Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
ORG
Edizioni
HACKMED
www.hackmed.org
hackmed.org
WWW.HACKMED.ORG
Questo utile compendio stato reso possibile dal lavoro costante e faticoso di quattro studenti della Facolt di Medicina e Chirurgia dellUniversit degli Studi di Perugia, per ottenere un
risultato soddisfacente abbiamo confrontato gli appunti delle lezioni, le spiegazioni del libro
Anatomia Umana e le schede presenti su HackMed.
Abbiamo fatto del nostro meglio, ma qualche svista pu esserci comunque, scusateci. Ad ogn
modo importante ricordare che questi sunti sono un valido strumento, ma da soli non bastano, assolutamente necessario consultare lAtlante di Anatomia sia Macroscopica che Microscopica.
Crediamo nella libera diffusione del sapere, ma vi chiediamo in cambio del nostro lavoro un
piccolo favore, non per noi, ma per un'associazione italiana indipendente, neutrale e apartitica, nata per offrire assistenza medico-chirurgica gratuita e di elevata qualit alle vittime civili
delle guerre, delle mine antiuomo e della povert: EMERGENCY.
Emergency promuove una cultura di solidariet, di pace e di rispetto dei diritti umani. L'impegno umanitario di Emergency possibile grazie al contribuito di migliaia di volontari e di sostenitori.
Quindi chiediamo a chi sta leggendo queste righe di visitare il sito WWW.EMERGENCY.IT
, di
informarsi, di comprendere la vera essenza di EMERGENCY e di partecipare, anche solo con
una semplice donazione.
Ogni tipo di guadagno derivante dalla diffusione e dalla riproduzione in fotocopia di questo
opuscolo sar devoluto ad Emergency. Se lo avete ottenuto scaricandolo da uno dei siti delle
associazioni, da un vostro amico che ve lo ha passato o fotocopiandolo vi preghiamo almeno
di andare a vedere come lavora EMERGENCY visitando il sito web e, magari, di sostenerla in
qualche modo.
Se anche un solo studente comprender, non solo i numeri e le immagini che ci vengono mostrati, ma ci che significa veramente la guerra per chi la subisce tutti i giorni in tutto il mondo, allora noi ci sentiremo pi che appagati.
Grazie.
Tommaso Bori
Filippo Allegrucci
Giulia Caironi
LIMITI
hackmed.org
TRONCO:
- MEDIASTINO: Lateralmente dalle pleure polmonari, in avanti
dallo sterno e piccola parte delle cartilagini costali, in
basso dal diaframma, posteriormente dalla colonna
vertebrale, superiormente in diretta comunicazione
con lo spazio viscerale del collo, ma si pone come limite un piano immaginario che poggia sul giugulo e sulla
prima coppia di coste.
- TORACE: -> Collo: Segnato anteriormente dalle due clavicole e dallincisura giugulare, ovvero il margine superiore dello sterno. Posteriormente convenzionalmente
stabilito parallelo a C7.
-> Arto Superiore: Segue la linea segnata in avanti
dallemiclaveare, in dietro dal margine vertebrale della
scapola, in alto dal margine posteriore della met esterna della clavicola e dal margine superiore della spina della scapola, in basso si considera una linea orizzontale che unisce i margini laterali dei muscoli grande
dorsale e grande pettorale.
-> Addome: Dato dalla linea basisternale che passa
per la giunzione xifosternale, arriva fino alla linea ascellare anteriore, prosegue lateralmente per incontrare la 12^ costa e orizzontalmente lungo questa.
- ADDOME: -> Torace: Dato dalla linea basisternale che passa per la giunzione xifosternale, arriva fino alla linea
ascellare anteriore, prosegue lateralmente per incontrare la 12^ costa e orizzontalmente lungo questa.
-> Pelvi: Anteriormente corrisponde ad un breve segmento orizzontale che unisce i due tubercoli pubici, posteriormente corrisponde ad una linea che passa per
larticolazione lombosacrale.
-> Arto Inferiore: Corrisponde in avanti a una linea
che unisce la spina iliaca anteriore superiore al tubercolo pubico ed segnato superficialmente dalla piega
inguinale, lateralmente e posteriormente dalla cresta
iliaca.
hackmed.org
MEDIASTINO
Comincia alla 1^ costa, termina con il processo xifoideo, si differenzia tra superiore e inferiore
alla linea tra T4 e langolo sternale. Si divide in mediastino superiore ed inferiore, il secondo
ulteriormente diviso in anteriore, davanti al cuore, posteriore, dietro al cuore, e intermedio, a
livello del cuore. particolarmente importante per la presenza di numerosi organi e formazioni
anatomiche che non lasciano alcuno spazio vuoto per via del tessuto adiposo e per la sua
funzione regolatrice della pressione interna della cavit toracica.
Il mediastino contiene:
aorta discendente o toracica
aorta ascendete o bulbo
arco dellaorta
arteria anonima
arteria bronchiale di destra e di sinistra
arteria carotide comune di sinistra
arteria intercostale suprema
arteria polmonare di destra e di sinistra
arteria succlavia di sinistra
arteria toracica o mammaria interna
arterie coronarie
arterie esofagee medie
arterie freniche superiori
bronchi principali
catena dei gangli ortosimpatici di destra e di sinistra
cuore
dotto toracico
esofago
linfonodi mediastinici
nervo frenico di destra e di sinistra
nervo ricorrente vagale di sinistra o laringeo inferiore
nervo vago di destra e di sinistra
origine dei grossi vasi
origine delle arterie intercostali anteriori
origine delle arterie intercostali posteriori (ultime 10 coppie)
sistema venoso azygos ed emiazygos
timo
trachea
vena brachiocefalica o anonima di destra e di sinistra
vena bronchiale di destra e di sinistra
vena cava inferiore e superiore
vene esofagee medie
vene polmonari di destra e di sinistra
hackmed.org
hackmed.org
alto a formare una sporgenza conica diretta in dietro e a sinistra detta cono arterioso
seguitato dal tronco polmonare.
- FACCIA POSTEROINFERIORE o DIAFRAMMATICA: Riposa sul centro tendineo e risulta
pressoch orizzontale. Di forma triangolare, a base posteriore e apice anteriore, si
presenta debolmente convessa. Corrisponde alla faccia inferiore dei ventricoli,
maggiormente il sinistro, e ad una porzione degli atri. Presenta sulla propria superficie il
solco coronario, il solco interventricolare posteriore e un tratto del solco interatriale.
- FACCIA POLMONARE o MARGINE OTTUSO : Si trova fra la faccia anteriore o
sternocostale e la faccia posteroinferiore o diaframmatica, arrotondata, convessa,
formata prevalentemente dal ventricolo sinistro e nel tratto superiore dallatrio
corrispondente. pi ampia in alto dove incrocia il solco coronario.
- MARGINE ACUTO: Molto sottile, segna il passaggio netto tra le facce diaframmatica e
sternocostale. Pressoch orizzontale diretto da dietro in avanti e verso sinistra. Va
dallo sbocco della vena cava inferiore nel cuore alla punta dello stesso dove si presenta
solcato dallincisura dellapice.
Si distinguono inoltre una base ed un apice:
- BASE : Formata dalla faccia posterosuperiore dei due atri ed rivolta in dietro, in alto e a
destra, corrisponde a T5-T8 dalle quali separata dal pericardio, dalle vene polmonari di
destra, esofago e aorta discendente. E complessivamente convessa anche se presenta
irregolarit dovute allimbocco dei grossi vasi venosi negli atrii, ha una morfologia
cupoliforme con limiti poco netti tranne il margine anteriore che la separa dalla parte atriale
della faccia sternocostale. In dietro seguita con la faccia diaframmatica degli atrii fino al
solco coronario, ai lati si continua con le auricole. percorsa dal solco interatriale, subito a
destra di questo in corrispondenza dellatrio destro, si trovano:
- SUPERIORMENTE : Presso il margine anteriore, lorifizio di sbocco della
vena cava superiore.
- INFERIORMENTE: Al confine con la faccia diaframmatica, lorifizio di
sbocco della vena cava inferiore
Subito a sinistra del solco interatriale, in corrispondenza dellatrio sinistro
sono presenti:
- ESTREMO LIMITE DESTRO: Gli orifizi di sbocco delle due vene polmonari
di destra.
- SINISTRA : Al confine con la parete laterale, gli orifizi di sbocco delle due
vene polmonari di sinistra.
Al di sotto dello sbocco della vena cava inferiore, la base continua indistintamente con
la faccia diaframmatica degli atrii, questa percorsa trasversalmente dal seno coronario
che, dirigendosi da sinistra verso destra, supera il solco interatriale per aprirsi nellatrio
destro. Al limite fra parte posteriore e laterale latrio destro presenta un solco verticale
detto solco terminale che si estende dal lato destro della vena cava inferiore fino al
davanti della terminazione della vena cava superiore. Tale solco separa nellatrio destro
due porzioni di diversa derivazione e morfologia: il seno delle vene cave, posteriore, e
la parte atriale propriamente detta, anterolaterale. La presenza del seno disposto in
asse e sulla continuazione delle due vene cave determina un prevalente sviluppo
verticale dellatrio destro. Il territorio dellatrio compreso fra gli sbocchi delle vene
polmonari si definisce tetto o vestibolo dellatrio sinistro e ha lo stesso significato e i
medesimi caratteri morfologici del seno delle vene cave. La presenza del vestibolo
disposto sulla direttrice delle vene polmonari determina un prevalente sviluppo
trasversale dellatrio sinistro.
- APICE : Formato dal ventricolo sinistro e rivolto in basso, in avanti e a sinistra.
coperto dal polmone e dalla pleura, si trova a livello del 5 spazio intercostale di
sinistra, a 6-8 CM dalla linea mediosternale e 1 CM allinterno della linea emiclaveare.
Configurazione Interna: Divisa in quattro parti, due atri e due ventricoli, tra i due atri e i
due ventricoli sono presenti dei setti detti interatriale ed interventricolare, tra atrio e ventricolo
corrispondenti si trova un orifizio detto atrioventricolare che un ostio venoso munito di
valvola cuspidale, mentre tra ventricoli e arterie si trova un ostio arterioso munito di valvola
semilunare.
hackmed.org
- ATRIO DESTRO: Situato a destra e in avanti rispetto allatrio sinistro, ha la forma di un cubo,
il seno delle vene cave separato dalla parte atriale propriamente detta dalla cresta terminale
che corrisponde al solco terminale visibile sulla superficie esterna. Presenta sei pareti:
- ANTEROSUPERIORE : Corrisponde alla faccia sternocostale.
- POSTEROSUPERIORE : Corrisponde alla base del cuore e presenta gli sbocchi delle
vene cave, lo sbocco della vena cava superiore delimitato dalla cresta terminale,
mentre lorifizio di sbocco della vena cava inferiore presenta la valvola di Eustachio, che
in forma di piega membranosa semilunare si porta dal contorno dellorifizio al lembo
della fossa ovale. A sinistra e in avanti rispetto allorifizio della vena cava inferiore in
prossimit dellorifizio atrioventricolare, si trova lo sbocco del seno coronario che
presenta la valvola di Tebesio, questa ha il compito di impedire il reflusso del sangue
nel seno coronario durante la sistole atriale.
- POSTEROINFERIORE : Corrisponde allesigua faccia diaframmatica e riceve lo sbocco
del seno coronario.
- ANTEROINFERIORE: Corrisponde allorifizio atrioventricolare destro o ostio tricuspidale
che immette nella cavit ventricolare, esso provvisto di un apparato valvolare formato
da tre lembi o cuspidi da cui prende il nome di valvola tricuspide.
- MEDIALE : Formata dal setto interatriale, liscia e presenta una depressione allungata
in senso verticale denominata fossa ovale che il residuo del foro di Botallo.
- LATERALE: Presenta un foro che immette nellauricola destra.
- VENTRICOLO DESTRO : Ha una capacit di circa 200 ML e presenta la forma di una piramide
triangolare con le seguenti pareti:
- ANTERIORE: Corrisponde alla maggior parte della faccia sternocostale del cuore.
- POSTEROINFERIORE : Appiattita, costituisce la porzione destra, meno estesa, della
faccia diaframmatica.
- MEDIALE o SETTALE: Formata dal setto interventricolare che sporge in cavit.
- BASE : Presenta due orifizi, uno venoso o atrioventricolare e uno arterioso o
polmonare. In corrispondenza della base il ventricolo destro mostra un rilievo
muscolare, la cresta sopraventricolare, situata tra gli orifizi atrioventricolare e
polmonare che separa la parte venosa o di afflusso, da quella infundibulare del cono
arterioso o di efflusso.
- ORIFIZIO ATRIOVENTRICOLARE DESTRO o TRICUSPIDALE o OSTIO VENOSO
:
Si trova in dietro a destra e in basso rispetto allostio arterioso, ha contorno
ovalare ed provvisto di un apparato valvolare denominato valvola
atrioventricolare destra o tricuspide, costituita da tre lembi o cuspidi valvolare di
forma triangolare. Queste con la loro base si attaccano ad un anello fibroso posto
in corrispondenza dellorifizio, le cuspidi sono costituite da tessuto fibroso
rivestito da endocardio e si proiettano con lapice nella cavit ventricolare. Si
distinguono in mediale o settale, anteriore e posteriore; i margini liberi sono
irregolarmente dentellati e danno inserzione alle corde tendinee che si distaccano
dallapice di rilievi muscolari conici sporgenti in cavit denominati muscoli
papillari.
- ORIFIZIO POLMONARE o OSTIO ARTERIOSO : Situato accanto al setto
interventricolare, davanti a sinistra e pi in alto rispetto allorifizio
atrioventricolare destro. Ha contorno circolare e presenta un apparato valvolare
costituito da tre valvole semilunari che sono pieghe membranose a forma di nido
di rondine. Esse presentano un margine aderente che si impianta su un anello
fibroso situato sul contorno dellostio arterioso ed un margine libero che sporge
nel lume del vaso. Il margine libero mostra, nel suo punto di mezzo, un piccolo
rigonfiamento, il nodulo di Morgagni.
Ad esclusione del cono arterioso la superficie interna del ventricolo destro presenta rilievi
muscolari, detti trabecole carnee. Si distinguono tre ordini di trabecole; quelle di terzo ordine
aderiscono alla parete del ventricolo per tutta la loro estensione, quelle di secondo sono fissate
alla parete solo con le loro estremit, e quelle di primo ordine o muscoli papillari si impiantano
con la base sulla parete ventricolare e si proiettano con lapice nella cavit. Si distinguono un
muscolo papillare anteriore da cui si staccano una dozzina di corde tendinee che si fissano sulle
cuspidi valvolari anteriore e posteriore; uno posteriore o inferiore da cui partono corde
hackmed.org
tendinee per la cuspidi posteriore e mediale e uno mediale o settale che fornisce corde
tendinee alle cuspidi mediale e anteriore.
ATRIO SINISTRO: Rispetto al destro ha minor volume e maggior spessore. Il suo asse
maggiore disposto trasversalmente formando gran parte della base del cuore ed
estendendosi verso destra per coprire in parte latrio di quel lato, si distinguono 6 pareti:
- ANTEROSUPERIORE : Corrisponde alla faccia sternocostale e ha rapporto con laorta e il
tronco polmonare.
- POSTEROSUPERIORE: Ha rapporto con lesofago e vi si aprono quattro orifizi privi di
valvole a cui corrispondono le quattro vene polmonari.
- POSTEROINFERIORE: Corrisponde alla faccia diaframmatica, poco estesa e
pianeggiante.
- ANTEROINFERIORE: Dove si trova lorifizio atrioventricolare.
- MEDIALE o SETTALE : Corrisponde al setto interatriale.
- LATERALE: Attraverso la quale si accede allauricola sinistra.
Latrio ha pareti lisce tranne in corrispondenza dellauricola. La parete mediale o settale
presenta una depressione che corrisponde alla fossa ovale dellatrio destro, questa limitata
da una plica semilunare che rappresenta il residuo della valvola del forame ovale. Sulla parete
dellatrio si trovano gli orifizi di sbocco di alcune vene cardiache minime, in basso e in avanti
lorifizio atrioventricolare sinistro o ostio mitralico, provvisto di un apparato valvolare costituito
da due cuspidi che prende il nome di valvola mitrale o bicuspide o atrioventricolare sinistra.
VENTRICOLO SINISTRO : Ha una capacit di circa 180 ML e forma di un cono lievemente
appiattito il cui apice corrisponde alla punta del cuore, presenta due pareti:
- ANTEROLATERALE: Corrisponde alla faccia sternocostale e al margine ottuso del cuore.
- INFEROMEDIALE : Corrisponde alla faccia diaframmatica e al setto interventricolare.
La base del ventricolo presenta due orifizi, uno venoso o atrioventricolare situato in dietro e a
sinistra, uno arterioso o aortico situato in avanti e a destra. Con questi il ventricolo comunica
rispettivamente con il suo atrio e con laorta. Lorifizio atrioventricolare sinistro o mitralico ha
forma ovale ed delimitato da un anello fibroso che d impianto alla valvola atrioventricolare
sinistra o bicuspide o mitrale, costituita da due cuspidi o lembi valvolare di dimensioni diverse.
La cuspide pi larga situata in avanti e medialmente, fra gli orifizi atrioventricolare e aortico
e corrisponde alla parete anteriore e alla faccia sinistra del setto, detta cuspide anteriore o
aortica. Laltra situata in dietro e lateralmente, corrisponde al margine ottuso e alla parete
posteriore del ventricolo, detta cuspide posteriore. Le basi delle cuspidi si attaccano allanello
fibroso dellostio mitralico e hanno la stessa struttura di quelle della valvola tricuspide, solo la
superficie parietale del lembo anteriore appare liscia a causa dellattrito della corrente
sanguigna. Lorifizio aortico o ostio arterioso circolare e si trova davanti e a destra dellorifizio
mitralico dal quale separato dalla cuspide anteriore della valvola mitrale. A questo si accede
attraverso una porzione conica del ventricolo a pareti lisce, compresa fra la superficie parietale
del lembo anteriore della bicuspide e la corrispondente regione della faccia sinistra del setto
interventricolare denominata vestibolo aortico. provvisto di tre valvole semilunari distinte,
una di destra, una di sinistra e una posteriore, che presentano strutture e modalit di
inserzione simili alle valvole del tronco polmonare, ma sul margine libero si trova un piccolo
rigonfiamento detto nodulo di Aranzio. La superficie interna percorsa da sottili trabecole
carnee che formano una rete, particolarmente intricata nella parete sinistra e allapice, mentre
relativamente liscia nella parete sternocostale e nel setto. Sono presenti due muscoli
papillari, lanteriore situato in avanti e lateralmente, il posteriore che resta pi indietro e
medialmente. Il setto interventricolare si estende dallapice fino alla base dei ventricoli tra gli
orifizi polmonare e tricuspidale da un lato, gli orifizi aortico e mitralico dallaltro, i suoi margini
corrispondono ai solchi interventricolari anteriore e posteriore. Il setto sporge nel ventricolo
destro con la faccia convessa e nel ventricolo sinistro forma una faccia concava che prospetta
nel ventricolo sinistro.
Funzioni: Esistono due differenti circolazioni, il grande circolo, quello che si diparte dallaorta
per arrivare ai tessuti la cui origine il ventricolo sinistro, il piccolo circolo che origina dal
ventricolo destro, dipartendosi dallarteria polmonare sino ai polmoni per la riossigenazione. Il
sangue partendo dal ventricolo sinistro entra nellaorta, va in periferia e torna allatrio destro
attraverso la vena cava superiore e inferiore, passa nel ventricolo destro e arriva ai polmoni
attraverso larteria polmonare, per poi tornare nellatrio sinistro tramite le quattro vene
polmonari. I due circoli sono in serie luno rispetto allaltro. I due ventricoli si contraggono
hackmed.org
quasi nello stesso istante per spingere il sangue nei vasi, i due flussi sanguigni devono
percorrere distanze diverse nello stesso tempo. Questo avviene perch la parete muscolare
del ventricolo sinistro circa tre volte pi spessa di quella del destro di conseguenza laumento
di cardiomiociti comporta una spinta circa tre volte maggiore.
Il ciclo cardiaco consiste nella successione di sistole e diastole. Ogni ciclo dura circa 800 MS,
350 MS la sistole e 450 MS la diastole, mediamente 60-80 battiti al minuto. Il sangue che
durante la diastole discende attraverso lorifizio venoso con un flusso diretto dalla base verso la
punta dei ventricoli durante la fase espulsiva della sistole viene indirizzato nuovamente verso
la base dei ventricoli per imboccare, attraverso gli orifizi polmonare e aortico, i rispettivi
tronchi arteriosi. Durante la contrazione dei ventricoli (sistole) dalle vene cave e dalle vene
polmonari affluisce sangue agli atri destro e sinistro. Terminata la loro contrazione i ventricoli
si rilasciano (diastole), la pressione in cavit cade a zero ed il modesto gradiente pressorio
esistente negli atrii, per lafflusso di sangue, determina lapertura delle valvole atrioventricolari.
Il sangue fluisce attraverso limbuto valvolare e determina una corrente parietale che lambisce
ed innalza i lembi atrioventricolari. Il riempimento dei ventricoli si completa nella fase finale
della diastole con la contrazione degli atrii che, determinando una accelerazione del flusso,
solleva le cuspidi fino a porle in contatto, chiudendo cos lostio atrioventricolare. La successiva
contrazione dei ventricoli determina dapprima un incremento della pressione in cavit (fino a
120-150 mmHg a sinistra 20-30 mmHg a destra) che, quando raggiunge e supera le pressioni
aortica e polmonare, determina lapertura delle valvole semilunari con espulsione del sangue
nelle arterie. Poich lorigine di queste corrisponde alla base dei ventricoli, la contrazione
espulsiva del miocardio si svolge, oltre che in modo concentrico, anche e prevalentemente nel
senso della lunghezza, con un evidente avvicinamento dellapice alla base dei ventricoli. Ci
spiega limportanza funzionale nelle valvole atrioventricolari dei muscoli papillari che, con la
loro contrazione che sincrona con quella del miocardio ventricolare, si accorciano e tendono
le corde tendinee che cos mantengono in sesto i lembi valvolari, impedendone lestroflessione
verso latrio e assicurando la perfetta tenuta delle valvole. Durante la diastole la resistenza
opposta al deflusso del sangue nellarteria crea una corrente parietale reflua che determina
una pressione sulla superficie concava dei lembi semilunari, quando alla fine della sistole la
pressione dellarteria uguaglia quella della spinta ventricolare questa corrente di reflusso
determina la chiusura delle valvole semilunari. Per tutti questi motivi la circolazione cardiaca
a senso unico obbligato, i due circoli risultano tra loro in serie e in parallelo.
Va ricordato che i grossi vasi arteriosi che originano dal cuore, specialmente laorta, sono
caratterizzati dalla deformabilit elastica della parete (tonaca media), consentendo durante la
sistole ventricolare la distensione massima del vaso stesso, restituendo quindi sottoforma di
energia elastica la tensione accumulata, favorendo cos durante la diastole la progressione del
sangue attraverso un onda pressoria o sfigmica che fa si che tale dilatazione dallaorta si
diffonda attraverso tutto lalbero delle arterie a parete elastica. Il cuore serve proprio a
generare queste onde pressorie, circa 70 volte al minuto fornendo la spinta iniziale, il resto del
lavoro svolto grazie alla struttura elastica delle arterie. Per questo misurando la pressione
arteriosa durante la diastole ventricolare non mai 0 come ci si potrebbe aspettare ma circa
80 mmHg, ci dovuto appunto al ritorno elastico delle arterie che impedisce inoltre
laccollamento delle pareti dei vasi.
Nelle arterie con diametro inferiore ai 5 mm alla componente elastica si sostituisce una
componente di muscolatura liscia. La muscolatura liscia pu contrarsi e rilasciarsi attivamente
con un effetto di regolazione del flusso ematico a seconda delle esigenze dellorganismo,
vasodilatazione e vasocostrizione attiva.
RAPPORTI:
- INDIRETTI : Attraverso il pericardio con formazioni e organi del torace, attraverso il
diaframma con organi della loggia sottofrenica della cavit addominale.
- FACCIA ANTERIORE: Con la superficie posteriore del corpo dello sterno, con le
cartilagini costali dalla 3 alla 6, con i seni pleurali costomediastinici e i margini
anteriori dei polmoni.
- MARGINE OTTUSO : Attraverso la pleura mediastinica con la faccia mediale del polmone
sinistro in cui lascia la fossa cardiaca.
- FACCIA POSTEROINFERIORE : Con il centro tendineo del diaframma per mezzo del quale
ha rapporti con il lobo sinistro del fegato e il fondo dello stomaco.
hackmed.org
BASE: A destra attraverso la pleura mediastinica con la faccia mediale del polmone
destro. A sinistra e in dietro con i linfonodi mediastinici, lesofago, il nervo vago di
sinistra. A distanza con la vena azigos, il nervo vago di destra, il dotto toracico, laorta
toracica, tutti gli organi e la formazioni del mediastino posteriore.
- APICE: Attraverso il margine anteriore del polmone sinistro e il seno pleurico
costomediastinico di sinistra con la parete anteriore del torace.
Proiezioni:
- ORIFIZIO POLMONARE : Proietta sul margine superiore della 3 cartilagine costale
proseguendo anche al di dietro del corpo dello sterno. rappresentato da una linea
orizzontale e due linee verticali che, partendo dallestremit di questa raggiungono in
alto la 2 cartilagine costale, delimitando larea di proiezione del tronco polmonare.
Questarea presenta il focolaio di auscultazione della valvola polmonare.
- ORIFIZIO AORTICO : Proietta al di sotto e a destra rispetto al polmonare. Corrisponde a
una linea obliqua che partendo dallestremit sternale della 3 cartilagine costale di
sinistra si dirige in basso e verso destra fino a raggiungere la linea medio sternale. Due
linee oblique in alto e verso destra partono dalle estremit dellorifizio aortico e
risalgono fino alla met destra dellangolo sternale, delimitando larea di proiezione
dellaorta ascendente. Il focolaio di auscultazione aortico sulla linea marginosternale
nel secondo spazio intercostale di destra.
- ORIFIZIO TRICUSPIDALE : Proietta sul torace secondo una linea obliqua che partendo
dal 5 spazio intercostale di destra risale e supera la linea mediosternale allaltezza
della 4 cartilagine costale. Il focolaio di auscultazione della tricuspide sulla linea
marginosternale allaltezza del 5 spazio intercostale di destra.
- ORIFIZIO MITRALICO: Si proietta dietro alla met sinistra dello sterno e nel 3 spazio
intercostale. Corrisponde a una linea obliqua che partendo un poco a sinistra della linea
mediosternale allaltezza della 4 cartilagine costale si porta in alto e verso sinistra fino
al margine inferiore della 3 cartilagine costale di sinistra. Il focolaio di auscultazione
della mitrale corrisponde allapice del cuore.
STRUTTURA: Le pareti del cuore sono per la maggior parte formate da tessuto muscolare
striato denominato miocardio comune. Nella compagine del miocardio comune si trovano
formazioni muscolari specializzate costituite da miocardio specifico che si organizzano nel
sistema di conduzione del cuore. Inoltre il miocardio comune si dispone in fasci su formazione
fibrose a costituire lo scheletro del cuore. Le pareti cardiache sono rivestite esternamente dal
foglietto viscerale del pericardio denominato epicardio e tappezzate internamente da una
membrana denominata endocardio.
EPICARDIO : una sottile e trasparente membrana sierosa che riveste la superficie esterna del
cuore e si estende fino alla radice dei grossi vasi dove si riflette nello strato sieroso parietale
che ricopre il pericardio. costituito da un singolo strato di cellule mesoteliali appiattite che
riposa su una sottile lamina di tessuto connettivo denso e ricco di fibre elastiche. Sotto
lepicardio si trova uno strato sotto epicardiaco formato da tessuto connettivo lasso ove si
raccoglie del tessuto adiposo che forma il grasso sottoepicardiaco.
ENDOCARDIO : una liscia, biancastra e splendente tonaca che riveste la superficie interna del
cuore risalendo sulle corde tendinee, sulle valvole semilunari e atrioventricolari. costituito da
uno strato di cellule endoteliali poligonali che continua con lendotelio dei grossi vasi, presenta
uno strato sotto endoteliale di connettivo, uno strato sottoendocardiaco, costituito da
connettivo fibrillare lasso, che stabilisce la connessione tra endocardio e lo strato miocardico.
MIOCARDIO : forma la tonaca muscolare del cuore ed costituito da una variet di fibre
muscolari striate denominate fibre miocardiche comuni che differiscono per alcuni caratteri da
quelle scheletriche. Innanzi tutto sono elementi cellulari distinti e non sincizi polinucleati.
Hanno forma cilindrica e alle loro estremit si dividono per congiungersi alle fibre muscolari
confinanti formando un complesso muscolare tridimensionale. Oltre alle strie trasversali
presentano anche le strie intercalari alle zone di giunzione tra le fibre. Il nucleo rotondeggiante
tende a disporsi nella parte centrale, intorno ad esso raccolto il sarcoplasma che
abbondante e contiene varie formazioni e numerosi mitocondri. I miofilamenti delle fibre
miocardiche sono strutturalmente uguali a quelli delle fibre muscolari scheletriche, ma non
sono organizzati in miofibrille distinte, bens formano aggregati delimitati da tubuli del reticolo
sarcoplasmatico o da zone di sarcoplasma o da file di mitocondri allineati. Le strie intercalari
hackmed.org
denominate dischi intercalari sono zone di giunzione fra le estremit delle fibre miocardiche e
possono presentarsi rettilinee o dentellate, queste permettono sia la coesione meccanica fra le
fibre miocardiche che la rapida diffusione delleccitamento da una fibra allaltra cosicch il
miocardio risponde elettricamente come un sincizio. Lo stroma del miocardio ha costituzione
diversa tra atrii e ventricoli, nelle pareti degli atrii ricco di fibre elastiche che formano reti che
continuano con epicardio ed endocardio, nei ventricoli ricco di fasci collagene che avvolgono
le fibre muscolari.
Conduzione: il sistema di conduzione del cuore la sede dove insorgono gli stimoli che
determinano la contrazione del cuore.
- SISTEMA SENOATRIALE : costituito dal nodo senoatriale o nodo del seno di Keith Flack, una
piccola formazione di fibre miocardiche specifiche intrecciate, situate al limite tra lo sbocco
della vena cava superiore e linizio della cresta terminale. Occupa lintero spessore della
parete. Le fibre che costituiscono il nodo hanno la capacit di contrarsi automaticamente e
ritmicamente, per questo indicato come il pacemaker del cuore, allinizio di ogni ciclo
cardiaco d origine allimpulso che determina la contrazione. Le fibre del nodo sono in contatto
con quelle atriali circostanti, si ritiene quindi che gli impulsi siano trasmessi ai due atrii
attraverso le fibre miocardiche atriali. Sono stati individuati tre fasci internodali specializzati, il
fascio internodale anteriore, che origina dalla parte superiore del nodo e si dirige verso sinistra
dividendosi in due diramazioni, di cui una si porta allatrio sinistro e laltra percorre il setto
interatriale fino al nodo atrioventricolare. Il fascio internodale medio, origina dal margine
dorsale del nodo e raggiunge il nodo atrioventricolare percorrendo il setto interatriale. Il fascio
internodale posteriore, che origina dalla parte inferiore del nodo, percorre la cresta terminale
per giungere al nodo atrioventricolare.
- SISTEMA ATRIOVENTRICOLARE : comprende il nodo atrioventricolare di Tawara Aschoff che
un rigonfiamento ovoidale di colore giallognolo situato sul lato destro del setto interatriale in
una zona compresa fra linserzione della cuspide settale della valvola tricuspide e lo sbocco del
seno coronario. Il tronco comune del fascio atrioventricolare di His che si stacca dal nodo
atrioventricolare e decorre in avanti, attraversa quindi il trigono fibroso destro per raggiungere
il margine posteriore della porzione membranosa del setto interventricolare, percorre questo
margine mantenendosi sul lato destro e raggiunge il margine superiore della porzione
muscolare del setto dove si divide in due branche:
- BRANCA DESTRA : pi sottile della sinistra, decorre lungo la parete settale del ventricolo
destro, dapprima coperta da fasci di fibre miocardiche, poi nello strato
sottoendocardico. In prossimit dellapice del ventricolo entra nella trabecola
sottomarginale e raggiunge la base del muscolo papillare anteriore. Qui si risolve in un
plesso di fibre sottoendocardiche che raggiungono le diverse parti del ventricolo e
terminano con le fibre miocardiche ventricolari.
- BRANCA SINISTRA : con forma di un largo nastro appiattito e sottile. Discende per un
breve tratto sotto lendocardio della faccia sinistra del setto interventricolare e subito si
divide in due o pi diramazioni che si dirigono rispettivamente verso i muscoli papillari
anteriore e posteriore. I rami rimangono individuali nella parete settale, poi si risolvono
in un certo numero di filamenti anastomizzati tra loro che percorrono le trabecole
carnee e raggiungono i muscoli papillari dove continuano in un plesso terminale che si
distribuisce alle diverse parti del ventricolo attraverso le fibre miocardiche ventricolari.
Le cellule P, con nucleo grande e centrale, a forma stellata, presentano numerose giunzioni con
le fibre nodali. Sembrerebbero svolgere lattivit di pacemaker del nodo senoatriale.
Scheletro: Formazione fibrosa cos denominata in quanto offre inserzione ai fasci del
miocardio atriale e interventricolare; inoltre serve dimpianto alle valvole cardiache e realizza la
continuit strutturale dei ventricoli con i grossi tronchi arteriosi. Vi si descrivono 4 anelli fibrosi
posti sul contorno degli osti venosi e degli osti arteriosi, 2 trigoni fibrosi interposti fra gli anelli
fibrosi, il tendine del cono e il setto interventricolare membranoso.
Tre anelli fibrosi, i due degli osti venosi e quello aortico, sono sul piano atrioventricolare e sono
uniti dai trigoni fibrosi; lanello fibroso del tronco polmonare a un livello superiore ed
collegato alle altre parti dello scheletro dal tendine del cono; dal trigono fibroso destro e in
particolare dallanello fibroso aortico origina una breve espansione fibrosa, volta in basso, che
forma la parte membranosa del setto interventricolare.
Muscolatura: I fasci muscolari del miocardio si attaccano sugli anelli fibrosi da dove si portano
verso la base del cuore per formare le pareti degli atri e verso lapice per formare le pareti
hackmed.org
ventricolari, i due sistemi di fibre sono considerati indipendenti essendo separati da formazioni
fibrose.
- ATRII: Muscolatura assai sottile.
- SINISTRO : Si dimostrano due sistemi di fibre, trasversali e verticali. Le
trasversali traggono origine dal setto interatriale, decorrono sulla faccia anteriore
dellatrio sinistro, si divaricano circondando la base dellauricola, si riuniscono
percorrendo la faccia posteroinferiore per inserirsi nel setto interatriale. Le
verticali, curvilinee e disposte ad ansa, originano davanti allanello fibroso
atrioventricolare di sinistra, decorrono sul tetto dellatrio formando espansioni ad
anello intorno allimbocco delle vene e terminano in dietro sullo scheletro fibroso
del cuore e sul setto interatriale.
- DESTRO : Si descrivono quattro strutture. Il fascio terminale che si origina dal
setto interatriale, percorre la cresta terminale e raggiunge in dietro la vena cava
inferiore e la valvola di Eustachio. I muscoli pettinati, fasci a decorso verticale,
che dal fascio terminale si distaccano e decorrono parallelamente sulla parete
per arrivare allanello fibroso dellostio tricuspidale. I fascicoli limbici superiore ed
inferiore che contornano la fossa ovale nei rispettivi margini e si perdono in
prossimit della vena cava inferiore. Il fascicolo di Lower che origina dal fascicolo
limbico superiore, percorre trasversalmente la parete posterosuperiore e si porta
alla cresta terminale.
- VENTRICOLI : costituita da fasci a decorso complesso che si distinguono in propri,
disposti ad anse costituendo nellinsieme due sacchi muscolari a forma di cono la cui
base corrisponde agli osti atrioventricolari e la cui estremit inferiore presso la punta
del cuore, e comuni, disposti in due strati, anteriore e posteriore. Esistono inoltre fasci
suturali che decorrono obliquamente e profondamente fra i due anelli fibrosi
atrioventricolari, riunendo insieme i due sacchi formati dalle fibre proprie in
corrispondenza del sacco muscolare. Nella muscolatura dei ventricoli si distinguono 3
strati sovrapposti. Sotto lepicardio esiste un setto muscolare comune ai due ventricoli,
formato dalla porzione discendente superficiale delle fibre comuni, anteriori e posteriori.
Il secondo strato formato da un sacco per ogni ventricolo costituito dalle fibre proprie.
Il terzo strato dato, in ogni ventricolo, dalla continuazione delle fibre comuni
superficiali che assumono un decorso ascendente. Il setto costituito dal giustapporsi
dei sacchi formati dalle fibre proprie e dalle fibre suturali che li uniscono. Il complesso
intreccio dei fasci del miocardio ventricolare forma una struttura muscolare che imprime
una spinta concentrica alla massa sanguigna, inoltre lorganizzazione miocardica che ne
deriva esprime, in tutti i punti della parete, un eguale forza contrattile e offre un
identica resistenza alle notevoli pressioni che si sviluppano in cavit durante la sistole
ventricolare.
Arco dellAorta: laorta nasce davanti e a sinistra della vena cava superiore e indietro e a
destra rispetto alla polmonare. Il bulbo aortico alla base. Inizialmente il vaso diretto in alto,
in avanti e a destra, ma dopo 3-4 CM descrive un arco indietro e a sinistra scavalcando il
peduncolo polmonare sinistro e lasciandosi a destra esofago e trachea. Larco aortico ha il suo
apice verso T3-T4, la prima parte si trova nella regione media del mediastino anteriore, il
punto di flesso nel mediastino superiore (proietta su T2) e il resto nel mediastino posteriore.
Ha un calibro di 2,5-3 CM. Dallarco aortico nascono tre vasi epiaortici, ovvero larteria
anonima o tronco anonimo, larteria carotide di sinistra e larteria succlavia di sinistra. La parte
ascendente ha rapporti in avanti con il cono arterioso del ventricolo destro e col tronco
polmonare, a sinistra incrociata dal tronco polmonare, a destra ci sono atrio e auricola destri,
in dietro con latrio sinistro e larteria polmonare destra. La parte traversa si rapporta a
sinistra, dallavanti al dietro, con nervo frenico di sinistra nervo vago di sinistra e polmone
sinistro. A destra con trachea, plesso cardiaco profondo, esofago, nervo ricorrente di sinistra,
dotto toracico e lato sinistro di T4. Inferiormente con larteria polmonare destra,
linfoghiandole, bronco sinistro e nervo laringeo ricorrente di sinistra.
hackmed.org
hackmed.org
VASCOLARIZZAZIONE CIRCOLATORIO
SISTEMA CORONARIO:
- ARTERIOSO : Irrorano il cuore due vasi che si dipartono dalla parte basale del bulbo aortico
o prima parte dellaorta ascendente, le arterie coronarie, vasi a parete elastica responsabili
della vascolarizzazione di miocardio ed epicardio, non sono comunicanti e il loro nome deriva
dal fatto che percorrono il solco coronario.
- CORONARIA DI DESTRA : Percorre il solco coronario anteriore e posteriore di destra.
Nel 65-70% dei casi nel momento in cui si immette nel solco coronario anteriore destro
genera un primo vaso che risale verso latrio destro per portare sangue al nodo
senoatriale, formando larteria del nodo del seno che a sua volta genera una serie di
rami. Al limite tra solco coronario anteriore e posteriore destro gira in dietro generando
unarteria che irrora il margine acuto, formando larteria del margine acuto o arteria
marginale di destra. Girando ancora genera rami che irrorano la faccia diaframmatica di
atrii e ventricoli. Sempre nel 65-70% dei casi arrivando a met del solco coronario
posteriore cambia direzione di 90 dirigendosi verso lapice senza raggiungerlo e
percorrendo la faccia diaframmatica formando larteria del solco interventricolare
posteriore. Questa d rami a pettine che si approfondano nel setto interventricolare fino
ad irrorarne il terzo inferoposteriore.
- CORONARIA DI SINISTRA : Appena nasce non visibile per 2 CM perch coperta dal
tratto iniziale dellarteria polmonare. Percorre quasi orizzontalmente il solco coronario
anteriore di sinistra e appena visibile si divide in due rami. Uno prende il nome di arteria
interventricolare anteriore e percorre il solco interventricolare anteriore, contorna in
basso il margine acuto del cuore, aggira lapice a destra e termina sulla faccia
posteriore dove si anastomizza con larteria interventricolare posteriore e irrora le due
branche del fascio di His. Lungo il suo tragitto si ramifica in un ramo principale
denominato arteria diagonale che serve esclusivamente ad irrorare il ventricolo di
sinistra. Altri rami entrano a pettine nel setto interventricolare irrorandone i 2/3
anteriori. Laltro ramo prende il nome di arteria circonflessa e descrive unampia curva.
Ad un certo punto questa gira langolo e prosegue nella parte posteriore di sinistra del
solco coronario dando origine allarteria del margine ottuso che scende verso lapice del
cuore senza raggiungerlo irrorando gran parte del ventricolo sinistro e irrora atrio e
ventricolo davanti e dietro.
I vasi coronarici sono molto anastomizzati, ma non sono funzionalmente competenti, formando
un circolo terminale, i vasi irrorano solo un cilindro di tessuto e non possono essere vicariati.
- VENOSO : Le arterie si risolvono in arteriole, poi in capillari, in seguito venule che
confluiscono nelle vene compagne dei vasi arteriosi denominate vene comites o coronarie.
Queste generalmente hanno lo stesso tragitto delle arterie con direzione opposta. Tutti i vasi
venosi reflui del circolo coronario confluiscono nel seno coronario, un grosso vaso venoso che
si ingrandisce a forma di clava e va dal solco coronario anteriore di sinistra al posteriore per
sboccare nellatrio di destra vicino allingresso della vena cava inferiore, aggira quindi tutto
lostio della bicuspide, ma solo una piccola parte del sangue venoso va nella parte sinistra.
Le arterie che si distribuiscono al pericardio parietale sono esili
SISTEMA PERICARDICO:
rami dellaorta toracica, arteria toracica interna, arterie timiche, arterie bronchiali, arterie
esofagee e arterie freniche superiori, denominate arterie pericardiche. Le vene sono satelliti
delle arterie e si gettano nelle vene azigos, freniche superiori, brachiocefaliche, cava superiore
e toraciche interne.
hackmed.org
VASCOLARIZZAZIONE COLLO
SISTEMA ARTERIOSO:
Arteria Carotide Esterna
: Nasce presso C2 dalla carotide comune allaltezza del margine
superiore della cartilagine tiroidea della laringe e si distribuisce alla superficie esterna. Si dirige
in alto fino a raggiungere il collo della mandibola dove si divide nei suoi rami terminali. D
come rami collaterali tre anteriori, arteria tiroidea superiore, arteria linguale, arteria faciale o
mascellare esterna, e tre posteriori, larteria faringea ascendente o faringomeningea, larteria
occipitale e larteria auricolare posteriore. Come rami terminali, prima di emergere dalla
ghiandola parotide, d larteria temporale superficiale e larteria mascellare interna.
- Arteria Temporale Superficiale: Nasce nello spessore della ghiandola parotide,
dietro il collo della mandibola e risale davanti al trago, decorre sotto la cute fino alla
regione temporale dove si divide in un ramo frontale ed uno parietale. Il ramo
frontale o anteriore si distribuisce alla cute ed ai muscoli emicranici della regione
frontale. Il ramo parietale o posteriore risale a lato della testa e si distribuisce alla
cute e allaponeurosi emicranica.
- Arteria Mascellare Interna: Ha origine dietro il collo della mandibola, attraversa
la fossa infratemporale, passa superficialmente o profondamente al capo inferiore
del muscolo pterigoideo interno e termina nella fossa pterigopalatina. Si divide in tre
porzioni: mandibolare, pterigoidea e pterigopalatina. Nella prima porzione o
mandibolare fornisce vari rami collaterali, larteria auricolare profonda, che
attraversa la parete anteriore del condotto uditivo esterno ed irrora cute e
membrana del timpano; larteria timpanica anteriore, che penetra nella fossa del
timpano attraverso la fessura petrotimpanica e irrora la mucosa; larteria meningea
media, che risale lungo la faccia mediale del muscolo pterigoideo esterno e penetra
nella fossa cranica media per irrorare le meningi; larteria alveolare inferiore, che
discende sulla faccia mediale del ramo della mandibola ed irrora il muscolo
miloioideo, le radici dentali dellarcata inferiore e la zona mentale. Nella seconda
porzione o pterigoidea d le arterie temporali profonde, che si distribuiscono ai
muscoli della fossa temporale; i rami pterigoidei, di numero irregolare che si
distribuiscono ai muscoli omonimi; larteria masseterina, che irrora la faccia
profonda del muscolo massetere; larteria buccinatoria o buccale, che decorre tra il
muscolo pterigoideo interno e temporale per raggiungere la superficie del muscolo
buccinatore. La terza porzione o pterigopalatina d larteria alveolare posteriore
superiore, che discende sulla tuberosit mascellare e fornisce rami per le gengive e
le radici dei molari e premolari superiori; larteria infraorbitaria, che penetra
attraverso la fessura orbitaria inferiore nella cavit orbitaria ed emerge attraverso il
forame infraorbitario nella faccia irrorando la cute del naso, la regione zigomatica, il
labbro inferiore, la palpebra inferiore; larteria palatina maggiore o discendente, che
percorre il canale pterigopalatino, fornisce due o tre arterie palatine minori per il
palato molle e la tonsilla, emerge attraverso il foro palatino maggiore nel palato
dove irrora la mucosa palatina, le ghiandole del palato e le gengive, termina
anastomizzandosi con un ramo dellarteria sfenopalatina. Larteria mascellare d un
ramo terminale, detta arteria sfenopalatina, che attraversa il canale sfenopalatino e
penetra nella cavit nasale dove si divide nelle arterie nasali.
Arteria Tiroidea Superiore
: Unarteria pari che origina dalla carotide esterna a livello del
grande corno dellosso ioide e si dirige in basso e in avanti fino alla ghiandola tiroide. Con i suoi
rami collaterali contribuisce ad irrorare il laringe, i muscoli sottoioidei, il muscolo
sternocleidomastoideo, le paratiroidi e la tiroide.
Arteria Linguale : Nasce allaltezza del grande corno dellosso ioide e termina in
corrispondenza dellapice della lingua, decorre profondamente al ventre posteriore del muscolo
digastrico e al muscolo stiloioideo, appoggiata sul muscolo costrittore medio del faringe. Irrora
i muscoli sopraioidei, la tonsilla palatina, la ghiandola sottolinguale e la lingua.
Arteria Faciale : Nasce sopra lorigine dellarteria linguale e termina sulla parete laterale del
naso esterno in prossimit dellangolo interno dellorbita. Risale lungo la parete laterale del
hackmed.org
faringe, incrocia il polo posteriore della ghiandola sottomandibolare e si porta in avanti fino al
margine inferiore della mandibola. Risale con decorso sinuoso fino alla commessura buccale,
percorre il solco nasolabiale e decorre tra guancia e naso. Nel suo tratto terminale continua
con un ramo sottile, larteria angolare, che si anastomizza con larteria nasale delloftalmica.
Irrora il palato molle, la tonsilla palatina, la ghiandola sottomandibolare, cute e muscoli di
mento, labbra e naso.
Arteria Faringea Ascendente
: Lunga e sottile, decorre verso lalto sulla parete laterale del
faringe, raggiunge la base del cranio. Alcuni suoi rami terminali, rami meningei posteriori,
penetrano nel cranio e si distribuiscono alle meningi. Irrora faringe, tonsilla palatina, tuba
uditiva, cavo del timpano e dura madre.
Arteria Auricolare Posteriore
: Nasce sopra al ventre posteriore del muscolo digastrico e
risale nel solco fra padiglione auricolare e processo mastoideo. Irrora cavo del timpano, cellule
mastoidee, padiglione auricolare, muscoli e cute della regione occipitale.
Arteria Occipitale: Nasce a livello dellarteria faciale e si dirige in dietro, in alto e allesterno
passando sotto al ventre posteriore del muscolo digastrico, attraverso il solco del processo
mastoideo dellosso temporale, i suoi rami terminali sono molto tortuosi e si anastomizzano
con i rami controlaterali. Irrora muscoli laterali e posteriori del collo, padiglione auricolare,
dura madre della fossa cranica posteriore, muscoli e cute della regione occipitale.
SISTEMA VENOSO: Tutti i vasi di cui abbiamo parlato precedentemente hanno le loro vene
comites. Inoltre nel collo c un doppio circolo venoso, sia profondo che superficiale, poich il
deflusso dal cranio deve essere pi rapido possibile. La vena giugulare interna, vena compagna
della carotide comune e interna, riceve prodotti di rifiuto sia dal neurocranio che dallo
splancnocranio. Infatti la vena faciale, dopo essersi unita alle vene linguale e tiroidea superiore
formando il tronco tirolinguofaciale, si getta nella vena giugulare interna che cos riceve il
sangue refluo dal cranio. La vena faciale posteriore, dopo aver ricevuto sangue refluo dalle
regioni fornite dallarteria mascellare interna, si getta anchessa nella vena giugulare interna.
Si hanno inoltre una vena giugulare esterna, che scende dallalto in basso incrociando il
muscolo sternocleidomastoideo per finire direttamente in succlavia, e una vena giugulare
anteriore, che dal mento scende verticalmente piegando ad L o nella giugulare interna, o nella
giugulare esterna o direttamente in succlavia.
hackmed.org
VASCOLARIZZAZIONE RESPIRATORIO
Fa parte della piccola circolazione ed un sistema funzionale. I due
SISTEMA POLMONARE:
rami destro e sinistro dellarteria polmonare entrano nei polmoni presso lilo e si ramificano
accollandosi ai rami bronchiali, fino a dare arteriole terminali che decorrono lungo i bronchioli e
i condotti alveolari. Queste arteriole si risolvono infine in una rete capillare nella parete degli
alveoli. Dalla rete capillare perialveolare si originano le venule che decorrono nei setti
interlobulari fino a riunirsi in rami venosi di maggior calibro che decorrono lungo i bronchi, sul
lato opposto rispetto alle arterie. Si formano infine due vene polmonari per ciascun polmone,
escono dallilo e vanno ad aprirsi nellatrio sinistro del cuore. Spiegheremo in seguito che il
sistema polmonare non indipendente ma si completa con il sistema bronchiale.
Fa parte della grande circolazione ed un sistema nutritizio. Le
SISTEMA BRONCHIALE:
arterie bronchiali originano dallaorta toracica in tre rami, uno per il polmone destro e due per
il sinistro. Dopo aver dato rami per le formazioni del peduncolo polmonare, queste penetrano
nel polmone e si ramificano, seguendo le divisioni dellalbero bronchiale, fino ai bronchioli
intralobulari. I vasi bronchiali formano due reti capillari di cui una superficiale per la mucosa e
una profonda per muscoli e ghiandole. Le ramificazioni dellarteria bronchiale arrivano fino ai
lobuli e formano un sistema capillare in comunicazione con quello dellarteria polmonare. I
capillari del sistema bronchiale si riuniscono in vene, di cui quelle che provengono dai bronchi
pi sottili sboccano nelle vene polmonari, mentre quelle dei bronchi pi grossi si aprono nelle
vene bronchiali. Uscendo dallilo le vene bronchiali si riuniscono in uno o due tronchi che
sboccano solitamente nelle vene azigos ed emiazigos. Tra il sistema polmonare e il sistema
bronchiale esistono anastomosi, alcune vene bronchiali sboccano nelle vene polmonari, rami
delle arterie polmonari sono uniti a rami delle arterie bronchiali, il sangue dei capillari alveolari
pu anche riversarsi nelle venule bronchiali anzich nelle polmonari.
Arterie della pleura viscerale nascono da rami delle arterie bronchiali.
SISTEMA PLEURICO:
Le arterie della pleura parietale derivano da rami delle arterie intercostali per la pleura costale,
delle arterie freniche superiori e inferiori per la pleura diaframmatica, delle mediastiniche per la
pleura mediastinica. Le vene corrispondo alle arterie e si gettano quasi tutte nel sistema
azigos.
hackmed.org
VASCOLARIZZAZIONE DIGERENTE
SISTEMA ARTERIOSO: Gli organi dellapparato digerente sono irrorati da rami dellaorta
toracica, dellaorta addominale e dalle arterie iliache interne.
Aorta Toracica : Il tratto dellaorta discendente che attraversa il torace decorrendo nel
mediastino posteriore da T4 a T11, d rami parietali e viscerali, tra cui le arterie esofagee.
- Arterie Esofagee: Sono 4-5 piccoli vasi che si distribuiscono alla parete dellesofago
anastomizzandosi in alto con i rami esofagei dellarteria tiroidea inferiore e in basso con i
rami ascendenti dellarteria gastrica sinistra e dellarteria frenica inferiore.
Aorta Addominale : Tra T11 e T12 si passa dallaorta toracica allaorta addominale.
- Arteria o Tronco Celiaco: Una grossa arteria lunga circa 2 CM, situata dietro la parete
posteriore della borsa omentale, circondata dal plesso celiaco. A destra ha rapporto con il
ganglio celiaco destro, il pilastro mediale destro del diaframma e con il lobo caudato del
fegato. A sinistra con il ganglio celiaco sinistro, il pilastro mediale sinistro del diaframma e
il cardias. In basso con il pancreas e la vena lienale. Si divide in tre rami che formano il
tripode celiaco:
- Arteria Gastrica Sinistra: Il pi piccolo ramo del tronco celiaco, sale in alto fino alla
regione del cardias, decorre tra le due lamine del legamento epatogastrico, scende
quindi lungo la piccola curvatura dello stomaco. Durante questo tragitto d dei rami
anteriori e posteriori contribuendo ad irrorare il corpo dello stomaco. D inoltre dei rami
diretti alla parte addominale dellesofago chiamate arterie esofagee inferiori.
- Arteria Lienale o Splenica: Un ramo enorme ad indicare il grande territorio di
distribuzione, infatti irrora la milza che riccamente vascolarizzata e nel tragitto
raggiunge la testa e il corpo del pancreas. Passa dietro allo stomaco, davanti al rene e
surrene di sinistra. Nel percorso d come rami collaterali:
- Rami Pancreatici: Si distribuiscono al corpo e alla coda del pancreas.
- Arteria Gastrica Posteriore o Arterie Gastriche Brevi: Si pu avere un
unico ramo che si dirige verso la parte alta della grande curvatura dello stomaco
dando una seria di rami minori che irrorano la faccia posteriore e anteriore del
fondo dello stomaco. In alcuni di noi vengono fuori direttamente dallarteria
splenica in rami gi separati denominati arterie gastriche brevi.
- Arteria Gastroepiploica di Sinistra: Un ramo che nasce poco prima che
larteria splenica finisca nella milza, questo scende in basso a raggiungere la
grande curvatura dello stomaco percorrendola e anastomizzandosi con larteria
gastroepiploica di destra, nel percorso dar origine a rami anteriori e posteriori
che irrorano la parte pilorica e il corpo dello stomaco, in particolare la parte
prospiciente la grande curvatura.
- Arteria Epatica Comune o Gastroepatica: Diretta verso la prima parte del
duodeno, una volta raggiunta si divide in due rami:
- Arteria Epatica Propria: Un ramo che sale e prima di arrivare al fegato si
divide in arteria epatica di sinistra e di destra, d origine ad altri due rami:
- Arteria Gastrica di Destra: Scende gi per arrivare alla piccola
curvatura dello stomaco e si anastomizza a pieno canale con larteria
gastrica di sinistra. Quindi lungo la piccola curvatura abbiamo unarcata
anastomotica di derivazione inferiore e superiore, anche larteria gastrica
di destra d rami anteriori e posteriori per il corpo e la parte pilorica dello
stomaco, ma non al fondo.
- Arteria Cistica: Diretta alla colecisti.
