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CAPITOLO 1

I test nella valutazione psicologica. Un inquadramento generale


 LIVELLO INTELLETTIVO GENERALE: Quantificazione delle capacità cognitive complessive
ottenuta tramite un test di intelligenza. Riflette il contributo complessivo delle grandi aree
di capacità che definiscono il profilo cognitivo di un individuo.
 PROFILO COGNITIVO: Andamento descritto dalle sottoscale che compongono un test di
intelligenza. In un individuo riflette l’equilibrio tra le componenti che contribuiscono al
livello intellettivo generale. Si riconoscono almeno 4 aree di capacità intellettive:
Ragionamento verbale; Ragionamento astratto-visivo; Ragionamento aritmetico; Memoria
a breve termine.
 TRATTO: Si riferisce ad aspetti stabili della personalità che si contrappongono ad uno stato
transitorio dell’individuo, dipendente da eventi contingenti.
 IL TRATTO SECONDO ALLPORT: Sono disposizioni alla risposta con un alto grado di
generalità.
 Q.I: Quoziente d’intelligenza, esprime il rapporto tra età cronologica ed età mentale,
quest’ultima intesa come livello intellettivo effettivo di un individuo.
 Q.I DI DEVIAZIONE: Punteggio di un test di intelligenza ottenuto con la conversione del
punteggio grezzo in punteggio ponderato, riferito ad una scala di distribuzione che ha una
media uguale a 100 e una precisa deviazione standard (15 o 16).
 TECNICHE DI INDAGINE PSICOLOGICA: Oltre ai test, la clinica e la ricerca si servono di
strumenti quali l’osservazione, il colloquio, l’intervista e il questionario.
 OSSERVAZIONE: Tecnica di indagine psicologica. Consiste in un complesso insieme di
procedure finalizzate alla conoscenza di un dato fenomeno. Richiede un modello
esplicativo di riferimento, nonché la determinazione di criteri prefissati di rilevazione,
selezione e analisi delle informazioni.
 COLLOQUIO: Tecnica di indagine psicologica caratterizzata da uno scambio verbale in una
situazione dinamica di interazione psichica che permetta lo svilupparsi di un processo di
conoscenza. Richiede la partecipazione attiva e sospensione del giudizio da parte dello
psicologo.
 INTERVISTA: Tecnica di indagine psicologica. Consiste in uno scambio verbale tra due
persone una delle quali (l’intervistatore) cerchi attraverso le domande di raccogliere
informazioni o opinioni dell’altra.
 QUESTIONARIO: Tecnica di indagine psicologica. Consiste in domande scritte attraverso le
quali si cerca di raccogliere informazioni o opinioni di un individuo.
 TEST PSICOLOGICO: Tecnica di indagine idonea per collocare un individuo, relativamente
ad una specifica caratteristica psicologica, rispetto ad un gruppo di riferimento identificato
secondo precise modalità. È caratterizzato da replicabilità ed accuratezza che ne
definiscono complessivamente il gradi di affidabilità.
 CLASSIFICAZIONE DEI TEST: Possono essere classificati sul piano pratico-operativo in base
o al materiale di cui sono costituiti o alle modalità di somministrazione. Più in generale,
rispetto alla natura della caratteristica psicologica che mirano a valutare, all’approccio che
li ispira.
 TEST DI LIVELLO: Test psicologico che mira a rilevare se il soggetto in esame manifesta o
meno precise caratteristiche presenti nella popolazione di riferimento degli individui della
sua stessa età. Un esempio classico sono le scale WPPSI, WAIS e WISC.
 TEST DI SVILUPPO: Test psicologico che fa esplicito riferimento ad uno specifico modello
teorico che guida l’interpretazione dei risultati ottenuti dal soggetto in esame.
 MMPI: Questionario autovalutativo che mira a fornire il profilo psicologico si un individuo
descrivendone aspetti diversi della personalità più o meno patologici.
 TEST DI MASSIMA PERFORMANCE: Test psicologico che mira a determinare la prestazione
massima che un individuo può dare in uno specifico ambito, ad esempio intellettivo o
attitudinale.
 TEST DI TIPICA PERFORMANCE: Test psicologico che si prefigge di conoscere preferenze,
abitudini e predisposizioni dell’individuo.
 BATTERIA DI TEST: Gruppo di test che valutano caratteristiche e abilità differenti e che
sono stati standardizzati sulla stessa popolazione, rendendo possibile confronti fra le
prestazioni di un individuo in diverse aree.
 METODO: Mirato a definire l’insieme delle regole di legittimazione della conoscenza
scientifica; anche inteso come effettiva applicazione delle regole identificate dal metodo ad
oggetti epistemici particolari.
 ATTRIBUTO PSICOLOGICO: Caratteristica psicologica che può essere in qualche modo
quantificata.
 TEST ATTITUDINALE: Valutano uno o più segmenti chiaramente definiti e relativamente
omogenei di una abilità.

CAPITOLO 2
Elementi di statistica e psicometria
 SCALA PSICOMETRICA: Insieme di item che possono essere considerati indicatori
omogenei rispetto ad una stessa caratteristica psicologica.
 SCALA LIKERT: Scala di misura che richiede ad un soggetto di esprimere lungo un
continuum a più livelli il proprio grado di accordo o disaccordo con l’affermazione espressa
nell’item.
 PUNTEGGIO IPSATIVO: Punteggio che esprime l’intensità di manifestazione di una
caratteristica psicologica in un individuo in termini relativi, rispetto ad una o più altre
caratteristiche psicologiche.
 PUNTEGGIO NORMATIVO: Punteggio che, nel caso di test multidimensionali, esprime
l’intensità di manifestazione di una caratteristica psicologica in un individuo in termini
assoluti, indipendentemente dalle altre.
 SCALOGRAMMA DI GUTTMAN: Alternativa alla procedura additiva in cui le ripetizioni
componenti la scala totale sono cumulative, in modo tale che la risposta positiva ad un
item implichi la risposta affermativa anche agli item precedenti.
 TEST UNIDIMENSIONALE: Test che valuta una sola caratteristica psicologica.
 TEST MULTIDIMENSIONALE: Test composto da diverse sottoscale ciascuna relativa a
distinte caratteristiche psicologiche.
 CAMPIONE NORMATIVO: Gruppo di riferimento rispetto a cui sono espresse le norme del
test.
 NORME DEL TEST: Caratterizzazione che assume la distribuzione dei punteggi del campione
normativo in uno specifico test.
 NORME PER LIVELLI DI ETA’: Descrivono il livello di prestazione in un test di gruppi di
soggetti distinti per fasce di età.
 NORME PER SOTTOGRUPPI: Calcolate per un particolare gruppo di soggetti, diversificate
rispetto a quelle del campione generale (Nazionale vs Locale).
 PROPRIETA’ PSICOMETRICHE DEL TEST: Sono relative alla sua attendibilità, ossia alla sua
stabilità e coerenza dimensionale degli item che lo compongono, e alla sua validità relativa
sia all’adeguatezza del test per la sua caratteristica bersaglio, sia alla sua congruenza
rispetto ad un criterio di confronto esterno, sia all’accuratezza con cui rappresenta il
costrutto teorico che lo ispira.
 AFFIDABILITA’ DI UN TEST: Replicabilità e accuratezza definiscono complessivamente il
grado di affidabilità di un test psicologico.
 COSTRUTTO TEORICO: Lega attraverso concetti derivati, il nucleo centrale di una teoria ai
dati osservabili. Esempi sono l’idea di depressione, di intelligenza, aggressività e così via.
 POPOLAZIONE: Insieme finito o infinitamente ampio di tutti gli N elementi che presentano
le stesse caratteristiche.
 CAMPIONE: Sottoinsieme di n elementi che appartengono ad un universo. In psicometria
indica un sottogruppo rappresentativo di una popolazione con precise caratteristiche.
 CAMPIONAMENTO: Procedimento attuato per estrarre da una popolazione predefinita un
sottogruppo che la rappresenti.
 SCALA NOMINALE: E’ la semplice classificazione di dati in categorie, reciprocamente
escludentesi, che possono essere contrassegnare da numeri, ma non indicanti ordine o
grandezza. E’ il più basso livello di misurazione.
 SCALA ORDINALE: Scala con unità o intervalli non equivalenti. Consente di ordinare
punteggi in una graduatoria.
 SCALA A INTERVALLI EQUIVALENTI: Scala di misura caratterizzata da unità o intervalli
equivalenti. Non ha un punto zero assoluto.
 SCALA A RAPPORTI EQUIVALENTI: Scala di misura caratterizzata da unità o intervalli
equivalenti con un punto zero assoluto.
 SCALA PIU’ UTILIZZATA IN PSICOLOGIA: La scala a rapporti equivalenti poiché è
caratterizzata da un punto di zero assoluto.
 MODA: Indice di tendenza centrale per variabili misurate almeno a livello nominale. E’ il
valore più frequente della distribuzione
 MEDIANA: Indice di tendenza centrale per variabili misurate almeno a livello ordinale.
Corrisponde al valore assunto dal caso posto al centro della distribuzione.
 MEDIA: Indice di tendenza centrale per variabili misurate su scala ad intervalli o a rapporti
equivalenti. Corrisponde alla semplice media aritmetica di tutti i valori.
 DIFFERENZA INTERQUARTILICA: Indicatore di dispersione usato per variabili misurate
almeno a livello ordinale. Delimita la zona della distribuzione entro cui è compresa la metà
dei dati più vicina alla mediana. Si calcola con la differenza tra il terzo e il primo quartile:
Q3-Q1.
 GAMMA DI DISPERSIONE: E’ data dalla differenza tra il punteggio più alto e il punteggio
più basso di una distribuzione. Specialmente utilizzata nelle scale Wechsler di intelligenza
come uno degli indici utili per definire un profilo cognitivo.
 DEVIAZIONE STANDARD: O scarto quadratico medio. Indicatore di dispersione per variabili
misurate su scala ad intervalli o a rapporti equivalenti, ottenuto elevando al quadrato gli
scarti della media. Una distribuzione può essere divisa considerando intervalli compresi tra
+-1 d.s, +-2 d.s, +-3 d.s
 VARIANZA: Indice statistico che riflette il grado di dispersione dei valori di una
distribuzione attorno alla propria media.
 VARIANZA D’ERRORE: In una distribuzione normale di punteggi di un test indica la
proporzione di variabilità dovuta a fattori non controllabili ed estranei alla caratteristica
valutata.
 VARIANZA VERA: In una distribuzione di punteggi di un test indica la proporzione di
variabilità dovuta a fattori non controllabili ed estranei alla caratteristica valutata.
