però dalla diversa versione del 2me ed è probabilmente l’ultimo documento del la-
Air Varié. voro di Hudleston che morì lo stesso anno.
La differenza tra la versione stampata del 2me Forse un giorno emergeranno ulteriori mano-
Air Varié e la copia di Hudleston è molto in- scritti.

L’inizio degli Studi di Regondi come appare nel manoscritto Hudleston, 1857

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Lo sviluppo dello stile di Regondi come appare nella prime misure di Solo on Don Giovanni (1840), Air varié sur
l’opera de Bellini (1845) e 2me Air varié (versione a stampa, 1864)

Le copie di Hudleston dei pezzi di Regondi I BRANI PERDUTI


ci offrono la possibilità di uno sguardo ap-
profondito sul modo di lavorare di un grande Solo on Don Giovanni partly from Thalberg’s
compositore, la cui vita e opera sono ancora piece
avvolte nel mistero. Ad eccezione del mano- Regondi scrisse il pezzo all’età di diciassette
scritto dell’Etude 4b, che è datato 1854, tutte le anni e lo suonò in concerto per lungo tempo,
fonti sono degli anni Sessanta dell’Ottocento, dal 1840 al 1861. Era probabilmente il suo pez-
l’ultimo periodo delle apparizioni pubbliche di zo da concerto di maggior successo, molto ac-
Regondi. Ora abbiamo uno spaccato della mu- clamato dai critici:
sica per chitarra di Regondi a cominciare dal-
la sua giovinezza: inizia copiando Thalberg “Le elaborazioni da lui fatte nel secondo e
(Solo on Don Giovanni partly from Thalberg’s terzo concerto […] dalle thalberghiane “Fantasie
piece, eseguito per la prima volta nel 1840 degli Ugonotti e di Don Giovanni” piacquero in
all’età di diciassette anni); segue l’Air varié de modo straordinario, e catturarono la meraviglia
l’opera di Bellini “I Montecchi e Capuletti” dal del pubblico in tale misura, come mai ancora
1845, ancora influenzato da Thalberg ma già fo- mi era capitato di constatare in un’esibizione al-
riero dello stile personale delle opere degli an- la chitarra, né mai avevo immaginato che fosse
ni successivi [cfr. esempio nella pagina prece- possibile.”5
dente]; e poi le opere della piena maturità (1er
e 2me Air Varié). Le differenze che appaiono Per la prima volta il brano compare come bis
nelle versioni degli Studi e in particolar modo nel secondo concerto viennese, il 17 Dicembre
nel 2me Air Varié mostrano anch’esse un lavo- 1840. La volta successiva (concerto di Vienna del
ro in evoluzione che merita un’indagine ap- 21 dicembre 1840) Don Giovanni faceva già par-
profondita. te del programma. Da quel momento in poi que-

5. “Allgemeine Theaterzeitung”, n. 307, 23 Dicembre ordentlich, und fesselten die Aufmerksamkeit des Publikums
1840, p. 1394. “Die von ihm im zweiten und dritten in einem Grad, wie ich es noch nie bei einer Production
Concerte (...) gegebenen Vorträge nach den Thalbergschen auf der Guitarre wahrgenommen, ja nie für möglich ge-
„Hugenotten- und Don-Juan-Fantasien“ gefielen außer- halten hatte.”

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Fine di Air varié sur l’opera de Bellini e inizio di Solo on Don Giovanni

