POLITECNICO DI BARI
CORSO DI
Meccanica Sperimentale
1. Il modello
2. Due diversi atteggiamenti
Tradizionale
Fattoriale
3. La sperimentazione fattoriale
4. Il caso 2 x 2
5. Il caso 23
6. Il caso 2n
7. Il caso 3x2
8. La notazione di Yates
9. Progettazione dell’esperimento
Problema
Verificare se ed in quale misura un particolare aspetto della prestazione di un
prodotto risulta influenzano dai fattori che ne caratterizzano il progetto, la
costruzione o il processo produttivo.
Si costruisce un modello semplice che permette di individuare la relazione
funzionale tra l’aspetto prestazione Y che si vuole studiare e i livelli dei fattori di cui
si vuole studiare l’influenza.
I livelli possono essere sia qualitativi (es. tempra in olio e tempra in acqua) o
quantitativi (es. contenuto di nichel in una lega).
L’associazione di determinati livelli di fattori è indicato da n-ple ordinate di numeri
interi.
Esempio Se A, B e C sono i fattori la terna (i, j, k) indica che la condizione
sperimentale è caratterizzata dal livello i-esimo per il fattore A, dal livello j-esimo
per il fattore B e dal livello k-esimo per il fattore C.
Si consideri che la grandezza reale Y sia influenzata da n fattori (x1, x2, … , xn) allora
Y è la somma di un certo numero di contributi
𝑛 𝑛 𝑛 𝑛 𝑛 𝑛
𝑌 = 𝜙0 + 𝜙𝑖 + 𝜙𝑖𝑗 + 𝜙𝑖𝑗𝑘 + ⋯
𝑖=1 𝑖=1 𝑗=1 𝑖=1 𝑗=1 𝑘=1
𝑋3
𝑋1
• L’effetto di ogni fattore viene quindi valutato solo agli estremi della stella.
• L’analisi statistica si limita all’analisi della varianza e della media ad un criterio di
valutazione.
• Non fornisce informazioni sui termini del modello che coinvolgono due o più fattori.
• Richiede un grande numero di prove.
Meccanica Sperimentale - Anno Accademico 2018
Procedimento fattoriale
X1
Vantaggi:
• riduzione del numero di prove (replicazione nascosta);
• possibilità di studiare gli effetti delle interazioni tra più fattori
Supponiamo ora che il valore di m sia descrivibile con un modello a quattro termini
m = μ ± α ± β ± αβ
• μ è una costante indipendente dai livelli di A e B;
• α dipende esclusivamente dalla variazione del fattore A;
• β dipende esclusivamente dalla variazione del fattore B;
• αβ dipende dalla variazione simultanea dei fattori A e B.
Per α e β si assume il segno + se il fattore è a livello 1 e – se è a livello 0. Per αβ si
assume il segno + se i fattori sono allo stesso livello (1 e 1 o 0 e 0) viceversa si usa il
segno – .
𝛼0 = − 𝛼 𝛼1 = + 𝛼
𝛽0 = − 𝛽 𝛽1 = + 𝛽
𝛼𝛽00 = + 𝛼𝛽 𝛼𝛽01 = − 𝛼𝛽 𝛼𝛽10 = − 𝛼𝛽 𝛼𝛽11 = + 𝛼𝛽
Grandezza Y
Fattore B
B1
B0
Fattore A
A0 A1
Analogamente si può procedere per l’effetto del fattore B. Quando il fattore A è al livello
0 è misurata da
𝛽𝐴0 = (m01 − m00 )/2
mentre quando A è al livello 1 vale
𝛽𝐴1 = (m11 − m10 )/2
Di conseguenza l’effetto del fattore B può essere scritto come
𝛽 = [(m01 − m00 ) + m11 − m10 ]/4
che può essere scritta anche come
𝛽 = (m01 + m11 ) 2 − 𝜇 = mi1 − 𝜇
ovvero come lo scostamento della media delle medie mi1 dalla media generale μ.
Una eventuale diversità delle quantità 𝛼𝐵0 e 𝛼𝐵1 rivela che l’effetto A varia al variare
del livello dell’effetto B.
Si dice allora che esiste una interazione di primo ordine tra i fattori A e B e si assume
come misura di tale interazione la differenza
𝛼𝛽 = [(m11 − m01 ) + m10 − m00 ]/4
che può essere scritta anche come
𝛼𝛽 = m11 − 𝛼 − 𝛽 − 𝜇
Si può dimostrare che l’interazione B con A è uguale a quella di A con B ovvero 𝛼𝛽 =
𝛽𝛼.