 INVARIANZA: Gli indici di tendenza centrale e gli indici di dispersione per essere adeguati
ad uno specifico livello di misurazione devono avere proprietà tali che al variare delle
misure di uno stesso sistema numerico mantengano una qualche forma di isomorfismo tra
la situazione precedente e successiva alla trasformazione. Ne esistono di tre tipi: assoluta,
di riferimento e di confronto.
 DEVIANZA: Numeratore della varianza o anche somma dei quadrati degli scarti della
media.
 DISTRIBUZIONE NORMALE: O curva di Gauss. Famiglia di distribuzioni di frequenza a forma
di campana, bilateralmente simmetriche attorno alla media e con caratteristiche e
proprietà note.
 CURVA NORMALE STANDARDIZZATA: L’unica distribuzione normale tabulata. Ha media 0
e deviazione standard 1. Ogni valore di una distribuzione può essere trasformato in un
punteggio standardizzato detto punto z.
 PUNTO STANDARD (O PUNTO Z): Indica la distanza di un punteggio grezzo della media
utilizzando lo scarto quadratico medio come unità di misura. Viene così calcolato:
punteggio grezzo meno la media diviso la deviazione standard.
 PROCEDURE STANDARDIZZATE: Attraverso dettagliate istruzioni scritte garantiscono
l’uniformità di somministrazione di un test.
 ASIMMETRIA: Indicatore della forma di una distribuzione di frequenza. Una asimmetria
positiva indica che la maggior parte dei valori è collocata verso il polo negativo. Una
asimmetria positiva indica una situazione inversa. L’indice di asimmetria di una
distribuzione normale è pari a zero.
 CURTOSI: Indicatore del grado di appiattimento di una distribuzione rispetto alla curva
normale. Indica quanto i valori di una distribuzione sono concentrati attorno ad un punto
particolare.
 CAMPIONAMENTO STRATIFICATO: Basato sul controllo delle caratteristiche tipiche di una
popolazione, che conserva una componente casuale. Consiste nella selezione di
sottogruppi omogenei per parametro, che vanno poi ricombinati tra loro per formare il
campione.
 ERRORE STANDARD DELLA MEDIA: Deviazione standard della distribuzione campionaria
della media. E’ utilizzato per stimare un intervallo di fiducia, introno alla media del
campione, entro cui, accettando una certa probabilità di errore, cade la media della
popolazione.
 PUNTEGGIO GREZZO: Somma dei punteggi ottenuti da un soggetto nei diversi item di un
test. Quando si vogliono confrontare punteggi di test con scale diverse è necessario
trasformarlo in punteggio ponderato.
 PUNTEGGIO PONDERATO: Punteggio grezzo convertito in una scala di misura standard,
confrontabile con altri punteggi così convertiti perché tutti ridotti ad una stessa scala di
misura.
 PUNTI PERCENTILI: Tipo di punteggio ponderato ottenibile dividendo la distribuzione in
cento parti di uguale numerosità, è corrispondente a un determinato rango percentile.
 RANGO PERCENTILE: Indica la posizione che un punteggio occupa in riferimento ad un
ipotetico gruppo di 100 soggetti. Richiede la trasformazione della distribuzione dei
punteggi grezzi in termini percentuali.
 CORRELAZIONE: E’ il grado della relazione o della associazione (covarianza) fra variabili.
 COVARIANZA: Tendenza che le due variabili hanno a variare insieme.
 COEFFICIENTE DI CORRELAZIONE: Indice statistico che stima il grado e il tipo di relazioni tra
variabili. Il suo valore può variare da +1, correlazione positiva, e -1, correlazione negativa.
 REGRESSIONE LINEARE: Metodo di stima del valore atteso condizionato di una variabile
dipendente, dati i valori di altre variabili indipendenti. Risolve il problema di una relazione
funzionale tra variabili misurate sulla base di dati campionari estratti da un’ipotetica
popolazione infinita.
 ERRORE STANDARD DI PREVISIONE (O DELLA STIMA): Deviazione standard della
distribuzione degli errori ottenuti come tra punteggi osservati e punteggi previsti. Valuta
globalmente il grado di accuratezza con cui si può prevedere Y da X.
 TECNICHE FATTORIALI: Metodi di aggregazione dei dati che accertano l’unidimensionalità
di un test psicologico o ne definiscono le dimensioni latenti e rilevano come gli item che lo
compongono si raggruppano. Sono due le tecniche principali: l’analisi delle componenti
principali e l’analisi fattoriale.
 MATRICE DI PROFILO: Griglia di organizzazione dei dati: righe (soggetti) x colonne
(punteggi). Le colonne sono le variabili che possono essere riclassificate in un numero
inferiore di dimensioni (latenti) che spiegano una parte della varianza totale.
 MATRICE DI CORRELAZIONE: Tavola completa delle intercorrelazioni fra diverse variabili.
 ANALISI FATTORIALE: Tecnica di analisi statistica multivariata che permette di riassumere
le relazioni fra variabili individuando un numero ridotto di dimensioni latenti.
 ERRORE CASUALE: E’ indeterminato o accidentale, è un errore di misurazione che può
incidere con la stessa probabilità in aumento o in diminuzione sul valore misurato.
 SATURAZIONE FATTORIALE (O PESO FATTORIALE): Pondera la relazione tra ciascuna delle
variabili della matrice originaria e le nuove dimensioni estratte. Indica attraverso un
coefficiente, che può variare tra -1 e +1, la correlazione delle variabili con le componenti
principali o con i fattori.
 MATRICE FATTORIALE: Tavola di correlazione tra variabili e fattori, dove le correlazioni
vengono definite pesi (o saturazioni) fattoriali.
 AUTOVALORI: Indicano quanta parte della varianza totale delle variabili inizialmente
considerate è spiegata da una particolare componente principale o fattore.
 COMUNALITA’: Date dalla somma delle saturazioni fattoriali quadrate di una determinata
variabile sulle varie componenti principali o fattori, indicano in che misura le nuove
dimensioni spiegano la varianza totale di quella variabile.
 ANALISI FATTORIALE CONFERMATIVA: Si mette alla prova una particolare soluzione
fattoriale replicando uno stesso, o molto simile, disegno sperimentale con un diverso
campione.
 LATENZA DI MISURAZIONE: Intervallo di tempo che intercorre tra la presentazione di uno
stimolo e il verificarsi di uno specifico evento (risposta).

CAPITOLO 3
Costruzione ed uso dei test psicologici. Le proprietà psicometriche.
 STANDARDIZZAZIONE (O TARATURA): Procedura di definizione delle norme del test sul
campione normativo.
 ATTENDIBILITA’: Proprietà psicometrica indicativa della stabilità nel tempo e della
coerenza dimensionale degli item che compongono un test.
 FASI DELL’ATTENDIBILITA’: Sono tre gli aspetti che compongono l’attendibilità:
replicabilità, coerenza interna e oggettività.
 QUANDO UN CAMPIONE E’ ATTENDIBILE: Quando ha validità interna.
 COEFFICIENTE DI ATTENDIBILITA’: Esprime, in termini teorici, la proporzione di varianza
vera sula varianza totale del test. Maggiore è l’approssimazione più il coefficiente di
attendibilità tenderà al suo valore massimo possibile, cioè 1.
 ATTENDIBILITA’ TEST-RETEST: Attendibilità stimata somministrando lo stesso test ad uno
stesso campione in momenti successivi e rilevando la correlazione dei punteggi ottenuti tra
la prima e la successiva somministrazione.
 ATTENDIBILITA’ PER FORME PARALLELE: Attendibilità stimata rilevando la correlazione dei
punteggi ottenuti dagli stessi soggetti in due test analoghi riferiti alla stessa caratteristica
psicologica.
 SPLIT HALF (O DIVISIONE A META’): Correlazione tra i punteggi ottenuti da un gruppo di
soggetti in due raggruppamenti di item dello stesso test psicologico può dare una
indicazione di massima sulla omogeneità degli item che la compongono.
 COERENZA INTERNA: Indicatore del grado di omogeneità degli item di un test. Può essere
misurata con l’alfa di Cronbach.
 FORMULA DI SPEARMAN-BROWN: Permette di stimare l’attendibilità di un test nel caso in
cui venissero aggiunti o tolti degli item, o per calcolare il numero di item da aggiungere per
ottenere un determinato coefficienti di attendibilità.
 COEFFICIENTE ALFA DI CRONBACH: Indice di attendibilità che stima, per ciascuna
eventuale sotto dimensione, la coerenza interna (omogeneità) di un test.
 ERRORE STANDARD DI MISURAZIONE: Stima della deviazione standard dei punteggi
ottenibili da un individuo in un alto numero di somministrazioni di uno stesso test.
Definisce un intervallo di fiducia entro cui oscilla, con una probabilità prefissata di errore, il
punteggio vero di un soggetto nel test psicologico.
 VALIDITA’: Proprietà psicometrica indicativa dell’adeguatezza del test per la caratteristica
psicologica bersaglio, relativa sia alla sua congruenza rispetto ad un criterio di confronto
esterno sia all’accuratezza con cui rappresenta il costrutto che lo ispira.
 ERRORE SISTEMATICO: Errore insito nello strumento di misura. Sono difficili da individuare
e ridurre poiché si ripetono sistematicamente ad ogni misurazione.
 VALIDITA’ DI CRITERIO: Esprime il grado con cui le valutazioni ottenute con un test
psicologico (il predittore) concordano con un’altra valutazione esterna, che è in genere, il
risultato in un altro test (il criterio).
 VALIDITA’ PREDITTIVA: Stima della validità di criterio ottenuta rilevando prima il punteggio
del test predittore e in un secondo tempo il risultato del criterio.
 VALIDITA’ CONCORRENTE: Stima della validità di criterio ottenuta con rilevazione
contemporanea del test del predittore e del criterio.
 VALIDITA’ DI CONTENUTO: Un test ha validità di contenuto se le differenze tra i punteggi
ottenuti da diversi individui riflettono differenze effettive di manifestazione in una
caratteristica psicologica, come definita attraverso il costrutto teorico.
 VALIDITA’ DI FACCIATA: Proprietà psicometrica che indica il giudizio di adeguatezza dei
singoli item rispetto alla caratteristica psicologica.
 VALIDITA’ DI COSTRUTTO: Idoneità di un test per la valutazione di caratteristica psicologica
come definita attraverso un costrutto teorico. Questa proprietà psicometrica può essere
stimata attraverso misure di validità congruente, validità convergente, validità divergente.
 VALIDITA’ CONGRUENTE: Stima della validità di costrutto che riscontra una congruenza,
ossia una significativa correlazione positiva, con le valutazioni ottenute con il test R ed uno
o più altri test P (paralleli), se R e P sono riferiti allo stesso costrutto.