- Arteria Gastroduodenale: Passa dietro la prima parte del duodeno e si divide
in due:
- Arteria Pancreaticoduodenale Superiore: Va ad incastrarsi nella C
duodenale seguendone la concavit, contribuisce ad irrorare il duodeno e
la testa del pancreas.
hackmed.org
hackmed.org
successione di capillare-vena capillare-vena, con senso unico obbligato tipico del fegato ma
riscontrabile a livello microscopico anche nelladenoipofisi e nel surrene.
hackmed.org
VASCOLARIZZAZIONE URINARIO
SISTEMA ARTERIOSO:
Arteria Renale : Ciascun rene riceve direttamente dallaorta addominale una grossa arteria
renale del calibro di 5-7 MM che nasce a livello del margine inferiore di L1. La destra
leggermente pi lunga e decorre dietro la vena cava inferiore, coperta dalla testa del
pancreas e dalla porzione discendente del duodeno, mentre la sinistra coperta dal corpo
del pancreas. Prima di penetrare nellilo larteria renale si divide in 5 arterie segmentali
delle quali 4 passano davanti alla pelvi renale ed 1 dietro. I primi rami dellarteria renale
hanno gi i caratteri delle arterie terminali e rischiano linfarto. Ogni arteria segmentaria si
dirige alla colonna di Bertin dove, costeggiando due piramidi si biforca nelle arterie
interlobari, anchesse terminali. Queste ultime, dopo essersi biforcate, risalgono verso la
base delle piramidi renali dove piegano ad L e si ramificano decorrendo parallelamente
alla base delle piramidi renali, con il versante concavo verso la midollare e il convesso
verso la corticale, formando le arterie arcuate o arciformi. Dalle arterie arcuate originano
due tipi di rami collaterali, le arterie interlobulari e le arterie rette vere. Le prime si
distaccano dal versante convesso delle arcuate e si dirigono verso la periferia del rene,
decorrendo nella parte convoluta della corticale tra i raggi midollari, segnando il limite tra
un lobulo e laltro, giunte nella cortex corticis si risolvono in ramuscoli per lirrorazione della
capsula fibrosa ed adiposa. Da queste si distaccano ad angolo retto le arteriole afferenti che
formano i glomeruli dei corpuscoli renali circostanti, da cui emergono le arteriole efferenti
che nei nefroni corticali capillarizzano nella corticale disponendosi intorno alle anse di
Henle, ai tubuli distali e prossimali con funzione trofica e assorbente, nei nefroni
iuxtamidollari si portano nella midollare stessa con il nome di arterie rette spurie e
direttamente o con alcune collaterali la irrorano. Le arterie rette vere si distaccano dalla
concavit delle arcuate e si portano con decorso rettilineo nelle piramidi renali fino al loro
apice, formando reti capillari peritubulari.
SISTEMA VENOSO:
Vena Renale : Tutti i capillari del rene, sia della midollare che della corticale, confluiscono
in venule, per la convergenza di pi venule originano le vene interlobulari che discendono
nella corticale, accanto alle arterie omonime, raccogliendo il sangue venoso della corticale
stessa, fino a sboccare presso la base delle piramidi nelle vene arcuate. In queste ultime
terminano anche le vene corticali profonde provenienti dalle reti capillari peritubulari della
zona pi profonda della corticale e le vene rette che raccolgono la circolazione della
midollare. Le vene arcuate, ampiamente anastomizzate, confluiscono nelle vene interlobari
che emergono dal parenchima renale presso le sporgenze interpapillari e che, nel seno
renale, si riuniscono in vasi di maggior calibro fino a formare una sola vena renale che esce
dallilo davanti allarteria omonima e sbocca nella vena cava inferiore con sangue pulito e
filtrato dal rene.
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
NOME: Naso.
POSIZIONE: Nell'uomo il naso occupa la parte centrale del viso posizionato al di sopra della
bocca. costituito da una parte sporgente, piramide nasale, da una parte interna, cavit
nasale, suddivisa da una parete mediale, setto nasale.
CARATTERISTICHE: Il naso l'organo del senso dell'olfatto. La piramide nasale rivestita da
una cute ricchissima di ghiandole sebacee ed parzialmente costituita da un corpo
cartilagineo. Le fosse nasali sono due corridoi paralleli generalmente simmetrici. Ciascuna delle
fosse a sua volta ripartita in due aree: il vestibolo, nella parte anteriore, la fossa
propriamente detta nella parte posteriore. Il setto nasale in parte cartilagineo ed in parte
osseo. Le cavit nasali rappresentano la parte pi complessa del naso, esse, infatti, esercitano
una triplice funzione: respiratoria, olfattoria e fonatoria.
Funzione respiratoria: Durante l'inspirazione, l'aria attraversa le fosse, da l si divide in due
flussi, di cui uno passa a contatto con la mucosa olfattoria, ed entrambi giungono alla
rinofaringe. L'aria umidificata e scaldata viene ulteriormente filtrata per mezzo di grossi peli e
di secrezioni nasali.
Funzione olfattoria: Le particelle odorose convogliate verso la mucosa olfattiva ne stimolano
le ghiandole che trasmettono tramite il nervo olfattivo ai centri olfattivi cerebrali e diventano
sensazioni di odore.
Funzione fonatoria: Le fosse nasali contribuiscono alla corretta pronuncia e modulazione
delle consonanti nasali.
hackmed.org
NOME: Laringe.
POSIZIONE: Il laringe occupa una posizione mediana nella loggia dei visceri del collo, al di
sotto dellosso ioide e corrisponde dalla 4^ alla 6^ vertebra cervicale. lungo 4 CM, largo 3,6
CM con variazioni in base a sesso ed et.
CARATTERISTICHE: Il laringe un condotto impari e mediano che segue il faringe, dietro alla
lingua, continua nella trachea. Serve al passaggio dellaria inspirata ed espirata, allemissione
di suoni e attraverso un dispositivo di chiusura evita che il bolo alimentare passi nelle vie
respiratorie. Ha la forma di una piramide triangolare, con la base in alto posizionata sotto e
dietro la radice della lingua, con lapice tronco che continua nella trachea. Le facce
anterolaterali sono ricoperte profondamente dai lobi laterali della ghiandola tiroide,
superficialmente dai muscoli sottoioidei, dalle fasce superficiale e media, dal platisma e dalla
cute. Anteriormente, al di sotto della cute, presente la prominenza laringea o pomo dAdamo
corrispondente allangolo formato dalla convergenza delle facce anterolaterali della cartilagine
tiroide della laringe, al di sotto di questa si trova lanello della cartilagine cricoide. La faccia
posteriore rivolta verso il faringe a cui unita da connettivo lasso. Data la sua conformazione
convessa introflette il faringe. Nella parte pi alta si trova lincisura interaritenoidea,
lateralmente delimita le docce faringolaringee o seni piriformi. Lapertura superiore della
laringe o adito laringeo stabilisce la comunicazione tra laringe e faringe attraverso un orifizio
ovoidale a cui posteriormente segue lincisura interaritenoidea. Il laringe si innalza e si abbassa
attivamente durante la deglutizione, la respirazione e la fonazione, passivamente con i
movimenti della colonna cervicale. Pu essere mobilizzata lateralmente con la palpazione. I
mezzi di fissit del laringe sono la trachea, il faringe, i muscoli e i legamenti che lo connettono
allosso ioide e al torace.
STRUTTURA: Il laringe formato da vari pezzi cartilaginei tra loro articolati, la mobilit
reciproca dei vari pezzi cartilaginei e dellorgano in toto dovuta al ricco corredo muscolare.
Cartilagine Tiroidea: La cartilagine tiroidea impari e si trova nella parte anteriore, laterale
e superiore del laringe, al di sotto dellosso ioide e al di sopra dellarco della cartilagine
cricoide. Ha forma di uno scudo ed formata da due lamine quadrilatere verticali di connettivo
che convergono in avanti presso il mezzo e si fondono soltanto presso la met inferiore.
Formando un angolo retto nel maschio e ottuso nella femmina e nel bambino. In ogni lamina si
distingue una faccia laterale che pianeggiante e percorsa da una cresta data da una linea
obliqua che divide la faccia in una regione anteriore, pi estesa e ricoperta dal muscolo
tiroioideo, e in una regione posteriore pi ristretta e ricoperta dai muscoli sternotiroideo e
costrittore inferiore del faringe. La faccia mediale liscia e lievemente concava il margine
superiore risulta depresso sulla linea mediana dellincisura tiroidea, sul margine inferiore si
trova il tubercolo tiroideo inferiore. Nei punti in cui i margini superiore e inferiore si uniscono
con il margine posteriore hanno origine i corni tiroidei superiore ed inferiore.
Cartilagine Cricoidea: La cartilagine cricoidea lelemento scheletrico fondamentale del
laringe in quanto sostiene le altre cartilagini e d attacco a importanti muscoli. posta al di
sotto della cartilagine tiroidea, con la quale si articola attraverso i corni inferiori, e al di sopra
del primo anello tracheale con il quale si unisce mediante il legamento cricotracheale. Ha forma
di un anello con castone, vi si distinguono due superfici e due margini. La superficie esterna
convessa e percorsa da un rilievo verticale e mediano denominato cresta della lamina ai lati del
quale vi sono le fosse della lamina. La superficie interna liscia e risulta concava nella parte
superiore della lamina. Lapertura delimitata dal margine superiore ovale, mentre quella del
margine inferiore circolare.
Cartilagini Aritenoidee: Le cartilagini aritenoidee di destra e di sinistra sono poste al di sopra
del castone della cartilagine cricoidea, poggiano sulle faccette articolari aritenoidee e risultano
mobilissime poich danno attacco a numerosi muscoli. Hanno forma di piramide triangolare
con apice in alto e base in basso. Lapice, incurvato in dentro e in dietro, si unisce alla
cartilagine corniculata di Santorini.
Cartilagine Corniculate: Le cartilagini corniculate sono due piccoli coni con apice ad uncino
incurvato in dietro e in dentro, si connettono con lapice delle cartilagini aritenoidee e vengono
ritenute parte delle aritenoidee resesi indipendenti.
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
- Polmone Destro:
- Lobo Superiore:
- Apicale
- Posteriore
- Anteriore
- Lobo Medio:
- Esterno o Laterale
- Interno o Mediale
- Lobo Inferiore:
- Superiore o Apicale
- Basale Interno
- Basale Anteriore
- Basale Esterno
- Basale Posteriore
RAPPORTI:
- BASE o FACCIA DIAFRAMMATICA: Anteriormente con il diaframma e per mezzo di
questo con il lobo sinistro del fegato, lo stomaco e la milza. Posteriormente dove scende
pi in basso entra in rapporto con rene e surrene.
- FACCIA LATERALE o COSTOVERTEBRALE : Nella sua porzione superiore presenta delle
depressioni denominate impronte costali.
- FACCIA MEDIALE o MEDIASTINICA: Al davanti e al di sotto dellilo si trova la fossa
cardiaca, pi profonda a sinistra. Presso il margine posteriore si trova una doccia
verticale determinata dalla vena azigos a destra, laorta a sinistra. Al davanti di questo
solco a destra c limpronta della vena cava superiore, a sinistra quella della vena
anonima sinistra.
- APICE : Medialmente con larteria succlavia che lascia la sua impronta, con larteria
intercostale suprema, con la toracica interna. Posteriormente con il ganglio cervicale
inferiore dellortosimpatico. Nella parte pi alta degli apici si pongono le radici inferiori
del plesso brachiale.
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
NOME: Bocca.
POSIZIONE: Prima parte del canale alimentare.
CARATTERISTICHE: Si divide in vestibolo della bocca e cavit buccale propriamente detta. La
prima la parte perimetrale, comunica direttamente con lesterno ed ospita labbra, guance,
arcate gengivodentali, gengive e denti. La seconda situata tra il vestibolo della bocca e
listmo delle fauci, la parete superiore formata dal palato duro e dal palato molle, la parete
inferiore dal solco sottolinguale e dalla lingua.
Palato Duro:
Il palato duro o palato osseo una superficie concava in basso provvista di uno scheletro
formato dai processi palatini delle due ossa mandibolari e dalle lamine orizzontali delle due
ossa palatine. Anteriormente e lateralmente giunge fino alla arcata gengivodentale superiore,
posteriormente continua nel palato molle. La superficie palatina segnata da un rafe mediano
che congiunge le due lamine palatine e termina in con un piccolo rilievo detto papilla incisiva.
Ai lati del rafe vi sono delle creste arcuate dette pieghe palatine traverse che vanno in contro
ad atrofia con il passare degli anni.
Palato Molle:
Segue il palato duro e si presenta come una lamina muscolare rivestita da mucosa, serve ad
isolare il rinofaringe dalla cavit orale durante la deglutizione e il ricco corredo muscolare lo
rende molto mobile. quasi orizzontale nella sua porzione anteriore, si fa poi obliquo dallalto
in basso, dallavanti al dietro. Presenta una faccia inferiore e una faccia superiore, la prima,
buccale, liscia e concava percorsa nel mezzo dal rafe del palato molle, la seconda, faringea,
presenta dei piccoli rilievi e continua nel pavimento della cavit nasale. Il margine anteriore
continua nel palato duro, i margini laterali si fissano alla lamina mediale dei processi
pterigoidei dello sfenoide e alle pareti laterali della faringe, il margine inferiore o libero delimita
listmo delle fauci e presenta unappendice centrale appuntita detta ugola palatina da cui
prendono origine gli archi palatini, glossopalatino e faringopalatino.
Lingua:
un organo molto mobile formato da una consistente massa muscolare rivestita da una tonaca
mucosa, insieme al solco sottolinguale forma il pavimento della cavit buccale propriamente
detta. Svolge compiti essenziali nellassunzione e nella masticazione del cibo, nella formazione
del bolo alimentare e nella deglutizione. sede principale della sensibilit gustativa ed
provvista di sensibilit tattile. Partecipa anche alla fonazione per cui fondamentale il solco
mediano che la divide in due met speculari.
Muscoli Estrinseci:
Muscolo Genioglosso: Il pi voluminoso dei muscoli della lingua, si presenta
come una lamina triangolare orientata sagittalmente. Origina dalla spina
mentale, i suoi fasci divergono a ventaglio, i pi alti vanno allapice della lingua, i
medi al dorso della lingua, i pi bassi al margine dellosso ioide e alla base
dellepiglottide. Il muscolo genioglosso con i fasci anteriori abbassa e retrae
lapice della lingua, con i fasci medi protrude lintera lingua traendone la base in
avanti, con i fasci inferiori sposta in avanti losso ioide.
Muscolo Ioglosso: Ha forma quadrilatera e prende origine dal margine
superiore dellosso ioide. I fasci muscolari sono organizzati in due gruppi che si
portano in alto e in avanti fino al margine laterale della lingua da cui decorrono
orizzontalmente, i fasci posteriore vanno trasversalmente fino al setto linguale, i
fasci medi decorrono obliquamente in avanti fino al setto linguale, i fasci
anteriore si dirigono in avanti e raggiungono lapice linguale. Contraendosi trae la
lingua in dietro e in basso.
Muscolo Condroglosso: Origina dal piccolo corno dellosso ioide e si porta in
alto e in avanti fino allestremit posteriore del margine laterale del corpo
linguale, i suoi fasci si espandono terminando sul muscolo longitudinale inferiore.
Trae la lingua in basso e in dietro.
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
NOME: Faringe.
POSIZIONE: Tratto del canale digerente posto al di dietro delle cavit nasali, della bocca e
della laringe, fa seguito allistmo delle fauci e prosegue nellesofago, ma vi si aprono anche le
cavit nasali attraverso le coane e il laringe attraverso lorifizio laringeo. Decorre verticalmente
per una lunghezza di 14-15 Cm fino alla 6^ vertebra cervicale.
CARATTERISTICHE: Il condotto si presenta slargato in alto e si va restringendo in basso, cos
da assumere la forma tubulare, inoltre appiattito in senso anteroposteriore. Si divide in parte
nasale o rinofaringe, parte buccale o orofaringe e parte laringea o laringofaringe. La rinofaringe
posta tra lestremit superiore o volta della faringe e la faccia superiore del palato molle che
durante la deglutizione si dispone orizzontalmente ed esclude il rinofaringe dalla via di
percorrenza del bolo alimentare. Lorofaringe va dalla fine del rinofaringe ad un piano
orizzontale passante per losso ioide. Il laringofaringe va dalla fine del orofaringe allinizio
dellesofago localizzato con la 6^ vertebra cervicale.
RAPPORTI: La parete anteriore dal basso verso lalto con ladito laringeo, la faccia posteriore
dellepiglottide, listmo delle fauci, la faccia posteriore del palato molle, le coane nasali, la
faccia posteriore delle cartilagini aritenoidi, i muscoli aritenoidi obliqui e trasversi, il muscolo
cricoaritenoideo posteriore e la faccia posteriore della lamina cricoidea. La parete posteriore
volge verso lo spazio retrofaringeo occupato da connettivo lasso che la mette in rapporto con
la fascia cervicale profonda. Questo spazio retrofaringeo continua nello spazio retroesofageo
che si porta nel mediastino posteriore e contiene alcuni linfonodi. Le pareti laterali formano la
parete mediale dello spazio faringomandibolare dove passano arteria carotide interna, vena
giugulare interna, catena dellortosimpatico, nervi glossofaringeo, vago e ipoglosso. Entrano
anche in rapporto con larteria carotide esterna e delle sue collaterali, le lamine della
cartilagine tiroide, i lobi della ghiandola tiroide, i grandi corni dellosso ioide. Lestremit
superiore o volta della faringe in rapporto con la base cranica e lestremit inferiore
segnata da un piano che passa per il margine inferiore della cartilagine cricoide a livello della
6^ vertebra cervicale.
CONFIGURAZIONE INTERNA: La superficie interna della parete anteriore irregolarmente
pieghettata, di lato ai rilievi delle cartilagini aritenoidi e della cartilagine cricoide si trovano due
docce larghe e profonde in alto che diminuiscono verso il basso e sono dette recessi piriformi,
nel fondo di ognuno si vede un rilievo della mucosa detto piega del nervo laringeo superiore.
La parete posteriore della faringe ha alcuni piccoli rilievi per la presenza di ghiandole. Le pareti
laterali allaltezza delle estremit posteriori dei cornetti nasali inferiori presentano gli orifizi
faringei delle tube uditive. Ciascuno ha un labbro anteriore e uno posteriore, il labbro anteriore
prosegue in basso nella piega salpingofaringea, forma in alto la fossetta sovratubarica e il
recesso faringeo o fossetta di Rosenmuller, inoltre sono visibili le sporgenze formate dai grandi
corni dellosso ioide e dai corni superiori della cartilagine tiroide, nel contorno dellorifizio
tubarico presente del tessuto linfoide che forma la tonsilla tubarica. La volta della faringe
concava per la sporgenza della tonsilla faringea che pu anche presentare la borsa faringea.
Lestremit inferiore non ha segni visibili.
STRUTTURA: La parete della faringe costituita da una tonaca avventizia, una tonaca
muscolare, una tonaca fibroelastica e una tonaca mucosa, manca una tonaca sottomucosa
tranne che nelle pareti laterali. La tonaca avventizia fatta di connettivo lasso, avvolge
esternamente i muscoli e protegge le parti non muscolari. La tonaca muscolare formata da
muscolatura striata che avvolge il condotto come un involucro. La tonaca fibroelastica o fascia
faringea o fascia faringobasilare uno strato posto internamente a quello muscolare e ospita
delle ghiandole tubuloacinose a secrezione mista dette ghiandole faringee. La tonaca mucosa
differente nella rinofaringe, dove presenta un epitelio simile alle vie respiratorie di cui fa parte,
ovvero alto, prismatico stratificato ciliato con cellule caliciformi mucipare, mentre nella
orofaringe e laringofaringe presente un epitelio pavimentoso stratificato non corneificato che
poggia su di una lamina propria di connettivo denso.
MUSCOLI:
hackmed.org
Muscolo Costrittore Superiore: Origina con diversi fasci dalla faccia interna e dal
margine dorsale della lamina pterigoidea mediale, dal rafe pterigomandibolare,
dallestremit posteriore della linea miloioidea della mandibola e dalla radice della
lingua. I diversi fasci di origine del muscolo costrittore medio si riuniscono nel corpo che
ha forma di una lamina quadrilatera e si dirigono verso la parte di mezzo della faccia
posteriore del faringe prendendo inserzione sul rafe fibroso mediano. Contraendosi
costringe il rinofaringe ed eleva la parete posteriore del faringe.
Muscolo Costrittore Medio: Ha forma triangolare con base verso il rafe faringeo e
apice verso losso ioide. Origina dal grande e piccolo corno dellosso ioide e si irradia a
ventaglio prendendo inserzione sul rafe faringeo, costrittore dellorofaringe.
Muscolo Costrittore Inferiore: Il pi esteso dei costrittori una lamina trapezoidale.
I suoi fasci originano dalla linea obliqua della cartilagine tiroide, si portano verso la
parete posteriore del faringe e si fissano sul rafe. costrittore del laringofaringe ed
elevatore del laringe.
Muscolo Stilofaringeo: Origina dalla faccia interna del processo stiloideo, si porta
obliquamente in basso, in dentro e in avanti fino alla parete laterale della faringe. Alcuni
fasci si inseriscono sulla parte posteriore della fascia faringea, altri vanno al margine
laterale dellepiglottide, al margine superiore della parte posteriore della cartilagine
tiroide e al margine superiore dellarco della cricoide.
hackmed.org
hackmed.org
Anche nella lamina propria prossimale allo stomaco si possono trovare ghiandole
cardiali esofagee e isole di mucosa gastrica eterotopiche.
- TONACA SOTTOMUCOSA: Costituita di connettivo lasso, sede di ghiandole esofagee
tubuloacinose ramificate a secrezione mucosa.
- TONACA MUSCOLARE: Formata nel terzo craniale da fibre striate, successivamente da
fibrocellule lisce, entrambe si dispongono in due strati, uno interno a fasci circolari che
serve a propagare londa peristaltica, uno esterno a fasci longitudinali che serve ad
aumentare il calibro, i due strati si contraggono in maniera alternata.
- TONACA AVVENTIZIA: Connettivo ricco di tessuto elastico.
- TONACA SIEROSA : Formata da peritoneo e si sostituisce allavventizia.
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
formate dalla sottomucosa che solleva in rilievi circolari la mucosa, iniziano subito dopo il piloro
e si intensificano dopo la porzione superiore del duodeno, alla fine del digiuno sono pi basse e
distanti luna dallaltra, oltre la met dellileo sono sporadiche. I villi sono rilievi della mucosa,
la muscolaris mucosae non partecipa alla costituzione dei villi, ma invia tra le pieghe degli esili
fasci muscolari che ne assicurano la motilit. I microvilli si trovano sulla superficie libera verso
il lume, appaiono come proiezioni digitiformi molto regolari e tutti insieme formano lorletto
striato. Tra i villi intestinali si aprono le ghiandole intestinali o cripte intestinali di Galeazzi che
sono tubulari semplici e occupano la lamina propria della mucosa. Nel duodeno, oltre le
ghiandole intestinali della lamina propria, si trovano nella tonaca sottomucosa le ghiandole
duodenali di Brunner che sono tubulari composte. La tonaca mucosa dellintestino tenue
consiste dunque di un epitelio di rivestimento, di una lamina propria che forma lo stroma dei
villi e accoglie le ghiandole intestinali e di una muscolaris mucosae. Nella lamina propria si
trovano anche dei noduli linfatici che possono spingersi nella tonaca sottomucosa. Lepitelio di
rivestimento formato da enterociti e cellule caliciformi. Gli enterociti ricoprono i villi intestinali
e rappresentano una grande parte delle cellule che rivestono le cripte. Sono cellule alte,
prismatiche, provviste di orletto striato e completamente rivestite dal glicocalice. Le cellule
caliciformi mucipare sono irregolarmente interposte agli enterociti sui villi intestinali, ma sono
pi numerose nelle cripte. Il loro secreto, muco, serve a lubrificare la superficie interna
dellintestino, facilitando la progressione del contenuto intestinale. Poich la massa delle
sostanze non assorbite aumenta dalla parte prossimale alla distale dellintestino il numero delle
cellule caliciformi aumenta nella stessa direzione. Le mucipare sono ghiandole unicellulari
intraepiteliali, hanno forma di calice ripieno di goccioline di muco. La lamina propria della
mucosa intestinale formata da tessuto connettivo lasso ricco di cellule. Si distingue una parte
superficiale della lamina propria che forma lasse dei villi e una parte profonda che rappresenta
il connettivo posto tra i tubuli ghiandolari. Nei villi che hanno forma conica si trova in genere
un vaso linfatico centrale, il vaso chilifero, che inizia a fondo cieco in corrispondenza dellapice
dei villi stessi e si porta in profondit, confluendo in una rete di collettori linfatici che si trovano
nella parte profonda della tonaca propria e sottomucosa. I vasi linfatici rappresentano la via
preferenziale dellassorbimento lipidico, particolarmente dei trigliceridi. Le sostanze idrosolubili
derivanti dalla digestione seguono invece la via ematica. Le ghiandole intestinali o cripte sono
presenti nella lamina propria di tutto lintestino, nel duodeno si trovano anche cellule G
secernenti gastrina. Nel digiuno e nellileo al fondo delle cripte si notano inoltre le cellule di
Paneth che si riconoscono per i voluminosi granuli di secrezione contenenti glicoproteine neutre
e proteine. Alcune proteine hanno attivit enzimatiche, tra queste componente principale dei
granuli il lisozima con azione antibatterica. I noduli linfatici dellileo sono aggregati in
ammassi che si estendono anche nella sottomucosa e prendono il nome di placche di Peyer. La
tonaca sottomucosa non presenta differenze di rilievo con lo stomaco, in corrispondenza del
duodeno la sottomucosa accoglie le ghiandole duodenali che attraversano la muscolaris
mucosae per aprirsi nei fondi delle ghiandole intestinali. La tonaca muscolare formata da due
strati di fibrocellule muscolari lisce circolari e longitudinali. La tonaca sierosa presenta i
caratteri strutturali del peritoneo essendo formata da un mesotelio e da connettivo
sottomesoteliale.
Flessura Duodenodigiunale:
Si forma tra la 4^ parte del duodeno e linizio del digiuno, si
trova a 3-4 CM a sinistra della linea mediana (L2) ed applicata alla parete addominale
posteriore dal peritoneo parietale, fissata al diaframma dal muscolo sospensore del duodeno di
Treitz. Ha rapporto con lestremit superiore del mesentere, la radice del mesocolon trasverso
e con il margine inferiore del corpo del pancreas, per mezzo del mesocolon con la borsa
omentale. A sinistra con larco vascolare di Treitz formato dallincrocio dellarteria colica sinistra
e la vena mesenterica inferiore.
hackmed.org
NOME:
Mesenteriale
Digiuno, derivazione dal latino mancanza di cibo
Ileo, derivazione dal latino contorto
POSIZIONE: Lestremit superiore si trova nel mesogastrio al limite con il duodeno attraverso
la flessura duodenodigiunale (L2). Lestremit inferiore si trova nella regione del fianco destro
al limite con lintestino crasso attraverso la valvola ileocecale (L5) presso larticolazione
sacroiliaca destra. I gruppi delle sue anse si trovano:
1 GRUPPO: posto nellipocondrio sinistro, fino a raggiungere la flessura colica
sinistra.
2 GRUPPO: posto nella regione mesogastrica, fino a raggiungere la flessura colica
destra.
3 GRUPPO: posto nella fossa iliaca di sinistra.
- 4 GRUPPO: posto in posizione mediana, tra i due muscoli psoas destro e sinistro,
scende in parte nella piccola pelvi.
La porzione pi lunga dellintestino, in media 6-7 M, di forma cilindrica,
CARATTERISTICHE:
diametro allinizio di circa 47 MM diminuisce gradualmente fino alla terminazione di 27 MM. Si
distingue in due porzioni:
DIGIUNO : corrispondente ai 2/5 prossimali con un lume relativamente pi ampio,
parete pi spessa e pi riccamente provvisto di villi e ghiandole.
ILEO: corrispondente ai 3/5 distali.
Questi si dividono in anse che descrivono ognuna un cerchio quasi completo in cui si
distinguono due margini: uno libero o convesso, rivolto in genere verso la parete anterolaterale
delladdome, un margine aderente, concavo o mesenteriale, continua con il mesentere dove
approdano alla parete intestinale i vasi e i nervi dopo essere passati tra i due foglietti della
lamina sierosa.
RAPPORTI: Le anse del tenue sono coperte in avanti e lateralmente dal grande omento e per
mezzo di questo con il peritoneo della parete anterolaterale delladdome. Posteriormente per
mezzo del peritoneo della parete posteriore delladdome con la porzione inferiore del duodeno,
il processo uncinato del pancreas, i corpi delle ultime vertebre lombari, i reni, gli ureteri, i
muscoli grande psoas e quadrato dei lombi, laorta, la vena cava inferiore e i rispettivi rami.
Superiormente le anse sono separate per mezzo del mesocolon e del colon trasverso dagli
organi sovramesocolici. A destra con il cieco e il colon ascendente. A sinistra con il colon
discendente e il colon iliaco. Inferiormente le anse del tenue scendono sulla superficie delle
fosse iliache dove contraggono rapporti con lanello inguinale addominale e lanello femorale.
hackmed.org
NOME:
POSIZIONE: Lestremit superiore si trova di norma nella regione del fianco destro al limite
con lileo attraverso la valvola ileocecale a livello della fossa iliaca destra (L5). Lestremit
inferiore termina aprendosi allesterno con lorifizio anale. Copre il perimetro dellintestino
mesenteriale occupando nellordine la regione del fianco di destra, ipocondrio di destra,
mesogastrio, ipocondrio di sinistra, regione del fianco di sinistra, regione inguinoaddominale di
sinistra e ipogastrio.
CARATTERISTICHE: Il crasso pi grosso, pi fisso e pi breve del tenue. lungo 1,8 M,
presenta una circonferenza di 28 CM che si riduce gradualmente a 14 CM in corrispondenza del
colon discendente, per aumentare nuovamente a 17-19 CM a livello del colon pelvico. Sulla
superficie esterna del crasso si notano gibbosit esterne a cui fanno riscontro nella superficie
interna ampie evaginazioni denominate tasche o haustra, tra loro separate da solchi esterni a
cui fanno riscontro nella superficie interna rilievi a forma di creste dette pieghe semilunari. Si
presentano inoltre tre lamine nastriformi, che si riducono a due in corrispondenza del tratto
inferiore del colon pelvico, a decorso longitudinale date da fasci di muscolatura liscia e
denominate tenie dellintestino crasso. Lungo i margini delle tenie si trovano attaccate alla
superficie esterna numerose frange peritoneali peduncolate e ripiene di materiale adiposo
denominate appendici epiploiche. Si divide in varie parti:
INTESTINO CIECO: Ha forma irregolarmente emisferica con il fondo volto in basso,
posto nella fossa iliaca di destra ma pu presentare numerosi difetti di migrazione. Si
differenzia dal colon ascendente mediante due solchi, lanteriore a leggera concavit
inferiore va dallestremit terminale dellileo alla tenia anteriore del crasso, il posteriore
obliquo dallalto in basso va dalla faccia posteriore del tratto terminale dellileo alla tenia
posteriore del crasso. Internamente il limite tra cieco e colon dato da un piano
immaginario passante per la valvola ileocecale. Sulla faccia mediale del cieco al di sotto
e al di dietro dello sbocco ileale, si trova lorifizio che immette nellappendice
vermiforme. Il cieco presenta unaltezza di 6-7 CM e un diametro di 5-7 CM.
- COLON ASCENDENTE: Decorre quasi verticalmente dal basso verso lalto e dallavanti
verso il dietro a partire dal cieco fino alla flessura destra. Al suo inizio accolto nella
fossa iliaca di destra e passa quindi nella regione del fianco destro, la sua lunghezza
varia ma generalmente di 12-15 CM. avvolto dal peritoneo nelle sue facce anteriore,
laterale e mediale ma non in quella posteriore. Le tenie sono in posizione anteriore,
posterolaterale e posteromediale.
COLON TRASVERSO: Compreso tra la flessura destra e la flessura sinistra del colon.
Partendo dalla regione ipocondriaca destra discende nella parte superiore della regione
mesogastrica, per risalire nellipocondriaca sinistra. Si presenta incurvato con la
convessit volta in basso e in avanti. completamente avvolto da peritoneo e connesso
alla parete addominale posteriore da unampia ripiegatura della sierosa denominata
mesocolon trasverso. Le tenie si distinguono in inferiore, posterosuperiore e
posteroinferiore.
COLON DISCENDENTE: Fa seguito alla flessura di sinistra, discende fino alla cresta
iliaca di sinistra con una leggera curva a concavit mediale, prosegue nel colon iliaco,
attraversa la regione del fianco di sinistra dallalto in basso.
COLON ILEOPELVICO o SIGMOIDEO: Situato nella fossa iliaca di sinistra e passa nella
piccola pelvi. Si considerano due tratti, liliaco decorre dalla cresta iliaca di sinistra fino
al margine mediale del muscolo grande psoas formando una curva con la concavit
volta in alto e medialmente, il pelvico fa seguito al precedente e decorre con direzione
lateromediale nella piccola pelvi addossandosi alla parete posteriore di questa fino alla
terza vertebra sacrale in cui prosegue nel retto.
- INTESTINO RETTO: Fa seguito al colon pelvico e si apre allesterno con lano. Lungo 15
CM, inizia nella piccola pelvi (S3) e prosegue nel perineo posteriore. Sul piano sagittale
effettua due curvature, la concava sacrale sulla faccia anteriore del sacro e del coccige
con concavit anteriore, la perineale allaltezza dellapice della prostata nel maschio e
hackmed.org
nella parte media della vagina nella femmina convessa anteriormente. Sul piano
frontale effettua due curvature, la prima convessa a destra e la seconda convessa a
sinistra. Vi si distinguono due parti, la pelvica dilata e prende il nome di ampolla
rettale, la perineale ristretta e denominata canale anale, tra di loro sono delimitate
dallinserzione sulla parete del muscolo elevatore dellano. Il peritoneo avvolge la faccia
anteriore e le laterali. La superficie interna in stato di vacuit presenta numerose pieghe
longitudinali che scompaiono con la distensione, vi sono inoltre alcune pieghe
trasversali di forma semilunare corrispondenti ai solchi descritti sulla superficie esterna.
Circa 2 CM al di sopra dellorifizio anale la superficie interna si solleva nelle colonne
rettali, 5-10 pieghe longitudinali che iniziano in basso con una parte slargata e
terminano in alto assottigliandosi. Tra le basi delle colonne rettali si trovano tese pieghe
trasversali denominate valvole semilunari, ciascuna delimita insieme alla parete del
retto una tasca chiamata seno rettale. Al di sotto delle colonne delle valvole semilunari
si trova lanello emorroidale, lorifizio anale o ano si trova nel perineo posteriore, 3 CM
circa davanti al coccige. La cute perianale ricca di ghiandole sudoripare apocrine dette
ghiandole circumanali.
RAPPORTI:
INTESTINO CIECO : Il cieco completamente rivestito da peritoneo ed ha quattro facce.
Anteriore a contatto con la parete addominale anteriore. Posteriore e laterale in
rapporto con il peritoneo parietale che tappezza la fossa iliaca. Mediale in rapporto con
il muscolo psoas, i vasi iliaci esterni e le anse dellintestino tenue mesenteriale.
- COLON ASCENDENTE: La faccia anteriore con la parete addominale anteriore e le anse
dellintestino tenue. La faccia posteriore con i muscoli iliaco, quadrato dei lombi,
trasverso delladdome e la parte inferiore della faccia anteriore del rene destro. La
faccia laterale con la parete addominale laterale e la faccia inferiore del lobo destro del
fegato. La faccia mediale con il muscolo psoas, anse intestinali, ureteri e vasi genitali.
COLON TRASVERSO : Anteriormente con il grande omento e la parete addominale
anteriore. Posteriormente con la faccia anteriore del rene destro, parte discendente del
duodeno, testa del pancreas e faccia anteriore del rene sinistro. In alto con la faccia
anteriore del lobo destro del fegato, cistifellea, corpo e grande curvatura dello stomaco
attraverso il legamento gastrocolico. In basso con le anse dellintestino tenue.
- COLON DISCENDENTE : Anteriormente con le anse intestinali. Posteriormente con il
diaframma, muscoli quadrato dei lombi e trasverso delladdome. Lateralmente con la
parete laterale delladdome. Medialmente con i margini laterali del rene sinistro, anse
dellintestino tenue e il muscolo grande psoas.
COLON ILEOPELVICO o SIGMOIDEO: Liliaco anteriormente, medialmente e
lateralmente con le anse dellintestino tenue, posteriormente con i muscoli psoas e
iliaco. Il pelvico anteriormente con la vescica nel maschio e lutero nella femmina,
posteriormente con la faccia anteriore del sacro, intestino retto, uretere e vasi genitali,
superiormente con le anse del tenue.
STRUTTURA: Dallinterno allesterno si osservano nella parete del crasso la tonaca mucosa, la
tonaca sottomucosa, la tonaca muscolare e la tonaca avventizia o la tonaca sierosa. La tonaca
mucosa liscia, lepitelio di rivestimento ricopre la superficie della mucosa, interrotto soltanto
dagli sbocchi di numerose ghiandole. Essa formata da enterociti simili a quelli dellintestino
tenue tra i quali sono intercalate cellule caliciformi mucipare, lorletto striato pi basso
rispetto al tenue. La lamina propria della mucosa accoglie le ghiandole intestinali e noduli
linfatici solitari. Le ghiandole intestinali, come quelle del tenue, sono tubulari semplici e per la
maggior parte sono formate da cellule caliciformi mucipare. Vi sono anche le cellule di Paneth e
molte cellule argentaffini o basigranulose. La muscolaris mucosae formata da uno strato
interno circolare e uno esterno longitudinale. La tonaca sottomucosa contiene il plesso nervoso
sottomucoso di Meissner. La tonaca muscolare formata da uno strato interno circolare e uno
esterno longitudinale, gli ultimi non si dispongono in una lamina continua, ma in
corrispondenza delle tenie, inoltre accoglie il plesso mienterico. La tonaca sierosa non
completa in tutte le parti del crasso, dove assente viene sostituita dallavventizia. Presso il
canale anale a partire da una linea festonata data dal margine libero delle valvole semilunari
lepitelio cilindrico semplice sostituito da un epitelio pavimentoso stratificato che riveste
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
RAPPORTI:
FACCIA DIAFRAMMATICA : con la cupola diaframmatica che la separa a destra della
cavit pleurica e per mezzo di questa dal polmone destro, a sinistra dal pericardio e per
mezzo di questo dalla faccia inferiore e dallapice del cuore. In avanti con la parete
anteriore delladdome.
FACCIA POSTERIORE: con il diaframma e le formazioni che lo attraversano, ossia
laorta, la vena cava inferiore, lesofago e i nervi vaghi.
MARGINE ANTEROINFERIORE: a destra con 8-9^ costa sullemiclaveare. A sinistra con
la 6-7^ costa.
Organizzazione Segmentaria
: Il fegato si pu suddividere in pi segmenti facendo
riferimento alla suddivisione dellalbero portale o alle modalit di formazione delle vene
epatiche. La vena porta si divide in due rami principali, uno che irrora la parte destra e uno che
irrora la parte sinistra del fegato. Ciascun ramo principale si divide in rami secondari che
irrorano porzioni delimitate senza anastomizzare. Si possono perci riconoscere segmenti
delimitati e forniti di irrorazione portale indipendente, il ramo destro della vena porta d un
ramo laterale destro e uno paramediano destro che forniscono rami anteriori e posteriori,
delineando cos 4 segmenti che compongono la parte destra del fegato, il ramo sinistro d una
vena laterale sinistra per la parte posteriore del lobo sinistro, segmento laterale sinistro, una
vena paramediana sinistra per la parte anteriore del lobo quadrato e un ramo proprio per il
lobo caudato che costituisce un segmento a parte. Considerando invece la disposizione delle
vene epatiche, lorgano si pu suddividere in tre settori principali, corrispondenti alle principali
vene epatiche, pi un quarto settore, quello del lobo caudato, che ha un drenaggio venoso
proprio.
STRUTTURA: Il fegato ricoperto da un denso strato di tessuto connettivo collagene con rare
fibre elastiche, questo strato, in cui decorrono vasi linfatici, sanguiferi e nervi costituisce una
capsula fibrosa, legata strettamente al parenchima sottostante, in cui si addentra con brevi e
robusti setti. In corrispondenza dellilo la capsula fibrosa si ispessisce e penetra nellorgano
accompagnando le ramificazioni dei vasi, dei condotti biliari e dei nervi, delimitando cos aree
pi piccole e circoscritte di parenchima epatico, denominate lobuli epatici. Per le sue funzioni il
fegato non solo una ghiandola a secrezione esterna, in quanto elabora la bile, ma anche una
particolare ghiandola a secrezione interna che riversa direttamente nel sangue numerosi
elaborati (glucosio, proteine e lipoproteine). Questa complessit morfofunzionale determina
unarchitettura microscopica paragonabile ad una struttura labirintica (ghiandola labirintica). Il
fegato in sezione risulta costituito da un numero elevato di aree grossolanamente poligonali
(lobuli epatici) delimitate da connettivo derivato dalla suddivisione della capsula fibrosa
perivascolare. Tridimensionalmente i lobuli epatici hanno forma di piramidi poligonali ad apice
tronco, o di prismi del diametro di circa 1 MM e dellaltezza di 1,5-2 MM. I lobuli epatici sono
considerati le unit strutturali del fegato (lobuli classici). Ogni lobulo risulta costituito da
numerose lamine cellulari anastomizzate e ampiamente perforate, queste delimitano un
sistema labirintico di spazi irregolari in cui contenuta una rete capillare a decorso tortuoso
(sinusoidi). Nel lobulo classico le lamine cellulari e i capillari hanno una disposizione radiale.
Lasse del lobulo epatico occupato da un vaso venoso a parete sottile, la vena centrolobulare,
in cui sboccano tutti i sinusoidi del lobulo. La parete della vena centrolobulare perci appare
caratteristicamente cribrata; essa costituita dallendotelio circondato da uno strato di
connettivo fibroso; quindi un vaso a parete rigida, anche perch il connettivo della parete
venosa continua nello stroma del lobulo. Le zone dove tre o pi lobuli adiacenti vengono a
contatto si chiamano spazi portali o portobiliari di Kiernan con aspetto irregolarmente stellato.
hackmed.org
hackmed.org
condotti intraepatici si affiancano alle ramificazioni dellarteria epatica, della vena porta, i nervi
e i vasi linfatici e decorrono dapprima nel connettivo degli spazi portobiliari, quindi confluiscono
in condotti di calibro sempre maggiore fino a ingrandirsi formando un unico canale intraepatico
di destra e di sinistra. Nei condotti intraepatici di calibro maggiore appaiono elementi a
secrezione mucosa e piccole ghiandole mucose.
Mezzi di Fissit : Il fegato fissato alla parete posteriore delladdome sia dalle sue
connessioni vascolari con la cava inferiore che aderisce da un lato allorifizio del diaframma e
dallaltro al parenchima epatico per opera delle vene epatiche, sia da tessuto connettivo tra la
porzione destra della faccia posteriore e il diaframma. Il peritoneo viscerale riveste il fegato
sulla sua faccia anterosuperiore e posteroinferiore delimitando la loggia epatica, le pieghe del
peritoneo formano i legamenti peritoneali tra il fegato e le pareti della cavit addominale o altri
visceri:
- Legamento Coronario: Il vero e proprio legamento sospensore costituito da due
foglietti, uno superiore e uno inferiore. Si estende dalla faccia posteriore del fegato al
diaframma. Linserzione del legamento falciforme distingue il foglietto superiore in due
parti, destra e sinistra. Il foglietto inferiore nella sua porzione sinistra corre parallelo a
quello superiore, nel tratto intermedio circonda la cava, nella parte destra le due lamine
sono piuttosto distanti poich il fegato in quella zona in diretto contatto con il
diaframma tramite tessuto connettivale.
Legamenti Triangolari: Sono le estremit destra e sinistra del legamento coronario in
cui i due foglietti si accollano. A sinistra parte dalla fossa della vena cava e arriva
allestremit sinistra del fegato, tra le due lamine si trovano vasi linfatici e vene
epatiche accessorie. A destra meno esteso o del tutto assente.
- Legamento Falciforme: Formato da due lamine peritoneali e di forma triangolare. Si
estende dal diaframma al solco sagittale della faccia diaframmatica del fegato. Non si
pu considerare un legamento sospensore poich in condizioni normali non risulta teso.
Presenta due facce, destra e sinistra, due margini, inferiore e superiore, una base e un
apice. La faccia sinistra in rapporto con la faccia superiore del fegato, mentre la
destra prospetta verso il diaframma. Il margine superiore convesso e prende attacco
in direzione posteroanteriore alla faccia inferiore del diaframma fino ad arrivare alla
cicatrice ombelicale, il margine inferiore si fissa alla faccia diaframmatica con decorso
rettilineo a partire dallincisura del legamento rotondo fino alla vena cava inferiore e la
sua base libera. La base nel feto contiene la vena ombelicale, nelladulto diventa
sclerotica a costituire il legamento rotondo.
- Piccolo Epiploon o Piccolo Omento: Va dal solco trasverso alla piccola curvatura
dello stomaco e al margine superiore della prima porzione del duodeno. diviso in due
parti, destra o pars tensa o legamento epatoduodenale e sinistra o pars lassa o
legamento epatogastrico. Il primo delimita al davanti il foro epiploico o anello di
Winslow unica porta di accesso alla borsa omentale, tra i suoi due foglietti si trova il
peduncolo epatico. Il secondo la diretta continuazione dellepatoduodenale verso
sinistra, i foglietti sono completamente accollati e vi decorrono le vie linfatiche, un ramo
del nervo vago anteriore denominato nervo gastroepatico, va a costituire la parete
anteriore della borsa omentale.
Epatorenale: Si estende dalla faccia inferiore del lobo destro del fegato al polo
superiore del rene e del surrene di destra.
Epatocolica: Va dalla faccia inferiore del fegato alla flessura colica di destra.
-
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
il polo superiore del rene sinistro. Il margine superiore portandosi in alto a sinistra entra
in rapporto con il tronco celiaco e a livello del tubercolo omentale si trova una profonda
incisura in cui decorrono sia la vena che larteria lienale o splenica. Il margine inferiore,
ricoperto dalla radice del mesocolon trasverso, presenta unimpronta dovuta al rapporto
con la flessura duodenodigiunale.
CODA: Superiormente con lilo della milza dietro il tratto terminale dellarteria lienale.
Posteriormente con il rene sinistro
STRUTTURA: Il pancreas esocrino ha una struttura simile alla parotide, cio una ghiandola
acinosa composta a secrezione sierosa. Gli adenomeri del pancreas esocrino non sono
conformati come acini ma come tubuli. Il parenchima pancreatico costituito di unit lobulari
delimitate da una trama di tessuto connettivo, proveniente da un esile involucro capsulare che
riveste lorgano. Ogni acino formato da una sola fila di cellule alte e piramidali, rivestite da
una lamina basale a cui aderisce una sottile rete di fibrille collagene, sul contorno esterno si
possono trovare cellule di forma stellata e di natura contrattile in stretto rapporto con la lamina
basale denominate cellule a canestro. Secernono granuli di zimogeno che contengono
numerosi proenzimi capaci di digerire proteine, lipidi e glucidi. La secrezione del pancreas
modesta e continua, viene amplificata solo da stimoli neuro endocrini dovuti a ormoni prodotti
nel duodeno, secretina e pancreozimina. La parete dei condotti pancreatici costituita da uno
strato di cellule epiteliali cilindriche che poggiano su una membrana basale e da una tonaca
fibromuscolare in cui possono essere contenute piccole ghiandole mucose, come nel condotto
epatico e cistico.
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
dellilo epatico, continua a destra rivestendo la cistifellea. Langolo diedro, racchiuso tra i due
bracci della L, aperto a destra in basso, il peritoneo ivi compreso riveste il lobo caudato. Sul
lato destro le due lamine continuano luna nellaltra formando un margine libero che costituisce
il limite anteriore del forame epiploico. A questo livello contiene larteria epatica, la vena porta
e il coledoco, nonch linfonodi portali, vasi linfatici e plesso nervoso epatico.
Loggia Gastrica: Presenta i seguenti mezzi di fissit, il legamento epatogastrico, il legamento
frenogastrico teso fra diaframma e la faccia posteriore del fondo dello stomaco, il legamento
gastrolienale teso tra il tratto verticale della grande curvatura e lilo della milza, il grande
epiploon.
Grande Epiploon: Una lunga duplicatura del peritoneo che si origina dalla grande curvatura
gastrica. Si divide in superiore e inferiore definite rispettivamente legamento gastrocolico e
grembiule omentale. La porzione superiore costituita dalla continuazione delle due lamine
peritoneali che hanno rivestito anteriormente e posteriormente lo stomaco. I due strati,
abbandonato lo stomaco, si dirigono in basso passando di fronte allintestino tenue fino a
raggiungere la faccia anteriore del colon trasverso dove generalmente si fondono con il suo
foglietto viscerale. La porzione inferiore risulta perci costituita dalla coalescenza di quattro
lamine, due esterne, continuazione della lamina che ha rivestito lo stomaco e formato il
foglietto anteriore del legamento gastrocolico, due interne, continuazione della lamina che ha
rivestito la faccia posteriore dello stomaco e formato il foglietto posteriore del legamento
gastrocolico. A sinistra il grande omento si continua in alto con il legamento gastrolienale, a
destra si estende fino allinizio del duodeno. Il grande omento di regola sottile e fenestrato
pur contenendo quantit variabili di adipe. Svolge una funzione protettiva limitando
lestensione di eventuali infezioni del cavo peritoneale, infatti il grande epiploon ricco di
macrofagi fissi che possono venire mobilizzati nei processi infiammatori. Esso pu risultare
congenitamente assente e allapertura delladdome frequentemente avviluppato intorno agli
organi del piano sovramesocolico. La lamina anteriore irrorata dalle due arterie
gastroepiploiche, la posteriore dalle arterie epiploiche, rami delle gastroepiploiche
anastomizzate nellarcata sottocolica. Vene e linfatici seguono il decorso delle arterie.
Loggia Splenica: Dal peritoneo viscerale della loggia splenica dipendono il legamento
frenicolienale, legamento pancreaticolienale e il legamento gastrolienale.
Tra le logge dello spazio sovramesocolico si delimita
Recessi dello spazio sovramesocolico:
un esteso recesso della cavit peritoneale detto retrocavit degli epiploon o borsa omentale.
Retrocavit degli Epiploon: Localizzata al di dietro dello stomaco facilitandone i movimenti e
comunica con la grande cavit peritoneale per mezzo di uno stretto orifizio, il forame epiploico
o anello di Winslow. Verso sinistra, superato il forame, si passa nel vestibolo della retrocavit,
una porzione ristretta in senso anteroposteriore posta dietro al legamento epatogastrico, tra il
lobo caudato del fegato in alto e la porzione superiore del duodeno in basso. Procedendo verso
sinistra si passa dal vestibolo allistmo della retrocavit, di forma ellittica guarda in alto a
destra ed limitato al di sopra della falce dellarteria epatica e al di sopra della falce dellarteria
gastrica sinistra. Dallistmo si passa nella retrocavit vera e propria in cui si distinguono una
parte principale, corrispondente alla faccia posteriore dello stomaco. Un prolungamento di
sinistra o recesso lienale si fa strada tra il legamento gastrolienale in avanti e quello
pancreaticolienale in dietro, fino allilo della milza. Un prolungamento inferiore, assai esteso
durante lo sviluppo, si riduce nelladulto. La retrocavit degli epiploon ha due facce e quattro
margini, la faccia anteriore corrisponde alla faccia posteriore dello stomaco con il suo
peritoneo, la faccia posteriore data dal peritoneo parietale posteriore che riveste gran parte
del pancreas, del rene e surrene sinistro, linizio dellaorta addominale e una parte del
diaframma. Il margine superiore stretto e localizzato tra il lato destro dellesofago e il solco
del legamento venoso del fegato, il margine inferiore nelladulto identificabile con il
mesocolon trasverso, il margine destro corrisponde in basso alla linea di riflessione del
peritoneo dal pancreas al duodeno, in alto a quella dal diaframma al lobo caudato del fegato, il
margine sinistro si colloca a livello del passaggio della lamina posteriore del legamento
gastrolienale in quella anteriore del legamento pancreaticolienale.
Delimitato in alto da colon e mesocolon trasverso, in avanti dal
Spazio Sottomesocolico:
grande epiploon e dalla parete addominale anteriore, in dietro dalla parete addominale
posteriore e lateralmente dalla parete addominale anterolaterale. Dalla linea mediana andando
hackmed.org
lateralmente verso destra riveste la superficie interna della parete addominale anteriore.
Portandosi verso il basso ricopre la parete anteriore della loggia renale destra fino alla cresta
iliaca, in alto arriva fino alla flessura colica destra formando il legamento frenocolico destro,
inferiormente a questo si ribalta e passa sulla parete laterale del colon ascendente. In basso il
peritoneo si solleva per avvolgere completamente cieco ed appendice vermiforme, formando il
mesoappendice e dando luogo alla piega cecale. Portandosi sulla parete addominale posteriore
ricopre il colon ascendente nelle sue facce laterale, anteriore e mediale, tornando sulla parete
addominale posteriore. A livello della faccia mediale del colon ascendente e del cieco, in
corrispondenza della confluenza ileocolica, il peritoneo riveste lultima ansa dellintestino tenue
e si porta alla parete addominale posteriore, in corrispondenza dellestremit inferiore del
mesentere, costituendo la piega ileocecale. Continuando il decorso verso sinistra il peritoneo
parietale posteriore riveste dallalto in basso, dallinterno allesterno, la faccia anteriore del
terzo inferiore della porzione discendente del duodeno, la porzione inferiore della faccia
anteriore della testa del pancreas, la faccia anteriore dei tratti orizzontale e ascendente del
duodeno fino alla flessura duodenodigiunale. Pi in basso raggiunge il polo inferiore del rene
destro, il muscolo psoas con i vasi colici, i vasi spermatici od ovarici di destra fino alla fossa
iliaca destra, luretere destro e la vena cava inferiore. Raggiunge quindi langolo ileocolico dove
segue una linea obliqua in alto e a sinistra portandosi sino al lato sinistro della seconda
vertebra lombare, lungo questa linea si solleva nel mesentere. Il peritoneo parietale tra colon
ascendente e mesentere continua in alto e in avanti con la lamina inferiore del mesocolon
trasverso. La parete mediale del colon ascendente, la lamina destra del mesentere e la
porzione destra della lamina inferiore del mesocolon trasverso delimitano uno spazio
triangolare definito spazio mesenteriocolico destro. A livello della flessura duodenodigiunale il
peritoneo forma con una certa frequenza sottili pieghe, la duodenale superiore in
corrispondenza dellangolo duodenodigiunale, la duodenale inferiore in corrispondenza
dellestremit inferiore del margine sinistro della parte ascendente del duodeno, la
paraduodenale al di sotto della precedente. Costituita la pagina sinistra del mesentere il
peritoneo sulla parete posteriore si continua verso lalto, verso il basso e verso sinistra. Verso
lalto raggiunto il margine inferiore del corpo della coda del pancreas si riflette anteriormente
per portarsi al colon trasverso costituendo la porzione sinistra della lamina inferiore del
mesocolon trasverso. Verso il basso riveste la parete anteriore della loggia renale sinistra,
luretere e i vasi spermatici od ovarici di sinistra. Verso sinistra incontra il colon discendente
che riveste solo nelle sue facce anteriori, laterali e mediali, riportandosi poi sulla parete. In
corrispondenza della flessura colica sinistra il peritoneo ripiega sul diaframma presso il polo
inferiore della milza formando il legamento frenocolico di sinistra. Inferiormente le due lamine
peritoneali che hanno rivestito le facce laterale e mediale del colon discendente si portano sulla
parete seguendo due linee di riflessione che si fanno pi vicine fino ad accollarsi. Il colon
ileopelvico dunque provvisto di un meso e risulta perci completamente rivestito da
peritoneo. La pagina sinistra del mesentere, quella inferiore del mesocolon trasverso
nellestremo sinistro e la faccia mediale del colon discendente delimitano uno spazio triangolare
denominato spazio mesenteriocolico di sinistra. Superato il colon discendente verso sinistra e
tappezzato lo spazio parietocolico di sinistra il peritoneo si porta nuovamente sulla parete
anteriore fino alla linea mediana.
Sono presenti i seguenti mesi, mesentere,
Mesi dello spazio sottomesocolico:
mesoappendice o mesenteriolo, mesocolon ileopelvico. Si tratta di doppie lamine peritoneali
che sottendono e fissano a parete intestino tenue, appendice e colon ileopelvico.
Mesentere: Unampia piega peritoneale costituita dallaccollamento di due lamine sierose a
forma di ventaglio che collegano le anse del digiuno e dellileo con la parete addominale
posteriore, secondo una linea di 15-17 CM a direzione obliqua in basso e a destra, che parte
dalla flessura duodenodigiunale e raggiunge la parte superiore dellarticolazione sacroiliaca
destra. Nel suo decorso il mesentere passa di fronte alla porzione orizzontale del duodeno,
aorta addominale, vena cava inferiore, uretere di destra e al grande psoas di destra. La lamina
destra del mesentere, diretta in alto e a destra, continua sulla parete addominale posteriore,
rivestendo il colon ascendente e si porta superiormente alla lamina inferiore del mesocolon
trasverso. La lamina sinistra, diretta in basso e a sinistra, arriva alla parete addominale
posteriore e al colon discendente. Tra le due lamine decorrono vasi, nervi, linfatici propri del
digiuno e dellileo. In prossimit dellattacco sullintestino le due lamine del mesentere si
hackmed.org
separano accogliendo lorgano come foglietto viscerale. L attacco del mesentere sullintestino
ha uno sviluppo di 6 M con numerose pieghe che diventano meno evidenti via via che ci si
sposta verso la radice mesenteriale. La porzione pi ampia del mesentere quella centrale che
raggiunge 10 CM.
