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Appunti Di Termodinamica Dei Solidi
Appunti Di Termodinamica Dei Solidi
Giorgio Mazzone
Con la collaborazione di
Daniele Mirabile Gattia
2006 ENEA
Ente per le Nuove tecnologie
lEnergia e lAmbiente
ISBN 88-8286-141-4
APPUNTI DI TERMODINAMICA
DEI SOLIDI
GIORGIO MAZZONE
Con la collaborazione di
DANIELE MIRABILE GATTIA
INDICE
2 I potenziali termodinamici 15
5 Lequazione di Clausius-Clapeyron 39
7 La funzione di ripartizione 53
9 Il modello di Ising 61
10 Le transizioni ordine-disordine 67
11 Diagrammi di fase 81
7
Appunti di termodinamica dei solidi
dA = dA = A
S' S ''
j Ai (1)
dA = Lk {xi }dxk
k
Li L j
=
x j xi
per tutti gli i e j, allora la propriet A una funzione di stato delle r
variabili x1,,xr. Una importante variabile estensiva lenergia
interna E definita come lenergia totale del sistema.
Il primo principio della Termodinamica afferma che lenergia
interna una funzione di stato e che, da un punto di vista globale si
conserva, cio che se lenergia interna di un sistema subisce una
variazione E lenergia interna del resto delluniverso subisce una
variazione pari a E.
8
I postulati della termodinamica
9
Appunti di termodinamica dei solidi
(
n f {xi } )
= n
f {xi } n
= f k '{xi }
xk xk
Quindi:
10
I postulati della termodinamica
11
Appunti di termodinamica dei solidi
12
I postulati della termodinamica
13
I potenziali termodinamici
2. I POTENZIALI TERMODINAMICI
15
Appunti di termodinamica dei solidi
16
I potenziali termodinamici
T 2E 2E P (17)
= = =
V S SV VS S V
V T P S
= = V S
S P P S ; T V V T ; = (18)
T P P T
Poich in aggiunta alle trasformazioni di Legendre spesso
conveniente effettuare delle vere e proprie trasformazioni di
variabili opportuno quando si scrive la derivata parziale di una
grandezza termodinamica indicare con delle sottoscritte quali
variabili sono tenute costanti.
17
Le derivate parziali in termodinamica
f f f y f z
= + +
u v ,w x y , z y x , z u v ,w z x , y u v ,w
Inoltre poich
f f
=
u v ,w x v ,w
si ha:
f f f y f z
= + + (19)
x v ,w x y , z y x , z u v ,w z x , y u v ,w
La (19) estesa al caso di r variabili permette quindi di calcolare la
derivata parziale rispetto ad una delle variabili prima e dopo aver
effettuato un cambio delle restanti r-1.
Sia data una relazione del tipo F(x,y) = cost. Questa relazione
definisce due funzioni implicite equivalenti y = y(x) e x = x(y).
Utilizzando la prima di queste due relazioni possiamo scrivere:
y
dy = dx (20)
x F
19
Appunti di termodinamica dei solidi
F F y
dF = dx + dx = 0
x y y x x F
cio:
F
y x y
= (21)
x F F
y x
La (21) esprime una derivata parziale ad F costante sotto forma di
derivate parziali della F stessa.
Se la stessa procedura viene utilizzata a partire dallaltra relazione
implicita x = x(y) si ottiene una relazione di reciprocit
y 1
=
x F x (22)
y F
Poich la dimostrazione della (21) e della (22) basata
sullesistenza di una relazione F(x,y) = 0 chiaro che le relazioni
(21) e (22) si applicano solo a quelle coppie di variabili che non
siano indipendenti luna dallaltra.
Se esiste una relazione del tipo F(x,y,z) = 0, questa definisce tre
funzioni implicite equivalenti.
Differenziandone due cio la x = x(y,z) e y = y(x,z) si ottiene:
x x y y
dx = dy + dz ; dy = dx + dz
y F , z z F , y x F , z z F , x
20
Le derivate parziali in termodinamica
x x y x z y z
= + = F + G (24)
F G y z F G z y F G F G F G
x
e analogamente per .