 VALIDITA’ CONVERGENTE: Stima della validità di costrutto che riscontra una convergenza
tra le valutazioni ottenute con il test R ed uno o più altri test C (confronto), se R e C sono
riferiti a costrutti teorici che si ipotizzano connessi positivamente.
 VALIDITA’ DIVERGENTE: Stima della validità di costrutto che riscontra una divergenza,
ossia una significativa correlazione negativa, tra le valutazioni ottenute con il test R ed uno
o più test C, se R e C sono riferiti a costrutti teorici che si ipotizzano connessi
negativamente.
 VALIDITA’ DISCRIMINANTE: Intesa come sfaccettatura della più generale validità
divergente. Vengono confrontate le medie dei punteggi ottenuti nel test da soggetti
appartenenti a gruppi contrapposti, che ci si aspetta abbiamo una diversa modalità di
manifestazione della caratteristica psicologica che ispira il test.
 INDICE DI DIFFICOLTA’ DI UN ITEM: E’ espresso dalla popolazione di soggetti di un
campione che risponde correttamente all’item.
 INDICE DI ATTENDIBILITA’ DI UN ITEM: E’ il risultato del prodotto della coerenza interna di
un item, espresso dalla correlazione fra il punteggio dell’item e quello dell’intero test, per
la misura della sua validità espressa dalla deviazione standard.

CAPITOLO 4
Tipi di intervista
 POLO DI CENTRATURA: In un colloquio o intervista indica chi tra i due interlocutori
mantiene il controllo sui tempi, sui modi e sui contenuti dell’interazione.
 INCHIESTA: Componente fondamentale dell’intervista volta ad acquisire elementi oggettivi
di conoscenza sulla storia del soggetto, sui suoi comportamenti, sugli atteggiamenti o altro.
 RELAZIONE: Componente fondamentale dell’intervista finalizzata a stabilire un contatto
interpersonale tra gli interlocutori ed a produrre una collaborazione diretta allo scopo per
cui si attua l’azione.
 INTERVISTA ERMENEUTICA: Tipo di intervista libera utilizzata dalla ricerca, in ambito
antropologico e sociale, che consiste nell’esplorare la vita quotidiana, intesa come insieme
di avvenimenti, credenze, ecc. alla base della socializzazione di ciascun individuo.
 INTERVISTA SEMISTRUTTURATA: L’intervistatore pone domande obbligatorie secondo una
lista preordinata, lasciando che il soggetto si esprima come meglio crede. Il livello di
strutturazione è variabile e dipende dal contesto e dagli obiettivi dell’intervista.
 INTERVISTA STRUTTURATA: Tipo di intervista nella quale la lista di domande è preordinata
non solo rispetto ai contenuti, ma anche rispetto all’ordine in cui vengono poste. Il livello di
massima strutturazione prevede anche le alternativa di risposta.
 INTERVISTA FINALIZZATA: Tipo di intervista destinato alla selezione del personale e alla
psicologia delle organizzazioni. Generalmente direttiva, esamina in maniera esclusiva aree
attinenti alle attività di una posizione lavorativa e verifica che il candidato sia in possesso di
caratteristiche funzionali per esercitare con efficacia le attività da questa previste.
 INTERVISTA LIBERA: Tipo di intervista che prevede solo una domanda iniziale delimitante
l’area o l’oggetto di indagine oppure una traccia di argomenti da esplorare con il soggetto.
 TECNICHE DI RILANCIO: Accorgimenti della comunicazione che, in un colloquio o in
un’intervista libera o semistrutturata, servono da aggancio con altri argomenti, o fanno
proseguire l’interazione nei momenti di stasi. La ripresa, il rilancio a specchio e la
ricapitolazione in sintesi sono tecniche di rilancio dell’intervista.
 RILANCIO A SPECCHIO: Tecnica per il colloquio di rilancio della comunicazione, neutra e
generalmente efficacie, che consiste nel ripetere le ultime parole o l’ultima frase del
soggetto.
 RICAPITOLAZIONE IN SINTESI: Tecnica per il colloquio di rilancio della comunicazione,
neutra e generalmente efficacie, che consiste nel ricapitolare senza alcuna interpretazione
quanto ha detto il soggetto; spesso è funzionale all’introduzione di un argomento di
approfondimento.
 PROBING NON DIRETTIVO: Tecnica per il colloquio e l’intervista libera o semistrutturata,
tese a facilitare la comunicazione e che consiste nell’utilizzare i probe, cioè tutte le pause
ed i commenti del tipo: “vorrei capire meglio” come stimolo per far proseguire ed ottenere
maggiori informazioni.
 EFFETTO ALONE: Errore sistematico e di influenza del contesto. Consiste nell’estensione di
aspetti o attributi effettivamente rilevati in un tratto di personalità ad altri tratti, vale a dire
che se una persona risulta dotata intellettualmente, sarà anche simpatica, dinamica ecc.
 ERRORE LOGICO: Errore sistematico e di influenza del contesto. Consiste nell’inclinazione a
correlare tra loro diversi tratti della personalità, immaginandoli come dei cluster, per cui il
riscontro di aspetti di aggressività porterà con sé anche l’energia psichica e la dominanza.
 PREGIUDIZIO CONTAGIOSO: Errore sistematico e di influenza del contesto. E’ un
pregiudizio verso categoria o gruppo di persone senza riscontro oggettivo, che inclina
l’estensione di convincimenti da un’area concettuale all’altra.
 EFFETTO INDULGENZA: Errore sistematico e di influenza del contesto. E’ la tendenza ad
emettere il giudizio nei termini più benevoli e favorevoli possibile all’interlocutore.
 QUESTIONARI: E’ un insieme strutturato di domande e relative categorie di risposta
definite a priori da chi lo costruisce, e si tratta in tal caso di domande chiuse, oppure viene
lasciata all’intervistato la possibilità di articolare le risposte, ed in tal caso si dicono aperte.
Le domande possono essere divise in tre tipi principali: di opinione; di conoscenza; fattuali.
CAPITOLO 5
Il colloquio in psicologia clinica
 MISURE DI SICUREZZA: Comportamenti difensivi sollecitati nel clinico da particolari
situazioni relazionali dell’attività professionale e connessi alla sua struttura di personalità.
 COLLOQUIO CLINICO DI CONSULTAZIONE: Colloquio a fini esclusivamente conoscitivi e
diagnostici che non deve contenere in sé alcuna scelta preordinata, né deve vincolare il
paziente a modificare sintomi o comportamenti o a realizzare un diverso equilibrio
economico dei propri investimenti.
 COLLOQUI CLINICO SPECIALIZZATO: Colloquio orientato da una scelta predeterminata di
presa in carico o di intervento di qualche tipo.
 CONTENUTI DEL COLLOQUIO: Informazioni, dirette o inferite, che l’operatore raccoglie dal
paziente.
 TECNICHE DI CONDUZIONE DEL COLLOQUIO CLINICO: Particolari modalità di interazione
che nell’interlocuzione fra operatore e paziente, consentono di costruire un ‘canale’ di
comunicazione entro il quale possa fluire la maggior quantità e la miglio qualità di
contenuti informativi.
Sono quattro: Domande; tecniche di facilitazione del colloquio; tecniche di chiarificazione;
tecniche di modificazione del contenuto della comunicazione.
 TECNICA DELLE DOMANDE: Una delle tecniche maggiormente utilizzate nei diversi tipi di
colloquio. Può prevedere domande aperte, lasciando al paziente la libertà di rispondere a
suo piacimento, o chiuse, vincolando il paziente a scegliere la risposta all’interno di alcune
possibilità che gli sono indicate.
 TECNICHE DI FACILITAZIONE DEL COLLOQUIO: Tecniche per il colloquio e l’intervista libera
o semistrutturata, che hanno lo scopo di agevolare e incrementare la comunicazione. Le
più importanti sono l’incoraggiamento, la sintesi, il favorire il passaggio da un argomento
all’altro.
 CHIARIFICAZIONE: Tecnica per il colloquio e l’intervista libero o semistrutturata, che
permette l’esplorazione, insieme con il paziente, di tutti gli elementi delle informazioni da
lui fornite che sono vaghi, poco chiari, sconcertanti, contradditori o incompleti.
 SPECIFICAZIONE: Tecnica per il colloquio e l’intervista libera o semistrutturata, che
prevedere la proposta di domande chiuse a un paziente che risponde a monosillabi o in
modo vago, per raccogliere informazioni più dettagliate e precise.
 GENERALIZZAZIONE: Tecnica per il colloquio e l’intervista libera o semistrutturata, che
invita il paziente, attardato sul resoconto di dettagli troppo minuti, a esplicitare frequenza
e ampiezza di taluni suoi comportamenti significativi.
 VERIFICA DEI SINTOMI: Tecnica che presenta analogie con l’intervista strutturata e che
consiste nell’accertamento, insieme al paziente, della presenza/assenza di una lista di
sintomi e comportamenti tipici di un certo disturbo.
 METTERE IN RELAZIONE RECIPROCA: Tecnica di chiarificazione del colloquio che indaga
attraverso domande di approfondimento, le relazioni spazio-temporali e causali tra gli
avvenimenti narrati dal paziente.
 PARAFRASI: Tecnica di facilitazione e di chiarificazione del colloquio, consiste nel ripetere
ciò che ha detto il paziente, cercando di essere più chiari e più dettagliati. Può consentire di
agevolare la comunicazione e anche di raccogliere ulteriori dati.
 INTERPRETAZIONE: Tecnica che collega il materiale conscio e preconscio prodotto dal
paziente con funzioni o motivazioni inconsce attuali, presunte o ipotizzate. E’ la capostipite
tra le tecniche di modificazione del contenuto della comunicazione.
 RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA: Tecnica per il colloquio e l’intervista libera o
semistrutturata, di modificazione del contenuto della comunicazione attraverso la quale il
clinico riformula convincimenti, opinioni, sensazioni comunicati dal paziente, per fornire a
quest’ultimo una nuova prospettiva della situazione.
 MESSA A CONFRONTO (O CONFRONTAZIONE): Tecnica per il colloquio attraverso la quale
si fanno notare al paziente quegli aspetti dell’interazione che sembrano indicare un
funzionamento conflittuale, e quindi la presenza di azione difensive, di rappresentazioni
contraddittorie o di una diminuita consapevolezza della realtà.
CAPITOLO 6
Questionari e inventari
 INVENTARIO: Questionario di personalità o di interessi costituito da una serie di item
che il soggetto deve indicare come descriventi o al contrario come non descriventi sé o
proprie caratteristiche.