Mesoappendice: Una piega triangolare del peritoneo che circonda lappendice vermiforme
attaccandosi dietro lultima porzione sinistra del mesentere, vicino al passaggio ileocecale. Le
sue due lamine racchiudono vasi, nervi, linfatici e un linfonodo diretti allappendice.
Mesocolon Ileopelvico: Una piega peritoneale a forma di ventaglio che collega nella pelvi il
colon iliaco e quello pelvico alla parete posteriore del bacino. Presso questa il peritoneo
parietale dato dalla lamina sinistra del mesentere che portandosi verso sinistra e verso il
basso contiene vasi del colon ileopelvico e forma la lamina destra del mesocolon pelvico. Il
peritoneo avvolge il colon ileopelvico e poi si riflette a formare la lamina sinistra e il rispettivo
meso, scendendo sulla linea mediana fino ad S3. Pi in basso le due lamine accollate del
mesocolon pelvico possono continuare formando un mesoretto. Nello spessore delle due lamine
decorrono vasi per il colon ileopelvico e per la porzione superiore del retto. La linea di attacco
del mesocolon pelvico alla parete addominale posteriore ha la forma di una V rovesciata con
lapice in prossimit delluretere di sinistra, nel punto in cui esso scende nella pelvi, e presso la
biforcazione dellarteria iliaca comune sinistra.
STRUTTURA: Costituito da un mesotelio che poggia sulla lamina propria della sierosa e da una
tela sottosierosa. Il mesotelio costituito da un singolo strato di cellule poligonali appiattite
pavimentoso semplice. Nella maggior parte delle lamine il mesotelio tappezza una superficie
continua, in altre invece si trovano discontinuit sotto forma di fenestrature. La notevole
vascolarizzazione della sierosa peritoneale spiega la ricchezza in macrofagi e lattivazione
fibroblastica del liquido peritoneale che si riscontrano nei processi infiammatori e che porta alle
adesioni tra visceri e visceri o visceri e pareti. La lamina propria della sierosa costituita da
tessuto connettivo lasso in cui sono disperse fibre elastiche disposte a rete, fasci di fibre
collagene paralleli alla superficie peritoneale e cellule connettivali. La tela sottosierosa manca a
livello del fegato, della milza e dellutero, costituita da tessuto connettivo lasso ricco di fibre
elastiche.
hackmed.org
NOME: Rene.
POSIZIONE: Sono posti ai lati della colonna vertebrale, nelle fosse lombari, dietro al
peritoneo essendo retroperitoneali, si estendono dal margine inferiore di T11 al margine
superiore di L3, il rene destro pi basso di 2 CM rispetto al sinistro per via del rapporto con il
fegato. I reni sono dotati di una certa mobilit, si abbassano di 2-3 CM durante linspirazione.
Colorazione rosso-bruno, consistenza abbastanza dura simile alla milza.
CARATTERISTICHE:
Hanno forma di un fagiolo appiattito in senso anteroposteriore con lasse maggiore diretto in
basso e leggermente lateralmente. Sono lunghi 12 CM, larghi 6 CM, spessi 3 CM, la superficie
generalmente liscia e regolare, sono presenti dei solchi a delimitare i lobi, derivanti
dallevoluzione fetale.
- FACCIA ANTERIORE : Convessa, guarda in avanti e leggermente lateralmente.
- FACCIA POSTERIORE : Pianeggiante, rivolta in dietro e un poco allinterno.
- POLO SUPERIORE : Arrotondato.
- POLO INFERIORE : Pi appuntito del superiore.
- MARGINE LATERALE : Convesso.
- MARGINE MEDIALE : Incavato nella parte di mezzo, presso lilo renale, fessura verticale
lunga 3-4 CM che d passaggio ai vasi sanguinei e linfatici, ai nervi e alla pelvi renali.
- ILO: Accoglie anteriormente i vasi venosi, medialmente i vasi arteriosi e posteriormente
la pelvi. Immette in una cavit schiacciata anteroposteriormente e scavata nellinterno
del rene detta seno renale, la quale accoglie i calici minori e maggiori, parte della pelvi,
le diramazioni dellarteria renale, le radici della vena renale, vasi linfatici e nervi. Tutte
le formazioni sono immerse in tessuto adiposo che si continua con il grasso perirenale,
detto capsula adiposa. Le pareti del seno renale presentano sporgenze mammellonate
dette papille renali che corrispondono allapice delle piramidi renali di Malpigli. Tra una
papilla e laltra sono presenti sporgenze date dalle colonne renali di Bertin.
Ciascun rene, avvolto dalla capsula adiposa, contenuto in una loggia fibrosa detta loggia
renale e delimitata da una fascia connettivale. Questultima una differenziazione del tessuto
connettivo retroperitoneale, chiamato fascia trasversale, che presso il rene si ispessisce
formando la fascia renale. Presso il margine laterale la fascia renale si sdoppia in due foglietti.
- FOGLIETTO ANTERIORE O PRERENALE : assai sottile e coperto quasi completamente
dal peritoneo parietale posteriore, passa al davanti del rene e del peduncolo renale, si
congiunge davanti alla colonna vertebrale e ai grossi vasi prevertebrali con lanalogo
foglietto controlaterale.
- FOGLIETTO POSTERIORE O RETRORENALE: pi spesso e resistente. Passa dietro il
rene, aderendo parzialmente alla fascia dei muscoli quadrato dei lombi e psoas,
fissandosi alla superficie laterale dei corpi vertebrali e dei dischi vertebrali
corrispondenti.
Superiormente i due foglietti si riuniscono sopra alla ghiandola surrenale fissandosi al
diaframma, in basso rimangono distinti e si perdono nel connettivo retroperitoneale. Dunque la
fascia renale un mezzo di fissit insieme al peduncolo vascolare ed alla positivit della
pressione addominale.
RAPPORTI: Posteriormente sono uguali in ambo i lati, anteriormente differiscono.
- FACCIA POSTERIORE: A circa met incrociata dalla 12^ costa, al di sopra riposa sul
diaframma, sul pilastro laterale e sui fasci mediali della porzione costale e attraverso il
diaframma entra in rapporto con il seno pleurale costodiaframmatico, in tale sede il
diaframma spesso presenta unapertura di dimensioni variabili detto trigono lobocostale
in cui la fascia renale si pone in rapporto diretto con la pleura diaframmatica. Al di sotto
della 12^ costa la faccia posteriore poggia sul muscolo quadrato dei lombi,
medialmente giunge in contatto con il muscolo psoas e lateralmente con laponeurosi
del muscolo trasverso delladdome. Contrae importanti rapporti con il ramo anteriore
del 12 nervo intercostale o nervo sottocostale e con i nervi ileoipogastrico e
ileoinguinale applicati sul muscolo quadrato dei lombi.
- FACCIA ANTERIORE : Coperta dalla fascia prerenale a cui aderisce il peritoneo parietale.
A destra in rapporto nei 2/3 superiori con la superficie inferiore del lobo destro del
fegato su cui lascia limpronta renale. Nel 1/3 inferiore con la flessura destra del colon
hackmed.org
e, in vicinanza del margine mediale, con il tratto discendente del duodeno, nei pressi
del polo inferiore in rapporto con le anse digiunali. A sinistra la faccia del rene in
rapporto in alto lateralmente con la faccia viscerale o renale della milza, nella porzione
di mezzo con la coda del pancreas e i vasi lienali, in basso con la flessura
duodenodigiunale medialmente e con la flessura sinistra del colon lateralmente. Una
superficie pi o meno ampia in rapporto, tramite la borsa omentale, con la parete
posteriore dello stomaco.
POLO SUPERIORE : Coperto dalla rispettiva ghiandola surrenale che si spinge anche sulla
faccia anteriore e sul margine mediale.
POLO INFERIORE: Dista dalla cresta iliaca circa 5 CM a sinistra e 3 CM a destra.
MARGINE LATERALE : A destra con il fegato per quasi tutta la sua estensione, a sinistra
in alto con la milza e in basso con il colon discendente.
MARGINE MEDIALE: Costeggiato a destra dalla vena cava inferiore e a sinistra dallaorta
addominale, nella porzione sottostante lilo con il tratto iniziale delluretere.
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
dai capillari alveolari, viene degradata ad angiotensina II, questultima determina una
massiva contrazione della muscolatura liscia delle arteriole, una riduzione del calibro
delle stesse e il conseguente aumento della pressione arteriosa. Langiotensina II
induce la secrezione di aldosterone dalla zona glomerulare della corticale del surrene
che stimola un riassorbimento di Na e unescrezione di K e H a livello del tubulo distale.
Inoltre le cellule iuxtaglomerulari producono il fattore eritropoietico renale che d
origine alleritropoietina. La macula densa comprende le cellule della parete del tubulo
renale, nella zona pi prossima alle cellule iuxtaglomerulari del polo vascolare. Le
cellule della macula densa si distinguono dalle cellule del tubulo poich sono pi
strettamente stipate, da qui il nome, e mancano della tipica disposizione mitocondriale
di questultime. La loro lamina basale molto sottile e le separa sia dalle cellule
iuxtaglomerulari sia dalle cellule del mesangio extraglomerulare. Probabilmente la
macula densa svolge la funzione di un chemorecettore sensibile alla variazione della
composizione, in particolare di sodio, del contenuto tubulare. Le cellule del mesangio
extraglomerulare, denominate ilari, sono piccole cellule fusate situate nellangolo
compreso tra arteriola afferente ed efferente. La loro funzione probabilmente quella di
trasmettere gli stimoli chimicofisici, recepiti dalla macula densa, fino alle cellule
iuxtaglomerulari.
DOTTI ESCRETORI : Costituiti dai dotti escretori e papillari, i primi ricevono lo sbocco dei
nefroni, decorrono rettilinei nei raggi midollari della corticale e giungono nelle piramidi
renali dove convergono fra loro ad angolo acuto per formare i dotti papillari. I dotti
papillari si aprono nel numero di 15-30 in corrispondenza dellapice di ciascuna papilla
renale. Nei dotti collettori per lazione dellADH viene riassorbito un ulteriore
quantitativo di H2O.
hackmed.org
hackmed.org
NOME: Ureteri.
Sono condotti pari e quasi simmetrici che collegano la pelvi renale, dalla
CARATTERISTICHE:
quale non si distinguono nettamente, con la vescica urinaria, dove terminano tramite il meato
o orifizio ureterale, attraverso gli ureteri lurina convogliata a flusso continuo nella vescica.
Luretere lungo circa 28-29 CM a destra e 29-30 CM a sinistra, suddiviso in una porzione
addominale, che corrisponde alle regioni lombare ed iliaca, una porzione pelvica, che
corrisponde alla piccola pelvi, e una porzione intramurale o vescicale, compresa nello spessore
della parete della vescica. Luretere discende portandosi in basso e allinterno, prima descrive
una leggera curva convessa in avanti e medialmente, poi un curva inversa a convessit
posterolaterale. Il punto di flesso si trova fra la porzione addominale e la pelvica, dove si forma
un ginocchio detto flessura marginale. Il lume appiattito in senso anteroposteriore a causa
della pressione dei visceri, ha un diametro di 4-7 MM, lungo il suo decorso vi sono tre
restringimenti, il primo situato dopo lorigine della pelvi renale e si chiama istmo superiore o
colletto, il secondo in corrispondenza della flessura marginale e si chiama istmo inferiore o
restringimento iliaco, il terzo vicino allo sbocco della vescica e si chiama restringimento
vescicale o intramurale ed il pi accentuato. Quando luretere attraversa obliquamente la
parete della vescica solleva la piega ureterica e genera una sorta di valvola denominata valvola
delluretere per far si che lurina possa agevolmente entrare in vescica ma non uscirne
risalendo luretere.
RAPPORTI:
- ADDOME :
Posteriormente con il muscolo psoas del quale segue il decorso discendente, con i nervi
genitofemorale e femorocutaneo.
- DESTRA: Anteriormente e in alto coperto dalla porzione discendente del
duodeno.
- SINISTRA : Anteriormente e in alto coperto dalla flessura duodenodigiunale.
Si incrocia con i vasi genitali che si pongono lateralmente e lo accompagnano verso il
basso.
- DESTRA : Si incrocia con larteria colica di destra, larteria ileocolica e la radice
del mesentere.
- SINISTRA : Si incrocia con larteria mesenterica inferiore e pi in basso con la
radice del mesocolon ileopelvico.
In rapporto con il peritoneo parietale e per mezzo di questo con anse dellintestino
tenue.
- DESTRA: Medialmente corrisponde alla vena cava inferiore, in corrispondenza
dello stretto superiore del bacino incrocia allavanti i vasi iliaci esterni.
- SINISTRA: In corrispondenza dello stretto superiore del bacino incrocia
allavanti i vasi iliaci comuni.
- PELVI :
Dopo la flessura marginale gli ureteri entrano nella pelvi. Nella porzione pelvica gli
ureteri scendono in basso al davanti dei vasi iliaci interni e incrociano alcune formazioni
vascolonervose, arteria ombelicale, vasi e nervi otturatori. Medialmente in rapporto
pi o meno intimo con il retto.
- FEMMINA : In aggiunta con lovaio.
Dopo aver raggiunto il pavimento pelvico, allaltezza della spina ischiatica, piega in
avanti e allindietro aprendosi nella vescica.
- MASCHIO : In questa ultima parte luretere incrocia posteriormente il canale
deferente e si insinua tra le vescichette seminali e la parete vescicale.
- FEMMINA: In questa ultima parte decorre nella base del legamento largo ed
insieme allarteria uterina si avvicina al collo dellutero. Circa 1 CM prima di
raggiungere lutero si incrocia con larteria uterina che gli passa davanti.
Luretere si avvicina al fornice laterale della vagina, piegando allinterno lo
incrocia per raggiungere la vescica.
Nella parte vescicale decorre nello spessore della parete vescicale, obliquamente, in
basso e medialmente, determinando la formazione della piega ureterica sulla superficie
interna della vescica, le pieghe ureteriche oltre il meato ureterale si congiungono luna
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
RAPPORTI:
APICE : Lapice prende attacco con il legamento ombelicale mediano, coperto da
peritoneo e per mezzo di questo entra in rapporto con le anse dellintestino tenue.
CORPO: La faccia anteriore con la sinfisi pubica, le branche superiori e inferiori del
pube, i muscoli otturatori interni e la loro fascia. Fra questi piani osteomuscolari e la
parete vescicale si interpongono i legamenti vescicali anteriori, il plesso venoso
pudendo, alcuni rami arteriosi delle arterie otturatorie e pudende interne. A vescica
distesa la faccia anteriore sorpassa la sinfisi pubica e tramite lo spazio prevescicale
entra in rapporto con la parete addominale anteriore, pi in alto si viene a costituire il
cavo peritoneale prevescicale o pubovescicale. Le facce laterali corrispondono alle pareti
della piccola pelvi dalle quali sono separate, nella porzione superiore dal cavo
peritoneale laterovescicale, nella porzione inferiore, priva di peritoneo, da tessuto
adiposo dello spazio prevescicale contenente nel maschio il plesso venoso
vescicoprostatico, nella femmina il plesso venoso vescicovaginale. In questa sede le
pareti laterali della vescica sono in rapporto con il legamento ombelicale laterale, con il
canale deferente nel maschio e con il legamento rotondo dellutero nella femmina. La
faccia posteriore, ricoperta da peritoneo, nel maschio in rapporto con il colon pelvico e
le anse del tenue che si spingono nel cavo rettovescicale, nella femmina in rapporto
tramite il cavo uterovescicale con la faccia anteriore dellutero.
- BASE: Nel maschio, anteriormente, la base della vescica aderisce alla faccia superiore
della prostata. Subito al di dietro in rapporto con le vescichette seminali e con le
ampolle dei canali deferenti, poste medialmente alle vescichette e dirette in basso, in
avanti e allinterno. Fra le due ampolle c il trigono interseminale, uno spazio
triangolare ad apice inferiore presso cui la base della vescica separata dallampolla
rettale attraverso la fascia rettovescicale. Fra la vescichetta seminale e la base della
vescica si insinua il tratto inferiore delluretere e vi sbocca. Nella femmina la base della
vescica corrisponde, dallavanti allindietro, al terzo superiore della parete anteriore
della vagina, al fornice vaginale anteriore e alla porzione sopravaginale del collo
uterino. Fra la base vescicale e la vagina c il setto vescicovaginale di natura
connettivale riccamente vascolarizzato, in cui, in alto, si pone lultimo tratto degli
ureteri.
CONFIGURAZIONE INTERNA:
Ha colorito giallo-roseo, quando vuota presenta numerose
pieghe per lo pi trasversali, mentre nellorgano disteso appare nel complesso liscia. In
corrispondenza della base della vescica sono presenti tre orifizi, uno anteriore detto il meato
uretrale interno, due posteriori destro e sinistro che rappresentano lo sbocco degli ureteri.
Questi orifizi formano un triangolo equilatero detto trigono vescicale di Lieutaud la cui
superficie rimane liscia anche a vescica vuota poich in rapporto con prostata o vagina. Il
meato uretrale interno o collo vescicale rappresenta lo sbocco della vescica ed il punto pi
declive della vescica, nella femmina circolare e nel maschio semilunare, nellanziano il lembo
posteriore pu ipertrofizzare formando lugola vescicale. Gli orifizi ureterali sono diretti
obliquamente in basso, in dentro e in avanti, situati in ciascun lato su di un rilievo allungato
detto piega ureterica. Le pieghe ureteriche proseguono medialmente oltre lo sbocco degli
ureteri congiungendosi e determinando un rilievo continuo che rappresenta la base del trigono
vescicale. La porzione della base vescicale situata dietro al trigono presenta una depressione
ellittica con asse maggiore trasversale chiamato bassofondo della vescica o fossa
retroureterica, maggiormente accentuata nel vecchio, specialmente in caso di ipertrofia della
prostata. In questultimo caso il bassofondo rappresenta la zona pi declive della vescica nella
quale, dopo la minzione, ristagna una certa quantit di urina.
hackmed.org
STRUTTURA: La parete della vescica varia da 1,5 CM allo stato di vacuit a 0,3 CM allo stato
di replezione, costituita dalle tonache mucosa, muscolare, avventizia o sierosa.
La tonaca mucosa si solleva in pieghe nella vescica vuota ed relativamente liscia nella
vescica distesa, questo non vale per la zona corrispondente al trigono vescicale dove si
mantiene sempre liscia. Lepitelio di rivestimento di transizione mentre la lamina propria,
denominata strato sottomucoso, costituito da connettivo lasso con gruppetti di cellule
adipose e fascetti muscolari, questo rappresenta lo strato di scorrimento della mucosa ed
assente in corrispondenza del trigono vescicale.
La tonaca muscolare formata da fascetti di miocellule circondate da abbondante stroma
connettivale ricco di fibre elastiche. Nel complesso la tonaca muscolare forma il muscolo
detrusore della vescica la cui contrazione determina la minzione. In corrispondenza del trigono
vescicale la muscolatura assume un andamento caratteristico formando il muscolo trigonale, a
livello del meato uretrale interno i fascetti muscolari piegano in avanti costituendo il muscolo
sfintere della vescica che si continua con lo sfintere liscio o interno della vescica.
La tonaca avventizia formata da connettivo fibroso denso e appartiene alla fascia vescicale.
La tonaca sierosa data dal peritoneo ed limitata ad alcune aree, apice e parte del corpo.
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
NOME:
Vie Spermatiche
Tubuli Retti e Rete Testis
Epididimi
Canali Deferenti
Funicoli o Cordoni Spermatici
Condotti Eiaculatori
CARATTERISTICHE:
Tubuli Retti e Rete Testis: I primi rappresentano linizio delle vie spermatiche facendo
seguito ai tubuli seminiferi ed essendo contenuti nel testicolo, la seconda formata da
un complicato sistema di canalicoli e lacune anastomizzate e scavate nel tessuto
connettivo del mediastino testicolare .
Epididimi: Sono organi pari allungati che raccolgono gli spermatozoi prodotti nel
testicolo e ne favoriscono la maturazione. Ciascun epididimo ha la forma di una
virgola, lungo 5 CM, largo 1 CM, spesso 0,5 CM e pesante 3 G. Si divide in
unestremit superiore ingrossata, la testa, una porzione intermedia cilindrica, il corpo,
e un estremit inferiore, la coda che continua nel canale deferente.
Canali Deferenti: Iniziano in corrispondenza della coda dellepididimo, decorrono nella
cavit pelvica e attraverso il canale inguinale, terminano con la vescichetta seminale
omolaterale per formare il condotto eiaculatore. Il canale deferente ha forma cilindrica,
calibro di 2-3 MM e lunghezza di 40 CM. Nella parte terminale si dilata a formare
lampolla deferenziale. Nella prima porzione o parte testicolare addossato alla faccia
posteriore della coda e del corpo dellepididimo. Nella parte funicolare contenuto nella
parte posteriore del funicolo spermatico fino allorifizio sottocutaneo del canale
inguinale. Nella parte inguinale decorre obliquamente in alto e a lato fino allorifizio
addominale. Nella parte addominopelvica si libera dagli altri elementi del funicolo ed
entra nella cavit addominale, decorre nella piccola pelvi in direzione della prostata
formando lampolla deferenziale per poi formare il condotto eiaculatore.
di consistenza molle, lungo 14 CM e spesso 1 CM.
Funicoli o Cordoni Spermatici:
formato dal canale deferente, con posizione profonda e spostato posteriormente,
dallarteria testicolare, situata profondamente ma disposta in avanti, dallarteria
spermatica esterna o funicolare o cremasterica, decorre in posizione superficiale, dalle
vene testicolari, emergono dal margine posteriore del testicolo, dai vasi infatici,
provenienti da testicolo e arteria testicolare, da nervi, dal legamento vaginale, esile
cordoncino fibroso residuo del primitivo dotto peritoneovaginale, dal paradidimo, dal
muscolo cremastere interno.
Condotti Eiaculatori: Collegano lampolla deferenziale dei canali deferenti e luretra
sono lunghi 2-2,5 CM inizialmente presentano un diametro di 3 MM che si riduce
progressivamente a 1 MM.
STRUTTURA:
Tubuli Retti e Rete Testis: Entrambi non hanno parete propria, ma sono costituiti da
un sistema canalicolare che contiene spermatozoi liberi ed scavato nel tessuto fibroso
del mediastino testicolare. Lepitelio che ne tappezza la superficie interna
rappresentato da un epitelio cubico semplice a volte fornito di radi e corti microvilli.
Epididimi: rivestito da un sottile involucro connettivale, la tonaca albuginea
dellepididimo, che aderisce esternamente alla sierosa vaginale. A livello della testa la
tonaca invia profondi e sottili setti denominati coni vascolosi o coni dellepididimo.
Ciascun cono vascoloso formato da un condottino efferente e tutti insieme sboccano
nel condottino efferente pi craniale a formare il condotto dellepididimo. I condottini
efferenti sono costituiti da un epitelio di rivestimento cilindrico semplice e da una lamina
propria di tessuto connettivo denso con fascetti circolari di fibrocellule muscolari lisce e
fibre elastiche. Il condotto dellepididimo formato da una tonaca mucosa costituita da
un epitelio di rivestimento cilindrico e da una lamina propria, una tonaca muscolare
costituita da fascetti di fibrocellule circolari e una tonaca avventizia sottile e fibrosa che
si confonde con il connettivo intertubulare della tonaca albuginea
Canali Deferenti: La tonaca mucosa di colorito giallastro e si solleva in pieghe
longitudinali. Lepitelio di rivestimento cilindrico superficialmente e poliedrico
hackmed.org
hackmed.org
NOME:
Ghiandole Annesse
Vescichette Seminali
Prostata
Ghiandole Bulbouretrali
POSIZIONE:
Anteriormente sono applicate sulla parete posteriore della base
Vescichette Seminali:
della vescica con linterposizione della fascia vescicale. Sono situate nella piccola pelvi
fra la base della vescica ed il retto, superiormente alla prostata.
Prostata: Situata nella piccola pelvi fra la base della vescica e il diaframma urogenitale,
dietro la sinfisi pubica e davanti allampolla rettale.
Ghiandole Bulbouretrali di Cowper:
Situate profondamente nel perineo anteriore.
CARATTERISTICHE:
Possono essere considerate come un diverticolo a fondo cieco
Vescichette Seminali:
della rispettiva ampolla deferenziale e sono due organi ghiandolari cavi allungati.
Essendo organi bersaglio per ormoni androgeni risultano piccole nel bambino ed
atrofiche nellanziano. Presentano una forma a cono leggermente appiattito in senso
anteroposteriore con la superficie irregolare e la base diretta in alto, in dietro e
allesterno. Mediante il loro apice si uniscono alle ampolle deferenziali dando origine al
condotto eiaculatore attraverso il quale comunicano con luretra. Il loro asse maggiore
obliquo in basso, in avanti e in dietro, lungo 5-8 CM, largo 2,5 CM, spesso 1-1,5 CM e
capace 3-6 ML. Soltanto la faccia posteriore del fondo delle vescichette seminali
rivestita da peritoneo.
Prostata: Un organo ghiandolare impari e mediano. attraversata a pieno spessore
dallalto in basso dalla porzione prostatica delluretra, in questa riversa il succo
prostatico durante leiaculazione. Nella parte posterosuperiore attraversata
obliquamente dai condotti eiaculatori. La prostata ha la forma di un marrone con la base
superiore e lapice inferiore, il suo asse leggermente obliquo in basso ed in avanti e
forma una X con angolo di 20 con lasse delluretra. Ha colorito grigio rossastro e
consistenza dura e elastica, alta 3 cm, larga 4 cm, spessa 2,5 cm e pesa 20 g. Pu
subire notevoli aumenti di volume dando ipertrofia prostatica e causando difficolt alla
minzione. La faccia superiore o base ha forma triangolare con gli angoli arrotondati,
poich il lato posteriore presenta a met unincisura, la base della prostata assume una
forma a cuore. Sullangolo anteriore la faccia superiore mostra il punto di ingresso
delluretra, mentre posteriormente scavata dallilo della prostata. La superficie
compresa fra lingresso delluretra e lilo della prostata appare rilevata e corrisponde al
lobo medio. La faccia anteriore, quasi verticale, convessa mentre la faccia posteriore,
obliqua in basso e in avanti, percorsa nel mezzo da un solco longitudinale che la
divide in lobo destro e sinistro. La prostata contenuta in un involucro fibroso detto
loggia prostatica.
Ghiandole Bulbouretrali di Cowper:
Sono due corpicciuoli sferoidali annessi alla
porzione iniziale delluretra cavernosa nella quale riversano il loro secreto. Hanno
colorito giallastro, consistenza dura, diametro di 1 cm, superficie lobulata. La porzione
bulbouretrale del muscolo sfintere striato delluretra le ricopre quasi completamente e
ne determina la spremitura. Il dotto escretore emerge dalla faccia inferiore della
rispettiva ghiandola e si dirige in avanti e medialmente, attraversa la fascia inferiore del
diaframma urogenitale, si addentra nello spessore del bulbo delluretra e sbocca nella
parete inferiore delluretra cavernosa al limite anteriore della fossa del bulbo.
RAPPORTI:
Vescichette Seminali:
Posteriormente con il cavo peritoneale rettovescicale di
Douglas. A causa della vicinanza con il retto possono essere palpate con lesplorazione
rettale. Medialmente con il tratto terminale del rispettivo canale deferente che si dilata
nellampolla. Lateralmente con il plesso venoso prostatico.
Prostata: Anteriormente, coperta dalla porzione prostatica del muscolo sfintere striato
delluretra e dalla fascia preprostatica, con la met inferiore della sinfisi pubica per
mezzo dei legamenti puboprostatici. Lateralmente con i muscoli pubococcigei e con
hackmed.org
hackmed.org
NOME: Pene.
POSIZIONE:
CARATTERISTICHE:
Il pene lorgano maschile della copulazione resa possibile dalle sue
capacit erettili, costituito da due corpi cavernosi del pene e un corpo spongioso delluretra,
rivestiti da particolari involucri connettivali e da cute. Nel pene si distinguono una porzione
fissa o radice, una porzione mobile o corpo, una porzione distale o glande. La radice situata
profondamente nel perineo anteriore, contenuta nella loggia peniena, diretta obliquamente in
alto ed in avanti. costituita dalle porzioni iniziali dei due corpi cavernosi del pene e del corpo
spongioso delluretra, fissati alle branche ischiopubiche e al diaframma urogenitale. Il corpo
di forma cilindrica e allo stato di flaccidit misura 10 CM di lunghezza e pende verticalmente
fra la radice delle gambe, appoggiandosi allo scroto, formando un angolo di circa 60 aperto in
basso detto angolo del pene. Verso lestremit distale, al limite con il glande, il corpo del pene
si restringe a formare il collo del pene. Allo stato di erezione aumenta di lunghezza, larghezza,
volume e consistenza in maniera diversa da individuo a individuo, cambia posizione
sollevandosi dallo scroto e avvicinandosi alladdome, facendo cos scomparire langolo del
pene. Il glande rappresenta lestremit distale del pene, allo stato di flaccidit totalmente o
parzialmente ricoperto da una piega cutanea, il prepuzio, da cui resta separato da uno spazio
detto cavit prepuziale. Allo stato di erezione risulta per lo pi privo di rivestimento, di colorito
roseo ha una superficie liscia a forma di cono a base larga ed apice arrotondato. Sullapice si
trova il meato uretrale esterno di circa 7 MM, sulla base presente un contorno circolare
sporgente detto corona del glande che delimita un solco detto solco balanoprepuziale o
coronario o retroglandare. Nel solco balanoprepuziale pu accumularsi sebo e cellule epiteliali
desquamate che formano lo smegma. Nella faccia inferiore del glande tra il meato uretrale
esterno e il solco balanoprepuziale vi una piega cutanea sagittale detta frenulo del prepuzio.
Il prepuzio una piega cutanea a forma di manicotto che origina dal collo del pene e si
estende a ricoprire il glande. Si divide in foglietto esterno ed interno e la zona di riflessione dei
due foglietti prende il nome orifizio prepuziale.
Mezzi di Fissit: Il pene mantenuto fisso da un apparato sospensore costituito dal
legamento fundiforme e sospensore. Il legamento fundiforme una dipendenza della linea alba
delladdome e origina 5 CM al di sopra della sinfisi pubica portandosi in basso per raggiungere
il pene dove si sdoppia in due lamine che lo circondano. Si ricostituisce nuovamente sulla
faccia ventrale dellorgano per prolungarsi nel setto scrotale. Il legamento sospensore
rappresentato da un fascio fibroso triangolare che origina dalla faccia anteriore della sinfisi
pubica e si perde sulla fascia del pene nel punto di accollamento dei corpi cavernosi.
STRUTTURA: Il pene costituito da particolari formazioni erettili allungate capaci di
aumentare in maniera considerevole volume e consistenza in seguito ad un iperafflusso
sanguigno. Le formazioni erettili sono i due corpi cavernosi del pene e il corpo spongioso
delluretra, circondate e tenute insieme da un complesso di involucri.
Pari e simmetrici, hanno forma cilindrica le estremit sono
Corpi Cavernosi del Pene:
assottigliate, allo stato di flaccidit sono lunghi 15-16 CM e hanno un diametro di 1-1,5
CM. In corrispondenza dela radice del pene sono separati, mentre nel corpo del pene
sono strettamente congiunti. Ciascun corpo cavernoso origina in corrispondenza della
rispettiva branca ischiopubica della pelvi subito al davanti della tuberosit ischiatica.
Prosegue quindi con direzione anterosuperiore, contenuto nella loggia peniena e
applicato contro la faccia interna della branca al cui periostio aderisce intimamente.
Portandosi in avanti i due corpi cavernosi convergono fino a livello dellarcata
sottopubica dove si mettono in contatto e proseguono appaiati come le canne di un
fucile, separati soltanto dal setto del pene o setto pettiniforme. Dallaccollamento dei
due corpi cavernosi si forma sia dorsalmente che centralmente un solco longitudinale,
nel solco dorsale decorre la vena dorsale profonda del pene, nel solco ventrale si colloca
il corpo spongioso delluretra. Allestremit i corpi cavernosi del pene si assottigliano e
terminano con un apice smussato ed incappucciato dal glande. I corpi cavernosi del
pene sono costituiti da tonaca albuginea e da tessuto cavernoso. La tonaca albuginea
una membrana biancastra scarsamente estensibile che durante lerezione si assottiglia e
hackmed.org
si tende per laumento di volume del tessuto cavernoso. Nel tratto in cui i corpi
cavernosi corrono affiancati i due involucri si saldano costituendo un sepimento
fessurato detto setto del pene o setto pettiniforme. La tonaca albuginea costituita da
connettivo fibroso denso povero di fibre elastiche, i fasci si dispongono in uno strato
longitudinale esterno ed uno strato circolare interno. Il tessuto cavernoso o erettile
formato da lacune sanguigne di forma irregolare dette cavernule e separate in maniera
incompleta da trabecole di spessore variabile. Ricevono sangue da particolari arteriole
sinuose dette arterie elicine che sono situate nelle trabecole e fornite in posizione
subendoteliale di cuscinetti di cellule epitelioidi. Durante lerezione le arterie elicine si
dilatano e riversano una notevole quantit di sangue nelle cavernule. Queste sono
drenate da venule che durante lerezione risultano compresse e determinano un
ristagno di sangue nelle cavernule. Nelle trabecole, oltre alle arterie elicine, decorrono
alcune arteriole che danno origine ad una rete di capillari le cui vene emulgenti
sboccano nelle cavernule. Questultimo sistema trofico, mentre il precedente ha
esclusivamente funzione erettile.
impari e mediano, a forma cilindrica, percorso dalla
Corpo Spongioso dellUretra:
porzione spongiosa delluretra. Inizia nella loggia peniena del perineo anteriore, fra la
radice dei corpi cavernosi del pene, con un rigonfiamento detto bulbo delluretra che
aderisce alla superficie inferiore del diaframma urogenitale. Lestremit posteriore dista
1-1,5 CM dal canale anale ed percorsa da un solco verticale pi o meno accentuato.
La faccia superiore del bulbo attraversata dalluretra che compie una curva
sottopubica e presenta una dilatazione detta fossa del bulbo. Vicino allestremit distale
del pene il corpo spongioso delluretra si espande costituendo una specie di cappuccio
conico corrispondente al glande e detto corpo cavernoso del glande. Da un punto di
vista strutturale il corpo cavernoso delluretra presenta un organizzazione simile ai corpi
cavernosi del pene.
Involucri:
In corrispondenza della parte libera del pene i corpi cavernosi sono rivestiti
da una serie di involucri rappresentati da uno strato di cute, uno strato di sottocute
dato dalla tonaca dartos e da uno strato sottodartoico, dalla fascia del pene.
hackmed.org
hackmed.org
NOME: Ovaie
POSIZIONE: Lovaia ha una posizione relativamente variabile a causa degli spostamenti
dellutero, tuttavia la sua posizione abituale con la faccia laterale corrispondente ad una
depressione della parete posterolaterale della piccola pelvi detta fossetta ovarica di Krause. La
fossetta ovarica situata 20-25 MM al davanti dellarticolazione sacroiliaca e 15 MM al di sotto
dello stretto superiore della pelvi. Nelle multipare lovaia assume una posizione pi bassa e pi
posteriore andando ad occupare la fossetta sottoovarica di Claudius.
CARATTERISTICHE: Le ovaie sono le gonadi femminili, producono le cellule germinali
femminili e secernono gli ormoni sessuali femminili, oltre una piccola quantit dei maschili. Le
ovaie sono organi pari situati sulla parete laterale del piccolo bacino, hanno forma e grandezza
paragonabili ad una mandorla, ovvero un ovoide appiattito con lasse maggiore verticale e
sagittale. Presentano una faccia laterale e mediale, un margine anteriore e posteriore un polo
superiore e inferiore. La faccia mediale volge verso la cavit pelvica, la laterale invece verso la
parete. Il margine anteriore, detto mesovarico o ilo dellovaia connesso alla pagina posteriore
del legamento largo ad opera del mesovario, il margine posteriore invece libero. Il polo
superiore o tubarico unito per mezzo della fimbria ovarica allinfundibulo della tuba uterina, il
polo inferiore o uterino pi assottigliato ed unito allutero dal legamento uteroovarico. Le
ovaie sono alte 3,5 CM, larghe 2 CM, spesse 1 CM, lovaia delle pluripare pi grossa delle
nullipare, nellinfanzia e nella vecchiaia si riduce. Lovaia ha consistenza piuttosto dura, prima
della pubert liscia e regolare, durante il periodo fertile irregolare per la sporgenza di
follicoli e corpi lutei, con il progredire dellet compaiono cicatrici dovute allatresia follicolare e
alla regressione dei corpi lutei. Lovaia non ricoperta da peritoneo viscerale ma dallepitelio
ovarico o germinativo. Sulla faccia interna o mediale dellovaia si applicano la porzione
ascendente della tromba uterina e il mesosalpinge che formano assieme al peritoneo parietale
della fossetta ovarica la borsa ovarica. Questa generalmente incompleta, poich lo sviluppo
del mesosalpinge scarso, e interrotta in avanti, poich vi si inserisce il mesovario. Lovaia
viene cos suddivisa in due compartimenti, il mediale compreso tra la faccia mediale
dellovaia e la tuba con il suo mesosalpinge e comunica medialmente e indietro con la cavit
peritoneale, il laterale pi ampio e compreso tra la faccia laterale dellovaia e la parete della
fossetta ovarica, anchesso aperto in dietro verso la cavit peritoneale.
Mezzi di Fissit : Lovaia mantenuta in sede da 4 legamenti il legamento sospensore o
lomboovarico, il legamento uteroovarico, il mesovario e il legamento tuboovarico. Il legamento
sospensore formato da vasi ovarici, da fibre connettivali e muscolari lisce che sollevano il
peritoneo in una piega ben evidente che incrocia i vasi iliaci esterni a livello dello stretto
superiore della pelvi poco al davanti dellarticolazione sacroiliaca. Questo legamento prosegue
quindi in basso e in dietro formando il tratto pi esterno del margine superiore del legamento
largo, nel piccolo spazio fra la tuba uterina e la parete pelvica, terminana allestremit
superiore del margine mesovarico dellovaio. Il legamento uteroovarico unisce il polo inferiore
dellovaia allangolo superolaterale dellutero, costituito da connettivo e cellule muscolari lisce
e decorre nello spessore del legamento largo. Il legamento mesovario un corto legamento
peritoneale che si stacca dalla pagina posteriore del legamento largo dellutero e raggiunge il
margine anteriore dellovaio, formato da due foglietti peritoneali che si separano a livello
dellilo divergendo verso le due facce dellovaia finche il mesotelio peritoneale si arresta
bruscamente lungo la linea di Farre-Waldeyer continuando con lepitelio che riveste la
superficie ovarica. Il legamento tuboovarico non un vero mezzo di fissit, esso unisce il polo
superiore dellovaia alla superficie esterna del padiglione della tuba uterina presso la fimbria
ovarica.
STRUTTURA:
Epitelio Ovarico: Ricopre la corticale ed formato da uno strato di cellule cubiche, a
volte cilindriche o appiattite. Il termine di epitelio germinativo erroneo poich derivato
dallipotesi che esso desse direttamente origine ai gameti che in realt originano al di
fuori della gonade e vi migrano durante lo sviluppo.
Zona Corticale: E la parte periferica situata al di sotto dellepitelio ovarico, spessa
dai 2 ai 10 MM ed formata da stroma corticale, un tessuto connettivo particolare,
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
costituita da due strati poco distinti, linterno ad andamento a spirale e lesterno ad andamento
longitudinale. Lo spessore della tonaca muscolare aumenta in direzione dellutero e la
contrazione peristaltica contribuisce ai movimenti degli spermatozoi e delluovo, dunque
massima durante lovulazione poich stimolata dagli estrogeni ed inibita dal progesterone. Lo
strato sottosieroso connette la muscolatura al rivestimento peritoneale ed formato da
connettivo lasso molto vascolarizzato. La tonaca sierosa formata da peritoneo e consiste di
un mesotelio e di uno strato sotto mesoteliale di natura connettivale.
hackmed.org
NOME: Utero
POSIZIONE: Situato al centro della piccola pelvi, al di dietro della vescica e al davanti delle
anse ileali del cavo di Douglas. Nella norma lorifizio uterino esterno si trova allaltezza del
margine superiore della sinfisi pubica, in un piano frontale passante per le spine ischiatiche,
allaltezza della 1^-2^ vertebra coccigea. Spostamenti in toto dellutero da questa posizione
sono definiti: anteposizione, retroposizione, lateroposizione, abbassamento ed elevazione.
CARATTERISTICHE: Lutero lorgano della gestazione, impari e cavo, in alto riceve lo
sbocco delle tube uterine e in basso si apre nella cavit vaginale. Le sue pareti sono spesse e
contengono muscolatura liscia che al termine della gravidanza si contrae per espellere il
neonato. Ha forma di una pera leggermente appiattita in senso craniocaudale con il corpo in
alto e il collo in basso che si inserisce nella vagina. Tra corpo e collo vi un leggero
restringimento pi evidente nelle nullipare detto istmo, la parte superiore e arrotondata del
corpo detta fondo. Nella nullipara lutero lungo 6-7 CM, largo 3,5-4 CM, spesso 2,5 CM e
pesante 40-50 G, questi valori aumentano nelle multipare. Nel corpo dellutero si distinguono
una faccia anteriore o vescicale, guarda in basso e riposa sulla volta della vescica per
linterposizione del cavo virtuale peritoneale vescicouterino, una faccia posteriore o intestinale,
guarda in dietro e in alto ed rivestita da peritoneo. I margini laterali destro e sinistro sono
arrotondati ed ospitano i legamenti larghi, il margine superiore delimita il fondo ed rettilineo
e sottile nelle nullipare, grosso e convesso nelle multipare. I due angoli superolaterali o tubarici
danno sbocco alle tube uterine e subito al di sotto e al davanti originano i legamenti rotondi
dellutero mentre in dietro originano i legamenti uteroovarici. Il collo ha forma cilindrica, prima
della pubert notevolmente sviluppato rispetto al corpo ed lungo circa met dellutero, in
seguito, soprattutto nelle multipare, esso corrisponde ad un terzo dellorgano poich si
sviluppa notevolmente il corpo. Vi si distinguono una porzione sopravaginale e una porzione
vaginale separati dallistmo, la parte che sporge in vagina forma il cosiddetto muso di tinca.
Linserzione della vagina sul collo avviene obliquamente, in basso ed in avanti in modo che la
porzione sopravaginale sia pi estesa anteriormente e quella vaginale sia pi estesa
posteriormente, date le modalit di inserzione della vagina tra la parete interna di questa e la
superficie esterna del collo si stabilisce uno spazio circolare detto fornice della vagina. Lasse
del corpo forma con quello del collo un angolo aperto in avanti di 150 che pu variare da un
minimo di 120 ad un massimo di 170 ed detto angolo di flessione. Lasse longitudinale
dellutero forma con quello della vagina un angolo di 110 detto angolo di versione.
RAPPORTI: La faccia anteriore della parte sopravaginale in rapporto con la vescica tramite il
cavo vescicouterino. La faccia posteriore della porzione sopravaginale in rapporto con le anse
ileali del cavo rettouterino di Douglas. I margini laterali della porzione sopravaginale danno
attacco ai legamenti larghi e incrociano larteria uterina e luretere. Il fondo uterino in
rapporto con le anse del tenue. In avanti la vagina separa il muso di tinca dagli ureteri e dal
trigono vescicale. Lateralmente il collo uterino con linterposizione della parete vaginale in
rapporto con il parametrio, con il muscolo elevatore dellano e con i rami vescicovaginali
dellarteria uterina.
Comportamento del Peritoneo
: Lutero in gran parte rivestito dal peritoneo denominato
perimetrio, questo provenendo dalla parete addominale anteriore ha rivestito la cupola e la
faccia posteriore della vescica e si riflette da questultima sulla faccia anteriore dellutero, a
livello dellistmo, delimitando il cavo vescicouterino. Proseguendo dalla faccia anteriore
dellutero riveste il fondo, la faccia posteriore del corpo e la parete posteriore della porzione
sopravaginale del collo sino al fornice vaginale posteriore. Passando sul pavimento pelvico
raggiunge lintestino retto e la parte posteriore della pelvi formando il cavo rettouterino.
Lateralmente il peritoneo costretto ad un comportamento particolare a causa delle tube
uterine e dei legamenti rotondi, le due pagine peritoneali che hanno rivestito la faccia anteriore
e posteriore dellutero si uniscono lungo i margini laterali formando il legamento largo
dellutero che lateralmente raggiunge la parete laterale della pelvi e si risolve nelle pagine che
la costituiscono. Quella anteriore continua con il peritoneo che riveste la porzione anteriore
della parte laterale della pelvi, quella posteriore con il peritoneo della porzione posteriore della
parete laterale della pelvi. Il peritoneo che avvolge la porzione sopravaginale del collo detto
hackmed.org
parametrio. In alto, a partire dallangolo superolaterale dellutero sino al contorno dello stretto
superiore, le due pagine peritoneali del legamento largo sono riunite a formare il margine
superiore o libero, al di sotto del quale decorre la tuba uterina, cui il legamento largo forma il
mesosalpinge. In conclusione il peritoneo avvolge completamente il fondo e il corpo dellutero
con gran parte della faccia posteriore del collo, sono prive di rivestimento sieroso e dunque
sottoperitoneali la faccia anteriore e le facce laterali del collo. I legamenti larghi non
costituiscono mezzi di fissit ma mantengono lorgano solidale con tube ed ovaie.
STRUTTURA: La parete uterina costituita da una tonaca mucosa o endometrio, da una
tonaca muscolare o miometrio, da una tonaca sierosa o perimetrio, il tessuto connettivo che
circonda lutero, al di sotto del peritoneo estendendosi nella base del legamento largo, detto
parametrio.
Mezzi di Fissit : Lutero un organo molto mobile specie nella parte corrispondente al corpo,
numerose formazione concorrono a limitarne la mobilit fissando soprattutto il collo nella sua
posizione al centro della pelvi. In primo luogo hanno importanza le connessioni con gli organi
vicini, in particolare con la vagina e con il pavimento pelvico. A limitare la mobilit del corpo
uterino concorrono i legamenti larghi e legamenti rotondi. Il legamento rotondo un cordone
di tessuto fibroso denso con fibre elastiche e fasci di cellule muscolari lisce, origina dallangolo
superolaterale dellutero per portarsi nel canale inguinale che percorre, terminana sfioccandosi
presso la base delle grandi labbra e il tubercolo pubico. Vi si distinguono la porzione uterina,
quella pelvica o intralegamentosa, quella iliaca, quella inguinale e quella preinguinale.
Ciclo Uterino :
Per tutta la durata del ciclo mestruale, anche l'utero sottoposto a cambiamenti in
risposta alle variazioni delle concentrazioni ematiche degli estrogeni e del progesterone.
Tali cambiamenti possono essere suddivisi in tre stadi:
- Stadio mestruale
- Stadio proliferativo
- Stadio secretivo
Stadio mestruale
Lo stadio mestruale inizia con il 1 giorno di mestruazione, giorno 1 del ciclo mestruale,
e termina generalmente intorno al giorno 5. Durante lo stadio mestruale avviene la
mestruazione, processo consistente nello sfaldamento e nell'espulsione dall'utero di
tessuto endometriale e di sangue. La mestruazione si verifica solo se l'ovulo non stato
fecondato. Il corpo luteo inizia a degenerare circa quattro giorni prima della
mestruazione, il 24 giorno del ciclo. Mentre la mestruazione ancora in corso, inizia a
svilupparsi un nuovo follicolo.
Stadio proliferativo
La fase proliferativa, che generalmente va dal 6 al 14 giorno del ciclo, associata alla
crescita del follicolo ovarico con conseguente aumento della secrezione di estrogeni.
Concentrazioni sempre maggiori di estrogeni circolanti stimolano la crescita del tessuto
endometriale. All'interno dell'endometrio proliferano i vasi sanguigni che provvedono al
nutrimento necessario per la crescita. Si sviluppano inoltre delle piccole ghiandole che,
in caso di gravidanza, secernono sostanze nutritive nella cavit uterina con la funzione
di nutrire l'ovulo fecondato. Entro il 14 giorno, l'endometrio composto soprattutto di
tessuto ghiandolare produttore di muco, tessuto che sebbene compia gran parte del suo
sviluppo durante lo stadio proliferativo, non pu svilupparsi completamente finch nel
sangue non sia presente il progesterone. A tal fine sono necessarie l'ovulazione e la
formazione del corpo luteo. Inoltre l'ovulo non pu impiantarsi nella parete
endometriale finch il tessuto ghiandolare non si sia sviluppato interamente. Dopo
l'ovulazione sono necessari tre o quattro giorni affinch l'ovulo scenda lungo la tuba
uterina e raggiunga l'utero. L'ovulazione si verifica di norma il giorno 14 o 15 del ciclo
mestruale e l'ovulo raggiunge in genere l'utero tra i giorni 17 e 19. Nel frattempo, dal
momento dell'ovulazione fino al giorno 27, si forma e si sviluppa il corpo luteo. Tra il
momento dell'ovulazione e quello in cui l'ovulo raggiunge l'utero, deve essere presente
hackmed.org
nel circolo ematico una quantit di progesterone sufficiente a consentire l'inizio della
fase secretiva uterina, e preparare cos perfettamente l'endometrio per l'impianto.
Stadio secretivo
Dura dal giorno 17-19 al giorno 28 e coincide grosso modo con lo stadio ovarico
luteinico. L'endometrio in questa fase si ispessisce, le ghiandole divengono allungate e
tortuose e i vasi sanguigni si attorcigliano a spirale. Se durante lo stadio secretivo non
avvengono fecondazione ed impianto dell'ovulo, il corpo luteo inizia a degenerare, per
cui viene a cessare la secrezione ormonale. La rapida diminuzione degli estrogeni e del
progesterone rende l'utero incapace di conservare l'endometrio ispessito, ed esso inizia
a sfaldarsi. Si determina cos la mestruazione. In caso di fecondazione e impianto,
l'endometrio ispessito si mantiene tale e serve a nutrire l'ovulo fecondato e consentire
l'annidamento. Anche il corpo luteo si conserva, e continua a secernere ormoni sessuali
per tutto il periodo iniziale della gravidanza. Pi avanti invece il mantenimento della
gravidanza diventa opera della placenta.
hackmed.org
NOME: Vagina.
un muscolo membranoso impari e mediano, fa seguito allutero,
CARATTERISTICHE:
attraversa il pavimento pelvico, si apre nel vestibolo della vagina. lorgano della copula che
canalizza lo sperma, d passaggio al flusso mestruale, ai prodotti di secrezione uterina, al feto
e i suoi annessi. In condizioni di vacuit schiacciata in senso anteroposteriore, con le due
pareti accollate con una cavit virtuale. Questa forma cambia nellestremit superiore ed
inferiore, in alto ha forma regolarmente cilindrica inserendosi sul collo dellutero, in basso
assume forma ellittica a diametro sagittale maggiore ed il suo orifizio esterno pu essere
parzialmente chiuso dallimene. lunga 7 CM considerando la parete anteriore, 8 CM
considerando la parete posteriore. La vagina un organo estremamente estensibile e molto
elastico.
POSIZIONE:
hackmed.org
hackmed.org
NOME: Ipofisi.
POSIZIONE:
CARATTERISTICHE:
Un corpicciolo di colore rosso-grigiastro di forma ovale. Il suo diametro
di 15 MM, il suo peso di 0,6 G. Una ghiandola molto protetta poich si trova tra lo sfenoide e il
diaframma della sella. Lipofisi formata da due lobi con origine e funzione differenti, il lobo
anteriore o adenoipofisi e il lobo posteriore o neuroipofisi, strettamente avvolti ed uniti da una
capsula connettivale derivata dalla dura madre. Il lobo anteriore pi grande e ricorda un
fagiolo, costituito da una parte maggiore o distale e da una parte minore o tuberale. Il lobo
posteriore pi piccolo e rotondeggiante, collegato al pavimento del diencefalo per mezzo del
peduncolo ipofisario.
RAPPORTI: La faccia anteriore corrisponde alla parete superiore del seno sfenoidale. La faccia
posteriore corrisponde alla lamina quadrilatera dello sfenoide. La faccia superiore con il
diaframma della sella e con la faccia inferiore dellencefalo tramite il peduncolo ipofisario. Il
tubercolo ipofisario continua con la regione infundibolare dellipotalamo, al davanti si trova il
chiasma ottico, allindietro si trova il tuber cinereum. La faccia inferiore con il seno sfenoidale.
Le facce laterali con il seno cavernoso.
Lipofisi irrorata da due gruppi di arterie ipofisarie dette superiori ed
VASI E NERVI:
inferiori. Le arterie ipofisarie superiori nascono dal circolo di Willis e penetrano nel peduncolo
ipofisario dove si capillarizzano. I capillari si aprono in venule che sboccano nei sinusoidi della
parte distale, realizzando la circolazione portale ipofisaria, questa porta le sostanze secrete
dallipotalamo alladenoipofisi. Le arterie ipofisarie inferiori derivano dalla carotide interna e si
distribuiscono al lobo anteriore e posteriore, senza entrare nella circolazione portale. Non vi
sono vasi linfatici e linnervazione povera.
STRUTTURA:
Somatotropo (GH) ->
Adenoipofisi
La sua produzione aumentata dall'esercizio fisico, dal sonno profondo, dall'ipoglicemia
e da una dieta proteica. Livelli troppo elevati o troppo bassi di GH nei primi anni di vita
danno luogo a gigantismo o nanismo. Nell'et adulta un eccesso di GH dovuto alla
presenza di adenoma ipofisario determina acromegalia. Ha come bersagli il tessuto
muscolare, le ossa lunghe e il fegato, durante linfanzia e ladolescenza accresce le
masse muscolari, successivamente responsabile del mantenimento trofico dei muscoli.
Adenoipofisi
Prolattina (PRL) ->
La prolattina un ormone polipeptidico di 198 amminoacidi del peso di 21500 kDa
prodotto dalle cellule lattotrope dell'ipofisi anteriore che, nella donna, d inizio e
mantiene la produzione di latte dopo il parto e durante tutto il periodo dell'allattamento,
anche per alcuni anni. La prolattina risulta raggiungere dei picchi di presenza nel corpo
della donna durante le ore notturne. presente in piccole quantit anche nell'uomo. Ha
un effetto anche su altri organi dell'apparato genitale femminile trasmettendo un
segnale inducente refrattariet alla fecondazione. Questo determina una naturale
infertilit, non garantita, nelle donne che allattano, che spesso presentano
un'amenorrea lattazionale anche per molti mesi, perfino anni, dopo il parto.
Neuroipofisi
Antidiuretico (ADH) ->
Aumenta il riassorbimento di acqua dai tubuli renali, con diminuzione di urina formata.
Il volume ematico aumenta e questo aiuta a mantenere normale la pressione arteriosa.
Lo stimolo di secrezione di ADH la diminuzione della quantit di acqua corporea, come
nella diarrea o a causa di una sudorazione profusa. In caso di grave emorragia, lADH
viene rilasciato in grande quantit provocando anche vasocostrizione, per mantenere la
pressione sanguigna normale. Lingestione di alcol ed il freddo inibiscono la secrezione
di ADH. A dosi elevate contrae la muscolatura liscia delle piccole arterie inducendo
aumento della pressione sanguigna. La mancanza di secrezione provoca la malattia
detta diabete insipido.
hackmed.org
Adenoipofisi
Luteinizzante (LH) ->
Ormone, detto anche luteostimolante o luteotropo, a struttura glicoproteica, prodotto
dallipofisi anteriore. La sua secrezione, stimolata da un "releasing hormone" cio un
"ormone di rilascio" prodotto dall' ipotalamo, varia per quantit nelle diverse et della
vita, analogamente a quella dellFSH, ed regolata dalla concentrazione periferica degli
ormoni sessuali attraverso un meccanismo di feed-back sull'ipotalamo. Insieme all'FSH,
lormone luteinizzante regola lattivit delle gonadi sia sotto laspetto della secrezione
ormonale, sia per quanto riguarda la funzionalit delle cellule germinali, ovociti o
spermatozoi. Nel sesso maschile anche denominato ICSH, Interstice Cells Stimulating
Hormone, per la sua azione di stimolo sulle cellule del testicolo producenti androgeni.
