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ESTINTORI PORTATILI
PROTEZIONE ATTIVA ALLINCENDIO
2 MANUALE PER LUSO DEGLI ESTINTORI
D.M. 7/01/05
NORME TECNICHE E PROCEDURALI
PER LA CLASSIFICAZIONE ED OMOLOGAZIONE
DI ESTINTORI PORTATILI DINCENDIO
a cura di Gennaro Bozza
PRESENTAZIONE
GLI ESTINTORI costituiscono il primo mezzo antincendio concepito per lestinzione del principio dincendio.
Utilizzati da sempre dai vigili del fuoco sono sempre pi spesso installati nei
luoghi di lavoro e nelle aziende soggetti ai controlli e alle verifiche di prevenzione incendi.
Lestintore un mezzo di semplice utilizzo ma per ottenere le migliori prestazioni occorre che loperatore conosca le caratteristiche, la tecnica, e i limiti dimpiego
derivanti dallagente estinguente in esso contenuto.
La stesura di questo documento si resa necessaria a seguito della pubblicazione del D.M. 7/01/05 (norme tecniche e procedurali per la classificazione ed omologazione di estintori portatili dincendio) con il quale viene abrogato il (D.M.
20/12/82).
Le novit pi importanti introdotte dalla nuova normativa sono:
la valutazione delle caratteristiche tecniche, la prestazione, la classificazione che si
effettua secondo quanto specificato nella norma UNI EN3-7:2004;
il rilascio dellomologazione;
il libretto duso e manutenzione.
Il manuale predisposto dal C.R. Gennaro Bozza da anni impegnato nellattivit di studio, ricerca e sperimentazione nel settore degli estintori vuole essere uno
strumento sintetico e didattico ad uso del personale del Corpo Nazionale dei Vigili del
Fuoco e per chi svolge attivit di formazione nel settore della sicurezza antincendio.
Il dirigente
Dott. Ing. Maurizio DAddato
Una speciale menzione va rivolta al personale del Servizio Documentazione e Relazioni Pubbliche
che ha provveduto, con le sue maestranze, alla rielaborazione grafica, impaginazione e stampa del manuale.
LINCENDIO
Infiammabilit del combustibile, legata alla natura del combustibile che pu essere solido, liquido, gassoso.
Propagazione della fiamma - dipende anchessa dalla natura del combustibile,
(legno, lenta; liquido, veloce) ma anche dalla sua disposizione.
Distribuzione
del combustibile nellambiente.
Geometria
e
volume
dellambiente - questa caratteristica aumenta o diminuisce
LA COMBUSTIONE
LA COMBUSTIONE una reazione chimica fra due sostanze con sviluppo di fiamme ed energia.
Per ottenere una combustione devono essere presenti almeno tre elementi: comburente(02) combustibile (legno, benzina, alcool ,ecc) calore (temperatura di accensione).
solide
liquide
gassose
11
LINNESCO
15
CAUSE DINCENDIO
Cause accidentali
Un corto circuito, un motore che si surriscalda, le scintille causate da
uno strumento di lavoro possono a volte costituire linizio di un focolaio. gli incendi derivanti da tali condizioni si dicono accidentali.
Cause colpose
La pi frequente la cicca di sigaretta o il cerino gettati ai bordi delle
strade, altre cause sono i fuochi accesi nei boschi nello svolgimento di gite.
Cause dolose
Laccensione di erbe secche che comunque con laiuto di correnti daria
possono rilasciare corpi incandescenti che spesso causano altri focolai.
Incendi provocati per liberare il territorio da piante al fine di ottenere eventuali nulla osta per costruire e urbanizzare le zone destinate a pascolo o a riserva.
Incendi provocati per astio verso altri contadini o proprietari terrieri .
PRINCIPALI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE
Anidride carbonica: un gas prodotto dalla combustione che a concentrazioni massima del 10% asfissiante risultando letale se respirata pi di qualche minuto.
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Ossido di carbonio: un gas tossico che si sviluppa durante la combustione, in ambienti chiusi una concentrazione dell1% sufficiente a procurare svenimento e la morte dopo qualche minuto. Il gas si combina col sangue
formando la carbossiemoglobina che altera il meccanismo di trasporto dellossigeno ai tessuti da parte del sangue, causando conseguentemente perdita di
coscienza e/o collasso.
Vapore acqueo.
Composti intermedi gassosi: si sviluppano per decomposizione di sostanze organiche e possono anche essere tossici.
Fumo: sospensione di particelle solide (catrami o particelle di carbonio)
e/o liquide,( vapore dacqua), presenti nei gas derivanti dalla combustione.
Fosgene: gas altamente tossico, presente in tutti gli incendi dove vi sono materiali che contengono cloro, la presenza di tale gas da temere particolarmente, si consiglia luso di autoprotettori negli incendi in luoghi chiusi.
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CLASSIFICAZIONE
DEI FUOCHI
CLASSE DI FUOCO A
Fuochi da materiali solidi:
legname, carta, carbone, tessuti, trucioli, pelli, materiali che lasciano
braci.
CLASSE DI FUOCO B
Fuochi da liquidi o solidi liquefatti:
benzine, oli, vernici, lacche, alcoli, etere, xiluolo, toluolo, ecc.
