Ma le ciliegie bianche, pur essendo abbastanza tenere, sono dei veri duroni, succosi, dal leggero
aroma moscato, tale da far apparire un leggero e gradevolissimo retrogusto amarognolo.
Lalbero maestoso, come tutti i P. avium, con il tronco lucido con riflessi giallognoli, inconfondibile.
La fioritura intermedia e come nella maggior parte dei ciliegi dolci, per ottenere una buona
fruttificazione, necessario unimpollinazione incrociata con altre variet cosiddette compatibili.
Possono essere buoni impollinatori il Durone I di Vignola e il Durone dellAnella. Il frutto matura
a met giugno al centro Italia. Va raccolto con cura in quanto la drupa facilmente ammaccabile e
consumato in breve tempo, tre-quattro giorni al massimo. ottimo sia fresco che per speciali
confetture.
I frutti possiedono, come tutte le altre variet, valori nutrizionali apprezzabili. Sono ricchi di vitamina
A, C, B1 e B2, contengono proteine, sali minerali di potassio, calcio, magnesio, fosforo e numerosi
oligoelementi. Tra tutte le frutta sono le meno caloriche e le pi diuretiche. Hanno azione sedativa e
sono adatte anche ai diabetici, in quanto contengono levulosio; sono un buon tonico e risollevano sia
fisicamente che psichicamente.
La storia
Il ciliegio selvatico presente nellareale europeo fin dalle epoche preistoriche; noccioli del frutto
sono stati infatti ritrovato in vari insediamenti palafitticoli dellEuropa centrale. Secondo Plinio il
Vecchio, le variet coltivate (quelle a frutto pi grande), furono importate dal Ponto nel 73 a.c. Da
Lucio Lucullo, console romano. Gli Egizi lo coltivavano fin dal I millennio, Aristotele e Teofrasto lo
citarono nei loro scritti.
Nella Roma imperiale le ciliegie erano gi molto apprezzate e vendute da venditori ambulanti che per
le vie dellUrbe gridavano: Arezzo. Le pi buone infatti allora conosciute erano quelle del Casentino
e presumibilmente la variet antica Bella di Arezzo.
Il frutto fu sempre tra i pi apprezzati e dal rinascimento si moltiplicarono le variet.
Coltivazione
La Moscatella Gialla, detta anche ciliegia giapponese, diventa un grande albero e quindi si dovr
riservarle uno spazio di almeno 10 metri di diametro. Predilige terreni sciolti, ben drenati, ed
esposizioni fresche ed asciutte. Ama molto il freddo e le temperature sotto lo zero per molti giorni
lanno. In estate, avendo un apparato radicale abbastanza superficiale, beneficia molto di copiose
irrigazioni di soccorso, anche in et adulta.
E consigliabile qualche trattamento anticrittogamico con sali di rame in inverno e propoli agricola con
equiseto in fase vegetativa.
La pianta non necessita di potature, in quanto non presenta alternanza di produzione ed molto
sensibile ai tagli, che favoriscono linsorgere di gommosi.
Se ne raccomanda quindi lallevamento in forma libera.
Il frutto della Moscatella Gialla si difende pi facilmente dagli uccelli rispetto alle variet a frutto
rosso o nero, proprio per il colore caratteristico che lo farebbe definire pi che Prunus avium (e cio
degli uccelli), prunus hominum.
Un po di botanica
I ciliegi da frutto, tutti appartenenti al genere Prunus, sottofamiglia Prunoideae, famiglia Rosaceae,
si possono classificare pomologicamente a due specie diverse:
ciliegi dolci (Prunus avium) a loro volta divisi in duracine a polpa dura e dolce (i
classici duroni) e tenerine a polpa tenera e dolce
ciliegi acidi (Prunus cerasus) divisi in tre sottospecie (considerate anche variet
spontanee):
amarene (Prunus cerasus var. caproniana) a succo dolce incolore acido e dolce
visciole (Prunus cerasus var. austera) a succo colorato acido e dolce
marasche (Prunus cerasus var. marasca) a succo colorato acido e amaro
Sono inoltre da segnalare vari ibridi tra le due specie con caratteristiche intermedie e spesso di
valore organolettico molto elevato.