Adenoipofisi
Follicolostimolante (FSH) ->
Ormone glicoproteico di origine ipofisaria che stimola, nella donna, la crescita dei
follicoli ovarici e favorisce, nell'uomo, la spermatogenesi. L'azione principale si esplica a
livello dei follicoli ovarici che, maturando, producono estrogeni. L'FSH elaborato dalle
cellule gonadotrope dell'adenoipofisi con un meccanismo stimolatorio esercitato dal
GnRH (gonadotropin releasing hormone) ipotalamico con controllo a feed-back svolto
dagli estrogeni. La produzione di FSH, che aumenta al menarca, continua per tutto il
periodo fecondo fino alla fase post-menopausale, in cui si ha un aumento notevole del
tasso ematico di FSH, non essendoci pi il controllo svolto dagli estrogeni. Durante l'et
feconda, si osserva un aumento dell'increzione dell'FSH durante la fase mestruale,
quella proliferativa iniziale e quella ovulatoria; durante la gravidanza, invece, i tassi di
FSH sono bassi. In relazione alle funzioni svolte, l'FSH con l'LH appartiene al gruppo
delle gonadotropine.
Tireotropo (TSH) ->
Adenoipofisi
Ormone ipofisario, detto anche tireotropina, il cui effetto fondamentale stimolare la
funzione tiroidea. Il TSH, che una glicoproteina, aumenta lincorporazione dello iodio
nella tiroide e la sintesi degli ormoni tiroidei, provoca lidrolisi della tireoglobulina e
limmissione in circolo degli ormoni tiroidei, causa infine modificazioni morfologiche nelle
cellule dei follicoli tiroidei. La secrezione di TSH regolata dall ipotalamo attraverso un
fattore polipeptidico stimolante (TRH), la cui produzione a sua volta controllata dal
tasso delle iodotironine plasmatiche che, a basse concentrazioni stimolano, ad alte
concentrazioni inibiscono la secrezione di TRH e quindi di TSH.
Adrenocorticotropo (ACTH) ->
Adenoipofisi
Ormone adrenocorticotropo (Adreno Cortico Tropic Hormone - ACTH), conosciuto anche
come corticotropina, un ormone proteico prodotto dalle cellule dell'ipofisi anteriore o
adenoipofisi. Viene sintetizzato, previo distacco di amminoacidi, a partire dalla proteina
Pro-opiomelanocitina (POCM). L'ACTH stimola la secrezione di cortisolo da parte della
corticale del surrene ed collegato alla zona cerebrale e alla ghiandola pineale dove
regola i metabolismi, il riposo e la sonnolenza. Questo ormone non presente in nessun
prodotto farmaceutico sia per l'indisponibilit sia per i suoi effetti, allucinogeni e mortali,
se assunto per via orale.
Ossitocina -> Neuroipofisi
L'ossitocina un ormone prodotto dai nuclei ipotalamici e secreto dalla neuroipofisi.
L'azione principale dell'ossitocina quella di stimolo delle cellule dei dotti mammari. In
tal modo l'ossitocina provoca, nelle mammelle in stato di allattamento, una contrazione
di queste cellule e l'eiezione del latte. L'ossitocina ha un importante ruolo anche nello
stimolare le contrazioni della muscolatura liscia dell'utero. Nell'ultimo periodo della
gravidanza la responsivit dell'utero all'ossitocina aumenta notevolmente e l'ormone
esercita un ruolo importante nell'inizio e nel mantenimento del travaglio e del parto.
Nelle relazioni amorose sembra che la produzione di ossitocina sia coinvolta nel
processo di formazione di legami stabili e duraturi. Infatti per questo viene chiamata
l'ormone dell'attaccamento. In seguito alla stimolazione tattile del capezzolo vi
lattivazione della corteccia somestesica della madre e delle vie ascendenti sensitive
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
NOME: Tiroide.
POSIZIONE: Situata nella regione anteriore del collo, davanti e lateralmente al laringe e ai
primi anelli tracheali.
Ghiandola endocrina a struttura follicolare. formata da due lobi
CARATTERISTICHE:
piriformi con apici in alto, questi sono uniti da una parte trasversale a livello del 1-2 anello
tracheale detta istmo. Spesso il margine superiore dellistmo si prolunga andando a formare il
lobo piramidale o piramide di Morgagni che rappresenta un residuo del dotto tireoglosso e ne
riprende il percorso. La tiroide ha colorito rosso-bruno, superficie liscia e consistenza molle,
larga 7 CM e alta 3 CM. La tiroide circondata dalla guaina peritiroidea che la fissa alla
cartilagine cricoide, tiroide e tracheale, questa viene considerata, o un ispessimento del
connettivo delle arterie tiroidee, o una dipendenza delle fasce del collo. Tra la guaina
peritiroidea e la capsula fibrosa presente un interstizio in cui decorrono i vasi afferenti ed
efferenti detto spazio pericoloso.
RAPPORTI: In avanti con i muscoli sottoioidei e la fascia cervicale media. Lateralmente con i
muscoli sternocleidomastoidei. Posteriormente con il laringofaringe e il condotto
laringotracheale.
La tiroide irrorata dalle arterie tiroidee superiori, derivate dalla carotide
VASI E NERVI:
esterna, e dalle arterie tiroidee inferiori, derivate dalla succlavia. Una arteria tiroidea pu
nascere dal tronco brachiocefalico o dalla carotide comune. I linfatici provengono da reti
perifollicolari e formano una rete in corrispondenza della capsula. Linnervazione fornita
dallortosimpatico cervicale e dal nervo vago.
STRUTTURA:
Dal punto di vista anatomo-microscopico lunit fondamentale il "follicolo", di circa 300
micron di diametro, di forma cubica che delimitano la cavit follicolare, ripiena di sostanza
colloide, costituita dalla tireoglobulina, che comprende residui tirosinici iodinati e rappresenta
la forma di deposito degli ormoni tiroidei. Sono costituiti dalla tiroxina, T4 e dalla
triodotironina, T3. Essi per il 65% sono costituiti da iodio. Lassunzione dello iodio giornaliera
fondamentale perci per la costituzione degli ormoni e varia da 20 a 600-1000
microgrammi/die, nelle zone dove lo iodio insufficiente avremo pertanto patologie che vanno
sotto il nome di gozzo endemico, dovute allipertrofia della ghiandola per carenza di iodio e per
stimolazione da TSH. La tiroide , infatti, avida di iodio e capta tutto lo iodio a disposizione in
circolo, trappola degli ioduri, in virt di un meccanismo a pompa di trasporto attivo energiadipendente. La captazione dello iodio (I) dipende da un ormone dellipotalamo, lo TSH od
ormone di stimolazione della tiroide. Lo I captato viene, a sua volta, inglobato nei radicali
tirosinici della tireoglobulina, tramite un processo di ossidazione, catalizzato da un sistema
perossidasico. Anche questa tappa metabolica appare modulabile da agenti fisiologici ed
sotto lo stimolo del TSH. Lo I verr cos depositato come tiroxina o T4, con 4 molecole di I, o
triiodotironina o T3, nellambito della molecola di tireoglobulina. La liberazione degli ormoni
tiroidei, invece, avverr tramite la proteolisi della tireoglobulina ad opera di proteasi e
peptidasi, con T3 e T4 liberi, ma la T3 il vero ormone attivo. Due proteine sieriche, la TbG o
"thyroid-hormone binding globulin" e laltra la TbPA, o "thiroid binding prealbumin" sono
deputate alla veicolazione. La principale trasformazione metabolica degli ormoni tiroidei si
attua attraverso consecutive rimozioni di singoli atomi, monodeiodinazioni, che conducono in
ultimo alla perdita totale del contenuto iodico e dellattivit biologica della molecola. La
regolazione dellattivit della tiroide volta al mantenimento di livelli circolanti adeguati di T3 e
T4 ed affidata a 3 sistemi di controllo, il primo costituito dalla liberazione ipofisaria di TSH,
"thyroid stimulating hormone", il secondo intratiroideo consiste nella possibilit di
autoregolazione della liberazione di T3 e T4 in funzione dei livelli di iodio organico
intracellulare; il terzo periferico e rappresentato dallattivit delle monodeiodinasi
microsomiali e dalla conseguente trasformazione della T4 in T3, biologicamente pi attiva.
Lazione da pi tempo nota laumento del consumo di ossigeno e la produzione di calore. Tali
effetti dipendono dal fatto che T3 e T4 attivano la respirazione cellulare ed il metabolismo. A
livello metabolico gli ormoni tiroidei stimolano la glicogenolisi, la neoglucogenesi ed hanno
hackmed.org
azione iperglicemizzante, sul metabolismo dei lipidi hanno unazione lipolitica, attraverso
lattivit delle catecolamine. Infine a basse dosi hanno azione protidoanabolica. Sul cuore T4 e
T3 determinano azione tachicardizzante e di incremento di pompa, sul tubo digerente un
aumento della motilit ma una riduzione dellassorbimento. Sul sistema scheletrico, lazione
sar di attivazione degli osteoclasti e, quindi, di riassorbimento osseo. Azioni dirette sui
mitocondri, centrali energetiche della cellula, determinano un rialzo della produzione di ATP e
del consumo di ossigeno. Sembrerebbe, pertanto, che gli ormoni tiroidei piuttosto che un
singolo sito di azione abbiano multiple e coordinate sedi daggancio.
Tiroxina:
Il T4, tiroxina, il principale ormone prodotto dalla ghiandola tiroidea. Nel sangue
periferico, attraverso un meccanismo di monodeiodinazione la T4 si trasforma in
triiodotironina, T3, e composti metabolicamente inattivi come la rT3. La maggior parte
della tiroxina presente in circolo legata alle proteine sieriche, in particolare alla
thyroxine binding globulin o TBG, alla thyroxine binding prealbumin o TBPA e
all'albumina. La tiroxina l'ormone tiroideo che risulta pi sensibile ad alterazioni legate
a patologie tiroidee. Valori elevati di T4 sono riscontrati nell'ipertiroidismo e nelle
tiroiditi acute. Basse concentrazioni nell'ipotiroidismo, mixedema, cretinismo, tiroiditi
croniche e talora subacute. I livelli di T4 aumentano nella gravidanza, durante terapia
estrogenica, in corso di patologia tumorale estrogeno-secernente, assunzione di eroina
e metadone. E' possibile riscontrare un diminuito livello di T4 in corso di terapia con
androgeni, glucocorticoidi, eparina, salicilati, anticonvulsivanti. La T3, triiodotironina,
un ormone prodotto dalla tiroide, attivo nella sua forma levogira. I suoi livelli circolanti
sono in rapporto di 1:60 con quelli della T4. La T3 circola legata alla TBG (Tiroxine
binding globuline). In condizioni di ipertiroidismo solitamente risultano elevati sia i livelli
di T3 che di T4 circolanti, ad eccezione della tossicosi T3, in cui si eleva solo la
concentrazione del T3. Nell'ipotiroidismo si riscontrano valori al di sotto della norma
anche se l'indice pi sensibile per una corretta diagnosi risulta essere il T4.
Calcitonina:
La determinazione dei livelli di Calcitonina di fondamentale importanza nella diagnosi
e nel monitoraggio del carcinoma midollare della tiroide. Il dosaggio della Calcitonina
utilizzato anche nel follow-up delle neoplasie endocrine multiple. Ormone polipeptidico
sintetizzato e secreto dalle cellule parafollicolari o cellule C della tiroide. I suoi effetti
fisiologici e le possibili applicazioni terapeutiche sono ancora in corso di studio. Lazione
meglio conosciuta la regolazione del metabolismo del calcio, in antagonismo con il
paratormone prodotto dalle ghiandole paratiroidi. La calcitonina ipocalcemizzante
poich inibisce il riassorbimento osseo bloccando lattivit degli osteoclasti, cellule
deputate allerosione e al rimaneggiamento della sostanza ossea. In tal modo
diminuisce il passaggio di calcio dallosso al sangue e di conseguenza i livelli ematici del
calcio stesso. Sembra anche agire a livello renale, aumentando leliminazione di calcio e
fosforo. Il principale elemento regolatore della secrezione di calcitonina la
concentrazione degli ioni calcio nei liquidi organici: se essa elevata, stimola la
secrezione dellormone, se bassa la inibisce. La misura dei livelli ematici di calcitonina
essenziale per la diagnosi di carcinoma midollare della tiroide, tumore che secerne
calcitonina in quantit elevate. La calcitonina viene attualmente utilizzata nella terapia
del morbo di Paget e delle metastasi osteolitiche di molti carcinomi; controversa la
sua efficacia nella terapia dellosteoporosi.
hackmed.org
NOME: Paratiroidi.
POSIZIONE: Sono poste a contatto con la faccia posteriore dei lobi laterali della tiroide e sono
comprese entra la guaina peritiroidea.
Piccoli organi endocrini di forma ovale, colore bruno, peso e dimensioni
CARATTERISTICHE:
variabili. Nel numero di quattro, due superiori e due inferiori, ma non rara la
sovranumerariet. Accade che una paratiroide sia contenuta nel contesto della tiroide, si dice
paratiroide interna.
RAPPORTI: Le inferiori con un ramo dellarteria tiroidea inferiore e si trovano a breve distanza
dal nervo laringeo inferiore. Le superiori con la faccia posteriore dei lobi tiroidei, tra il terzo
superiore e medio.
Irrorate da rami della arteria tiroidea inferiore, raramente anche dalla arteria
VASI E NERVI:
tiroidea superiore, queste penetrano nella faccia profonda in corrispondenza dellilo e
capillarizzano. I nervi seguono gli altri vasi e hanno origine tiroidea.
STRUTTURA:
Paratormone (PTH):
Ormone polipeptidico prodotto dalle ghiandole paratiroidi. La sua principale funzione
di mantenere entro limiti fisiologici la concentrazione di calcio nei liquidi dellorganismo.
A questo fine il paratormone esercita un controllo del bilancio dello ione calcio a tre
livelli: renale, intestinale e osseo, attraverso complessi meccanismi. A sua volta il livello
della calcemia, cio della quantit di calcio nel sangue, influenza la quantit di
paratormone secreto. In sintesi, in situazioni di ipocalcemia si osserva un aumento della
produzione di paratormone, il contrario avviene in caso di ipercalcemia. Nella
regolazione del metabolismo del calcio intervengono altri fattori ormonali, per esempio
la calcitonina con azione antagonista al paratormone, e metabolici, quali i livelli ematici
di altre sostanze inorganiche, in particolare del magnesio e dei fosfati.
hackmed.org
CARATTERISTICHE:
Costituiscono la parte endocrina del pancreas, sono piccole formazioni
rotondeggianti sparse nel contesto del tessuto endocrino, particolarmente numerose nella
coda.
VASI E NERVI:
Sono irrorati da rami delle arterie che capillarizzano tra i cordoni cellulari.
Fibre nervose amieliniche accompagnano i vasi e penetrano negli isolotti.
STRUTTURA:
Insulina -> Cellule
L'insulina un ormone proteico prodotto nelle isole di Langerhans all'interno del
pancreas. Queste due catene derivano da un unico polipeptide da cui viene escisso il
Peptide C, corto frammento proteico, apparentemente privo di funzioni fisiologiche che,
in quanto secreto insieme all'insulina, un utile indicatore della funzionalit insulare.
Effetti:
- Promuove l'accumulo di glicogeno, zucchero di riserva, nel fegato e nei muscoli
- Deprime il consumo di grassi e proteine in favore dei carboidrati, ovvero spinge le
cellule a bruciare carboidrati piuttosto che proteine e grassi
- Promuove la formazione di trigliceridi, grassi, a partire da carboidrati e proteine
- Promuove l'immagazzinamento di grassi nel tessuto adiposo
Glucagone -> Cellule
Il glucagone un ormone secreto dal pancreas che ha come bersaglio alcune cellule del
fegato, esso permette il controllo dei livelli di glucosio nel sangue, affinch rimangano
entro certi limiti. Quando i livelli di glucosio scendono al di sotto di un valore minimo, il
glucagone d un segnale al fegato che d inizio alla gluconeogenesi, ovvero la sintesi di
glucosio. Al contrario, quando i livelli di glucosio sono elevati, la concentrazione di
glucagone diminuisce e quindi viene attivata la glicolisi, ovvero il processo catabolico del
glucosio.
Effetti:
- Promuove la liberazione del glicogeno dal fegato, che viene riversato sottoforma di
glucosio nel sangue
- Promuove il consumo di grassi e proteine a sfavore dei carboidrati, ovvero spinge le
cellule a bruciare le proteine e i grassi piuttosto che i carboidrati
- Promuove la mobilizzazione dei grassi dai tessuti adiposi, che vengono resi disponibili
ai tessuti per essere bruciati
hackmed.org
NOME: Epifisi.
POSIZIONE: Sporge dalla estremit posteriore della volta del 3 ventricolo, al di sotto dello
splenio del corpo calloso.
Ghiandola piccola e di forma conica, larga 1 CM, lunga 5 MM, pesante
CARATTERISTICHE:
0,5 G. Il 3 ventricolo si insinua sulla base dellepifisi formando il recesso epifisario, limitato
centralmente dalla commessura posteriore e dorsalmente dalla commessura superiore. Tra
epifisi e volta del ventricolo si forma il recesso sovraepifisario. La commessura superiore
continua lateralmente con un sottile cordone di sostanza bianca detto abenula, questa
rappresenta il peduncolo anteriore dellepifisi e forma il trigono dellabenula, questa poi
continua con la stria midollare o tenia del talamo. Lepifisi e le sue formazioni costituiscono
lepitalamo, coperto dalla pia madre che sporge nello spazio subaracnoidale.
RAPPORTI: La faccia inferiore con il mesencefalo, il tratto verticale del solco crociato e i
tubercoli quadrigemini superiori.
VASI E NERVI:
Irrorata da rami delle arterie corioidee posteriori. Riceve fibre nervose
afferenti provenienti dal ganglio cervicale superiore del simpatico.
STRUTTURA:
Melatonina:
La melatonina un ormone prodotto da una ghiandola posta alla base del cervello, la
ghiandola pineale o epifisi. La scoperta di questo ormone risale alla fine degli anni '50.
La sua presenza in quasi tutti gli esseri viventi, dai protozoi, che sono alla base della
scala evolutiva, sino all'uomo, ha fatto pensare ad un possibile ruolo di regolatore
biologico dei ritmi stagionali; in alcuni uccelli, infatti, la produzione di melatonina
legata alle migrazioni e in alcuni mammiferi alla stagione degli amori e al letargo. La
secrezione di melatonina segue un ritmo giornaliero: inizia verso sera, raggiunge il
culmine durante la notte, scende al minimo la mattina e rimane molto bassa durante il
giorno. In condizioni di oscurit, quando le cellule nervose della retina non vengono pi
colpite dalla luce, l'epifisi viene stimolata a produrre melatonina. Grazie dunque alla
secrezione di questo ormone, sulla base dell'alternarsi della luce e del buio, l'organismo
si organizzato su ritmi di sonno e di veglia. La produzione dell'ormone, inoltre,
massima nella prima infanzia, rallenta dopo i 20 anni e comincia a decrescere dai 45
anni in poi, sino a scomparire quasi del tutto in tarda et. Inizialmente quest'ormone
stato impiegato nelle persone non vedenti, le quali, non avendo percezione
dell'alternarsi del giorno o della notte, possono manifestare disturbi legati allo
sfasamento dell'orologio biologico quali malessere generale, stanchezza, diminuzione
dell'appetito e disturbi del sonno. Simili problemi possono comparire anche in alcune
condizioni, come ad esempio in coloro che compiono lunghi viaggi intercontinentali
attraversando diversi fusi orari; il termine ''jet-lag'' indica l'insieme di disturbi che si
presentano in seguito all'attraversamento rapido di pi fusi orari e sono la conseguenza
dello sfasamento del nostro orologio biologico. Questo ''sfasamento'' stato appunto
messo in relazione ad una alterata produzione di melatonina. Infine, un'ipotesi tutta da
dimostrare che l'esposizione a campi elettromagnetici possa in qualche modo alterare
la produzione endogena di melatonina.
hackmed.org
NOME: Cranio.
Il cranio una struttura scheletrica, cartilaginea ed ossea, che assieme alla colonna vertebrale
e alle coste forma lo scheletro assiale che viene distinto da quello appendicolare, cinti ed arti.
Il cranio, ha lo scopo di contenere e offrire protezione all'encefalo e agli apparati di senso.
Anatomicamente costituito da:
* scatola cranica o neurocranio - composta da elementi articolati fra loro a
protezione dell'encefalo e dei pi importanti organi di senso.
* massiccio frontale o splancnocranio - fornisce sostegno e protezione alla bocca e
all'apparato branchiale.
Con l'avanzamento dei processi evolutivi le relazioni fra neurocranio e splancnocranio
realizzate tramite articolazioni dette sospensioni, si fanno via via pi strette.
La scatola cranica o neurocranio la regione scheletrica che, insieme allo splancnocranio,
costituisce il cranio. composta prevalentemente da ossa piatte, delimitanti una cavit che
contiene l'encefalo e i principali organi sensoriali (vista, olfatto e sensibilit stato-acustica). Lo
sviluppo del neurocranio inizia con la formazione di 3 coppie di capsule cartilaginee (olfattive,
ottiche ed otiche) che inglobano gli organi sensoriali in formazione nella testa.
Contemporaneamente, si formano due coppie di listerelle cartilaginee: le trabecole o
precordali, nella regione anteriore alla notocorda, e le paracordali, parallele all'estremit
anteriore della notocorda. Queste si fondono nella linea mediana a costituire il pavimento del
neurocranio, dalla fusione delle precordali si origina la placca etmoidale che ingloba le capsule
olfattive e presenta al centro una finestra ipofisaria, dalla fusione delle paracordali si forma la
placca basale che circonda le capsule ottiche. Le capsule ottiche, invece, rimangono libere per
permettere il movimento degli occhi. Successivamente le placche etmoidali e basali si
espandono lateralmente per costruire le pareti e chiudere il tetto del neurocranio.
La fossa cranica corrisponde alla base della faccia interna del cranio ed convenzionalmente
divisa in tre parti:
1. La fossa cranica anteriore
2. La fossa cranica media
3. La fossa cranica posteriore
Fossa cranica anteriore
la parte anteriore della base della faccia interna del cranio. delimitata anteriormente dalla
squama o porzione verticale dell'osso frontale e indietro dal margine posteriore delle piccole ali
dello sfenoide e dal solco del chiasma ottico. costituita da: faccia endocranica e bozze
orbitarie del frontale, la lamina cribrosa dell'etmoide, parte del corpo e le piccole ali dello
sfenoide. Nell'etmoide appare parte della lamina cribrosa, la crista galli e i fori etmoidali. Il
frontale presenta, come punti caratterizzanti, la cresta frontale e il foro cieco che d passaggio
alla vena emissaria e al seno sagittale superiore. Entrambi sono posti lateralmente. Lo sfenoide
caratterizzato dalla presenza del solco del chiasma ottico per il nervo ottico, il foro ottico per
il nervo ottico stesso e l'arteria oftalmica, le docce olfattive per i tratti olfattivi.
Fossa cranica media
la parte media della base della faccia interna del cranio. E delimitata in avanti dal margine
posteriore delle piccole ali dello sfenoide e dal solco del chiasma ottico, in dietro dal margine
superiore della lamina quadrilatera dello sfenoide e dal margine superiore della piramide del
temporale. Quindi il suo limite anteriore coincide con il limite posteriore della fossa cranica
anteriore. costituita dal corpo dello sfenoide, dove risiede la sella turcica con la fossetta
ipofisaria. La fossa inoltre formata dalle grandi ali dello sfenoide e dalla piramide del
temporale. Questultima accoglie le fosse sfenotemporali dove si trovano i lobi temporali del
telencefalo. La fossa presenta molti orifizi di grande importanza quali:
- quelli della fossa infratemporale : l'orifizio ovale che d passaggio al ramo mandibolare
del trigemino, all'arteria piccola meningea e alla collaterale dell'arteria mascellare;
l'orifizio spinoso che d passaggio all'arteria meningea media e al nervo spinoso del
trigemino;
- quelli della fossa pterigopalatina: l'orifizio lacero o vidiano che d passaggio al nervo
vidiano; l'orifizio rotondo che d passaggio al ramo mascellare del trigemino;
- quelli della piramide: lo hiatus, canale facciale per il nervo petroso superficiale e
profondo, l'orifizio interno o canale carotico, la fessura orbitaria superiore d passaggio
hackmed.org
hackmed.org
alveoli per l'arcata dentale superiore. In tal modo la mascella circoscrive la cavit nasale,
immediatamente sotto alla quale presente la spina nasale anteriore. La mascella inoltre
costituisce, insieme all'osso zigomatico, parte del pavimento della cavit orbitaria, all'interno di
questa confina posteriormente con le cosiddette grandi ali dello sfenoide, con le quali definisce
la fessura orbitaria superiore, lateralmente con la cosiddetta lamina papiracea dell'osso
etmoide e con le piccole ossa lacrimali, con le quali concorre a formare la fossa o doccia del
sacco lacrimale, inizio del corrispondente canale delle lacrime. Infine importante segnalare la
presenza ai due lati di due fori simmetrici detti fori infraorbitari.
- Zigomo: detto anche osso malare, si tratta di due ossa simmetriche poste ai lati della
mascella, pi lateralmente e posteriormente lo zigomo presenta un processo diretto all'osso
temporale, parte del neurocranio, che si lega ad un analogo processo del temporale per
formare l'arcata zigomatica. Lo zigomo forma insieme alla mascella il pavimento della cavit
orbitaria nonch la sua parete laterale, qui confina posteriormente con la grande ala dello
sfenoide, contribuendo a definire la fessura orbitaria inferiore. Superiormente lo zigomo
presenta un processo verticale verso l'osso frontale, con cui confina. Appena sotto alla cavit
orbitaria presenta un piccolissimo forellino detto foro zigomaticomascellare.
- Sfenoide: osso pneumatico impari e mediano a forma di farfalla in posizione di raccordo fra
splancnocranio e neurocranio. In questa norma possibile vedere solamente la faccia orbitaria
delle grandi ali e delle piccole ali, nel congiungersi alle altre ossa che compongono la cavit
orbitaria le grandi ali definiscono la fessura orbitaria inferiore, insieme all'osso mascellare, allo
zigomo e al processo orbitario del palatino, e quella superiore, insieme alla lamina papiracea
dell'etmoide, mentre nelle piccole ali troviamo il foro ottico.
- Vomere: osso impari e mediano che costituisce la parte inferiore del setto nasale, saldandosi
in basso col mascellare e il palatino.
- Etmoide: osso pneumatico impari e mediano, si salda inferiormente con il vomere per
completare il setto nasale. Va inoltre a costituire le pareti laterali delle cosiddette coane o fosse
nasali, lo si pu immaginare come una "M", dividendolo peraltro in tre zone distinte,
denominate meati, mediante delle protuberanze dette conche nasali o cornetti o turbinati.
Avremo in alto la conca nasale superiore, che insieme alla conca nasale media delineer il
meato nasale superiore, la conca nasale media, a sua volta insieme alla conca nasale inferiore,
un osso indipendente, delimita il meato nasale medio. Infine l'etmoide va a costituire la parete
mediale dell'orbita mediante la cosiddetta lamina papiracea, saldandosi anteriormente con
l'osso lacrimale, posteriormente con la grande ala dello sfenoide e superiormente con il
frontale, insieme al quale delimita i due minuscoli fori etmoidali posteriore e anteriore.
- Conca nasale inferiore: detto anche cornetto o turbinato nasale inferiore, quest'ossicino
delimita all'interno delle coane nasali il meato superiore, in collaborazione con la conca nasale
media, ed il meato inferiore, spazio fra la conca stessa e la parte orizzontale della mascella
detta processo palatino.
- Lamina orizzontale del palatino: continuazione dell'omonimo processo.
- Osso nasale: coppia di ossicini posti supero-medialmente rispetto allo splancnocranio, le
ossa nasali si saldano fra di loro mediante la sutura internasale, lateralmente con il mascellare
e superiormente con il frontale, insieme alle cartilagini nasali contribuiscono a formare la volta
nasale.
- Osso lacrimale: coppia di ossicini collocati a completamento della parete mediale della
cavit orbitaria, si saldano superiormente al frontale, posteriormente alla lamina papiracea
dell'etmoide, inferiormente e anteriormente al mascellare, in particolare verso quest'ultimo
l'osso lacrimale protende il minuscolo uncino lacrimale che fa da parete laterale per la fossa o
doccia del sacco lacrimale, costituita da un solchetto sul lacrimale che si completa con un
analogo solchetto del mascellare.
- Osso palatino: di questa complessa coppia di ossa si vede dalla norma frontale
esclusivamente una minuscola parte, che va a completare il pavimento della cavit orbitaria,
fra etmoide, grande ala dello sfenoide e mascellare.
2) Norma laterale : Si tratta della prospettiva di visione laterale del cranio, in tale proiezione
palese la sproporzione fra splancnocranio e neurocranio a favore di quest'ultimo. Ovviamente
ci si limiter ad aggiungere le nozioni anatomiche non desumibili dalla norma frontale.
- Mandibola: in tale norma possibile osservare il ramo della mandibola quasi interamente, si
nota in particolare, posteriormente, il processo condiloideo, la cui testa irregolarmente sferica
di forma condiloidale si inserisce nella corrispondente fossa mandibolare, sita alla radice del
hackmed.org
hackmed.org
- Nello sfenoide, precisamente nel suo corpo, troviamo due seni comunicanti ciascuno
con una coana mediante lorifizio del seno sfenoidale che si apre in una zona
sovrastante il meato nasale superiore detta recesso sfeno-etmoidale.
- Losso frontale presenta anchesso due seni simmetrici, posti poco sopra e ai due lati
del naso, questi, attraverso un canalicolo detto complessivamente orifizio naso-frontale,
raggiungeranno il meato medio dopo aver attraversato letmoide nellinfundibulo
etmoidale per riversarsi infine nello hiatus semilunare in cui gi sapriva lorifizio del
seno mascellare.
- Letmoide presenta nei suoi due labirinti etmoidali i corpi laterali, posti fra la lamina
orbitaria e le coane, una serie di piccole cavit comunicanti fra di loro dette cellule
etmoidali distinguibili in anteriori, medie e posteriori. Le cellule etmoidali comunicano
inoltre con le coane nasali mediante una serie di minuscoli orifizi, in particolare le cellule
anteriori si apriranno nello hiatus semilunare, le cellule medie in un rigonfiamento
delletmoide presente nel meato medio detto bolla etmoidale, le cellule posteriori nel
meato superiore. Infine va aggiunto che superiormente le cellule etmoidali sono
incomplete, ma vengono completate mediante la giustapposizione di analoghe strutture,
perfettamente combacianti, presenti al fondo della parte orizzontale del frontale, lo
stesso avviene anteriormente con losso lacrimale.
hackmed.org
hackmed.org
La seconda vertebra cervicale costituisce il corpo della prima grazie al "Dente dell'epistrofeo", il
quale costituisce anche il perno di rotazione del capo. La settima vertebra cervicale presenta
un processo spinoso uguale al quello delle seguenti toraciche, cio unico e rivolto verso il
basso, e non come le precedenti cervicali nelle quali bifido.
Vertebre toraciche
Le vertebre toraciche hanno un corpo pi alto, le lamine dell'arco sono alte. L'apofisi traversa
molto sviluppata, l'apofisi spinosa appuntita e rivolta verso il basso, in modo da sovrapporsi
a quella sottostante. Esse hanno la particolarit di avere rapporto con le coste, le quali si
articolano sulle vertebre toraciche grazie ad una coppia di faccette articolare per costola.
Vertebre lombari
Le vertebre lombari sono le pi grandi. Le apofisi sono talmente sporgenti da ricevere il nome
di costiformi.
Osso Sacro
Forma la chiave del bacino, facendo da legame fisso alle ossa iliache. costituito dalla fusione
delle cinque vertebre sacrali, che formano un corpo unico a tre facce, posteriore, anteriore e
superiore, e due margini laterali.
La faccia anteriore concava e presenta evidenti le vertebre da cui composto, circoscritte da
due file di fori, sacrali anteriori. La faccia posteriore leggermente convessa, porta due file di
fori, sacrali posteriori, che medialmente sono delimitati da due creste sacrali laterali. I margini
laterali hanno, nella parte posteriore della superficie, forma di orecchio che serve da
attaccatura alle ossa iliache.
Inferiormente si attacca il coccige, mentre superiormente si attaccano le vertebre lombari.
Osso Coccige
Il coccige un osso impari e simmetrico, appartenente alla colonna vertebrale.
Deriva il suo nome dal greco , cuculo, per via della somiglianza con il becco di tale
uccello. costituito dalla fusione delle vertebre caudali. Ha una forma triangolare ed
articolato con l'osso sacro. Da ogni lato presenta due prolungamenti: il piccolo corno
(verticale) e il corno laterale (trasversale).
hackmed.org
hackmed.org
Cingolo Scapolare , si trova in alto. La testa dellomero si articola con la scapola, un osso
triangolare che mantenuto in situ dalla clavicola, osso corto a forma di S, che a sua volta si
articola con un osso impari, unico e mediano: lo sterno. Anche le due clavicole e le due
scapole, viste dallalto, formano una specie di ellisse.
hackmed.org
NOME: Bacino.
CARATTERISTICHE:
Losso sacro losso dorsale principale della piccola pelvi. Questo si
articola in un osso molto grande, piatto, pari e simmetrico: losso dellanca, che ha forma di 8
un po contorto, con la parte superiore molto pi larga dellinferiore. Sotto c un foro, chiuso
dalla membrana otturatoria. Sopra non presente il buco. Nasce dalla fusione di 3 ossa:
Ileo , laggettivo corrispondente iliaco, la parte superiore, a ventaglio, che fa parte
della cavit addominale. Di profilo vediamo che non pianeggiante. delimitato
superiormente dalla cresta iliaca, molto rugosa ad indicare linserzione di muscoli usati
molto frequentemente, che termina anteriormente con una protuberanza detta spina
iliaca anteriore superiore che con fantasia ricorda la spina di una rosa. In posizione
caudale troviamo la spina iliaca anteriore inferiore. La cresta iliaca ha la forma di una S,
non rettilinea perch la superficie anteromediale dellosso concava, tanto che si
parla di fossa iliaca destra e sinistra, la superficie posteriore invece concava
lateralmente.
L'osso iliaco un osso pari e simmetrico, che costituisce lo scheletro del bacino.
L'osso iliaco composto da tre ossa: ileo, ischio e pube. Nell'infanzia, sono entit
distinte, ma si fondono successivamente.
La saldatura ha luogo:
* a dieci-dodici anni, tra ischio e pube
* a dodici-tredici anni, tra ischio e ileo
* a quindici-sedici anni, tra ileo e pube.
La saldatura ha luogo nella zona detta acetabolo, un'ampia cavit destinata a accogliere
la testa del femore.
La superficie esterna presenta, dall'alto in basso:
* la fossa iliaca esterna, con le tre linee glutee (posteriore, anteriore, inferiore) per
l'inserzione dei muscoli glutei
* l'acetabolo
* il foro otturato, in quanto normalmente chiuso da una membrana e da due muscoli.
La superficie interna presenta, dall'alto in basso:
* la fossa iliaca interna, delimitata in basso da una linea obliqua (linea innominata)
* la tuberosit iliaca
* la faccetta articolare, per l'articolazione sacro-iliaca
* la faccetta articolare del pube, per l'articolazione del pube del lato opposto.
I margini sono caratterizzati da:
* prominenze
o cresta iliaca
o cresta pettinea
o spina ischiatica
o spina iliaca anteriore inferiore
o spina iliaca anteriore superiore
o tuberosit ischiatica
* incisure
o grande incisura ischiatica
o piccola incisura ischiatica
o incisura dell'acetabolo.
Pube , laggettivo corrispondente pubico, la parte anteromediale, ha una
componente superiore e una inferiore, che dapprima verticale, poi gira obliqua e si
continua con la branca dellischio. Seguendo la branca superiore del pube, prima di
arrivare alla sinfisi, si incontra una protuberanza, sia a destra sia a sinistra, detta
tubercolo pubico.
Ischio , laggettivo corrispondente ischiatico, la parte posterolaterale che appartiene
alla piccola pelvi. Inferiormente forma una L. La parte pi dorsale, pi laterale e pi
caudale dellischio la tuberosit ischiatica, su di essa ci appoggiamo sedendoci.
hackmed.org
Le ossa dellanca posteriormente chiudono laddome connettendosi con losso sacro, poi
compiono un mezzo giro in avanti e finiscono per articolarsi tra loro nella sinfisi pubica.
Larticolazione generalmente immobile, con interposto un disco fibroso. Langolo pubico
molto minore di 90 nel maschio, maggiore di 90, a volte anche di 100 nella femmina. Si
genera il cingolo pelvico o bacino, cavit deputata a contenere organi e formata dalle 2 ossa
dellanca, losso sacro ed il coccige. Le 2 ossa iliache di destra e di sinistra formano una cavit
in avanti verso lalto che la fossa iliaca di destra e di sinistra. La parete addominale molle
fatta da muscoli che si attaccano al pube che partecipa con la sua parte superiore a costituire
lo scheletro delladdome. Le ossa dellanca inferiormente partecipano alla costituzione della
piccola pelvi, esiste una linea di demarcazione tra la piccola e la grande pelvi, metto la mano
sul promontorio del sacro dove lultima vertebra lombare si articola con la prima sacrale, poi
vado indietro e lateralmente, lungo lala del sacro, se continuo passo per larticolazione sacro
iliaca seguendo la linea arcuata, confine tra ileo e pube, fino alla sinfisi pubica. Disegna un
cerchio nei maschi e unellisse nelle femmine: stretto superiore della pelvi o del bacino, che il
piano di passaggio dalladdome alla piccola pelvi. Il resto della parete molle per garantire le
inclinazioni in avanti e laterali. Se si contrae la parete essa si pu appiattire con un aumento
della pressione intraddominale, per facilitare la diuresi e la defecazione. La parete molle
importante nella donna, che deve portare avanti la gravidanza.
hackmed.org
MUSCOLATURA COLLO
I muscoli del collo sono distinti in anteriori, posteriori e laterali.
MUSCOLI SOPRAIOIDEI
Muscolo Digastrico
Un muscolo nastriforme che si diparte dal versante posteriore del mento detto incisura
digastrica, si dirige in dietro fino allosso ioide, presso cui situato il tendine intermedio del
muscolo, poi ancora pi in dietro arrivando alla parte inferiore della mandibola formando cos il
triangolo digastrico. costituito da due ventri, uno anteriore ed uno posteriore tra i quali si
frappone il tendine intermedio. Nellinsieme il muscolo forma unarcata a concavit volta in
alto. Il ventre posteriore lungo e sottile, origina dallincisura mastoidea e si porta in avanti, in
basso e medialmente fino al tendine intermedio. Il ventre anteriore segue il tendine intermedio
e si dirige in avanti, in alto e medialmente per inserirsi nella fossetta digastrica della
mandibola. Il tendine intermedio fissato allestremit laterale del corpo dellosso ioide
mediante un anello fibroso. Contraendosi innalza losso ioide, abbassa la mandibola ed estende
la testa.
Muscolo Stiloioideo
Si trova al di sopra e innanzi al ventre posteriore del digastrico. Origina dalla radice del
processo stiloideo e si porta in avanti, in basso e medialmente per inserirsi al corpo dellosso
ioide. Sposta losso ioide in alto e in dietro.
Muscolo Miloioideo
una lamina quadrilatera formata da due parti e posta al di sopra del ventre anteriore del
digastrico, origina dalla mandibola, lungo una linea che inizia sotto la spina mentale, circonda il
margine superiore della fossetta digastrica e prosegue nella linea miloioidea fino alla faccia
interna del ramo mandibolare. Un lato del muscolo miloioideo si inserisce presso il rafe, un lato
si inserisce allosso ioide, un altro lato, il laterale, si inserisce lungo una linea rilevata detta
miloioidea situata sulla faccia interna del corpo della mandibola e un altro lato libero. Il
muscolo miloioideo lelemento pi importante del pavimento della cavit buccale. Lazione del
muscolo miloioideo consiste nello spostare in alto e in avanti losso ioide e nel sollevare la
lingua, cooperando nella deglutizione.
Muscolo Genioioideo
Si trova al di sopra del muscolo miloioideo, origina dalla parte inferiore della spina mentale e si
inserisce alla faccia anteriore del corpo dellosso ioide. Con la sua contrazione sposta in alto
losso ioide ed abbassa la mandibola.
MUSCOLI SOTTOIOIDEI
Muscolo Sternoioideo
un muscolo nastriforme che origina dallestremit sternale della clavicola, dalla faccia
posteriore del manubrio sternale e della capsula dellarticolazione sternoclavicolare. I suoi fasci
si portano in alto e medialmente. Si inserisce nella met interna del margine inferiore dellosso
ioide. Contraendosi abbassa losso ioide.
Muscolo Omoioideo
un muscolo digastrico con un ventre inferiore e posteriore uniti da un tendine intermedio. Il
ventre inferiore origina allinterno dellincisura del margine superiore della scapola e si porta in
alto, in avanti e medialmente per unirsi al tendine intermedio. Il ventre superiore origina dal
tendine intermedio e continua in alto, in avanti e medialmente per fissarsi al margine inferiore
dellosso ioide a lato del muscolo sternoioideo. Tra i due muscoli omoioidei tesa la fascia
cervicale media. Agiscono abbassando losso ioide e tendendo la fascia cervicale media.
Muscolo Sternotiroideo
posto profondamente allo sternoioideo, origina dalla faccia posteriore del manubrio dello
sterno e dalla prima cartilagine costale, termina alla linea obliqua della cartilagine tiroidea del
laringe. Contraendosi abbassa la cartilagine tiroidea collegata al laringe.
Muscolo Tiroioideo
Fa seguito allo sternotiroideo, ricopre la cartilagine tiroidea e la membrana tiroioidea, situato
profondamente ai muscoli sternoioideo e omoioideo. Origina dalla linea obliqua della cartilagine
tiroidea, termina al margine inferiore del corpo e del grande corno dellosso ioide. Contraendosi
abbassa losso ioide e innalza il laringe.
hackmed.org
MUSCOLI LATERALI
Platisma
accolto in uno sdoppiamento della fascia superficiale del collo tra due strati del pannicolo
adiposo sottocutaneo. Ha inizio a livello della 2^ costa e della superficie anteriore della spalla.
I suoi fasci si dirigono in alto e medialmente. Si inserisce alla faccia esterna del corpo della
mandibola, alla cute della regione masseterina e della commessura labiale.
Muscolo Sternocleidomastoideo
Si trova nella parte anterolaterale del collo e presenta inferiormente due distinti capi di origine,
lo sternale e il clavicolare, che si fondono in un unico ventre, il tutto accolto in uno
sdoppiamento della fascia cervicale superficiale. Il capo sternale origina dalla parte alta della
faccia anteriore del manubrio sternale, il capo clavicolare si distacca dal quarto mediale della
faccia superiore della clavicola, il ventre muscolare derivato dalla fusione dei due capi si
inserisce sul processo mastoideo e sul terzo laterale della linea nucale superiore. Contraendosi
flette e inclina lateralmente la testa facendola ruotare dal lato opposto, se prende come punto
fisso la testa eleva il torace.
FASCE DEL COLLO
Sono la fascia cervicale superficiale, media e profonda.
La fascia cervicale superficiale si trova al di sotto del tegumento e non va confusa con la fascia
superficiale del collo che posta tra due strati del sottocutaneo. Questa fascia si ispessisce
medialmente formando la linea alba cervicale e lateralmente si sdoppia per avvolgere i muscoli
sternocleidomastoidei, una volta superati si riunisce in un unico foglietto che attraversa la
regione sopraclavicolare e si risdoppia per avvolgere i muscoli trapezi e fissarsi sulle loro linee
di origine. Il margine superiore si fissa, dallinterno allesterno, sul margine inferiore del corpo
della mandibola, continua nelle fasce masseterina e parotidea, prende attacco sulla faccia
esterna del processo mastoideo, sulla linea nucale superiore e sulla protuberanza occipitale
esterna. Il margine inferiore si connette allincisura giugulare dello sterno, al margine anteriore
della clavicola, al margine laterale dellacromion, al margine posteriore della spina della
scapola dalla quale passa sulla faccia posteriore del muscolo trapezio. Al di sopra dellincisura
dello sterno la fascia cervicale si sdoppia in due foglietti che si fissano ai labbri anteriore e
posteriore dellincisura stessa andando a delimitare lo spazio sovrasternale.
La fascia cervicale media una lamina triangolare a base inferiore e apice superiore tronco.
tesa trasversalmente tra i muscoli omoioidei e verticalmente tra losso ioide in alto, lo sterno e
le ossa del cingolo toracico in basso. Il suo margine inferiore va dal manubrio dello sterno fino
allorigine dei ventri inferiori dei muscoli omoioidei. Lateralmente la fascia cervicale media
termina avvolgendo i muscoli omoioidei, al contrario della superficiale la media si estende al
mediastino anteriore.
La fascia cervicale profonda ha forma quadrilatera, si pone sui muscoli prevertebrali e sui corpi
delle vertebre cervicali e toraciche. Il margine superiore si fissa alla parte basilare dellosso
occipitale. Il margine inferiore si perde nel connettivo del mediastino posteriore. I margini
laterali si fissano ai tubercoli anteriori dei processi trasversali delle vertebre cervicali, dove si
continua con le aponeurosi che avvolgono i muscoli scaleni.
Tra la fascia cervicale superficiale e media si trova la loggia interfasciale anteriore che chiusa
inferiormente a livello dellincisura dello sterno, tra la fascia cervicale media e profonda si trova
la loggia interfasciale posteriore che non chiusa inferiormente e prosegue nel mediastino.
hackmed.org
MUSCOLATURA TORACICA
Muscoli Intercostali
Riempiono gli spazi intercostali, sono muscoli essenziali alla vita. Ce ne sono di esterni e di
interni. In generale landamento delle fibre muscolari scheletriche quello per cui ogni fibra fa
capo a due tendini, dallandamento dipende la direzione della contrazione. Le fibre dei muscoli
intercostali, sempre oblique dallalto in basso, possono anche essere inclinate: dal dietro al
davanti, dal medio al lato e viceversa.
Intercostali Esterni: Contraendo i muscoli di destra e di sinistra sposto le coste verso
lalto facendole ruotare, se sommiamo le rotazioni delle 12 coste ottengo un aumento
del diametro antero-posteriore e laterale del torace. La variazione volumetrica uguale
alla terza potenza del numero di centimetri di cui si spostata ogni costa.
Intercostali Medi: Hanno fibre disposte verticalmente. Contraendosi sollevano in alto la
parte cartilaginea delle coste, con un aumento del diametro antero-posteriore.
Intercostali Interni: Hanno andamento perpendicolare a quelli esterni. Sono gli unici
muscoli espiratori. Inducono una rotazione verso il basso delle coste, comprimendo i
polmoni. La diminuzione del volume ovviamente limitata, poich la gabbia scheletro.
Li utilizziamo solo nellespirazione forzata, nella respirazione tranquilla ci limitiamo a
rilassare gli inspiratori.
Muscolo Diaframma Addominale
un muscolo sottile, grossolanamente cupuliforme, che separa le cavit toracica e addominale
prendendo attacco alle ultime 6 coste, al processo xifoideo e a T12. La parte superiore,
convessa, costituisce il pavimento del torace, quella concava il tetto delladdome.
Anteriormente, scendendo, si conforma a V. Le fibre muscolari sono disposte a raggiera e
convergono verso lapice in un punto detto centro tendineo o centro frenico. Il diaframma,
contraendosi, tira le coste verso il basso, con un conseguente ampliamento della cavit
toracica.
Muscoli Scaleni della Colonna Vertebrale
In numero di tre, anteriore, medio e posteriore, tirano su la prima costa e la seconda costa. Si
inseriscono due alla prima e uno alla seconda, in prossimit dello sterno. Li usiamo solo in caso
di sforzo muscolare intenso, per aumentare lescursione. Sono usati continuamente in caso di
insufficienza respiratoria, infatti il collo taurino uno dei segni dellinsufficienza respiratoria
cronica.
Muscoli Respiratori Accessori
Sono il muscolo quadrato dei lombi e lo sternocleidomastoideo. Non servono precipuamente a
respirare, ma li usiamo in tal senso in caso di elevato sforzo muscolare, per aumentare le
escursioni.
Muscolo Quadrato dei Lombi
Si trova ai lati della colonna lombare, le sue fibre, verticali, vanno dalla dodicesima costa alla
cresta iliaca. un muscolo rettangolare. La sua funzione principale quella di mantenere la
stazione eretta, pu essere usato sia come inspiratorio sia come espiratorio, favorendo o
contrastando labbassamento dellultima costa.
Muscolo Sternocleidomastoideo
Si inserisce a livello del manubrio dello sterno, delle clavicole e del processo mastoideo, una
protuberanza ossea sita dietro lorecchio. Serve principalmente per ruotare il capo.
Muscolo diaframma addominale, muscoli scaleni e muscolo quadrato dei lombi
collaborano nellaumentare il diametro verticale del torace. C una differenza
sessuale: le donne respirano con il diaframma molto pi che con i muscoli
intercostali. Si parla di respirazione di pancia, mentre per gli uomini di respirazione
di petto.
hackmed.org
hackmed.org
MUSCOLATURA ADDOMINALE
Muscolo Retto dellAddome
Entra nella costituzione della parete addominale anteriore e ha la forma di un grosso nastro al
lato della linea mediana. Ha origine superiormente da un fascio laterale, intermedio e mediale,
i primi due si distaccano dalla faccia esterna e dal margine inferiore della quinta e sesta
cartilagine costale, il terzo nasce dalla faccia esterna della settima cartilagine costale e dal
processo xifoideo. Il muscolo si inserisce, mediante un corto e robusto tendine, sul margine
superiore del pube tra il tubercolo e la sinfisi pubica. Nella parte mediale davanti alla sinfisi i
fasci fibrosi si incrociano tra loro. Il ventre muscolare presenta cinque inscrizioni tendinee
trasversali, una a livello dellombelico, due al di sopra e due al di sotto. Il muscolo retto
delladdome in rapporto anteriormente con il foglietto anteriore della guaina del retto,
posteriormente con le cartilagini costai dalla quinta alla nona, il foglietto posteriore della
guaina e la fascia trasversale. La sua azione consiste nellabbassare le coste, flettere il torace
sulla pelvi o viceversa, aumentare la pressione addominale.
Muscolo Obliquo Esterno dellAddome
Si trova nella parete anteriore e laterale delladdome risalendo sulla parete toracica laterale. Si
presenta come una larga lamina quadrilatera appiattita, i cui fasci decorrono in avanti,
medialmente ed in basso. Prende origine dalla faccia esterna delle ultime otto coste per mezzo
di digitazioni, le prime cinque o sei si incrociano con quelle del muscolo dentato anteriore, le
ultime tre con quelle del muscolo grande dorsale. I fasci sorti dallundicesima e dodicesima
costa si portano quasi verticalmente in basso inserendosi sul labbro esterno della cresta iliaca,
tutti gli altri fasci proseguono in unaponeurosi che si porta medialmente in basso estendendosi
dal processo xifoideo al pube. Medialmente laponeurosi dellobliquo esterno partecipa alla
formazione della guaina del muscolo retto delladdome e giunge fino alla linea alba.
Inferiormente laponeurosi si inserisce su pube e sinfisi pubica tramite fasci che delimitano
lanello inguinale sottocutaneo. Tra il tubercolo pubico e la spina iliaca anteriore superiore
laponeurosi costituisce il legamento inguinale. La faccia superficiale del muscolo in rapporto
anteriormente con lo strato sottocutaneo e posteriormente con il muscolo grande dorsale. La
faccia profonda ricopre le ultime otto coste. Fra il margine posteriore dellobliquo esterno e il
margine anteriore del muscolo grande dorsale esiste uno spazio triangolare a base inferiore
corrispondente alla cresta iliaca denominato triangolo lombare. La sua azione consiste
nellabbassare le coste, flettere e ruotare il torace, aumentare la pressione addominale.
Muscolo Obliquo Interno dellAddome
Si trova nella parete antero-laterale delladdome, dietro al muscolo obliquo esterno, ha origine
dal terzo laterale del legamento inguinale, dalla spina iliaca antero-superiore, dai tre quarti
anteriori della cresta iliaca e dalla faccia posteriore della fascia lombo-dorsale. I fasci del
muscolo si portano in alto e medialmente, mentre i pi posteriori si inseriscono al margine
inferiore delle ultime tre cartilagini costali, tutti gli altri si inseriscono nella aponeurosi
dellobliquo interno delladdome che partecipa alla formazione della guaina del retto e della
linea alba. La parte inferiore dellaponeurosi dellobliquo interno delladdome e quella del
muscolo trasverso si fondono a formare il tendine congiunto che si inserisce al margine
superiore del pube, al tubercolo pubico e alla parte mediale della cresta pettinea. La faccia
superficiale in rapporto, anteriormente con lobliquo esterno e posteriormente con il grande
dorsale, la faccia profonda in rapporto con il muscolo trasverso. Il margine inferiore entra a
far parte della parte superiore del canale inguinale. La sua azione analoga a quella del
muscolo obliquo esterno delladdome.
Muscolo Trasverso dellAddome
posto profondamente al muscolo retto delladdome e presenta fasci a decorso trasversale.
Origina dalla faccia interna delle ultime sei cartilagini costali, con digitazioni che si alternano a
quelle del diaframma, dalla fascia lombo-dorsale, dal labbro interno dei tre quarti anteriori
della cresta iliaca e dalla met laterale del legamento inguinale. I suoi fasci mediali continuano
nellaponeurosi del trasverso che partecipa alla formazione della guaina del retto e della linea
alba. Le fibre carnose trapassano nella aponeurosi secondo una linea curva a concavit
mediale detta linea semilunare. La parte inferiore dellaponeurosi del trasverso si fonde con
hackmed.org
hackmed.org
Legamento Inguinale
un nastro tendineo che decorre dallalto in basso, dallesterno allinterno e corrisponde alla
piega dellinguine tra la spina iliaca anteriore superiore e il tubercolo pubico. formato per la
maggior parte da fibre dellaponeurosi dellobliquo esterno, di cui pu essere considerato la
parte terminale. Ha un margine anteriore che prosegue in alto nellaponeurosi dellobliquo
esterno ed d inferiormente attacco alla fascia lata, un margine posteriore dove si fissa la
fascia trasversale, una faccia superiore che lateralmente d attacco a fasci dellobliquo interno
e del trasverso, medialmente forma la parete inferiore del canale inguinale, una faccia inferiore
che lateralmente si unisce alla fascia iliaca e medialmente forma il margine superiore della
lacuna dei vasi. Il legamento inguinale si fissa superiormente e lateralmente alla spina iliaca
anterosuperiore, medialmente ha due inserzioni, una diretta che va al tubercolo pubico, una
riflessa che va in dietro e si fissa alla cresta pettinea prendendo il nome di legamento lacunare.
Canale Inguinale
un tragitto attraverso la parete addominale anteriore, subito al di sopra della met mediale
del legamento inguinale, d passaggio al funicolo spermatico nel maschio e al legamento
rotondo dellutero nella femmina. Il suo decorso obliquo, dallalto in basso, dallesterno
allinterno, dal dietro allavanti. un canale appiattito in senso anteroposteriore e lungo circa 5
CM. Il canale inguinale presenta un orifizio di sbocco superficiale detto anello inguinale
sottocutaneo o superficiale e un orifizio di entrata profondo detto anello inguinale addominale o
profondo. Presenta una parete anteriore, una parete posteriore, una parete superiore e una
parete inferiore. Lanello inguinale sottocutaneo un orifizio delimitato da due fasci
dellaponeurosi dellobliquo esterno che si inseriscono al pube, chiamati pilastro superiore o
mediale e pilastro inferiore o laterale. Il primo si fissa alla faccia anteriore della sinfisi pubica
dove le sue fibre si incrociano con quelle del lato opposto, il secondo si attacca al tubercolo
pubico dello stesso lato. presente un terzo fascio, detto legamento inguinale riflesso del
Colles o pilastro posteriore, proveniente dallaponeurosi dellobliquo esterno del lato opposto e
si va ad inserire su un margine superiore del ramo superiore del pube e sulla cresta pettinea,
sul margine superiore e concavo del legamento poggia il funicolo spermatico. Lanello inguinale
addominale 15 MM al di sopra del punto medio del legamento inguinale, corrisponde ad una
depressione visibile sulla faccia posteriore della parete addominale anteriore e denominata
fossetta inguinale laterale, si presenta come una fessura verticale alta 12-15 MM con un
margine laterale piatto e un margine mediale rilevato, costituito dal margine laterale del
legamento di Hasselbach che prende il nome di piega falciforme. Dietro a questa passa larteria
epigastrica inferiore. La parete anteriore del canale inguinale costituita dallaponeurosi
dellobliquo esterno. La parete posteriore costituita dalla fascia trasversale rinforzata
lateralmente dalla parte terminale del legamento di Hasselbach e medialmente presso il
legamento Henle detto anche falce inguinale. Tra il legamento di Henle e di Hasselbach si trova
la fossetta inguinale mediale, corrispondente ad un punto debole della parete posteriore del
canale inguinale. La parete superiore del canale inguinale formata dal margine inferiore
dellobliquo interno e del trasverso. La parete inferiore data dalla met mediale del
legamento inguinale.
hackmed.org
MUSCOLATURA PERINEALE
PERINEO: Rappresenta linsieme di parti molli coperte da cute che si dispongono a chiudere
inferiormente il piccolo bacino. situato in posizione mediana tra la radice delle cosce ed ha
forma romboide con lasse maggiore anteroposteriore. delimitato in superficie dalla
congiunzione della sinfisi pubica alle tuberosit ischiatiche e dellapice del coccige alle
tuberosit ischiatiche. In profondit, ai lati anteriori corrispondono le branche ischiopubiche, ai
lati posteriori corrispondono i legamenti sacrotuberosi. Una linea trasversale passante per le
tuberosit ischiatiche divide il perineo nel triangolo anteriore o urogenitale, caratterizzato dalla
presenza dei genitali esterni, delluretra nel maschio e della vagina nella femmina, e il triangolo
posteriore o anale, caratterizzato dalla presenza dellorifizio anale.