Ogni trattamento è stato replicato otto volte. Dall’analisi della varianza si evince che tutte e tre i
fattori e tutte e tre le interazioni di primo livello e quella di secondo livello sono significative per
Y.
I termini del modello valgono
μ = (m000 + m010 + m100 + m110 + m001 + m011 + m101 + m111 )/8 = 32,59 J
α = m1jk − μ = 1,11 J
β = mi1k − μ = 0,455 J
δ = mij1 − μ = – 4,105 J
αβ = m110 − m010 − m100 − m000 + m111 − m011 − m101 − m001 8 = 0,28J
αδ = m101 − m001 − m100 − m000 + m111 − m011 − m110 − m010 8 = – 0,44 J
βδ = m011 − m001 − m010 − m000 + m111 − m101 − m110 − m100 8 = – 0,185J
αβδ = m111 − m011 − m101 − m001 − m110 − m010 + m100 − m000 8 = −0,675J
I segni negativi nei termini delle interazioni di primo e secondo livello indicano che sono di tipo
anti-sinergico
Le considerazioni fatte fino a qui possono essere generalizzate per il caso 2n, ovvero quando si
anno n fattori a due livelli.
Il modello avrà interazioni via via crescenti fino al livello n-1 che riguarda tutti gli n fattori.
I termini del modello sono pari al numero dei trattamenti considerati ovvero 2n.
Svantaggi
La presenza di effetti di interazione è basato su dati campionari ed al crescere della numerosità
dei campioni cresce l’incertezza sulla loro significanza, specie per quelle di grado elevato.
La trascrizione delle interazioni è molto laboriosa già oltre i 5 - 6 fattori.
Questo problema può essere affrontato utilizzando la notazione di Yates.
Si consideri ora il caso in cui un fattore (es. fattore A) sia fatto variare su tre livelli (0, 1, 2) e il
secondo (fattore B) su due livelli (0, 1).
Il modello può essere scritto in due forme.
Prima forma
Da preferire quando il fattore A e di tipo qualitativo. Si calcola un diverso valore di α per ciascuno
dei livelli del fattore A
m = μ + αi ± β + αβij
dove
αi = mij − μ
ovvero lo scostamento della di tutti i risultati ottenuti con il fattore A al livello Ai dalla media
generale μ.
Il calcolo del termine β invece avverrà come in precedenza.
Grandezza Y
Fattore B
B1
B0
A0 A1 A2
Fattore A
Seconda forma
Da preferissi quando A è di tipo quantitativo. Permette di mettere in evidenza le non linearità
dell’effetto del fattore A.
Il modello può essere scritto come
m = μ ± αL ± kαQ ± β ± αL β ± kαQ β
dove αL è la componete lineare e αQ la componete quadratica dell’effetto di A e αL β e αQ β sono le
due interazioni ognuna per ogni componente. k è una costante moltiplicativa.
Il valore costante μ è pari alla media delle medie
μ = m00 + m01 + m10 + m11 + m20 + m21 /6
La parte lineare del fattore A è misurata dalla differenza
αL = (m21 + m20 − m00 − m01 )/4
mentre quella quadratica vale
αQ = (m20 + m21 − 2m10 − 2m11 + m00 + m01 )/12
L’effetto del fattore B è misurato come
β = (m01 + m11 + m21 − m00 − m10 − m20 )/6
n A B μ αL αQ β αLβ αQβ
1 0 0 + – +1 – + –1
2 0 1 + – +1 + – +1
3 1 0 + 0 –2 – 0 +2
4 1 1 + 0 –2 + 0 –2
5 2 0 + + +1 – – –1
6 2 1 + + +1 + + +1
Dall’analisi della varianza è risultato che che i due fattori ed anche l’interazione αβL
influenzano il risultato di Y, mentre questo non vale per αβQ.
Calcolando i termini del modello si ottiene
μ =11.7 Hz
αL = −2.775 Hz (massa lineare)
αQ = 0.225 Hz (massa quadratica)
β = 3.9 Hz (rigidezza)
αL β = −0.925 Hz
αQ β = 0.075 Hz (non rilevante)
Il segno positivo di αQ indica che la relazione ha concavità verso l’alto, mentre quello di
𝛼βL indica che i due fattori interagiscono in modo antisinergico.
La notazione di Yates può essere utilizzata anche per casi con più livelli.
αL = a2 − a0 b0 + b1
αQ = a2 − 2a1 + a0 b0 + b1
β = a2 + a1 + a0 b1 − b0
αL β = a2 − a0 b1 − b0
αQ β = a2 − 2a1 +a0 b1 − b0
Si può affermare che:
«La componente lineare di un fattore è attinente le differenze prime della risposta
grandezza Y (al variare dei livelli del fattore in esame), mentre la componente
quadratica è attinente le differenze seconde.»