 ORIENTAMENTO IDIOGRAFICO: Esprime l’azione epistemica tesa alla conoscenza di
eventi particolari circoscritti nello spazio e nel tempo.
 ORIENTAMENTO NOMOLOGICO: Esprime l’azione epistemica tesa alla conoscenza di
eventi che possono essere sussunti sotto leggi generali.
 VARIABILE: Caratteristica o proprietà che può assumere valori diversi. Si oppone al
concetto di costante.
 BACK DEPRESSION INVENTORY: Questionario che indica la presenza e l’intensità della
depressione in pazienti adolescenti e adulti di almeno 13 anni di età.
 EYSENCK PERSONALITY QUESTIONNAIRE (EPQ): Questionario di personalità riferito a
teorie fattoriali e strutturali. Comprende quattro scale: la prima Nevroticismo, va intesa
come misura di un continuum fra stabilità e instabilità emotiva, la seconda
Estroversione-Introversione è una misura della dimensione sociale dell’individuo e del
suo atteggiamento di apertura; la terza è Psicoticismo descrive un continuum che
procede da un buon adattamento fino a certi comportamenti antisociali. L’ultima scala,
denominata Lie serve per valutare la tendenza a falsare le risposte nel senso della
desiderabilità sociale.
 QUESTIONARI FOCALI: Questionari centrati su un singolo problema diagnostico,
consentono una valutazione specifica.
 CBA-2.0: E’ una batteria a largo spettro per l’assessment psicologico costituita da test e
schede finalizzate a fornire una descrizione idiografica delle eventuali, concrete ed
attuali, problematiche lamentate dal soggetto ed il loro legame con la situazione
ambientale e con i tratti psicologici che caratterizzano la persona.
 ETA’ DI SOMMINISTRAZIONE CBA-2.0: E’ rivolto a persone dai 16 ai 60 anni di età.
 ASSESSMENT: Si intende l’ampia valutazione iniziale, finalizzata alla stima dei problemi
lamentati dal soggetto e all’identificazione di appropriate modalità di intervento
psicologico, capaci di far fronte a tali disagi in maniera efficacie e duratura. E’
multidimensionale.
 PERCHE’ L’ASSESSMENT E’ MULTIDIMENSIONALE: E’ multidimensionale in quanto si
muove entro uno spazio tridimensionale come valutazione distinta di tre sistemi di
risposta emozionale relativamente indipendenti tra loro: 1) cognitivo-verbale; 2)
comportamentale-motorio; 3) psicofisiologico.
 SCALE PRIMARIE CBA 2.0: La batteria CBA-2.0 è composta da 10 schede: Dati generali;
STAI-X1; STAI-X2; anamnesi psicologica; EPQ-R; QPF-R; IP-R; questionario D; MOCQ-R;
STAI-X1/R.
 SCHEDA 1 CBA-2.0, DATI GENERALI: E’ una cartella di 25 item che ha l’utilità pratica di
raccolta e archiviazione dei dati anagrafici e altre informazioni relative a: peso, altezza,
conviventi, motivi per cui si compila la Batteria ecc.
 SCHEDA 2 CBA-2.0, STAI-X1: Valuta l’ansia di stato e si compone di 20 item. La misura si
riferisce all’ansia del soggetto nel momento in cui inizia la compilazione della batteria.
E’ un indice di validità del protocollo.
 SCHEDA 3 CBA-2.0, STAI-X2: Valuta l’ansia di tratto. Si compone di 20 item:
affermazioni in prima persona che il soggetto valuta secondo quattro livelli di intensità.
E’ il primo costrutto di rilevanza clinica della CBA-2.0.
 SCHEDA 4 CBA-2.0, ANAMNESI PSICOLOGICA: Consente di raccogliere una serie di
informazioni di carattere amnestico e clinico da cui sia possibile ricostruire la storia
personale ed eventuali problematiche lamentate attualmente dal soggetto.
 SCHEDA 5 CBA-2.0, EPQ-R: Valuta tre dimensioni: estroversione-introversione;
instabilità emotiva; disadattamento sociale, alle quali si aggiunge una scala di controllo.
Consente anche di individuare caratteristiche stabili del soggetto che possono
modulare determinati problemi psicologici.
 SCHEDA 6 CBA-2.0, QPF-R: Si compone di 30 item: elenco di reazioni e disturbi
psicofisiologici alle quali il soggetto da una valutazione della frequenza con cui li
esperisce. L’interpretazione del questionario avviene a due livelli: la prima analisi si
rivolge ai singoli item per rilevare disturbi psicofisiologici specifici. L’analisi successiva
riguarda il punteggio totale che è l’indice di ciò che viene chiamato “lamento
somatico”.
 SCHEDA 7 CBA-2.0, IP-R: Si compone di 58 item: elenco di situazioni-stimolo che
possono generare paura, e per ciascuna delle quali il soggetto valuta l’intensità della
paura avvertita. I risultati danno informazioni sull’intensità dei problemi comportanti
paura, sulla numerosità di effettiva e rilevante paura e su problemi fobici relativi a
specifiche aree.
 SCHEDA 8 CBA-2.0, QUESTIONARIO D: Valuta la depressione sub-clinica e/o associata
ad altri disturbi medici psicologici. Alti punteggi indicano l’esistenza di una condizione
depressiva ma non necessariamente di carattere clinico.
 SCHEDA 9 CBA-2.0, MOCQ: Mediante 21 item indaga comportamenti e problemi di tipo
ossessivo compulsivo, sia in base ad un indice complessivo che sulla base di tre indici
specifici che si riferiscono a: comportamenti e preoccupazioni relativi a controlli
ripetitivi e superflui; preoccupazioni relative all’igiene e di contaminazione; dubbi,
rimuginazioni mentali, pensieri intrusivi persistenti.
 SCHEDA 10 CBA-2.0, STAI-X1/R: 10 item che misurano l’ansia di stato del soggetto al
momento in cui ha completato i suoi test. È utilizzata come indice di validità della
Batteria.
 SCALE SECONDARIE CBA 2.0: Le scale secondarie si compongono di un insieme di
questionari e/o inventari per approfondire in modo mirato specifiche aree disfunzionali
suggerite dall’analisi delle schede primarie.
 AMBITI DI UTILIZZO DEL CBA 2.0: Le principali modalità e finalità d’impiego sono
l’assessment clinico e la valutazione del cambiamento. È ampiamente utilizzata in
ambito clinico, medico/riabilitativo e di ricerca.
 MMPI-2: E’ un test ad ampio spettro che traccia profili di personalità la cui valenza si
esprime dal punto di vista psicopatologico. È impiegato soprattutto in sede di
assessment iniziale o a fini di screening diagnostico.
 ETA’ DI SOMMINISTRAZIONE MMPI-2: Può essere somministrato, individualmente o
collettivamente, a soggetti con almeno 16 anni di età e con la capacità di comprensione
di una persona con licenza elementare.
 QUALI E QUANTE SONO LE SCALE MMPI-2: Sono distinte in tre raggruppamenti: scale
di base, corrispondono alle 10 scale cliniche e alle tre scale di controllo dell’MMPI; scale
supplementari, comprendono 9 scale, 6 supplementari e 3 di controllo; scale di
contenuto, 15 scale ottenute dal raggruppamento degli item omogenei nel loro
contenuto.
 SCALE CLINICHE DELL’MMPI-2: Sono 10 scale: Hs ipocondria; D depressione; Hy isteria;
Pd deviazione psicopatica; Mf mascolinità-femminilità; Pa paranoia; Pt psicastenia; Sc
schizofrenia; Ma ipomania; Si introversione sociale.
 SCALE DI CONTROLLO DELL’MMPI 2: Definiscono indici di validità utili a valutare
l’accettabilità del protocollo e/o l’effetto di eventuali distorsioni sul risultato del test.
Sono: Scala L menzogna; Scala F frequenza; Scala k correzione; Scala Fb Back F.; Scala
TRIN incoerenza nelle risposte “vero”; Scala VRIN incoerenza delle risposte.
 SCALA L MENZOGNA: E’ composta da 15 item che si riferiscono a colpe veniali e difetti
tipici di quasi tutte le persone, al fine di individuare il tentativo consapevole ma
ingenuo di offrire una buona immagine di sé.
 SCALA F FREQUENZA: 60 item che si riferiscono ad esperienze e pensieri inusuali nella
popolazione “normale”. Punteggi alti sono indicativi della tendenza ad esagerare i
problemi.
 SCALA K CORREZIONE: Composta da 30 item che misurano i meccanismi difensivi nei
confronti del test. Punteggi bassi indicano che la persona è vulnerabile e giudica
negativa la propria condizione esistenziale. Punteggi elevati indicano un atteggiamento
difensivo nei confronti del test e una tendenza inconsapevole a negare i propri
problemi.
 SCALA TRIN: La scala utilizza 23 coppie di item di significato opposto al fine di valutare
la tendenza a fornire ripetute risposte “vero” o ripetute risposte “falso”,
indipendentemente dal contenuto dell’item.
 SCALA VRIN: La scala utilizza 67 coppie di item di significato simile o opposto, al fine di
valutare la tendenza a fornire risposte casuali, sulla base della incoerenza della risposta
per ciascuna coppia di item.
 SCALE SUPPLEMENTARI MMPI-2: Sono 6 scale supplementari: Scala MAC-R, McAndrew
di alcolismo rivista; Scala O-H, ostilità ipercontrollata; Scala MDS, disagio coniugale;
Scala APS, tossicodipendenza potenziale; Scala AAS, ammissione di tossicodipendenza;
Scala PK, disturbo post traumatico da stress.
 INTERPRETAZIONE MMPI-2: Ci sono tre modi di interpretazione dell’MMPI-2: Per
punte, si riferisce a tutte quelle scale per le quali sono stati ottenuti punteggi uguali o
superiori a 65 punti T; Per codice, si riferisce alle due o tre scale con punteggi più alti;
Per assi, si contrappongono coppie di scale che valutano aspetti concettuali opposti.
 BFQ: Test di personalità che valuta cinque grandi fattori che corrispondono ad
altrettante dimensioni fondamentali per la valutazione e descrizione della personalità
“normale”. I cinque fattori sono: Energia; Amicalità; Coscienziosità; Stabilità emotiva;
Apertura mentale.
 FORMA DEL BFQ: Consta di 132 item: affermazioni che si riferiscono a diversi aspetti
della personalità, di cui il soggetto valuta l’attinenza alla propria attraverso una scala a
cinque punte che va da “assolutamente vero per me” ad “assolutamente falso per me”.