G F
Un caso particolare della (24) si ha scegliendo come variabili
indipendenti F e z cio ponendo y = y(F,z). In questo caso:
21
Appunti di termodinamica dei solidi
x y
= F (25a)
F z F z
x y
= F + G (25b)
z F z F
Ad esempio il calore specifico a volume costante cv definito
come
E
cv =
T v
Dalla (10) e dalla (25a) abbiamo:
E E S S
cv = = = T (26a)
T v S v T v T v
Il calore specifico a pressione cp invece definito:
H
cp =
T p
Dalla (16a) e dalla (25a) otteniamo
H H S S
cp = = = T (26b)
T p S p T p T p
Se lenergia interna viene considerata funzione di T e P,
combinando la (10) con la (24) si ha :
E S V
= T P
T p T p T p
Cosicch inserendo questa relazione nella (26b) si ottiene unaltra
espressione per cp:
E V
cp = + P (26c)
T p T p
22
Le derivate parziali in termodinamica
Perci a P costante
T
cp cp
dS = dT ; S (T ) = S (T0 ) + dT '
T T0
T'
Analogamente
E S
= T cv
T v T v
Quindi
dEv = cv dT ; dEv = TdS v
Perci a V costante
T
c cv
dS = v dT ; S (T ) = S (T0 ) + dT '
T T0
T'
23
Appunti di termodinamica dei solidi
V P T
= 1
P T T V V P
Quindi:
1
V P S P T S P S cv
P S S
V V P = T V V P
P V T V T V c
= = = = T = v
V
1 P S S V S cp cp
P T P T S V V P V P T P T P T
T V V P
Pertanto:
V c V
= v
P S c p P T
24
Le derivate parziali in termodinamica
c
d ln V = v d ln P
c
p
Cio:
V c P c P P
ln = v ln = v ln 0 = ln 0
V0
c p P0 c p P P
cv
dove abbiamo indicato con il rapporto . In definitiva nel caso
cp
presente avremo:
V P0
= ; P V = P0V0 ;
V0 P
1
1
PV = P0V0 = cost
25
I sistemi a molti componenti
27
Appunti di termodinamica dei solidi
E = TS PV + ni i (29b)
i
dove:
E
i = (30)
ni S ,V ,n j
28
I sistemi a molti componenti
x df { x } = 0
k
k k
'
i
29
Appunti di termodinamica dei solidi
Ed analogamente per S, V, H, A e G.
In un sistema a molti componenti importante stabilire sotto quali
condizioni il sistema si trova allequilibrio. Noi non discuteremo le
condizioni e la stabilit di questi equilibri ma dedurremo una
conseguenza dellesistenza di uno stato di equilibrio (valida anche
in un sistema non omogeneo) e cio linvarianza delle variabili
intensive allinterno di tutto il sistema, in assenza di vincoli
interni. Siano infatti C e C due sottosistemi di un sistema C
allequilibrio e privo di vincoli interni. Se pi e pi sono i valori
della variabile intensiva pi associata alla variabile estensiva xi nei
30
I sistemi a molti componenti
31
Appunti di termodinamica dei solidi
32
I sistemi a molti componenti
alla (35).
dYT , P = Yi dni (38a)
i
Y (T , P, ni ) = Y (T , P, 0 ) + dY
T , P , ni = 0
Y (T , P, ni ) = dYT ,P = ni Yi (39)
0 i
33
Appunti di termodinamica dei solidi
esimo la quantit:
nk n
ck = = k
n ni (40)
i
34
I sistemi a molti componenti
Gi = Ei + PVi T Si (41b)
Generalizzando il risultato di questo esempio possiamo dedurre
che le relazioni valide per le variabili estensive di un sistema
composto da una sola specie chimica possono essere estese alle
componenti corrispondenti grandezze parziali molari definite per
un sistema a molti componenti.
Unulteriore relazione che costituisce una generalizzazione delleq.
di Gibbs-Duhem pu essere ottenuta per ciascuna grandezza
estensiva Y, differenziando la (39) e confrontandola con la (38c).
Si ottiene:
Y Y
dT + dP = ni d Yi (42)
T P ,ni P T ,ni i
Allora:
S S
dT + dP = ni d S i
T P ,ni P T ,ni i
S cp S V
Inoltre: = ; = = V
T P ,ni T P T ,ni T P ,ni
35
Appunti di termodinamica dei solidi
Si ottiene quindi:
cp
dT VdP = ni d Si (43)
T i
opportuno a questo punto fare un commento sulla scelta delle
variabili indipendenti. Le derivate parziali che figurano
nellequazione (9) sono ovviamente funzioni anche esse delle
variabili adottate come variabili indipendenti nellequazione (7b).
Pertanto (esplicitando la presenza di V e S tra le xi) avremo:
T T T
dT = dS + dV + dxi
S V , xi V S , xi i xi S ,V , x
j
P P P
dP = dS + dV + dxi
S V , xi V S , xi i xi S ,V , x
j
G ( S , V , xi ) = E ( S ,V , xi ) T S + PV = G ( S ,V , xi )
36
I sistemi a molti componenti
37
Lequazione di Clausius-Clapeyron
5. LEQUAZIONE DI CLAUSIUS-CLAPEYRON
Consideriamo ora un sistema allequilibrio costituito da un solo
componente presente in due fasi che denotiamo con le lettere e .
Poich il sistema allequilibrio, tutte le pressioni generalizzate
hanno lo stesso valore nelle due fasi.
Per la generica grandezza estensiva Y potremo scrivere:
Y = Y + Y = n y + n y (44)
dove n e n sono il numero di moli delle due fasi mentre y e y,
chiamate grandezze molari del componente puro nelle fasi e , si
ottengono derivando Y e Y rispetto a n e n e rappresentano
rispettivamente il valore di Y per una grammo molecola di
ciascuna fase. y e y sono grandezze intensive, funzioni di T e P,
che non dipendono da n e n e possono essere diverse tra loro (ad
esempio nel caso del volume molare) o uguali (ad esempio nel
caso del potenziale chimico).
Applichiamo queste considerazioni al caso dellenergia libera.
Avremo:
G = G + G = n + n
G G
= ; =
n n
2G 2G
d = dP + dT = dP + dT =
P T T P Pn Tn
39
Appunti di termodinamica dei solidi
V ( S )
= dP + dT = v dP s dT
n T n P
Con una relazione analoga per la fase .