sto pezzo fece parte del repertorio standard dei Steinfels (Souvenir de Pest op. 64, una delle ope-
concerti di Regondi col violoncellista Joseph re più elaborate di Thalberg, comparabile alla li-
Lidel a Vienna, Praga (1841) e Dresda (1846), e sztiana Rapsodia Ungherese) e Francisco Tárrega
delle matinées del 22 maggio e 19 giugno 1852 (Trémolo, Tema y estudio de concierto, Marche
a Londra (con Joseph Lidel). L’ultima testimo- Funèbre, Estudios sobre dos fragmentos de Thalberg).
nianza è il programma del concerto annuale a Don Giovanni sembra essere una delle fonti
Londra del 9 giugno 1861. d’ispirazione più importanti nell’opera di Thalberg.
Sigismund Thalberg (1812-1871) fu certamen- Oltre alla Grande Fantaisie et Variations pour le
te molto importante per lo sviluppo musicale di Piano Forte sur deux motifs de l’opéra Don Juan
Regondi. Regondi incontrò Thalberg a Londra de Mozart op. 14, ci sono Aria del Don Giovanni
nel 1837 e nel 1839 in occasione della loro par- op. 70 n. 9 e Fantaisie sur la serenade et le mi-
tecipazione agli stessi concerti. Negli anni a se- nuet de ‘Don Juan’, op. 42.
guire Regondi aveva diverse opere di Thalberg La Grande Fantaisie op. 14 è tecnicamente un
nel suo repertorio: Souvenir de “Les Ghibellins”, tour de force musicale: la prima parte è una mo-
Solo on “Don Giovanni”, e Les Huguenots. numentale introduzione di 93 battute, basata
Un altro fatto sorprendente riguardante la re- sull’aria “Là ci darem la mano”, la seconda par-
lazione tra Regondi e Thalberg è che Thalberg te consiste del tema e di otto variazioni virtuo-
era in possesso di un manoscritto autografo in- sistiche che fanno mostra di tutti i tipi di acro-
completo di un Rondò di Regondi per chitarra.6 bazie pianistiche, quali rapide scale, ottave ve-
Thalberg e il suo rivale Franz Liszt sviluppa- loci, arpeggi e difficili successioni accordali. La
rono un nuovo tipo di Opernfantasie che va ben semplice melodia mozartiana è elaborata con ar-
oltre le semplici variazioni o i potpourris d’in- monie appartenenti a tonalità lontane, comples-
trattenimento, addentrandosi nel profondo dei se strutture contrappuntistiche e fuochi d’artifi-
personaggi e della filosofia delle opere. La mu- cio di figurazioni pianistiche. Regondi trasferisce
sica per pianoforte di Thalberg, tecnicamente mol- tutto ciò sulla chitarra, a volte seguendo stretta-
to esigente, era caduta nell’oblìo già nella metà mente l’originale e a volte trattando il tema in
del XIX secolo così come gli arrangiamenti un modo molto simile ma personalizzato.
d’opera in generale. Le prime otto battute sono copiate quasi no-
Regondi è uno dei pochissimi che si sono ar- ta per nota, anche il tema con accompagna-
rischiati a trascrivere per chitarra la musica vir- mento di terzine (Thalberg, misure 21-44, Più
tuosistica per pianoforte di Thalberg. Per quan- lento). Regondi adatta lo stile pianistico (estesi
to ne sappiamo lo hanno fatto anche Adolphe passaggi di ottave e passaggi cromatici, armonie
piene) in un modo mai udito prima:

“La chitarra sotto le sue mani diventa uno


strumento polifonico e armonicamente comple-
6. Cfr. HELMUT C. JACOBS, Der junge Gitarren-und
to come non l’avevamo mai conosciuto. […]
Concertinavirtuose Giulio Regondi: Eine kritische
Dokumentation seine Konzertreise durch Europa 1840 Certamente costui sviluppa sulla chitarra, con se-
und 1841, Bochum, Augemus, 2001, p. 34. quenze di accordi, con uno stile polifonico e le-

