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Parte Prima
ASPETTI GENERALI
La contestazione al positivismo, negli ultimi decenni dell800 ed nei primi del 900, influenz
le idee ed il modo di operare della psichiatria. Ecco che cosa successe:
La clinica psichiatrica recuper interesse verso le esperienze soggettive del paziente
(vissuti)
Freud svilupp una teoria del funzionamento psichico che tendeva a ridurre la patologia
mentale a conflitti intrapsichici. Ne derivata una corrente di pensiero che, per quanto
di matrice naturalistica, si posta ben presto in contrapposizione al modello medico,
tendendo a interpretare lintera patologia mentale in chiave psicogenetica
Nei primi decenni del 900, lattenzione fu focalizzata sui determinanti sociali dei
disturbi psichici. Anche qui, si pass ben presto alla formulazione di modelli alternativi
a quello medico, come quello degli orientamenti relazionali (tutta la patologia mentale
sarebbe patologia della comunicazione)
Di origine diversa, sono invece gli orientamenti sociopsichiatrici, secondo i quali ogni
condotta deviante sarebbe relativa al contesto, ovvero una risposta logica ad un contesto illogico.
Secondo le posizioni pi radicali (antipsichiatria), inoltre, le malattie mentali, nel senso medico del
termine, non esistono.
Fino ai primi anni 70, stata privilegiata lottica psicodinamico, adesso, invece, ha ripreso
vigore lorientamento medico-biologico.
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EZIOLOGIA E PATOGENESI
Leziologia dei pi importanti disturbi sostanzialmente sconosciuta
Cause esogene Cause fisiche (tossiche, infettive, traumatiche, etc.) provenienti dallesterno e, pi in
generale, tutti i fattori organici che influiscono sullattivit mentale (anche tumori,
encefaliti, etc.)
Cause psicogene Fattori che agiscono a livello psichico (avvenimenti, traumi, eventi stressanti, etc.)
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Oggi, possiamo distinguere vari fattori causali dei vari disturbi mentali. Sono riassunti nella
seguente tabella.
Attuali I fattori immediati delle Per quanto riguarda i Fattori biologici (tossici, infettivi, etc.),
malattie. Sono i pi facili fattori sociali, ricerche sia intra che extracerebrali: indubbia
da indagare hanno riguardato il la correlazione tra alcuni sintomi e
clima emotivo in patologie con ritmi biologici
famiglia (emozioni (circadiano, stagionali)
espresse), come
Eventi stressanti (ES): sembrano
fattore influenzante il
addensarsi nei mesi precedenti
decorso ed il rischio
linsorgenza di varie patologie
di ricadute
Fattori sociali: condizioni di
emarginazione, particolari tipi di
relazioni familiari
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Meccanismi patogenetici
Ipotesi psicologiche
Le teorie psicanalitiche privilegiano i meccanismi intrapsichici (conflitti, rimozioni) e le
vicissitudini emotive-pulsionali (fissazioni, regressioni).
Le teorie cognitivo-comportamentali accentrano lattenzione su errori di apprendimento,
condizionamenti, schemi cognitivi distorti, legati ad esperienze precoci (esempio, teoria
dellinfelicit appresa).
Ipotesi biologiche
Per quasi tutti i maggiori disturbi psichiatrici, si accumulano dati su alterazioni
neurotrasmettitoriali e recettoriali. Manca per una teoria unificante e non chiaro a quale livello
patogenetico si collochino queste alterazioni.
Ipotesi di correlazione
Si cerca di correlare le ipotesi della psicopatologia con quelle della neurobiologia. Uno dei
primi tentativi di correlazione riassunto nel:
Modelli a una dimensione una causa-una sindrome La malattia (entit morbosa) deriva da
un solo e specifico complesso causale
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DIAGNOSI E CLASSIFICAZIONE
La diagnosi fondamentale per formulare la prognosi e la scelta terapeutica.
Un limite peculiare della psichiatria, che rende le diagnosi poco chiare e carenti di punti di
riferimento e validatori esterni, la mancanza di sufficienti indicatori (marker) biologici e non,
correlabili con i quadri morbosi.
In questi casi, si ricorre alla ricerca di altri fattori, per delineare il quadro sindromico:
Omogeneit di decorso
Familiarit specifica
A questi possiamo aggiungere:
Omogeneit di risposta al trattamento
Stabilit sindromica in contesti socioculturali diversi
Eventuale presenza di marker attendibili
Nevrosi Disturbo in genere meno grave, con conservazione del contatto con
la realt, sintomi che in proporzione ridotta possono ritrovarsi in
chiunque (es. ansia, ossessioni), buona coscienza di malattia
Negli anni 60-70, si prese coscienza della scarsa affidabilit della diagnosi psichiatrica,
poich il livello di accordo tra psichiatri diversi era desolante. Per ovviare a questo, si pens alla
definizione di criteri diagnostici semioperativi e condivisibili, che si limitano, salvo poche
eccezioni, al livello sindromico-descrittivo.
In questo contesto e con queste idee, stato elaborato il DSM III (Diagnostic and Statistic
Manual of Mental Disorders della American Psychiatric Association), pubblicato nel 1980, sotto la
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direzione di Spitzer. Lapproccio del DSM III stato sostanzialmente mantenuto nella versione
rivista del manuale del 1987, il DSM III-R, e nella nuova edizione del 1994, il DSM IV.
Ci che presente nel DSM sono sistemi categoriali e questo fatto pone i limiti di una
diagnostica quasi esclusivamente descrittiva, con modesti progressi a livello di eziopatogenesi.
I principali criteri informatori del DSM sono:
Atteggiamento quanto pi possibile ateoretico
Criteri diagnostici di inclusione ed esclusione
Diagnosi multiassiali: la diagnosi pu essere posta indipendentemente su vari assi (vedi
tabella). La valutazione multiassiale consente di non trascurare le varie informazioni
attinenti al disturbo, qualunque sia il rapporto tra gli assi (indipendenti o in relazione)
Le varie unit diagnostiche sono raggruppate in gruppi principali (disturbi dansia,
disturbi dellumore, disturbi somatoformi, etc). Viene persa la dicotomia tra nevrosi e
psicosi. I due termini si pongono trasversalmente ai gruppi diagnostici: allinterno di
questi ultimi i disturbi si distribuiscono lungo uno spettro di gravit, da forme
conclamate a forme attenuate e subcliniche
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.2 Principi di Psicologia Clinica
C chi considera la Psicologia Clinica legata ad un equivoco, dato che loggetto di studio
potrebbe essere del tutto sovrapponibile a quello della psichiatria, per cui risulterebbe soltanto un
artificio legato a problemi di tipo professionale.
Dallaltro lato, c chi la considera unarea del tutto a s stante. Questa limpostazione che
vede la dimensione biologica e farmacologia da una parte e quella psicologica dallaltra.
Infine, vi una terza posizione che considera la Psicologia Clinica come unarea del corpo
psichiatrico, che contiene modalit diagnostiche e di intervento clinico basate su metodi
esclusivamente psicologici.
La psicologia e la psicopatologia dello sviluppo si sono affermate, nel XX secolo, col pensiero
di Freud e, negli Stati Uniti, di Meyer. Tale approccio si basa sulla considerazione che gli eventi
lascino tracce che influiscono sul successivo modo di affrontare la vita.
A volte, la Psicologia Clinica vista come una modalit di intervento alternativa a quella della
Psichiatria: lo psichiatra d i farmaci, cercando di abolire i sintomi; lo psicologo clinico cura con le
parole, cercando di capire il paziente e di aiutarlo. La Psichiatria attenta primariamente ai sintomi,
mentre la Psicologia Clinica pi diretta alla conoscenza di strutture di personalit retrostanti.
Oggi, non possibile vedere queste due discipline come diverse a causa di una dicotomia
corpo-mente. Ambedue i metodi devono essere applicati per comprendere la sofferenza psichica e le
condotte umane. Le attivit dello psichiatra e dello psicologo sono solo parzialmente distinte ed
hanno una larga parte in comune.
Psicologo clinico Articolazione dei fattori attuali con la storia, Psicodinamici, sociodinamici e di
le precedenti esperienze e la personalit dinamica istituzionale
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.4 Psicopatologia Generale
GENERALIT
Psicopatologia Generale: descrizione e classificazione delle alterazioni psichiche e
comportamentali, indipendentemente dagli specifici disturbi mentali in cui si trovano.
Alcune di queste alterazioni si ritrovano, in forma attenuata, anche in condizioni normali,
altre sono pressoch esclusive di condizioni patologiche
Fenomenologia: studio dei fenomeni soggettivi della vita psichica morbosa, ovvero
relativo alle fonti osservative vissuti altrui e vissuti propri
Infine, da ricordare che, per cogliere il significato dei sintomi, occorre tener conto del
contesto ambientale e relazionale in cui essi si manifestano. Inoltre, la semiotica di grande aiuto in
psicopatologia, in quanto si occupa della descrizione di sintomi e segni in relazione alle modalit
pratiche per metterli in evidenza.
Tabella riassuntiva:
Psicopatologia generale
Contributi
Strumenti Semeiotica
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COSCIENZA, ATTENZIONE, VIGILANZA
Coscienza: stato di consapevolezza di s e dellambiente. Il campo della coscienza
include la totalit della esperienze psichiche coscienti. Lautocoscienza lesperienza
soggettiva di s, lautoriflessione
Disturbi dellattenzione
Lattenzione richiede un adeguato livello di vigilanza ed influenzata da motivazioni,
interessi, stati emotivi.
Alterazioni dellattenzione sono sempre presenti in disturbi della vigilanza e della coscienza,
ma si possono ritrovare anche in soggetti normali in condizioni di stanchezza.
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Disturbi della vigilanza (disturbi quantitativi della coscienza)
I disturbi della vigilanza sono definiti anche alterazioni ipnoidi della coscienza. Possono
essere descritti secondo una scala quantitativa che va dallobnubilamento al coma:
Torpore: tendenza a cadere nel sonno se non sollecitati da stimoli, i movimenti sono
rallentati ed impacciati, ridotta la consapevolezza del mondo circostante, attenuate anche
le reazioni di evitamento di stimoli dolorosi
Alterazioni della vigilanza e dellattenzione sono componenti pressoch costanti del quadro.
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Disturbi dellideazione
Deliri e dispercezioni
Difficolt a cogliere la realt circostante (appercezione) e a fissare le tracce mnestiche
Sul piano semeiotico, il disorientamento uno dei primi sintomi apprezzabili e valutabili.
Tuttavia, il disorientamento non patognomico dei disturbi di coscienza. Suggerisce, infatti,
disturbi su base organica (demenze, oligofrenie, disturbi dellattenzione e della memoria).
Il principale tra i disturbi con compromissione dello stato di coscienza il delirium o stato
confusionale. Sono presenti, inoltre, lo stato crepuscolare e quello oniroide.
Stato oniroide Stati tossici e infettivi, epilessia, psicosi atipiche (bouffe deliranti,
psicosi puerperali)
Altri stati di coscienza alterata Stati di estasi, trance, meditazione trascendentale, esperienze
psichedeliche (da uso di sostanze neurodislettiche, come LSD)
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Tabella riassuntiva:
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MEMORIA
Disturbi quantitativi
Ipermnesie: aumento delle facolt menestiche, transitorio o permanente, globale o
selettivo. In relazione a stati emotivi pregnanti, possono esserci ricordi vividi o recupero
di ricordi apparentemente estinti, tristi nel depresso e piacevoli nelleuforico. Si possono
trovare in stati di coscienza alterata (estasi, ipnosi, stati tossici, stati crepuscolari
epilettici, stati in imminente rischio di morte) e in situazioni psicopatologiche, come
insufficienza mentale e disturbi ossessivi (es. ricordo di tutte le date degli ultimi decenni)
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Lamnesia talora selettiva (limitata ad alcuni contenuti psichici). I disturbi selettivi sono, in
genere, psicogeni.
Dej vu: esperire una situazione attuale come gi vissuta in passato (falso senso di
familiarit). Si osserva in condizioni non patologiche (stanchezza, particolari stati emotivi)
e in sindromi del lobo temporale. Mantiene un livello di ambiguit, ovvero la sensazione
di aver gi vissuto lesperienza convive con limpressione che ci sia illusorio
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Tabella riassuntiva:
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INTELLIGENZA
Intelligenza: capacit di risolvere i problemi. Si distingue una intelligenza teorica
(capacit di affrontare problemi astratti e di ordine generale, svincolati dal contingente)
da una intelligenza pratica (capacit di affrontare problemi pratici di interesse immediato)
Ritardo mentale
Ritardo mentale (insufficienza mentale, oligofrenia, frenastenia): deficit intellettivo
congenito o comunque formatosi prima del completo sviluppo psicointellettivo. I soggetti
sono ipersensibili alla stima degli altri, timorosi dei cambiamenti; possono oscillare
dallestrema timidezza alla spudoratezza. Frequente associazione con lepilessia
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Demenza
Demenza: deficit intellettivo insorgente dopo che le capacit intellettive del soggetto si
sono completamente sviluppate (impennata dopo i 65 anni). Le cause di demenza sono
sempre organiche, su base degenerativa, vascolare, tossica, etc. Le demenze, spesso,
sono processi progressivi e irreversibili. Il soggetto, in fase avanzata, perde la
consapevolezza di s. La sindrome clinica non un deficit puro dellintelligenza, ma
coinvolge anche la memoria e la personalit
Tabella riassuntiva:
Deterioramento Decadimento
intellettivo di
grado lieve
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PERCEZIONE
Percezione: processo attraverso il quale le sensazioni diventano significative per il
soggetto, tramite la soppressione delle informazioni irrilevanti e lassociazione e
integrazione di quelle rilevanti con il patrimonio cognitivo
Le alterazioni delle percezioni di rilievo per la psicopatologia sono quelle che si verificano in
condizioni di integrit degli organi di senso.
Illusioni
Illusioni: travisamenti di una percezione; un oggetto reale funge da stimolo per una falsa
percezione. Lerrore passibile di correzione ad una successiva verifica
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Allucinazioni
Allucinazioni: percezioni senza oggetto. Diversamente dai sogni, si verificano in
concomitanza di percezioni reali. Diversamente dallimmaginazione, sono dotate di
concretezza percettiva e non sono influenzabili dalla volont
In concomitanza Deliri
Il fatto, che il soggetto non sia in grado di distinguere queste false percezioni dalla realt, non
del tutto vero. Infatti, si ha limpressione che egli attribuisca allallucinazione qualche qualit
diversa, rispetto alle percezioni reali. Rispetto a queste ultime, le allucinazioni possiedono meno
spesso la qualit di non privatezza: lallucinato, spesso, non convinto che gli altri possano
condividere la propria esperienza.
Nel corso del tempo, il soggetto pu imparare a convivere con le proprie dispercezioni ed
apprendere strategie per attenuarne il fastidio. Le esperienze allucinatorie sono spesso dissimulate e
negate, altre volte ammesse a domanda diretta.
Il delirio pu essere un tentativo di interpretare esperienze percettive abnormi. Viceversa,
alcune convinzioni deliranti possono sollecitare dispercezioni.
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Allucinazioni che interessano gli organi di senso:
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Nei disturbi organici prevalgono le allucinazioni visive, nelle psicosi funzionali quelle
uditive
Pseudoallucinazioni
Pseudoallucinazioni: false esperienze percettive, localizzate nello spazio interno
percettivo (es., voci dentro la testa). Differiscono dallimmaginazione, in quanto non sono
controllabili con la volont
I soggetti sono in genere consapevoli che gli altri non possono sentire o vedere quanto da loro
percepito.
Le pseudoallucinazioni non sono indicative di una particolare patologia: sono frequenti in
psicosi funzionali, nelluso di sostanze allucinogene o come sequela del loro uso, ma possono
verificarsi anche in stati emotivi intensi (es. il lutto).
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Quadri sindromici
I quadri caratterizzati da fenomeni allucinatori si definiscono allucinosi. Tra le allucinosi
uditive da menzionare lallucinosi alcolica.
Tabella riassuntiva:
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PENSIERO
Pensiero: funzione relativa alla formazione delle idee e alla loro articolazione
(associazione, coerenza logica, ragionamento)
Circostanzialit: pensiero lento, con dettagli pi o meno irrilevanti che rendono prolisso
il discorso, ma la meta viene conservata. In personalit organiche epilettoidi e nelle
oligofrenie
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Disturbi negativi del flusso del pensiero
Il pensiero impoverito, scarso di contenuti, rallentato
Leloquio poco fluente o veicola poche informazioni. Si pu osservare anche una aumentata
latenza di risposta (depressione, stati confusionali).
I disturbi negativi del flusso del pensiero sono presenti nelle psicosi funzionali, ma, a
differenza di quelli positivi, sono pi frequenti nella schizofrenia.
Pensiero ossessivo: idee che si intromettono nella coscienza in modo insistente, di cui il
soggetto non riesce a liberarsi anche se consapevole della loro assurdit. Ricorrenti
alcuni temi: scrupoli morali, religiosi, sessuali, timori di contaminazione, idee di ordine e
simmetria
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Disturbi coinvolgenti prevalentemente il linguaggio
Dissociazione tra pensiero ed eloquio
Logorrea Espressione
dellimpulso a
parlare
Ecolalia Ripetizione
automatica di
parole o frasi
dellinterlocutore
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Deliri
Disturbi di contenuto del pensiero
Nella pratica clinica, lintero contesto psicopatologico aiuta a identificare certe idee come
deliranti. La maggiore incertezza si pone nei casi di sistemi ideativi monotematici, coerenti,
verosimili, non accompagnati da altri sintomi psicopatologici di rilievo.
bene fare attenzione alla diagnosi differenziale con lidea prevalente:
Idea prevalente: contenuto di pensiero a forte tonalit affettiva che domina la coscienza
e la vita della persona, non assurdo o di cui il soggetto pu riconoscere il carattere
eccessivo (accessibile alla critica). Si consolida sulla base di personalit alterate e spinge
sovente allazione. Somiglia allidea ossessiva, per la dominanza pervasiva del pensiero,
ne differisce per la notevole carica affettiva e il carattere egosintonico
Pu darsi che vi sia un continuum tra alcune idee deliranti ed i corrispondenti deliri.
Tipi di delirio
Occorre distinguere tra:
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Sulla base della concezione di Jaspers:
Elaborazioni Elaborazione da un
deliranti delirio primario
Il delirio primario alcune volte appare improvviso, altre scaturisce da uno stato danimo a
forte e ambigua tonalit affettiva, come sforzo di dare un senso a questa atmosfera enigmatica
(Wahnstimmung: stato danimo o atmosfera delirante).
Bleuler critic la distinzione tra delirio primario e secondario, sostenendo che i deliri fossero
sempre secondari a disturbi dellumore (olotimia) o a complessi ideoaffettivi (catatimia).
Nella terminologia attuale, si parla di deliri congrui o incongrui allumore.
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Fattori caratterizzanti il delirio
I deliri possono essere valutati su vari assi:
Tenacia della convinzione
Livello d bizzarria
Livello di sistematizzazione
Estensione (coinvolgimento di varie aree di pensiero)
Coinvolgimento emotivo
Influenza sul comportamento
Tra i deliri che maggiormente spingono allatto vi sono quelli di gelosia (pericolose condotte
aggressive) e quelli di colpa/ipocondria (suicidio).
Teorie
Nel soggetto delirante, pare vi sia unalterazione primaria del modo di esperire la realt.
Esiste uno stato danimo predelirante (Wahnstimmung), da cui germina il delirio nel tentativo
di dare un senso ad esperienze abnormi. Il delirio , quindi, un tentativo di raggiungere un nuovo
assetto cognitivo, meno ansiogeno e pi stabile.
Il fenomeno non sembra direttamente legato allintelligenza: la critica non viene distrutta,
essa si pone al servizio del delirio (Jaspers). Tuttavia, il delirante sembra difettare di meta-
pensiero, cio di consapevolezza critica delle proprie convinzioni. Un particolare deficit di potere
critico potrebbe essere alla base di ogni esperienza delirante, come pure un particolare assetto
cognitivo (incapacit di considerare opzioni alternative, tendenza a saltare alle conclusioni).
Possiamo ipotizzare che il delirio primario sia prevalentemente lespressione di una peculiare
esperienza abnorme, mentre il delirio secondario consegua da una alterazione cognitiva su base
affettiva o caratterologica, eventualmente in relazione a particolari avvenimenti.
Delirio di gelosia: convinzione morbosa di infedelt del proprio partner, con ricerca
ossessiva di prove. Sono possibili passaggi allatto (aggressione, omicidio). Espressione
di molteplici patologie, tipico delletilismo cronico. Pi frequente nelluomo
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Delirio erotomanico: il soggetto convinto che una persona sia innamorata di lui/lei. Pi
frequente nelle donne
Deliri nichilistici: il paziente non mai nato, il mondo non esiste. In sindromi
psicorganiche, schizofrenia, depressioni agitate soprattutto dellanziano (Sindrome di
Cotard)
Le sindromi
Delirium Deliri frammentari sulla base di un disturbo della
coscienza, con imponenti fenomeni dispercettivi, in
prevalenza visivi, e coinvolgimento emotivo
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Tabelle riassuntive:
Disturbi Disturbi del Sensazione Pensiero ossessivo Sintomo cardine del DOC;
rilevabili dall- controllo del soggettiva di si ritrova in stati depressivi,
autovalutazione non essere schizofrenia, disturbi
del soggetto
pensiero completamente organici
padroni di
dirigere a Alienazione del Sindrome di automatismo
piacimento i pensiero (inserzione, mentale
propri pensieri sottrazione,
diffusione,
trasmissione)
Contenuti del Deliri di In rapporto con esperienze di alienazione e perdita dei confini
delirio influenzamento dellIo. Allorigine di sviluppi deliranti secondari (veneficio,
persecuzione)
Delirio erotomanico
Deliri mistici
Sindromi Delirium Delirio confuso, in stato di coscienza alterato, con imponenti fenomeni
dispercettivi
Diagnosi Idea prevalente Contenuto di pensiero a forte tonalit affettiva che domina la coscienza
differenziale e la vita della persona, accessibile alla critica
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COSCIENZA DELLIO E DEL CORPO
Alterazioni della coscienza dellIo e del corpo si possono verificare in soggetti normali
(stanchezza, privazione sensoriale, stati emotivi intensi), in alcuni disturbi dansia e ossessivo-
compulsivi (depersonalizzazione), nei disturbi dissociativi (personalit multiple), nelle psicosi
funzionali (esperienze di passivit), nei disturbi somatoformi (dolore psicogeno, ipocondria), in stati
organici.