La ciliegia Moscatella Gialla appartiene al gruppo delle duracine che sono caratterizzate da alberi
di grandi dimensioni con portamento eretto, corteccia lucida, fiori portati dai classici mazzetti di
maggio e frutti di colore rosso, giallo o nero a seconda della variet.
Il Prunus avium cresce spontaneo in Asia occidentale ed in Europa, dal Mediterraneo fino alla
Scandinavia.
Voglio fare con te ci che la primavera fa con i ciliegi Come Pablo Neruda, tanti altri poeti hanno
decantato nei secoli il gentilissimo frutto. Simile al rozzo ignorante, che la buona educazione
trasforma in perfetto gentiluomo, il ciliegio muta i suoi frutti amari in bacche delicate e fragranti. un
albero perfetto, tronco dritto, altissimo, scorza lucida e liscia, legno rosato, nobile, foglioline leggere
in estate di un bel verde intenso e coloratissime in autunno, fiori candidi riuniti a mazzetti, bianchi e
profumati, succulenti frutti dai mille colori da tutti appetiti.
O Labbra di Ciliegia diceva Garcia Lorca.
Furba questa ciliegia! Gli uccelli passano, alla ricerca e alla conquista di tutte le ciliegie che cominciano
a cambiare colore, ma pensando che questo strano frutto giallo non sia maturo, volano via. E lei, che
invece gi dolce e zuccherina, sfugge alla razzia e rimane a noi, poveri diavoli senza ali che sempre
ci dobbiamo accontentare di quello che ci lasciano i famelici uccelli.
Una volta tanto saremo pi furbi noi se la coltiviamo nel nostro pomario! Almeno con questa variet non
dovremo ricorrere alle tante strategie dissuasive, spesso stravaganti ma quasi mai efficaci, come
spaventapasseri di tutte le forme, striscie di carta argentata delluovo di Pasqua, buste di plastica che
svolazzano, uccelli impagliati semoventi o le costose reti protettive.
Insomma questa ciliegia, per la sua efficace strategia di mimetizzazione, la possiamo gustare dalla
pianta al giusto grado di maturit.
E un albero naturalmente a grande sviluppo, ma se volete agevolmente raccogliere le ciliegie, eseguite
una buona potatura di formazione quando la pianta ancora giovane e poi fate sempre la potatura di
produzione in giugno- luglio. Solo in questo periodo infatti le ferite dei tagli sono facilmente rimarginate
dalla pianta e ci sono meno rischi di ingresso delle malattie. La buccia della ciliegia Bianca o Limona
liscia e allinizio di colore giallo chiaro che, con la maturit. si fa pi carico. Il frutto di grandezza
media con forma leggermente irregolare. Il peduncolo lungo e sottile, la polpa gialla soda e gentile.
Come dice Gallesio : Nella media maturit essa conserva un poco di asprezza, senza avere
per lacidulo delle altre Ciliegie; e la perde affatto allorch si perfeziona sullalbero,
acquistando allora un dolce cos vivo, che alcuni la trovano smaccato. Pregevole per la
dolcezza e per la sua curiosa colorazione da non sembrare neanche una ciliegia, matura tardivamente,
nella prima decade di luglio.
In Toscana Moscatella, in Umbria Limona, era un tempo diffusa anche in altre regioni soprattutto al
Nord. E rappresentata nei seicenteschi quadri di frutta di Bartolomeo Bimbi, segno che era molto ben
considerata alle tavole della corte dei Medici. Ora quasi scomparsa da orti e frutteti ma pu essere
cucinata e trasformata come le altre variet di ciliegie e, per mantenere il suo particolare colore giallo,
potr essere sciroppata o messa sotto spirito. E, dato che una duracina, conserver anche la giusta
consistenza della polpa.
Isabella Dalla Ragione
LA STORIA
In Italia si producono circa 150.000 quintali di ciliegie di 150 differenti variet. Solo una ventina
sono, per, le eccellenze e fra queste il primo posto spetta al comune modenese di Vignola dove si
coltivano ciliegie di particolare pregio di pi variet (durone, mora, ), destinate tanto al consumo
quanto alla conservazione e alla trasformazione.
La zona di coltivazione si estende per circa mille ettari tra le province di Modena e Bologna e
comprende, oltre a Vignola, 28 comuni delle zone pedecollinari.