 AMBITI DI UTILIZZO DEL BFQ: Le sue caratteristiche rendono l’utilizzo del questionario
particolarmente proficuo nel campo della psicologia clinica, della ricerca e dalla
psicologia del lavoro.
 BFO: E’ utilizzato nell’ambito della selezione del personale, è uno strumento per
tracciare profili di personalità dei soggetti osservati rispetto alle cinque grandi
dimensioni di personalità (energia, amicalità, coscienziosità, stabilità emotiva, apertura
mentale).
 BFQ-C: Ha lo scopo di valutare le cinque grandi dimensioni della personalità (energia,
amicalità, coscienziosità, stabilità emotiva, apertura mentale) su popolazioni di bambini
e preadolescenti attraverso 65 situazioni abbastanza comuni in questa fascia di età.
 IIP DI KUNDER: Utilizzato con ragazzi che frequentano almeno la terza media inferiore,
le scuole superiori o corsi di formazione professionale, al fine di orientare la loro scelta
scolastica professionale in funzione degli interessi professionali di ognuno.
 CDQ: Permette di individuare l’intensità e il tipo di depressione in corso in soggetti
adulti. E’ formato da 40 item, di questi 36 valutano la depressione. I restanti 4
producono un punteggio che funziona da fattore di correzione per affinare la capacità
di discriminante del CDQ rispetto all’ansia.
 QUESTIONARI DI PERSONALITA’ PER LA DEPRESSIONE: Beck Depression Inventory;
Self-Rating Depression scale; CDQ

CAPITOLO 7
Test proiettivi
 TECNICHE PROIETTIVE: L’approccio è fenomenologico e la logica è quella dell’implicazione
significante. Essi prevedono la presentazione di stimoli ambigui più o meno strutturati che
il soggetto in esame deve interpretare rivelando aspetti della propria personalità.
 STIMOLI AMBIGUI: Stimoli destrutturati o poco strutturati proposti dai test proiettivi come
il rorschach. È una caratteristica che rappresenta sia un pregio che un limite della tecnica
proiettiva in quanto riguarda sia il soggetto che il clinico.
 ALLEANZA DIAGNOSTICA: Particolare tipo di alleanza che si può instaurare tra il paziente e
il clinico in fase di consultazione e che permette lo stabilirsi di un peculiare rapporto
emotivo, fondamentale al fine di focalizzare dei punti in comune su cui lavorare.
 CLASSIFICAZIONE DELLE TECNICHE PROIETTIVE: Le tecniche proiettive possono essere
classificate in: test strutturali; test narrativi; tecniche verbali; tecniche basate sulle
immagini; tecniche espressive o grafiche; tecniche creative.
 TEST STRUTTURALI: In cui il soggetto è chiamato a fornire un’interpretazione a stimoli de-
strutturati, in cui la dimensione dello stimolo non rimanda ad alcun contenuto preciso,
innescando uno specifico processo di percezione. (Test di rorschach)
 TEST NARRATIVI: Il soggetto è chiamato a raccontare delle storie a fronte di stimoli
raffiguranti situazioni più o meno strutturate. (TAT, CAT, GAT, SAT, ORT, Blacky Pictures,
Favole della Duss, Patte-Noire)
 TECNICHE VERBALI: Che utilizzano sia nello stimolo che nella risposta soltanto parole, fra
queste troviamo il test delle libere associazioni di Kent-Rosanoff e la tecnica del
completamento delle frasi.
 TECNICHE BASATE SULLE IMMAGINI: Al soggetto è chiesto di scrivere delle frasi in merito a
situazioni circoscritte presentate sotto forma di vignette.
 TECNICHE ESPRESSIVE O GRAFICHE: Prevedono l’utilizzo del disegno, come il reattivo
dell’albero e il test del disegno della figura umana.
 TECNICHE CREATIVE: Implica la costruzione scenica mediante la manipolazione di specifici
materiali.
 TEST DEL DISEGNO DELLA FIGURA UMANA: Si chiede al soggetto di disegnare su un foglio
bianco dapprima una persona, poi una persona del sesso opposto. Il disegno può anche
essere seguito da un’inchiesta volta a far raccontare al soggetto una breve storia su ogni
personaggio raffigurato. I disegni saranno poi valutati attraverso varie dimensioni.
 TEST BLACKY PICTURES: Test proiettivo per l’età evolutiva e per adulti. 12 vignette
raffiguranti le avventure del cane Blacky. La prima tavola presenta i personaggi, quelle
successive si riferiscono a uno stadio dello sviluppo psicosessuale o a un tipo di relazione
oggettuale nell’ambito di tale stadio. Al bambino si chiede di raccontare una storia e alla
fine gli vengono poste delle domande, lo scopo è quello di mettere in evidenza le
dinamiche di personalità del soggetto.
 CAT: Test di appercezione tematica per bambini, consta di 10 immagini che rappresentano
degli animali in situazioni diverse che permettono di rilevare gli aspetti dinamici dei suoi
problemi. Si analizzano la sua struttura affettiva, la dinamica delle sue reazioni di fronte ai
problemi dello sviluppo ed il modo in cui li risolve.
 FAVOLE DELLA DUSS: Test proiettivo per l’età evolutiva. Piccole favole o storie nella quali
un protagonista si trova in una determinata situazione e che rimanda a uno dei diversi stadi
dello sviluppo psicosessuale.
 TEST PATTE-NOIRE: Test proiettivo per l’età evolutiva (4-10 anni). Le situazioni stimolo
riguardano degli animali e permettono una migliore proiezione da parte del bambino. Le 19
tavole coprono un grande ventaglio delle tendenze istintive, permettendo un’esplorazione
completa della personalità.
 REATTIVO DELL’ALBERO: Test proiettivo per l’età evolutiva. Il soggetto disegna un albero
da frutto come meglio può su un foglio bianco. La valutazione del disegno segue due vie:
quella dell’analisi delle diverse caratteristiche e la via della visione globale.
 SCENO TEST: Test proiettivo per l’età evolutiva costituito da una scatola contenente
giocattoli attraenti per la diversità degli elementi colorati e per la cura artigianale con la
quale sono stati fabbricati. L’idea di fondo era che, grazie alla disinibizione prodotta dal
gioco, il clinico poteva accedere in modo diretto a una lettera dell’inconscio e dei conflitti
affettivi. Non è mai stato oggetto di studi statistici in grado di conferire al reattivo lo status
di test.
 TAT DI MURRAY: Test proiettivo di contenuto. Consta di 31 immagini ma, delle quali 11
sono uguali per tutti i soggetti, mentre 20 si diversificano in base all’età e al sesso. Il
soggetto è invitato a raccontare una storia rispetto a ciascuna immagine, esplicitando cosa
è successo prima e cosa succederà dopo. Le risposte riflettono i costrutti mentali, le
esperienze, i conflitti e i desideri di ognuno.
 ELEMENTI CHE VALUTA IL TAT: Il TAT è un test di appercezione tematica che valuta:
emozioni dominanti, sentimenti, complessi e conflitti di personalità; tendenze rimosse e
inibite che il soggetto non è incline a riconoscere perché inconsce.
 TAT PERCHE’ E’ UN TEST NARRATIVO: Il TAT è un test proiettivo narrativo o di contenuto
perché il soggetto è chiamato a raccontare delle storie a fronte di stimoli raffiguranti
situazioni più o meno strutturate.
 ETA’ DI SOMMINISTRAZIONE TAT: E’ un test proiettivo per l’adolescenza e l’età adulta.
 ORT: Test proiettivo, consta di 13 tavole costruite attraverso due ordini di parametri
figurativi e percettivi. La somministrazione prevede una fase spontanea ed una fase di
inchiesta in cui vengono indagati sia gli aspetti formali descritti dal soggetto, si gli aspetti
relativi ai vissuti dei personaggi e alla qualità emotiva della relazione tra di loro.
 ORT COSA VALUTA: Rappresenta uno sviluppo del test di appercezione tematica (TAT).
Questo test fornisce una panoramica sulla tipologia di relazione oggettuale del soggetto
rilevando se e quanto questa sia un’esperienza di adattamento anche convalidata
socialmente o, al contrario, sia espressione di condotte di disadattamento.
 ETA’ DI SOMMINISTRAZIONE ORT: E’ un test proiettivo per l’adolescenza e l’età adulta.
 REATTIVO DELLE FRASI DA COMPLETARE: Test proiettivo per l’adolescenza e l’età adulta
consente di disporre di informazioni su quattro aree rappresentative: la famiglia, il sesso, le
relazioni interpersonali ed il concetto di sé. Si compone di 60 frasi incomplete,
corrispondenti a 15 atteggiamenti.
 RORSCHACH: Test proiettivo che consiste nel dare un’interpretazione a dieci macchie di
inchiostro. Secondo Rorschach a fronte di questi stimoli destrutturati si innesca un
processo di percezione che consta di tre momenti: sensazione, ricordo e associazione.
Dall’interpretazione delle risposte è possibile delineare un profilo di personalità e di
identificare eventuali nodi problematici del soggetto.
 FASI DI SOMMINISTRAZIONE RORSCHACH: Si compone in diverse fasi: Spontanea, il
soggetto fornisce delle risposte senza alcun intervento da parte dell’esaminatore;
Inchiesta, mirata ad individuare quali indici della macchia il soggetto ha utilizzato per
fornire le varie risposte al test; Prova dei limiti, volta a sondare, qualora il soggetto non
abbia individuato qualcuna delle risposte di più alta frequenza statistica, se è in grado di
individuarle tramite domande induttive; Scelte, si chiede al paziente di divere le tavole che
ha gradito di più e quelle che ha gradito di meno.
 FASE ANALOGICA O DI APPROFONDIMENTO RORSCHACH: E’ una fase facoltativa che
serve per colmare eventuali lacune esistenti nelle risposte date. Si pongono delle domande
di chiarimento.
 RORSCHACH COSA VALUTA: Test proiettivo nato come strumento diagnostico per la
rilevazione di disturbi schizofrenici. È ora utilizzato come test per valutare le diverse
dimensioni della personalità, del funzionamento cognitivo e affettivo, del livello di
adattamento e funzionamento relazionale e dei tratti disfunzionali.
 RORSCHACH PERCHE’ E’ UN TEST STRUTTURALE: E’ un test proiettivo strutturale perché il
soggetto è chiamato a fornire un’interpretazione a stimoli de-strutturati in cui la
dimensione dello stimolo non rimanda ad alcun contenuto preciso.
 SIGLATURA DEL RORSCHACH: Sistema di codifica di un protocollo Rorschach attraverso
alcune dimensioni, quali la localizzazione, le determinanti, il contenuto delle risposte, la
presenza di risposte popolari ed originali, le verbalizzazioni derivanti ecc. Esistono
numerosi sistemi di siglatura.