Diaframma Pelvico: Una lamina muscolare incompleta medialmente che chiude parzialmente
in basso il piccolo bacino inserendosi vicino allo stretto inferiore. Appare come una cupola
rovesciata con la faccia superiore concava e la faccia inferiore convessa, costituito dai
muscoli ischiococcigei ed elevatori dellano. Il muscolo ischiococcigeo, pari e triangolare, la
porzione posterosuperiore del diaframma pelvico. Origina dal margine laterale degli ultimi
segmenti sacrali e coccigei, termina con unestremit assottigliata sulla spina iliaca e sulla
porzione limitrofa del legamento sacrospinoso. Il muscolo elevatore dellano, pari e
quadrangolare, costituisce la porzione principale del diaframma pelvico. Ha origine
lateralmente dalla superficie interna del pube, a lato della sinfisi pubica, fino alla spina
ischiatica. Fra questi due punti trova attacco sulla fascia del muscolo otturatorio interno
formando larco tendineo del muscolo elevatore dellano, un robusto cordone fibroso che
contorna anterosuperiormente e posteroinferiormente il forame otturatorio. Da questa linea di
origine i fasci muscolari si portano in dietro e medialmente formando il muscolo pubococcigeo
e il muscolo ileococcigeo. Il muscolo pubococcigeo origina dai fasci pi anteriori che hanno
direzione quasi sagittale, nel maschio costeggiano la faccia laterale di prostata e retto, nella
femmina la superficie laterale di vagina, uretra e retto. Alcuni fasci del muscolo pubococcigeo
femminile, circondando la parete posteriore della vagina, si frammettono a quelli controlaterali
costituendo il muscolo costrittore della vagina o pubovaginale. Nellintervallo fra retto e coccige
le fibre mediali dei due lati si intrecciano formando un rafe fibroso detto legamento
anococcigeo. Il muscolo ileococcigeo origina dai fasci pi posteriori che hanno direzione quasi
trasversale. Si dipartono dallarco tendineo del muscolo elevatore dellano e dalla spina
ischiatica, si inseriscono sul margine laterale del coccige e sul legamento anococcigeo. Il
diaframma pelvico rivestito nella faccia superiore dalla fascia superiore del diaframma pelvico
che sostiene gli organi del piccolo bacino, nella faccia inferiore dalla fascia inferiore del
diaframma pelvico. Tra questultima e la parete laterale della piccola pelvi, occupata dal
muscolo otturatorio interno, rimane uno spazio triangolare con base inferiore detto fossa
ischiorettale e occupato da tessuto adiposo. La fossa ischiorettale, anteriormente si spinge tra
lelevatore dellano e il trigono urogenitale a formare il recesso anteriore o pubico,
posteriormente continua nello spazio compreso tra lelevatore dellano e il muscolo grande
gluteo.
Diaframma o trigono urogenitale: Situato inferiormente al diaframma pelvico una lamina
muscoloaponeurotica triangolare sottesa fra le due branche ischiopubiche in modo da chiudere
la porzione anteriore dello stretto inferiore della piccola pelvi. In questa zona il diaframma
pelvico presenta una fessura mediana delimitata dai muscoli pubococcigei, pertanto il trigono
urogenitale non solo raddoppia in avanti il diaframma pelvico, ma ne chiude anche lapertura.
Nel maschio attraversato dalluretra e contiene le ghiandole bulbouretrali di Cowper, nella
femmina attraversato da uretra e vagina e accoglie le ghiandole vestibolari maggiori di
Bartolino. costituito dai muscoli trasversi profondi del perineo e dal muscolo sfintere striato
delluretra, coperti dalla fascia perineale media che si divide in superiore e inferiore.
Muscoli ischiocavernosi e bulbocavernosi: Sono muscoli pari, situati inferiormente al
trigono urogenitale nel perineo anteriore coperti dalla fascia superficiale del perineo e dal piano
cutaneo. I muscoli ischiocavernosi coprono o la radice dei corpi cavernosi del pene o la radice
dei corpi cavernosi del clitoride. Posteriormente si fissano sulla superficie interna della
tuberosit ischiatica e decorrono paralleli alla rispettiva branca ischiopubica, assumendo una
hackmed.org
forma a doccia. Anteriormente divengono tendinei e si perdono al di sotto della sinfisi pubica
sulla tonaca albuginea dei corpi cavernosi di pene o clitoride. I muscoli bulbocavernosi
occupano una posizione mediale e sono differenziati nei due sessi. Nel maschio sono situati
vicini ed uniti da un sottile rafe mediano a costituire una doccia nella quale sono accolti il bulbo
e il corpo cavernoso delluretra. Posteriormente si inseriscono al rafe anobulbare e al centro
tendineo del perineo. Contraendosi determinano una compressione sulluretra favorendo la
fuoriuscita del suo contenuto o lerezione. Nella femmina i due muscoli bulbocavernosi sono
separati e circondano lorifizio vaginale e la porzione terminale delluretra. Originano dal centro
tendineo del perineo, coprono le facce laterali dei bulbi del vestibolo e raggiungono le radici del
clitoride. Contraendosi determinano il restringimento dellorifizio vaginale e la compressione
dei bulbi del vestibolo contribuendo allerezione del clitoride.
Muscolo trasverso superficiale del perineo: Un sottile nastro muscolare teso
trasversalmente nel perineo in corrispondenza del suo asse minore subito al di sotto della
fascia perineale superficiale. Origina dalla faccia interna della tuberosit ischiatica e termina
nel centro tendineo del perineo. Contraendosi mette in tensione il centro tendineo del perineo.
hackmed.org
hackmed.org
* Spalla
* Braccio
* Avambraccio
* Carpo
* Mano
- E' la struttura per l'attivit manuale;
- Possiede una grande libert di movimento;
- Non dovendo sopportare il peso del corpo, la sua stabilit stata sacrificata in favore della
sua mobilit.
VISIONE GENERALE
La scapola con i suoi muscoli forma la regione scapolare mentre i muscoli che si trovano tra la
parte frontale della parete toracica e l'arto superiore (insieme con la ghiandola mammaria)
formano la regione pettorale. La scapola e la clavicola, che insieme formano il cingolo
scapolare, si articolano con l'articolazione acromioclavicolare. La clavicola si articola con il
tronco con l'articolazione sternoclavicolare e la scapola con l'omero con l'articolazione glenoomerale. Tra la parte prossimale dell'arto e la parete toracica c' la regione ascellare dove
passano i principali vasi e nervi per l'arto. I MUSCOLI DEL BRACCIO sono disposti in due
compartimenti: anteriore (flessore) e posteriore (estensore) separati dall'omero e da setti
intermuscolari. Nella parte anteriore dell'articolazione del gomito si trova la fossa cubitale, una
regione attraversata da vasi e nervi che passano tra il braccio e l'avambraccio. I MUSCOLI
DELL' AVAMBRACCIO sono disposti in due compartimenti anteriore (flessore) e posteriore
(estensore) separati da radio, ulna e membrana interossea. L'avambraccio si articola con il
carpo a livello del polso (articolazione radiocarpale). Insieme con il retinaculum dei flessori, le
ossa del carpo formano anteriormente il tunnel carpale che unisce il compartimento anteriore
dell'avambraccio con il palmo della mano.
IL CINGOLO SCAPOLARE formato da:
CLAVICOLA
SCAPOLA
- Funzione: connettere l'arto superiore allo scheletro assiale;
- E' incompleta posteriormente e completa anteriormente con l'attacco al manubrio dello
sterno;
- E' supportata e stabilizzata dai muscoli pettorali.
La principale funzione della clavicola trasmettere forze dall'arto superiore allo scheletro
assiale. E' quindi sede frequente di fratture. Ricorda che la clavicola il primo osso del corpo
che si ossifica (7^ settimana).
MUSCOLI CHE UNISCONO L'ARTO SUPERIORE AL TRONCO
Possiamo distinguere due gruppi muscolari:
ANTERIORI (mm. grande e piccolo pettorale, serrato anteriore)
POSTERIORI (mm. trapezio, grande dorsale, elevatore della scapola e romboidi)
GRUPPO ANTERIORE:
I MUSCOLI PETTORALI
GRANDE PETTORALE: forma la parete anteriore dell'ascella. Presenta due capi:
clavicolare e sternocostale che ORIGINANO rispettivamente dalla met mediale della clavicola
e dallo sterno (corpo e manubrio) pi le prime sei cartilagini costali. Si INSERISCONO nel solco
intertubercolare dell'omero. FUNZIONALMENTE un potente adduttore e flessore del braccio
alla spalla ed anche produce una rotazione mediale dell'omero. Pu anche agire come muscolo
respiratorio accessorio nella inspirazione elevando le coste. E' INNERVATO dai nervi pettorali.
E' diviso dal deltoide dalla Fossetta Infraclavicolare (Triangolo Deltopettorale) dove decorre la
vena cefalica, una delle vene superficiali del braccio.
PICCOLO PETTORALE: ORIGINA dalla 3^, 4^ e 5^ costa e si INSERISCE al processo
coracoideo della scapola. FUNZIONALMENTE stabilizza la scapola tirandola inferiormente e
anteriormente contro la gabbia toracica. E' INNERVATO dai nervi pettorali. Forma un arco sotto
cui passano i vasi ed i nervi per l'arto superiore. E' circondato dalla Fascia Clavipettorale che
connessa e sospende la Fascia Ascellare che rappresenta il pavimento della cavit ascellare.
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
deltopettorale, tra i muscoli deltoide e grande pettorale). Le due vene, basilica e cefalica, sono
interconnesse a livello del tetto della fossa cubitale da una vena mediana cubitale. I sistemi
venosi profondo e superficiale sono interconnessi da vene che presentano valvole che
indirizzano il flusso dal sistema profondo a quello superficiale, al contrario di quanto accade
nell'arto inferiore.
SISTEMA ARTERIOSO
ARTERIA ASCELLARE
L'arteria succlavia si continua come arteria ascellare dietro il bordo laterale della prima costa.
All'inizio l'arteria ascellare posteriore alla vena ascellare poi, pi distalmente vicino all'omero,
diventa laterale alla vena. L'arteria ascellare e le parti del plesso brachiale che la circondano
sono uniti insieme dalla GUAINA ASCELLARE. Per convenzione il decorso dell'arteria ascellare si
pu dividere in tre parti:
a) PRIMA, b) DIETRO e c) DOPO il muscolo piccolo pettorale. La sua pulsazione pu essere
sentita nella porzione laterale-inferiore dell'ascella. Insieme all'arteria poplitea
particolarmente suscettibile alla rottura (movimenti violenti, traumi). Distalmente al bordo
inferiore del muscolo grande rotondo l'arteria si continua come arteria brachiale. I RAMI DELLA
ARTERIA ASCELLARE vascolarizzano le pareti della cavit ascellare e le strutture adiacenti:
Arteria toracica superiore: nel primo tratto; vascolarizza la parete mediale dell'ascella e si
anastomizza con le arterie mammaria interna ed intercostali.
Arteria toracoacromiale: nel secondo tratto; vascolarizza la parete anteriore dell'ascella e
parte della ghiandola mammaria; perfora la fascia clavipettorale e si divide in 4 rami:pettorale,
acromiale, clavicolare e deltoideo.
Arteria toracica laterale: vascolarizza la parete anteriore dell'ascella e parte della ghiandola
mammaria; nella donna pi grossa e d importanti rami mammari laterali. E' anastomizzata
con l'arteria mammaria interna e sottoscapolare.
Arteria sottoscapolare: il ramo pi grosso; vascolarizza la parete posteriore dell'ascella; poco
dopo la sua origine emette una grossa arteria circonflessa della scapola.
Arterie omerali circonflesse anteriore e posteriore: passano lateralmente e circondano il collo
chirurgico dell'omero. Vascolarizzano l'articolazione della spalla e la parte superiore del
braccio. Esiste un importante CIRCOLO ANASTOMOTICO formato dalla comunicazione tra la
branca scapolare circonflessa, ramo dell'arteria sottoscapolare, e la branca soprascapolare del
tronco tireocervicale, ramo dell'arteria succlavia.
ARTERIA BRACHIALE (OMERALE)
E' la continuazione dell'arteria ascellare distalmente al muscolo grande rotondo e vascolarizza
il compartimento anteriore del braccio. Nella parte superiore del braccio l'arteria brachiale con
le sue vene accompagnata dai nervi mediano ed ulnare. Prosegue poi distalmente ponendosi
medialmente al muscolo bicipite ed anteriormente ai muscoli coracobrachiale e brachiale.
L'arteria brachiale termina normalmente pi in profondit nella fossa cubitale dividendosi in
due rami: l'arteria radiale ed ulnare. D importanti rami:
Arteria profonda del braccio: origina dalla superficie posteriore dell'arteria brachiale e
vascolarizza il compartimento posteriore del braccio dove si accompagna con il nervo radiale.
D origine a diversi altri rami: un ramo ascendente deltoideo (che si anastomizza con l'arteria
omerale circonflessa posteriore); due rami discendenti detti collaterale media e radiale che
contribuiscono al circolo anastomotico attorno al gomito.
Arterie collaterali ulnari superiore ed inferiore: sono due rami discendenti. Il primo (superiore)
si anastomizza con l'arteria ricorrente ulnare posteriore; il secondo (inferiore) si anastomizza
con l'arteria ricorrente ulnare anteriore. Entrambe, quindi, concorrono al circolo anastomotico
attorno al gomito.
ARTERIA RADIALE
Nella parte laterale del compartimento anteriore dell'avambraccio l'arteria radiale passa tra il
muscolo brachioradiale ed i muscoli flessori. Poco dopo l'origine d un ramo ascendente,
l'arteria ricorrente radiale, che si anastomizza con la collaterale radiale dell'arteria brachiale
profonda. Nella porzione inferiore dell'avambraccio l'arteria si accompagna con i rami
superficiali del nervo radiale. A livello del polso molto superficiale ed palpabile contro la
superficie anteriore del radio. L'arteria passa pi dorsalmente nella tabacchiera anatomica per
poi passare, dal dorso della mano, nel palmo della mano dove forma l'arco palmare profondo.
Questo arco palmare profondo ha dei rami perforanti che lo anastomizzano con l'arco palmare
hackmed.org
hackmed.org
VENA ASCELLARE
Le vene brachiali che accompagnano l'arteria brachiale si uniscono con la vena basilica nella
parte superiore del braccio e si continuano come vena ascellare sopra il bordo inferiore del
muscolo grande rotondo. La vena sale medialmente alla arteria ascellare passando dietro il
muscolo grande pettorale ed incrocia il margine laterale della prima costa per continuarsi come
VENA SUCCLAVIA. La vena succlavia passa al davanti del muscolo scaleno anteriore (ricorda
che l'arteria succlavia con il plesso brachiale passa dietro al muscolo scaleno anteriore nella
loggia degli scaleni, questo quindi contiene l'arteria ma non la vena succlavia). Si ricorda che la
vena succlavia ha una grande importanza clinica in quanto una vena che viene spesso
cateterizzata in caso di urgenze o di alimentazione parenterale. I rapporti anatomici di questa
vena hanno quindi una grande importanza pratica. La vena succlavia viene generalmente
cateterizzata per via percutanea sottoclavicolare.
SISTEMA NERVOSO DELL'ARTO SUPERIORE
VISIONE GENERALE
L'innervazione dell'arto superiore deriva dal PLESSO BRACHIALE che formato da una rete di
strutture nervose derivanti dalle ultime 4 radici spinali cervicali e dalla prima toracica (quindi,
da C5 a T1). Le 5 radici spinali formano tre tronchi che emergono, con l'arteria succlavia, tra i
muscoli scaleno medio e scaleno anteriore, e cio nella "loggia degli scaleni". Le strutture
nervose poi passano dietro la clavicola (spazio costoclavicolare) ed entrano nell'ascella dove,
dopo essersi anastomizzate fra di loro, danno origine dietro al muscolo piccolo pettorale a 5
branche nervose terminali: 3 pi ANTERIORI (nervi muscolocutaneo, mediano ed ulnare che
forniscono l'innervazione ai muscoli flessori del braccio, avambraccio e mano e alla cute sopra
il compartimento dei flessori); 2 pi POSTERIORI (nervi ascellare e radiale che forniscono
l'innervazione ai muscoli estensori della spalla, braccio e avambraccio alla cute della faccia
posteriore dell'arto superiore). Nel cavo ascellare tra le branche nervose anteriori e quelle
posteriori ritroviamo l'arteria ascellare. A livello pi periferico alcuni di questi nervi
contraggono un rapporto con strutture ossee: il nervo ascellare con il collo dell'omero; il nervo
radiale con il corpo del terzo mediale dell'omero; il nervo ulnare con l'epicondilo mediale
dell'omero; il nervo radiale, con il suo ramo interosseo posteriore, con il collo del radio.
Ovviamente un danno a queste strutture ossee pu danneggiare l'adiacente nervo periferico.
NERVO ASCELLARE (C5-C6)
Il nervo ascellare e l'arteria circonflessa posteriore dell'omero passano attraverso i muscoli
grande e piccolo rotondo nello "spazio quadrangolare". Nel suo decorso strettamente
correlato al collo del omero e alla capsula dell'articolazione della spalla. Innerva i muscoli
deltoide e piccolo rotondo, l'articolazione della spalla e la cute sopra la parte inferiore del
deltoide. Una dislocazione dell'articolazione della spalla pu danneggiare questo nervo
producendo una debolezza nella abduzione.
NERVO MUSCOLOCUTANEO (C5-C6)
Questo nervo in maniera caratteristica perfora il muscolo coracobrachiale e si pone tra i
muscoli bicipite e brachiale. Innerva in senso motorio tutti e tre questi muscoli. Il nervo si
continua distalmente come nervo cutaneo laterale dell'avambraccio il quale perfora la fascia
profonda tra il bicipite ed il brachioradiale per disporsi superficialmente sopra la fossa cubitale.
Questo ramo sensitivo innerva la cute del margine radiale dell'avambraccio.
NERVO MEDIANO (C6-T1)
Il nervo mediano ed il nervo ulnare percorrono l'intera lunghezza del braccio senza mai dare
rami al di sopra dell'articolazione del gomito. Nella parte superiore del braccio il nervo mediano
si pone lateralmente all'arteria brachiale mentre a met del braccio passa al di sopra
dell'arteria e si pone medialmente ad essa, una posizione che mantiene anche nella fossa
cubitale. Il nervo entra nell'avambraccio attraverso la fossa cubitale tra i due capi del muscolo
pronatore rotondo. Successivamente passa sopra l'arteria ulnare e discende verso il carpo tra i
muscoli flessori superficiali e profondi. A livello del polso il nervo piuttosto superficiale
ponendosi medialmente al tendine del flessore radiale del carpo. Passa, quindi, nella mano
attraverso il tunnel carpale dove in particolari situazioni pu essere compresso. Il nervo
mediano innerva in senso motorio tutti i muscoli del compartimento anteriore dell'avambraccio,
eccetto il flessore ulnare del carpo e la parte mediale del flessore profondo delle dita che sono
invece innervate dal nervo ulnare. Per una lesione del nervo mediano non si riesce a flettere
l'indice ed il medio ed ad opporre il pollice (mano "benedicente"). Nell'avambraccio d un ramo
hackmed.org
(sensitivo) cutaneo palmare che innerva la cute del palmo della mano, escluso il margine
ulnare: regioni palmari del pollice, indice, medio e la met laterale dell'anulare. Per queste
stesse dita innerva inoltre la cute della parte dorsale della sola falange distale.
NERVO ULNARE (C7-T1)
Come per il nervo mediano anche l'ulnare non d rami a livello del braccio. Inizialmente si
pone medialmente all'arteria brachiale per poi, a met del braccio, allontanarsi e perforare il
setto intermuscolare ed entrare nel compartimento posteriore del braccio dove si pone vicino al
capo mediale del muscolo tricipite. Passa, quindi, dietro l'epicondilo mediale ed entra nel
compartimento anteriore dell'avambraccio tra i due capi del muscolo flessore ulnare del carpo.
Attraversa il compartimento anteriore dell'avambraccio lungo il suo lato mediale
accompagnandosi con l'arteria ulnare che gli sta lateralmente. In prossimit del polso il nervo
si porta pi superficialmente emergendo lateralmente al tendine del flessore ulnare del carpo.
Passa, quindi, al di sopra del retinacolo dei flessori (tetto del tunnel carpale dentro cui invece
passa il nervo mediano) insieme all'arteria ulnare. Il nervo termina nella mano dividendosi in
rami superficiali e profondi. Innerva l'articolazione del gomito ed i muscoli flessore ulnare del
carpo e la parte mediale del flessore profondo delle dita. D, inoltre, rami sensitivi cutaneo
palmare e dorsale che innervano rispettivamente la cute del lato ulnare del palmo della mano,
della met mediale dell'anulare e del mignolo e la parte dorsale delle stesse zone.
NERVO RADIALE (C5-C8)
Il nervo radiale, ramo posteriore del plesso brachiale, passa al di sotto del muscolo grande
rotondo e tra l'omero ed il capo lungo del tricipite. Innerva tipicamente i muscoli estensori
dell'arto con una eccezione, il brachioradiale che un flessore. Nel compartimento posteriore
del braccio passa tra i capi mediale e laterale del tricipite e contrae rapporto con il corpo
dell'omero. Lascia poi il compartimento posteriore perforando il setto intermuscolare laterale e
raggiungendo la parte laterale della fossa cubitale. Nel braccio il nervo radiale d rami
muscolari per i capi del tricipite e rami cutanei sensitivi per la parte laterale del braccio e la
parte posteriore dell'avambraccio. Anteriormente al gomito il nervo si pone tra il brachiale ed il
brachioradiale e si divide in un ramo superficiale ed in uno profondo. Il RAMO SUPERFICIALE si
continua distalmente attraverso l'avambraccio coperto dal muscolo brachioradiale. Poi diventa
pi superficiale vicino al polso ed attraversa la tabacchiera anatomica. Questo ramo termina
con rami sensitivi per il lato laterale del dorso della mano. Il RAMO PROFONDO o nervo
interosseo posteriore, pi grosso, entra nel compartimento posteriore dell'avambraccio
passando attraverso i due capi del muscolo supinatore. Questo ramo profondo d rami per le
articolazioni del gomito, radio-ulna e polso ed innerva la maggioranza dei muscoli del
compartimento posteriore dell'avambraccio (estensori). I muscoli brachioradiale, flessore
dell'avambraccio, ed estensore radiale lungo del carpo sono direttamente innervati da rami del
radiale che provengono dal braccio.
LINFONODI DELL'ARTO SUPERIORE
VISIONE GENERALE
La maggioranza dei linfatici superficiali dell'arto superiore drena nei linfonodi ascellari, bench
della linfa dalla parte mediale dell'avambraccio prima di raggiungere questa stazione viene
raccolta in un piccolo gruppo di linfonodi presenti vicino alla parte mediale della fossa cubitale.
Nella regione della spalla della linfa pu passare attraverso i linfonodi sopra o sotto clavicolari.
Anche i vasi linfatici profondi drenano nei linfonodi ascellari. Dai linfonodi ascellari la linfa viene
drenata nel tronco linfatico succlavio e da qui, a destra nel dotto linfatico o a sinistra nel dotto
toracico.
LINFONODI ASCELLARI
Nella cavit ascellare sono presenti da 20 a 30 linfonodi. Sono organizzati in 5 gruppi
principali;
1) GRUPPO PETTORALE: da 3 a 5 linfonodi situati lungo la parete mediale dell'ascella attorno ai
vasi toracici laterali. Ricevono linfa dalla parete toracica anteriore, inclusa la mammella.
2) GRUPPO LATERALE: da 4 a 6 linfonodi situati nella parete laterale dell'ascella, medialmente
e posteriormente alla vena ascellare. Ricevono linfa dall'arto superiore.
3) GRUPPO SOTTOSCAPOLARE: da 6-7 linfonodi situati nella parete posteriore dell'ascella.
Riceve linfa dalla regione scapolare e parte della parete toracica posteriore.
4) GRUPPO CENTRALE: 3-4 grossi linfonodi che ricevono linfa dai tre gruppi precedenti. I vasi
efferenti vanno nel gruppo apicale.
hackmed.org
5) GRUPPO APICALE; linfonodi situati all'apice della cavit ascellare, lungo il lato mediale della
vena ascellare. Riceve linfa da tutti i gruppi precedenti ed i suoi vasi efferenti vanno nel tronco
linfatico succlavio.
hackmed.org
hackmed.org
Locomozione
Sopportare il peso del corpo
Mantenere l'equilibrio
Divisibile:
Anca (Ilio, Ischio e Pube)
Coscia (Femore)
Gamba (Tibia e Fibula)
Piede (Tarso, Metatarso e Falangi)
I COMPARTIMENTI MUSCOLARI DELL'ARTO INFERIORE
L'arto inferiore coperto dalla cute, dalla fascia superficiale con nervi e vasi, e da una spessa
fascia profonda detta "Fascia Lata". I setti intermuscolari separano i muscoli in precisi
compartimenti. Ciascun compartimento contiene muscoli con una comune azione ed, in
genere, un comune fascio neurovascolare.
COSCIA: 3 compartimenti
Anteriore
Posteriore
Mediale
GAMBA: 3 compartimenti
Anteriore
Posteriore
Laterale
PIEDE: 2 compartimenti
Dorsale
Plantare
ORIGINI ED INSERZIONI DEI MUSCOLI NEI VARI COMPARTIMENTI REGIONE GLUTEA
Comprende mm. che hanno origine a vari livelli nell'ileo e si inseriscono a vari livelli nella parte
prossimale del femore.
COSCIA
COMP. ANTERIORE: comprende muscoli che hanno origine sia a livello del femore, i tre mm.
Vasti, che pi rostrale, ileo o vertebre lombari, mm. ileopsoas, sartorio, tensore della fascia
lata, retto. L'ileopsoas si inserisce nella porzione prossimale del femore, tutti i muscoli del
quadricipite convergono in un unico tendine che contiene la patella e si inserisce sulla tibia, il
sartorio nella porzione mediale della testa della tibia, il tensore nel tratto ileo-tibiale, che si
inserisce poi lateralmente nella testa della tibia.
COMP. MEDIALE: comprende muscoli che danno tutti una origine ischio-pubica e che si
inseriscono tutti a vari livelli della superficie posteriore del femore con l'eccezione del m.
gracile che termina nella porzione mediale della testa della tibia.
COMP. POSTERIORE: comprende muscoli che hanno tutti una comune origine nella tuberosit
ischiatica ed una inserzione nella porzione mediale-posteriore della testa della tibia, mm.
semitendinoso e semimembranoso, o lateralmente nella testa della fibula, m. bicipite
femorale.
GAMBA
COMP. ANTERIORE: comprende mm. che hanno una origine nella testa della tibia o nella
porzione prossimale della fibula e si inseriscono nelle ossa del piede.
COMP. LATERALE: comprende mm. che hanno una origine a vario livello nella fibula e si
inseriscono nelle ossa del piede.
COMP. POSTERIORE: comprende mm. che hanno una origine nei condili del femore (m.
gastrocnemio) o a vari livelli della tibia e fibula (m. soleo, tibiale posteriore, flessore lungo) e
una inserzione nelle ossa del piede.
MUSCOLI DELLA REGIONE GLUTEA
GRANDE GLUTEO: estende la coscia (n. gluteo inf.)
GLUTEO MEDIO E MINIMO: abducono e ruotano medialmente la coscia (n. gluteo sup.)
PIRIFORME, OTTURATORE INT., GEMELLI: ruotano lateralmente la coscia estesa e la abducono
quando flessa.
hackmed.org
hackmed.org
Il Canale Femorale ha una sua apertura addominale detta ANELLO FEMORALE ed una pi
distale a livello dello sbocco della safena. L'anello femorale largo circa 1 cm ed chiuso da
grasso extraperitoneale. E' un'area di debolezza della parete addominale anteriore, parti di
piccolo intestino possono entrare all'interno provocando una ernia femorale.
CANALE DEGLI ADDUTTORI o DI HUN'IER
E' un tunnel fasciale che provvede un passaggio intermuscolare attraverso cui i vasi femorali
passano nella fossa poplitea diventando vasi poplitei. Inizia dove il m. sartorio passa sopra al
m. adduttore lungo e finisce come iato adduttorio nel tendine del m. grande adduttore. E'
delimitato:
- anteriormente dal m. sartorio
- posteromedialmente dai mm. adduttore lungo e grande
- lateralmente dal m. vasto mediale
Contiene i vasi femorali ed il nervo safeno
FOSSA POPLITEA
E' uno spazio a forma di losanga dietro al ginocchio. Contiene i principali vasi e nervi che
passano tra la coscia ed i compartimenti posteriore e laterale della gamba. Vi si pu
riconoscere un tetto, 4 pareti ed un pavimento.
Tetto: posteriore, formato dalle fasce superficiale e profonda. Nella fascia superficiale
troviamo il nervo cutaneo della coscia che si continua nella gamba e la piccola vena safena che
perfora la fascia profonda e si getta nella vena poplitea.
Pavimento: anteriore, formato dalla superficie poplitea del femore, dal lig. popliteo obliquo e
da una spessa fascia fibrosa.
Pareti: circondano tutta la fossa. Le pareti superiori sono formate dai tendini divergenti del m.
semimembranoso e semitendinoso, medialmente, e del m. bicipite femorale, lateralmente. Le
pareti inferiori sono formate dai capi laterale e mediale del m. gastrocnemio.
CONTENUTO: i principali componenti, immersi in tessuto adiposo, comprendono l'arteria e la
vena poplitea e le due branche terminali del nervo sciatico: il n. peroneo comune ed il n.
tibiale. Questi componenti sono responsabili della vascolarizzazione e della innervazione della
gamba e del piede.
MUSCOLI DELLA GAMBA
La gamba divisa in tre compartimenti:
Anteriore (estensore, inversione)
Laterale (eversione)
Posteriore (flessore)
Gruppo Anteriore
TIBIALE ANTERIORE: estensione dorsale ed inversione del piede (n. peroneo profondo)
ESTENSORE LUNGO DELLE DITA E DELL'ALLUCE (n. peroneo profondo)
Gruppo Laterale
PERONEO o FIBULARE LUNGO E BREVE: eversione del piede (n. peroneo superficiale)
Gruppo Posteriore divisibile in due gruppi tutti innervati dal n. tibiale:
SUPERFICIALE:
GASTROCNEMIO
SOLEO, flessione plantare del piede
PROFONDO:
FLESSORE LUNGO DELLE DITA E DELL'ALLUCE
TIBIALE POSTERIORE
SISTEMA VASCOLARE DELL'ARTO INFERIORE
VISIONE GENERALE
Le ARTERIE GLUTEE SUPERIORI ED INFERIORI, rami della iliaca interna, vascolarizzano la
regione glutea. Un altro ramo della arteria iliaca interna, ARTERIA OTTURATORIA, contribuisce
a vascolarizzare il compartimento mediale della coscia. Il principale vaso arterioso che
vascolarizza tutto l'arto inferiore , per, una continuazione dell'arteria iliaca esterna:
l'ARTERIA FEMORALE. Poco dopo il triangolo femorale, l'arteria femorale d un grosso ramo
collaterale, L'ARTERIA FEMORALE PROFONDA, che con i suoi rami perforanti si porta nel
compartimento posteriore della coscia. L'arteria femorale attraversa e vascolarizza tutto il
compartimento anteriore e mediale della coscia per poi passare posteriormente dietro il
hackmed.org
ginocchio nella fossa poplitea, dove diventa arteria poplitea. Abbandonata questa fossa si
divide in una arteria tibiale anteriore, che passa nel compartimento anteriore della gamba e
continua sul dorso del piede come arteria pedidia, ed in una arteria tibiale posteriore, che
attraversa il compartimento posteriore della gamba per poi dividersi nelle arterie plantari
mediali e laterali che vascolarizzano la zona plantare. L'arteria tibiale posteriore d un ramo,
arteria peroneale, che si occupa della vascolarizzazione del compartimento laterale della
gamba. Abbiamo delle importanti reti anastomofiche a livello del collo del femore, del
ginocchio, della caviglia e tra il compartimento dorsale e plantare del piede.
Esistono due sistemi venosi anastomizzati tra di loro: un sistema superficiale (vena grande e
piccola safena) ed uno profondo che segue il decorso delle arterie. Il sistema superficiale
confluisce nel sistema profondo. La vena femorale si continua come vena iliaca esterna. Le
vene glutee accompagnano e confluiscono nella vena iliaca interna.
SISTEMA ARTERIOSO
ARTERIA OTTURATORIA
E' un ramo dell'arteria iliaca interna. Attraversa il canale otturatorio dividendosi in un ramo
anteriore ed uno posteriore. Il ramo anteriore contribuisce alla vascolarizzazione dei muscoli
adduttori.
ARTERIA FEMORALE
E' la continuazione della art. iliaca esterna. Passa nella coscia sotto il ligamento inguinale
attraverso la "lacuna dei vasi" e si ritrova nel triangolo femorale dove laterale alla vena
femorale. Al di sotto del ligamento inguinale d i seguenti rami:
art. epigastrica superficiale: mediale, si anastomizza con i rami dell'art. epigastrica inferiore.
art. circonflessa superficiale: laterale, si anastomizza con la circonflessa iliaca profonda.
art. pudende esterne superficiale e profonda: mediali, si anastomizzano con l'art. pudenda
interna.
Nel triangolo femorale l'art. femorale d origine nella sua parte laterale alla arteria femorale
profonda che la principale arteria della coscia. Quest'ultima corre lateralmente alla arteria
femorale, poi passa posteriormente discendendo dietro al muscolo adduttore lungo. E' il pi
importante affluente ai muscoli adduttori, estensori e flessori. D i seguenti rami:
art. circonflessa laterale
art. circonflessa mediale: che vascolarizza la testa del femore;
art. perforanti: sono tre e perforano l'inserzione del grande adduttore per raggiungere la
regione posteriore della coscia. L'arteria femorale, prima di passare posteriormente attraverso
il canale e lo iato degli adduttori e diventare arteria poplitea, lascia un ramo che rimane
anteriore: l'arteria discendente o suprema del ginocchio, che successivamente si divide in un
ramo articolare ed uno safeno.
ARTERIA POPLITEA
Percorre la fossa poplitea per poi dividersi in un ramo che passa anteriormente, art. tibiale
anteriore, ed uno che rimane posteriore, art tibiale posteriore. Nella fossa poplitea d degli
importanti rami che formano un plesso anastomotico attorno al ginocchio. I rami principali
sono:
art. articolare superiore laterale e mediale: girano sopra i condili articolari del femore e si
portano anteriormente dove si anastomizzano. L'art. mediale si anastomizza anche con l'art.
discendente del ginocchio.
art. articolare inferiore laterale e mediale: come quelle superiori si portano anteriormente dopo
aver girato attorno ai condili della tibia. Si anastomizza inoltre con l'art. ricorrente tibiale
anteriore e l'art. discendente del ginocchio.
ARTERIA TIBIALE ANTERIORE
Origina dall'art. poplitea al margine inferiore del cavo popliteo, attraversa la parte alta della
membrana interossea tra tibia e fibula e si porta anteriormente. Scende gi nella gamba prima
davanti alla membrana interossea per poi spostarsi pi medialmente sopra la tibia nella parte
inferiore della gamba. Si continua sopra il dorso del piede come art. dorsale del piede o
pedidea. I suoi rami principali sono:
art. ricorrente tibiale posteriore ed anteriore : originano prima, la posteriore, o dopo,
l'anteriore, dal passaggio dell'art. tibiale anteriore attraverso la membrana interossea. Come
indicato dal nome entrambe risalgono anastomizzandosi con la rete vascolare attorno al
ginocchio.
hackmed.org
art. malleolare anteriore mediale e laterale: originano a livello della caviglia distribuendosi
attorno all'articolazione ed anastomizzandosi con i rami della art. tibiale posteriore. Si forma
cos un plesso attorno alla caviglia.
ARTERIA PEDIDEA
Segue il lato tibiale del dorso del piede e si dirige nel primo spazio intermetatarsale dove
termina come art. metatarsale dorsale. I suoi rami principali sono:
art. tarsale mediale e laterale: il ramo laterale si anastomizza con l'art. arcuata;
art. arcuata: si dirige lateralmente sopra le ossa metatarsali formando un arco da cui nascono
le altre arterie metatarsali dorsali. Ciascuna di queste arterie ha dei rami perforanti che si
dirigono verso la pianta del piede.
art. plantare profonda: origina pi distalmente dalla art. arcuata. E' un ramo perforante che si
dirige nella pianta del piede.
ARTERIA TIBIALE POSTERIORE
E' la diretta continuazione dell'arteria poplitea. Scende posteriormente nella gamba e si porta
dietro il malleolo mediale dando origine alle arterie plantari mediale e laterale. Il suo ramo
principale l' art. peroneale o peroniera. Questo ramo origina pi in basso della fossa poplitea
e si dirige obliquamente verso la fibula e scende nella gamba. A livello della caviglia d rami
malleolari laterali. L'arteria peroneale il principale vaso del compartimento laterale della
gamba. I suoi rami terminali sono le arterie plantari mediale e laterale situate nella pianta del
piede. Quella laterale d una arcata plantare che a sua volta d origine ad arterie metatarsali
plantari. Esistono importanti rami perforanti che mettono in comunicazione l'arco dorsale con
quello plantare.
SISTEMA VENOSO
Le vene dell'arto inferiore sono divise in due gruppi: superficiali e profonde. E' importante
ricordare che i due gruppi sono in comunicazione tra di loro attraverso dei rami perforanti. Le
valvole all'interno di questi rami perforanti sono disposte in modo che il sangue refluo possa
andare dalla superficie in profondit e NON viceversa. In particolare: quando i muscoli si
contraggono le valvole impediscono al sangue di andare in superficie ma solo verso l'alto;
quando i muscoli si rilassano si produce una vera aspirazione di sangue dalle vene superficiali a
quelle profonde. Questo fenomeno riguarda tutto l'arto inferiore con l'esclusione del piede dove
il flusso diretto in senso contrario, dalla profondit in superficie. Il cattivo funzionamento di
queste valvole venose porta ad un afflusso di sangue dalla profondit in superficie con
ingrossamento della rete superficiale dette vene varicose.
RETE PROFONDA : le vene profonde sono satelliti delle omonime arterie e ne seguono il
decorso.
RETE SUPERFICIALE
: formata dalle vene grande e piccola safena che si trovano sopra la
fascia profonda o lata.
Vena Grande Safena: origina dalla arcata venosa dorsale, passa al davanti del malleolo
mediale (Ricorda che posteriormente a questo malleolo mediale passa invece l'art. tibiale
posteriore) e poi sale in alto, postero-medialmente al condilo mediale della tibia e del femore,
nella superficie mediale della coscia fino ad arrivare sul tetto del triangolo femorale che buca
per gettarsi nella vena femorale.
Vena Piccola Safena: inizia dietro il malleolo laterale e poi sale nella regione posteriore della
gamba. Arrivata sul tetto della fossa popiltea, lo perfora e si getta nella sottostante vena
poplitea a 3-5 cm. sopra l'articolazione del ginocchio. Ha rami anastomotici con la vena grande
safena.
RICORDA:
Grande vena Safena: inizia anteriormente al malleolo mediano
Piccola vena Safena: inizia posteriormente al malleolo laterale
POLSI FEMORALI DELL'ARTO INFERIORE
POLSO FEMORALE: Si palpa al centro dell'arcata crurale
POLSO POPLITEO: Si palpa con le due mani, lateralmente alla linea mediana, nella fossa
poplitea
POLSO TIBIALE POSTERIORE: Si palpa con l'indice e il medio dietro il malleolo interno
POLSO PEDIDIO: Due o tre dita dell'esaminatore sono poste sulla superficie dorsale del piede,
al punto medio dell'articolazione tibio-tarsica.
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
NOME: Occhio.
POSIZIONE: Si trova nella regione anteriore della testa, al di sotto della fronte ed ai lati della
radice del naso.
Pesa 7 G ed ha forma sferoidale. Il segmento sferico anteriore ha raggio
CARATTERISTICHE:
di curvatura pari a 8 MM, il segmento sferico posteriore ha raggio di curvatura pari a 12 MM. Il
diametro anteroposteriore del bulbo oculare lasse anatomico che unisce il centro della
cornea a quello della sclera, lasse ottico quel tratto dellasse anatomico compreso fra cornea
e retina, lasse visivo o linea della visione corrisponde al percorso dei raggi luminosi che dal
centro della cornea passano dal punto nodale e raggiungono la fovea centralis. Lasse visivo
non coincide con lasse ottico ma diverge lateralmente e indietro di 7. Lequatore una
circonferenza giacente sul piano perpendicolare allasse anatomico ed equidistante dai poli.
Locchio formato dalla tonaca fibrosa, dalla tonaca vascolare e dalla tonaca nervosa o retina.
Allinterno dellocchio si trovano la camera anteriore, la camera posteriore e la camera vitreale.
La camera anteriore delimitata anteriormente dalla faccia posteriore della cornea e
posteriormente dalla superficie anteriore delliride. La camera posteriore un piccolo spazio
anelliforme a sezione triangolare, delimitato perifericamente dai processi ciliari, anteriormente
dalla faccia posteriore delliride, posteriormente dalle fibre zonulari. La camera vitreale occupa
lo spazio compreso fra il cristallino e la retina. Nella camera anteriore e posteriore circola
lhumor acqueo, nella camera vitreale vi il corpo vitreo, questi materiali agiscono quali mezzi
diottrici.
-
hackmed.org
hackmed.org
plessiforme esterno, strato dei granuli interni, strato plessiforme interno, strato delle
cellule multipolari, strato delle fibre nervose, membrana limitante interna.
I fotorecettori svolgono l'importante funzione di trasduzione, sono cio cellule sensibili
alla luce in grado di trasformare il segnale luminoso in informazione chimica e quindi
elettrica. Si distinguono due tipi di fotorecettori: i coni e i bastoncelli, in entrambi
possibile distinguere al microscopio il segmento esterno, che contiene le membrane
specializzate in cui ha sede il pigmento fotosensibile, il segmento interno, ricco di
mitocondri, il nucleo. Fra nucleo e mitocondri c' una continua collaborazione per
produrre nuove molecole di pigmento mano mano che queste vengono scisse, i
fotorecettori sono collegati alle cellule bipolari attraverso il piede sinaptico. Fra coni e
bastoncelli non ci sono differenze sostanziali, ma solo differenze che riguardano la
forma del segmento esterno, nel caso dei bastoncelli questo costituito da un
"sacchettino" che contiene impilati i dischi contenenti il pigmento, nel caso dei coni la
membrana plasmatica si ripiega a fisarmonica. In entrambi si ha un'enorme espansione
delle membrane che accolgono il pigmento. Tranne che nella fovea in cui prevalgono i
coni, che sono in tutto circa 6-7 milioni, nel resto della retina i bastoncelli sono assai pi
numerosi, 120 milioni.
Qui di seguito vengono forniti i caratteri distintivi dal punto di vista funzionale:
Bastoncello: Maggior quantit di pigmento, Risposta lenta, Tempo di
integrazione lungo in grado di rilevare singoli quanti, Risposta che tende a
saturarsi, Non selettivo rispetto alla direzione dello stimolo, Vie retiniche ad alta
convergenza, Sensibilit elevata, Bassa acuit visiva, Un solo tipo di pigmento
per cui la visione acromatica
Cono: Minor quantit di pigmento, Risposta rapida tempo di integrazione breve,
Non in grado di rilevare singoli quanti, Risposta che non tende a saturarsi,
Selettivo rispetto alla direzione dello stimolo, Vie retiniche a bassa convergenza,
Sensibilit bassa, Acuit visiva elevata, 3 tipi di pigmenti per cui la visione
cromatica
I coni sono pi abbondanti nelle specie diurne, mentre i bastoncelli predominano nelle
specie notturne. Sia i coni che i bastoncelli contengono nei loro segmenti esterni dei
fotopigmenti, i bastoncelli, tutti fra loro funzionalmente identici, possiedono la
rodopsina, mentre i coni dell'uomo sono di tre tipi e possiedono fotopigmenti diversi, sia
i segmenti esterni dei coni che quelli dei bastoncelli sono comunque orientati in modo
tale da consentire un'intercettazione ottimale dei quanti di luce che li attraversino. Le
ripiegature a dischi sovrapposti della membrana esterna sono un espediente che
consente a fotoni, eventualmente sfuggiti alla "cattura", di essere recuperati dai
segmenti successivi. L'assorbimento della luce avviene attraverso una complessa serie
di reazioni, scoperte da George Wald, premio Nobel 1967. La rodopsina una proteina
inserita nel doppio strato lipidico della membrana dei dischi di cui costituisce oltre
l'80%, si tratta di una proteina coniugata, costituita da una parte proteica, opina, e da
un gruppo prostetico, retinale che deriva dalla vitamina A. L'assorbimento della luce
provoca una variazione della struttura tridimensionale della molecola, che a sua volta
provoca una iperpolarizzazione nel potenziale di membrana del fotorecettore,
importante notare che sia i coni che i bastoncelli rispondono alla luce con
un'iperpolarizzazione, a differenza di quanto accade per la maggior parte dei recettori
che rispondono allo stimolo emettendo un segnale, i fotorecettori, invece sono attivi in
sua assenza e inattivi in sua presenza. La loro risposta, inoltre, graduata e la loro
durata dipende da quella dello stimolo, potenziali analoghi si trovano anche in altre
cellule della retina.
NERVO OTTICO : formato dallunione delle fibre nervose delle cellule multipolari della retina
che convergono nella papilla ottica. Questa si presenta come un piccolo disco biancorosato
leggermente ovalare. Il nervo ottico lungo circa 50 MM ed suddiviso a seconda dei rapporti
che contrae, ha una parte intrabulbare, una orbitaria, una canalicolare ed una intracranica. La
porzione intrabulbare costituita dalle fibre che seguono la papilla ottica, sono amieliniche e si
raccolgono in fascetti che passano per lorifizio della corioidea e per la lamina cribrosa della
sclera. Qui acquistano la guaina mielinica ed emergono avvolte dalla durale, dallaracnoide e
dalla piale, tutte continuazioni delle meningi. La porzione orbitaria ha una prima curva a
hackmed.org
convessit mediale e una seconda curva a convessit laterale per evitare lo stiramentento del
nervo in seguito ai movimenti oculari. In questo tratto contrae rapporto con il ganglio ciliare e i
vasi centrali della retina. La porzione canalicolare attraversa il canale ottico contraendo
rapporto con le radici della piccola ala dello sfenoide, alle quali fissato dalla dura madre, e
con larteria oftalmica. Nella parte intracranica il nervo raggiunge il chiasma ottico al davanti
della sella turcica, qui perde il rivestimento durale e rimane circondato dallaracnoide e dalla
pia madre.
SISTEMA DIOTTRICO
: costituito dallinsieme dei mezzi rifrangenti che i raggi luminosi
attraversano per raggiungere la retina.
- CRISTALLINO : un piccolo organo di derivazione ectodermica, privo di vasi sanguiferi,
trasparente, con forma di lente biconvessa e di diametro di 10 MM. La faccia posteriore
assai pi convessa di quella anteriore, il margine anulare del cristallino, detto
equatore, d inserzione alle fibre dellapparato sospensore del cristallino o zonula ciliare
di Zinn. Il cristallino ha rapporto anteriormente con la faccia posteriore delliride ed il
foro pupillare, posteriormente accolto nella fossa ialoidea del corpo vitreo. lunico
organo del sistema diottrico in grado di modificare il proprio raggio di curvatura ed
adattare la propria capacit rifrattiva al variare della distanza delloggetto osservato.
Questo meccanismo, detto accomodazione, reso possibile dal rilasciamento o dalla
tensione delle fibre della zonula ciliare, la contrazione determina un appiattimento delle
facce del cristallino, il rilasciamento aumenta la curvatura delle facce. Il cristallino
costituito da una capsula o cristalloide dalla quale interamente avvolto, al di sotto si
trova lepitelio del cristallino al quale segue la sostanza del cristallino. Il cristalloide
una membrana continua di aspetto omogeneo e struttura lamellare, costituita in larga
parte da collagene. Lepitelio del cristallino monostratificato con cellule basse e
poligonali che aumentano di volume a livello dellequatore. Le fibre del cristallino si
organizzano a formare lamelle concentriche saldate da una sostanza cementante di
natura mucoprotidica. Con le loro estremit si riuniscono ai raggi di due figure stellari
costituite dalla sostanza cementante e determinate dal suo modo di disporsi. La parte
centrale o nucleo formata da fibre anucleate e ricca di sostanza cementante anista.
- HUMOR ACQUEO: un liquido trasparente contenuto nella camera anteriore e
posteriore dellocchio, circonda dunque: la cornea, il foro pupillare, il cristallino ed il
corpo vitreo. Ha una pressione osmotica superiore a quella del sangue e una
concentrazione di anioni nettamente superiore, mentre le proteine ed il glucosio sono
presenti in quantit assai pi bassa. Vi si trovano rarissimi elementi figurati del sangue
per lo pi linfociti durante i processi infiammatori. La produzione dellhumor acqueo si
compie sia per diffusione ed osmosi attraverso i vasi sanguigni, sia per secrezione delle
cellule epiteliali dei processi ciliari. Il liquido si riversa nella camera posteriore
dellocchio, circola fino alla camera anteriore, qui penetra nel sistema trabecolare
sclerocorneale, filtra nel canale di Schlemm e prende la via delle vene episclerali e
ciliari. La produzione ed il riassorbimento dellhumor acqueo si compie in modo da
determinare una pressione costante pari a 18-20 mmHg. Oltre ad essere un mezzo
diottrico la sua funzione trofica nei riguardi di cristallino e cornea.
- CORPO VITREO : un gel chiaro e trasparente ad alto grado di idratazione, nella parte
periferica presenta un addensamento denominato membrana ialoidea, tramite questa si
mette in rapporto con la retina, il corpo ciliare, la faccia posteriore del cristallino che
viene accolta in un infossamento detto fossa ialoidea. Il corpo vitreo attraversato dal
canale ialoideo che parte dalla pupilla del nervo ottico e raggiunge il centro della fossa
ialoidea. La struttura appare realizzata da una trama reticolare di fibrille similcollagene
contenenti un gel ricco di acido ialuronico. Presenta anche cellule dislocate, dette
ialociti, con significato di leucociti modificati.
La circolazione sanguigna assicurata da due sistemi, quello retinico
VASCOLARIZZAZIONE:
e quello ciliare, dipendenti dallarteria oftalmica, ramo della carotide interna. La circolazione
retinica, limitata alla parte ottica della retina dipendente dallarteria centrale della retina. Il
sistema dei vasi ciliari alimentato dallarteria oftalmica, mediante le arterie ciliari posteriori
ed anteriori. Le arterie ciliari posteriori, mediale e laterale, danno origine ad un certo numero
di rami brevi, arterie ciliari posteriori brevi, e ad un solo ramo lungo, arteria ciliare posteriore
hackmed.org
lunga. Le prime perforano la sclera intorno al nervo ottico e costituiscono un cerchio arterioso
attorno alla parte intrabulbare del nervo, anello di Haller. Le seconde, mediale e laterale, dopo
aver perforato la sclera si portano avanti decorrendo nella lamina sovracorioidea. In prossimit
del margine ciliare delliride si risolvono in rami che si anastomizzano fra di loro e con le arterie
ciliari anteriori, formando il grande cerchio arterioso delliride. Da questo partono rami ciliari
per il corpo ciliare e rami iridei per il piccolo cerchio arterioso delliride. Le arterie ciliari
anteriori hanno origine dai rami muscolari dellarteria oftalmica e raggiungono la sclera in
prossimit dellinserzione dei muscoli retti dopo aver dato origine ai rami episclerali. Il sistema
dei vasi venosi presenta differenze rispetto al sistema dei vasi arteriosi. Esso, attraverso le
vene ciliari anteriori, drena il sangue proveniente dalla parte anteriore del corpo ciliare e
lhumor acqueo proveniente dal seno venoso della sclera. Il sangue che proviene dalla parte
posteriore della parte posteriore della sclera prende la via delle vene ciliari posteriori. Il sangue
proveniente dalla corioidea, dal corpo ciliare e dalliride viene convogliato nelle 4 vene
vorticose, una per quadrante del globo oculare e tributarie della vena oftalmica.
Cavit Orbitaria: Il bulbo oculare e le sue formazioni sono accolti nella cavit orbitaria o
orbita, una profonda cavit ossea pari, situata nel massiccio faciale, lateralmente alla radice
del naso al confine dello splancnocranio e il neurocranio. Ha la forma di una piramide
quadrangolare con base anteriore corrispondente allapertura della cavit orbitaria e apice
posteriore corrispondente al foro ottico. Gli spazi della cavit orbitaria, posti fra il periostio che
riveste la superficie interna, periorbita, e le formazioni contenute, sono riempiti dal corpo
adiposo dellorbita. Questo svolge un importante funzione di sostegno e viene mantenuto
costante anche in caso di forte dimagrimento e digiuno prolungato.
Fascia del Bulbo: La fascia del bulbo o capsula del Tenone una lamina di tessuto connettivo
che si applica sulla superficie esterna del bulbo oculare fino allorlo sclerocorneale. Allequatore
del bulbo raggiunge il massimo spessore e d passaggio ai tendini dei muscoli oculari. La
capsula aderente al bulbo oculare soltanto a livello della sua inserzione anteriore e
dellinserzione del nervo ottico, per il resto ha connessioni lasse e non costituisce un ostacolo
ai movimenti. La funzione complessiva del sistema consiste nellassicurare una loggia al bulbo
oculare con il quale il sistema appare solidale nel corso dei movimenti.
Guaine Muscolari: Sono lamine di tessuto connettivo fibroso che circondano le parti carnose
dei muscoli estrinseci dellocchio. Le guaine dei quattro muscoli retti sono connesse per mezzo
di lamine connettivali, membrane intermuscolari, che si fanno pi consistenti procedendo in
direzione anteriore e prendono attacco alla fascia del bulbo.
Tendini di Arresto:
Fasci legamentosi che si dipartono dalle guaine dei muscoli oculari e
passano al connettivo della formazione laminare della fascia del bulbo. A questi spetta
limportante funzione di moderare la trazione esercitata dai muscoli oculari sul bulbo e di
impedire il loro eccessivo accorciamento. Il legamento sospensore di Lockwood contribuisce
anche a mantenere il bulbo oculare nella sua posizione.
Composto dai muscoli estrinseci e dal muscolo elevatore della palpebra
APPARATO MOTORE:
superiore. I muscoli estrinseci sono rappresentati da 4 muscoli retti, superiore, inferiore,
mediale e laterale, 2 muscoli obliqui, superiore ed inferiore, il muscolo elevatore della palpebra
superiore. I 4 muscoli retti nascono nel fondo della cavit orbitaria, da un tendine anelliforme
comune che circonda il nervo ottico, dirigendosi avanti divergono fra loro e terminano
inserendosi sulla sclera al davanti dellequatore dellocchio. Il muscolo obliquo superiore ed
elevatore della palpebra superiore nascono dal fondo della cavit orbitaria, prendendo origine
dal contorno del foro ottico anzich dallanello tendineo. Il muscolo obliquo inferiore lunico
ad avere il punto di origine situato nella parte inferomediale dellapertura anteriore dellorbita
oculare. I due muscoli obliqui si inseriscono sulla sclera al di dietro dellequatore del bulbo, il
muscolo elevatore della palpebra superiore termina sul tarso della palpebra superiore e non
sulla sclera.