I frutti del ciliegio dolce maturano a primavera inoltrata; la raccolta si protrae da fine maggio a tutto
giugno. Frutti golosi e ricchi di buone propriet nutrizionali, la loro polpa , infatti, ricca di sali
minerali come il potassio, il calcio, il ferro; con un buon contenuto di vitamina A e C, risultano
essere diuretiche, rinfrescanti, astringenti.
IN BIBLIOTECA
D. LUCCARINI, La ciliegia di Vignola, in Itinerari della tavola in Emilia Romagna, Bologna,
Inchiostroblu, 1998, pp. 218224.
ALBICOCCA
Lalbicocca, considerata in passato frutto esotico e rarissimo, pare che fosse apprezzata gi quattromila anni f dagli
imperatori cinesi. Proveniente dallAsia Centrale questa pianta si diffuse in Persia ed Armenia (Prunus armeniaca) per
arrivare, dopo le conquiste di Alessandro Magno, sulle rive del Mediterraneo.
Conosciuta in Europa grazie ai Romani all'inizio dell'era cristiana, ebbe un periodo di oblio durante il Medioevo. Furono
gli Arabi a reintrodurre la coltivazione dell'albicocco attorno al X secolo, non solo per finalit gastronomiche ma anche a
scopi farmacologici.
Questo albero conobbe a partire dal XV sec. una fortuna crescente, ed oggi coltivato dovunque vi sia un clima
abbastanza caldo.
La buccia del frutto di colore variabile dal giallo pallido al rosso aranciato. La sua polpa, vivace e preziosamente
profumata, oltre ad essere piuttosto nutriente e' ricca di sali minerali e vitamine, utili nella terapia delle anemie, dei difetti
della vista e del mal d'orecchi.
Nella cosmesi popolare lalbicocca e' stata sempre accoppiata anche alla cura della pelle. Lolio ottenuto dai suoi semi,
racchiusi nel nocciolo, e' molto efficace sia per il trattamento delle smagliature che delle rughe.
Particolarmente digeribili, le albicocche possono essere consummate fresche, secche, sciroppate e anche sotto forma di
succo. Ai piu' golosi, ricordiamo che e' proprio a base di albicocche la marmellata usata per farcire la squisita torta
Sacher, celebre specialita' della tradizione dolciaria Viennese. Scelta veramente felice, dato che l'unione tra il sapore a
tratti acidulo di questo frutto e quello denso del cioccolato, nonostante l'apparente contrasto, ha generato una delle piu'
grandi delizie del mondo.
Le albicocche, insieme alle carote, sono tra i frutti pi ricchi di beta carotene,
provitamina fondamentale per la produzione della melanina, sostanza che
protegge dai raggi solari e facilita quindi labbronzatura. Ricche anche di
vitamina A che rinforza le ossa e i denti e potenzia le difese immunitarie
contro le infezioni.
Le albicocche sono anche unottima fonte di potassio (320 mg ogni 100 g di
prodotto) e di Vitamina C (13 mg/100 g), mentre per il loro basso contenuto
calorico (28 kcal per 100 g), sono indicate nelle diete ipocaloriche.
Coltivare lalbicocco, fra ledrupacee una delle pi considerate, il desiderio di
molti coltivatori per la bellezza della sua fioritura e per la morbidezza e il
particolare gusto della sua frutta.
Coltivare lalbicocco per non affatto semplice e pi di un coltivatore, che con
attenzione e speranza ne ha piantato alcuni esemplari sperando di poter gustare le
deliziose albicocche, stato deluso.
Infatti si ritrovato con una bella pianta rigogliosa che nonostante le cure non
produce frutta oppure la produce ma non matura o ancora non ha attecchito
quindi altro che coltivare lalbicocco non ha neppure potuto iniziare la sua
coltivazione.
Sono sincera: coltivare lalbicocco non semplice se non si conoscono determinati
accorgimenti che troverai in questo articolo.
Questa pianta da frutta, ammirata per la bellezza della sua fioritura e ambita per
la bont della sua frutta, piuttosto esigente.
Se non coltivata nel giusto clima ed ambiente addio albicocche ne fa pochissime
quando addirittura non ne sprovvista.
Debbo aggiungere, per amor di verit, che se trova la sua giusta collocazione
lalbicocco un albero generoso che fruttifica abbondantemente, abbisogna di
poche cure ed autofertile quindi basta una sola pianta per avere la frutta.