I liquidi infiammabili si dividono in tre categorie a secondo del loro
punto di infiammabilit:
CAT. A: liquidi infiammabili con
punto di infiammabilit inferiore a 21C.
CAT. B: liquidi infiammabili con
punto di infiammabilit minore di 65C.
CAT. C: liquidi infiammabili con
punto di infiammabilit compreso tra 65C e 125C.
Definizione punto di infiammabilit: detto punto di infiammabilit o
temperatura di infiammabilit, la temperatura pi bassa alla quale un liquido emette vapori in quantit tale che miscelati con lariapossono incendiarsi in presenza di un
innesco.
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CLASSE DI FUOCO C
Fuochi di gas:
idrogeno, butano, propano, ecc.
N.B. i gas possono definirsi leggeri se hanno una densit minore di 0,8
rispetto allaria e stratificano verso lalto. Se invece hanno una densit maggiore di 0,8 (gas pesanti) stratificano
verso il basso.
CLASSE DI FUOCO D
Fuochi da metalli:
sodio, potassio, alluminio, litio, ecc.
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LE SOSTANZE
ESTINGUENTI
LE SOSTANZE ESTINGUENTI sono sostanze chimiche e naturali che attraverso vari meccanismi, provocano lestinzione del fuoco.
I meccanismi per cui avviene lestinzione possono essere riassunti in:
Intervenendo sulla catalisi negativa con larresto dei radicali liberi della combustione e con il conseguente blocco della propagazione delle fiamme.
Le principali e pi conosciute sostanze estinguenti sono:
lacqua: la sostanza estinguente pi comune e diffusa (anche per il suo basso costo).
Esercita un azione di raffreddamento separazione e soffocamento. Risulta molto efficace sui fuochi di classe A (incendi di legname, di carta, di bosco, di sterpaglie ecc.), pu essere usata su fuochi di classe B solo quando il
combustibile ha una densit maggiore dellacqua.
Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco utilizza principalmente lacqua
per estinguere gli incendi.
Nei vari Comandi e nei Distaccamenti presenti sul territorio nazionale
sono conservate le piante della dislocazione degli idranti sul territorio per rifornimenti in soccorso, gli stessi vanno periodicamente controllati e manutentati.
Luso dellacqua nellestinzione di alcuni incendi anche di classe A deve
essere adeguato al tipo di incendio e limitato allestinzione e alleventuale procedura di smassamento dei materiali per eliminare focolai nascosti nelle braci.
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Lacqua in quanto buon conduttore elettrico non deve essere usata per
spegnere incendi di apparecchiature elettriche sotto tensione, controindicata nei fuochi da metalli e da polveri particolarmente reattive perch potrebbe
dare origine a reazioni pericolosi .
La schiuma: costituita da una miscela di acqua , liquido schiumogeno e aria
o altro gas inerte.
Esercita un azione meccanica di separazione tra il combustibile e il
comburente ossigeno presente nellaria, di raffreddamento (azione endogena)
e di soffocamento.
Luso della schiuma indicato particolarmente per i focolari di classe B,
principalmente per serbatoi contenenti liquidi infiammabile.
Lerogazione del prodotto ai fini dello spegnimento avviene per mezzo
di particolari lance, in uso al Corpo Nazionale VVF.
Sul mercato vi sono disponibili vari tipi di schiuma in funzione del prodotto che si vuole estinguere, del tipo di incendio e del tipo di intervento che
si vuole attuare.
Caratteristiche: di seguito si elencano le principali propriet che devono essere considerate per valutare lidoneit di un determinato tipo di liquido
schiumogeno:
fluidit;
resistenza alle alte temperature;
resistenza all inquinamento da idrocarburi;
resistenza ai vapori emessi dagli idrocarburi;
buona aspirabilit anche a basse temperature;
compatibilit con le polveri estinguenti.
Altri requisiti determinanti sono:
rapporto despansione: dato dal rapporto quantitativo tra il volume di schiuma
prodotto e il volume di soluzione schiumogena predefinita.
In relazione al tipo di prodotto schiumogeno possono essere ottenuti diversi
rapporti despansione:
bassa espansione: mediamente 10 lt. di schiuma con 1 lt. di soluzione schiumogena;
media espansione: mediamente 80-100 lt. di schiuma con 1 lt. di soluzione;
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alta espansione: si producono anche 1000 lt. di schiuma con 1 lt. Di soluzione.
Tempo di drenaggio: definito come il tempo impiegato da una coltre di schiuma di spessore noto per drenare una certa percentuale di soluzione (normalmente il 25%)
Tra i liquidi schiumogeni in produzione, quelli normalmente utilizzati per
gli interventi dal CNVVF sono:
Proteinico - bassa e media espansione. Per incendi di notevole importanza di
prodotti petroliferi e idrocarburi in genere.
Sintetici - bassa, media e alta espansione. Per incendi di sostanze petrolifere e
di sostanze polari poco volatili. Negli aeroporti pu essere utilizzato per la
preparazione di coltri durevoli di grande spessore per atterraggi demergenza
di aerei in difficolt, nei casi in cui possono verificarsi perdite di carburante.
Per alcoli - bassa espansione. Per incendi di sostanze polari ( solventi, ossigenati, ecc).