Disturbi concernenti il senso di confine dellIo: alterato il senso del confine dellIO
verso il mondo (diffusione del pensiero) e il mondo pu fare intrusione nellIo (inserzione
del pensiero). Definibili come esperienze di passivit. Tipiche ma non esclusive di esordi
schizofrenici. Comprendono tre serie di sintomi: 1) percezioni deliranti; 2) dispercezioni
(voci dialoganti, eco del pensiero); 3) esperienze di passivit (inserzione, sottrazione,
diffusione del pensiero, senso di azioni imposte, di corpo comandato)
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Disturbi della coscienza del corpo
Schema corporeo: rappresentazione mentale del corpo nella sua disposizione spaziale
e tonico-posturale, direttamente influenzata dalle sensazioni afferenti. alterato in
disturbi neurologici
Dolore somatoforme Corpo sofferente per sindromi dolorose non riconducibili a patologia organica
Transessualismo
(identit di genere sbagliata)
Alterazioni della coscienza del proprio corpo sono presenti in molteplici quadri
psicopatologici, sia come sintomi predominanti sia come sintomi associati (schizofrenia, disturbi
dellumore, disturbi dansia, somatoformi e dissociativi, disturbi alimentari psicogeni,
dismorfofobia, transessualismo).
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Tabella riassuntiva:
Disturbi della Disturbi dellidentit Alterato il senso di In condizioni normali (momenti di crisi),
coscienza unit e continuit esordio schizofrenico, stati misti
di s
dellIo
Depersonalizzazione Sensazione di Sindrome autonoma, schizofrenia,
estraneit del depressione, DOC, attacchi di panico, in
proprio s,della soggetti sani (adolescenza, stanchezza,
realt circostante, isolamento)
del proprio corpo
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AFFETTIVIT
Emozioni: stati affettivi limitati nel tempo, quasi sempre reattivi, spesso con marcate
manifestazioni vegetative
Umore
Le alterazioni dellumore sono tradizionalmente considerate lungo ununica dimensione, le cui
opposte polarit sono la depressione e la mania. Oltre a queste, esistono anche stati misti, disforia,
ottundimento affettivo.
Le alterazioni patologiche dellumore si distinguono da stati affettivi fisiologici (es. una
normale tristezza) per:
Intensit spesso maggiore
Mancanza di fattori scatenanti o sproporzione tra questi ed entit del disturbo
Decorso pressoch indipendente dagli avvenimenti esterni e protratto almeno per
settimane
Particolare fissit del tono dellumore
Frequente concomitanza di sintomi somatovegetativi
Alterazioni dellumore sono il sintomo cardine dei disturbi dellumore, ma si ritrovano
anche in altre patologie mentali ed organiche. In questo caso, si parla di disturbi dellumore
sintomatici o secondari.
Rispetto alla tristezza normale, persistente nel tempo, ha scarsa reattivit. una tristezza di
qualit diversa, vissuta anche a livello somatico (tristezza vitale): senso di oppressione, sofferenza
fisica, mal definibile, diffusa o localizzata (petto, stomaco).
Vi pu essere la sensazione di non riuscire a provare alcun sentimento, perdita di interessi,
incapacit a provare piacere (anedonia), abulia.
Lideazione, spesso rallentata, polarizzata su pensieri negativi, sensazione di non aver pi
alcuna via di uscita, propositi di suicidio. Pu raggiungere un carattere delirante (deliri ipocondriaci,
di colpa, di rovina, nichilistici).
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A livello motorio, si po arrivare allarresto psicomotorio. Altre volte prevale agitazione,
ansia, irrequietezza.
A livello somatico vi pu essere: anoressia, insonnia, dimagrimento, impotenza sessuale.
Alterazioni dei ritmi circadiani (peggioramento mattutino).
Stato misto: commistione tra le due opposte polarit, depressiva e maniacale, con
combinazione delle fasi opposte della varie componenti (umore, ideazione, motricit)
Stati misti sono osservabili nelle fasi di passaggio tra episodi depressivi e maniacali.
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Ansia
Lansia uno stato affettivo ubiquitario (presente in gran parte della patologia psichiatrica e
frequente anche in condizioni normali).
Si sovrappone spesso alla paura, ma, rispetto a questa, lansia implica un senso di attesa (il
prefigurarsi un pericolo futuro, spesso indefinito) e, al contempo, di inadeguatezza alla situazione.
Lansia ha una componente psichica, una neurovegetativa ed una motoria. Vi un circolo
vizioso tra sintomi periferici e disagio soggettivo.
Entro certi limiti, lansia fisiologica. Oltre un certo limite si rivela controproducente e
interferisce con le prestazioni sia psichiche che motorie.
Attacco di panico: episodio parossistico, intenso, di breve durata, in cui il senso del
pericolo immanente, con imponenti sintomi vegetativi
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Tabella riassuntiva:
Alterazioni dellumore
Ansia
Sproporzionata allevento Ansia Apprensivit persistente, non collegata ad uno specifico stimolo
scatenante generalizzata
Si manifesta in assenza di
Angoscia Ansia intensa ad elevata componete somatica
motivi apparenti
Si protrae nel tempo Attacco di Episodio parossistico, intenso, di breve durata, in cui il senso del
panico pericolo immanente, con imponenti sintomi vegetativi
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VITA ISTINTIVA
Disturbi della vita istintiva (disturbi della condotta): distorsioni nelle condotte connesse
alle varie aree pulsionali (aggressiva, alimentare, sessuale), in cui non possibile
scindere il fondo pulsionale dalle componenti affettive e cognitive. Spesso si tratta di
conflitti tra pulsioni ed altri fattori motivazionali
Condotta alimentare
Anoressia mentale: patologica paura di ingrassare, che spinge al rifiuto del cibo. Non vi
unalterazione primaria dellistinto
Bulimia: patologica avidit per il cibo, che tende a manifestarsi in modo parossistico
(abbuffate)
Condotta sessuale
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VOLONT E PSICOMOTRICIT
Volont: spinta allazione a livello integrativo superiore. Consta di una componente
cognitiva (capacit di decidere tra alternative diverse) ed una energetica (forza di
volont). direttamente correlata allattivit motoria
Alterazione secondaria
ad altri disturbi
psicopatologici
Eccitamento
Iperattivit motoria
Rallentamento
Si ha in forme depressive, in stati di torpore, nelle demenze e in altri disturbi organici.
Arresto psicomotorio
Riduzione dellattivit fino allarresto totale
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Abulia
Riduzione della spinta volitiva
Tic
Movimenti rapidi, ripetitivi, involontari
Impulsivit
La condotta esce dal controllo volontario, in genere in forma parossistica
Negativismo
Opposizione verso domande, richieste o comandi di altre persone
Obbedienza automatica
Esecuzione passiva di comandi a suggerimenti anche paradossali
Ecoprassia: il paziente imita ogni gesto dellintervistatore
Flessibilit cerea
Gli arti si oppongono ai movimenti passivi con una lieve tensione superabile
Tabella riassuntiva:
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PERSONALIT, TEMPERAMENTO, CARATTERE
Personalit: insieme delle caratteristiche di comportamento, di pensiero e di modalit di
relazionarsi agli altri, su base sia congenita che acquisita
Temperamento: fondo umorale che imposta le condotte del soggetto. Ha un pi diretto
fondamento biologico
Carattere: allude allo stile di comportamento, legato a fattori costituzionali e a modalit
apprese nei primi anni di vita
Personalit patologiche (disturbi di personalit): personalit poco adattive, tali da procurare
sofferenza soggettiva o disagio nelle relazioni sociali
Ad un dato temperamento corrispondono varie personalit:
Temperamento Personalit
Depressivo Evitante
Dipendente
Masochista
Passivo-aggressiva
Ipertimico Narcisista
Istrionica
Paranoide
Antisociale
Borderline
Irritabile Bordeline
Antisociale
Ciclotimico Bordeline
Antisociale
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.5 Semeiotica: il colloquio, lesame obiettivo, lanamnesi
INTRODUZIONE
Tuttavia, tale tecnica porta con s molti problemi, che vedremo qui di seguito.
Confusione terminologica
Uno stesso termine psichiatrico pu essere usato con accezioni diverse nei differenti contesti.
Inoltre, i termini psichiatrici sono entrati ormai nel vocabolario quotidiano.
Molto spesso uno stesso termine usato per descrivere il sintomo, la sindrome e la malattia.
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Conclusione: lo strumento principale della semeiotica psichiatrica la parola, o meglio, la
capacit di ascoltare le parole del paziente e di indirizzarle, di esplicitarle, di far
rievocare, di esplorare attraverso le parole i vissuti e i comportamenti pi salienti ai fini
della diagnosi. Il momento fondamentale della semeiotica psichiatrica , dunque, il
colloquio, durante il quale si esercita anche losservazione
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Durante il colloquio, i singoli parametri da esaminare sono:
Aspetto: impressione generale che lesaminatore ha dellaspetto del paziente (modo di vestire, di
acconciarsi, caratteristiche inusuali, espressione del viso, tipo di contatto con il medico)
Attivit motoria: il paziente sta eccessivamente fermo, oppure si muove in continuazione; presenza
di tic, smorfie, tamburellamento delle dita o irrequietezza delle gambe; mimica adeguata al
racconto, esagerata o particolarmente povera e inespressiva
Eloquio: velocit del flusso verbale, volume della voce, tono, qualit della verbalizzazione (notare
se adeguata al livello socio-culturale, se presente manierismo), vivacit del racconto, aderenza al
tema, capacit logica del paziente, incongruenze, eccentricit della parola (neologismi, intoppi,
deragliamenti), gestualit che accompagna il parlare
Funzioni cognitive superiori: in genere non vengono esplorate sistematicamente nella pratica
ambulatoriale, perch il porre direttamente le domande, atte a investigare il loro funzionamento, pu
urtare la suscettibilit del paziente. Di solito, comunque, il colloquio fa capire se il paziente
lucido, orientato nel tempo e nello spazio, normalmente mnesico. Pertanto, lesame sistematico
delle funzioni superiori deve essere eseguito con molto tatto e solamente quando dal colloquio
emergano elementi tali da giustificare un tale approfondimento.
Ideazione: direzionalit del pensiero, ovvero scopo e intenzione del ragionamento (ripetitivit,
deragliamento, incoerenza, intrusioni, prolissit, labilit di associazioni, inconsequenzialit);
operazioni logiche messe in atto per seguire la direzione prescelta (coerenza, puntualit dei nessi
associativi); aspetti formali e quantitativi (ideazione accelerata o rallentata); contenuto del pensiero
(preoccupazioni, paure e fobie, idee ipocondriache, di riferimento, di nocumento, di colpa e di
rovina) e in che modo vengono vissute la idee (timore, possibilit, certezza)
Umore: uno dei paramenti pi salienti. Indicazioni sullumore si possono ottenere da: a)
verbalizzazione diretta dello stato danimo; b) contenuti del pensiero (idee di inadeguatezza, di
colpa, di grandezza, preoccupazioni eccessive); c) comportamento generale del paziente (mimica,
gesti)
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ANAMNESI PSICHIATRICA
Storia psichiatrica
Per tracciare lanamnesi psichiatrica, si deve tenere di conto dei seguenti elementi:
Familiarit: esistenza di disturbi psichiatrici tra i familiari. Alcune delle patologie psichiatriche,
infatti, hanno un andamento familiare (depressioni maggiori e le forme bipolari, disturbi da ansia
acuta e agorafobia). La familiarit viene esplorata chiedendo al paziente se vi sono stati disturbi
psichiatrici tra i suoi familiari, cercando di sapere quali erano i sintomi, se e come sono stati curati,
come si risolta la malattia. Spesso, il paziente non in grado di fornire notizie sicure, per cui le
diagnosi su base familiare sono diagnosi di probabilit. Per questo motivo, non possiamo
considerare la negativit della familiarit come elemento di esclusione di una data patologia
psichiatrica
Sviluppo psicomotorio: accertare se i primi stadi di sviluppo si sono svolti regolarmente, onde
eludere cerebropatie infantili o altri difetti di apprendimento
Scolarit: livello raggiunto negli studi, eventuali difficolt scolastiche, rapporti con i compagni,
possono evidenziare deficit di apprendimento e/o integrazione. Improvvisi deficit nel rendimento
scolastico costituiscono una delle modalit pi comuni di esordio della schizofrenia
Personalit: di solito, si indaga con la domanda qual il suo carattere quando sta bene?. Lesame
dei tratti salienti della personalit pu essere un solido sussidio diagnostico (pazienti con disturbi
affettivi di tipo endogeno presentano un carattere attivo, estroverso, socievole, amante della
compagnia; gli schizofrenici sono di norma, anche prima dellesordio conclamato della malattia,
chiusi, introversi, timidi, sospettosi; gli ossessivi, meticolosi e pignoli). importante capire se gli
elementi costitutivi del disturbo in atto sono avvertiti come una sorta di frattura rispetto alla
personalit precedente (abituale modo di vivere e di reagire)
Precedenti psichiatrici: episodi simili a quelli in corso nella storia del paziente e come questi ha
reagito. Linchiesta deve essere condotta puntigliosamente
Eventi: si deve accertare se esiste una relazione tra esordio della malattia ed eventi esterni dotati di
particolare significato. In genere, il chiedere semplicemente se successo qualcosa che ha turbato il
paziente non d garanzie di un rilevamento corretto, per cui meglio fare affidamento allinchiesta
routinaria, con lesplorazione sistematica di cambiamenti nelle aree pi significative (lavoro,
famiglia, denaro, salute, tempo libero, amicizie, vita sentimentale)
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Parte Seconda
LA CLINICA
Si distingue tra:
Disturbo mentale organico: una particolare sindrome mentale organica la cui eziologia
nota o presunta (es. Delirium da astinenza alcolica, Demenza multinfartuale)
Limpiego della categoria dei disturbi organici, tuttavia, non implica che i disturbi non
organici siano causati solamente da fattori psicologici. Nel DSM IV, questa categoria stata
eliminata. Al suo posto, stata introdotta la categoria dei disturbi cognitivi, che prescinde da ogni
riferimento eziologico e comprende quadri quali il delirium, la demenza, la sindrome amnestica e
disturbi cognitivi non altrimenti specificati. Le sindromi organiche dansia, dellumore, deliranti e
di personalit, nonch lallucinosi, vengono eliminate come categorie autonome ed inserite tra le
forme funzionali corrispondenti. Per questi quadri, la diagnosi (sullasse I) deve essere
accompagnata dalla dizione dovuti a condizioni mediche (da specificare sullasse III).
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DELIRIUM O SINDROME CONFUSIONALE
Nel DSM IV, tutti i quadri confusionali confluiscono nella categoria del delirium, che viene
cos definita:
Epidemiologia
Gli stati confusionali rappresentano probabilmente la patologia psichiatrica pi diffusa.
Andamento Fluttuante nel corso della giornata, con recrudescenza che compare al crepuscolo
e nelle ore notturne
Risoluzione Termina per crisi, con un sonno profondo e prolungato fino a 24 ore
Amenza: una delle forme cliniche pi gravi di delirium, con coinvolgimento affettivo
notevole, decadimento delle funzioni cognitive e compromissione delle condizioni fisiche
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Eziopatogenesi
I fattori eziologici possono essere: encefalopatie metaboliche (carenze vitaminiche,
insufficienza epatica e renale, malattie endocrine, etc.), malattie cardiovascolari, stati infettivi,
intossicazioni (anestetici, sedativi, digitale, steroidi, analgesici, alcol, benzina, colle, veleni
industriali), astinenza da sostanze psicoattivi (alcol, sedativi-ipnotici, amfetamine, cocaina),
malattie neuronali (infarto cerebrale, emorragia intracranica, tumori intracranici, malattie
degenerative), attacchi epilettici, traumi cranici.
Il cervello immaturo, senescente o che abbia subito danni, sembra pi suscettibile allo
sviluppo di delirium. Infatti, il delirium pi frequente nei bambini e nei soggetti anziani. Altri
fattori predisponenti: deprivazione sensoriale, condizioni di stress.
SINDROMI AMNESTICHE
Secondo il DSM IV:
Epidemiologia
La sindrome amnestica rara.
Consapevolezza di malattia Assente. Il paziente appare sorpreso quando viene messo di fronte
allevidenza dei suoi disturbi
Amnesia retrograda: riguarda gli eventi verificatisi prima dellesordio del disturbo,
dei quali il paziente non ricorda pi niente, vengono conservate, tuttavia, alcuni
funzioni abituali, apprese nellinfanzia (leggere, scrivere, etc.)
Disturbi associati alle turbe mnestiche:
Disturbi del pensiero: rallentamento dellideazione, con tendenza a perseverare sugli
stessi contenuti; deficit di comprensione, con difficolt a coordinare i diversi dati
dellesperienza in maniera logica e coerente
Disturbi dellaffettivit: abbastanza marcati; sono presenti ansia, labilit emotiva,
oscillazioni dellumore
La sindrome di Wernicke e la psicosi di Korsakoff sono costellazioni sindromiche nelle quali
lelemento amnestico dominante.
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Eziopatogenesi
Cause pi comune: alcolismo associato a deficit di timina, traumi cranici, infarti cerebrali,
epilessia, malattie degenerative, quali il morbo di Alzheimer, anossia cerebrale, provocata da
intossicazione da monossido di carbonio o da tentativi di impiccagione.
Terapia
Il trattamento consiste, innanzitutto, nel rimuovere la causa responsabile del disturbo. Qualora
lagente eziologico abbia provocato lesioni neuronali irreversibili, come avviene nella maggior
parte dei casi, non sar possibile una restitutio ad integrum, ma solo un parziale recupero delle
funzioni danneggiate.
ALLUCINOSI
Definizione: entit sindromica caratterizzata da allucinazioni persistenti o ricorrenti, in
assenza di disturbi della coscienza, riconducibili ad una causa organica specifica
Nel DSM IV, lallucinosi scompare come categoria a se stante e viene fatta confluire nei
Disturbi Psicotici dovuti a condizioni mediche o indotti da sostanze.
Epidemiologia
Frequente tra soggetti che abusano di alcol ed altre sostanze psicotrope.
Eziopatogenesi
Cause pi comuni: uso di allucinogeni, cannabinoidi, abuso di alcol o sedativi, intossicazione
da digitale.
Altre cause: lesioni cerebrali, cecit, sordit.
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Disturbi mentali secondari ad altre condizioni fisiche (disturbo
psicotico, dansia, dellumore, catatonico, di personalit)
INTRODUZIONE
Alcuni quadri sindromici si possono manifestare in concomitanza di malattie
fisiche
Non sempre facile, n possibile, determinare con esattezza il rapporto di causazione tra
disturbo somatico e sindrome mentale.
Nel DSM IV, le Sindromi Mentali Organiche vengono indicate come Disturbi Mentali dovuti
a condizioni mediche (comprendenti i disturbi psicotico, dansia, dellumore, catatonico e
modifiche di personalit), perch la contrapposizione delle Sindromi Mentali Organiche alle restanti
entit nosografiche pareva escludere per queste ultime qualsiasi substrato biologico.
In molti casi, tali disturbi mentali secondari ad altre condizioni fisiche sembrano rispondere
agli stessi trattamenti delle forme corrispondenti, non sostenute da malattie somatiche.
Per la diagnosi differenziale, latipicit del decorso e lassenza di precedenti anamnestici o di
familiarit sono caratteristiche distintive di tutte queste forme nei confronti dei corrispettivi
funzionali.
Oggi, riguardo a questo tipo di disturbi, molto diffuso lo studio dei rapporti tra
sintomatologia e localizzazione del processo biologico. La speranza di questi studi quella di
individuare un substrato neuroanatomico comune alle due manifestazioni, disturbi mentali dovuti a
condizioni mediche e disturbi funzionali.
EPIDEMIOLOGIA
Questi quadri rappresenterebbero circa il 20% di tutti i disturbi mentali dovuti a condizioni
mediche. Le manifestazioni affettive sarebbero le pi comuni, mentre i quadri psicotici i pi rari.
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Eziologia
Si pu osservare in malattie neurologiche e abuso di sostanze (alcol, amfetamina, cocaina,
cannabis, allucinogeni).
Descrizione Un fattore somatico noto causa attacchi di panico ricorrenti o manifestazioni tipo ansia
generalizzata
Eziologia
Cause: iper o ipo-tiroidismo, varie patologie del SNC, episodi ischemici transitori, malattie
demielinizzanti, traumi cranici, tumori, stati di intossicazione da metalli pesanti, sostanze stimolanti
(cocaina, amfetamina, caffeina), sospensione di agenti ad azione sedativa (benzodiazepine, alcol).
Eziologia
Fattori tossici o metabolici:
Episodi depressivi: corticosteroidi, allucinogeni, chemioterapici, contraccettivi orali,
alcol, ipnotico, benzodiazepine, sospensione di farmaci stimolanti o antidepressivi
Episodi maniacali: corticosteroidi, L-Dopa, IMAO, cocaina, amfetamina, LSD
Tuttavia, difficile stabilire se linsorgenza di depressione o mania a seguito di assunzione di
farmaci o sostanze rappresenti solamente la slatentizzazione di disturbo bipolare.
Altre cause: disendocrinie (manifestazioni depressive nellipotiroidismo, maniacali nelliper),
processi infettivi (lue, epatite, influenza, mononucleosi, AIDS), malattie neurologiche (sclerosi
multipla, Parkinson, ictus).
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DISTURBO CATATONICO DOVUTO A CONDIZIONI FISICHE
Presenza di catatonia in relazione ad una malattia somatica
Eziologia
Da varie malattie somatiche, soprattutto di tipo neurologico.
Eziologia
I traumi cranici sembrano le cause pi frequenti.
Altre cause: epilessia, sclerosi multipla, corea di Huntinghton, disendocrinie, quadri
dismetabolici, alcolismo cronico.
Terapia
Deve mirare, se possibile, alla rimozione o al trattamento della causa organica. In alcuni casi,
per, il fattore eziologico pu aver provocato danni neuronali persistenti e, quindi, la terapia pu
essere solamente sintomatica.