- MUSCOLO RETTO MEDIALE : il pi sviluppato dei muscoli retti, origina dal segmento
mediale dellanello tendineo di Zinn, si porta in avanti costeggiando la parete mediale
dellorbita e termina inserendosi con un corto tendine sulla superficie mediale della
sclera. La sua contrazione determina una rotazione sul piano orizzontale con
spostamento del polo anteriore in senso mediale.
hackmed.org
MUSCOLO RETTO LATERALE: Origina con un capo dal segmento laterale dellanello
tendineo e con un capo dal margine inferiore della flessura orbitaria superiore. Decorre
in vicinanza della parete laterale dellorbita e si inserisce sulla superficie laterale della
sclera. La sua contrazione ruota il bulbo oculare sul piano orizzontale spostando il polo
anteriore in senso laterale.
MUSCOLO RETTO SUPERIORE : Origina dalla parte superiore dellanello tendineo, si
porta in avanti decorrendo al di sotto del muscolo elevatore della palpebra superiore e
si fissa obliquamente sulla superficie superiore della sclera. La sua contrazione innalza il
polo anteriore dellocchio.
MUSCOLO RETTO INFERIORE: Prende origine dal segmento inferiore dellanello
tendineo, si porta in avanti decorrendo al di sopra della parete inferiore dellorbita ed
incrocia superiormente il muscolo obliquo inferiore. Termina sulla faccia inferiore della
sclera con uninserzione obliqua. Contraendosi abbassa il polo anteriore dellocchio.
MUSCOLO OBLIQUO SUPERIORE: Nasce dal contorno mediale del canale ottico, si porta
in avanti decorrendo tra la parete mediale e il tetto dellorbita, passa sotto il muscolo
retto superiore e raggiunge lemisfero posteriore del bulbo oculare inserendosi nel
quadrante superolaterale della sclera, dietro al muscolo retto superiore. La sua
contrazione sposta il polo posteriore del bulbo in alto e medialmente ruotando il polo
anteriore dellocchio in basso e lateralmente.
MUSCOLO OBLIQUO INFERIORE : Origina a livello dellangolo inferomediale dellorbita,
dallosso mascellare immediatamente sotto la fossa del sacco lacrimale. Si dirige
lateralmente e in dietro, incrociando inferiormente il muscolo retto inferiore. Si inserisce
nellemisfero posteriore del bulbo oculare sul quadrante inferolaterale della sclera.
Contraendosi sposta il polo posteriore del bulbo in basso e medialmente ruotando il polo
anteriore dellocchio in alto e lateralmente.
MUSCOLO ELEVATORE DELLA PALPEBRA SUPERIORE: Prende origine dal margine
superiore del foro ottico, si dirige in avanti decorrendo sotto al tetto dellorbita e sopra
al muscolo retto superiore. Termina con una espansione fibrosa che si inserisce sul
tarso della palpebra superiore. La sua contrazione determina il sollevamento della
palpebra superiore.
hackmed.org
hackmed.org
ORECCHIO ESTERNO
Padiglione Auricolare:
Ha forma di lamina irregolare, costituito da uno scheletro fibrocartilagineo rivestito da cute,
situato nella parte laterale della testa, anteriormente alla regione mastoidea ed in rapporto con
la regione temporale, larticolazione temporomandibolare e la regione parotidea. Ha forma
ovale con asse maggiore di 60 MM, leggermente obliquo in basso ed in avanti, lasse minore di
30 MM approssimativamente orizzontale. Raggiunge le dimensioni definitive a circa 7 anni, si
considerano due facce, mediale e laterale, che presenta numerosi rilievi e depressioni di cui la
maggiore la conca, posta al centro e si continua con il meato acustico esterno. Lelice il
rilievo pi periferico del padiglione e con la sua radice suddivide la conca in superiore ed
inferiore. In avanti, in alto ed in dietro costituisce il contorno della met superiore, si prolunga
in basso fino a raggiungere il lobulo. Lantelice un secondo rilievo situato tra conca ed elice,
da questo separato dal solco dellelice, nasce in alto dalle due branche che delimitano la
fossa triangolare. Al davanti della conca e al di sotto della radice dellelice presente il trago,
una sporgenza laminare di forma triangolare, lantitrago un rilievo che delimita la parte
posteriore della conca, situato dietro al trago e separato dallincisura intertragica. Il lobulo
dellorecchio una plica cutanea priva di scheletro cartilagineo. La faccia mediale del
padiglione auricolare libera posteriormente e adesa alla superficie laterale della testa
anteriormente. Un solco cefaloauricolare divide la testa dallorecchio. Le arterie del padiglione
sono rami delle arterie auricolare posteriore e temporale superficiale, rami della carotide
esterna. Le vene del padiglione confluiscono in avanti nella vena temporale superficiale e in
dietro nelle vene auricolari posteriore, tributarie della giugulare esterna.
Meato Acustico Esterno:
un condotto fornito di uno scheletro fibrocartilagineo nel terzo laterale e di uno scheletro
osseo nei due terzi mediali. Si estende dalla conca allorecchio medio, termina a livello della
membrana del timpano. Presenta un decorso ad S, la lunghezza di circa 25 MM. Nel punto di
passaggio tra la parte cartilaginea e la parte ossea presenta un restringimento denominato
istmo, in rapporto anteriormente con larticolazione temporomandibolare, posteriormente con
le cellule mastoidee, superiormente con la fossa cranica media, inferiormente con la ghiandola
parotide. Le arterie della parte fibrocartilaginea sono rami delle arterie auricolare posteriore,
temporale superficiale e parotidee, tutte rami della carotide esterna, della parte ossea sono
rami delle arterie timpanica anteriore e auricolare profonda, rami della mascellare interna. Le
vene sono affluenti della temporale superficiale, del plesso venoso periarticolare
temporomandibolare e delle vene articolari posteriori. Tra gli annessi cutanei sono presenti
peli, ghiandole sebacee e ceruminose, queste ultime sono ghiandole sudoripare apocrine,
tubulari semplici di tipo glomerulare, che si aprono sulla superficie cutanea del meato.
ORECCHIO MEDIO
Cavo del Timpano:
Una cavit ossea contenuta nella rocca petrosa del temporale, posta tra orecchio esterno ed
interno. Accoglie la catena degli ossicini e comunica attraverso la tuba uditiva con il faringe,
mediante laditus ad antrum con lapparato mastoideo. Ha la forma di una lente biconcava e vi
si considerano due pareti ed una circonferenza che pu essere suddivisa in quattro pareti,
anteriore, posteriore, superiore ed inferiore. La parete laterale costituita per 3/5 dalla
membrana del timpano e per 2/5 da una cornicetta ossea che circonda la membrana, in alto
diviene assai alta e prende il nome di muro della loggetta. La parete mediale o labirintica
presenta nella sua parte centrale un rilievo denominato promontorio e determinato dalla parte
iniziale del giro basale della chiocciola. Al di dietro del promontorio si trova la finestra rotonda
che comunica con lestremit inferiore della scala timpanica della chiocciola ed chiusa dalla
membrana secondaria del timpano. Al di sopra della finestra rotonda presente la finestra
ovale, di forma ellittica, in cui si fissa con il legamento anulare la base della staffa. Tra le due
finestre si trova una depressione, seno del timpano, in rapporto con la parte ampollare del
canale semicircolare posteriore. Al davanti e al di sopra della finestra ovale si trova lorifizio del
canale del muscolo tensore del timpano. La parete labirintica separa il cavo del timpano dalle
parti del labirinto osseo, infatti la finestra ovale comunica con il vestibolo, nel quale sono
disposti il sacculo e lutricolo. Il promontorio corrisponde alla parte iniziale del giro basale della
chiocciola ossea, nella quale contenuta la parte corrispondente della chiocciola membranosa
o condotto cocleare. La parete anteriore o carotidea presenta nel terzo superiore lostio
hackmed.org
timpanico della tuba uditiva, nella restante parte vi una lamina ossea che la separa dal tratto
ascendente del canale carotico nel quale decorre larteria carotide interna. La parete posteriore
o mastoidea occupata superiormente dalladitus ad antrum, un ampio orifizio che conduce
allantro timpanico, nella parte inferiore si trova la fossa dellincudine e, lateralmente
alleminenza piramidale, si trova il foro di ingresso della corda del timpano. La parete superiore
formata al tegmen tympani, una lamina ossea che separa il cavo del timpano dalla fossa
media della base del cranio. La parete inferiore o giugulare ha la forma di doccia, recesso
ipotimpanico, il cui fondo si presenta cribrato, vi si trova lorifizio di sbocco del canale
timpanico. Diverse arterie concorrono alla formazione della rete arteriosa, larteria
carotimpanica, nata dal tratto intrapetroso della carotide interna, larteria timpanica inferiore,
nata dalla faringea ascendente, larteria stilomastoidea, nata dallarteria auricolare posteriore,
larteria timpanica superiore, nata dalla meningea media, il ramo petroso superficiale, nato
dallarteria meningea media, larteria timpanica anteriore, nata dalla mascellare interna, e rami
tubarici che originano dallarteria faringea ascendente. Il sistema venoso immette,
superiormente nelle vene meningee medie e nel seno petroso superiore, inferiormente nel
bulbo della vena giugulare interna e nei plessi pterigoideo, faringeo e carotideo interno.
Membrana del Timpano:
la membrana del timpano chiude il fondo del meato acustico esterno e divide il cavo del
timpano. Giace su un piano con la faccia laterale volta in basso ed in avanti, ha forma ellittica
con lasse maggiore obliquo dallalto al basso e dal davanti allindietro. foggiata ad imbuto, la
faccia laterale concava e la faccia mediale convessa, il punto pi infossato si chiama
ombelico o umbo. La superficie laterale, rivolta verso il meato acustico esterno, fa trasparire il
manico del martello come una linea chiara detta stria malleolare, la superficie mediale, rivolta
verso il cavo del timpano, aderisce al manico del martello e prende rapporto con la corda del
timpano. Il margine della membrana si fissa mediante un anello fibrocartilagineo, orletto
anulare, al solco del timpano. Nella membrana del timpano si distinguono una parte estesa e
mobile, pars tensa, e una parte piccola e superiore, pars flaccida, tra le due parti vi sono due
fascetti fibrosi, legamenti timpano malleolari, anteriore e posteriore, che formano due pieghe
sulla faccia laterale della membrana del timpano. Le arterie sottocutanee provengono dai rami
arteriosi che vascolarizzano il meato acustico esterno, le arterie sottomucose derivano dalla
timpanica anteriore e dalla stilomastoidea, inoltre presente larteria del manico del martello,
talvolta duplice, data da un ramo radiale. Il sistema venoso si divide in sottocutaneo, tributario
della vena giugulare esterna, e in sottomucoso, tributario della vena giugulare interna.
Catena degli Ossicini:
La catena degli ossicini delludito formata da martello, incudine e staffa, tre piccole ossa
articolate per diartrosi e mantenute da un apparato legamentoso. La catena contenuta nel
cavo del timpano che stabilisce un collegamento tra la membrana e la finestra ovale. Il
martello, il pi laterale degli ossicini, formato da testa, collo e manico. La testa situata nel
recesso epitimpanico ha forma ovoidale e nella parte posteriore si articola con lincudine. Il
collo collega la testa al manico e corrisponde alla pars flaccida della membrana del timpano. Il
manico contenuto nella membrana del timpano e si dirige verso lumbo. Lincudine ha forma
simile ad un molare e vi si distinguono un corpo e due processi. Il corpo accolto nel recesso
epitimpanico e si articola con la testa del martello. Il processo breve o superiore si dirige verso
la parete posteriore del cavo del timpano, andandosi a fissare alla fossa dellincudine. Il
processo lungo o inferiore si porta in basso e termina con il processo lenticolare per mezzo del
quale si articola con la staffa. La staffa situata medialmente allincudine ed composta da
una testa, due archi ed una base. La testa si articola con il processo lenticolare dellincudine e
d inserzione al muscolo stapedio. I due archi, anteriore e posteriore, terminano sulla base che
occupa la finestra ovale, a questa connessa tramite il legamento anulare. La catena degli
ossicini delludito mantenuta in situ dalle connessioni del manico del martello con la
membrana timpanica, dal legamento anulare della staffa, dal legamento del martello e dal
legamento dellincudine. I muscoli della catena degli ossicini sono il muscolo tensore del
timpano o del martello e il muscolo stapedio o della staffa. Il muscolo tensore accolto in un
canale osseo situato al di sopra della tuba uditiva, nella parte anteriore della parete mediale
del cavo del timpano. Con la sua contrazione provoca uno spostamento in senso mediale del
manico del martello, questo determina un aumento della tensione della membrana del timpano
e uno spostamento mediale dellincudine e della staffa. Il muscolo stapedio origina ed
contenuto nelleminenza piramidale, piccolo rilievo osseo situato nella parte posteriore della
hackmed.org
parete mediale del cavo del timpano. Contraendosi tira in dietro la testa della staffa
determinando un leggero spostamento della sua base verso il cavo del timpano. I due muscoli
agiscono sinergicamente ed automaticamente in base alle richieste funzionali, si contraggono
fortemente in risposta a stimolazioni sonore molto intense cos da irrigidire la catena degli
ossicini e smorzare la trasmissione delle vibrazioni. In caso di suoni acuti prevale il muscolo
tensore del timpano che ne facilita la trasmissione, in caso di suoni gravi prevale il muscolo
stapedio che ne facilita la trasmissione. Ad ogni modo un malfunzionamento della catena degli
ossicini delludito determina una grave ipoacusia ma non abolisce del tutto la percezione dei
suoni, infatti le onde sonore possono propagarsi allorecchio interno sia per vibrazione dellaria
contenuta nel cavo del timpano, sia per vibrazione in toto delle formazioni ossee dellorecchio.
Cavit Mastoidee:
Sono alcune cavit comunicanti con il cavo del timpano e contenenti aria, sono principalmente
accolte nellapofisi mastoidea dellosso temporale, questo infatti un osso spugnoso che
presenta numerose cavit dette cellule mastoidee. Le cellule mastoidee comunicano tra di loro
e sono formate da cellule squamose, processo mastoideo squamoso, e da cellule petrose,
processo mastoideo periotico. Tutte, direttamente o indirettamente, comunicano con lantro
timpanico, sono irrorate dalle stesse arterie dellapofisi mastoidea e drenate dalle vene
affluenti del seno petroso superiore e trasverso.
Tuba Uditiva:
un condotto di 35-45 MM che collega la cavit timpanica al rinofaringe. Si divide in parte
ossea, 10 MM scavata nellosso temporale, e parte fibrocartilaginea, 25-35 MM facente seguito
alla parte ossea. La tuba uditiva diretta in avanti, medialmente e in basso, nella parte
centrale presenta un restringimento, denominato istmo, che separa le due parti. La parte
ossea inizia con lostio timpanico della tuba uditiva, termina allistmo continuando con la parte
fibrocartilaginea, questa possiede uno scheletro cartilagineo a forma di doccia ristretta. Sul
margine infero-laterale prende inserzione il muscolo tensore del velo del palato, sul margine
infero-mediale prende inserzione il muscolo elevatore del velo del palato. Grazie a questi due
muscoli i movimenti del palato molle sono in grado di determinare la perviet della tuba
uditiva. Lorifizio faringeo della tuba uditiva si apre nel rinofaringe, ha forma triangolare con
base inferiore, delimitato posteriormente dal tortus tubarius e anteriormente dalla piega
salpingofaringea. Le arterie tubariche provengono dallarteria faringea ascendente, dallarteria
del canale pterigoideo e dallarteria meningea media. Le vene tubariche sfociano nel plesso
pterigoideo tributario della vena giugulare interna.
ORECCHIO INTERNO
Labirinto Osseo:
Il labirinto osseo risulta costituito da una parte posteriore o vestibolare e da una parte
anteriore o acustica. Il labirinto posteriore comprende il vestibolo, i canali semicircolari ossei e
lacquedotto del vestibolo. Il labirinto anteriore costituito dalla chiocciola o coclea ossea e
dallacquedotto della chiocciola o coclea.
- Vestibolo : Si presenta come una piccola cavit di forma ovoidale, posta fra il cavo
del timpano e il meato acustico interno, qui si aprono i canali semicircolari ossei, la
finestra ovale, la chiocciola ossea e lacquedotto del vestibolo. Nella parete laterale,
verso il cavo del timpano, si apre la finestra ovale. Nella parete superiore si aprono
quattro orifizi, il laterale anteriore lo sbocco del braccio ampollare del canale
semicircolare laterale, il laterale posteriore lo sbocco del braccio semplice del
canale semicircolare laterale, il mediale anteriore lo sbocco del braccio ampollare
del canale semicircolare superiore, il mediale posteriore lo sbocco del braccio
comune di canali semicircolari posteriore e superiore. Nella parete mediale si
osservano in alto il recesso ellittico il cui fondo la macula cribrosa utricolare, in
basso il recesso sferico il cui fondo la macula cribrosa sacculare, tra i due recessi
vi la cresta del vestibolo. In prossimit del pavimento si trova il recesso cocleare
che accoglie il cieco vestibolare, la parte iniziale della chiocciola membranosa e
lorifizio interno dellacquedotto del vestibolo. La parete posteriore presenta lorifizio
di sbocco del braccio ampollare del canale semicircolare posteriore. La parete
anteriore occupata da un foro ellittico che conduce nella scala vestibolare della
chiocciola. La parete inferiore o pavimento percorsa longitudinalmente dalla
fessura vestibolotimpanica che conduce nella cavit sottovestibolare.
hackmed.org
hackmed.org
FUNZIONAMENTO ORECCHIO
L'orecchio interno costituito da tre cavit che formano un unico complesso che prende il
nome di labirinto. Le tre porzioni del labirinto sono il vestibolo, i canali semicircolari e la
chiocciola. All'interno del labirinto c' una sostanza liquida, perilinfa, ricca di ioni potassio,
sospeso nel labirinto c' il labirinto membranoso contenente un altro fluido, endolinfa, un
liquido pi denso della perilinfa ad elevata concentrazione di ioni sodio. Il vestibolo si estende
fra i canali semicircolari e la coclea composta da tre canali divisi da due membrane che si
estendono longitudinalmente: la membrana basilare e la membrana vestibolare. Il canale
mediano il dotto cocleare pieno di endolinfa, ai suoi lati ci sono il canale vestibolare e il
canale timpanico pieno di perilinfa. Sulla membrana basale si estende il vero e proprio organo
uditivo: l'organo del Corti che possiede una grande variet cellulare fra cui delle particolari
cellule ciliate che posseggono dalle 100-200 stereociglia ed un unico tirociglio, che entrano in
comunicazione sinaptica con le fibre del VIII nervo cranico o nervo acustico. Sulla membrana
di queste cellule vi sono dei canali per il K+ chiusi in condizione di riposo. Le onde sonore
vengono convogliate attraverso il padiglione auricolare al canale uditivo che funge da
risonatore acustico. Attraverso il canale uditivo il suono giunge alla membrana timpanica che
per effetto delle onde sonore vibra, a questo punto tale energia meccanica viene propagata,
attraverso i tre ossicini dell'orecchio medio, martello, incudine e staffa, alla finestra ovale che
si apre nell'orecchio interno. Il timpano ha un'estensione di superficie 30 volte maggiore di
quella della finestra ovale quindi ci rappresenta un fattore di amplificazione che deve essere
moltiplicato per due e si riferisce all' amplificazione dovuta alla meccanica delle leve che gli
ossicini rappresentano, il fulcro nel punto di giunzione fra la staffa e l'incudine, il primo
hackmed.org
braccio a due volte pi lungo del secondo braccio b se si considera il complesso osseo una
leva di primo grado, quindi il suono arriva all'orecchio interno con un'amplificazione di un
fattore prossimo a sessanta. Il gradiente pressorio che si forma induce la vibrazione della
membrana basale che fa oscillare le ciglia delle cellule dell'organo del Corti. Lo stimolo
meccanico induce l'apertura dei canali per il K+, le cellule del Corti sono bagnate da endolinfa
quindi per gradiente chimico il K+ entra nelle cellule generando una depolarizzazione che
induce un cambio di carica intracellulare che apre i canali per il Ca++, questo viene liberato nel
citoplasma inducendo l'apertura delle vescicole contenenti neurotrasmettitori che vengono
riversate per esocitosi all'esterno. Le cellule sono in comunicazione sinaptica con l'VIII paio di
nervi cranici. L'impulso giunge cos al sistema nervoso centrale.
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
Prenatali: Inizialmente cresce nella stessa misura della colonna vertebrale ed occupa
lintero canale vertebrale. Il limite superiore corrisponde al primo nervo spinale e
linferiore al coccige. In questo periodo tutti i nervi spinali emergono ad angolo retto dai
vari neuromeri per portarsi ai rispettivi fori intervertebrali. A partire dal quarto mese la
colonna vertebrale si sviluppa pi rapidamente rispetto al midollo vertebrale facendolo
risalire nel canale vertebrale e causando lascesa del midollo spinale. Il punto
emergenza delle radici spinali si sposta pi in alto rispetto al corrispondente foro
intervertebrale causandone un tragitto obliquo in basso ed in fuori. Le ultime radici,
lunghissime e semiverticali, formano la cauda equina e labbozzo midollare fissato al
coccige si stira a formare il filamento terminale.
Postnatali: Nelladulto il midollo spinale termina a livello di L1-L2 nel maschio e di L2
nella femmina, il limite superiore corrisponde al margine alto dellatlante. Il filamento
terminale con la cauda equina e le terminazioni dei vasi spinali anteriori attraversano il
sacco durale a livello di S2 dividendosi in filamento terminale interno e esterno, il
secondo avvolto dalla guaina terminale e discende con il nome di legamento coccigeo
espandendosi a ventaglio sulla prima vertebra coccigea. In senso trasversale il midollo
spinale riempie solo i 3/5 del canale vertebrale, tra la superficie esterna del midollo
spinale e la superficie interna del canale vertebrale si delimita lo spazio perimidollare.
Qui presente la dura madre che viene divisa nella porzione epidurale, con plessi
venosi e depositi adiposi, e nella porzione subdurale, seguita subito dallaracnoide che
d sepimenti simili ad una rete immersi nel liquido cefalorachidiano, infine vi la pia
madre che aderisce strettamente alla superficie esterna del midollo spinale.
Mezzi di Fissit: mantenuto in sede dalla sua continuit con il bulbo, dalle radici dei nervi
spinali e dal filamento terminale, dai legamenti denticolati che si portano dai due cordoni
laterali del midollo alla dura madre nella quale si inseriscono mediante sistemi di arcate
fibrose.
STRUTTURA:
Sostanza Bianca: Formata da fibre con guaina mielinica per lo pi a decorso
longitudinale e raggruppate in fasci. Si dividono in fasci di proiezione ascendenti e
discendenti, nel caso in cui i due tipi coesistano si dicono fasci di associazione.
I fasci di associazione sono costituiti da fibre che discendono o salgono per pochi
neuromeri, assicurando la connessione tra i segmenti midollari e rivestendo un ruolo
fondamentale nel riflessi spinali plurisegmentali o propriospinali. Si considerano fasci di
associazione solo quelli che originano da neuroni funicolari e connettono i neuromeri
midollari vicini, fasci di associazione intersegmentale, e i neuromeri midollari craniali
con il tronco dellencefalo, fasci di associazione interassiale.
I fasci di proiezione ascendenti sono vie della sensibilit generale che si articolano con
varie stazioni e terminano con la corteccia telencefalica, vi sono tre sistemi a significato
filogenetico e funzionale differente. Il primo sistema filogeneticamente pi antico e
caratterizzato da numerose stazioni di arresto intramidollari. Veicola sensazioni
incoscienti o coscienti mal localizzabili e poco discriminate, dolore profondo, che
arrivano ai nuclei del tronco dellencefalo e del talamo, dai quali si proiettano alla
corteccia telencefalica. In questo sistema rientrano i fasci spino-talamico, spino-tettale,
spino-olivare, spino-reticolare e spino-vestibolare. Un secondo sistema quello delle vie
spino-cerebellari che comprendono i fasci spino-cerebellare dorsale, diretto o di Flechsig
e spino-cerebellare ventrale, crociato o di Gowser. Trasportano stimoli propriocettivi
incoscienti provenienti dagli organi periferici dellapparato locomotore. Un terzo sistema
filogeneticamente pi recente, compare solo nei mammiferi, composto da fasci del
cordone posteriore che trasportano diversi tipi di sensazioni esterocettive e
propriocettive coscienti, quali la tattile epicritica, termica e dolorifica superficiale. Tutte
sensazioni ben discriminabili, localizzabili con precisione e contraddistinte da una
rappresentazione ordinata o somatotopica tanto a livello delle via di conduzione che dei
centri intercalati con localizzazione bulbare e diencefalica. Appartengono a questo
sistema il fascicolo gracile di Golgi e il fascicolo cuneato di Burdach.
I fasci di proiezione discendenti percorrono il midollo in direzione craniocaudale e si
ritrovano solo nel cordone anterolaterale. Il primo sistema di origine corticale,
hackmed.org
hackmed.org
hackmed.org
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Edizioni HACKMED.ORG
Perugia
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Il sistema nervoso (S.N.) il sistema pi nobile che abbiamo in quanto senza questo
sistema non riusciremmo a percepire la realt esterna, a programmare ed eseguire
movimenti, ad avere una vita di relazione, n a regolare la funzione dei visceri.
Da un punto di vista anatomico possiamo dividere il S.N. in due parti topografiche.
-IL SISTEMA NERVOSO CENTRALE (S.N.C.)
-IL SISTEMA NERVOSO PERFIERICO (S.N.P.)
Il SNC posto dentro una teca ossea costituita da neurocranio e canale vertebrale,
mentre il SNP quella parte di SN che si trova al di fuori della teca. Queste due parti sono
in ogni modo connesse sia anatomicamente sia funzionalmente.
Da un punto di vista funzionale possiamo ancora dividere il SN in due parti:
-IL SISTEMA NERVOSO SOMATICO
-IL SISTEMA NERVOSO VEGETATIVO O AUTONOMO
Il SN somatico quella parte di SN (centrale o periferico) che ha a che fare con il soma in
senso lato, dove per soma intendiamo i muscoli scheletrici, la cute e la mucosa vicino alla
cute.
Il SN vegetativo quella parte di SN (centrale o periferico) che ha la funzione di regolare
e controllare la funzione dei visceri.Tale sistema autonomo fino ad un certo punto in
quanto studieremo strutture centrali in grado di controllare tale sistema.
Se volessimo rappresentare il meccanismo alla base dellanatomia e fisiologia del SN
somatico potremmo pensare ad un circuito costituito da un interruttore collegato ad una
lampadina: ogni volta che pigiamo linterruttore la lampadina si accende in modo
stereotipo ossia costante possiamo schematizzare tale circuito come segue:
dendrite
assone
2
direzione dellimpulso---->
SNC
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Noi uomini abbiamo gli archi riflessi semplici ma in genere abbiamo circuiti pi complessi
Sempre rifacendoci allesempio della lampadina possibile modulare lintensit di luce
introducendo nel circuito un reostato. Allo stesso modo possibile modulare una risposta
introducendo tra neurone sensitivo e neurone motore uno o pi neuroni.
MUSCOLO
Moltiplicato allennesima potenza questo quello che abbiamo nel nostro SNC, un
sistema complicato ma che regola il rapporto tra neurone sensitivo e neurone
effettore,tale per cui noi siamo caratterizzati da una gamma vastissima di movimenti
possibili.
Quindi la possibilit di modulare risposte proporzionale alla complessit del sistema che
regola il passaggio dell informazione dal neurone sensitivo al neurone motore, ossia dal
sensore alleffettore.
Questo modulo si ripete dovunque nel SN e raggiunge la massima complessit
nellencefalo.
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Il terzo livello gerarchico costituito dal tronco dellencefalo il quale rappresenta il luogo
di passaggio di tutte le vie di comunicazione che dalla periferia vanno verso la corteccia
viceversa.
Il secondo motivo dimportanza del tronco dellencefalo che in tale sede abbiamo il
CENTRO CARDIO RESPIRATORIO vale a dire un gruppo di neuroni che regolano la
frequenza e la forza di contrazione del cuore e la frequenza e la profondit del respiro.
Se si rompono le vertebre cervicali (il collo) di una persona essa muore istantaneamente
sia perch si lesiona il midollo spinale ma soprattutto perch si interrompe la
comunicazione tra centro cardio-respiratorio e centri sottostanti.
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Il terzo motivo dellimportanza del tronco dellencefalo che da questo si dipartono delle
vie dirette verso il basso dette VIE DI MOVIMENTO o DI MOTO.
Alcune parti del tronco dellencefalo hanno delle comunicazioni privilegiate con il
cervelletto.
4 LIVELLO GERARCHICO: IL MIDOLLO SPINALE
Abbiamo gi visto come la corteccia cerebrale sia sollevata in circonvoluzioni e giri al fine
di aumentare la superficie. Osservando un emisfero lateralmente possiamo osservare
DUE SCISSURE: una scissura va dallalto in basso e un po in avanti ed detta
SCISSURA CENTRALE O DI ROLANDO.
La seconda scissura quasi perpendicolare alla prima ed detta SCISSURA LATERALE
DI SILVIO.
La massa di cervello posta al davanti della scissura di Rolando prende il nome di LOBO
FRONTALE. La massa di cervello posta dietro la scissura di Rolando e sopra la scissura
di Silvio ma anche al di sotto della scissura di Silvio viene divisa in tre lobi mediante un
piccolo artificio:prolunghiamo idealmente la scissura di Silvio(posteriormente) con una
specie di ipsilon ----< e otteniamo:
un LOBO PARIETALE, che quella parte di telencefalo posta dietro la scissura centrale,
sopra la scissura laterale di Silvio e al davanti del prolungamento ideale superiore della
scissura di Silvio.
Un LOBO OCCIPITALE che quella parte di telencefalo compreso tra le due branche
immaginarie della ispsilon costituita.
Un LOBO TEMPORALE che quella parte di telencefalo che si trova sotto la scissura di
Silvio e al davanti del prolungamento ideale inferiore della scissura di Silvio.
Questi aggettivi (frontale, parietale, occipitale e temporale) derivano dal rapporto
anatomico e topografico che esiste tra questi lobi e le varie ossa del neurocranio.
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Se seguiamo un gruppo di queste radicole che fanno capo allo stesso ganglio spinale
capiamo che vanno a finire ad un pezzo ben preciso di MS che prende il nome di
NEUROMERO.
Quindi IL MS E LA SUCCESSIONE DI UNA SERIE DI NEUROMERI. OGNI
NEUROMERO E UN SEGMENTO DI MS CUI FANNO CAPO GRUPPI BEN DEFINITI DI
RADICOLE CHE A LORO VOLTA FANNO CAPO AD UNA COPPIA DI GANGLI SPINALI
(UNO DI DX E LALTRO DI SIN).
In realt LE RADICOLE POSTERIORI SONO COSTITUITE DA FIBRE CHE ENTRANO
NEL MS e siccome tutto ci che entra nel MS sensitivo allora queste radici sono dette
RADICI SENSITIVE.
Tagliando queste radici si ottiene una paralisi sensitiva per cui il soggetto non prova
alcun tipo di sensazione tattile, dolorifica, termica e propriocettiva.
Anche dal davanti del MS emergono delle radici che per non fanno capo ad alcun
ganglio.
Il taglio di queste radici provoca una paralisi motoria.
Le radici anteriori sono dette radici motorie.
Dallunione, al di fuori del canale vertebrale (teca ossea), delle radici motorie (o anteriori)
e delle radici sensitive (o posteriori) si hanno i NERVI SPINALI che sono quindi NERVI
MISTI ad eccezione del primo nervo spinale, ESCLUSIVAMENTE MOTORIO, in quanto il
primo neuromero ha solo radici anteriori.
Alcuni nervi spinali convergono a formare PLESSI (es: plesso brachiale) mentre altri
rimangono singoli (es: nervi intercostali).
Ogni neuromero dovrebbe corrispondere ad una vertebra, questo vero con una
eccezione:I NEUROMERI CERVICALI SONO 8 A FRONTE DI SETTE VERTEBRE
CERVICALI. Il nervo C1 esce dallalto tra losso OCCIPITALE e la prima vertebra
cervicale o Atlante.
Unaltra cosa che possiamo vedere dalla FIG1 che il MS finisce tra L1 e L2 mentre il suo
numero di neuromeri pari al numero delle vertebre + uno e si pu inoltre osservare la
presenza di coppie di gangli per ogni vertebra.
Il fatto che andando da C1 in gi lasse centrale delle radici si inclina tanto che, verso L2,
tale asse diventa verticale. Ci significa che le radici (anteriore e posteriore) devono
percorrere un certo tragitto verticali dentro il canale vertebrale prima di arrivare al propri
ganglio.
Al di sotto di L1 il canale vertebrale contiene solo RADICI ANTERIORI E POSTERIORI.
La matassa di fibre sotto L1 definita CAUDA EQUINA. La conseguenza pratica
dellesistenza della cauda equina che sotto L1 non ho pi midollo spinale e questo
permette di fare la PUNTURA LOMBARE che viene fatta tra L2-L3 o tra L3 ed L4.
Inoltre non c rischio di ledere la cauda equina perch le radici di destra sono separate
da quelle di sinistra per cui in mezzo c una zona deserta.
I GANGLI SPINALI CONTENGONO ANCHE I CORPI CELLUALRI O PIRENOFORI DEI
NEURONI GANGLIARI SPINALI O SENSITIVI OLTRE CHE ALLE FIBRE.
I NEURONI GANGLIARI SPINALI SONO NEURONI PSEUDOUNIPOLARI in quanto
sembrano neuroni ad un unico polo ma in verit non lo sono.
Il loro corpo d infatti origine ad un unico prolungamento che, dopo un breve tragitto, si
divide a T con una branca che va in periferia ed una branca che va al centro, ossia al
MS ossia con una branca centrifuga ed una branca centripeta.
DENDRITE
ASSONE
Corrente
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Dato per che la corrente percorre un assone a senso unico ed obbligato, allora avremo
che, essendo il flusso unidirezionale le due branche non sono omologhe comportandosi
luna da dendrite e laltra da assone.
Unaltra conseguenza dellorganizzazione del ganglio che il pirenoforo non viene
innervato da niente ( secondo alcuni autori ci sarebbero in verit degli interneuroni).
Se osserviamo una sezione trasversale vediamo che il MS non occupa tutto lo spazio che
ha a disposizione. Questo dipende dal fatto che la teca ossea rivestita da una
membrana di tessuto connettivo detta DURA MADRE. Alla dura madre si applica unaltra
membrana detta ARACNOIDE (dal
greco ARACNOS = RAGNO)
Il MS a sua volta avvolto da una
terza membrana detta PIA MADRE.
Linsieme di DURA MADRE,
ARACNOIDE E PIA MADRE
costituisce le MENINGI ossia UN
INVOLUCRO CHE AVVOLGE IL MS
E LENCEFALO E CHE PROTEGGE
IL MS E LENCEFALO.
Mentre laracnoide incollata alla
dura madre, non lo la pia madre.
Lo spazio tra aracnoide e pia madre
detto SPAZIO SUB-ARACNOIDEO
e contiene:
Tralci fibrosi che vanno dallaracnoide alla pia madre.
Vasi che hanno il compito di portare sangue al MS.
Un liquido chiaro e limpido come lacqua e della stessa composizione del liquido
interstiziale (acqua, ioni, glucosio, aminoacidi) che chiamato LIQUOR o LIQUIDO
CEREBROSPINALE o LIQUIDO CEFALO-RACHIDIANO.
Tale liquido forma una specie di CUSCINETTO IDRICO posto intorno al MS che
impedisce al MS stesso di venire a contatto con le superfici ossee, fungendo da
AMMORTIZZATORE.
Quindi il liquor ha la funzione di proteggere il MS e lencefalo dai mini traumi.
Abbiamo detto che con la puntura lombare non c rischio di ledere qualche elemento
della cauda equina. Questo perch per tutto il canale vertebrale esistono dei legamenti
disposti frontalmente che vanno dalla parete laterale alla faccia laterale del MS a destra e
a sinistra e che si chiamano LEGAMENTI DENTICOLATI perch sono come i denti di un
pettine.
Questi legamenti, che sono dipendenze della dura e dellaracnoide, fissano laterolateralmente il MS ed inoltre rappresentano una barriera per cui le radici posteriori sono
separate fisicamente da quelle anteriori ed inoltre fissano tali radici nel luogo in cui stann
impedendo loro di spostarsi verso il centro.
Il risultato che gli elementi della cauda equina sono tutti spostati lateralmente e quindi
non si trovano nel mezzo dove viene fatta la puntura.
Se facciamo una sezione trasversa di MS vediamo, oltre alle radici posteriori e a quelle
anteriori, due solchi dai quali entrano le radici posteriori e dai quali escono le radici
anteriori. Chiameremo SOLCO VENTRO LATERALE il solco da cui esce la radice
anteriore e SOLCO DORSO LATERALE quello da cui entra la radice posteriore. In oltre
osservando la sezione trasversa vediamo una parte centrale pi scura che ha la forma di
H o di farfalla, circondata da una massa di sostanza bianca detta SOSTANZA BIANCA.
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
10
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
La sostanza grigia tale, ossia grigia, perch vi si concentrano i corpi cellulari dei
neuroni spinali ossia i pirenofori che sono relativamente grandi. Le fibre che si hanno
dentro la sostanza grigia sono amieliniche in quanto sono costituite da dendriti che per
definizione sono amielinici e da assoni amielinici.
La sostanza bianca tale perch non contiene pirenofori ma contiene fibre che per la
maggioranza sono mieliniche.
La sostanza grigia si organizza macroscopicamente in DUE CORNA ANTERIORI CORTE
E LARGHE e/in DUE CORNA POSTERIORI LUNGHE E SOTTILI (raggiungono il solco
dorso laterale).
Queste 4 corna sono unite dalla COMMESSURA GRIGIA (la barretta dellH).
La COMMESSURA GRIGIA presenta centralmente un canalino detto CANALE
CENTRALE O EPENDIMALE che contiene il LIQUOR.
La sostanza bianca organizzata in CORDONI (O FUNICOLI) e precisamente da 6
cordoni, 3 a dx e 3 a sn:
2 CORDONI POSTERIORI che sono le due regioni cuneiformi di sostanza bianca che
sono comprese tra il solco dorso mediano e i solchi dorso laterali
2 CORDONI ANTERIORI che si estendono dalla scissura ventro-mediana ai solchi
ventro-laterali
2 CORDONI LATERALI compresi tra i solchi ventro-laterali e quelli dorso-laterali, che
sono i pi grandi.
La stragrande maggioranza delle fibre mieliniche che formano la sostanza bianca
decorrono longitudinalmente ossia sono fibre che salgono dalla periferia ai centri nervosi
superiori o che scendono dai centri nervosi superiori alla periferia.
Se confrontiamo le sezioni trasversali fatte a vari livelli del MS vediamo che la sostanza
bianca pi abbondante a livello cervicale e lo meno a livello sacrale.
Questo logico se pensiamo che una radice sensitiva a livello di S1, per esempio, deve
salire per tutto il MS per arrivare ai centri superiori dove deve essere programmata una
risposta a tale sensazione.
Quindi a livello di C1 troveremo anche le fibre che salgono dai neuromeri inferiori.
Lo stesso discorso vale per le vie discendenti di moto: al livello di C1 passeranno sia le
vie che si fermano a C1 che quelle che vanno a S5.
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
11
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
12
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
3. NEURONI MULTIPOLARI dal cui pirenoforo si diparte un solo assone ma, dal polo
opposto a questo si dipartono molti dendriti che si ramificano. Questo tipo il pi
diffuso.
Inoltre sappiamo che da un neurone origina un solo assone ma ci non significa che un
neurone innerva una sola cellula effettrice in quanto lassone, ad una certa distanza dal
pirenoforo da cui origina, pu ramificarsi.
QUESTO CI PERMETTE DI INTRODURRE IL CONCETTO DELLA CONCENTRAZIONE
DELLINFORMAZIONE E DELLAMPLIFICAZIONE DEL MESSAGGIO.
Per quanto riguarda il concetto della concentrazione dellinformazione, dobbiamo tener
presente che un neurone pu avere un numero elevato di dendriti che possono ricevere
informazioni da un altrettanto elevato numero di altri neuroni (sinapsi asso-dendritica) e
quindi pu rappresentare un LUOGO DI CONVERGENZA DI IMPULSI.
Dallaltra parte dello stesso neurone parte un solo assone che per pu dare vari rami ch
vanno a reclutare altrettanti neuroni amplificando linformazione (DIVERGENZA
DELLINFORMAZIONE).
Quindi abbiamo 2 piramidi simmetriche, speculari, unite per lapice nel quale posto il
neurone, che rappresentano da un lato la convergenza dellimpulso che dalla base va
verso lapice della piramide e la divergenza dello stesso dallapice alla base della seconda
piramide.
CONVERGENZA
DIVERGENZA
Bisogna anche sottolineare che NON ESISTONO NEURONI CHE NON INNERVINO
QUALCHE COSA. GLI STESSI NEURONI SECRETORI VANNO A CONTATTARE, CON
IL LORO ASSONE, UN CAPILLARE.
Il bersaglio di un neurone pu essere un altro neurone, una fibra muscolare striata, una
fibrocellula muscolare liscia, una ghiandola endocrina oppure una ghiandola esocrina.
Per prendere contatto con la cellula bersaglio, lassone finisce con un bottone sinaptico a
valle e ad una certa distanza dal quale si trova il bersaglio.
13
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
La membrana del bottone detta membrana pre-sinaptica mentre quella del bersaglio
detta membrana post-sinaptica.
Lo spazio tra queste due membrane lo spazio sinaptico.La membrana presinaptica ha
un macchinario, enzimatico e non, che permette di far fondere le vescicole presinaptiche,
ognuna delle quali contiene un quanto di neurotrasmettitore, con la membrana
presinaptica e di rilasciare il neurotrasmettitore nello spazio sinaptico.
Daltro canto la membrana post sinaptica possiede specifici recettori per il
neurotrasmettitore rilasciato ed un corredo enzimatico in grado di distruggere il
neurotrasmettitore una volta che ha agito.
La trasmissione delleccitazione dallelemento pre sinaptico a quello post sinaptico
avviene quindi mediante una sostanza chimica ed per questo detta SINAPSI CHIMICA.
Esistono anche sinapsi elettriche che sono state trovate per solo negli invertebrati e nei
pesci.
La nostra specie proprio perch ha sinapsi chimiche, si evoluta per introdurre una
CERTA LATENZA nel passaggio dellinformazione dallelemento presinaptico a quello
post sinaptico: ESISTONO LATENZE MISURABILI NEGLI EVENTI DEL SISTEMA
NERVOSO.
Il motivo per cui stata introdotta tale latenza il seguente: bench il passaggio di
informazione allinterno del SN possa essere sufficientemente veloce (va da 20cm/sec a
circa 200cm/sec), gli effettori, come ad esempio i muscoli scheletrici che devono compier
i movimenti, per come sono istologicamente fabbricati, non possono rispondere alle
sollecitazioni nervose altrettanto velocemente: LA LATENZA DEGLI EVENTI
CONTRATTILI E DI GRAN LUNGA SUPERIORE RISPETTO ALLA VELOCITA DI
PASSAGGIO DELLO STIMOLO DALLA CORTECCIA AL MUSCOLO.
Questo perch gli eventi biochimici alla base dellaccorciamento del sarcomero sono pi
lenti rispetto agli eventi elettrici alla base della trasmissione dellimpulso. Nonostante la
presenza delle sinapsi chimiche si ha disuguaglianza tra conduzione dellimpulso e
contrazione, figuriamoci se le sinapsi fossero state elettriche.
TIPI DI SINAPSI CHIMICHE ECCITATORE ED INIBITORIE
14
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
15
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
2)INIBIZIONE RETROGRADA
3)INIBIZIONE PRESINAPTICA
In questo tipo di inibizione lassone del neurone inibitore prende contatto con il bottone
presinaptico di un neurone eccitatorio.
Tale contatto fa si che il bottone presinaptico non si depolarizzi, anzi si iperpolarizzi: non
si ha trasmissione del segnale perch non si liberano le vescicole del neurotrasmettitore
dal bottone presinaptico.
4) CIRCUITO DISINIBITORIO
Questo tipo di inibizione consiste nellinibizione di un neurone inibitore. Per avere un
circuito disinibitorio sono necessari almeno quattro neuroni in serie ed indispensabile
che il primo ed il quarto neurone siano eccitatori, mentre il secondo ed il terzo inibitori. Se
il neurone 1 eccita il 2 questo, essendo inibitorio, va ad inibire 3 che essendo
inibitorio non viene attivato e quindi non va ad inibire 4 che cos pu scaricare.
123
16
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Questo meccanismo alla base dei circuiti di connessione tra corteccia e nuclei della
base i quali sono indispensabili per lapprendimento motorio (come ad esempio,
limparare ad andare in bicicletta) e per riportare alla mente lo schema motorio appreso
ogni qualvolta necessario (ad esempio, anche dopo 10 anni che non vado pi in
bicicletta sono in grado di rifarlo in quanto ho memorizzato lo schema motorio dellandare
in bicicletta).
TIPI DI INIBIZIONE
Il bottone presinaptico di un neurone inibitorio rilascia un neurotrasmettitore inibitorio ne
senso che questo, legandosi ai propri recettori presenti nella membrana post sinaptica,
produce una transitoria IPERPOLARIZZAZIONE, dellelemento post sinaptico che non
in grado, per un certo periodo (qualche msec), di rispondere ad uno stimolo che gli pu
derivare per sinapsi con un secondo neurone che disposto in parallelo.
Cos se il neurone C inibito da B esso non pu rispondere allo stimolo eccitatorio ch
gli deriva da D che posto in parallelo con C perch tale stimolo trova una membran
iperpolarizzata.
SENSIBILITA
17
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
18
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Le lamine II e III sono costituite da interneuroni, la maggior parte dei quali sono inibitori,
che scaricano sulla lamina I o sulla V ossia sui neuroni che mediano la sensibilit
dolorifica.
Nella lamina IX sono contenuti esclusivamente MOTONEURONI SOMATICI ossia neuroni
i cui assoni innervano uno o pi muscoli scheletrici.
La lamina VIII molto complessa e sar esaminata in seguito.
La lamina VII possiede oltre a neuroni che accolgono la sensibilit propriocettiva, un tipo
di motoneurone che fa parte del SN autonomo (che regola le attivit viscerali) il cui
assone va a regolare lattivit della muscolatura liscia o lattivit secretiva di una ghiando
endocrina o esocrina.
Tale motoneurone detto quindi viscerale ed localizzato nella regione laterale del corno
anteriore.
Nella lamina VII abbiamo anche un terzo tipo di neurone che in realt un interneurone,
solitamente inibitorio che va a scaricarsi sul motoneurone somatico (lamina IX), questo
un esempio di inibizione retrograda. E il tipo di neurone pi abbondante nella lamina VII.
19
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Una volta che linformazione sensitiva arrivata a tali neuroni della sostanza grigia, ques
la trasmettono ai centri gerarchicamente superiori.
Per capire come questo avviene scegliamo un qualsiasi neuromero del midollo spinale ad
esempio S5. Osserviamo tale neuromero, vediamo un neurone pseudounipolare sensitivo
che manda il suo dendrite alla cute, in questo esempio la cute perianale. Se ho prurito
allano (il prurito una forma di sensibilit dolorifica protopatica) i miei recettori dolorifici
raccolgono tale stimolo e lo inviano al neurone pseudounipolare S5. Da tale neurone
parte un assone S5 che scarica alla lamina V a livello di un neurone dolorifico posto in
questa lamina.
Avviene che tale neurone manda il suo assone al corno anteriore controlaterale al confine
tra cordone anteriore e cordone laterale attraversando la commissura grigia.
Lincorciamento si fa davanti al canale ependimale, per cui al davanti di questo canale
abbiamo per tutta la lunghezza fibre che si incrociano e questo riveste una notevole
importanza nelle malattie di tale canale.
Quando tale assone arrivato al limite tra
cordone anteriore e laterale
improvvisamente piega ad L e sale
percorrendo tutti i neuromeri da S5 a C1
senza interruzioni.
Si forma cos una via la quale origina dal
MS (nellesempio a sinistra) incrocia
controlateralmente (va a destra) e sale fino
a percorrere tutto il tronco dellencefalo per
andare a finire al talamo (PARTE DEL
DIENCEFALO). Tale via detta SPINO
TALAMICA perch un neurone del MS fa
sinapsi con un neurone talamico: LA
LAMINA DI SINISTRA ARRIVA AL
TALAMO DI DESTRA. I NEURONI
TALAMICI INVIANO POI I LORO ASSONI
ALLA CORTECCIA DX.
Da questo si deduce che:
1) IL DOLORE APPLICATO ALLA PARTE
SINISTRA DEL CORPO VIENE
SENTITO CON IL CERVELLO DESTRO
E VICEVERSA (LEGGE DELLA
CONTROLATERALITA)
2) SE SUBISCO UN TRAUMA ALLA
COLONNA VERTEBRALE CHE TAGLIA
LA META DESTRA DEL MS, AD UN
CERTO LIVELLO AD ES. T9,ESSO
INTERROMPE TUTTA LA
COMUNICAZIONE TRA CERVELLO E
MS AL DI SOTTO DI T9.
Ci significa che non avr sensibilit nelle
zone innervate dai neuroni sotto a T9 (da
coccigeo 3 a T9 incluso) e quindi non
sentir sensibilit dolorifica allarto di
sinistra, al gluteo di sinistra, allemitorace di
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
20
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Abbiamo gi accennato che la via spino talamica non utilizzata dalla sensibilit tattile
epicritica. Abbiamo gi detto che per sensibilit tattile epicritica (o discriminata) si intend
la possibilit di sentire come separati due stimoli tattili uguali, applicati su due punti vicin
della cute.
Se tocchiamo il dorso della persona con la punta delle due matite distanti circa 1cm,
contemporaneamente, a quella distanza sono in grado di distinguere i due stimoli. Se
uniamo le due punte (distanza max tra le punte 2-3 mm) allora non sono pi in grado di
distinguere i due stimoli ma sento uno stimolo tattile unico. Se ora ripeto tale esperiment
a livello della guancia, delle labbra, della lingua o dei polpastrelli, allora sar comunque in
grado di distinguere lo stimolo come duplice.
COME VIAGGIANO LA SENSIBILIT EPICRITICA E QUELLA PROPRIOCETTIVA
COSCIENTE ALLA CORTECCIA?
Se stimolo un recettore tattile strutturato (es. corpuscolo di Maisner) esso far capo ad un
neurone gangliare il cui assone entra nel MS per le radici posteriori ed immediatamente s
biforca ad L:
1) La branca corta entra nel corno posteriore e fa sinapsi con un neurone nella lamina 4
e 5 da cui si diparte la via spino talamica descritta (sensibilit protopatica);
2) La branca lunga va a finire nel cordone posteriore dello stesso lato, piega ad L e sale
su per arrivare al tronco dellencefalo. Tale via veicola la sensibilit epicritica.
21
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
importante notare che il fascicolo gracile ed il fascicolo cuneato sono vie ipsilaterali. Ma
questo vero fino ad un certo punto.
Tali vie salgono su fino a C1 e poi entrano nel tronco dellencefalo. Nella parte PIU
CAUDALE DEL TRONCO DELLENCEFALO OSSIA A LIVELLO DEL BULBO e
precisamenteNELLA PARTE PIU DORSALE DEL BULBO , A DESTRA ED A
SINISTRA DELLA LINEA DI MEZZO ABBIAMO DUE GRUPPI DI NEURONI VICINI TRA
LORO (due a destra e due a sinistra) CHE COSTITUISCONO IL NUCLEO GRACILE ED
22
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
IL NUCLEO CUNEATO.
Per nucleo si intende un
raggruppamento di neuroni
implicati nella stessa
funzione.
Il nucleo gracile pi
mediale di quello cuneato.
Le fibre del fascicolo gracile
fanno sinapsi con i neuroni
del nucleo gracile, quelle
del fascicolo cuneato con i
neuroni del nucleo cuneato.
Per i neuroni di tali nuclei
danno origine ad assoni che
portano linformazione a
livello del TALAMO
CONTROLATERALE. Infatti
OGNI ASSONE CHE
PARTE DA TALI NUCELI
PRIMA SI DIRIGE IN
REGIONE VENTRALE, POI
SI INCROCIA E QUINDI
SALE
CONTROLATERALEMENT
E.
Il tratto di fibra che si sposta
da regione dorsale a
regione ventrale detta
FIBRA ARCIFORME
INTERNA.
Le fibre che dopo aver
incrociato salgono
controlateralmente vanno a
costituire un fascio che dal
bulbo va al talamo e che
detto LEMNISCO
MEDIALE. Il termine
LEMNISCO (dal greco =
nastro) deriva dallaspetto
nastriforme di tale fascio,
mentre il termine mediale si
riferisce sia al fatto che tale
fascio sale medialmente, sia al fatto che esiste un lemnisco laterale e trigeminale.
Quindi LE FIBRE DELLA SENSIBILITA TATTILE EPICRITICA E PROPRIOCETTIVA
COSCIENTE VANNO SEMPRE AL TALAMO CONTROLATERALE E QUINDI ALLA
CORTECCIA CONTROLATERALE.
Lincrocio per non avviene neuromero per neuromero ma sono le fibre del lemnisco
mediale che si incrociano. I neuorni talamici, a loro volta, mandano le informazioni, alla
corteccia cerebrale.
Per capire quale parte di corteccia coinvolta bisogna sapere che la corteccia stata
mappata da un medico tedesco (Brodmann) il quale, circa 70 anni fa, bsandosi su criteri
esclusivamente istologici, ha diviso la corteccia in circa 58 aree (a partire dal Vertex).
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
23
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
24
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
una lesione alle aree 3, 2, 1 al passaggio tra faccia laterale e faccia mediale
dell'emisfero, quel soggetto non avr pi sensibilit cosciente a livello della gamba
sinistra. Se faccio una lesione della stessa ampiezza (es. mezzo centimetro di diametro)
a livello della zona di corteccia corrispondente all'emifaccia in corrispondenza delle
labbra, l'individuo perder la sensibilit dell'emilabbra di sinistra. Allora capiamo che NON
SOLO LA CORTECCIA CEREBRALE E' MAPPATA NEL SENSO CHE OGNI AREA
PRESIEDE AD UNA CERTA ATTIVITA' CEREBRALE MA ANCHE CHE NELL'AMBITO
DELLE AREE 3,2 E 1 (MA ANCHE DI ALTRE AREE COME VEDREMO) POSSIAMO
MAPPARE MEZZO SOMA IN MANIERA CHE UNA CERTA ZONA DI QUELL'AREA
RICEVA SENSIBILITA' DA UNA CERTA REGIONE DELL'EMISOMA
CONTROLATERALE ED UN'ALTRA ZONA DA UNA ALTRA REGIONE DELL'EMISOMA.
Una prima osservazione su tale distribuzione somatotopica che c' una sproporzione
enorme tra ci che viene rappresentato in centro e ci che in periferia, ossia la
superficie cutanea della emifaccia di gran lunga inferiore rispetto alla superficie cutane
della mia coscia. In ciascuno di noi la superficie cutanea della coscia rappresentata da
un cm di corteccia mentre quella dell'emifaccia rappresentata da molti cm di corteccia
ci significa che NELLA CORTECCIA C'E' UN NUMERO RELATIVAMENTE PICCOLO
DI NEURONI CHE RICEVONO SENSIBILITA' DALLA COSCIA E UN NUMERO MOLTO
GRANDE DI NEURONI CORTICALI CHE RICEVE SENSIBILITA' DALL'EMIFACCIA.
Lo stesso discorso si applica alla mano, al piede, alla lingua, agli organi genitali. Questo
un'altra dimostrazione del fatto che ALCUNE REGIONI DEL NOSTRO SOMA HANNO
UNA MAGGIOR SENSIBILITA' DI ALTRE. I motivi per cui il max di sensibilit l'abbiamo a
livello del polpastrello delle dita dipenda da:
1. MAGGIOR DENSITA' DI RECETTORI
2. MAGGIOR NUMERO DI FIBRE (per esempio del fascicolo cuneato rispetto al
fascicolo gracile) IL CHE E' IN ACCORDO CON IL MAGGIOR NUMERO DI
RECETTORI
3. MAGGIOR NUMERO DI NEURONI DELLE AREE 3,1, 2 CHE RICEVONO
SENSIBILITA' DA UNA CERTA PARTE DEL NOSTRO SOMA.
Questo spiega il perch noi sentiamo gli oggetti con la mano da adulti, ma da neonati li
sentiamo con le labbra e la bocca (fino a circa 8-9 mesi) in quanto, delle zone delle aree
3, 2, 1, sono pi sviluppate quelle che riguardano le labbra e la lingua che vengono
utilizzate dal bambino per memorizzare il mondo che gli sta attorno ancor prima di
memorizzare la propria tridimensionalit. Il bambino succhia (memoria genetica) gi nella
pancia (si tratta di un riflesso).