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gato, con un ricchissimo accompagnamento del Air Varié de l’opera de Bellini “I Montecchi
canto, una compiutezza ineguagliabile; ma an- e Capuletti”
cor più degno di meraviglia mi parve il suo di- Air Varié de l’opera de Bellini “I Montecchi e
spiegamento armonico nelle parti facilmente Capuletti” è il primo di tutti i pezzi di Regondi
cantabili. Non si riconosceva più lo strumento; nel manoscritto. Sopra il titolo si può leggere:
il suono ritornava in eco, palpitava; si sentiva- “L[‘]amo l[‘]amo Aria composta e dedicata alla
no proprio delle parti legate più lunghe e me- sua allieva La Signorina Donovan di Dublino /
lismi leggeri soavemente sussurrati: difficilmen- nel 1845. Non sappiamo nulla della dedicataria
te si può rendere a parole l’idea di tanta tene- eccetto che Hudleston copiò almeno cinquanta
rezza.”7 pezzi per lei tra il 1857 circa e il 1864 (quasi
gli stessi pezzi che copiò per Regondi e Madame
Il tema e le prime tre variazioni sono più o Pratten, ma di più). Si tratta probabilmente del-
meno basate sul pezzo di Thalberg (variazioni la stessa Maria Donovan che figura come dedi-
2, 3 e 5 e la seconda parte della sesta varia- cataria di una Reverie per chitarra sola di Henry
zione), l’ultima è una creazione propria di Regondi. Rosellen (1811-1876) arrangiata da Hudleston e
A volte Regondi impiega brevi passaggi o par- pubblicata da Madame Pratten.
ticolari figurazioni dell’originale in un nuovo Regondi suonò il pezzo nei suoi concerti del
contesto. decennio 1850-1860. Il brano era grandemente
Sebbene sia lungo solo metà dell’originale e acclamato dai critici (“The Musical World”, 23
sia composto di quattro variazioni soltanto (la giugno 1855, p. 395) ed è documentato per la
stessa struttura delle variazioni su Bellini), il Don prima volta nel programma delle matinées del
Giovanni di Regondi è un pezzo di grandi di- 22 maggio e 19 giugno 1852 a Londra (con
mensioni se paragonato alla lunghezza media Joseph Lidel). L’ultima testimonianza si trova nel
delle variazioni per chitarra. La struttura di ba- programma del concerto annuale a Londra del
se di questo pezzo – una lunga introduzione e 9 giugno 1857.
solo quattro variazioni (lo standard era sei) – e Il brano consiste in una monumentale intro-
molti elementi compositivi possono essere rin- duzione – una specie di introduzione dramma-
tracciati successivamente nelle variazioni sul te- tica nello stile di Thalberg (Thalberg scrisse pu-
ma di Bellini (1845) e nelle opere della matu- re una fantasia su I Montecchi e Capuletti op.
rità di Regondi (1er et 2me Air Varié, 1862). 10, e alcune altre opere su temi di Bellini) – il
I temi dal Don Giovanni di Mozart apparten- tema (“L’amo, l’amo, me sì cara”), quattro va-
gono al più famoso repertorio per chitarra. “Là riazioni e un finale.
ci darem la mano” venne usato da Louis Wolf, Le opere di Bellini erano famose e venivano
Jean Baptist de Fier, H. C. Schmiedichen, Francesco eseguite frequentemente in Inghilterra; Norma
Calegari, J. K. Mertz, J. Bobrowicz, Niccolò Paganini venne diretta dal’compositore in persona nel 1833.
e altri. Il pezzo di Regondi, basato su un pez- Le arie di Bellini apparivano spesso nei pro-
zo di Thalberg ispirato al Don Giovani, è una grammi da concerto di Regondi del decennio
specie di “Mozart di terza mano” – simile 1840-1850, cantate da Helena Fischer (Darmstadt
all’adattamento delle variazioni di Beethoven 1840) e Therese Kühne (Vienna, 1840/1841 in
“Ein Mädchen oder Weibchen” realizzato da Carulli.8 cui cantò una Cavatina da I Capuleti ed i Montecchi,

7. Recensione del concerto di Praga in “Bohemia, ein einfach singenden Stellen. Man erkannte das Instrument
Unterhaltungsblatt”, n. 26, 28 Febbraio 1846. “Die Guitarre nicht mehr; der Ton klang nach, bebte; man hörte selb-
wird unter seinen Händen zu einem vielstimmigen und st gebundene längere Stellen und leicht und duftig hin-
volltönenden Instrumente, von dem wir keine Ahnung gehauchte Melismen, von deren Zartheit sich durch
hatten. [...] Zwar entwickelt er auf der Guitarre in Worte schwer ein Begriff geben läßt.”
Accordenreihen, im mehrstimmigen, gebunden Style, in 8. STEFAN HACKL, Mozart and the guitar in “Soundboard”,
der Begleitung der Gesangstimme durch die reichsten 4/2006, pp. 25-33; Mozart und Gitarre in “Gitarre ak-
Figuren eine unvergleichliche Fertigkeit, aber noch wun- tuell”, 1/2006, pp. 32-37; Mozart e la chitarra in “Il
derwürdiger erschien mir seine Tonerzeugung in den Fronimo”, n. 136, ottobre 2006, pp. 43-49.