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Le demenze
INTRODUZIONE
Definizione
Disturbo mentale, acquisito, obiettivamente verificabile, caratterizzato dalla
compromissione della memoria a breve e a lungo termine, accompagnato da
un deficit del pensiero astratto, delle capacit di giudizio critico, delle funzioni
corticali superiori (fasie, prassie, gnosie) e/o da modificazioni della
personalit, in assenza di compromissione dello stato di coscienza, e di entit
tale da interferire significativamente con le attivit lavorative e sociali o con le
relazioni interpersonali.
INVECCHIAMENTO E DEMENZA
Secondo alcuni autori, linvecchiamento fisiologico sarebbe solo una forma a decorso
lentissimo della demenza primaria ed insorgenza senile, per cui le differenze tra invecchiamento
fisiologico e demenza sarebbero solo quantitative e non qualitative.
certo che let un fattore di rischio per la demenza senile, ma una cosa sono i fattori di
rischio ed altra cosa i fattori etiologici. ampiamente dimostrato, inoltre, che tra invecchiamento e
demenza esistano processi comuni, ma questo non giustifica da solo il discorso quantitativo, dato
che, oltre un certo punto, intervengono differenze qualitative tali, per cui solo i dementi diventano
infermi irrecuperabili, incapaci di vita autonoma. Il fatto che non siamo ancora in grado di
cogliere il punto di passaggio, qualitativo e quantitativo, tra normalit e patologia.
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SEMIOTICA CLINICA E STRUMENTALE
sempre necessario, in primo luogo, un accurato studio anamnestico-clinico, seguito dalle
indagini di laboratorio e strumentali suggerite dal giudizio clinico.
Esame anamnestico-clinico
Lindagine anamnestica mirata ad evidenziare:
Anamnesi familiare: presenza di familiari con disturbi psichiatrici, neurologici e/o
somatici, in qualche misura correlati alla patologia demenziale
Anamnesi fisiologica: presenza di insufficienza mentale, congenita o acquisita, o di
ritardo nello sviluppo psicomotorio; importanti anche le informazioni circa il livello di
scolarit, la storia occupazionale, le abitudini dietetiche e voluttuarie
Anamnesi patologica remota: possibili malattie neuro-psichiatriche e/o somatiche,
traumi cranici ed altre condizioni morbose
Anamnesi patologica prossima: tempi e modalit di esordio e di evoluzione del quadro
clinico
Qui di seguito, vedremo, per ogni aspetto/funzione della psiche, quali sono le informazioni
che si devono acquisire in un esame clinico:
Personalit premorbosa: lattenzione va rivolta allo stile comportamentale del soggetto, al livello
di adattamento ed integrazione sociale, al modo ed alla misura del cambiamento di interessi e
abitudini, ad episodi confusionali con o senza agitazione psicomotoria, ad alterazioni della vita
istintuale, del linguaggio e delligiene personale, alle limitazioni della capacit di vita autonoma.
Carattere: alterazioni, pi spesso con accentuazione dei tratti di personalit, ma talora anche con la
comparsa di caratteristiche opposte a quello preesistenti. In linea di massima, la personalit risulta
semplificata, impoverita e pi disinibita. Quando le modificazioni del carattere assumo un rilievo
preminente, si configura una Sindrome Organica di Personalit (coesistono, da una parte,
instabilit affettiva, ingiustificati scoppi dira, comportamenti socialmente sconvenienti, dallaltra,
apatia, indifferenza, perdita di interesse per le attivit abituali e, infine, religiosit, marcata
sospettosit).
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Pensiero astratto: difficolt ad affrontare problemi nuovi, ad acquisire nuove tecniche, a formulare
pensieri astratti, ad uscire dal concreto, dal mero significato letterale, a cogliere analogie e
differenze. In altre parole, il soggetto perde le attivit di base del pensiero (astrazione, analisi,
sintesi, etc.) e, parallelamente, perde anche il patrimonio intellettuale e culturale precedentemente
acquisito, la scale dei valori logici e le norme etiche e sociali. Di conseguenza, si hanno gravi deficit
di critica, autocritica e di giudizio, che lo portano ad anomalie della condotta.
Funzioni corticali superiori: variamente compromesse, fino a culminare della Sindrome Alogica
di Reich, caratterizzata da afasia, agnosia ed aprassia (compromissione della componente
intellettivo-semantica, senza o con scarsa compromissione degli elementi sensoriali). Per quanto
riguarda lafasia, la produzione del linguaggio compromessa in misura maggiore della
comprensione; con il progredire della malattia, il linguaggio si fa sempre pi vuoto, fino alla
comparsa del mutismo demenziale (il soggetto ha sempre una risposta, anche se vuota di
contenuti informativi, es. ecolalia). I disturbi della prassia si manifestano precocemente con gli
errori nelle sequenze gestuali complesse (disturbo della cognizione spaziale: errori topografici,
errore destra/sinistra, aprassia dellabbigliamento. Lagnosia pi tardiva e si manifesta con i
deficit di riconoscimento fisiognomico.
Linguaggio: i disturbi del linguaggio sono prodotti dal combinarsi dei disturbi della memoria e
cognitivi con lafasia. Progressivamente, il linguaggio si impoverisce, diventa meno comunicativo
ed informativo, cresce luso delle stesse espressioni e di luoghi comuni. I nessi sintattici diventano
pi lassi.
Ipocondria: pu essere presente, fino al vero e proprio delirio di ipocondria e al delirio di Cotard.
Percezione: i disturbi della percezione possono essere secondari alle alterazioni dellattenzione e
dello stato di coscienza (illusioni, falsi riconoscimenti) o primitivi (allucinazioni).
Contenuto del pensiero: sospettosit, idee prevalenti e vere e proprie idee deliranti. Tali disturbi
possono essere innescati dalla perdita delle capacit di critica e di giudizio, da disturbi della
memoria, da disturbi percettivi, o dal ridotto apporto sensoriale (sordit) o sociale. Quanto la
sintomatologia delirante assume un ruolo di rilievo nel quadro, si parla di Demenza con Sindrome
Delirante.
Coscienza: non dovrebbe essere alterata. In alcuni casi, tuttavia, si possono osservare alterazioni
della coscienza (stati di torpore di diversa profondit) generalmente di breve durata, che possono
ripetersi con una certa frequenza, tanto da caratterizzare il sottotipo Demenza con Delirium.
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Cognitivit Ridotta capacit di elaborare le informazioni
Compromissione del pensiero astratto (ridotta capacit di elaborare concetti, di cogliere analogie
e differenze fra parole, di comprendere il significato metaforico dei proverbi, etc.)
Affaccendamento afinalistico
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DIAGNOSI
La diagnosi di demenza non una diagnosi di esclusione. Essa si basa su tre criteri (che
abbiamo accennato allinizio del capitolo):
Declino delle funzioni intellettive
Compromissione globale di tali funzioni
Mancanza di alterazione dello stato di coscienza
Una volta posta una diagnosi generica di demenza, indispensabile giungere alla
formulazione di una diagnosi etiologica.
QUADRI CLINICI
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la fase successiva (fase neuro-psichiatrica). La durata della fase prodromica pu essere
da pochi mesi a pi di un anno.
2. Fase neuro-psichiatrica: fase in cui predominano i sintomi neuro-psichiatrici. La
durata di questa fase pu variare da 3 a 7 anni, in media. in questa fase che, di solito,
il paziente giunge al medico. I nuovi sintomi si sommano ai vecchi: alcuni disturbi, che
insorgono o si aggravano adesso (come i disturbi cognitivi, lafasia o il mutacismo),
inglobano o impediscono la manifestazione di altri deficit, evidenziati in precedenza.
Per quanto riguarda il disturbo della memoria, il soggetto, dalla iniziale difficolt a
memorizzare, passa precocemente ad una amnesia globale, con perdita completa del
patrimonio mnestico. opportuno distinguere questo disturbo demenziale dalla
Smemoratezza Senile Benigna, disturbo solo mnestico, non accompagnato da altri
deficit cognitivi. Nella fase neuro-psichiatrica, compare e si sviluppa la Sindrome
alogica di Reich ed il paziente perde, cos, ogni capacit di vita autonoma. Il deficit di
intelligenza si esprime con le azioni a rovescio, che denunciano gli errori di giudizio
critico. Si hanno, inoltre, disturbi attentivi, difficolt di astrazione, pensiero alogico,
incapacit di pianificare una condotta, prevederne le conseguenze ed apportare
eventuali correttivi, incapacit di riprodurre sequenze motorie anche semplici,
emotivit patologica (pi di frequente di tipo disinibitorio; pi tardi di tipo inibitorio,
con apatia ed abulia). La sintomatologia demenziale, anche in questa fase, pu essere
accompagnata da sintomi accessori: fenomeni di tipo ossessivo e collezionismo;
deliri di latrocinio, persecutori, ipocondriaci, di gelosia, che, per le caratteristiche stesse
della demenza, non arrivano mai a strutturarsi; fenomeni allucinatori (frequenti le
allucinazioni ipnopompiche, che si manifestano negli stati di dormiveglia); sintomi
depressivi (nella fase prodromica ed allinizio della neuro-psichiatrica) e sintomi
maniacali (in stadio pi avanzato), con impulsivit, irritabilit, euforia fatua, labilit
emotiva, apatia. Frequente laffaccendamento afinalistico, fino alla manipolazione di
tutti gli oggetti che capitano sotto mano, e, tipica di questa fase, anche la spinta
verso casa. Alla fine della fase neuro-psichiatria, il paziente giunge allo sfacelo
mentale, nel quale le residue e ridotte espressioni dellattivit psichica sono inadeguate
ai fini di una qualsiasi azione intelligente, anche minima.
3. Fase neurologica: fase in cui predominano i sintomi neurologici. I disturbi neurologici
sono gi presenti nella fase neuro-psichiatrica, ma la comparsa di alcuni quadri
neurologici segna il passaggio alla fase successiva. Tali disturbi possono essere:
disturbi parkinsoniani, disturbi della deambulazione fino allincapacit di camminare,
disturbi del controllo sfinterico. Il soggetto non parla, n emette alcun suono, non si
muove spontaneamente, non si alimenta, n mostra di avere bisogni di alcun tipo. La
durata di questa fase , in media, di un anno.
4. Fase internistica: difficilmente delimitabile dalla fase neurologica. Il paziente, ormai
stabilmente allettato, va incontro a patologie infettive e insufficienza miocardica, che
mettono fine alla vita del paziente. La durata di questa fase non supera, in genere, i sei
mesi.
Malattia di pick
La malattia di Pick una forma di demenza molto pi rara della malattia di Alzheimer.
Colpisce, di solito, let presenile. A livello anatomico e fisiologico, le disfunzioni sono differenti
rispetto alla malattia di Alzheimer. Inoltre, rispetto a questa, le funzioni mestiche e visuo-spaziali
restano conservate pi a lungo.
Consente una sopravvivenza, in media, di 8 anni.
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Corea di Huntington
Malattia ereditaria autosomici dominante, clinicamente caratterizzata da disturbi del
movimento, demenza e disturbi affettivi.
Let di esordio fra 25 e 45 anni.
Presenta una devastante perdita neuronale.
Demenze secondarie
Si distinguono in:
Demenze vascolari, quali la Demenza multinfartuale, causate dal danno anatomico
provocato dallarteriosclerosi cerebrale
Demenze infettivo/infiammatorie, tra le quali la AIDS-Dementia complex, in cui gli
agenti infettivi provocano danni al SNC e al SNP
Encefalopatie spongiformi trasmissibili, tra cui la malattia di Creuzfeldt-Jakob
(morbo della mucca pazza), causate da agenti infettivi non convenzionali che
distruggono le cellule nervose
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.9 Disturbi da uso di sostanze: alcolismo
DEFINIZIONI
Definizione: gli alcolisti sono bevitori la cui dipendenza alcolica ha raggiunto livelli cos
alti da mettere in evidenza un marcato disturbo fisico o una chiara interferenza con la loro
salute fisica e mentale, con le loro relazioni interpersonali e con il loro atomico sviluppo
sociale ed economico; oppure quei soggetti che mostrano i segni prodromici di una simile
evoluzione patologica
EPIDEMIOLOGIA
I dati relativi alla reale diffusione dellalcolismo sono molto imprecisi.
Negli ultimi anni si registrato un sensibile aumento del consumo medio di alcol. Vi , oggi,
una nuova cultura del bere che incentiva luso di superalcolici e birra e prevede nuovi ritmi di
assunzione (aperitivi, digestivi). Inoltre, si assistito ad un abbassamento dellet media in cui si
inizia a bere e la riduzione del rapporto maschi/femmine.
EZIOPATOGENESI
Lassunzione eccessiva e prolungata di alcol in grado di provocare gravi danni allomeostasi
del nostro organismo. La gravit di queste conseguenze non dipende solo dalla durata dellabuso e
dallalcol ingerito, ma anche da parametri individuali (provenienza etnica, tolleranza congenita,
personalit, ambiente sociale).
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FATTORI PREDITTIVI
Eredit e ambiente concorrono in varia misura a determinare una condizione di alcol-
dipendenza.
Fattori di rischio possono essere: la solitudine, la disoccupazione, let giovanile, un basso
livello culturale, modelli culturali che utilizzano lalcol come simbolo di successo e considerano il
suo uso quotidiano come normale.
Possono essere considerati fattori predisponenti alcuni disturbi psichiatrici dellinfanzia, come
il Disturbo da Deficit dellAttenzione con Iperattivit.
Disturbi psichiatrici particolarmente predisponenti verso la SDA sono lansia e la
depressione:
Il comportamento alcolico appare secondario, in alcuni casi, al disturbo dansia, in
particolare al DAP e alla Fobia Sociale
Si ipotizzata la presenza di una base comune tra alcolismo e depressione; le forme
bipolari sembrano maggiormente correlate allalcolismo e, in particolare, luso di alcol
aumenterebbe nelle fasi maniacali
Si distinguono due tipi di personalit pre-alcoliche:
Alcolisti di tipo I: predisposti ai disturbi dansia e dellumore, con una forte coscienza
verso il problema della dipendenza
Alcolisti di tipo II: prevalentemente di sesso maschile, con esordio precoce, rapido
sviluppo di dipendenza e tratti antisociali di personalit
Cosicch, il paziente ricerca la sostanza alcolica solo per prevenire i sintomi di astinenza.
Decorso
Nelle prime fasi della malattia, quando la dipendenza si instaurata da poco, spesso non possibile
rilevare alcun segno fisico e nessuna alterazione dagli esami di laboratorio. Gi in questa fase, per, il
disturbo pu essere causa di disadattamento sociale, familiare e lavorativo.
In seguito, compaiono disturbi fisici, quali anoressia, nausea mattutina, vomito, diarrea, palpitazioni,
insonnia, amenorrea o impotenza, spesso associati, sul piano psicologico, a irritabilit, nervosismo,
vuoti di memoria. Poi si avranno anche i segni dellinsufficienza epatica, renale e pancreatica.
Il perdurare di uno stato di alcolismo cronico si associa ai seguenti sintomi: sindrome da astinenza
(convulsioni, allucinazioni, delirium), sindromi psicotiche (paranoia, allucinazioni, deliri), deficit
cognitivi che vanno da lievi turbe mnestiche, fino alla Demenza e alla sindrome amnestica.
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DISTURBI MENTALI INDOTTI DA ALCOL
Si possono descrivere vari stadi: da una iniziale disinibizione, fino ad una grave
compromissione dello stato di coscienza che pu condurre alla morte
Medio Tono dellumore disforico fino allaggressivit, con grave deficit dei
meccanismi di autocontrollo
Lo stato di ebbrezza, in genere, termina 12 ore dopo lultima assunzione, residuando uno stato
di malessere fisico, con disforia e depressione.
Astinenza alcolica
In soggetti con SDA, i sintomi di astinenza compaiono dopo 24-48 ore da una drastica
riduzione o cessazione dellassunzione di alcolici.
Il quadro pi grave al mattino, con la comparsa di tremori alle mani ed ai muscoli facciali,
nausea e vomito, aumento della sudorazione, irritabilit.
La fase acuta tende a risolversi dopo 2 giorni ed entro una settimana il disturbo scompare
completamente. Possono residuare labilit emotiva, umore depresso e disturbi del sonno.
Nei casi pi gravi, possono manifestarsi crisi epilettiche (grande male) o vi pu essere
unevoluzione verso il delirium.
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Allucinosi alcolica
Lallucinosi rappresenta una delle complicanze pi gravi dellalcolismo cronico
Si manifesta dopo un breve periodo di astinenza, in genere 48 ore, in soggetti con una lunga
storia di intossicazione alcolica. Lesordio in genere notturno.
Fase prodromica: insonnia, umore irritabile e labile, tremore agli arti e alla lingua.
Fase di stato: compaiono, dapprima, allucinazioni uditive non ben organizzate (suoni
indistinti, ronzii, fischi), che poi si articolano maggiormente e possono associarsi anche ad
allucinazioni visive; lo stato di coscienza rimane intatto, a differenza del delirium tremens.
Il contenuto allucinatorio rappresentato da temi di minaccia, denigratori e persecutori, a
volte paradossali anche per il soggetto stesso. Possono instaurarsi comportamenti di evitamento o di
difesa e, talvolta, condotte autolesive.
Il decorso pu variare da alcuni giorni ad alcune settimane.
Demenza
La demenza alcolica rappresenta una grave complicanza tardiva (non prima dei 35 anni).
Sono presenti marcati disturbi della memoria di fissazione e di rievocazione, deficit del
pensiero astratto e delle capacit di giudizio, modificazioni della personalit, turbe delle funzioni
corticali superiori (afasia, aprassia, agnosia).
Il soggetto manifesta una compromissione del funzionamento sociale e familiare, fino alla
completa perdita dellautosufficienza.
TERAPIA
La terapia finalizzata al raggiungimento di una astinenza duratura
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.10 Disturbi dellumore
INTRODUZIONE
Oscillazioni fisiologiche del tono dellumore svolgono un ruolo adattivo, in quanto,
influenzando la sfera cognitiva e comportamentale, consentono allindividuo di adeguare le proprie
reazioni alle condizioni ambientali.
Ci nonostante, DSM IV e ICD-10 non hanno ancora accolto in pieno il concetto di spettro
maniaco-depressivo e trascurano gli aspetti cardine dei disturbi dellumore (temperamento
premorboso, modalit di esordio, caratteristiche del decorso, familiarit).
Tra i pazienti bipolari, presente unalta percentuale di celibi, nubili e separati. Ci pu essere
spiegato o con la giovane et di questi soggetti, o con linfluenza negativa che la malattia esercita
sui rapporti affettivi, oppure con la possibilit che lo stress della separazione costituisca, in soggetti
predisposti, un evento scatenante il disturbo.
Il disturbo bipolare risulta, inoltre, pi frequente nelle classi sociali pi elevate.
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EZIOPATOGENESI
Lattenzione maggiormente centrata sui fattori biologici, anche se, dalla prima met del
900, sono state avanzate teorie di matrice psicodinamica, etologica e cognitiva.
Ipotesi biologiche
probabile che una particolare vulnerabilit ereditaria del SNC (sistemi biochimici,
neurotrasmettitoriali, neuroendocrini, etc.) si manifesti, in condizioni ordinarie, attraverso semplici
caratteristiche temperamentali e che, sulla spinta di fattori ambientali o quando vi un carico
genetico pesante, dia luogo ai diversi quadri clinici depressimi, maniacali o misti.
Ritmi biologici
La stagionalit sembra influenzare il decorso dei disturbi dellumore.
La depressione ha una frequenza massima in autunno e in primavera ed il numero di suicidi
risulta pi elevato in ottobre e maggio. Al contrario, leccitamento ricorre abitualmente in estate.
Questo andamento da attribuire ad una abnorme sensibilit allintensit della luce o ai suoi
bruschi cambiamenti, che si verificano appunto in autunno ed in primavera.
Negli anni 80, si individuato un sottogruppo di disturbi dellumore con decorso
esclusivamente stagionale.
Ipotesi cognitive
Unemozione, e quindi anche lo stato danimo depressivo, pu essere scomposta in due
componenti: pensieri e sensazioni fisiche. I pensieri deriverebbero da regole tacite o esplicite,
costruite nella prima infanzia, a partire dai processi di attaccamento e separazione dalle figure
genitoriali, e confermate nella seconda infanzia e nelladolescenza.
Nei primi anni di vita, i soggetti, che andranno incontro ad episodi depressivi, subirebbero
spesso un distacco precoce (morte di uno o di entrambi i genitori, allontanamento fisico e/o
affettivo dei genitori, indifferenza dei genitori verso i bisogni e le difficolt del figlio), esperienza
che porta a sviluppare unimmagine di s perdente.
Lequilibrio emotivo sar mantenuto, grazie al continuo sforzo di nascondere la propria
debolezza, finch non si verificano situazioni implicanti una perdita. Questi eventi vengono valutati
dal soggetto come un inevitabile risultato della propria incapacit e generano una reazione di
disperazione e demoralizzazione, che rapidamente si estende a tutti i settori dellesistenza, con la
comparsa dei pensieri automatici.
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Ipotesi psicoanalitiche
La depressione rappresenta una reazione alla perdita di un oggetto di amore, sia reale che
fantastico.
Ci sono molte analogie tra la depressione ed il normale dolore conseguente ad un lutto, che
sono entrambi dovuti a perdita di qualcosa. Ma, mentre nel lutto prevale il dolore per la perdita
stessa, nella depressione sono pi frequenti i sensi di colpa, derivanti da una precedente ostilit
inconscia verso loggetto perduto, che viene poi rivolta verso si s.
La mania rappresenterebbe un meccanismo di negazione o un tentativo di risolvere i conflitti
che provocano i sentimenti depressivi.
M. Klein ha ipotizzato che, intorno al 6 mese di vita, ogni bambino attraversa una fisiologica
fase depressiva, conseguente alla scoperta che lo stesso oggetto pu avere aspetti buoni e cattivi. Se
lesperienza risulta troppo frustrante, si verifica una fissazione in questa posizione depressiva, per
cui successive esperienze di perdita causeranno la comparsa di un quadro clinico conclamato.