 TEST PROIETTIVI PIU’ UTILIZZATI: Rorschach; TAT e le sue varianti per bambini CAT e per
gli anziani GAT, SAT; Blacky Pictures; ORT.
 TEST PROIETTIVI UTILIZZATI NELL’INFANZIA: CAT; Blacky Pictures; Favole della Duss; Patte-
Noire; Reattivo dell’albero; Sceno test; Rorschach.
 TEST PROIETTIVI UTILIZZATI NELL’ETA’ ADULTA: Rorschach; TAT; ORT; Blacky Pictures.
 TEST PROIETTIVI UTILIZZATI PER GLI ANZIANI: GAT; SAT.

CAPITOLO 8
I test di intelligenza
 TEST DI PROFITTO: Test che valuta il grado di apprendimento o il livello di abilità in una
materia o disciplina.
 TEORIA DEI DUE FATTORI: Teoria sull’intelligenza formulata da Spearman, ipotizza la
presenza di due fattori: un fattore g, innato e non condizionabile dalla scolarizzazione
attivante un largo numero di fattori s, “specifici”, in gran parte sottoposti alle possibilità di
sviluppo offerte dagli stimoli educativi.
 TEORIA GERARCHICA: Teoria sull’intelligenza che ipotizza che le abilità umane sarebbero
strutturate gerarchicamente a partire da un fattore generale e via via dispiegandosi in
fattori di gruppo maggiori “verbale-scolastico” e “spaziale-meccanico”, in fattori di gruppo
minori come “abilità nel lavorare con i numeri” e fattori specifici che dipenderanno da
molte variabili.
 TEORIA MULTIFATTORIALE: Teoria sull’intelligenza che ipotizza una struttura delle abilità
umane indipendenti l’una dall’altra.
 INTELLIGENZA FLUIDA (GF): L’intelligenza fluida rappresenta la capacità biologica di base
dell’apprendimento, inclusa la capacità di acquisire nuove abilità. Può essere calcolata
attraverso le matrici di Raven.
 NEMI: Riedizione francese della Binet, è composto di 74 prove ordinate in base alla
difficoltà crescente e sonda i processi di memorizzazione, le capacità logiche, la cultura
generale e l’orientamento temporale di bambini e ragazzi dai 3 ai 15 anni.
 STANFORD BINET: Scala di intelligenza destinata ad individui dai 2 anni all’età adulta. È
suddivisa in quattro aree: Ragionamento verbale; Ragionamento astratto-visivo;
Ragionamento quantitativo; Memoria a breve termine. Consta di 15 prove i cui item sono
ordinati in base alla variazione della tipologia ed alla difficoltà crescente. È da preferire
quando si vuole valutare il livello intellettivo di bambini al di sotto dei 6 anni o di adulti
gravemente ritardati.
 MATRICI DI RAVEN: Test d’intelligenza riferito alla teoria gerarchica che i propone di
valutare le abilità di osservare relazioni. Consta di figure per il cui completamento occorre
la comprensione dei rapporti tra le parti e l’elaborazione di un metodo di ragionamento. Le
matrici di Raven vengono utilizzate per valutare l’intelligenza non verbale, cioè fluida. Sono
disponibili alcune forme: Le matrici progressive standard; Le matrici progressive colorate;
Le matrici progressive avanzate.
 MATRICI PROGRESSIVE STANDARD: Derivano dalle matrici progressive originali,
comprendono 60 item divisi equamente in 5 serie, destinate ad una popolazione di età
compresa tra i 12 ed i 65 anni.
 MATRICI PROGRESSIVE COLORATE: Utilizzate per calcolare l’intelligenza fluida (non
verbale) in bambini dai 4 agli 8 anni, in adulti di basso livello intellettivo o anziani. Sono
composte da 3 serie come nella versione più antica, ed ulteriori 3 serie colorate. Trova un
utilizzo specifico nella clinica neurologica, quando si vogliano verificare lesioni emisferiche.
 MATRICI PROGRESSIVE AVANZATE: Riservate a soggetti con capacità superiori alla media o
che abbiano completato le matrici progressi standard (SPM). Forniscono un dato a tempo,
misura dell’efficienza intellettiva del soggetto, nel senso che è possibile stimarla sulla base
di quante risposte esatte il soggetto riesce a dare in poco tempo.
 SCALE WECHSLER: Rappresentano un corpus di strumenti per la valutazione
dell’intelligenza in soggetti dai 4 ai 64 anni (89 anni con la WAIS III del 1997). Le scale
Wechsler propongono numerosi test che richiamano abilità cognitive relativamente
indipendenti ma qualitativamente differenziabili tra loro. I subtest sono raccolti in scale
verbali e scale di performance. Le scale più recenti e più in uso in Italia sono WAIS-R, WISC-
R e WPPSI.
 PUNTEGGI OTTENIBILI DALLE SCALE WECHSLER: Sono ottenibili tre distinti punteggi: il
punteggio ottenuto dalla sommatoria dei subtest della scala verbale forma il QI verbale; il
punteggio ottenuto dalla sommatoria dei subtest della scala di performance forma il QI di
performance. Sommando i due punteggi (QIV+QIP) si ottiene l’ultimo punteggio, il QI
totale.
 LETTURA QUALITATIVA DELLE SCALE WECHSLER: Interpretazione dei dati quantitativi delle
scale Wechsler che, basandosi sul presupposto della non equivalenza e non casualità delle
risposte errate e di quelle corrette, consente di ottenere informazioni sul funzionamento
del pensiero e sullo stile cognitivo del soggetto.
 Q.I VERBALE: Utilizzato nelle scale Wechsler rappresenta la somma dei punteggi della scala
verbale. Se sommato al QI di performance si ottiene il QI totale.
 Q.I DI PERFORMANCE: Utilizzano nelle scale Wechsler rappresenta la somma dei punteggi
della scala di performance. Se sommato al QI verbale si ottiene il QI totale.
 COSA ACCOMUNA LE SCALE WECHSLER: Sono caratterizzata tutte dalla divisione dei
subtest in scale verbali (dalla cui sommatoria si otterrà il QI verbale) e in scale di
performance (dalla cui sommatoria si otterrà il QI di performance). Dalla somma dei
subtest verbali e di performance deriverà il QI totale.
 WAIS-R: Scala che valuta l’intelligenza in adolescenti e adulti tra i 16 e i 64 anni. Si
compone di 11 subtest: 6 verbali e 5 di performance. L’ordine di difficoltà crescente delle
prove organizza la sequenza degli item all’interno di ciascun subtest. È prevista la
somministrazione alternata di una prova verbale ed una di performance.
 (1) SCALA VERBALE INFORMAZIONE (WAIS-R): Si formulano un massimo di 29 domande,
aggiornate in termini storico-scientifici, per valutare la quantità di informazioni acquisite
dal soggetto esaminato indipendentemente dalle acquisizioni scolastiche.
 (2) SCALA VERBALE COMPRENSIONE (WAIS-R): Si chiede al soggetto di fornire una
spiegazione a fatti o ad azioni comuni, oppure di descrivere il significato di alcuni proverbi.
Gli item fanno riferimento ai rapporti sociale ed alle comuni esperienze di vita, oltre che
richiedere risposte di tipo cognitivo.
 (3) SCALA VERBALE MEMORIA DI CIFRE (WAIS-R): Vengono lette al soggetto fino a 14 serie
di numeri ripartite in 7 item. Nella prima prova (ripetizione diretta) si chiede al soggetto di
ripetere i numeri nella stessa sequenza in cui gli sono stati proposti. Nella seconda prova
(ripetizione inversa) gli si chiede di ripetere altri numeri nella sequenza inversa a quella
proposta.
 (4) SCALA VERBALE RAGIONAMENTO ARITMETICO (WAIS-R): Vengono presentati
oralmente fino a 14 brevi problemi aritmetici che il soggetto deve risolvere mentalmente
per poi rispondere verbalmente.
 (5) SCALA VERBALE SOMIGLIANZE (WAIS-R): Sulla serie di 14 coppie (item) di oggetti il
soggetto dovrà dire, per ciascuna coppia, in cosa si somigliano gli oggetti che la
compongono.
 (6) SCALA VERBALE VOCABOLARIO (WAIS-R): Si chiede al soggetto il significato di una lista
di 35 parole che gli vengono lettere una per una. Al fine di riconoscere il significato delle
parole, la prova non richiede una semplice conoscenza di vocaboli ma una riorganizzazione
delle conoscenze linguistiche.
 (7) SCALA DI PERFORMANCE COMPLETAMENTO DI FIGURE (WAIS-R): 20 disegni
raffiguranti oggetti comuni mancanti di una loro parte importante che il soggetto
esaminato ha il compito di indicare e/o nominare.
 (8) SCALA DI PERFORMANCE RIORDINAMENTO DI STORIE FIGURATE (WAIS-R): Si
presentano fino a 10 serie (item) di cartoncini raffiguranti delle vignette, l’insieme dei
cartoncini di ogni serie compone una storia diversa. Il soggetto per ogni item ha il compito
di riordinare le vignette in modo da creare una storia che abbia un senso.
 (9) SCALA DI PERFORMANCE DISEGNO CON I CUBI (WAIS-R): Si mostrano un massimo di 9
disegni geometrici di difficoltà crescente, il soggetto ha il compito di riprodurli uno per
volta con dei cubi a disposizioni aventi facce colorate di rosso, di bianco e di rosso e bianco.
 (10) SCALA DI PERFORMANCE RICOSTRUZIONE DI OGGETTI O DI FIGURE (WAIS-R): Si
mettono a disposizione delle parti di cartoncino e si chiede di riordinarle perché se
accostate nel modo giusto esse formeranno qualcosa.
 (11) SCALA DI PERFORMANCE ASSOCIAZIONE DI SIMBOLI A NUMERI (WAIS-R): Si chiede
al soggetto di associare una serie di numeri a simboli geometrici astratti secondo uno
schema in cui i numeri sono associati ciascuno ad uno specifico simbolo.
 WISC-R: Test di valutazione dell’intelligenza dai 6 ai 16 anni di età. Le scala verbale e di
performance si compongono ciascuna di cinque subtest regolari ed uno supplementare, la
cui somministrazione è prevista solo quando sia necessario ottenere maggiori informazioni
sul funzionamento cognitivo del soggetto.
 SCALA VERBALE WISC-R: Presenta i seguenti subtest: Informazioni; Somiglianze;
Aritmetica; Vocabolario; Comprensione; Memoria di cifre (test supplementare della scala
verbale).