Poich allequilibrio:
=
lungo tutto il campo di coesistenza delle due fasi varr la
relazione:
d = d
Cio
v dP s dT = v dP s dT
dP s s
= (45)
dT v v
40
Sistemi reali. Soluzioni solide
i 2G V
= = = Vi (46a)
P T ,ni ni P ni T ,P ,ni
Poich i funzione di P, T e della composizione del sistema
opportuno sostituire le variabili ni con le variabili ci scrivendo:
i = i ( P, T , ci ) ; ci = ci (n1 ,..., nr )
i (di )T ,ci
= i = (46b)
P T ,ni P T ,ci dP
Nel caso che il sistema sia sostituito da una miscela di gas perfetti
lequazione di stato per ciascun componente , per definizione:
PVi = RT (47)
cosicch:
(di )T ,c
i
= Vi dP = RT (d ln P)T ,ci (48)
Definendo come pressione parziale del componente i in una
miscela gassosa la quantit Pi = ci P si ottiene anche:
(di )T ,ci
= RT (d ln Pi )T ,ci (49a)
Quando la pressione parziale di ciascun componente di una
miscela di gas reali sufficientemente ridotta, il comportamento di
ciascun componente si avvicina a quello di un gas perfetto e, nel
limite Pi 0, possiamo ritenere valida la (47).
41
Appunti di termodinamica dei solidi
42
Sistemi reali. Soluzioni solide
43
Appunti di termodinamica dei solidi
44
Sistemi reali. Soluzioni solide
45
Appunti di termodinamica dei solidi
46
Sistemi reali. Soluzioni solide
47
Appunti di termodinamica dei solidi
Y1 = n A y A + nB y B
dove y A e y B rappresentano i valori molari di Y in A e B puri.
Dopo il miscelamento, che avviene a temperatura e pressione
costanti, Y assumer il valore Y2 dato da
Y2 = nA YA + nB YB
GA = A ; g A = A
cosicch dalla (52) si ottiene:
G M = RT (nA ln a A + nB ln aB ) (57)
tralasciando di riportare lindice . Dividendo ambo i membri della
M GM
(57) per n = nA + nB e indicando con g il rapporto cio
n
lenergia libera di miscelamento per mole di soluzione si ottiene:
g M = RT (c A ln a A + cB ln aB ) (58a)
48
Sistemi reali. Soluzioni solide
GM
T
HM = (59c)
1
T
P ,n A , nB
G M
VM = (59d)
P T ,nA ,nB
dove la (59c) corrisponde ad una analoga relazione tra H e G la cui
dimostrazione banale. Differenziando le grandezze di
miscelamento rispetto a nA o rispetto a nB si ottengono le
M M
grandezze parziali molari di miscelamento YA e YB , gi definite
dalla (56), che sono del tutto distinte dalle grandezze di
miscelamento per mole di soluzione indicate precedentemente con
le lettere minuscole nelle equazioni (58).
49
Appunti di termodinamica dei solidi
50
Sistemi reali. Soluzioni solide
n A d A + n B d B = 0
n A d ln a A + nB d ln a B = 0
n A d ln c A + nB d ln aB = 0
dc A
nA + nB d ln a B = 0
cA
ndc A + ncB d ln a B = 0
dc A
+ d ln a B = 0
cB
dcB
= d ln a B
cB
ln c B = ln a B +cost
Se cB = 1, per definizione aB = 1 e quindi la costante nulla
cosicch aB = cB. Pertanto, in una soluzione ideale, le relazioni
(60) si scrivono:
M
GA = RT ln c A (61a)
M (61b)
SA = R ln c A
M M (61c)
H A = VA = 0
Sostituendo queste espressioni nelle (58) si ottengono le grandezze
di miscelamento per mole di una soluzione binaria ideale:
g M = RT (c A ln c A + cB ln cB ) (62a)
s = R(c A ln c A + cB ln cB )
M (62b)
hM = vM = 0 (62c)
Bench le soluzioni reali possono discostarsi anche in misura
notevole da quelle ideali conveniente riferire le propriet di una
51
Appunti di termodinamica dei solidi
y E = y M yideale
M
52
La funzione di ripartizione
7 LA FUNZIONE DI RIPARTIZIONE
i
Q = Tr e kT
= e kT
(64)
~
dove gli Ei sono gli autovalori di H e k la costante di
Boltzmann. La definizione classica della funzione di ripartizione
data dalla stessa espressione con lavvertenza che tutti gli stati
microscopici non distinguibili. che corrispondono allo stesso stato
quantico debbono essere contati una volta sola nella somma (64).