Se vuoi un albero da frutta per il tuo frutteto, se desideri una pianta con una bella
e precoce fioritura seguita da unabbondante fruttificazione prendi in
considerazione lalbicocco.
Puoi pensare di coltivare lalbicocco per collocarlo nel prato come esemplare
singolo dove far bella mostra di s tutto lanno, anche in inverno per la sua
decorativa corteccia.
Leggi con attenzione questo post per decidere se questa bella e un po esigente
pianta da frutta fa al caso tuo.
Da quelle lontane zone, ricercato per la bont della sua frutta, lalbicocco si diffuse
dapprima nel territorio dellantico Impero Cinese, poi nel continente asiatico e
tramite le conquiste di Alessandro Magno arriv sino alle regioni del Mediterraneo.
Lalbicocca, conosciuta ed apprezzata dagli antichi greci, era considerata dagli
antichi romani un frutto raro ed esotico.
NellImpero romano veniva ricercata per la sua bont ma era riservata alle classi
ricche a causa del suo prezzo elevato.
Cos la descrive il famoso scrittore e poeta romano Columella: armene cerate a
cesti si colgono, le albicocche le chiama armene credendo che la loro origine si
trovasse in Armenia mentre invece era ben pi lontana
Gli Arabi tramite i loro commerci e soprattutto con le loro conquiste,
consolidarono la coltivazione di questa pianta da frutto diffondendola nei paesi
bagnati dal Mar Mediterraneo.
In questa sua lunga storia fra Asia e Europa le variet erano tantissime e ben
adattate al territorio dove venivano coltivate.
Purtroppo quando si inizi a coltivare lalbicocco in modo intensivo molte di queste
cultivar andarono perdute, un ricco patrimonio arboreo che recentemente, con
fatica, si cerca di ricostruire.
la Campania, la Basilicata e
la Sicilia.
Anche il tronco di questa pianta bello con il suo colore scuro dove spiccano le
screpolature longitudinali che attestano dellet della pianta, pi sono larghe e
profonde pi lalbero vecchio, gli conferiscono eleganza e distinzione
specialmente in inverno quando spoglio.
Le foglie sono alterne, cuoriformi, con apice acuminato, con i bordi dentellati e
portate su un lungo picciolo.
Per quanto riguarda lirrigazione il fabbisogno di acqua dipende dal tipo di terreno
e dal portainnesto.
In presenza di terreni asciutti e di periodi siccitosi irriga le piante per evitare la
cascola dei frutticini ma abbi laccortezza di sospendere le irrigazioni circa 20
giorni prima della raccolta per evitare la spaccatura dei frutti.
Quasi tutte le variet sono autocompatibili per per una produzione pi
abbondante, se possiedi un frutteto, utile consociare cultivar differenti.
Le piante iniziano a fruttificare dal terzo anno per raggiungere la piena produttivit
dal decimo anno in avanti.
Lalbicocco una pianta longeva che pu produrre sin oltre i 50 anni.
ebbe
un grosso successo per il frutto grosso, per la bella colorazione della sua buccia,
fra larancio e il giallo carico, per la polpa ben colorata, saporita, profumata e
zuccherina.
La maturazione della sua frutta si situa fra la met di luglio e linizio di agosto a
seconda delle zone di produzione dalla pianura alla montagna.
Un suo limite consiste nel fatto che i suoi frutti devono maturare sulla pianta per
sprigionare tutto il loro profumo e bont.
Canino unaltra variet di origine spagnola con frutti di buona qualit e di
media grossezza resistenti alle manipolazioni e alla cottura.
Per queste ultime sue due caratteristiche
Canino spesso scelto da chi vuole coltivare questa pianta da frutto per avere
guadagno.
Concludo accennando alle variet originarie dellarea vesuviana particolarmente
vocata alla coltivazione di questa pianta da frutto.
San Castrese, Boccuccia liscia, Boccuccia spinosa e Palummella sono tutte
cultivar con frutti piuttosto grossi, di colore arancio chiaro, profumati e di buon
sapore.
Sono adatti anche per la conservazione e maturano dalla terza decade di giugno
alla prima di luglio.
Queste sono solo alcune della tante variet che puoi trovare sul mercato, scegli
quelle che vuoi coltivare con attenzione e cura comprando da un buon vivaio e
facendoti consigliare sulle variet pi coltivate nella tua zona.
