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Due problemi con la stessa regione ammissibile (1=2) e con la funzione obbiettivo cambiata di
segno (1=-2), se sono uno di massimizzazione ed uno di minimizzazione sono equivalenti.
11. Dimostrare che un semispazio chiuso è un insieme convesso
Sia 𝑎∈ℝ𝑛 un vettore di ℝ𝑛 e 𝑏∈ℝ un numero reale
≥ ≤
Consideriamo il semispazio chiuso 𝑆 ={𝑥∈ℝ𝑛: 𝑎𝑇𝑥 ≥ 𝑏} (l’analoga dimostrazione per il caso 𝑆
)
≥
Vogliamo dimostrare che per ogni coppia di vettori 𝑢,𝑣 ∈ 𝑆
≥
e ogni valore 𝜆 ∈ [0,1] 𝜆𝑢 + (1− 𝜆) 𝑣 ∈ 𝑆 𝑢, 𝑣 ∈ 𝑆 ≥ implica che 𝑎𝑇𝑢 ≥ 𝑏 e 𝑎𝑇𝑣 ≥ 𝑏
Si noti che per ogni 𝜆 ∈ [0,1] 𝜆 𝑎𝑇𝑢 ≥ 𝜆b e 𝜆𝑎𝑇𝑣≥𝜆b
≥
Sia 𝑤=𝜆𝑢 +(1−𝜆)𝑣. Dal momento che 𝑢, 𝑣 ∈ 𝑆 per ogni 𝜆 ∈ [0,1] possiamo scrivere
𝑎𝑇𝑤=𝑎𝑇 (𝜆𝑢 +(1−𝜆)𝑣) = 𝜆𝑎𝑇𝑢+(1−𝜆)𝑎𝑇𝑣 ≥ 𝜆 𝑏 +(1−𝜆) 𝑏 = 𝑏
≥ ≥
Quindi 𝑤=𝜆𝑢 +(1−𝜆)𝑣 ∈ 𝑆 e possiamo concludere che 𝑆 un insieme convesso.
09. Illustrare le assunzioni e le operazioni previste dalla Fase 2 del metodo del simplesso
Una volta assunto che il problema non è vuoto, il rango della matrice dei coefficienti sia 𝑟ank
𝑨 = 𝑚, determinata una prima base ammissibile e determinata la forma canonica secondo
quest’ultima:
1.verificare il criterio di ottimalità osservando gli elementi della seconda riga: i costi ridotti se sono
negativi non possiamo dire che la soluzione è ottima.
2.verificare il criterio di illimitatezza osservando gli elementi delle colonne relative alle variabili con
costo ridotto negativo: se ogni colonna ha almeno un elemento positivo e non possiamo
concludere che il problema sia illimitato.
3.Determinare le due colonne per lo scambio di base per determinare una nuova soluzione di base
ammissibile;
a) viene candidata a entrare in base la colonna relativa alla variabile 𝑥n avente il costo ridotto più
negativo.
b) si individua la riga della colonna candidata a entrare in base che corrisponde al valore minimo tra
i rapporti fra i coefficienti della colonna ed corrispondenti termini noti (quelli sulla stessa riga).
4. Effettuare l’operazione pivot scambiando la colonna fuori base con la colonna in base applicando
l’operazione pivot sull’elemento individuato precedentemente.
07. Definire il processo di formulazione di un problema di Programmazione Lineare Intera
Il processo di associazione di un modello matematico a un problema reale viene detto formulazione
del problema, Il processo di formulazione consiste nell’identificare il sistema di equazioni e/o
disequazioni lineari che, congiuntamente alle restrizioni di interezza sulle variabili di decisione,
definiscano la regione ammissibile. L’obiettivo del processo di formulazione è identificare un
problema di PLI, vale a dire un problema di ottimizzazione nella forma:
Un problema di PLI è caratterizzato dall’insieme 𝑆 delle soluzioni ammissibili e dal vettore 𝑐 dei
costi e può essere completamente descritto dalla coppia (𝑆,𝑐).