La meccanica statistica stabilisce inoltre che la probabilit wi che
un sistema macroscopico in equilibrio termico si trovi nello stato
quantico con energia Ei, data dalla seguente distribuzione
normalizzata detta distribuzione di probabilit canonica :
Ei
wi = Fe kT (65a)
dove F una quantit che dipende da tutte le variabili indipendenti
che caratterizzano il sistema. Sommando la (65a) su tutti gli stati
quantici del sistema si ottiene 1 = iwi = F Q cio F = Q 1
cosicch:
Ei
1
wi = Q e kT (65b)
53
Appunti di termodinamica dei solidi
54
La funzione di ripartizione
55
Appunti di termodinamica dei solidi
~ ~ ~
H = H ceq + H nc (72)
~ eq
dove H c dipende solo dalla configurazione del sistema e cio
dalla natura della specie chimica che occupa ciascuna posizione di
~
equilibrio del reticolo cristallino, mentre H nc comprende tutti gli
altri contributi allenergia del sistema. Supporremo inoltre che
~
H nc non dipenda dai parametri che specificano la configurazione
Ei = (Eceq )k + ( Enc ) j
Di conseguenza la funzione di ripartizione assumer la forma
( )
Eceq k
Q = k exp
(Enc ) j
j exp = Qc Qnc (73)
kT kT
Poich per determinare gli effetti sulle funzioni termodinamiche
che derivano dalla configurazione del sistema si utilizza il
logaritmo di Q, chiaro che sar sufficiente considerare solo il
secondo fattore della (73). Si potr quindi scrivere a meno di una
costante:
ln Q = ln Qc (74)
56
La funzione di ripartizione
57
Appunti di termodinamica dei solidi
58
Modelli di soluzioni solide
59
Appunti di termodinamica dei solidi
( E A + EB ) ( E A + EB )
N!
Qc = ge kT
= e
kT
N A! N B !
A = E A + E B kT [ln N ! ln N A! ln N B !]
60
Il modello di Ising
9 IL MODELLO DI ISING
Il pi semplice modello di sistema a molti componenti che
permette di descrivere qualitativamente il comportamento dei
sistemi reali il modello di Ising.
Questo modello assume che lenergia configurazionale sia la
somma delle energie di interazione tra coppie di atomi e che tutte
le interazione tra atomi che non sono primi vicini possano essere
trascurate. Questa approssimazione aggiunta alle altre gi fatte per
giungere alla relazione (74) rende questo modello una descrizione
estremamente semplificata della realt. In effetti per una
soluzione rigorosa del modello di Ising presenta notevoli difficolt
cosicch ci limiteremo ad illustrare quella che chiamata
lapprossimazione di ordine zero che nel caso di una soluzione
solida, viene chiamata soluzione solida regolare. Rifacendoci al
caso di due specie chimiche, siano NAA, NBB e NAB il numero
medio di coppie AA, BB e AB presenti nel sistema, ognuna delle
quali contribuisce allenergia totale unenergia di coppia pari a
EAA, EBB e EAB. Lenergia della soluzione solida sar allora:
E = N AA E AA + N BB E BB + N AB E AB (79)
Se z il numero di primi vicini, ogni atomo A generer z coppie di
tipo AA o AB. Avremo :
zN A = 2 N AA + N AB
dove il fattore 2 deriva dal fatto che contando su tutto il cristallo
ciascuna coppia AA viene considerata 2 volte. Analogamente
zN B = 2 N BB + N AB
61
Appunti di termodinamica dei solidi
Sostituendo NAA e NBB dati delle ultime due relazioni nella (79) si
ottiene
1 1 1
E= zN A E AA + zN B E BB + N AB E AB (E AA + E BB ) (80)
2 2 2
Poich i primi due termini della (80) corrispondono alle energie di
NA atomi di A e NB atomi di B negli stati standard rispettivi,
introducendo il parametro definito da
1
(E AA + EBB )
= E AB (81)
2
che una costante del sistema, si ottiene :
E = E A + E B + N AB (82)
Facciamo ora lipotesi (che dimostreremo pi avanti) che nel caso
> 0 la condizione di equilibrio ottenuta massimizzando Q(r)
corrisponda ad una distribuzione casuale di A e B tra i siti
reticolari. Avremo allora che NAB sar uguale al numero medio di
coppie AB o BA per sito, moltiplicato per il numero di siti cio:
1
(zc AcB + zcB c A )N = zNc AcB
N AB = (83)
2
e che il numero di configurazioni distinguibili sar uguale al
numero di modi diversi di scegliere NA siti su un totale di N, cio:
N N! N!
g = = = (84)
N A N A!( N N A )! N A ! N B !
facile vedere che la (84) fornisce un valore per g uguale a quello
delle soluzioni ideali e quindi fornisce il numero di tutte le
configurazioni distinguibili del sistema, alcune delle quali non
corrisponderanno affatto ad una distribuzione casuale di A e B tra i
siti reticolari.
62
Il modello di Ising
h E = h M = zc AcB (89)
dove nella eguaglianza si fatto uso della relazione (62c) in base
alla quale h M ideale = 0 .
63
Appunti di termodinamica dei solidi
y = c A YA + cB YB = c A YA + (1 c A )YB (90)
y Y Y
= YA YB + c A A + cB B (91)
c A P ,T c A P ,T c A P ,T
Ma la relazione di Gibbs-Duhem, che per una mole di composto
binario a pressione e temperatura costanti si scrive:
( )
c A d YA P ,T
( )
+ cB d YB P ,T
=0
64
Il modello di Ising
zc B2
ln A = (93)
kT
Le relazioni (88), (89) e (93) sono tra le conseguenze pi
importanti del modello statistico di soluzione regolare. Bench sia
possibile calcolare il fattore g in maniera pi accurata di quanto
fornito dalla (84), il modello di Ising presenta il limite intrinseco di
ridurre tutte le deviazioni dal comportamento ideale a fattori
puramente configurazionali. Comunque il modello delle soluzioni
regolari fornisce la base qualitativa per la discussione dei
diagrammi di fase che verr svolta nel seguito.