Fluorosintetico - schiuma film-formig bassa e media espansione. Per abbattere incendi di prodotti petroliferi quello pi usato dal CNVVF.
Fluoroproteinico o sigillante - bassa e media espansione. Per incendi petroliferi di gande estensione per il suo effetto rapido e potente .
Universali - bassa espansione. Per incendi di alcoli e idrocarburi.
Le polveri antincendio. Sono costituite da miscele di sostanze chimiche combinate insieme: bicarbonato di sodio o di potassio, solfato di ammonio fosfato
monoammonico ect; sono inoltre presenti additivi per migliorare la scorrevolezza, lidrorepellenza, e per la compatibilit con le schiume.
Le polveri si possono dividere in due categorie principali:
POLIVALENTI, idonee per lestinzione di fuochi di classe A-B-C;
BIVALENTI, polveri a base di bicarbonato di sodio o di potassio, specifiche per
lestinzione di fuochi di classe B-C ,
Nello spegnimento di un incendio la polvere estinguente produce i seguenti effetti:
1. soffocamento;
2. raffreddamento;
3. schermatura ed ignifugazione delle parti incombuste.
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Le polveri antincendio risultano normalmente dielettriche, quindi utilizzabili su apparecchiature elettriche sotto tensione. La norma EN3-7:2004
prevede infatti che la prova dielettrica venga effettuata solo su estintori a base dacqua escludendo le altre tipologie.
La finissima granulometria delle polveri ne sconsiglia luso su impianti
elettronici e su apparati digitali e C.E.D. in quanto le particelle potrebbero danneggiare i componenti .
Gli idrocarburi alogenati. Sono molecole in cui atomi di idrogeno sono stati
sostituiti da atomi di alogeni.
Gli alogeni sono gli elementi appartenenti al VI gruppo del sistema periodico: fluoro, cloro, bromo, iodo e astato. Hanno differenti propriet fisiche,
in quanto si presentano in forma gassosa (fluoro, cloro), sia solida (iodio), sia
liquida (bromo).
Gli idrocarburi alogenati hanno avuto grande diffusione tra il 1970 e il
1990, per le loro caratteristiche di grande efficacia di spegnimento e assenza di
residui.
Lazione degli idrocarburi alogenati, come agente estinguente, consiste
nellinterporsi allossigeno nel naturale legame tra combustibile e comburente
nella reazione di combustione, con conseguente spegnimento per sottrazione
di ossigeno.
Denominati commercialmente halon sono composti da un numero a
quattro cifre rappresentante il numero di atomi , nellordine di carbonio, fluoro, cloro, bromo.
Messi al bando in tutto il mondo per la forte attivit antagonista alla
formazione dello strato di ozono stratosferico, a seguito dei protocolli di Montral (1987), Kyoto (1987) e Copenhagen (29/06/2005).
Il nostro Paese in osservanza alle disposizioni Comunitarie ha regolamentato la dismissione e limpiego degli halons negli estintori e negli impianti
antincendio con la legge 28 dicembre 1993 n 549. I prodotti che hanno sostituito gli halon negli estintori sono gli HCFC IDROCLOROFLUOROCARBURI e
gli HCF IDROFUOROCARBURI. Questi prodotti agiscono chimicamente legandosi allossigeno contenuto nellaria con conseguente estinzione dellincendio,
rispetto agli Halon sono meno efficaci per tempo di estinzione e per quantit
necessaria per un determinato volume.
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29
LESTINTORE:
USO E
MANUTENZIONE
LESTINTORE:
CENNI STORICI
Lestintore molto probabilmente il mezzo antincendio che ha origini pi antiche nel settore della protezione attiva rispetto a tutti gli altri.
Nelle foto di seguito rappresentate si possono ammirare alcuni dei vecchi estintori ormai diventati pezzi da museo.
Sono estintori realizzati nella prima met del 1900 ed hanno ognuno
come si potr vedere particolari peculiarit:
Apparecchio 1
33
Apparecchio 2
Apparecchio 3
Funzionamento dellapparecchio estintore n 1, contenente acqua e bicarbonato di soda, si otteneva nel seguente modo:
si batteva il percussore per terra causando la rottura di una fiala contenente acido solforico alloggiata sotto il percussore allinterno dellapparecchio. La reazione chimica che ne conseguiva dava luogo alla produzione di anidride carbonica che serviva da propellente per espellere il prodotto antincendio.
Si teneva lestintore per il maniglione saldato sul corpo dello stesso e si
dirigeva il getto alla base delle fiamme.
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opportuno evidenziare che molti dispositivi legislativi di prevenzione incendi fanno riferimento ai mezzi di estinzione, prevedendo tra laltro la loro giusta applicazione. Di seguito si elencano i principali riferimenti normativi
che per vari motivi intervengono nel settore degli estintori e della sicurezza in
generale, essi sono:
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39
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TERMINI E DEFINIZIONI
Agente estinguente: sostanza contenuta nellestintore la sua azione determina lestinzione del principio dincendio.
Carica: quantit di agente estinguente contenuto nellestintore, espresso in
volume (litri) per gli estintori a base dacqua e in massa (chilogrammi) per
gli altri estintori.