Lalbicocca in cucina
Lalbicocca ottima consumata fresca ed anche un alimento saziante.
Conclusioni
Con questo articolo spero di averti fatto amare lalbicocca, questo frutto nutriente
e precoce dalla buccia a tinte calde, sottilmente vellutata e dalla profumata e
zuccherina polpa.
Da un albero bello e generoso, se saprai coltivare lalbicocco adottando quei
segreti che ti ho svelato, potrai ricavare per molti anni una grande quantit di
frutti.
Tuttavia questa non solo una pianta da frutta ma ha anche valore ornamentale
con la sua bella fioritura rosa che coraggiosa sfida gli ultimi freddi sbocciando
precocemente.
Inoltre lalbero fa la sua figura come esemplare solitario in mezzo ad un prato.
Non solo perch fiorisce abbondantemente di fiori bianco rosati in primavera, non
solo perch in estate un bel colpo docchio vedere i tanti suoi frutti che spiccano
nel verde del fogliame con il loro colore giallo arancio vivo, ma anche perch in
autunno prima di cadere le sue foglie prendono colori molto belli di un giallo
arancio che si fa ammirare.
In inverno poi entra in scena la sua corteccia che, se da giovane di un colore
rossiccio, si scurisce mano a mano che lesemplare invecchia prendendo un bel
color marrone scuro evidenziato da profonde fessure longitudinali.
Insomma lalbicocco una bella pianta in tutte le stagioni oltre a donarci deliziosa
frutta.
Vale davvero la pena coltivare lalbicocco e se qualche accortezza necessaria
verr ben ripagata da questa pianta davvero generosa.
Concludo con unultima curiosa notizia.
polposo e zuccherino ma con una buccia che si toglie, guarda questo video post
dove ho immortalato le mie piante di fico in piena fruttificazione cliccando qui
sotto questo link
La pianta del fico cos generosa che fruttifica due volte
A questo punto non mi resta che inviarti
ALBICOCCO PAVIOT
Una variet che fiorisce tardivamente, nella seconda quindicina di marzo, una
cultivar di provenienza francese chiamata Albicocca Paviot dal cognome di chi la
ottenne.
Quando dopo il 1880, anno in cui fu immessa sul mercato, arriv in Italia
ebbe
un grosso successo per il frutto grosso, per la bella colorazione della sua buccia,
fra larancio e il giallo carico, per la polpa ben colorata, saporita, profumata e
zuccherina.
La maturazione della sua frutta si situa fra la met di luglio e linizio di agosto a
seconda delle zone di produzione dalla pianura alla montagna.
Un suo limite consiste nel fatto che i suoi frutti devono maturare sulla pianta per
sprigionare tutto il loro profumo e bont.
ALBICOCCO LUIZET
SUSINOCOCCO
Sinonimi: plumcot - biricoccolo - susincocco pruna cresammola albicocco nero albicocco del Papa
susinoalbicocco albicoccovioletto. Questa specie il cui nome Prunus Desycarpa un ibrido derivato
da un incrocio naturale tra lalbicocco (prunus armeniaca) e il susino mirabolano (prunus cerasifera).
Presenta caratteristiche intermedie tra i due genitori ed resistente al freddo invernale. Per fruttificare
necessita di essere impollinato da albicocco o dal susino mirabolano. Le variet di Biricoccolo (con frutti
molto simili nella forma e nel colore) disponibili in Italia sono due e precisamente la GROSSA PRECOCE e
la PRUNA CRESAMMOLA. Lorigine della specie incerta e la pianta non esiste allo stato selvatico.
Essendo un ibrido derivato da un incrocio occasionale e naturale fra lalbicocco e il susino mirabolano la
sua presenza pu essere rilevata in tutte le zone dove queste due specie sono diffuse. La specie
coltivata nella Cina Occidentale e nellAsia centro-meridionale. La fioritura avviene dopo quella
dellalbicocco e quasi contemporaneamente con il susino mirabolano (fine marzo-aprile). Il fiore medio
piccolo con petali bianchi soffusi di rosa. La fioritura avviene prima dellemissione delle foglie. Il polline ha
una elevata percentuale di sterilit e questo giustificato dalla natura ibrida della specie. Pertanto la
pianta autosterile ed intersterile.