- Dato un problema, è possibile in linea di principio definire diverse formulazioni
Due formulazioni si definiscono equivalenti se entrambe identificano lo stesso insieme delle
soluzioni ammissibili 𝑆
-Dato un insieme 𝑆 di soluzioni di un problema di PLI è possibile determinare diversi insiemi di
equazioni e/o disequazioni che descrivano l’insieme 𝑆
Per individuare la formulazione migliore di un problema si adotta un criterio di preferenza tra
formulazioni che ci permetterà di stabilire se una formulazione sia preferibile a un’altra nel caso di
problemi di Programmazione Lineare {0,1}
08. Descrivere quali sono le principali differenze tra la Programmazione Lineare Intera e la
Programmazione Lineare {0,1}
Un problema di Programmazione Lineare Intera (PLI) è un problema di PL in cui le variabili sono
vincolate ad assumere valori interi (nell’insieme ℤ) Se la restrizione riguarda un sottoinsieme
proprio delle variabili il problema si dice di Programmazione Lineare Intera Mista (MILP).
Come abbiamo visto, i problemi di PLI e MILP sono tipicamente caratterizzati da:
•indivisibilità delle risorse
•necessità di scegliere da un numero finito (molto grande, nella maggior parte dei casi) di possibili
Alternative. Un problema di Programmazione Lineare {0,1} (PL01) è un problema di PLI in cui le
variabili sono vincolate ad assumere valori binari nell’insieme {0,1} e rappresentano la possibilità
che un evento si verifichi oppure no.
09. Dati due problemi di PL, definire l'equivalenza tra i due problemi
Due problemi (𝑃1) e (𝑃2) di PL, con regioni ammissibili 𝑋1 e 𝑋2 rispettivamente, si definiscono
equivalenti se:
•sono entrambi inammissibili
•sono entrambi illimitati
•ammettono entrambi soluzioni ottime finite ed esistono due trasformazioni
𝑓:𝑋1→𝑋2 𝑔:𝑋2→𝑋1 tali che:
‒ per ogni soluzione ottima 𝑥1∗ di 𝑃1 il vettore 𝑓𝑥1∗ è soluzione ottima di 𝑃2
‒ per ogni soluzione ottima 𝑥2∗ di 𝑃2 il vettore 𝑓𝑥2∗ è soluzione ottima di 𝑃1
Casi di equivalenza:
Problemi con stessa funzione obiettivo e stessa regione ammissibile sono equivalenti.
Problemi con funzioni obiettivo che differiscano per una costante e stessa regione ammissibile.
Problemi di minimizzazione 𝑃1 e di massimizzazione 𝑃2 aventi stessa funzione obiettivo ma
cambiata di segno e stessa regione ammissibile sono equivalenti.
27. Definire un criterio di ordinamento delle formulazioni di un problema di PL01
Dato un problema di PL01 con insieme delle soluzioni ammissibili 𝑆⊆{0,1}𝑛𝑛 e vettore dei costi
elementari c∈ℝ𝑛, esistono diverse formulazioni lineari per il problema.
A ogni formulazione lineare corrisponde un diverso rilassamento lineare e un diverso lower bound
per il problema. Una formulazione è tanto migliore quanto più alto è il valore del lower bound in
maniera tale che il gap sia il più piccolo possibile.
04. Spiegare le principali differenze tra insiemi e parametri in AMPL
definire un modello in AMPL significa dichiarare variabili, vincoli e funzioni obiettivo, per mezzo di
insiemi (set) e parametri (parameter). AMPL consente di utilizzare la struttura dato parametro In
AMPL i parametri sono i dati del problema, da non confondere con le variabili: una volta invocato il
solutore, il valore dei parametri resta costante, mentre quello delle variabili viene restituito dal
solutore. Per poter essere usato in AMPL un parametro dev’essere: • dichiarato (nel file .mod),
dicendo all’interprete AMPL che un nome identifica il parametro che vogliamo utilizzare attraverso
la parola chiave param • definito (nel file .dat), assegnando gli elementi all’insieme dichiarato con
l’operatore di assegnazione :=. Gli insiemi in AMPL 1/2 AMPL consente di utilizzare la struttura dato
insieme. Un insieme contiene zero o più elementi, detti anche membri dell’insieme. Ogni elemento
di un insieme deve essere distinto dagli altri; quindi, deve avere una rappresentazione diversa.
Ciascun elemento dell’insieme è una lista ordinata di uno o più componenti: tutti i membri di un
insieme devono avere pari lunghezza della lista, detta dimensione dell’insieme.
AMPL consente di utilizzare operazioni elementari tra insiemi, quali unione, intersezione,
differenza, differenza simmetrica e cardinalità.
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