Estintore portatile: apparecchio contenente un mezzo estinguente, che pu essere proiettato sul fuoco per effetto di una pressione permanente o per la
pressione rilasciata da un gas contenuto in una cartuccia; ha una massa minore o uguale a 20 Kg.
Il suddetto parametro nasce dal fatto che lestintore portatile concepito
per essere portato e utilizzato a mano da un singolo operatore.
Un eccessivo peso dellestintore comporterebbe naturalmente
difficolt operative nellazione di estinzione.
Classificazione: la classificazione degli estintori
portatili dincendio si effettua secondo
quanto specificato nella norma UNI
EN3/7:2004, o altra norma tecnica
equivalente adottata da un ente di
normazione nazionale di un paese
dellunione Europea.
Omologazione: Per omologazione si intende latto conclusivo attestante il
positivo espletamento procedurale tecnico amministrativo finalizzato al riconoscimento dei requisiti previsti dalle disposizioni di settore (EN3/7:2004 e/o norma
equivalente).
Prototipo omologato: si intende lesemplare di estintore portatile dincendio uguale a tutti gli esemplari sottoposti a prove i cui esiti hanno determinato la
costituzione del certificato di prova positivo e il rilascio della corrispondente omologazione.
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CARICHE PREVISTE
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Gli estintori sono mezzi di estinzione, da usare per pronto intervento sui
principi dincendio.
In relazione al peso complessivo si possono distinguere in:
Estintore portatile, che pronto alluso ha una massa minore o uguale a 20
Kg. (D.M. 7/01/05)
Estintore carrellato: estintore trasportato su ruote di massa maggiore di 20
Kg e contenente un mezzo estinguente con cariche fino a 150 Kg. (D.M.
06/03/92)
CENNI SUGLI ESTINTORI CARRELLATI (D.M. 06/03/92)
Allart. 1 del succitato decreto indicato che la valutazione delle caratteristiche
delle prestazioni degli estintori carrellati si effettua secondo quanto specificato alla UNI
9492/CNVF/CPAI.
Gli estintori carrellati sono composti
da una struttura metallica denominata telaio,
munito di ruote, su cui installato un recipiente (in genere di forma cilindrica) a pressione permanente o pressurizzati al momento
delluso attraverso una bombola di gas disposta vicino al serbatoio dellagente estinguente.
Al serbatoio e fissato il dispositivo di
erogazione composto da una tubazione e da
una lancia e /o cono diffusore, munita di valvola di intercettazione e di impugnatura, affinch loperatore addetto allestinzione possa dirigere con precisione il getto e possa interromperlo una volta spento il focolare.
Il parametro pi importante per un
estintore carrellato la determinazione della
gittata, consiste nel verificare attraverso una prova al fuoco fino a che distanza dalla lancia lestintore possa spegnere un incendio.
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Schiuma
Polvere
6
8
CO2
Idrocarburi alogenati
2
6
La tabella indica le gittate minime che devono avere gli estintori ,in
prova, alcuni estintori hanno gittate notevolmente superiori a quelle previste
(estintori a polvere possono raggiungere gittate anche di mt 16) la gittata riscontrata in prova si definisce gittata efficace.
Gli estintori carrellati in relazione alle classi di fuoco, ottenute nelle
prove di classificazione al fuoco, possono indicare sui contrassegni distintivi:
Classe A (esclusi gli estintori a CO2) uguale per tutti gli estintori (si tratta della classe 13A ) che deve essere estinta con un massimo di 15 Kg/Lt per almeno due volte su tre prove.
La classe B assegnata con un indice di riferimento a secondo della
grandezza del focolare estinto.
Lindice un numero intero che va da 10 a 1 in ordine di capacit crescente, con 10 si indica la capacit minore e con 1 la massima capacit estinguente.
Il focolare 55B prevede due indici di capacit 10 e 9 a secondo se il tempo di estinzione sia pari al 60% o al 40% del tempo minimo di funzionamento
previsto dalla norma UNI 9492. Per gli estintori a schiuma lestinzione deve avvenire al massimo con il quantitativo di estinguente erogabile nel tempo corrispondente al 60% del tempo minimo previsto.
Tabella valori minimi previsti per estintore a schiuma (norma UNI 9492)
FOCOLARE
89B
144B
233B
CARICA
50 lt
100 lt
150 lt
DUR. FUNZ.
(s.)
da 35 a 50
da 45 a 70
da 60 a 100
45
INDICI PREVISTI
55B
89B
144B
233B
10 e 9
9e8
6e5
4, 3, 2, 1
60% e 40%
60% e 40%
60% e 40%
36s, 24s, 18s, 12s
46
DIFFERENZE
SOSTANZIALI
TRA PORTATILI
E CARRELLATI
IFFERENZE SOSTANZIALI
TIPO
CARICHE
TIPO
Polvere
Kg: 1, 2, 3, 4, 6, 9, 12 Polvere
CO2
Idrocarb. alogenati
Acqua
Schiuma
Kg: 2, 5
Kg: 1, 2, 4, 6
lt: 2, 3, 6, 9
lt: 2, 3, 6, 9
CO2
Idrocarb. alogenati
Acqua
Schiuma
CARICHE
Lestintore portatile utilizzato nel princi- Lestintore carrellato pu estinguere un incenpio dincendio da un solo operatore.
dio e deve essere utilizzato da due operatori nel
seguente modo:
1 operatore, trasporta e attiva lestintore;
2 operatore impugna la lancia e opera lestinzione.