65
Le transizioni ordine-disordine
10 LE TRANSIZIONI ORDINE-DISORDINE
67
Appunti di termodinamica dei solidi
c Aa = c A (1 + r )
c bA = c A (1 r )
(94)
cBa = cB c A r
cBb = cB + c A r
da cui si ottiene, come deve essere:
c Aa + cBa = c bA + cBb = c A + cB = 1 (95)
a
Poich per ipotesi cA cA si ha che r > 0; inoltre se tutti gli atomi
A sono sul sottoreticolo a si ha che cAb = 0 e quindi r = 1. Si ricava
quindi 1 r 0. Lespressione esplicita per r si ottiene da ciascuna
delle (94). Ad esempio dalla prima e dallultima si ha:
cA
r=
(c
= B
a
A ) (
c b cB ) (96)
cA cA
In conseguenza di queste definizioni tutte le concentrazioni che
figurano nelle (94) risultano, come deve essere maggiori od uguali
a zero. Infine, nel caso che fosse cA > 0.5 si applicano tutte le
definizioni precedenti, scambiando i ruoli di A e B.
Calcoliamo ora il numero medio dei tre tipi di coppie di atomi che
indichiamo ancora con NAA, NBB e NAB, cui associamo lenergia di
coppia EAA, EBB e EAB. Poich il numero di atomi A sul
sottoreticolo a ncA(1+r) e ciascuno di questi atomi ha z primi
vicini del sottereticolo b, di cui mediamente un frazione pari a
cA(1-r) di tipo a, sar:
(
N AA = nc A (1 + r )zc A (1 r ) = nzc A2 1 r 2 )
(
N BB = n(cB c A r )z (cB + c A r ) = nz cB2 c A2 r 2 )
(
N AB = n[c A (1 + r )z (cB + c A r ) + c A (1 r )z (cB c A r )] = 2nzc A cB + c A r 2 )
68
Le transizioni ordine-disordine
1 1
Ricordando che = E AB E AA E BB , lenergia configurazio-
2 2
nale media sar:
E E
E (r ) = nzc A2 E AA + zncB2 EBB + 2 znc AcB + AA + BB znc A2 r 2 [E AA + EBB 2 E AB ] =
2 2
69
Appunti di termodinamica dei solidi
Poich :
E (r )
Q(r ) = g (r ) exp (99)
kT
differenziando la (99) possibile determinare il valore di rM. Per
convenienza di calcolo pi semplice differenziare lnQ(r)
piuttosto che Q(r), ricordando che dallapprossimazione di Stirling
si ricava:
d ln ( x!)
ln x
dx
In questa approssimazione si ottiene:
d ln g (r )
= nc A ln[nc A (1 + r )] + nc A ln[n(c B c A r )] + nc A ln[nc A (1 r )] nc A ln[n(cB + c A r )]
dr
e quindi:
d ln Q(r ) [nc (1 r )][n(cB c Ar )] 4nzc A2 r
= nc A ln A
dr [nc A (1 + r )][n(cB + c Ar )] kT
da cui imponendo che Q(r) sia stazionaria si ricava la condizione
che deve essere soddisfatta da r:
ln
(1 r )(cB c A r ) = 4 zc Ar
(100)
(1 + r )(cB + c A r ) kT
70
Le transizioni ordine-disordine
1+ r z r
ln = (101)
1 r kT
71
Appunti di termodinamica dei solidi
72
Le transizioni ordine-disordine
73
Appunti di termodinamica dei solidi
74
Le transizioni ordine-disordine
75
Appunti di termodinamica dei solidi
76
Le transizioni ordine-disordine
=
( N1 N 2 )
(105)
( N1 + N 2 )
dove N1 ed N2 sono i numeri di atomi aventi momento magnetico
parallelo ed antiparallelo ad una certa direzione che chiameremo
momenti magnetici positivi e negativi. Ponendo N = N1 + N2 sar:
N (1 + )
N1 = (106a)
2
N (1 )
N2 = (106b)
2
e
Qm = Q( )
dove
E ( )
Q( ) = iexp i (107)
kT
dove Ei ( ) lenergia delli-esima configurazione avente una
magnetizzazione relativa e la somma (107) va fatta su tutte le
configurazioni aventi un certo valore di . Lapprossimazione di
ordine zero del problema corrisponde a rimpiazzare il valore
Ei ( ) di ciascuna configurazione con E ( ) cio il valor medio di
[
E ( ) = J n1 ( ) n 2 ( ) ] (108)
Per calcolare n1 e n2 basta ricordare che nel solido esistono
N (1 )
atomi con i momenti magnetici positivi e negativi e che
2
77
Appunti di termodinamica dei solidi
z (1 )
ciascuno di questi ha in media primi vicini positivi o
2
negativi. Sar allora:
1 N (1 + ) z (1 + ) N (1 ) z (1 )
n1 = +
2 2 2 2 2
1 N (1 + ) z (1 ) N (1 ) z (1 + )
n2 = +
2 2 2 2 2
cio
1
n1 = Nz (1 + 2 )
4
1
n2 = Nz (1 2 )
4
cosicch
N
E ( ) = Jz 2 (109)
2
il numero delle configurazioni g() corrispondentemente
allenergia media data dalla (109) sar:
N! N!
g ( ) = =
N1! N 2 ! N (1 + ) N (1 ) (110)
! !