 SCALA DI PERFORMANCE WISC-R: Presenta i seguenti subtest: Completamento di figure;
Storie figurate; Disegno con i cubi; Ricostruzione di oggetti; Cifrario; Labirinti (test
supplementare della scala di performance)
 LABIRINTI (SUBTEST SUPPLEMENTARE SCALA DI PERFORMANCE WISC-R): Massimo 9 item
che rappresentano labirinti di complessità crescente, per il quale il soggetto deve trovare
una via di uscita, partendo dal centro, entro determinati limiti di tempo.
 SCALA WPPSI: Scala di valutazione dell’intelligenza destinata a bambini dai 3 ai 6 anni. È
composta da 11 subtest, 3 completamenti nuovi (Frasi, Casa degli animali, Disegno
geometrico), mentre i rimanenti sono un’estensione verso età inferiori degli analoghi
subtest della WISC. La somministrazione completa prevede il retest della Casa degli
animali.
 SCALA VERBALE WPPSI: Presenta i seguenti subtest: Cultura generale; Vocabolario;
Ragionamento aritmetico; Disegno geometrico; Disegno con cubi; Frasi (subtest
supplementare).
 SCALA DI PERFORMANCE WPPSI: Presenta i seguenti subtest: Casa degli animali;
Completamento di figure; Labirinti; Somiglianze; Comprensione generale.
 CASA DEGLI ANIMALI (SUBTEST SCALA DI PERFOMANCE WPPSI): Compito che richiede di
associare un segno a un simbolo. Si tratta di una tavoletta a incastro con figure di animali
alle quali corrisponde un colore, il bambino deve scegliere tra un gruppo di cilindri colorati
quello da incastrare sotto l’animale indicato.
 FRASI (SUBTEST DELLA SCALA VERBALE WPPSI): 10 item consistenti in frasi di lunghezza
crescente che il bambino ode e deve ripetere parola per parola.

CAPITOLO 9
Alcune considerazioni sull’uso dei test nella pratica clinica infantile
 UZGIRIS-HUNT: Si tratta di 6 scale ordinali di sviluppo che contribuiscono, nel loro
complesso, a individuare il livello di maturazione raggiunto dal bambino e a indicare
l’organizzazione cognitiva all’interno delle sei tappe di sviluppo del pensiero senso-
motorio.
 SCALE UZGIRIS-HUNT: Sei scale: Lo sviluppo della capacità di seguire e permanere con lo
sguardo sugli oggetti; Lo sviluppo di mezzi per ottenere eventi ambientali desiderati;
L’imitazione vocale e l’imitazione gestuale; Lo sviluppo della casualità operazionale; Lo
sviluppo delle relazioni spaziali tra oggetti; Lo sviluppo di schemi di relazione.
 TEST LAP: Si tratta di un test che consente di definire un profilo di sviluppo del bambino
attraverso la valutazione di sette aree di apprendimento. È uno strumento che tiene conto
della stadialità dello sviluppo e, nello stesso tempo, della necessità di valutare l’entità del
ritardo cognitivo.
 SCALE TEST LAP: Le scale sono costituite da item di difficoltà crescente, in base alle quali è
possibile valutare il livello di acquisizione raggiunto dal bambino rispetto ai valori attesi per
l’età cronologica in ordine di ciascuna area di apprendimento.
 AREE DI VALUTAZIONE TEST LAP: Abilità grosso-motorie; Abilità fino-motorie; Abilità
cognitive; Abilità di prescrittura; Abilità di linguaggio; Livello di autonomia personale;
Abilità interpersonali.
 SCALE DI LIVELLO DALLA NASCITA A 5 ANNI: Test di Gesell, di Brunet-Lezine; Casati-Lezine.
Questi test valutano una serie di prestazioni motorie calibrate per ogni età.
 SCALE DI LIVELLO 2-16 ANNI: WISC-R, WPPSI, Scala di intelligenza Stanford-Binet, N.E.M.I.
 TEST PROIETTIVI PER L’ETA’ EVOLUTIVA: Distinguibili in non strutturati: Rorscharch;
Tematici: Blacky Pictures, CAT, Patte-Noire, Favole della Duss, Reattivo del disegno, Sceno
test.
 COME SCEGLIERE UNA BATTERIA DI TEST PER L’ETA’ EVOLUTIVA: A seconda dell’età del
bambino, del tipo di disturbo, del motivo della richiesta di consultazione e dell’indirizzo
teoria del clinico, si scelgono alcuni test piuttosto che altri. La batteria standard è composta
da un test di intelligenza, un test proiettivo strutturale ed uno, o più, tematico.
 TEST DI INTELLIGENZA FORNISCONO INFORMAZIONI SU: Il livello intellettivo espresso in
QS o in QI (aspetto quantitativo dell’intelligenza); lo stile di funzionamento cognitivo
(aspetto qualitativo dell’intelligenza).
 TEST PROIETTIVI FORNISCONO INFORMAZIONI SU: Struttura della personalità e stile di
funzionamento difensivo; percezione del proprio sé, dell’altro e delle relazioni oggettuali;
analisi della sfera affettiva: bisogni, angosce e pulsioni; struttura formale del pensiero;
esame di realtà.

CAPITOLO 10
L’uso clinico dei test in adolescenza
 PROCESSO DIAGNOSTICO: Iter che il paziente percorre insieme al clinico allo scopo di:
rilevare e circoscrivere l’ampiezza e l’entità del disturbo lamentato, attribuire loro un
significato e individuare le possibili strategie di cui avvalersi per ridurre, modificare o
eliminare la causa che provoca la sofferenza.
 BATTERIA STANDARD NELL’ADOLESCENZA: E’ costituita da un test cognitivo
(solitamente WISC-R o WAIS-R a seconda dell’età), dal Rorschach e da un test narrativo,
le Blacky Pictures, che può essere sostituito, o a cui si può aggiungere l’ORT.
 RESTITUZIONE: Comunicazione al paziente dei dati ricavati dal processo diagnostico e
dalle ipotesi diagnostiche, ed eventualmente terapeutiche, che sono state formulate.

CAPITOLO 12
La valutazione dell’anziano
 MMSE: E’ utilizzato in ambito gerontologico come prova di screening per il deterioramento
cognitivo. Il test è composto da 21 prove che esplorano l’orientamento spazio-temporale,
la rievocazione immediata e ritardata, l’attenzione e la concentrazione, il linguaggio, la
scrittura e le abilità visuo-spaziali.
 PROVE CONTENUTE NEL MMSE: Item 1-5 Orientamento spaziale; Item 6-10 Orientamento
temporale; Item 11 Apprendimento immediato; Item 12 Attenzione e calcolo (sottrazione
progressiva); Item 13 Attenzione e calcolo (spelling di una parola); Item 14 Richiamo; Item
15-16 Linguaggio; Item 17 Ripetizione; Item 18 Esecuzione di compito; Item 19 Lettura;
Item 20 scrittura; Item 21 Copia di disegno.
 UCLA: Composta da diversi test tra i quali anche il MMSE e il WAIS. Batteria utilizzata per la
diagnosi di deterioramento cognitivo e per la valutazione dell’evoluzione del
deterioramento nel tempo.
 BDM: Batteria per la valutazione del deterioramento cognitivo dell’anziano utilizzata come
screening e supporto diagnostico.
 PROVE BATTERIA BDM: Sette prove: Fluidità verbale per lettere; Test delle parole di Rey;
Costruzione di frasi; Matrici progressive di Rave; Memoria visiva immediata; Copia di
disegni; Copia di disegni con elementi di programmazione.
 ADAS: Scala utilizzata per il Trial per la valutazione dell’efficacia di farmaci, viene applicata
come supporto diagnostico.
 PROVE CONTENUTE NELL’ADAS: Nove prove: Rievocazione immediata di parole;
Denominazione di oggetti e delle dita; Esecuzione di comandi; Copia di disegni;
Orientamento; Riconoscimento di parole; Capacità verbale; Comprensione linguaggio
parlato; Concentrazione.
 TEST PER LA VALUTAZIONE DEL DETERIORAMENTO COGNITIVO E DELLA DEMENZA:
MODA; SMID; BDM; UCLA; MMSE.
 GDS: Questionario di autovalutazione composto da 30 item inerenti gli aspetti cognitivi e
affettivi correlati con la depressione nell’anziano. Vengono utilizzate anche forme ridotte
come strumento di screening.
 BASDEC: Test utilizzato nella letteratura per lo screening della depressione dell’anziano.
Consiste di 19 affermazioni stampate in caratteri grandi su cartoncino che prevedono una
risposta dicotomica di tipo vero/falso.
 UCLA NPI: Strumento per la valutazione comportamentale della demenza nell’anziano e
permette di valutare la presenza, la frequenza, la gravità e l’impatto sul caregiver dei
sintomi. È un’intervista semistrutturata che esplora diverse dimensioni psicopatologiche.
 DIMENSIONI VALUTATE NELL’UCLA NPI: Le dimensioni valutate sono: deliri; Allucinazioni;
Agitazione psicomotoria; Depressione; Ansia; Euforia-mania; Apatia; Disinibizione;
Irritabilità; Comportamenti motori aberranti o afinalistici; Disturbi del sonno; Disturbi
dell’alimentazione.
 BEHAVIOR SYMPTOM CHECKLIST: Strumento per la valutazione comportamentale della
demenza nell’anziano e dell’impatto che il comportamento ha sul caregiver. Consiste di 30
comportamenti dei quali si valuta la frequenza e la reazione del caregiver ad essi, intesa
come il disagio provocato dai sintomi in considerazione.
 PROVE CONTENUTE NEL BEHAVIOR SYMPTOM CHECKLIST: Vagabondaggio oppure
smarrirsi; Ripetizione continua della stessa domanda; Nascondere gioielli; Essere
sospettoso; Perdere o spostare impropriamente gli oggetti; Non riconoscere i membri della
famiglia; Abbandonare le attività intraprese; Comportamenti imbarazzanti; Risvegli durante
la notte; Irrequietezza motoria oppure loquacità continue; Comportamenti potenzialmente
pericolosi; Allucinazioni visive o uditive; Incapacità di vestirsi; Incapacità ad alimentarsi;
Incapacità a provvedere alla sua igiene personale; Incapacità ad utilizzare il telefono, il
denaro o altre operazioni quotidiane; Incapacità di stare da solo.
 BADL: Strumento per la valutazione dello stato funzionale dell’anziano, permette di
rilevare l’impatto del deterioramento cognitivo, della psicopatologia o della autosufficienza
fisica sulla vita quotidiana. La scala prevede un massimo di 6 punti che si riferiscono alla
capacità del soggetto di compiere le operazioni di base necessarie per la vita quotidiana.