EVENTI SCATENANTI
Gli eventi scatenanti fanno emergere una patologia fino ad allora solo potenziale.
Possiamo distinguere le seguenti classi di eventi:
Eventi di perdita (reali o simbolici, gi accaduti o solo temuti)
Eventi aspecifici (incidenti stradali, disastri naturali, etc.)
Eventi positivi (promozione, nascita di un figlio, etc.).
stato visto che, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, i disturbi dellumore sono
aumentati. Questo pu essere dovuto al cambiamento dello stile di vita avvenuto in questi anni:
ciascuno di noi sottoposto ad un elevato numero di stimoli attivanti (viaggi, frequenti
cambiamenti di partner, etc.), sostiene ritmi incalzanti, usa spesso farmaci e sostanze che possono
accrescere leccitabilit (caff, t, etc.). A ci si deve aggiungere la larga diffusione delluso di
droghe (cannabinoidi, cocaina, etc.). Tutti questi fattori facilmente provocano un continuo stato di
tensione od una drastica riduzione del numero di ore di sonno, che a loro volta possono
scatenare episodi depressivi o maniacali.
70
QUADRI CLINICI
I disturbi dellumore comprendono due quadri clinici fondamentali, depressione e mania, ed
una variet intermedia, in cui sono contemporaneamente presenti elementi delluno e dellaltro
quadro (stati misti).
Depressione maggiore
Esordio: improvviso o preceduto, per alcuni giorni o settimane, da sintomi di allarme (labilit
emotiva, tensione, astenia, disappetenza, difficolt di concentrazione, insonnia, cefalea) senza,
tuttavia, una particolare compromissione a livello lavorativo o sociale
Periodo di stato:
Flessione del Il soggetto si sente triste, cupo, avvilito, sfiduciato, abbattuto, pessimista, svuotato,
tono dellumore angosciato, disperato; oppure prova un senso di agitazione, di irrequietezza, di
tensione interna, di irritabilit, di ansia e nervosismo incessanti, che si
accompagnano allincapacit di stare fermo o rilassarsi e ad una sensazione di
attesa dolorosa
Malessere fisico Talvolta, tale tristezza pu esprimersi anche attraverso un malessere fisico,
localizzabile al torace e allo stomaco
Taedium vitae Quando la tristezza tanto profonda da provocare disgusto verso la vita
Rallentamento Rilevabile gi dallaspetto esteriore del soggetto: soprattutto nelle forme medie e
dellattivit gravi, appare trascurato, invecchiato, chiuso in se stesso; stanco, dimesso, incerto;
manca della normale ricchezza e variabilit di gesti, il volto atteggiato ad
motoria unespressione di profondo dolore; i movimenti sono lenti, esitanti; evita di
manifestare le proprie opinioni rimanendo a lungo in silenzio; il tono della voce
sommesso, fievole, monotono
Il rallentamento si manifesta con un senso di apatia, indifferenza, astenia,
mancanza di energia, intensa stanchezza, per cui qualsiasi movimento risulta
difficile
Quando pi profondo, compare la tendenza a rimanere a letto o in poltrona lintera
giornata
Agitazione motoria In alcuni casi (pi frequente tra le donne), il paziente appare irrequieto, non trova
pace, sente il bisogno di camminare; se seduto, accavalla continuamente le
gambe, torce le mani, tormenta i capelli; la sua mimica vivace ed esprime grande
sofferenza; il pianto drammatico; la produzione verbale aumentata.
Lepisodio dovrebbe essere pi correttamente diagnosticato come stato misto
71
Rallentamento Si manifesta con un senso di ottundimento, di mancanza di chiarezza, di testa vuota
dellattivit o confusa; il flusso delle idee cristallizzato su pochi argomenti a contenuto
depressivo (ruminazioni mentali o idee coatte)
ideativa e
distraibilit La facile detraibilit, la difficolt a spostare lattenzione da uno stimolo ad un altro, la
mancanza di concentrazione rendono difficili leggere, scrivere, seguire una
discussione etc.
Idee prevalenti Il paziente si biasima per la propria abulia, per la pigrizia, per legoismo; ripensa
di colpa continuamente ad eventuali piccoli errori commessi in passato e che nella sua
mente si ingigantiscono
Ipocondria Il dubbio di essere affetto da una malattia somatica spinge il depresso a sottoporsi a
continue visite mediche
Le idee ipocondriache traggono origine dai disturbi gastro-intestinali,
cardiovascolari, neuro-muscolari, respiratori e genito-urinari che possono
accompagnare la depressione
Vissuto Scollamento tra tempo oggettivo e soggettivo, che risulta notevolmente rallentato
temporale rispetto al primo: il paziente ha limpressione che tutto si svolga la rallentatore, che
ogni cosa sia stagnante
alterato
Il soggetto, non avendo pi la capacit di proiettarsi nel futuro, si rifugia nel passato,
nellillusione di trovare sicurezza e protezione
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Disturbi Insonnia; perdita dellappetito oppure iperfagia con ricerca di carboidrati; riduzione
neurovegetativi del desiderio sessuale fino al completo disinteresse, amenorrea o impotenza;
alterazioni dei ritmi biologici
Durata: in media 6-8 mesi, bench possa essere molto pi breve o superare i 2 anni
Risoluzione: talvolta improvvisa, nel giro di qualche ora; pi spesso avviene gradualmente ed il
paziente avverte unattenuazione progressiva dei disturbi; si possono alternare giorni di
miglioramento a giorni di peggioramento
Depressione con melanconia Corrisponde alla depressione endogena della nosografia classica.
Abituale assenza di eventi scatenanti, buon funzionamento della personalit premorbosa ed
interepisodica, frequente familiarit affettiva
Depressione con manifestazioni psicotiche Possono essere congrue o incongrue allumore, deliri
e/o allucinazioni. Costituisce il 10% di tutte le depressione e si manifesta in soggetti con un pesante
carico genetico.
Sindrome di Cotard Assai rara, colpisce prevalentemente donne anziane con problemi cerebrali
organici e con precedenti episodi maniaco depressivi. Dopo una fase iniziale con ansia e
depersonalizzazione affettiva, compaiono deliri nichilistici.
Depressione cronica Comprende tutti quegli episodi depressivi maggiori (10-20%) la cui
sintomatologia persiste per pi di 2 anni, in assenza di remissioni parziali o totali superiori ai 3
mesi. Superata la fase acuta, si attenuano i disturbi psicomotori e neurovegetativi, scompare
73
lalternanza diurna, mentre permangono ansia, tendenza al pessimismo, mancanza di energia,
perdita degli interessi, insicurezza.
Mania
Esordio: in genere, pi rapido rispetto alla depressione; pu insorgere nel giro di qualche ora; pi
spesso, preceduto da alcuni giorni di iperattivit, eccessiva gaiezza o irritabilit, loquacit ed
espansivit inusuali, ridotto bisogno di sonno, segni che gradualmente si intensificano dando luogo
al quadro conclamato
Periodo di stato:
Elevazione del tono Il paziente appare inusualmente allegro, euforico, felice, esuberante, cos
dellumore (euforia) ottimista da diventare superficiale; si entusiasma per un nonnulla; afferma di
sentirsi molto bene, di essere rinato, al massimo delle proprie capacit,
entusiasta della vita
Nei casi estremi, si manifestano sensazioni di beatitudine, illuminazione e
profonda sintonia con il resto dellumanit
Umore instabile Sono sufficienti piccole frustrazioni, minimi contrasti, anche un rumore intenso
o una visita non gradita, perch allo stato di benessere subentri rabbia,
aggressivit
Un ricordo doloroso o avvenimenti solo moderatamente penosi bastano a
provocare una profonda tristezza, crisi di pianto e persino idee di suicidio
Fluttuazioni dellumore di breve durata (pochi minuti o qualche ora)
Incremento Non riesce a stare a lungo fermo; impulsivo; ha una gestualit esagerata e
dellattivit motoria teatrale; uno sguardo mobile e vivace; mimica mutevole, ricca di smorfie;
repentini scoppi di pianto
Nelle forme pi gravi: disordine, trasandatezza nel vestire, scarsa igiene
personale
Insalata di parole Nei casi estremi, si ha una totale perdita dei nessi associativi, le parole sono
accostate perlopi in base ad assonanze
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Allentamento dei Non esistono pi regole, vincoli, convenienze da rispettare, mentre tutto
freni inibitori risulta semplice, a portata di mano
Disturbi psicosensoriali Illusioni, favorite dai deficit attentivi, e allucinazioni di tipo uditivo e visivo, in
genere fugaci e frammentate
Perdita di continuit Il paziente non in grado di veder il proprio agire proiettato nel tempo; vive
temporale esclusivamente nel presente, i cui confini vengono dilatati fino a comprendere
passato e futuro
Idee di grandezza Con ipervalutazione della propria forza fisica, dellaspetto estetico, delle
capacit intellettuali e delle disponibilit economiche; queste cose vengono
riferite in tono scherzoso, pi per vanagloria che per effettivo convincimento
Deliri congrui allumore Deliri di grandezza, tra cui sono frequenti le tematiche religiose; in questi
ultimi casi si possono associare allucinazioni visive ed uditive
Deliri di persecuzione, scatenati dalle reazioni di ostilit degli altri nei confronti
della mancanza di tatto e della litigiosit del paziente
Disturbi Marcata riduzione del bisogno di sonno, in alcuni casi assenza di sonno per
neurovegetativi alcuni giorni; appetito aumentato, con dimagrimento a causa delliperattivit;
aumento dellattivit sessuale
Mancata coscienza Pur avendo superato in passato episodi analoghi, il paziente fermamente
di malattia convinto di star bene e, se contraddetto, pu reagire con aggressivit
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Levoluzione della mania in tre stadi di gravit crescente:
1. Stadio I: euforia, occasionalmente irritabilit, idee di grandezza, iperattivit
2. Stadio II: labilit dellumore con frequente disforia, accelerazione del pensiero che pu
giungere alla fuga delle idee, deliri di grandezza e paranoidi, agitazione psicomotoria
3. Stadio III: a prima vista difficilmente distinguibile dalle altre psicosi acute; umore
disforico, incoerenza, allentamento dei nessi associativi, deliri bizzarri, attivit
psicomotoria frenetica
La mania si pu manifestare con le seguenti varianti:
Mania euforica Prevale lesaltazione istintiva, emotiva ed affettiva: il paziente non avverte pi
stanchezza, sente esaltate le proprie capacit fisiche e psichiche, invaso da sensazioni di gioia, di
piacere e, talvolta, da esperienze di beatitudine ed illuminazione. La ricerca della soddisfazione
personale non ha pi freni, n viene arginata da consigli o regole morali.
Mania agitata Il quadro dominato da un intenso eccitamento psico-motorio, che prevale sugli
aspetti emotivi ed affettivi. Nei casi pi gravi, compaiono impulsi aggressivi verso persone e cose e
crisi pantoclastiche.
Mania delirante Dopo un esordio brusco, accanto ad insonnia e perdita dellappetito, compaiono
deliri congrui o incongrui allumore, allucinazioni e, talvolta, disorientamento spazio-temporale.
Mania confusa Rappresenta lo stadio evolutivo di maggior gravit della mania furiosa. Il
comportamento incoerente, caotico, confuso, incontrollabile. Lalterazione dello stato di coscienza
spesso favorita dalla presenza di alterazioni organiche a carico del SNC.
Mania cronica Superata la fase acuta, si assiste o alla permanenza del tono dellumore irritabile-
disforico e di unindifferenza verso tutto ci che non riguarda il soddisfacimento dei propri desideri,
oppure ad una rigida cristallizzazione su tematiche deliranti, eventualmente accompagnate da
allucinazioni uditive. Si ha, inoltre, un graduale decadimento della memoria, delle capacit
intellettive, di giudizio e di critica.
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Stati misti
Definizione: quadri clinici in cui sono simultaneamente presenti, nello stesso soggetto e
nello stesso periodo, manifestazioni psicopatologiche di entrambe le polarit della
malattia maniaco depressiva
Vengono distinte tre forme di stati misti: forme classiche, forme attenuate, forme psicotiche.
Forme classiche Secondo Kraepelin, le alterazioni fondamentali della malattia maniaco depressiva
riguardano tre coppie di sintomi antitetici:
a. Umore: depresso esaltato
b. Psicomotricit: inibita eccitata
c. Ideazione: rallentata eccitata
Se queste coppie di sintomi si modificano contemporaneamente e nella stessa direzione, avremo le
forme pure di depressione e mania; se, al contrario, si verifica una dissociazione e, in un dato
momento, una di queste coppie si trova in una fase diversa rispetto alle altre due, si manifesta uno
dei sei possibili sottotipi di stato misto:
1. Mania con furore: agitazione motoria, accelerazione del pensiero, con umore depresso
ed irritabile (psicomotricit ed ideazione umore ); il paziente scontento,
insofferente, litigioso, eccessivamente sensibile alle frustrazioni
2. Depressione agitata: intensa agitazione psicomotoria, con ideazione rallentata e
focalizzata su tematiche deliranti di tipo depressivo, e umore malinconico, ma labile
(psicomotricit ideazione e umore )
3. Mania improduttiva: lumore gaio, euforico; unaumentata eccitabilit pu portare
ad improvvise ed immotivate esplosioni di aggressivit; lideazione rallentata
(psicomotricit e umore ideazione ) ed il paziente ha difficolt persino a
comprendere le domande e a rispondere; molto frequente
4. Stupore maniacale: umore euforico; rallentamento motorio, inibizione ideativa (umore
psicomotricit e ideazione ); il paziente appare tranquillo, lucido, presenta una certa
vivacit mimica, tuttavia risulta inaccessibile; questa forma costituisce spesso una fase
di passaggio dalla depressione alla mania
5. Depressione con fuga delle idee: accelerazione ideativa che pu giungere alla fuga
delle idee, che si associa ad umore depresso e rallentamento psicomotorio (ideazione
psicomotricit e umore )
6. Mania con inibizione motoria: umore euforico e accelerazione del pensiero, con
inibizione motoria (ideazione e umore psicomotricit )
Forme attenuate Si pu avere la sindrome depressiva mista, un quadro depressivo con una
sottostante componente eccitativa (presenza di sintomi quali umore disforico e/o labile, intensa
ansia, irrequietezza motoria, loquacit, accelerazione del pensiero, idee e tentativi di suicidio
soprattutto di tipo impulsivo, iperattivit sessuale, insonnia grave), oppure la ipomania ansiosa,
cio un quadro ipomaniacale associato ad una sintomatologia tipo ansia generalizzata (continuo
stato di preoccupazione per banali situazioni della vita quotidiana), oppure la ipomania disforia, un
quadro ipomaniacale associato ad impulsivit, irritabilit, condotte antisociali, abuso di alcol o
stupefacenti.
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Forme psicotiche Intensa sintomatologia produttiva delirante (deliri mistici, persecutori, di
influenzamento, di riferimento, ipocondriaci) ed allucinatoria, in genere associata ad umore
depresso o irritabile, eccitazione motoria, logorrea, sentimenti di depersonalizzazione o
derealizzazione; talvolta prevale uno stato confusionale con stupore. Rappresentano circa il 50%
degli stati misti. Possono evolvere verso il delirio cronico. La diagnosi differenziale nei confronti
dello spettro schizofrenico complessa.
La presenza di uno stato misto indice di maggiore gravit della malattia maniaco
depressiva
Questo perch le singole fasi hanno lunga durata, di frequente si sviluppano condotte
aggressive etero e auto-dirette, con conseguente elevato rischio di suicidio, e si ha la tendenza alla
cronicizzazione (20% dei casi).
Fattori eziopatogenetici Alterazioni organiche del SNC (traumi cranici, epilessia, malattie
neurologiche), cronico abuso di alcol, benzodiazepine e sostanze come cocaina, eroina e cannabis.
Potrebbero essere importanti anche i fattori ereditari, in quanto gli stati misti hanno una forte
familiarit e si manifestano, in genere, associati ad un carico genetico pesante.
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Decorso
Nella maggior parte dei casi, il singolo episodio tende a risolversi, anche spontaneamente,
dopo un periodo di tempo variabile in base sia alla polarit (la mania dura meno della depressione e
dello stato misto), sia a fattori individuali.
Disturbi unipolari
Manifestazioni cliniche rappresentante esclusivamente dalla depressione
Depressione Maggiore, episodio singolo Unico episodio depressivo, di intensit lieve, moderata o
grave, con o senza manifestazioni psicotiche. Circa nel 50% dei casi, questo episodio rappresenta
lesordio di una patologia dellumore pi complessa; nel restante 50%, lepisodio singolo tende a
rimanere isolato ed, in genere, stato scatenato da eventi stressanti; il decorso assume un
andamento cronico (superiore a 24 mesi).
Disturbo depressivo minore Episodi depressivi della durata minima di due settimane che, pur
provocando un marcato disagio soggettivo, lavorativo e sociale, non presentano un numero di
sintomi sufficiente per la diagnosi di depressine maggiore.
Disturbo depressivo breve ricorrente Ricorrere di episodi depressivi con sintomatologia piena, ma
di durata molto breve (da 2-3 giorni a 2 settimane), con una frequenza elevata (almeno una volta al
mese per un anno). Provocano una marcata sofferenza personale o difficolt in ambito sociale e
lavorativo.
Disturbi bipolari
Disturbo Bipolare I Forma pi grave di disturbo dellumore (pesante familiarit, insorgenza
precoce, tendenza a cronicizzare, alto numero di ospedalizzazioni, alto numero di suicidi e tentati
suicidi, elevato numero di ricadute, marcato disadattamento sul piano affettivo, lavorativo e
sociale). Alternarsi di episodi depressivi e maniacali o misti, con o senza manifestazioni psicotiche.
Il disturbo esordisce in genere con un episodio depressivo. Nel successivo decorso, tra le donne
prevalgono le ricadute depressive su quelle maniacali; nelluomo, si equivalgono.
79
Disturbo Ciclotimico (o Ciclotimia) Vedi oltre.
Tale disturbo caratterizzato da 4 o pi episodi per anno, con durata media di 2-3
mesi e con una fase depressiva molto pi lunga di quella espansiva
In passato, era raro, ma da circa 30 anni diventato molto pi frequente. una forma
particolarmente grave, che si manifesta principalmente tra le donne, in genere intorno ai 40 anni.
Nella maggior parte dei casi, si tratta di pazienti bipolari II.
Caratteristicamente, il passaggio dalla depressione allipomania avviene rapidamente, sotto
forma di switch, in genere durante lultima parte di una notte insonne.
La rapida ciclicit si pu manifestare in due modi:
Rapidi cicli ad esordio precoce: fin dalla comparsa della malattia maniaco depressiva
(prevalgono pazienti con temperamento ciclotimico)
Rapidi cicli ad esordio tardivo: il punto di arrivo dopo un decorso, talvolta di anni, di
vario tipo (prevalgono pazienti con temperamento ipertimico); la comparsa dei cicli
rapidi sembra pi pesantemente condizionata da eventi scatenanti
Si pensa che una delle cause di questo tipo di disturbo sia luso di antidepressivi, che possono
provocare un improvviso passaggio dalla depressione allipomania o alla mania, rendendo
lepisodio espansivo pi grave, soprattutto in soggetti ciclotimici e ipertimici. Si viene, cos, a
determinare una riduzione dellintervallo libero e la nuova depressione pi precoce e pi intensa.
Lepisodio depressivo, dopo una fase iniziale di ansia e irritabilit, caratterizzato da umore
depresso, mancanza di energie, riduzione dellattivit motoria, difficolt in campo lavorativo e
sociale, aumentato bisogno di sonno con sonnolenza diurna, aumentato appetito con ricerca di
carboidrati e relativo aumento di peso, netta riduzione della libido, inversione del tipico andamento
circadiano con peggioramento serale.
Il disturbo affettivo stagionale compare solitamente tra i 30 e i 40 anni, ha una, maggiore
incidenza tra le donne ed pi comune tra i bipolari II, meno tra i bipolari I, raro nei depressi
unipolari.
Comporta una discreta compromissione sul piano lavorativo, sociale, affettivo. Presenta alta
comorbidit con altre patologie mentali, soprattutto disturbo ossessivo compulsivo ed abuso di alcol
80
o sostanze. Quando alla distimia si sovrappone, per un certo periodo, un episodio depressivo
maggiore, si parla di Depressione Doppia, che comporta una prognosi pi sfavorevole, un pi alto
rischio di suicidio ed una ridotta risposta alle terapie.
TEMPERAMENTI AFFETTIVI
Il temperamento si riflette sia sullintensit con cui emozioni e sentimenti vengono vissuti ed
espressi, sia sul grado di risonanza affettiva degli avvenimenti esterni. Il temperamento condiziona
le esperienze relazionali pi antiche e, con queste, determina successivamente le modalit di
rapporto con lambiente esterno.
1) Temperamento Ciclotimico
Caratterizzato da continue oscillazioni dell'umore e delle energie che, puro non
raggiungendo una gravit tale da soddisfare i criteri per la diagnosi di episodio
maniacale o depressivo, influenzano la vita del soggetto
Le oscillazioni sono in genere improvvise, di breve durata (ore o giorni) o prolungate (in
relazione alle stagioni). Frequentemente, si ha una variazione circadiana dell'umore, con elevazione
dalla sera fino a tarda notte.
Linsorgenza delle oscillazioni pu essere spontanea o correlata ad eventi stressanti, ma
intensit e durata della reazione sono sempre sproporzionate allo stimolo, a causa di una spiccata
sensibilit ai rifiuti ed alle frustrazioni e di una eccessivo bisogno di approvazione.
Lumore passa rapidamente dalla gioia alla tristezza, all'irritabilit. Si alternano: ottimismo,
spensieratezza, briosit con pessimismo e pianto immotivato; iperattivit, intraprendenza con
mancanza di energie, perdita dello slancio vitale; intenso coinvolgimento in ogni attivit, ricerca di
nuovi interessi con indifferenza, distacco, apatia; eccessiva sicurezza in s con immotivato crollo
dell'autostima e insicurezza; intuitivit e creativit con difficolt di concentrazione, aridit
intellettiva; bisogno di contatti sociali, loquacit con isolamento, mutismo; ridotto bisogno di sonno
con ipersonnia.