2 2
Se la (109) e la (110) sono sostituite nella (107) avremo che:
N (1 + ) N (1 ) N Jz
2
ln Q( ) = ln N ! ln ! ln !+ 2 kT (111)
2 2
Differenziando la (111) e imponendo che la derivata di lnQ()
rispetto ad si annulli si ottiene:
78
Le transizioni ordine-disordine
N N (1 + ) N N (1 ) NJz
ln + ln =
2 2 2 2 kT
cio
Jz
ln(1 + ) ln(1 ) = 2 (112)
kT
Dalla (112) si deduce, ripetendo il ragionamento fatto per la (101)
che per T < Tc esiste uno stato di equilibrio con 0. Il valore
della temperatura critica Tc= Jz/k ed il fatto che manchi un
fattore 2 rispetto al valore di Tc dato dalla (102) dipende solo dalle
definizioni di e J. Se il valore di J viene preso uguale a
2
landamento di in funzione di T/Tc quello mostrato in fig. 2
cosi come landamento di G in funzione di per vari valori di T/Tc
quello mostrato in fig. 3. Concludiamo sottolineando che la
descrizione dellordine magnetico mediante una trattazione
puramente classica del momento magnetico non giustificabile in
linea di principio e questo aggiunge unulteriore difficolt a quelle
gi precedentemente discusse e che sono proprie del modello di
Ising. In particolare lipotesi che esistono solo due stati possibili
per i momenti magnetici atomici vera solo in particolari
condizioni. Rimane comunque il fatto che sia pure a livello
qualitativo il fenomeno dellordine magnetico pu essere descritto
con il modello di Ising in maniera molto semplice.
79
Diagrammi di fase
11 DIAGRAMMI DI FASE
Riprendiamo il modello di soluzione regolare che forma la base
qualitativa della nostra discussione dei sistemi reali ed esaminiamo
landamento di G in funzione della composizione del sistema.
Poich per ipotesi stiamo parlando di soluzioni solide la struttura
microscopica del sistema sar la medesima a tutte le composizioni.
Questa circostanza si verifica per un numero molto piccolo di
coppie di elementi, in genere con caratteristiche metalliche, e
richiede che siano soddisfatte almeno due condizioni:
1) che la struttura elettronica degli atomi dei due elementi sia
simile almeno per ci che riguarda gli elettroni esterni;
2) che i raggi atomici dei due elementi (definiti per ciascuna specie
come met della distanza minima di due atomi allo stato puro in
fase cristallina) differiscano di poche unit percento. Questo
significa che le interazioni tra A e B, dovute essenzialmente nel
caso di solidi metallici alla densit elettronica di contatto, saranno
dello stesso ordine di grandezza di quelle tra A e A e di quelle tra
B e B, vale a dire che il valore di sar piccolo rispetto ad EAA e
81
Appunti di termodinamica dei solidi
82
Diagrammi di fase
83
Appunti di termodinamica dei solidi
84
Diagrammi di fase
85
Appunti di termodinamica dei solidi
facile vedere che nel caso della soluzione solida di due elementi,
anche se la soluzione si comporta in modo ideale , la curva di
solidificazione (curva di liquidus) e la curva di fusione (curva di
solidus) non coincidono in quanto, ad ogni temperatura le
concentrazioni nella fase solida e nella fase liquida in equilibrio tra
di loro sono diverse.
Nel caso 0 le curve dellenergia libera ed il diagramma di fase
sono mostrati in fig. 6, mentre nel caso > 0 le curve
corrispondenti sono riportate in fig. 7.
In questo caso si nota che poich la curva dellenergia libera del
solido presenta un massimo, o comunque tende a risalire per
concentrazioni intermedie, la corrispondente curva del liquido la
interseca due volte dando origine a due intervalli di composizione
in cui coesistono due fasi diverse.
Le due tangenti comuni hanno pendenza diversa ma al diminuire
della temperatura tendono a coincidere. Al punto di coincidenza
(punto eutettico) la curva dellenergia libera del liquido si porta al
di sopra della curva dellenergia libera del solido.
Questo significa che un liquido avente la composizione
delleutettico non cambia di fase fino ad una certa temperatura (Td
nella fig. 7), al di sotto della quale solidifica tutto insieme dando
origine ad una miscela di cristalli che in questo caso hanno la
stessa struttura ma due diverse composizioni.