Altro corollario che UNA LESIONE PUNTIFORME (mezzo cm di diametro) DELLA
CORTECCIA DELLE AREE 3,2,1
nella zona dove rappresentata la gamba,
provocher un danno esteso della sensibilit della gamba.
Una lesione della stessa grandezza che riguarda la zona corticale dell'emifaccia provoca
solo un piccolo danno a livello della sensibilit della faccia.
VIA SPINO RETICOLARE, VIA SPINO ACQUEDUTTALE e VIA RETICOLO-SPINALE
Nell'ambito delle vie SPINO TALAMICHE CHE SALGONO, abbiamo delle fibre che
arrivano al talamo in maniera diversa da quelle della via spinotalamica. Tali fibre mentre
salgono vanno a scaricarsi su neuroni del tronco dell'encefalo (bulbo e ponte) che sono
neuroni sparsi (non raggruppati a formare un nucleo) che nell'insieme formano la
SOSTANZA RETICOLARE.
Si formano FIBRE SPINO-RETICOLARI. Anche tali neuroni reticolari poi proiettano nel
talamo ma in REGIONI DIVERSE rispetto alle vie SPINO TALAMICHE. Da tali regioni del
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
25
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
26
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
27
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Esiste una via locale di controllo della via del dolore tutta centrata a livello del MS, nota
come teoria del controllo a cancello.
Sperimentalmente possiamo osservare che se sbattiamo un gomito, istintivamente lo
massaggiamo. Il massaggio, che significa applicazione di uno stimolo tattile, in qualche
modo fa diminuire il dolore. Per spiegare questo evento empirico stata elaborata tale
teoria: quando stimoliamo un recettore dolorifico la fibra afferente arriva al neurone
pseudounipolare gangliare
che emette una fibra che
entra nel corno posteriore del
MS e fa sinapsi con un
NEURONE DI PROIEZIONE
(della lamina I e della lamina
V) da cui partono le vie
spino-talamiche. presente
per anche un'altra fibra
(mielinica) di calibro piuttosto
alto, che va a finire ad un
suo neurone di proiezione.
Il punto importante che il
neurone di proiezione (della lamina I e V) viene innervato anche da un INTERNEURONE
INIBITORE ENCEFALINERGICO.
A sua volta questo interneurone viene eccitato, ad inibire, da una collaterale della fibra
che porta sensibilit tattile. Quindi se a seguito di uno stimolo dolorifico applico uno
stimolo tattile alla stessa regione, attraverso questa collaterale vado ad eccitare
l'interneurone inibitore che inibisce il neurone di proiezione che dovrebbe raccogliere il
dolore e trasportalo al talamo e farcelo sentire.
In realt anche la fibra che veicola il dolore ha una collaterale la quale inibisce
tonicamente l'interneurone inibitorio il quale quindi non inibisce pi il neurone di
proiezione che pu scaricare dolore.
Madre natura ha fatto le cose in modo tale che ad ogni costo io debba sentire dolore. Il
dolore fondamentale perch ci dice che qualcosa non va. Anche in clinica il dolore
fondamentale per capire la causa del dolore e quindi un antidolorifico deve essere usato
solo dopo che si capito qual' la causa del dolore.
Per il sistema di controllo a cancello ha il sopravvento perch lo stimolo tattile viaggia ad
una velocit di gran lunga superiore a quello dolorifico (almeno un ordine di grandezza) e
quindi la via del dolore inibita dallo stimolo tattile che si applica.
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
28
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Abbiamo gi detto che le vie del fascicolo gracile e del fascicolo cuneato portano non solo
la sensibilit tattile discriminata epicritica ma anche la sensibilit propriocettiva coscient
Esiste anche una sensibilit propriocettiva non cosciente che arriva al cervelletto (grande
coordinatore del movimento). Noi abbiamo fondamentalmente 2 vie (almeno cos diciamo
per ora) che dal midollo spinale portano sensibilit propriocettiva non cosciente al
cervelletto: la via spino cerebellare dorsale e la via spinocerebellare ventrale. La
sensibilit propriocettiva non cosciente si origina a livello degli stessi recettori periferici d
dove si origina la s. propriocettiva cosciente (vale a dire terminazioni nelle capsule
articolari, fuso neuromuscolare e organo muscolo tendineo di Golgi).
L'assone che veicola tale sensibilit propriocettiva entra per la radice posteriore e scarica
su un neurone della lamina VI e VII (neuroni della sensibilit propriocettiva). Tale neurone
d origine ad un assone che fa una di queste due cose:
1) Si dirige verso la parte pi dorsale del cordone laterale (dello stesso neuromero) e a
tale livello piega ad L salendo al cervelletto che raggiunge tramite il PEDUNCOLO
CEREBELLARE INFERIORE. Tale via detta appunto SPINOCEREBELLARE
DORSALE perch occupa la parte pi dorsale del cordone laterale.
2) Si scarica controlaterlamente (nello stesso neuromero), piega ad L, sale su e incrocia
nuovamente a livello del PEDUNCOLO CEREBELLARE SUPERIORE, tramite il quale
giunge al cervelletto ipsi laterale. Tale via non percorre solo il midollo spinale ma
anche quasi tutto il tronco dell'encefalo (bulbo e ponte), arriva nel mesencefalo e poi
piega per andare al cervelletto. Prende il nome di via SPINOCEREBELLARE
VENTRALE (o crociata) perch decorre centralmente nel cordone laterale.
29
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
VIE DISCENDENTI
Infatti disponiamo di tante vie di moto le quali, per definizione, sono discendenti. Tra
queste vie ne abbiamo una (una a dx ed una a sn) che la principale via di movimento e
che chiameremo per ora CORTICO SPINALE perch nasce da neuroni della corteccia e
senza interrompersi viaggia nel MS e, neuromero per neuromero, va a scaricarsi
fondamentalmente ma non esclusivamente, ai motoneuroni della lamina IX dai quali
partono assoni che innervano i muscoli. Tale via caratterizzata da una sola sinapsi ed
tanto importante che se la tagliamo, nei giorni successivi al taglio, perdiamo
completamente la capacit di contrarre i muscoli ( la via piramidale).
Sulla base di quanto stato detto sembrerebbe che l'unico significato della via cortico
spinale sia quello di andare a portare un ordine di movimento ad un motoneurone che
innerva un determinato muscolo, in realt una frazione di tale via non si scarica su
motoneuroni della lamina IX ma su neuroni delle lamine IV, V (tatto e dolore) e VI e VII
(sensibilit propriocettiva). Abbiamo quindi un altro esempio di una via discendente (ossia
che viene dalla corteccia) la quale si scarica su neuroni sensitivi per regolare l'attivit d
scarica di tali neuroni. Questa via detta cortico-spino-cerebellare. Si tratta di una
specie di cortocircuito: la corteccia attraverso la stessa via che dovrebbe portare l'ordine
di movimento, fa in modo che arrivino le informazioni tattili pi utili in quel momento ai fi
dell'esecuzione di quel movimento. Oppure, ed la stessa cosa, la corteccia per far
arrivare al cervelletto le informazioni propriocettive pi utili, in quel momento, ai fini del
movimento.
Notiamo che attraverso la via spinocerebellare dorsale arrivano al cervelletto le
informazioni propriocettive generate immediatamente un attimo prima del movimento
compiuto: il cervelletto deve essere informato della conseguenza dell'atto motorio appen
eseguito. Tale via non arriva alla corteccia e quindi le informazioni che veicola non sono
processate dalla corteccia.
La via spino cerebellare ventrale, invece, porta al cervelletto informazioni, dallo stesso
pezzo di soma, che hanno subito il vaglio della corteccia attraverso la via cortico spinale,
ossia quella che contestualmente porta l'ordine di movimento.
Ogni movimento che facciamo inserito in una sequenza motoria, ad esempio il
camminare una sequenza di passi. Per fare il passo successivo la corteccia e
soprattutto il cervelletto devono sapere quale stata la conseguenza del passo
precedente. Inoltre il cervelletto deve sapere anche, in anticipo, quale il programma di
movimento ideato dalla corteccia. per questo che l'informazione che proviene dal
muscolo e che viaggia attraverso la via spino cerebellare ventrale modificata dalla via
cortico spinale e si crea cos un circuito cortico spino cerebellare. Questo spiega perch
le due vie spino cerebellari non sono uguali e quindi non c' ridondanza: la via spino
cerebellare dorsale veicola al cervelletto informazioni propriocettive non coscienti che no
vengono processate dalla corteccia, mentre la spino cerebellare ventrale veicola
informazioni propriocettive incoscienti che per sono processate dalla corteccia attravers
il circuito cortico spino cerebellare.
La via cortico spinale non l'unica via discendente che controlla le lamine IV, V, VI e VII.
Un'altra via discendente che svolge tale funzione di controllo parte dalla corteccia e fa
stazione in un nucleo del mesencefalo detto nucleo rosso da cui diparte la via RUBRO
SPINALE per cui detta via cortico rubro spinale che scarica come quella cortico spinale.
Anche in tal caso non si tratta di ridondanza. Quindi in sintesi abbiamo 2 vie discendenti l
quali hanno il compito di regolare il flusso di informazioni che devono tornare alla
corteccia o al cervelletto.
RISPOSTE MOTORIE RIFLESSE
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
30
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
31
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
antagonisti per cui madre natura ha inventato un meccanismo che serve a spegnere
momentaneamente l'attivit del motoneurone alfa tonico dei muscoli antagonisti ai fini d
facilitare l'azione del muscolo agonista il quale deve vincere la forza di gravit.
4. Questo meccanismo innescato proprio dalla 4 collaterale la quale scarica su un
interneurone inibitore della lamina VII il quale eccitato ad inibire gli alfa
motoneuroni (tonici) che innervano il muscolo antagonista. In definitiva viene
momentaneamente azzerato il tono del muscolo antagonista.
5. Infine, la 5 collaterale della fibra propriocettiva si incrocia controlateralmente a
livello del corno anteriore e va ad attivare una serie di eventi che sono ad esempio:
se decido di stare su un solo arto recluto i muscoli di quell'arto ma anche quelli dell'altro
arto che dovranno avere il comportamento opposto: se fletto il quadricipite di destra sul
bacino devo estendere quello di sinistra (sistema dei pesi e dei contrappesi).
Fino ad ora abbiamo parlato della sollecitazione passiva del fuso ma in realt siamo
dotati di un meccanismo e di una struttura che ci permette di stirare attivamente il fuso.
Per capire tale meccanismo bisogna conoscere la struttura del fuso neuromuscolare. Il
fuso neuromuscolare una struttura fusiforme di 1, 2 mm di lunghezza costituita da una
membrana esterna (perimisio) che delimita un fascio di 10- 20 mini fibre muscolari striat
(fibre intrafusali) che sono parallele tra loro e alle fibre del muscolo (fibre extrafusali). Le
fibre intrafusali si inseriscono o al tendine del muscolo o ai poli della capsula connettivale
Nel fuso si distinguono due poli e un equatore.
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
32
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Si pu osservare che :
1. le 10-20 fibre intrafusali presentano sarcomeri solo verso e non a livello
dell'equatore del fuso;
2. nella parte equatoriale delle fibre (e quindi all'equatore del fuso) sono invece
concentrati i nuclei;
3. nelle porzioni distali del fuso , dove ci sono i sarcomeri, si possono osservare una
serie di placche che derivano da sottili fibre motrici (fibre gamma). Le fibre gamma
derivano da motoneuroni gamma della lamina IX, i cui impulsi provocano la
contrazione delle porzioni distali delle fibre intrafusali con stiramento del fuso (i po
si allontanano ).
Tale stiramento pero attivo perch attivato da una fibra e quindi con impiego di energia
ma il risultato dello stiramento uguale a quello dello stiramento passivo.
importante sottolineare che: gli alfa motoneuroni innervano le fibre extrafusali e i
gamma motoneuroni le fibre intrafusali. Risultato: possibile contrarre un muscolo che
abbia dei fusi neuromuscolari in due modi:
a) inviando un ordine da un alfa motoneurone che, a sua volta lo ha ricevuto dalla
corteccia (contrazione volontaria);
b) stimolando un gamma motoneurone a stirare attivamente il fuso, generare
l'informazione propriocettiva con i soliti 5 destini: uno di questi stimola l'alfa
motoneurone il cui fuso stato attivamente stimolato, con contrazione in via riflessa
del muscolo.
Allora noi abbiamo un doppio sistema di contrarre i muscoli, uno che parte dalla corteccia
e che contrae una sola sinapsi (due in realt: all'alfa e alla placca motrice); un altro che
multisinapsi che per incentrato sul gamma motoneurone e che rappresenta una sorta
di servomeccanismo (amplificazione)
MA COME FA LO STIRAMENTO DEL FUSO A GENERARE L'INFORMAZIONE
PROPRIOCETTIVA?
All'equatore del fuso o meglio all'equatore di ogni singola fibra arriva il dendrite di una
grossa fibra nervosa propriocettiva, il quale dendrite circonda la fibra muscolare
formandole attorno una spirale, formando la cos detta terminazione anulospirale.
Accade che quando il fuso si stira l'equatore collassa ossia diminuisce di diametro e
questo funge da stimolo meccanico che viene raccolto dalle terminazioni anulospirali
innescando tutti i meccanismi descritti.
Ora passiamo a rispondere alla domanda: PERCHE' MADRE NATURA HA INVENTATO
UN SISTEMA COSI COMPLESSO?
La risposta duplice:
1) In realt noi non possediamo soltanto la via cortico spinale (Piramidale) per muoverci
ma possediamo almeno altre sei vie discendenti di moto che provengono da nuclei
che si trovano nel tronco dell'encefalo che, a loro volta, sono eccitati da vie che
vengono, in genere, dalla corteccia cerebrale o dal cervelletto. Tali vie nel loro insieme
costituiscono il sistema extrapiramidale. Quindi noi abbiamo 2 sistemi discendenti di
moto: la via principale di moto, la via piramidale, ed il sistema extrapiramidale. Sia la
via piramidale che quelle extrapiramidali si scaricano sia ad alfa motoneuroni che a
gamma motoneuroni. In genere c' una prevalenza delle vie extrapiramidali a
scaricarsi sui gamma motoneuroni e una prevalenza delle vie piramidali a scaricarsi su
alfa motoneuroni fermo restando che ogni tipo di motoneurone riceve entrambe le vie
Questo importante perch grazie al fatto che i gamma motoneuroni ricevono fibre
che sono soprattutto extrapiramidali noi organizziamo sequenze motorie complesse
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
33
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
1) Una sale sotto forma di fascicolo gracile o cuneato che va alla corteccia
controlaterale ( via del LEMNISCO MEDIALE)
2) Una va a neuroni della lamina VI e VII per dare origine alle vie cerebellari
(l'informazione va al cervelletto ipsi laterale)
3) Una scarica ad alfa motoneuroni della lamina IX che innervano il muscolo il cui
fuso stato stirato (riflesso miotatico). Tale riflesso serve a mantenere il tono
normale dei muscoli che estensivo per l'arto inferiore e flessorio per l'arto
superiore. Serve anche a rendere possibili contrazioni riflesse del muscolo allorch
venga aumentata la resistenza.
4) Una collaterale si scarica su un interneurone inibitore della lamina VII che va ad
inibire l'alfa motoneurone del muscolo antagonista a quello il cui fuso stato stirato
.
5) La quinta collaterale va dall'altra parte del midollo, e va a scaricare sugli alfa della
lamina IX producendo gli effetti opposti: viene eccitato l'antagonista ed inibito
l'agonista. Ci consente il mantenimento della postura e quindi dell'equilibrio.
Quindi le funzioni del fuso sono:
34
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Un secondo organulo, l'organo muscolo tendineo del golgi, invece posto in serie rispetto
al muscolo, ossia alla giunzione miotendinosa.
Tale organulo sensibile all'aumento di tensione che si sviluppa in un muscolo che si sta
contraendo. Esso registra le variazioni di potenza nella contrazione muscolare dicendo
che il muscolo si accorciato rispetto a prima (il muscolo sviluppa potenza se si accorcia)
Quindi la contrazione del muscolo mette in tensione l'organulo del golgi. Tale tensione
registrata dalla fibra afferente propriocettiva la quale entra nel midollo e si divide in quat
rami:
1) un ramo prende la via del fascicolo gracile o cuneato ( al cervello)
2) un secondo da origine alla vie spino cerebellari (al cervelletto)
3-4) il terzo ed il quarto si scaricano a livello degli alfa motoneuroni (il terzo attiva un
interneurone inibitore mentre il quarto attiva il motoneurone attraverso una catena di
disinibizioni) creando per l'effetto opposto rispetto a quello creato dalla fibra afferente
che deriva dal fuso neuromuscolare nei confronti del muscolo agonista ed antagonista.
Il risultato che se si eccita l'organulo di Golgi in un muscolo che si sta contraendo, tale
muscolo si rilascia mentre si contrae il suo antagonista.
I neurofisiologi hanno pensato che tale meccanismo servisse ad impedire un eccesso di
contrazione di un muscolo ai fini di evitare la lacerazione ossia lo strappo del muscolo
stesso.
probabile che l'organo di Golgi serva anche a questo ma sicuramente serve ad un
qualcosa di pi banale. Per capirlo facciamo un esempio. Immaginiamo di alzare una
valigia che pensiamo essere piena che in verit vuota. La forza che imprimiamo
inizialmente troppo grande rispetto al peso che effettivamente devo alzare; una tale
forza viene subito riaggiustata in base al carico che effettivamente sto alzando. Questo
aggiustamento il risultato della messa in tensione dell'organulo di Golgi il quale (con i
rami ascendenti della fibra sensitiva) avvisa la corteccia ed il cervelletto che la resistenza
troppo bassa rispetto alla potenza ed inoltre (con gli altri 2 rami) mette in atto un rifless
che rilascia il muscolo che si sta contraendo e contrae l'antagonista di questo. Quindi:
mentre il fuso neuromuscolare ci indica se la potenza adeguata alla resistenza, l'organo
muscolo tendineo del Golgi ci dice se la resistenza adeguata alla potenza, ma in
particolare ci dice che la potenza troppo rispetto alla resistenza.
Dobbiamo infine fare 2 puntualizzazioni:
1) la prima riguarda i neuroni delle lamine VI e VII dai quali si dipartono le vie
spinocerebellari dorsale e ventrale. Abbiamo detto che i neuroni della lamina VI e VII
che danno origine alla spino cerebellare ventrale subiscono il controllo di vie
discendenti: la via cortico spinale e la via cortico rubro spinale. In realt il midollo
spinale un centro di riflessi: la circuiteria degli interneuroni configura dei minicircuiti
locali del tipo interruttore lampadina. Lungo il midollo abbiamo quindi vie di riflesso le
quali quando vengono attivate, danno sempre risposte stereotipe. Tali risposte
stereotipe sono per regolate dalla corteccia direttamente attraverso la via cortico
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
35
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
36
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
37
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
38
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
39
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Il nucleo che allungato tra bulbo e ponte il nucleo del nervo ipoglosso (XII) che innerva
i muscoli della lingua. Il nucleo che si trova sul ponte il nucleo del nervo abducente (VI)
che andr ad innervare il muscolo retto esterno dell'occhio.
Nel mesencefalo abbiamo un nucleo davanti al collicolo inferiore esso il nucleo del
nervo trocleare o patetico (IV) che innerva il muscolo obliquo superiore dell'occhio. Il
nucleo che si trova davanti al collicolo superiore il nucleo dell'oculomotore comune (III)
che innerva i muscoli dell'occhio.
Sempre in posizione dorsale ma un po pi lateralmente rispetto ai nuclei sin qui descritt
abbiamo tre nuclei: uno nel bulbo e 2 nel ponte che sono sempre costituiti da motoneuron
alfa e gamma soltanto che sono fisicamente separati da quelli descritti ( per un motivo
embriologico). Il nucleo che si trova nel bulbo il nucleo ambiguo. Qui abbiamo alfa e
gamma motoneuroni che appartengono al X ed al IX nervo cranico ossia al vago ed al
glossofaringeo: abbiamo i motoneuroni del vago che diventeranno nervi laringei ed i
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
40
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
41
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Ritornando ai nuclei motori viscerali abbiamo che quello pi caudale,disposto in parte nel
bulbo ed in parte nel ponte, il nucleo MOTORE DORSALE DEL VAGO.
Tale nucleo detto motore perch costituito da neuroni motori viscerali,dorsale perch si
trova in posizione dorsomediale,del vago perch le fibre pregangliari che emergono da
tale nucleo diventano una parte importante del X nervo cranico.
Sempre nel bulbo,in posizione pi craniale abbiamo un piccolo nucleo detto NUCLEO
SALIVATORIO INFERIORE.
Le fibre pregangliari di tale nucleo diventano parte integrante del IX nervo
cranico(glossofaringeo)ed innervano la parotide(da qui salivatorio).
A seguire, nella parte pi caudale del ponte, abbiamo il NUCLEO SALIVATORIO
SUPERIORE. Se stimoliamo questo nucleo otteniamo una variet di effetti:
-secrezione delle ghiandole sottomascellari,sottolinguale e salivari minori (ossia
scialorrea).
-abbondante secrezione nasale(rinorrea)
-abbondante lacrimazione.
A causa di ci, tale nucleo pu essere diviso in 2 parti:
-NUCLEO SALIVATORIO propriamente detto,le cui fibre diventeranno parte del VII
nervo cranico;
-NUCLEO NASO-MUCO-LACRIMALE, le cui fibre diventeranno anchesse parte del VII
nervo cranico ma avranno diversi neuroni gangliari (parasimpatici);
Nel mesencefalo abbiamo un ultimo nucleo motor viscerale,situato allaltezza del colllicol
superiore,molto vicino al nucleo del III nervo cranico: il NUCLEO DI EDINGERWESTPHAL o oculomotore accessorio. Le fibre innervano,con linterposizione di un
ganglio il muscolo sfintere della pupilla ed il muscolo ciliare, intervenendo
nelladattamento dellocchio alla visione da vicino.
NUCLEI SENSITIVI
Il pi grande nucleo sensitivo che attraversa tutto il tronco dellencefalo il NUCLEO DEL
TRIGEMINO (V), dove abbiamo neuroni che corrispondono alle lamine I,II,III,IV,V,VI,VII.
Esso pu essere,a sua volta,suddiviso in 3 nuclei:
-il tratto pi craniale prende il nome di NUCLEO MESENCEFALICO DEL V; riceve le
informazioni propriocettive non coscienti dirette al cervelletto che provengono dai musco
e dallunica articolazione che abbiamo a livello craniale.
-a seguire abbiamo quella parte di nucleo che si trova nel ponte:NUCLEO SENSITIVO
PRINCIPALE DEL V,esso riceve la sensibilit propriocettiva cosciente e tattile epicritica
che si origina nello splancnocranio.
- lultima parte di tale nucleo che percorre tutto il bulbo detta NUCLEO DEL TRATTO
SPINALE DEL V; i neuroni di tale nucleo ricevono tutta la sensibilit termico-dolorifica
(protopatica ed epicritica) e la sensibilit tattile protopatica che si genera a livello dello
splancnocranio.
Pi medialmente abbiamo unampia area(che comprende grossa parte del bulbo ed una
parte del ponte)costituita da 4 nuclei a destra e 4 nuclei a sinistra detti NUCLEI
VESTIBOLARI:essi ricevono la sensibilit cinestesica proveniente dal nervo vestibolare,la
quale viene percepita dallorecchio interno,ma si genera con gli spostamenti attivi e
passivi del capo.
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
42
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Noi utilizziamo tale sensibilit per aggiustare il tono dei muscoli antigravitari al fine di
ottenere lequilibrio e la postura quando ruotiamo il capo.
Al confine tra bulbo e ponte ,ma pi nel ponte che nel bulbo,abbiamo 2 nuclei COCLEARI:
quello dorsale e quello ventrale(2 a dx e 2 a sn)i quali ricevono linformazione uditiva da
parte della componente acustica del VIII.
Infine abbiamo,nel bulbo,un altro nucleo piuttosto grosso e lungo: il NUCLEO DEL
TRATTO SOLITARIO, esso riceve fondamentalmente tutta la sensibilit gustativa che
veicolata dal 3 nervi:il VII, il IX ed il X.
Noi utilizziamo tale sensibilit gustativa in parte per i riflessi salivatori ed in parte per dar
informazione al talamo controlaterale ed alla corteccia.
Il nucleo del tratto solitario , per, importante anche perch riceve informazioni dai
visceri, soprattutto da quelli cavi del tratto gastroenterico, ed innesca delle risposte
riflesse che servono a regolare lattivit di tali visceri (sensibilit introcettiva).
I nuclei qui descritti hanno a che fare con i nervi cranici ma non esauriscono tutta la
sostanza grigia del tronco dellencefalo;infatti ci sono anche nuclei che non hanno a che
fare con i nervi cranici e che,a causa di ci,sono chiamati NUCLEI PROPRI DEL
TRONCO DELLENCEFALO.
Alcuni gi li abbiamo incontrati: il nucleo gracile,il nucleo cuneato ed il nucleo cuneato
accessorio,altro esempio loliva inferiore del bulbo (NUCLEI PROPRI DEL BULBO).
43
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
NERVO IPOGLOSSO(XII)
NERVO VAGO(X)
Il X n.c.(VAGO) provvede non soltanto alla innervazione di regioni della testa ma discende
fino ai visceri per formare dei plessi intorno a questi: il pi importante nervo
parasimpatico.
Questo nervo misto in quanto contiene sia fibre motrici che fibre sensitive ed, in
particolare, ha 2 componenti motrici:
-fibre motor-somatiche
-fibre motor-viscerali
e 2 componenti sensitive:
-sensibilit generale
-sensibilit gustativa speciale
44
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
aumento delle secrezioni gastroenteriche, un aumento della peristalsi intestinale fino alla
diarrea, ma anche una intensa broncocostrizione (crisi asmatiche) ed una intensa
secrezione bronchiale.
Il vago innerva anche ganglietti presenti nel plesso cardiaco che, con fibre postgangliari,
vanno a modulare la frequenza di contrazione cardiaca.
La stimolazione del nucleo dorsale del vago produce bradicardia(diminuisce sia la
frequenza che la forza di contrazione cardiaca).
La frequenza cardiaca pu diminuire al punto tale da portare a svenimento il soggetto.
La componente motor-viscerale del vago detta, pertanto, NERVO CARDIO-PNEUMOENTERICO.
Lipertono vagale una situazione al limite con lorganico ed funzionale: non una
malattia ma un comportamento del soggetto che utilizza pi del dovuto questa
componente vagale. Il soggetto sta apparentemente molto male: ha una respirazione
superficiale perch ha fame daria, sente le gambe deboli a causa della bradicardia, fin
allo svenimento, ed inoltre ha disturbi gastroenterici.
Tali disturbi sono nervosi, in realt una malattia mentale perch in qualche modo la
corteccia riesce ad influire sullattivit del SNA.
45
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Il IX n.c. raccoglie la sensibilit dellorecchio medio, della lingua e del faringe e provvede
alla motilit dei muscoli del faringe.
(DISEGNO)
Anche questo un nervo misto:
contiene 2 componenti motrici: somatica e viscerale,
e due componenti sensitive: viscerosensitiva e gustativa.
1. Come per il vago anche per il glossofaringeo la componente motorsomatica si
trova nel NUCLEO AMBIGUO e le fibre provenienti dagli alfa motoneuroni vanno
ad innervare:
-il muscolo costrittore del superiore e medio del faringe e lo stilojoideo;
-i muscoli dellistmo delle fauci.
2. La componente motor-viscerale parasimpatica si identifica con il NUCLEO
SALIVATORIO INFERIORE,le cui fibre pregangliari vanno a finire in un ganglio
parasimpatico detto GANGLIO OTICO, perch vicino allorecchio, posto subito
allesterno delle loggia parotidea. Con le sue fibre postgangliari, tale ganglio
innerva sia gli acini della parotide sia le cellule mioepiteliali a canestro che
circondano lacino e lo spremono (sono cellule stellate).
3. Una prima componente sensitiva speciale ed una sensibilit gustativa che fa
capo a papille gustative che si trovano nel terzo posteriore del dorso della lingua.
Anche in tal caso linformazione gustativa va al nucleo del tratto solitario e quindi al
talamo controlaterale.
4. La componente di sensibilit generale portata dal IX proviene dal meato uditivo
esterno(come per il X), ma soprattutto dalla mucosa dellistmo delle fauci e questo
importante per la genesi del riflesso del cosiddetto conato di vomito.
Quest ultimo un riflesso motorio irrefrenabile perch protettivo e porta alla chiusura
improvvisa dellistmo delle fauci ed alla contrazione dei muscoli costrittori del faringe con
conseguente conato che respinge verso luscita il materiale estraneo che
momentaneamente entrato.
Tale riflesso utilizzato in clinica per essere sicuri di aver eseguito correttamente un
tampone faringeo.
NERVO VESTIBOLO-COCLEARE(VIII)
LVIII n.c. un nervo sensitivo puro che ha
2 componenti:
la radice coclearie per lorgano
delludito;
la radice vestibolare per lorgano
dellequilibrio.
RADICE VESTIBOLARE
Le fibre della radice vestibolare non
vengono da un ganglio organizzato ma da
neuroni disseminati nel fondo del meato
acustico interno( vestibolo dellorecchio
interno)che nel loro insieme costituiscono il
GANGLIO VESTIBOLARE DI SCARPA.
Lazione di tali neuroni diventa
componente vestibolare dellVIII che entra
nellangolo ponto cerebellare del bulbo,
parte craniale, e va a scaricarsi nei nuclei
vestibolari che sono 4 a dx e 4 a sn.
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
46
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
47
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
3. Dai nuclei vestibolari si dipartono degli assoni che si spingono verso la linea di
mezzo e si dividono a T con una branca che sale ed una che scende.
-La branca discendente prende il nome di VIA VESTIBOLO SPINALE MEDIALE ed una
via bilaterale.Tale via mediale a quella laterale e decorre nel corno anteriore.
Questa via bilaterale si ferma a livello dei neuroni cervicali, in realt dei primi neuromeri
toracici, e quindi ha a che fare con i movimenti dellarto superiore e del collo (in minima
parte del tronco) e serve per laggiustamento del tono ed il ripristino della postura
(lequilibrista necessita delluso delle braccia per tenersi in equilibrio e camminare sulla
fune).
-La branca ascendente diretta al ponte e prende il nome di fascicolo longitudinale
mediale: essa deputata alla regolazione del movimento coniugato degli occhi sul piano
orizzontale e verticale.
48
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
49
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
quadrato dei lombi e tutta la parete addominale. Possiamo immaginare che sia la via
reticolo spinale ad attivare questo complesso muscolare.
Questa lunga sequela di sintomi sono tipici delliperattivit del sistema ortosimpatico
che viene attivato in molte occasioni: paura, emozione,..
Probabilmente un meccanismo di difesa volto a tenere il self-control, che ci protegge
da dannosi stress e sollecitazioni. Naturalmente ci si pu adattare anche a questa
reazione che non sar pi un deterrente.
A soffrire il mal dauto non sono i bambini piccolissimi perch i nuclei vestibolari non
sono ancora sviluppati, ma quelli che sanno gi camminare e stare in piedi.
Anche la lettura in macchina facilita il mal dauto: gli occhi perdono i riferimenti
spaziali.
RIFLESSO SALIVATORIO
centrato nel bulbo ed in parte nel ponte:ogni qualvolta ci mettiamo una sostanza,
sapida o non, in bocca, iniziamo a salivare per via riflessa. Nella lingua ci sono sia
recettori gustativi che esterocettivi(tattili e dolorifici);la sensibilit gustativa raccolta
da 3 nervi:il VII, il IX ed il X n.c.
La sensibilit gustativa va al nucleo del tratto solitario mentre la sensibilit
esterocettiva che viene dalla lingua va al nucleo del V; una parte di sensibilit
gustativa ed esterocettiva raggiunge la sost. reticolare che recluta soprattutto il
NUCLEO SALIVATORIO INFERIORE che innerva la parotide, a secrezione totalmente
sierosa (la saliva liquida, per poter impastare), ma stimola anche il nucleo dorsale
del vago al fine di aumentare la secrezione gastrica.
IL PONTE: sezione traversa
50
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
I nuclei pontini rappresentano una grande percentuale del piede del ponte,ossia
comprendono molti neuroni che ricevono ed inviano molte fibre.
I nuclei pontini rappresentano la stazione obbligata di una grande via di
comunicazione tra corteccia e cervelletto: LA VIA CORTICO-PONTO-CEREBELLARE
(di dx e di sn).
Questo fa s che la corteccia informi il cervelletto su:
a) cosa ha intenzione di fare sul piano motorio(VIA FRONTO-PONTOCEREBELLARE);
b) che informazioni esterocettive, propriocettive e speciali ha assunto ed elaborato (in
questo modo il cervelletto pu coordinare pi efficacemente il movimento nello spazio
e nel tempo).
Tale via parte dalla corteccia parietale, dalla corteccia temporale ed in parte da quella
occipitale, per comunicare al cervelletto controlaterale quale la situazione
spaziotemporale in cui deve verificarsi il movimento che il cervelletto deve coordinare
come disposto il soma in qualsiasi sua parte e quali sono gli stimoli tattili ricevuti in
quel momento.
51
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Il quinto nervo cranico trasporta fibre sensitive per la cute e la mucosa della faccia e fibre
motrici per i muscoli masticatori, il muscolo miloioideo, il ventre anteriore del digastrico,
per il muscolo tensore del velo palatino e il muscolo tensore del timpano; si tratta quindi
un nervo misto.
Nucleo masticatorio del V: nel ponte situato il nucleo masticatorio del V. Si tratta di
gruppetto di motoneuroni le cui fibre vanno ad innervare i muscoli masticatori-fonatori, m
anche i muscoli della regione sopraioidea e il tensorio del palato.
(I muscoli masticatori fonatori sono il massetere, i due pterigoidei e il temporale).
Grande nucleo sensitivo del V: nel ponte abbiamo anche un parte del grande nucleo
sensitivo che nel suo insieme riceve tutta la sensibilit somatica estero e propriocettiva
che si origina a livello dello splancocranio. Questo un nucleo molto importante sia dal
punto di vista della vita vegetativa che dal punto di vista della vita di relazione; il pi
grosso nucleo che abbiamo. Le grandi dimensioni stanno a significare che ci sono molti
neuroni: siccome c una proporzione diretta fra il numero di neuroni di un nucleo e la
densit di recettori a livello periferico, fra numero di neuroni e rapporto di innervazione, s
capisce limportanza di questo nucleo.
Si ha quindi un unico e grosso ganglio sensitivo detto ganglio semilunare di Gasser, il
quale ha la particolarit di essere lunico ganglio che si trova dentro la scatola cranica.
Al nucleo principale del V arriva la sensibilit tattile discriminata e propriocettiva coscient
che poi va al talamo controlaterale e alla corteccia. Al nucleo del tratto spinale del V va la
sensibilit tattile protopatica e tutta la termico dolorifica; questo nucleo si chiama cos
perch il V nervo entra apparentemente a met della faccia laterale del ponte (a destra e
a sinistra): mentre le fibre destinate al nucleo principale trovano tale nucleo alla stessa
altezza, le fibre dirette al tratto bulbare-spinale del quinto devono percorre tutto un tratto
discendente per andare a finire sui neuroni del nucleo del tratto spinale del V; queste fibr
si chiamano tratto spinale del V.
Nucleo mesencefalico del V: fatto di neuroni
pseudounipolari, ossia un ganglio sensitivo che si
trova dentro il sistema nervoso centrale. Le fibre del
V nervo passano per il ganglio di Gasser, lo
attraversano e vanno a finire a livello dei neuroni del
nucleo mesencefalico; da qui linformazione va al
cervelletto.
Tratto spinale del V: la cute e le mucose dello
splancocranio sono suddivise in tre zone
concentriche (A, B e C).
52
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Le fibre che provengono dalla zona A vanno a finire nella parte bulbare di tale nucleo; le
fibre della zona B vanno a finire nel terzo medio a livello del primo e secondo neuromero
spinale cervicale; quelle dalla zona C vanno a finire nella parte pi caudale del nucleo del
tratto spinale del V, a livello del secondo e terzo neuromero cervicale.
Questo significa che c una distribuzione somatotopica diversa rispetto alla distribuzione
periferica del V.
Linformazione termico dolorifica e tattile protopatica viene indirizzata:
A) al talamo controlaterale e corteccia (dove c la rappresentazione somatotopica della
emifaccia corrispondente)
B) viene utilizzata per innescare dei riflessi, quello della retrazione e quello
dellammiccamento.
Riflesso della retrazione: se ci arriva qualcosa sul volto di cui non conosciamo la natur
noi retraiamo il capo e mettiamo in atto una sequenza motoria che avviene nello spazio e
nel tempo: linformazione arriva alla sostanza reticolare che recluta i muscoli estensori de
capo (neuromeri cervicali); se lo stimolo supera un livello soglia sono reclutati anche i
neuromeri che stimolano i muscoli dellarto inferiore, e il riflesso comporta anche
lesecuzione di un passo indietro. Tutto questo avviene infatti grazie al fatto che la lamina
VIII una lamina associativa.
Riflesso dellammiccamento: consiste nel serrare le palpebre momentaneamente per
proteggere la congiuntiva (mucosa dellocchio) e la cornea (mezzo diottrico pi
importante). Si testa in clinica per valutare lo stato di coscienza e il livello di una lesione
cerebrale (se alta o abbastanza bassa da interessare anche il nucleo del VII o
eventualmente anche il centro cardiorespiratorio) con uno stimolo breve e improvviso in
prossimit delle palpebre. Il paziente serra il muscolo costrittore della palpebra in manier
bilaterale perch linformazione va a reclutare i due nuclei motori del settimo.
E estremamente importante sapere laltezza della lesione perch al centro del bulbo
esiste il centro cardiorespiratorio bulbare; se viene compresso il soggetto muore in pochi
minuti (traumi cranici anche banali, con emorragie lievi che comprimono il tronco verso il
basso); se non si decomprime con una manovra chirurgica il soggetto destinato a
morire: lassenza del riflesso di ammiccamento pu indicare una lesione bassa che rischia
di interessare questa zona.
CERVELLETTO
53
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Il cervelletto una massa encefalica posta dietro il tronco dellencefalo, sotto ai lobi
occipitali dei due emisferi cerebrali, nella fossa cranica posteriore.
E un organo molto importante (allo stesso livello gerarchico dei nuclei della base) perch
controlla lequilibrio, la postura e la coordinazione fine dei movimenti.
E costituito da due met simmetriche e, nel complesso, ha una forma ovoidale; presenta
in superficie numerosi solchi e qualche scissura (due o tre). Due solchi adiacenti
delimitano una lamella o folia.
Come nel telencefalo la parte pi estrema del cervelletto detta corteccia cerebellare: al
di sotto di essa c unasse di sostanza bianca, immersi nella quale si trovano i nuclei
profondi. Se guardiamo il cervelletto dal davanti e dal basso vediamo che la faccia
ventrale concava, tanto vero che prede il nome di ilo del cervelletto, perch essa si
adatta ai due veli midollari del quarto ventricolo.
Dalla stessa angolazione si nota che il cervelletto costituito da una struttura mediana a
forma di C che prende il nome di verme del cervelletto. Tale struttura si continua neg
emisferi cerebellari, i quali sono uniti fra di loro dal verme. Il verme, come tutto il
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
54
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
cervelletto, presenta in sezione mediana delle lamelle, ognuna delle quali fatta da una
superficie esterna di corteccia cerebellare, regolarmente ripiegata (come il bavero di una
giacca) e lasse della lamella un ramo di sostanza bianca che viene dalla parte profonda
del cervelletto.
Tale immagine e anche detta arbor vitae perch somiglia ad un tronco con i rami. La
lamella linsieme del ramo di seconda-terza generazione con la sua corteccia.
E possibile anche vedere delle scissure che dividono il verme in una serie di lobuli (circa
10); il lobulo dietro al velo midollare inferiore (parte anteriore del verme, versante inferio
vicino allilo) si chiama nodulo. Il lobulo dietro al nodulo si chiama uvula, mentre il
piccolissimo lobulo dietro al velo midollare superiore detto lingula. Tutti e tre sono in
prossimit dellilo e del quarto ventricolo. Sembra che dal nodulo venga fuori una parte d
emisfero cerebellare che somiglia alla pianta del papiro: queste due formazioni (una per
lato) sono chiamate flocculi.
Sul piano funzionale larchicerebellum ha a che fare con lattivit vestibolare: vale a
dire che ci serve per regolare grossolanamente il tono dei muscoli antigravitari, ci
permette di mantenere la postura, il movimento coniugato degli occhi sul piano
orizzontale, eccetera.
Il paleocerebellum, invece, coordina lattivit dei muscoli degli arti, del tronco e del
collo, ossia fa in modo che, durante una sequenza motoria, i muscoli si
contraggano nella giusta sequenza.
Il neocerebellum, invece, implicato nella coordinazione dei movimenti fini, dovunque
essi accadano.
55
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
molecolare avremo una serie di fibre tutte parallele fra loro (da cui il nome di fibre
parallele) e allasse della lamella.
Una sezione perpendicolare dellasse della lamella ci permette di vedere le cellule di
Purkinje, e una serie di puntini che sono le sezioni trasverse di tali fibre parallele, che
fanno sinapsi sia sulla cellula stellata, che dei canestri, che sulla cellula del Purkinje.
La cellula dei piccoli granuli, con tale organizzazione, recluta tutte le altre cellule.
Il quinto ed ultimo neurone si trova anch'esso nello strato granulare e prende il nome di
cellula dei grandi granuli. una cellula piuttosto grossa con un notevole albero
dendritico, il quale si spinge anch'esso nello strato molecolare e un corto assone, il quale
si ramifica e fa sinapsi con le cellule dei piccoli granuli.
Anche questa cellula inibitoria.
Quindi, in conclusione, nella corteccia cerebellare abbiamo un'unica cellula eccitatoria: la
cellula a piccoli granuli.
La cellula dei piccoli granuli innerva, eccitandole, tutte le altre cellule ( stellate, canestro,
grandi granuli e purkinje). L'unico assone che lascia la corteccia cerebellare quello dell
cellula del purkinje il quale, per, non abbandona il cervelletto. Le cellule dei grandi
granuli (o di Golgi) hanno come bersaglio la stessa cellula dei granuli da cui stata
eccitata. Questo significa che se nella cellula dei grandi granuli c' una lampada che si
accende se arriva uno stimolo tramite la fibra muscoide, questa si accende ma dopo un
attimo si spegne nonostante che la fibra muscoide stia scaricando perch il granulo
eccita, tra le altre cose, la cellula di golgi che spegne subito per un attimo, la cellula dei
piccoli granuli che quindi funziona ad intermittenza se viene stimolata costantemente (
un modo di produrre pause).
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
56
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
NUCLEI PROFONDI
Si trovano nella sostanza bianca del cervelletto ( nell'asse midollare). Essi ricevono dalla
periferia sia collaterali delle fibre rampicanti sia collaterali delle fibre muscoidi e quindi, s
il cervelletto non avesse la corteccia cerebellare, l'attivazione di una rampicante o di una
muscoide si tradurebbe in un'eccitazione del nucleo profondo.
Gli assoni dei nuclei profondi del cervelletto sono gli unici che abbandonano il cervelletto
e quindi mandano informazioni fuori. Se il cervelletto non avesse questi nuclei sarebbe
inutile, poich l'informazione non uscirebbe fuori dal cervelletto stesso. Questi nuclei
profondi sono quattro per lato: il nucleo profondo proprio dell'archicerebellum, ossia
quello che si trova nel nodulo cerebellare, prende il nome di NUCLEO DEL TETTO (o
fastigium). Esso riceve esclusivamente dalle cellule di purkinje dell'archicerebellum e
dalle fibre muscoidi che vengono dai nuclei vestibolari, ma anche dalle fibre rampicanti
che vengono dall'oliva, la quale si scarica a tutto il cervelletto.
Nel paleocerebellum abbiamo 2 nuclei profondi per lato che prendono il nome di
NUCLEO GLOBOSO e NUCLEO EMBOLIFORME. Anche questi nuclei ricevono
esclusivamente dalle cellule del purkinje della corteccia del paleocerebellum, ricevono
fibre rampicanti dall'oliva e ricevono fibre muscoidi che provengono, per esempio, dalle
vie spinocerebellari ( ventrale e dorsale e cuneocerebellare), dalla formazione reticolare,
dal nucleo mesencefalico del quinto, e anche una parte di informazione direttamente dall
corteccia, che non fa stazioni nei nuclei basilari del ponte, ma fa stazione in quei piccoli
nuclei che abbiamo sistemato tra le 2 piramidi del bulbo.
Infine, nel neocerebellum c' un unico grande nucleo che si chiama NUCLEO DENTATO
(perch somiglia molto all'architettura dell'oliva inferiore, tipo lamiera ondulata), il quale
riceve soltanto da Purkinje del neocerebellum, riceve ovviamente le fibre rampicanti che
provengono dall'oliva e riceve fondamentalmente la via cortico ponto cerebellare. Esso
non riceve nulla direttamente dalla periferia, quello che sa lo sa perch glielo dice la
corteccia cerebellare.
Ora abbiamo tutti gli elementi per trarre una serie di informazioni: lorganizzazione
modulare della corteccia cerebellare e questa compartimentalizzazione delle afferenze, c
deve far pensare che ogni pezzettino di corteccia cerebellare e del nucleo profondo
corrispondente, ha a che fare con un certa parte del soma (distribuzione somatotopica de
neuroni). Ad esempio, la corteccia della regione periferica inferiore e caudale dell'emisfer
cerebellare di destra, ha a che fare con i movimenti delle dita del piede, mentre la region
laterale, intermedia tra caudale e rostrale, ha a che fare con i movimenti della mano.
Allora capiamo perch modulare, visto che ogni parte del cervelletto ha un suo territorio
di competenza (riceve da e invia a).
Ogni cellula di Purkinje ha un numero enorme di sinapsi, ma non tutte queste vie vengono
attivate contemporaneamente: avr un certo numero di fibre dalle cellule dei canestri e d
quelle stellate (inibitorie) e un certo numero da quelle dei piccoli granuli (eccitatorie). Il
risultato che quella cellula in un dato istante verr inibita o eccitata a seconda della
somma algebrica che riceve in quellistante. Se la somma positiva, allora la cellula di
Purkinje verr eccitata ad inibire i neuroni dei nuclei profondi di sua competenza, i quali
non scaricheranno in uscita.
Viceversa se la somma negativa.
Il risultato che la corteccia cerebellare ha lunica e importante funzione di modulare
lattivit di scarica dei nuclei profondi. Se aggiungiamo questo alla distribuzione
somatotopica di questo circuito modulare, si capisce come fa il cervelletto a regolare il
tono muscolare e la coordinazione dei movimenti.
57
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Attraverso queste vie, la corteccia comunica istante per istante con il cervelletto, al quale
fornisce le seguenti informazioni:
Il fascio di Arnold che viene dalla corteccia frontale invia al cervelletto due cose:
58
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Dicevamo prima che loliva inferiore ha un ruolo molto importante, tramite le fibre
rampicanti, come regolatore della funzione del cervelletto, scaricando con una frequenza
bassa e costante su questo.
Possono tuttavia esserci dei momenti in cui tale frequenza varia: le variazioni di frequenz
di scarica si hanno al fine di correggere lattivit cerebellare.
Il cervelletto ha un suo particolare circuito di autocontrollo: una parte di informazione che
dai nuclei profondi va al nucleo rosso, non va al talamo e alla corteccia, ma va alloliva
inferiore che scarica di nuovo sulla corteccia cerebellare. Si ha una specie di cortocircuito
CEREBELLO-RUBRO-OLIVO-CEREBELLO, che avrebbe la funzione di resettare il
cervelletto, ossia di controllo delle funzioni. Questo circuito di auto controllo serve affinch
il cervelletto possa correggere errori di interpretazione o di scarica alla corteccia.
Il cervelletto, per, non regola il movimento esclusivamente proiettando alla corteccia, m
ha anche una sua capacit, proprio grazie al fatto che scarica ad una certa parte del
nucleo rosso (soprattutto il paleocerebellum), di regolare gruppi di neuroni del tronco
dellencefalo, da cui si dipartono vie discendenti che noi abbiamo chiamato VIE
EXTRAPIRAMIDALI, come per esempio la stessa VIA RUBRO-SPINALE e le VIE
RETICOLO-SPINALI, che provengono dalla sostanza reticolare del bulbo e del ponte.
Qui, per, il cervelletto coordina lattivit di scarica di tali neuroni in maniera stereotipa.
Tali vie determinano un tipo di movimento base, ossia stereotipo, che molto importante
affinch leventuale ordine che poi dovesse arrivare dalla corteccia con la via corticospinale possa essere eseguito in maniera corretta.
59
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Noi abbiamo, quindi, una base del movimento assicurata dalle vie extrapiramidali, ma
anche dal movimento riflesso, dopo stimolazione del fuso neuromuscolare, dalle vie
vestibolo-spinali, che vanno a reclutare particolari motoneuroni (alfa o gamma).
Noi possiamo arricchire tale movimento stereotipo con ordini di movimento ben precisi e
focali che abbiamo elaborato attraverso la corteccia e che mandiamo gi attraverso la via
principale del movimento (piramidale).
MESENCEFALO
60
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
delle dismetrie a causa dellinterruzione della principale via di comunicazione tra cortecci
e cervelletto (fasci di Arnold e Trk).
Dalla parte pi caudale del mesencefalo (dorso) emerge il 4 nervo cranico che si incrocia
con il controlaterale; dalla faccia ventrale del mesencefalo (dalla profondit della fossa
interpeduncolare) emerge il 3 nervo cranico o oculomotore comune.
Il mesencefalo, nella sua parte pi craniale, abbracciato da ventre a dorso, dal TRATTO
OTTICO, che contiene una parte della via ottica.
Infine, annesse alla parte dorsale del mesencefalo, ai lati della lamina dei corpi
quadrigemini, abbiamo una coppia di formazioni piuttosto grosse chiamate CORPI
GENICOLATI (che significa inginocchiati), uno LATERALE e uno MEDIALE, i quali non
sono formazioni mesencefaliche bens diencefaliche.
Il corpo genicolato mediale un nucleo importante della via acustica (sordit se distrutto
mentre il corpo genicolato laterale un nucleo importante della via ottica. Questi corpi
genicolati, insieme, costituiscono il METATALAMO (meta = al di l).
NUCLEO ROSSO : un nucleo che ha un ruolo abbastanza strategico nelleconomia
generale delle vie di moto per il fatto che viene a trovarsi in una specie di crocevia tra
telencefalo e cervelletto.
Esso composto di due parti:
1. la parte pi craniale, filogeneticamente pi nuova, detta parvicellulare (perch i
neuroni sono piccoli);
2. quella pi caudale, filogeneticamente pi antica, chiamata magnicellulare (perch i
neuroni sono un po pi grandi).
Abbiamo detto che il nucleo rosso implicato nella via di risposte dal cervelletto alla
corteccia (cerebello-rubro-talamo-cortico). In realt il cervelletto scarica al nucleo rosso
parvi (quello pi nuovo). Sta di fatto per che il cervelletto scarica anche alla parte
filogeneticamenta pi vecchia, ossia alla magnicellulare del n. rosso. Quindi il cervelletto
manda al n. rosso due categorie di fibre: una destinata a fare stazione con la parte
craniale del n. rosso e da qui al talamo e quindi alla corteccia (serve a far s che il
cervelletto possa comunicare con la corteccia); laltra va alla parte magnicellulare, da qui
si dipartono VIE RUBRO-SPINALI, attraverso le quali il cervelletto regola ci che accade
a livello del midollo spinale (attivit motorie stereotipe). Una di queste la VIA
CEREBELLO-RUBRO-SPINALE.
Il nucleo rosso scarica per anche al COMPLESSO OLIVARE INFERIORE (via cerebellorubro-olivo). Abbiamo parlato dellimportanza della VIA CEREBELLO-RUBRO-OLIVOCEREBELLO e abbiamo detto che questa un sistema anatomico che serve a resettare
e a controllare le pulsazioni base del cervelletto.
Ma da tale nucleo partono anche fibre che scendono a livelli pi bassi (VIA CEREBELLORUBRO-OLIVO-SPINALE). Il risultato che il nucleo rosso non si trova soltanto come
stazione intermedia della via di proiezione dal cervelletto alla corteccia, ma anche nella
via di proiezione dal cervelletto ai distretti pi bassi (leggasi midollo spinale, tronco
dellencefalo, etc.). Il cervelletto pu essere visto come regolatore di attivit
extrapiramidali. Il nucleo rosso, ma soprattutto la parte magnicellulare (pi vecchia) ricev
DIRETTAMENTE DALLA CORTECCIA e quindi abbiamo una VIA CORTICO-RUBRO e
da qui RUBRO-SPINALE. Quindi il nucleo rosso si configura come un vero e proprio
nucleo extrapiramidale: riceve dalla corteccia e scarica al midollo spinale.
Infine il nucleo rosso riceve anche in piccolissima parte dai NUCLEI DELLA BASE e da
qui linformazione viene riverberata alloliva e al cervelletto.
Ricapitolando
:
SI TROVA LUNGO LA VIA CHE DAL CERVELLETTO VA ALLA CORTECCIA (unica
via in salita);
SI TROVA SOPRATTUTTO LUNGO VIE DISCENDENTI (cerebello-rubro-olivospinale, cerebello-rubro-spinale);
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
61
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
62
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
postgangliari dirette ad un muscolo liscio che abbiamo nel polo anteriore dellocchio, il
muscolo DILATATORE DELLA PUPILLA. Questo, contraendosi, aumenta il calibro della
pupilla: entra pi luce. La pupilla un foro scavato nelliride dellocchio, il cui diametro pu
variare (da zero a qualche millimetro), permettendo la regolazione della quantit di luce
che entra. Nelliride abbiamo due muscoli:
1. il dilatatore della pupilla, con fibre disposte come i raggi di una ruota di bicicletta
2. il costrittore della pupilla, con fibre circolari.
Il muscolo dilatatore della pupilla innervato dal ganglio cervicale superiore, il quale vien
attivato dalle fibre del centro ciliospinale, le quali a loro volta sono attivate, quasi sempre
ma non sempre, dal collicolo superiore. Questo un RIFLESSO VISCERALE che NON
POSSIAMO CONTROLLARE E CHE SI INNESCA TUTTE LE VOLTE CHE CE UN
ABBASSAMENTO DI INTENSITA DI LUCE.
Tale informazione di diminuzione di intensit di luce presa dalla retina (diminuzione
della quantit di energia luminosa), portata ai collicoli superiori e da qui la via discendent
tetto-spinale laterale attiva il centro ciliospinale, innescando la risposta della dilatazione
della pupilla.
Sulla pupilla sono centrati, per ora, due riflessi:
1. uno somatico, la rotazione del capo in direzione dello stimolo visivo;
2. laltro viscerale, la dilatazione della pupilla.
La dilatazione della pupilla noi labbiamo certamente allorch diminuisce la quantit di
luce ma possiamo averla anche, indipendentemente dallintensit di luce, se stiamo
facendo esperienza di un ipertono ortosimpatico come, per esempio, se siamo impauriti o
particolarmente emozionati. Il significato di tale dilatazione che deve entrare pi luce
perch dobbiamo vederci meglio per poterci difendere.
Ci sono altri due riflessi incentrati sul collicolo superiore.
Osservando una sezione sagittale del mesencefalo possiamo vedere che al collicolo
superiore arrivano le fibre che derivano dalla retina e che innescano il riflesso di
dilatazione pupillare quando si abbassa la luce, ma la stessa via porta, direttamente alla
regione del tetto del mesencefalo, fibre che provengono dalla retina e che vengono
utilizzate per il riflesso opposto: al passaggio da un ambiente poco illuminato ad uno
molto illuminato, dobbiamo ridurre il calibro della pupilla, altrimenti restiamo abbagliati
dalla luce. Tali fibre vanno a finire ad un piccolo nucleo che si trova nel tetto del
mesencefalo, al davanti del collicolo superiore, chiamato NUCLEO PRE-TETTALE (pre =
al davanti). Ovviamente ne abbiamo uno a dx e uno a sn.
Tale nucleo pre-tettale va a scaricarsi al NUCLEO PARASIMPATICO ASSOCIATO AL III
NERVO CRANICO (NUCLEO DI EDINGER-WESTPHAL), il quale d origine a fibre
pregangliari lunghe, le quali viaggiano nel III nervo cranico e vanno a scaricarsi ad un
piccolo ganglio parasimpatico posto nel cavo orbitario, vicino al polo anteriore dellocchio
chiamato GANGLIO CILIARE, da cui si dipartono fibre postgangliari corte che vanno a
scaricarsi al muscolo costrittore della pupilla. Anche questo un riflesso che non
possiamo controllare (non passa per la corteccia), un riflesso che avviene anche se
siamo decorticati.