DURATA DI FUNZIONAMENTO DEGLI ESTINTORI PORTATILI
AI SENSI DEL D.M.
7.1.02005
49
DURATA MINIMA
CARICHE NOMINALI
DELLA CAPACIT
DEL FUNZIONAMENTO
AMMESSE
ESTINGUENTE
(SECONDI)
(KG)
5A
8A
13A
21A
27A
34A
43A
55A
6
6
9
9
9
12
15
15
1
1, 2
1, 2, 3, 4
1, 2, 3, 4, 6
1, 2, 3, 4, 6, 9
1, 2, 3, 4, 6, 9
1, 2, 3, 4, 6, 9, 12
1, 2, 3, 4, 6, 9, 12
Classificazione della capacit estinguente, durata minima del funzionamento e cariche nominali per estintori a BASE DACQUA, compresi gli estintori a
SCHIUMA
CLASSIFICAZIONE
DURATA MINIMA
CARICHE NOMINALI
DELLA CAPACIT
DEL FUNZIONAMENTO
AMMESSE
ESTINGUENTE
(SECONDI)
(LITRI)
5A
8A
13A
21A
6
9
9
9
2, 3
2, 3, 6
2, 3, 6, 9
2, 3, 6, 9
50
(segue)
27A
34A
43A
55A
12
15
15
15
2, 3, 6, 9
2, 3, 6, 9
2, 3, 6, 9
2, 3, 6, 9
Classificazione della capacit estinguente, durata minima del funzionamento e cariche nominali per estintori a BIOSSIDO DI CARBONIO
CLASSIFICAZIONE
DURATA MINIMA
CARICHE NOMINALI
DELLA CAPACIT
DEL FUNZIONAMENTO
AMMESSE
ESTINGUENTE
(SECONDI)
(KG)
21B
34B
55B
70B
89B
113B
144B
183B
233B
6
6
9
9
9
12
15
15
15
2
2
2, 5
2, 5
2, 5
2, 5
2, 5
2, 5
2, 5
Classificazione della capacit estinguente, durata minima del funzionamento e cariche nominali per estintori a IDROCARBURI ALOGENATI
CLASSIFICAZIONE
DURATA MINIMA
CARICHE NOMINALI
DELLA CAPACIT
DEL FUNZIONAMENTO
AMMESSE
ESTINGUENTE
(SECONDI)
(KG)
21B
34B
55B
6
6
9
1
1, 2
1, 2, 4
51
(segue)
70B
89B
113B
144B
183B
233B
9
9
12
15
15
15
1, 2, 4, 6
1, 2, 4, 6
1, 2, 4, 6
1, 2, 4, 6
1, 2, 4, 6
1, 2, 4, 6
Come si evince dalle tabelle, la durata di funzionamento determinante per ottenere la possibilit di effettuare lestinzione di un determinato focolare dincendio.
Est. A polvere
CARICA NOMINALE
50
100
150
30
50
100
150
l
l
l
Kg
Kg
Kg
Kg
-s
da 35 a 50
da 45 a 70
da 60 a 100
da 30 a 40
da 35 a 45
da 45 a 60
da 55 a 80
(segue)
52
Est. A CO2
18
27
54
Est. A idrocarburi alogenati 30
50
Kg
Kg
Kg
Kg
Kg
da 20 a 25
da 20 a 30
da 50 a 70
da 30 a 40
da 45 a 60
CLASSE
53
55A
CLASSE
55A
CLASSE
55A
233B
54
CLASSE
233B
233B
55
56
DISPOSITIVI
DI SCARICA
E DI SICUREZZA
ISPOSITIVI DI SCARICA
59
60
61
Il manometro
Alloggia sul gruppo valvolare degli estintori a pressione permanente, sul quadrante dello
stesso devono essere riportate le seguenti indicazioni:
- una indicazione del punto zero;
- una zona di colore verde (campo di utilizzo) relativa alle pressioni (P) comprese da P -20C e P
60C, oppure nel caso di estintori a base di acqua +5C a +60C;
- due zone di colore rosso al di fuori della zona verde suddetta;
- lindicazione del valore della pressione a 20C obbligatoria;
- la lunghezza del campo di lettura deve essere allincirca uguale a 1,5 volte la
lunghezza tra 0 e P 60C.
Lindicatore di pressione costituito da un ago che approssimativamente ci rappresenta lo stato di pressione dellestintore, nel tempo si verificano
continui movimenti dellago dovuti alle condizioni ambientali esterni che comportano un continuo movimento del gas propellente contenuto nellestintore
il quale, con temperature inferiori a 20C tende a diminuire leggermente la sua
forza despansione con relativa piccola diminuzione di pressione ed ad aumentare nel caso la temperatura superi i 20C.
In genere i manometri pi utilizzati ed anche pi robusti e precisi sono
quelli a molla di Bourdon.