81
Il temperamento ciclotimico conduce ad un modo di vivere burrascoso: cambiare di frequente
lavoro, spostarsi da una citt all'altra, intraprendere attivit pericolose o illecite; anche la vita
affettiva tumultuosa (improvvisi innamoramenti, grandi delusioni, frequenti cambiamenti di
partner, promiscuit sessuale).
Il temperamento ciclotimico particolarmente frequente tra coloro che svolgono un lavoro
artistico.
L'instabilit emotiva pu essere aggravata dall'abuso di alcol o sostanze psicoattive.
I soggetti con temperamento ciclotimico vengono etichettati come nevrotici, psicopatici
antisociali, personalit borderline e non hanno, in genere, coscienza di malattia.
2) Temperamento Ipertimico
Umore e livello di energie stabilmente elevati
4) Temperamento Irritabile
Alti livelli di energia associati ad umore abitualmente disforico, irritabile o
collerico, anche se sono possibili oscillazioni in senso depressivo o ipomaniacale
82
I soggetti con temperamento irritabile sono, in genere, introversi, sgarbati, scontrosi,
aggressivi sul piano verbale, estremamente critici, invadenti, impulsivi; in tutto ci che accade
tendono a cogliere gli aspetti negativi, non tollerano scherzi, sono lamentosi.
Possono essere frequentemente presenti ansia, insonnia, elevata sofferenza personale,
difficolt di adattamento sul piano sociale ed affettivo, abuso di alcol e sedativi.
COMPLICANZE
Le complicanze pi comuni sono il suicidio, labuso di alcol e/o droghe ed il graduale
deterioramento della vita lavorativa, sociale, affettiva.
COMORBIDIT
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
Ansia generalizzata Nellansia, assenza di idee di suicidio, di alterazioni del sonno, dellappetito
e della libido, di oscillazioni circadiane dei sintomi
84
.18 Schizofrenia
DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE
Schizofrenia: insieme di quadri clinici caratterizzati da evoluzione cronica,
deterioramento della personalit, sintomi psicotici (deliri, allucinazioni, catatonia, disordini
ideativi) almeno in alcune fasi del decorso; ha esordio in et giovanile ed altamente
invalidante
Nel 1893, Kraepelin raggruppa la Dementia praecox, separandola dal vasto settore della
paranoia.
Nel 1911, Bleuler introduce il termine schizofrenia (mente divisa), nellintento di meglio
definire e sviluppare il concetto di dementia praecox. Lintroduzione di tale termine sta ad indicare
una delle caratteristiche pi importanti del quadro, ovvero la scissione delle diverse funzioni
psichiche. Inoltre, il concetto di schizofrenia di Bleuler indica un gruppo di psicosi che, ad ogni
stadio, possono arrestarsi o regredire, ma non consentono mai una completa restitutio ad integrum;
che presentano unalterazione specifica del pensiero, del sentimento e del rapporto col mondo
esterno, non riscontrabile altrove. Fenomeni caratteristici sono il disturbo associativo, il tipo delle
allucinazioni e la generale coartazione emotiva.
La schizofrenia, cos intesa da Bleuler, un concetto pi ampio di quello di demenza precoce.
Vi possono essere incluse forme attenuate, sfumanti con la normalit ed i disturbi nevrotici.
Langfeld (1939) distingue una schizofrenia nucleare, a prognosi infausta, da psicosi
schizofreniformi, con esito favorevole. Queste ultime avrebbero insorgenza improvvisa, legata ad
eventi scatenanti, mostrando una forte componente affettiva e/o confusionale e una buona
personalit premorbosa.
Nel dibattito attuale, possiamo trovare la schizofrenia intesa nei seguenti modi:
Malattia specifica Quadro unitario, con una sequenza definita di eventi causali e una serie di
alterazioni patologiche tipiche ed univoche
Continuum Parte dai pi sfumati disturbi dellumore e attraversando la parte intermedia dei
schizo-affettivo disturbi schizoaffettivi, arriva ai pi gravi disturbi schizofrenici
85
EPIDEMIOLOGIA
Il rischio di contrarre il disturbo nellarco della vita valutato intorno all1%.
Riguardo al sesso, non ci sono differenze rilevanti, se non per let di esordio, pi tardiva nelle
femmine, e lesito pi favorevole sempre in queste ultime.
Viene riportata unincidenza maggiore nelle classi sociali meno agiate, che causata, si pensa,
alla deriva sociale, processo di selezione sociale inversa, causata dal disturbo.
Risulta influenzante anche la stagionalit di nascita, avendo riscontrato un rischio superiore
del 10% per i nati nei mesi freddi. Inoltre, la presenza di complicazioni ostetriche perinatali
considerata fattore di rischio per i soggetti con anamnesi familiare positiva per schizofrenia.
Nel periodo precedente lesordio schizofrenico, stata segnalata unelevata quantit di eventi
stressanti.
EZIOPATOGENESI
Le cause del disturbo sono eterogenee, con possibili effetti interattivi e di sommazione.
Il tipo di risposta funzione, a sua volta, sia della storia passata sia della struttura genetico-
costituzionale.
Fattori eziologici
Fattori Particolare risposta del Eventi La sommazione degli eventi stressanti favorisce
esterni cervello, tipo forma di stressanti linsorgenza della schizofrenia e pu avere
reazione precostituita effetto dirompente nelle fasi critiche della vita
aspecifici (specifica), in soggetti (sviluppo embrionale, primi 3 anni di vita,
vulnerabili adolescenza)
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Fattori patogenetici
I fattori eziologici, precedentemente considerati, danno luogo al processo di disorganizzazione
morfo-funzionale della schizofrenia, ovvero:
1. Alterazioni nei sistemi neurotrasmettitoriali cerebrali: iperattivit del sistema
dopaminergico
2. Alterazioni neurofisiologiche cerebrali: insufficienza funzionale del lobo frontale;
asimmetria funzionale tra i due emisferi, con prevalenza frontotemporale sinistra
3. Alterazioni morfologiche cerebrali: atrofia di aree filogeneticamente antiche, collegate
allintegrazione delle emozioni
QUADRO CLINICO
Sintomatologia generale
Non vi sono sintomi patognomici
Idee deliranti Transitorie o durevoli; insensate, stravaganti; il loro contenuto viene cambiato pi o
meno rapidamente; frequentemente sono deliri persecutori, pi raramente di
influenzamento, di controllo, grandiosi, nichilistici, somatici, di trasformazione
corporea, erotici, mistico-religiosi
Associate al deficit del potere critico
Disturbo delle Perdita delle connessioni logiche del pensiero, perdita del controllo e del
associazioni direzionamento del flusso del pensiero
ideative Il pensiero diviene, nei casi estremi, incoerente, confuso e inaccessibile alla
comprensione da parte degli altri; in altri casi pu essere eccessivamente astratto o
eccessivamente concreto, impoverito nei suoi contenuti, mal modulato
affettivamente
Possono esserci disturbi formali del pensiero positivi (incoerenza, deragliamento,
tangenzialit, illogicit) e negativi (alogia, povert delleloquio e del contenuto
verbale)
Disturbi della Caratterizzano linizio della malattia, con tono sentimentale triste o ansioso, a volte
vita emotiva unito a vivo eccitamento
Ottundimento emotivo (giudicato alla base dei disturbi dellattenzione): perdita della
compassione, del senso di convenienza, dello schifo e del pudore
87
Stupor catatonico Il paziente, pienamente cosciente, immobile, mutacico e non risponde alle
stimolazioni
Disturbi Anomalie del sonno, del desiderio sessuale e di varie funzioni vegetative
somatici
Forme cliniche
Kraepelin distingue tre forme di schizofrenia:
Forma ebefrenica: malattia della prima et, specialmente dellepoca dello sviluppo;
caratterizzata da apatia, disinteresse, disadattamento, incapacit a svolgere le normali
attivit quotidiane, disorganizzazione ideativa
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Interpretazione dei sintomi. Criteri diagnostici
Bleuler ha suddiviso i sintomi della schizofrenia secondo due criteri:
Sintomi secondari Prodotti dalla reazione alla patologia, effetti del disturbo
Quasi tutta la sintomatologia risulta secondaria
Schneider distingue:
Sintomi di primo Di elevato significato per la Eco del pensiero, voci sotto forma di discorsi e
ordine diagnosi di schizofrenia, repliche, voci di commento, esperienze di passivit
quando non possibile somatica, furto del pensiero ed altre esperienze di
trovare nessuna malattia influenzamento del pensiero, percezioni deliranti,
somatica di base altre esperienze riguardanti costrizione della
volont, delle emozioni e degli impulsi
Non detto che, per la diagnosi di schizofrenia, debbano sempre esserci sintomi
di primo ordine, o almeno essi non sono sempre evidenti
I sintomi di primo ordine hanno costituito il primo tentativo di diagnosi operativa della
schizofrenia.
89
instabilit dinamica e non hanno specificit eziologica e, quindi, sono esclusi dalla sindrome assiale.
I sintomi fondamentali di Bleuler, di disturbo formale del pensiero, appiattimento affettivo e
neologismi criptici, sono ugualmente considerati aspecifici, ma solo nel senso di essere presenti,
oltre che nella schizofrenia (ritenuta prodotta dallinterazione tra predisposizione genetica ed eventi
stressanti), anche in psicosi organiche. Quindi, questi ultimi sintomi sono considerati caratteristici
della sindrome assiale che, una volta presente, lascerebbe insoluta solo la differenziazione con le
psicosi di origine organica. Con questi criteri, la schizofrenia viene definita in modo estremamente
ristretto.
A. Sintomi caratteristici: Due (o pi) dei seguenti, ognuno presente per una porzione di tempo significativa
durante un periodo di 1 mese (o meno se trattato con successo):
1) Deliri
2) Allucinazioni
3) Eloquio disorganizzato (ad es., frequenti deragliamenti o incoerenza)
4) Comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico
5) Sintomi negativi, cio appiattimento affettivo, alogia o assenza di volizione
Nota: richiesto solo un sintomo del criterio A se i deliri sono bizzarri o le allucinazioni consistono in una
voce che continua a fare commenti sul comportamento o sui pensieri della persona, o due o pi voci che
conversano tra loro.
B. Disfunzione sociale/occupazionale: Per una porzione significativa del tempo dallesordio del disturbo,
una o pi aree consistenti del funzionamento come il lavoro, le relazioni interpersonali, o la cura di se
stesso sono marcatamente al di sotto del livello acquisito prima dellesordio (o quando lesordio
nellinfanzia o adolescenza, incapacit di raggiungere il livello atteso di acquisizioni interpersonali,
accademiche o occupazionali).
C. Durata: Segni continuativi del disturbo persistono per almeno 6 mesi. Questo periodo di 6 mesi deve
includere almeno 1 mese di sintomi (o meno se trattati con successo) che soddisfano il criterio A (cio
sintomi della fase attiva) e possono includere periodi di sintomi prodromici o residui. Durante questi
periodi prodromici o residui, i segni del disturbo possono essere manifestati solo da sintomi negativi o
da due o pi sintomi elencarti nel criterio A presenti in forma attenuata (ad es., convinzioni strane,
esperienze percettive inusuali).
E. Esclusione di sostanze/condizione medica generale: Il disturbo non dovuto agli effetti fisiologici diretti
di una sostanza (ad es., una sostanza di abuso, un farmaco) o a una condizione medica generale.
F. Relazione con un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo: Se vi una storia di Disturbo Artistico o di un altro
Disturbo Pervasivo dello Sviluppo, la diagnosi aggiuntiva di Schizofrenia viene fatta solo se sono anche
presenti consistenti deliri e allucinazioni per almeno 1 mese (o meno se trattati con successo).
Classificazione del decorso longitudinale (pu applicarsi solo dopo che almeno 1 anno sia trascorso
dallesordio iniziale dei sintomi della fase attiva):
Episodico Con Sintomi Residui Interepisodici (gli episodi sono definiti dal riemergere di sintomi psicotici
consistenti); specificare anche se: Con Sintomi Negativi Consistenti
Episodico Senza Sintomi Residui Interepisodici
Continuo (sintomi psicotici prominenti sono presenti lungo il periodo di osservazione); specificare anche
se: Con Sintomi Negativi Consistenti
Episodio Singolo in Remissione Parziale; specificare anche se: Con Sintomi Negativi Consistenti
Episodio Singolo in Remissione Completa
Altro o Non Specificato Profilo
90
PERSONALIT PREMORBOSA, DECORSO, COMPLICAZIONI
Rapporti con personalit premorbosa. Nel 50% dei casi non sono riscontrabili tratti di personalit
premorbosa distintivi del disturbo, nel 25% sono evidenziabili solo tratti aspecifici, quali elevata
sensibilit, instabilit, difficolt a stare con gli altri, e nel restante 25% possono, invece, essere
soddisfatti i criteri per il Disturbo Schizoide ed il Disturbo Schizotipico di personalit. Nel caso del
Disturbo Schizoide di personalit, in fase premorbosa, sono riscontrabili indifferenza per le
relazioni sociali ed una gamma ristretta di esperienze ed espressioni emotive, mentre nel caso del
Disturbo Schizotipico di personalit, relazioni interpersonali deficitarie, distorsioni cognitive o
percettive ed eccentricit di comportamento.
Fase attiva. Si manifesta dopo un periodo variabile (anche di anni), con la presenza di sintomi
tipici. Pu essere in relazione ad eventi stressanti, anche lievi. Si pu avere ununica fase attiva, a
cui segue poi la fase residua, oppure si possono avere pi fasi attive variamente intervallate.
Let di massima frequenza dellesordio ritenuta tra i 18 e 25 anni, con un lieve ritardo nelle
femmine.
Fase residua. Segue la fase attiva ed ha caratteristiche affini alla fase prodromica. Tuttavia, il
deterioramento delle capacit di funzionamento scolastico, lavorativo, sociale, familiare, affettivo
pi grave che nella fase prodromica.
Tipi di decorso. Circa un terzo dei pazienti va incontro a remissione completa, mentre in circa la
met dei casi si ha comunque un esito favorevole. Un numero significativo di pazienti tende, per,
ad andare incontro a cronicit.
Con il concetto di difetto, si intende lo stato funzionale psichico menomato, esito tipico della
schizofrenia, che, comunque, non va confuso con il ritorno alla personalit premorbosa, schizoide o
schizotipica. Segni caratteristici della condizione di difetto sono: alcune alterazioni del carattere
(ostinatezza, diffidenza, irritabilit, impulsivit), del comportamento (bizzarrie, indecisioni), del
linguaggio (modesto impoverimento, linguaggio manierato).
I fattori ambientali (organizzazione societaria, istituzioni, assetto familiare) e di lavoro possono
avere grande influenza sul decorso. stata registrata una pi alta percentuale di decorsi infausti nei
paesi a maggior sviluppo.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
La diagnosi di schizofrenia deve essere posta dopo confronto con le categorie diagnostiche del
DSM IV qui riportate:
Altri Disturbi Psicotici
Disturbi Deliranti
Psicosi Reattiva Breve
Disturbo Schizofreniforme
Disturbo Schizoaffettivo
Disturbo Psicotico Indotto
Disturbi dellUmore: implicano i maggiori problemi diagnostici
Stati Bipolari Misti: problemi diagnostici particolari dovuti alla rilevante
instabilit del quadro, alla mescolanza di sintomi affettivi delle due
polarit e alle floride manifestazioni psicotiche
Disturbi dAnsia e Somatoformi
Disturbo da Attacchi di Panico: specie se con manifestazioni
psicosensoriali (depersonalizzazione, derealizzazione, etc.), con
comportamenti di evitamento, abuso di sostanze
Disturbo Ossessivo-Compulsivo: idee prevalenti e comportamenti
stereotipati
Ipocondria: idee prevalenti e comportamenti stereotipati
Disturbi Fobici: idee prevalenti e comportamenti stereotipati
Disturbi di Personalit Schizotipico, Borderline, Schizoide e Paranoide: manifestazioni
subcliniche, che soddisfano i criteri per i disturbi di personalit considerati, possono
essere espressione di fasi prodromiche di schizofrenia
Sindromi psicotiche conseguenti a condizioni mediche generali
Delirium
Demenza senile
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.19 Le sindromi schizoaffettive
Il DSM IV, invece, oltre che alla concomitanza dei due tipi di sintomatologia, richiede anche
che il paziente abbia presentato in passato sintomi psicotici in assenza di alterazioni dellumore.
Per altri, invece, le sindromi schizoaffettive costituiscono unentit diagnostica autonoma, nei
confronti di schizofrenia e disturbi affettivi maggiori, cio una vera e propria terza psicosi.
Per altri ancora, esisterebbe un continuum, in cui le forme pure di schizofrenia e malattia
maniaco-depressiva occupano gli estremi e le sindromi schizoaffettive la parte intermedia.
QUADRO CLINICO
Secondo lICD10 esistono tre tipi di sindrome schizoaffettiva:
Tipo maniacale Esaltazione del tono dellumore Almeno uno dei seguenti sintomi:
Eco del pensiero, inserzione o
Tipo depressivo Depressione del tono dellumore ed almeno furto del pensiero, diffusione del
due dei seguenti sintomi caratteristici pensiero
depressivi:
Deliri di controllo, di
Perdita degli interessi e della capacit di influenzamento o di passivit
provare piacere riferiti al corpo o a movimenti degli
Riduzione dellenergia, con aumentata arti o a specifici pensieri, azioni o
affaticabilit e diminuita attivit sensazioni; oppure percezioni
deliranti
Riduzione dellattenzione e della
concentrazione Voci di natura allucinatoria che
commentano continuamente il
Riduzione dellautostima e della fiducia in s comportamento del paziente, o
Idee di colpa e di inutilit che discutono di questi tra loro, o
altri tipi di voci allucinatorie che
Visione pessimistica del futuro provengono da qualche parte del
Idee o atti di autoaggressivit o di suicidio corpo
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DECORSO E GRADO DI COMPROMISSIONE
Il decorso in genere episodico. Nelle forme di tipo depressivo, gli episodi tendono a durare
pi a lungo ed pi frequente, rispetto alle forme bipolari, la sintomatologia schizofrenica tra un
episodio e laltro.
Lesito psicosociale a lungo termine migliore di quello della schizofrenia e peggiore di
quello delle sindromi affettive maggiori. Inoltre, per le forme bipolari migliore che per quelle
depressive.
Caratteristiche tipiche Sintomi tipici della schizofrenia, quali dissociazione ideica, deliri,
della schizofrenia allucinazioni ed ambivalenza
Per psicosi acute remittenti, intendiamo un gruppo eterogeneo di disturbi, tra i quali troviamo:
schizofrenia a buona prognosi, schizofrenia reattiva, psicosi schizofreniformi, psicosi reattive brevi,
psicosi psicogeniche, psicosi atipiche remittenti, psicosi cicloidi ed altre.
Questi quadri pongono diversi problemi di inquadramento diagnostico.
Disturbo psicotico non altrimenti specificato: tutti quei casi caratterizzati da sintomi
psicotici (deliri, allucinazioni, incoerenza, marcato allentamento dei nessi associativi,
eccitamento catatonico o stupor, comportamento grossolanamente disorganizzato) che
per non soddisfano i criteri per nessun altro disturbo psicotico
NellICD10, i disturbi psicotici, che si pongono tra Demenza Precoce e malattia Maniaco-
Depressiva, hanno le seguenti caratteristiche: esordio acuto, in meno di due settimane); presenza di
un fattore stressante acuto associato, che si verifica tuttavia solo in una parte dei casi; condizione
rapidamente mutevole, variabile e polimorfa, con sintomi schizofrenici, che possono tuttavia anche
mancare.
QUADRO CLINICO
Esordio: improvviso, spesso in risposta ad un evento stressante di grande impatto emotivo o alla
combinazione di numerosi fattori stressanti di gravit minore, in soggetti giovani e generalmente
con tratti di personalit disturbati
Fase di stato: assai breve, con una durata media di poche ore o alcune settimane, dopo di che il
soggetto recupera completamento il livello di funzionamento preesistente
Fase residua: talora residuano minime alterazioni, come una lieve depressione dellumore
Decorso a lungo termine: tendenza a ripresentarsi di episodi psicotici, simili per modalit di
esordio e di decorso ai precedenti
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PSICOSI PUERPERALI
Le Psicosi Puerperali insorgono alla fine della gravidanza, in modo prevalentemente acuto,
per lo pi entro 2-6 settimane dal parto, con unincidenza tra 0,8 e 2,5 casi ogni 1000 parti.
Leziopatogenesi complessa, essendo coinvolte modificazioni biologiche, fattori genetici o tossici
e situazioni ambientali.
Quadro clinico: coesistenza di sintomi affettivi con elementi deliranti (il cui contenuto riguarda
lesperienza della maternit, la salute, la vita o lesistenza del bambino), allucinazioni, perplessit,
incoerenza, disorganizzazione evidente del comportamento, disorientamento, confusione mentale,
fuga delle idee, talora euforia, iperattivit, logorrea
La coloritura affettiva di questi quadri spinge alcuni autori a classificarli tra i disturbi
dellumore. Nel DSM IV, invece, essi si trovano tra i disturbi psicotici non classificati altrove.
INTRODUZIONE
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Delirio di rapporto sensitivo: si instaura in una personalit insicura-sensitiva (le cui
caratteristiche corrispondono alla combinazione di tratti depressivi, evitanti e paranoidi di
personalit); un avvenimento di regola banale (evento chiave) acquista un particolare
significato affettivo, sul quale si impernia il delirio che diviene progressivamente invasivo
Kretschmer distinse tra forme deliranti pure, forme che insorgono nella malattia maniaco-
depressiva e forme che evolvono verso la schizofrenia. Indipendentemente dalle ipotesi
eziopatogenetiche, comunque caratteristica la costante compenetrazione tra delirio paranoico e
struttura di personalit (come si visto nel delirio di rapporto sensitivo e nel deliroide espansivo).
Epidemiologia
Molti pazienti non giungono ad osservazione, perch hanno convinzioni deliranti di
persecuzione o di gelosia che vengono tollerate dalla famiglia e dalle istituzioni sociali.
Il disturbo si manifesta in genere nellet adulta, con un picco compreso tra i 40 e i 50 anni.
Unalta percentuale di persone che manifestano il disturbo rappresentata da vedovi, separati
e divorziati. Sembrano, inoltre, prevalere le classi economiche pi disagiate.