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e Dresda, 1846), e suonate da Joseph Lidel
(Introduktion und Variation aus Bellinis “Norma”
di Friedrich August Kummer).
Regondi suonava musiche ispirate a Bellini an-
che sulla concertina: Fantasia on Airs from Bellini’s
opera La Sonnambula (1855, con pianoforte),
Fantasia d’Alard sur Norma (1870), e la Grand
Fantasia on “Deh! Conte” che venne composta
per Regondi da Joseph Warren (eseguita da Regondi
al Festival di Birmingham del 1837 e stampata a L’incipit dell’Etude n.2 come appare nel manoscritto e
nell’edizione moderna a cura di Matanya Ophee
Londra nel 1855). D’altronde, i temi dalle opere
di Bellini erano molto in voga nel repertorio per
chitarra dell’Ottocento. I cataloghi Whistling- la Variazioni su Bellini non riportino i simboli di
Hofmeister elencano 154 arrangiamenti da ope- ottave, la notazione e la diteggiatura suggerisco-
re di Bellini, numero che lo colloca al quinto no che la copia di Hudleston sia una versione a
posto, prima di Mozart! Ci sono più di cento pez- sei corde di un brano originariamente concepito
zi basati su opere di Bellini nella collezione di per otto corde. In alcuni passaggi dove le note
Vahdah Olcott-Bickford e ce ne sono più di ven- non possono essere tenute per la durata indica-
ti nella collezione Hudleston. Hudleston addirit- ta, forse Regondi avrebbe previsto e usato la set-
tura arrangiò l’intero secondo atto della Norma tima o l’ottava corda a vuoto.
per chitarra sola! L’opera I Montecchi e Capuletti Dettagli interessanti si possono trovare anche
non appare in modo altrettanto vistoso come Norma nei commenti a matita degli Studi: ad esempio
o La Sonnambula. I brani più importanti su temi una nota che riguarda il Lied ohne Worte n. 7
da quest’opera sono di J. N. Bobrowicz (op. 30, di Mendelssohn, o “I cannot play this so fast as
che si trova copiata anche nel manoscritto Hudleston), played Regondi” [“Non posso suonare questo tan-
Johann Padowetz (op. 13, op. 17, op. 26), Wilhelm to velocemente come suonava Regondi”] nello
Neuland (op. 21, pianoforte e chitarra), Pietro studio n. 6. Lo studio n. 4 riporta testualmente
Pettoletti (op. 17, op. 22) e J. K. Mertz. L’aria la didascalia “Magnificent” e “NB. The bass
L’amo, ah, l’amo venne usata da Padowetz (op. played in sons etouffées / The Air in sustained
13), Pettoletti (op. 17), e Neuland (op. 21). Senza sounds”. Queste prime versioni manoscritte de-
dubbio la versione di Regondi è la più raffinata, gli Studi aiutano anche a chiarire alcune situa-
davvero uno dei suoi pezzi più belli. zioni ambigue e a individuare errori esistenti nei
Così come succede nelle opere a stampa nu- manoscritti russi sui quali si sono basate le edi-
merate da 19 a 23, la partitura contiene ben po- zioni moderne pubblicate da Matanya Ophee
che indicazioni per l’esecutore: alcuni simboli per (nell’edizione più recente, la terza delle Editions
le dinamiche, l’articolazione e il fraseggio e poi Orphée, alcuni di questi errori sono già stati cor-
“diteggiature indirette” come corde a vuoto, ar- retti). Alcune volte la notazione originale – che
monici, legature, glissandi e alcune indicazioni di presumiamo sia stata copiata da Hudleston con
posizioni (in numeri romani) e corde (sur la esattezza – dà un’impressione visuale più chia-
si,…). I numeri per la diteggiatura della mano si- ra dell’idea musicale rispetto alla notazione “mo-
nistra appaiono raramente. I simboli di ottava (8) dernizzata” dell’edizione a stampa che realizza
sotto le note indicano che i pezzi necessitano di la conduzione delle voci in maniera diversa, mo-
corde addizionali nei bassi. È risaputo che Regondi dificando di conseguenza la direzione delle gam-
comprò una chitarra a otto corde da Johann be delle note, cambiando i valori di alcune no-
Anton Stauffer a Vienna durante la sua tournée te e inserendo pause. (Cfr. esempi qui sopra.)
nel 1840/41. Suonò quella chitarra nel suo se- Senza alcun dubbio le copie di Hudleston ci
condo concerto il 17 dicembre 1840 e in segui- forniscono nuovi aspetti dell’opera di Giulio
to si servì quasi esclusivamente di quella.9 Sebbene Regondi. Soprattutto, però, arricchiscono in mo-
do importante il repertorio della chitarra, perché
opere di questo calibro non si trovano tutti i
9. Vedi JACOBS, op. cit., pp. 97-100. giorni.

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RINGRAZIAMENTI:
Ringrazio Walter Würdinger (Universität für Musik und Darstellende Kunst, Vienna), il custode del-
la collezione Scheit, e Michael McCartney (Galles) per avermi fornito informazioni su J. A. Hudleston

BIBLIOGRAFIA

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Fronimo”, n. 58 (1987), pp. 34-43.

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JACOBS, HELMUT C., Der junge Gitarren- und Concertinavirtuose Giulio Regondi, Eine kri-
tische Dokumentation seiner Konzertreise durch Europa 1840 und 1841 [Il giovane vir-
tuoso di chitarra e di concertina Giulio Regondi, Una documentazione critica dei suoi
viaggi di concerti attraverso l’Europa nel 1840 e 1841], Bochum, Augemus 2001.

LAWRENCE, THOMAS, The Guitar in Ireland 1745-1866, Ph. Diss., University College of Dublin,
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