Il manometro a molla tubolare, o manometro di Bourdon, dal nome del suo inventore, Eugene Bourdon, consiste in un tubo metallico cavo a sezione ellittica piegato a uncino; una
estremit chiusa e laltra aperta. Se si applica allestremit aperta una pressione, la sezione
ellittica si deforma leggermente avvicinandosi
sempre pi a quella circolare, nello stesso tempo
il tubo di allunga. Ne risulta un movimento allestremit chiusa proporzionale alla pressione
che viene misurata da un indice (indicatore di
pressione) che scorre nella scala graduata.
62
(b)
63
(a)
CONTRASSEGNO
DISTINTIVO
Sullestintore deve essere apposta un etichetta che deve riportare le seguenti informazioni in sequenza:
Prima parte:
la parola estintore;
il tipo di agente estinguente;
le classi di spegnimento dellestintore.
Parte seconda:
le istruzioni per luso che devono contenere uno o pi pittogrammi che indichino le modalit di utilizzo dellestintore;
i pittogrammi dei focolari idonei ad estinguere.
Parte terza:
le avvertenze di pericolo;
lindicazione circa luso o non sui quadri elettrici sotto tensione.
Parte quarta:
67
SOCIET COSTRUTTRICE
CON LINDIRIZZO DELLA STESSA
68
Caratteristiche delletichetta:
Letichettatura sullestintore deve essere di colore (colori) contrastante(i) con il fondo;
letichetta deve essere in una posizione tale da poter essere letta chiaramente quando lestintore si trova sulla staffa di supporto;
nelletichetta di un estintore approvato con D.M. 20/12/82 indicato il n di approvazione rilasciato dal M.I.;
nelletichetta di un estintore omologato ai sensi del D.M 7/1/2005 indicato il n
di omologazione del M.I.;
inoltre nelletichetta di un estintore omologato ai sensi del D.M. di cui sopra sar
riportato il riferimento alla norma UNI EN 3-72004;
non sono ammesse abrasioni e scritte differenti da quelle riportate sul resto delletichetta e non ammesso coprire il nome del produttore (parte quinta delletichetta).
Sulla prima parte delletichetta sono indicati i focolari per il quale
stato omologato lestintore, precisamente 55A 233B C.
La classificazione dellestintore avviene attraverso dei focolari standard
indicati nella norma, gli stessi servono a definire la capacit estinguente dellestintore.
Per poter procedere allestinzione in prova dei focolari richiesto una
durata minima di funzionamento come si evince nella tabella seguente ove sono inoltre inclusi parametri tecnici riferiti alla costruzione del focolare sia di
classe A che di classe B.
La classe C (fuochi di gas) viene concesso attraverso la richiesta del costruttore ai Laboratori di prova. (non concedibile per gli estintori a schiuma).
Classe A
Esempio: un focolare 13A classificabile per un estintore che abbia una
durata minima di funzionamento di almeno 9 secondi.
Il legno che lo compone pinus silvestris e i listelli di legno che lo compongono hanno una sezione quadrata con il lato di (39+/- 2)
69
VISTA FRONTALE
VISTA LATERALE
70
Volume liquido
Designazione (1/3 dacqua
del focolare
+ 2/3 di
di prova
combustibile)
21B
34B
55B
70B
89B
113B
144B
183B
233B
21
34
55
70
89
113
144
183
233
Diametro
interno
al bordo (mm)
920 10
1170 10
1480 15
1670 15
1890 20
2130 20
2400 25
2710 25
3000 30
150 5
150 5
150 5
150 5
200 5
200 5
200 5
200 5
200 5
2,0
2,5
2,5
2,5
2,5
2,5
2,5
2,5
2,5
0,66
1,07
1,73
2,20
2,80
3,55
4,52
5,75
7,32
6
6
9
9
9
12
15
15
15
Per le prove di classificazione viene utilizzato come combustibile EPTANO INquesto viene lasciato bruciare per un minuto, quindi loperatore entro 10
s potr iniziare lestinzione.
DUSTRIALE,
71
I VARI TIPI
DI ESTINTORI
75
76
77
Estintore ad acqua
costituito da una bombola in lamiera dacciaio, trattata contro la corrosione, contenente come agente estinguente acqua. pressurizzato o permanentemente con un gas inerte, o al momento delluso attraverso la perforazione di una bambolina interna contenente anidride carbonica
I primi estintori ad acqua, parliamo degli inizi del 1900 erano realizzati con una bombola la cui carica era costituita da bicarbonato di sodio disciolto in acqua, e vicino alla bocca del contenitore era fissata una bottiglia di vetro contenente acido solforico.
Premendo unastina la bottiglia si rompeva e la reazione chimica che
avveniva istantaneamente produceva anidride carbonica la quale come qualsiasi propellente espelleva lacqua dal contenitore permettendo alloperatore di
dirigerla sul fuoco.
Attualmente lestintore idrico ad acqua realizzato per spengere principi dincendio di classe A.
La carica dellestintore in genere non acqua pura ma spesso miscelata con sostanze che amplificano leffetto bagnante dallacqua e il potere endogeno della stessa.
Il dispositivo di erogazione e costituito da un tubo e da una lancia spesso a forma dei piccola doccia, per meglio effettuare lazione di raffreddamento
e per distribuire lestinguente in una piu ampia superficie.