Che è generalizzabili anche alle componenti cubiche (differenze terze) e quartiche
(differenze quarte).
La notazione di Yates è utilizzabile se anche il fattore B ha livelli in numero maggiore di
due.
2 lineare 1 -1
lineare -1 0 1
3
quadratico 1 -2 1
lineare -3 -1 1 3
4 quadratico 1 -1 -1 1
cubico -1 3 -3 1
lineare -2 -1 0 1 2
quadratico 2 -1 -2 -1 2
5
cubico -1 2 0 -2 1
quartico 1 -4 6 -4 1
Si noti che:
• il grado della funzione 𝜙 del modello matematico è pari al numero dei livelli
considerati per ciascun fattore meno uno.
Quindi se si ipotizza una relazione lineare tra un fattore A e una grandezza Y sarà
sufficiente per il fattore A impostare un piano degli esperimenti a due livelli. Altrimenti
bisognerà aumentare il numero dei livelli.
I piani fattoriali completi richiedono un gran numero di prove. A volte è però possibile
ridurre il numero di prove richieste ottenendo tutte le informazioni necessari.
Si consideri ad esempio il caso di un modello a tre fattori a due livelli di cui si sa a
priori che le interazioni tra fattori sono nulle. I questo caso il modello divento
m= μ±α±β±δ
riducendo a solo 4 trattamenti il piano sperimentale invece di 8.
In altri casi può non essere interessante andare ulte il primo livello di interazione. Ad
esempio in un caso a 4 fattori il modello diventerebbe
m = α ± β ± δ ± Γ ± αβ ± αδ ± αΓ ± βδ ± βΓ ± δΓ
passando quindi da 16 a 11 termini.
La riduzione dei termini deve avvenire però senza perdere i vantaggi del paino
fattoriale.
B0 B1
C0 C1 C0 C1
A0 * * * *
A1 * * * *
B0 B1 n A B C
1 0 0 0
C0 C1 C0 C1
2 1 0 0
A0 *
3 1 1 0
A1 * * * 4 1 1 1
Il seguente piano invece è detto bilanciato perché conserva le caratteristiche del piano
fattoriale (modifica fattori contemporaneamente ed è ortogonale)
B0 B1 n A B C
1 0 0 0
C0 C1 C0 C1
2 1 0 1
A0 * *
3 1 1 0
A1 * * 4 0 1 1
Per svolgere l’attività sperimentale mediante paini fattoriali ridotti è necessario che le
matrici siano ortogonali.
Taguchi (1977) ha introdotto il metodo per creare matrici ortogonali medianti i grafici
lineari.
La raccolta delle 18 matrici di Taguchi sono dette matrici ortogonali standard.
Permettono di creare un piano fattoriale ridotto in maniera molto semplice.
Ogni matrice è indicata come Lx dove x indica il numero di righe della matrice mentre il
numero di colonne è pari al numero di fattori considerati.
I fattori possono essere considerati a diversi livelli.
Taguchi assume per buona l’ipotesi che siano trascurabili le interazioni tra i vari
fattori. La matrice da adottare allora deve avere numero di righe maggiore o uguale a g
g = f2 2 − 1 + f3 3 − 1 + ⋯ + fj (j − 1)
dove f2 sono il numero di fattori a due livelli, f3 quelli a tre livelli, eccetera.
n A B C D
1 0 0 0 0
2 0 1 1 1
3 0 2 2 2
4 1 0 1 2
5 1 1 2 1
6 1 2 0 0
7 2 0 2 1
8 2 1 0 2
9 2 2 1 0
La riduzione del piano fattoriale può portare al fenomeno del confounding ovvero
attribuire ad una certa causa l’effetto combinato di due o più cause.
Consideriamo un piano fattoriale completo 23 da cui estrarre il paino fattoriale ridotto
n A B C μ α β δ αβ αδ βδ αβδ
1 0 0 0 + – – – + + + –
2 0 0 1 + – – + + – – +
3 0 1 0 + – + – – + – +
4 0 1 1 + – + + – – + –
5 1 0 0 + + – – – – + +
6 1 0 1 + + – + – + – –
7 1 1 0 + + + – + – – –
8 1 1 1 + + + + + + + +
n A B C μ α β δ αβ αδ βδ αβδ
1 0 0 0 + – – – + + + –
4 0 1 1 + – + + – – + –
6 1 0 1 + + – + – + – –
7 1 1 0 + + + – + – – –