Un punteggio di zero significa che il soggetto necessita di assistenza nello svolgimento di
tali attività.
 STRUMENTI PER LO STUDIO DELLA DEPRESSIONE NEGLI ANZIANI: GDS; BASDEC.
 CAPITOLO 14
Strumenti di valutazione per l’autismo infantile
 AUTISMO INFANTILE: Disturbo generalizzato dello sviluppo ad esordio precoce (sempre
entro i tre anni di età). È caratterizzato da: danno sociale, difficoltà nella comunicazione
verbale e non verbale, tendenza a mantenere inalterato l’ambiente di vita associata alla
presenza di comportamenti stereotipati e ripetitivi.
 SINDROME DI ASPERGER: Bambini con chiusura di tipo autistico e capacità mentali nella
norma, o quasi, e linguaggio abbastanza sviluppato e privo di ecolalie, anche se
inespressivo, monotono e meccanico. Gli individui colpiti da questa sindrome mostrano
difficoltà nel contatto sociale, nella comunicazione non verbale, reazioni bizzarre
all’ambiente, povertà di interessi, goffaggine motoria.
 SINDROME DI GILLES DE LA TOURETTE: Caratterizzata dalla presenza di tic semplici e di tic
complessi, che riguardano gruppi muscolari più estesi e che possono manifestarsi con
movimenti di vario tipo. Accanto questi vi sono dei tic vocali. Gli individui colpiti da questa
sindrome possono avere difficoltà ad essere accettati dai coetanei, cosa che può esporli a
minori esperienze interpersonali positivi e contribuire ad un loro scarso sviluppo delle
abilità sociali.
 SINDROME DI RETT: Parologia caratterizzata, a partire dalla fine del primo anno di vita e
dopo una fase di sviluppo apparentemente normale, da: rallentamento della crescita della
circonferenza cranica, perdita delle capacità manuali, andatura ed movimenti del tronco
scarsamente coordinati, ritardo mentale grave, stereotipie, difficoltà nell’emissione di
parole e nella comprensione verbale.
 RITARDO MENTALE: E’ segnalato nel 70% dei casi di autismo, con un 57% di soggetti con
un quoziente intellettivo inferiore a 50. Circa il 25% dei casi presenta un QI compreso tra
70 e 90. Il restante 5% ha un’intelligenza media o più raramente, medio-alta.
 AUTISMO NEL DSM IV: Il DSM IV inquadra l’autismo tra i disturbi generalizzati dello
sviluppo, caratterizzati da compromissione in diverse aree evolutive. I criteri diagnostici
sono: Compromissione qualitativa dell’interazione sociale; Compromissione qualitativa
della comunicazione verbale e non verbale; Modalità di comportamento, interesse e
attività ristretti, ripetitivi e stereotipati.
 AUTISTIC BEHAVIOUR CHECKLIST (ABC): Lista di valutazione del comportamento autistico
proposta in genere ai genitori in forma di intervista. È composta da affermazioni che
corrispondono a tipologie di comportamenti che possono essere presenti o assenti. Il test
prevede una suddivisione in cinque differenti aree: sensorialità, relazionalità, stereotipie e
uso degli oggetti, linguaggio, capacità personali e di rapporto.
 CARS: Scala costruita per indagare la presenza e l’intensità della sintomatologia autistica.
Richiede l’osservazione del comportamento, condotta in genere in una situazione
semistrutturata mirata.
 PROVE DEL CARS: 15 prove: Relazioni sociali; Imitazione; Risposte emotive; Utilizzo del
corpo; Utilizzo degli oggetti; Adattamento al cambiamento; Risposte visive; Risposte
uditive; Gusto, odorato, tatto; Paura, ansia; Comunicazione verbale; Comunicazione non
verbale; Livello di attività; Livello intellettivo e omogeneità del comportamento intellettivo;
Impressione generale.
 BSE: Scala costituita da item che descrivono i deversi disturbi comportamentali riscontrabili
nell’autismo. La valutazione richiede l’osservazione diretta e prolungata del soggetto.
 CHAT: Strumento per la diagnosi precoce di autismo infantile. Somministrabile a 18 mesi è
composta di due parti: nove domande da porre ai genitori e cinque item che richiedono
l’osservazione del comportamento del bambino. Il test considera tre comportamenti critici
per effettuare una diagnosi di autismo già da questa età: assenza del gesto indicativo, della
condivisione dello sguardo, del gioco di finzione.
 METODO PORTAGE: Consente una valutazione approssimativa delle capacità del soggetto
in diverse arre dello sviluppo. È composto di 6 liste che descrivono le abilità presenti nel
corso del normale sviluppo evolutivo tra il primo anno di vita e i sei anni. Le aree dello
sviluppo considerate sono: Stimolazioni infantili; Linguaggio; Socializzazione; Autonomia;
Livello cognitivo; Livello motorio.
 PEP: E’ un programma psico-educativo di indirizzo cognitivo-comportamentista. Prevede
una valutazione delle abilità del bambino e del quoziente intellettivo. Il test è suddiviso in
due parti: il profilo di sviluppo e l’area di comportamento. Il primo contiene 131 item
suddivisi in sette aree: imitazione, percezione, motricità fine, motricità globale,
coordinazione oculo-manuale, competenze cognitive generali e competenza verbale. L’area
del comportamento prevede 42 item suddivisi in 4 sottogruppi: relazione interpersonale e
affettività; gioco e interesse; sensorialità; linguaggio.
 SCALE DI VALUTAZIONE DELL’AUTISMO INFANTILE: ABC; CARS; CHAT.

CAPITOLO 15
La diagnosi testologica nei disturbi alimentari
 ANORESSIA NERVOSA: Disturbo dell’alimentazione caratterizzato: dal rifiuto di
mantenere il peso corporeo al di sopra o al perso minimo normale per l’età e la statura;
da intensa paura di acquistare peso; da un’alterazione del modo in cui il soggetto vive il
peso o la forma del corpo o da eccessiva influenza di quest’ultimi sul livello di
autostima; dal rifiuto di ammettere la gravità della situazione di sottopeso; nelle
femmine dopo il menarca, da amenorrea.
 BULIMIA NERVOSA: Disturbo dell’alimentazione caratterizzato da ricorrenti abbuffate
e dalla sensazione di perdere il controllo durante l’episodio. Sono anche ricorrenti
inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso.
 BINGE EATING: Disturbo da alimentazione incontrollata caratterizzato da ricorrenti
episodi di abbuffate in assenza delle regolari condotte compensatorie inappropriate
tipiche della bulimia nervosa.
 EAT: Strumento di valutazione dei comportamenti alimentari patologici e
dell’atteggiamento verso il cibo e il peso tipici dell’anoressia. La fascia di età per cui è
stato più impiegato è dai 14 anni in poi. L’analisi fattoriale ha indicato la presenza di 7
fattori: ideazione ossessiva nei confronti del cibo; ricerca della magrezza; vomito e
abuso di lassativi; restrizioni dietetiche; mangiare lentamente; mangiare di nascosto;
esistenza di pressioni esterne che includono a sovralimentarsi.
 ChEAT: Versione ridotta dell’EAT che può essere somministrato dagli 8 anni in poi.
 BITE: Test autosomministrato che prende in considerazione il comportamento
alimentare degli ultimi tre mesi, allo scopo di identificare soggetti con sintomi di
bulimia o di binge eating.
 EDI & EDI-2: Si tratta di un questionario autocompilato con risposte a scelta multipla.
Esami 8 dimensioni: ricerca della magrezza; condotte bulimiche; insoddisfazione per
l’aspetto fisico; sentimenti di inadeguatezza; perfezionismo; diffidenza interpersonale;
attenzione alle sensazioni viscerali; paura della maturità. L’EDI-2 presenta alcuni item in
più, organizzati nelle sottoscale: ascetismo; controllo degli impulsi; insicurezza sociale.
 EDE 12.0: Intervista semistrutturata che permette una descrizione dettagliata e
standardizzabile dell’intero spettro sintomatologico dei disturbi del comportamento
alimentare. L’intervista è focalizzata attorno a due comportamenti specifici: l’eccessiva
alimentazione e i metodi inappropriati per il controllo del peso. L’insieme degli item
descrive le quattro aree di maggior interesse psicopatologico: restrizione;
preoccupazioni relative all’alimentazione; preoccupazioni relative alla forma del corpo;
preoccupazioni relative al peso.
 PENSIERO DICOTOMICO: Stile di funzionamento cognitivo caratterizzato dalla tendenza
a collocare tutte le esperienze in due categorie opposte: sporco o pulito ecc. Nei
pazienti affetti da disturbo alimentare questo tipo di pensiero influenza le convinzioni
sul peso e sulla forma corporea. Alcuni subtest della WAIS possono contribuire a
rilevarne la presenza, che è invece segnalata nei test proiettivi.
 PENSIERO MAGICO: Stile di pensiero riscontrabile nei pazienti affetti da disturbi
alimentari e caratterizzato da, più o meno evidenti, malfunzionamenti cognitivi, quali
allentamento dei nessi causali, uso arbitrario della consequenzialità ecc. Alcuni test, ad
esempio la WAIS, possono rilevarne la presenza.

DOMANDE NON PRESENTI SUL LIBRO


 COSA MISURA IL TEST DI FLUENZA VERBALE: Misura la flessibilità cognitiva.
 DISLESSIA: Inserita nei disturbi specifici di apprendimento, la dislessia è un disturbo
specifico nella lettura che comporta difficoltà di grado lieve, medio o severo nella
lettura e nella comprensione dei testi, dei numeri, nella memorizzazione delle
definizioni e dei termini specifici.
 KIWI: Kit di valutazione ed intervento educativo rivolto al mondo della scuola, che
consente l’analisi dei comportamenti iperattivi e oppositivi dell’allievo. In base al
profilo emerso dai test di valutazione, l’insegnante può avviare differenti percorsi
didattico-educativi, avvalendosi di specifiche linee guida e schede operative.
 SELF REPORT: Questionario autosomministrato che consente di ottenere
informazioni personali introspettive. Sono importanti come strumento di screening
ed hanno un possibile utilizzo nella valutazione del trattamento.
 TEST DELLA TORRE DI LONDRA: Test di valutazione delle funzione esecutive, valuta
le abilità di decisione strategica e di problem solving in bambini dai 4 ai 13 anni di
età. Si basa sull’utilizzo di uno strumento costituito da tre pioli di diversa lunghezza,
nei quali sono infilate tre biglie: il soggetto deve spostare queste biglie in un certo
numero di mosse in modo da ottenere la configurazione indicata dall’esaminatore.

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