Nel caso lestintore non sia utilizzabile sui quadri
elettrici deve riportare la seguente avvertenza nella
parte terza delletichetta NON UTILIZZABILE SU APPARECCHIATURE SOTTO TENSIONE ELETTRICA.
78
ta per meglio nebulizzare il getto dacqua e per spegnere e raffreddare una maggiore superficie.
Nel caso si deve intervenire su un apparecchiatura elettrica sotto tensione
sempre meglio operare con estintori a CO2 Idrocarburi alogenati- clean agent - polvere.
Estintore a schiuma
costituito da un serbatoio in lamiera
dacciaio, trattato contro la corrosione, la cui carica composta da liquido schiumogeno diluito
in acqua in percentuale che v dal 3 al 10%.
La pressurizzazione dellestintore pu
essere permanentemente o pu avvenire al momento delluso, grazie ad una bambolina di
CO2 posta sotto lorifizio di riempimento dellestintore che nel caso di necessit sar liberata attraverso la sua perforazione da un percussore posto sul gruppo valvolare.
Lestintore a schiuma utilizzabile sui
focolai di classe A-B, trova impiego soprattutto
nel settore navale.
Non assolutamente utilizzabile sui
quadri elettrici, sui focolai di classe D, sulle polveri chimiche reagenti con lacqua.
Il dispositivo di erogazione dellestinguente composto da un tubo al cui termine
collegata un lancetta in materiale anticorrosione, alla cui base vi sono dei fori
di ingresso aria. Allazionamento dellestintore ed alla contemporanea uscita
della soluzione di liquido schiumogeno, dai forellini posti alla base dalla lancia
entrer aria per effetto venturi che miscelandosi al liquido in passaggio produrr la schiuma che sar diretta sul principio dincendio.
79
80
Carta-legname- tessuto
Benzine - combust. liquidi
Gas
Fuochi di metalli
Fuochi di natura elettrica
POLVERE
ACQUA
SCHIUMA
CO2
Si
Si
Si
Si (3)
Si
Si
No
Si (2)
No
Si (4)
Si
Si
No
No
S (4)
No
Si
Si
No
Si
CLEAN AGENT
Si (1)
Si
Si
No
Si
IDR. ALOGENATI
S (1)
Si
Si
No
Si
Acqua
Schiuma
CO2
Polvere
Idrocarburi alog.
SI
SI
SI
SI
SI
SOFFOCAMENTO
SI
SI
SI
SI
SI
INIBIZIONE
CHIMICA
SI
SI
81
IMPIANTO
ELETTRICO
NO
NO
SI
SI
SI
SEPARAZIONE
BRACI
SI
SI
-
2) Prelevare lestintore:
In questa fase, si controllano i vari dispositivi di erogazione, tubo, lancia, attacco valvola-tubo e si procede a sfilare il sigillo di sicurezza.
N.B. Come si evince dallimmagine con la mano sinistra loperatore afferra la leva fissa posta sotto la leva di intercettazione, con la destra estrae la
spina di sicurezza.
82
5) Impugnare la lancia:
Come stato accennato in precedenza, lestintore portatile un mezzo per lestinzione del principio dincendio. In genere lincendio ha uno sviluppo alquanto repentino soprattutto in determinate condizioni: tipo di combustibile, presenza di correnti daria favorevoli, geometria del locale ecc., in questa
prima fase lazione di un estintore portatile ben utilizzato pu evitare il rischio
di giungere al flash over e quindi allincendio generalizzato.
83
idrante danneggiato;
mancanza di manichetta nella cassetta antincendio.
USCITE DEMERGENZA
13 A - 89 B
21 A - 113 B
34 A - 144 B
55 A - 233 B
rischio basso
rischio medio
rischio elevato
100 m2
150 m2
200 m2
250 m2
100 m2
150 m2
200 m2
100 m2
200 m2
Nelle attivit soggette alla P.I. un preventivo studio della geometria dei
locali e dei materiali combustibili, nonch dellaffluenza del pubblico, determina lo scaturire di un progetto in cui si vanno ad individuare opere e prodotti
antincendio al fine di attuare la massima sicurezza per gli utenti e per gli stessi lavoratori.
84
Per ottenere un risultato positivo dellintervento di estinzione necessario non sottovalutare i seguenti parametri:
avvicinarsi
allincendio
con attenzione e dirigere il getto alla base delle fiam
me;
attaccare lincendio estinguendo nel caso i focolai pi vicini per poi attaccare il principale;
non
dirigere il getto contro vento;
i getti di pi estintori, utilizzati contemporaneamente, devono essere diretti
nella stessa direzione o al massimo formando un angolo di 90;
non
utilizzare estintori idrici per incendi di apparecchiature elettriche sotto
tensione;
verificare sempre la compatibilit dellagente estinguente col focolaio da
estinguere;
dopo aver spento un principio dincendio verificare lavvenuta estinzione
segue:
non agitarsi e far defluire gli occupanti il locale in ordine ma con tempestivit senza far nascere panico nella gente;
intervenire
dirigendo lestinguente alla base delle fiamme fino alla completa
estinzione.
85
Foto 1
Loperatore impugna lestintore e si
prepara allattacco del fuoco.
Foto 2
Si dirige sul fuoco sopravento, come
si evince dalla direzione delle
fiamme ed aziona lestintore.