86
Diagrammi di fase
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Appunti di termodinamica dei solidi
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Diagrammi di fase
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Appunti di termodinamica dei solidi
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Diagrammi di fase
91
Appunti di termodinamica dei solidi
In tutti i casi visti fino ad ora abbiamo supposto che le uniche fasi
solide stabili siano quelle in cui uno dei componenti disciolto
fino ad una certa concentrazione nella struttura cristallina
dellaltro. Queste soluzioni si chiamano soluzioni solide terminali.
In effetti il caso pi frequente che per opportuni valori della
composizioni si formino delle fasi solide aventi una struttura
diversa da quella di ciascuno dei due componenti puri. Nel caso
che almeno uno dei due componenti abbia carattere non metallico
le composizioni di queste fasi sono quelle che corrispondono alla
formazione di molecole o di composti ionici e lintervallo di
composizione in cui queste fasi sono stabili estremamente
ristretto. Queste fasi solide sono dette composti stechiometrici.
chiaro che questi composti non corrispondono in alcun modo alla
descrizione fornita dal modello di Ising il che significa che le
interazioni fra gli atomi non sono di natura puramente
configurazionale e possono estendersi, nel caso di sostanze
ioniche, ben al di l dei primi vicini.
Pi interessante dal punto di vista sia teorico che applicativo il
caso in cui ambedue gli elementi abbiano carattere metallico. In
questo caso pu accadere che in aggiunta ai composti
stechiometrici si formino dei composti quasi-stechiometrici cio
stabili in un intervallo di concentrazioni piccolo ma apprezzabile.
Anche per tutte queste fasi intermetalliche la curva dellenergia
libera presenta un minimo assai profondo in corrispondenza di una
composizione ben definita e lenergia interna di ciascun composto
92
Diagrammi di fase
93
Appunti di termodinamica dei solidi
94
Lequazione di stato dei solidi
95
Appunti di termodinamica dei solidi
96
Lequazione di stato dei solidi
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Appunti di termodinamica dei solidi
1 V 1 da0 da0
= = (117)
V T P 1 + a0 dT dT
Se il materiale in esame ha una dilatazione termica costante, in
modo che le variazioni di volume siano proporzionali alla
da0
temperatura, avremo dunque approssimativamente = , dove
dT
una costante e, in conseguenza si ha a0(T) = T. Questo per
un caso speciale, in quanto nei solidi il coefficiente di dilatazione
termica diventa piccolo a bassa temperatura e tende a zero allo
zero assoluto. Per tale ragione conveniente lasciare a0(T) come
una funzione indeterminata della temperatura, tenendo soltanto
presente che essa si riduce a zero allo zero assoluto (a causa della
definizione di V0) e che molto piccola rispetto allunit, essendo
la dilatazione di un solido soltanto una esigua frazione del suo
volume totale.
Il significato di a1 semplice: esso eguaglia quasi esattamente il
coefficiente di compressibilit alla pressione zero; infatti la
1
compressibilit definita come . Dalla (116)
V
V
P T
ricordando che il volume per P = O dato da V0[1 + a0(T)] si
ottiene
1 V a
= = 1 a1 (118)
V P T 1 + a0
98
Lequazione di stato dei solidi
99
Appunti di termodinamica dei solidi
100
Lequazione di stato dei solidi
1 = P1a1 2 P2 a0 a1
a0 2 a0 a 2 a0
P0 = 1 +
a1 a12 a1
101
Appunti di termodinamica dei solidi
1 2 a0 a 2 1
P1 = 1 +
a1 a12 a1
a2
P2 = (124)
a13
Poich possiamo ricavare le a dallesperienza, le (124) ci
permettono di calcolare le P. Osserviamo nelle (124) che, in
conformit di quanto avevamo detto, P1 uguale al reciproco della
compressibilit, a parte il piccolo termine proporzionale ad a0.
102
Il calore specifico dei solidi
103
Appunti di termodinamica dei solidi
c p V V 2V 2V
= T 2 = T 2 (126)
P T T P T P T P T P
Se sostituiamo nella (126) il valore di V dato dalla (116) e
integriamo rispetto alla pressione da P = 0 a P, si ottiene indicando
esplicitamente che cp e c0p dipendono dalla temperatura:
d 2 a0 1 d 2 a1 2 1 d 2 a2 3
c p (T ) = c (T ) V0T
0
p 2
P 2
P + 2
P (127)
dT 2 dT 3 dT
Nel caso in cui a0, a1, a2 siano funzioni quasi lineari della
temperatura, le derivate seconde vanno a zero e cp diventa
da0
indipendente dalla pressione. Poich essenzialmente il
dT
coefficiente di dilatabilit termica, vediamo che nella (127) il
termine lineare nella pressione dipende dalle variazioni con la
temperatura di questa grandezza. Si detto che la dilatabilit
termica uguale a zero allo zero assoluto e cresce con la
temperatura tendendo asintoticamente ad un ben determinato
d 2 a0
valore. C quindi da aspettarsi che sia positiva, tendendo a
dT 2
zero ad alta temperatura, e si vede dalla (127) che il calore
specifico decresce al crescere della pressione, particolarmente alle
basse pressioni.
Per le deduzioni teoriche che ci interessano pi comodo usare il
calore specifico a volume costante cv.