Eziopatogenesi
Personalit premorbosa: persone steniche e diffidenti
Eventi stressanti: come dimostrano casi di folie deux, psicosi da emigrazione, psicosi da prigione
e da isolamento
Et: le persone anziane sono pi soggette a sviluppare tratti paranoidi
Quadro clinico
Il sintomo fondamentale il delirio sistematizzato e non bizzarro
97
I temi del delirio:
Decorso
Talvolta, lesordio insidioso, anche se nei 2/3 dei casi la sintomatologia si manifesta in
maniera improvvisa.
La prognosi varia a seconda del tipo di delirio: pi sfavorevole per i deliri di grandezza e
gelosia (i pazienti possono migliorare, ma non si mostrano mai sufficientemente critici nei confronti
delle idee deliranti). La prognosi sembra pi favorevole nelle donne.
In genere, viene mantenuto un sufficiente adattamento sociale e lavorativo, anche se
presente un certo ritiro e isolamento. Solo alcuni casi presentano unevoluzione deteriorativa.
98
Diagnosi
Secondo il DSM IV, i disturbi deliranti durano almeno un mese, in assenza di un disturbo
dellumore, di un disturbo mentale organico e di sintomi schizofrenici (contenuto bizzarro dei temi
deliranti, disorganizzazione concettuale, allucinazioni). Se il disturbo dura meno di mese, si pone la
diagnosi di psicosi reattiva breve o di psicosi atipica (questultima categoria, nel DSM III,
prendeva il nome di disturbo paranoide acuto).
Occorre fare attenzione nella diagnosi, poich manifestazioni deliranti sono presenti in molte
patologie (disturbi mentali organici, schizofrenia, disturbi dellumore, alcolismo, abuso di
sostanze).
Gli individui con personalit paranoide sono sospettosi e diffidenti, ma non presentano deliri.
Sistema delirante che si sviluppa in una persona in seguito ad una relazione stretta
con un individuo (caso primario) affetto da un disturbo psicotico con deliri
rilevanti: questi sono condivisi, almeno in parte, da entrambi i soggetti
Eziopatogenesi
Caso primario Di solito affetto da disturbo delirante, pi raramente schizofrenia, disturbo bipolare
ed altri disturbi psicotici
Dominante, intelligente, forte, autonomo e fantasioso
Caso indotto Ha in genere una diagnosi di ritardo mentale, disturbo di personalit, demenza o
affetto da disabilit fisiche
Sottomesso, meno intelligente, molto suggestionabile, dipendente, passivo,
socialmente inadeguato e fisicamente disabile
Una convivenza molto stretta, quasi di isolamento dal resto della societ, dovuta a fattori
economici, geografici, socio-ambientali o di patologia fisica, facilita un rapporto di dipendenza,
poich viene a mancare la possibilit di critica comparativa verso il contenuto del delirio (lavaggio
del cervello).
99
Quadro clinico
Il contenuto del delirio spesso si fonda su esperienze passate condivise da entrambi, con temi
persecutori, di grandezza, ipocondriaci o religiosi.
In genere, solo uno dei due membri coinvolti giunge allosservazione, di solito il caso
primario.
Psicosi imposta: i temi deliranti sono trasmessi al secondo senza resistenza alcuna e
senza essere modificati; tali persone sono spesso caratterizzate da ritardo mentale o
gravi disturbi di personalit ed abbandonano il delirio dopo la separazione; si tratta, in
realt, di estrema suggestionabilit, piuttosto che di vera induzione di un processo
psicotico
Psicosi comunicata: lindotto sviluppa una psicosi vera e propria, dopo uniniziale
resistenza, adottando il contenuto del delirio primario, ma con la possibilit di una
ulteriore evoluzione; questi casi rispondono solo in parte alla separazione
Questi due tipi di psicosi indotta ne rappresentano gli estremi, tra un parziale aderenza al
delirio in un individuo suggestionabile e linfluenzamento di una psicosi separata in un individuo
delirante.
Una variante del disturbo pu essere considerata la psicosi collettiva (specie tra i movimenti
religiosi).
PARAFRENIA
Kraepelin utilizz il termine parafrenia per un gruppo di disturbi che si poneva in posizione
intermedia tra la paranoia e la dementia praecox.
Il disturbo, in genere, esordisce in et adulta, con uguale distribuzione nei due sessi. Sono
presenti peculiari tratti di personalit premorbosa, quali sospettosit, indifferenza emotiva,
comportamenti eccentrici, scarso adattamento in ambito relazionale e nella vita di coppia, con
legami sentimentali di breve durata ed atteggiamenti ostili nei confronti del partner.
Nella fase conclamata, sono presenti deliri sistematizzati, a carattere fantastico ed
immaginativo ed a contenuto soprattutto persecutorio, in cui assumo un ruolo predominate i temi
sessuali. Spesso, i pazienti riconoscono come persecutori persone in stretta relazione con loro.
Sono sempre presenti allucinazioni floride, pi spesso uditive, ma anche cenestetiche, olfattive
e visive.
Una caratteristica peculiare della parafrenia che il mondo delirante fantastico e la realt
quotidiana si mantengono nettamente distinti, quasi come se fosse possibile mantenere un doppio
fronte di comportamento.
Il disturbo ha un andamento cronico, ma il paziente conserva un adeguato comportamento ed
un discreto adattamento sociale.
100
Forme di parafrenia:
I temi deliranti sono meno sistematizzati che nella paranoia e spesso sono sostenuti dalle
allucinazioni. Rispetto alla paranoia, tuttavia, il decorso meno stabile ed il funzionamento sociale
meno adeguato.
Talora, al termine di un episodio affettivo con sintomi psicotici incongrui, la componente
allucinatoria si cronicizza. Negli ultimi anni, una evoluzione di questo tipo si osservata sempre pi
di frequente con la diffusione delluso di alcune sostanze (cannabici ed altri allucinogeni), che
sembrano in grado di scatenare forme allucinatorie croniche in individui predisposti.
101
.22 Disturbi dansia
I disturbi dansia comprendono gran parte delle cosiddette sindromi nevrotiche, termine che
oggi andato in disuso.
Vediamo due modi di concepire lansia, secondo due importanti modelli:
Modello psicanalitico: lansia segnala il pericolo di fallimento dei meccanismi di
difesa inconsci ed , quindi, il momento psicogenetico fondamentale dei sintomi
nevrotici
Modello comportamentale: lansia una risposta a stimoli condizionati
La prima classificazione sistematica dei disturbi dansia si deve a Freud, il quale descrisse gli
aspetti clinici e psicopatologici fondamentali della nevrosi dansia, separandola dalla nevrosi
fobica. Per quanto riguarda gli attacchi di panico, egli rilev la loro indipendenza da fattori esterni
scatenanti. Infine, per quanto riguarda la nevrosi fobica, Freud la distinse anche dalla nevrosi
ossessiva, ipotizzando meccanismi psicogenetici differenti per i due disturbi.
102
DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO E AGORAFOBIA
Epidemiologia
Il DAP e lAgorafobia sono pi frequenti nelle donne.
Let di esordio tra i 15 ed i 35 anni.
Eziopatogenesi
Gli attacchi di panico possono essere indotti artificialmente in soggetti predisposti, tramite le
tecniche di induzione (infusione di lattato di sodio, inalazione di anidride carbonica,
iperventilazione). Questo ha permesso uno studio approfondito del fenomeno.
Lippocampo la regione del cervello preposta allintegrazione di informazioni sensoriali
multimodale, allo scopo di iniziare unappropriata risposta comportamentale di difesa. Durante un
attacco di panico, vengono riscontrate anomalie in questa regione: si ha un incremento dellattivit
neuronale. Si pensato che alterazioni neurotrasmettitoriali innalzino la sensibilit agli stimoli
ambientali, contribuendo alla genesi dei sintomi dansia.
Secondo Klein, gli attacchi di panico sarebbero innescati da unalterazione del meccanismo
fisiologico che regola lattivit respiratoria ed sensibile allaumento dei livelli di anidride
carbonica. Nei pazienti con attacchi di panico spontanei, tale meccanismo sarebbe iporegolato,
rispondendo anche ad aumenti minimi o assenti. Questa ipotesi spiega lipersensibilit, dei pazienti
con DAP, allinfusione di lattato di sodio ed allinalazione di anidride carbonica, nonch la facilit
con cui questi soggetti evitano situazioni in cui c rischio potenziale di asfissia.
Manifestazioni cliniche
Attacchi di panico: episodi parossistici dansia, che insorgono bruscamente,
raggiungono lintensit massima in pochi istanti e si esauriscono solitamente nellarco di
pochi minuti
103
Possono distinguersi quattro modi di manifestarsi dei sintomi:
Non sempre gli episodi di DAP presentano tutti e quattro i tipi di sintomi. In tal caso si parla
di attacchi minori, distinguibili dagli attacchi maggiori anche per lintensit ridotta dellesperienza
ansiosa. Negli attacchi minori, i sintomi pi frequenti sono: vertigini, palpitazioni, difficolt a
respirare, sentimenti di irrealt, quasi sempre accompagnati da una sensazione improvvisa di
disagio e paura.
Al termine dellattacco di panico, possono permanere sensazioni di vuoto alla testa, tensione
muscolare, apprensione, vertigini, depersonalizzazione e derealizzazione, che talora si possono
protrarre per diversi giorni (fase post-critica).
Allesordio del DAP, gli episodi critici possono comparire con una frequenza media di 2-4 per
settimana. Non sono rari episodi critici ripetuti, ad intervalli brevi; in questo caso si parla di stato
di male ed il paziente appare agitato, irrequieto, in preda a tormento interiore, che spesso si associa
ad ideazione suicidaria.
Ben presto, gli attacchi vengono accompagnati dal timore che le crisi possano ripetersi ed il
paziente vive in uno stato di allerta persistente, di ansia intercritica, chiamato ansia anticipatoria.
Tale stato dura pi a lungo dellattacco di panico, anche per ore, cresce lentamente e pu
raggiungere unintensit tale da provocare sintomi fisici simili a quelli dellattacco.
Mentre possibile ridurre e controllare lansia anticipatoria (allontanandosi dalla situazione
temuta, cercando rassicurazione in una persona di fiducia), lattacco di panico, invece, tende a fare
il suo decorso, quando il meccanismo innescato. Tuttavia, quando lansia anticipatoria raggiunge
alti livelli di intensit, pu risultare pi invalidante degli attacchi stessi.
104
In circa il 30% dei casi, dopo i primi attacchi di panico compare una fase di polarizzazione
ipocondriaca, in cui presente la convinzione di essere affetti da una malattia fisica ed il paziente
si sottopone a numerosi accertamenti. In genere, c il timore di una morte improvvisa, rafforzato
dal fatto che spesso non si pone una diagnosi per la sintomatologia presentata (quella degli
attacchi), spesso minimizzata dai medici.
Con lintensificarsi della frequenza delle crisi e per la tendenza ad associare gli attacchi con
situazioni specifiche, si sviluppano le condotte di evitamento: evitare di rimanere soli, di
allontanarsi da casa e tutte quelle situazioni in cui pu essere difficile essere soccorsi.
Le situazioni che i soggetti agorafobici evitano sono abbastanza simili: luoghi affollati,
negozi, luoghi chiusi, autostrade, treni ed il rischio di rimanere completamente soli. Si sviluppa,
cos, la fobofobia, ovvero la paura di avere paura: levitamento di specifiche situazioni (in genere,
quelle in cui non possibile ricever aiuto in caso di un attacco improvviso) permette di controllare
la paura di avere attacchi improvvisi. Alcuni pazienti, diventano completamente incapaci di uscire
di casa, o possono allontanarsi solo accompagnati da una persona di fiducia.
I pazienti agorafobici, di solito, non evitano le situazioni in cui compaiono pi frequentemente
gli attacchi di panico, ma quelle, come appunto abbiamo detto, in cui pi difficile ricevere
soccorso. Per cui, rarissimo levitamento fobico di situazioni nelle quali, invece, si verificano
spesso gli attacchi di panico (guardando la televisione, durante il sonno, passeggiando allaperto,
stando nel bagno, durante il pasto, etc.).
Nei pazienti agorafobici, anche se la frequenza degli attacchi di panico diminuisce con gli anni
e la sintomatologia critica regredisce, le condotte di evitamento tendono a consolidarsi in un vero e
proprio stile di vita. Solitamente, lAgorafobia ha decorso cronico.
Circa il 30% dei soggetti agorafobici sviluppa demoralizzazione secondaria, con sentimenti
di colpa e inadeguatezza, per limpossibilit di condurre una vita normale. A differenza dei pazienti
con disturbi primari dellumore, gli agorafobici dormono bene, hanno un buon appetito, regolare
vita sessuale e coltivano interessi e attivit.
Circa un quarto dei pazienti con attacchi di panico ha sofferto di Ansia di Separazione e Fobia
Scolare nellinfanzia.
Decorso e complicazioni
Linstaurarsi di condotte agorafobiche rappresenta levoluzione pi comune del
DAP
Il decorso del DAP , comunque, molto variabile e non chiaro perch alcuni pazienti
continuino a presentare per anni episodi critici senza agorafobia, mentre altri quadri evolvono
rapidamente verso condotte di evitamento, quadri ipocondriaci, depressione ecc.
105
In alcuni casi, le crisi si presentano in forma sporadica nella giovinezza o nelladolescenza e
scompaiono nellet adulta. Talora, residuano fobie isolate (claustrofobia, fobia degli aerei, del
mare aperto, etc.).
Soggetti con disturbi di panico ricorrenti, talora, finiscono con lassumere caratteristiche del
disturbo ipocondriaco, mentre le condotte di evitamento di tipo agorafobico non sono presenti,
oppure sono molto attenuate.
La fobia sociale secondaria, quando presente, centrata sul timore di avere una crisi in
pubblico e le situazioni sociali che vengono evitate sono, di solito, limitate ad alcuni ambiti (parlare,
mangiare o qualche altro tipo di performance in pubblico).
Una sintomatologia depressiva si pu presentare in seguito ad episodi critici e condotte di
evitamento, come conseguenza delle limitazioni esistenziali dovute al DAP, e si manifesta con
umore depresso, anedonia, sentimenti di inadeguatezza e di inutilit; tuttavia, rispetto ad un disturbo
primario dellumore, si ha una normale reattivit allambiente e sono assenti disturbi vegetativi,
rallentamento psicomotorio e ideazione suicida. Esistono, comunque, pazienti in cui la depressione
ha un decorso indipendente: pu comparire prima dellinsorgenza degli attacchi di panico o in fasi
in cui gli episodi critici sono meno frequenti e le condotte di evitamento meno gravi (comorbidit).
In pazienti con DAP e Agorafobia, quando tale disturbo complicato da depressione o abuso
di alcol o sedativi, il rischio di suicidio superiore a quello di pazienti con Depressione Maggiore.
Diagnosi
Nel DSM IV, DAP ed Agorafobia sono classificati in ununica categoria diagnostica. La
diagnosi di DAP viene posta quando sono presenti attacchi di panico ricorrenti, che insorgono
inaspettatamente nella fase iniziale, e si manifestano con quattro o pi sintomi. Si deve avere,
inoltre, almeno un mese con costante paura di avere unaltra crisi o con modifiche comportamentali
significative.
Diagnosi differenziale:
Fobia sociale Nella fobia sociale primaria, non sono presenti episodi critici
spontanei, la paura non correlata al timore di avere un attacco di
panico e non si suscettibili alle rassicurazioni altrui, come nel
DAP
106
DISTURBO DA ANSIA GENERALIZZATA
Il GAD compare ufficialmente nei sistemi classificativi solo nel 1980, nel DSM III.
Epidemiologia
Il GAD il disturbo pi comune, tra quelli dansia, nella popolazione generale.
Entrambi i sessi sono colpiti in egual misura; lesordio avviene prevalentemente tra i 20 ed i
30 anni; la durata in genere di molti anni.
Tutte le classi sociali sono colpite in egual misura.
Eziopatogenesi
Per la genesi del disturbo, sono ritenuti determinanti gli eventi negativi, quali la perdita di
persone significative in et infantile, e gli eventi di vita, a seconda della loro gravit, frequenza ed
esordio inatteso.
Si pensa, inoltre, che esista una predisposizione individuale al disturbo, connessa ad una
personalit con tratti dipendenti.
A tale sintomo patognomico, si associano tensione motoria, faticabilit, disturbi del sonno,
irritabilit, manifestazioni a carico della vigilanza e dellattenzione:
Soggetti con GAD sostengono di aver vissuto lunghi periodi, in cui hanno sofferto di uno stato
di preoccupazione per numerose circostanze ordinarie della vita di tutti i giorni. Presentano, in
assenza di motivi adeguati, sentimenti di apprensione irrealistici, riguardanti salute ed incolumit
fisica dei familiari, situazione economica, con previsioni di sventura. Vivono, quindi, in uno stato di
allarme ed ipervigilanza continui, ma riescono a convivere con il disturbo, interpretandolo come un
proprio stile di vita.
Il GAD ha un decorso protratto, con fasi in cui la sintomatologia si attenua. La durata del
disturbo di oltre la met della vita del paziente.
Al GAD, pu sovrapporsi un episodio depressivo, in genere attenuato, corrispondente alla
Distimia.
Le complicazioni possono essere labuso di sostanze (alcol, stimolanti, caffeina,
benzodiazepine), a scopo autoterapeutico, oppure alterazioni della condotta alimentare, come
iperfagia.
107
Diagnosi
Secondo il DSM IV, la diagnosi di GAD si pone in presenza di una condizione dansia
persistente, in cui alla preoccupazione eccessiva o irrealistica, riguardo a varie circostanze di vita, si
associano i seguenti sintomi accessori: sentirsi sul filo del rasoio, faticabilit, difficolt di
concentrazione, irritabilit, tensione o dolenza muscolare, difficolt nelladdormentarsi o nel
mantenere il sonno. La durata deve essere di perlomeno 6 mesi e non devono essere presenti
attacchi di panico e/o agorafobia, ossessioni, compulsioni e fobie; lesordio non deve essere
collegato cronologicamente con un evento stressante di rilievo oggettivo.
Diagnosi differenziale:
Ansia anticipatoria nel DAP Rispetto al GAD, presenta una sintomatologia affine, ma differisce
per loggetto della preoccupazione
FOBIA SOCIALE
Epidemiologia
La distribuzione nei due sessi circa 1:1, a differenza degli altri disturbi fobici che prevalgono
tra le donne.
Lesordio si ha tra i 15 e i 25 anni ed , in genere, graduale. Tuttavia, il disagio in situazioni
sociali e lansia prestazionale possono essere presenti fin dallinfanzia.
La richiesta di aiuto terapeutico si ha dopo circa 10 anni dallesordio ed determinata
dallinsorgenza di complicanze come depressione e alcolismo.
Eziopatogenesi
Nonostante non sia possibile ricondurre la FS ad un unico background familiare ed
ambientale, i fobici sociali, come altri pazienti fobici, hanno genitori iperprotettivi, che frequentano
pochi amici e sono ansiosi in situazioni sociali.
Il 50% dei fobici sociali ha vissuto linfanzia e ladolescenza con timidezza ed apprensione,
chiusura nei rapporti interpersonali e con un certo isolamento sociale. In questi soggetti, che
presentano una predisposizione per il disturbo fin dallinfanzia, la FS si svilupperebbe quando
aumentano le attivit al di fuori del contesto familiare.
108
Nei fobici sociali sono presenti tratti abnormi di personalit, come bassa autostima, tendenza
irrazionale a vivere gli altri come critici e disapprovanti, concezioni rigide sulle condotte sociali
ritenute adeguate, tendenza alle fantasie in grado di generare ansia anticipatoria, allarme e tensione
quando si osservati, paura di situazioni in cui difficile allontanarsi senza risultare inopportuni,
esagerato timore che gli altri notino i sintomi dansia.
Manifestazioni cliniche
Il sintomo nucleare del disturbo lipervalutazione del giudizio altrui
FS generalizzata: quando lo spettro delle situazioni evitate molto ampio, esteso a tutti i
contesti che richiedono interazioni con persone non familiari; tale forma del disturbo
molto invalidante, perch il soggetto non in grado di stabilire adeguati rapporti
interpersonali e sociali; la FS generalizzata per gran parte sovrapponibile al Disturbo
Evitante di Personalit
Decorso e complicazioni
Il decorso tende ad essere cronico e progressivamente invalidante.
In alcuni casi, si sviluppano episodi depressivi che possono assumere una andamento
autonomo. Lideazione e le condotte suicidarie sono frequenti.
Unaltra complicazione quella da abuso di sostanze e alcol. Lalcol viene usato a scopo
autoterapeutico, in quanto ha una forte azione disinibente e riduce i livelli dansia prestazionale.
109
FOBIE SEMPLICI O SPECIFICHE
Epidemiologia
Le Fobie Semplici sono molto comuni, la pi diffusa delle quali quella del proprio sangue,
delle iniezioni e delle ferite.
Lincidenza del disturbo pi alta nella prima infanzia e si riduce tra i 10 ed 30 anni,
diventando praticamente nulla dopo i 40.
Il disturbo pi diffuso tra le femmine.
Eziopatogenesi
Circa il 60% di pazienti con fobie semplici ricorda unesperienza traumatica, in presenza dello
stimolo fobico, allorigine del loro disturbo. Sembra esistere un periodo critico, nellinfanzia, per lo
sviluppo dei diversi tipi di fobia.
Gli stimoli alla base delle fobie hanno un significato ancestrale per la sopravvivenza: gli
uomini sono predisposti a sviluppare paura ed evitamento verso oggetti e situazioni potenzialmente
pericolosi per la specie.
Manifestazioni cliniche
I due sintomi caratteristici delle fobie semplici sono:
Paura: giudicata dal soggetto come irrazionale e sproporzionata rispetto allo stimolo;
commista a repulsione e disgusto
Condotte di evitamento: pi o meno invalidanti, a seconda della diffusione e la
possibilit di incontro con gli oggetti e le situazioni temute
Nei casi pi gravi, anche un filmato o una fotografia degli oggetti o delle situazioni temute
scatena una marcata risposta ansiosa, con fenomeni neurovegetativi. Possono comparire reazioni
clamorose, violente con fuga, comportamenti disorganizzati o stati di blocco. Lallontanamento
dallo stimolo fa abbassare i livelli dansia.