Foto 3
Sparge in modo circolare il gas sul
focolare eliminando la possibilit
per il combustibile di ossigenarsi,
quindi ottiene lestinzione.
86
Foto 1
Loperatore pronto per attaccare il
fuoco con un estintore a polvere.
Foto 2
Inizia lerogazione dellestinguente
posizionandosi sopravento.
Foto 3
Si dirige sul fuoco spargendo la
polvere alla base delle fiamme a
ventaglio, al fine di coprire lintera
superficie interessata.
4
Foto 4
Focolare estinto. Si nota la traccia a
forma conica lasciata dalleffetto
ventaglio operato nella fase di estinzione.
87
Il D.P.R. 27 Aprile n 547 del 1955 allarticolo 34 recita che i mezzi di estinzione degli incendi, in particolare gli
estintori portatili, devono essere mantenuti in efficienza e controllati almeno
una volta ogni sei mesi da personale esperto.
Il D.M. n 64 del 10/03/1998 allarticolo 4 (controllo e manutenzione
degli impianti e delle attrezzature antincendio) espleta che gli interventi di manutenzione siano eseguiti nel rispetto delle disposizioni legislative e regolamenti vigenti, delle norme di buona tecnica emanate dagli organismi di normalizzazione nazionali o europei o in assenza di dette norme delle istruzioni fornite
dal produttore.
88
verifica della conformit al prototipo omologato per quanto attiene alle iscrizioni e allidoneit degli eventuali ricambi;
verifiche di cui alla sorveglianza e al controllo;
esame interno dellapparecchio per verificare lo stato di conservazione del
serbatoio;
controllo
della funzionalit di tutte le sue parti;
lagente estinguente, in particolare il tubo pescante, i tubi flessibili, i raccordi e gli ugelli, per verificare che siano liberi da incrostazioni, occlusioni e sedimentazioni;
controllo dellassale delle ruote, negli estintori carrellati;
ripristino delle protezioni superficiali se danneggiate;
sostituzione dei dispositivi di sicurezza contro le sovrappressioni con altri
nuovi:
sostituzione dellagente estinguente;
montaggio dellestintore in perfetta efficienza.
Frequenza di revisione
TIPO DI ESTINTORE
A polvere
36
Ad acqua o a schiuma
18
A CO2
60
A idrocarburi alogenati
72
Nota: La revisione deve essere attuata su tutti i componenti.
4. Collaudo: consiste in una misura di prevenzione atta a verificare con
la frequenza sotto specificata la stabilit del serbatoio o della bombola dellestintore in quanto apparecchi in pressione. Gli estintori a biossido di carbonio (CO2) e le bombole di gas ausiliario devono rispettare le scadenze indicate dalla legislazione vigente n materia di gas compressi e liquefatti.
Frequenza collaudo: per gli estintori che non sono soggetti a verifiche
periodiche secondo la legislazione vigente e conformi alla Direttiva 97/23/CE
devono essere collaudati ogni dodici anni mediante una prova idraulica della
durata di trenta secondi alla pressione di prova (Pt) indicata sul serbatoio.
89
Gli estintori che non sono soggetti a verifiche periodiche secondo la legislazione vigente e non conformi alla Direttiva 97/23/CE (DLgs 93/2000) devono essere collaudati ogni sei anni mediante una prova idraulica della durata
di i minuto a una pressione di 3,5 Mpa, o come da valore punzonato sul serbatoio se maggiore.
Al termine delle prove, non devono verificarsi perdite trasudazioni, deformazioni o dilatazioni di nessun tipo.
Il produttore deve fornire tutte le indicazioni per effettuare il collaudo.
Numero
mero id matricola estin
entificat
ivo di omtore o nuRagione
to (mese/anno formato mm/aa)
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firma leggibile o punzone identifi- iden
r
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tificazio
tremi di
cativo del manutentore.
Massa lo ne
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Carica e a dellestintore
ffettiva
Tipo di
fase attu
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Data de
llultimo
interven
Firma le
to
cativo d ggibile o punzo
el manu
ne iden
tentore
tifi-
90
OBBLIGATORI:
91
Tipo di propellente
Coppia si serraggio dei gruppi valvolari
Controllo per pesata e/o pressione
4) ELENCO DELLE PARTI DI RICAMBIO
con relativo codice, descrizione e materiale.
5) LE AVVERTENZE IMPORTANTI A GIUDIZIO DEL COSTRUTTORE.
FACOLTATIVI:
ISTRUZIONI PER LUTILIZZATORE:
il tipo di comportamento da tenere per preservare in ottimo stato lestintore e i provvedimenti da adottare nel caso si riscontrassero delle anomalie sia costruttive che di funzionamento.
atti a migliorare le indicazioni sopra menzionate. Eventuali chiarimenti sulla composizione dellagente estinguente e avvertenze duso con ritrimenti a schede di sicurezza. Eventuali estratti della norma utili ai fini del controllo quali: tara dellestintore e peso dellestintore pronto al luso.
CHIARIMENTI
92
93
INDICE
Lincendio ........................................................................................................................................
La combustione ........................................................................................................................
Linnesco ..........................................................................................................................................
13
19
23
31
47
57
65
73
94