La via : retina - (nervo ottico) - nucleo pretettale - nucleo di Edingher-Westphal - (III
nervo cranico) - ganglio ciliare - (nervi ciliari brevi) - muscolo costrittore della pupilla.
Un 4 riflesso visivo centrato sulla corteccia cerebrale visiva ma linformazione arriva al
collicolo superiore per innescare il RIFLESSO DI ACCOMODAZIONE DEL
CRISTALLINO.
Per mettere a fuoco gli oggetti disponiamo del cristallino, il quale una lente biconvessa
che noi deformiamo allo scopo di avvicinare o allontanare il fuoco anteriore (il fuoco
posteriore rispetto a questa lente fisso e si trova sulla retina). Tale dispositivo azionat
da un muscolo controllato indirettamente dal collicolo superiore: muscolo ciliare.
63
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
PEDUNCOLO CEREBRALE
Abbiamo gi detto che esso contiene esclusivamente fibre discendenti: la via corticospinale, il fascio di Arnold ed il fascio di Trk.
Concentriamoci sulla via cortico-spinale.
intuitivo pensare che, come ci sono fibre discendenti che dalla corteccia vanno ai
motoneuroni spinali, ci devono essere fibre che dalla corteccia vanno ai nuclei
motorsomatici dei nervi cranici. Dobbiamo quindi parlare correttamente di una VIA
CORTICO-SPINALE e di una CORTICO-NUCLEARE.
Ci significa che nella parte pi craniale del tronco dellencefalo, a dx e a sn, le vie che
vengono dalla corteccia motrice ci sono tutte e sono tutte entrate nel mesencefalo dove
abbiamo, nella parte pi craniale, il 100% delle fibre. Appena per questa via entra nel
peduncolo abbiamo che il 100% delle fibre cortico-spinali vanno gi fino al bulbo senza
interrompersi mentre delle fibre cortico-nucleari, le prime cominciano a staccarsi perch
arrivano a destinazione (nucleo del III e nucleo del IV che sono i due nuclei motorsomatici
del mesencefalo). Quindi, nel peduncolo cerebrale del mesencefalo, parte caudale, non
abbiamo pi il 100% delle fibre cortico-nucleari. Nel ponte abbiamo il nucleo masticatorio
del V, il nucleo abducente (VI) e il motore del VII. Lultimo contingente di fibre si
interrompe al nucleo del XII nervo cranico. A questo punto le fibre cortico-nucleari sono
state tutte impegnate per cui, al di sotto del nucleo dellipoglosso, abbiamo solo fibre
cortico-spinali.
La via cortico-spinale la troviamo nelle piramidi bulbari di dx e di sn: a livello della parte
pi craniale di ciascuna piramide il 70 80 % delle fibre si incrocia con laltro. Il luogo
della piramide dove avviene lincrocio del 70 80 % delle fibre cortico-spinali prende il
nome di DECUSSATIO PIRAMIDUM. Quindi la CORTECCIA MOTORIA DI DX
CONTROLLA LEMISOMA DI SN E VICEVERSA.
Quindi la LEGGE DELLA CONTROLATERALITA RIGUARDA SIA LA SENSIBILITA
ESTEROCETTIVA E PROPRIOCETTIVA COSCIENTE, SIA LA CAPACITA MOTORIA.
Il 20 30 % di fibre cortico-spinali che non si incrocia a livello della decussatio piramidum
si incrociano neuromero per neuromero.
Il fascio di fibre cortico-spinali che si incrociano a livello della decussatio chiamato VIA
CORTICO-SPINALE LATERALE perch nel midollo spinale, gi a C1, si ritrovano nel
cordone laterale. chiaro che la via cortico-spinale di dx proviene dal cervello di sn e
viceversa.
Invece il fascio di fibre cortico-spinali che non incrociano a tale livello lo chiamiamo VIA
CORTICO-SPINALE ANTERIORE o VENTRALE perch nel midollo spinale si trova nel
cordone anteriore.
Vediamo cosa accade alle fibre della VIA CORTICO-NUCLEARE.
Per tutti i nuclei motor-somatici, tranne lipoglosso e una parte del nucleo del VII, che ha a
che fare con i muscoli al di sotto della rima labiale (labbro inferiore, mento, etc.), VALE LA
LEGGE DELLA BILATERALITA DELLINNERVAZIONE, ossia i nuclei III, IV, V, VI, parte
del VII hanno una DOPPIA INNERVAZIONE ossia RICEVONO FIBRE SIA DALLA VIA
CORTICO NUCLEARE DI DX CHE DA QUELLA DI SN.
Per il XII e la parte del VII che innerva i muscoli al di sotto della rima labiale vale la
LEGGE DELLA CONTROLATERALITA, ossia ognuno di questi nuclei innervato dal
fascio controlaterale, per cui un danno a tale fascio d un segno neurologico
controlaterale. Ad esempio se si ha un danno al fascio cortico-nucleare che innerva il XII
nucleo di dx allora, nel tirar fuori la lingua, questa guarder a sinistra, ossia verso il luogo
della lesione.
64
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
VIA ACUSTICA
65
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
COLLICOLI INFERIORI
Immaginiamo di applicare uno stimolo acustico allorecchio di destra. Tale stimolo
sensitivo raccolto dal dendrite di un neurone gangliare il cui assone va a scaricarsi a
livello dei nuclei cocleari (in questo caso di dx). La maggior parte delle fibre che si
dipartono dai nuclei cocleari si incrocia controlateralmente, sempre a livello del ponte, pe
andare a scaricare ad uno dei due piccoli nuclei:
1. nucleo olivare superiore;
2. nucleo del corpo trapezoidale;
entrambi nuclei propri del ponte.
Da questi nuclei si diparte una via che sale e che diretta fondamentalmente al collicolo
inferiore (nel tetto del mesencefalo). Una piccola percentuale di fibre che si dipartono dai
nuclei cocleari di dx, per, rimane ipsilaterale e sale su al proprio collicolo inferiore (quell
di destra).
La via che va dai nuclei olivare superiore e del corpo trapezoidale al collicolo inferiore si
chiama LEMNISCO LATERALE (perch sta ai lati).
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
66
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
chiaro che tale lemnisco laterale conterr anche fibre dai nuclei cocleari oltre che dai
nuclei olivare superiore e del corpo trapezoide.
Lungo il lemnisco laterale c un gruppetto di neuroni che costituiscono il NUCLEO DEL
LEMNISCO LATERALE che rappresenta una stazione intermedia delle fibre del lemnisco
laterale. Senonch, neuroni del nucleo del lemnisco laterale di dx e di sn, si scambiano
fibre. Quindi se applico uno stimolo uditivo a dx, tale informazione mi va a sn (al collicolo
inferiore) ma anche a dx. E mi va a sn e a dx non soltanto per via delle connessioni
principali, ma anche a causa di questa commesura che unisce i due nuclei dei lemnischi
laterali (ulteriore amplificazione).
Anche i neuroni dei due collicoli si scambiano fibre e quindi di nuovo limpulso viaggia a d
e a sn e viene ulteriormente amplificato.
Dopo di che, le fibre del collicolo inferiore vanno a scaricarsi al CORPO GENICOLATO
MEDIALE (ai lati del tetto del mesencefalo). Da qui linformazione arriva allarea corticale
41 42 che lAREA UDITIVA PRIMARIA DEL LOBO TEMPORALE.
Il dato di fatto fondamentale che lo stimolo uditivo applicato a dx viene sentito da tutte
due le cortecce e cos lo stimolo uditivo applicato a sn. E siccome c uno scambio di fibre
a livello di tutte le stazioni (a livello dei nuclei cocleari, a livello dei nuclei del lemnisco
laterale, a livello dei nuclei olivare superiore e del corpo trapezoidale ed a livello dei
collicoli), questo evento, associato al fatto che entrambe le cortecce sentono il suono, ci
permette la cosiddetta STEREOACUSIA, ossia la CAPACITA DI SENTIRE IN 3
DIMENSIONI. Riusciamo in questo modo a distinguere da dove viene il suono.
I collicoli inferiori non sono soltanto un luogo essenziale della via acustica, sono anche un
luogo di RIFLESSI UDITIVI.
Noi siamo fabbricati per spostare il capo e gli occhi nella direzione dellorigine di un suono
in via riflessa. Nel senso che linformazione che arriva allorecchio di dx (e dopo un po
anche allorecchio di sn) arriver un po prima alla corteccia di sn, un po dopo alla
corteccia di dx, ma comunque arriva ai collicoli, i quali sono in grado di indurre un riflesso
motore di rotazione del capo verso la fonte del suono. Affinch questo avvenga
necessario che ci sia una VIA TETTO-SPINALE che si diparta dai collicoli inferiori, la
quale vada a reclutare i motoneuroni dei nervi che si occuperanno della rotazione del
capo (sternocleidomastoideo e trapezio). Anche tale riflesso ha una funzione di protezione
perch il suono pu essere quello di un banale bicchiere che cade e si rompe, ma anche
quello dello scoppio di una bombola di gas.
Alla rotazione del capo si aggiunge quella degli occhi, la quale presuppone lintervento de
collicoli superiori; in effetti esistono fibre che connettono il collicolo inferiore a quello
superiore.
Come se non bastasse, succede che linformazione che arrivata alle aree 41 e 42
(uditive primarie), viene proiettata in basso seguendo la via a ritroso (corteccia corpo
genicolato mediale collicoli inferiori nuclei pi bassi) con il significato di VIA DI
CONTROLLO che permette di controllare due cose:
1. con tale via riusciamo, volendo, a bloccare il riflesso uditivo. Se ad esempio sentiamo
un suono che ci familiare, non necessariamente giriamo il capo in direzione di
questo, ma continuiamo a fare quello che stiamo facendo;
2. linformazione giunge ai nuclei cocleari e da questi allorgano delludito. In tal modo
tale via riesce anche a controllare il flusso di informazioni uditive che sta arrivando in
quel momento, agendo direttamente sulle cellule cappellute dellorgano di Corti, che
sono i recettori veri.
Ad esempio, se siamo immersi nella lettura, siamo cos presi che possiamo non sentire
una persona che ci chiama: in tal caso blocchiamo lafflusso di informazioni uditive
attraverso questa via discendente.
67
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Abbiamo gi detto che nel mesencefalo c una quota di sostanza reticolare che quella
che usiamo per STARE SVEGLI. Tale sostanza stata scoperta dal neurofisiologo
MORUZZI negli anni 50.
La condizione di veglia non un fenomeno passivo, cio sto sveglio perch non dormo:
il dormire e lo stare sveglio sono due attivit separate e distinte e tutte e due vanno
innescate, ossia, vi sostanza reticolare apposita ed in pi anche ipotalamo e talamo si
occupano di questo.
Se la sostanza reticolare di Moruzzi viene distrutta, si perde la condizione di veglia: non s
dorme ma si va in coma.
IL TELENCEFALO
68
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Il nucleo lenticolare il pi grosso dei nuclei della base ma in verit esso costituito da 3
nuclei:
1. Putamen (parte pi laterale)
2. globo pallido esterno (medio)
3. globo pallido interno (mediale)
Abbiamo poi un 4 nucleo chiamato NUCLEO CAUDATO: in questa sezione vediamo solo
la testa del nucleo caudato che si trova avanti e medialmente rispetto al nucleo
lenticolare. Questo nucleo si chiama caudato perch ha la forma di una C aperta in
avanti, distribuita sul piano sagittale: la parte anteriore della C si chiama testa del
caudato. In realt questa C si trova tuttintorno al talamo, ossia il talamo incastrato
nella C del nucleo caudato. Tale C va indietro ed in alto, gira intorno al talamo e poi g
passa sotto; durante questo decorso diviene sempre pi sottile in modo che si parla di
testa del caudato (parte davanti al talamo), corpo del caudato (sopra il talamo), coda del
caudato (sotto il talamo).
C un altro nucleo pi piccolo, ma anchesso visibile ad occhio nudo, che viene a trovarsi
sotto al talamo e che per questo chiamato NUCLEO SUBTALAMICO DI LEWIS.
Tra i nuclei della base dobbiamo anche considerare sostanza grigia collocata in
prossimit del nucleo subtalamico e che prende il nome di ZONA INCERTA e anche un
altro gruppetto di neuroni chiamati CAMPI DI FOREL
.
Un ultimo nucleo si trova allesterno del nucleo lenticolare, tra questo e la corteccia,
chiamato CLAUSTRO, di cui si sa molto poco.
La SOSTANZA BIANCA che viene a trovarsi tra i nuclei prende diversi nomi a seconda
della sua posizione.
detta CAPSULA INTERNA la parte che viene a trovarsi tra testa del caudato e
lenticolare e tra talamo e lenticolare. Possiamo dividerla in un braccio anteriore (tra
caudato e lenticolare) ed in un braccio posteriore (tra talamo e lenticolare). Entrambi
questi bracci si prolungano verso la corteccia. Dato che questi due bracci tra loro formano
un angolo ottuso aperto allesterno, chiameremo il passaggio tra i due bracci GINOCCHIO
DELLA CAPSULA INTERNA.
detta CAPSULA ESTERNA la sostanza bianca posta tra PUTAMEN e CLAUSTRO.
Infine detta CAPSULA ESTREMA
la parte di sostanza bianca che si trova
immediatamente sotto la corteccia, ossia la SOSTANZA BIANCA SOTTOCORTICALE
.
La capsula estrema composta soprattutto di fibre mieliniche che vanno da unarea
corticale ad unaltra vicina.
La capsula esterna in genere costituita da fibre che collegano aree corticali lontane
tra loro (es: larea occipitale con quella frontale).
69
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
70
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
71
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Allora il cervelletto, a differenza dei nuclei della base, riesce a proiettare al tronco
dellencefalo (nucleo rosso, sostanza reticolare, oliva inferiore).
Quindi: MENTRE I NUCLEI DELLA BASE CI SERVONO PER MEMORIZZARE
SEQUENZE MOTORIE, RIPRODURLE AL BISOGNO E QUINDI, IN QUALCHE MODO,
PARTECIPANO ALLA PROGRAMMAZIONE DEL MOVIMENTO, IL CERVELLETTO
INTERVIENE SOPRATTUTTO NELLESECUZIONE DEL MOVIMENTO.
72
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
73
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Tale equivoco nasce dal fatto che il dato della clinica mi dice che ce faccio una lesione
alla via CORTICO-SPINALE, nellimmediato (ore o giorni) ho sicuramente una paralisi
motoria controlaterale mentre, se ho una lesione delle vie extrapiramidali, non ho paralis
motoria ma problemi nella esecuzione. In base a questi due quadri clinici diversi si dice
che la via piramidale serve per iniziare il movimento ecc. e le vie extrapiramidali per
rendere possibili gli automatismi del movimento.
Questi due sistemi discendenti agiscono invece in maniera concertata.
I nuclei della base sono necessari per apprendere nuove sequenze motorie e per
ripeterle. Noi passiamo la nostra vita a memorizzare schemi motori ed a riprodurli, a
creare circuiti funzionali che ci permettano di semplificare una sequenza motoria e, quind
di automatizzarla e poi riprodurla. I nuclei della base sono a tal fine assolutamente
indispensabili.
Come abbiamo visto nellimmagine precedente, quando linformazione passata per i
nuclei della base, da qui va al talamo e dal talamo va alla corteccia; essa risponde con
tutte le vie discendenti a sua disposizione e non soltanto con la cortico-spinale.
Qualsiasi nostro movimento complesso ha bisogno dellintegrit di tutti e due i sistemi
discendenti.
SOSTANZA NERA
Se distruggo la sostanza nera, soprattutto la parte compatta di questa, ho una malattia
invalidante che si chiama MORBO DI PARKINSON o paralisis agitans.
Questa dizione spiega i due segni clinici fondamentali del Morbo di Parkinson: la rigidit
del movimento (che non paralisi) ed il tremore a riposo. Il parkinsoniano ha grosse
difficolt sia ad iniziare il movimento che ad arrestarlo.
La rigidit (che solitamente inizia da una parte del soma ma poi progredisce) riguarda tut
i muscoli per cui il parkinsoniano ha un atteggiamento tipico.
Se sta in piedi ha un atteggiamento curvo e poi trema: gli tremano la testa, le braccia, le
mani e le dita (come se contasse dei soldi). Il tremore un eccesso di movimento ed
irreprensibile, smette di tremare allorch compie un movimento. Il parkinsoniano non
74
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
riesce per a compiere un movimento in maniera fluida e veloce come fa una persona
sana. Questo dipende dalla rigidit motoria.
Tale rigidit riguarda anche i muscoli mimici: il parkinsoniano ha sempre la stessa
espressione, triste, depressa; questo avviene un po perch realmente depresso, ma
soprattutto perch ha difficolt a sorridere, data la rigidit dei muscoli facciali.
Possiamo quindi affermare che LA LESIONE DELLA SOSTANZA NERA CAUSA
FONDAMENTALMENTE IPOCINESIA, CIOE MINORE QUANTITA TOTALE DI
MOVIMENTO.
SE QUESTO E VERO ALLORA IN CONDIZIONI NORMALI LA SOSTANZA NERA
AGISCE COME ACCELERATORE DEL MOVIMENTO.
NUCLEO CAUDATO
Unaltra ipercinesia il cosiddetto Ballo di San Vito che, in termini medici, detto Cora
Minor (corea in greco significa ballo) in cui, in maniera imprevedibile, irrefrenabile e non
finalizzata, il soggetto muove larto superiore e quello inferiore, quasi a mimare il passo d
una danza.
La Cora Minor consegue ad una lesione del n. caudato per cui in condizioni normali
anche il n. caudato appartiene alla CATEGORIA DEI FRENATORI.
Possiamo quindi affermare che NUCLEO SUBTALAMICO e NUCLEO CAUDATO SONO
FRENATORI DEL MOVIMENTO mentre LA SOSTANZA NERA COMPATTA ed, entro
certi limiti, IL PALLIDO INTERNO SONO ACCELERATORI DEL MOVIMENTO
.
Quindi i nostri movimenti automatici, ma anche quelli che hanno una componente di
volontariet, dipendono dallequilibrio delle attivit del freno e dellacceleratore, che
devono essere perfettamente regolati.
POSSIBILE SCHEMA INTERPRETATIVO DEL FUNZIONAMENTO DEI
NUCLEI DELLA BASE
Lo schema che segue ci fa vedere una rappresentazione della corteccia cerebrale o
meglio dei luoghi della corteccia che scaricano allo striato.
75
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
(D2) e laltra di tipo eccitatorio (D1). Il fatto che la sostanza nera (in particolare quella
compatta), scarica in maniera tonica sui suoi bersagli (ossia inibisce il talamo con una
frequenza costante). Il talamo pu scaricare al corpo striato oppure scaricare alla
corteccia prefrontale e anche premotoria.
Anche la corteccia connessa direttamente con il nucleo subtalamico (il quale fatto di
neuroni eccitatori) il quale riceve dal pallido esterno e proietta al pallido interno.
chiaro che abbiamo un flusso di informazione che ha la funzione di interrompere
lazione inibitoria del pallido interno e della sostanza nera sul talamo, il quale sempre
tenuto sotto freno dai due nuclei e, quindi, non pu scaricare e dare via libera alla
corteccia.
Il circuito che dalla corteccia va a finire al pallido interno ed alla sostanza nera ha la
funzione di ridurre, ogni tanto, lattivit frenante. Questo si verifica ogni volta che
dobbiamo iniziare unazione o compiere un atto motorio.
Nel parkinson succede che viene distrutta la sostanza nera ed in particolare interrotta la
via inibitoria allo striato (D2). Con la distruzione della sostanza nera compatta (che
quella maggiormente compromessa) viene soprattutto ad interrompersi la via di inibizion
del nucleo subtalamico (via pallido esterno) il quale eccitato ad eccitare i nuclei pallido
interno e SNr (i nuclei inibitori) che aumenteranno la loro scarica inibitoria al talamo il
quale non risponde pi, causando la rigidit.
Il nucleo subtalamico un nucleo eccitatorio ma eccita dei nuclei che sono inibitori, per
questo la sua azione frenante.
Viceversa, nel caso di distruzione del nucleo subtalamico, viene a mancare lazione
eccitatoria sui nuclei inibitori (Pi e SNr) e quindi la frequenza di scarica inibitoria
diminuisce al di sotto di un valore soglia, tanto da avere un eccesso di movimento.
A livello della circonvoluzione precentrale (che appartiene al lobo frontale) abbiamo lArea
4 o Area Motrice Primaria e al davanti di questa abbiamo lArea 6 o Area Premotoria.
76
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
77
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
sottolenticolare, abbiamo soprattutto la via acustica e una parte della via ottica mentre, n
prolungamento retrolenticolare, abbiamo la grossa parte della via ottica. In entrambi i
prolungamenti abbiamo tutto il fascio di Trk (fascio parieto-temporo-occipito-pontino). S
facciamo una lesione a livello retrolenticolare abbiamo dismetrie ( cervelletto e corteccia
non comunicano), ma anche problemi visivi (riduzione del campo visivo e talora
allucinazioni visive).
TALAMO
Ciascun talamo una formazione del diencefalo che somiglia ad un ovoidale. Possiamo
immaginare due uova coricate con i due assi che convergono in un punto anteriore.
una massa grigia molto grossa costituita da un numero elevato di nuclei che stanno
insieme. Tale massa grigia attraversata da una lamina midollare di sostanza bianca,
detta lamina midollare interna, la quale va da dietro in avanti ma, verso lavanti, si biforc
disegnando una y. A causa di ci, distinguiamo i nuclei talamici in tre gruppi
fondamentali:
-gruppo anteriore;
-gruppo mediale;
-gruppo laterale.
In aggiunta abbiamo che i
nuclei mediali si continuano
medialmente a formare una
specie di commessura grigia
che si unisce a quella del
talamo controlaterale. Tale
parte di talamo prende il nome
di nuclei mediani o della linea
di mezzo.
Inoltre i nuclei laterali vanno
distinti in dorsali e ventrali.
Il polo posteriore del talamo,
che filogeneticamente la parte pi nuova, un grosso nucleo chiamato Pulvinar.
Abbiamo poi un gruppetto di nuclei nella faccia laterale del talamo a livello della lamina
midollare esterna che avvolge la superficie laterale del talamo.
I vari nuclei talamici hanno connessioni in va e vieni con precise regioni della corteccia
cerebrale.
I nuclei talamici anteriori sono collegati, in va e vieni, con una regione della corteccia
cerebrale che sta tuttintorno al corpo calloso (e quindi lungo le faccie mediali di ciascun
emisfero). Tale corteccia pericallosa molto importante al fine delle nostre risposte
emotive istintuali.
Al di l della lamina midollare
interna abbiamo i nuclei
mediali, i quali sono tutti
connessi con il lobo frontale
ed in particolare con la
corteccia prefrontale.
Ancora pi medialmente
abbiamo i nuclei della linea
mediana che proiettano a
livello del polo anteriore.
78
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Si tratta di regioni importanti che hanno a che fare con la memoria genetica.
Poi abbiamo i nuclei laterali (distinti in dorsali e ventrali) ed in aggiunta abbiamo il Pulvina
che connesso ad unampia regione della corteccia, in parte temporale, in parte
occipitale ed in parte parietale, la quale viene a trovarsi tuttintorno al punto in cui finisc
la scissura di Silvio. Questa regione si chiama Area associativa sensitiva. Essendo il
pulvinar la parte di talamo filogeneticamente pi nuova, tale area, essendo connessa con
questo, implicata in attivit filogeneticamente nuove quali il linguaggio.
La zona dei nuclei lateroventrali proietta sulla regione della corteccia che sta a cavallo
della scissura di Rolando (la corteccia somestesica primaria e larea 4).
La corteccia somestesica primaria riceve dai nuclei ventro laterali posteriori (ossia le vie
spinotalamiche, lemniscomediale, lemniscotrigeminale).
Poi abbiamo, al davanti, il nucleo ventro laterale intermedio, il quale connesso quasi
esclusivamente con larea 4. Questo quel nucleo talamico che riceve dal cervelletto per
proiettare alla corteccia.
Infine, i nuclei ventro laterali anteriori sono connessi quasi esclusivamente con larea 6
(area premotoria).
Questi sono quei nuclei talamici che ricevono dai
nuclei della base (soprattutto da Pallido interno e
Sostanza Nera) e proiettano alla corteccia.
I nuclei anteriori proiettano alla circonvoluzione
pericallosa (che fa parte del sistema limbico) che
quella regione della corteccia, ma anche dei nuclei
subcorticali che si occupa delle nostre reazioni
istintive, ossia quelle non ragionate.
I nuclei anteriori sono anche connessi con lipotalamo
e, quindi, intervengono nel controllo del
coordinamento delle attivit viscerali.
I nuclei mediali proiettano soprattutto al lobo frontale,
che il lobo della conoscenza, delle attivit cognitive,
del giudizio, della scelta, ma anche il lobo del
comportamento emotivo non istintivo. Quindi, tali
nuclei, sono importanti per generare quei
comportamenti non istintivi che caretterizzano il
vivere sociale e che vengono considerati
comportamenti normali.
79
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
I nuclei mediali sono connessi con: lobo frontale, corpo striato, sostanza grigia
periacqueduttale e sostanza reticolare del tronco encefalico. Intervengono
nellintegrazione di informazioni olfattive, viscerali e somatiche (personalit e tono
affettivo).
I nuclei laterali ventrali si distinguono in anteriori, intermedi e posteriori.
- I posteriori ricevono i lemnischi spinale, mediale, trigeminale e le vie gustative;
proiettano alla corteccia somestesica.
- Gli intermedi ricevono dal cervelletto (nucleo dentato, globoso e emboliforme) e dal
pallido. Proiettano alla corteccia motoria e premotoria. Intervengono nellesecuzione del
movimento.
- Gli anteriori ricevono dal corpo striato, dalla formazione reticolare ascendente e dai
nuclei talamici non specifici. Proiettano alla corteccia premotoria e motoria. Intervengono
nella programmazione dei movimenti.
I nuclei talamici laterali dorsali ed il Pulvinar sono filogeneticamente nuovi e sono
connessi, in doppio senso, con la corteccia parietale non-somestesica e con larea
di Wernicke. Intervengono nel controllo del dolore cronico, del moto degli occhi e
dellarticolazione del linguaggio tramite lelaborazione dei poli sensitivi.
I nuclei non specifici si distinguono in reticolari, della linea di mezzo, ed
intralaminari.
- I reticolari ricevono da tutta la corteccia e dalla sostanza reticolare del tronco encefalico
e proiettano alla corteccia (attivazione o allarme).
- I nuclei della linea di mezzo ricevono dalla sostanza reticolare del tronco encefalico, dal
cervelletto, dal corpo striato dellipotalamo, e proiettano a parte della corteccia limbica.
Memoria genetica.
- I nuclei intralaminari ricevono da strutture del tronco encefalico (lemnischi e sostanza
reticolare) e proiettano ai nuclei talamici vicini.
IPOTALAMO
80
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Con tali due sistemi efferenti lipotalamo controlla tutto il sistema nervoso vegetativo.
Esempio: se sentiamo freddo perch il calore che dissipiamo dalla cute non sufficiente
rispetto a quello che sarebbe necessario per compensare la temperatura esterna. Il
freddo viene sentito con i recettoti del freddo che stanno sulla cute, soprattutto sulla part
dorsale del corpo. Linformazione freddo va alla corteccia (via talamo) dove elabora tale
informazione come freddo.
Una quota di tale informazione, che viaggia con la via spinotalamica, si ferma alla
sostanza reticolare e arriva allipotalamo, il quale viene informato che sto sentendo
freddo.
Lipotalamo, attraverso una o entrambe le vie di cui dispone, attiva lortosimpatico per
innescare la risposta al freddo: viene ridotto lafflusso di sangue alla cute mediante la
vasocostrizione periferica. Inoltre si ha lorripilazione (pelle doca): la contrazione del
muscolo piloerettore fa si che vengano spremute le ghiandole sebacee che si trovano fra
bulbo pilifero e muscolo, cos il grasso si stratifica sopra la cute e funge da isolante
termico.
Nellanimale, quando i peli sono dritti, tra luno e laltro si dispone laria, che un buon
isolante. Nella nostra specie la piloerezione ha un significato di comunicazione non
verbale. Se vediamo una persona orripilata e non freddo, allora pensiamo che sotto
unemozione particolarmente intensa (intensa risposta ortosimpatica) e se questa person
sta male, allora tale risposta ortosimpatica pu essere la conseguenza o di unemorragia
intensa, o di un infarto, o di unedema polmonare acuto ecc. ossia ha una situazione di
emergenza.
VIA OTTICA
Se osserviamo un encefalo dal basso, la
regione che sta cranialmente rispetto al
mesencefalo, appartiene al diencefalo ed in
particolare allipotalamo.
Laddove finisce questa regione
dellipotalamo, cranialmente, vediamo
spuntare un peduncolo il quale altro non
che parte del peduncolo ipofisario che
stato tagliato.
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
81
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Proprio al davanti del peduncolo ipofisario abbiamo una struttura ad H che una parte
della via ottica. Questa parte della via ottica viene a trovarsi alla base del telencefalo, al
davanti del peduncolo ipofisario e quindi allaltezza pi o meno della sella turcica.
Dalla parte posteriore dellocchio si diparte il nervo ottico (II nervo cranico).
Locchio sostanzialmente un recettore speciale: la retina costituita, tra laltro, di
fotorecettori sensibili alle onde elettromagnetiche di una certa lunghezza donda (da 400
800 nm.).
Locchio si trova nel cavo orbitario che una fossa piramidale, con la base in avanti e
lapice indietro. Allapice di questo cavo orbitario abbiamo il foro ottico attraverso cui il
nervo ottico abbandona il cavo orbitario ed entra nella scatola cranica. Proprio al davanti
del peduncolo ipofisario sembra che i due nervi ottici si avvicinino cos tanto tra di loro d
fondersi (barretta orizzontale dell H).
In realt accade che una quota delle fibre del nervo ottico di dx si incrocia con una quota
delle fibre del nervo ottico di sx.
Le fibre che si incrociano provengono da una precisa regione della retina: si incrociano le
fibre che derivano dalla regione pi mediale della retina. Il risultato che abbiamo una
regione anatomica, dove avviene lincrociamento parziale dei nervi ottici, chiamata
Chiasma dei nervi ottici. Al di l del chiasma abbiamo una struttura nervosa (una a dx e
una a sx) che fatta per met di fibre ipsilaterali e per met di fibre controlaterali. Tale
struttura si chiama Tratto ottico ( di dx e di sx) perch, dal punto di vista della
composizione, abbiamo fibre ipsilaterali e controlaterali.
Le fibre del tratto ottico, per grossa parte, circondano il mesencefalo dal davanti
allindietro, e vanno a finire al corpo genicolato laterale ( di dx e di sx), un nucleo
metatalamico che si trova ai lati del mesencefalo. Dai corpi genicolati laterali si dipartono
fibre che vanno ad unarea della corteccia occipitale che si chiama Area calcarina. Per cui
queste fibre le chiamiamo genicolo-calcarine, ma anche radiazioni ottiche o visive.
Tali fibre vanno allarea 17, che larea visiva primaria, dove abbiamo la percezione della
luce o degli oggetti luminosi.
Una minoranza di fibre che costituisce il tratto ottico, non va al corpo genicolato laterale,
ma si scarica direttamente o al nucleo pretettale o al collicolo superiore . Le fibre che
arrivano al nucleo pretettale vanno ad entrambi i nuclei di Edinger-Westphal: tale via ci
permette la riduzione del calibro della pupilla (riflesso parasimpatico).
Il riflesso di rotazione del capo usa, soprattutto, la via tetto spinale laterale, per andare a
scaricarsi sul centro ciliospinale ortosimpatico per il riflesso di dilatazione della pupilla.
Le fibre che si scaricano al nucleo pretettale non vengono dagli stessi fotorecettori delle
fibre che si scaricano al collicolo superiore infatti, il nucleo pretettale viene attivato quand
c un eccesso di luce, mentre il collicolo superiore viene attivato quando c un difetto d
luce.
Cerchiamo di capire il significato dellincrociamento delle fibre del nervo ottico a livello de
chiasma.
Noi possiamo dividere ciascuna delle nostre retine (quella di dx e quella di sx) in una met
temporale, che quella laterale che guarda verso losso temporale, e una met nasale,
che quella mediale che guarda verso il naso; avremo: retina temporale e retina nasale.
Ad incrociarsi a livello del chiasma sono le fibre nasali, ossia quelle che vengono dalla
retina nasale.
Quindi, mentre il nervo ottico fatto di fibre temporali e nasali ipsilaterali, il tratto ottico
fatto di fibre temporali ipsilaterali e nasali controlaterali.
La retina la dobbiamo immaginare come una coppa di champagne ma un po pi lunga in
quanto rappresenta i 5/7 di una sfera.
Le dimensioni della retina sono minori delle dimensioni dellocchio, abbiamo infatti tutta
una serie di lenti (responsabili del potere diottrico dellocchio, che ci permettono la messa
a fuoco), si tratta di strutture trasparenti che devono far passare la luce.
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
82
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Nel polo anteriore dellocchio abbiamo anche la pupilla ( un diaframma che regola la luc
in entrata).
I raggi luminosi che devono colpire la retina devono passare attraverso la pupilla. La luce
che passa per la pupilla (luce riflessa da un certo oggetto) va a colpire una certa regione
della retina.
Se loggetto si trova davanti al naso il raggio di luce riflessa va a colpire la Retina
temporale mentre se un oggetto si trova esternamente la luce riflessa dallo stesso
colpisce la Retina nasale.
Allora la retina temporale ci serve per vedere gli oggetti davanti al naso e la retina nasale
per vedere gli oggetti allesterno.
Se metto loggetto allestremo del campo visivo di dx sar colpito lestremo anteriore del
retina nasale di dx mentre, spostando loggetto via via pi medialmente, saranno colpiti
punti della retina nasale sempre pi vicini al polo posteriore dellocchio.
Se metto un oggetto davanti al naso lo vedo con la retina temporale di entrambi gli occhi
Ricapitolando quindi un oggetto posto nel campo visivo centrale (di 110-120 gradi) viene
visto da entrambe le retine temporali mentre nei campi visivi di dx e di sx un oggetto
visto da ogni singola retina nasale (quella di dx a dx e quella di sx a sx).
Il risultato che la possibilit di vedere un oggetto posto nel campo visivo anteriore con
entrambe le retine temporali, mi permette una visione stereoscopica, ossia mi permette d
vedere in tre dimensioni e quindi di calcolare se un soggetto o un oggetto pi vicino a
me di un altro.
La visione stereoscopica tipica degli animali predatori, mentre gli animali preda non
hanno la visione stereoscopica ma hanno un campo visivo molto pi ampio.
C una piccolissima regione della retina, che coincide con il polo geometrico posteriore
dellocchio (che quindi in asse rispetto al foro pupillare), detta fovea centralis, in cui la
retina, in particolare quella temporale, ha una prevalenza di un tipo particolare di recetto
luminosi che sono i coni, da cui dipende la nostra acuit visiva, la nostra capacit di
vedere i colori e che noi usiamo quando c luce. Tutto il resto della retina temporale e
nasale caratterizzato, per la maggioranza, dalla presenza dei bastoncelli, che noi
utilizziamo per la visione crepuscolare. Questi sono molto pi numerosi dei coni.
Ora capiamo perch passiamo la vita a girare il collo e gli occhi: dobbiamo fare in modo
che loggetto che ci interessa vedere cada nella fovea centrale degli occhi. La fovea
centrale della macula lutea (cio fossa centrale della macchia gialla) la regione dove
abbiamo la massima concentrazione dei coni che ci permettono la visione diurna, la
visione dettagliata e la visione dei colori.
Abbiamo visto come la retina temporale mantiene le sue fibre ipsilaterali mentre la retina
nasale incrocia le sue fibre.
Cos il tratto ottico di dx porter temporali di dx e nasali di sx e il tratto ottico di sx
lopposto.
Quando limmagine arriva a stamparsi alla corteccia allora, alla corteccia di dx arrivano
immagini che stavano nellemicampo visivo di sx (campo temporale di dx e nasale di sx).
Viceversa, le immagini dellemicampo di dx si stampano sulla corteccia di sx.
Il cervello di dx vede il campo visivo di sx e viceversa.
Linformazione va alla corteccia occipitale che percorsa dalla scissura calcarina. Larea
visiva primaria (la 17) viene a trovarsi immediatamente sotto e sopra la scissura calcarina
A sandwich rispetto allarea 17 abbiamo larea 18 o area visiva secondaria. Poi abbiamo
unaltra area visiva larea 19 ancora a sandwich. Per cui, partendo dalla scissura
calcarina, avremo sopra 17-18-19 e sotto 17-18-19.
Mentre larea 17 larea visiva primaria, le aree 18 e 19 sono aree visive secondarie,
dove noi interpretiamo ci che vediamo in base allesperienza.
83
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
RIFLESSI CORTICALI
I riflessi di miosi (max costrizione) e di midriasi (max dilatazione) della pupilla sono rifless
vegetativi che noi non possiamo arrestare.
Mentre il collicolo superiore sede di riflesso visivo vegetativo (dilatazione della pupilla),
non il centro di riflesso motorio di rotazione del capo. Infatti la sede di tale riflesso
larea 17 della corteccia. Per esistono fibre dellarea 17 (ma anche della 18 e della 19),
fibre cortico tettali, le quali vanno a regolare le attivit di scarica dei neuroni del collicolo
superiore(cos anche di quelli del collicolo inferiore) ai fini della rotazione del capo. Quest
importante nellesame obbiettivo di un soggetto obnubilato nel quale, se non risponde a
stimoli visivi quali lo spostamento di un dito, significa che c un danno corticale:
linformazione non arriva alla corteccia.
Sempre sulla corteccia centrato un altro riflesso, apparentemente vegetativo, che ci
permette di adattare gli occhi alla visione da vicino.
Abbiamo gi detto che, a livello del polo anteriore dellocchio, esiste una lente naturale
biconvessa, il cristallino, i cui fuochi tendono ad avvicinarsi se aumentiamo la convessit
della lente: una lente pi biconvessa diventa pi convergente. Il tutto serve a far arrivare
sulla retina un immagine puntiforme. Quello che si sposta il fuoco anteriore. Allora per
poter vedere un oggetto vicino rispetto a prima, considerando che, naturalmente, locchio
adattato alla visione da lontano, con il cristallino sempre biconvesso, non avendo il
minimo spessore, devo aumentare la convessit del cristallino. Questo la conseguenza
della contrazione del muscolo ciliare, il quale fa collassare lequatore del cristallino,
aumenta il diametro antero-posteriore e quindi la convessit, soprattutto quella anteriore
Questo dipende dal nucleo di Edinger-Westphal. Noi adattiamo locchio alla visione da
vicino quando vogliamo vedere qualcosa da vicino. Questo s un riflesso, ma un
riflesso complesso, in quanto dobbiamo aumentare la biconvessit del cristallino, ma
dobbiamo anche convergere gli occhi (altrimenti vedo unimmagine sdoppiata).
Questo succede grazie ai muscoli scheletrici, per esempio i retti interni, i quali ovviament
non dipendono da Edinger-Westphal ma dal nucleo motore del III, il quale non reclutato
da fibre del tratto ottico, ma dalla corteccia: in parte corteccia visiva e in parte corteccia
frontale. Allora, mentre io convergo gli occhi (riflesso centrato a livello della corteccia), la
solita area 17, scaricandosi con fibre cortico-tettali sia al nucleo pretettale, sia al collicolo
superiore, riesce a modulare e scatenare il riflesso di accomodazione (far allungare il
diametro antero-posteriore del cristallino). Dobbiamo anche tener conto che, ogni
qualvolta adattiamo la visione da vicino, dobbiamo ridurre la quantit di luce e quindi il
diametro della pupilla, questo perch quello che noi vediamo luce riflessa e lintensit d
un fascio di luce costante diminuisce via via che ci allontaniamo dalla fonte secondo il
quadrato della distanza essendo questo un cono. Se loggetto si avvicina, la luce riflessa
dalloggetto che colpisce le mie retine e che entra nel foro pupillare, risulta aumentata, p
cui devo ridurre il calibro della pupilla per non rimanere abbagliato.
Quindi, ogni volta che guardiamo un oggetto da vicino, accadono 3 cose:
1. convergenza dei globi oculari(dipende dalla corteccia);
2. aumento del diametro antero-posteriore del cristallino (dipende dalla corteccia);
3. riduzione del calibro della pupilla (involontario).
Questultimo assolutamente indipendente dalla volont essendo solo una questione di
luce mentre gli altri due dipendono dalla corteccia ( il centro di questi riflessi), in
particolare la corteccia visiva.
Tale corteccia va poi a reclutare il collicolo superiore attraverso vie cortico-tettali oppure,
tramite vie cortico-corticali, linformazione passa dallarea visiva alla corteccia frontale, in
unarea che si chiama 8, la quale poi si occuper di determinare la vera e propria
convergenza.
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
84
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
AREE ASSOCIATIVE
Nella nostra specie meno del 50% della superficie corticale dedicata alle aree
cosiddette primarie e secondarie (sensitive , uditive, visive e motorie).
Questo vuol dire che la pi grossa parte della corteccia cerebrale apparentemente non ha
nulla a che fare con aree primarie e secondarie. Essa nellinsieme costituisce le cortecce
associative le quali, dal punto di vista anatomico, hanno questa caratteristica: nulla
ricevono direttamente dalla periferia e nulla mandano direttamente a centri gerarchici pi
bassi.
Sono tre:
1. corteccia associativa sensitiva;
2. corteccia associativa prefrontale;
3. corteccia associativa limbica.
85
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
ad usare verbi allinfinito). Che cosa accade se la lesione nei posti corrispondenti a dx d
un individuo con emisfero dominante di sx?
Se ho una lesione alla corrispondente area di Wernicke a dx non percepisco la musicalit
nella voce del mio interlocutore(ossia la prosodia). Se ho una lesione alla corrispondente
area di Broca a dx sono io a non avere pi musicalit nella voce, ossia sono aprosodico e
quindi parler con voce monotonale, fredda, che non esprime sentimento.
86
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
corteccia cerebrale che nellinsieme corteccia del sistema limbico. Limbico un termine
che viene dal latino limbus e significa cintura, limite circolare di una citt.
Questa corteccia una parte piuttosto primitiva, ossia ce lhanno tutti, ed
particolarmente sviluppata negli animali pi bassi della scala zoologica, negli animali
cosiddetti macrosmatici, ossia dotati di un apparato olfattorio molto sviluppato. In parte
questa corteccia pi nuova, specialmente la regione frontale. A questa corteccia,
specialmente allestremo frontale rivolto verso il temporale, va a finire il I nervo cranico
(lolfattorio) e questa uneccezione alla regola che vuole che nulla arrivi alla corteccia
senza essere prima passato per il talamo.
In qualche modo, il nervo olfattorio con il bulbo olfattorio, chiude una specie di circuito (la
C formata dalla corteccia limbica) e va a scaricare in prossimit della parte
filogeneticamente pi nuova della corteccia limbica, ma anche a strutture del lobo
temporale. Oltre che la corteccia, il sistema limbico possiede anche alcuni nuclei
sottocorticali.
La corteccia limbica ci serve per attuare comportamenti emotivi istintivi e per capire la
situazione di pericolo.
Negli animali quali il gatto, il bulbo olfattorio in proporzione pi grosso di tutta la
corteccia libica; nel gatto in proporzione maggiore che nella nostra specie.
Questo ha un senso perch tali animali basano tutta la loro vita di relazione sullolfatto.
Nella nostra specie, invece, lolfatto ha un minor significato perch noi ci siamo evoluti e
abbiamo costruito altra corteccia, la quale non ha soppiantato la corteccia limbica, ma ha
aggiunto qualcosa che ci permette il discernimento, lesame della realt, il giudizio e la
scelta. Questo un comportamento superiore: questo lo posso fare e questo no, questo
non lo devo fare ecc.
Noi abbiamo anche il sistema limbico che un po ci serve, tramite lolfatto, per riconoscer
gli odori avversi ( quelli che ci spingono ad allontanarci) ma anche i profumi che ci
attraggono.
Non quindi un caso che il nervo olfattorio vada direttamente alla corteccia frontale
(entorinale) per ridurre ritardi sinaptici, ma anche per evitare modificazioni
dellinformazione a livello del talamo, perch linformazione deve essere processata
immediatamente. Arriva altrettanto rapidamente alla corteccia temporale perch in tale
corteccia depositata la memoria genetica (per grossa parte) e anche la memoria
dichiarativa o esplicita che si riferisce alla memoria dei fatti o degli eventi.
Questa parte di corteccia temporale la circonvoluzione dellippocampo che corteccia
temporale piuttosto in superficie, o circonvoluzione paraippocampica
pi lippocampo, il
quale sempre un pezzo di corteccia temporale, verso la faccia mediale del lobo, ma che
tutta pieghettata ( a mo di soffietto di mantice di fisarmonica) a sembrare un nucleo
sottocorticale.
Lippocampo il luogo anatomico dove depositata la memoria genetica, ma anche
quella recente dichiarativa. Senza ippocampo non abbiamo o abbiamo ridotta memoria
istintuale e soprattutto non abbiamo memoria recente. Questo quello che succede via
via che invecchiamo: si perde la memoria recente, prima la memoria del tempo e poi
anche la memoria spaziale per cui, ad esempio, se esco non riesco a ritrovare la starda d
casa. Ho invece memoria di ricordi antichi in quanto la memoria di fatti e eventi del
passato non si trova nellippocampo ma nella corteccia prefrontale.
Se non c memoria non possono esserci nemmeno sentimenti, quanto meno i sentiment
strutturati.
Le strutture sottocorticali che fanno parte del sistema limbico si possono osservare
seguendo le fibre che si dipartono dallippocampo. Nellippocampo abbiamo neuroni i cui
assoni vanno indietro, in alto e poi girano intorno al talamo e vanno a finire in un nucleo
dellipotalamo chiamato corpo mammillare
. La massa di fibre che dallippocampo vanno al
corpo mammillare prende il nome di fornice (il quale passa a ponte intorno al
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
87
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
talamo):abbiamo la gamba del fornice, il corpo del fornice e, davanti al talamo, la colonna
del fornice che va a finire al corpo mammillare. I corpi mammillari sono una coppia di
strutture mammellonate poste dietro al chiasma ottico. I due fornici sono paralleli luno
allaltro.
In aggiunta abbiamo un altro nucleo sottocorticale che appartiene al sistema limbico, che
sta davanti alla testa dellippocampo ( a mo di cappello) e che si chiama amigdala. Le
due amigdale (di dx e sx) si trovano nel lobo temporale verso il polo anteriore e sono tra
loro interconnesse (commessura anteriore). Amigdala deriva dal greco e significa
mandorla.
Lamigdala riceve direttamente informazioni olfattorie ma anche, in qualche modo,
informazioni visive ed uditive. Inoltre era noto da tempo il suo fondamentale ruolo nel
complesso generale delle risposte emozionali, ma la conferma definitiva si avuta sei o
sette anni fa allorch, ad un gruppo di ricercatori americani, capitato di poter osservare
una donna con una lesione bilaterale dellamigdala. Questa donna aveva problemi
apparentemente di personalit (sembrava apatica), ma in realt era incapace di
riconoscere lespressione di paura sul volto di un interlocutore. Da qui lipotesi
dellimportanza dellamigdala per lanalisi fine dellespressione del volto che indica
espressione di paura. Riconoscere tale espressione importante ai fini del mantenimento
della nostra incolumit.
Tornando al corpo mammillare, questo un nucleo ipotalamico e, quindi, questo spiega
perch, al ricordo di un certo evento abbiamo una variazione dellattivit dei visceri. Infat
anche dal corpo mammillare si dipartono il fascio ipotalamo-spinale oppure il fascicolo
longitudinale dorsale che va a reclutare i nuclei, in parte parasimpatici e in parte
ortosimpatici, per dare le risposte vegetative. Inoltre sempre ipotalamo quello che rego
lattivit ipofisaria, con tutto quello che ne consegue. Proprio nellipotalamo troviamo
quello che il vero mediatore tra gli eventi che stanno avvenendo ( ossia la realt che ci
circonda) e lattivit dei nostri visceri, ovviamente con linterposizione di strutture cortica
o sottocorticali. Lo schema che segue rappresenta la circuiteria anatomica che sta alla
base di quello che abbiamo detto.
88
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Prima analizziamo il circuito caratterizzato dalle frecce doppie: si chiama circuito di Papez
(leggi Paps). Tale ricercatore messicano, intorno al 1937, formul lipotesi che lattivit
del sistema limbico (questo nome si deve a lui) fosse dovuta ad una sorta di circuito
chiuso della seguente natura: da circonvoluzione pericallosa allippocampo, il quale
trasmette al corpo mammillare il quale, oltre che a scaricare allipotalamo, scarica anche
ai nuclei talamici anteriori, i quali proiettano a livello del giro del cingolo; abbiamo quindi
un circuito chiuso nel quale gira linformazione e questo serve per consolidare la memoria
che si riferisce ai fatti e agli eventi.
In realt per, tale circuito ampliato in quanto il giro del cingolo reclutato dalle varie
corteccie associative le quali scaricano alla circonvoluzione pericallosa e quindi innescano
tale processo, ma, dalla circonvoluzione pericallosa, linformazione torna alla corteccia
associativa, soprattutto alla corteccia prefrontale ed in pi, linformazione che tramite
lippocampo arrivata allipotalamo, viene proiettata alla corteccia prefrontale, che
quella che ci permette il giudizio. Allora, intorno al circuito di Papez, vi un circuito pi
grande che vede lintervento delle corteccie associative e di altre strutture sottocorticali
che riproiettano alla corteccia prefrontale, da cui si diparte tutta la risposta motoria
ragionata.
A questo punto possiamo concludere affibiando ai due emisferi cerebrali attivit comuni e
attivit differenziate sulla base di ci che stato detto, ossia nel caso che lemisfero
dominante sia quello di sx.
Sono comuni le attivit visive, le attivit uditive e lorientamento spaziale, anche se c
una prevalenza del ruolo dellemisfero di dx nel caso della stereoagnosia (orientamento
spaziale): io conosco me ed il mondo come strutture tridimensionali e riesco a collocare
gli oggetti ciascuno nel proprio spazio. Anche lautoconsapevolezza unattivit di
entrambi gli emisferi.
In generale possiamo dire che lemisfero di sx analizzatore-catalogatore, mentre quello
di dx ordinatore, in quanto mette ordine occupandosi dello spazio. Per capire basta
pensare che una lesione della corteccia parietale a dx produce una sindrome detta
stereoagnosia. Io non ho pi la percezione della tridimensionalit dello spazio e di me
stesso, per cui trascurer tutto il mio emisoma di sx ma anche lo spazio che ho davanti a
sx.
SISTEMA LIQUORORIALE
Abbiamo detto come il midollo spinale non a contatto con la teca ossea in quanto ci
sono tre membrane concentriche che sono le meningi: la dura, applicata al periostio della
parete, laracnoide, aderente alla dura e la pia, adesa al midollo spinale ed in mezzo lo
spazio subarocnoideo che contiene il liquor.
Tutto questo si ripropone tale e uguale nel neurocranio dove il liquor svolge la solita
funzione di ammortizzatore idraulico. Dobbiamo ora spiegare:
1. chi produce il liquor;
2. in quale direzione va il liquor;
3. dove va a finire il liquor e da dove esce, in modo da non far aumentare la pressione
endocranica.
Per poter rispondere alla prima domanda dobbiamo prima dire che lacquedotto di Silvio a
sua volta si apre in un altro ventricolo, il III ventricolo che a losanga, la quale posta tra
i due talami, sopra allipotalamo (quindi nel diencefalo).
Dal III ventricolo si passa attraverso un forellino , il forame di Monr, uno a dx e uno a
sx, in unenorme cavit ventricolare che, in qualche modo, segue il disegno dellemisfero
cerebrale (ossia ha la forma di una C). Questa cavit detta ventricolo laterale (di dx e
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
89
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
90
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Da questi fori il liquido esce, pi o meno, con la stessa velocit con cui viene prodotto (in
verit segue un andamento sinusoidale, come la glicemia tra un minimo ed un massimo)
e va a finire nello spazio subaracnoideo dove causerebbe un aumento di pressione e
quindi una compressione centripeta dell'encefalo (che poi quello che succede
nell'emorragie subaracnoidee). Questo per non accade perch, a livello un po parietale
un po frontale abbiamo, proprio in prossimit della linea di mezzo, che le meningi dura
ed aracnoide sono evaginate in una serie di formazioni tipo "villo" chiamate
GRANULAZIONI ARACNOIDEE DI PACCHINI. Qui tali meningi pescano in un grosso
vaso venoso che percorre le meningi dal frontale all'occipitale e che si chiama SENO
SAGITTALE SUPERIORE. Il risultato che il liquor che stato formato grazie al plasma,
ritorna nel plasma. Con tale sistema regoliamo un flusso di acqua (liquor), manteniamo
costante la pressione e otteniamo il cuscinetto idraulico. Questo sistema ha dei punti
deboli:
possibile ostruzione dell'acquedotto di Silvio: idrocefalo;
possibile ostruzione dei forami di Magenti o di Luska: idrocefalo;
se aumenta la pressione all'interno dello spazio subaracnoideo si ha il problema
inverso, ossia il collassamento centripeto, con compromissione ancora pi veloce
della vita.
Il SNC endocranico irrorato da 2 coppie di vasi principali: una coppia anteriore che sono
le 2 CAROTIDI INTERNE ed una coppia posteriore che sono le 2 ARTERIE
VERTEBRALI che, a loro volta, sono rami dell'arteria succlavia.
Zaza, Margot, Rekoj, Hystamina, Elminister, Hackero, Chico Mendez
91
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
L'art. carotide interna, dal punto della biforcazione, sale su senza dare rami nel collo e
attraversa la base del cranio passando in un canale tortuoso, scavato nella rocca petrosa
dell'osso temporale, diretto in avanti e medialmente, detto FORO LACERO (o CANALE
CAROTICO).
Una volta all'interno della scatola cranica (ai lati del corpo dello sfenoide) d origine ad
una serie di vasi.
L'ART. VERTEBRALE, invece, nasce dall'arteria succlavia, sale su (senza dare vasi nel
collo) percorrendo i primi sei fori trasversi delle vertebre cervicali ed arriva al gran foram
occipitale, gira indietro medialmente e passa dentro al gran forame occipitale, ponendosi
davanti al bulbo. Il circolo posteriore si anastomizza con il circolo anteriore a destra e a
sinistra in un modo del tutto particolare.
92
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
93
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
94
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
Quindi, tuttintorno al chiasma dei nervi ottici e al peduncolo ipofisario (ossia nella region
della faccia ventrale dell'potalamo), abbiamo un circolo arterioso che si chiama
POLIGONO DI WILLIS il quale costituito da 7 lati: i due lati posteriori sono le due art.
cerebrali posteriori, i due lati laterali sono le due art. comunicanti posteriori, i due lati
anteriori sono le due art. cerebrali anteriori e lunico lato separato il ramo comunicante
anteriore. Il poligono di Willis molto importante per due ordini di motivi: il primo di natu
funzionale. Infatti, grazie al poligono di Willis, i circoli anteriore e posteriore sono
anastomizzati e il circolo di dx anastomizzato con quello di sx. Per tale circolo non
corrisponde ad una anastomosi a pieno canale e questo perch il calibro dei rami
comunicanti troppo piccolo, rispetto al calibro degli altri, per poter sostenere un grosso
afflusso di sangue in caso di ostruzione di uno dei vasi che fanno capo al circolo
anastomotico.
I vasi comunicanti hanno il compito di equilibrare le pressioni (dx e sx e avanti e dietro);
comunque un qualche compenso di circolo, soprattutto avanti e dietro, i rami possono
darlo. Se chiudiamo per un po di minuti unart. carotide interna per togliere una placca,
vediamo che non c ischemia cerebrale per cui, per un po, tale circolo anastomotico
riesce a compensare.
Una menzione a parte merita un piccolo vaso che nasce dallart. cerebrale media o dalla
carotide interna, lARTERIA CORIOIDEA ANTERIORE, la quale irrora il braccio posteriore
della capsula interna e tutto il nucleo lenticolare. Tale arteria particolarmente importan
perch larteria che, statisticamente parlando, pi frequentemente si occlude mettendo
K.O. il braccio posteriore della capsula interna ( causando sia paralisi motoria che
sensitiva controlaterale, perch nel braccio posteriore passano tutte le vie discendenti di
moto e le radiazioni talamiche posteriori che portano alla corteccia somestesica tutte le
informazioni esterocettive e propriocettive coscienti ).
95
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
96
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
CIRCOLO VENOSO
97
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
98
http://www.hackmed.org
hackmed@hackmed
99