La paura non deriva dalloggetto in s, ma dalle conseguenze che il soggetto immagina
possano derivare dal contatto con esso.
Decorso e complicazioni
Le fobie semplici presentano una risoluzione spontanea nel tempo, tranne le fobie degli
animali che tendono a cronicizzate.
Quando una fobia semplice persiste dopo i 20 anni, in genere, si protrae per tutta la vita.
110
DISTURBO DA STRESS POST-TRAUMATICO
111
DISTURBO DA STRESS ACUTO
Di recente introduzione nel DMS IV. Presenta numerose affinit con il DPTS.
Durante lesperienza stressante, o subito dopo, il soggetto presenta almeno tre dei seguenti
fenomeni: sensazione di ottundimento, distacco o assenza di risonanza affettiva, riduzione dei livelli
di coscienza, derealizzazione, depersonalizzazione, amnesia.
Il paziente spesso non capace di partecipare emotivamente alle esperienze quotidiane, non
trae soddisfazione dalle attivit, che solitamente producono piacere, e spesso prova sentimenti di
colpa, relativi allaccaduto; il mondo esterno ed il proprio corpo vengono vissuti come non
familiari, le capacit di concentrazione sono ridotte, cos come la memoria dellevento traumatico.
Levento traumatico viene continuamente rivissuto e vengono evitate tutte le situazioni che
possono ricordare lesperienza.
112
EPIDEMIOLOGIA
Il DOC si distribuisce in egual misura nei due sessi, ha esordio precoce (di solito in et
giovanile).
Un numero elevato di pazienti non richiede lintervento terapeutico.
EZIOPATOGENESI
Genetica
Gli studi familiari non sembrano riportare una familiarit specifica per il DOC. Tuttavia, nei
familiari di primo grado stata evidenziata una prevalenza elevata di disturbi psichiatrici, in
particolare disturbi dellumore e disturbi dansia.
Un certo ruolo sembra essere svolto, quindi, da fattori esogeni o ambientali.
Teorie comportamentali
I fenomeni OC sono interpretati come comportamenti disadattivi appresi
Teorie psicodinamiche
Secondo Freud, ossessioni e compulsioni sono risposte difensive allemergere di pulsioni
inconsce e possono esser dovute a:
Una precedente fissazione delle stesse pulsioni alla fase anale dello sviluppo
Una regressione delle dette pulsioni dalla fase genitale a quella anale, a seguito di
conflitti edipici
La riattivazione delle pulsioni primitive sviluppa uno stato di angoscia, che viene placato
mediante meccanismi di difesa:
Isolamento: non viene esperita la carica affettiva disturbante, quando una
rappresentazione ideativa o un impulso spiacevole sono messi in atto
Annullamento: la ripetizione iterativa, di gesti o azioni, annulla simbolicamente la
conseguenza di un impulso o di unidea ossessiva
Formazione reattiva: messa in atto di comportamenti opposti ai sottostanti impulsi (ad
esempio, rituali di pulizia possono mascherare limpulso a sporcarsi); questo
meccanismo responsabile di molti tratti caratteriali dellossessivo
113
QUADRO CLINICO
Le compulsioni, spesso, sono la traduzione sul piano comportamentale delle idee ossessive e
attraverso di esse, almeno inizialmente, lindividuo tenta di ridurre lansia.
In base ai contenuti delle ossessioni, possiamo distinguere diverse forme cliniche di DOC:
114
Sulla base del decorso del DOC, si possono distinguere due sottotipi di DOC:
Sottotipo episodico: episodi di malattia seguiti da intervalli completamente liberi da
sintomi; lesordio avviene dopo i 25 anni; prevalenza nelle femmine; minore presenza
di sintomi compulsivi, pi tipica la forma ossessiva pura; sintomi depressivi
insorgono contemporaneamente alla sintomatologia OC, o la precedono di qualche
giorno, e sembrano svilupparsi parallelamente e non in maniera reattiva
Sottotipo cronico: decorso continuo stabile, con esacerbazioni periodiche o con
progressivo deterioramento, ma sempre senza fasi di completa remissione; lesordio
prima dei 25 anni; il sesso pi colpito quello maschile; le compulsioni sono molto
frequenti; quando presenti, i sintomi depressivi si configurano come demoralizzazione
secondaria
Importanti parametri, per la valutazione clinica del DOC, sono i seguenti:
Resistenza: forza interiore con cui il paziente si oppone allimpulso o al pensiero
intrusivo; una caratteristica dinamica e variabile (pu essere elevata nellambito
lavorativo e minima in quello domestico, pu fluttuare da un giorno allaltro e durante
diverse fasi di malattia); pu anche essere assente
Interferenza: caratteristica dinamica correlata alla capacit del soggetto di adattarsi
alle ossessioni e alle compulsioni, non tenendo conto della reale gravit della
sintomatologia (il paziente pu negare che i rituali interferiscano con ladattamento
socio-lavorativo; pu ritenere normale stare sotto la doccia pi di due ore al giorno,
quando tale rituale presente da tanto tempo; un individuo pu funzionare
adeguatamente anche se trascorre quattro ore al giorno nel bagno)
Insight: grado di consapevolezza di malattia, pu variare enormemente; coloro con non
hanno alcuna consapevolezza di malattia rientrano nella psicosi ossessivo-compulsiva
PERSONALIT PREMORBOSA
La personalit Compulsiva ha le seguenti caratteristiche: estrema precisione e puntualit,
perfezionismo, dedizione al lavoro, incertezza, incapacit di esprimere emozioni. Gli individui con
questa personalit sono tristi e arcigni; controllano in maniera esagerata ogni loro emozione;
mancano di elasticit e di spontaneit; appaiono come possessivi, rigidi e moralisti, poco creativi,
con scarsa immaginazione; sono spesso indecisi ed hanno la tendenza a rimandare le decisioni; sul
piano delle relazioni interpersonali, appaiono molto formali, riservati, ipercritici e sensitivi.
In realt, solo la met dei pazienti DOC, presenta questo tipo di personalit.
115
.24 Disturbi somatoformi. Introduzione generale e classificazione
Caratterizzati da sintomi fisici non riconducibili ad alterazioni somatiche o
fisiologiche
116
necessario distinguere i disturbi, che andremo a vedere in questo capitolo, dai seguenti:
Non una fobia, in quanto non c paura della bruttezza o della deformit. Infatti, tali
caratteristiche sono tollerate negli altri.
EPIDEMIOLOGIA E PATOGENESI
Relativamente raro.
Incidenza elevata in soggetti che richiedono trattamenti di chirurgia estetica.
La maggior parte dei soggetti con dismorfofobia non sono coniugati.
Et di insorgenza tra i 10 ed i 20 anni.
CARATTERISTICHE CLINICHE
La caratteristica fondamentale del disturbo la preoccupazione eccessiva per le proprie
presunte deformit, che la persona non riesce a tollerare. Il proprio aspetto vissuto come
mostruoso, repellente, disgustoso. Il soggetto pu ritenere che la correzione dei propri difetti possa
avvicinarlo alla perfezione.
Nelle forme pi gravi, il soggetto si ritiene decisamente deforme.
Il soggetto ha difficolt a parlare con gli altri, teme di essere osservato, per paura di risultare
disgustoso o che il proprio difetto venga notato. Per questo, vengono messi in atto comportamenti
volti a camuffare le presunte deformit, nascondendole con il trucco, con le mani, con i capelli, con
particolari posture, con abbigliamenti che possono risultare bizzarri.
Durante la giornata, il soggetto pu passare molte ore allo specchio. I continui controlli del
proprio aspetto possono assumere un carattere compulsivo. Al contrario, alcuni pazienti possono
evitare tutte le superficie rifrangenti, per il timore di dover osservare le proprie mostruosit.
117
Alcuni dismorfofobici possono essere ignari di anomalie veramente esistenti, che per non
sono loggetto delle proprie convinzioni. La consapevolezza dellassurdit delle proprie convinzioni
assai rara.
118
Disturbo di somatizzazione
Il termine somatizzazione stato introdotto nel 1943, pi recentemente rispetto a quello di
conversione, ed indica un disturbo fisico che esprime una nevrosi profondamente stabilita. La
definizione qui data vale anche per il concetto di conversione.
La definizione di disturbo di somatizzazione del DSM IV, riprende quella della sindrome di
Briquet:
Nella sindrome di Briquet, si ritrovano almeno 20 tra i seguenti sintomi: cefalee, cecit,
paralisi, anestesia (perdita della sensibilit), afonia, convulsioni, perdita di coscienza, amnesia,
sordit, allucinazioni, ritenzione urinaria, atassia, altri sintomi di conversione; stanchezza, nodo alla
gola, accessi di svenimento, annebbiamento della vista, debolezza, disuria; difficolt del respiro,
palpitazioni, attacchi dansia, dolori al torace, vertigini; anoressia, perdita di peso, marcate
variazioni del peso, nausea, gonfiore addominale, intolleranza ai cibi, diarrea, stipsi; dolore
addominale, vomito; dismenorrea, irregolarit mestruali, amenorrea, eccessive perdite mestruali;
indifferenza sessuale, frigidit, dispareunia (dolore genitale durante il coito), altre difficolt
sessuali, vomito per nove mesi di gravidanza; dolori alla regione posteriore, dolori articolari, dolori
alle estremit, dolori urenti a genitali bocca o retto, altri dolori somatici; nervosismo, paure,
sentimenti di depressione, necessit di interrompere il lavoro o incapacit di proseguire le usuali
attivit a causa del sentirsi malato, facili crisi di pianto, sentirsi senza speranza, pensare molto di
morire, desiderare di morire, pensare al suicidio, tentativi di suicidio.
EPIDEMIOLOGIA
Il disturbo colpisce molto pi le donne, con un rapporto femmine/maschi di 10:1. Sembra che
i fattori culturali siano la spiegazione di tale fenomeno.
EZIOPATOGENESI
I fattori genetici sembrano predisporre allo sviluppo della malattia. Tuttavia, anche condizioni
socio-economiche disagiate e basso livello culturale sono predisponenti.
Pazienti con somatizzazione presentano alextimia (incapacit di esprimere con parole i
sentimenti provati, senza fantasia e con luso di termini concreti), ma non ne chiaro il nesso di
causalit: quale delle due il fattore predisponente laltra.
In alcuni casi di somatizzazione, si possono ritrovare esperienze infantili di attenzione
eccessiva ai sintomi somatici, usati come forma di comunicazione intrafamiliare (le cosiddette
famiglie psicosomatiche). Tali forme di comunicazione, espressione di un intero ambiente socio-
culturale, permetterebbero di ottenere linteressamento dei familiari, evitando certi doveri o
risolvendo alcuni conflitti.
Secondo alcuni, un altro fattore predisponente potrebbe essere la presenza di sintomi fisici,
dolori o malattie, in altri membri della famiglia, ed agirebbe per imitazione o identificazione.
Malattie, insorte in et adulta, potrebbero precipitare o mantenere sintomi di somatizzazione.
119
QUADRO CLINICO
120
La personalit dei pazienti con somatizzazione presenta tratti istrionici, con accessi
improvvisi di rabbia, emotivit marcata, tendenza ad esporre i problemi con linguaggio e modalit
drammatiche, atteggiamenti seduttivi e manipolativi.
Tavola comparata dei quadri clinici inclusi nellIsteria, secondo la classificazione tradizionale e
quella attualmente proposta dal DSM IV
Con il termine ISTERIA, si intende un quadro ormai classico di nevrosi, caratterizzato da molteplici ed
eterogenee manifestazioni somatiche e psichiche, a significato simbolico.
Listeria di conversione la manifestazione pi nota; si caratterizza per mutamenti sintomatici della
funzione fisica, che esprimono, inconsciamente ed in modo distorto, tendenze istintuali rimosse in
precedenza. Daltra parte, la sola rimozione non consente di eliminare langoscia; si rende quindi
necessario un ulteriore meccanismo difensivo, rappresentato dalla comparsa dei sintomi somatici (per
spostamento); questi sono costituiti da una rappresentazione ideativa delle tendenze istintuali rimosse e,
dal loro linguaggio corporeo, possono essere tradotti in linguaggio verbale, con le espressioni affettive
concomitanti, ma ormai separate dalloggetto originale. Allo stesso tempo, i sintomi rappresentano
indirettamente la forza difensiva in conflitto con i derivati delle pulsioni istintuali e la ricompensa o la
punizione per i desideri proibiti.
Listeria si configura, quindi, come la grande simulatrice, per la molteplicit e la variet di manifestazioni
somatiche con le quali si presenta, simulando tutta una serie di disturbi organici di ben diversa natura.
Uno degli elementi tipici dellisteria il cosiddetto carattere isterico, caratterizzato da suggestionabilit,
mitomania e disordini sessuali.
Accanto a questa pi nota forma di isteria, troviamo listeria dangoscia, una nevrosi caratterizzata dalla
presenza di ansia libera, sia come ansia generalizzata, sia come ansia critica con molteplici componenti
somatiche. Tale condizione dovuta ad un meccanismo di rimozione non perfettamente riuscito di un
conflitto in fase genitale edipica, non seguito dalladozione di altri meccanismi di difesa; tale incompleta
rimozione non consente di eliminare la componente affettiva legata al conflitto istintuale, pur consentendone
la cancellazione dalla coscienza.
121
DECORSO E COMPLICANZE
Lesordio avviene, in genere, durante ladolescenza, tra i 10 ed i 20 anni, o, pi raramente, tra
i 20 ed i 30 anni. Il quadro clinico, tuttavia, manifestato a pieno nella prima et adulta. Spesso,
particolari problemi sociali ed interpersonali possono precipitare lesordio della malattia.
La malattia ha decorso cronico, con fluttuazioni dellintensit e della frequenza della
sintomatologia, ma senza remissione completa e duratura.
Diagnosi differenziale:
Disturbo fittizio I sintomi sono sostenuti dalla spinta compulsiva a sostenere il ruolo di
malato e sono, quindi, prodotti intenzionalmente, a differenza del disturbo
di somatizzazione
122
Disturbo di conversione
Compromissione di funzioni motorie o sensoriali, in assenza di un danno
allapparato neuromuscolare
Cenni storici
Freud fu il primo ad utilizzare il termine conversione (1894), e ad ipotizzare che i sintomi,
manifestati allinterno di quadri isterici, fossero dovuti ad un meccanismo psicologico.
Secondo Freud, dopo una grave situazione stressante, il ricordo dellevento represso, perch
inaccettabile dal punto di vista morale, e langoscia da esso generata si riversa sul corpo,
convertendosi in sintomo somatico. Il sintomo assume, in tal modo, un significato difensivo ed un
simbolo ed una soluzione parziale del conflitto psicologico sottostante.
In quegli anni, tuttavia, furono date anche altre spiegazioni dellisteria. Briquet, pur rilevando
limportanza dei fattori di stress, riteneva listeria un disturbo neurologico. Charcot, attribuendo i
sintomi ad un processo degenerativo del sistema nervoso, probabilmente su base ereditaria, pensava
che listeria fosse un particolare stato di coscienza, in cui il paziente avvertiva la perdita di alcune
funzioni fisiche.
Nel DSM III, la conversione isterica stata suddivisa in tre disturbi diversi:
Disturbo di conversione: caratterizzato da sintomi neurologici
Disturbo da dolore psicogeno: i sintomi sono limitati al dolore
Disturbo di somatizzazione: caratterizzato da una vasta gamma di sintomi fisici e da
una maggiore tendenza alla cronicit
EPIDEMIOLOGIA
La convinzione diffusa che il disturbo di conversione sia meno comune oggi, rispetto agli inizi
del 900, non confermata dai dati.
Le femmine sono pi colpite dei maschi.
Il disturbo pu presentarsi ad ogni et, anche se pi comune nelladolescenza.
Si riscontra pi frequentemente negli starti pi bassi della popolazione.
EZIOPATOGENESI
Negli Studi sullIsteria (1895), Breuer e Freud ipotizzano che i sintomi di conversione siano
causati da unesperienza a forte carica emozionale, che i pazienti non possono tollerare e che,
pertanto, rimuovono dalla coscienza. Il rimosso, tuttavia, si pu manifestare attraverso i sintomi di
conversione. Freud, inoltre, formul i seguenti concetti:
Vantaggio primario: i sintomi di conversione consentono di tenere sotto controllo le
pulsioni rimosse
Vantaggio secondario: i sintomi di conversione permettono di evitare le situazioni
esistenziali sgradevoli e di attirare lattenzione delle persone significative
Pi recentemente, stato ipotizzato che i sintomi di conversione dipendano, almeno in parte,
da alterazioni neurofisiologiche specifiche. Esisterebbe, infatti, un eccessivo arousal a livello
corticale, che impedirebbe agli impulsi afferenti dalle vie sensoriali e motorie di giungere alla
corteccia, riducendo, in tal modo, la percezione delle sensazioni fisiche o producendo alterazioni
123
della motricit. Tale ipotesi spiega anche il fatto che i pazienti non siano molto ansiosi e restino
abbastanza indifferenti di fronte alla loro compromissione fisica.
QUADRO CLINICO
Lesordio improvviso, in relazione ad uno stress (in particolare, perdita di una persona cui si
molto legati, spesso in modo ambivalente), e la risoluzione rapida. Si giunge alla
cronicizzazione solo in casi in cui le situazioni conflittuali si protraggono nel tempo, oppure a causa
di vantaggi secondari, oppure quando esiste una patologia psichiatrica associata.
I sintomi sono innumerevoli e mutevoli: paralisi parziali o complete (solitamente agli arti),
attacchi semiepilettici, disturbi della coordinazione, afonia, diminuzione della sensibilit cutanea
(dalle parestesie alla completa analgesia, riferite ad aree estese, come il piede, il ginocchio o la
mano), disturbi della vista (dal restringimento del campo visivo fino alla cecit completa), vomito
psicogeno. Spesso, disturbi sensoriali e disturbi motori si manifestano contemporaneamente.
Tali sintomi interessano spesso aree corporee precedentemente colpite da malattia, oppure si
manifestano dopo essere stati osservati in qualche altro membro della famiglia.
Le descrizioni dei sintomi sono drammatiche ed elaborate; tuttavia, i pazienti non sembrano
eccessivamente preoccupati per il loro benessere fisico. Questo atteggiamento definito belle
indiffrence.
Disturbo del senso di La prova indice-naso con gli occhi chiusi effettuata correttamente
posizione
Disturbi della funzione La parte colpita flaccida, ma pu essere facilmente sollevata e, quando
motoria viene lasciata, cade in maniera meno pesante
DIAGNOSI
Sintomi di conversione possono essere presenti in molti disturbi fisici o mentali. Al fine di una
diagnosi corretta, devono essere indagati i rapporti del paziente con persone che presentavano
sintomi analoghi (identificazione isterica), e precedenti manifestazioni somatiche, in corrispondenza
delle aree interessate dai sintomi di conversione (predisposizione somatica).
importante non affrettare una diagnosi di conversione, poich sintomi di conversione sono
presenti anche in patologie neurologiche, quali ictus, encefaliti, epilessia, sclerosi multipla, tumori e
traumi cranici.
La distinzione con il disturbo di somatizzazione non semplice. Tuttavia, nel DSM IV, sono
presenti criteri che rendono pi agevole tale diagnosi differenziale: il disturbo di conversione non si
associa a dolore in vari distretti corporei o a unalterazione del funzionamento sessuale.
124
Ipocondria
Con il termine ipocondria, si identifica una vasta gamma si condizioni, che vanno dalla
semplice accentuazione ansiosa di un disturbo somatico reale, fino al delirio ipocondriaco.
Le preoccupazioni ipocondriache possono manifestarsi transitoriamente in condizioni normali
(per esempio, quando vengono apprese informazioni sulle malattie), oppure in condizioni di stress,
oppure con il sopraggiungere di un malanno.
Poi, ci sono casi in cui la preoccupazione per la propria salute, sostenuta da qualsiasi
sensazione corporea, diventa il motivo centrale dellesistenza per lunghi periodi o cronicamente.
EZIOPATOGENESI
Modello psicanalitico. Secondo Freud, nellipocondria, la libido non viene pi soddisfatta dagli
oggetti esterni, ma si trasferisce sul proprio corpo, alla ricerca inconscia di gratificazione, la quale
viene trovata nei sintomi fisici. Secondo autori pi recenti, lipocondria rappresenta unintroiezione
sul proprio corpo di spinte aggressive ed ostili, causate da esperienze infantili negative. Tali spinte
vengono indirizzate sul corpo, perch non possono essere sfogate allesterno. Inoltre, sostengono la
ricerca costante di aiuto e rassicurazione, verso le figure significative (familiari e medici), ma
risultano inefficaci, per cui vengono rifiutate (espressione indiretta della rabbia). In alcuni casi,
lipocondria sarebbe un meccanismo difensivo, nei confronti di sentimenti di inutilit e mancanza di
autostima, i quali, quindi, verrebbero espressi attraverso il timore di alterazioni del funzionamento
corporeo, pi accettabili per il proprio s.
125
responsabilit, senza provocare biasimo negli altri, e facilita atteggiamenti comprensivi ed empatici,
anche di fronte a reazioni di rabbia o irritabilit.
Al di l di quello che differenzia i tre modelli, possiamo comunque dire che malattie infantili,
spesso accompagnate da apprensivit, iperprotettivit e ipercontrollo da parte dei genitori, nei
confronti dei sintomi fisici del figlio, possono contribuire alla formazione del ruolo inconscio di
malato, pronto ad emergere di fronte ad esperienze reali, proprie o altrui, di malattia fisica.
Personalit narcisistiche, ossessive e masochistiche predispongono alla comparsa e al
mantenimento di disturbi ipocondriaci.
In genere, gli ipocondriaci sono molto disponibili a parlare dei propri sintomi, disturbi e
lamentele, con familiari e conoscenti. La presunta malattia pu essere descritta con discrezione,
oppure con ostentazione di particolari intimi. Di fronte al medico, di solito, gli ipocondriaci sono
molto precisi e dettagliati e tendono a parlare dei loro sintomi, pi che ad ascoltare.
Un soggetto ipocondriaco pu andare incontro a due rischi, di segno opposto: ripetere esami
inutili e talvolta rischiosi, ed essere trascurato, in presenza di una patologia organica reale.