104
Il calore specifico dei solidi
cv 2P
= T 2 (128)
V T T V
Tenendo presente la (120) per la pressione e integrando tra V0 e V,
dove V0 il volume del solido a pressione e temperatura nulle, si
ottiene:
d 2P V0 V 1 d 2 P1 V0 V
2
1 d 2 P2 V0 V
3
cv (T , P ) = c (T , P0 ) V0T 20
0
v
+
2
+ 2
(129)
dT V0 2 dT V0 3 dT V0
105
Appunti di termodinamica dei solidi
S = S (T , V )
S S P
TdS = T dT + dV = cv dT + T dV
T v V T T v
Analogamente considerando lentropia funzione di pressione e
temperatura ed utilizzando la terza delle relazioni (18) si ha:
S = S (T , P )
S S V
TdS = T dT + dP = c p dT T dP
T p P T T p
106
Il calore specifico dei solidi
V
T p V P
c p cv = T = T (130)
T T p T v
P v
La relazione (130) permette quindi di calcolare la differenza dei
due calori specifici ad una data pressione ed ad un dato volume
che, tramite lequazione di stato, determinano univocamente anche
la temperatura.
A noi per interessa c0p(T)-c0v(T) in cui c0p calcolato a pressione
nulla, e c0v al volume V0. Per avere questa differenza cominciamo
col cercare il valore di cv a pressione nulla per mezzo della (129).
Dalla (116) si vede che in tali condizioni (cio P = 0),
V0 V = V0 a0 cosicch, trascurando nella (129) i termini in a20 e
a30, la (129) ci d:
d 2 P0
cv (T , P = 0) = cv0 (T , P0 ) + V0Ta0
dT 2
Tenendo conto di questo valore e ricordando la relazione tra cp e cv
calcolata dalla (130) a pressione zero, si ottiene:
[c (T ) c (T )]
p v p =0
= c (T ) c (T , P0 ) V0Ta0
0
p
0
v
d 2 P0
dT 2
da dP
= V0T 0 0
dT dT
Pertanto:
c 0p (T ) cv0 (T , P0 ) = V0T
a0 d 2 a0
+ V T =
2
1 da0 V0T d 2 a02 ( ) (131)
0
a1 dT 2 a1 dT 2a1 dT 2
107
Appunti di termodinamica dei solidi
108
Le funzioni termodinamiche per i solidi
109
Appunti di termodinamica dei solidi
110
Le funzioni termodinamiche per i solidi
111
Appunti di termodinamica dei solidi
112
Le funzioni termodinamiche per i solidi
113
Appunti di termodinamica dei solidi
114
Le funzioni termodinamiche per i solidi
115
Appunti di termodinamica dei solidi
A
Dalla relazione = P si vede che la pressione uguale alla
V T
variazione della energia libera in funzione del volume, cambiata di
segno.
Poich tale variazione, a temperatura costante, misura il lavoro
esterno che si ha nel cambiamento di volume, A prende il nome di
energia libera. Cos il minimo di ciascuna curva corrisponde al
valore al quale la pressione uguale a zero. Dallandamento delle
curve si vede facilmente che il minimo si sposta verso i grandi
volumi al crescere della temperatura in accordo con la dilatabilit
termica. In particolare possiamo notare che questo spostamento del
minimo molto piccolo a basse temperature, in corrispondenza del
fatto che anche la dilatabilit termica piccola in tale intervallo.
Poich la pendenza della curva uguale al valore della pressione
cambiato di segno, la parte di essa che ha un significato fisico
solamente quella a sinistra del minimo e che corrisponde a valori
positivi della pressione.
Consideriamo ora lenergia libera di Gibbs in funzione della
pressione e della temperatura. Ci conviene questa volta prendere in
considerazione le relazioni
G G
=V ; = S
P T T P
Partendo dallo zero assoluto della temperatura e dallo zero della
pressione dove il valore di G E00, dapprima facciamo crescere T
116
Le funzioni termodinamiche per i solidi
117
Appunti di termodinamica dei solidi
G
La distanza tra le curve determinata dall entropia: = S ,
T P
la quale mostra che G decresce al crescere della temperatura a
pressione costante e che, in proporzione, la diminuzione pi
grande alle basse pressioni (grandi volumi) che a quelle alte.
Questi particolari riguardanti le variazioni dellenergia libera di
Gibbs con la temperatura non sono ben visibili nella fig. 16 a causa
della scala usata.
Il modo pi utile di riportare graficamente G in funzione della
temperatura ed a pressione costante quello mostrato nella fig. 17,
in cui la pendenza delle curve rappresentata da - S, ed uguale a
zero allo zero assoluto e negativa a tutte le altre temperature.
Lenergia libera di Gibbs decresce pi lentamente (con
laumentare della temperatura) ad alte pressioni, dove lentropia
bassa, che nelle vicinanze di P = 0. A questultima pressione il
termine PV uguale a zero, e quindi lenergia libera di Gibbs
uguale a quella di Helmoltz.
La differenza tra le due funzioni piccola gi per pressioni di
qualche atmosfera alle quali si possono scambiare per i solidi le
due funzioni senza incorrere in errori apprezzabili.
Questo per non capita affatto per i gas, per i quali il volume V
molto grande ed il termine PV non trascurabile anche a piccole
pressioni.
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Le funzioni termodinamiche per i solidi
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