126
.25 Disturbi dissociativi
INTRODUZIONE
Teorie eziopatogenetiche
La personalit di questi soggetti di tipo isterico (egocentrismo, immaturit, iperdipendenza)
e si sviluppa in seguito a particolari esperienze infantili (conflitti familiari, separazioni, lutti,
maltrattamenti). Di fronte ad eventi spiacevoli, questi soggetti reagirebbero con la dissociazione,
per proteggersi da sentimenti di depressione, disperazione o idee di suicidio.
127
PERSONALIT MULTIPLE
Personalit Multipla: presenza, in un soggetto, di due o pi distinte personalit,
ciascuna con propri pattern di percezione, relazione e convinzioni circa lambiente e se
stesso; almeno due di queste personalit periodicamente prendono il totale controllo del
comportamento della persona
Teorie eziopatogenetiche
Pi del 90% dei pazienti con personalit multipla presenta una storia di abusi (sessuali, fisici o
psicologici), da parte di familiari, durante linfanzia.
Il bambino potrebbe sviluppare un meccanismo di negazione che lo porta a pensare che quei
eventi siano successi a qualcun altro. Quando si ritrover di fronte ad eventi traumatici o ad alti
livelli di stress, utilizzer tale capacit per proteggersi dal dolore.
Quadro clinico
La personalit originaria non ha coscienza delle altre personalit, mentre queste
possono avere consapevolezza reciproca e dialogare tra loro
Diagnosi differenziale con la schizofrenia: nella personalit multipla, non sono presenti
appiattimento emotivo, dissociazione ideoaffettiva, autismo.
128
DISTURBO DI DEPERSONALIZZAZIONE
Caratterizzato da:
Una sensazione soggettiva di irrealt, di estraneit di s stessi (depersonalizzazione
psichica), del proprio corpo (depersonalizzazione fisica), del mondo circostante
(derealizzazione)
Tale sensazione spiacevole e dolorosa, accompagnata da grande ansia
Non si tratta di fenomeni deliranti: il paziente cosciente che i cambiamenti avvertiti
non sono realmente avvenuti, ma come se fossero avvenuti
Una sensazione di riduzione degli affetti, fino alla loro totale perdita
Fattori eziopatogenetici
La depersonalizzazione una risposta preformata del cervello, che ha lo scopo di proteggere
dagli effetti che una forte emozione, soprattutto lansia, potrebbe produrre sul comportamento.
Quadro clinico
Lesordio acuto, sotto forma di crisi tipo attacco di panico, e viene scatenato da
affaticamento, convalescenza, dolore fisico, deprivazione sensoriale, privazione del sonno, uso di
sostanze (messalina, LSD), esperienze fisicamente o emotivamente traumatiche. ipotizzabile che
il disturbo di depersonalizzazione rientri nel DAP, costituendone lestremo pi grave.
Personalit premorbosa: ansia di separazione, nellinfanzia, e dipendenza, insicurezza,
indecisione, timidezza, nella vita adulta.
Concomitano fenomeni di dej-vu, paura di impazzire o di perdere il controllo, comportamenti
di evitamento di tipo fobico, depressione dellumore, ruminazioni ossessive.
129
.26 Disturbi delladattamento
Eccessiva reattivit agli avvenimenti
Poich leccessiva reattivit agli avvenimenti una caratteristica di molti disturbi mentali,
viene da domandarsi se la categoria dei DA sia solo un artificio nosografico o meno, ideato per
inquadrare quelle condizioni psicopatologiche lievi e di durata limitata, che non soddisfano
pienamente i criteri per un disturbo mentale specifico.
Il DSM IV, inoltre, d per scontato che i disturbi dellasse I e II presentino unelevata
reattivit anche ad eventi di minima portata, cosicch il disadattamento che ne consegue sintomo
del disturbo e non unentit diagnostica separata.
EZIOPATOGENESI
Vediamo, anzitutto, come agisce lo stress a livello neurologico.
In condizioni fisiologiche, la percezione dello stressor determina una reazione adattiva
dellorganismo (processo normale di adattamento): di fronte ad un vento stressante compare
unattivazione di alcune zone del SNC (arousal). Quando, tuttavia, lo stress si protrae nel tempo, la
tolleranza del SNC verso gli stressor aumenta, creando una situazione di desensibilizzazione a
carico di tutti i sistemi. Si ha, quindi, unalterazione dei normali meccanismi adattivi, e, sul piano
psicologico, il potenziale patogeno dello stress dipende dalla misura di tale alterazione.
Il processo normale di adattamento permette il ripristino dellequilibrio psichico. Tale
processo si divide in fasi (fase di protesta, fase di rifiuto-negazione, disperazione, fase intrusiva,
fase elaborativa e fase di risoluzione), tappe obbligate che si ritrovano simili anche in molte altre
specie animali, ed , quindi, un pattern preprogrammato di risposta atto a garantire, in un primo
momento, la sicurezza fisica (con reazioni di fuga o lotta) e, in un secondo momento, ladattamento,
mediante lelaborazione cognitiva dellaccaduto.
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Se il processo di adattamento si arresta in una delle sue fasi, si possono configurare varie
manifestazioni psicopatologiche definite come Stress response syndrome:
Oltre che da eventi negativi, lo stress prodotto anche da eventi positivi. Per questo motivo,
Paykel (1971) ha classificato gli venti vitali in desiderabili ed indesiderabili, elencandoli secondo
un gradiente di gravit.
Selye distingue tra:
Eustress: leggero stato di allerta che stimola lattenzione, la concentrazione e la
memoria, e riguarda eventi facilmente superabili
Distress: stress di maggiore intensit o durata che pu avere effetti dannosi
EPIDEMIOLOGIA
La maggior parte dei pazienti con DA sono adolescenti che hanno subito uno stress prolungato
per oltre un anno, che pu essere dovuto a problemi scolastici, problemi familiari, droga, divorzio o
separazione dei genitori. Negli adulti, lo stress pu essere dato da problemi coniugali, divorzio o
separazione, trasferimento, problemi finanziari.
QUADRO CLINICO
La sintomatologia del DA in parte mutuata da altri disturbi e pu essere varia.
Altri sintomi:
Desiderio di morte Legato alla sensazione che la vita abbia perso di significato
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Difficolt di In relazione alla polarizzazione del pensiero sullevento
concentrazione
Ansia ed Con insonnia, preoccupazione per cose di poco conto, paura a stare soli,
apprensione tensione interna, ruminazione ossessiva su dettagli relativi allevento
Sono presenti, inoltre, astenia, adinamia, disturbi della memoria, solitudine, irritabilit, rabbia,
ambivalenza e labilit affettiva.
DECORSO ED EVOLUZIONE
Il DA, in genere, non dura oltre i sei mesi.
Negli adolescenti, un DA pu precedere condizioni psicopatologiche pi gravi (quadri
psicotici, alcolismo, tossicodipendenza) e, negli adulti, pu evolvere verso una depressione
maggiore o lalcolismo.
In alcuni casi, il DA ha un decorso ricorrente: si ripresenta la momento di fronteggiare nuovi
eventi.
DIAGNOSI
Criteri diagnostici secondo il DSM IV
A.Reazione ad uno stressor (o stressor multipli) che avviene entro tre mesi dallinizio
dello7degli stressor
B.La natura maladattiva della reazione indicata dai seguenti criteri:
1) Sintomatologia eccessiva, rispetto alla reazione normale attesa, allo stress
2) Compromissione delle consuete attivit sociali o professionali (inclusa la scuola)
C.Il disturbo non incontra i criteri per un altro disturbo mentale specifico e non
rappresenta lesacerbazione di un altro disturbo mentale
D.I sintomi non rappresentano il lutto
E.Una volta che lo stressor (o le sue conseguenze) sono terminati, i sintomi non
devono persistere per pi di sei mesi
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.27 Disturbi della condotta alimentare
INTRODUZIONE
Esiste un vasto spettro di condotte alimentari, patologiche e non, ai cui estremi (quindi in
posizione patologica) troviamo le anoressie legate a dimagrimento ed emaciazione, da un lato, e le
iperfagia con aumento di peso ed obesit, dallaltro.
ANORESSIA NERVOSA
Epidemiologia
La popolazione a rischio il sesso femminile tra i 12 ed i 25 anni (anche se circa il 5-10% dei
pazienti sono maschi).
stato registrato un aumento dellincidenza.
La malattia sembra pi diffusa tra ginnaste, danzatrici, atlete o modelle. Le classi sociali pi
colpite sono quelle medie ed elevate.
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Eziopatogenesi
Teorie psicologiche
Teorie psicanalitiche. Lanoressia stata variamente descritta: regressione alla fase orale (Freud),
difesa contro fantasie inconsce di fecondazione orale (Abraham), un incompleto superamento della
fase schizo-paranoide (M. Klein). Secondo Bruch, precoci disturbi dellapprendimento sarebbero
responsabili dei disturbi dellimmagine corporea e dei disturbi della percezione e del
riconoscimento di stimoli quali la fame, la fatica, la debolezza. Altri autori considerano lanoressia
come una Fobia del peso: indipendentemente dallo stimolo iniziale che induce ad intraprendere una
dieta, il cibarsi o laumentare di peso sarebbero poi capaci di scatenare una grave ansia, mentre il
digiuno ed il dimagrimento servirebbero come condotta di evitamento.
Teorie socioculturali
Alcuni adolescenti mostrerebbero una marcata vulnerabilit verso lidentificazione della
bellezza con la magrezza, valore ampiamente divulgato dai media.
Teorie biologiche
Si ritiene che unalterazione ipotalamica possa contribuire al disturbo, con i seguenti fattori:
Alterazioni neuroendocrine: alcune sono secondarie alla perdita di peso; altre sono
correlate alle restrizioni caloriche, poich si normalizzano rapidamente con lingestione
si carboidrati, prima ancora che si verifichi un aumento di peso; altre ancora sono
indipendenti sia dalla perdita di peso, che dallintroduzione di carboidrati
Neurotrasmettitori: laumento dellattivit dopaminergica sarebbe alla base di alcuni
sintomi cardinali, come il ridotto bisogno di cibo e la perdita della libido; questo fattore
spiegherebbe anche la sovrapposizione tra laumento dellattivit motoria, tipica delle
anoressiche, e leccitamento motorio delle fasi espansive dei Disturbi dellUmore
Oppioidi endogeni: in condizioni di malnutrizione, si verifica un aumento dellattivit
oppioide, che potrebbe costituire una stimolazione specifica sullappetito con finalit
omeostatiche, oppure una conseguenza dello stress, che a sua volta potrebbe servire
come meccanismo adattivo per la riduzione delle richieste metaboliche
Anoressia come forma atipica del disturbo affettivo: alcuni markers biologici della
depressione sono presenti anche nelle anoressiche
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Quadro clinico
Nella maggior parte dei casi, si tratta di bambine modello, docili, ubbidienti e remissive; sono
spesso presenti perfezionismo e competitivit: estremamente coscienziose, sono tese ad ottenere il
massimo da ogni loro prestazione; il loro rendimento scolastico in genere superiore alla media.
Lesordio pu essere acuto, talvolta scatenato da un commento, anche scherzoso, sulle
dimensioni corporee, ma in genere insidioso. Il disturbo pu presentarsi sotto laspetto di una
dieta innocente, altre volte mascherato da lamentale somatiche o da vari disturbi digestivi, che le
pazienti adducono come pretesti per giustificare una ridotta assunzione di cibo. Altre volte,
lesordio pi subdolo: la paziente inizia a disfarsi di nascosto del cibo (lo nasconde, lo sputa, lo
getta via, lo vomita).
Molti dei sintomi del quadro compaiono anche in soggetti normali sottoposti a
digiuno e sono, quindi, attribuibili alle carenze alimentari e alla perdita di peso:
elevati livelli di ansia, irritabilit, scarsa concentrazione, depressione dellumore,
labilit emotiva, indecisione, polarizzazione sul cibo, perdita degli interessi,
disturbi del sonno, riduzione della libido, accentuazione delle caratteristiche
ossessivo-compulsive precedenti, crisi bulimiche
Disturbi associati
I Disturbi dellUmore, in particolare Depressione Maggiore e Distimia, possono presentarsi
subito prima lesordio o durante la malattia.
Spesso, sono presenti tratti ossessivo-compulsivi di personalit ed i Disturbo di Personalit
Evitante e Bordeline.
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Il sottotipo bulimico presenta spesso alcune caratteristiche peculiari: maggiore familiarit per
depressione e alcolismo, ospedalizzazione pi frequenti, cleptomania, abuso di alcol e farmaci, usao
di stupefacenti.
Decorso e prognosi
Spesso di tratta di un episodio singolo, seguito da una remissione pi o meno completa; altre
volte landamento pu essere ricorrente con oscillazioni tra remissioni e ricadute.
Dopo la remissione, malgrado la normalizzazione del peso corporeo, possono restare anomalie
del rapporto con il cibo, con restrizioni caloriche, costante preoccupazione per il peso, bulimia.
Diagnosi
Diagnosi differenziale:
BULIMIA NERVOSA
Per lungo tempo, stata considerata una variante dellAnoressia.
Epidemiologia
Let di esordio in genere tra i 12 ed i 35 anni, con un picco intorno ai 18.
Le classi sociali pi colpite sono quelle medio-alte. Come nellanoressia, sono maggiormente
a rischio le ballerine, le atlete e le modelle.
pi frequente nelle femmine, con un rapporto di 50:1.
Eziopatogenesi
Secondo la teoria dellAddiction Model, o Modello della Dipendenza dal Cibo, la bulimia
una generica predisposizione allabuso di sostanze ed alla dipendenza conseguente. Esistono, infatti,
molte somiglianze, sul piano sintomatologico e comportamentale, tra la tossicodipendenza e la
bulimia.
Molte pazienti bulimiche sono sovrappeso durante ladolescenza, hanno unalta incidenza
familiare di obesit ed iniziano a presentare crisi bulimiche in concomitanza, o subito dopo, un
periodo di dieta.
Alcuni markers dei disturbi depressivi sono presenti anche nelle pazienti bulimiche, come, ad
esempio, la serotonina. Nella Bulimia, stata ipotizzata la compromissione della risposta
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serotoninergica: alle abbuffate seguirebbe un aumento della serotonina, che consente di soddisfare
sia il senso della fame, sia di correggere la disforia o la depressione, che spesso scatenano la crisi
bulimica.
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Quadro clinico
Sono presenti unintensa paura di ingrassare e preoccupazioni concernenti il peso,
la forma, le proporzioni o laspetto del corpo
La quantit di cibo ingerita, durante una crisi bulimica, enorme (in media dalle 5.000 alle
20.000 calorie). Le modalit di ingestione sono peculiari: con voracit, in fretta, spesso con una
sommaria masticazione, senza gustarne realmente il sapore, alternando cibi dolci e salati in modo
caotico, con la sensazione di compulsione e di perdita del controllo sul proprio comportamento. In
genere, la crisi avviene in segreto e le pazienti affermano di esperirla come qualcosa di
completamente diverso dalle altre modalit di alimentarsi.
I fattori che possono precipitare la crisi bulimica sono: tristezza, ansia, collera, stress,
solitudine o noia, molto pi raramente stati di benessere e euforia; avere assaggiato cibi proibiti o
altamente calorici; la vista del cibo. Durante la crisi, si producono un sollievo dallansia o dagli stati
danimo spiacevoli, che tuttavia temporaneo, perch presto subentrano il senso di colpa per aver
nuovamente perso il controllo, calo dellautostima, depressione dellumore, disgusto per s stesse,
desideri di morte o pensieri di suicidio. Per questo motivo, si ricorre alle condotte di eliminazione,
tra le quali la pi frequente il vomito autoindotto. Seguono, poi, abuso di lassativi e diuretici,
masticare il cibo e poi sputarlo, ed esercizio fisico intenso, praticato in maniera rigida e compulsiva.
Nella maggior parte dei casi, si ha almeno una crisi al giorno, seguita da vomito autoindotto, e
di durata inferiore alle due ore.
Disturbi associati
Spesso si associa a Anoressia Nervosa, Disturbo Distimico e Depressione Maggiore, Disturbi
di Personalit Evitante e Bordeline e DOC.
Possono essere spesso presenti, inoltre, cleptomania, alcolismo, uso di sostanze stupefacenti,
atti autolesivi, tentativi di suicidio.
Man mano che le condotte bulimiche aumentano, si ha un impoverimento della vita affettiva,
delle relazioni interpersonali e delle prestazioni lavorative. A ci segue, inevitabilmente, una caduta
dellautostima.
Decorso
Lesordio spesso associato con una dieta tesa a perdere peso; in altri casi, presente un
evento di perdita o separazione.
Il vomito compare dopo circa un anno dallesordio.
Il disturbo finisce con il sovvertire completamente le abitudini alimentari: le crisi si alternano
a periodi di digiuno o di rigide restrizioni.
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.24 Disturbi personalit
INTRODUZIONE
Nei DP, tali tratti sono rigidi e non adattivi e causano, quindi, una significativa
compromissione del funzionamento sociale e lavorativo, oppure una sofferenza soggettiva.
Nel DSM, i DP sono considerati entit distinte dalle altre condizioni psichiatriche e sono
collocati su un Asse (Asse II) separato dagli altri disturbi mentali (Asse I). I DP possono
predisporre allo sviluppo di patologie dellAsse I e influenzarne le manifestazioni, il decorso e la
risposta ai trattamenti.
Tuttavia, non possibile distinguere nettamente tra Asse I e Asse II, come se i due tipi di
disturbi fossero eziologicamente differenti. utile, quindi, ricorrere al concetto di spettro di
malattia, secondo cui alcuni disturbi dellAsse I e dellAsse II, simili per caratteristiche descrittive,
terapeutiche ed eziologiche, sia pure con diversa modalit espressiva, potrebbero far parte di un
continuum di manifestazioni psicopatologiche: i DP sarebbero le condizioni meno gravi, ed
andrebbero sfumando nei disturbi maggiori, allaumentare della gravit.
Molti DP, quindi, rientrerebbero in uno spettro di patologie: il Disturbo Borderline con i
Disturbi dellUmore, il Disturbo Schizotipico con la Schizofrenia, il Disturbo di Evitamento con i
Disturbi dAnsia.
Bisogna considerare, inoltre, che anche le patologie maggiori hanno influenza sulla struttura
di personalit: un decorso prolungato di malattia influenza aspetti delle personalit, come lo stile
cognitivo, laffettivit ed il comportamento.
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CLASSIFICAZIONE
Disturbo di Personalit: presenza persistente di un modello di comportamento che si
discosta molto da quanto previsto dalla cultura dellindividuo e che si manifesta in almeno
due delle seguenti aree: cognitivit, affettivit, funzionamento interpersonale e controllo
degli impulsi; tale modello inflessibile e pervasivo in molte situazioni personali e sociali
e determina disagio o compromissione del funzionamento sociale e lavorativo; lesordio
si ha, in genere, nelladolescenza o allinizio dellet adulta
Assenza di relazioni: mancano relazioni strette, sia in ambito familiare, che in amicizia; non ci sono
confidenti; i soggetti con DP Schizoide sono solitari, perch non desiderano stabilire rapporti
interpersonali con gli altri e scelgono, quindi, attivit solitarie; il desiderio di esperienze sessuali
con altre persone ridotto.
Emotivit appiattita: incapacit di esperire forti emozioni, freddezza e distacco, senza espressione
di sentimenti quali rabbia o gioia e con insensibilit alla critica o alla lode.
Tali persone possono ottenere discreti risultati in ambito lavorativo, ma solo in attivit che
non comportano il contatto interpersonale.
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Cluster B (melodrammatico, emotivo, imprevedibile)
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incapacit ad amare, mancanza di insight, vita sessuale superficiale, incapacit di pianificazione,
comportamenti di tipo criminale.
Molti comportamenti possono portare alla diagnosi aggiuntiva di DP Borderline, sebbene gli
Antisociali, in genere, non presentano lintensa dipendenza dei Borderline.
I dati indicano che, nelle famiglie in cui presente un individuo Antisociale, spesso presente
anche il Disturbo di Somatizzazione. Il comportamento antisociale si ritroverebbe, in maggioranza,
nel sesso maschile, mentre listrionico in quello femminile, ed possibile che entrambi condividano
gli stessi fattori genetici, che si esprimono poi in modo differente a seconda dei modelli di
socializzazione (maschile/femminile).
Tali DP sono in stretto rapporto con i Disturbi dAnsia dellAsse I del DSM.
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Disturbo di personalit dipendente
Caratterizzato da comportamento dipendente e sottomesso, determinato dalla
paura di essere abbandonati
I Dipendenti lasciano che gli altri decidano al loro posto, trovano difficile iniziare o
completare un compito da soli, si disperano quando finisce una relazione. Il funzionamento sociale
solitamente adeguato, tranne quando richiesto un comportamento innovativo, assertivo, deciso.
Per evitare il temuto abbandono, i Dipendenti tollerano maltrattamenti, umiliazioni, si dicono
daccordo con le persone anche quando non lo sono.
I Compulsivi sono eccessivamente preoccupati per i dettagli, per cui perdono di vista
lobiettivo finale dellazione e non riescono a portarla a termine, nel tentativo di mantenere standard
troppo elevati. Si sentono pi a loro agio nel lavoro, che nelle attivit di tempo libero e nei rapporti
di amicizia.
Sono inoltre presenti: difficolt a disfarsi di oggetti, anche di nessun valore, nellipotesi che
possano essere utili in futuro; ridotta risonanza emotiva nelle situazioni interpersonali.
Gli individui con tale DP rimandano, dimenticano o sono intenzionalmente inefficienti nei
compiti che preferirebbero non svolgere; si lamentano di ricevere richieste irragionevoli e diventano
polemici; criticano le persone che occupano una posizione di autorit, si risentono per i
suggerimenti per essere pi produttivi. Non sono coscienti della loro ostilit verso lautorit, sono
dipendenti e non hanno fiducia nelle loro capacit.
Personalit depressiva
Individui con assetto cognitivo e comportamentale di tipo depressivo: infelicit, mancanza di
allegria e di entusiasmo, sentimenti di esclusione; sono eccessivamente seri, privi di senso
dellumorismo, ipercritici nei confronti degli altri e di se stessi; hanno bassa autostima e tendenza a
provare sensi di colpa.
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